L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

95
L’APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1

Transcript of L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

Page 1: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

1

L’APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Centro Studi Erickson

Page 2: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

2

APPRENDIMENTO

“l’apprendimento è un cambiamento relativamente permanente del comportamento, determinato dall’esperienza.”

da tenere distinti da cambiamenti:–dovuti alla maturazione dell’individuo -alterazioni di condizioni psicofisiche (es. prestazione negativa dovuta ad affaticamento, patologie)

Page 3: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

3

APPRENDIMENTO: APPROCCI PRINCIPALI

comportamentismoMeccanismo dell’apprendimento: associazione tra stimoli ambientali e risposte dell’individuoIndividuo: soggetto passivoRisultato dell’apprendimento= copia dell’esperienza fattaCognitivismo, Gestalt, approccio sociologico Meccanismo dell’apprendimento: processo di elaborazione intelligente degli stimoli ambientaliIndividuo: soggetto attivoRisultato dell’apprendimento= elaborazione

Page 4: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

4

COMPORTAMENTISMO

studia i cambiamenti osservabili del comportamento in particolare, comportamenti automatizzati, basati sulla ripetizione

-condizionamento classico(Pavlov 1849-1936)-condizionamento operante (Thorndike 1874-1949, Skinner 1904-1990)

Page 5: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

5

COMPORTAMENTISMO: CONDIZIONAMENTO CLASSICO

Comportamento umano spiegato in base a catene causali di stimolo-rispostahttp://www.youtube.com/watch?v=LcL2aF6UPU8Pavlov (1927), mentre studia da fisiologo quale era la digestione dei cani, fa delle osservazioni sulla base delle quali elabora un modello di apprendimentoche sarà noto come “condizionamento classico”

Page 6: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

6

uno stimolo neutro finisce per causare una risposta dopo che è stato abbinato a uno stimolo che causa

normalmente quella risposta

Suono di un campanello = stimolo

condizionato

Salivazione = risposta condizionata

Cibo = stimolo incondizionato

Salivazione = risposta incondizionata

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 7: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

7

A stimolo incondizionato (=cibo) segue risposta incondizionata (naturale, fisiologica = salivazione)

Associazione: lo stimolo incondizionato è preceduto da uno stimolo neutro (non produce salivazione = suono di un campanello)

Ripetizione dell’associazione Risultato: lo stimolo neutro è stato condizionato

cioè è in grado da solo (senza la presenza dello stimolo incondizionato) di provocare la salivazione (=risposta condizionata) che precedentemente dipendeva unicamente dallo stimolo incondizionato

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 8: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

8

• Generalizzazione dello stimoloSi verifica quando una risposta condizionata segue la comparsa di uno stimolo simile allo stimolo condizionato originale

• Discriminazione dello stimolocapacità di distinguere tra stimoli: non tutti gli stimoli simili producono analoghe risposte. Può essere insegnata (evitando l’associazione tra certi stimoli e quello incondizionato)

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 9: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

9

• EstinzioneSi verifica quando una risposta precedentemente condizionata diminuisce in frequenza fino a scomparire

Recupero spontaneoRicomparsa di una risposta condizionata estinta dopo un periodo di riposo e senza ulteriore condizionamento.

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 10: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

10

• Condizionamento di ordine superioreAssociazione tra stimolo condizionato e un altro

stimolo neutro; quest’ultimo diviene a sua volta condizionato e da solo è in grado di provocare la risposta condizionata

3°ordine (2°ordine) (1°ordine)risp. cond.

carezza (luce) (campanello)salivazione

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 11: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

11

•Nell’uomo: esempi di condizionamento avversativo

Il condizionamento classico incide sull’apprendimento di molte risposte emotive, come paure e fobie.

Il condizionamento è avversativo quando lo stimolo incondizionato produce una risposta spiacevole per l’individuo paura, fobia, ansia si sviluppano come forme di allerta

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 12: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

12

Il piccolo Albert, uno studio condotto da Watson e Rayner nel 1920. (NB:contro deontologia!) http://www.youtube.com/watch?v=S92XpUjeO80Un forte rumore (SI) suscita naturalmente paura (RI) nel bimbo. Invece, il piccolo non mostra nessuna paura dei topi bianchi con gioca (SN). Dopo poche associazioni del rumore con il contatto con uno dei topi (SC), Albert comincia ad avere paura (RC) dell’animale. Alla sola vista del topo scoppia in lacrime. Lo stimolo condizionato si è generalizzato fino a comprendere oggetti morbidi e bianchi che ricordano il manto del topo.

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 13: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

13

• decondizionamento (tecniche dell’esposizione usate in psicoterapia comportamentale)

Desensibilizzazione: in condizioni di rilassamento il paziente è portato a immaginare la situazione ansiogena (stimolo condizionato che provoca risposta di ansia, paura, stress) nei suoi vari gradi di ansia. Mantenendo la risposta di rilassamento, il paziente si desensibilizza verso lo stimolo ansiogeno

Inondamento (nei casi più resistenti) il paziente immagina la situazione temuta al suo massimo grado ed è posto in una situazione (immaginaria) di no avere vie di fuga. Seguirebbe l’estinzione dell’ansia in quanto portata al massimo livello

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 14: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

14

Limiti•Il condizionamento classico spiega solo una tipologia di apprendimento (connessa a comportamenti meccanici e fisiologici) e non l’apprendimento tout court •L’associazione tra stimoli e risposte avviene, secondo il condizionamento classico, in modo meccanico, senza l’intervento dei processi cognitivi quali la comprensione degli stimoli e l’aspettativa verso gli stessi•Individuo inteso come soggetto passivo

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 15: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

15

Alcune evidenze sperimentali (comportamentista Garcia) disconfermano almeno in parte alcune affermazioni del condizionamento classico:

-fino a 8 ore di distanza tra stimolo condizionato e presentazione della risposta condizionata

-una sola esposizione allo stimolo condizionato può provocare una risposta condizionata persistente

Comportamentismo: condizionamento classico

Page 16: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

16

Il principale nome legato al condizionamento operante è quello di Skinner (1904-1990), che si basa sugli studi di Thorndike (1874-1949)http://www.youtube.com/watch?v=lxImLwqY0JcCondizionamento operante = forma di apprendimento la cui risposta volontaria (il comportamento risultante dall’apprendimento, agito dal soggetto) è rinforzata o indebolita a seconda che le sue conseguenza siano favorevoli o meno (Motivazione). Il soggetto attraverso tale risposta agisce, opera sull’ambiente per ottenere un certo scopo

Comportamentismo: condizionamento operante

Page 17: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

17

Thorndike •Apprendimento per prove ed errori (1898)Es. gabbia-problema: gatto in gabbia affamato al cui esterno si trova del cibo. Se l’animale preme una leva posta all’interno della gabbia, questa si apre e il gatto può raggiungere il cibo; dopo 20-30 prove il gatto, in modo CASUALE, riesce ad aprire la gabbia. •Legge dell’effetto (1932) il comportamento che ha provocato effetti piacevoli tende ad essere ripetuto, mentre quelli che hanno prodotto effetti spiacevoli ad essere evitati (motivazione, volontà)

Page 18: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

18

Thorndike •Legge dell’esercizio: tanto più un comportamento è esercitato tanto più è appreso•Irradiazione dell’effetto: Generalizzazione dello stimolo che produce effetti gratificanti a stimoli analoghi•Discriminazione dello stimolo: l’effetto piacevole segue un determinato stimolo e non altri anche se simili•Punizione: effetto spiacevole che impedisce l’apprendimento di un comportamento. Da studi condotti Thorndike (1932-35) conclude che il rinforzo positivo è più produttivo della punizione

Comportamentismo: condizionamento operante

Page 19: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

19

Skinner Skinner box (1938)Un ratto affamato si trova in una gabbia e al suo interno ha la possibilità di agire, premendo una leva, per ottenere cibo

Sviluppa la legge dell’effetto mettendo al centro dell’apprendimento il concetto di rinforzo:

-Se un comportamento è rinforzato esso è ripetuto e appreso

Comportamentismo: condizionamento operante

Page 20: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

20

Skinner rinforzo:

Positivo: produce effetti piacevoliNegativo: permette di evitare situazioni spiacevoli

Primario: riguarda bisogni fondamentali per la sopravvivenzaSecondario: riguarda bisogni appresi con l’esperienza e culturalmente dipendenti (es. il successo, il giudizio sociale, il denaro)

Comportamentismo: condizionamento operante

Page 21: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

21

Skinner rinforzo:

Continuo: presentato ogni volta che il soggetto manifesta il comportamento da apprendere o ripetere

Parziale: presentato solo alcune volte: in certi intervalli di tempo (fissi o meno) o dopo un certo numero (fisso o variabile) di volte che presenta il comportamento da apprendere o ripetere; produce maggior apprendimento del rinforzo continuo

Assente: produce l’estinzione del comportamento appreso

Comportamentismo: condizionamento operante

Page 22: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

22

Skinner punizione:

processo che tende ad aumentare la probabilità di inibire (ma non estinguere) un comportamento precedentemente appreso

Agisce attraverso uno stimolo che produce effetti spiacevoli cui l’individuo non ha la possibilità di sottrarsi

Comportamentismo: condizionamento operante

Page 23: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

23

Skinner i rischi della punizione:

-Può ledere l’autostima se il sogg. non sa per cosa è punito-È dannosa quando il soggetto non sa come sostituire il comportamento punito: può portare a inibizione generalizzata -si può instaurare un rapporto di paura tra punito e punitore-può dar luogo ad atteggiamenti alternativi altrettanto negativi (agire di nascosto, sfidare il punitore…)

Comportamentismo: condizionamento operante

Page 24: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

24

(comportamentista eretico, influenzato dalla psic. della Gestalt e da Lewin)

Per primo mostra apertura ai costrutti mentali per indagare l’apprendimento:

1.Ogni comportamento molare (inteso in senso macroscopico, complesso) è guidato da un’intenzione

2.Variabili individuali (intelligenza, intensità dei bisogni, personalità…) favoriscono o meno un apprendimento anche se non sono indagabili direttamente (sono costrutti ipotetici)

3.Principio del minimo sforzo: i soggetti scelgono le azioni che permettono di raggiungere lo scopo nel modo più semplice. Presuppone un’intelligenza

Comportamentismo intenzionale di Tolman

Page 25: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

25

3 gruppi di ratti in 3 labirinti aventi lo stesso percorso

Gruppo 2È ricompensato ogni volta

che arriva alla fine del labirinto

Gruppo 1i ratti circolano liberamente

nel labirinto, quando trovano l’uscita non sono

ricompensati Gruppo 2Dopo l’acquisizione dell’ apprendimento (grazie ai

rinforzi) fa pochi errori

Gruppo 3Fino all’11° giorno come il gruppo 1. Dal 12° come il

gruppo 2

Gruppo 1Periodo di prove ed errori;

alto numero di errori

Comportamentismo intenzionale di Tolman

Gruppo 3Non riceve ricompense, i ratti

circolano liberamente nel labirinto. Dall’11° giorno

riceve ricompense

Page 26: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

26

Apprendimento latenteL’apprendimento latente non si traduce direttamente in comportamento ma

in mappe concettuali grazie alle quali è possibile formulare schemi di comportamento che si manifestano in comportamenti quando questi saranno richiesti dalla situazione

Dal comportamento dei ratti del 3° gruppo si evince l’apprendimento latente

Comportamentismo intenzionale di Tolman

Page 27: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

27

Bandura (1969, 1971) Fasi:

1)Osservare il comportamento del modello;2)Ricordare il comportamento;3)Riprodurre l’azione;4)Essere motivati a riprodurre l’azione in futuro

(es. tramite rinforzo).

Subentrano: percezione, attenzione, memoria, motivazione; riproduzione motoria

Apprendimento sociale o osservativo: l’imitazione

Page 28: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

28

apprendimento come processo che prevede vari passaggi e varie capacità mentali tra cui:

Memoria, attenzione, percezione, capacità motorie, schemi mentali (raccolte organizzate di informazioni)

Lo studio dell’apprendimento si focalizza su tali capacità cognitive

Approccio cognitivo all’apprendimento

Page 29: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

29

Gli studi di psicologia animale di Köhler (1913, 1917) hanno riproposto il problema dell’atto mentale che si esprime nella visione mentale della soluzione di un problema (intuizione, eureka!) che è qualcosa di diverso rispetto all’apprendimento per tentativi ed errori e alla riproduzione di risposte apprese

L’approccio gestaltico all’apprendimento: l’insight:

Page 30: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

Esperimento sul problem-solving (1927): Degli scimpanzè dovevano raggiungere delle banane fuori dalle loro gabbie e gli unici oggetti a loro disposizione erano bastoni. Uno di loro prese i due bastoni e li unì insieme per ottenerne uno più lungo con il quale raggiunse le banane:

esempio di insight (lo scimpanzè aveva agito in modo diretto ad uno scopo) e non per tentativi ed errori.

L’approccio gestaltico all’apprendimento: l’insight:

30

Page 31: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

31

RISTRUTTURAZIONE DELLA SITUAZIONE E DELLA FUNZIONE DEGLI OGGETTI

L’approccio gestaltico all’apprendimento: l’insight:

Page 32: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

32

L’approccio gestaltico all’apprendimento: l’insight:

Page 33: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

33

Ristrutturazione e insight: per es. il problema delle due corde o del pendolo, umorismo (Maier, 1931);

Fissità funzionale e assetto mentale: per es. il problema della candela (Duncker, 1926)

Per i Gestaltisti problem solving = - qualcosa di più della semplici riproduzione di

risposte apprese;- Implica processi attivi di insight e

ristrutturazione cognitiva, che contrastano la fissità funzionale e l’assetto mentale statico

- La soluzione è immediata, non tentata ma pensata e messa in atto

L’approccio gestaltico all’apprendimento: l’insight:

Page 34: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

34

alcuni suggerimenti per sviluppare il pensiero creativo (Feldman, Coats,Swartzberger 1994; Levy 1997):

Frazionare il problema: decomporlo in vari step Ridefinire il problema: riformularlo in maniera più

astratta o concreta Adottare una prospettiva critica: cercare possibili

implicazioni, eccezioni che sovvertano il regolare significato delle cose

Uso di analogie Uso degli opposti Usare la prospettiva di un’altra persona Pensare in modo divergente: pensare al di fuori

degli schemi consueti Utilizzo dell’euristica: vincoli alla generazione di

ipotesi; scorciatoie cognitive

L’approccio gestaltico all’apprendimento: l’insight:

Page 35: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

35

METACOGNIZIONE

Il termine “metacognizione” può essere definito come l’insieme delle attività psichiche che sovrintendono il funzionamento cognitivo.

Per metacognizione si intendono tutte quelle idee, intuizioni etc. che riguardano una determinata area di funzionamento cognitivo e che possono essere considerate anche indipendenti dall’effettiva attività cognitiva.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 36: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

36

TRE LIVELLI DI METACOGNIZIONE Si possono distinguere almeno tre livelli di

metacognizione (Cornoldi et al., 2001): 1. Atteggiamento metacognitivo generale: sfera

emotiva, tendenza a riflettere sul funzionamento mentale o sull’uso appropriato di strategie etc.;

2. Conoscenze metacognitive specifiche: conoscenze specifiche legate ad una particolare attività cognitiva (ad es. la memoria) o all’apprendimento (dallo studio alla comprensione del testo).

3. Processi metacognitivi di controllo: operazioni con cui l’individuo effettivamente sovrintende alle esecuzioni dei propri processi cognitivi.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 37: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

37

Metacognizione

-Compi

to

Prestazione

Processi di

controllo

Conoscenze specifiche di strategie

• Ripetizione

• Organizzazione

• Elaborazione verbale

• Abilità di riassumere

Strategie

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 38: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

38

  

 

Le strategie scegliere le strategia più idonea al tipo di compito

orientarla agli scopisostituirla se inadeguata

Se’ Compito Strategie

Pianificazione Controllo Verifica

IL MODELLO TRICOMPONENZIALE Flavell

(1981)

CONOSCENZE METACOGNITIVE

ESPERIENZE METACOGNITIVE

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 39: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

39

LE CONOSCENZE METACOGNITIVE

sono rivolte a se stessi, al compito e alle strategie per risolverlo. In particolare, le conoscenze che riguardano se stessi possono essere:

Intra-individuali, ossia ognuno conosce l’ambito in cui può riuscire meglio;

interindividuali, ossia una persona sa di essere migliore delle altre nell’esecuzione di un compito;

universali, ossia sapere che per svolgere un certo tipo di compito sono necessarie determinate attività che consentano e rafforzino l’esecuzione.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 40: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

40

MODELLO METACOGNITIVO Uno dei modelli metacognitivi più recenti e

importanti è quello di Borkowski e Muthukrishna (1994), che considera la metacognizione come un sistema complesso e multicomponenziale, in cui le componenti principali sono:

cognitiva metacognitiva-strategica motivazionale-attributiva emotiva

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 41: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

41

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 42: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

42

ANALISI DEL MODELLO METACOGNITIVO

dal rigo centrale partano tutta una serie di conseguenze (rappresentate dalle frecce) che non solo riguardano l’ambito dell’apprendimento, ma che toccano anche la sfera del Sé e degli stati emotivi personali e motivazionali. Il rigo principale indica la situazione-tipo di uno studente che deve affrontare un compito:

compito —> viene affrontato attraverso l’uso di alcune strategie —> questo dà come effetto una prestazione, che può essere più o meno positiva —> quindi lo studente riceve un feedback dal contesto (solitamente l’insegnante).

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 43: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

43

ANALISI DEL MODELLO METACOGNITIVO

All’inizio della scuola secondaria di secondo grado l’alunno ha un bagaglio piuttosto limitato di strategie che conosce per affrontare un compito. Di solito queste strategie sono state apprese a partire dalla spiegazione di uno studente più grande o dall’insegnante.

E’ solo attraverso l’esperienza, le informazioni di ritorno (feedback) dell’insegnante e dai risultati, che l’alunno impara a verificare l’efficacia di ogni strategia in base al tipo di compito e al tipo di stile cognitivo che lui stesso possiede.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 44: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

44

ANALISI DEL MODELLO METACOGNITIVO

Attraverso l’esperienza l’allievo, acquisisce sempre nuove strategie e una maggiore flessibilità nel loro utilizzo. Tutto questo stimola lo sviluppo di processi metacognitivi di controllo grazie ai quali apprendere in maniera efficiente, ottenendo un miglior risultato senza uno spreco eccessivo di energie.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 45: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

45

ANALISI DEL MODELLLO BORKOWSKI E MUTHUKRISHNA

I processi di controllo influenzano le conoscenze specifiche sulle strategie e, indirettamente, le conoscenze di tipo specifico legate all’ambito dell’apprendimento. Tutto ciò ha effetti sui propri stati emotivi e sugli stati motivazionali (motivazione intrinseca o estrinseca nei confronti di un compito) e sul senso di autoefficacia.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 46: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

46

PERCHÉ UN APPROCCIO METACOGNITIVO ALLO STUDIO?

Una impostazione metacognitiva nello studio può valorizzare la capacità di pensare (“learning to think”), la capacità di apprendere (“learning to learn”) e di sostenere la motivazione all’apprendimento e la propria autorealizzazione intellettuale.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 47: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

47

PERCHÉ UN APPROCCIO METACOGNITIVO ALLO STUDIO?

Un approccio metacognitivo allo studio non si limita ad insegnare delle nozioni nuove o diverse ma vuole insegnare allo studente come fare ad imparare delle nuove nozioni o delle nuove conoscenze, in maniera più strategica e funzionale.

Come? rendendo lo studente più sensibile ai propri problemi di

studio insegnandogli a padroneggiare varie strategie di studio insegnandogli un atteggiamento positivo e motivato verso

lo studio rendendolo consapevole del proprio stile cognitivo.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 48: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

48

LO SCOPO DI UN APPROCCIO METACOGNITIVO

Lo scopo di incoraggiare un atteggiamento metacognitivo nello studente, quindi, è quello di stimolare in lui un senso di maggior consapevolezza delle proprie abilità e della loro modificabilità, di conseguenza della possibilità di migliorarle.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 49: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

49

LO SCOPO DI UN APPROCCIO METACOGNITIVO

Un approccio metacognitivo nei confronti dello studio aiuta il ragazzo ad avere un atteggiamento più consapevole nei confronti delle proprie abilità e dei propri successi e insuccessi.

Il successo scolastico, infatti, non deve essere inteso solo in termini di risultato di apprendimento ma anche e soprattutto come soddisfazione per i percorsi fatti e le tappe raggiunte, seppure intermedie o parziali. Allo stesso modo l’insuccesso scolastico non deve essere inteso come un fallimento irreparabile, dovuto alla sorte avversa o alle proprie immodificabili scarse abilità.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 50: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

50

SCOPO DI UN APPROCCIO METACOGNITIVO PER LO SVILUPPO DI..

Un atteggiamento più consapevole un processo intenzionale volto

all’apprendimento consapevole e motivato di qualcosa che non si conosce.

Un atteggiamento metacognitivo inteso in questi termini avrà certamente un’influenza positiva sulla propria efficacia, percepita dallo studente stesso.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 51: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

51

UNO STUDENTE METACOGNITIVO È

uno studente strategico, cioè che sperimenta l’utilizzo costante e consapevole di adeguate strategie di apprendimento: ottenendo buoni risultati scolastici.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 52: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

52

UNO STUDENTE METACOGNITIVO

Affinché uno studente sia uno studente di successo sono necessarie molte componenti:

le abilità possedute, le diverse conoscenze metacognitive, le abilità di controllo, la conoscenza di strategie e il loro uso flessibile e

consapevole, la consapevolezza metacognitiva dei processi mentali e la

capacità di riferirli e controllarli.Esiste però un’altra componente di fondamentale importanza: l’aspetto emotivo-motivazionale correlato all’apprendimento.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 53: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

53

MOTIVAZIONELa parola motivazione deriva dal latino “motus” che significa movimento, quindi motivazione vuol dire spinta, movimento verso un qualcosa, verso un obiettivo.

Dr.ssa M. Luisa Boninelli

Page 54: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

54

MOTIVAZIONE

Una più completa definizione di motivazione potrebbe essere la seguente: “una configurazione organizzata di esperienze soggettive che consente di spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un comportamento diretto a uno scopo” (De Beni et al., 2003, p. 217).

Se pensiamo alle attività scolastiche, la motivazione allo studio ci spiega perché uno studente studia più di altro, perché insiste dopo un fallimento, come studia e così via.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 55: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

55

DUE TIPI DI MOTIVAZIONE NEL CONTESTO SCOLASTICO

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 56: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

56

ESEMPI DI MOTIVAZIONE INTRINSECA ED ESTRINSECA

Esempi di motivazione intrinseca sono la curiosità, l’interesse il desiderio di sentirsi competente e realizzato in qualcosa.

Esempi di motivazione estrinseca invece sono quei comportamenti spinti dal desiderio di ricevere una ricompensa, una lode, l’approvazione sociale etc.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 57: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

57

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 58: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

58

Page 59: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

59

Dal tipo di motivazione che spinge un ragazzo a studiare e ad impegnarsi, dipendono gli obiettivi che lo studente stesso si pone.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 60: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

60

OBIETTIVI DI PRESTAZIONE E DI PADRONANZA

In primo luogo cerchiamo di definire il termine obiettivo di apprendimento. Con questo termini ci si riferisce alle mete che gli studenti si prefiggono di realizzare. Queste mete possono riguardare sia la quantità che la qualità dell’apprendimento: ad esempio il fatto di voler leggere un libro in un fine settimana è un obiettivo di apprendimento riferito alla quantità.

In riferimento alla qualità invece, ci sono diversi aspetti che possono entrare in gioco, come ad esempio il valore che si dà ad un compito, oppure la possibilità di mostrare o esibire le proprie conoscenze o competenze.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 61: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

61

OBIETTIVI DI PRESTAZIONE

)Gli studenti che sono spinti da motivazione estrinseca, e quindi hanno come obiettivo del loro studio quello di mostrare le proprie conoscenze e di ottenere l’approvazione sociale, si pongono un obiettivo di prestazione. In altre parole, si ha un obiettivo di prestazione quando lo scopo è quello di dimostrare le proprie conoscenze e capacità al fine di ottenere un giudizio positivo e di evitare quello negativo. L’esempio più comune è quello degli studenti che si impegnano solo per ottenere un buon voto, per ricevere un premio, per “far contenti” i genitori.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 62: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

62

OBIETTIVI DI PADRONANZA

Coloro invece che si pongono degli obiettivi di padronanza e quindi si impegnano per acquisire delle nuove competenze o delle nuove conoscenze.

Il lavoro di questi ragazzi è indipendente dal ricevere o meno una ricompensa o un giudizio sociale, ma è mosso da un interesse intrinseco.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 63: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

63

OBIETTIVI PER PADRONANZA

Infatti coloro che si pongono degli obiettivi di padronanza non temono il fallimento, poiché la loro prestazione non ha alcuna conseguenza da un punto di vista sociale, quindi non temono il giudizio negativo.

Piuttosto un fallimento o un esito negativo può venire interpretato come un insuccesso dovuto ad uno scarso impegno o ad una difficoltà tecnica (ad es. una cattiva strategia di studio) che ha impedito di riuscire bene nel compito. Il fallimento può essere vissuto un insegnamento per il futuro.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 64: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

64

OBIETTIVI PER PRESTAZIONE

Negli obiettivi di prestazione, invece, corrispondono una interpretazione dell’insuccesso come

un fallimento personale, incapacità, Uno studente con una motivazione estrinseca, e quindi con obiettivi di prestazione, teme il fallimento perché teme che questo implichi un giudizio negativo su di sé. Gli esiti negativi sono interpretati come una carenza di abilità, come la mancanza stabile di competenze per affrontare quella determinata situazione che ha avuto uno scarso risultato.La paura del fallimento porta all’evitamento.

ABBANDONO

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 65: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

65

OBIETTIVI E SCELTA DELLE DIFFICOLTÀ DEL COMPITO

Dato che la motivazione è strettamente legata anche all’immagine di sé di uno studente, il tipo di motivazione e di obiettivo di apprendimento avrà delle conseguenze anche nei confronti dell’atteggiamento generale verso lo studio e anche verso la scelta dei compiti.

Page 66: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

66

OBIETTIVI E SCELTA DELLE DIFFICOLTÀ DEL COMPITO

Motivazione estrinseca

Compiti semplici

Paura di commettere

errori

Nuovi contenuti

Perdita di occasioni

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 67: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

67

OBIETTIVO PER PADRONANZA

Motivazione intrinseca

Compiti sfidanti

Non è sicuro di riuscire

Mette alla prova le proprie

competenze

Ricerca della sfida ottimale

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 68: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

68

RIASSUMENDO…

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 69: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

69

MOTIVAZIONE INTRINSECA

MOTIVAZINE ESTRINSECA

Legata agli obiettivi di

padronanza

Atteggiamento positivo

Legata agli obiettivi di

prestazione

Atteggiamento Negativo

Page 70: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

70

MOTIVAZIONE INTRINSECA

La motivazione intrinseca ha origine all’interno dell’individuo, come dice la parola stessa, e questo fa sì che il soggetto si impegni ad affrontare un compito per se stesso, senza finalità esterna, poiché il raggiungimento dello scopo è di per sè una grande ricompensa.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 71: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

71

MOTIVAZIONE INTRINSECA

Secondo Berline (1971) la motivazione intrinseca origina da quella che lui definisce curiosità epistemica, ossia dal bisogno universale di conoscere e di apprendere, che si manifesta nell’ esplorazione dell’ambiente motivata dal solo desiderio di conoscere e di sapere. Se si pensa ad un ragazzomolto piccolo, verrà facilmente in mente la scena in cui egli scruta l’ambiente, i volti che gli stanno intorno, gli oggetti che vede per la prima volta. Questo comportamento di esplorazione è presente non solo nei neonati ma anche nel mondo animale e ha lo scopo non solo di conoscere, ma pure di padroneggiare e controllare l’ambiente circostante per sentirsi competente ed efficace. Questo bisogno è stato definito bisogno di competenza (effectance).

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 72: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

72

TEORIA DELLA CURIOSITÀ EPISTEMICA

La teoria della curiosità epistemica sottolinea inoltre l’importanza dell’ambiente e delle caratteristiche degli stimoli, come novità complessità, incongruenza, che favoriscono la curiosità. Se volessimo applicare questi concetti all’ambito scolastico dovremmo tener presente con attenzione anche le modalità con cui vengono presentati i materiali di studio, la tipologia dei testi e così via, per cercare di mantenere attivo un atteggiamento di curiosità epistemica.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 73: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

73

TEORIA DELLA CURIOSITÀ EPISTEMICA

Le esperienze di successo e insuccesso, nei tentativi di padronanza, e la presenza/assenza del mondo degli adulti rivestono un ruolo molto importante.

Se uno studente viene sostenuto nei suoi primi tentativi di esplorazione e di padronanza, egli tenderà a sviluppare un sistema di auto ricompensa che renderà superflua l’approvazione esterna e agevolerà lo sviluppo della motivazione intrinseca e di obiettivi di padronanza.

Tutto ciò farà sentire il ragazzo competente e gli farà interiorizzare una percezione di controllo personale che a sua volta permetterà l’aumento della motivazione alla competenza.

Dr.ssa M. Luisa Boninelli

Page 74: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

74

TEORIA DELLA CURIOSITÀ EPISTEMICA Lo studente che invece non viene incoraggiato o che

viene disapprovato nei tentativi di padronanza, svilupperà un bisogno di approvazione esterna che lo porterà a sentirsi dipendente dall’approvazione dell’adulto: gli obiettivi di prestazione saranno caratterizzati dal desiderio di mostrare le proprie abilità e dal timore di fallire e mostrarsi incapace.

Tutto ciò farà sentire il ragazzomeno competente e più soggetto ad ansia, per paura di fallire. Lo studente tenderà ad evitare situazioni in cui teme il fallimento, situazioni che non ritiene alla sua portata e così via (Harter, 1978).

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 75: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

75

Tuttavia si può verificare anche il contrario, ossia che un processo di motivazione intrinseca diventi estrinseca. Un causa possibile è la presenza, a volte eccessiva, di gratificazioni o lodi, quando queste non sono necessarie.

Gli studi di Lepper, Greene e Nisbett (1973) e di Lepper e Greene (1975), condotti su bambini, hanno dimostrato che l’introduzione di un premio può ridurre una pre-esistente motivazione intrinseca. Infatti ragazzi cui veniva promesso un premio per attività che già svolgevano spontaneamente, come ad esempio disegnare, successivamente si rifiutavano di affrontare quelle stesse attività qualora il premio non venisse più dato.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 76: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

76

RUOLO DELLE GRATIFICAZIONI

le gratificazioni non hanno sempre la funzione di incentivo: a volte rischiano di produrre l’effetto opposto.

Questo non vuol dire comunque che non bisogna più gratificare gli alunni , anche perchè nella maggioranza dei casi le lodi hanno degli effetti molto positivi e sono molto apprezzate.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 77: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

77

RUOLO DELLE GRATIFICAZIONI Una questione importante da porci è quindi quella di

cercare di capire le caratteristiche di una gratificazione che sia efficace e non controproducente.

Da alcune ricerche è emerso che una gratificazione efficace dovrebbe essere (O'Leary e O' Leary, 1977; Schloss e Smith, 1994):

1. specifica2. credibile3. espressa in maniera contingente all’esecuzione del

compito4. relativa al comportamento e non alla persona5. informativa, in modo da dare anche dei

suggerimenti per un eventuale miglioramento.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 78: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

78

RUOLO DELLE GRATIFICAZIONI

Ad esempio, quando diciamo “Bravo!” ad un studente, stiamo dando una gratificazione generica che premia più lo studente in sé piuttosto che il comportamento positivo che deve essere premiato. Non è raro infatti vedere l’espressione stupita di uno studente quando viene lodato in maniera impropria, poiché non ne capisce il motivo.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 79: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

79

RUOLO DELLE GRATIFICAZIONI

Una lode efficace invece deve essere specifica e contingente ad una situazione precisa appena accaduta, ad esempio: “Sei stato bravo!

Ti sei concentrato tanto e sei riuscito a risolvere l’espressione senza commettere errori!”.

In questo modo non solo si loda il comportamento specifico che si ritiene responsabile del successo, ma si dà implicitamente il suggerimento strategico secondo cui è necessario concentrarsi, porre molta attenzione per non sbagliare le espressioni.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 80: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

80

RUOLO DELLE GRATIFICAZIONI

Sempre gli stessi autori, che hanno studiato quali sono le caratteristiche delle gratificazioni efficaci, danno indicazioni sul modo in cui utilizzare gli incentivi senza demotivare i ragazzi.

In particolare, suggeriscono di non stimolare la competizione, ma fare riferimento a standard esterni, premiare l’impegno, piuttosto che le abilità, offrire incentivi interessanti e rendere coinvolgenti i compiti proposti.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 81: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

81

RUOLO EFFICACE DELLE LODI

LODI CONTROLLANTI

LODI INFORMATIVE

PER CONTROLLARE IL

COMPORTAMENTO DEL RAGAZZO

PER CONTROLLARE IL

COMPORTAMENTO DEL RAGAZZO

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 82: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

82

Una distinzione simile è stata proposta anche dalla Dweck (2000), la quale ha individuato tre tipi di lode:

1. orientata al sé: la lode si focalizza sulle abilità possedute rispetto a quel dato tipo di compito (“Bravo!”, “Sei proprio intelligente!”)

2. orientata al risultato: la lode riguarda principalmente il risultato (“L’esercizio è stato svolto correttamente!”)

3. orientata alle strategie: la lode aspira al miglioramento rispetto a situazioni precedenti (“Hai applicato la regola corretta!” “Si vede che questa volta ti sei impegnato!”).

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 83: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

83

ANALIZZIAMO IL TIPO DI LODE: (“BRAVO!”, “SEI PROPRIO INTELLIGENTE!”)

Come si potrà intuire, il primo tipo di lode tende a demotivare, poiché esprime un giudizio sulle abilità, competenze e conoscenze possedute dall’individuo, e non sulle capacità, che possono essere migliorate. E’ come se si volesse dire: “Sei bravo, quindi è inutile che ti impegni tanto, perché tanto riesci lo stesso, perché sei bravo”.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 84: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

84

ANALIZZIAMO IL TIPO DI LODE: (“L’ESERCIZIO È STATO SVOLTO CORRETTAMENTE!”)

Il secondo tipo, invece, è alquanto neutro perché non considera né le abilità, eventualmente possedute, né l’impegno esercitato.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 85: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

85

ANALIZZIAMO IL TIPO DI LODE: (“HAI APPLICATO LA REGOLA CORRETTA!” “SI VEDE CHE QUESTA VOLTA TI SEI IMPEGNATO!”).

Il terzo tipo invece è quello più efficace, poiché è motivante. In questo tipo di gratificazione si fa un apprezzamento di quanto fatto, dello sforzo, dell’impegno che il ragazzoha messo nello svolgere l’attività. In questo modo si sostiene il desiderio di fare ancora di più in futuro, e di ricercare nuove strategie e compiti più difficili e nuovi in cui cimentarsi.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 86: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

86

RIASSUMENDO…

Queste distinzioni fra lodi di diverso tipo proposte da Stipek (1996) e Dweck (2000) mettono in luce come il processo motivazionale non sia relazionato con il tipo di lode in sè, ma dall’interpretazione che un individuo può darne. Il modo in cui una persona interpreta un evento, in particolare una gratificazione, dipende a sua volta da altre variabili quali le proprie credenze, la propria immagine di sè, gli obiettivi, il proprio stile attributivo, insomma tutta quella serie di elementi emotivi motivazionali che si solito si usano per interpretare gli eventi. (Pazzaglia, Moè, Friso, Rizzato, 2002 “Empowerment cognitivo e prevenzione dell’insuccesso, p. 43).

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 87: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

87

TEORIA DELL’AUTODETERMINAZIONE

Non sempre la motivazione è legata ad una gratificazione esterna. É un’esperienza comune quella di provare soddisfazione quando abbiamo la possibilità di scegliere di realizzare qualcosa in assoluta liberà, senza alcun vincolo, ad esempio poter comprare qualcosa, fare una corsa o situazioni simili. Questo senso di soddisfazione è dato dalla possibilità di poter scegliere personalmente le attività da svolgere. Deci e Ryan (1985) hanno studiato questo tipo di motivazione e hanno proposto la teoria dell’autodeterminazione. L

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 88: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

88

TEORIA DELL’AUTODETERMINAZIONE

L’autodeterminazione consiste nella libera scelta, svincolata da bisogni o forze esterne, di condurre un’azione.

Il prototipo di un comportamento autodeterminato è l’azione intrinsecamente motivata che implica curiosità, spontaneità, interesse.

In pratica, l’impegno per l’attività scelta, nel caso del comportamento autodeterminato, è assolutamente svincolato da incentivi esterni, da obiettivi o esiti, ma dipende dal desiderio di svolgere quella particolare attività per le caratteristiche proprie che la caratterizzano.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 89: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

89

TEORIA DELL’AUTODETERMINAZIONE

Se un individuo vive una situazione come libera scelta, mantiene o accresce la motivazione per quella attività, se invece questa viene percepita come imposta dall’esterno la persona si sentirà meno motivata. Alla base di un comportamento autodeterminato vi è quindi il bisogno di sentirsi artefice delle proprie azioni e di scegliere liberamente il tipo di compito da svolgere e le modalità in cui svolgerlo.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 90: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

90

TEORIA DELL’AUTODETERMINAZIONE IN AMBITO SCOLASTICO.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 91: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

91

Vogliamo mantenere vivo il piacere della lettura negli studenti dobbiamo cercare di trasmettere questo piacere, senza far loro percepire la lettura come un obbligo, un compito scolastico al quale sono costretti.

Quindi è importante lasciare che lo studente sia libero di scegliere il libro che lo interessa di più, in base ai criteri che ritiene più opportuni, come il titolo, l’argomento, o addirittura la copertina.

Approvare le scelte dello studente e stimolarlo ad avere un comportamento attivo e di ricerca nei confronti del libro è sicuramente un atteggiamento appropriato e incoraggiante.

Infine, proporre continuamente verifiche scritte, riassunti, commenti, analisti del testo, rischia di appesantire il processo spontaneo di lettura di un libro e di avvicinarlo ad un “qualsiasi” compito scolastico.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 92: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

92

SEMPRE SECONDO DECI E RYAN (1985), PER ESSERE AUTODETERMINATI BISOGNA SODDISFARE TRE TIPI DI BISOGNI

PSICOLOGICI INNATI:

il senso di competenza, ossia la percezione di controllo e di capacità di azione sull’ambiente;

l’autonomia, cioè la possibilità di scegliere tra diverse attività e la possibilità di scegliere anche la modalità di svolgerla;

la relazione, che si riferisce al bisogno innato di mantenere relazioni sociali.

l’autodeterminazione si riferisce non solo all’avere la possibilità di fare ciò che si desidera, ma anche al sentirsi competenti e accettati per le scelte compiute.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 93: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

93

UN CASO COMUNE……un apprendista fuori legge

Consideriamo il seguente caso.

Roberto è un studente di prima superiore con una famiglia di condizionesocioculturale media, ma senza particolari problemi. Il ragazzo ha sempreincontrato grosse difficoltà scolastiche. Nell’apprendimento della lettura ha semprepalesato notevoli incertezze, per cui i suoi attuali livelli di abilità di lettura sonosimili a quelli di un ragazzodi prima media. Ma questi problemi sono comparativamente ‘leggeri’ rispetto a quelli che incontra in quasi tutte le altre aree scolastiche. In matematica commette continuamente errori gravi, anche in compitidi grande semplicità. Sembra incapace di costruire un ragionamento lineareche gli consenta di risolvere un problema o di costruire un discorso, soprattutto se scritto. Quando è interrogato sui contenuti proposti al suo studio è capace solo difornire risposte vaghe e poco coordinate.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 94: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

I miseri esiti scolastici del ragazzo, già palesati a conclusione del percorso della scuola secondaria di primo

grado e dimostratisi progressivamente sempre più preoccupanti, hanno portato alla richiesta dell’insegnante

di sostegno e alla ricerca di un aiuto presso dei servizi sociosanitari.

L’assegnazione dell’insegnante di sostegno ha costituito un implicito riconoscimento della

condizione di “handicap” di Roberto.

Ma è vero che Roberto è un alunno con disabilità ?

La prima impressione che Roberto offre e’ quella di un ragazzo simpatico, sorridente,

con uno sguardo vivace, che però perde facilmente il filo dei ragionamenti e incontra

difficoltà a organizzarsi.

Questa impressione non corrisponde a quella offerta tipicamente da ragazzi con disturbo

della personalità o con ritardo mentale, mentre offre eventualmente qualche indicatore

associato al disturbo d’attenzione (che però non appare a tal punto presente da

giustificare una diagnosi in questo senso).

Si procede ad un esame clinico che non evidenzia alcun indicatore neurologico particolare

e che, soprattutto, mette in luce un livello intellettivo generale ‘normale’ (il QI ottenuto

da Roberto, di 90, è vicino al QI medio di 100 e ben lontano dal QI di 70 che dovrebbe

costituire il criterio sotto il quale è consentita una diagnosi di ritardo mentale).

Dr.ssa M.Luisa Boninelli

Page 95: L’ APPRENDIMENTO E LA MOTIVAZIONE Dr.ssa M.Luisa Boninelli Centro Studi Erickson 1.

Quando viene discusso il caso di Roberto fra gli operatori interessati, vi e’ una certasorpresa nel conoscere il QI che egli ha ottenuto. Ci si domanda come Robertpossa ottenere delle prestazioni scolastiche così basse, pur avendo dellepotenzialità intellettive discrete. Si nota inoltre che la diagnosi conseguente per Roberto (quella di ‘disturbospecifico di apprendimento’) viene spesso associata al caso di ragazzi intelligenti e con difficoltà scolastiche, ove tuttavia queste difficoltà riguardano solo specifiche aree di apprendimento (per esempio lettura, calcolo, ecc.) e non si generalizzano– come nel caso in questione - a tutte o quasi le aree scolastiche. Viene spiegato agli operatori che quest’ultima concezione nasce dal fatto che i disturbi altamente specifici sono quelli che più colpiscono l’attenzione e sono occasione di più frequente citazione, ma non corrispondono affatto alla maggioranza dei disturbi specifici di apprendimento. Infatti, un disturbo può essere specifico perché altamente selettivo, ma anche perché non interessa le funzioni intellettive di base. In seguito al riesame del caso, gli operatori sono costretti a modificare il loro atteggiamento e gli stessi obiettivi educativi.

Dr.ssa M.Luisa Boninelli