JOSEPH OLIVA 2 A GIORGIO AMBROSOLI “È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo...

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JOSEPH OLIVA 2 A GIORGIO AMBROSOLI “È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di far qualcosa per il Paese.” Giorgio Ambrosoli

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JOSEPH OLIVA 2 A

GIORGIO AMBROSOLI

“È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi

non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di far qualcosa per il Paese.”

Giorgio Ambrosoli

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INDICE

• Chi era?

• Biografia

• La Banca Privata

• La resistenza alla corruzione

• L’omicidio

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Giorgio Ambrosoli (Milano, 17 ottobre 1933 – Milano, 11 luglio 1979) è stato un avvocato italiano. Fu assassinato l'11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulle cui attività Ambrosoli stava indagando, nell'ambito dell'incarico di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana dello stesso Sindona.

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BIOGRAFIA

Nato da una famiglia borghese di forte impronta cattolica e conservatrice, figlio dell'avvocato Riccardo Ambrosoli e Piera Agostoni, dopo aver ricevuto "un’educazione fondata su una robusta fede cattolica", frequentando il Liceo classico "Manzoni" di Milano Ambrosoli si lega a un gruppo di studenti monarchici e finisce per militare nell'Unione monarchica italiana.

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La Banca Privata

Nel settembre del 1974 Giorgio Ambrosoli viene nominato da Guido Carli (governatore della Banca d'Italia) che il banchiere siciliano Michele Sindona aveva portato a rischiare il crack finanziario: compito dell'avvocato milanese è quello di analizzare la situazione economica derivante dagli intrecci tra finanza, politica, criminalità organizzata siciliana e massoneria.

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La resistenza alla corruzione

Nel frattempo, Ambrosoli inizia a subire tentativi di corruzione e pressioni che mirano a indurlo ad avallare documenti che testimonino la buona fede di Sindona, in modo da evitargli qualsiasi coinvolgimento sia civile che penale. Ambrosoli, pur essendo conscio dei rischi a cui sta andando incontro, non cede.

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L’omicidio La sera dell'11 luglio del 1979, mentre sta

tornando a casa dopo avere passato qualche ora in compagnia degli amici, l'avvocato milanese viene avvicinato da uno sconosciuto davanti al portone di casa: l'uomo (William Joseph Aricò, un malavitoso americano pagato 115mila dollari da Sindona), dopo essersi scusato, gli spara quattro colpi 357 Magnum, che lo uccidono.

Ai funerali non parteciperà nessuna autorità

pubblica, a parte alcuni esponenti di secondo piano della Banca d'Italia. Venti anni più tardi, nel luglio del 1999 lo Stato si rifarà assegnandogli la Medaglia d'oro al valor civile in quanto "splendido esempio di altissimo senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti sino all'estremo sacrificio".