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VERSIONE [01.07 / 12.10.2012] A cura del Movimento 5 Stelle di Genova. L’uso del logo del Movimento 5 Stelle è soggetto ad autorizzazione – Marchio registrato. Contenuto: Licenza CC (Creative Commons) - Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia. www.genova5stelle.it [email protected] IREN S. P. A. Una società per i cittadini o una società per l’(anti)politica? “Invece di utilizzare l’immenso incremento delle risorse materiali e tecniche per costruire la città delle meraviglie, abbiamo creato ghetti e bassifondi. Saremmo capaci di fermare il sole e le stelle perché non ci danno alcun dividendo” J. M. Keynes, National Self Sufficiency in “The Yale Review, XXII (1933)

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VERSIONE [01.07 / 12.10.2012]

A cura del Movimento 5 Stelle di Genova.

L’uso del logo del Movimento 5 Stelle è soggetto ad autorizzazione – Marchio registrato.

Contenuto: Licenza CC (Creative Commons) - Attribuzione - Non commerciale 3.0 Italia.

www.genova5stelle.it – [email protected]

IREN S. P. A.

Una società per i cittadini o una società per l’(anti)politica?

“Invece di utilizzare l’immenso incremento delle risorse materiali

e tecniche per costruire la città delle meraviglie, abbiamo creato

ghetti e bassifondi.

Saremmo capaci di fermare il sole e le stelle perché non ci danno alcun dividendo”

J. M. Keynes, National Self Sufficiency in “The Yale Review, XXII (1933)

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Movimento 5 Stelle di Genova IREN S.P.A.

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INTRODUZIONE

La multiutility1 IREN è una società a capitale pubblico-privato che nasce il 1 luglio 2010, dalla fusione di

IRIDE ed ENIA.

Procedendo a ritroso, IRIDE nasce nel novembre 2006, per effetto della fusione fra AEM Torino e AMGA

Genova, le municipalizzate delle due città.

AEM Torino gestiva le strutture dedicate al trasporto e alla distribuzione dell'energia elettrica per la città di

Torino ed opera anche nel settore della cogenerazione e del teleriscaldamento, dopo il 2000, AEM Torino

ha incrementato la propria presenza sul mercato elettrico con l’acquisizione della rete di distribuzione

urbana ex Enel di Torino.

La storia di AMGA prende avvio nel 1922, quando nasce l'Azienda Municipale del Gas di Genova che, nel

1937, diventando Azienda Municipalizzata Gas e Acqua, acquisisce anche la gestione di alcuni acquedotti

locali ed assume il nome che la accompagnerà sino al 2006.

IREN2 nasce quindi dalla fusione tra IRIDE, la Società che nel 2006 aveva riunito AEM Torino ed AMGA

Genova, ed ENÌA, l’Azienda nata nel 2005 dall’unione tra AGAC Reggio Emilia, AMPS Parma e Tesa Piacenza.

Opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per

teleriscaldamento (produzione e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici

integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le pubbliche

amministrazioni.

A livello nazionale, il Gruppo IREN è:

1. il primo operatore nel settore teleriscaldamento per volumetria tele riscaldata; 2. il quinto operatore nel settore del gas per volumi ceduti a Clienti finali; 3. il sesto operatore nel campo dell’energia elettrica per volumi di elettricità venduti; 4. il terzo operatore nell’ambito dei servizi idrici integrati per volumi di acqua venduta; 5. il terzo operatore nel settore ambiente per quantità di rifiuti trattati.

IREN è strutturata in una holding cui fanno capo le attività strategiche, di sviluppo, coordinamento e controllo e cinque società operative che garantiscono il coordinamento e lo sviluppo delle linee di business:

• IREN Acqua Gas nel ciclo idrico integrato;

• IREN Energia nel settore della produzione di energia elettrica e termica e dei servizi tecnologici;

• IREN Mercato nella vendita di energia elettrica, gas e teleriscaldamento (in sostanza fa da ufficio

commerciale a IREN Energia, a IREN Ambiente e a IREN Emilia, c’era bisogno di un’altra società?);

• IREN Emilia nel settore gas, nella raccolta dei rifiuti, nell’igiene ambientale e nella gestione dei

servizi locali;

• IREN Ambiente nella progettazione e gestione degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti

oltre che nella gestione degli impianti di produzione calore per il teleriscaldamento in territorio

emiliano.

1 Da wikipedia una multi utility o società di multi servizi http://it.wikipedia.org/wiki/Multiservizi .

Sono società a prevalente carattere pubblico e nascono dalla volontà dei comuni di collocare parzialmente le società municipalizzate in Borsa incamerando la cessione delle azioni e garantendo così anche un più ampio margine industriale operativo slegandosi dal territorio di origine. 2 Maggiori dettagli sono rintracciabili qui: http://www.gruppoIREN.it/storia.asp

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Produzione energia elettrica: grazie ad un consistente parco di impianti di produzione di energia elettrica e

termica a scopo teleriscaldamento ha una capacità produttiva complessiva di 7.300 GWh annui, inclusa la

quota assicurata da Edipower.

Distribuzione Gas: attraverso 8.800 chilometri di rete serve più di un milione di Clienti.

Distribuzione Energia Elettrica: con oltre 7.200 chilometri di reti in media e bassa tensione distribuisce

l’energia elettrica ad oltre 710.000 Clienti a Torino e Parma.

Ciclo idrico integrato: con 13.900 chilometri di reti acquedottistiche, 7.900 km di reti fognarie e 813

impianti di depurazione, il Gruppo serve più di 2.400.000 abitanti.

Ciclo ambientale: con 122 stazioni ecologiche attrezzate, 2 termovalorizzatori, 2 discariche, il Gruppo serve

111 comuni per un totale di oltre 1.200.000 abitanti.

Teleriscaldamento: grazie ad oltre 700 chilometri di reti interrate di doppia tubazione il Gruppo IREN

fornisce il calore ad una volumetria di oltre 66 milioni di metri cubi, pari ad una popolazione servita di oltre

550.000 persone.

Vendita gas, energia elettrica e termica: Il Gruppo commercializza annualmente più di 3,1 miliardi di metri

cubi di gas, più di 12.000 GWhe di energia elettrica ed oltre 2.300 GWht di calore per teleriscaldamento.

La mission del Gruppo IREN è quella di operare con competenza e professionalità nei settori dell’energia,

dei servizi idrici integrati, ambientali e per le pubbliche amministrazioni al fine di offrire ai Cittadini ed ai

Clienti qualità efficienza e qualità dei servizi, garantendo ai propri azionisti un'adeguata redditività

d'impresa.

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Struttura del Gruppo IREN

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AZIONARIATO IREN

Azionisti IREN Numero azioni % sul capitale sociale

ordinario

% sul capitale sociale

complessivo

FINANZIARIA SVILUPPO UTILITIES S.R.L.

424.999.233 35,96% 33,30%

COMUNE DI REGGIO EMILIA

98.986.288 8,38% 7,76%

COMUNE DI PARMA * 78.017.566 6,60% 6,11%

INTESA SANPAOLO S.P.A.

36.183.845 3,06% 2,84%

FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TORINO

29.618.296 2,51% 2,32%

PICTET ASSET MANAGEMENT LTD

23.997.255 2,03% 1,88%

ALTRI AZIONISTI ** 489.923.194 41,46% 38,39%

FINANZIARIA CITTÀ DI TORINO (FCT) - AZIONI DI RISPARMIO

94.500.000 7,40%

* Il Comune di Parma ha conferito la nuda proprietà di n. 43.500.000 azioni ordinarie a STT Holding S.p.A.

per una quota pari al 3,68% del capitale sociale ordinario di IREN S.p.A. e di n. 14.000.000 azioni ordinarie a

Parma Infrastrutture S.p.A. per una quota pari al 1,18% del capitale sociale ordinario di IREN S.p.A.

**Altri Azionisti: Investitori Istituzionali e retail (389.961.574) e altre azioni dei Comuni delle Provincie di

Reggio E., Parma e Piacenza (99.961.620).

Come è stato fatto notare:

in qualsiasi momento le azioni di risparmio in possesso della Finanziaria Città di Torino, pari all'7,4% del

capitale sociale, ora prive di diritto di voto, una volta vendute a terzi (purché non collegati al Comune di

Torino) diverrebbero azioni ordinarie con diritto di voto, anche se il loro possesso è limitato al 5% per

ciascun socio, con la conseguenza di “diluire” il possesso pubblico.

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IREN è partecipato da soci pubblici (i comuni sui quali eroga i servizi) e soci privati (prevalentemente

banche e società finanziarie). Tra queste, si evidenzia “Amber Capital”, con sede operativa a New York e

sede legale nelle isole Caymann. In pratica, una parte dei profitti generati dai servizi di IREN finisce in

paradisi fiscali, mentre gli utenti in Italia sostengono nelle fatture tutti i costi della fiscalità (IVA e tributi

ambientali vari)3.

3 http://www.acquapubblica.parma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=122:il-business-dei-servizi-pubblici-

ambientali&catid=54:materiale-scientifico&Itemid=71

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Patti parasociali4

In data 28 aprile 2010 è stato sottoscritto un patto parasociale strettamente funzionale alla Fusione fra i

Soci FSU e 71 soci pubblici di Enìa (Soci ex Enìa) finalizzato, tra l'altro, a garantire unità e stabilità di indirizzo

a Iren, (di seguito il Patto FSU - Soci ex Enìa) che sarà valido e produrrà effetti dalla Data di Efficacia della

Fusione.

Il Patto FSU - Soci ex Enìa è riconducibile ad un sindacato di blocco e di voto avente la finalità di garantire,

anche ad esito della Fusione, lo sviluppo di Iren, delle sue partecipate e della sua attività nonché di

assicurare alla medesima unità e stabilità di indirizzo, ed in particolare (i) determinare modalità di

consultazione ed assunzione congiunta di talune deliberazioni dell'assemblea dei soci della Società; e (ii)

disciplinare taluni limiti alla circolazione delle azioni oggetto dello stesso Patto FSU - Soci ex Enìa.

Gli strumenti finanziari oggetto del Patto FSU Soci ex Enìa apportati al sindacato di voto, di seguito

descritto, sono costituiti da tutte le azioni detetenute dagli aderenti durante il periodo di validità del Patto

FSU Soci ex Enìa, alla Data del Prospetto Informativo pari a n. 704.269.359 azioni ordinarie di Iren

rappresentative del 59,5967% del capitale sociale della stessa mentre gli strumenti finanziari apportati al

sindacato di blocco, meglio descritto di seguito, sono costituiti da n. 650.870.198 azioni ordinarie di Iren

pari al 55,0779% del capitale sociale della stessa.

Sempre in data 28 aprile 2010, n. 71 Soci ex Enìa hanno sottoscritto un patto parasociale (il "Sub Patto Soci

ex Enìa ") al fine di assicurare un'unità di comportamento e una disciplina delle decisioni che dovranno

essere assunte dai Soci ex Enìa nell'ambito del Patto FSU - Soci ex Enìa.

4 http://ir.gruppoiren.it/opencms/opencms/AEM_Torino/AzionariatoIT.html?tipo=1.4

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ORGANI SOCIALI

Consiglio di Amministrazione

Roberto Bazzano Presidente esecutivo

Luigi Giuseppe Villani Vice Presidente

Roberto Garbati Amministratore Delegato

Andrea Viero Direttore Generale

Franco Amato Amministratore

Paolo Cantarella Amministratore

Gianfranco Carbonato Amministratore

Alberto Clò Amministratore

Marco Elefanti Amministratore

Ernesto Lavatelli Amministratore

Ettore Rocchi Amministratore

Alcide Rosina Amministratore

Enrico Salza Amministratore (dimissionario dal 22-5-2012)

Collegio sindacale

Paolo Peveraro Presidente

Anna Maria Fellegara Sindaco effettivo

Aldo Milanese Sindaco effettivo

Emilio Gatto Sindaco supplente

Alessandro Cotto Sindaco supplente

Consiglio di Amministrazione

Roberto Bazzano, tutta la carriera in AMGA e IRIDE poi IREN presidente di FederUtility da 2008

Luigi Giuseppe Villani, medico, consigliere regionale, coordinatore provinciale PDL in quota Comune di

Parma nominato dalla giunta di Centro Destra.

Roberto Garbati, tutta la carriera in AEM Torino fino alla carica di Presidente Amministratore delegato In

FederUtility (Federazione delle Imprese Energetiche e Idriche), è membro del Comitato di Presidenza, del

Consiglio Direttivo e della Commissione Permanente Elettricità. Da luglio 2008 è membro del Consiglio

Direttivo dell’Unione Industriale di Torino. Da gennaio 2009 è membro della Giunta di Confservizi Piemonte

Andrea Viero5, Da maggio 2008, è Amministratore delegato di Enìa Spa e, a questo titolo, guida la fusione

delle società Enìa Spa – Iride Spa. Ha ricoperto dal 1996 al 2008 il ruolo di Direttore Generale e Centrale

5 http://www.alicenonlosa.it/Default.aspx?Page=DET&ID=52101

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nella Pubblica Amministrazione e più precisamente: Direttore Generale della Regione Autonoma Friuli

Venezia Giulia (da gennaio 2004); Direttore Generale del Comune di Gorizia (da ottobre 2002); Direttore

Centrale del Comune di Milano (da settembre 2001); Direttore Generale del Comune di Trieste (da

settembre 1996).

Franco Amato, Ex giovane segretario del Psi torinese, poi diventato potente direttore nella Regione

Piemonte ai tempi della presidenza di Enzo Ghigo, Amato lasciò piazza Castello dopo l'elezione di Mercedes

Bresso nonostante il centrosinistra gli avesse chiesto di rimanere. Preferì accettare l' offerta di Pininfarina

che lo voleva alla direzione Comunicazione e Immagine. E’ considerato in quota al Centro Destra/PdL.

Gianfranco Carbonato6, presidente e amministratore delegato di PRIMA INDUSTRIE, società di Collegno

(TO), è tra l’altro il presidente dell’Unione industriale di Torino sino al 2012, Amministratore Indipendente

di RCS MediaGroup S.p.A e nel Consiglio di Sorveglianza di Intesa San Paolo al posto di Elsa Fornero.

Paolo Cantarella, dal 1996 al 2002 Amministratore delegato di Fiat s.p.a. e Presidente di Fiat Auto s.p.a.

Alberto Clò, Ministro dell’Industria e del Commercio Estero dal 1995 al 1996 nel Governo Dini; è

Amministratore in ENI, Italcementi, Atlantia e De Longhi.

Marco Elefanti, Dal 1 novembre 1999 è ricercatore Universitario di Economia Aziendale presso la Facoltà di

Economia dell'Università degli Studi di Parma. Dal 1 novembre 2001 è Professore Associato di Economia

Aziendale presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Parma; Dall'anno accademico 2005-

2006 è Professore Straordinario di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia dell'Università

Cattolica (sede di Piacenza) e dal dicembre 2009 Professore Ordinario.

Ernesto Lavatelli, è il titolare dello Studio Legale Lavatelli7, è considerato in quota a Marta Vincenzi

attraverso la società di Ingegneria del marito di cui è Consulente Legale. E’ anche nel Consiglio della

Fondazione Teatro Carlo Felice. E’ associato al suo studio il candidato PD Avv. Alessandro Arvigo.

Ettore Rocchi8, professore associato per il Gruppo di discipline Jus04 - Diritto Commerciale, nella Facoltà di

Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Alcide Rosina9, presidente di Premuda s.p.a.

Enrico Salza10

, Ricopre attualmente la carica di Presidente del Consiglio di Gestione del gruppo bancario

Intesa Sanpaolo, in seguito alla sua nomina da parte del Consiglio di Sorveglianza della nuova banca il 2

gennaio 2007. In precedenza, come presidente del Gruppo Sanpaolo IMI, è stato uno dei principali artefici

della fusione tra la banca di Piazza San Carlo e Banca Intesa e ha firmato il 28 dicembre 2006, insieme al

Presidente di Banca Intesa Giovanni Bazoli, l'atto di fusione delle due banche. E’ stato Consigliere della

Compagnia di San Paolo, della multinazionale Swedish Match, dell'U.B.S. (Unione Banche Svizzere) Italia e

della NOMISMA S.p.A. - Soc. di Studi Economici.

6 http://www.fondoitaliano.it/gianfranco-carbonato.shtml

7 http://www.studiolavatelli.com/index.php?option=com_content&view=article&id=17&Itemid=23

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/10/26/IREN-fondazione-carlo-felice-importanza-di-chiamarsi.html 8 http://www.IRENemilia.it/upload/pagine/pagine/435-cv_rocchi.pdf

9 http://www.premuda.net/Area01/Elemento1/index_html

10 Sostituito in data 18.06.12 da Carla Patrizia Ferrari dirigente del gruppo Intesa Sanpaolo, era stata inserita nella lista di candidati alla carica di

amministratore di Iren dal socio Equiter (Gruppo Intesa Sanpaolo)

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Collegio sindacale

Paolo Peveraro, già Vice Presidente Regione Piemonte con M. Bresso

Anna Maria Fellegara, già assessore allo sviluppo economico Anna Maria Fellegara, Ordinario

dell'Università Cattolica (sede di Piacenza)

Aldo Milanese11

, Commercialista, Sindaco in UNICREDITO ITALIANO, IRIDE SPA, AZIMUT HOLDING SPA,

MAGNETI MARELLI SPA), rappresentante comune degli Azionisti di Risparmio di FIAT SPA, consigliere di

amministrazione sino al 2011 in GEMINA s.p.a.12

Emilio Gatto, Commercialista in Genova?

Che dire, tutto Banche e FIAT e qualche rappresentante politico in senso più stretto. In IREN c’è una forte

presenza di Intesa S. Paolo ma attraverso Rosina ci sono interessi di Banca Popolare di Milano e di

Assicurazioni Generali. Il Consiglio di Amministrazione mi sembra una camera di compensazione di grandi

interessi finanziari.

Quanto ci costano13

?

Nel 2011 i 13 componenti del consiglio di amministrazione e i revisori dei conti hanno incassato da Iren spa

2 milioni e 335mila euro. L’amministratore delegato Roberto Garbati (477mila euro l’anno), il direttore

generale Andrea Viero (442mila), il presidente esecutivo Roberto Bazzano (497mila) e il vicepresidente Luigi

Giuseppe Villani (145mila). Per fare una proporzione, il presidente Usa Obama arriva a 300mila euro l’anno.

I vari Consigli costano €. 2.193.000 (Secolo XIX 02.07.2012)

11Aldo Milanese e Mani Pulite http://archiviostorico.corriere.it/1994/settembre/20/Santo_Versace_dal_Pietro_co_0_94092014982.shtml 12

http://www.gemina.it/it/corporate/princ_az.php 13

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/29/iren-2011-incassato-milioni-300mila-euro/212849/

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Chi sono i soci di IREN?

1) Finanziaria Sviluppo Utilities S.r.l. (FSU)14, con sede a Genova, è la società controllata al 50% dal

Comune di Torino e al 50% dal Comune di Genova che detiene una partecipazione del 33,30 % in IREN S.p.A.

(già IRIDE S.p.A.) (35,96% del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto) la multiutility

quotata leader nel Nord-Ovest che opera nei settori dell’energia elettrica, del gas, del teleriscaldamento, dei

servizi idrici e energetici

Organi sociali

nomine del 29/06/2009 (durata in carica sino ad approvazione bilancio al 31.12.2011)

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

• CHIANALE Prof. Not. Angelo – Presidente C.d.A. (nomina Comune di Torino)

• LAVATELLI Avv. Ernesto – Vice Presidente C.d.A. (nomina Comune di Genova)

• POLLIOTTO Avv. Patrizia – Consigliere (nomina Comune di Torino)

• ANFOSSI Dott. Giuseppe – Consigliere (nomina Comune di Genova)

COLLEGIO SINDACALE

• MANZI Prof. Luca Maria – Presidente (nomina Comune di Torino)

• FLICK Avv. Waldemaro – Sindaco effettivo (nomina Comune di Genova)

• CACCIARI Dott. Paolo – Sindaco effettivo (nomina Comune di Torino)

• DE GREGORI Dott.ssa Francesca – Sindaco Supplente (nomina Comune di Genova)

• BRUNERO Dott.ssa Mariangela – Sindaco Supplente (nomina Comune di Torino)

SOCI

• COMUNE DI GENOVA 50%

• COMUNE DI TORINO 50%

Alcune note:

Ernesto Lavatelli come sopra

Giuseppe “Beppe” Anfossi: ex presidente del Consiglio di Amministrazione di Acquedotto De Ferrari

Galliera s.p.a. ora presente i svariati Consigli di Amministrazione15 tra qui Fondazione Carige con Vinai, e

marito del PM Anna Canepa

Waldemaro Filck: Avvocato fratello dell’ex Ministro (I Governo Prodi) Giovanni Maria Flick e già Consigliere

di Amministrazione in AMGA (2002).

14

http://www.genova5stelle.it/wp-content/uploads/20120624.FSU.BIL2011.Bilancio_approvato.pdf 15

http://www.fondazionecarige.it/Organi3.html

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2) PICTET ASSET MANAGEMENT LTD16 Pictet & Cie, con sede a Ginevra Route des Acacias 60 CH-1211

Geneva 73, è considerata una delle maggiori banche di gestione patrimoniale indipendenti d’Europa. La

Banca distribuisce in tutto il mondo una vasta gamma specializzata di oltre 100 fondi di investimento, molti

dei quali sono stati premiati da primarie pubblicazioni del settore e agenzie di rating per le loro

performance. Quindi il Gruppo gestisce il proprio azionariato attraverso la collocazione di Fondi di

investimento e chi è il vero proprietario delle azioni non è noto.

3) FINANZIARIA CITTÀ DI TORINO holding in capo al Comune di Torino17. A questa finanziaria il Comune di

Torino conferisce la proprietà di alcuni asset comunali per poi proseguire con parziali privatizzazioni

4) INVESTITORE RETAIL È un operatore in beni di investimento che si muove per conto proprio,

investendo il proprio patrimonio senza avvalersi dell'intermediazione gestionale di altri soggetti. In allegato

A da pag 4 a pag 6 l’elenco dei Fondi di investimenti che hanno partecipazioni in IREN.18 Tra questi, se non

c’è stata una cessione post referendum, va citato il Fondo Amber Capital con sede alle Isole Cayman già

oggetto di diverse interrogazioni,

Quindi per capirci: IREN conosce tutti i suoi soci? Chi c’è dietro questi Fondi? A chi vanno i profitti di IREN

che, fino a prova contraria, è al 51% pubblica? Per inciso sulla vicenda c’è già stata un’interrogazione da

parte di Antonio Bruno e di Manuela Cappello.

16

http://www.pictet.com http://it.wikipedia.org/wiki/Pictet_%26_Cie 17 http://www.comune.torino.it/commercioeimpresa/partecipazioni-aziendali/schede/fct.htm

18 Per esempio

http://www.statestreet.com/wps/portal/internet/corporate/home/!ut/p/c4/04_SB8K8xLLM9MSSzPy8xBz9CP0os3i_0CADCydDRwP_IGdnA08Tc38fINvYwNVQPxykA1lFSJArUIWxoauBgZNRoKkJfvkAc4i8AQ7gaKDv55Gfm6pfkJ0dZOGoqAgAT3My7A!!/dl3/d3/L2dBISEvZ0FBIS9nQSEh/

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Statuto IREN

ART. 9 Partecipazione Pubblica Il capitale sociale della Società deve essere detenuto in maniera rilevante e comunque non inferiore al 51%

da Soggetti Pubblici. A norma dell’ART. 10 Limiti al possesso azionario e identificazione degli azionisti: 10.1 E fatto divieto per ciascuno dei soci diversi da quelli indicati nel precedente art. 9 di detenere

partecipazioni maggiori del 5% (cinque per cento) del capitale sociale. Tale limite al possesso azionario si

computa esclusivamente sulle azioni che conferiscono diritto di voto nelle assemblee e si riferisce

esclusivamente ad esse.

10.4 La società può richiedere agli intermediari, tramite la società di gestione accentrata delle proprie

azioni, i dati identificativi degli azionisti unitamente al numero di azioni registrate nei loro conti ad una

determinata data. Va osservato peraltro che il fatto di detenere il 51% di una società partecipata non è affatto, per i soci pubblici, garanzia di influire effettivamente sulle scelte strategiche di gestione, sia perché il potere decisionale passa attraverso meccanismi di know-how che anno dopo anno, a partire dalla privatizzazione, gli enti locali giocoforza perdono, sia perché l’autonomia dell’ente è molto limitata dal rispetto delle condizioni poste al momento dell’ingresso del socio privato (ad esempio, nel bando di gara) e, con essa, sono limitate le possibilità di perseguire effettivamente il pubblico interesse.

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Rende IREN?19

Nel suo primo anno di vita (2010) IREN ha realizzato un margine operativo lordo di oltre 205 milioni di Euro. Il 25% di questo margine è costituito dai servizi ambientali (acqua e rifiuti).20

Nel primo trimestre 201221 la società, da un lato, ha aumentato i ricavi (+35,4%); ma, dall'altro, ha visto diminuire la profittabilità. Il Margine Operativo Lordo22 (Ebitda) è sceso del 2% (al netto di effetti straordinari) mentre l'utile netto è calato a quota 55 milioni (MOL - accantonamenti ed ammortamenti). A ben vedere, la riduzione di redditività è comune a diverse aziende del settore. Il cosiddetto spark spread (la differenza tra il prezzo dell'energia elettrica e i costi variabili quali i combustibili) è infatti sceso molto: una contrazione, in media, di oltre il 60% rispetto ai primi tre mesi del 2011. Ciò significa, nei fatti, che le utility, anche a causa del calo della domanda in conseguenza della crisi, non sono riuscite a trasferire il caro materie prime sul cliente finale. Al 31 marzo scorso l'indebitamento netto era di 2,893 miliardi, in crescita rispetto ai 2,653 miliardi di fine 2011. Origine del Debito All’atto della fusione IRIDE – ENIA le due aziende avevano complessivamente debiti per 1,5 miliardi di euro23, per IRIDE in gran parte proveniente da Torino e da subito si è messo a galoppare. Le aziende imputano il debito, come vediamo dopo, alla mole degli investimenti effettuati. Sta di fatto che nel primo semestre dell’anno successivo alla fusione i debiti hanno superato ampiamente i ricavi e la redditività delle due aziende è diminuita del 41 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Iren fa riferimento anche alla necessità per Iride di sborsare 60 milioni di euro per restituire gli aiuti di Stato incassati indebitamente negli anni ante fusione e altri 73 milioni di euro per pagare il dividendo agli azionisti. Per parte Enìa all’ottenimento dalla Banca Europea degli Investimenti di una linea di credito da 100 milioni di euro per l’Inceneritore di Parma. E così il debito galoppa. Bilancio 201124 assemblea del 14.05.2012

19

http://ir.gruppoIREN.it/opencms/export/download/ComunicatiStampa2012IT/14_05_2012_Assemblea_azionisti.pdf 20

http://ir.gruppoIREN.it/opencms/export/download/BilanciAnnualiIT/bilancio_def_2010-v1.pdf pag 35 21

http://eventiquattro.ilsole24ore.com/eventi-e-altro/finanza-e-finanziamenti/notizie/2012/06/03/IREN-attacca-il-debito-con-le-carto.aspx 22

http://it.wikipedia.org/wiki/Margine_operativo_lordo 23

http://www.telereggio.it/2009/09/14/enia-iride-debiti-al-galoppo/ 24

http://ir.gruppoiren.it/opencms/export/download/ComunicatiStampa2012IT/14_05_2012_Assemblea_azionisti.pdf

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Movimento 5 Stelle di Genova

L’Indebitamento Finanziario Netto al 31 dicembre 2011 è pari a 2,653 milioni di euro (2.260 milioni di euro al 31/12/2010), principalmente in forza del volume degli investimenti in particolare per il completamento dell’impianto di cogenerazione “Torino Nord”, entrato in funzione nell’ultimo trimestre del 2011, e per l’avanzamento del Polo Ambientale Integrato di Parma e del rigassificatore di Livorno (OLT). Gli investimenti netti del periodo ammontano a 472 milioni di euro e soprogetti strategici del Gruppo e ai settori Infrastrutture energetiche, Generazione elettrica e calore, Servizio idrico integrato e Ambiente Ai 2,653 milioni di € attuali, riconducibili in parte al “peccato originale” sostenuti per Parma (inceneritore), Torino (cogeneratore) e Livorno (rigassificatore) si devono aggiungere:

1) gli oneri scomputati dei 260 milioni di euro che il Comune di Torino deve ad IREN in base anon pagate

2) gli oneri per il controllo Edipower che ha comportato l’assunzione di debiti pari a 225 milioni di euro di debito (il 20,5% di 1,1 miliardi di debito di Edipower),

3) l'impegno finanziario per chiudere sul controllo della stessa Edipower pari a 164 milioni A ciò va aggiunto i maggiori oneri dovuti alla fluttuazione del prezzo del petrolio non interamente riversato sugli utenti, nel caso di IREN Energia. Se a tutto ciò si aggiungerà la fusione con l’indebitata A2A…..

L’Indebitamento Finanziario Netto al 31 dicembre 2011 è pari a 2,653 milioni di euro (2.260 milioni di euro al 31/12/2010), principalmente in forza del volume degli investimenti in particolare per il completamento

o di cogenerazione “Torino Nord”, entrato in funzione nell’ultimo trimestre del 2011, e per l’avanzamento del Polo Ambientale Integrato di Parma e del rigassificatore di Livorno (OLT). Gli investimenti netti del periodo ammontano a 472 milioni di euro e sono stati principalmente destinati ai progetti strategici del Gruppo e ai settori Infrastrutture energetiche, Generazione elettrica e calore, Servizio

€ attuali, riconducibili in parte al “peccato originale” della fusione ed ai maggiori costi sostenuti per Parma (inceneritore), Torino (cogeneratore) e Livorno (rigassificatore) si devono aggiungere:

0 milioni di euro che il Comune di Torino deve ad IREN in base a

gli oneri per il controllo Edipower che ha comportato l’assunzione di debiti pari a 225 milioni di euro di debito (il 20,5% di 1,1 miliardi di debito di Edipower), l'impegno finanziario per chiudere sul controllo della stessa Edipower pari a 164 milioni

A ciò va aggiunto i maggiori oneri dovuti alla fluttuazione del prezzo del petrolio non interamente riversato sugli utenti, nel caso di IREN Energia.

Se a tutto ciò si aggiungerà la fusione con l’indebitata A2A…..

IREN S.P.A.

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L’Indebitamento Finanziario Netto al 31 dicembre 2011 è pari a 2,653 milioni di euro (2.260 milioni di euro al 31/12/2010), principalmente in forza del volume degli investimenti in particolare per il completamento

o di cogenerazione “Torino Nord”, entrato in funzione nell’ultimo trimestre del 2011, e per l’avanzamento del Polo Ambientale Integrato di Parma e del rigassificatore di Livorno (OLT). Gli

no stati principalmente destinati ai progetti strategici del Gruppo e ai settori Infrastrutture energetiche, Generazione elettrica e calore, Servizio

della fusione ed ai maggiori costi sostenuti per Parma (inceneritore), Torino (cogeneratore) e Livorno (rigassificatore) si devono aggiungere:

0 milioni di euro che il Comune di Torino deve ad IREN in base a bollette

gli oneri per il controllo Edipower che ha comportato l’assunzione di debiti pari a 225 milioni di

l'impegno finanziario per chiudere sul controllo della stessa Edipower pari a 164 milioni

A ciò va aggiunto i maggiori oneri dovuti alla fluttuazione del prezzo del petrolio non interamente riversato

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La Strategia dell’Azienda

1) Diminuzione degli investimenti Per diminuire il debito è stato prevista la riduzione degli investimenti. Negli ultimi 5 anni la società guidata dal ceo Roberto Garbati ha tirato fuori dal suo portafoglio ben 2,5 miliardi per lo sviluppo industriale. Ebbene, ancora nel 2011 questa voce valeva 472 milioni; nell'esercizio in corso, invece, dovrebbe scendere a non più di 270-280 milioni. A conclusione della costruzione degli impianti (dal rigassificatore di Livorno alla centrale di cogenerazione "Torino Nord" già operativa) dovrà, nelle previsioni aziendali, produrre quegli ulteriori flussi di cassa utili, da un lato, a incrementare ricavi e profittabilità; e, dall'altro, a ridurre per l'appunto l'indebitamento.

2) Il piano delle dismissioni Il progetto, stimato fino a 300 milioni, è articolato in molteplici operazioni. Innanzitutto, entro l'anno anzi

entro settembre, gli immobili della società saranno conferiti (per circa 130 milioni) a un fondo cui verrà affidata la gestione. IREN, da un lato, incasserà i soldi della vendita e, dall'altro, pagherà al gestore gli affitti per gli uffici che rimarranno nella sua disponibilità.

Questa tattica è già stata utilizzata da Alitalia prima del passaggio a C.A.I., avevano trasferito gli aerei ad

un fondo per poi affittarli, abbiamo visto come è andata a finire.

Inoltre mentre i referendum disattesi hanno conclamato il ritorno al “pubblico”, questi continuano a

svuotare IREN della propria ricchezza attraverso l’indebitamento rendendo sempre più impossibile

l’applicazione della sentenza.

Di più: la gestione del servizio idrico di Parma, attualmente in carico alla società operativa «IREN acqua gas», dovrebbe essere attribuita alla controllata Mediterranea delle acque. Quest'ultima è un gruppo che, oltre a IREN (60%), è partecipato da F2i (40%). Ebbene, per non diluirsi, il fondo infrastrutturale F2i dovrebbe pagare il nuovo asset pro-quota, altrimenti perderebbe valore la sua partecipazione. Il valore dell'operazione per l'Utility è pari a circa 30 milioni. E non finisce qui: l'azienda del Nord Ovest sta procedendo alla vendita della sua rete a banda larga. IREN possiede circa 2mila km di fibra: oltre 1.300 in Emilia, 365 nel capoluogo ligure e 175 in quello piemontese. Ebbene, a breve (giugno-luglio) il network del capoluogo ligure dovrebbe essere ceduto.

3) La cartolarizzazione dei crediti Fin qua il piano di dismissioni. E, tuttavia, l'azienda sembra voler puntare anche sulla cessione pro-soluto dei crediti. Secondo quando risulta a Il Sole 24 Ore, IREN dovrebbe, entro l'anno, avviare la cartolarizzazione dei prestiti. Già, i prestiti. Gli analisti, su questo fronte, puntano il dito su una particolare questione. Quale? È presto detto: il Comune di Torino ha 250 milioni di debiti (di cui 240 di bollette scadute) accumulati proprio nei confronti di IREN. Certo, sono ben note le difficoltà finanziarie che le P. A. devono attualmente affrontare. E tuttavia, a detta degli esperti, qualcosa va fatto. Il problema, secondo fonti finanziarie, sarebbe comunque già al vaglio del Comitato esecutivo. La società avrebbe, quindi, chiesto un incontro alla municipalità piemontese. L'Obiettivo? Duplice: da un lato, che tutte le future spese siano pagate in maniera corrente senza creare nuovo debito; dall'altro, che gli incassi dalle eventuali dismissioni del comune di Torino siano indirizzati a soddisfare i debiti pregressi, tra cui anche quelli con IREN. Al di là del tema-Torino, comunque, l'indicazione è che i tempi di riscossione dei crediti siano scesi, nell'ultimo trimestre, di una decina di giorni. A bilancio del Comune di Genova è riconoscibile quali e quanti siano i debiti del Comune verso IREN? A

bilancio del Comune di Genova come sono inseriti i dividendi di IREN?

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Aggiornamento 16.07.2012

Sempre dal Secolo XIX del 02.07.2012 il piano di dismissioni riguarderebbe:

• cessioni immobili per 130-150 milioni (obbiettivo ottimistico stante il mercato immobiliare)

• Cessione rete a banda larga 30-40 milioni

• Cessione di una quota variabile tra il 40 ed il 49 % a F2i di Iren Ambiente

• Cessione delle proprie quote delle Centrali idroelettriche 50 milioni

• Rigassificatore Livorno cessione quote tra il 25% ed il 30%:

• Cartolarizzazione crediti25: da quantificare

• Rientro del debito del Comune di Torino esposto per 260 milioni.

La Repubblica26 evidenzia inoltre come strategia anche l’intenzione di scorporare le 12 centrali idroelettriche - che fanno di IREN il quarto operatore nazionale dopo Enel, A2a e Edipower per costituire una società che verrà poi aperta a un partner finanziario cui cedere il 20-25% del capitale. Anche il settore ambiente di IREN è interessato a un’operazione analoga. In questo caso, la quota di capitale che verrà aperto a un nuovo socio finanziario è ancora più alta, tra il 40 e il 49%.

25

La cartolarizzazione dei crediti (Securization) è un'operazione finanziaria che consiste nella cessione a titolo oneroso di un portafoglio di crediti pecuniari o di altre attività finanziarie non negoziabili, individuabili anche in blocco, capaci di generare flussi di cassa pluriennali. I crediti vengono ceduti da una o più aziende (Originator) ad una società-veicolo (SPV) che, a fronte delle attività cedute, emette titoli negoziabili da collocarsi sui mercati nazionali o internazionali. La cartolarizzazione è una cessione di credito pro soluto. L'azienda cedente non deve pertanto fornire garanzie alla società veicolo in caso di mancato pagamento da parte dei debitori. Con il ricorso a processi di cartolarizzazione l'azienda può rendere mobili quei capitali altrimenti vincolati nella forma di finanziamento a terzi, ottenendo un immediato aumento della liquidità e altri importanti vantaggi, tra i quali:

• una migliore gestione dello stato patrimoniale;

• una maggiore possibilità di adattamento delle attività alle scadenze di fonti di finanziamento, attuando una migliore gestione del rischio di tasso di interesse;

• una gestione più efficiente del rischio di credito attraverso cessioni selezionate;

• la riduzione del rischio di valuta;

• l'aumento di visibilità sui mercati. Nelle operazioni di cartolarizzazione i principali soggetti coinvolti sono tre:

• il creditore originario (Originator)

• il cessionario, cioè la società-veicolo, detta anche Special Purpose Vehicle (SPV), un intermediario finanziario costituito con l'unico scopo di effettuare una o più operazioni di cartolarizzazione;

• il sottoscrittore dei titoli (Noteholder). 26

http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2012/07/16/news/iren_piano_di_dismissioni_per_abbattere_il_debito-39138574/

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Analisi Bilancio Iren27

Dati di Bilancio

Nel periodo 2009-2011 il fatturato è aumentato del 11,33% mentre il margine operativo lordo è passato da 567,30 a 591,80 milioni di EURO con una variazione dell'Ebitda margin di -1,13 punti. Il risultato operativo è sceso del 1,97% a 308,36 milioni di EURO e l'utile netto si è ridotto del 346,64%. Gli indicatori di redditività vedono un decremento del ROI di 0,90 punti al 6,86% e una diminuzione del ROE di -8,07 punti al -5,38%. Dal punto di vista patrimoniale si registra una crescita del rapporto debt to equity che passa da 1,08 a 1,44, risultato di un patrimonio netto di 1.844,71 e un indebitamento finanziario netto di 2.652,68 milioni di EURO

2009 var % 2010 var % 2011

Totale Ricavi 05.41,3 -10,54 15.48,2 24,44 11.39,5

Margine Operativo Lordo 567,3 -12,5 496,41 19,22 591,8

Ebitda margin 17,95 ---- 17,55 ---- 16,82

Risultato Operativo 314,56 -8,86 286,7 7,56 308,36

Ebit Margin 9,95 ---- 10,14 ---- 8,76

Risultato Ante Imposte 201,51 19,39 240,6 -93,68 15,21

Ebt Margin 6,37 ---- 8,51 ---- 0,43

Risultato Netto 51,26 193,39 150,39 -166,01 -99,28

E-Margin 1,62 ---- 5,32 ---- -2,82

PFN (Cassa) 2.055,70 14,25 07.48,5 12,95 12.52,7

Patrimonio Netto 16.04,0 9,33 2.081,62 -11,38 15.04,7

Capitale Investito 4.056,24 11,54 12.44,5 1,32 13.44,2

ROE 2,69 ---- 7,22 ---- -5,38

ROI 7,76 ---- 6,47 ---- 6,86

27

http://www.evaluation.it/aziende/bilanci-aziende/97-3/bilancio-societa-iren/

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Movimento 5 Stelle di Genova

Bilancio FSU28

1) Valore della partecipazione di FSU (valori espressi in migliaia di €)

- Il patrimonio netto di IREN nel 201- La quota parte di FSU, pari al 33%, ammonta quindi a - Il Valore della partecipazione iscritta a bilancio di FSU ammonta a

speso FSU per comprarsi il 33% di IREN,- Quindi, a seguito della perdita di Patrimonio netto, nel 201

di (€ 831.692,00 - € 482.790,00 Se invece facciamo riferimento al valore della di FSU in IREN, cioè il valore che le azioni frutterebbero se venissero vendute, è pari a:

n. 424.999.233 x 0,5435 = con una perdita pari a:

€. 230.987.083,1355

e cioè del 72,22% della propria partecipazione.

28

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/201229

http://ir.gruppoiren.it/opencms/export/download/AssembleeIT/Bilancio_2011.pdf30 oggi 14.09.12 pari a €. 0,5435

Valore della partecipazione di FSU

Il patrimonio netto di IREN nel 201129 è di € 1.463.000,00 (€. 1.632.000,00 circa nel 2010)La quota parte di FSU, pari al 33%, ammonta quindi a € 482.790,00 Il Valore della partecipazione iscritta a bilancio di FSU ammonta a € 831.692,00,

speso FSU per comprarsi il 33% di IREN, ndi, a seguito della perdita di Patrimonio netto, nel 2011 la quota parte di FSU aveva perso il valore

,00) = €. 348.902,00 pari al 58,05% del valore iniziale.

Se invece facciamo riferimento al valore della odierna quotazione azionaria30, il valore della partecipazione di FSU in IREN, cioè il valore che le azioni frutterebbero se venissero vendute, è pari a:

n. 424.999.233 x 0,5435 = €. 230.987.083,1355

€. 230.987.083,1355 - €. 831.692.000 = €. -600.704.916,8645

e cioè del 72,22% della propria partecipazione.

mercati/2012-08-14/holding-iren-ristruttura-debiti-064043.shtml?uuid=Ab9cDDOG

http://ir.gruppoiren.it/opencms/export/download/AssembleeIT/Bilancio_2011.pdf pag. 53

IREN S.P.A.

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€. 1.632.000,00 circa nel 2010)

€ 831.692,00, è il valore di quanto ha

la quota parte di FSU aveva perso il valore pari al 58,05% del valore iniziale.

il valore della partecipazione di FSU in IREN, cioè il valore che le azioni frutterebbero se venissero vendute, è pari a:

16,8645

064043.shtml?uuid=Ab9cDDOG

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Movimento 5 Stelle di Genova IREN S.P.A.

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2) Ristrutturazione del debito In assenza di dividendi dalla controllata e appesantita da un derivato firmato con Goldman Sachs, IREN ha chiuso il 2011 in profondo rosso ed è stata costretta a rinegoziare debiti per oltre 180 milioni con Intesa Sanpaolo. Nel 2011, il rosso di bilancio (-99 milioni) legato alle rettifiche su Edison ha consentito a IREN di distribuire una cedola "simbolica", col risultato che nelle casse di FSU sono affluiti soltanto 5,5 milioni. Non abbastanza per fare fronte agli oneri finanziari, quasi 6,6 milioni rappresentati dagli interessi passivi da pagare sia a Intesa Sanpaolo (3,6 milioni) sia su un derivato stipulato con Goldman Sachs (2,95 milioni), così, impossibilitata a pagare l'intera rata del mutuo di Intesa (per la precisione di Biis), FSU ha trattato con la banca una ristrutturazione del debito. Quest'ultimo, strutturato in due tranche (una in ammortamento da residui 82 milioni e una bullet31 da 104 milioni), è stato raggruppato in un unico prestito amortising32 con un allungamento della scadenza, in precedenza fissata al 2020. Ad Agosto, quindi all’atto della ristrutturazione del debito, in Borsa la partecipazione in IREN di FSU - valeva solo 149 milioni, meno dell'esposizione nei confronti di Intesa Sanpaolo, che è anche azionista del gruppo energetico con circa il 3%. La maxi svalutazione ha comunque generato nel bilancio di FSU una perdita netta di 259 milioni. Per coprirla si è dovuto attingere alle riserve della società che ha tuttavia visto ridotto il patrimonio netto33 da 672 a 393 milioni (di cui 350 sono di capitale sociale interamente versato)34.

31

http://it.wikipedia.org/wiki/Bullet_%28finanza%29 32

Un prestito amortising deve essere pagato nell'arco di uno specifico periodo di tempo, attraverso pagamenti regolari sia del capitale che degli

interessi. Un prestito non-amortising, o rotativo, non richiede i pagamenti del capitale a scadenza, fintanto che gli interessi vengono pagati regolarmente. I conti di carte di credito rotative (revolving) sono forse l'esempio più palese di prestito "non-amortising". 33

il patrimonio netto rappresenta la misura dei mezzi propri investiti dall'imprenditore o dai soci nell'azienda; da un punto di vista contabile è

rappresentato dalla differenza tra attività e passività dello stato patrimoniale; da un punto di vista finanziario rappresenta la fonte di finanziamento interna; da un punto di vista concreto rappresenta l'effettiva ricchezza di competenze dei soci, ricchezza che si ricava dalla liquidazione dell'attivo e dopo aver rimborsato il passivo. 34

http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-1098159/iren-holding-torino-genova/

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Le aziende collegate e partecipate

Iren Energia

IREN ENERGIA ha ereditato la storia di AEM Torino prima, ed IRIDE poi, per quanto attiene i settori dell'energia elettrica e del calore per teleriscaldamento. IREN ENERGIA è la società del Gruppo IREN che opera nei settori dell'energia elettrica e dell'energia termica utile per il teleriscaldamento. E' attiva nei campi della pianificazione e della consulenza energetica. Sensibile alla salvaguardia ambientale, IREN ENERGIA produce l'energia elettrica e termica mediante fonti energetiche rinnovabili (impianti idroelettrici) o assimilate alle rinnovabili (impianti di cogenerazione). Cariche Sociali: ll Consiglio di Amministrazione di IREN ENERGIA è composto da:

• Walter Ceresa35 (Presidente): E' stato l'Azionista e l'Amministratore della ITCA36 (settore Automotive) FIAT Group, da ottobre 2010 è Presidente di IREN ENERGIA. Si occupa di attività commerciali e agricole ed è anche titolare di una galleria d'arte moderna.

• Roberto Garbati37 (Amministratore Delegato) già Direttore Generale di AEM Torino, presidente di Edipower

• Riccardo Casale38 (Consigliere) Presidente di AMIU39

• Giovanni Porcellana (Consigliere) (sto cercando)

• Giuliano Tagliavini (Consigliere) di professione fa….il Consigliere di Amministrazione, già in Capitalia e in Mariella Burani FG

Il Collegio Sindacale di IREN ENERGIA è composto da:

• Giovanni Peradotto (Presidente)

• Daniele Pittatore (Sindaco effettivo)

• Ugo Zanardi (Sindaco effettivo)

• Pierluigi Passoni (Sindaco supplente)

• Andrea Vasapolli (Sindaco supplente)

35

http://archiviostorico.corriere.it/2012/marzo/22/rete_della_fiduciaria_bolognese_per_co_9_120322010.shtml 36

http://www.itca.it/it/home.html 37

http://www.idcitalia.com/downloads/bio/garbati_roberto.pdf 38

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/02/casale-da-miami-genova-indipendente-come-sempre.html 39

https://www.facebook.com/note.php?note_id=215715715173039

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IREN Acqua e Gas

è la società del Gruppo IREN dedicata alla gestione dei servizi pubblici di distribuzione gas e alla gestione dei servizi idrici. Con oltre 320.000 clienti gas e un totale di oltre 1.500 Km di rete e oltre 1.300.000 abitanti serviti nel settore idrico direttamente o tramite le diverse società operative in Liguria ed Emilia, e nel settore gas tramite Genova Reti Gas, è uno dei maggiori operatori nazionali nel settore. Controlla al 60% Mediterranea delle Acque. Gestisce quindi il Sistema Idrico Integrato (SII)40 dell'intera provincia di Genova. Il Sistema Idrico Integrato insiste e serve un Ambito Territoriale Ottimale41 L'ATO genovese ha approvato, nell'agosto 2008, l'affidamento diretto a Iride prima ed a IREN poi, attraverso le sue partecipate, del S.I.I. fino al 2032. Consiglio di Amministrazione42 • Ubaldo Benvenuti Presidente ex PCI-PDS-DS-PD dimissionario dopo pochi mesi sostituito da: Luigino Montarsolo

43 già presidente di Ente Fiera di Genova44 quota PD-Franceschini45

• Roberto Bazzano Amministratore Delegato • Michele Casissa Consigliere ex Assessore PCI-PDS-DS-PD • Marco Elefanti Consigliere • Lino Zanichelli Consigliere Collegio Sindacale • Giorgio Oldoini Presidente • Pierluigi Passoni Sindaco effettivo • Paola Ragionieri Sindaco effettivo • Marcello Pollio Sindaco supplente • Massimo Trebiani Sindaco supplente

Vi stoppo subito…per gli incarichi multipli si percepisce un solo stipendio…

Una breve cronistoria dell’erede di AMGA

1995: AMGA si trasforma in società per azioni a capitale misto pubblico-privato. Acquisisce dal Comune di Genova i servizi di fognatura e depurazione 1996: viene quotata alla Borsa Valori di Milano 2000: vengono scorporati i servizi idrici attraverso la costituzione di GENOVA ACQUE S.p.A. 2000: viene creata una nuova linea di business nelle tlc attraverso la costituzione di Sasternet e Fastweb Mediterranea 2001: l'attività di vendita gas viene scorporata e conferita ad AMGA COMMERCIALE S.p.A. 2006: A seguito della fusione fra AMGA e AEM e delle costituzione del gruppo IRIDE, nasce IRIDE ACQUA GAS 2008: il servizio distribuzione gas è scorporato in Genova Reti Gas 2010: Nasce IREN Acqua Gas, che assume la gestione dei servizi idrici nelle Provincie di Parma e Reggio Emilia

40

http://it.wikipedia.org/wiki/Servizio_Idrico_Integrato 41

http://it.wikipedia.org/wiki/Ambito_Territoriale_Ottimale 42 http://ir.gruppoiren.it/opencms/export/download/ComunicatiStampa2010IT/06_10_2010_Organi_societari_SPL.pdf 43

http://www.irenacquagas.it/public/COS%20Nomina%204_5.pdf 44

http://www.expofairs.com/prisma/070/pagina_015.pdf 45

http://www.partitodemocratico.it/allegatidef/pd_regioni_voto_disgiunto85327.pdf

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Le Società del Gruppo che si occupano della gestione dei Servizi Idrici sono:

• Mediterranea delle Acque: Nell'ambito del Servizio Idrico Integrato, Mediterranea delle Acque gestisce il servizio per l'intero Comune di Genova e in 39 Comuni dell'ATO genovese erogando acqua a circa 700.000 ab. La Società, inoltre, opera nei servizi di realizzazione Impianti afferenti il Servizio Idrico Integrato e di Ingegneria delle Reti.

• Iren Emilia46: è la Società del Gruppo IREN che opera nel settore della distribuzione del gas metano, della raccolta rifiuti e dell'igiene ambientale e coordina l'attività delle società territoriali dell'Emilia Romagna per la gestione operativa del ciclo idrico integrato, delle reti elettriche e del teleriscaldamento. Nelle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, Iren Emilia gestisce oltre 5.600 chilometri di rete del gas in 71 comuni delle province, effettua i servizi di igiene ambientale per 112 comuni e opera su oltre 11.400 chilometri di rete idrica a servizio di 110 comuni.

• Idrotigullio: la partecipata dei Comuni di Chiavari, Favale di Malvaro, Lavagna, Leivi, Orero, insieme ad IREN Acqua Gas. La Società gestisce il Servizio Idrico Integrato nell’area di Levante dell'ATO genovese mediante: 464 km di rete acquedottistica con 272 siti/impianti; 453 km di rete fognaria con 53 stazioni di sollevamento; 7 impianti di depurazione oltre a 34 altri impianti minori (imhoff/pretrattamenti).

• A.M.TER. è la società formata dai Comuni di Campo Ligure, Cogoleto, Masone, Mele e Rossiglione insieme ad IREN Acqua Gas, gestisce il servizio idrico integrato nell’area del Ponente della Provincia

46

http://www.irenemilia.it/corporate/chisiamo.jsp?codice=126

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di Genova; dal 1 luglio 2004 ha assunto il servizio anche nei Comuni di Arenzano e Tiglieto, per un totale di 34.000 abitanti serviti, 316 km di rete acquedottistica, 140 Km di rete fognaria e 4 impianti di trattamento delle acque.

• AIGA

• Amat S.p.A.

• ASA S.p.A.: opera nel Servizio Idrico Integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) e nella distribuzione del gas. Dal 2002 è Gestore Unico del servizio idrico nel territorio in cui vigila l'Autorità Idrica Toscana - Conferenza Territoriale N 5 "Toscana Costa" (ex AATO 5), il cui bacino di utenza è di 372.618 abitanti suddivisi in 33 Comuni appartenenti a 3 province (Livorno, Pisa e Siena).Per la distribuzione gas, ASA è presente in 5 Comuni della provincia di Livorno con un bacino servito di 225.126 abitanti.

• Mondo Acqua gestisce il servizio in 8 comuni dell'area monregalese: Bene Vagienna, Briaglia, Frabosa Soprana, Mondovì, Roccaforte M.vì, San Michele M.vì, Vicoforte e Villanova M.vì.

• Astea

• Atena

• Acos47

• Gestione Acqua48: opera nell’ATO 6 “Alessandrino”

• SAP (Acque potabili S.p.A.)49 Il Gruppo Acque Potabili è costituito da Acque Potabili S.p.A. (SAP) con sede in Torino, Acquedotto di Savona S.p.A. con sede in Savona, Acquedotto Monferrato S.p.A. con sede in Torino, Società Acque Potabili Crotone S.r.l. con sede in Torino e da Acque Potabili Siciliane S.p.A. con sede in Palermo.

• ASMT Servizi Industriali S.p.A.50

• Domus Acqua S.p.A.

• Acque Potabili Siciliane

• Tirana acque S.p.A.

• ASP S.p.A.51

47

http://www.acosspa.it/chi_siamo.htm http://www.acosspa.it/elenco_soci.htm 48

http://www.gestioneacqua.it/index.asp 49

http://www.acquepotabilispa.it/area-istituzionale/istituzionale/il-gruppo-1 50

http://www.asmt.it/web2004/pagine/si/cs_inostrisoci.htm 51

http://www.asp.asti.it/azienda/azienda.html

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Movimento 5 Stelle di Genova IREN S.P.A.

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IREN Mercato52

:

Consiglio di Amministrazione • Gino Bellotto Presidente • Valter Pallano Amministratore Delegato • Giuseppe Bergesio Consigliere • Armando Manzoni Consigliere • Augusto Schianchi Consigliere

è attiva nell'approvvigionamento, nell'intermediazione e nella vendita di energia elettrica, gas e calore, e nella gestione del servizio clienti. Nella vendita di energia elettrica IREN Mercato dispone di un portafoglio di oltre 643.000 Clienti e volumi gestiti, nel 2009, pari a oltre 13.300 GWh nel mercato libero, nel mercato vincolato e in borsa. Nella vendita di gas IREN Mercato ha gestito, nel 2009, un volume di oltre 3.400 milioni di metri cubi ed un portafoglio di più di 1 milione di clienti. Il calore per il teleriscaldamento venduto da IREN Mercato ha superato nel 2009 i 2.430 GWh a servizio di oltre 550.000 abitanti nelle città di Genova, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Torino(ibidem). Ne è presidente Gino Bellotto in quota IdV.

IREN Ambiente53

:

ha sede sociale a Piacenza, esercita il coordinamento delle attività del Gruppo IREN in ambito ambientale, gestendo direttamente o tramite società partecipate, tutti gli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali. La società, inoltre, fornisce ai clienti una gamma completa di tipologie di smaltimento e servizi integrati di full service e di bonifiche ambientali. Grazie ad un innovativo sistema di gestione integrata, IREN Ambiente annualmente gestisce oltre 1.000.000 di tonnellate di rifiuti, trattate in complessi impiantistici all'avanguardia, che la collocano al 3 posto nel panorama nazionale del settore. Gli impianti di smaltimento di IREN Ambiente comprendono un termovalorizzatore con capacità di smaltimento pari a 120.000 tonnellate di rifiuti all'anno, in grado di assicurare anche una produzione di energia elettrica, due impianti di captazione da biogas, una discarica con capacità di smaltimento pari a 175.000 tonnellate di rifiuti all'anno, 11 impianti di trattamento (chimico fisico, di ricondizionamento preliminare e centri di stoccaggio) con capacità complessiva di 900.000 tonnellate, un impianto di selezione e trattamento. Tutti gli impianti sono certificati ISO 14001. Attraverso la controllata IREN Rinnovabili, IREN Ambiente inoltre è impegnata nel campo delle fonti energetiche alternative, quali le biomasse, energia eolica, geotermico, solare e fotovoltaico, ed è attiva nel comparto della ricerca e dello sviluppo nel settore, realizzando progetti in diverse regioni italiane. Il Consiglio di Amministrazione di IREN Ambiente è composto da: Stefano Mazzocchi (Presidente) Andrea Viero (Amministratore Delegato) Consigliere di Amministrazione in IREN s.p.a.

Silvia Basso (Consigliere) Marco Elefanti (Consigliere) Consigliere di Amministrazione in IREN s.p.a.

Ernesto Lavatelli (Consigliere) Consigliere di Amministrazione in IREN s.p.a.

Il Collegio Sindacale di IREN Ambiente è composto da: Alessandro Giaquinto (Presidente) Massimo Cassarotto (Sindaco effettivo) Pietro Perfumo (Sindaco effettivo) Giovanni Mozzoni (Sindaco supplente) Roberto Rinaldini (Sindaco supplente)

52

http://www.irenmercato.it/ 53

http://www.irenambiente.it/chisiamo.php?id=1

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Movimento 5 Stelle di Genova IREN S.P.A.

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Mediterranea delle Acque S.p.a.54

Società del Gruppo IREN, nasce nella primavera del 2006 dalla fusione dei tre principali gestori del servizio idrico dell'ATO genovese: Genova Acque, Acquedotti De Ferrari Galliera e Acquedotto Nicolay. La società ha oggi come soci di riferimento, oltre alla controllante Iren Acqua Gas S.p.a. (60%), il Fondo Italiano per le Infrastrutture (F2i SGR) tramite F2i Rete Idrica Italiana S.p.A (40%).

La Sede è in Genova in via SS. Giacomo e Filippo n. 7 ed ha un capitale sociale interamente sottoscritto pari ad €.19.203.420,00 rappresentato da n. 19.203.420 azioni ordinarie nominali di valore unitario di euro 1 posseduto, ad oggi, secondo la seguente ripartizione: Azionisti Percentuali N. azioni Capitale sociale - Iren Acqua e Gas S.p.A. con socio unico 60,00% 11.522.052 11.522.052,00 - F2i Rete Idrica Italiana S.p.A. con socio unico 40,00% 7.681.368 7.681.368,00

100 % 19.203.420 19.203.420,00 Il 24 maggio 2010 Iride e F2i (su F2i torneremo alla fine della relazione) emettevano un comunicato congiunto con cui informavano dell'accordo raggiunto tra le due società. Scopo dell'accordo: la “concentrazione e sviluppo delle partecipazioni relative alla gestione del servizio idrico nella provincia di

Genova allo scopo di razionalizzare la struttura societaria e proseguire nel piano di investimenti del valore di

circa 750 milioni di Euro”. L’operazione vuol far diventare MdA e quindi IREN gas e acqua, uno dei principali operatori del servizio idrico in Italia, per dimensione e per estensione del servizio sul territorio nazionale Al precedente assetto azionario si è giunti attraverso le seguenti fasi:

1) IRIDE acqua e gas (85,91%) con F2i Rete Idrica Italiana S.p.A. (14,09%) costituiscono la società S. Giacomo s.r.l.

2) Con 40 milioni di euro F2i Rete Idrica Italiana S.p.A compra la quota di Mediterranea delle Acque detenuta da Veolia55 (17,1%).

3) Viene lanciata un'OPA totalitaria sulle restanti azioni di MdA (14,6%, di cui 5,1% di Impregilo), per un investimento massimo di € 33,6 milioni.

4) S. Giacomo possiede quasi il 97% delle azioni di MdA, 5) delisting, di MdA dalla quotazione in Borsa. Operazione che prelude all'incorporamento di MdA in

S. Giacomo. 6) Per successivi investimenti F2i raggiunge il 40%. 7) S Giacomo s.r.l. assume la denominazione di Mediterranea delle Acque S.p.a.

56

Tutte queste decisioni sono state assunte senza che nessuna istanza elettiva, rappresentante dei cittadini,

venisse più coinvolta. Nessun consiglio comunale o provinciale è più intervenuto

In San Giacomo e quindi in MdA s.p.a. un patto parasociale tra IAG e F2i provvede a tutelare l'investimento del fondo, attribuendogli diritti di governance come: elezione della minoranza del Cd'A, fra cui il Vicepresidente; un membro effettivo e uno supplente del Collegio sindacale; maggioranze qualificate in sede di assemblea su certe materie: Dall'estratto del patto triennale depositato presso il Registro delle Imprese di Genova si rileva che i 3 amministratori della newco designati da F2i, dopo la trasformazione in società per azione, avranno diritto di indicare il responsabile del controllo di gestione e di esprimere gradimento sul direttore finanziario, che sarà nominato su indicazione di Iride Acqua e Gas. Nel patto si ricorda che Iride Acqua e Gas

54

Inoltre sui patti parasociali e sulle trasformazioni dell’assetto azionario: http://www.acquapubblicagenova.org/wp-

content/uploads/2010/10/Relazione-su-IREN-S.-Giacomo.pdf 55

http://www.veoliaacqua.it/ 56

http://www.mediterraneadelleacque.it/pdf/bilancio_2010.pdf

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Pagina 26

designerà 6 amministratori, tra i quali saranno scelti il presidente e l'a.d., mentre il vice presidente sarà un rappresentante di F2i Rete Idrica. L'accordo prevede inoltre che "per l'approvazione di determinate delibere riservate all'esclusiva competenza del consiglio di amministrazione riguardanti alcune materie espressamente selezionate, sia necessario il voto favorevole di almeno uno degli amministratori designati" da F2i Rete Idrica, "tra cui, in particolare:

• la modifica di alcune voci finanziarie del piano industriale e del budget; talune operazioni straordinarie (fermo restando che in caso di operazioni che non comportano esborso di cassa, quali fusioni o aumenti di capitale riservati in natura, l'eventuale dissenso dell'amministratore designato da F2i potrà essere relativo solo al valore a cui tali operazioni sono proposte);

• la richiesta di finanziamento soci; determinate operazioni di aumento di capitale sociale;

• le deliberazioni inerenti ai principali termini e condizioni dei contratti con parti correlate"

Organi sociali

Consiglio di Amministrazione

• Prof. Giovani Battista Pittaluga – Presidente

• Dott. Giuseppe Piaggio – Vice Presidente

• Ing. Gian Luigi Devoto – Amministratore con deleghe

• Prof. Mario Rosario Mazzola – Amministratore con deleghe

• Dott. Luigi Luzzati – Amministratore con deleghe57

• Sig. Piero Lazzeri – Amministratore58

• Sig. Claudio Repetto – Amministratore

• Dott. Corrado Santini – Amministratore

• Ing. Luciano Iannuzzo - Amministratore

Collegio Sindacale

• Prof. Paolo Angelo Vantellini - Presidente Collegio Sindacale

• Dott. Giuseppe Lalla - Sindaco Effettivo

• Dott. Pietro Perfumo – Sindaco Effettivo

• Dott. Paolo Sciabà – Sindaco Supplente

• Dott. Francesco Masci – Sindaco Supplente

Prof. Giovani Battista Pittaluga

Professore ordinario di Economia Politica alla Facoltà di Scienze Politiche, dell'Università degli Studi di Genova (dal 1995 ad oggi). Già assessore esterno nella Giunta Biasotti, con delega al Bilancio e al Personale. Economista, ha lavorato presso la Cassa di Risparmio di Genova fino al 1983, presso il Servizio Studi della Banca d'Italia, Roma fino al 1988. Ha insegnato Economia Monetaria presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano fino al 1995. È stato membro del Consiglio di Amministrazione di alcune importanti società, tra cui Finmeccanica spa. È membro del Comitato Scientifico del Centro Europa Ricerche di Roma. Fondatore di Gente di Liguria tra i principali sponsor, dopo essere stato Assessore al Bilancio con Biasotti, della giunta Burlando.

57

http://genova.mentelocale.it/comunicati-stampa/12246/ 58

Presidente FederSpedizionieri http://www.informatorenavale.it/ultime-notizie/fedespedi-piero-lazzeri-riconfermato-presidente-per-il-

triennio-2012-2015/

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Pagina 27

Dott. Luigi Luzzati59

insieme al fratello Aroldo, prematuramente scomparso nel 2003, fa crescere la Centrale del Latte di Rapallo fino a portarla al matrimonio con la Centrale del Latte di Torino. Con le famiglie torinesi alleate, Pozzoli e Artom, i Luzzati danno vita a un gruppo che ben presto consolida una posizione di vertice nel panorama italiano del latte, subito alle spalle dei colossi Parmalat e Granarolo. In parallelo, però, l' infaticabile Luzzati alla metà degli anni Novanta accetta di occuparsi della cosa pubblica, accogliendo l' invito dell' allora sindaco Adriano Sansa che lo nomina sua vice. Sig. Piero Lazzeri presidente di Fedespedi, la federazione nazionale delle aziende di spedizione, un mondo che raccoglie oltre 2.200 aziende di spedizione e logistica in Italia, con 80.000 addetti e un fatturato annuo del comparto di oltre 20 miliardi di euro. Piero Lazzeri, oggi alla guida di una media azienda di spedizioni genovese, la Gimax International spa, dal 2004 al 2008 è stato presidente della Spediporto, l’associazione territoriale degli spedizionieri genovesi. E’ nel Consiglio di Amministrazione dell’Ente Teatro Stabile di Genova60 insieme a Carla Olivari Flick moglie di Waldemaro. Prof. Mario Rosario Mazzola Ex Presidente di SOGESID61.

59

http://www.acquepotabilispa.it/files/altri/LUZZATI%20Curriculum%20vitae54.pdf 60

http://www.teatrostabilegenova.it/template1.asp?itemID=4&livello=1&label=il%20teatro&codmenu=1&direct=1 61

http://www.sogesid.it/

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Pagina 28

Qualche domanda.62

Si assiste alla “trasformazione del ceto politico locale in una associazione di capitalisti, che detiene e gestisce società multinazionali impegnate a fare profitti dovunque nel mondo”; era questo il compito che i vari consigli comunali e/o provinciali avevano affidato alle Multi utility?

Perché i servizi essenziali per il cittadino come i rifiuti o l’acqua sono gestite da società esterne e non

direttamente dai Comuni?

Perché i costi di amministratori delegati, consiglieri di amministrazione, presidenti, eccetera, eccetera, di

queste multiutility sono scaricati sulla comunità sotto forma di aumento delle tariffe?

Perché quotare in Borsa società che operano in regime di sostanziale monopolio partecipate dagli stessi

clienti a cui forniscono i servizi?

Se queste multiutility dovessero fallire i debiti chi li pagherà? I Comuni già indebitati? Al posto delle

economie di scala, i maxi debiti di scala?

62

http://www.beppegrillo.it/2012/09/22_settembre_parma_-

_dies_iren/index.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+beppegrillo%2Fatom+%28Blog+di+Beppe+Grillo%29&utm_content=FaceBook

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Presente e prospettive:

Al netto delle operazioni di capitalizzazione del Debito già esposte, per le vie brevi si possono identificare due operazioni:

IREN+A2A

Soprattutto da Milano sponsor l’assessore Tabacci è nata l’idea di una grande multi utility del Nord63 Italia capace di competere su scala europea, L’idea è quella di unire Iren con A2A64 la m.u. che gestisce tra l’altro l’inceneritore di Brescia ed ha interessi su tutta la Lombardia. L’operazione ha lo scopo non dichiarato, essendo perfettamente in linea con il progetto “Mediterranea delle acque”, di coprire i buchi di bilancio e punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala sovranazionale65. Tale operazione ha già trovato il favore di Fassino, mentre avrebbe subito in questi ultimi giorni un rallentamento a seguito dell’elezione di Doria66

Se Bazzano si dimostra più prudente (meglio…più coperto)67, a seguito del risultato referendario: “la situazione è tale per cui è necessario attendere e osservare gli atteggiamenti che assumeranno i Comuni e le ATO”68 a Torino e Milano la macchina sembra essere inesorabilmente in moto.

Proprio in vista di un simile progetto, nei mesi scorsi, Passera aveva fatto elaborare uno studio da McKinsey, che ipotizzava l'aggregazione tra A2A e Iren con il successivo ingresso nel capitale del Fondo Strategico dopo un aumento di capitale da 1 miliardo.69

Ovvio risultato è l’esproprio dei consigli comunali dei loro poteri e l’allontanamento dalle decisioni e dal

controllo democratico. Quanto più si è preteso una gestione assolutamente prossima alle realtà locali, per

garantire la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi, tanto più queste operazioni vanno

contro il risultato referendario rendendo sempre più complesso il ritorno a gestioni in linea con i risultati

della consultazione.

AMIU

Altrettanto interessante e preoccupante per alcuni versi, è l’ultimissima novità di Doria riguardo la situazione di Scarpino70: il ciclo a freddo come dichiarato è direttamente sostenibile da AMIU della cui futura privatizzazione se ne parla liberamente tra i Dirigenti. Potrebbe quindi essere portato in dote nella nuova Super MultiUtility sia in termini di reddito che in termini di tecnologia acquisita.

63

http://www.asca.it/news-A2A__Tabacci__se_fusione_con_Iren_importante_ingresso_Cdp-1164830-ECO.html 64

http://www.a2a.eu/gruppo/cms/a2a/it/index.html 65

http://www.brunotabacci.it/articololoadpdf2.php?pdfload=8944 66

http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201206131540338105&chkAgenzie=TMFI&titolo=Bazzano%20smentisce%20Tabacci,%20no%20dossier%20aperti%20su%20fusione%20Iren-A2A 67

http://temi.repubblica.it/economiaefinanza-lettera-allinvestitore/2011/11/04/roberto-bazzano-illustra-le-strategie-di-crescita-nel-settore-idrico/ 68

http://www.gruppoiren.it/pdf/piano_industriale_iren.pdf 69

http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-1104335/a2a-mercoledi-vertice/?utm_source=articolo.php&utm_medium=piu-

lette&utm_campaign=accordion 70

http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/finanza/dettaglio/nRC_12062012_1338_186179097.html

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Note:

F2I

F2I Fondi Italiani per le Infrastrutture SGR71 S.p.A. è una società italiana di gestione del risparmio, titolare del Fondo F2I72 destinato a effettuare investimenti nel settore delle infrastrutture. F2I nasce il 23 gennaio 2007 su iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti, Istituti e Fondazioni Bancarie e Casse di Previdenza. Vito Gamberale73 è l’amministratore delegato

Azionisti

• Istituti Bancari - 33.91% • Casse Previdenzali - 24.24% • Fondazioni Bancarie - 23.87% • Assicurazioni - 9.45% • Istituzioni Finanziarie dello Stato - 8.10% • Sponsor e Management - 0.43%

I fondi comuni di investimento, come F2i, sono attività finanziarie che si occupano di raccogliere il risparmio da affidare per la sua amministrazione a società di gestione, aventi capitale e personalità giuridica distinte da quelli dei fondi.

Gli investimenti dei fondi sono in valori mobiliari che formano il suo patrimonio indiviso, del quale i risparmiatori hanno delle quote il cui valore cambia in funzione dell'andamento degli investimenti del fondo: nel caso di F2i gli investimenti vengono effettuati in infrastrutture italiane.

Cassa Depositi e prestiti74

La Cassa Depositi e Prestiti nasce come Ente pubblico e diventa Società per Azioni il 12 dicembre 2003 grazie al Decreto Legge del 30 settembre 2003 numero 269: l'obiettivo di questa trasformazione è quello di dare maggiore autonomia alla società avvicinandola alla struttura dei fondi, sebbene il controllo del capitale sociale sia per il 70% del Ministero dell'Economia e delle Finanze, con il rimanente 30% è distribuito tra diverse Fondazioni bancarie.

L'attività della Cassa Depositi e Prestiti è organizzata tramite due rami di azienda:

1) il ramo della gestione separata, che si occupa del finanziamento degli investimenti dello Stato e degli Enti pubblici, come Regioni ed altri enti locali, utilizzando come fonte principale di finanziamento il risparmio postale;

2) il ramo della gestione ordinaria, che si occupa del finanziamento di infrastrutture destinate alla fornitura di servizi pubblici raccogliendo fondi tramite l'assunzione di finanziamenti e l'emissione di obbligazioni.

L'attività della Cassa Depositi e Prestiti è controllata da una Commissione Parlamentare di Vigilanza. Attualmente, oltre alla gestione del risparmio postale, ha importanti partecipazioni tra cui il 35% delle Poste, il 30% di Snam, il 10% dell’Eni, il 30% di Terna, il 10,2% dell’Enel ed il 10,1% di ST Microelectronics.

71

http://it.wikipedia.org/wiki/F2I_Fondi_Italiani_per_le_Infrastrutture 72

http://www.f2i.it/ 73

http://it.wikipedia.org/wiki/Vito_Gamberale 74

http://www.italia.attac.org/spip/spip.php?article3837

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Pagina 31

Aggiornamento

L’avv.to Lavatelli75 il 19.06.2012 è stato sostituito in FSU dall’avv. Alessandro Ghibellini76.

L’avv.to Ghibellini è stato presidente di Talea Società di Gestione Immobiliare di proprietà di Coop Liguria (e

qua si aprono infiniti mondi….).

http://www2.comune.genova.it/portal/page/categoryItem?contentId=567823

http://piemonte.indymedia.org/attachments/nov2009/patto_parasociale_carige_unipool_firmato.pdf

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/03/23/APjxKY9B-supermercati_guerra_erzelli.shtml#axzz1yKDoDVGu

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-10-13/proprieta-passa-mano-arriva-063954.shtml?uuid=AaanvWCE

http://www2.comune.genova.it/portal/page/categoryItem?contentId=567823

75

http://reggio24ore.netribe.it/reggio24ore/Sezione.jsp?titolo=Cda+Iren%2C+Lavatelli+sostituito+dopo+denunce+M5S&idSezione=38265 76

http://preve.blogautore.repubblica.it/

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Pagina 32

Interventi In Consiglio Comunale:

Intervento in Consiglio comunale del 17/07/2012 a sostegno dell'interpellanza sul tema presentata dal Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle di Genova "Invece di utilizzare l'immenso incremento delle risorse materiali e tecniche per costruire la città delle

meraviglie, abbiamo creato ghetti e bassifondi.

Saremmo capaci di fermare il sole e le stelle perché non ci danno alcun dividendo" (J.M.Keynes 1933)

Sono molto invidioso. Avrei voluto scrivere io una frase così evocativa, così piena, così ficcante.

Che fotografa in 37 parole i dubbi che uno dei padri del capitalismo moderno coltivava sulla visione gretta

della finanza. E che 79 anni dopo descrive direi accuratamente il disastro prodotto dal prevalere della

finanza sull'economia reale.

Siamo all'8° Consiglio; quindi cominciamo un po' a conoscerci reciprocamente. Noi del Movimento 5 Stelle

Genova siamo sensibili al tema delle società partecipate. Come a tutti voi, colleghi Consiglieri, sta a cuore il

benessere dei cittadini. Ma ci stiamo velocemente rendendo conto che tale benessere è messo in grave

pericolo dalla ricerca spasmodica del dividendo. Un conto è ascoltarlo da Beppe Grillo oppure leggerlo sul

blog. Ma fa un effetto molto più dirompente, pesante, vederlo con i propri occhi, trovarlo nei documenti che

esaminiamo.

Siccome parliamo di finanza parliamo la lingua della finanza. L'interpellanza, la avete letta, prende spunto

dal downgrading del titolo Iren da parte di alcuni società di rating. In sostanza alcuni osservatori

professionali dicono che la società è un po' meno bella, un po' meno attraente, un po' meno profittevole.

Dicono che se avete azioni tenetele senza comprarne altre; se non le avete non compratene. Sono in

malafede? Oppure sanno cose che noi non sappiamo?

La nostra interpellanza costituisce l'inizio di un percorso. Un percorso lungo e, immagino tortuoso, che

vorremmo percorrere assieme a Voi senza bandiere né cappelli in testa. Per far sì che Genova si riappropri

delle cose essenziali. Di beni che non è possibile assoggettare alla logica di mercato.

Che bisognerebbe maneggiare con cura. Noi abbiamo ascoltato ed accolto con favore Sindaco ed Assessore

promettere la presentazione al Consiglio nei mesi autunnali di un piano di razionalizzazione delle società

partecipate. Allora ci portiamo avanti. Cominciando, appunto, dal Gruppo Iren che è il "bersaglio" grosso.

Grosso perché muove numeri da capogiro. Bersaglio perché la strategia va radicalmente cambiata. Non

quella di Iren: è una società, di diritto privato, quotata in borsa; risponderà al mercato. Non penserete che 5

Consiglieri possano influire su questo. Noi vogliamo cambiare la strategia di uno dei principali azionisti, il ns.

Comune.

Con questa interpellanza noi aspettiamo, per favore, un quadro completo sulla situazione dell'azienda.

Siccome siamo nuovi, non vorremo aver sbagliato qualche passaggio formale, qualche termine. Preferiamo

essere chiari ed indicare qui cosa intendiamo per "riferire sulla situazione" e per quadro completo.

Dal punto di vista finanziario noi vogliamo sapere, per favore:

- se è vero che Iren progetta di dismettere a terzi nell'anno corrente immobili di proprietà per ca. 130

milioni e, poi, di pagare agli stessi una locazione per gli immobili ceduti dove ha uffici;

- se è vero che l'indebitamento del gruppo al 31/03/2012 ammonta a quasi 2,9 miliardi in crescita di 240

milioni rispetto a 3 mesi prima (Ma com'è possibile vendendo gas-luce-acqua?);

- nel caso non sia vero qual'era l'indebitamento complessivo del gruppo alla data del 31/03/2012 e quale

alla data in cui ci verrà fornita risposta;

- quali sono i creditori di questo debito;

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Movimento 5 Stelle di Genova IREN S.P.A.

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- quale quota di indebitamento del Gruppo dipende da investimenti in corso o previsti per la costruzione

di termovalorizzatori e dove;

- quale quota di indebitamento del Gruppo dipende da investimenti in corso o previsti per la costruzione

di rigassificatori e dove;

- che cosa sia la First Time adoption IAS che ha portato a nuovo perdite nel bilancio consolidato per

36,5milioni

- come si sono espressi in cda i membri di nomina "genovese" sull'uso di fondi di riserva per l'erogazione

di dividendi per quasi 17milioni a fronte di una perdita d'esercizio di oltre 93;

- nel caso abbiano espresso parere favorevole le motivazioni;

Dal punto di vista industriale vogliamo sapere, per favore:

- se esiste e a quanto ammonta un debito del comune di Genova nei confronti di Iren;

- se esiste ed a quanto ammonta un debito di Iren nei confronti di FSU;

- se esiste ed a quanto ammonta un debito di FSU nei confronti di Iren;

- se è vero che è prevista la cessione a terzi dei ca. 365 km. di rete a banda larga nel nostro Comune;

- se esiste un clausola rescissoria dell'affidamento del Sistema idrico integrato dell'Ato Genovese

(attualmente previsto fino al 2032);

- nel caso esista qual'è questa clausola rescissoria e quali impegni finanziari straordinari imporrebbe ad

FSU e/o nostro Comune e/o ad altre società del Gruppo Iren;

Dal punto di vista strategico vogliamo sapere, per favore:

- se esiste per il comune di Genova una way-out dalla società FSU (compartecipata al 50% con il Comune

di Torino) in caso di dissesto finanziario del Comune piemontese;

- nel caso esista qual'è questa way out e quali impegni finanziari straordinari imporrebbe alla FSU e/o

nostro Comune e/o ad altre società del Gruppo Iren;

- se, in caso di mancato pagamento del corposo debito che il Comune di Torino ha maturato per le

forniture correnti da parte del Gruppo Iren, esistono per Iren stessa meccanismi di rivalsa preferenziali sul

capitale sociale di FSU, sul patrimonio netto, sui dividendi ad essa eventualmente spettanti;

- se esiste un progetto di scorporo dalla società Mediterranea delle Acque delle sole attività afferenti il

Comune di Genova;

- se sono in corso trattative legate all'ingresso in Iren di A2A e/o altre società analoghe nell'ambito della

formazione di una Multiutility del Nord.

Dal punto di vista formale vogliamo sapere, per favore: se è sufficiente questa richiesta per avere risposta a

tutte le domande oppure come dobbiamo formalizzarle.

Infine dal punto di vista morale e politico pretendiamo di sapere, non per favore questa volta ma per

rispetto di tanti cittadini che cosa aspetta il Comune di Genova ad imporre ai soggetti istituzionali

competenti ed indirettamente al Gruppo Iren il recepimento dei risultati del referendum sull'acqua cioè la

cancellazione della remunerazione garantita del 7% del capitale investito. Che si tradurrebbe, stimano i

comitati dell'acqua, in un risparmio del 22% ca. della bolletta acqua di tutti noi cittadini.

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Operatività al I semestre 2012-08-2977

IREN ha chiuso il primo semestre con ricavi R in crescita, margini stabili EBITDA e EBIT78 e utile G in calo.

L'utile netto, si legge in un comunicato dell'utility, è sceso del 21,8%, a 75,3 milioni, mentre i ricavi sono saliti del 34,4%, a 2,267 miliardi.

Quindi: Posto che R=G+C se R sale e G scende di conseguenza aumentano i Costi.

Da una prima analisi si può dire che la diminuzione dell’Utile netto di pertinenza del Gruppo è dovuto alla componente finanziaria ossia agli interessi pagati sull’indebitamento che sono aumentati del 45,2% rispetto al semestre del periodo precedente e quindi non ai costi di produzione, infatti sotto la voce “Costi” vanno iscritti sia i Costi di produzione che gli oneri di produzione.

il ricavo è per il venditore quello che per l'acquirente è il prezzo, esso come definizione scolastica, corrisponde alla somma di profitto e costo sostenuti per produrre il Bene.

EBITDA = valore della produzione (ricavi + variazione rimanenze) - costi per materie prime - costi per servizi - costi per il personale (escluso accantonamento TFR) - altri costi di struttura.

Cessioni

Ha ceduto79 l’85% di Sasternet80 a F2i Reti. L’accordo passerà ora al vaglio dell’Antitrust ed è subordinato alla rinuncia dell’esercizio del diritto di prelazione da parte di Aster SpA, società interamente controllata dal Comune di Genova, che detiene il rimanente 15 per cento del capitale sociale di Sasternet.

77

http://ir.gruppoiren.it/opencms/export/download/RelazioniSemestraliIT/Relazione_finanziaria_semestrale_30062012.pdf 78

http://it.wikipedia.org/wiki/Risultato_ante_oneri_finanziari 79

http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201208031520001831&chkAgenzie=PMFNW&titolo=Iren:%20firmato%20accordo%20per%20cessione%20Sasternet%20a%20F2i 80

http://www.sasternet.it/

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IL BUSINESS DELLE TARIFFE

Alcuni numeri per riflettere sul consumo di acqua:

• 5 litri: fabbisogno minimo biologico per la sopravvivenza di un uomo al giorno. Senza cibo si può vivere un mese, senz'acqua non si supera la settimana.

• 50 litri: il quantitativo necessario ogni giorno per garantire condizioni accettabili di vita per ogni essere umano. Per milioni di persone disporre di 50 litri d'acqua ogni giorno è pura utopia: l'OMS afferma che al di sotto dei 50 litri/giorno si può già parlare di sofferenza per mancanza d'acqua.

• 425 litri al giorno: disponibilità media di un abitante degli Stati Uniti;

• 10 litri al giorno: disponibilità media di un abitante del Madagascar;

• 220 litri al giorno: disponibilità media di un italiano;

1) Legislazione

Con l'entrata in vigore della Legge 36/94, detta Legge Galli, la tariffa del Servizio Idrico Integrato (acqua + fognatura + depurazione) non viene più calcolata a livello di singolo Comune, ma per tutto l'Ambito Territoriale Ottimale (corrispondente alla Provincia di Genova). La tariffa tiene conto di diversi fattori tra cui i costi di gestione e le spese di funzionamento dell'A.A.T.O., nonché i costi delle opere di manutenzione e adeguamento, i costi degli investimenti, il canone pagato dal gestore, la remunerazione del capitale investito.

Per Servizio Idrico Integrato si intende, ai sensi dell’art. 147 del D.Lgs 152/2006, l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua per usi civili, nonché di fognatura e depurazione delle acque reflue. La gestione del servizio comprende, oltre al mantenimento in efficienza, alla razionalizzazione e al controllo di quanto esistente, la progettazione e la costruzione di nuovi impianti finalizzati alla salvaguardia e all’uso razionale delle risorse idriche dell’A.T.O. della Provincia di Genova.

2) Definizioni

- “Autorità” è l’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale A. A. T. O., istituita ai sensi della Legge 36/1994 e della Deliberazione del Consiglio Regionale della Regione Liguria 8 luglio 1997, n. 43 ,

- “Servizio Idrico Integrato” è l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue;

- “Gestore” è IREN Acqua Gas. S.p.A. alla quale è stata affidata la gestione del servizio idrico integrato da parte dell’Autorità di Ambito

- “Cliente” è il Cliente finale o consumatore allacciato alla rete, ivi compreso ogni altro soggetto che richiede al gestore l’esecuzione di una prestazione relativa al Servizio Idrico Integrato, anche se tale soggetto non ha ancora stipulato con il Gestore il contratto di utenza;

- “Standard di qualità” è il livello di qualità riferito alla prestazione da garantire all’utente.

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- Conferenza: l’assemblea dei rappresentanti - Sindaci o loro delegati - aderenti alla Convenzione di Cooperazione;

- Misuratore: strumento installato dal Gestore, di proprietà dello stesso, di norma entro i confini della proprietà pubblica, allo scopo di effettuare la lettura dei consumi dell’utenza

3) Cosa è un A.T.O.

Il Decreto Legislativo N° 22/97 (Decreto Ronchi) ha introdotto la nozione di Ambito Territoriale Ottimale, soggetto istituzionale il cui principale obiettivo è quello di realizzare un sistema integrato ed unitario di gestione del servizio dell’acqua, piuttosto che dei rifiuti, secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità, superando la logica dell'emergenza e della frammentazione gestionale per ambiti comunali. Gli Ambiti Territoriali Ottimali sono individuati nelle Province – salvo diverse disposizioni di legge – le quali, per esigenze tecnico-organizzative, possono autorizzare la gestione dei servizi anche a livello sub-provinciale, purché sia garantita una soglia dimensionale idonea ad ottimizzare i servizi, sia dal punto di vista tecnico/economico che ambientale.

A tal fine, i Comuni ricadenti nel territorio provinciale hanno l’obbligo di organizzarsi in Consorzi o in apposite Società d’Ambito, per assicurare la gestione integrata del servizio, mentre le Province, con la finalità di garantire la realizzazione di economie di scala, intervengono per stabilire sia le forme ed i modi della cooperazione tra gli Enti Locali compresi nel medesimo ambito ottimale, sia le procedure che dovranno essere adottate per l'assegnazione del servizio di gestione e le loro relative forme di vigilanza e di controllo. Tali ambiti sono individuati dalle Regioni con apposita legge regionale (nel caso del Servizio Idrico Integrato con riferimento ai bacini idrografici), e su di essi agiscono le Autorità d'Ambito, strutture con personalità giuridica che organizzano, affidano e controllano la gestione del Servizio Integrato. Secondo la legge 42/2010, gli ATO avrebbero dovuto essere aboliti entro marzo 2011 e le funzioni riattribuite dalle Regioni; la tematica è tuttavia connessa con i Referendum abrogativi del 2011 in Italia

4.1 ) Soppressione degli A.T.O.

Con la Legge 26 marzo 2010, n. 42, (Gu 27 marzo 2010 n. 72):Conversione del Dl 2/2010 recante interventi urgenti concernenti enti locali e Regioni vengono aboliti gli A.T.O. entro 1 anno dalla entrata in vigore, come recita l' Articolo 1: Interventi urgenti sul contenimento delle spese negli enti locali al comma 1-quinquies." All'articolo 2, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, dopo il comma 186, è inserito il seguente: "186-bis. Decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono soppresse le Autorità d'ambito territoriale di cui agli articoli 148 e 201 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. Decorso lo stesso termine, ogni atto compiuto dalle Autorità d'ambito territoriale è da considerarsi nullo. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, le Regioni attribuiscono con legge le funzioni già esercitate dalle Autorità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Le disposizioni di cui agli articoli 148 e 201 del citato decreto legislativo n.152 del 2006 sono efficaci in ciascuna Regione fino alla data di entrata in vigore della legge regionale di cui al periodo precedente. I medesimi articoli sono comunque abrogati decorso un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge"."

Con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 25-3-2011 ("Ulteriore proroga di termini relativa al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Pubb. GU 31 marzo 2011, n. 74) tale termine è stato ulteriormente prorogato al 31/12/2011. La legge n.42 del 26 marzo 2010 (ovvero la legge di conversione del decreto legge del 25 gennaio 2010 n.2 recante “Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni”), tramite l'art. 1 comma 1 ha aggiunto un nuovo comma 186-bis all'art.2 della legge finanziaria 2010 (legge 23 dicembre 2009 n.191), decretando la soppressione delle Autorità d'Ambito a partire da un anno dalla sua approvazione (cioè entro il 27 marzo 2011). La legge stabilisce inoltre che le regioni

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dovranno ripartire le funzioni degli ATO ad altri enti. La norma non chiarisce quali enti dovranno essere destinatari delle funzioni degli ATO, ma lascia intendere che non potranno essere nuove forme di aggregazione, in quanto la ratio della norma sta nel contenimento delle spese degli enti locali e nella semplificazione del sistema eliminando gli enti intermedi. Il decreto Milleproroghe, ovvero il decreto legge n.225 del 29 dicembre 2010, convertito in legge con la l. n.10 del 26 febbraio 2011, introduceva la possibilità di prorogare l'abolizione degli ATO ulteriormente. Il D.P.C.M. 25 marzo 2011 proroga l'abolizione degli ATO al 31/12/2011.

Nell'allegato del suddetto decreto la scelta viene così motivata: "La proroga intende assicurare

l'indispensabile continuità nell'erogazione dei servizi pubblici locali e nell'esercizio delle relative funzioni

pubbliche, poiché l'abrogazione delle Autorità d'Ambito ad opera dell'articolo 2, comma 186-bis della legge

191/2009, coinciderebbe temporalmente con le prime applicazioni delle disposizioni in tema di affidamento

del servizio pubblico locale recate dall'articolo 23-bis del Dl 112/2008(...)". In breve, non si voleva intralciare con la soppressione delle Autorità d'Ambito il processo di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti a un gestore unico.

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4.2 ) Referendum Giugno 2011

Primo Quesito

Si proponeva l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. È l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015. Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.

Secondo Quesito

Si proponeva l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.

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4.2 L’ATO della Provincia di Genova

L’8 luglio 1997 con delibera regionale n. 43 vengono costituiti i 4 Ambiti Territoriali Ottimali, corrispondenti ognuno a una delle Province. Nell’ATO genovese ricadono i 67 Comuni della Provincia, servendo una popolazione di circa 880.000 abitanti (censimento ISTAT 2001). La popolazione del territorio servito è concentrata sulla costa, mentre l’entroterra risulta ampliamente spopolato. Il prelievo idrico della Provincia di Genova è il 57,5% del totale regionale (circa 140 milioni di metri cubo/anno). La richiesta di acqua potabile è soddisfatta grazie a fonti di approvvigionamento molto diversificate. Questo permette di far fronte a periodi di siccità, utilizzando nel periodo invernale la maggiore portata dei corsi d’acqua, in modo da risparmiare la risorsa accumulata negli invasi, che verrà utilizzata prevalentemente nel periodo estivo.

Le risorse idriche presenti nel bacino idrico dell’ATO di Genova sono costituite da:

6 invasi

453 sorgenti

48 corsi d’acqua

30 pozzi

L’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (A.A.T.O.) della Provincia di Genova è l'organismo costituito dai rappresentanti dei 67 Comuni ricadenti nell'A.T.O. Gli stessi hanno scelto di associarsi nella forma della "convenzione di cooperazione" in base allo schema predisposto dalla Giunta Regionale con propria deliberazione n.1736 dell’11 giugno 1998. L'Autorità è presieduta dal Presidente della Provincia di Genova, o da un suo delegato. La Provincia è l’Ente locale responsabile del coordinamento delle attività e delle iniziative connesse all'A.T.O.

In particolare l’Autorità d'ambito definisce gli obiettivi e controlla la realizzazione del piano assicurando la tutela del consumatore, mentre il gestore organizza il servizio, attua il piano, riscuote la tariffa. Una convenzione stabilisce e disciplina i rapporti tra A.A.T.O. e gestore.

A regime, l’attività di controllo e vigilanza sul gestore da parte dell’A.A.T.O. si realizza anche attraverso:

• il controllo dei livelli di servizio • il controllo delle tariffe • il controllo degli investimenti • l’attività di supporto al consumatore • la revisione periodica del Piano e della tariffa per l’adeguamento a eventuali mutate condizioni

L’adozione del nuovo Piano d’Ambito, avvenuta nell’agosto del 2009 (Decisione n. 9), ha confermato l’affidamento fino al 31 dicembre 2032

81 del S.I.I. ad Iride Acqua Gas S.p.A., nel frattempo subentrata per fusione ad A.M.G.A. S.p.A

81

http://liguria.repertoriotariffe.it/new-site/allegati/Rapporto_Genova_SII_2011.pdf pag.19

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4.3) Le risorse del Comune di Genova all’interno dell’ATO82

Nel 2000 l'attività relativa all'acqua viene scorporata in una nuova società chiamata Genova Acque S.p.A. che, nel 2006, viene incorporata in Acquedotto Nicolay S.p.A. assieme ad Acquedotto De Ferrari Galliera

S.p.A., a formare l'attuale Mediterranea delle Acque S.p.A. Per maggiore comprensione di questo capitolo si evidenzia la suddivisione territoriale valida sino al 2006.

Superficie: 23.995,37 Km2

Abitanti residenti/ Abitanti fluttuanti: 610.307 (ISTAT 2001) / 0 (fonte stimata)

Bacino idrografico: Cerusa, Leiro, Branega, S. Pietro, Varenna, Chiaravagna;

Polcevera, Bisagno, Sturla, Nervi

Posizione: Costiero

Nel Comune di Genova l’intero servizio di fognatura e depurazione e il servizio idropotabile è gestito

Mediterranea delle Acque S.p.A. prima del 2006 da AMGA per la zona di centro/levante e da De Ferrari

Galliera e Nicolay per il Ponente e la val Polcevera.

L’acquedotto di Genova gestito da Mediterranea delle Acque si compone di 4 reti fortemente

interconnesse: Brugneto; Noci; Civico; Genovese.

RISORSE

Le risorse idriche principali che Mediterranea delle Acque S.p.A utilizza a fini idropotabili sono:

Lago del Brugneto, con capacità di 25.000.000 m3 (pari ad una potenzialità di 38.158.560 m3/anno)

rappresenta la maggiore riserva idrica della Liguria;

Lago del Val Noci con capacità di 3.300.000 m3 (pari ad una potenzialità di 7.253.280 m3/anno);

Presa d’acqua fluente realizzata sul torrente Laccio, che costituisce una integrazione delle acque addotte

dal lago del Brugneto. Portata massima derivabile assentita di 5.000.000 m3/anno;

Presa d’acqua fluente sul torrente Bisagno che comporta una derivazione d’acqua fino a circa 14 milioni di

m3/anno, il che consente una corrispondente riduzione del prelievo di acqua dagli invasi;

Pozzi di subalveo del torrente Bisagno (concessione per una portata di 4 moduli al secondo) che

permettono di estrarre sino ad un massimo 10 milioni di m3/anno circa;

Diverse sorgenti e captazioni superficiali sparse nel Comune di Genova.

ADDUZIONE

Sono quattro le linee adduttrici principali:

Quella alimentata dall’acqua proveniente dall’invaso del Brugneto, del 1960, costituita da un canale a pelo

libero in c.a. e da due condotte in acciaio di 900 mm di diametro;

Quella alimentata dall’acqua proveniente dall’invaso del Val Noci, del 1930, costituita da un canale a pelo

libero in cemento armato e da una tubazione in ghisa grigia di 500 mm di diametro.;

Quella alimentata dalle acque fluenti del Bisagno.

82

http://www.ato.genova.it/genova.htm

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SERBATOI

I serbatoi di accumulo nel Comune di Genova sono 42. Quelle con capacità maggiore sono Galleria

Castellaro e Caviglia, rispettivamente di 14.000 e 12.000 m3.

DISTRIBUZIONE

La rete di distribuzione nel Comune di Genova ha uno sviluppo complessivo di 554 Km.

Mediterranea delle Acque S.p.A provvede, inoltre, alla gestione di tre centrali idroelettriche per una

produzione annuale di circa 40.000.000 di Kw/h.

POTABILIZZAZIONE

Attraverso la gestione di 2 principali impianti di potabilizzazione, impianto di Prato (con una capacità di

potabilizzazione pari a 155.000 m3/gg) e impianto di Acquafredda (potenzialità di 34.000 m3/gg), e

numerevoli impianti minori costituiti o da batterie a pressione o da più semplici impianti di disinfezione

viene garantita la potabilità di approssimativi 50 milioni di metri cubi anno delle acque immesse in rete.

RETE FOGNARIA E DEPURAZIONE

La rete di raccolta è costituita da circa 1191 Km di condotte fognarie e 41 impianti di sollevamento. Il

sistema dei depuratori del Comune di Genova comprende otto impianti di dimensioni medio-grandi: Voltri,

Pegli, Sestri Ponente, Valpolcevera, Darsena, Punta Vagno-Volpara, Sturla e Quinto, per una potenzialità

complessiva di 800.000 abitanti equivalenti. Attualmente viene trattato dagli impianti circa l’80% delle

defluenze nere della città. Sono ancora da collegare alle reti principali del sistema fognario solo alcune delle

estreme periferie cittadine situate sulle alture ed in zone che vengono già servite con sistema fognario

separato. I depuratori situati nel territorio del comune di Genova raccolgono anche i reflui di diversi comuni

dell’entroterra.

DE FERRARI GALLIERA

L’acquedotto di De Ferrari Galliera S.p.A., Società privata fondata nel 1880 con lo scopo di approvvigionare

di acqua potabile la città di Genova, si compone di molte reti variamente interconnesse.

RISORSE

Le fonti di approvvigionamento sono costituite essenzialmente da:

I laghi artificiali del Gorzente (Badana, Lungo e Lavezze), situati tra la Provincia di Genova e quella di

Alessandria, che raggiungono un invaso totale di 12.500.000 m3 (pari ad una potenzialità di circa

22.000.000 m3/anno);

Le captazioni dai torrenti Leira e Cerusa, che forniscono circa 10.000.000 mc/anno;

I pozzi di Campi, Torbella e Pietra, operanti intorno ai 40 m di profondità, i quali attingono dalla falda

del subalveo del torrente Polcevera circa 15.300.000 m3/anno.

ADDUZIONE

Sono tre le linee adduttrici principali:

Quella alimentata dall’acqua proveniente dai Laghi del Gorzente, costituita da due condotte da 600

mm, che corrono in parallelo in direzione nord-sud lungo tutta la Val Polcevera;

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Quella alimentata dalle acque fluenti di Voltri, che rifornisce tutto il Ponente cittadino con una

condotta da 750 mm;

Quella alimentata dall’acqua emunta dai pozzi del Polcevera, destinata in prevalenza al servizio delle

alture del Centro cittadino.

SERBATOI

La rete è dotata di 31 serbatoi di accumulo e/o compenso, di cui 3 in Comune di Campomorone, i maggiori

dei quali hanno una capacità di circa 11.000 m3. I serbatoi sono costituiti prevalentemente in c.a. e

muratura e si trovano in buone condizioni di conservazione.

DISTRIBUZIONE

L’acqua proveniente dalle diverse fonti di approvvigionamento viene consegnata agli utenti per mezzo di

una complessa rete di distribuzione, che si estende su una superficie di circa 11.000 ettari ed è costituita da

condotte di vari diametri, da 60 a 750 mm, per uno sviluppo di circa 410 Km.

Le zone servite si estendono, dal litorale alle colline, dall’estremo Ponente (Voltri) al Lido di Albaro,

comprendendo la Val Polcevera e la Val Bisagno a valle della zona dello stadio Luigi Ferrarsi (piazzale

Parenzo).

Il nodo principale della rete è la centrale di sollevamento di Campi, situata nel punto di confluenza delle tre

linee e quindi in grado di consentire, all’occorrenza, lo scambio e l’integrazione delle portate.

La particolare orografia della città di Genova rende necessari, per il servizio delle zone alte, numerosi

risollevamenti dell’acqua, attuati tramite 22 centraline di pompaggio.

POTABILIZZAZIONE

I principali impianti di potabilizzazione sono due: l’impianto di Voltri, situato nella Val Cerusa nei pressi

dell’omonima opera di presa e quello di Isoverde, in Comune di Campomorone, nei quali le acque vengono

sottoposte a trattamento fisico-chimico, trattate con biossido di cloro e infine subiscono una clorazione con

ipoclorito.

Vi sono inoltre una ventina di impianti minori nei quali la disinfezione avviene mediante dosatori di

ipoclorito elettrici e/o meccanici.

NICOLAY

Il sistema acquedottistico di Nicolay si compone di una rete principale e da due piccoli acquedotti in Val

Polcevera: Murta e San Biagio.

RISORSE

Le principali fonti di approvvigionamento dell’Acquedotto Nicolay sono:

Le acque fluenti del torrente Scrivia, del 1854, captate a Busalla mediante una galleria filtrante protetta da

una briglia che forniscono circa 7.200.000 mc/anno;

L’invaso artificiale della Busalletta, del 1975, avente una potenzialità di circa 7.600.000 mc/anno;

I due pozzi sul torrente Scrivia, in loc. Sarissola, attualmente non in uso;

I tre pozzi di Voltri che emungono circa 1.500.000 mc/anno dal subalveo del torrente Cerusa.

L’acquedotto di Murta è alimentato da una sorgente da 3 l/s, mentre quello di S. Biagio da un gruppo di

sorgenti a Livellato da circa 1 l/s.

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ADDUZIONE

L’adduttrice proveniente dalla Busalletta e dalle acque fluenti dello Scrivia è costituita da un canale in

muratura lungo circa 3,5 Km parzialmente in galleria, costruito fra il 1910 e il 1915.

SERBATOI

I serbatoi di accumulo dell’acquedotto Nicolay sono quattro: quello di Mignanego, in c.a. di 3000 mc, e

quello di Voltri, in muratura di 1000 mc; quelli degli acquedotti minori di Murta e S. Biagio sono in c.a.

rispettivamente di 70 e 80 mc.

DISTRIBUZIONE

A valle dell’impianto di potabilizzazione di Mignanego, si diparte una condotta di distribuzione in acciaio da

800 mm di diametro, posata lungo la Val Polcevera per circa 13 Km, fino alla centrale idroelettrica di Teglia,

dalla quale si sviluppano le due retri di distribuzione principali:

· Rete di bassa pressione a servizio di Val Polcevera, Porto, Centro storico, Foce, Sampierdarena,

Cornigliano e Sestri Ponente;

· Rete di alta pressione a servizio di Val Polcevera, Dinegro, Lagaccio, Castelletto, Carignano, Centro

storico, Marassi e Albaro

Verso Ponente l’acqua proveniente da Mignanego viene risollevata da una centralina sita a Sestri Ponente,

a servizio delle zone alte del quartiere. La rete proveniente da Mignanego è collegata con quella di Voltri:

l’equilibrio delle pressioni si verifica nella zona di Multedo.

POTABILIZZAZIONE

L’impianto di trattamento di Mignanego, costruito nel 1910 e rifatto totalmente fra il 1975 e il 1980, con

una potenzialità di circa 900 l/s, consta di un trattamento fisico-chimico che prevede una preclorazione con

ipoclorito, successivi trattamenti di filtrazione, chiariflocculazione, sedimentazione, trattamento con

biossido di cloro e cloro-copertura in rete garantita da una successiva disinfezione con ipoclorito.

Le acque provenienti dai pozzi di Voltri e dalle sorgenti vengono disinfettate con ipoclorito di sodio.

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4.4 Le cessione delle dighe83

Nel giugno 2003 con 27 voti a favore e 18 contrari il Comune di Genova approva nell’ambito del piano per

l’alienazione dei beni immobili comunali (che già ammonta a più di 100 milioni di euro), la vendita delle

dighe ad AMGA s.p.a. Previsione di entrata per la cessione: 12 milioni di euro. Quanto serve, si aggiunge,

per salvare dal collasso finanziario AMT, per la quale è stato annunciato un piano di spacchettamento e

privatizzazione, da realizzare dopo il necessario risanamento dei bilanci. Come si vede salvare AMT con

queste logiche pare impossibile ma questo è tutto un altro capitolo. In un moto di orgoglio o meglio di

“coda di Paglia” in un passaggio della delibera, si voleva imporre la condizione di “impegnare la civica

Amministrazione a conservare nel tempo quote di capitale in Amga Spa ed in Spim Spa in misura tale da

mantenere direttamente o indirettamente la maggioranza delle azioni di Amga Spa e con essa la

destinazione a servizio pubblico delle infrastrutture e degli impianti ceduti”.

Quindi mantenere la destinazione a servizio pubblico, non la proprietà.

La cessione avviene a favore di AMGA, ex municipalizzata ora s.p.a. quotata in borsa attraverso IRIDE, che

gestisce il servizio del gas e quello dell’acqua di cui il Comune di Genova detiene la maggioranza del capitale

azionario e che già ha in concessione le dighe che diventeranno di sua proprietà. Si vuole quindi far pensare

che sia una sorta di “partita di giro” e questo dovrebbe rendere meno dolorosa la cessione.

Le dighe sono un complesso impiantistico relativo alla produzione di acqua potabile e alla produzione di

energia idroelettrica; impianti strategici per la gestione del servizio idrico a Genova, la cui proprietà

condiziona la possibilità di intervenire sulla modalità di erogazione del servizio, sui costi e sulla gestione. La

cessione è l’art.35 della finanziaria 2002. La cessione delle dighe ad AMGA è possibile solo forzando

estensivamente le previsioni dell’art.35, che prevede la non cedibilità degli impianti e delle reti necessarie

alla gestione dei servizi pubblici locali, se non attraverso il loro conferimento in società pubbliche al 100%.

Per le società quotate in borsa come all’epoca IRIDE/Amga, però è prevista un’eccezione: gli enti locali

possono cedere la loro partecipazione in queste società anche se le stesse sono proprietarie di reti e

impianti. A quest’ultima previsione il Comune di Genova vuole attribuire il peculiare e non pacifico

significato di rendere cedibili impianti non altrimenti disponibili da parte dell’ente locale.

Quale è la ragione di tale forzatura?

In sede di audizione in Consiglio l’Amm. Delegato di AMGA è molto chiaro: conferendo le dighe ad AMGA la

stessa rafforza la sua posizione in previsione della gara per la gestione del servizio idrico a Genova. In

sostanza nel caso in cui AMGA perdesse sarebbe nella condizione di dire "a chi vince la gara l’acqua la

vendiamo noi", infatti quale concorrente parteciperebbe ad una gara di gestione di un servizio senza avere

la possibilità di erogare il contenuto del Servizio. Chiaramente ben diversa sarebbe stata la condizione se il

Comune avesse mantenuto la proprietà delle dighe, poi nel dubbio, non ha neanche fatto la gara.

Ben più inquietante ma non fantascientifico appare invece a questo punto la possibilità che AMGA non

gestisca più il servizio idrico a Genova, ma si "accontenti" di gestire la proprietà di reti e impianti

sviluppando altrove le proprie strategie di marketing per vincere le gare che mettono sul mercato il

medesimo servizio entrando quindi a pieno titolo nel Grande Business dell’Oro Blu. Oramai che cosa vieta

83

http://www.italia.attac.org/spip/spip.php?article101

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ad IREN, con il consenso di questa “anti-politica” di vendere l’acqua di Genova su altri mercati per puro

tornaconto economico leggi “Dividendo azionario”?

4.5) Determinazione della Tariffa.

Disposizioni Contrattuali

Art. 16: “Il corrispettivo del servizio di somministrazione acqua è costituito dalla tariffa di vendita, dalla

quota fissa e dalla imposta sul valore aggiunto. La quota fissa e le tariffa di vendita sono deliberate

dall’Autorità d’Ambito ai sensi dell’art. 13 della L. 5.01.1994, n. 36, ed è riscossa dal Gestore. La tariffa è

calcolata secondo quanto previsto dal Decreto Ministeriale 1° agosto 1996 “Metodo normalizzato per la

definizione delle componenti di costo e la determinazione della tariffa di riferimento del servizio idrico

integrato”. La tariffa è differenziata secondo il tipo di utenza di cui all’art. 6 ed è strutturata secondo

scaglioni tariffari. Nel caso in cui l’utenza sia allacciata alla pubblica fognatura, il prezzo del servizio idrico

comprende anche le tariffe di fognatura e depurazione, secondo quanto precisato nella Parte III del presente

Regolamento, anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o

questi siano temporaneamente inattivi. Nel corso del contratto di somministrazione, previa autorizzazione

dell’Autorità d’Ambito, le tariffe e le quote fisse potranno subire variazioni, nei limiti della normativa, senza

che ciò comporti modifica del rapporto contrattuale”84

.

Art. 19: 1. Possono essere inseriti in bolletta altri importi accessori quali corrispettivi di servizi forniti dal

Gestore, come, a titolo esemplificativo:

- spese contrattuali (es. attivazione e fornitura del servizio, voltura del contratto);

- imposta di bollo gravante sui contratti e sulle dichiarazioni sostitutive di atto notorio;

- arrotondamenti;

- interessi moratori dovuti per ritardati pagamenti delle fatture;

- importi per lavori richiesti dall’utente (es. installazione o spostamento del contatore, costi di allaccio,

sopralluogo, verifica contatori, bocche antincendio, lavaggio e pulizia sifoni, costruzione fognoli privati). In

tal caso il Gestore si assume l’obbligo di descrivere in maniera chiara e precisa il dettaglio delle operazioni e

l’importo da corrispondere.

Tali importi, qualora non determinati dalla legge o dalle Autorità competenti, sono stabiliti con Decisione

dell’Autorità d’Ambito.

2. In caso di voltura, qualora subentrante e cessante forniscano dichiarazione congiunta circa la lettura del

contatore, non sono necessarie verifiche da parte del personale del Gestore.

La tariffa individuata deve assicurare la copertura integrale di tutti i costi e le remunerazioni indicate al

comma 2° del citato articolo 13, inoltre l’art. 17 della Convenzione stabilisce che Il Gestore è tenuto a

migliorare costantemente l’efficienza del servizio in relazione agli investimenti previsti e recepiti nel Piano

di cui all’art. 14 e che tale miglioramento si deve tradurre in una progressiva riduzione dei “costi operativi”

reali che verrà misurata ed avrà conseguenze o meno secondo i criteri ed i limiti contenuti nel “metodo”

per determinare la tariffa.

Anche in ragione di questo articolo IREN, attraverso Mediterranea delle Acque s.p.a. ha chiesto a seguito

della revisione dei conti relativi al triennio 2007-2009 un adeguamento delle tariffe per rientrare di un

presunto debito di 16 milioni di €.

84

http://www.mediterraneadelleacque.it/pdf/regolamento_servizio_idrico.pdf

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In sostanza la tariffa è formata:

dall’erogazione del servizio

dalle varie spese contrattuali

dalla quota parte relativa agli investimenti per miglioramento del Servizio (ammortamenti)

dalla Renumerazione del Capitale investito

4.6) Rendicontazioni

All’art. 21 della Convenzione A.T.O. / Gestore85 comma 6 e seguenti si ravvisa la necessità di una

rendicontazione:

5. Il conto economico è basato su contabilità analitica per centri di costo ed è redatto in forma

riclassificata secondo le norme ed i principi contabili vigenti.

6. Il Gestore si impegna a sottoporre la propria attività a certificazione tecnica triennale da parte di

professionisti.

7. La certificazione dovrà in particolare accertare:

b. che i costi di investimento non siano più alti di quanto essi debbano essere per soddisfare gli

obblighi della Convenzione e fornire il servizio con livelli di qualità e sicurezza necessari;

c. che il Gestore colga le opportunità offerte dal progresso tecnico e tecnologico per la riduzione dei

costi.

8. Elementi di riferimento e comparazione saranno le elaborazioni effettuate dall’Osservatorio dei

servizi idrici di cui all’art. 22 della Legge 36/94.

9. La mancata produzione del rendiconto annuale e dei dati di cui all’art. 22 della presente

Convenzione entro il secondo mese successivo all’approvazione del bilancio di esercizio, costituirà

inadempienza sanzionabile con una penalità dello 0,2% dell’ammontare dei ricavi del Gestore

nell’esercizio precedente

a seguito della revisione dei conti relativi al triennio 2007-2009, quindi tardiva rispetto il comma 9, da parte

di Area Group s.r.l.86, società incaricata per l’elaborazione del documento, le pendenze relative al triennio

precedente 2004-2006 pari a 8 milioni di €. a favore dei Sindaci dell’ ATO, peraltro immotivatamente mai

riscosse, si sono trasformate in un debito di 16 milioni di € e quindi in un rincaro delle Bollette per i

Cittadini di circa il 10%.

Posto che:

1) Area Group s.r.l. ha lavorato per Mediterranea Acque, per Iride e per Enia (società dalla cui fusione

è nata IREN), per controllate di IREN Acqua e Gas come Acque potabili siciliane, e per suoi azionisti

come Intesa San Paolo o Monte dei Paschi di Siena, nonché per il fondo F2I consociato di IREN

Acqua e Gas nella proprietà di Mediterranea Acque,

2) queste consulenze riguardano per la maggior parte valutazioni societarie per operazioni finanziarie

sul servizio idrico, altre sono collaborazioni a stesure del piano d'ambito per conto del gestore,

E’ ben chiaro che AREA GROUP s.r.l. manca dei requisiti di Terzietà ed è oggetto di specifica interpellanza

da parte del Gruppo Consiliare.

85

http://www.ato.genova.it/documenti/1/convenzione.pdf 86

http://www.area-group.it/

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4) L’affidamento e la gestione del Servizio Idrico Integrato87

Uno dei temi storicamente più dibattuti riguarda la forma d’impresa nella gestione del servizio idrico. La legge Galli, ormai diciassette anni fa, poneva l’obiettivo di riformare il sistema idrico nazionale, anche superando le gestioni in economia, ossia i casi in cui è il comune stesso a gestire direttamente il servizio. Le forme previste dalla legge Galli erano tre: società pubblica, privata e mista.

Dagli ultimi dati pubblicati dalla Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse Idriche risulta che dei 114 gestori censiti, 7 sono società interamente private, 23 sono società miste con partner industriale selezionato tramite gara, 9 sono miste con partner finanziario e ben 57 sono società in house. Vi sono inoltre 18 casi in cui la natura societaria del gestore non è nota. Quindi ancora oggi, almeno la metà dei gestori ha natura pubblica.

Di fronte a questo quadro, il legislatore nazionale è intervenuto con forza prima nel 2008, poi nel 2009 con il c.d. Decreto Ronchi, ossia il D.L. 135/2009 (convertito in legge, dall'art. 1, comma 1, della L. 166/2009), con il quale si prevede che il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali debba avvenire, in via ordinaria:

a) a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità (quindi ad una società privata);

b) a società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui alla lettera a), le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione di specifici compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento (quindi ad una società pubblica che ha una partecipazione di un privato ricercato mediante Bando di

Gara).

Questo scenario che ipoteticamente avrebbe potuto prevedere già a partire dal 2012 una netta riduzione della presenza del “soggetto pubblico” nella gestione dei servizi idrici (con successive fasi attuative nel 2013 e nel 2015 per le società quotate in Borsa), ha trovato un freno nella recente consultazione referendaria. Infatti, l’art. 23 bis, è stato abrogato dall’esito del primo quesito del 12-13 giugno 2011. Conseguentemente gli affidamenti in house in essere non saranno più obbligati a rispettare i rigidi paletti previsti dall’art 23 bis (con termini previsti entro la fine del 2011, del 2013 e del 2015), quindi potranno probabilmente cessare regolarmente alla scadenza prevista. Per quanto riguarda i nuovi affidamenti, vista la complessa stratificazione di norme, è arduo capire quali siano le norme applicabili. Abrogato l’art. 23 bis, non è chiaro se le norme che a suo tempo questo articolo aveva abrogato potranno tornare in vigore. E’ quindi evidente che i nuovi affidamenti dovranno avvenire nel rispetto della normativa comunitaria quindi attraverso gara ad evidenza pubblica a società mista, a privati o quotate in borsa, oppure attraverso l’affidamento in house.

Il recente referendum ha inoltre abrogato la parte dell’art. 154 del D.lgs. 152/2006 che prevede la copertura in tariffa dell’adeguata remunerazione del capitale investito. E’ evidente che gioco forza dovrà essere rivisto anche il metodo normalizzato ossia, il D.M. 1 agosto 1996. Se però il referendum ha abrogato la remunerazione del capitale non ha però toccato il principio (stabilito sempre nell’art. 154) secondo il quale la tariffa del SII deve garantire la copertura integrale di tutti i costi compresi quelli relativi agli investimenti, ossia i costi finanziari legati alla realizzazione degli investimenti.

87

http://liguria.repertoriotariffe.it/new-site/allegati/Rapporto_Genova_SII_2011.pdf

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Nota88

:

Col termine affidamenti in house (o in house providing) viene indicata l’ipotesi in cui il committente

pubblico, derogando al principio di carattere generale dell’evidenza pubblica, in luogo di procedere

all’affidamento all’esterno di determinate prestazioni, provvede in proprio, e cioè all’interno, all’esecuzione

delle stesse attribuendo l’appalto o il servizio di cui trattatasi ad altra entità giuridica di diritto pubblico

mediante il sistema dell’affidamento diretto c.d. in house providing, ossia senza gara. Negli affidamenti in

house non vi è, quindi, il coinvolgimento degli operatori economici nell’esercizio dell’attività della Pubblica

Amministrazione, per cui le regole sulla concorrenza, applicabili agli appalti pubblici e agli affidamenti dei

pubblici servizi a terzi, non vengono in rilievo. Si tratta di un modello organizzativo in cui la p.a. provvede da

sé al perseguimento degli scopi pubblici quale manifestazione del potere di auto-organizzazione e del più

generale principio comunitario di autonomia istituzionale.

88

http://www.altalex.com/index.php?idnot=34238

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CONCLUSIONI

Ma cosa è un servizio pubblico?

Bisogna ritornare ad utilizzare correttamente l’italiano: come si può privatizzare un Servizio Pubblico mantenendone intatte le caratteristiche?

Un servizio è pubblico, infatti, è si utilizzato da tutti, ma soprattutto coinvolge un “bene comune” cioè di tutti e quindi indisponibile; di un Bene Comune possiamo solo essere custodi per le generazioni future. Invece compito subliminale della legge Ronchi, oggetto del Referendum del Giugno 2011, è stato quello di separare l’utilizzo dal possesso comune svuotando di fatto il concetto di “Pubblico”.

Tra i tanti servizi pubblici, quelli ambientali hanno una rilevanza particolare poiché oltre ad intervenire su esigenze primarie della vita delle persone, sfruttano anche risorse universalmente riconosciute come beni comuni dell’umanità. Trascurare questa definizione politica e sociale porta a considerare il servizio idrico come una opzione della vita quotidiana, attivabile in base alle proprie esigenze e alle proprie tasche, come tanti altri servizi disponibili sul mercato, come andare al Cinema mentre l’accessibilità ad un costo adeguato alle fonti idriche come ad un qualunque altro Bene Comune è un Diritto Primario irrinunciabile.

Con la privatizzazione del Servizio, assegnato al Gestore dall’A. T. O. tramite apposita Convenzione, si apre la partecipazione a queste Società di Gestione a Soci Privati il cui unico scopo è quello di massimizzare il profitto del loro investimento ed in taluni casi come già evidenziato, gli azionisti sono Fondi di Investimento con sede in paradisi fiscali.

L’Antidoto al veleno

L’antidoto, la risposta anche a questo stato di cose, davanti alla degenerazione della (anti)politica dei Partiti, siamo Noi attraverso l‘esercizio della Cittadinanza Attiva.

Esercitare la Cittadinanza Attiva vuol dire attuare ciò che Giuseppe Dossetti voleva far entrare nella Costituzione (intervento del 21 novembre 1946), riprendendo dal Diritto Romano l’esercizio del “Diritto di resistenza”.

Diceva Dossetti (e lo trascrivo per non sbagliare): “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri

pubblici che violano le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione è diritto e dovere

di ogni Cittadino”. Anche su queste parole, su questo manifesto della dignità del cittadino davanti al degrado delle Istituzioni, nasce il Movimento 5 Stelle.

Cittadinanza Attiva vuol dire molte cose, vuol dire fare Rete con e tra le molteplici Associazioni e i Cittadini che si battono contro il degrado dell’ambiente, per la difesa del territorio e del paesaggio, per l’acqua pubblica, vuol dire contrastare anche con la Class Action la devastazione barbarica che fanno dei nostri Diritti sanciti dalla Costituzione, ma vuol dire anche inseguire le informazioni, fare informazione e condividere analisi e consapevolezze sulla Rete sfruttando al massimo le potenzialità del Network per supplire alla stagnazione attuale. Vuol dire non accontentarsi dell’Indignarsi, della lamentela delle raccolte di firme e degli appelli, tutti atti importanti, ma impegnare tempo ed energie, noi diciamo “Cosa sei disposto a fare?”, Beppe dice “dovete rischiare del vostro”, per far esplodere le contraddizioni insite in questa logica che salda potere politico ed affari, fra dettato costituzionale e le leggi che lo ignorano e lo violentano, fra legge e “deroga”, fra le regole e le eccezioni, fra il Diritto ed il Favore.

Resta quindi un solo soggetto, nella commistione tra maggioranze ed opposizioni comunque composte, in grado di rivendicare il Pubblico Interesse e quindi i Diritti delle future generazioni sui “beni comuni”, visti come fondamento della democrazia repubblicana e quel soggetto siamo Noi, i Cittadini Attivi.