“Io ho un popolo numeroso in questa città” · Fino a dire: “Non sono più io che vivo, ma...

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Diocesi di Treviso - Veglia Missionaria 2008 “Io ho un popolo numeroso in questa città” Sabato 18 ottobre 2008 San Francesco - Treviso

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Diocesi di Treviso - Veglia Missionaria 2008

“Io ho un popolo numeroso in questa città”

Sabato 18 ottobre 2008 San Francesco - Treviso

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Canto: Vieni e seguimi

1. Lascia che il mondo vada per la sua strada. Lascia che l’uomo ritorni alla sua casa. Lascia che la gente accumuli la sua fortuna. Ma tu, tu vieni e seguimi, tu, vieni e seguimi!

2. Lascia che la barca in mare spieghi la vela. Lascia che trovi affetto chi segue il cuore. Lascia che dall’albero cadano i frutti maturi. Ma tu, tu vieni e seguimi, tu, vieni e seguimi!

3. E sarai luce per gli uomini, e sarai sale della terra, e nel mondo deserto aprirai una strada nuova! E sarai luce per gli uomini, e sarai sale della terra, e nel mondo deserto aprirai una strada nuova!

E per questa strada va’, va’, e non voltarti indietro, va’, e non voltarti indietro...

Vesc. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.Ass. Amen.

Vesc. Fratelli carissimi, invochiamo lo Spirito perché susci-ti e sostenga la nostra preghiera. Ci aiuti a metterci in ascolto della Parola del Signore e della sua presenza tra noi.

Sarà Paolo di Tarso, con la sua vita spesa tutta per il Vangelo, a guidare la nostra preghiera.

Lo crediamo ora vivente col Signore risorto a pregare stasera con noi per la chiesa di Manaus e di Treviso, come ha pregato per le chiese di Corinto, di Roma, di Filippi... e a pregare per don Stefano come pregava per Timoteo e Tito suoi giovani collaboratori nell’annun-cio del Vangelo.

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Le Vie di damasCo

Lett. Era giovane quando custodì i mantelli di chi lapida-va Stefano e approvò il suo martirio. “Saulo infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uo-mini e donne e li faceva mettere in prigione” (At 8,3). Era autorizzato “a condurre in catene uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati “a Damasco”. E avvenne che, mentre era in viaggio e sta-va per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: ‘Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?’. Rispo-se: ‘Chi sei, Signore?’. E la voce: ‘Io sono Gesù che tu perseguiti’ (9,3-5). “Allora disse: ‘Che devo fare, Signo-re?’ (22,10).

A Damasco c’era un discepolo di Gesù di nome Ananìa. Il Signore lo mandò ad accogliere Saulo nella sua co-munità perché era stato scelto per portare il Vangelo a tutti i popoli. In questa piccola e perseguitata comunità “fu subito battezzato”.

Silenzio.

Lett. Paolo per tutta la vita ritornerà su questo evento stra-ordinario, pregando e riflettendo.

Scriverà ai Filippesi: “Sono stato afferrato da Gesù Cri-sto” E pensava all’esperienza bruciante di Damasco. Capì che doveva lasciar perdere tutte le sue sicurezze e i suoi privilegi per “guadagnare Cristo ed essere trovato in lui”: giocarsi la vita su Gesù, appartenere a lui, da cui è stato ghermito, quasi fosse ormai sua proprietà. E lo farà. Fino a dire: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, “per me vivere è Cristo”.

Il primo passo di questa lunga strada fu il battesimo. Col battesimo, come tutti noi, era stato immerso mi-

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steriosamente nella morte e nella risurrezione di quello stesso Gesù di Nazaret che gli aveva parlato e lo manda-va a raccontare di lui a tutti popoli.

Un giovane dall’Assemblea: Ma nessuno di noi ha visto luci, è caduto per terra, ha sentito fisicamente la voce di Gesù. Per noi non ci fu nessuna sfolgorante via di Damasco.

Lett. Eppure per tutti noi ci fu un misterioso inizio dell’av-ventura cristiana. Fummo tutti afferrati da Cristo, pri-ma ancora che fiorisse la nostra coscienza, quando una comunità di credenti ci accolse e col Battesimo ci im-merse nella morte e risurrezione di Gesù.

Da allora Gesù di Nazaret ha continuato a chiamarci per nome con amore, come ha fatto con Paolo, a rivol-gerci dei ‘perché?’, a chiederci di stare con lui senza paure e di andare a raccontare di lui a tutti. E, giorno dopo giorno, ci ha dato grazia e forza per ‘conquista-re lui’ che per primo ha conquistato noi. E lo ha fatto nutrendoci con la sua Parola, col suo Corpo e il suo Sangue, con la presenza dei fratelli. Questa fu la nostra silenziosa via di Damasco.

Ma qualcuno ha vissuto anche un’altra via di Damasco e gli chiediamo di aiutarci a vivere meglio la nostra.

Testimonianza di onix Bernardo

Canto: Con te faremo cose grandi

Rit. Con Te faremo cose grandi, il cammino che percorreremo insieme. Di Te si riempiranno sguardi, la speranza che risplenderà nei volti.

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Tu la luce che rischiara, Tu la voce che ci chiama, Tu la gioia che dà vita ai nostri sogni.

1. Parlaci, Signore, come sai, sei presente nel mistero in mezzo a noi. Chiamaci col nome che vorrai e sia fatto il Tuo disegno su di noi. Tu la luce che rischiara, Tu la voce che ci chiama, Tu la gioia che dà vita ai nostri sogni. Rit.

2. Guidaci, Signore, dove sai, da chi soffre ed è più piccolo di noi. Strumento del quel regno che Tu fai, di quel regno che ora vive in mezzo a noi. Tu l’amore che dà vita, Tu il sorriso che ci allieta, Tu la forza che raduna i nostri giorni. Rit.

Lett. Ci è stato chiesto, quando ancora non potevamo senti-re: Rinunci al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?

Oggi, che ne è della nostra libertà di figli Dio? È forse prigioniera di qualche catena, che ha nomi ben

precisi: freddezza verso Dio e orgoglio davanti a lui, egoismo che arriva a usare delle persone, indifferen-za verso i deboli, desiderio di possedere troppe cose, durez za di cuore...?

Silenzio.

Quel giorno ci è stato chiesto ancora: Credi in Dio Padre, in Gesù suo Figlio, nello Spirito Santo e nella Chiesa?

Oggi, che ne è della nostra fede? Dio è per me un Padre da chiamare ‘Abbà’, caro Padre,

come lo chiamava pregandolo Gesù stesso? Gesù è vera-

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mente per me Figlio di Dio e mio fratello che ‘ha amato me e ha dato se stesso per me’, colui dal cui amore mai e nessuno potrà separarmi, come diceva Paolo?

Lascio che lo Spirito di Gesù gridi in me ‘Abbà, Padre’ e mi guidi sulle strade della missione insieme ai miei fratelli che sono la Chiesa?

E amo la Chiesa, anche se debole e peccatrice ? Mi sento anch’io responsabile delle sue debolezze e del-

la sua missione?

Silenzio.

Vesc. In forza della vostra fede e memori delle promesse del vostro Battesimo, rinunciate al peccato e fate la vostra professione di fede in Cristo Gesù: è la fede della Chiesa nella quale siete stati battezzati.

Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?

Ass. Rinuncio.

Vesc. Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?

Ass. Rinuncio.

Vesc. Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?Ass. Rinuncio.

Vesc. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

Ass. Credo.

Vesc. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signo-re, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

Ass. Credo.

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Vesc. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione nei santi, la remissione dei peccati, la risur-rezione della carne e la vita eterna?

Ass. Credo.

Vesc. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.

Ass. Amen.

Vesc. Preghiamo. Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinscere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù nostro Signore.

Ass. Amen.

Canto: mani

Vorrei che le parole mutassero in preghiera e rivederti, o Padre, che dipingevi il cielo. Sapessi quante volte guardando questo mondo vorrei che Tu tornassi a ritoccarne il cuore.

Vorrei che le mie mani avessero la forza per sostenere chi non può camminare. Vorrei che questo cuore, che esplode in sentimenti, diventasse culla per chi non ha più madre.

Rit. 1: Mani, prendi queste mie mani, fanne vita, fanne amore, braccia aperte per ricevere chi è solo.

Cuore, prendi questo mio cuore fa’ che si spalanchi al mondo, germogliando per quegli occhi che non sanno pianger più.

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Noi giovani di un mondo che cancella i sentimenti e inscatola le forze nell’asfalto di città siamo stanchi di guardare siamo stanchi di gridare ci hai chiamati siamo tuoi cammineremo insieme! Rit.1.

Rit. 2: Mani, prendi queste nostre mani fanne vita fanne amore braccia aperte per ricevere chi è solo.

Cuori, prendi questi nostri cuori fa’ che siano testimoni che tu chiami ogni uomo a far festa con Dio.

Rit. 1: Mani...

in mezzo aL popoLo numeroso

Lett. Corinto, con i suoi 500 mila abitanti era una delle più grandi città del tempo di Paolo. Città di mare e centro di commerci fiorenti, viveva in un crescente benessere. C’erano i nuovi ricchi che sfruttavano senza scrupoli i poveri, lavoratori del porto e schiavi.

Il denaro aveva portato corruzione e immoralità a tutti i livelli sociali, tanto che chiamare una donna ‘corinzia’ era un insulto.

Era una città multietnica, con un incrocio di culture, con molte correnti religiose e differenti culti.

Una città così complessa che impaurì Paolo. Ma il Si-gnore gli disse: “Non aver paura... perché io ho un po-polo numeroso in questa città”.

Quando giunse da Atene, lo accolsero Aquila e sua mo-glie Priscilla. Abitò presso di loro e lavorò come tessito-re di tende.

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Lett. Manaus è una città di due milioni di abitanti, sorta dove si forma il grande Rio delle Amazzoni, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana.

La ricchezza è in mano a pochi, che vivono al centro della città, sempre più isolati dalla sterminata massa dei poveri, che arrivano ad ondate dall’interno della fo-resta e dal Nordest: occupano le terre ancora disponi-bili, si costruiscono le baracche e rendono sempre più grande la periferia urbana.

Vivono una vita di dura povertà e anche di miseria, che favorisce la violenza, l’illegalità, la disgregazione della famiglia, lo sfruttamento della donna e dei bambini.

C’è una religiosità diffusa, dentro la quale nascono mol-te sette e gruppi religiosi.

Ma qui il Vangelo è stato piantato da molti anni ed è nata una Chiesa viva. Il Signore ha veramente in Ma-naus ‘un popolo numeroso’ e la sua Chiesa che serve questo popolo.

Don Stefano sente rivolte anche a lui le parole del Si-gnore: “Non aver paura”. Sarà accolto da famiglie che già credono in Gesù e da comunità, come quella che si radunava in casa di Aquila e Priscilla, fatte di gente povera che vive il Vangelo.

Don Stefano, accompagnato da Sandro e Serena, si avvicina all’altare.

Canto: a viagem

Eu vim de longe para encontrar o meu caminho tinha um sorriso, e o sorriso ainda valia achei difícil a viagem até aqui mas eu cheguei, mas eu cheguei.

Eu vim depressa, eu não vim de caminhão eu vim a jato neste asfalto e neste chão

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achei difícil a viagem até aqui mas eu cheguei, mas eu cheguei.

Testimonianza di sandro e serena

Canto: a viagem

Eu vim por causa daquilo que não se vê vim nu, descalço, sem dinheiro e o pior achei difícil a viagem até aqui mas eu cheguei, mas eu cheguei.

Eu tive ajuda de quem você não acredita tive a esperança de chegar até aqui vim caminhando, aqui estou, me decidi Eu vou ficar, eu vou ficar

Lett. Ha scritto Paolo ai cristiani di Corinto: “Mi sono fat-to servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la Legge sono diven-tato come uno che è sotto la Legge, pur non essendo sotto la Legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge.

Mi sono fatto debole con i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.

Tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe con loro” (1Cor 9,19-23)

don stefano: preghiera

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Canto: su ali d’aquila

Tu, che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra, di’ al Signore: “Mio rifugio, mia roccia in cui confido.”

Rit. E ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila, ti reggerà sulla brezza dell’alba, ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai.

Dal laccio del cacciatore ti libererà e dalla carestia che distrugge. Poi ti coprirà con le sue ali e rifugio troverai. Rit.

Non devi temere i terrori della notte, né freccia che vola di giorno: mille cadranno al tuo fianco, ma nulla ti colpirà. Rit.

Perché ai Suoi angeli ha dato un comando: di preservarti in tutte le tue vie. Ti porteranno sulle loro mani, contro la pietra non inciamperai. Rit.

E ti rialzerò, ti solleverò su ali d’aquila, ti reggerò sulla brezza dell’alba ti farò brillar come il sole, così nelle mie mani vivrai. Rit.

Lett. Nelle comunità in cui annunciava il Vangelo, Paolo

celebrava anche l’Eucaristia: ad Antiochia, ad Efeso, a Filippi. E anche a Corinto. Le varie chiese si sentivano profondamente unite dal mangiare tutte “la Cena del Si-gnore”. Come succede ancor oggi: l’Eucaristia che don

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Stefano celebrerà nella grande Manaus e le Eucaristie che noi continueremo a celebrare a Treviso ci dovran-no mettere in comunione profonda di fede e dovranno far crescere i nostri legami di fraternità. Quando nella Messa diremo di essere in comunione con tutta la Chie-sa, dovremo ricordare le chiese sorelle di Manaus, ma anche di San Juan in Paraguay, di Fianga in Ciad e le altre chiese del mondo.

Ma a Manaus come a Treviso e ovunque, tutti corriamo lo stesso rischio che correvano i corinzi.

Lett. A Corinto tra i cristiani c’erano delle divisioni. La più grave era quella tra chi aveva fame e chi era sazio fino ad ubriacarsi. Tra i ricchi benestanti e “chi non aveva niente” e veniva umiliato.

Paolo allora ricorda a tutti ciò che Gesù aveva fatto e detto nella notte in cui veniva tradito e aggiunge: “Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore”. Escludere i poveri dalle nostre comunità e dalle nostre assemblee eucaristiche è mangiare e bere indegnamente il corpo e il sangue del Signore. È “man-giare e bere la propria condanna”.

Lett. La chiesa di Manaus, con tutta la Chiesa brasiliana, si sforza di vivere la scelta preferenziale dei poveri per mangiare degnamente la Cena del Signore. E ha indi-viduato i propri poveri: gli indigeni e gli afroamerica-ni, i disoccupati, i bambini e le bambine abbandonati, molte donne, i senza casa e senza terra, i carcerati, i malati...

Anche sul suo esempio, noi pure vogliamo costruire co-munità aperte ai poveri per celebrare Eucaristie degne del Signore Gesù che ha “mostrato il suo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi e che mai si chiuse alle necessità e alle sofferenze dei fratelli”.

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salmo 146

Ass. Loda il Signore, anima mia.

Loderò il Signore per tutta la mia vita, finchè vivo canterò inni al Signore mio Dio. Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvareAss. Loda il Signore, anima mia.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe chi spera nel Signore suo Dio. Egli è fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati.Ass. Loda il Signore, anima mia.

Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge lo straniero.Ass. Loda il Signore, anima mia.

Il Signore sostiene l’orfano Il Signore regna per sempre, per ogni generazione.Ass. Loda il Signore, anima mia.

Lett. Don Stefano celebrerà la Cena del Signore con comunità spesso povere e circondate da persone ancora più povere. Noi celebriamo Eucaristie da cristiani che conoscono an-cora il benessere e a volte anche la ricchezza, ma siamo sempre più frequentemente circondati da poveri visibili, come spesso sono gli immigrati e da poveri ancora invi-

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sibili ma reali come a volte sono gli anziani e i malati. Tutti, noi e loro, con umiltà ascoltiamo la parola vibrante di un Padre della Chiesa, San Giovanni Crisostomo:

Lett. “Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra, cioè nei poveri, privi di vestiti per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e per la nudità. Colui che ha detto: ‘Questo è il mio corpo’ ha detto anche: “Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare’... Il corpo di Cristo che sta sull’altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure, mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura”.

Don Stefano: Signore Gesù, a me e a tutti noi dona occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli; infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi; fa’ che ci impegniamo lealmente al servi-zio dei poveri e dei sofferenti.

alleluia

Diac. Il Signore sia con voi.Ass. E con il tuo spirito.

DAL VAngELo SEConDo LuCA (10,8-9)

In quel tempo Gesù disse: «Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo davanti, e curate i malati che vi si trovano, e dite loro: ‘È vicino a voi il regno di Dio’».

Parola del Signore.Ass. Lode a te, o Cristo.

omelia del Vescovo

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mandaTo

Incaricato della Pastorale missionaria: La nostra Chiesa di Treviso, secondo il mandato del Signore, invia ad an-nunciare il Vangelo alla chiesa che è a Manaus in Brasi-le e accompagna con le sue preghiere il presbitero don Stefano Moino.

Don Stefano: Eccomi.

Vesc. Fratelli carissimi, innalziamo la nostra preghiera a Dio Padre, che ama e vuole salvi tutti gli uomini.

Lett. Per la Chiesa universale, perché, guidata dal Papa e dai Vescovi, testimoni con fedeltà l’amore del Padre verso tutti gli uomini e tutti i popoli, preghiamo.

Ass. Signore, ascoltaci.

Lett. Per la Chiesa dell’India, perché anche nei momenti di persecuzione e di martirio, sia coraggiosa testimone del Vangelo di pace e di riconciliazione, preghiamo.

Ass. Signore, ascoltaci.

Lett. Per la Chiesa di Manaus, perché annunci il Vangelo del-la speranza e nutrendosi alla Cena del Signore sia fede-le alla scelta preferenziale dei poveri, preghiamo.

Ass. Signore, ascoltaci.

Lett. Per la nostra chiesa di Treviso, perché attraverso tutti i suoi missionari continui a predicare il Vangelo fino agli estremi confini della terra, preghiamo.

Ass. Signore, ascoltaci.

Lett. Per tutti i poveri della terra che soffrono la fame, la malattia, la violenza e la guerra, perché trovino in noi dei costruttori di giustizia e di pace, preghiamo.

Ass. Signore, ascoltaci.

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Lett. Per tutti noi, che apparteniamo alla Chiesa formata da popoli di ogni razza e cultura, perché sappiamo re-spingere ogni tentazione di razzismo, intolleranza e di esclusione e sappiamo aiutare la società civile ad orga-nizzarsi con scelte rispettose della dignità di ogni esse-re umano, preghiamo.

Ass. Signore, ascoltaci.

Vesc. Con le parole di Gesù che ci insegna a invocare la venu-ta del Regno del Padre suo. Diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro...

Vesc. Caro don Stefano, la grazia di Dio Padre, che vuole salvi tut ti gli uomini, sia con te in ogni tempo e in ogni luogo.

Ass. Amen.

Vesc. Il Signore Gesù, ti conceda di essere con la tua vita testimone del Vangelo, facendoti come lui povero ed evangelizzatore dei poveri.

Ass. Amen.

Vesc. Lo Spirito Santo ti sostenga nell’annunziare, con fran-chezza e coraggio, in comunione con la Chiesa, il Van-gelo di Gesù crocifisso, morto e risorto.

Ass. Amen.

Vesc. Ai tuoi familiari che partecipano al tuo dono, il Signore conceda di aver parte anche alla tua ricompensa di gio-ia. E alle comunità cristiane di Trebaseleghe, Mirano e di Maser che hai servito, conceda di crescere nella fede e nell’amore universale. Ti accompagnino con la pre-ghiera e sappiano accoglierti con gratitudine quando ritornerai a raccontare le sue meraviglie in mezzo alla città di Manaus.

Ass. Amen.

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Vesc. Maria, Madre della Chiesa, che ha cooperato alla missio-ne del Figlio e i Santi trevigiani servitori della missione della Chiesa di Treviso accompagnino i tuoi passi.

Ass. Amen.

Consegna della Bibbia

Vesc. Ricevi le Sacre Scritture: il Signore apra il tuo cuore e le tue labbra perché tu possa testimoniare e annunciare la buona notizia del Regno.

Benedizione e consegna della Croce

Vesc. Padre Santo, che hai voluto fare della Croce del tuo Figlio l’origine di ogni benedizione e la fonte di ogni grazia, benedici † questa croce e fa che chi la porterà davanti agli uomini si impegni a rinnovarsi a immagine del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Ass. Amen.

Vesc. Caro don Stefano, ricevi questo segno della carità di Cristo e della nostra fede. Guida le comunità che ti sa-ranno affidate, annuncia loro con la vita e la parola Cri-sto crocifisso, potenza e sapienza di Dio.

Canto: ora è tempo di andare

Oggi abbiamo incontrato il Signore tra noi e ci siamo fermati con Lui, ha parlato nel cuore di ciascuno di noi progetti di una vita con Lui.

Oggi abbiamo ascoltato nuove cose da Lui orizzonti infiniti per noi

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una luce che illumina ancora di più questa nostra vita quaggiù.

Rit. ora è tempo di andare ora è tempo di fare Quello che abbiamo udito da Lui ora è tempo di andare ora è tempo di avere la certezza che cammina anche Lui con noi!

Una grande famiglia è venuta oggi qui Per lodare insieme il Signor Ed abbiamo sentito che rinasce con noi Un mondo nuovo ancora quaggiù.

Questo giorno è la nuova creazione di Dio viene il Suo Regno tra noi Il Signore è risorto la Sua vita ci dà festa della sua eternità.

Rit. ora è tempo di andare... (3 volte)

Lett. Preghiamo a cori alterni con una preghiera del nostro Vescovo.

Voci femminili: Gesù Signore, come ospite e pellegrino tu continui a bussare alla nostra porta, anche quando, per presunzione e poca fede, ti chiudiamo fuori, attratti dai facili compromessi con gli idoli moderni del consumo e del benessere.

Voci maschili: Come hai fatto con Paolo lungo la via di Damasco e Maria Maddalena nel giardino del tuo sepolcro,

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entra nella nostra vita e rivèlati: Vivente e Risorto, unico Dio e unico Signore.

Voci femminili: La tua voce forte e persuasiva risvegli nella nostra coscienza il desiderio di seguirti senza calcoli e tentennamenti.

Voci maschili: Guarisci i nostri occhi e aprili alla fede, perché in ginocchio adoriamo solo te, con tutta la mente e con tutto il cuore, in attesa di essere accolti nel tuo abbraccio eterno, quando ci chiamerai a oltrepassare il confine della morte.

Voci femminili: Accogliendo e nutrendoci del tuo Corpo e del tuo Sangue alla santa Cena eucaristica, impareremo a lavarci i piedi gli uni gli altri, come sorelle e fratelli, cominciando dal povero e dallo straniero.

Voci maschili: Così saremo la comunità che tu vuoi, capaci di diffondere con verità e purezza la luce, il sapore e il profumo del tuo Vangelo a chi vive nelle tenebre e nell’ombra di morte e a quanti incontreremo sul nostro cammino.Tutti: Amen.

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Benedizione

Vesc. Il Signore sia con voi.Ass. E con il tuo spirito.

Vesc. Dio vi faccia apostoli della sua Parola e testimoni del suo amore nel mondo

Ass. Amen.

Vesc. Il Signore Gesù vi riempia della sua gioia.Ass. Amen.

Vesc. Lo spirito del Signore sia sopra di voi, perché possiate evangelizzare i poveri e sanare i contriti di cuore.

Ass. Amen.

Vesc. E su voi tutti qui presenti, scenda la benedizione di Dio onnipotente, † Padre e Figlio e Spirito Santo.

Ass. Amen.

Lett. A ricordo di questa Veglia viene consegnato ‘Essere laici oggi’: è il resoconto dello scambio che abbiamo avuto nei Vicariati con i laici di Manaus, di San Juan in Para-guay e con gli immigrati africani.

Le offerte raccolte esprimeranno la nostra solidarietà alle comunità cristiane dell’India che sono state private dei loro beni.

Canto: ave, maria

Rit. Ave Maria, Ave... Ave Maria, Ave.

Donna dell’attesa e Madre di speranza Ora pro nobis Donna del sorriso e Madre del silenzio Ora pro nobis

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Donna di preghiera e Madre dell’ardore Ora pro nobis Donna del riposo e Madre del sentiero Ora pro nobis

Rit. Ave Maria, Ave... Ave Maria, Ave.

Donna del deserto e Madre del respiro Ora pro nobis Donna della sera e Madre del ricordo Ora pro nobis

Donna del presente e Madre del ritorno Ora pro nobis Donna della terra e Madre dell’amore Ora pro nobis

Rit. Ave Maria, Ave... Ave Maria, Ave (2 volte).

Canto: prendiamo il largo

Siamo qui con te ed il mare avanti a noi, sorge l’alba sai che il futuro inizia qui. Tu senti il vento soffiare da laggiù, questo è il segno che tutto è pronto... andiamo!

Vieni prendiamo il largo, lungo questa rotta il Signore l’ha scelta per noi spiega le vele al vento e lo Spirito ci condurrà!

Senti il vuoto noi siamo nelle mani Sue, ma sappiamo che si può tutto grazie a Lui, È Cristo che ci dà forza per andar Come remi noi sul Suo grembo, tentiamo!

Vieni prendiamo il largo...

appunTamenTi missionari

“CLaire Ly”

La voce di una donna cambogiana e il suo percorso spi-rituale che l’ha condotta dall’odio dei campi di Pol Pot all’amore cristiano…

Martedì 4 novembre, ore 20.30 in Casa Toniolo (TV)

“iL respiro deL mondo”

Musical nel ricordo di suor Gina Simionato e Luciano Bottan:– Domenica 19 ottobre, ore 17.30 presso la Pro-Loco

vicino alla chiesa vecchia di Sant’Angelo (TV) – Sabato 8 novembre, ore 20.30 presso la palestra di

Onigo di Pederobba (Tv)