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200 © Giovanni Fioriti Editore s.r.l. Psichiatria e Psicoterapia (2015) 34, 3, 200-211 «REATTACH»: UN INTERVENTO PER PERSONE CON ASD? PARTE III 1 Paula J.P.W. Weerkamp-Bartholomeus Introduzione Il Disturbo dello Spettro dell’Autismo (DSA) è un gruppo di menomazioni dello sviluppo caratterizzate da un deterioramento dell’interazione e della comunicazione sociale e da comportamenti/interessi ristretti e ripetitivi (Baron-Cohen 1995). Si tratta di problemi nel funzionamento quotidiano della persona che sono causati da svariate difficoltà nell’elaborazione processuale dell’informazione e sfide che ogni individuo affetto da autismo deve fronteggiare nel corso del proprio sviluppo (Bartholomeus-Weerkamp 2013, Baron-Cohen 1995, Volkmar 2011). Il ReAttach è un intervento, concepito per aiutare i partecipanti affetti da autismo a migliorare il loro modo di elaborare processualmente l’informazione, che potrebbe aiutarli a superare i problemi di funzionamento che incontrano nella loro vita quotidiana. Si tratta di un tipo di psicoterapia basata su osservazioni pedagogiche e psicologiche, in quanto l’esaminare il modo in cui i bambini elaborano processualmente l’informazione, le emozioni e gli eventi può offrire l’occasione di intuizioni sostanziali per lo sviluppo del bambino. Il metodo si chiama ReAttach in ragione dell’importanza che una relazione di attaccamento [Attachment] sicuro ha per lo sviluppo nei bambini di una capacità di regolazione adattiva dell’emozione. Se i bambini provano una sensazione di stress, ansia o sconforto, manifestano un comportamento verbale o non-verbale per ottenere conforto da un genitore. Un comportamento del genere spesso induce la figura di attaccamento a fornire sicurezza e cure aiutando in tal modo i bambini a imparare come fronteggiare le situazioni stressanti. Il ReAttach concentra la propria attenzione sul processo con cui i bambini alle prime armi cercano di imparare come affrontare le proprie emozioni. Un bambino che si sente sicuro è capace di elaborare processualmente un’informazione nuova e stressante mediante il gioco (Bartholomeus-Weerkamp 2013): il gioco è estremamente importante per lo sviluppo socio-cognitivo dei bambini. Il gioco è per i bambini un modo di sviluppare la coscienza di sé, di diventare consapevoli delle prospettive altrui e di mettere in pratica le proprie abilità cognitive sociali per formare i necessari concetti sociali. Il processo del gioco è complesso. Il ReAttach è stato progettato per ricostruire questo processo in modo da aiutare i partecipanti affetti da autismo a migliorare il loro modo di elaborare processualmente l’informazione e per insegnare loro nuove abilità che non erano riusciti ad apprendere da soli nelle precedenti fasi del loro sviluppo. Il ReAttach è concepito in 1 Pubblicato in Clinical Neuropsychiatry (2015) 12, 2, 18-22. Tr. it. di Corrado Zaccagnini

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200 © Giovanni Fioriti Editore s.r.l.

Psichiatria e Psicoterapia (2015) 34, 3, 200-211

«REATTACH»: UN INTERVENTO PER PERSONE CON ASD?

PARTE III1

Paula J.P.W. Weerkamp-Bartholomeus

Introduzione

Il Disturbo dello Spettro dell’Autismo (DSA) è un gruppo di menomazioni dello sviluppo caratterizzate da un deterioramento dell’interazione e della comunicazione sociale e da comportamenti/interessi ristretti e ripetitivi (Baron-Cohen 1995). Si tratta di problemi nel funzionamento quotidiano della persona che sono causati da svariate diffi coltà nell’elaborazione processuale dell’informazione e sfi de che ogni individuo affetto da autismo deve fronteggiare nel corso del proprio sviluppo (Bartholomeus-Weerkamp 2013, Baron-Cohen 1995, Volkmar 2011).

Il ReAttach è un intervento, concepito per aiutare i partecipanti affetti da autismo a migliorare il loro modo di elaborare processualmente l’informazione, che potrebbe aiutarli a superare i problemi di funzionamento che incontrano nella loro vita quotidiana. Si tratta di un tipo di psicoterapia basata su osservazioni pedagogiche e psicologiche, in quanto l’esaminare il modo in cui i bambini elaborano processualmente l’informazione, le emozioni e gli eventi può offrire l’occasione di intuizioni sostanziali per lo sviluppo del bambino.

Il metodo si chiama ReAttach in ragione dell’importanza che una relazione di attaccamento [Attachment] sicuro ha per lo sviluppo nei bambini di una capacità di regolazione adattiva dell’emozione. Se i bambini provano una sensazione di stress, ansia o sconforto, manifestano un comportamento verbale o non-verbale per ottenere conforto da un genitore. Un comportamento del genere spesso induce la fi gura di attaccamento a fornire sicurezza e cure aiutando in tal modo i bambini a imparare come fronteggiare le situazioni stressanti. Il ReAttach concentra la propria attenzione sul processo con cui i bambini alle prime armi cercano di imparare come affrontare le proprie emozioni. Un bambino che si sente sicuro è capace di elaborare processualmente un’informazione nuova e stressante mediante il gioco (Bartholomeus-Weerkamp 2013): il gioco è estremamente importante per lo sviluppo socio-cognitivo dei bambini.

Il gioco è per i bambini un modo di sviluppare la coscienza di sé, di diventare consapevoli delle prospettive altrui e di mettere in pratica le proprie abilità cognitive sociali per formare i necessari concetti sociali. Il processo del gioco è complesso. Il ReAttach è stato progettato per ricostruire questo processo in modo da aiutare i partecipanti affetti da autismo a migliorare il loro modo di elaborare processualmente l’informazione e per insegnare loro nuove abilità che non erano riusciti ad apprendere da soli nelle precedenti fasi del loro sviluppo. Il ReAttach è concepito in

1 Pubblicato in Clinical Neuropsychiatry (2015) 12, 2, 18-22. Tr. it. di Corrado Zaccagnini

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modo tale da comprendere le seguenti componenti: contatto fisico, regolazione dell’attivazione emotiva, processi di integrazione multisensoriale, stimolo del pensiero concettuale, modifica delle polarizzazioni cognitive.

In questo studio si intraprendono i primi passi per esplorare il potenziale del ReAttach per le persone affette da DSA. Ai pazienti con disturbo autistico, PDD-NOS2, Sindrome di Asperger e DSA con menomazioni mentali si offrono cinque sedute di ReAttach e si valuta l’importanza del loro disturbo prima e dopo le cinque sedute con l’aiuto dell’ATEC (Autism Treatment Evaluation Checklist).

Metodi

Popolazione della ricerca

Un gruppo di 8 terapeuti è stato addestrato dall’autore a utilizzare il ReAttach per i disturbi dello spettro dell’autismo. Dopo un training rivolto all’assimilazione delle necessarie abilità di base questi terapeuti effettuarono l’intervento di ReAttach con persone affette da autismo al fine di completare il loro corso di addestramento e per verificare l’integrità e completezza dell’intervento da loro effettuato. A ognuno dei pazienti con autismo che parteciparono agli interventi furono offerte cinque sedute di ReAttach effettuate nel lasso di tempo di 12 settimane. La checklist ATEC fu compilata sia prima che dopo le cinque sedute di ReAttach per valutare i risultati del trattamento in termini di importanza dei problemi evidenziati nel funzionamento quotidiano della persona. La figura 1 mostra il flusso dei partecipanti. All’inizio furono 63 i partecipanti che fornirono la

2 PDD-NOS è l’acronimo di “Pervasive Developmental Disorder-Not Otherwise Specified” [Disturbo Pervasivo dello Sviluppo – Non Altrimenti Specificato – vedi DSM IV – Revisione - Appendice D - p. 878 dell’Edizione Italiana.] NdT

Figura 1. Diagramma di flusso dei partecipanti

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dichiarazione di consenso informato. I criteri di esclusione del ReAttach erano: abuso di sostanze, caratteristiche psicotiche, episodi di crisi. I partecipanti esclusi furono 2. Dopo la spiegazione della procedura del ReAttach, 3 partecipanti non si sentirono motivati a procedere oltre. I 58 partecipanti che proseguirono completando le cinque sedute fornirono sia le schede del pre-test che quelle del post-test. Le caratteristiche di base di questi 58 partecipanti sono mostrate nella tabella 1.

Tabella 1. Caratteristiche di base della popolazione della ricerca. Dati presentati come media +- DS

Numero dei partecipanti 58

Età (anni) 24,4 +- 12,3Soggetti di genere maschile 46 (79,3%) Diagnosi: 100% - Disturbo Autistico 6 (10,3%) - PDD-NOS 24 (41,4%) - Sindrome di Asperger 24 (41,4%) - DSA e menomazione mentale 4 (6,9%)

Lista di controllo per la valutazione del trattamento dell’autismoAutism Treatment Evaluation Checklist (ATEC)

L’Autism Treatment Evaluation Checklist (ATEC) (Rimland e Edelson 1999) è progettata per fornire un inventario dei problemi che le persone affette da autismo incontrano quotidianamente. La lista di controllo ATEC consiste in quattro sub-test:

•I. Capacità di parlare/Comunicazione mediante il linguaggio (14 item)•II. Socievolezza (20 item)•III. Consapevolezza sensoriale / cognitiva (18 item)•IV. Salute / Fisicità / Comportamento (25 item)

L’ATEC è stato scelto perché progettato proprio per valutare gli effetti dei trattamenti rivolti alle persone affette da autismo (Rimland e Edelson 1999). L’Autism Research Institute ha esaminato la coerenza interna della checklist ATEC effettuando uno “split-half reliability test”3 su 1358 liste ATEC (2007) integralmente compilate. L’affidabilità della coerenza risultò essere elevata (0,92 per il Punteggio Totale – 0,92 per la Capacità di parlare – 0,84 per la Socievolezza – 0,88 per la Consapevolezza sensoriale / cognitiva – 0,82 per Salute / Fisicità / Comportamento). Studi precedenti hanno mostrato che l’ATEC è uno strumento sensibile per misurare i cambiamenti dovuti a un trattamento (Jarusiewics 2002, Lonsdale 2002). In questo studio, l’ATEC è stato utilizzato per valutare il generale benessere dei partecipanti affetti da autismo prima e dopo il

3 Cioè una valutazione della sua coerenza interna in cui il test è diviso in due parti e i punteggi di ciascuna delle due metà sono paragonati l’uno con l’altro. [NdT]

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ReAttach. Le schede dell’ATEC furono compilate dai terapeuti, che campionarono i punteggi osservando i partecipanti e ponendo domande ai partecipanti o ai loro genitori. Un T-test con campioni appaiati è stato effettuato per paragonare i punteggi medi ATEC prima e dopo il trattamento di ReAttach.

Condizionamento iniziale

Prima di cominciare una seduta di ReAttach entrambi, terapeuta e partecipante, si siedono attorno a un tavolo e il terapeuta spiega la procedura assicurandosi che il partecipante capisca bene le istruzioni a lui rivolte.

La procedura del ReAttach

Sono 5 in tutto i contatti psicoterapeutici che hanno luogo nel lasso di tempo di tre mesi, durante il quale l’intervallo tra le sedute è volutamente mantenuto non trascurabile per favorire l’autonomia del partecipante.

Il primo passo del ReAttach verso un processo di integrazione multisensoriale e pensiero concettuale

Il terapeuta comincia con il regolare il livello di attivazione del partecipante. Per ottenere questo risultato, il terapeuta modifica il proprio atteggiamento, il tono della voce, il modo di essere presente e attento e utilizza anche un input tattile con il picchiettare delle proprie dita sulle mani del partecipante [tapping] (oppure ingaggia il partecipante con un altro contatto fisico da lui accettato). Il terapeuta stimola il partecipante in modo multisensoriale attraverso vari canali, mantenendolo a un livello ottimale di attivazione emotiva mediante suggerimenti verbali, esercizi visivi e input tattili (tapping). In tutto questo tempo l’attivazione del partecipante rimane allo stesso livello e durante l’intera seduta viene mantenuta viva un’attenzione congiunta. Con la stimolazione dei canali multisensoriali, ha inizio il processo di integrazione multisensoriale, con il terapeuta che guida il partecipante verso il pensiero concettuale. In questa situazione ambientale ottimale il terapeuta chiama per nome il partecipante per indirizzarlo verso il concetto di sé. Il partecipante viene così iniziato a vivere nel suo cervello un’esperienza di ricerca dell’informazione tanto veloce da rendere impossibile la discriminazione tra immagini e parole. Dopo questo primo passo, il terapeuta aiuta il partecipante aiutandolo ad acquisire capacità più sfidanti che mirano allo sviluppo di una teoria della mente e di concetti sociali.

Il secondo passo del ReAttach: rielaborazione processuale dell’informazione mediante un processo di integrazione multisensoriale e di pensiero concettuale

Il cervello del partecipante viene stimolato a eseguire fino in fondo alcuni compiti a lui assegnati che comportano un pensiero concettuale. Mentre questo processo è ancora in corso

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il terapeuta comincia il secondo passo: la modifica della polarizzazione cognitiva. Il terapeuta mantiene in vita l’attenzione congiunta e simultaneamente cerca di portare il partecipante verso un livello molto basso di attivazione emotiva. Il terapeuta utilizza l’input tattile (cioè il tapping sulle mani o sul corpo) per raggiungere il livello di attivazione voluto mediante un brusco rallentamento della velocità del tapping. La velocità del tapping viene rallentata bruscamente mentre vengono mantenute vive con continuità la stimolazione tattile e l’attenzione congiunta. Il terapeuta fornisce suggerimenti verbali senza turbare questo livello di attivazione (il terapeuta tara al punto giusto il tono e il volume della propria voce). Richiede poi al partecipante di richiamare alla mente informazioni dettagliate per poterle rielaborare concettualmente. I compiti che vengono assegnati per questa rielaborazione del pensiero sono generici (p.e. richiamare alla mente tutti i buoni ricordi). Lo scopo è quello di aiutare il partecipante a costruire concetti coerenti di sé stesso, di altri significativi e del mondo. Dopo avere assegnato un numero limitato di compiti per questa rielaborazione del pensiero, il terapeuta rimane silenzioso. Non viene fornita alcuna ulteriore istruzione, ma viene mantenuta intatta l’attenzione congiunta e la continuità della procedura del ReAttach. Il partecipante rimane al centro dell’attenzione e assolutamente coinvolto durante tutto il resto della seduta.

Statistiche

Il confronto tra le medie dei punteggi totali misurati con l’ATEC prima e dopo 5 sedute di terapia è stato effettuato mediante un T-test con campioni appaiati con un 95% di affidabilità dell’intervallo della differenza CIN (0,95).

Risultati

Nella tabella 2 viene presentato un confronto tra i punteggi ATEC medi pre-trattamento e post-trattamento del Gruppo Totale (n=58). I risultati rivelano significative (p<0.001) riduzioni dei punteggi in varie aree dello sviluppo (vedi aree I, II, III, IV della Lista di controllo) e nel Punteggio Totale.

La tabella 3 presenta i risultati del confronto tra i punteggi ATEC medi pre-trattamento e post-trattamento del gruppo di partecipanti con diagnosi di Disturbo Autistico (n=6). Questo gruppo mostra cambiamenti positivi significativi nei sub-test I (p<0.01), II (p<0.05), III (p<0.05), IV (p<0.01) e nel Punteggio Totale (p<0.01).

La tabella 4 presenta i risultati del confronto tra i punteggi ATEC medi pre-trattamento e post-trattamento del gruppo di partecipanti con diagnosi di Sindrome di Asperger (n=24). Ci sono cambiamenti positivi significativi in tutti i sub-test ATEC (p<0.01) e nel Punteggio Totale (p<0.01).

La tabella 5 presenta i risultati del confronto delle misure pre-trattamento e post-trattamento del gruppo di partecipanti con diagnosi di PDD-NOS (n=24). Ci sono cambiamenti positivi significativi in tutti i sub-test ATEC (p<0.01) e nel Punteggio Totale (p<0.01).

La tabella 6 mostra i risultati di 4 partecipanti con diagnosi di DSA e menomazione mentale

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(QI < 70). Si è ottenuto un cambiamento significativo (p<0.01) nel sub-test I. I sub-test II e IV non mostrano cambiamenti significativi. Il sub-test III e il Punteggio Totale rivelano cambiamenti significativi (p<0.05).

Tabella 2. Paragone tra i punteggi ATEC medi del gruppo totale

Misure ATEC pre- e post-test Gruppo totale (N=58)

Paragoni tra Medie dei sub-test ATEC M1; DS1 M2; DS2 M1-M2 t (df) p DE

I. Capacità di parlare/Comunicazione 6,28; 3,23 2,41;2,64 3,86 9,96 (57); 0,000 1,31

II. Socievolezza 22,16; 9,21 7,95; 6,48 14,21 13,72 (57); 0,000 1,78III. Consapevolezza sensoriale/cognitiva 16,71; 6,04 7,97; 5,30 8,74 11,91 (57); 0,000 1,49

IV. Salute / Fisicità / Comportamento 20,79; 8,64 9,19; 5,99 1,60 11,64 (57); 0,000 1,56

Punteggio Totale 66,43; 22,37 26,90; 16,28 39,53 15,23 (57); 0,000 2,02

Tabella 3. Paragone tra i punteggi ATEC medi del gruppo con diagnosi di Disturbo Autistico

Disturbo Autistico (N=6)

Età (M, DS) 18,67; 6,92

Genere (Maschile) 100%

Paragoni tra Medie dei sub-test ATEC M1; DS1 M2; DS2 M1-M2 t (df) p DE

I. Capacità di parlare/Comunicazione 9,83;0,98 3,33; 3,39 6,50 4,27 (5); 0,008 3,93

II. Socievolezza 27,00; 9,94 8,67; 8,45 18,33 3,84 (5); 0,012 1,98III. Consapevolezza sensoriale/cognitiva 20,33; 5,75 8,83; 5,64 11,50 3,97 (5); 0,011 2,02

IV. Salute / Fisicità / Comportamento 23,67; 7,34 14,67; 8,59 9,00 5,25 (5); 0,003 1,12

Punteggio Totale 84,17; 19,302 31,83; 18,67 52,33 4,78 (5); 0,005 2,78

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Tabella 4. Paragone tra i punteggi ATEC medi del gruppo con Sindrome di Asperger

Sindrome di Asperger (N=24)

Età (M, DS) 27,75; 12,88

Genere (Maschile) 70,83%

Paragoni tra Medie dei sub-test ATEC M1; DS1 M2; DS2 M1-M2 t (df) p DE

I. Capacità di parlare/Comunicazione 4,75; 2,83 1,38; 1,84 3,38 6,86 (23); 0,000 1,41

II. Socievolezza 19,79; 8,43 7,29; 5,65 12,50 10,21 (23); 0,000 1,74III. Consapevolezza sensoriale/cognitiva 15,79; 5,76 7,67; 4,55 8,13 8,40 (23); 0,000 2,02

IV. Salute / Fisicità / Comportamento 21,25; 9,24 8,50; 5,37 12,75 7,69 (23); 0,000 1,68

Punteggio Totale 61,63; 21,57 24,83; 14,80 36,79 10, 56 (23); 0,000 1,98

Tabella 5. Paragone tra i punteggi ATEC medi del gruppo con diagnosi di PDD-NOS

PDD-NOS (N=24)

Età (M, DS) 22,17; 11,68

Genere (Maschile) 83,33%

Paragoni tra Medie dei sub-test ATEC M1; DS1 M2; DS2 M1-M2 t (df) p DE

I. Capacità di parlare/Comunicazione 6,50; 3,05 2,54; 2,28 3,96 6,07 (23); 0,000 1,41

II. Socievolezza 21,79; 8,79 7,29; 4,92 14,50 9,36 (23); 0,000 2,04III. Consapevolezza sensoriale/cognitiva 15,24; 6,46 6,21; 3,92 9,21 7,31 (23); 0,000 1,72

IV. Salute / Fisicità / Comportamento 18,71; 8,55 7,63; 4,61 11,08 7,14 (23); 0,000 1,61

Punteggio Totale 62,75; 21,12 23,54; 12,46 39,21 9, 26 (23); 0,000 2,26

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Tabella 6. Paragone tra i punteggi ATEC medi del gruppo con diagnosi di DSA e menomazione mentale

DSA e menomazione mentale (N=4)

Età (M, DS) 26,75; 16,17

Genere (Maschile) 75%

Paragoni tra Medie dei sub-test ATEC M1; DS1 M2; DS2 M1-M2 t (df) p DE

I. Capacità di parlare/Comunicazione 8,75; 3,30 6,50; 3,25 2,25 9,00 (23); 0,003 0,63

II. Socievolezza 31,75; 10,40 14,75; 13,38 16,50 2,52 (3); 0,086 n. s. III. Consapevolezza sensoriale/cognitiva 24,50; 4,73 19,00; 3,83 5,50 3,22 (3); 0,049 1,27

IV. Salute / Fisicità / Comportamento 26,25; 4,57 14,50; 7,33 11,75 2,46 (3); 0,090 n. s.

Punteggio Totale 90,75; 14,45 52,00; 23,92 38,75 4,40 (3); 0,022 1,96

Discussione

Il ReAttach fu sviluppato a partire da insight nell’ambito della psicologia pedagogica con riferimento alla teoria dell’attaccamento (Bowlby 1969/1997) e alla teoria dell’information processing (Bartholomeus-Weerkamp 2013). Ci si riferisce al ReAttach con la locuzione di ‘approccio multi-mediale’ in quanto il metodo include prossimità, distanziamento, contatto tattile, voce ed espressioni emotive. Per eseguire in modo appropriato il ReAttach, il terapeuta deve utilizzare tutta la sua sensibilità in modo da potersi coinvolgere a sufficienza con il partecipante e nel contempo deve essere capace di regolare la propria attivazione emotiva in modo da poter gestire la complessità dei modelli operativi comportamentali.

La differenziazione delle diagnosi dei partecipanti ha mostrato che del ReAttach possono beneficiare tutti i soggetti appartenenti alla gamma dello spettro autistico. Anche se il numero dei partecipanti affetti sia da autismo sia da menomazione mentale era senza dubbio limitato, possiamo essere ottimisti circa il lavoro che si può fare con questo gruppo di pazienti. Il metodo del ReAttach non richiede un’eccessiva comprensione del linguaggio parlato e ciò significa che un terapeuta può facilmente adeguare i suggerimenti verbali allo stadio cui è arrivato il paziente nello sviluppo delle sue capacità. Questo studio mostra con chiarezza che nonostante la sua inerente complessità l’intervento del ‘ReAttach per l’autismo’ gode di una buona trasferibilità. Un gruppo di professionisti di fresco addestramento a questo metodo è stato capace di ottenere cambiamenti positivi e affidabili nella vasta gamma di aree evolutive descritte nell’ATEC.

Non esiste in natura qualcosa che possa chiamarsi “il paziente autistico”. I soggetti che parteciparono a questo studio erano affetti da una grande varietà di problemi neuropsicologici

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che invadevano la loro vita di tutti i giorni. La multi-modalità dell’intervento di ReAttach offre a ciascun partecipante molte occasioni di imparare nuove abilità e di ridurre in tal modo i problemi che incontrano nella loro vita quotidiana. Molte persone con DSA hanno problemi con la regolazione della propria attivazione in termini di problemi d’ansia o di problemi di deficit di attenzione (iperattività). Ciò può essere un ostacolo per i trattamenti e potrebbe essere difficile far sì che i partecipanti autistici siano coinvolti in un’attività che richieda un’attenzione congiunta. Tra i 12 e i 18 anni, un ragazzo sviluppa una capacità di attenzione congiunta (Blijd-Hoogewys e Katelaars 2008) che è considerata un precursore della teoria della mente e dello sviluppo del linguaggio (Verhulst 2008). Alcuni interventi come il Discrete Trial Training (DTT) e il Pivotal Response Treatment (PRT)4 hanno cercato di addestrare le persone affette da autismo ingaggiandole in un’attività di attenzione congiunta (Stavropulos, 2013). In questi interventi, i bambini/ragazzi sono aiutati a rispondere sostenendoli e rinforzandoli dall’esterno e in genere mostrano di ottenere miglioramenti notevoli nella capacità di condividere con un interlocutore un’attività di attenzione congiunta. Tuttavia, per via della mancanza di una motivazione sociale intrinseca e dell’uso di ricompense estrinseche l’attenzione congiunta regredisce quando le ricompense non sono più disponibili (Kasari et al. 2010 Landa et al. 2011, Schertz et al. 2013, Whalen e Schreibman 2003).

Nel ReAttach il tapping con le mani è utilizzato come tecnica per regolare fisicamente e dall’esterno l’intensità e la velocità dell’attivazione del partecipante. Una delle condizioni di vantaggio che offre il tapping è il contatto fisico che stimola il sistema di gratificazione del cervello e in tal modo aiuta i partecipanti autistici a sentirsi coinvolti nello stato di attenzione congiunta che è necessaria per il training cognitivo sociale (Baskerville e Douglas 2010, Gordon et al. 2013). Gordon et al. hanno trovato che i centri cerebrali associati alla ricompensa e al riconoscimento dell’emozione ad essa connessa sono molto più reattivi nel corso dei compiti sociali se ai bambini/ragazzi si somministra ossitocina anziché un placebo (Gordon et al. 2013). L’ossitocina normalizzava temporaneamente le regioni cerebrali responsabili dei deficit sociali osservati nei bambini affetti da autismo. Questa ricerca di Gordon suggerisce che l’ossitocina facilita la sintonia sociale e da sostegno ai nostri risultati che mostrano come il contatto fisico effettuato durante il ReAttach sia una spiegazione della buona attenzione congiunta che si ottiene nelle nostre sedute terapeutiche.

Un’altra difficoltà incontrata dalle persone dello spettro autistico è il modo in cui elaborano processualmente l’informazione. Secondo Bogdashina (Bogdashina 2004), nei bambini/ragazzi dello spettro autistico qualsiasi attività di formulazione concettuale è compromessa perché hanno problemi con l’integrazione sensoriale. Per colpa di questi problemi nel processo di integrazione sensoriale, nelle persone affette da autismo l’informazione rimane indefinita e non elaborata processualmente (Bogdashina 2004). Se non possono elaborare processualmente l’informazione sensoriale come un tutto significativo e coerente (Frith 1989) le persone affette da autismo non sono in grado di formulare concetti (Bartholomeus-Weerkamp 2013).

4 Il “Pivotal Response Treatment (PRT)” è uno dei più studiati e validati trattamenti comportamentali dell’autismo. Il “Discrete Trial Training (DTT)” è un metodo di insegnare nuove abilità in step semplificati e strutturati. Invece di cercare di insegnare una determinata abilità in un colpo solo, essa viene frammentata e poi ricostruita con tentativi discreti che insegnano uno step alla volta (Smith 2001).

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Se si presume che il training possa migliorare la capacità di elaborare processualmente l’integrazione multisensoriale, si ammette anche che possa essere oggetto di training il pensiero concettuale di queste persone. Dobbiamo migliorare la loro attività processuale di integrazione multisensoriale perché questa abilità è richiesta perché si possano formulare concetti.

I problemi di interazione sociale delle persone dello spettro autistico insorgono per via della loro incapacità di base di formulare col pensiero concetti mentali come quello di sé e di altri (Baron-Cohen 1995). Con la sua ipotesi di teoria della mente, Baron-Cohen supponeva che le persone con autismo siano incapaci di concettualizzare le credenze, le intenzioni, i desideri degli altri e perciò non possano servirsi di questa conoscenza per capire il comportamento delle altre persone (Volkmar 2011). È molto stretta la relazione tra le abilità basate sulla teoria della mente e il livello complessivo cognitivo e del linguaggio. Le persone dello spettro autistico che hanno capacità cognitive più sviluppate di solito risolvono assai prontamente i loro compiti di teoria della mente, ma rimangono gravemente menomate sul piano sociale (Dahlgren e Trillingsgaard 1996). Basandosi sulla teoria proposta da Bogdashina (Bogdashina 2004), si può presumere che le persone con autismo immagazzinino l’informazione nella loro memoria di lungo termine in modo frammentato. Perciò queste persone devono rielaborare processualmente quest’informazione frammentata per sviluppare concetti coerenti (costruiti ex novo). Durante il ReAttach le polarizzazioni cognitive sono modificate e le nuove abilità di elaborazione processuale dell’informazione sono oggetto di training e automatizzate.

Nel suo complesso questo studio ha mostrato risultati promettenti che fanno sperare di poter disporre di un nuovo approccio per trattare le persone con DSA. Rimane da fare ancora una notevole attività di ricerca, sia in termini di dimensione dell’effetto in un setting controllato sia nel lungo termine per indagare sui meccanismi che possono essere alla radice degli effetti osservati.

Conclusioni

In questo studio abbiamo indagato sul potenziale di 5 sedute di ReAttach per il miglioramento dei punteggi ATEC di partecipanti con diagnosi di DSA in un lasso di tempo breve. La meta primaria del ReAttach è quella di ridurre i problemi nel funzionamento quotidiano di persone con autismo. I risultati dello studio confermano l’ipotesi che questo intervento abbia un effetto positivo in varie aree dello sviluppo descritte nell’ATEC.

I risultati suggeriscono inoltre che le persone dell’intera gamma del DSA possano beneficiare del ReAttach e che il metodo stesso possa fornire importanti indicazioni per un trattamento efficace del DSA. Inoltre abbiamo potuto dimostrare la trasferibilità del metodo.

È comunque necessaria ulteriore ricerca per corroborare questi risultati preliminari con prove randomizzate e controllate e per indagare sui meccanismi che possono essere alla radice di questi miglioramenti nel funzionamento della vita quotidiana di queste persone.

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Paula J.P.W. Weerkamp-Bartholomeus

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Ringraziamenti

L’autrice ringrazia tutti coloro che hanno partecipato alla ricerca. In particolare desidera ringraziare il prof. Michael Fitzgerald, il prof. Parasuram Ramamoorthi e Joey Rosen per il loro stimolo e sostegno.

Riassunto

Parole chiave: autismo, trattamento, elaborazione processuale sensoria

Oggetto: L’incidenza del Disturbo dello Spettro dell’Autismo (DSA) [Autism Spectrum Disorder (ASD)] è in rapida crescita. I DSA sono caratterizzati da un deterioramento dell’interazione e della comunicazione sociale e da comportamenti / interessi ristretti e ripetitivi, che hanno un impatto considerevole sul funzionamento quotidiano di una persona. Il ReAttach è un intervento multimodale basato sull’attaccamento, sulla regolazione dell’attivazione e sul cambiamento dell’elaborazione processuale dell’informazione e delle strutture cognitive.Abbiamo intrapreso i primi passi per indagare sui benefici del ReAttach per adulti e bambini con la Sindrome di Asperger, il PDD-NOS e il disturbo autistico e per le persone che sono affette da disturbi dello spettro dell’autismo e da menomazioni cognitive.

Metodo: 8 terapeuti sono stati addestrati a eseguire il ReAttach con un gruppo di partecipanti con DSA (n=58). Un confronto tra le medie dei punteggi totali misurati con la Autism Treatment Evaluation Checklist (ATEC) prima e dopo 5 sedute di psicoterapia è stato effettuato mediante un T-test con campioni appaiati.

Risultati e conclusioni: In questo studio, abbiamo indagato sul potenziale di 5 sedute di ReAttach per migliorare in modo significativo e in un breve lasso di tempo i punteggi ATEC di partecipanti con una diagnosi di DSA (Disturbo dello Spettro dell’Autismo). Sarà necessaria ulteriore ricerca per investigare più profondamente sugli effetti di questi interventi nel lungo termine e con un setting più controllato.

REATTACH: A MULTIMODAL INTERVENTION FOR PEOPLE WITH ASD? PART III

Abstract

Key words: autism, treatment, sensory processing

Objective: The prevalence of autism spectrum disorders (ASD) is rapidly growing. ASD are characterized by impairments in social interaction and communication and restricted and repetitive interests / behaviors, which has considerable impact on daily life functioning. ReAttach is a multimodal intervention based on attachment, arousal regulation and the change of information-processing and cognitive structures. We have taken the first steps to explore the benefits of ReAttach for adults and children with Asperger Syndrome, PDD-NOS, and autistic disorder and for people with both autism spectrum disorders and cognitive impairment.

Method: 8 therapists were trained to perform ReAttach with a group of participants (n=58). Comparison of the mean scores on the Autism Treatment Evaluation Checklist (ATEC) before and after 5 therapy sessions was conducted with a paired samples T-test.

Results and Conclusions: In this study, we have explored the potential of 5 sessions of ReAttach to significantly improve the ATEC scores of participants diagnosed with ASD within a short period of time. Further research is required to further investigate this effect, both on long term and in a more controlled setting.

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Reattach: un intervento per persone con ASD? Parte III

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Corrispondenza

Paula JPW Weerkamp-Bartholomeus, MSc.ReAttach Therapy Institute [email protected]