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Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 9 - PERIODICO Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB (Bergamo) notizie ZOGNO ZOGNO notizie INTERPARROCCHIALE ANNO 106 Aprile Maggio 2016 15 A ricordo...

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ANNO 106

AprileMaggio2016

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A ricordo...

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Redazione, amministrazioneI-24019 Zogno (Bergamo)Via XI Febbraio, 9 - Tel.: 0345/91083

Direttore responsabile: Don Lino LazzariEditore: Don Angelo ViganiRegistrato al Tribunale di Bergamo il 26-6-1975 al n. 9REALIZZATO DA CORPONOVE BERGAMOe-mail: [email protected]

Numeri utili e indirizzoDon Angelo Vigani - PrevostoVia XI Febbraio, 9 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.91083Mail: [email protected] Samuele Novali - Direttore OratorioVia XI Febbraio, 11 - 24019 Zogno (Bg)Mail: [email protected]@tin.itMons. Giulio GabanelliVia XI Febbraio, 5 - 24019 Zogno (Bg)Tel. 0345.91972Don Giacomo Rota (Casa S. Giuseppe)Mons. Alessandro AssolariSuore Oblate di S. MartaV.le Martiri della Libertà, 6/A - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.60001Mail: [email protected] Pasquale BerettaPiazza Europa, 26 - 24019 Ambria di Zogno (Bg)Tel.: 0345.92795Mail: [email protected] Luciano EpisVia Pogliani, 3 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 3479842262Mail: [email protected] Umberto TombiniVia Grumello de’ Zanchi, 10 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.91141Suore Scuola M. CavagnisVia Cavagnis, 4 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.91246Mail: [email protected] di ClausuraVia XI Febbraio, 1 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.91130Mail: [email protected] di RomacoloVia Romacolo, 39 - 24019 Endenna di Zogno (Bg)Tel.: 0345.91091Mail: [email protected] Avogadro - SacristaVicolo S. Maria, 1 - 24019 Zogno (Bg)Cell.: 3388644024Mail: [email protected] Pesenti - SacristaVia Degli Alpini, 10 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.94372Casa Mons. Giuseppe SperanzaV.le Martiri della Libertà, 6 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.91029Mail: [email protected] S. Maria - LaxoloVia Ca Nöa, 8 - 24012 Laxolo di ValBrembilla (Bg)Tel.: 0345.53436Mail: [email protected] di Zogno - CentralinoPiazza Italia, 2 - 24019 Zogno (Bg)Tel.: 0345.55011

Orari S. Messe prefestive e festivedelle Parrocchie del Comune di Zogno

(aprile - maggio 2016)AMBRIA

Sabato ore 17.00 - Domenica ore 10.30

SPINO AL BREMBODomenica ore 9.00

GRUMELLO DE’ ZANCHIDomenica ore 10.00

STABELLOSabato ore 18.30 - Domenica ore 9.30

ENDENNASabato ore 18.00 - Domenica ore 10.00

Dalle Suore di Romacolo ore 7.15 (tutti i giorni)

POSCANTESabato ore 17.00 - Domenica ore 11.00

MIRAGOLO S. MARCO e S. SALVATORE(periodo invernale)

Sabato ore 15.30 (pari) - Sabato ore 15.30 (dispari)Domenica ore 15.30 (dispari) - Domenica ore 15.30 (pari)

SOMENDENNADomenica ore 8.00

ZOGNO (dal 13 febbraio 2016)

SABATO prefestivaOre 18.00 Parrocchia

Ore 18.00 Carmine Nuovo

DomenicaParrocchia ore 9.00 - 10.30 - 18.00

Clausura ore 7.30Casa di Riposo Mons. Giuseppe Speranza ore 9.00

ZOGNO - S. Messe feriali(Lunedì-Sabato)

Clausura ore 7.30 - Parrocchia ore 8.55Casa di Riposo ore 9.00

(pomeriggio - sera) vedi foglietto avvisi settimanalein caso di funerale, quelle nelle chiesine vengono sospese

Parrocchia San Lorenzo MartireVia XI Febbraio, 9 - 24019 Zogno (Bg)

Tel./fax: 0345.91083Indirizzi di posta elettronica

[email protected]

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Il dono di Dio è, sempre,per la salvezza di ogni persona

arissimi,

abbiamo vissuto la Pasqua nell’anno del Giubileo della Misericordia e abbia-mo compreso che il dono di Dio è, sempre, per la salvezza di ogni persona,che al centro di ogni nostro dire e fare ci sta la persona umana e che il Signo-

re si impegna a offrire-regalare ad ognuno di noi la sua vita.

Che cosa ne facciamo dei doni del Signore? Come li ricicliamo facendoli fruttare almeglio per condividere con i fratelli il bene ricevuto?

È una Pasqua speciale quella che abbiamo celebrato e deve diventare speciale, più vivoe partecipato tutto ciò che viviamo in questo anno. Dobbiamo imparare a fare mente lo-cale e rivedere il nostro avvicinarci alla Pasqua chiedendoci che cammino abbiamo vis-suto, che doni abbiamo condiviso, se siamo stati pronti a ritrovare la gioia di incontraree di vivere al meglio l’incontro con il Signore. Che quaresima è stata quest’anno? Hovissuto le celebrazioni, gli incontri di catechesi, le via crucis in chiesa e per le strade?Il Signore ci ha dato il tempo propizio: noi lo abbiamo sfruttato al meglio?

Pensiamo al tempo pasquale che stiamo vivendo e ai frutti che la Pasqua ci ha donato.

I sacramenti.Vivremo in questo tempo i sacramenti dell’iniziazione cristiana con i nostri ragazzi diseconda e terza elementare e di prima media.

I genitori sono stati vicini?

Li hanno veramente accompagnati in questo cammino?

Si sono lasciati coinvolgere nella preparazione o hanno pensato solo all’esteriorità?

Quello che conta è far festa o incontrare il Signore, dare spazio a Lui, comprendere chisiamo e dove stiamo volgendo il nostro cammino?

Quante domande si accavallano nel mio cuore, direte voi!

Lo so, ma sono domande che vengono dall’esperienza, dal vedere i genitori che accom-pagnano i bambini a ricevere Gesù Eucaristia per la prima volta molto scarsi agli incon-tri per loro.

Dove siete genitori? Che cosa conta per voi? Se non ci siamo noi adulti non pretendia-mo poi che i ragazzi comprendano e vivano.

Vi raccomando... proviamo a trovare più tempo per Dio e per i fratelli.

Auguri

Angelo prete

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APRILE 2016Venerdì 1 Primo venerdì del mese

Catechismo elementariOre 20.30 In Clausura Adorazione Eucaristica

Sabato 2 11° anniversario della morte di San Giovanni Paolo II, PapaCatechismo 1ª elementareOre 15.30 In Parrocchia Corso di preparazione al Battesimo

Domenica 3 2ª DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (In Albis)“Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre”Ore 18.00 S. Messa animata dai ragazzi di 3ª mediaOre 20.30 Riunione educatori eldorADO

Lunedì 4 ANNUNCIAZIONE DEL SIGNOREOre 8.55 Rinnovo dei voti delle Suore del Divino AmoreOre 17.45 Gruppo elodrADO

Martedì 5 Ore 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 2ª elementareOre 20.30 In Clausura incontro catechisti

Mercoledì 6 Catechismo medieOre 15.00 In Clausura Catechesi AdultiOre 20.30 CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE (Zogno, Ambria con Spino e Grumello de’ Z.)

Venerdì 8 Catechismo elementariOre 20.30 In Clausura Adorazione Eucaristica

Sabato 9 Catechismo 1ª elementareOre 15.30 In Parrocchia Corso di preparazione al Battesimo

Domenica 10 3ª DOMENICA DI PASQUA - “Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato”Ore 20.30 In Clausura Adorazione Eucaristica Ado-Gio

Lunedì 11 SANTO STANISLAO, VESCOVO e MARTIREOre 17.45 Gruppo elodrADO, consegna della Costituzione Italiana e della Bibbia (4ª sup.)Ore 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 3ª elementare e 3ª media

Martedì 12 Ore 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 2ª elementareOre 20.30 In Clausura incontro catechisti

Mercoledì 13 Catechismo medieOre 15.00 In Clausura Catechesi Adulti

Venerdì 15 Catechismo elementariOre 20.30 In Clausura Adorazione Eucaristica

Sabato 16 Catechismo 1ª elementareOre 15.30 In Parrocchia Corso di preparazione al BattesimoOre 20.30 In Clausura veglia di preghiera per le vocazioni

Domenica 17 4ª DOMENICA DI PASQUA - “Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida”53ª GIORNATA MONDIALE PER LE VOCAZIONI30° anniversario di morte di Mons. Angelo MoscaPellegrinaggio al Perello per genitori e ragazzi dei sacramenti, aperto anche alla comunitàAd Ambria ore 10.30 ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

Lunedì 18 Ore 17.45 Gruppo elodrADOOre 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 3ª media (e di 3ª elementare - organizzativa)Ore 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 2ª media con consultorio Scarpellini

Martedì 19 Ore 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 2ª elementareMercoledì 20 Catechismo medie

Ore 15.00 In Clausura Catechesi AdultiLaboratorio e formazione ragazzi 2ª media con consultorio Scarpellini

Venerdì 22 Catechismo elementariSabato 23 Catechismo 1ª elementareDomenica 24 5ª DOMENICA DI PASQUA - “Benedirò il tuo nome per sempre, Signore”

Ad Ambria ore 10.30 PRIME COMUNIONIOre 18.00 S. Messa animata dai ragazzi di 1ª mediaOre 20.30 In Clausura Adorazione Eucaristica Ado-Gio

Lunedì 25 SAN MARCO, EVANGELISTAGiubileo dei bambini e dei ragazzi a Bergamo - Chierichetti in Seminario

Martedì 26 Ore 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 2ª elementareMercoledì 27 Catechismo medie

Ore 15.00 In Clausura Catechesi AdultiLaboratorio e formazione ragazzi 2ª media con consultorio Scarpellini

Venerdì 29 SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE e DOTTORE DELLA CHIESA (Patrona d’Italia e d’Europa)Catechismo elementariOre 20.30 In Clausura Adorazione Eucaristica

Sabato 30 Catechismo 1ª elementare

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MAGGIO 2016Domenica 1 6ª DOMENICA DI PASQUA - “Ti lodino i popolo, o Dio, ti lodino i popoli tutti”

Festa delle Ss. ReliquieOre 10.30 ANNIVERSARI DI MATRIMONIOAd Ambria ore 15.00 PRIME CONFESSIONI

Lunedì 2 SANT’ATANASIO, VESCOVO e DOTTORE DELLA CHIESA564° anniversario della Chiesa prepositurale di San Lorenzo M.Ore 17.45 Gruppo eldorADOOre 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 1ª media - organizzativa

Martedì 3 Ss. FILIPPO e GIACOMO, APOSTOLIOre 20.30 In Clausura incontro catechisti

Mercoledì 4 Catechismo medieOre 15.00 In Clausura Catechesi AdultiOre 20.30 CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE (Zogno, Ambria con Spino e Grumello de’ Z.)Laboratorio e formazione ragazzi 2ª media con consultorio Scarpellini

Giovedì 5 Incontro per la GMG DI POLONIAVenerdì 6 BEATA PIERINA MOROSINI, VERGINE e MARTIRE

Primo venerdì del mese - Festa delle Ss. Reliquie a Piazza MartinaCatechismo elementariRitiro, prove, confessioni e cena al sacco - ragazzi di 3ª elementareOre 20.30 Confessioni genitori comunicandi

Sabato 7 Catechismo 1ª elementareDomenica 8 ASCENSIONE DEL SIGNORE - “Ascende il Signore tra canti gi gioia”

Ore 10.30 PRIME COMUNIONI - partenza dall’Asilo CavagnisOre 20.30 Riunione educatori eldorADO

Lunedì 9 Ore 17.45 Gruppo eldorADO: formazione animatori C.R.E.Ore 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 3ª mediaOre 20.30 Incontro genitori dei ragazzi di 2ª media con consultorio Scarpellini

Martedì 10 Ore 20.30 Incontro catechistiMercoledì 11 54° anniversario della morte di don Andrea Colombo - S. Messa di suffragio ore 8.55

Catechismo medieOre 15.00 In Clausura Catechesi AdultiRitiro, prove, confessioni e cena al sacco - ragazzi di 1ª mediaOre 20.30 Confessioni genitori e padrini/madrine cresimandi

Venerdì 13 Catechismo elementariSabato 14 SAN MATTIA, APOSTOLO

Catechismo 1ª elementare - conclusioneDomenica 15 PENTECOSTE - “Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra”

Ore 10.30 SANTE CRESIMEOre 20.30 In Clausura Adorazione Eucaristica Ado-GioTermina il tempo pasquale

Lunedì 16 Ore 17.45 Gruppo eldorADO: formazione animatori C.R.E.Mercoledì 18 Ss. BARTOLOMEA CAPITANIO e VINCENZA GEROSA, VERGINI

Catechismo medieOre 15.00 In Clausura Catechesi AdultiRitiro, prove, confessioni e cena al sacco - ragazzi di 3ª media

Venerdì 20 SAN BERNARDINO DA SIENA, SACERDOTEFesta a San Bernardino con S. Messe ore 10.30 e 20.30Catechismo elementariRitiro e prove, - ragazzi di 2ª elementare

Domenica 22 SANTISSIMA TRINITÀ - “O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra”Ore 15.00 PRIME CONFESSIONIOre 20.30 Riunione educatori eldorADOAd Ambria ore 10.30 SANTE CRESIME

Mercoledì 25 Conclusione catechismo medie - Pellegrinaggio MarianoGiovedì 26 SAN FILIPPO NERI, SACERDOTE

Festa della B. V. Maria di Caravaggio in Via Dei Mille, ore 2015 S. Rosario e S. MessaVenerdì 27 Conclusione catechismo elementari - Pellegrinaggio MarianoSabato 28 Ore 18.00 PROFESSIONE DI FEDEDomenica 29 CORPUS DOMINI - “Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore”

Ore 17.45 S. Rosario, S. Messa e Processione a conclusione delle SANTE QUARANT’ORELunedì 30 Ore 17.45 Gruppo eldorADO: formazione animatori C.R.E.Martedì 31 VISITAZIONE DELLA B. V. MARIA

50° di consacrazione del Santuario del Carmine Nuovo

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«La sera di quel giorno, il primodella settimana, ... venne Gesù»

(Gv 20,19-31) e si manifesta allasua Chiesa senza intermediario, per-ché deve essere Lei il suo testimonequalificato davanti al mondo.Gesù si mostra crocifisso che perdonae guarisce chi lo guarda, dopo averloabbandonato nella morte: «Pace avoi».Gesù risuscita nella Chiesa, che èperdonata. Si aspettavano la vendettadi Dio o forse che apparisse Diostesso a dimostrare che Gesù avevaragione; e invece vedono e ricono-scono che Gesù stesso, in tutta lasua identità e nella sua storia, è Dio.Questa “apparizione” di Dio in Gesùcrocifisso e risorto è sufficiente pergli apostoli e per tutti: si tratta dicredere in Lui, ormai! Non occorronopiù altri segni.Il crocifisso risorto è l’ultimo segnodi Dio da vedere per capire le Scrit-ture e per credere.Gesù risuscita nella Chiesa che è per-donata. La Chiesa comunica il poteredi vita, perdonando. È la missioneprincipale, insieme anche con i peccatida trattenere. Gesù «soffiò»: se unorespira, egli è il vivente e qui se unosoffia, dunque perdona. E Gesù donalui stesso al suo proprio soffio colnome di Spirito Santo: «Ricevete loSpirito Santo». È già la Pentecoste!«Tommaso, uno dei Dodici, chiamatoDidimo, non era con loro quandovenne Gesù» e «otto giorni dopo»

c’era anche Tommaso: quale identitàdel discepolo? Quale rapporto conl’evento della resurrezione? E noicome lettori? Gesù lo rimprovera elo perdona. Tommaso grida il suoamore («Mio Signore e mio Dio!»)e Gesù lo accetta e Tommaso, ve-dendolo, lo riconosce. Tommaso vuo-le credere! Gesù non dice: “perchétu mi hai toccato”, ma “perché tu mihai visto”, mi hai riconosciuto, haicolto la mia identità.E quelli che non hanno visto? Essileggeranno per credere e per averecosì la vita nel suo nome, cioè risu-scitare. Leggeranno che cosa? Tuttoil Vangelo e l’Antico Testamento

che lo rischiara: ci vuole tutto questoper fondare la fede nella risurrezione.Non bastano i racconti di apparizioni.Leggeranno quei segni che «sonostati scritti perché crediate che Gesùè il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,credendo, abbiate la vita nel suonome». Ora avere la vita, è appuntorisuscitare.Siamo ormai anche noi attori di untempo apocalittico, cioè un momentodi crisi per portare un messaggio disperanza: anche se il male sembraprevalere, bisogna aver fiducia nellavittoria finale del Bene. Proprio comela risurrezione, per noi e per tutti!

Don Santino Pesenti

«Mio Signore e mio Dio!»

Domenica 17 aprile ad Ambria ore 10.30Domenica 1 maggio a Zogno ore 10.30

Caravaggio: L’incredulità di Tommaso davanti al Risorto

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Mercoledì 3 febbraio 2016 alle20.30, presso la consueta sede

dell’oratorio di Zogno, si è tenuta laterza seduta (il riferimento, eviden-temente, è all’anno liturgico) delConsiglio Pastorale Vicariale. Inte-ramente centrata (come, del resto, leprecedenti) sulla riflessione intornoalle possibilità concrete, in termini dimisericordia, che le nostre comunitàpossono offrire. Con un’attenzioneparticolare, sia pur non esclusiva,alla questione dei migranti.Dopo la preghiera introduttiva, cen-trata, come di consueto, sulla rifles-sione intorno al Vangelo del BuonSamaritano, il vicario locale don Ce-sare ha presentato ai membri presentii rappresentanti della Caritas inter-parrocchiale di Zogno (e, in partico-lare del Centro di Primo Ascolto) edella Caritas di Brembilla, chiamatia illustrare obiettivi, iniziative e stra-tegie del nucleo caritativo più consi-stente in ambito pastorale. Nonprima di un’introduzione suggestivada parte di don Mario Amigoni (Ca-ritas interparrocchiale di Zogno) incui, a partire da un testo della Con-ferenza Episcopale Italiana (che ri-sale al 1990 ma risulta essere più chemai attuale), ciascuno è stato richia-mato a riconoscere:- come la sfera della misericordia

non possa essere riducibile al puressenziale (e insostituibile) apportodella Caritas, ma distingua (o me-glio: debba distinguere, quale stile)l’atteggiamento proprio di ogni cri-stiano autentico di fronte all’altro;

- come la carità, secondo le linee delConcilio, rappresenti la via privile-giata dell’evangelizzazione;

- come la carità rappresenti, anzi-tutto, un dono di Dio (poiché Dio,

per primo, è Misericordia), oltreche il primo e fondamentale co-mandamento;

- come l’attenzione per l’altro e lacura in cui, essenzialmente, si sin-tetizza lo stile della carità, si realizziconcretamente solo a partire dai bi-sogni dell’altro e non dal proprio bi-sogno di fare carità; e come talibisogni, rispetto a qualche decenniofa e alle opere di carità messe in atto(vedi la raccolta degli indumenti),siano relativamente cambiati.

A seguire, come si diceva, l’inter-vento dei rappresentanti. Con il fineprecipuo di far comprendere aimembri del Consiglio le iniziativegià in atto, il numero di personecoinvolte, i limiti e le difficoltà e,correlativamente, la bellezza delmettersi a servizio dell’altro. In-sieme. Con un attenzione particolarealla visita vicariale del nostro Ve-scovo, centrata, appunto, sul temadella carità. E, proprio in relazione aquesto evento, previsto per il pros-

simo novembre, a far prendere co-scienza e sensibilizzare i membri delconsiglio e, per loro tramite, le co-munità del vicariato. Ma, soprattutto,forme di carità concreta in cui darevitalità al nostro essere cristiani, figlidel Dio-amore e testimoni d’amoresul modello del Maestro. Con la con-sapevolezza che questo è stato soloil primo passo di una serie di incontriche, avvicinandoci alla visita del Ve-scovo, si auspica possano riavvici-narci più fortemente al nucleofondante della nostra fede. Il pros-simo incontro, previsto per il 9marzo, verterà intorno alle “Note sulquestionario socio caritativo” dellaDiocesi intorno al territorio del no-stro vicariato. La seduta si chiudealle 22.45, dopo alcuni aggiorna-menti del calendario vicariale ven-turo e di alcuni appuntamenti diinteresse comune (quali l’iniziativa“Misericordiando” presso la casa diriposo di Zogno), con la preghiera.

Alessandro

Consiglio Pastorale Vicariale3 febbraio 2016

Con la prima domenica di Quaresima in data14 febbraio 2016, il nuovo direttorio liturgico dio-cesano, permette di menzionare il ricordo dei no-stri cari defunti durante le preghiere dei fedeli alleS. Messe prefestive, della domenica e delle feste.Pertanto da tale data nelle nostre parrocchie, pros-sime all’Unità Pastorale (Ambria, Spino, Grumellode’ Zanchi e Zogno) chi volesse può far ricordarei propri cari, sempre ad offerta libera e direttamenteai sacerdoti o in sagrestia.Per Zogno la S. Messa delle ore 10.30 è celebratapro populo, per tutta la comunità.

In suffragiodei nostri defunti

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L’anno giubilare della MisericordiaLe opere di Misericordia

Nella Bolla di Indizione del Giubileo della MisericordiaMisericordiae vultus dell’11 aprile 2015, Papa France-

sco scrive: “È mio vivo desiderio che il popolo cristiano ri-fletta durante il Giubileo sulle opere di misericordiacorporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostracoscienza spesso assopita davanti al dramma della povertàe per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i po-veri sono i privilegiati della misericordia divina. La predi-cazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordiaperché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli.Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare damangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gliignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitarei carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le operedi misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnareagli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti,perdonare le offese, sopportare pazientemente le personemoleste, pregare Dio per i vivi e per i morti”.

UN ELENCO DA AGGIORNARESono sei le buone opere già indicate dal Vangelo di Matteoal capitolo 25: “Allora il re dirà a quelli che saranno allasua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in ere-dità il regno preparato per voi fin dalla creazione delmondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e miavete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete vi-sitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. Allora i giu-

sti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto af-famato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti ab-biamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto stranieroe ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quandomai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti avisitarti? E il re risponderà loro: In verità io vi dico: tuttoquello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me”. A queste sei opere corporalivenne poi aggiunta una settima opera pia, quella di seppellirei morti. Oltre alle opere di misericordia corporali il popolodi Dio scoprì nella sua esperienza e praticò nelle sue vi-cende, anche sette opere di misericordia spirituale. La storiae l’attualità hanno aggiunto e aggiungono molte altre possi-bilità nelle diverse situazioni della vita, nella relazionalità.Già l’Antico Testamento ne fa un elenco nella Legge e al-trove; ad esempio nel libro di Tobia (1,16-17): “Al tempo diSalmanàssar facevo spesso l’elemosina a quelli della miagente; davo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, sevedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato die-tro le mura di Ninive, io lo seppellivo” e anche nel libro delprofeta Ezechiele (cap. 18):” [...] se non opprime alcuno, re-stituisce il pegno al debitore, non commette rapina, divideil pane con l’affamato e copre di vesti chi è nudo, se nonpresta a usura”. La serie attuale di quelle corporali è stataredatta certamente prima del XII secolo. Al tempo di SanTommaso d’Aquino (siamo intorno al 1 200) si aggiungonopoi le opere spirituali. Un lungo elenco è già presente nelcapitolo IV della Regola di San Benedetto (V secolo). Indi-

Momenti di ritiro giubilaredi giovedì 25 febbraio

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cazioni si trovano (cap. XXXVIII) nel Pastore d’Erma (IIsecolo). Il Nuovo Testamento e poi la storia dei cristiani ciparlano del passaggio dalla comunione dei beni all’elemo-sina; dalla radicalità all’istituzione; dalla carità spicciola allastruttura (ospedali, mense, ostelli, ospizi, ecc.). Per vivereoggi le opere di misericordia ognuno di noi potrebbe aggior-nare l’elenco e indicare modalità sempre nuove, anche difronte alle situazioni di povertà, di emarginazione, di soffe-renze del nostro tempo (es. terremotati, profughi, vittimedelle violenze e delle guerre...). Pensiamo anche, per esem-pio, alle moderne possibilità di comunicazione: telefonare,inviare un e-mail, un messaggino, ecc. per stare “accanto” achi soffre, è solo. Riconosciamo in questo campo la grandee variegata testimonianza nel nostro tempo del volontariatodi ispirazione cattolica. Il motto delcristiano nel campo della carità è:“Non accontentarsi mai”. Il progressotecnologico e scientifico in particolarerichiede “operai specializzati” in tantisettori per fare del bene, per dire quelloche è bene, quello che è buono, vero ebello per la persona umana.

LA FEDE SENZA LA CARITÀNON PORTA FRUTTO(Benedetto XVI, Porta fidei, n. 14)Non basta sapere, conoscere, indicarele opere di carità, occorre farle, met-terle in pratica. “Non amiamo a pa-role, né con la lingua, ma con i fatti enella verità” (1Gv 3,1-8; Gal 5,6). “IlVangelo della carità non si annunciase non attraverso la carità” (CEI,Evangelizzazione e Testimonianzadella Carità, 32). Occorre imparare ariconoscere Cristo nei poveri, in ogni persona che attende isegni della nostra fede. Le opere dell’amore, che rivelano lafede, sono sia spirituali che corporali: pellegrini, afflitti, ecc.Tutta la storia della Chiesa non è solo storia di dogmi, di ve-rità da credere, è storia di carità! Gesù guarisce e salva tuttol’uomo, tutta la persona anima e corpo. Non è venuto solo aguarire ammalati; ma non si è limitato neppure solo a per-donare i peccati: offre una salvezza piena. Gli sta a cuore,gli interessa tutta la persona umana, nella sua totalità. “Lapersona umana è un’unità di anima e di corpo” (Caritas inveritate, n. 76; così anche Papa Francesco in Evangeli Gau-dium, 178-179). “Le opere di misericordia sono le azionicaritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimonelle sue necessità corporali e spirituali”, ci ricorda il Ca-techismo della Chiesa Cattolica (n. 2447). Partiamo dallanostra esperienza che ci ispira, ci fa ricordare il bene ricevutoda Dio e dagli altri. La storia ci insegna che il punto di vistadi Cristo è sempre quello dell’incarnazione. Afferma al ri-guardo Papa Francesco: “Il Vangelo ci invita sempre a cor-rere il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la suapresenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richie-ste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo acorpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inse-

parabile dal dono di sé, dall’appartenenza alla comunità,dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri.Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato allarivoluzione della tenerezza” (EG 88).

UNA PROSPETTIVA ESCATOLOGICAL’ultima pagina del Vangelo di Matteo, prima della Passionedi Gesù, con le “sue” sei opere di misericordia corporale, cioffre una prospettiva escatologica. “Lo avete” o “Non loavete fatto a me”: ha delle conseguenze per l’eternità! A de-stra o a sinistra del Figlio dell’uomo, con le capre o con lepecore, nel regno o nel fuoco eterno. Le opere di misericordiasono una traccia per la vita sulla terra, per vivere meglio infamiglia, nella Chiesa, nella società, ma anche “prepara-

zione” e anticipo del Regno di Dio, deiCieli. Il povero era definito dai Padridella Chiesa, “sacramento” dell’incon-tro con Dio, la via normale per incon-trare Cristo (“lo avete fatto a me”).Dice ancora Papa Francesco: “Nonpossiamo sfuggire alle parole del Si-gnore: e in base ad esse saremo giudi-cati: se avremo dato da mangiare a chiha fame e da bere a chi ha sete. Seavremo accolto il forestiero e vestitochi è nudo. Se avremo avuto tempo perstare con chi è malato e prigioniero (cfrMt 25,3 1-45). Ugualmente, ci saràchiesto se avremo aiutato ad uscire daldubbio che fa cadere nella paura e chespesso è fonte di solitudine; se saremostati capaci di vincere l’ignoranza incui vivono milioni di persone, soprat-tutto i bambini privati dell’aiuto neces-sario per essere riscattati dalla

povertà; se saremo stati vicini a chi è solo e afflitto; seavremo perdonato chi ci offende e respinto ogni forma di ran-core e di odio che porta alla violenza; se avremo avuto pa-zienza sull’esempio di Dio che è tanto paziente con noi; se,infine, avremo affidato al Signore nella preghiera i nostri fra-telli e sorelle. In ognuno di questi “più piccoli” è presenteCristo stesso. La sua carne diventa di nuovo visibile comecorpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga peressere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura. Nondimentichiamo le parole di san Giovanni della Croce: «Allasera della vita, saremo giudicati sull’amore»” (Bolla, n. 15).

DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATILa prima delle opere di misericordia corporale ci ricorda cheGesù stesso ha sfamato le folle, come raccontano tutti e quat-tro i Vangeli concordemente [Mt 14,13-21 e 15,29-39; Mc6,30-44 e 8,1-10; Lc 9,10-17 e Gv 6,1-15): la moltiplica-zione dei pani e dei pesci, anticipo dell’Eucaristia, intesacome la fractio panis, lo spezzare del pane di Gesù stesso adEmmaus. Gesù non ha sfamato tutta l’umanità; ha dato damangiare a un gruppo, pur grande ma sempre limitato, perinsegnare a noi come fare, perché impariamo a condividerecon chi ha fame e sete quel poco che siamo e che abbiamo;

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lui poi lo moltiplica. Gesù ha condiviso anzitutto la nostrarealtà umana e anche lui ha avuto fame (Mt A,2 e Lc 4,2;Mc 11,12). Nell’Ultima Cena egli si offre a noi come cibo,come pane di Vita (1Cor 11,23-26; Gv 6,26-58). Dall’Euca-ristia, sacramento dell’amore, scaturiscono anche per noi lacondivisione e la solidarietà (Ne 8,12). “Dare da mangiareagli affamati è un imperativo etico per la Chiesa universaleche risponde agli insegnamenti di solidarietà e di condivi-sione del suo Fondatore, il Signore Gesù” (Benedetto XVI,Caritas in Veritate, n. 27). Papa Francesco riprende l’invitostesso di Gesù e ci esorta: “Voi stessi date loro da man-giare!” (Mc 6,37). Ma chi ha veramente fame? La nostra re-altà di oggi: siamo sazi di tutto e affamati di verità, di affetto,di amore vero, di Cristo. Ma c’è una realtà sconvolgente:due terzi dell’umanità non ha cibo a sufficienza e un terzospreca e getta pane e alimenti e soffre di disturbi alimentaricome anoressia, bulimia, obesità. Nell’enciclica Laudato Sì(n. 50) Papa Francesco dice esplicitamente: “Il cibo che sibutta via è come se lo si rubasse alla mensa del povero”. Siveda anche quanto affermato ancora dallo stesso Papa in EG53 e 186-192. La nostra carità, il nostro amore per i fratellie le sorelle affamati ha il volto di Cristo. Dar da mangiare èun segno concreto e tangibile dell’amore per gli altri [Tb 1,16-17). Dar da mangiare, far da mangiare, rivela amore,come quello di una madre. Occorre “Passare dal consumoal sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco allacapacità di condividere, in un’ascesi che significa impararea dare, e non semplicemente a rinunciare”: lo afferma PapaFrancesco [LS 9) citando il Patriarca Bartolomeo.

DAR DA BERE AGLI ASSETATIDopo il “dar da mangiare”, ecco il “dar da bere”. L’uomopuò sopportare per un po’ di tempo la mancanza di cibo, manon sopravvive senza bere, ci insegnano gli esperti. Nonpoter bere è una vera e propria tortura. Negare l’acqua è undelitto ricorda una pagina dell’Antico Testamento (Gb 22,7). Non risulta dai Vangeli che Gesù abbia mai dissetatoqualcuno con l’acqua! A Cana Gesù ha dato da bere a chi,

forse non era più assetato, un vino nuovo e buono (Gv 2, 1-12), anticipo dei beni eterni e compimento dei tempi mes-sianici. Nell’Ultima Cena ha offerto il Calice di un vinonuovo diventato il suo Sangue offerto sulla Croce (Le 22,14-20). Nell’Antico Testamento più volte Dio ha dissetatoil suo popolo nel deserto (Es 17,1-7; Nm 20, 1 -11; anche1Re: Elia) e i suoi poveri (Gen 21,14-21); per mezzo dei Pro-feti ha promesso acqua viva (Is 35,6; 48,21; Ger 31, 9; Ez47,1-12; Zc 13,1; 14,8). Gesù almeno due volte domanda dabere. “Dammi da bere”: chiede alla Samaritana, presso ilpozzo di Giacobbe (Gv 4,7); e sulla Croce, grida: “Ho sete”(Gv 19, 28), rivelando una sete non solo fisica. Gesù inoltreparla di sé e dello Spirito Santo come dell’acqua viva (Gv4, 10-14; 7, 37-39). Egli invita a compire gesti concreti:“Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere di acquafresca a uno di questi piccoli” (Mt 10,42; Mc 9,41: “nel mionome”; Mt 25), non perderà la sua ricompensa. Oggi più chemai avvertiamo il valore di quest’opera di misericordia pertante popolazioni che vivono il dramma della sete, della sic-cità, anche come impegno nostro di sobrietà. Il primo mododi dar da bere agli assetati è quello di non sprecare l’acqua.Per noi abituati all’acqua viva, fresca dei nostri monti e valli,sempre disponibile, non è facile capire. Basta fare un viaggioin Africa per comprendere il valore e la preziosità dell’ac-qua. Quanto hanno fatto i missionari e i volontari. “È neces-sario che maturi una coscienza solidale che consideril’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universalidi tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discrimina-zioni” scriveva Benedetto XVI in Caritas in Veritate (al n.27 e n. 51). Papa Francesco nella Laudato si’ tratta della“questione di primaria importanza” dell’acqua (27-31 e 164)quando chiede di “Assicurare a tutti l’accesso all’acqua po-tabile”. Nel suo Cantico delle creature San Francesco pro-clama: “Laudato si’, mi’ Signore, per sora acqua, la qualeè molto utile et humile et pretiosa et casta!”.Riflettiamo su queste verità dell’Anno Santo della Miseri-cordia!

Giorgio Avogadro

G iovedì 3 marzo, nella nostraChiesa Vicariale Giubilare, ab-

biamo celebrato la giornata volutada Papa Francesco per il Giubileo:24 ORE PER IL SIGNORE. La gior-nata si è aperta alle 6 del mattino conl’Esposizione Eucaristica, durante laquale abbiamo pregato le lodi mattu-tine, letto alcuni punti della letteradel Papa per la Quaresima (Miser-cordiae Vultus), le ore medie, a mez-zogiorno la preghiera dell’AngelusDomini, la recita del Santo Rosarioaffidando nella preghiera i nostri am-malati, i nostri giovani, le nostre fa-miglie e comunità, i nostri sacerdoti.Dalle ore 15.00 abbiamo avuto l’op-

portunità di accostarci al sacramentodelle riconciliazione. Recita del ve-spro alle ore 17.00 e momento con-clusivo di questa giornata la S. Mes sa

delle ore 18.00, presieduta dal par-roco don Angelo e concelebrata dadon Pasquale, don Luciano e donGiacomo.

Momento di adorazione

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Un compleanno va sempre festeggiato,a maggior ragione se coinvolge una

comunità. E questo è il caso dello Spa-zioVolontalibro di cui ricorrono i “primi”sette anni di vita. Non so quanti, nelmarzo del 2009 avrebbero scommesso suquella che, all’inizio, sembrava solo un’av-ventura voluta da pochi, destinata a su-scitare un po’ di curiosità iniziale e aessere liquidata con un’alzata di spalle. Einvece...Grazie al sostegno della Parrocchia cheha messo a disposizione gratuitamentel’attuale locale oltre all’aiuto economicoiniziale, lo SpazioVolontalibro è stato ingrado di svolgere in modo più che soddi-sfacente le finalità prefissate all’inizio:offrire uno spazio di incontro e di sensi-bilizzazione su temi etici-sociali-umanitaricon la possibilità di un approfondimentopersonale attraverso il piacere della lettu-ra.Grazie alla disponibilità della libreriaBuona Stampa che concede i libri in co-modato, è possibile offrire una vasta gam-ma di pubblicazioni, di carattere religiosoma non solo, che vengono sostituite inmedia ogni due mesi. È quindi possibiletoccare con mano le novità librarie offertedal mercato dell’editoria. È inoltre possibileusufruire di un servizio di ordinazionedel volume richiesto quando non è im-mediatamente disponibile, senza alcunaspesa aggiuntiva.È anche disponibile un’ampia scelta divolumi di argomento locale: un’ottimaoccasione per approfondire le nostre co-noscenze sulla realtà editoriale locale checi mostra aspetti della vita vallare e deisuoi abitanti di cui spesso non sospettiamoneppure l’esistenza.Una novità di questi ultimi tempi è l’offertadi libri usati, ma praticamente allo statodi nuovo, che vengono donati allo Spa-zioVolontalibro e quindi offerti al prezzosimbolico di 1 o 2 euro: è davvero faciletrovare di tutto, dalla letteratura alla sag-gistica, dal manuale alla storia locale, dallibro più commerciale alla rarità: provareper credere!Ma SpazioVolontalibro non è “solo libri”:

cito a caso alcune attività di questi ultimimesi svolte nella sede di piazza Garibaldio organizzate fuori sede:- la presentazione del volume “Carlo

Maria Martini, maestro di una pedagogiadella speranza” con la presenza degliautori Michele Iagulli e Alessandro Pe-senti;

- lo svolgimento dell’attività SpazioCom-piti in collaborazione con l’Oratorio cheha interessato ragazzi e giovani;

- incontri con i bambini della Scuola Ma-terna Statale e Cavagnis per avvicinarlialla lettura;

- incontri di lettura, ormai alla terza pro-posta, promossi dalle ACLI nell’ambitodel progetto “Molte fedi sotto lo stessocielo”;

- uscita a Bergamo in Città Alta in occa-sione della mostra del pittore Arcabaspresso la Chiesa del Carmine e alla Peta,sempre guidati da don Brozzoni, sultema del Padre Misericordioso;

- partecipazione alle Feste del Volontariatoe alle Notti Bianche organizzate dal Co-mune di Zogno;

- collaborazione col gruppo di volontariatoApi Operaie della Casa di Riposo;

- collaborazione con il servizio di psi-chiatria locale.

È evidente che tutto questo non sarebbestato possibile senza i volontari che at-tualmente si occupano dello SpazioVo-lontalibro a vario titolo: dall’apertura alpubblico alla pulizia del locale, dai rapporticon la Buona Stampa ai viaggi a Bergamo,

dalla disposizione dei libri ai consigli ailettori. Un GRAZIE davvero speciale atutti coloro che attualmente, e nel corsodegli anni scorsi, si avvicendano in questoruolo essenziale fatto di presenza e re-sponsabilità, ma anche di condivisione ecollaborazione. Naturalmente il gruppo èsempre felice di accogliere chi, giovaneo meno giovane, volesse regalare un po’del proprio tempo a questa attività: bastaentrare e iniziare a curiosare tra i libri...

Come indicato nella presentazione delloSpazioVolontalibro pubblicata su ZognoNotizie nel numero di Aprile 2009, secondocui “eventuali guadagni, dedotte le spesedi gestione, verranno finalizzati ad operedi carità”, in questi giorni sono stati con-segnati a don Samuele e don Angelo dueassegni circolari ognuno del valore di €2.300: verranno finalizzati il primo percontribuire alla realizzazione di tre abita-zioni per le famiglie bisognose in Perù,dove la scorsa estate un gruppo di giovanizognesi ha svolto opera di volontariato, eil secondo per le necessità caritative gestitedalla Caritas Interparrocchiale e, in parti-colare, dal Centro di Primo Ascolto eCoinvolgimento.A don Angelo e a don Samuele dobbiamoriconoscenza per aver creduto in primis aquesto progetto, rivelatosi impegnativoma soddisfacente!L’appuntamento, per festeggiare insiemela ricorrenza con i lettori, affezionati enuovi, è stato lunedì 21 marzo.

b.

SpazioVolontalibro21 marzo 2009 - 21 marzo 2016

BUON COMPLEANNO

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Atteso con ansia e con trepidazione,ma soprattutto con grande gioia,

è giunto oggi in mezzo a noi Sua Ecc.MONS. CLEMENTE GADDI, nostroamatissimo Arcivescovo, per la con-sacrazione del nuovo Santuario erettoin via A. Locatelli in onore di MariaSS. Regina. Questa data era da tempoattesa anche perché urgeva risolvereadeguatamente il grave angustianteproblema dell’assistenza religiosa agliabitanti della vasta e popolosa contrada.E si sa come la costruzione dellaChiesa sia il primo problema da risol-vere qualora si voglia iniziare il mini-stero sacerdotale in una nuova zonaresidenziale. Ma come impostare ilproblema? A chi affidare la stesuradel progetto e l’assistenza ai lavori?Dopo molto discutere era logico cheMons. Giuseppe Speranza, prevostodi Zogno, potendo disporre, tra i suoifigli spirituali, di un egregio architetto,figlio della sua terra, affidasse l’arduaimpresa all’arch. Vito Sonzogni. Erail 16 luglio 1958. Da un colloquio,durato a lungo, tra Mons. GiuseppeSperanza, Don Carlo Manenti, coa-diutore della parrocchia, e l’arch. VitoSonzogni, nacque l’idea di erigereuna Chiesa moderna nella sua conce-zione architettonica e, soprattutto, ri-spondente alle nuove istanze che po-neva la riforma liturgica, allora timi-damente solo espressa, oggi felice-mente collaudata dalla Costituzioneliturgica Sacrosanctum Concilium del4 dicembre 1963. «Potrebbe chiamareLe Corbusier», disse l’arch. Vito Son-zogni rivolgendosi a Mons. GiuseppeSperanza. Intendeva certo alludere algrande e geniale architetto franceseCharles-Édouard Jeanneret detto «LeCorbusier», ed al suo ardito esperi-

mento di architettura sacra: la cappelladi «Notre Dame de Ronchamp». Ècerto comunque che oggi, a Concilioavvenuto, le nuove esigenze liturgiche,il cambiamento delle abitudini e delleforme di vita dei fedeli, le nuove pos-sibilità tecniche derivanti dalle scopertescientifiche, permettono ai progettistidelle nuove chiese di tentare vie nuove.Solo sei anni fa non era così, ancheperché l’arch. Vito Sonzogni, sobbar-candosi la ricerca di una idea nuova eoriginale, doveva tener conto di pa-recchi problemi liturgici ed architet-tonici allora vivi, e di tanti altri che,nel giro di pochissimi anni, si sarebberopresentati e che quindi bisognava pre-vedere. D’altro canto era il suo primoesperimento in architettura sacra. Eraun’impresa veramente audace, ma au-daces fortuna iuvat. Accettò quindicon trepidazione, ma anche con co-raggio il gravoso incarico e vi lavoròcon amore per mesi e mesi, finché ilprogetto nacque. Vennero presentati idisegni ed il plastico, prima a Mons.Giuseppe Speranza, poi alla Commis-sione diocesana d’Arte sacra, quindial Vescovo Mons. Giuseppe Piazzi. Ilparere fu: placet iuxta modum. Peròsi approvò il progetto ad experimentum.Oggi l’«experimentum» è un fattocompiuto. Il nuovo Santuario dellaMadonna rientra, lo possiamo affer-mare con sicurezza, nei tentativi mag-giormente riusciti di architettura sacrarealizzati in questi ultimi anni. Lastampa specializzata, i liturgisti, gliartisti hanno seguito con attenzionequesta esperienza mettendone in risaltoi vari pregi. Ci basti ricordare, tral’altro, le seguenti pubblicazioni: Arch.Pina Ciampani, Architetti al lavoroper le Chiese italiane. A Zogno hanno

costruito una Chiesa, in La Rocca,quindicinale della «Pro Civitate Chri-stiana» di Assisi, 1 febbraio 1966, n.3; Arch. Pina Ciampani, Architetturae Liturgia, Edizioni «Pro Civitate Chri-stiana» di Assisi, Tav. X, foto n. 9;Tav. XI, foto n. 10. Vi sono raccoltigli Atti del Convegno di architetti, li-turgisti e pastori di anime, tenuto nellaCittadella di Assisi dal 22 al 24 aprile1965, per studiare il nuovo felice in-contro della Chiesa con l’architetturae studiare altresì l’edificio come luogocomunitario di azione liturgica. «Chiesanuova» o «Chiesa tradizionale»? DonGiovanni Rossi, della «Pro CivitateChristiana» di Assisi, presentando ilcitato volume Architettura e Liturgiadella Ciampani dichiara: «In questaprimavera cristiana che il Concilioecumenico ha aperto sul mondo, laChiesa, con la sua prima Costituzioneconciliare, ancora una volta ha parlatoall’ architettura: un’era nuova, una li-turgia nuova, una architettura nuova.Ma se le istituzioni umane per cam-minare col proprio tempo devono ade-guarsi alle conquiste dell’uomo, laChiesa, che è eterna, per rinnovarsideve sempre tornare alle sue originidivine». La nuova Chiesa dell’arch.Vito Sonzogni come rientra in questoclima di rinnovamento? È una «nave»?È una «vela»? È una «tenda»? Co-munque si voglia interpretare questanuova realizzazione, resta sempre chia-ro ed evidente il suo riferimentobiblico. È bella? Il tentativo è riuscito?Era già scontato in partenza che untentativo nuovo non può riuscire graditoa tutti, specie a chi nel concepire laChiesa è ancora legato alla forma di«basilica» o di «cattedrale» nel sensoclassico dei termini, oppure alla forma

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31 maggio 1966Data memorabile

nella storia di Zogno

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di «croce latina» o «croce greca»,ecc. Le primitive inevitabili polemichesi sono ormai placate in un generaleinteriore consenso. Ad ogni modo,era più che legittimo, per noi Zognesi,attendere, con una certa ansia, la paroladel nostro Ecc. Pastore al riguardo. Eall’omelia della S. Messa celebrata lasera della consacrazione, Sua Ecc.Mons. Arcivescovo ha sciolto le residuenuvole polemiche che eranorimaste qua e là, mettendochiaramente in luce il signifi-cato della nuova esperienza.Prese la parola illustrando ilsignificato dei numerosi gestie parole che esprimono, nelrito, il mistero di grazia, sof-fermandosi poi a chiarire laragione per cui il nuovo San-tuario è stato dedicato a MariaSS. Regina. Nella nuova ri-forma liturgica, infatti la festadella Madonna del Carmine,devozione molto sentita tra gliabitanti della zona e titolaredella vecchia chiesina, è ridottaad una semplice commemo-razione, mentre invece sta peressere particolarmente valo-rizzato il nuovo titolo di MariaSS. Regina, per il quale è statariservata una festa tutta parti-colare istituita da Pio XII l’11ottobre 1954 e fissata al 31maggio. Le ansie, le preoccupazioni,i sacrifici del nostro prevosto Mons.Giuseppe Speranza sono stati giusta-mente riconosciuti dall’Arcivescovoche gli ha espresso, senza veli, la suagratitudine per aver «audacemente af-frontato, egregiamente condotto conl’aiuto dei collaboratori del consiglio,del sostegno e del finanziamento, efelicemente conclusa la difficile im-presa». Ricordando all’assemblea lequattro reliquie che sono conservatenel sepolcreto dell’altare sacrificale,l’Arcivescovo ha messo in evidenzala perfetta dipendenza del nuovo San-tuario dalla Chiesa parrocchiale, chene è stata la matrice dedicata a S. Lo-renzo, e dalla Chiesa cattedrale dedicataa S. Alessandro, mentre le reliquie diS. Maria Goretti e di San GiovanniBosco stanno ad indicare ai fedeli dueesempi di santità, particolarmente

vicini ai nostri tempi e modello per lenuove generazioni. Effettivamente perpresentare insieme la storia del misterodella salvezza, notava l’Arcivescovo,ci vuole un impegno, carico di moltiproblemi, che l’artista ha risolto conuna forma un po’ originale, ma semprein sintonia con lo spirito evangelico.Chi vede nella massiccia mole di ce-mento una tenda, può ricordare che il

Verbo di Dio «si attendò tra noi»,(Gv.1,14); e poi trova concretizzato ilpensiero di S. Paolo laddove dice:«Non abbiamo qui una dimora fissa,ma siamo chiamati ed incamminativerso una dimora eterna» (Eb. 13,14). La forma richiama l’immaginedi una vela. Noi sappiamo che il ventodivino nel mondo ci sospinge conti-nuamente verso il porto celeste (Gv.3, 8). Scopriamo le linee caratteristichedi una nave. Ecco l’imbarcazione, chesi dibatte nel mare burrascoso dellavita per affrontare una traversata (Mt.8, 23-27). Anche gli elementi checompletano l’aula comunitaria trovanouna perfetta convergenza verso l’altaresacrificale, centro della religione, mi-stero di giustizia, di verità, di amore,di grazia. Mons. Clemente Gaddi si èpoi compiaciuto con il progettista,«forse inizialmente non consapevole

dell’ardua impresa a cui andava in-contro, per aver saputo esprimere,nell’armonia delle linee, una parteci-pazione, un ardimento ed uno studiotutto personale». Certo, per giudicarel’opera se è bella o no, l’Ecc.moPastore ha affabilmente invitato tuttii fedeli a compiere un atto di umiltàtenendo conto dei gusti che pesanosempre quando si tratta di esprimere

il proprio parere se una cosapiace o no. «A me piace, perme è bella - ha affermato chia-ramente - anche perché la suafunzionalità risponde in pienoalla nuova concezione dellacomunità cristiana in preghiera.Una volta i catecumeni eranodistinti dai fedeli e le chiesedi allora erano fatte in mododa soddisfare i bisogni di queiriti liturgici. Oggi invece inquest’aula comunitaria, di fron-te a questo altare sacrificalesolenne, maestoso ed elevato,ci sentiamo e siamo in realtàtutti figli dello stesso Padre epartecipiamo tutti allo stessosacrificio redentore che si rin-nova e si ripropone».

«Per questa nuova Chiesa, cosìbella nella sua nudità - ha con-tinuato Mons. Arcivescovo -che ha saputo indicare vie nuo-

ve traducendo nella realtà espressionieterne, Zogno sarà conosciuta ancheda lontano. Molti verranno da paesi,da città, da regioni diverse per pregaree per ammirare la felice soluzione dicomplessi problemi liturgici ed archi-tettonici». Per questo ha invitato ifedeli a «non macchiare l’austera nuditàdi questa bella Chiesa con quadri ostatuette di Santi. Non dobbiamo quicercare i Santi - ha soggiunto - ma gliesempi ed i mezzi per diventare santie accostarci a Gesù mediante Mariache è Madre di tutti i Santi». Conqueste ultime esortazioni Sua Ecc.l’Arcivescovo Mons. Clemente Gaddiha concluso il Suo discorso lasciandonell’animo di tutti i presenti una grandegioia ed una profonda soddisfazione.

Dal libro Santuario a Maria SS. Reginain Zogno

L’allora Vescovo Clemente Gaddi, consacra la Chiesa

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Dopo aver percorso i vicoli di Zogno, sarebbe dove-roso parlare anche delle tante belle piazze che ab-

biamo in ogni angolo d’Italia: luoghi dove solitamentepuoi passeggiare, ammirando fontane e monumenti creatida celebri artisti.Sarebbe un’impresa immane. Però se mi affaccio alla fi-nestra vedo anch’io una piazza sottostante e nel tentativodi descriverla la mia voce si trasforma in un mugugno chenon riesco a reprimere, fino a indurmi a scendere e deporreun fiore su una di quelle panchine che la occupano, pro-prio come si usa fare sulla tomba di una persona che ci eraparticolarmente cara.L’omino ai lati dello schermo che controlla ciò che scrivo,mi guarda con un sorriso beffardo. Mi accingo, quindi, a

parlare delle piazze di Zogno (le piazze di cui sopra, miaccontenterò di ammirarle su un depliant) o più precisa-mente riandare al passato, perché dietro a quel poco che èrimasto vi è un’infinità di ricordi, di persone che vi hannoa lungo sostato, di sentimenti tristi e lieti e anche di pas-sioni condivise o oltraggiate.Ora tutto è scomparso: piazza Garibaldi e piazza Italiahanno perso la loro identità, sono luoghi insignificanti chenon inducono a sostarvi anche solo per far due chiac-chiere. Quando erano spazi liberi accoglievano urla eschiamazzi che volavano da un punto all’altro, voci gio-iose che emanavano felicità nel sudore della corsa o dellameta raggiunta o si rifocillavano bevendo l’acqua chesgorgava dalle due artistiche fontane che abbellivano l’en-trata del negozio di un barbiere che si compiaceva nel de-finirsi bar ber de sita. Ma se ti azzardi ad attraversarle disera sono talmente deserte che ti assale il timore che daun momento all’altro qualcuno sbuchi da chi sa dove e tirapini facendoti del male.

Le panchine che vi si trovano inducono a richiamare le pa-role del sommo poeta: “nessun maggior dolore che ricor-darsi del tempo felice nella miseria” (non è proprio ciòche intendeva Dante, ma ci siamo molto vicini). Era cosìanche per noi... nella miseria, ma felici. E ora? Non lascia-moci prendere dall’angoscia: ci sono momenti in cui lepiazze sono gremite di auto che fanno a gara per trovareun posto e poi lo trovano anche se non c’è.È penoso tentare di allacciare il presente con un passato: èun tentativo che dà solo tristezza e rassegnazione. Vi chie-derete il perché di tanta angoscia nel ricordo di un tempoche non tornerà più. È presto detto. Noi tutti, dopo lascuola, andavamo all’oratorio, unico luogo dove nel po-meriggio si trovavano gli amici con cui giocare, per poi lasera radunarci in piazza. Giocavamo a beis, a palla avve-lenata, a nascundì, a caalina, a ciche (biglie) e a calcio,quando si trovava qualcosa da utilizzare come pallone; pernon parlare poi del periodo invernale, quando la piazza sitrasformava in una pista di ghiaccio (slisaröla) con un tri-pudio di acrobazie per percorrerla tutta senza cadere. Laraccolta dei “piasaröi” come venivamo chiamati dai nostrigenitori, era rituale; i più grandi stabilivano il programma(questo avveniva mentre giocavamo sotto la tutela del cu-rato di cui accettavamo, compunti, l’ora di catechismo odi preghiera). I ragazzi e anche le ragazze confluivano davia dei Mille, dal ghèt, da via Furietti da fòpa. Il ritrovoera dopo cena, per concludersi non oltre le 22,00, pena lasgridata dei genitori con qualche scappellotto. Non si osavaoltrepassare i limiti della piazza di appartenenza: sarebbestato uno sgarro, punibile con l’estromissione dal gruppo.È bene precisare che i frequentatori di piazza Italia gode-vano di una estrazione sociale più paludata, rispetto a quellidi piazza Garibaldi: era come dire che da una parte c’eranoi meno abbienti e dall’altra i, un poco, meno abbienti. Co-munque si diceva che “non è tutto oro ciò che luccica”.Di certo il nostro era piuttosto opaco! Potendolo fare, pas-serei la parola ai selciati che calpestavamo, ai muri crivel-lati da sassi e anche a quei signori, ormai svaniti, cheimmancabilmente sostavano sul cantù del Nato per chiac-chierare e per rilanciarci la palla che puntualmente arri-vava tra i loro piedi. Quale gioioso frastuono ne uscirebbe!“La gioia goduta nella semplicità dei giochi di una voltaè un tesoro che non riavremo più!”. Oggi abbiamo a di-sposizione giardini che oserei definire lussuosi (scivoli,altalene, giostre... panchine ombreggiate...). Noi li ab-biamo lungo il fiume dove molti bambini giocano sotto losguardo vigile dei nonni; proprio come si usa fare con icarcerati, quando escono dalla cella per la cosiddetta “orad’aria”. Nelle loro piccole mani puoi già vedere giochielettronici che li costringono a star seduti, votandoli alla

Le Piazze di Zogno

Piazza Italia

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solitudine che a lungo andare si trasformerà in angoscia!Gli psicologi la fase di crescita del bambino fino a sei annila definiscono “monologo collettivo”: tutti giocano, maognuno per conto suo disinteressandosi degli altri.Ora la “muta comunicazione” ha contagiato anche la gio-ventù e non solo. Cos’è rimasto della soddisfazione cheriempiva il cuore nello stare con gli amici, stanchi di avercorso, di essere anche caduti e qualche volta presi a calcida inquilini che non sopportavano le nostre urla!?... le pan-chine che sembrano bare... un sasso con acqua che gorgo-glia girando sempre su se stessa... fioriere che voglionodare un tocco di nature, e una maestosa edicola che la sera,quando è chiusa, incupisce l’ambiente, già di per sé fune-reo. Questi i pregi di piazza Italia (qualcuno dice che inalternativa avremmo goduto di un enorme parcheggio. Dibene in meglio!).Piazza Garibaldi ha tuttora la sua imponenza da far sem-brare la gradinata che scende dalla chiesa un enorme fiumeche si riversa sulla piazza, allargandosi alla foce per rice-vere i vicoli come suoi affluenti; mi accontento di questametafora per ricordare il passato. Mi piacerebbe saperecosa ne pensa il nostro amatissimo Don Giulio che di arte,di armonia, unite a tanta sapienza, non solo religiosa, hasempre innanzitutto cercato nelle cose la bellezza. Puòdarsi che qualcuno lo sappia.Il progetto di ristrutturazione prevedeva qualcosa di di-verso da quello che è stato attuato. È il caso di citare ildetto latino: “auctoritas non veritas facit legem”. Madiamo la parola alla commissione che ha premiato il pro-getto: “la giuria ha apprezzato la correttezza e la sempli-cità dell’intervento che non s’impone al luogo, ma che lorende facilmente vivibile”. Dopo questo giudizio dob-biamo disturbare ancora il latino: “ubi maior minor ces-sat”. Sono sceso più volte dalla gradinata e ho cercatoquesta vivibilità senza riuscirci. Deve esserci stato qual-cosa che non ha funzionato, oppure ha funzionato male ri-ducendo il tutto, come al solito “all’italiana”.Ogni sera quando chiudo le finestre alzo gli occhi al cieloper non soffrire più di tanto, poi guardo la mia piazza, stra-volta dai cambiamenti che l’hanno resa irriconoscibile,quasi tenebrosa; illuminata da luci che sembrano vegliaresu delle tombe, dalle quali però, in alcune mie notti in-sonni, sembra uscirne le voci di tanti amici, rivivendo conloro un passato che non tornerà più, ma che rimarrà per

sempre in quelle pietre, in quegli angoli, sotto quei porti-cati, ma soprattutto nei richiami delle mamme che da lassùci sgridano ancora amorevolmente in un abbraccio chenon ci lascerà mai.Non posso certo dimenticare la terza piazza di Zogno de-dicata a Bortolo Belotti, illustre concittadino la cui storiatutti conosciamo. Si chiamava, prima che gli fosse dedi-cata, piazza Macallè (episodio eroico dei nostri soldati inEtiopia). Era una piazza dove non si poteva giocare, per ilsemplice motivo che vi erano edifici il cui nome incutevaun certo timore: il palazzo del Comune, il Carcere man-damentale, la Pretura, la Caserma dei Carabinieri; luoghiove il chiasso dei nostri giochi poteva insospettire le au-torità, con qualche risultato sgradevole. Ora questi pericolinon ci sono più. Perché non farne un posteggio!? Le autonon gridano! Possiamo però trovare un sereno rifugio oltrela siepe che ferma le auto o nell’ampio giardino che ci halasciato il nostro illustre concittadino, fiduciosi di poterleggere in tutta tranquillità la sua e tante altre storie, nonsolo di piazze.“Ic stantibus rebus” non resta che rassegnarsi, riponendoil tutto in quell’immenso contenitore dove si depongono isogni, i desideri e soprattutto i rimpianti, lasciando che iltempo scorra sulle “morte stagioni sulla presente e viva eil suon di lei” consolandoci nel vedere qualche bimbo chechiama la mamma e sente la piazza che gli fa eco...I vicoli, le piazze e anche le strade sono la nostra storia ese stiamo alla finestra la vediamo scorrere a due velocità:una che porta al tramonto e l’altra che ne è l’aurora.

gpfLe Piazze di ZognoPuoi sostare nelle piazze di ZognoSe ti guardi intorno smarritoNon avere l’animo contritoCome se tutto fosse un sogno

Le hanno dato un nuovo voltoCose moderne tutte da ammirareSe non sai però cosa puoi fareStai fermo e il problema è risolto

Vedi fanciulli sulla strada accantoSe ti conoscono ti guardano stupitiSembrano scolaretti appena punitiSe giocano li vedi cader di schianto

Dove c’erano tanti spazi feliciOr ci sono posteggi ed altre coseCon qua e là alcune intristite roseChe puoi mostrare solo ai tuoi amici

C’è una piazza dove sostano le autoSi mettono all’ombra di alberelliPer cercare di far morire pure quelliMagari ci fosse un altro magico flauto!

Potrai però giocare in tutta fantasiaNel palazzo accanto ad una piazzaSeduto, solo, sulla gran terrazzaLeggendo un bel libro e così sia.

L’8 aprile, Luca, un giovane della nostra co-munità, raggiungerà il Centro Fratello Sole

e Sorella Luna in Perù e presterà servizio perqualche mese. A lui consegneremo per il Centro:- 1.100 euro offerte raccolte dalla serata Giropa-

sta;- 2.300 euro donazione dallo SpazioVolontalibro

parrocchiale;- 600 euro offerte varie.Grazie della vostra generosità

don Samu e i giovani

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Ibambini della sezione A della scuoladell’infanzia statale Cavagnis il gior-

no 29 gennaio si sono recati nellachiesa parrocchiale di Zogno per unavisita guidata alla conoscenza dell’or-gano usato durante le varie celebrazionie nei concerti. Che meravigliosa sco-perta!! Grazie alla disponibilità di Gior-gio il sagrestano, e Thomas l’organista,i bambini hanno potuto conoscere eapprezzare questo strumen-to musicale commentando:“un bellissimo macchina-rio”. Tutta in verità è statauna bella scoperta: la visitaalla sagrestia, la conoscenzadel turibolo (per spargere l’in-censo), il fatto di poter vedere“cosa c’è dietro l’altare” lasalita al balconcino attraversola scaletta del campanile, non-ché tutte le parti indispensabiliper il funzionamento dell’organo (canne,antichi mantici...) che in effetti è propriouna meravigliosa macchina. Thomasha catturato l’attenzione dei bambinimuovendo abilmente le mani e facendo

cosisentire melodie e canzoni

importanti e familiari (canzoncine,marce ecc...). Sentire questo strumento,percepire in modo distinto la maestositàdei singoli suoni dei tasti...che emo-zione... I bambini hanno osservato e

notato tante cose: ma quanti bottoni;quanti pulsanti a cosa servono? E i pe-dali come mai? Tomas ha spiegatotutto ai bambini che intorno a lui fa-cevano il possibile per vedere e nonperdere niente...e poi la salita al bal-concino verso le canne e la scopertadei tre mantici che grazie ad una ma-novella davano fiato all’organo. QuiGiorgio è stato proprio indispensabile.Tutti e due hanno regalato ai bambiniun po’ del loro tempo riuscendo cosìad avvicinarli al meraviglioso mondodella musica. Questo infatti si sonoproposte le insegnanti per questo annoscolastico. L’educazione all’ascolto, alsuono e alla musica è parte fondamen-tale di un percorso educativo-scolasticoe, come dice Giorgio: LA MUSICA ÈVITA E TI ELEVA PIÙ IN ALTODELLE MONTAGNE!!Grazie Tomas, grazie Giorgio!

I bambini e le insegnanti dellascuola dell’infanzia statale Cavagnis

Preghiamo con la Chiesa (L’Apostolato della preghiera)Le intenzioni devono essere precedute dalla recitadella preghiera riportata qui sotto:

Cuore divino di GesùIo ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria,Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucari-stico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenzedi questo giorno, in riparazione dei peccati e per lasalvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello SpiritoSanto, a gloria del Divin Padre.

Universale - Perché i piccoli agricoltori ricevano il giusto com-penso per il loro prezioso lavoro.Per l’evangelizzazione - Perché i cristiani dell’Africa diano te-stimonianza di amore e di fede in Gesù Cristo in mezzo ai con-flitti politico-religiosi.Dei Vescovi - Per le coppie di giovani che desiderano formareuna famiglia e devono fare i conti con la precarietà del lavoroe la disoccupazione.

Vivere la musica

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I l progetto di un corsoper il suono delle cam-

pane nasce nella primaveradel 2010 da una collabo-razione tra il Comune diZogno e la FederazioneCampanari Bergamaschi.L’idea, partita dall’assessorealle politiche giovanili Mas-simo Pesenti, viene subitomessa in opera grazie alcampanaro Dario Ferrariche inizia le lezioni gratuitamente uti-lizzando i primi strumenti (campanine)interamente finanziati dal Comune diZogno. In questo periodo si organizzanoanche i primi concerti di campaninecon la partecipazione della FCB nellechiese e nelle piazze delle frazioni,per stimolare nell’apprendimento i 6allievi con i quali è nata questa realtà.Nell’estate 2011, a causa degli impegnidi lavoro di Dario, lentamente l’allievoMatteo Cattaneo inizia a seguire i ra-gazzi negli esercizi sulle campaninefino a gestire tutti gli appuntamentidella scuola ed anche i ritrovi sul cam-panile per le varie solennità. Le lezioniall’inizio si svolgono nelle aule delcatechismo che gentilmente mette adisposizione l’Oratorio di Zogno, epoi per un periodo anche nella sededell’associazione “Non solo sogni”: ci

Pasqua dei CarabinieriCome di consuetudine, lunedì 14 marzo scorso, alle ore 11,00 in Chiesa Parrocchiale abbiamo celebrato il precetto pasquale del-l’Arma dei carabinieri. S. Messa celebrata dal parroco don Angelo, e concelebrata dal nuovo cappellano militare p. Tiziano Sterli.

sentiamo di ringraziare entrambe perl’ospitalità.Nel frattempo ai nuovi campanari vienedata la possibilità di suonare in pubblico,durante le visite guidate al campanile,nelle Notti Bianche organizzate dalcomune. Punto di svolta per il nostrogruppo è sicuramente il 7/8 luglio 2012quando FCB, in occasione del Decen-nale, decide di organizzare a Zognodue Giornate Campanarie di divulga-zione.Grazie a un accordo con il Comune, inquella manifestazione viene inauguratoil Centro Studi Campanari Giulio Do-nadoni in Villa Belotti, che sarà lanostra sede fissa per ben tre anni. Pur-troppo, a causa di repentine incom-prensioni con la Federazione, alla finedel 2015 decidiamo di comune accordodi interrompere la collaborazione con

questo ente: il 16 dicembre 2015 vieneufficialmente costituita l’associazionedi volontariato “Scuola Campanaria diZogno”. Grazie all’aiuto di Don Angelo,la parrocchia di Zogno mette a dispo-sizione una stanza nelle ex-scuole ele-mentari di Grumello de’ Zanchi cheera stata dedicata al nostro campanarostorico Giulio Donadoni.Per tutti questi anni sentiamo il doveredi ringraziare il campanaro RomanoChiesa, che con il suo carattere decisoe particolare ci ha spinti a crescerenella semplicità, con l’entusiasmo checi deve essere in una vera squadra!Questa è la nostra storia: oggi siamoun gruppo di 16 persone che si sforzadi portare avanti una tradizione secolaree di renderla vicina ai giovani e allagente.

Matteo Cattaneo

2010-2016 Scuola Campanaria di Zogno

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Si è spento serenamente il 17Aprile 1986 presso l’Opera

Pia Caritas di Zogno, dove si tro-vava dal 1984, mons. Angelo Mo-sca. Nato a Endenna il 23 novem-bre 1887, e di questa sua anzianitàandava orgoglioso, con quello spi-rito di semplicità che gli era ca-ratteristico e che lo rendeva sim-patico ai confratelli sacerdoti, allepersone che ha avvicinato duranteil suo lungo ministero nelle par-rocchie, agli amici che anche inquesti ultimi anni, da quando siera ritirato dall’apostolato per rag-giunti limiti di età, egli era sempreriuscito a conservarsi con grandecordialità.Ordinato sacerdote il 25 luglio1914 don Angelo Mosca fu dap-prima coadiutore parrocchiale aUbiale (1914-16) e poi a ComunNuovo (1916-19). Ma durante glianni della grande guerra fu ancheinviato in servizio militare e fuimpegnato nelle file della Croce Rossama si prodigò ovviamente, oltre chenell’assistenza ai feriti, pure nella curad’anime tra i soldati. Al ritorno in dio-cesi, dopo il conflitto, fu destinatoancora come coadiutore a Villa d’Almè(1919-24). Quindi venne nominato par-roco di S. Pietro d’Orzio (1924-47) e,

infine, di Treviolo (1947-73), per oltreventisei anni. Nel periodo della Resi-stenza con spirito di sacrificio e concoraggio si adoperò per aiutare chi sitrovava in pericolo. Fu anche sempremolto attento ai problemi sociali tantoche negli Anni Venti colla-borò allafondazione e all’attività di “Segretariati

del Popolo” e più tardi fu semprevicino alle iniziative delle ACLI.Nel 1962 don Angelo ebbe la no-mina di Canonico Onorario dellaCattedrale di Lodi. Si ritirò dallaguida della parrocchia di Trevioloquando aveva 86 anni. Diceva chele forze ormai l’avevano abban-donato, ma il suo spirito era ancoragiovanile. Era il suo carattere delresto, un carattere non per nullaaccondiscendente ma sempre se-gnato da una particolare e singolaredote: la serenità. Non era possibileincontrare mons. Mosca senza tro-vare un largo sorriso sul volto esenza partecipare al suo modo diesprimersi ricco di battute vivacie originali. Di mons. Mosca si ri-corderà però in modo particolarel’esempio di sacerdote che ha im-postato la sua vita sulla preghiera,nella donazione agli altri, nellacarità e in un apostolato sempregeneroso. Da lui si poteva ottenere

tutto, purché ogni richiesta fosse stataimprontata sull’onestà e sulla giustizia.Il suo “stampo” era pertanto all’anticasì, ma la sua disponibilità era ancheper le esigenze dei tempi contemporanei,e a testimonianza rimangono le opereda lui realizzate soprattutto durante ilsuo ministero come parroco. E a taleriguardo possono parlare i suoi parroc-chiani che in mons. Mosca avrannopur trovato atteggiamenti di fermezzama, sempre e in ogni occasione, unsincero desiderio di bene per le animee la comunità parrocchiale, consciocome egli era della responsabilità chegli competeva. Poi, quando ebbe a riti-rarsi nella sua casa ad Ambria nel 1973e, infine, presso l’Opera Pia Caritas diZogno, le forze fisiche andarono semprepiù abbandonandolo. Tuttavia il suocuore è sempre rimasto quello del donAngelo di un tempo. Il Signore lo hachiamato carico ormai di anni ma anchedi tanti meriti per l’apostolato compiutocon vero spirito sacerdotale.

Mons. Giulio Gabanelli

Mons. Angelo MoscaA ricordo del 30° anniversario di morte

Chi era Mons. Angelo Mosca, per Ambria?Nato ad Endenna il 23 novembre 1887, rimase sempre il migliore e il piùcarismatico dei nostri amici. Seguì questa nostra e sua parrocchia con in-stancabile affetto e la arricchì di vistosi doni. Oltre alle periodiche oblazionidi denaro, offrì l’altare maggiore e le balaustre della parrocchiale, regalònumerose pianete, la casa paterna, ora adibita agli spogliatoi. L’attuale ora-torio ecc.. Ambria dal canto suo si onorò sempre di avere un figlio così il-lustre e lo volle presente ad ogni solennità o feste eccezionali. Mi permettodi menzionare questo pensiero di Mons. Angelo Mosca: “Adesso «si fasera» e ringrazio il Signore perché è l’unico che conta veramente. Guardodentro la vita e scorgo numerosi, i segni del mio lungo pasticciare. Forseè per questo che ho tanta voglia di intonare il «Miserere» e di concluderecol «Magnificat». Morì a 99 anni. Dio gliene renda merito.

Mario Minelli

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Ètrascorso più di un anno da quando arrivai ad Ambria,lunedì 6 ottobre 2014.

Arrivai poco prima di mezzogiorno. Ad aspettarmi ungruppo di amici di Cividate al Piano.Ero partito da solo e dentro di me tanti pensieri difficili dadire ma pieni di sofferenza per il distacco. Stavo lasciandotutto perché il mio Vescovo mi aveva invitato a partire.Nelle sue parole avevo capito che era bene per me quel sa-crificio, e allora ho detto di sì. In quel “sì” la sicurezza diaver scelto la strada giusta, ma anche paura per il futuro.Alla Parrocchia di Cividate al Piano avevo dato tutto, cer-tamente con i miei limiti e difetti, ma ho ricevuto pure tantoaffetto.Dentro di me era chiaro anche che dovevo partire. Volevoancora fare il prete con l’entusiasmo di una volta, donare ilmio sacerdozio a una nuova comunità, sentirmi ancora utile.Non ho mai dimenticato le parole di Gesù: “Chiunque avràlasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli,o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avràin eredità la vita eterna” (Mt 19,28).Non è stato facile, ma il Signore era con me, e la VergineAddolorata mi ha preso per mano.E così sono arrivato a Ambria dove si sta cercando, assiemea Spino, Grumello de’ Zanchi e Zogno, di iniziare una unitàpastorale.Mi sono subito sentito come in una nuova famiglia. Accoltoda un gruppo di Sacerdoti bravi e buoni, e soprattutto ac-colto dalla comunità di Ambria, che mi ha subito capitochiedendomi non tante cose da fare, ma solo di essere pretein mezzo a loro.Qui ad Ambria, non ho compiti e responsabilità amministra-tive. Non sono parroco, ma solo collaboratore pastorale. Hoquindi più tempo da dedicare alla preghiera, alla prepara-zione dell’omelìa, essere il padre spirituale nella nuova fa-miglia.Non posso però dimenticare tutto il bene che ho potuto farenei vari Oratori, le esperienze vissute con ragazzi e giovaniin montagna nei periodi di vacanza. Ho ancora presenti ledifficoltà incontrate nelle varie parrocchie quando si cercavadi vivere la comunità come famiglia di Gesù.Di frequente mi ritornano in mente momenti di vita parroc-chiale vissuti nella gioia.Ciò però non mi toglie serenità e voglia di fare il prete, dicontinuare a cantare e di dare e ricevere consigli.Di tutto cuore la mia gratitudine per essere stato accolto.Come ho fatto nelle altre parrocchie, farò tutto il possibileper essere un buon prete in mezzo a voi.

don Pasquale

La fatica e la gioiadi ricominciare...

Presentazione Chierichetti di SpinoDomenica 13 marzo 2016, i nostri Chierichetti hanno fattola loro promessa davanti alla Comunità Parrocchiale e allapresenza di don Samuele e di Mons. Pasquale Pezzoli, ret-tore del nostro Seminario Diocesano, con questa profes-sione: Mettiamo nelle tue mani il nostro servizio che stiamoper iniziare... Insieme promettiamo di essere generosi eaiutare i nostri sacerdoti a servirti con gioia e impegno.

Linda, Eleonora, Nicola, Aurora, Davide, Marco, Davide

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Nei giorni 22, 23 e 24 gennaio si è cele-brato il Triduo dei morti a Spino al

Brembo. Ho cercato di riflettere sul significatodi questa commemorazione. Ho capito cheinnanzitutto è un modo per ricordare i nostricari defunti. Inoltre è una celebrazione chesi svolge dal venerdì sera alla domenica eper questo è molto simile alla Pasqua diResurrezione. Infine, è una maniera per at-tenuare il senso, la paura della morte, chetutti hanno. Questo perché se si dà al nostroprossimo l’esempio di una partecipazionesentita, certamente si sarà ricordati perquesta partecipazione. Anche perché è lacomunità che ricorda i suoi defunti e perciòci si sente parte di una comunità.

Alberto Rubis

Un pensiero e una pre-ghiera per il nostro in-dimenticabile sacristaGabriele, uomo sem-plice e mite. La comu-nità parrocchiale diAmbria ti ringrazia perla tua opera prestata.

Il triduo dei morti

Siamo coloro che si prendono curadelle nostre e vostre Chiese, dagli

aspetti tecnico-logistici a quelli piùspecificamente liturgici. Siete abituatia vederci preparare l’occorrente perla Messa, custodire suppellettili e pa-ramenti, mantenere pulite e ordinatela chiesa, la sacrestia e gli ambientidelle celebrazioni e delle attività par-rocchiali, aprire e chiudere la Chiesa.Una presenza costante, conosciutadai fedeli, in particolare per quellecomunità ecclesiali che non hannoun parroco a tempo pieno. Nella pre-ghiera scritta appositamente per noi,il Cardinale Carlo Maria Martini cidefiniva “uomini della porta”, persone

nelle quali, anche chi non frequentaassiduamente o è solo di passaggio,può trovare “non l’immagine del fa-stidio, non il freddo dell’indifferenza,bensì il calore di chi guarda con ilTuo sguardo, sguardo di un Dio venutoa cercare non i giusti ma i peccatori”.Più che dietro le quinte, il nostro è unlavoro di frontiera, siamo chiamatiprima di tutto ad accogliere, sottoli-neando che quella dell’addetto alculto, chiamato comunemente “sa-grestano” con un termine che ne limitail ruolo, “è una vocazione laicale conuna sua specificità”. Si tratta infatti,di un “servizio alla Chiesa e alla co-munità parrocchiale che richiede,

come ha detto papa Francesco CO-RAGGIO, UMILTÀ e PREGHIERA”.Con questi impegni e desideri nelcuore, ci auspichiamo, nella nostraquotidianità, di essere quei “germoglivivi”, che all’interno di esse, portanofrutto con la loro perseveranza.Con il nostro coraggio, la nostraumiltà e la nostra preghiera, augu-riamo ai sacerdoti dell’Unità Pa-storale, alle Rev.de Suore presentie a tutte le nostre comunità, un ca-loroso augurio di un buon tempopasquale, che sia propizio per ilbene di tutti.

Giorgio e i sacristidell’Unita Pastorale

Sacristi, la sfida delle porte aperteCORAGGIO, UMILTÀ E PREGHIERA

GABRIELEGRITTI

† 24 novembre 2015

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Avete notato che la nostra Madonna del Rosario è più luminosa?Questo grazie ad Emanuel e Federica Carrara che l’hanno restaurata.

Sicuramente quando passerà per le vie del nostro paese, nell’occasionedella sua festa, si potranno apprezzare al meglio i colori e la luce del suovolto.Nell’occasione dell’uscita del bollettino interparrocchiale, la comunità diAmbria, ringrazia di cuore per il servizio che svolgono nella nostra parroc-chia, don Angelo, don Samuele, don Pasquale, don Giacomo, don Lucianoe i sagristi Gianmario Pesenti e Giorgio Avogadro.

Mario

Finalmente ci siamo riusciti!

Il carnevale dei piccoli di Ambria

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Il commiato di una persona cara

N el fare gli auguri a tutta la co-munità per le prossime Feste

pasquali, la Fondazione vuole dedi-care un particolare pensiero ricono-scente alla signora Emma Bacuzzi,insegnante della scuola elementare diSorisole, suo paese natale.Nel 2002, quando aveva già 74 annied era in pensione da parecchiotempo, dietro suggerimento di donGiancarlo Bresciani, allora parrocodi Sorisole e presidente di Augere,era partita per Rilima, dove si era fer-mata per alcuni mesi. Si era dedicatacon slancio ai bambini ricoverati, peri quali organizzava giochi, momentidi apprendimento e di svago. Era ri-masta presso il Centro S. Maria più alungo di quanto avesse progettato,contenta di vedersi circondata ancorada bambini e ragazzi, e di poterli aiu-tare durante la degenza e le cure inospedale.L’esperienza fu per lei indimentica-

bile. Tornata a Sorisole, si è sempretenuta informata sulle iniziative cheriguardavano il Centro, sui bambiniricoverati e sulle loro necessità, of-frendo anno per anno, da attenta esensibile benefattrice qual era, un suocontributo.Il ricordo dei bambini ammalati, delCentro S. Maria e del lavoro che viaveva svolto, è rimasto nel suo cuorefino alla fine; così il 10 settembre2015 con un breve scritto ha stabilitoche una quota molto generosa deisuoi risparmi fosse destinata al Cen-tro S. Maria e alle sue necessità. Il 17ottobre 2015, all’età di 87 anni, lamaestra Bacuzzi ci ha lasciato, e i ni-poti hanno informato la Fondazionedelle sue ultime volontà: come avevadesiderato, il suo lascito sarà finaliz-zato a quei bambini che le famiglie,poverissime, non avrebbero la possi-bilità di far curare.

Fondazione Rilima Augere

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Mondo Missioni: auguri a tutti e un ricordo speciale

La famiglia non si distrugge, si trasforma.Una sua parte va verso l’invisibile.

Crediamo che la morte sia un’assentarsimentre invece diventa una presenza segreta.Crediamo che consista in una distanza infinita,mentre invece lei elimina ogni distanzariportando allo Spiritoquanto era momentaneamente nella carne.

Più sono i nostri cari che hanno lasciato la casa,più chi è rimasto ha dei contatti nel cielo.

Il cielo non è perciò solo abitato dagli angeli,da santi sconosciuti e da un Dio misterioso:ma diventa familiare.È la casa della famiglia, la casa del piano di sopra,se si può dire così.

È da lassù verso quaggiù,il ricordo, gli aiuti, i richiamisi riaccendono.

Ciao MammaMARIA LUISELLI in Pellegrini

† 1 febbraio 2016

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Causa maltempo la sfilata di Car-nevale per le vie del paese è stata

annullata: si è svolto tutto all’ Orato-rio di Zogno con la presenza di tantemascherine colorate, Carri e Gruppi:

possiamo dire che è stato un Carne-vale bagnato, ma partecipato. Primadi iniziare la grande festa Carnevale-sca presso il salone dell’ Oratorio si èproceduto con le premiazioni. Per i

Carri Allegorici ha vinto “La Neve diMiragolo” con un gatto delle nevi,mentre per i Gruppi Mascherati si èimposta “Una Banda da favola”. IlCarnevale Zognese organizzato dalComune in stretta collaborazione conl’Oratorio di Zogno e l’ Associazione“Punto Amico” ha contato sulla pre-senza di moltissime persone oltre atutte le frazioni del paese presenti conun Carro oppure un Gruppo. Il pro-gramma è poi continuato lunedì mat-tina con la gita sulla neve a Foppoloe pizzata ADO in serata presso l’Ora-torio e martedì con il truccabimbi,animazione e giochi in palestra per iragazzi delle elementari.

Diego DonadoniConsigliere delegato allo Sport

Carnevale 2016 domenica 7 febbraio

Resoconto Gennaio-Febbraio 2016Per la Chiesa € 3.570,00Funerale Aldo Fedi € 250,00Funerale Gioachino Sonzogni € 300,00Funerale Maurizio Gherardi € 300,00Funerale Giuseppina Alborghetti ved. Rubis € 200,00In M. Gioachino Sonzogni € 20,00In M. Antonio Pietro e Bruno Sonzogni € 150,00Battesimo € 50,00Battesimo € 70,00Battesimo € 100,00Battesimo € 50,00Battesimo € 100,00Dagli ammalati € 485,00Affitto € 516,46Affitto € 900,00

Candele (2 feb.) € 190,24Rinnovo Zogno Notizie Interparrocchiale € 2.900,00Rinnovo Zogno Notizie Interparrocchiale (Spino) € 680,00Rinnovo Zogno Notizie Interparrocchiale(tramite vaglia postale) € 2.434,00Per le missioni € 200,00Vendita Zogno Notizie (dic. - gen.) € 259,00Vendita radio parrocchiale (1) € 60,00Carmine N. (dic. - gen.) € 1.055,00Festa a Carubbo (9 gen.) € 200,00Festa a Piazza Martina (15 e 16 gen.) € 1.574,00Alpini € 150,00Elemosine domenicali e feriali 28 dic. - 31 gen. € 3.440,90Elemosine domenicali e feriali 1 feb. - 28 feb. € 3.249,60ENTRATE: € 23.456,20

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Quello che sto per scrivere non ètutta farina del mio sacco, ma frutto

di una ricerca, di una lettura approfondita,di asserzioni condivise, e di esperienzavissuta ma che voglio regalare a tutti ipapà in occasione della loro festa. Unamamma può guidare l’auto come papà,può aggiustare il frigorifero come papà,può guadagnare come papà, ma nonbasta!!! Il figlio per non crescere scom-pensato, ha bisogno anche del papà.Ormai è una certezza pedagogica ac-cettata da tutti. Oggi se ne sa quantobasta - dice per esempio il pedagogistaNorberto Galli (1926) - che il bambinoper evolversi in modo armonioso, deveinteragire con entrambi i genitori, percui, se non rivalutiamo con equilibriotutte e due le figure parentali, faremopoca strada.Perché tanta importanza del papà? Larisposta non si fa attendere: perché ilpapà dà al figlio alcune cose che lamadre - per brava che sia! - non puòdare. Il padre ha uno stile umano maschileche è diverso dallo stile umano femmi-nile, proprio della madre.Due soli esempi per chiarire: alla mam-ma viene istintivo tenere il bambino inmodo orizzontale o lievemente inclinato,

avvicinandolo a sé, come una cosa sola.Al Padre invece, viene spontaneo ilcontrario: reggere il figlio in modo ver-ticale (come se fosse un filoncino na-poletano) e alzarlo spesso verso l’alto.Il secondo esempio riguarda il modo digiocare con il figlio: mentre la mammagioca parlottando e usando oggetti, ilpapà preferisce giochi di movimento,giochi più dinamici e vigorosi.Ma diamo più spessore al nostro discorso.Il padre, oltre a mostrare al bambino lostile maschile del vivere umano, dà alfiglio altri cinque suoi tipici doni.

IL PADRE DÀ PIÙ SICUREZZASe il padre è presente il figlio crescepiù forte, più sicuro, più deciso. Domani,adolescente, non sarà dominato dal ca-pogruppo, non sarà un rimorchiato.L’esempio del papà autorevole gli avràinsegnato a non cedere a chi vuol pre-valere.

IL PADRE APRE AL MONDOSe il bambino non vede che la mammapensa che tutto il mondo finisca lì. In-terviene il papà ed il bambino allargalo sguardo: il mondo è più ricco. Lopsichiatra Gianni Bollea non ha dubbi:“Il padre fa da ponte all’entrata delfiglio nella società”. Aprendolo al mondoil padre protegge il figlio da due mali:il mammismo e la figliolite, tipica dellamadre che lega eccessivamente il figlioa sé e gli rende difficile il distacco.

IL PADRE DÀ UNA MIGLIOREIDENTITÀ SESSUALESia al maschietto che alla femminuccia.In questa sede ci limitiamo a dire chepare ormai certo che una causa del-l’omosessualità sia proprio la mancanzadella figura paterna nei primi anni dellavita del bambino.

IL PAPÀ EVOCA DIOPer il piccolo Dio è come il Papà ingi-gantito. Quindi se il Padre è buono ebravo, trasmette al figlio un’immaginepositiva di Dio, immagine che si porteràcon sé per sempre! Anche questa è unaprova dell’importanza della figura pa-terna. il Fatto di rimandare a Dio, ilfatto d’essere il primo profeta di Dio,per il bambino.

IL PADRE DÀ AL FIGLIOUNA MADRE PIÙ CALMALa presenza del Padre solleva la madre:la rende meno ansiosa, meno preoccupatanell’educazione e nei lavori domestici.Se il padre è partecipe, la madre puòanche distendersi, parlare con i figli,sorridere. Il che, specie per il bambino,è tutta manna. Freud è arrivato a dire:“la mamma serena è come il miele peril bambino”.Questi sono i preziosi cinque regali delpapà al figlio! La conclusione è questa:la presenza paterna è un vero e propriodiritto!

Suor Nives

SCUOLADELL’INFANZIAPARITARIACAVAGNIS

Dedicatoa tutti i papà

ESSERE PAPÀÈ GRANDE!

“Per professione faccio il soldatoe ne sono orgoglioso.

Ma sono infinitamente più orgogliosodi essere padre.

Un soldato distrugge per poter ricostruire,un padre costruisce sempre, non distrugge mai.

L’uno ha la potenza della morte,l’altro incarna la creazione e la vita.

La mia speranza è che mio figlio,quando me ne sarò andato,mi ricordi non in battaglia,

ma in casa mentre ripeto con luila preghiera quotidiana”

DOUGLAS mac ARTHUR

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A

Anche quest’anno il tempo è passatoin un baleno e da qualche tempo gli

ospiti, le animatrici e i volontari di CasaSanta Maria si stanno mobilitando per ren-dere la struttura il più accogliente e allegrapossibile in vista della S. Pasqua. Come diconsueto i preparativi hanno inizio giàqualche tempo prima, poiché ci sono moltecose da preparare, creare addobbi a temae varie decorazioni, è un periodo di grandefermento!!! C’è poi l’inau-gurazione del nostro“Mercatino” dove sipossono trovare ma-nufatti di vario tipo,che vanno da articoliper la casa, tende,centrini, tovaglie, ad-dobbi di vario tipo,centrotavola candele,fuoriporta, scacciapen-

sieri e tante altre cosine. Oltre alconsueto mercatino, c’èpoi l’apertura della lotteriacon ricchissimi premi!!Vi aspettiamo numerosi!!Cogliamo l’occasione perringraziare tutti coloro cheacquisteranno i nostri pro-dotti, i nostri nonni per l’im-pegno e la partecipazione,

e i nostri volontariche ogni anno dedi-cano e donano molta partedel loro tempo per renderele feste a Casa Santa Mariasempre speciali.Cogliamo l’occasione di au-gurare a tutti voi Buona Pa-squa.

Le animatriciChiara, Grazia e Cinzia

Ci sono legami significativi che rendono più bella la vita in casa di riposo; uno diquesti è sicuramente quello che si è creato con il gruppo Alpini di Zogno. In questi

anni i due appuntamenti fissi che abbiamo con loro, la festa di mezza quaresima e ilpranzo estivo, hanno fatto nascere un sentimento di affetto sincero.Sabato 27 febbraio abbiamo festeggiato in modo speciale i compleanni del mese e lamezza quaresima con loro. Ringraziamo gli alpini per la loro generosità e simpatiaespresse con il bel pomeriggio musicale in compagnia di Flavio Bonzi, con la dolcezzadella splendida torta chehanno offerto e con i fra-granti profumi che hannoregalato ad ognuno deinostri ospiti.Grazie davvero di cuore,carissimi Alpini di Zognoe arrivederci a presto!Le animatrici

Grazia, Valentinae Anastasia

GRAZIE AL GRUPPO ALPINI DI ZOGNO

ARIA DI PASQUA E PRIMAVERA A CASA SANTA MARIA

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Mi siete mancati af-fezionati lettori:

questo appuntamento bi-mestrale sembra non arri-vare mai, e invece rieccociqui a condividere qualchenovità dal mondo! So cheormai avete fatto vostro ilmodus operandi di ficcareil naso tra giornali e internetper accaparrarvi lo spuntointellattuale del momento,ma sono sicuro di avere tro-vato qualche chicca che ma-gari vi è sfuggita. Partiamodunque, e come al solito chissà dove andremo a pararein questa avventura primaverile. Con la nuova stagionesiamo incentivati ad uscire dal letargo invernale, perciòvi avviso che se per caso vi capitasse di fare quattropassi dalle parti di Milano, guardando sopra le vostreteste, scorgerete un inedito dirigibile. Progettato dal-l’Università Bicocca, servirà a rilevare informazioni perlo studio dello smog e dell’inquinamento acustico tramitedispositivi installati a bordo, quali stazione meteo, fono-metro, ecc. Di certo con i suoi 14 metri di lunghezza eun diametro di quattro, non sfuggirà al vostro radar in-tellattuale. Ecco quindi come l’inquinamento viene com-battuto nei cieli, ma come procede la situazione neimari? A questo proposito facciamo una toccata e fuga inGiappone, dove alcuni ricercatori hanno scoperto dellenotevoli potenzialità nel batterio Ideonella sakaiensis201-F6, capace di produrre degli enzimi in grado di“corrodere” i legami del PET, materiale di solito usatoper realizzare le bottiglie di plastica, e di smaltirlo insole 6 settimane. Per risolvere il problema dell’inquina-mento dei mari, non dobbiamo pensare a un’invasionemarina d’Ideonella, servono certamente delle struttureapposite per queste operazioni, ma evidentemente laNatura continua ad essere più avanti dell’uomo e afornirgli delle importanti soluzioni. La nostra maratonadedicata all’attualità prosegue, verso un futuro prossimoe un futuro ancora non meglio definito. Sarete curiosi disapere che, grazie ad un brevetto di Amazon, a breve

potrete pagare i vostri ac-quisti in internet con unselfie, tramite un’appli-cazione di riconoscimentofacciale che si proponedi snellire le proceduredi pagamento, ma cheancora deve scioglierequalche dubbio sugliinevitabili tentativi difrode che questa tecno-logia può generare. Citocca attendere ancora

un po’ insomma, ma ladirezione è tracciata, cosiccome dovremo temporeggiareancora per mettere piede su Marte: ma la sonda Exomarslo farà per noi, andando a studiare le condizioni climatichepresenti all’interno dell’atmosfera marziana, per rilevarese esse sono adatte o adattabili alla colonizzazione umanadel pianeta rosso. Oggi abbiamo scorrazzato per cieli,mari, continenti di terra e continenti di plastica, viagginel futuro prossimo e non solo: come potete immaginaremanca un doveroso tuffo nel passato, e come la Naturainsegna a combattere l’inquinamento, così scopriamoche i Templari, già nel Medioevo insegnavano comepraticare il corretto stile di vita e la corretta alimentazione,garantendosi longevità e benessere. Dal PoliclinicoGemelli di Roma giunge questa interessante ricerca cheha evidenziato come l’ordine cavalleresco cristiano deiTemplari, potesse vantare una straordinaria qualità divita grazie a delle buone pratiche igieniche e alimentari,scongiurando così le diffuse infezioni ed epidemie del-l’epoca. Non si trattava quindi di magia o di miracoli,ma molto semplicemente di buon costume, di diete dipesce, di legumi e di frutta fresca, di poco vino con aloee di una flora intestinale invidiabile.Anche stavolta non ci siamo annoiati, abbiamo fatto lanostra bella scorpacciata di spunti: ora non resta chepapparsi qualche mollusco e qualche fagiolo, così siamocerti di ritrovarci al prossimo appuntamento! Cari lettori,alla maniera dei Templari mi congedo con un inchino invostro onore...

Riki

CACCIA ALLO SPUNTO A SPASSONEL TEMPO E NEL MONDO

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VIOLA GHERARDI di Fiorenzo e Valentina Locatellinata il 29 ottobre 2015, battezzata il 24 gennaio 2016

BENEDETTA MILESI di Massimo e Paola Belottinata l’11 settembre 2015, battezzata il 28 febbraio 2016

NICOLA BETTONI di Alberto e Cecilia Carminatinato il 10 ottobre 2015, battezzato il 13 marzo 2016

NICOLA VOLPI di Fiorenzo e Marica Zanchi nato il 23 giugno 2015, battezzato il 29 novembre 2015 a Grumello de’ Zanchi

SOFIA ULLMANN di Markus e Simona Licininata il 30 ottobre 2015, battezzata il 14 febbraio 2016

Battezzati in Cristo

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Maurizio è stato per me il primo maestro di Musica, in-sieme al caro Carlo Carrara, ai bei tempi delle “ele-

mentari”.C’era ancora il vecchio Oratorio e nella semplicità di quellestanze Maurizio faceva un servizio prezioso: regalare la suapassione a chi, figlio di operaio come me, non aveva tantisoldi per permettersi un corso di pianoforte “d’elite”.Maurizio ti faceva imparare, certo, era esigente come ognibuon maestro... ma soprattutto ti faceva innamorare. Conlui era un gioco stare nella musica, ma un gioco serio.Credo che avesse capito che oltre a insegnare una tecnica,era importante fare innamorare noi bimbetti di quel lin-guaggio... Poi la Musica avrebbe fatto tutto il resto.Oggi, ormai adulto, ringrazio Maurizio perché mi ha inse-gnato l’unico linguaggio che mi fa star bene.Conosco molte parole e molti concetti, ma più invecchiomeno capisco di parole e di teorie... In realtà la moltiplica-zione di idee e concetti nella mia mente mascherano un au-tismo di fondo: è davvero impossibile comprenderel’Incomprensibile.Ma quando la sera torno nella mia stanza e ascolto musicalì ritrovo me stesso e comprendo quanto non riesco a intuirediversamente. In quel linguaggio sento capite e abbracciateogni ferita e ogni gioia, mia e del mondo... e anche Dio,quel Dio che non trovo più nei freddi concetti teologici im-parati a scuola, Lo ritrovo nella bellezza dei suoni e delleparole fatte musica. La Musica spesso diventa preghiera,colloquio, intimità...Maurizio è ancora qui. Me lo sento ancora suonare l’organodella nostra bella chiesa, nella semplicità di un servizio maisbandierato, nella cordialità della sua amicizia, semplice,discreta e schietta.Non so perché se n’è andato dal nostro pianeta così all’im-provviso. Amo pensare che Dio in paradiso avesse bisognodi un bravo musicista, perché lassù stavano un po’ “ca-lando” di tono. E se è così, sia lode all’Inviolato.E allora, arrivederci Maurizio. Aspettaci e preparaci unposto. E quando su questa terra non ci capiamo più niente,come ora che te ne sei andato, donaci quella nota musicale

giusta che ci faccia scendere una lacrima e ferire il cuore.Questo ci basterà per ritrovare la Strada e continuare la no-stra esecuzione, il nostro concerto... finche Lui vorrà, finoall’ultima nota, quella che sarà suonata all’unisono sul tonodell’Amore che non conosce fine.Maranathà! Vieni, Signore Gesù!

don Francesco

E poi se la gente sa,e la gente lo sa che sai suonare,suonare ti toccaper tutta la vitae ti piace lasciarti ascoltare...

F. De Andrè da “Antologia di Spoon River”

Ti ho incontrato pochi giorni prima che tu salissi in quel cielo che ci accoglierà tutti. Era un saluto di reciproca stima,senza utilizzare parole, ma ponendo i pensieri in una condivisione che portava al sorriso.

Rivedendoti in quella immobilità che pone termine alla nostra vita, la mente ha superato l’angoscia e il pianto di queltriste addio, per posarsi sulla tastiera che ti avevano posto ai piedi. Emetteva suoni che non sentivamo perché erano volatilassù in alto, per unirsi a tanti altri che da tempo stanno orchestrando il firmamento.Ora il pianoforte si è aperto e sulla tastiera scorrono quattro mani per interpretare sublimi partiture che tuo papà avevascelto per quando ti saresti unito a lui. Sarà una musica celeste che entrerà nel cuore di chi ti ha amato e stimato, per ri-manervi per sempre in tutta la sua bellezza e armonia. gpf

Caro Maurizio

A rrivederci,MaurizioZOGNOnotizieAPRILE-MAGGIO2016 24/03/16 11.29 Pagina 28

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Cosa? Non ci posso credere! Queste le mie paroleuscite dalla mia bocca a malincuore, dopo aver letto

un messaggio sul mio cellulare, inviatomi da una signorache voleva avvisarmi dell’accaduto...La sera, verso le 19, di quel venerdì 22 gennaio, avevo in-contrato Maurizio in paese e insieme avevamo bevutol’aperitivo lasciandoci con l’augurio che era tipico di ogniserata: “Ciao, buona serata e buona festa”.E in quella serata il nostro Amico Maurizio ci ha lasciatotutti a bocca aperta, con l’amaro in bocca, la tristezza nelcuore, le lacrime trasparite dal mio viso, dal nostro. Chiavrebbe mai pensato a un fatto così improvviso? Rispostea tutto questo non ce ne sono, se non solo guardando ilCrocifisso.Già da dieci anni, Maurizio era entrato a far parte di que-gli Amici veri, veri nel momento del bisogno, nel saperascoltare e nel sorridere. In questi anni era diventato pernoi in “sagrestia”, un grande Amico, un grande collabo-ratore... Ogni settimana le nostre conversazioni via smsper metterci d’accordo se poteva suonare alla funzionedella S. Messa, e sempre la sua risposta era: “Certo Gior-gio, è un piacere”, e quando per impegni non poteva:“Accidenti, non posso questa volta, ma settimana pros-sima contaci”.E quando arrivava il momento della S. Messa, lo vedevoentrare in sagrestia, sempre sorridente e sempre si inte-ressava: “Come stai Giorgio?... passata bene la setti-mana?... dai che questa è l’ultima messa poi vai a casa eti sdrai sul tuo divano...”.Non solo aiutava alle messe, ma si era reso disponibile adaccompagnare un coretto della comunità per la celebra-zione dei Matrimoni: anche questa era per lui un’occa-sione per mettersi a servizio e condividere la sua passioneper la musica.Personalmente, avevamo quindi instaurato un rapportoquasi da “fratelli”: avevo con lui quell’amicizia vera checapita davvero raramente nella vita avere. “Chi trova unamico, trova un tesoro”: è proprio vero! Ingrediente diquesta amicizia era la bella passione di Maurizio per lavita e per la musica... che manifestava a chi per esempiolo vedeva alle prese con gli strumenti musicali.Ora che lui non è più qui su questo pianeta, mi piace pen-sarlo come un Angelo custode, che nel momento del bi-sogno, anche se ora non lo vediamo, parla al nostro cuoree alla nostra vita.Mi viene in mente il Salmo 150: “Alleluia. Lodate il Si-gnore nel suo santuario, lodatelo nel firmamento della suapotenza. Lodatelo per i suoi prodigi, lodatelo per la suaimmensa grandezza. Lodatelo con squilli di tromba, loda-telo con arpa e cetra; lodatelo con timpani e danze, loda-telo sulle corde e sui flauti. Lodatelo con cembali sonori,

lodatelo con cembali squillanti; ogni vivente dia lode alSignore. Alleluia!”Ecco cosa è stata molta parte della vita di Maurizio: unalode a Dio! Voglio pensarlo ora in cielo a suonare alle fun-zioni, mettersi d’accordo con il Signore Gesù per i canti,sorridere con Lui e parlare delle proprie avventure setti-manali...Cari lettori del notiziario ed amici, permettetemi di rico-noscere l’esempio che Maurizio mi ha dato e ci ha dato,nel collaborare e nello stare insieme, nel far crescere quelpiccolo pezzo di comunità parrocchiale nella fraternità:che il suo esempio sia di stimolo a ragazzi e ragazze a im-pegnarsi in famiglia, nel lavoro, nelle amicizie e nelle par-rocchie dove abitiamo.Caro “Mauri”, forse i ringraziamenti fatti qui, ora, attra-verso questa pagina, lasciano il tempo che trovano... Ilvero ringraziamento è la testimonianza che possiamo darticon la nostra vita, raccogliendo l’eredità di impegno checi hai lasciato.

Ti chiediamo di esserci vicini con la tua preghiera e noifaremo lo stesso per te. Con tuo padre veglia su di noi, sulnostro cammino, sui passi delle nostre Comunità cristiane,soprattutto quando la fatica dell’impegno si fa sentire e avolte rischiamo di smarrire la gioia e la passione del ser-vizio a Dio e ai fratelli.“Maurizio, ti aspetto domenica alla messa delle 18! Ok?”

Giorgio sacrista

Ad un grandeAmicoZOGNOnotizieAPRILE-MAGGIO2016 24/03/16 11.29 Pagina 29

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Ricordiamoli “Chi vive e crede in me, anche se muore vivrà”

CARMELOGERVASONI

† 12 febbraio 1972

FRANCESCOMAZZOLENI

† 3 marzo 1969

ANTONIASONZOGNI

† 3 luglio 1993

GIUSEPPEBONALDI

† 15 maggio 2014

EMILIOGHISALBERTI

† 30 aprile 1986

PIERA SALVIved. Ghisalberti

† 24 febbraio 2000

ALESSIOCARMINATI

† 8 aprile 1994

MARCOPESENTI

† 9 maggio 2015

La forza dell’amorenel cuore,il tuo esempiocome guidae la preghieraper continuarea stare vicini...sei qui papà...

LORENZOSONZOGNI

† 13 agosto 1987

MARIA SONZOGNIved. Sonzogni

† 12 marzo 2005

MARIA GIRARDIin Garofano

† 30 gennaio 1993

DUCCIOGAROFANO

† 11 aprile 1993

GIUSEPPINA ZANCHIved. Propersi

† 26 febbraio 2002

ERNESTOPROPERSI

† 30 marzo 1984

LORENZOCORTINOVIS

† 4 ottobre 1962

ANGELA PESENTIved. Cortinovis

† 9 maggio 1968

SANTINA SONZOGNIin Sonzogni

† 11 maggio 2005

GIOVANNISONZOGNI

† 6 aprile 2011

CARMELA CERONIved. Locatelli

† 6 aprile 2007

SANDROLOCATELLI

† 7 dicembre 2015

BARNABAPESENTI

† 18 aprile 1978

CARMELA CERONIved. Pesenti

† 15 agosto 1978

PIERINA CORTINOVISved. Rous

† 3 giugno 2008

CESARINACORTINOVIS

† 29 ottobre 2014

ANTONIA CORTINOVISved. Hominal

† 6 febbraio 2016 (Francia)

DARIXBRIGENTI

† 22 maggio 1994

CATERINA BENINTENDIin Cortinovis

† 16 marzo 2003

GASPARECORTINOVIS

† 8 novembre 2004

MARIA BARBARA CORTINOVISved. Sonzogni

† 15 settembre 2005

BATTISTACARMINATI

† 3 aprile 2006

GIOVANNIROTA

† 3 aprile 2005

SANTOPESENTI

† 16 maggio 2005

MARIANGELA GHISALBERTIin Propersi

† 9 settembre 1988

ANNIBALEPROPERSI

† 26 aprile 1992

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Ricordiamoli “Chi vive e crede in me, anche se muore vivrà”

3 - Maurizio Gherardi, di anni 54 il 22 gennaio4 - Romualdo (Aldo) Fedi, di anni 69 il 23 gennaio5 - Gioachino Sonzogni, di anni 87 l’1 febbraio6 - Maria Luiselli in Pellegrini, di anni 62 l’1 febbraio7 - Giuseppe (Bepi) Belotti, di anni 82 il 2 febbraio8 - Giuseppina (Bepa) Alborghetti ved. Rubis, di anni 86 il 25 febbraio9 - Maria Ferrari ved. Sonzogni, di anni 88 il 28 febbraio10 - Giovanni Sonzogni, di anni 83 il 4 marzo

Hanno raggiunto la Casa del Padre

ParrocchiaS. MariaAssuntain Grumellode’ Zanchi

ORSOLA GERVASONIin Pellegrini

† 13 maggio 2007

PIETROPELLEGRINI

† 11 maggio 2015

MARCELLINOFERRARI

† 10 settembre 2009

CAROLINA RUBISved. Ferrari

† 2 aprile 2015

LORENZOSONZOGNI

† 5 aprile 2008

ANTONIA SONZOGNIved. Sonzogni

† 2 gennaio 2010

GIANFRANCOPESENTI

† 13 maggio 2011

MARIALAURA CARMINATIved. Bettinelli

† 4 aprile 2010

VITTORIOORLANDINI

† 6 aprile 2008

NATALINA CORTINOVISved. Quarti

† 4 aprile 2013

ANGELOCURNIS

† 25 aprile 2013

MAUROCAVAGNA

† 5 marzo 2014

Cara mamma,è trascorso giàun annodalla tua scomparsa,lasciandoun vuoto incolmabilenei tuoi cari.Con amore infinitosei sempre con noi.

La tua famiglia ELDA BONFANTIin Mazzoleni

† 14 marzo 2013

GIUSEPPE (Bepi)BELOTTI

† 2 febbraio 2016

ANTONIETTATINCHITELLAved. Lazzaroni

† 17 febbraio 2016(Sedrina)

GIUSEPPINAALBORGHETTI(Bepa) ved. Rubis

† 25 febbraio 2016

ROSA ROTAin Ferrari

† 16 aprile 2014

LUCANAVA

† 18 maggio 2014

GIULIA BONETTIin Gervasoni

† 29 aprile 2015

GIOACHINOSONZOGNI

† 1 febbraio 2016

MARIA FERRARIved. Sonzogni

† 28 febbraio 2016

GIOVANNISONZOGNI

† 4 marzo 2016

Don ANDREACOLOMBO

† 11 maggio 1962

Sr. M. CECILIACARMINATI

† 5 maggio 2007

GINOSALVI

† 14 aprile 2013

GIOVANNIZANCHI

† 13 novembre 2015

INNOCENTEZANCHI

† 22 febbraio 2016

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Page 32: INTERPARROCCHIALE · Via Grumello de’ Zanchi, 10 - 24019 Zogno (Bg) Tel.: 0345.91141 ... vissuto le celebrazioni, gli incontri di catechesi, le via crucis in chiesa e per le strade?

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