INTERNATIONAL...“Mi chiamo Marta, e ho appena il tempo di dire ciao perché, qui dietro, mio...

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Rivista di Lavanderia Industriale e Pulitura a secco The Industrial Laundry and Dry-Cleaning Magazine OTTOBRE 2013 Numero 10 OCTOBER 2013 Number 10 INTERNATIONAL COVER STORY Oscar della progettazione a Grandimpianti Design Oscar to Grandimpianti 10 -2013 Il cuore oltre l'ostacolo Grandimpianti Passion overcomes all obstacles FIERE/EXIBITIONS Host, lo stand-spettacolo di Assofornitori ed EXPOdetergo Host, the Assofornitori and EXPOdetergo stand-performance AZIENDE DI SUCCESSO/SUCCESS STORIES Il cliente "universale" della Lavanderia Lampo Lavanderia Lampo’s “universal” customer Rivista di Lavanderia Industriale e Pulitura a secco The Industrial Laundry and Dry-Cleaning Magazine La Rivista più letta da 60 anni The most widely read magazine for the last 60 years Cover story pag. 8

Transcript of INTERNATIONAL...“Mi chiamo Marta, e ho appena il tempo di dire ciao perché, qui dietro, mio...

R iv i s t a d i L av a n d e r i a In du s t r i a l e e P u l i t u r a a s e ccoT h e In du s t r i a l L au n d r y a n d D r y - C l e a n i n g Ma g a z i n e

OTTOBRE 2013 Numero 10OCTOBER 2013 Number 10

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C O V E R S T O R YOscar della progettazione a GrandimpiantiDesign Oscarto Grandimpianti

10 -2013

Il cuore oltre l'ostacolo

Grandimpianti

Passion overcomes all obstacles

FIERE/EXIBITIONSHost, lo stand-spettacolodi Assofornitoried EXPOdetergoHost, the Assofornitoriand EXPOdetergostand-performance

AZIENDE DI SUCCESSO/SUCCESS STORIESIl cliente "universale"della Lavanderia LampoLavanderia Lampo’s“universal” customer

R iv i s t a d i L av a n d e r i a In du s t r i a l e e P u l i t u r a a s e ccoT h e In du s t r i a l L au n d r y a n d D r y - C l e a n i n g Ma g a z i n e

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46 Notizie flash 47 Lettera aperta - In risposta all’Ing. Luciano Miotto

PICCOLA GUIDA DEL PULITINTORE48 Cotone – 2a parte 54 Difetti/Defects56 Se non sai domanda/Ask, if you don’t know

NOTIZIE DALLE AZIENDE58 Tutti “arricchiti” dal week end alla “Servizi 3Più

Lavanderia” CONFARTIGIANATO

59 Piccolo commercio e vitalità del centro città, una buona pratica da diffondere

60 Consiglio Confartigianato ANIL riunito per trovare soluzioni alla crisi che investe anche il settore del pulito

60 Sul SISTRI il giudizio di Confartigianato è negativo61 L’energia per la famiglia costa meno grazie

all’accordo tra Confartigianato e AIM energy 61 Stato e società ai tempi della crisi economica62 Stato e piccole imprese, il federalismo al centro

dei lavori della Summer School 201363 Addio a Irma Kannegiesser/Goodbye to Irma

Kannegiesser64 ELENCO ISCRITTI ASSOCIAZIONE FORNITORI

AZIENDE MANUTENZIONE DEI TESSILI/MEMBERS TO THE TEXTILE CARE SUPPLIERS’ ASSOCIATION

66 INDICE DEGLI INSERZIONISTI/ADVERTISERS’ DIRECTORY

EDITORIAL/EDITORIALE6 Three thousand minutes of a film (and life) in a

self-service laundry7 Tremila minuti di film (e di vita) in una lavanderia

self serviceAZIENDE DI SUCCESSO/SUCCESS STORIES

8 L’Azienda del mese/Company of the monthLa musica planetaria di Grandimpianti The planetary music of GrandimpiantiEVENTI/EVENTS

12 Trionfi di tessuto sulla tavola di Host, prova generale per EXPOdetergo 2014Triumph of textiles on the table at Host, the final test before EXPOdetergo 2014REPORTAGE

16 Lavanderie self service, nate per risolvere i problemiSelf-service laundries: problem solversNOTIZIE DALLE AZIENDE/COMPANY NEWS

22 MATI: gestionale di produzione e logistica avanzata per le lavanderie industrialiMATI: production management and advanced logistics system for industrial laundriesASSOSISTEMA

24 Assosistema al Forum Prevenzione Incendi: il “dpi”di qualità protegge il lavoratore dagli infortuni INFORMAZIONE COMMERCIALE/INFO TRADE

26 Montanari: la lavanderia “su misura”/Montanari: “tailor-made” laundry solutionsIL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO/THE SECRET OF MY SUCCESS

28 Dalla signora del terzo piano alla multinazionale sono tutti clienti della Lampo di MortaraFrom the lady on the third floor to the multinational company, everyone uses the laundry and cleaningservices offered by Lampo in MortaraMANUTENZIONE/MAINTENANCE

32 Manutenzione macchine per il lavaggio a secco – Il gruppo frigoriferoMaintenance for dry cleaning machines - The cooling unit SPECIALE/SPECIAL

38 Complementarità e sinergie tra lavaggio a secco elavaggio ad acquaComplementarity and sinergy between dry cleaning and wet cleaningNOTIZIE DALLE AZIENDE

42 È Misterbianco a pulire i tappeti della Sicilia, grazie alla Macleca Total di Lavasecco 1 OraASSOSECCO

45 Sei sicuro di sfruttare tutte le potenzialità dell’essere associato?

OTTOBRE 2013 Numero 10 - OCTOBER 2013 Number 10

SOMMARIO/CONTENTS

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“My name is Phillip, and I’ve just put three pairs of jeans in the washing machine, because everybodyknows that jeans can be worn whether it’s hot or cold, … And when the temperatures go below zero, and Ifeel them getting icy around my knees, they still keep me warm, because I don’t have any others anyway...”.“I’m Marta, and I can only say hello because, behind here my son Lorenzo and his friend Ciro could getinto all kinds of trouble in less than three seconds”.“Hi, I’m Kader, I’m from Morocco and if I ever go back there with some money I would open a shop likethis one in the Atlas Mountains, where my grandparents live...”.These are just three of the “snapshots” that video cameras placed by film director Paolo Sorrentino — whoalso directed “The Great Beauty” — are collecting throughout Italy and that will then be edited into thebest of documentaries “Self service”. Given the growing success of these reality-films, culminating with thevictory of “Sacro Gra” by Gianfranco Rosi at the last Venice film festival, you can tell why expectations arebuilding up around “Self service”. And why it’s becoming more plausible by the day that it will be present-ed at the next Cannes film festival.Apparently there’s a really good payback to setting up 30 cameras in just as many shops around Italy, inviting customers to use them and say whatever want while they’re waiting for the washing to be done. A total of 400 minutes were filmed in the first month alone, which was last August. This means that when“filming” finishes on 31 December, almost three thousand minutes of scenes can be used for the 100-minute product.Even before seeing “Self service” at the Cannes film festival, what we need to understand here is if whathas been written until now is the truth or simulation.“My name is Ester and, while my bright shirts are in the wash, I’m seriously thinking about giving up prostitution...”.“Mario, Post Office retiree... This is my first time here, but it’s nice that there can still be a first time at 80,isn’t it?...”.“Would anyone of you believe me if I said that my name is Imogene and that I’m the sixth daughter of alord, born 37 years ago in the Northumberland moors?”.These last words seem to make the scales weigh in favor of invention, unless you have really spent at leastone hour inside a self service laundry. If so, you would have realized just how much these stores are exemplary locations for modern life simply because, inside them, anything is possible... Even a film that hasnever been seen before but that has already been “filmed” by your mind.“Name Michelangelo, surname Antonioni, occupation film director, or ghost, I never really could understand the difference between the two... Like the glass window of a washing machine during a spin dry, and the porthole of a ship suspended among the swells of a cyclone... In the long run, whether it’sinside or outside, it always looks the same”.

Stefano Ferrio

DDE D I T O R I A L

Three thousand minutes of a film (and life) in a self-service laundry

DD6DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

“Sono Filippo, e ho appena messo a lavare tre paia di jeans perché, notoriamen-te, i jeans vanno bene con la stagione calda e quella fredda... E quando il ter-mometro finisce sottozero, e li sento gelare attorno alle ginocchia, devo direche fanno caldo lo stesso, ché, tanto, altri non ne ho...”.“Mi chiamo Marta, e ho appena il tempo di dire ciao perché, qui dietro, miofiglio Lorenzo e il suo amichetto Ciro in meno di tre secondi possono combi-nare qualsiasi tipo di guaio”.“Ciao, il mio nome è Kader, e vengo dal Marocco, dove, se tornassi con unpo’ di soldi, aprirei un negozio come questo sui monti dell’Atlante, dove vivo-no i miei nonni...”.Sono solo tre dei “frame” che le videocamere piazzate dal regista PaoloSorrentino, lo stesso de “La grande bellezza”, stanno raccogliendo intutt’Italia, per poi passare al montaggio dei migliori nel documentario “Selfservice”. Visto il crescente successo di questi film-verità, culminato con lavittoria di “Sacro Gra”, di Gianfranco Rosi, allo scorso festival di Venezia, si può comprenderecome “Self service” stia suscitando crescenti attese, rendendo ogni giorno più plausibile l’idea di una suapartecipazione al prossimo festival di Cannes.Evidentemente paga in modo sonante l’idea di attivare trenta telecamere fisse in altrettanti negozi sparsiper l’Italia, invitando i clienti a usarle per raccontare le proprie confessioni mentre attendono la fine dellavaggio. Solo nel primo mese, lo scorso agosto, sono stati ottenuti quattrocento minuti di girato, per cui,quando il prossimo 31 dicembre finirà il periodo previsto per le “riprese”, è plausibile ipotizzare quasi tre-mila minuti di immagini, da cui trarre i cento previsti dal progetto.Prima ancora di vedere “Self service” al festival di Cannes, resta da capire se quanto scritto fino a qui èverità, o si tratta invece di simulazione.“Io sono Ester e, durante il lavaggio delle mie sgargianti camicette, sto pensando seriamente di smettere difare la prostituta...”.“Mario, pensionato delle Poste... È la prima volta che vengo qui dentro, ma è bello che a 80 anni ci siaancora una prima volta, no?...”.“Qualcuno di voi lo direbbe che mi chiamo Imogene e sono la sesta figlia di un lord, nata 37 anni fa nellabrughiera del Northumberland?”.Quest’ultima testimonianza sembrerebbe far pendere la bilancia dalla parte della fantasia, a meno che nonsiate stati almeno un’ora dentro una lavanderia self service. In tal caso vi sareste resi conto anche voi diquanto questi negozi siano “location” esemplari della contemporaneità proprio perché, al loro interno, tuttoè possibile... Anche un film mai visto prima, eppure già “girato” dalla vostra mente.“Nome Michelangelo, cognome Antonioni, professione regista, oppurefantasma, non ho mai capito bene la differenza... Come fra l’oblò di unalavatrice in piena centrifuga, e quello di una nave sospesa tra i flutti diun ciclone... In fondo il paesaggio lì dentro, o fuori che sia, pare semprelo stesso”.

Stefano Ferrio

DDE D I T O R I A L E

Tremila minuti di film (e di vita) in una lavanderiaself service

DD7DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Aziendedi successo

Successstories La musica planetaria

di/by Stefano Ferrio

DD8DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Un domani non solo possibile, ma perfettamente visibile, oltre la crisi ancora incombente.

È la stessa convinzione che dà forma alle macchine da lavanderia, puntualmente collocate

fra i simboli di questo Futuro. Avendo come obbiettivo un Ambiente più pulito, più

sobrio, più naturale, più umano, più vivibile, più integro.Gea diventa così la chiave con cui aprire quell’autentico

forziere di meraviglie attualmente costituito dal catalogo di Grandimpianti.

Occhio che, in una delle immagini lanciate da Grandimpianti,diventa creatura costellata di alberi, oceani, vele, skyline,

animali, strade, fabbriche, tende da campeggio, impianti sportivi, jet, monti innevati, scogliere e piattaforme industriali.

“Sinfonia in G”, viene da dire.G come Grandimpianti I.L.E.

G come le “Grandi” Visioni che quest’azienda italiana disegna e diffonde.G come Gruppo Ali, di cui Grandimpianti fa parte:

73 marchi, 8mila dipendenti sparsi in 24 Paesi, 53 stabilimenti. Ma risulta perfetto anche G come Gea, nome dato dagli antichi greci al pianeta Terra.

Gioco di specchi, ispirato da una delle più suggestive trasfigurazioni dell’”occhio”, il marchio su cui l’azienda bellunese punta con decisione la barra del Futuro.

The planetary music Come una “Sinfonia in G”, ispirata all’antica dea Gea

da macchine ergonomiche e adattabili a ogni bisogno, diffonde in tutto il mondo il marchio della casa bellunese

Aziendedi successo

Successstoriesdi Grandimpianti

of Grandimpianti

DD9DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

A Tomorrow that is not only possible, but perfectly visible, beyond the crisis that is still hanging over us.This same conviction has given a shape to laundry machines, that have been rightly placed among

the symbols of this Future.Where the goal is to have an Environment that is cleaner,

simpler, more natural, more human, more livable, and more undamaged. Gea thus becomes

to key that can open the veritable stronghold of marvels that are currently contained in the Grandimpianti catalog.

In one of the images launched by Grandimpianti, this eyebecomes a creature constellated by trees, oceans,

sails, skylines, animals, roads, factories, camping tents, sports facilities, jets, snow-capped peaks,

reefs, industrial platforms.

A “Symphony in G”, one could say.G as in Grandimpianti I.L.E.

G as in the “Great” Visions that this Italian company designs and disseminates.G as in the Ali Group, which Grandimpianti is a part of:

73 brands, 8,000 employees in 24 countries, 53 factories. Yet G as in Gea, the name given by the ancient Greeks to the planet Earth, is perfect too.

The mirror effect, inspired by one of the most striking transformation of the “eye”, is the mark that the company from Belluno is firmly pointing its Future bar on.

Like a “Symphony in G”, inspired by the ancient goddess Gea, it offers user-friendly machinery that can be adapted for any need,and disseminates the Belluno-based company’s brand worldwide

DD10DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Aziendedi successo

Successstories

Perché solo l’attitudine a rievocare qualcosa di antico, non per questo scomparso,ma semplicemente assopitosi dentro di noi, dà ragione del prestigioso “reddot desi-gn award” (noto anche come “reddot”) assegnato nel 2013 all’azienda veneta. Sitratta di una sorta di Oscar della progettazione industriale, attribuito ogni anno in unacittà simbolicamente forte come Essen, capitale siderurgica della Germania.“Questo premio – dichiara Peter Zec, Ceo di reddot – è un modo per distinguersinella vastità di prodotti offerti dal mercato, e per non scomparire nel mare di offerteprovenienti dalla competizione globale”.Di nuovo G come Gea, che significa Pianeta. Qualcosa di più di una sfera ruotantesu se stessa. La diffusione planetaria è infatti il vero obbiettivo di Grandimpianti.Qualcosa di esteso e differenziato, senza grossolane concessioni alla globalizzazionepiù elementare.

G si declina quindi come Guido®, sistema di controllo tarato sui bisogni e le doman-de di un pubblico potenzialmente universale. Il risultato è reso possibile da undisplay che dosa e raggruppa le informazioni a seconda dell’utente. Più a monte, anche la selezione dei parametri di accesso segue modalità ergonomi-che: basta muovere il proprio dito tramite un jog dial per calibrare la macchina sunuove domande e finalità.Forte di questo “cervello”, la lavabiancheria Grandimpianti sfoggia un “corpo-mac-china” altrettanto efficiente e funzionale: aumento di potere centrifugante grazie alrapido deflusso dell’acqua dal cesto, minore tempo di asciugatura, minore impattoenergetico per la lavanderia, riduzione degli sprechi tramite il sistema brevettato dipesatura dinamica DWS, riconosciuto in tutti i maggiori mercati. È inoltre fondamentale precisare che anche il dosaggio dei 4 detergenti in polvere edei 13 liquidi, sono tutti affidati alla regia di Guido®. La marcia in più di Guido® consiste nel gestire direttamente gli ingressi dei detergen-ti, modulando la loro quantità in funzione del reale carico di biancheria. È infatti noto che la detergenza è il fattore che maggiormente incide sul costo dilavaggio, per cui controllarne le fasi nel dettaglio costituisce un vantaggio economicoe operativo formidabile. Gea ispira in modo superbo anche gli essiccatoi Grandimpianti. Lo si coglie da un’a-sciugatura che non deriva dall’aria calda soffiata ma da acqua fatta evaporare daltessuto. Semplice, ma per nulla banale. Nonché coerente con altre innovazioni cherendono particolarmente competitivi gli essiccatoi della casa bellunese: vasca forte-mente isolata con materiale ceramico che quasi azzera la dispersione termica, per-corso lineare dell’aria calda, sonde in grado di tarare in ogni momento il processo diasciugatura.La somma di queste virtù, esaltate dalla regia di Guido®, si traduce in quella sintesidi ergonomia e comfort di utilizzo che stanno alla base del “reddot” vinto inGermania.Secondo quella linea che trova conferma anche nel settore dello stiro, dove le mac-chine Grandimpianti I.L.E. ottimizzano l’adozione dell’alluminio estruso e anodizzatoper ottenere superfici stiranti perfette e durevoli anche alle più alte temperature.

In tutte le macchine Grandimpianti, eleganza e funzionalità esaltano livelli di adattabilità in grado di garantire un export esteso a tutti i continenti, e comprensivodi tutti i possibili bisogni dell’utenza.Così come è gradito a Gea.Per l’appunto, Sinfonia in G.

Aziendedi successo

Successstories

Grandimpianti I.L.E. Ali SpAVia Masiere, 211/C32037 Sospirolo (Belluno)Tel./Ph +39 0437848711Fax +39 [email protected] www.grandimpianti.com

Because the ability to evoke something that is ancient -- but not lost because of this,just simply hidden away somewhere inside us -- is the only reason for the prestigious“reddot design award” (also called “reddot”) awarded to the company in 2013. Thisis a kind of Oscar award for industrial design, and is given each year in a very symbo-lic city, as is Essen, the iron and steel capital of Germany.“This award – said Peter Zec, CEO of reddot – is a way of standing out from the vastarray of products on the market, and not disappearing in the deluge of offerings thatcome from global competition”.Once again G as in Gea, which means Planet. Something more than a sphere rotatingon itself. Planetary dissemination is actually what Grandimpianti is really aiming at.Something extensive and differentiated, without giving in to the most basic globalization.

G therefore becomes Guido®, a control system that is based on the needs anddemand of a potentially universal public. This has been made possible by a displaythat dispenses and groups the information according to the user. Further upstream,even the access parameters have been selected with the same user-friendly approa-ch: you simply move your finger using a jog dial to calibrate the machine to newdemands and purposes.Using this “brain”, the Grandimpianti washing machine flaunts a “machine-body” thatis just as efficient and functional: more spinning power because of quick water out-flow from the tumbler, less drying time, a lower energy footprint for laundries, lesswaste using the patented dynamic DWS weighing system recognized in leadingmarkets worldwide. Another important fact worth mentioning is that the dosage ofthe 4 powder detergents and 13 liquids is entrusted to Guido®. The extra something that Guido® has is that it manages detergent inflow directly,adjusting the quantity according to the washing load. It is widely known that deter-gents account for a large share of washing costs, and as such monitoring all thesteps in detail is a formidable economic and operating advantage. Gea has also inspired Grandimpianti’s dryers in an excellent way. This can be seen in the drying method that does not make use of hot air but fabric-evaporated water.Simple, but by no means unoriginal. As well as the other innovations that go to makethe company’s dryers particularly competitive: a outer drum that is well insulated withceramic wool material bringing heat dispersion to almost zero, a straight hot air flow,probes to calibrate the drying process at any time.All these virtues, which are enhanced by Guido®, are encapsulated in an ergonomic,user-friendly use that lies behind the “reddot” prize won in Germany.This approach can also be found in the ironing machinery by Grandimpianti I.L.E.which optimizes the use of extruded and anodized aluminum to obtain perfect long-lasting surfaces for ironing even at the highest temperatures.

The elegance and functionality of every Grandimpianti machine is maximized to ensure exports across the continents, and to cater to every possible user need.That’s what Gea likes.That’s right, a Symphony in G.

Tablecloths were showcased to celebratea global Made in Italy that is all aboutfood and textiles. This means not just tun-nel washers, but centuries-old trees too.With machines that are becoming moretargeted and intelligent. With detergentsthat are becoming more ecological anduser-friendly. Surrounded by relations thatare increasing and becoming more inno-vative and an “outside” that is consideredto be common property, not just a market. This having been said, one year fromnow EXPOdetergo 2014 in Milan will beone big, peaceful revolution in the historyof the entire industrial sector. And in thismonth of October, Host 2013 in Milanwill be a fundamental step on the way toachieving this goal with the “Can you tellthe difference?” cultural initiativelaunched by Assofornitori.At the I Portici hotel in Bologna, duringthe “Environment, Technology andQuality. Proposal for the Future” conven-tion organized by Assofornitori on 28September in the lead up to the very

Tovaglie sfoggiate per celebrare un Madein Italy globale, fatto di cucina e tessuti.Ragion per cui non solo lavacontinue, maanche alberi secolari. E macchine semprepiù pensate e pensanti. E detersivi semprepiù ecologici ed ergonomici. In un conte-sto di relazioni sempre più fitte e innovati-ve con un “esterno” inteso come benecomune, e non solo come mercato.

Fra un anno a Milano, considerando que-ste premesse, EXPOdetergo 2014 saràuna grande, pacifica rivoluzione nellastoria di un intero indotto industriale. DD12

DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Trionfi di tessuto sulla tavola di Host, prova generale perEXPOdetergo 2014

Triumph of textiles on the table at Host the finaltest before EXPOdetergo 2014

di/by Stefano Ferrio

A Bologna la Convention “Ambiente, Tecnologia e Qualità. La Propostaper il Futuro” proposta da Assofornitori ed EXPOdetergo, è stata occasio-ne per presentare un’importante iniziativa mediatica, organizzata aMilano in vista della grande fiera di settore dell’anno prossimo

Convention in Bologna on “Environment, Technology and Quality. Proposal for the Future” byAssofornitori and EXPOdetergo, which provided an opportunity to present an important mediaevent in Milan, in the lead up to the industry’s premier exhibition next year

EVENTIEVENTS

E, in questo mese di ottobre, sempre aMilano, Host 2013 rappresenterà, in talsenso, una fondamentale tappa di avvici-namento alla meta, grazie all’iniziativaculturale “Notate la differenza?”, lanciatada Assofornitori.All’hotel I Portici di Bologna, in occasionedella convention “Ambiente, Tecnologia eQualità. La Proposta per il Futuro”, orga-nizzata da Assofornitori il 28 settembrescorso in vista di così importanti appunta-menti, si è avuta una nitida percezione dicome la storia della lavanderia, intesacome settore industriale, sia giunta a unpunto di svolta. Un cambiamento globaledi cui deve fare tesoro chiunque abbiaintenzione di esercitare una posizione dileadership in questo complesso, ma vita-lissimo mercato.

Già la presentazione del meeting, svoltada Claudio Montanari, presidente diAssofornitori, ha comunicato una fortecomponente di novità a una platea che,nelle parole e nelle immagini, non si èritrovata davanti a una consueta serie diimmagini puntate sul sistema-lavanderia,inteso come fabbriche, macchine, prodottie servizi. Sullo schermo compariva inveceun meraviglioso bosco abbarbicato sugliAppennini emiliani. Laddove si trova unmillenario castagno, adottato dalla nostrastessa rivista come testimonial (vedi lacopertina dello scorso settembre) di unMade in Italy finalmente globale: Naturae non solo menù gastronomici, paesaggie non solo liste dei vini.Il castagno monumentale di Montombra -ro, dall’alto dei suoi mille, certificati annidi storia, diventa così “abitante”, ancoravivo e ricco di valori di un ecosistema,naturale e culturale, ritenuto oggi irrinun-ciabile per garantire futuro alle nuovegenerazioni. E’ la stessa certezza da cuidiscendono con coerenza i passi successi-vi che ci si accinge a compiere in vista difondamentali eventi: se, da un punto divista istituzionale, quello più importanteresta di gran lunga la fiera EXPOdetergo,in programma a Milano dal 3 al 6 otto-bre 2014, nell’immediato va data rilevan-za a una tappa di avvicinamento comeHost, la fiera dell’accoglienza, in pro-gramma sempre a Milano dal 18 al 22ottobre di quest’anno.

important appointment, one could clearlyperceive how the history of laundries —meaning the industrial sector — hasreached a turning point. A global changethat should be taken into account by any-one who is looking to occupy a leadingposition in this complex yet very vital mar-ket.When the meeting was presented byAssofornitori President ClaudioMontanari, he communicated a very newaspect to an audience which, in terms ofthe words that were spoken and the pic-tures shown, did not find itself in front ofthe usual pictures about the laundry-sys-tem i.e. factories, machinery, productsand services. On the screen instead wasa marvelous wood in the Apennine alpsin Emilia. Where you can find a cen-turies-old chestnut tree that was adoptedby our magazine to portray (see theSeptember cover) a Made in Italy thathas finally become global: Nature andnot just food menus, scenery and not justwine lists.With its 1,000 certified years of history,this monumental chestnut tree inMontombraro is a living “inhabitant”. Itencapsulates a host of values of a naturaland cultural ecosystem that is currentlyconsidered to be a must-have in order toguarantee a future to upcoming genera-tions. In line with this, we are about totake the next steps that will lead us tosome fundamental events: while the mostimportant from an institutional viewpointremains by far EXPOdetergo – in Milanfrom 3 to 6 October 2014 — in theimmediate future importance should begiven to an event that will take us closer

International 2014Ambiente,

Tecnologia e Qualità. La proposta per il

futuro

International ‘14Environment, Technology

and Quality. Proposal for the future

3/6 ottobre - 3/6 october

Claudio Montanari

to that date such as Host, the hospitalityexhibition in Milan on 18-22 October thisyear.The president of EXPOdetergoInternational, Luciano Miotto, spoke aboutthis in detail, livening up a discussionwith numerous ideas and implications forthe three themes of the convention:Environment, Technology, Quality. Thethree aspects of a sole, imaginable future,where the inhabitants of the Earth cancontinue to enjoy the benefits of an eco-friendly technology with the highest quali-ty functionality, ergonomics and lifespan.An important final test will be “Can youtell the difference?”, a lunch offered byAssofornitori in a stand fitted out withEXPOdetergo at Host, the Milanese recep-tion and hospitality exhibition, slated for18-22 October. This will be a lunch forinvited guests on 21 October at 1.00 pmwith an exquisitely seasonal menu pre-pared by chef Michele Mauri, from LaPiazzetta di Origgio restaurant in Varese.The courses will be adorned with table-cloths provided by a number of leadingAssofornitori companies. The message is“good food” meaning a complete experi-ence where the excellence of the dishesand beverages necessarily goes hand inhand with the same quality in the servicethat is offered by using the finest, andreusable, Made in Italy textiles. So thereis no way that you cannot “tell the differ-ence” as the title of the event evokes.The same philosophy will lie behind theaperitifs offered at the Host stand on 19and 20 October at noon and the happyhours set up at 4.30 pm on 18, 19, 20and 21 October.The success of “Can you tell the differ-ence?” should definitely have a mediaand cultural knock-on effect forEXPOdetergo, the large-scale internation-al showcase of laundry and dry cleaningproducts in Milan on 3-6 October 2014.This concept was underlined by

Ne ha parlato nei dettagli il presidente diEXPOdetergo International, LucianoMiotto, animando un dibattito rivelatosicarico di spunti e implicazioni sempreinerenti al trittico evocato dal titolo dellaconvention: Ambiente, Tecnologia,Qualità. Ovvero le tre facce di un unico,immaginabile Futuro, in cui gli abitantidella Terra possano continuare a goderedei vantaggi di una tecnologia ecocom-patibile, e contraddistinta dalla più altaqualità in termini di funzionalità, ergono-mia e durata.Un’importante prova generale di questopercorso verrà da “Notate la differen-za?”, pranzo proposto da Assofornitorinello stand allestito con EXPOdetergo aHost, la fiera milanese dell’accoglienza edell’ospitalità, in programma dal 18 al22 ottobre. Si tratta di un pranzo a inviti,organizzato per il 21 ottobre alle 13,con menù squisitamente stagionale offertodallo chef Michele Mauri, del ristoranteLa Piazzetta di Origgio (Varese). Portateche saranno impreziosite dal tovagliatocon cui saranno imbanditi i tavoli, a curadi alcune, prestigiose aziende diAssofornitori. Il messaggio è quello di un“mangiare bene” inteso come esperienzaintegrale, dove all’eccellenza dei piatti edelle bevande si deve accompagnareanaloga qualità nel servizio, offerto utiliz-zando il più pregiato, e riutilizzabile, tes-suto made in Italy. In modo che, per l’ap-punto, sia inevitabile, “notare la differen-za” evocata dal titolo dell’iniziativa.È la stessa filosofia che, nello stand di

Luciano Miotto

EXPOdetergo President Luciano Miotto,who aims to highlight increasingly moreclearly and successfully how the entireMilanese exhibition” stands apart” on theworld scene. According to Miotto thedirection to follow is to open the exhibi-tion as much as possible, by movingtoward synergies with other internationalexhibitions of related sectors (the cleaningbusiness for example), exporting all orpart of it overseas (as did the Germanexhibition Texcare in China), investigatingany cross-fertilization that can generatedevelopments in terms of expansion, prof-its and new investments.The hoped-for moral of this fairy tale is,as was pointed out at the Bologna con-vention, and even in the closing speechby Marco Mallegni, sales manager atIlsa: a detailed and stimulating roundupof new market frontiers in the “dry” sectorin terms of technological developments,environmental culture and, once again,energy savings.The appointment is in 2014 for a new,must-have convention that Assofornitoriplans to organize on the eve ofEXPOdetergo.

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International 2014Ambiente,

Tecnologia e Qualità. La proposta per il

futuro

International ‘14Environment, Technology

and Quality. Proposal for the future

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Da sinistra/From leftMarco Mallegni - Luciano Miotto -Claudio Montanari

Host, ispirerà gli aperitivi, offerti alle 12del 19 e 20 ottobre, e gli happy hour,imbanditi alle 16,30 del 18, 19, 20 e21 ottobre.È indubbio che il successo di “Notate ladifferenza?” deve fungere da traino,mediatico e culturale, a EXPOdetergo, lagrande fiera internazionale dei prodottiper lavanderia, in programma a Milanodal 3 al 6 ottobre 2014. Concetto ribadi-to dal presidente di EXPOdetergo,Luciano Miotto, orientato a marcare inmodo sempre più definito e vincente la“differenza” che caratterizza l’intera fieramilanese nel contesto mondiale. La dire-zione da prendere, secondo Miotto, èquella che si può cogliere nella massimaapertura dell’expo’ milanese, orientando-la verso sinergie con fiere mondiali di set-tori considerati affini (il business dellapulizia, ad esempio), esportandola tutta oin parte all’estero (come fatto dalla tede-sca Texcare in Cina), indagando tutte lecontaminazioni foriere di sviluppi in termi-ni di espansione, profitti e nuovi investi-menti.Augurabile morale della favola, ribaditaalla convention di Bologna, anche nellarelazione conclusiva, svolta da MarcoMallegni, direttore commerciale di Ilsa:un’approfondita e stimolante panoramicasulle nuove frontiere di mercato del setto-re “secco”, identificabili in termini di cre-scita tecnologica, cultura ambientale e,ancora una volta, virtuosità energetica.Appuntamento nel 2014 per una nuova,necessaria convention che Assofornitori sipropone di organizzare alla vigilia diEXPOdetergo.

“La storia delle lavanderie automatichedimostra che la vera ricchezza di questosecolo è il tempo libero. Per cui, chi locapisce, possiede una marcia in piùrispetto a tutti gli altri”.Parola di Carlo Miotto, direttore com-merciale di Imesa, azienda leader nellaproduzione di macchine per lavanderie,con sede a Cessalto, in provincia diTreviso. Una convinzione maturata attra-verso il successo di un format comeEasy Wash, un “lavare facile” diffusosicon grande rapidità negli ultimi anni.“Ne è passato di tempo da quegli anni‘90 in cui le lavanderie self servicehanno iniziato a prendere piede anche inItalia – continua Miotto. - Non solo sulcalendario, ma anche in una societàdove le lavanderie automatiche soddi-sfano bisogni sempre più urgenti, non-ché nuovi, dell’utenza. Se non guardia-mo al mondo che cambia, è impossibilecapire come una lavanderia può restareaperta dalla primissima mattina finoquasi a mezzanotte, senza mai smetteredi raccogliere uomini e donne, ognunocon la propria biancheria, ma anche conla propria storia, i propri specifici biso-gni, i propri conti”.“Pensiamo a quanto diversi sono fra loroun single di 30 anni, una madre lavoratri-ce di 40, un extracomunitario di 50, unapensionata di 70. Ma se ci rendiamoconto che ad accomunarli sono pochisoldi in tasca e un tot di problemi praticida risolvere ogni giorno, capiamo ancorameglio come deve essere fatta, nellemacchine, e ancora prima nella gestio-DD16

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Lavanderie self service, nate perrisolvere i problemi

Self-service laundries: problem solvers

REPORTAGE

di/by Stefano Ferrio “The history of self-service laundriesteaches us that the real treasure of thiscentury is free time. Those who get it,have an advantage over everyone else”.These are the words of Carlo Miotto,sales manager for Imesa, leading manu-facturer of laundry machines, based inCessalto, in the province of Treviso. Hisfirmly held belief has its roots in the suc-cess of a chain like Easy Wash, whichhas expanded rapidly in recent years.“A lot of time has gone by since thosedays in the ‘90s when self-service laun-dries began to gain popularity in Italy,”Miotto continues. Not only on the calen-dar, but also in a society where self-serv-ice laundries serve increasingly urgentand varied needs. If we don’t pay atten-tion to the changing world we live in, it isimpossible to understand how a laundrycan remain open from early morning untilalmost midnight, with a steady stream ofmen and women, each bearing their ownlaundry, their own story, their specificneeds, and their economic condition”.“Think about how different they are: a30-year-old single, a working mother inher 40s, an immigrant in his 50s, and a70-year-old retiree. But what they allhave in common is limited spendingmoney in their pockets and some practi-cal problems to resolve every day. Nowwe have an even better idea of how aself-service laundry needs to be struc-tured, in terms of machines, and evenmore importantly, in terms of manage-ment. Where there is an owner whooversees the operation, provides practi-

Non solo di pulizia, ma anche di sartoriae, a volte, di sopravvivenza quotidiana.Nel Nordest d’Italia lo si capisce da unasemplice visita ai negozi della catenaEasy Wash

Not only for cleaning, but also for alter-ations and, at times, even everyday sur-vival. A visit to the Easy Wash chain inNortheastern Italy and it all becomesclear

ne, una lavanderia self service. Dove ungestore in grado semplicemente di pre-sidiare la struttura, fornendo il maggiornumero di risposte concrete a questedomande, farà la soddisfazione deiclienti, assicurando nel contempo lungofuturo, e sviluppo, alla propria impresa”.

Così sono rinato imprenditoreCesare Scarpari, può già parlare sullabase dei primi mesi di attività delle suetre lavanderie Easy Wash: due avviate aSan Donà di Piave, e questa, dove loincontriamo, a Musile di Piave. Un racconto reso significativo dal per-corso professionale di Scarpari, diventa-to imprenditore di self service dopo lacassa integrazione seguita alla chiusuradell’azienda tessile dove lavorava comedirigente. “Quando abbiamo aperto, eratarda primavera – racconta Scarpari – epiù di uno aveva tenuto a sottolineareche partivamo nel momento stagionalepiù duro di questo tipo di mercato,quando il guardaroba estivo sembrereb-be avere meno bisogno della lavanderia,non fosse altro perché è più leggero eridotto”.“Sarà anche vero – continua Scarpari –adesso vedremo che differenza c’è ininverno, ma intanto posso assicurarviche il lavoro non ci è mai mancato. Anzi,in pochi mesi è aumentato, continuiamoa vedere nuovi clienti entrare, e si sonoposte le basi per rapporti molto solidi econtinuativi con il territorio. Segno che,quando, mi sono ritrovato in cassa inte-grazione, ho fatto bene a investire inquesta attività. E lo dico non solo per-ché, avendo una lunga esperienza dadirigente aziendale, capisco cos’è unbudget, e su cosa puntare per un ritornoeconomico. È una convinzione che deri-va anche da un’osservazione continuadella realtà di tutti i giorni. Dove, in effet-ti, occorre tirare le somme di un sacco diproblemi, alcuni già noti, e altri totalmen-te inediti”.“Ecco – spiega Scarpari – se partiamodalla constatazione che la lavanderiasotto casa è un luogo prezioso, fattoapposta per risolvere problemi, siamosulla buona strada: del business, e deirapporti con il territorio. Ho un sacco diesempi con cui dimostrarlo. Come lecentinaia di mail che continuiamo a rice-vere all’account di Easy Wash, inviate daclienti già fidelizzati al punto da avanzarerichieste, sottoporre quesiti alla nostraattenzione, sincerarsi della possibilità diavere un servizio piuttosto che un altro. DD17

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cal answers to everyone’s questions, andis the personification of customer satis-faction. This is the best insurance of along future for the business, and steadygrowth”.

My new life as an entrepreneurCesare Scarpari can relate to this story,based on a few months of business athis three Easy Wash laundries: two upand running in San Donà di Piave, andthe third one, where wemeet for a chat, at Musiledi Piave. His story getseven better when wehear about the careerpath that led him tobecoming the owner of aself-service laundry —after being laid off follow-ing the closure of thetextile company he man-aged. “When we opened,it was late spring – remi-nisces Scarpari – and more than oneperson felt the need to point out that wewere starting out in the worst season forthis type of market, when there seems tobe less need for a laundry for summerclothing, if for no other reason than thefact that is it lighter and skimpier”.“It might be true – continues Scarpari –now we will find out what a differencethe season makes, but in the meantime Ican guarantee you that we were neverlacking for business. On the contrary, injust a few months, it has grown; we seenew customers come in all the time, andthe groundwork has been laid for verysolid, ongoing relationships with thelocals. A sign that I made the right deci-sion by investing in this businesswhen I found myself unem-ployed. And I say that not onlybecause, having a lot of experi-ence in corporate management,I know what a budget is andwhat to focus on in order to turna profit. It is also a firm beliefthat comes back to the realitiesof everyday life where you haveto be ready to face lots of prob-lems, some you are familiar withand some that are entirely unheard-of”.“Listen – explains Scarpari – if we startwith the premise that the laundry on thecorner is a valuable place, designed forproblem solving, we are on the righttrack — for business, and a good rela-tionship with our neighbors. I have a tonof examples that prove it. Like the hun-

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Chiedono in che termini è possibileavere il lavaggio di copri-divani, tende,mollettoni, lettini da spiaggia, trapunte.E, più passa il tempo, più i quesitiaumentano, spingendomi a renderesempre più fornita di servizi l’attività”.A questo punto, riflessioni a parte riguar-dano il servizio di stiro (e infatti le faremonella pagina successiva). L’importante èavere comunque contezza di un passa-parola tornato a essere, oggi più chemai, comunicazione privilegiata fra citta-dini-utenti alle prese con problematichesempre più simili. “Per cui – sottolineaCesare Scarpari – si può ben compren-dere come il negozio sia un self service,ma sia anche dotato di una sorta di con-sulenza a tempo indeterminato, dovutaai miei frequenti passaggi in negozio:vuoi per il cliente che per sbaglio hamesso in lavatrice il telefonino, vuoi peril single che ha fatto partire la macchinasenza infilarci dentro la biancheria, vuoiper chi non sa bene come cavarsela concerti capi stagionali”.Rapporti con il territorio che non riguar-dano solo i singoli utenti. “Abbiamo iniziato con successo a pas-sare periodicamente da tutte le parruc-chiere della zona – racconta Scarpari –in modo che scoprissero le opportunitàdel nostro negozio. E, nello stessotempo, riceviamo piumoni da lavare daalcune lavanderie a secco che, in questomodo, possono garantire un serviziomolto richiesto dai loro clienti”.Così, in pochi mesi di attività, la EasyWash è diventata una sorta di “piazza”in più per un paese come Musile. Per dipiù al coperto. “E infatti, con l’arrivodella stagione fredda i clienti troverannola novità della Tv” conclude CesareScarpari.

Orietta, factotum dalla soluzione pronta

Una volta assodato che le lavanderieautomatiche sono luoghi fatti appostaper risolvere problemi, si capisce moltobene la presenza di Orietta Davanzonella Easy Wash di Musile di Piave. Conil compito principale di stirare biancherialavata dai clienti e, all’occorrenza, di farfruttare una lunga e preziosa esperienzalavorativa.“Sono nata in sartoria – racconta lasignora Orietta – una passione iniziataquando ero bambina, e poi diventata lamia professione, esercitata in una bellaazienda di questa zona. Quando è arri-vato il momento della crisi, ho iniziato

dreds of emails that continue to pourinto our Easy Wash account, sent byregular customers who feel comfortablemaking requests, asking questions, andchecking if we offer one service oranother. They ask how long it will takefor their sofa covers, curtains, ironingboard covers, beach loungers, and quiltsto be laundered. And, the longer we arehere, the more questions we get, push-ing me to add more services”.At this point, we need to talk about iron-ing services (in fact, we will cover themon the next page). The key element hereis word of mouth, a means of communi-cation that has come back into fashion;now more than ever, people are con-cerned about trying to solve problemsthat are actually quite similar. “So –emphasizes Cesare Scarpari – it is easyto see how this is a self-service shop,but also a kind of ongoing counselingservice that keeps me making frequentvisits to the shop: for the customer whoaccidentally put their cell phone in thewasher, for the single who started themachine without putting in the clothes,for those who aren’t sure what to dowith certain seasonal articles of cloth-ing”.We build relationships with the neighbor-hood that are not just about the individ-ual user. “One successful initiative isbased on calling in at all the hairdressersin the area – relates Scarpari – informingthem about the opportunities offered byour shop. And networking: some of thelocal dry cleaners send us comforters tobe washed, and this way we help themprovide a much-in-demand service totheir customers”.So, in just a few months of business,Easy Wash has become a sort of “piaz-za” a meeting place in a town likeMusile. And it is indoors. “In fact, withthe arrival of winter, customers will findour latest innovation, a TV,” concludesCesare Scarpari.

Orietta, problem-solver par excellence

Now that we have established that self-service laundries are places made forsolving problems it is easy to understandwhy Orietta Davanzo is a fixture at theEasy Wash in Musile di Piave. Her pri-mary role is ironing customers’ linens,and, if need be, putting her long andvaluable tailoring experience to work.“I grew up in dressmaking/tailoring –explains Orietta – a passion I’ve har-

REPORTAGE

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subito a guardarmi attorno per capirecome reinventarmi un lavoro. Questadella lavanderia mi è sembrata subito lastrada giusta”.Alla signora Orietta non mancano argo-menti per dimostrare di aver visto giusto.Sono infatti sempre di più i clienti che,una volta provveduto a lavare da soli ipropri capi, glieli affidano per lo stiro, oper quei lavori di sartoria che sono dasempre il suo “pane”. “Merito anche quidel passaparola – racconta la sarta-stira-trice in forza a Easy Wash – perché nonappena si sa in giro che c’è un postodove puoi portare a lavare le tende delsalotto, e poi trovi anche chi te le stira,qualcuno puntualmente arriva”.Il valore aggiunto di Orietta, così comedi Cesare Scarpari, consiste poi in quel-l’impagabile gentilezza che traduce lospirito di servizio in disponibilità, adatta-bilità alle varie esigenze, più quel pizzicodi intraprendenza che risulta sempreindispensabile in attività basate sul con-tatto diretto, lo scambio di informazioni,la fantasia unita al mestiere. “Ormai hodentro una specie di banca dati deiclienti – racconta la stiratrice di EasyWash – per cui so che, la prima volta incui entra qui dentro, un single o unapensionata avranno quasi sicuramentebisogno di una parola di conferma suitasti da premere, e con quale sequenza.Dopodiché, una volta avuto il battesimodel self service, torneranno, ognuno coni suoi orari e i suoi bisogni. A volte sipresentano anche stranieri, che magari,a causa della lingua, hanno qualche pro-blema di approccio in più, ma assoluta-mente risolvibile”.Come a ribadire che se i problemi resta-no insoluti, non è una vera lavanderiaself service.

Vi racconto la storia dei self service

Qualcuno dipinge la lavanderia idealedei nostri tempi come un negozio dalbancone molto lungo, in modo che ognisua parte possa servire a risolvere spe-

bored since I was a child, and then itbecame my profession, at a nice enter-prise in this area. When the recessionhit, I immediately began looking aroundto see if I could reinvent a job for myself.The idea of the laundry felt right from thevery start”.Ms. Davanzo has no lack of proof thather intuition was right. In fact there is agrowing number of customers who,once they have laundered their clothes,entrust them to her for ironing, or forthose tailoring needs that are her ‘firstlove’. “Thanks primarily to word ofmouth – relates the seamstress and iron-ing pro at Easy Wash – because as soonas the word gets out that there is a placewhere you can bring your living roomcurtains to be washed and then findsomeone who will iron them, in no time,people start showing up”.The added value of Orietta’s services,just like those of Cesare Scarpari,resides in a priceless kind of courtesythat transforms the spirit of service intoan eagerness, an adaptability to differentneeds, and a pinch of initiative that isalways indispensable in activities basedon human contact, exchange of informa-tion, and imagination applied to theworkplace. “By now I feel like I have aclient database in my head – admits theEasy Wash ironing expert – so, I knowthat the first time a single or retireewalks through the door they will likelyneed some verbal confirmation aboutwhich buttons to push, and in whatorder. After that, once they have the self-service part figured out, they will comeback, each one according to their ownschedule and needs. Sometimes foreign-ers come in and perhaps, due to the lan-guage differences, might need a littleextra help, but anything can beresolved”.Which sounds like a reminder that ifproblems cannot be solved, then maybeit really isn’t a self-service laundry.

Let me tell you about self-service laundries

Some envision the perfect laundry as ashop with a very long counter, whereeach part can be devoted to solving spe-cific problems of laundering, cleaning,special treatments for garments andalterations/tailoring.Certainly it would be the perfect laundryfor Diana Pavanetto. She knows laun-dries like few others in Northeastern Italy.And that is a statement based on fact.

Particularly the time-tested professional-ism of Pavanetto who, after years work-ing as a maid in hotels on the AdriaticRiviera, she envisioned herself as anentrepreneur buying an Easy Wash laun-dry in Jesolo .“Twelve years have passed since then –explains Diana – and I can truly say I wasa pioneer. At that time, my self-servicewas the only one in the entire area,which was heavily populated and full ofvacation residents during the warm sea-son. Today the situation has changeddramatically; there is a lot of (more orless fierce) competition and, thanks tothe recession, we are in a market thatkeeps getting slimmer and slimmer”.“Everyone works with what they have –continues Pavanetto – even consideringthat the success of a self-serviceincreasingly depends on its ability toprovide services to people. For example,ironing, but also repairs and alterations,while waiting for the major innovationsthat are on the horizon, like work-wearrental. Personally, I know I can keep upwith the market, thanks to my extremelyflexible hours: I am open every day,including holidays, from morning tonight”.

“Certainly – adds the owner of the EasyService in Jesolo – little by little, distinctcustomer types begin to emerge. Thereare the foreign immigrants who neverask for anything, even when they mightreally need it, so you need to be able to‘read’ their needs and give them a hand.There are European tourists who comein already knowing how everythingworks, since they come from countrieswhere self-service laundries are an inte-gral part of the social and economic fab-ric. And there are the Italians, who,unlike all the others, have nothing butquestions; but mainly all they need isassurance that they are doing thingsright”.As if all that weren’t enough, self-servicelaundries are also handbooks of geogra-phy and anthropology.DD20

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cifici problemi di lavaggio, pulitura, trat-tamento dei capi, sartoria.Di certo è un negozio ideale dove trove-rebbe posto la signora Diana Pavanetto,che di lavanderie si intende come pochialtri nel Nordest d’Italia. Affermazionebasata sui fatti. Innanzitutto la compro-vata professionalità della signora Dianache, dopo anni passati a lavorare comecameriera negli alberghi della rivieraadriatica, si è inventata imprenditricerilevando una lavanderia Easy Wash consede a Jesolo.“Da allora sono trascorsi dodici anni –racconta la signora Diana – e posso bendire di essere stata una pioniera. Tanto che all’epoca il mio self serviceera l’unico di un’intera zona, moltopopolosa e molto frequentata dai villeg-gianti nella bella stagione. Oggi il quadroè completamente cambiato, c’è moltapiù concorrenza, più o meno selvaggiae, a causa della crisi economica, siamoalle prese con un mercato che va via viaassottigliandosi”.“Ognuno provvede con i mezzi a dispo-sizione – continua Diana Pavanetto –anche considerando che il successo diuna self service dipende in parte sempre

più crescente dalla sua capa-cità di assicurare servizi allapersona. Ad esempio di stireria, maanche di sartoria, in attesa digrandi novità ormai dietro l’an-golo, come il noleggio deivestiti da lavoro.Personalmente so di poterstare sul mercato anche graziea un’estrema flessibilità diorari: tengo aperto ogni giorno,feste comprese, dalla mattinaalla sera”.

“Di sicuro – chiosa la titolare della EasyService di Jesolo – è andata definendosiuna marcata tipologia dei clienti-tipo. Ci sono gli stranieri extracomunitari chenon chiedono quasi nulla, anche se avolte ne avrebbero bisogno, alloraoccorre capire e intervenire a loro van-taggio. Ci sono i turisti europei, che entranosapendo già tutto, cresciuti come sonoin Paesi dove il self service si è radicatonella cultura sociale ed economica. E ci sono gli italiani, che a differenza ditutti gli altri, non fanno altro che chiede-re, soprattutto di essere rassicurati”.Quindi, come se non bastasse, sonoanche manuali di geografia e antropolo-gia, le lavanderie automatiche.

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DD22DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Teren automatic unloading system (collec-tion of the folded linen from the differentironing lines) thanks to its global productscontrol lead to the achievement of Mati: anadvanced management system particularlysuitable for industrial Laundries.Right from the start, the particular issue’scomplexity required also a development ofa special hardware in order to guarantee thebest interface with the department opera-tors and the machines.The process control starts with the recep-tion of the wet and clean linen and endswith the automatic labelling of the singlepackages.Mati data base contains the whole laundrydata (customers-articles) and all technicalparameters required from the processing ofthe ironing department. In every work sta-tion there is a panel PC net, connected tothe two computers of the central controlunit.The panel PC and the laundry computersystem monitor all the data flow. Mati is not meant for statistics aim, but it’s areal process control which, besides theproduct identification, follows all processingphases and above all, it automates the pro-gramming of the whole ironing-foldingdepartment. The information provided byMati are useful not only for the invoicing butalso allows to carry out all data analysis in areal time.Mati smart cards used by the operators,allow the worker’s time analytic recordingand a real calculation of the productionlines efficiency.Pizzardi thanks to the Mati developmentand to the knowledge and management ofall ironing- folding- packaging parametersoffered new instruments for the organizationand rationalization of industrial laundry’scomplex logistics. Organization that should be very flexible,meet the different management logics (forarticle, customer, mixed, and so on....) andbe quick in the execution.

L’integrazione dell’automazione Teren (rac-colta della biancheria piegata dalle varie lineedi stiratura) con un’intelligenza di controlloglobale del prodotto ha portato alla realizza-zione del Mati: avanzato sistema gestionalespecifico per lavanderie industriali.La particolare complessità del problema harichiesto, fin dall’inizio, anche lo sviluppo diun hardware dedicato per garantire un’inter-faccia ottimale con gli operatori del repartoe con le macchine.Il controllo del processo inizia con il ricevi-mento della biancheria bagnata e pulita etermina con l’applicazione automatica delleetichette ai singoli pacchi confezionati.Il data base del Mati è costituito dall’ana-grafica completa della lavanderia (clienti-articoli) e da tutti i parametri tecnici richiestidalle lavorazioni del reparto stiratura. Unarete di panel PC, in dotazione ad ogni postodi lavoro, collegata ai due computer dell’u-nità di controllo centralizzata ed integratacon il sistema informatico della lavanderia,gestisce e controlla tutto questo flusso didati.Mati non ha finalità statistiche, ma è un verocontrollo di processo che, oltre all’identifica-zione del prodotto, lo segue in tutte le fasidi lavorazione e, soprattutto, automatizza laprogrammazione dell’intero reparto stiratu-ra-piegatura. Le informazioni messe a disposizione dalMati consentono, oltre alla contabilità per lafatturazione, qualsiasi tipo di analisi intempo reale.Le smart cards Mati utilizzate dagli operato-ri, con la registrazione analitica anche deitempi uomo, consentono calcoli reali dell’ef-ficienza produttiva delle linee.Con lo sviluppo del Mati la Pizzardi, graziealla conoscenza e gestione di tutti i parame-tri del processo di stiratura-piegatura-confe-zione, ha offerto nuovi strumenti di organiz-zazione e razionalizzazione della complessalogistica delle lavanderie industriali. Organizzazione che deve essere molto fles-sibile, rispondere a diverse logiche digestione (per articolo, per cliente, misto,ecc....) ed essere veloce nell’esecuzione.

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MATIS IS TEMA GES T IONALE D I PRODUZ IONE - PRODUCT ION MANAGEMENT SYSTEM

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ne di una cultura imprenditoriale fondatasul rispetto delle regole e sulla lotta allaconcorrenza sleale e al lavoro in neroche determinano ribasso dei costi e insi-curezza sociale. Per questo, Assosistema ha proposto ilsistema di qualificazione delle impreseche, attraverso requisiti inderogabili especifici, tutela la salute e la sicurezzadelle imprese e dei lavoratori”. La Ferri ha lasciato poi spazio agli inter-venti delle aziende associate sponsordel Forum Prevenzione Incendi chehanno presentato, ognuna per il suocampo di attività, le novità di prodotto edi soluzione nel settore della produzionee distribuzione dei dpi. In particolare,Spasciani Spa ha concentrato il suointervento sulla protezione delle personenegli interventi in Spazi confinati (cister-ne, pozzi, fogne, cabine elettriche, va -sche depurazione acque) sottolineandol’importanza di utilizzare in tali luoghisolo gli autorespiratori, contrariamentealla prassi che vede invece una prepon-deranza di impiego di maschere con fil-tro. Gli autorespiratori, infatti, garanti-scono al lavoratore le caratteristiche diaria respirabile secondo la norma EN12021. Successivamente, l’intervento diCartelli Segnalatori ha approfondito iltema della segnaletica di sicurezza e lasua evoluzione normativa e armonizza-zione a livello comunitario, riferendo undato interessante: gli standard generanobenefici economici che sono stati stimatia 17 miliardi di euro all’anno per la solaGermania (secondo il DIN study“Economic Benefits of Standardization”,updated 2011). Particolare encomio va

Dopo il successo registrato in occasionedella partecipazione al Forum Sicurezzasul Lavoro lo scorso 21 maggio a Roma,Assosistema Safety replica a Milanocon il Forum Prevenzione Incendi,appuntamento annuale di riferimento perchi opera nel settore della prevenzioneincendi. Il Forum si è svolto il 25 e il 26settembre presso lo Studio 90 di ViaMecenate a Milano con la partecipazio-ne di 1.700 presenze di professionisti,aziende ed operatori di settore chehanno seguito i diversi appuntamenti fis-sati all’interno dello spazio espositivo edi conferenza dell’East End Studios. As -sosistema ha partecipato insieme a cin-que aziende associate con uno spazioespositivo all’interno del quale i numero-si visitatori hanno potuto scoprire le no -vità di prodotto, di soluzioni e di servizinel campo dei dispositivi di protezioneindividuale. Grande interesse e curiosità ha suscitatoanche il seminario tecnico organizzatoda Assosistema il 26 settembre 2013 insala C e intitolato:”Nuovi strumenti eattrezzature per la sicurezza dei lavora-tori sui luoghi di lavoro. Spazi confinati,segnaletica, scarpe da lavoro defaticanti,telemetria, percorsi tattili”. In apertura dilavori, il Segretario Generale di Asso -sistema, Patrizia Ferri ha sottolineatol’importanza del controllo sui prodottiimmessi sul mercato e del conseguenteritiro di quelli non a norma: “Il dpi nonpuò essere a sua volta veicolo di perico-lo per il lavoratore. Il vero punto è, infatti,la qualità del prodotto e la protezioneche questo può offrire. L’Associazione siimpegna quotidianamente nella diffusio-

Assosistema al ForumPrevenzione Incendi: il “dpi” qualità protegge il lavoratore dagli infortuni

Si è svolta a Milano il 25 e il 26 settembre 2013 con grande successo la nona edizione del ForumPrevenzione Incendi, confermandosi come importante appuntamento di riferimento per gli operatoridel settore, insieme al Forum Sicurezza sul Lavoro, svoltosi lo scorso maggio a Roma. L’evento, orga-nizzato dalla rivista Antincendio, è stato patrocinato da Assosistema e sostenuto dalle aziende asso-ciate che svolgono attività di produzione, distribuzione e mantenimento dei Dispositivi di protezioneindividuale. Un’ampia affluenza di pubblico ha registrato anche il seminario tecnico organizzatodall’Associazione in occasione del Forum

ASSOSISTEMA

di Laura Lepri

riconosciuto al Ministero del Lavoro che, con la Cir co -lare del Ministero del Lavoro n.30 del 16 luglio 2013, hadimostrato lungimiranza nell’interpretazione e anticipatol’integrazione normativa della segnaletica di sicurezza.L’intervento di Base Protection si è focalizzato sullescarpe da lavoro defaticanti che combinano tecnologiae comfort. Frutto di un’attività di ricerca e sviluppo cheha portato allo sviluppo di tecnologie innovative, lescarpe da lavoro defaticanti sono realizzate anche conl’attenzione all’ambiente e il principio dell’eco sostenibi-lità. Msa Italiana ha presentato il controllo a distanzadella sicurezza, ovvero la telemetria. Il sistema Alpha Personal Network è un modello di sicu-rezza per operatori di primo soccorso e per gli altri pro-fessionisti che svolgono il proprio lavoro in ambientipericolosi. Studiato per ottenere una nuova dimensionedi sicurezza multilivello permettendo il monitoraggiocon connessione senza fili a corto e lungo raggio, rile-vamento e si stema di comunicazione, il sistema Alphaconsente al personale di concentrarsi meglio sul propriolavoro. Concentrazione e prestazioni sono ottimizzate e

i po tenziali rischi ridotti. Infine, Unigum, partendo dalDPR 503/96 sull’eliminazione delle barriere architettoni-che e dall’obbligo di riconoscibilità dei luoghi e dellefonti di pericolo alle persone disabili (ed in particolareagli ipo non vedenti ed ai ciechi), ha presentato i per-corsi tattili: speciali pavimentazioni in rilievo costituiti da

vari codici percepibili al sen - so tattile plantare. Insie meagli ausili già previsti co mead esempio gli avvisatoriacustici, i percorsi e mappetattili a rilievo, correttamentecombinati tra loro, garanti-scono la riconoscibilità deiluoghi e delle fonti di perico-lo per tutti ed in particolareper gli ipo non vedenti ed i ciechi. In chiusura di lavori, è intervenuto Tommaso Bisignani,del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, sottolinean-do l’importanza dell’innovazione e della ricerca di solu-zioni nuove con performance elevate nel settore dellasicurezza sul lavoro, contemporaneamente all’attenzio-ne massima all’ergonomia e al comfort dell’operatore.Bisignani ha portato l’esperien-za del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per sostenerela necessità che l’attenzioneall’aspetto economico, seppurnecessaria, non incida sui livelliprotettivi e che l’analisi ragio-nata del rischio sia il primo fattore per una scelta correttadei dpi.

Laundries, as many others industrial pro-duction plants, are highly complex struc-tures.However, they all share one thing: allthese plants deal with a product that hasto be moved from one side of the plantto another in order to undergo the vari-ous processing phases.If we imagine this product as being theplant’s oxygen, Montanari is the compa-ny that builds the arterial system for car-rying this oxygen throughout the plant.And considering the variety of forms,processes, functions and spatial arran -gements of the various machinery, thereis no standardized “network” to be usedfor this transportation.Each plant must have its own, tailor-made system.One thing which was impressing me themost while visiting Montanari was itsarchive, walls covered by folders con-taining the technical drawings of allMontanari’s systems ever built. Since each system is develop on thespecifical customer needs, whole pro-duction phases can be seem in therecently renovated headquarters of thecompany In odena (north of Italy); onlaundry sites the Montanari’s engineersoffer their experience and knowledge forthe installation, interfaces and testing ofthe systems.The engineering department, on theother hand, works at full capacity, assystem design is actually the key com-ponent of Montanari’s industry services.In fact, their tailor-made logistic solu-tions are based on the precise spaceavailable and functions performed in theclient’s laundering process, with every-thing being considered, designed and

Come tanti altri stabilimenti di produzio-ne industriale le lavanderie sono organi-smi complessi.Tutti, però, hanno in comune una cosa:un prodotto nel trasportare da un capoall’altro dello stabilimento, per essere sot-toposto alle varie fasi della lavorazione.

Se pensiamo a questoprodotto come l’ossigenodella fabbrica, Montanari èl’azienda che costruisce ilsistema venoso per tra-sportare quest’ossigeno. E, vista la varietà di forme,processi, funzioni e dispo-sizioni nello spazio dei varimacchinari, non esiste una“rete” standardizzata per iltrasporto: ognuno deve

avere il suo sistema, fatto su misura. Una delle cose che maggiormente mi haimpressionato nel visitare la Montanari èl’archivio: i faldoni, che ricoprono interepareti, nei quali sono conservati i disegnitecnici di tutti gli impianti prodotti daMontanari. La massima parte del lavoro eseguitodai tecnici di questa azienda si svolgepresso il cliente; nella bella sede mode-nese, da poco rinnovata, si trovano solole primissime fasi della produzione: l’as-semblaggio di alcuni particolari, la co -struzione di determinati meccanismi chevengono immediatamente trasportati inloco per essere montati. A pieno ritmo, invece, si lavora all’ufficiotecnico, perché forse la parte più impor-tante del supporto che l’azienda mode-nese fornisce all’industria è la progetta-zione. Come abbiamo detto l’impiantologistico è realizzato su misura in base aprecisi spazi e funzioni nella lavorazione

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Montanari: la lavanderia “su misura”

Informazione commercialeTrade info

Montanari: “tailor-made” laundry solutions

discussed before actual implementation.

The numbers of successToday the MontanariEngineeringConstructionCompany is an indus-try leader operatingthroughout Europe,with:• more than 60 plants

built each year• over 1000 m of lines

built• more than 6 million

kilograms of linen handled per day• over 1000 industrial laundries world-

wide• more than 100 km of conveyor beltsIt has always guaranteed absolute qualityin both the materials and constructioncriteria of its products, so much so thatsome systems have now been in opera-tion for more then 35 years.With a distribution network covering themain European Areas, it also guaranteesfast and attentive service.

Ogni azienda ha le proprie esigenze

Per ogni esigenza c’è un unica azienda

Montanari srl engineering constructionVia Emilia Ovest, 1123 - 41123 Modena - Italy - Tel. +39 059 330127 - +39 059 333392 - Fax +39 059 826725

[email protected] - www.montanariengineering.com

Linee di confezionamento. Sistemi di stoccaggio. Sistemi di cernita e conteggio.

dell’azienda e tutto va pensato, disegna-to e discusso prima della realizzazionevera e propria.

I numeri di una storia di successiOggi la Montanari Engineering Constru -ction è una realtà che opera in tuttaEuropa, con:• più di 60 impianti realizzati ogni anno• oltre 1000 m di linea• più di 6 milioni di chili di biancheria

movimentata al giorno• oltre 1000 lavanderie industriali nel

mondo• più di 100 km di nastri trasportatoriGarantisce da sempre un’assoluta qua-lità sia nei materiali, sia nei critericostruttivi dei propri prodotti, tanto chealcuni impianti sono attualmente in fun-zione da ben 35 anni.Grazie ad una rete commerciale presen-te nei principali poli dell’Europa centrooccidentale. garantisce inoltre un livellodi assistenza veloce ed accurato e solu-zioni su misura per ogni impianto indu-striale dove la movimentazione è unaspetto importante.

It’s a short step from Mrs. Mary’ssheepskin jacket to the contractswith Nokia and Air France, andfrom the manual delivery of thegarment to the sophisticated gar-ment identification system. To explain all this, it is enough totake a look at the short but alreadymomentous story of the Lampolaundry, headquartered in Mortara,a small town near Pavia, approxi-mately half an hour drive fromMilan.What is interesting, is that the townof Mortara today is also the stageof a soon-to-be-built logistics hubof paramount importance not onlyfor Italy but also for the rest ofEurope and that is destined tomake this town more connectedand operational thanks to the com-pletion of a huge intersection ofrailway terminals linking it to everycorner of the continent.In the meantime, the Lampo laun-dry in Mortara is already making amajor contribution with its ongoing

Dal montone della signora Eugeniaai contratti con Nokia e Air France ilpasso è meno lungo di quanto sicreda. Così come dalla consegnamanuale al sofisticato sistema diidentificazione dei capi.Tutto ciò si spiega molto bene nellabreve e già ricca storia della La van -

Dalla signora delterzo piano allamultinazionale sonotutti clienti dellaLampo di Mortara

From the lady on the third floor to the multinationalcompany, everyone uses the laundry and cleaningservices offered by Lampo in Mortara (northern Italy)

Storia di una lavanderia familiare che,guidata da uno spirito libero e curiosocome Rocco Lamoglie, ha capito intempo utile la necessità di svilupparestrategie di marketing per ogni tipo dicliente

The story of a family-run laundry that -driven by Rocco Lamoglie, its proactiveand forward-thinking founder - hasquickly become aware of the need todevelop marketing strategies tailor-made for each single customer

Il segreto delmio successoThe secret ofmy success

di/by Stefano Ferrio

deria Lampo, che ha sede a Mor -tara, cittadina in provincia di Pavia,a mezz’ora di macchina da Milano.è per altro la stessa Mortara dovesta prendendo vita un Polo Logisticodi fondamentale importanza nonsolo per l’Italia, ma anche perl’Europa, che diventerà più connes-sa e operativa grazie al completa-mento di questo gigantesco snododi terminal ferroviari, in grado dicollegare ogni parte del continente. Nel frattempo, lungo questo percor-so, sempre a Mortara, la LavanderiaLampo fa già la sua parte, caratte-rizzata da una crescita continua einnovativa, testimoniata da cinquepunti vendita aperti nel territorio,compresi gli aeroporti di Malpensa eLinate, e dalla qualificante certifica-zione UNI EN ISO 2008.Al punto che, se qualcuno volessemettersi sulle tracce di un’impresasimbolo dei tempi che verranno, laraccomandazione d’obbligo è recarsial civico 48 di via Olevano, dove,dalle finestre della Lampo, lo sguar-do si allunga su binari e strutturedel Polo nascente. Un’azienda che ègià Futuro, proprio perché, dal1987 della sua nascita, investe suuna dinamica, quanto dominanteidea di Sviluppo. “Forse dipendeanche dalle mie radici di figlio delcasellante di Garlasco, un paese quivicino” argomenta Rocco Lamoglie,51 anni, fondatore e titolare dellaLampo, che manda brillantementeavanti assieme alla moglie, IoseFidone, e a sei dipendenti. E preci-sa: “Nasce da lì una predisposizionea cogliere il movimento del mondo,non importa se da una metropoli oda un angolo di provincia italianacome questo. Io, in tutta la miastoria imprenditoriale, ho sempreseguito questa ispirazione, facendoun bel po’ di sacrifici, ma sempreripagati da risultati importanti”.In perfetta coerenza con questeparole, il nastro della storia si riav-volge fino a una dozzina di anni fa,all’epoca del “grande salto”. � il balzo in avanti che la Lampocompie partecipando a una piccola,quanto importante gara d’appalto.“Fino a quel momento – racconta ilsignor Rocco – la nostra era stata labella e semplice storia di una puli-tintolavanderia come tante, connegozio da 100 metri quadrati in

and innovative growth, as borneout by its five shops inaugurated inthe area, including the Malpensaand Linate airports and the reward-ing UNI EN ISO 2008 certification.In fact, if someone were looking fora company already projected intothe future, it would be enough tovisit the headquarters of the Lampolaundry, located in via Olevano 48and whose windows open on thetracks and facilities of the logisticshub under construction. This com-pany has innovation embedded intoits DNA and since its foundation in1987 has been focusing on adynamic and firm idea of develop-ment. “This may have something todo with my roots as the son of ahighway toll collector in Garlasco, a

small town located in the area”,claims Rocco Lamoglie, 51 yearsold, founder and owner of theLampo laundry that he successfullymanages together with his wife,Iose Fidone, and six employees.“This job has taught me to captureany movement in the world,regardless of whether it stems froma metropolis or an Italian backwa-ter town, such as the one where Ilive. In my entire professional life Ihave been driven by this inspira-tion, making lots of sacrifices but Ihave always reaped the rewards”.In keeping with this philosophy, thecompany’ s history hit a consider-able milestone 12 years ago, whenit made a big quantum leap by par-ticipating in a small, albeit impor- DD29

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Il segreto delmio successoThe secret ofmy success

tant call for tenders. “Until then -recounts Mr. Rocco - our story hadbeen that of a simple laundry anddry cleaner just like any other, witha 100 m2 large shop in the centralpart of town and with a loyal clien-tele satisfied with our accurate,punctual and reasonably pricedservice. The turning point wasbrought about by the call for ten-ders organized by the Milan CityCouncil for a day care center in theMolino Dorino neighborhood”.“My wife and I agreed to participatebecause, despite the limited busi-ness volume involved (slightly morethan €Stefano Ferrio 15,500), Isensed that it offered an interest-ing, not-to-be-missed opportunityfor development and for diversify-ing our core business. With respectto this, I must thankfully acknowl-edge all the continuing educationcourses that I attended and that Istill continue to attend today. Infact, each course can teach yousomething or keep you abreast ofinnovations. Courses are eye-open-ing opportunities to understand thatyou can build your own future bybeing proactive, exploring newworlds, and networking”. That was the first step along thepath to acquiring the major con-tracts with high-caliber clients, thelikes of Nokia, Alitalia and MicrosoftItalia”.In keeping with this philosophy, Mr.Rocco Lamoglie continuously movesaround inside his factory that is nolonger located in the central part ofMortara, but was moved to thetown’s industrial area. “The reloca-tion was a blessing - he explains -because it has allowed us to doubleour working area that today occu-pies 1000 m?. The added surfacearea is important not only to givemore ample space to the workshopbut also to clearly separate the“soiled” from the “clean” area whichtoday is a must-have condition forany laundry that wants to set thestandard for excellence and that isaware of and updated on environ-mental regulations and work organ-ization needs”.As regards the latter, today it iscritical to adopt a job sharingapproach and to focus your work onwell-defined objectives. With

pieno centro del paese, e clientelafidelizzata grazie a servizi accurati,puntuali, dal costo ragionevole. La svolta avviene quando leggodella gara d’appalto bandita dalComune di Milano per l’asilo nido diMolino Dorino”.“D’accordo con mia moglie – conti-nua il titolare della Lampo - decidodi partecipare, non tanto per laconsistenza dell’affare, che signifi-cava una trentina di milioni di lirelorde all’anno, ma perché vi intra-vedo un’occasione di sviluppo e didiversificazione dell’attività predo-minante da non perdere. A questo

proposito devo espri-mere tutta la miariconoscenza verso icorsi di aggiorna-mento a cui ho par-tecipato e a cui par-tecipo con costanzaancora oggi. Perchéogni corso può inse-gnarmi qualcosa oaggiornarmi e infor-marmi per apprende-re anche solo unanovità. Sono impor-tanti opportunità peraprire gli occhi, com-

prendere che il proprio futuro lo sicostruisce muovendosi, esplorandomondi nuovi, costruendo relazioni.Da lì è iniziato il percorso che ci haportato a importanti contratti conclienti come Nokia, Alitalia eMicrosoft Italia”.Coerentemente con queste parole,il signor Rocco Lamoglie si sposta incontinuazione all’interno dello stabi-limento attuale della Lampo, la cuisede non è più nel centro di Morta -ra, ma per l’appunto in piena zonaindustriale. “Un trasloco benedetto- chiarisce - per il semplice fattoche ci ha consentito di raddoppiarela superficie a nostra disposizione,e di poter oggi operare su millemetri quadrati. Questi sono impor-tanti non solo per dare ampio spa-zio al laboratorio, ma anche perseparare in modo netto l’area dellosporco da quella del pulito, oggipresupposto indispensabile sevogliamo parlare di una lavanderiamodello, aggiornata ai bisogni delpresente in termini di Ambiente eorganizzazione del lavoro”.A proposito di quest’ultimo, di unDD30

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Il segreto delmio successoThe secret ofmy success

lavoro che deve essere sempre piùcondiviso e finalizzato a obbiettivirigorosi, Rocco Lamoglie raccontauna storia che ritiene giustamenteesemplare: “Un momento decisivonella storia della Lampo riguarda lechiavi della lavanderia. Che fino aun certo giorno ho tenuto rigorosa-mente io, più per riflesso condizio-nato che per intima convinzione,come se fossero garanzia di chissàquale potere. Poi succede che, inquel giorno fatidico, devo assentar-mi dalla sede senza poterle lasciarea mia moglie. E allora realizzo cheper la chiusura posso affidarle auna nostra dipendente, a cui ilnegozio in realtà sta a cuore quantoa noi. Un altro esempio di condivi-sione dell’organizzazione aziendaleriguarda tutte le dipendenti chelavorano alla Lampo e che in certiperiodi possono avere ogni interes-se ad arrivare qui alle sette di mat-tina, oppure a venire più tardi perpoi fermarsi fino alle sette di sera;loro possono organizzarsi autono-mamente per gestire e portare atermine i lavori della giornata.L’importante è riuscire a conciliarele varie esigenze in un orario il piùpossibile flessibile. In questo modosi garantiscono due cose: continuitàdi servizio al cliente, e massimasoddisfazione dei bisogni di ognisingolo dipendente”.Il risultato, sotto gli occhi di tutti, èil funzionamento a pieno regime diun gioiello di lavanderia dove coesi-stono brillantemente una linea rapi-da per clienti dai bisogni più essen-ziali, e una linea “prestige” dedicataalla cura di capi particolari. Perfettacoesistenza di servizi che spiegacome, venticinque anni dopo la suaapertura, la Lavanderia Lampo con-tinui a trattare il guardaroba dellasignora Eugenia, ma anche i carichidi capi in arrivo da clienti come gliaeroporti di Linate e Malpensa, ilpersonale di volo e di terra di com-pagnie aeree come Alitalia, i dipen-denti di Nestlè, di Philips e di Wind.L’importante, che si tratti della non-nina del terzo piano o del colossomultinazionale, è la piena soddisfa-zione del cliente. Anche perché, dalcolosso multinazionale alla nonninadel terzo piano, funziona lo stessopassaparola sulla Lavanderia Lampoe le sue universali virtù.

respect to this, he tells a story thathe believes to be particularly exem-plary: “A major turning point in thehistory of our laundry was relatedto who was supposed to keep thekeys to the shop. Up to thatmoment I had never given thelaundry keys to anyone, more outof habit than out of a firm convic-tion, as if they were the guaranteeof some sort of power. Then, oneday, I had to leave the office andcould not give the keys to my wife.And then, all of a sudden, I realizedthat I could actually entrust themto one of our employees who actu-ally cared so deeply about the shopas we did. Another example of flex-ible work organization concerns allthe employees that work at ourcompany and who at times mayprefer to report to work at seveno’clock in the morning or comelater but then work until seven inthe evening. They are free toorganize their job independentlyand manage their daily workload ina flexible way. The most importantthing is for them to be able to rec-oncile their various needs thanks toa flexible work schedule. Thisresults in two benefits: a continu-ous service for the client and themaximum satisfaction of each sin-gle employee’s needs”. The result isself-apparent, a model laundry thatworks at full capacity and thatoffers a quick line for clients withbasic needs and a more upmarketline for special garments. Bothservices work perfectly togetherand this explains why, after 25years in business, the Lampo laun-dry continues to care for Mrs.Mary’s wardrobe but also for theworkwear from clients such as theLinate and Malpensa airports, theflight and ground personnel of air-line companies such as Alitalia andthe personnel of Nestlè, Philips andWind.What truly matters, regardlesswhether your client is the grannyon the third floor or the multina-tional giant, is to satisfy customers.Even because both the granny onthe third floor and the multinationalcompany are influenced by thesame positive word-of-mouth thathas helped powering up the imageof the Lampo laundry. DD31

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Il segreto delmio successoThe secret ofmy success

This issue, dedicated to the cooling system, marksthe beginning of a three part journey into the bestpractices for ensuring complete and proper careof the machines our business relies on. Other fun-damental factors such as refrigerant gases, thecurrent laws (regulatory compliance and penalties)installation, maintenance and faults preventionmethods will be addressed in the next two issues.

ManutenzioneMaintenance

Speciale manutenzione macchine peril lavaggio a secco

During the ’80s dry cleaning machine manufacturers wererequired to adopt system solvent emissions reduction technol-ogy. The univocal solution was to implement a high efficiencycooling system that would lower the concentration of solventvapor within the flow of air in circulation during the dryingcycle. This technology had already been adopted in the ’70s bythe manufacturers of the first machines to use “Valclene”(R113), a refrigerant fluid “improperly” used as a solvent for drycleaning of delicate leather and fur garments. The high-volatil-ity characteristic of this solvent in fact required it to undergo agreater change in temperature within the cooling unit in orderto achieve condensation. Among the first manufacturers ofthese machines was Carpigiani, which by then had gainedglobal fame as a manufacturer of gelato makers and hencealready owned the technology.

In questo numero comincia, dal tema del freddo, unviaggio in tre puntate su come si può oggi averecura nel modo più completo e corretto delle mac-chine a cui si affida la propria attività di impresa. Neiprossimi due numeri ci occuperemo di altri temi fon-damentali come i gas refrigeranti, la legislazioneattuale (con i suoi adempimenti e sanzioni), e l’in-stallazione, manutenzione e prevenzione dei guasti.

THE COOLING UNITPart 1

Environmental impact of refrigerant fluids

di/by Gualtiero Beretta

“Appena vedemmo la Terra ci rendemmo conto che era magnifica, pensai chetutta l'umanità doveva stare insieme ed in pace; capii che il nostro Ecosistemaera molto importante: dobbiamo averne una cura considerevole e quindi trat-

tare meglio la nostra Terra, per il nostro futuro".(William Anders: Astronauta - Missione Lunare Apollo 8 - dicembre 1968)

“As soon as we saw the Earth we realized it was magnificent, I thought all mankind should live together and in peace; I understood that our

Ecosystem was very important: we must take great care of it and treat our World better, for our future".

(William Anders: Astronaut - Apollo 8 Lunar Mission- December 1968)

Il gruppo frigoriferoParte 1

Impatto ambientale dei fluidi frigorigeni

Special maintenance fordry cleaning machines

Negli anni ’80 i costruttori di macchine lavasecco dovetteroadottare una tecnologia per ridurre le emissioni di solvente deiloro impianti. La soluzione univoca fu quella di implementareun sistema di refrigerazione ad alta efficienza, così da consen-tire un migliore abbattimento della concentrazione dei vaporidi solvente dal flusso d’aria circolante in fase di asciugamen-to. Questa tecnologia era già stata adottata negli anni ’70 daiprimi costruttori di macchine funzionanti con “Valclene”(R113), fluido frigorigeno utilizzato “impropriamente” comesolvente per il lavaggio a secco di capi delicati in pelle e pel-licce. Le caratteristiche di alta volatilità di questo solventerichiedevano infatti un maggior salto termico nel radiatore perottenerne la condensazione; tra i primi costruttori di questemacchine vi fu la Carpigiani, a cui già apparteneva la tecnolo-gia del freddo, essendo produttrice di fama mondiale di mac-

chine per la fabbricazione del gelato.Fu quindi il gruppo frigorifero trasportato a bordo delle mac-chine lavasecco la grande innovazione tecnologica che rivolu-zionò l’installazione, l’uso e la manutenzione di queste attrez-zature. Ma, soprattutto, è stata questa l’innovazione che ci haportato fino a oggi, consentendo, attraverso continui migliora-menti, e grazie all’introduzione di nuove soluzioni (sistemi diassorbimento a carboni attivi rigenerabili) di poter contare suimpianti a bassissima emissione, conformi alle più severe eattuali norme tedesche.Senza l’implementazione del gruppo frigorifero, non sarebbestato possibile fare ulteriori passi nella riduzione delle emissio-ni di solvente, anche se poi questa applicazione ha introdottonuovi problemi di manutenzione, nonché pericoli di impattoambientale conseguenti al mantenimento della tenuta ermeti-ca del contenuto di refrigerante necessario al funzionamentodel gruppo frigorifero stesso.In precedenza le macchine condensavano i vapori di solventeper mezzo di un radiatore raffreddato con acqua corrente; latemperatura dell’acqua circolante non permetteva che di otte-nere una condensazione modesta dei vapori di solvente e allafine del ciclo di asciugatura seguiva una fase di ricambio del-l’aria contenuta nella macchina, ottenendo la deodorazionedei capi lavati. Questa operazione avveniva espellendo inatmosfera i vapori di solvente residui contenuti nell’impiantoper mezzo dell’apertura di due valvole: una di aspirazione amonte del cesto, e una di espulsione a valle del ventilatore del-l’aria. Spesso questa emissione veniva convogliata subitoall’esterno del negozio, attraverso un filtro a carboni attivi pre-visto dalle norme, anche se spesso non veniva rigenerato.L’installazione di un gruppo frigorifero consente di compiere,economicamente, forti spostamenti di energia termica, per-mettendo di raggiungere temperature molto basse nel radiato-re dove avviene la condensazione del solvente durante la fasedi asciugamento, e di recuperare contemporaneamente l’ener-gia spesa producendo il calore necessario al riscaldamentodel flusso d’aria in entrata nel cesto (pompa di calore).L’ulteriore vantaggio reso dal gruppo frigorifero è quello dipoter sfruttare temperature ancora più basse, vicine al puntodi brina dei vapori di solvente. Facendo seguire al ciclo diasciugamento una fase di deodorizzazione a circuito chiuso,con minor flusso d’aria, e interruzione della somministrazionedi calore all’aria in entrata al cesto, si raggiungono infatti tem-perature fino a -23 °C (punto di congelamento del percloroeti-lene) nel radiatore di condensazione. L’abbattimento dellaconcentrazione dei vapori così ottenuta (grazie al fenomenodella brinatura, ossia il passaggio dallo stato di vapore allostato di ghiaccio solido ancorato al radiatore) consente di eli-minare la fase di depurazione con espulsione dei vapori in

The extraordinary technological innovation of incorporating thecooling unit into dry cleaning machines hence effectively revo-lutionized their installation, use and maintenance. Most impor-tant of all however are the effects of this innovation, which con-tinue to this day. It is thanks to its continuous improvement andthe introduction of new solutions (regenerable activated car-bon adsorption systems) that now we can rely on extremelylow-emission systems that comply with the latest German reg-ulations, the strictest to date. If the cooling unit had not beenimplemented, it would have been impossible to take the nextsteps in reducing solvent emissions, even though its applica-tion in itself introduced new maintenance issues and environ-mental impact concerns due to the need to constantly maintainan hermetic seal on the supply of coolant required for the cool-ing unit itself to operate. In previous machines, circulating water was used to cool thecooling unit and condense solvent vapors. The circulatingwater temperature only allowed for moderate condensation ofthe solvent vapors, and the end of the drying cycle was fol-lowed by another phase by which the air within the machinewas changed, hence deodorizing the freshly cleaned gar-ments. During this phase residual solvent vapors were purgedfrom the system and discharged into the atmosphere usingtwo valves: an aspiration valve upstream of the drum, and anexhaust valve downstream of the air fan. The emissions wereoften conveyed directly outside the laundry after passingthrough a regulations-compliant (although rarely regenerated)activated carbon filter. The installation of a cooling unit allows for shifting largeamounts of thermal energy in a cost-effective manner, reachvery low temperatures in the cooling unit where solvent con-densation occurs in the drying phase, and at the same timerecover the energy expended by producing the heat requiredto warm the air flowing into the drum (heat pump). An addition-al advantage provided by the cooling unit is the ability toexploit even lower temperatures, close to the solvent vaporsfrost point. In fact temperatures as low -23 °C (freeze point ofPerchlorethylene) can be achieved after the drying cycle by aclosed-circuit odor removal phase executed with a lesseramount of air flow after switching off the element that warmsthe air flowing into the drum. The hence reduced concentrationof vapors (thanks to the phenomenon of freezing, meaning thepassage from vaporous state to the state of solid ice attachedto the condenser) allows for eliminating the filtering phase andsubsequent discharge of vapors into the atmosphere (closedcircuit machine).The refrigeration cycle was discovered by Sadi Carnot in theearly 1800s. The industry soon implemented the discovery andby the first half of the 19th Century already started using “nat-ural” substances (ammonia, carbon dioxide, sulfur dioxide,ethers) to make refrigerators. Before then refrigeration (whichmainly regarded food preservation) was achieved by storing iceand snow gathered in winter for use in the warmer months ofthe year. Even the Romans used to store snow and ice in cel-lars and caves, and melted snow water was much appreciatedin Rome. Straw covered wagons delivered ice gathered in theApennines to the ancient world capital, while galleys broughtice from Sicily to the Italian mainland as Tissandier recounts inhis book “L’Eau” (The Water). The tuning point in refrigeration machines efficiency was thediscovery of synthetic fluids. The first of these, known asFreon12 or CFC12, was “captured” in 1928 by three scientistsworking at a small private lab owned by a General Motors sub-sidiary: Thomas J. Midgley, Albert L. Henne and Robert R.McNary.The substance, made of organic fluorinated compounds, hadthe inherent characteristics of low human toxicity, high thermo-dynamic capacity, non-flammability and chemical/physical sta-

bility that made it ideal for application in refrigerationmachines. The patent was registered by Du Pont de Nemours& Company, which started to produce and market it under thebrand name Freon (destined to quickly thereafter become asynonym for refrigerant fluid) in 1931.In the ‘80s, while all dry cleaning machines used refrigerants ofthe CFC type (chlorofluorocarbons based, often Freon 12),new gases of the HCFC type (hydrochlorofluorocarbons) suchas the R22 mix or others like R502 first appeared on the mar-ket. Freon 12 ensured excellent system performance, especial-ly for the efficient recovery of heat generated by compressionthanks to the high temperatures achievable at relatively lowsystem pressures (that could reach 70 degrees or above).Freon 502 (a mix of HCFC22 and CFC115) ensured excellentperformance on the cold side of the refrigeration system since,under normal operating conditions, it could reach extremelylow evaporation temperatures. These initial systems, pioneers in their own way, were often“makeshift assemblies” (considering this technology wasuncommon and the application certainly not simple) constant-ly affected by leaks and seepages. Moreover, the difficulty ofrepairs and unreliability of materials combined with the techni-cal issues resulted in higher consumption and the unnecessarywaste of refrigerant gases required to recharge the system. Today we often talk about how the ecosystem of our planetEarth is undergoing major changes and witness them on adaily basis. Seasons no longer follow their usual cycle, moreoften then not warm days stretch into the middle of winterwhile summer is increasingly delayed. The intermediate sea-sons, the mildest and most balanced, disappeared. Not every-one knows that our planet can sustain life also thanks to thethermal equilibrium derived from chemical-physical phenome-na continuously occurring within the gases that compose ouratmosphere. The technological activities of mankind cause theemission and transformation of gaseous substances whichshift the chemical/physical equilibrium of the Earth’s atmos-phere. Among the most important phenomena known to affectthe equilibrium of our ecosystem are the “ozone hole” and the“greenhouse effect. Both are virtually tied to chlorine and fluo-rine class refrigerant fluid emissions. On 28 June 1974 an article published in the prestigious Naturemagazine suggested that the already noted depletion of theozone layer (ozone hole) could have been caused by CFCreleased into the atmosphere due to its ability to catalyticallybreak down ozone in the presence of high frequency UV light.The article was written by Mario Josè Molina and Frank

atmosfera (macchina a circuito chiuso).La scoperta del ciclo frigorifero fu opera di Sadi Carnot all’ini-zio dell’Ottocento; presto l’industria mise in pratica la scoper-ta e già nella prima metà del XIX secolo si iniziò a utilizzaresostanze “naturali” (ammoniaca, anidride carbonica, anidridesolforosa, eteri) per realizzare macchine frigorifere. Prima diallora, per soddisfare le necessità della refrigerazione (princi-palmente per il mantenimento dei generi alimentari) venivanostivate scorte di ghiaccio e neve raccolte durante la stagioneinvernale per utilizzarle nelle stagioni estive. Perfino i romanisapevano conservare le nevi e i ghiacci in cantine e caverne, el’acqua di neve a Roma era molto apprezzata, se nottetempocarri coperti di paglia trasportavano il ghiaccio degli Appennininell’antica capitale del mondo mentre le galere portavano inItalia il ghiaccio della Sicilia, come ci narra Tissandier nella suaopera “Dell’acqua”.La svolta nell’efficienza delle macchine frigorifere avvenne conla scoperta dei fluidi sintetici, il primo dei quali, noto comeFreon12 o CFC12, fu “catturato” nel 1928 da Thomas J.Midgley, Albert L. Henne e Robert R. Mcnary tutti e tre impie-gati in un piccolo laboratorio privato finanziato dalla GeneralMotors.La sostanza, realizzata con la combinazione di fluorurati orga-nici, aveva caratteristiche insite di bassa tossicità per l’uomo,elevata capacità termodinamica, non infiammabilità e stabilitàchimico/fisica che la rendevano perfetta per l’applicazionenelle macchine frigorifere. Il brevetto fu registrato dalla Du Pontde Nemours che, nel 1931, con il marchio Freon (destinato adiventare in breve tempo sinonimo stesso di fluido frigorigeno)ne iniziò la produzione.Negli anni ‘80 tutte le lavasecco utilizzavano fluidi frigorigenidella serie CFC (clorofluorocarburi, spesso Freon 12) mentre siaffacciavano sul mercato nuovi gas della serie HCFC (idroclo-rofluorocarburi) come l’R22 o ancora miscele come l’R502. IlFreon 12 garantiva prestazioni eccellenti degli impianti soprat-tutto per l’efficienza nel recupero del calore della compressio-ne grazie alle alte temperature possibili con pressioni relativa-mente contenute dell’impianto (si potevano raggiungere 70 epiù gradi). Il freon 502 (miscela di HCFC22 e CFC115) garanti-va prestazioni eccellenti nel lato freddo dell’impianto frigorife-ro, potendo raggiungere, con regimi di funzionamento norma-li, bassissime temperature di evaporazione.Questi primi impianti, a loro modo pionieri, furono spesso“assemblaggi azzardati” (considerato che non era certo diffu-sa la tecnologia e neppure semplice l’applicazione) e soffriva-no con costanza di perdite e trafilamenti. Inoltre le riparazionierano difficili, i materiali poco solidi, e dietro questa sofferenzatecnica si sprecavano consumi di gas refrigeranti per la ricari-ca degli impianti.Oggi spesso ne parliamo, e tutti possiamo constatare giornal-mente come siano avvenuti importanti cambiamenti nell’ecosi-stema del nostro pianeta Terra. Le stagioni non rispettano piùi cicli consueti, sempre più spesso è caldo fino a inverno inol-trato mentre tarda sempre più a presentarsi l’estate. Le stagio-ni intermedie, quelle più miti ed equilibrate, sono scomparse.Non tutti però sanno che il nostro pianeta può ospitare la vitaanche grazie all’equilibrio termico basato sui fenomeni chimi-co-fisici che continuamente avvengono nei gas posti a com-porre la nostra atmosfera. L’uomo, con la sua attività tecnolo-gica, provoca emissioni e trasformazioni di sostanze gassosemutando l’equilibrio chimico/fisico dell’atmosfera terrestre. Trai fenomeni più importanti, per la loro incidenza sull’equilibriodel nostro ecosistema, conosciamo il “buco dell’ozono” e“l’effetto serra”, entrambi sono virtualmente legati alle emissio-ni di fluidi refrigeranti delle classi clorurate e fluorurate.Il 28 giugno 1974 veniva pubblicato sulla prestigiosa rivistaNature un articolo in cui si ipotizzava che l’impoverimento giàosservato dello strato di ozono (buco dell’ozono) fosse causa-

to dai CFC rilasciati in atmosfera per la loro attitudine a scom-porre cataliticamente l’ozono in presenza di luce ultraviolettaad alta frequenza; l’articolo portava le firme di Mario JosèMolina e di Frank Sherwood Rowland, poi Premi Nobel per lachimica nel 1995 insieme con Paul Crutzen.Oggi sappiamo che i CFC, come in minor misura gli HCFC,rilasciano atomi di cloro nella stratosfera (porzione superiorealla troposfera che si estende fino a 50/60Km di altezza dallaterra) e che ogni singolo atomo di cloro induce una serie direazioni chimiche cicliche, potendo distruggere 100mila mole-cole di ozono prima di ritornare nella troposfera (porzione del-l’atmosfera terrestre a contatto con la terra che si estende finoa 8/20Km di altitudine) in seguito alla combinazione con altrielementi chimici.L’ozonosfera è la parte inferiore della stratosfera dove si formal’ozono, ossigeno triatomico (O3), che non proviene dalla Terrama si forma per effetto delle radiazioni UV-C in arrivo dal sole.Gli atomi di ossigeno biatomico (O2) assorbono le radiazionidissociandosi e aggregandosi in molecole triatomiche (O3, l’o-zono), mentre a sua volta l’ozono assorbe la maggior partedelle radiazioni UV-B decomponendosi poi in ossigeno biato-mico. Inoltre l’aumento di temperatura in questa fascia atmo-sferica crea un’inversione termica che impedisce il rimescola-mento della troposfera stabilizzando quella parte di atmosferache “respiriamo”. Senza questo filtro i pericolosissimi raggiUV-C e i dannosi raggi UV-B colpirebbero la superficie terre-stre causando la morte di molte specie vegetali e gravi malat-tie negli esseri viventi (tumori della pelle, modificazioni delcodice genetico, cecità).La comunità scientifica mondiale incominciò a occuparsi delfenomeno “buco dell’ozono” provocato dai gas CFC (cloro-fluorocarburi) e HCFC (idroclorofluorocarburi) con la Conven -zione di Vienna nel 1985 e, con il Protocollo di Montreal, men-tre nel 1987 venne stabilita la riduzione al 50% dei consumientro il 1999. Ma la malattia della stratosfera era grave e idanni apparivano sempre più evidenti dalle foto dei satelliti,immagini che mostravano quanto fosse esteso e profondol’assottigliamento dello strato di ozono.Seguirono la conferenza di Londra del ‘90 e la Riunione diCopenaghen delle parti del Protocollo di Montreal nel ’92,quando fu anticipata la messa al bando dei CFC al 31 dicem-

bre 1994.Dal 31 dicembre 2000 è proibito anche l’utilizzo dei CFC nelleoperazioni di manutenzione di impianti già esistenti.Le lavasecco, degli anni successivi al bando dei CFC (e delleloro miscele) utilizzano refrigeranti HCFC (idroclorofluorocar-buri) tra i quali il più noto e versatile è il Freon 22 (HCFC22).Questa sostanza garantisce ottime prestazioni degli impianti eun buon compromesso di efficienza tra produzione di freddo erecupero di calore. Pur con la mitigazione del legame con lamolecola di idrogeno, il Freon 22 è una sostanza clorurata, perquesto in grado di rilasciare atomi di cloro nella stratosfera. Lamisura della pericolosità per lo strato di ozono di questesostanze è data dal valore del loro indice ODP (OzoneDepletion Potenzial). Questo valore prende come riferimento 1della scala il potenziale di distruzione dell’ozono caratteristicadel CFC 11 (superato solo da alcuni gas Halon a loro voltabanditi). Il Freon 22 ha un ODP pari a 0,055 e, sebbene questovalore sembri potenzialmente basso, il danno provocato daogni singolo atomo di cloro è terribilmente elevato, tanto cheogni volta che si verifica una perdita in atmosfera il danno ègrave a causa delle grosse quantità di sostanza persa.In seguito alle decisioni prese dalle parti del Protocollo diMontreal, con il Regolamento CE 2037/2000 rifuso poi nelRegolamento CE 1005/2009 gli HCFC sono stati banditi dall’u-so sulle apparecchiature nuove già dal primo gennaio 2004,mentre l’utilizzo come sostanza vergine (nuova) nelle operazio-ni di manutenzione delle apparecchiature esistenti è proibito

Sherwood Rowland, who were later awarded the Nobel Prizein Chemistry together with Paul Crutzen in 1995. Today we know that CFC, and to a lesser extent HCFC, releasechlorine atoms into the stratosphere (the layer above the tropo-sphere, which spans altitudes of up to 50/60 Km above thesurface of the earth), and every single chorine atom triggers aseries of chemical, cyclical reactions capable of destroying 100thousand ozone molecules before it combines with otherchemical elements and falls back into the troposphere (thelayer that spans from the surface of the Earth up to 8/20 Kmabove it).The ozonosphere is the lower part of the stratosphere whereozone, also known as triatomic oxygen (O3), is formed; it doesnot originate from the Earth, but rather is generated by expo-sure to UV-C radiation from the sun. Diatomic oxygen mole-cules (O2) absorb the radiations then split and reform as tri-atomic molecules (O3, the ozone). The ozone in turn absorbsthe majority of UV-B radiations then splits to form diatomicoxygen. Moreover, the increase in temperature within this layerof the atmosphere creates thermal inversion that keeps it fromremixing with the troposphere hence stabilizing the portion ofthe atmosphere we “breathe”. Without this filter extremely dan-gerous and harmful UV-C radiation would reach the Earth’ssurface, causing the death of many plant species and grave ill-nesses in all living organisms (skin cancer, genetic code muta-tions, blindness).The global scientific community started to address the “ozonehole” caused by CFC (chlorofluorocarbon) and HCFC (hydro -chlorofluorocarbon) gases with the Vienna Convention in 1985and the Montreal Protocol in 1987, which sought a 50% reduc-tion in consumption by the year 1999. The health of the strat-osphere was gravely compromised and the damage becameincreasingly apparent as satellite images captured the widthand depth of the thinning area in the ozone layer.This was followed by the London conference of 1990 and the1992 Meeting of the Montreal Protocol parties in Copenhagen,by which CFC was to be phased out by 31 December 1994.As of 31 December 2000, the use of CFC within the scope ofexisting systems maintenance was also banned.In the years following the ban of CFCs (and their blends) drycleaning machines used HCFCs (hydrochlorofluorocarbons)refrigerants, the best known and most versatile of which isFreon 22 (HCFC22). This substance ensures optimal systems

performance and a good balance between cooling efficiencyand heat recovery capacity. Although mitigated by the bondwith hydrogen molecules, Freon 22 is still a chlorinated sub-stance and hence capable of releasing chlorine atoms into thestratosphere. The potential extent by which these substancesmay harm the ozone layer is measured by their ODP (OzoneDepletion Potential) index value. The value is calculated basedon reference value 1 on the scale, which is the ozone depletionpotential characteristic of CFC-11 (surpassed only by certainHalon gases which have also been banned). The ODP of Freon22 is 0,055. As low as this value may seem, the damagecaused by each chorine atom is terribly high, and in fact caus-es grave damage each time it leaks into the atmosphere due tothe extensive amounts of substance depleted. Following the decisions made by the parties to the Protocol ofMontreal and set forth by Regulation EC 2037/2000 lateramended by EC 1005/2009, HCFCs have already been bannedfor use in new machines since 1 January 2004, while their useas a virgin substance (new) for maintenance of existing equip-ment has been banned as of 1 January 2010. All hydrochloro-fluorocarbons will be banned effective 1 January 2015. Today’s dry cleaning machines are equipped with cooling unitscharged with HFC (hydrofluorocarbons) refrigerant gases,chlorine atoms-free substances with an OPD (Ozone DepletionPotential) rating of 0 and hence inert in the ozone layer of theatmosphere. These refrigerants require using synthetic lubri-cants (polyester-based) in the compressor and are character-ized by high cooling capacity and low heat recovery efficiencybecause of the refrigerant low condensation point under nor-mal operating pressures. This allows for a modest amount ofheat to be exchanged with the air entering the drum in the dry-ing phase. Basically when compared with CFC/HCFC gascharged systems, the new HFC refrigerated systems use lessenergy to produce the heat required to warm the air enteringthe drum in the drying phase and more water to dissipateexcess heat not recovered to achieve condensation of therefrigerant. These new gases on the other hand severely impact the Earth’snatural greenhouse effect. Swedish chemist Svante AugustArrhenius was the first to study the influence of carbon dioxideand other gases on the earth’s climate. In 1896 he made theworld aware of the greenhouse effect, meaning the naturalwarming of the troposphere (lowest part of the atmosphere, incontact with the Earth) caused by the presence of certaingases within it. The hence discovered greenhouse effect is the phenomenonby which short wavelength solar radiation can pass through theatmosphere (transparent to these solar rays) and reach theEarth, warming it up. The Earth in turn re-emits this energy inthe form of infrared rays (black body law) of much greaterwavelength. Certain gases present in the troposphere, includ-ing CO2 (carbon dioxide), methane, dinitrogen oxide, watervapor, CFCs, HCFCs and HFCs are opaque to the passage ofthese rays and trap the heat within the lower atmospheric lay-ers causing a significant increase in the Earth’s average tem-perature (the phenomenon is similar to what occurs in a green-house, which inspired the analogy).It has been estimated that if greenhouse gases lacked thischaracteristic, the Earth’s average surface temperature wouldchange from +14 to -18 °C. Nonetheless as a consequence ofanthropic activities (the burning of fossil fuels, deforestation,agricultural industrialization, expansion of animal husbandry,emission of polluting agents), the concentration of greenhousegases is increasing. This intensifies the phenomenon, furtherdisrupts the climate and is the cause of the unprecedented risein the Earth’s average temperature. Global warming is causingglaciers and polar ice caps to melt besides increasing the for-mation of water vapor, which in turn thickens the cloud cover

dal primo gennaio 2010 (dal primo gennaio 2015 sarà vietatol’uso di tutti gli idroclorofluorocarburi).Gli impianti lavasecco odierni montano gruppi frigoriferi cari-cati con gas refrigerante HFC (idrofluorocarburi), sostanzeprive degli atomi di cloro aventi un indice ODP (OzoneDepletion Potenzial) pari a 0, inerti quindi per la fascia di ozonoatmosferico. Questi refrigeranti richiedono l’utilizzo di lubrifi-canti sintetici (a base di poliestere) nel compressore, e sonocaratterizzati da una forte produzione di freddo e da una scar-sa efficienza nel recupero di calore poiché alle normali pressio-ni di esercizio corrispondono basse temperature di condensa-zione del refrigerante. Ciò consente quindi un modesto scam-bio di calore con l’aria in ingresso al cesto in fase di asciuga-mento. In sostanza, rispetto agli impianti caricati con gasCFC/HCFC, i nuovi impianti con refrigeranti HFC consumanomaggior energia per fornire il calore necessario all’aria iningresso nel cesto durante l’asciugamento e più acqua persmaltire il calore in eccesso non recuperato per la condensa-zione del refrigerante.Questi nuovi gas hanno per contro un forte impatto sul feno-meno naturale d’effetto serra. Fu il chimico svedese SvanteAugust Arrhenius quello che per primo orientò i propri studisull’influenza dell’anidride carbonica e altri gas sul clima terre-stre. Nel 1896 parlò al mondo dell’effetto serra, cioè del riscal-damento naturale della troposfera (parte più bassa dell’atmo-sfera a contato con la Terra) causato dalla presenza di alcunigas in essa contenuti.L’effetto serra così conosciuto è il fenomeno per cui i raggisolari, che hanno una corta lunghezza d’onda, possono attra-versare l’atmosfera (trasparente a queste radiazioni) e investi-re la Terra, riscaldandola. A sua volta la Terra riemette questaenergia sotto forma di raggi infrarossi (legge del corpo nero)con una lunghezza d’onda molto maggiore. Alcuni gas presenti nella troposfera, tra i quali la CO2, il meta-no, l’ossido di diazoto, il vapore acqueo, i CFC, gli HCFC e gliHFC sono opachi al passaggio di queste radiazioni e intrappo-lano il calore negli strati bassi atmosferici provocando un signi-ficativo aumento della temperatura media terrestre (il fenome-no è analogo a quanto avviene in una serra e da qui è nata l’a-nalogia).Si stima che in assenza di questa caratteristica dei gas serra latemperatura media superficiale della terra passerebbe da +14a -18 °C. Tuttavia in conseguenza delle attività antropiche(combustione fossile, deforestazione, industrializzazione del-l’agricoltura, estensione della zootecnia, emissione di agentiinquinanti) si sta verificando l’aumento della concentrazionedei gas a effetto serra, con il conseguente aumento del feno-meno, provocando una destabilizzazione del clima e unaumento mai registrato prima della temperatura media super-ficiale della Terra. L’aumento della temperatura del pianeta stacausando lo scioglimento dei ghiacciai e delle banchise pola-ri, oltre all’aumento della formazione di vapore acqueo conaddensamento dei fenomeni nuvolosi che contribuiscono aloro volta ad incrementare l’effetto serra.Gli HFC (idrofluorocarburi) hanno una capacità di provocareeffetto serra individuata con il coefficiente GWP (GlobalWarning Potential); questo valore riflette la misura del poten-ziale di riscaldamento globale della sostanza in equivalenzaalla CO2 sulla base di 100 anni. Il HFC404A, molto utilizzatonegli impianti attuali di lavaggio a secco, ha un GWP pari a3780; ciò significa che, liberando in atmosfera un chilogrammodi HFC404A, si realizza un effetto serra equivalente all’emissio-ne di 3780 chilogrammi di CO2 (anidride carbonica) ossia l’e-missione complessiva di una fuoriserie con motore a benzinada 5000cc per la percorrenza di circa 15mila chilometri. La perdita di una carica completa di refrigerante da un impiantolavasecco che contiene 5 Kg di R404A provoca l’emissioneequivalente di CO2, con gli stessi effetti di riscaldamento globa-

le di una citycar che percorre 189mila Km.180 Paesi del mondo si sono riuniti a Kyoto inGiappone l’11 dicembre 1997 per siglare il trat-tato in materia di riscaldamento globale che,con l’adesione della Russia, è entrato in vigorecome Protocollo di Kyoto il 16 Febbraio 2005. La Comunità Europea ha emanato i regola-menti 842/06, 1494/07, 1516/07, 303/08 per ilcontrollo delle sostanze fluorurate responsa-bili dell’effetto serra. HFC (idrofluorocarburi),PFC (perfluorocarburi), SF6 (esafluoruro dizolfo) sono controllati affinché il loro utilizzosia responsabile e perché vengano posti inessere comportamenti di prevenzione delleemissioni in atmosfera.Non sono certo sotto accusa esclusiva gliimpianti frigoriferi delle macchine lavaseccocome ragione degli effetti sul buco dell’ozonoe sull’effetto serra ma, come in una tela tutti ifili fanno parte della trama, anche le emissioniconseguenti alle perdite di queste apparec-chiature hanno e continuano a rivestire impor-tanza, provocando il loro danno ambientale.Consideriamo le forti quantità di gas contenu-te in questi impianti (da 10 a 30 volte un frigo-rifero domestico) e la frequenza dei loro gua-sti come un rischio discretamente congruo.Sta a noi acquisire la conoscenza degli effettidelle nostre azioni, e dei rischi correlati all’usodelle tecnologie per essere sempre responsabili. A volte, cambiando il punto di osservazione, èpiù semplice “lasciarsi meravigliare”.

DD37DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

and further aggravates the greenhouse effect. The individual HFCs (hydrofluorocarbons) potential capability of causing green-house effects is identified by the GWP (Global Warming Potential) rating; thisvalue measures the global warming potential of the substance over a 100 yearsspan using the value of CO2 as reference. HFC404A is widely used in today’sdry cleaning machines and has a GWP of 3780; this means that releasing onekilo of HFC404A into the atmosphere would cause a greenhouse effect equiva-lent to 3780 kilos of CO2 (carbon dioxide), or the same overall amount emittedby driving an off-the-road vehicle with a 5000 cc gasoline engine for 15 thou-sand kilometers. The complete loss of refrigerant from a dry cleaning systemcharged with 5 kg of R404A would have the same effect on global warming asthe amount of CO2 emitted by a small car driven for 189 thousand Km. On 11 December 1997 representatives from 180 Countries worldwide met inKyoto Japan to sign the treaty on global warming which, with Russia’s ratifica-tion, went into effect as the Protocol of Kyoto on 16 February 2005. TheEuropean Community then issued regulations 842/06, 1494/07, 1516/07,303/08 to control fluorinated substances that cause the greenhouse effect.HFCs (hydrofluorocarbons), PFCs (perfluorocarbons), SF6 (sulfur hexafluorides)are controlled to ensure they are used responsibly and encourage behaviors thatprevent atmospheric emissions.The cooling systems of dry cleaning machines are certainly not being held sole-ly responsible for the ozone hole or the greenhouse effect. Just like all threadsare part of a fabric, the emissions deriving from leaks in these machines havebeen, are and will continue to be important for as long as they damage the envi-ronment. Considering the volume of gas within these systems (10 to 30 timesmore than in a home refrigerator) and the frequency of break downs, they are arelatively greater source of hazard. We should make it a point to learn about the potential effects of our actions andthe risks tied to the use of technology so we may always act responsibly.Sometimes we must look at something from a different standpoint to “realize itis magnificent”.

Complementarità e sinergie tra lavaggio a secco e lavaggio ad acqua.

Lavaggio a secco e lavaggio ad acqua. Non è più il “bianco e nero” di vent’anni fa.

Nonostante i due indotti, del secco e dell’acqua, restino tuttora segnati da profonde differenze, evoluzioni tecnologiche

e nuove domande di mercato uniscono “secco” e “acqua” all’interno di macchine e processi

rivolti a un futuro più flessibile, nonché rispettoso dell’Ambiente.Sp

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Complementarity and sinergy between dry cleaning and wet cleaning

Dry and wet cleaning. It’s not all as “black and white” as 20 years ago.

Although the two -- dry and wet -- are still very different, technological developments and new market demand have brought

“dry” and “wet” together inside machines and processes for a more flexible and eco-friendly future. S

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38DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013DD

• • • • ILSA

Durante la recente storia del nostro settore, si èspesso sentito parlare del rapporto tra lavaggio asecco e lavaggio in acqua in modo conflittuale, inmodo particolare quando il lavaggio in acquaviene definito wet cleaning.

Il wet cleaning è una specialità del lavaggio inacqua adeguata ad aumentare il raggio di azionedel medesimo servizio al fine di completare lemoderne esigenze di un moderno servizio di puli-tura del tessile.Tutto questo non pregiudica il ruolo centrale delservizio di lavaggio a secco che rimane il valoreesclusivo del servizio poiché in nessun modo repli-cabile a livello domestico. Con le dovute compe-

tenze la relazione tra lavaggio a secco e wet clea-ning è assolutamente co struttiva e sinergica.

Il lavaggio a secco oggi dispone di soluzioni inno-vative sia in termini di tecnologie di pulitura che disolventi con impatto ambientale estremamenteridotto. La combinazione iPURA e Wet cleaningrappresenta una scelta molto bilanciata per tuttele moderne attività di pulitura e garantisce unareale riduzione dei costi di gestione e dei tempi dadedicare alle manutenzioni. Le moderne macchine multi solvente della serieiFLEX e Multiflex incontrano invece concretamentele esigenze di chi desidera valutare tecniche dilavaggio basate sull’utilizzo di tutti i moderni sol-venti alternativi con una opzione speciale per l’usodi solventi siliconici.-------------------------------------------------------The recent history of our industry has seen veryoften the need to evaluate the relation betweendry cleaning and washing, sometimes criticallyespecially when washing is mentioned as “wetcleaning”.Wet cleaning is a specialty of washing suitable toimprove the action of the washing service to facethe modern needs of textile care.This vision does not affect the central position ofdry cleaning who remains the exclusive value ofthe textile care service being non-replicable at thehousehold level. To sum up, it is true that with aproper competence, the relation between drycleaning and wet cleaning is absolutely construc-tive and synergistic.

Dry cleaning service offers today innovative solu-tions in terms of both cleaning technology and sol-vents with a much reduced environmental impact.The combination of iPURA jet cleaning system andwet cleaning represents a very balanced choice fora modern cleaning service providing a real costreduction with a much reduced time needed for

maintenance and service. The new “multisolvent” line of machines Multiflexmeets the need of those who want to evaluate thebenefits of all the new alternative solvents with aplatform completely compatible to manage thedifferent cleaning needs with a special option forsilicon D5 solvent.

• • • • RENZACCI

Dopo ormai molti anni di continue e dannosissimepolitiche commerciali per l’industria del lavaggiorivolte a demonizzare il lavaggio a secco con trion-falistici annunci sulla possibilità di trattare “tutto etutti” solo con il lavaggio ad acqua sta emergendolentamente ma irreversibilmente sulla base delleesperienze concrete un periodo di maggiore sere-nità e lucidità nei giudizi legati ai rapporti tra que-ste due importanti componenti della nostra indu-stria. � indubbio infatti che nell’attuale scenariomondiale del lavaggio e manutenzione dei capitessili il professionista della pulitintolavanderianon può prescindere dall’offrire un servizio estre-mamente ampio che deve avvalersi sia di unamacchina di lavaggio a secco di ultima generazio-ne sia di una macchina industriale ad acqua dota-te di flessibilità operativa e produttività tali dapoter eseguire le più personalizzate tecniche dilavaggio in funzione del capo trattato.

La RENZACCI S.p.A., unico fabbricante mondiale acurare personalmente al suo interno lo studio, laricerca, la progettazione e la produzione sia dimacchine lavasecco sia di macchine lavatrici adacqua (completate da una vastissima gamma diessiccatori e di calandre auto-asciuganti), proprioper i motivi sopra esposti ha creato delle serieinnovative di macchinari a secco e ad acqua ingrado di operare in stretta sinergia tra di loro inmodo da esaltare al massimo alta qualità dei risul-tati di lavaggio, abbattimento dei costi operativi erispetto dell’ambiente e della salute dell’operatore.Tra le tante macchine innovative in questo sensovale la pena ricordare l’avanzatissimo “SPECIALONE”, composto da 4 sistemi combinati in stretta

sinergia capaci di fornire allo stesso tempo unlavaggio a secco con nuovi solventi ecologici alter-nativi, tecniche di lavaggio ad acqua (anche in wetcleaning) asciugatori rotanti ed un esclusivo appa-recchio di recupero acqua calda ed acqua fredda.Con il sistema RENZACCI SPECIAL ONE il clientepuò dunque veramente offrire al proprio cliente unservizio di lavaggio a 360°, potendo scegliere ognivolta la tecnica di lavaggio migliore a secco e/o adacqua in funzione delle caratteristiche del capotrattato e delle sue macchie specifiche.Si associano a queste importanti proprietà il fattodi poter contare su di un sistema completo dilavaggio ad acqua e a secco che funziona conmeno di 15 Kw di potenza installata, che occupa 3mq di spazio circa e che permette risparmi di oltreil 35% nei consumi d’energia, circa il 50% nei con-sumi d’acqua e nei costi e nei tempi necessari siaper l’esecuzione dei cicli di trattamento che perl’utilizzo e la manutenzione.Il nostro dipartimento “customer care service” è adisposizione al numero verde 800619401 di tutticoloro che vogliono saperne di più ed organizzaretest personalizzati.

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By now after many years of continuous and high-ly damaging trade policies for the cleaning indus-try aimed at demonizing the drycleaning with tri-umphalist ads on the possibility of treating “eachand all” just by washing; it’s slowly but irre-versibly emerging, on the basis of concrete expe-riences, a period of greater serenity and aware-ness in judgments linked with the relationshipsbetween these two important components in ourindustry. There is no doubt in fact that in the current world-wide scenario of the professional garments clean-ing industry the successful professional cannotavoid to offer an extremely complete servicewhich must involve both the last generation of dryclearing machines and industrial washingmachines; well-endowed with operational flexibil-ity and productivity such as to be able to carry outthe most customized cleaning techniques accord-ing to the garments treated.La RENZACCI S.p.A., the only worldwide manufac-turer to personally and internally look after study,research, design and production of both dry clear-ing and washing machines (supplemented by awide range of dryers and ironing self-drying calan-ders), precisely for the above mentioned reasons,has created innovative series of drycleaning andwashing machines able to operate in close syner-gy between one to another so as to enhance atmost the high quality of the cleaning results,reduction of running costs by respecting the envi-ronment and user’s health.Among the many innovative machines in this sense it is worthwhile mentioning the highly

40DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013DD

advanced “SPECIAL ONE”, made up of 4 combinedsystems in close synergy capable of providing atthe same time dry cleaning with new alternativeeco-friendly solvents, washing techniques (in wetcleaning as well) tumble dryers and an exclusivedevice for hot and cold water.With the system RENZACCI SPECIAL ONE there-fore the professional can truly offer his customera complete cleaning service by being able tochoose every time the best drycleaning and/orwashing techniques depending on the garmentstreated and their specific stains.Along with these important features is associatedthe fact of being able to rely on a completedrycleaning and washing system, which works byusing less than 15 Kw. of installed power, thatoccupies approximately 3 square meters andallows savings by over 35% in energy consump-tion, about 50% in the water consumption and inthe costs and time required both for carrying outtreatment cycles and for the use and mainte-nance.Our “Customer care Service” department is atcomplete disposal at 800619401 to answer to anyfurther information and/or organize customizedtests.

La signora Platania, amministratrice del laborato-rio di Misterbianco (Catania) aveva valutato“Macleca Total” una prima volta durante l’ultimoEXPOdetergo e, per meglio provarla, si è diretta-mente recata dall’importatore a Cafasse (Torino)per un’intera giornata, circa un anno fa.L’incontro è stato proficuo per entrambi in quan-to la Signora Platania ha trovato conferma dellanecessità e della validità dell’attrezzatura, deci-dendo che fosse il suo laboratorio il primo a otte-nere questa lavatappeti in Sicilia, instaurando nelcontempo un rapporto fiduciario con il fornitore.La convinzione è derivata soprattutto dalla qua-lità di costruzione di “Macleca Total” di Catinet, edalla incomparabile qualità di pulizia dei tappetiorientali e nazionali che questa macchina con-sente, una straordinaria garanzia in più per lapropria affezionata clientela.Tra l’altro, grazie alla triplice funzione svolta da“Macleca Total” (battitura/lavaggio-risciacquo-arrotolamento/centrifuga in spazi molto ridotti),

Proprio perché conosciamo le attuali difficoltàburocratiche ed economiche, e l’assurda ristret-tezza del prestito o finanziamento alla piccolaimpresa da parte di banche, società finanziarie,leasing e Stato, abbiamo il piacere di fare i nostrimigliori auguri di un buon lavoro e di una sicuraredditività all’azienda All Clean di Giovanna Pla -tania.La All Clean F & C. sas, che si trova in via Cur -rolo 36 a Misterbianco (Catania), crede evidente-mente nel lavoro, nell’esperienza e nell’autorevo-lezza di Lavasecco 1 Ora srl di Cafasse (Torino),azienda da cui ha acquistato la lavatappeti Mac -leca Total by Catinet.Ancora una volta – realtà di cui Lavasecco 1 Oraha conoscenza da tempo - è il sud Italia a tende-re uno sguardo proiettato nel futuro e nella ri -presa economica tanto sperata da tutti, e atten-zione, senza più fare conto su strumenti partico-larmente vantaggiosi tipo finanziamenti a fondoperduto come accadeva anni fa.

DD42DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

È Misterbianco apulire i tappeti della Sicilia, graziealla Macleca Totaldi Lavasecco 1 Ora

Notiziedalle

aziende

la macchina ha un fronte di m 3,70 e unaprofondità di m 1,40 (da aggiungere agli spazi dilavoro dell’operatore), e in tale modo svolge unlavoro perfetto quanto a produzione numerica dipulitura dei tappeti.La signora Platania ha ben valutato la qualità dellavoro prodotto da “Macleca Total” è ha subitocapito che nella sua zona potrà diventare leaderper questo tipo di servizio, da promuovere atutta la sua attuale clientela, attivando inoltrequell’imbattibile pubblicità che è il passaparola.

Chiaramente il laboratorio di Misterbiancoaggiunge questo servizio a tutti quelli già offertialla propria clientela come il lavaggio di pelli,pellicce, piumoni e giacche a vento.Possiamo dunque stare certi che il laboratoriocatanese di Misterbianco ricalcherà lo stessoimportante successo già ottenuto dagli altri ventilaboratori per la pulitura dei tappeti creati daLavasecco 1 Ora in Italia dal 2006 a oggi.

LP 690 E V2La soluzione per lo

Stiraggio Professionaledi Colletti e Polsini

Abbiamo voluto inserire questo sottotitolo perstimolare l’attenzione da parte di chi appartie-ne ad un sistema associativo (decisamentemeglio se si tratta di ASSOSECCO!), ma non“vive l’associazione” in prima persona.Il socio che si limita a pagare la quota annua-le, telefona alla segreteria un paio di voltel’anno, magari semplicemente per lamentarsidi come va il mercato e per ascoltare parole diconforto e di stimolo, utilizza solo una mini-ma percentuale delle potenzialità in essere.Pensate solo all’opportunità di considerarel’Associazione una sorta di “punto di incon-tro” per esperienze, operatività, aggiorna-mento, motivazione. Anche solo partecipare ai corsi formatividiventa un momento di importanza crucialeper l’evoluzione imprenditoriale e lo svilup-po dell’attività aziendale.Il pulitintore, infatti, in quelle occasioni,ascolta ed impara, ma soprattutto interagiscecon i relatori e discute con i propri colleghi.Ma vi rendete conto del significato di questegiornate? Valutatele nella loro interezza enon cercate motivi per non partecipare: “èl’unico giorno libero”, “ho bambini piccoli”,“ho altri impegni”, ci sentiamo spessorispondere. Tutto questo risponde a verità,ma è ormai drammaticamente vero che l’im-prenditore deve per sua stessa natura aggior-narsi per svolgere l’attività e non limitarsi a“sopravvivere”.L’Associazione sotto questo punto di vistapuò risultare strategica, perché mette a dispo-sizione professionalità a 360° per supportarele aziende.Vediamo, quindi, brevemente cosa può offri-re un’Associazione ed Assosecco nel casospecifico:

• assistenze e consulenze legali, fiscali, tribu-tarie,

• aggiornamenti normativi e legislativi di set-tore e generalisti,

• consulenza finanziaria e creditizia, • consulenza in materia pensionistica e previ-

denziale,• consulenza ambientale,• consulenza in tema di sicurezza sul luogo di

lavoro,• analisi sui consumi energetici e piani di

risparmio,• convenzioni per lavoro, auto, casa, fami-

glia, tempo libero,• e molto altro ancora …..Sul sito www.unionemilano.it con la passwordche è stata inviata a tutti i Soci è possibileindividuare circolari, newsletter, bandi, appun-tamenti, convegni, seminari, servizi che sup-portano in modo completo le aziende: è perònecessario dedicare tempo alla navigazione sulsito internet per trovare stimoli e notizie diinteresse, anche a carattere generale.Ma il vero fiore all’occhiello di Assoseccoresta la consulenza specialistica: i pulitintorisi rivolgono all’Associazione per illustrareproblematiche e divergenze con la clientelaperché sanno di poter trovare dei professioni-sti in grado di ascoltarli e di orientarli versole scelte più opportune (o meno onerose).Infine un’ultima raccomandazione: rivolgete-vi con fiducia all’Associazione. Siamo dallaVostra parte, stiamo percorrendo lo stessopercorso ed è necessario che le sinergie sianocostanti e si intensifichino.Assosecco è la vostra casa … non perdetel’occasione per essere i protagonisti delvostro destino imprenditoriale. Vi aspettiamo!

ASSOSECCOASSOCIAZIONISMO ED IMPRENDITORIALITÀ

Sei sicuro di sfruttaretutte le potenzialità dell’essere associato?

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www. assosecco.come mail: [email protected]

Corso Venezia, 47 - 20121 Milano - Tel. 02.7750447

ASSOSECCO

DD46DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

ATTENZIONE SE METTIAMO IN PREVENTIVO DI CAMBIARE L’AUTO

La Regione Lombardia ha approvato il Pianoregionale per gli interventi sulla qualità del-l’aria (concludendo un iter iniziato nelnovembre 2011) .Fra le varie misure sono comprese nuovelimitazioni alla circolazione dei veicoli piùinquinanti. Si estenderà la cosiddetta “Areacritica” con divieto di circolazione per i vei-coli euro 0 benzina e diesel, euro 1 e 2 diesel,dagli attuali 209 comuni a 570 comuni lom-bardi e si applicherà dal 2016 nelle aree me -tropolitanee di pianura anche un nuovo divie-to di circolazione per i veicoli Euro Diesel.A seguito di tali limitazioni, il passaggio amezzi più ecologici sarà accompagnato damisure di incentii, tra le quali l’esenzione delbollo auto.Entro un mese sarà predisposto un pacchettodi incentivi per privati ed aziende che decide-ranno di passare a mezzi meno inquinanti.

PARLIAMO DI DURC(documento unico di regolarità contributiva)Dal 2 settembre 2013 verrà rilasciato soltantose il richiedente comunica all’atto dell’istan-za, il proprio indirizzo di posta certificata.

La dinamicità diun’Associazione si vedeanche da …..

PEC (posta elettronica certificata)Dal 1° luglio 2013 è stata resa obbligatoria,anche per le ditte individuali (per le societàl’obbligo è in vigore dal 29/11/2011), lacomunicazione al Registro delle Impresedella PEC.

L’utilizzo della Pec è considerato “indirizzopubblico informatico”. Tale ottemperanza è prevista anche comecomunicazione tra le pubbliche amministra-zioni.Le disposizioni contenute nel CDA (codiceamministrazione digitale) all’articolo 5 Bisstabilisce che la presentazione di istanze,dichiarazioni, dati e lo scambio di informa-zioni e documenti, anche a fini statistici, trale imprese e le amministrazioni pubblichedeve avvenire esclusivamente utilizzando letecnologie digitali e con le medesime moda-lità le amministrazioni pubbliche adottano ecomunicano atti e provvedimenti amministra-tivi nei confronti delle imprese.Nel recentissimo DECRETO DEL FARE, intema di verifica del DURC, il richiedente(chi vuole appaltare) deve compilare l’appo-sito modulo on-line dove obbligatoriamentedeve comparire la propria PEC. Dal 2 set-tembre 2013 il sistema informatico non con-sentirà più la richiesta del DURC in altromodo.I DURC saranno recapitati esclusivamentetramite PEC agli indirizzi indicati nellerichieste stesse.

N O T I Z I E F L A S H

Sono lieta che un mio intervento abbia indotto un lettore a“prendere carta e penna” ed a fare una serie di afferma-zioni. Se poi consideriamo che quel lettore è niente menoche l’Ing. Luciano Miotto, vicepresidente di ConfindustriaVeneto con delega alle relazioni industriali (chissà perchénon ha citato l’Associazione Fornitori…!) Voi capirete ilmio compiacimento.A parte queste considerazioni leziose, ho intravisto nelleparole dell’Ing. Miotto - e ne sono rimasta sconcertata -una vena di populismo che mal si adatta alla concretezzadel messaggio che volevo trasmettere nel mio articolo suiself service. Evidentemente non sono riuscita a divulgarecorrettamente il mio pensiero nel redazionale.Sono lontana anni luce da quanto affermato dal vicepresi-dente di Confindustria Veneto: non ho mai voluto, né maivorrò imporre protezionismi e bizantinismi per proteggereil settore ed impedire l’evoluzione della categoria. Lo dimostrano i fatti: i corsi che periodicamenteAssosecco organizza, le battaglie che si stanno attuando,le sinergie con le principali aziende produttrici di impiantie prodotti per il settore della detergenza, la volontà dicontribuire allo sviluppo imprenditoriale e professionaledella categoria.Siamo stati proprio noi di Assosecco i primi a parlare di“cultura del servizio” a testimonianza dell’attenzione aitemi della qualità e del soddisfacimento delle attese deiclienti. Su questo fronte non accettiamo lezioni da nessuno!Venendo al tema dei self service, RITENGO IRRINUN-CIABILE PRETENDERE che la concorrenza sia basatasul concetto della correttezza. Dove l’imprenditore o unaddetto sono presenti per fornire un servizio è necessarioche sia emessa la ricevuta fiscale. In caso contrario non saremmo di fronte alla figura imma-ginifica del “gestore presidiatore”, ma ad una chiara vio-lazione fiscale.Questo concetto è stato ampliamente illustrato e discussodurante gli incontri che le Associazioni del settore

(Assosecco e le altre Confederazioni artigiane concorde-mente) hanno avuto la scorsa primavera con i funzionaridell’Agenzia delle Entrate e di SOSE per la definizionedegli Studi di Settore in base all’evoluzione della catego-ria e del mercato. Non basta elencare, come ha fatto l’Ing. Miotto nella sualettera aperta, una serie di esempi: telepass, distributoriself service, ecc per confermare una posizione.Pensiamo, per esempio agli autolavaggio: se lavo perso-nalmente l’auto in questi centri attrezzati, mi limito adinserire denaro contante per ricevere gettoni da utilizzareper le varie fasi di lavaggio. L’addetto del centro dilavaggio interviene (quando presente!) in caso di realenecessità, ma si astiene dal fornire alcun servizio.Diverso il caso del tunnel di lavaggio: l’addetto mi forni-sce un servizio perché materialmente regola le proceduredi lavaggio e mi consegna la ricevuta. Se non lo facessesaremmo autorizzati a rivolgerci alla Finanza!Smettiamola di utilizzare l’agiografia per parlare deimestieri: il pulitintore oggi è un piccolo imprenditore chesi aggiorna, che rischia, che si confronta con il mercato,che fa scelte a volte coraggiose per migliorare il servizioe garantire al cliente una qualità in linea con il costodella prestazione.Questi imprenditori hanno il diritto di pretendere un qua-dro normativo di riferimento ed una concorrenza leale.Ed i produttori di impianti e di prodotti dovrebbero con-dividere questa impostazione per garantire un futuro allacategoria e per continuare, di conseguenza, ad avere deiclienti.Non voglio soffermarmi in sterili polemiche: credo chel’Ing. Miotto condivida con me l’esigenza di dare traspa-renza e potenzialità di sviluppo al mercato delle pulititin-tolavanderie. Tutto il resto sono frasi fatte!

Gabriella Platé

Sto con il lavoro econ la soddisfazionedel cliente … e con lalegalità (correttezzafiscale e non solo …)

In risposta all’Ing. Luciano Miotto

Letteraaperta

Filatura del cotonePettinata - Cardata - Open end

Il cotone può essere trasformato in filato attraverso tre cicli di filatura: • Cardata• Pettinata• Open end (O.E.)

44a puntata

COTONE

Piccola guida del PulitintoreA cura dell’Ing. Vittorio Cianci direttore di LART

DD48DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

PRESTAZIONI STRUTTURALI DELLA FIBRA DI COTONE

Punti di forza Punti di debolezzaResistenza all’abrasione ElasticitàTenacità a secco SporcabilitàTenacità ad umido allo stato bagnato Reazione agli acidipuò aumentare fino al 20%Pulibilità Solidità coloreReazione agli alcali Reazione alla luce tende ad ingiallire

e a perdere resistenza meccanicaTingibilità Stabilità dimensionale

Rientro per rilassamentoPotere assorbente e confortevolezzaConduzione del calore

2a parte

DD49DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Tintura dei tessuti di cotoneNella tabella seguente vengono riportate le classi tintoriali per ciascuna fibra.

Diretti X X X X X XNaftolo X X X X XReattivi X X X X X X XTino X X X X XZolfo X X X X XCationici X X XAcidi X X X X XAcidi met. X X X X XMetallo comp. X X X X XDispersi X X X X X X X

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I coloranti più utilizzati sono i diretti e i reattivi. In tabella sono indicate lesolidità e la brillantezza dei colori per ciascun tipo di colorante.

CLASSE TINTORIALE SOLIDITÀ GENERALI BRILLANTEZZA

Diretti Scarse/medie MediaNaftolo Ottime OttimaReattivi Buone/ottime Ottima

Tino Ottime/eccellenti OttimaZolfo (*) Ottime Scarsa

(*) insufficienti solidità al cloro

Finissaggi dei tessuti di cotone

Numerosi sono i trattamenti cui può essere sottoposto un tessuto di coto-ne per modificarne le prestazioni strutturali e formali.Il principale è: rientro per il rilassamento per migliorare la stabilitàdimensionale.I tessuti di cotone a causa del basso allungamento della fibra sotto sforzonon riescono a deformarsi durante tutti i trattamenti cui il tessuto è sotto-posto durante il ciclo tessile (filatura, tessitura, tintura ecc.), per cui accu-mula delle tensioni interne la cui entità dipende dalle sollecitazioni che hasubito; quando il tessuto si trova in condizioni umido/bagnato tende arilassarsi e tende a riprendere la sua posizione di equilibrio: di conseguen-za rientra di una percentuale che è funzione delle tensioni accumulate inprecedenza a causa delle sollecitazioni subite.

DD50DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

COTONE � necessario pertanto sottoporre il tessuto a trattamenti che consentano ilrientro del tessuto prima della confezione:

• Ramatura• Sanforizzazione • Mercerizzo

RamaturaIl tessuto aperto ancora umido, trattenuto ai due lati da due catene senzafine scorrenti su due guide poste a una distanza regolabile, viene portatoin un tunnel centrale riscaldato, ove soffi di aria calda allontanano ogni

traccia di umidità.Nella parte iniziale la pezza viene gradatamente allargatamediante le due catene fino a portarla alla sua altezza ottima-le (stato di rilassamento in larghezza); contemporaneamentenella parte iniziale viene insufflato da sotto del vapore e iltessuto viene sovralimentato in modo che la sua superficiediventi ondulata (la velocità di entrata nella macchina è supe-riore alla velocità di uscita); in condizioni di caldo umido iltessuto rientra nel senso della lunghezza recuperando unaparte dello stato di tensione iniziale. Determinante in talsenso è la velocità del tessuto: più bassa è la velocità diavanzamento e più facilmente il tessuto rientra in lunghezza.Questa operazione condotta su una macchina detta rameuse

consente di dare stabilità dimensionale al tessuto nel senso della larghezzae della lunghezza.Spesso la ramatura non è sufficiente a dare la stabilità dimensionale volu-ta nel senso della lunghezza per cui si ricorre a trattamenti successivi distabilizzazione, quali il sanforizzo.

SanforizzazioneLa sanforizzazione o trattamento sanfor è un’operazione di nobilitazionetessile eseguito dopo la tintura su tessuti a navetta o a maglia in cotone,in lino o in fibre artificiali cellulosiche (viscosa) eseguito allo scopo di darestabilità dimensionale in lunghezza, entro limiti costanti e sufficienti perlavorazioni di serie. La confezione in serie di tessuti sia a maglia sia orto-

gonali richiede buone e costanti stabilità dimensionali, onde evitare:• rientri anomali durante il lavaggio domestico (si ricordi ad esempio

che fino a poco tempo fa prima di accorciare secondo misura ijeans, appena comprati, si procedeva ad un lavaggio per consentireal tessuto di rientrare)

• che parti di confezione tagliate in tempi diversi, da differenti partitedello stesso tessuto, si ritirino (o più raramente si allunghino) inmodo differente al primo lavaggio domestico.

Nei tessuti a navetta tale operazione consente di contenere il rientro deicapi nei due sensi al di sotto dell’1%. Nei tessuti a maglia (jersey, felpa,piquet ecc.) anche se il rientro è in funzione del materiale e della compat-tezza del tessuto i valori max del rientro nel lavaggio a macchina nondevono superare il 3%. Il metodo brevettato con il nome Sanfor consiste nel costringere meccani-camente il tessuto, sotto uno sforzo di compressione, a ritirarsi in lunghez-za; il tessuto per effetto del ritiro sotto compressione presenta un’armatu-ra più fitta e stretta con conseguente maggiore densità dei fili.L’operazione viene condotta su una macchina lunga ca. 20 metri costituitada varie parti: • il tessuto opportunamente inumidito con acqua e vapore diretto viene

fatto passare in una piccola rameuse che provvede a regolare l’altezzadel tessuto in senso trama; il ritiro normalizzato nei due sensi viene pre-ventivamente determinato sottoponendo un campione di tessuto origina-le alle usuali condizioni di lavaggio

• successivamente il tessuto viene fissato contro un pesante panno di lana

(tipo calandra a feltro) sottoposto a tensione controllata costringendo lo stesso a rientrare nelsenso della lunghezza; variando la tensione del panno secondo le indicazioni della prova di rientroiniziale è possibile controllare il rientro uniforme in lunghezza del tessuto

• il tessuto viene poi arrotolato su un tamburo riscaldato per l’asciugamento.Esistono altri procedimenti di ritiro sotto compressione su apparecchi chiamati “compattatori”: il tes-suto attraversa coppie di cilindri rotanti a diversa velocità progressivamente decrescenti provocandouna sovralimentazione di materiale e conseguente compressione nel senso della lunghezza. Vi sono poi altri trattamenti di nobilitazione utilizzati per dare stabilità dimensionale in larghezza cheutilizzano mezzi chimici, e non meccanici, come nella sanforizzazione o compattatura.

MercerizzoLa mercerizzazione è un importante trattamento eseguito sui tessuti di cotone e di lino che ha diver-se finalità. Quelle che interessano la prestazione finale del prodotto nella manutenzione sono:• dare maggiore stabilità dimensionale ai tessuti e quindi ai capi confezionati• mantenere la brillantezza originale dei colori. Il procedimento consiste nel far passare in continuo il tessuto attraverso un bagno di soda causticain soluzione al 15/20% mentre contemporaneamente esso viene teso in direzione longitudinale gra-zie a coppie di cilindri rotanti a velocità diverse; un lavaggio successivo elimina i residui di soda cau-stica.La mercerizzazione fa sì che la fibra di cotone appiattita e dotata di convoluzioni attorno al proprioasse si rigonfi fino ad assumere una forma tondeggiante mentre si accorcia; grazie a tale modifica-zione chimica la fibra diventa più lucida e tale lucentezza si mantiene anche dopo numerosi lavaggi.

Nel processo di mercerizzazione la concentrazione di soda caustica è di ca. 270-300 g/l (corrispon-denti a 28-30 Bé “gradi baumé”). Concentrazioni inferiori di soda riducono l’effetto di stabilità dimen-sionale e di lucentezza; al di sotto dei 70-115 g/l (pari a 10-15 Bé) il mercerizzo non provoca alcuneffetto.� necessario distinguere il “mercerizzo “ (bagno del tessuto sotto tensione in una soluzione di sodacaustica a 30 Bé) dalla sodatura; per sodatura si intende un procedimento di foulardaggio (immer-sione in vasca) con soda caustica a 145-190 g/l (18-22 Bé) dei tessuti senza tensione cui seguonodei lavaggi; agli effetti della manutenzione la sodatura non comporta alcun vantaggio di migliora-mento della stabilità dimensionale.

sezione del cotone tal quale

vista longitudinale cotone tal qualefibra attorcigliata

vista longitudinale cotone mercerizzato fibra piatta

sezione del cotone mercerizzato

Se poi il capo originale con colori brillanti e lucidi perde queste proprietà diaspetto con il primo o secondo lavaggio, significa che il tessuto con cui èstato confezionato il capo non ha subito alcun trattamento di mercerizzo,bensì una semplice lucidatura; il trattamento di lucidatura non modifica omigliora la stabilità dimensionale ma conferisce al tessuto un aspetto piùlucido, solo temporaneo, fino al primo lavaggio.

Finissaggi dei tessuti di cotoneNumerosi sono i trattamenti cui può essere sottoposto un tessuto di coto-ne per modificarne le sue prestazioni strutturali e formali. I principali sono:• Mercerizzazione: per dare lucentezza, affinità tintoriale e stabilità dimen-

sionale• Sanforizzo: per dare stabilità dimensionale• Candeggio: per aumentare il grado di bianco• Calandratura: per dare lucentezza• Easy care: per capi che non si stirano• Lucidatura: per dare lucentezza• Marezzatura: per effetti di lucido (moirè)• Garzatura-smerigliatura: estrazione del pelo• Cimatura• Bruciapelo: per ottenere superfici più lisce• Idrorepellenza: per dare resistenza alla pioggia e all’acqua• Antipiega: per il mantenimento della forma• Antimacchia: per facilitare la manutenzione• Resinatura o spalmatura• Pinzatura• Antipiega• Trattatmenti enzimatici: un particolare tipo di enzima, detto “amilasi”

viene utilizzato per biopolishing di tessuti e capi cellulosici (bruciapeloenzimatico ed effetti delavè su tinto) e per lo stone wash di capi indenim in sostituzione alla pietra pomice.

La manutenzione dei capi in cotoneIl cotone è una fibra abbastanza resistente e pertanto può essere lavato amano o a macchina, sia con sapone da bucato sia con detersivi senzasubire danni. Nel caso di lavaggio in lavatrice è necessario fare particolareattenzione ai rientri; se il tessuto o i capi non hanno subito trattamentiparticolari, quali sanforizzo, mercerizzazione, bagni di rientro in capo otelo è necessario evitare il lavaggio a macchina oppure bisogna eseguiredei lavaggi a macchina con particolari precauzioni nella riduzione dell’agi-tazione meccanica. La temperatura di lavaggio fino a 50-60°C è ininfluentesulla solidità del colore, anzi al crescere della temperatura la resistenza delcolore tende a migliorare.Il candeggio con ipoclorito in bagno neutro porta ad una perdita di resi-stenza media del 5%; in bagno acido o alcalino la resistenza si riduce finoad un 30%. A lungo andare, anche in condizioni neutre l’ipoclorito danneg-gia la fibra. Il candeggiante ottimale è il perborato. � necessario fare parti-colare attenzione quando si usa la candeggina per evitare il danno “catali-tico”: un eccesso di candeggiante trasforma la cellulosa in ossicellulosasolubile in acqua.Il cotone è insolubile e ha un’ottima resistenza ai solventi e pertanto sipuò tranquillamente lavare a secco; nel caso di instabilità dimensionalepresunta è opportuno nel lavaggio a secco, ridurre l’agitazione meccanicaed evitare l’aggiunta di acqua, nello stiro è preferibile interporre un pannoumido in quanto un contatto prolungato del ferro provoca ingiallimenti giàa 120°C ed una colorazione bruna a 150°C; in ambiente umido sopportatemperature fino a 180 °C.� abbastanza stabile alla luce, ma è sempre comunque opportuno evitareesposizioni prolungate per evitare ingiallimenti e perdite di tenacità.Se il tessuto o capo è stabile dimensionalmente, è possibile l’asciugamentoDD52

DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

COTONE

anche nel tumbler dry, essendo le caratteristiche meccaniche del cotone sufficienti per sostenere l’a-zione della temperatura e dell’agitazione meccanica che ha in tale tipo di asciugamento.Non viene attaccato da insetti, ma se conservato umido può venire facilmente aggredito da batteri emuffe.

Simboli per tessuto poco stabile dimensionalmente e per tutti i capi di maglieria

Simboli per tessuto con mediocre/discreta stabilità dimensionale

Simboli per tessuto con ottima stabilità dimensionale ovvero per tessuto che ha subito trattamenti di stabilizzazione tipo sanforizzo

PROBLEMATICHE PIù FREQUENTI• Eccessivi rientri in entrambi sensi.• Avvitamento del capo (obliquità delle cuciture laterali rispetto al fianco) o del tessuto al lavaggio ad acqua. • Basse solidità del colore. • Formazione di buchi causati ad attacco chimico.• Ingiallimento dei capi per esposizione alla luce o uso di candeggianti non adatti.• Ingiallimento per esposizione ad ossidi di azoto.• Viraggi di colore per utilizzo di saponi con azzurranti ottici.• Ingrigimento dei capi per degrado degli azzurranti.

Prevenzione• Nel caso di acessori metallici non utilizzare

candeggianti che agirebbero in modo troppointenso con conseguenti danni.

• Prova al vaporizzo e al contattto a caldo conacqua salata utilizando testimone bianco eferro da stiro.

DIFETTI DEFECTS

Accessori che si arrugginiscono nellavaggio ad acqua e macchiano

Macchie da cerniera metallicaStain migration from a metal zipper

Macchie da bottoni metalliciStain migration from metal buttons

Degrado colore zip/Discolored zipper

Components that corrode duringwashing and cause stain migration

Prevention• For metal accessories do not use bleaches

that could act too intensely and cause dam-age.

• Test with steam and in contact with hot saltedwater on a white test strip and iron.

RISPOSTE ALLE DOMANDEPERVENUTE

Come verificare la presenza diacqua nella macchina e quali dannipuò provocare?Il Sig. Giorgio Grasselli titolare dellalavanderia 3Più risponde diretta-mente al quesito: rilevare la pre-senza di acqua in macchina a secconon è semplice in macchina statica,mentre si nota solo quando si lava,il solvente diventa lattiginoso torbi-do ma il danno è ormai già fatto.Come prevenire: pulire spesso ilseparatore del solvente dopo ladistillazione, la polvere depositatanella separazione solvente/acquapermette alle gocce perliformi diandare nel serbatoio di recupero(difetto filtrazione insufficiente).Danni rilevati: infeltrimento dellalana, ritiro del cotone e della visco-sa, sbavature di colore.

Perché dopo il lavaggio ad acqua icapi di cotone presentano una pelu-ria?Spesso per problemi di costo si utilizzano cotoni

ANSWERS TO QUESTIONS

How to check for the presence ofwater in the machine and what isthe potential damage?Mr. Giorgio Grasselli who owns the 3Più laundry

answered this question personally:checking to see if there is anywater inside a dry cleaningmachine is not a simple matterwhen the machine is not in opera-tion, you can only see it during thewashing cycle when the solventbecomes milky and cloudy, but thedamage has already been done.To avoid this: clean the solventseparator frequently after distilla-tion, the dust deposited during sol-vent/water separation allows thepearl-shaped drops to go to therecovery tank (insufficient filtrationdefect).Damage reported: wool felting,

cotton and viscose shrinkage, color bleeding.

Why does washing cause pilling oncotton garments?Often, short filaments of cotton that measure 2

“SE NON SAIDOMANDA”

“ASK IF YOUDON’T KNOW”

L’Ing. Vit torio Cianci e il suo Staff di collaborato-ri saranno a vostra disposizione per rispondere atutte le domande che invierete via e-mail agliindirizzi indicati.

Eng. Vittorio Cianci and his Staff will be onhand to answer all your questions sent viaemail to the addresses indicated below.

(Risposte chiare a problemi complessi) • Domande riguardanti problemi tecnici legati ai materiali,

alle difettosità, alla tossicità, ai reclami, alle anticipazionidei materiali e alle problematiche di manutenzione, allachimica tessile del lavaggio

• Domande riguardanti le controversie• Informazioni generali e altre informazioni • Problematiche di manutenzione e di chimica tessile del

lavaggio

L’ESPERTO RISPONDEI quesiti vanno inviati ae-mail: [email protected] a e-mail: [email protected]

Le domande più interessanti saranno pubblicate con relativa risposta

THE EXPERT’S ANSWERQuestions can be sent [email protected] [email protected]

The most interesting questions and related answer will be published

(Clear answers to complex problems)• Questions regarding technical problems related to the

materials, defectiveness, toxicity, complaints, advanceinfo on materials and care problems, textile chemistryapplied to cleaning

• Questions concerning disputes• General information • Textile care and industrial chemistry issues affecting

washing

corti di lunghezza tra i 2 e i2,5 cm. L’azione meccanicadel lavaggio ed il conseguen-te sfregamento provocano lafuoriuscita delle estremitàdelle fibre che vanno a rico-prire il tessuto con una cortae fitta peluria tipo brina dicolore chiaro, in parte per ildegrado di colore di taliestremità e in parte per ri -flessione di luce: il capo as -sume un aspetto invecchiato.Il difetto si accentua nei capi (ad esempio giub-bini e piumini) in mista poliestere o nylon concotone sia perché le fibre di cotone scivolano sulpoliestere e fuoriescono più facilmente sia per-ché talvolta il cotone non viene tinto e si eviden-zia sul fondo colorato.

Perchè i capi in pelle talvolta rientrano?Vi sono due cause a cuiimputare il rientro.Alcune pelli sono eccessiva-mente tirate durante la con-fezione, si ritirano durante illavaggio e non sempreriprendono le dimensioni pri-mitive con l’indosso qualorail restringimento è statoeccessivo. Se la pelle èeccessivamente tirata, ilrestringimento sarà più evi-dente ed in tal caso il puli-tintore non può porvi rime-dio.Sempre il Sig. GiorgioGrasselli sostiene che il cuoioè sensibile all’umidità, per-tanto se entra in contattosolvente-acqua esso si gon-fia ed in asciugamento con ilcalore si infeltrisce e rientra(fibra proteica) e spesso siincartona (processo irrever-sibile).

Perché i capi bianchiin microfibra ingrigi-scono e sono difficilida lavare?La microfibra è una fibrasottile con un diametro infe-riore ai 10 micron o inferiorea 1 denaro (9.000 metri difibra pesano 1 grammo). In natura non esistonomicrofibre; la seta che tratutte le fibre in natura è la

– 2.5 cm. in length areused because they costless. The mechanical actionof washing and of rubbingcauses the fiber tips tobreak loose which thencover the fabric with ashort, dense lint similar toa light-colored dew, partlybecause these tips becomediscolored and partlybecause of the reflectedlight: this makes the gar-

ment look worn.This is a bigger problem in garments (such aspadded jackets and duvets) made of polyester-or nylon-cotton blends because the cotton fibersslide on the polyester and break loose moreeasily and also because sometimes the cotton isnot dyed and stands out on a colored back-ground.

Why do leather gar-ments sometimesshrink?There are two reasons forshrinkage.1) Some leathers arestretched excessively dur-ing manufacture, theyshrink during washing anddo not always return totheir original size whenworn if they have shrunktoo much. If the leatherhas been stretched toomuch, the shrinkage will bemore obvious, and in thiscase there is nothing thatthe drycleaner can do.2) Mr. Giorgio Grassellimaintains that leather ismoisture-sensitive, there-fore if it enters into contactwith solvent-water it swellsand when heat-dried it feltsand shrinks (protein fiber)and often loses its supple-ness (irreversibly).Why do white microfibergarments become gray anddifficult to wash?Microfiber is a thin fiberthat has a diameter of lessthan 10 micron or less than1 denier (9,000 meters offiber weigh 1 gram).Microfibers do not exist innature; silk is the finestnatural fiber and is > 12.5micron. With the same

yarn count and thickness, if the yarn compo-nents are fine this means that there is a biggerspace between fibers: the greater the number offibers, the greater the space. The dirt that agarment is exposed to when worn (dust andsmog) and the dirt that deposits on the fabricfrom washing and drying (fine fiber dust) getswedged inside these spaces graying the fabricand making cleaning very difficult. If the fabricis a synthetic microfiber (such as nylon andpolyester) this problem is accentuated since thedirt is attracted inside the fibers because of theelectrostatic charge.

QUESTIONS RECEIVED THISMONTH

� Why do tumble dryer marks remain on gar-ments?

� Down composition and quality and its rela-tion to defects after washing.

� What is inkjet or digital printing and whatproblems can it give?

� Why do curtains often shrink after wetcleaning?

� Problems when washing microfiber fabrics.

più sottile presenta un finezza > 12,5 micron. A parità di titolo o grossezza del filato se le fibrecomponenti il filato sono sottili significa che vi èuno spazio rilevante tra fibra e fibra: maggiore èil numero delle fibre maggiore è tale spazio. Lo sporco cui è sottoposto il capo durante la vita(polvere e smog) e lo sporco del lavaggio easciugatura che si deposita sul tessuto (pulvisco-lo di fibre) si incunea in questi spazi ingrigendoil tessuto e rendendo molto difficoltosa la pulizia.Se poi il tessuto è in microfibra sintetica (quali ilnylon e il poliestere) il difetto si accentua inquanto lo sporco viene attirato all’interno dellefibre per carica elettrostatica).

DOMANDE PERVENUTE

� Perché sui capi rimane l’impronta dei fori delcesto?

� Composizione e qualità del piumaggio inrelazione ai difetti dopo lavaggio.

� Cosa è la stampa inkjet o digitale e qualiproblemi può dare?

� Perché spesso le tende rientrano al lavaggioad acqua?

� Problemi di lavaggio con tessuti in microfibra.

Nel week end del 21 e 22 settem-bre scorsi, a Reggio Emilia, nei lo -cali dell’azienda “Servizi 3Più La -vanderia” (nuova sede di recentecostruzione) si è svolto l’incontroorganizzato per i gestori di lavande-ria che compongono su Facebook ilgruppo dei “I Professionisti del Pu -lito”, creato dalla signora Santa LoGiudice.Il gruppo è formato da imprese divaria estrazione e provenienza ed ipartecipanti intervenuti all’incontrosono venuti da diverse regionid’Italia, autofinanziandosi per latrasferta.

Lo spirito e la finalità del gruppopuntano a interagire con informazio-ni relative al nostro lavoro quotidia-no segnalando, nei vari “post”, quei

capi di abbigliamento che possonoprodurre delle problematiche in ma -nutenzione e i modi in cui ognunoha superato un determinato proble-ma di smacchiatura e lavaggio.A Reggio Emilia l’ordine del giorno èstato: discussione relativa alla con-duzione del gruppo; interscambio diinformazioni sulle problematiche dilavaggio e sulle istruzioni da segui-re nel caso di capi difficili da lavaree nella conduzione dei capi difetta-ti; aggiornamento da parte di Pier -giorgio Grasselli sulle reazioni chi-miche che avvengono in lavaggio (asecco e ad acqua), seguito da alcu-ni esempi pratici; infine discussionesui temi trattati, chiusura dei lavori,e saluti seguiti dal pranzo all’hotelCristallo di Reggio Emilia.Alla fine del week end si registravasoddisfazione da parte di tutti perrisorse di conoscenza che risultava-no indubbiamente accresciute.

Tutti “arricchiti” dal week end alla“Servizi 3PiùLavanderia” di Reggio Emilia

Da sinistra Piergiorgio Grasselli e Santa Lo Giudice

Notiziedalle

aziende

DD58DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

DD59DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Piccolo commercio evitalità del centro città,una buona pratica dadiffondereRivitalizzare, animare, illuminare.Non parliamo dell’economia italiana, cheper altro ne avrebbe un gran bisogno, madei centri storici delle nostre città.La nostra penisola è costellata di centrigrandi e piccoli che ricordano ad ogni viail loro glorioso passato medioevale e rina-scimentale. Una miriade di luoghi straordi-nari che oggi gravano in situazioni davveropreoccupanti. Degrado, malavita, ed unnumero sempre crescente di locali e negozichiusi sono, purtroppo la quotidianità neigrandi agglomerati urbani come nelle pic-cole città di provincia. Cosa fare per invertire questa deriva eriportare vita, affari e la voglia di passeg-giare?Rivitalizzare i nostri centri storici è sì unaquestione di ripristino urbanistico, elimina-re ad esempio le brutture edili di questiultimi decenni; togliere il “grigio” checaratterizza piazze, strade, ma è anche“ritornare ai piccoli negozi, alle botteghe.Ogni serranda che viene abbassata definiti-vamente è un pezzo di vita comune di unluogo che finisce. Dobbiamo però essere chiari. Pensare che i piccoli negozi possano “resi-stere da soli” alla concorrenza dei prezzi edella comodità dei centri commerciali, ècosa assai ardua, forse vana. Sì, possono esserci dei modi per resisterealla concorrenza come offrendo servizi dialta qualità e professionalità e noi dellelavanderie tradizionali ne siamo uno degliesempi più chiari e definiti, oppure inte-grando servizi diversi nello stesso luogo. Di recente nel corso di una riunione delConsiglio di Confartigianato ANIL hoavuto occasione di visitare un collega dellacapitale che offre, da molti anni, in abbina-ta al lavaggio a secco ed acqua, la ripara-zione delle calzature con un calzolaio pro-fessionista che lavora all’interno dello stes-so negozio ed un servizio di tappezzeria.

Un multi service straordinario che integraperfettamente installazione artigianale, ilsu misura e la manutenzione.Ma tutto questo non basta.Per poter svolgere un’attività in centro econ essa mantenerlo vitale, è assolutamen-te necessario avere costi di gestione ade-guati al guadagno. Il che significa: affittiabbordabili, la vera piaga di chi vuol intra-prendere un’attività commerciale, ed unatassazione equa. Su questo le istituzionipubbliche, dai Comuni alle Regioni alGoverno possono fare molto, e tutto ilsistema ne avrebbe un vantaggio.A partire dalla detassazione degli affittiintroducendo, ad esempio, una versionedella cedolare secca per chi affitta immo-bili in centri storici ed alleggerendo la tas-sazione sulle imprese del centro. Si può fare. Ed in un comune delVeneto, precisamente a Cessalto, paesedi 4000 abitanti ai confini tra la provin-cia di Treviso e di Venezia, lo hanno resouna tangibile realtà che sarebbe bellovenisse esportata il tutto il Paese. Una delibera di giunta (Atto di indirizzoper l’applicazione dei rimborsi di tassecomunali alle attività del piccolo com-mercio) che dà il diritto nel caso specifi-co ad una trentina di attività commer-ciali del piccolo comune al rimborsototale delle tasse comunali: Ici, Tosap,Tarsu e Imposta pubblicità.I requisiti per accedere al rimborso?Essere titolari di attività di commercio aldettaglio, con superficie di vendita nonsuperiore a 150 metri quadri, possedereinsegne pubblicitarie inferiori a una certadimensione (dieci metri quadri). Insomma,requisiti che fanno star dentro le botteghedi paese ed escludono le grandi superfici.Un piccolo contributo al recupero dei luo-ghi, delle attività commerciali ed artigiana-li che sono fondamentali per “fare comu-nità”.

di VITO CARONE Presidente CONFARTIGIANATO ANIL

Consiglio Confartigianato ANILriunito per trovare soluzioni allacrisi che investe anche il settoredel pulito

Sul SISTRI il giudizio di Confar -tigianato è negativo: “È un siste-ma inefficiente, poco trasparente,inadeguato. Va sostituito”

Notizie di Categoria

Notizie Sindacali

nozioni che vengono date in aula dove spessosi viene bombardati da una molteplicità diinformazioni che alla fine si fa anche un po’fatica ad acquisire. Si può invece considerare la possibilitàdiventare ognuno formatore degli altri.E questo può avvenire o con lo scambiod’informazioni in rete, o mettendosi al servi-zio della categoria mostrando ai colleghi ilproprio metodo di lavoro e, senza presunzio-ne, si potrebbe creare un vero e proprio siste-ma formativo basato sulla collaborazione.Su questo il Consiglio Confartigianato ANILsta ragionando perché, non occorrono aule,né docenti, né enti di formazione, è necessa-ria solo un po’ di disponibilità e di voglia diconfrontarsi sempre con spirito collaborativo.

Molteplici gli argomenti trattati nel corso deilavori del Consiglio Confartigianato ANIL.Tra questi ampio spazio è stato dato al pro-blema della formazione e dei social network.Per altro il tema della formazione-informa-zione e quello dei social network si incontra-no e a volte si sovrappongono.Esistono infatti diversi blog e social networkdove vengono scambiate tra gli operatori delsettore informazioni sui trattamenti da ese-guire sui capi. Tra questi quello dei Presidenti regionali diConfartigianato Pulitintolavanderie che con-sente a tutti i Presidenti regionali di rimanerein stretto contatto con il Consiglio Nazionale. È importante cominciare ad immaginare laformazione non più solo come una serie di

La battaglia contro una norma vessatoria equanto mai ingiusta Confartigianato la stacombattendo senza sosta e senza mai arren-dersi. Non perde occasione per far conoscereil suo giudizio che sin dall’inizio di questa

storia senza fine è sempre stato negativo.“E’ inopportuno riavviare un sistema di trac-ciabilità dei rifiuti come il Sistri, che ha giàdato numerose prove di inefficienza, scarsatrasparenza e inadeguatezza. il NUOVODD60

DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Notizie Sindacali

DD61DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

L’energia per la famiglia costameno grazie all’accordo traConfartigianato e AIM energy

Stato e società ai tempi della crisi economica

È stato recentemente siglato l’accordo traConfartigianato Persone e AIM energy peroffrire energia elettrica e gas a prezzi scontatiper le utenze domestiche di imprenditori edipendenti delle aziende associate e pensionati.Il 15% di sconto sull’energia elettrica, il 10%per il gas e un ulteriore risparmio di 5 euro su

ogni autolettura del gas sono le condizioniofferte da Confartigianato Persone grazie aidue consorzi energetici, il CAEM e il CENPI.

Per maggiori informazioni potete scrivere [email protected] o telefonare allo 06.70374337

Sistri non può essere attuato nei tempi opera-tivi fissati. Va, quindi, sostituto con un nuovosistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosiche risponda a criteri di efficienza, trasparen-za, economicità e semplicità.”Questo è quanto ha affermato CesareFumagalli, Segretario Generale diConfartigianato Imprese, intervenuto all’au-dizione sulla “Conversione in legge del DL31 agosto 2013” tenuta di fronte alla 13aCommissione Territorio e Ambiente delSenato. Ma da Confartigianato oltre che critiche arri-vano anche proposte.In attesa che il Sistri venga abbandonato,Confartigianato (unitamente alle altre sigleche compongono Rete Imprese Italia) chiede: • che al sistema di tracciabilità siano obbli-

gati ad aderire solo i produttori iniziali dirifiuti pericolosi e gli enti o le imprese cheraccolgono o trasportano rifiuti pericolosi atitolo professionale, compresi i vettori este-ri che operano sul territorio nazionale;

• che per questi operatori sia prevista ancheuna fase sperimentale del sistema, da defi-nire con decreto entro il 31 dicembre pros-simo, che duri fino al 31 dicembre 2014 esia prorogabile per non oltre sei mesi;

• che ogni sanzione per violazioni relativeagli obblighi derivanti dal sistema informa-tico di controllo della tracciabilità dei rifiu-ti sia sospesa per tutta la fase sperimentale;

• che i contributi versati dalle imprese perl’iscrizione al Sistri negli anni 2010, 2011e 2012 siano restituiti o possano compensa-re altri prelievi fiscali.

Tra i tanti interventi che hanno animato ilFestival della persona di Verona, ce ne sonostati due che hanno raccontato la propriaesperienza di conoscenza e attenta analisidella società italiana. Da una parte il direttore del Censis, GiuseppeRoma, dall’altra lo scrittore e giornalista del

Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, che a Ve -rona ha presentato la sua più recente faticaletteraria, “L’Italia s’è ridesta”, un viaggionel cuore dei tanti territori italiani che sof-frono ma resistono anche, e soprattutto, gra-zie a chi crea lavoro e ricchezza, in altreparole, i piccoli imprenditori.

Notizie Sindacali

“L’Italia oggi è un paese depresso, di cattivoumore, sfiduciato - ha esordito Aldo Cazzullo- Ovunque, città per città, si vede l’insegna diun ‘compro oro’, che è un po’ il simbolo diquesta crisi economica italiana. Nello stessotempo, però, sono convinto che l’Italia stiadando una grande prova di resistenza, dicapacità di resistere e di ripartire. Un po’ perché nel mondo c’è una grandedomanda d’Italia, una grande richiesta deinostri prodotti, della nostra arte, della nostrafantasia e del nostro design. Ma anche del nostro gusto per il lavoro benfatto, che è il lavoro fatto con le mani”.Una fotografia che inevitabilmente coglie iriflessi che questa crisi economica e occupa-zionale sta scaricando sulla società italiana.In questi ultimi anni, infatti, si è parlatotanto, forse troppo di numeri, di spread, dipunti percentuali ma poco di welfare, disocietà, di benessere degli italiani.“La situazione non è facile. Nonostante que-sto, credo che ci siano ancora molte energiein tante parti del paese, energie che operanoed altre che potrebbero essere sollecitate inun contesto di maggiore serenità - ha rilan-

ciato Giuseppe Roma - perché non è dettoche la mancanza di soldi e la crisi debbanonecessariamente portare all’egoismo, allaricerca del proprio interesse, perché questo,alla fine disperde risorse ed energie”. E così, anche le persone rischiano di diventa-re numeri, quello dei disoccupati, quellodegli esodati, quello dei pensionati al mini-mo. Numeri che rischiano di schiacciare lasocietà italiana. Una delle possibili vie di uscite è, una voltadi più, il lavoro. Creare occupazione e reddito vuol dire torna-re ad investire nel sociale, nel welfare, neibisogni delle persone. “Il lavoro è troppo tassato. È un bene moltoprezioso, perché purtroppo sempre più scar-so, ed è il bene più tassato - ha conclusoCazzullo - per me la ricetta dell’immediataripresa è il lavoro. È mai possibile che unpiccolo imprenditore versi allo Stato di più diquanto non finisca nelle tasche del propriodipendente?”.Se il lavoro è la chiave di volta, l’impresaartigiana può e deve fare ancora la propriaparte.

200 tra presidenti, segretari e direttori delleassociazioni territoriali di Confartigianato sisono dati appuntamento per la tradizionaleSummer School, un momento di confrontotra rappresentanti delle imprese, della politicae del mondo accademico. “Migliorare l’economia lasciando le istituzio-ni come sono oggi, come le abbiamo eredita-te dagli ultimi 30 anni della politica, significalasciare una palla al piede delle imprese - hadetto Cesare Fumagalli, segretario generaledi Confartigianato Imprese, presentando ilavori della Summer School - i rappresentantidelle piccole imprese di Confartigianatovoglio occuparsi di efficienza delle istituzioniperché questa è una declinazione dell’interes-se nazionale e della competitività del sistema

Stato e piccole imprese, il federalismo al centro dei lavoridella Summer School 2013

economico”.L’obiettivo è quello di contribuire a cambiarein meglio l’apparato statale, semplificandonei passaggi burocratici, diminuendo la pressio-ne fiscale e aumentando le opportunità che loStato può offrire alle imprese.Filo conduttore dei lavori di questa edizione,quel federalismo che prometteva di cambiare,in meglio, il paese, ma che oggi resta soltan-to una flebile speranza per cittadini e impren-ditori.“L’Italia è un paese diverso e ha biso-gno di istituzioni diverse. Un federalismo costruito attorno al centrali-smo non poteva funzionare e difatti non hafunzionato”, ha concluso Piero Bassetti, ilprimo presidente della Regione Lombardia eattuale presidente della Fondazione Bassetti.

Aldo Cazzullo

DD62DETERGO OTTOBRE-OCTOBER 2013

Addio a Irma Kannegiesser

Il 2 settembre 2013 è scomparsa a Vlotho all’età di 95 anni Irma Kanne giesser, cofon-datrice e già Direttrice senior della società Herbert Kanne giesser e madre di MartinKannegiesser, l’attuale Direttore e Proprietario dell’azienda.Herbert Kannegiesser, marito di Irma, un tecnico appassionato e ingegnoso avviòl’attività nel 1948 insieme a quattro dipendenti in un una piccola officina meccani-ca, in affitto vicino a Vlotho, dove iniziò con la costruzione di presse da stiro percamicerie. Nel frattempo, sua moglie Irma gestì l’ufficio e da lì gettò le basi per larete internazionale di filiali ed agenzie. Di giorno negoziava con i clienti provenien-ti da tutto il mondo e di sera li ospitava nella piccola casa di proprietà della fami-glia, sempre in compagnia del figlio Martin che fin da giovane veniva coinvoltonegli affari dell’azienda. Nel 1970 a soli 28 anni gli fu affidata la gestione e dopola morte prematura del padre all’inizio del 1974 anche trasferita la proprietà dell’a-zienda.“Lei mi ha aperto la strada ed è stata la mia maggiore fonte di ispirazione”, affermaMartin Kannegiesser quando parla di sua madre. Prontamente accettò la decisionedel figlio di sciogliere il suo amato ufficio esportazioni per suddividere l’azienda insettori e segmenti di mercato, ognuno dei quali opera su scala mondiale e non piùper paese. Irma si congedò dall’attività nel 1980, ma rimase punto di riferimentoemozionale e costruttrice di ponti a livello interno ed esterno per suo figlio. “Mia madre ha dato smalto e colore all’azienda”,dice Martin Kannegiesser. Irma Kannegiesser faceva parte della generazione di donne che ha coniato la ricostruzione post-bel-lica della Germania.Kannegiesser è ormai considerato un “Hidden Champion” e svolge un ruolo leader nel settore con presenza in 49 nazioni. I successi più recenti dell’azienda sono per esempio il progetto della nuova lavanderia per i prossimi giochi olimpici invernalia Sochi per il quale è stata incaricata Kannegiesser oppure la fornitura e l’installazione di tutti gli impianti per la lavanderiaindustriale per un nuovo centro ospedaliero in Arabia Saudita, il gigantesco “King Faisal Medical Centre”. Irma Kannegiesserimpostò la mentalità internazionale dell’azienda sul “Made in OWL”, e cioè in Vestfalia orientale-Lippe, la regione dove si trovala sede centrale dell’azienda.Durante la sua attività decennale nel settore costruì una rete internazionale di rapporti d’affari e simpatie. Dal 1952 Irma hapartecipato quasi a tutte le fiere, alla fine in sedia a rotelle ma sempre con vivo interesse e grande calore umano.

Goodbye to Irma Kannegiesser

Irma Kannegiesser, co-founder as well as former Senior Partner of the company Herbert Kannegiesser and mother of MartinKannegiesser, principal and owner of the firm, passed away on September 2, 2013 at the age of 95.Her husband Herbert Kannegiesser, a passionate and ingenious engineer, started in 1948 with four employees in a small met-alworking shop rented near Vlotho with the construction of ironing machines for shirt factories. His wife Irma looked after theoffice and from there she laid the foundation for a worldwide agency network. During the day she negotiated with customersfrom all over the world, in the evening she welcomed them in the modest family home, always accompanied by her son Martinwho has been involved in the business from an early age. He took over the company management at the age of 28 and becamethe company owner after the early death of his father in 1974.“She prepared the ground and was my main role model”, says Martin Kannegiesser when speaking about his mother. Shepromptly accepted her son’s decision to dissolve her beloved export department in favour of a consequent organisation of thecompany into divisions and customer segments of which each operates on a worldwide basis and no longer by country. Shewithdrew from active management in 1980 but remained an inward and outward emotional reference point and bridge builderfor her son. “She added colour and charisma to our company”, states Martin Kannegiesser. Irma Kannegiesser represented thegeneration of post-war women who considerably shaped the reconstruction of Germany. Today Kannegiesser is deemed to be a “Hidden Champion”, is playing a leading role in the industrial laundry market and ispresent in 49 countries. The most recent successes are for example the project of the new laundry for the next Winter Olympicsin Sochi which has been entrusted to Kannegiesser or the delivery and the installation of all industrial laundry machinery forthe “King Faisal Medical Centre” a new and gigantic health and research centre in Saudi-Arabia. Irma Kannegiesser laid thefoundations for the international “Made in OWL” mentality for the company, that is “Made in East Westphalia-Lippe”, theregion where the head office of the company is located.During her decades-long activity in the industry she built up an international network of business relations and friendships.Since 1952 Irma hardly ever missed an exhibition, at the end in a wheelchair but always with keen interest and sincere humanwarmth.

Elenco iscritti all’Associazione FornitoriAziende Manutenzione dei Tessili

MACCHINARIMACHINERY

Aziende produttrici e filiali di produttori esteri

Manufactoring companies and subsidiaries of foreign

manufacturers

DALMON S.r.l.Via San Benedetto, 24 36016 THIENE VIELECTROLUX PROFESSIONAL S.p.A.Viale Treviso, 1533170 PORDENONE PNFIRBIMATIC S.p.A.Via Turati, 16 40010 SALA BOLOGNESE BOGRANDIMPIANTI I.L.E. Ali S.p.A.Via Masiere, 211 c 32037 SOSPIROLO BLGIRBAU ITALIA S.r.l.Via delle Industrie, 29 e30020 MARCON VEILSA S.p.A.Via C. Bassi, 1 40015 SAN VINCENZO DI GALLIERA BOIMESA S.p.A.Via degli Olmi, 22 - II° Z.I. 31040 CESSALTO TVINDEMAC S.r.l.Zona Ind.le Campolungo63100 ASCOLI PICENOITALCLEAN S.r.l.Via Ossola, 740016 SAN GIORGIO DI PIANO BOJENSEN ITALIA S.r.l.Strada Provinciale Novedratese, 4622060 NOVEDRATE COKANNEGIESSER ITALIA S.r.l.Via Cesare Pavese, 1/3 20090 OPERA MILAVASTIR S.r.l.Contrada Motta87040 CASTROLIBERO CSMAESTRELLI S.r.l.Via Stalingrado, 2 40016 SAN GIORGIO DI PIANO BOMIELE ITALIA S.r.l.Strada Circonvallazione, 27 39057 APPIANO SULLA STRADA DEL VINO BZMONTANARI S.r.l. ENGINEERING CONSTRUCTIONVia Emilia Ovest, 1123 41100 MODENA MOPIZZARDI S.r.l.Via Nino Bixio, 3/5 20036 MEDA MIREALSTAR S.r.l.Via Filippo Turati, 5 40010 SALA BOLOGNESE BORENZACCI S.p.A.Via Morandi, 13 06012 CITT� DI CASTELLO PG

SKEMA S.r.l.Via Clelia, 16 41049 SASSUOLO MOTHERMINDUS S.r.l.Via Gino Capponi, 2650121 FIRENZE FIUNION S.p.A.Via Labriola, 4 d40010 SALA BOLOGNESE BOZETOLINK S.r.l.Piazza Leopoldo, 11 50134 FIRENZE FI

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SETEL S.r.l.Via delle Industrie26010 CASALETTO CEREDANO CR

MACCHINARI PER LO STIROIRONING EQUIPMENT

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BARBANTI CARLO S.n.c.Via di Mezzo, 78 San Giacomo Roncole 41037 MIRANDOLA MODUE EFFE S.p.A.Via John Lennon, 10 - Loc. Cadriano 40057 GRANAROLO DELL'EMILIA BOFIMAS S.r.l.Corso Genova, 25227029 Vigevano PVGHIDINI BENVENUTO S.r.l.Via Leone Tolstoj, 24 20098 SAN GIULIANO MILANESE MIMALAVASI S.r.l.Corso Genova, 5327029 VIGEVANO PV PONY S.p.A.Via Giuseppe Di Vittorio, 8 20065 INZAGO MISIL FIM S.r.l. marchio SILCVia Campania, 19 60035 JESI ANTREVIL S.r.l.Via Nicolò Copernico, 1 20060 POZZO D'ADDA MI

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LAVASECCO 1 ORA-CATINET/SANKOSHA S.r.l.Via Roma, 10810070 CAFASSE TO

DETERGENTI, SOLVENTI, MATERIE AUSILIARIE, ECC.

DETERGENTS, SOLVENTS, AUXILIARIES, ECC.

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BIAR AUSILIARI BIOCHIMICI S.r.l.Via Francia, 7/9 20030 SENAGO MICHRISTEYNS ITALIAVia F.lli di Dio, 220063 CERNUSCO SUL NAVIGLIO MICLINERS S.r.l.Via Giuseppe Di Vittorio, 38 25125 BRESCIA BSDIM S.r.l. Detergenti Ind. MilanoVia Guglielmo Marconi, 1520051 LIMBIATE MIECOLABVia Paracelso, 6 - Centro Dir. Colleoni20864 AGRATE BRIANZA MBFALVO S.a.s. Via del Progresso, 12 00065 Fiano Romano RMRARO S.r.l.Via 1° Maggio, 1475100 MATERA MTSURFCHIMICA S.r.l.Via Milano, 627029 PESCHIERA BORROMEO MI

MANUFATTI TESSILITEXTILE PRODUCTS

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CORITEX S.n.c.Via Cà Volpari, 2524024 GANDINO BGEMMEBIESSE S.p.A.Piazza Industria, 7/8 15033 CASALE MONFERRATO ALGASTALDI & C. S.p.A. Industria TessileVia Roma, 10 22046 MERONE COLAMPERTI CARLO TESSITURA E FIGLIO S.p.A.Via della Tecnica, 8 23875 OSNAGO LC

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DDDETERGO Pubblicazione ufficiale di Associazione Fornitori Aziende Manutenzione dei Tessili

Direttore responsabile: Stefano FerrioComitato di redazione: Roberto Colombo, Laura Lepri, Claudio Montanari, Luciano Miotto, Gabrio Renzacci, Riccardo Ripamonti, Felice Mapelli, Gabriella Platè, Giovanni SalvatiSi ringraziano i signori: Gualtiero Beretta, Vito Carone, Vittorio Cianci, Giorgio Grasselli, Rocco Lamoglie,Laura Lepri, Carlo Miotto, Gabriella PlatèDirettore Generale: Ugo SalaSegretaria di redazione: Franca CesariniDirezione, redazione, amministrazione, pubblicità: DETERSERVICE srl • 20158 Milano • via Angelo Masina, 9 Tel +39 02 39314120 • Fax +39 02 39315160 • e-mail: [email protected] - www.detergo.euProgetto grafico e impaginazione: STRIKE/Milano • e-mail: [email protected]: Presscolor • MilanoLa riproduzione degli articoli pubblicati non è consentita salvo autorizzazione scritta.Abbonamento annuo (11 numeri) Euro 32,00 (anziché Euro 42,00) - (22 numeri) Euro 54,00 (anziché Euro 84,00)• Estero Euro 80,00 • Una copia Euro 4,50ON LINE - In formato elettronico verrà inviata in forma gratuita. Inviare e-mail con richiesta a: [email protected] versamenti intestati a Detersevice SRL - Via A. Masina, 9 - 20158 Milano, possono essere effettuati a mezzo bonificoBANCA POPOLARE EMILIA ROMAGNA AGENZIA 10 MILANO - IBAN: IT11 C 05387 01609 000001504285 BIC: BPMOIT22 XXXGli abbonamenti possono decorrere da qualsiasi numero. I manoscritti non si restituiscono. L’editore non si assume responsabilità per errori contenuti negli articoli o nelle riproduzioni.Le opinioni esposte negli articoli impegnano solo i rispettivi Autori. Ad ogni effetto il Foro competente è quello di Milano.Tiratura: 11.000 copieLa pubblicità non supera il 50% del numero delle pagine di ciascun fascicolo della RivistaAutorizzazione Tribunale di Milano n° 2893 del 25.11.1952 - Iscritta al Registro Nazionale della Stampa ROC N. 18402Distribuzione: Poste Italiane s.p.a.

MASA S.p.A. INDUSTRIE TESSILIVia Mestre, 37 - Loc. Bolladello21050 CAIRATE VANOBILTEX S.r.l. - GRUPPO TESSILE LGVIA I° MAGGIO, 39/4125038 ROVATO BSPAROTEX S.r.l.Via Massari Marzoli, 17 21052 BUSTO ARSIZIO VATELERIE GLORIA S.n.c.Viale Carlo Maria Maggi, 25Loc. Peregallo20855 LESMO MBTESSILTORRE S.r.l. Via Giuseppe Verdi, 34 20020 DAIRAGO MITESSITURA PEREGO S.r.l.Via Milano, 23/A24034 CISANO BERGAMASCO BG

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CROTEX ITALIA S.r.l.Via U. Mariotti Z.I. Agostino 51100 PISTOIA PT

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manufacturersSINDATA S.p.A.Via Rovereto, 1720871 Vimercate MB

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A 13 S.r.l.Via Venini, 5720127 MILANOABG SYSTEMS S.r.l.Via Milano, 720084 LACCHIARELLA MIALVI S.r.l.Strada Statale 230, 49 13030 CARESANABLOT VCNUOVA FOLATI S.r.l.Via dell'Archeologia, 2 - Z.I. Prato Corte 00065 FIANO ROMANO RM

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SCAL S.r.lViale Rimembranze, 93 20099 SESTO SAN GIOVANNI MI

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Il sottoscritto…………………………………………………………….....................Azienda………………………………………………………….................................Indirizzo………………………………………………………....................................Località………….....………................................ Cap…………… Prov. …………Chiede alla Deterservice srl, con sede in Milano, Via A. Masina, 9 - 20158Milano- e-mail: [email protected] - Tel. 02 39314120 - Fax 02 39315160❐ di conoscere i suoi dati contenuti nell’archivio elettronico di Deterservice srl;❐ di modificare i dati come sopra specificati;❐ di cancellare nell’archivio i suoi dati

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ASSOFORNITORI 64-65CATINET 43EXPODETERGO 4a di copertinaFIMAS 53FIRBIMATIC 57GRANDIMPIANTI 1a di copertina-8ILSA 39IMESA 3a di copertinaLAVASECCO 1 ORA 43MASA 3MONTANARI 27PIZZARDI 23RENZACCI 41SANKOSHA 43SIL FIM marchio SILC 2a di copertinaSTUDIO SYSTEMATICA 25

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EXPOdetergoI N T E R N A T I O N A LE

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17ª Mostra internazionale specializzata delle attrezzature, servizi, prodotti e accessori per lavannderia, stireria e pulizia dei tessili e affini in genere

17th Specialized international Exhibition of equipment, services, products and accessories for laundry, iironing, cleaning of textiles and allied products

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3-6 Ottobre/October 2014

2014