Informacoaching e lo sport

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Vincere partendo dalla testa

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VINCERE PARTENDO DALLA TESTA Perché il mental coach? Breve articolo sull'utilizzo di un mental coach nelle associazioni sportive.

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Vincere partendo dalla testa

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Mental Coach Vincere partendo dalla testa

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Un po’ di storia

Il coaching, oggi utilizzato come strumento di crescita delle persone, trae una delle

sue origini proprio dal mondo dello sport. Nel 1974 Tim Gallwey, allora maestro di

tennis, si accorse che ponendo ai propri atleti domande aperte essi

raggiungevano performance migliori, mentre indicando ad essi esattamente il

movimento da fare i risultati non erano quelli attesi.

Egli affermava che “l’avversario nella nostra mente è molto più forte di quello

dall’altra parte della rete”. Intendeva un duplice livello di gioco: quello esterno,

dove esiste un avversario che si trova al di là della rete e quello interiore dove

l’avversario, molto più ostico, è nascosta all’interno della nostra mente. Da qui la

nascita dell’Inner Game, oggi sempre più orientato alla modalità del mental

coach.

L’esperienza in campo sportivo ci mostra quanto il secondo livello di gioco influenzi

il primo. Ci sono giocatori o squadre con enorme talento, doti tecniche e tattiche

che, in alcune circostanze, non riescono a mantenere alta la qualità della

prestazione e precipitano in una spirale di errori che a volte li porta a perdere

anche di fronte ad avversari apparentemente più modesti.

Chi è e cosa fa il mental coach

Vincere nello sport partendo dalla testa. È questo il contributo concreto del mental

coach, il preparatore della mente traducendo direttamente i due termini

dall’inglese. Un buon allenamento mentale può incidere per circa il 70% sulla

prestazione dell’atleta soprattutto in vista di semifinali, finali o gare di qualificazioni,

ossia in tutte quelle situazioni in cui si deve vincere.

Il mental coach agisce affiancando l’allenatore sportivo per supportare l’atleta nel

raggiungere performances di eccellenza. Allena la mente di un atleta per

prepararlo a rispondere agli eventi nel miglior modo possibile. E soprattutto va a

«lavorare» sulla personalità dell’atleta per rafforzarla e per far emergere il suo

potenziale inespresso. Punta a far dare il massimo allo sportivo.

Innanzitutto il nostro è un lavoro di sblocco. Solo successivamente di costruzione.

Agiamo sulla capacità di concentrazione, sulla tenuta emotiva, sul controllo dello

stress e su altre variabili. Lavoriamo sull’attenzione, sulla sicurezza, sulle aspettative e

sui blocchi o resistenze dell’atleta.

Non parliamo di motivazione, però, quella è competenza specifica dell’allenatore

sportivo, soprattutto negli sport di squadra. L’allenatore e il mental coach sono due

figure diverse anche se complementari: il primo porta avanti un discorso tattico,

tecnico e motivazionale; il secondo punta ad agire sull’efficienza mentale per

l’efficacia nei risultati.

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Il mental team coaching

Adottando le tecniche del coachtraining i mental team coaching sono incontri

che hanno l’obiettivo di rafforzare il valore del team attraverso le fasi del forming,

storming, norming e performing prese in prestito dai modelli organizzativi. I team

vengono portati a comprendere quali dinamiche relazionali e valoriali entrano nel

team. In questo modo si appianano i conflitti interni ed esterni e si convogliano le

potenzialità verso la meta da realizzare.

In tutti i team il buon funzionamento delle relazioni è l’uomo in più che permette

alla squadra di dare il massimo delle proprie potenzialità, di sconfiggere quella che

spesso si definisce la «paura di vincere».

Il mental coach per gli allenatori - la comunicazione allenatore-atleti e come migliorarla

attraverso l’allenamento mentale

Saper comunicare al team all’inizio della stagione o durante a seconda dei

risultati, stimolare i singoli, rafforzare il gruppo, non è cosa semplice e soprattutto

non è istintiva.

Per l’allenatore è necessario riuscire a comunicare sia con la “testa”, ad esempio

ragionare tecnicamente su aspetti della competizione, sia col “cuore”, come alla

vigilia di un incontro. Generalmente gli allenatori concentrano la loro attenzione e i

loro sforzi alla ricerca di nuove metodologie di allenamento e tattiche sempre più

sofisticate che consentono di avere quel qualcosa in più che li faccia prevalere

sugli avversari. Ma il rapporto comunicativo instaurato dall’allenatore con gli atleti

portano a far fare la differenza, a farli emergere quando tutto sembra senza

speranza.

Attraverso incontri e seminari specifici gli allenatori comprenderanno le tecniche di

comunicazione efficace quali l’ascolto attivo, le domande potenti e l’assertività.