I'M Magazine :::::::::::::: free press Napoli – Editore Maurizio ...Francesco Finizio...

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  • L’EditoreMaurizio Aiello

    Il DirettoreResponsabile

    Ilaria Carloni

    IN COPERTINA

    38 Patrizia PepePER LA DONNA BANG BANG

    DI SERGIO GOVERNALE

    50 LiuJo UomoECCO I PUNTI DI FORZA

    DI SERGIO GOVERNALE

    62 PandoraGIOIELLI DAL CUORE ETICO

    DI SERGIO GOVERNALE

    70 Claudia Gerini“SONO UNA STUDENTESSA DELLA VITA”

    DI ILARIA CARLONI

    84 Il Natale secondo Ferrigno

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    SOMMARIO

    Claudia Geriniph Andrea Ciccalè

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    Edito da I’M srl Redazione

    tel 081 263508fax 081 282662

    [email protected]

    reg. trib. di Napoli n° 47dell’8.05.2008

    EditoreMaurizio Aiello

    Direttore responsabile Ilaria Carloni

    CaporedattoreAlessandra Carloni

    Collaboratori:Alessio Boccali

    Sergio GovernaleMarco Nota

    Marco PetrelliFrancesca Raspavolo

    Graphic DesignFrancesco Finizio

    [email protected]

    FotografoMarco Rossi

    DistribuzioneIdea Marketing

    StampaArti Grafiche Boccia S.p.A. - Sa

    Per la pubblicitàph 081 263508

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  • 25 L’opinioneL’AGONIA DEL SENSO COMUNEDI FABRIZIO CARLONI

    26 BellezzaLA MASTOPESSI PER VALORIZZARE NUOVAMENTEIL SENO DI UNA DONNADI IVAN LA RUSCA

    28 Napule è mille culure…LA STREET ART RACCONTA LE MILLEANIME DELLA CITTÀ DEL SOLEDI ALESSIO BOCCALI

    30 Fashion WeekMILANO CHIAMA NAPOLI E I SUOI DESIGNERDI FRANCESCA RASPAVOLO

    44 Parco ArcheologicoSommerso di BaiaLA PICCOLA ATLANTIDE ROMANADI MARCO NOTA

    58 “Gomorra - La serie”LA RISPOSTA ITALIANA A “THE WIRE”DI MARCO NOTA

    80 Università telematica PegasoINTELLIGENZA, INDIPENDENZA, INTERAZIONEDI ALESSANDRA CARLONI

    88 Twinset presenta “Io sì, tu no”DEL REGISTA CAMPANO SYDNEY SIBILIA

    90 I’M ModelFEDERICA TOCI

    96 Il concept store MaxtrisDI ALESSANDRA CARLONI

    100 “Notte prima degli esami”alla Scuola Militare Nunziatella

    DI MARCO PETRELLI

    103 Professionisti al topMARINA NAPPADI ALESSANDRA CARLONI

    106 Fotonotizie

    110 Le nuove mete di Msc Lirica

    112 Optima ItaliaGRANDI PROSPETTIVE PER IL TEAM PARTENOPEO

    114 Aria di novità da R-Store

    116 Il Gala del Cinemae della Fiction in Campania

    122 Roberta BacarelliFASHION SHOW “LILI MARLEEN”

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  • 126 TuttoSposiMODA, VIP, PREMI E OLTRE 140MILAVISITATORI ALLA 29ª EDIZIONE

    132 Sfilata Evento di Mulishad Hera al Museo di Pietrarsa

    134 Grande successo per la quintaedizione del San Gennaro Day

    136 Le Maschere del Teatro Italiano

    138 Woodstock da Mimmo Rock

    142 Buon 70° Compleanno Chantecler

    146 IQOS Embassy Grand Opening

    148 Birthday party su un velieroper Giorgia Gianetiempo

    152 Al San Carlo il Valzer di Cenerentola

    156 Casinò Party

    158 Monetti e Chanelper la presentazione della Code Coco

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  • L’Opinione

    Una mia teoria molto radicata che horiproposto su questa rivista (e nonsolo) sino al punto di rendere l’Opi-nione un pilotto per chi legge, consi-ste nel convincimento che il senso co-mune, che ha retto per migliaia di

    anni le sorti del mondo, sia ormai in agonia.In poche parole, tutta la varia gamma di idee condi-vise sui comportamenti sociali più diffusi, viene fil-trata, da una quarantina di anni, dal setaccio fittis-simo dell’ideologia. Risulta, quindi, in una discus-sione, in un dibattito od in una conferenza, impossi-bile che due o più soggetti trovino un punto di conver-genza su qualcosa che abbia nell’esperienza e nel vis-suto la base che ne confermi la generalizzata accetta-zione e potenza.Capita, semplificando, che sulla vicenda delle rela-zioni con gli animali domestici, si vada dalla totale di-sapprovazione del pubblico conservatore che stigma-tizza la loro omologazione ai bambini, alla incondizio-nata assimilazione delle bestiole, da parte degli amiciprogressisti, a membri umani della famiglia. Questiultimi, in moltissimi casi, sono considerati dalla Gau-che inferiori per spiritualità ed intelligenza agli esserisenzienti con quattro arti motori.Il rapporto atavico dell’uomo con queste bestiole chea lui hanno reso servigi preziosi, è stato quindi com-promesso, anche in questo caso, dall’ideologia che havoluto che le relazioni con gli animali fossero filtratedalla lente deformante dei propri convincimenti. Tra-sformando straordinari animali da caccia, da guardiao da compagnia in invadenti se non nevrotici prota-gonisti dei parchi giochi, dove ai bambini toccanospazi verdi resi brulli da escrementi e da scavi da sa-vana urbana. Recentemente ho polemizzato, seppur pacatamente,con il proprietario di un affermato centro medico.Parlo di un professionista affermato e padre di fami-glia diligente ed affettuoso. Ho provato, senza risul-tato, a fargli capire che i caninon possono, in un posto fre-quentato da malati a vari li-velli di problematica clinica,condividere le poltroncine dellevarie anticamere. Invano gli ho fatto presente,nell’ambito di un ragiona-mento pacato, che gli amici apiù gambe dell’uomo, sono perloro natura portatori di sva-

    riate patologie che potrebbero diventare un’ulterioresoma per donne incinte, soggetti allergici o con il si-stema immunitario in stato più o meno grave di defi-cienza.Vistolo irrigidirsi, sono passato ad un livello più di-scorsivo nell’ambito della cortese polemica, ricordan-dogli che i cani, contrariamente alla maggior partedegli esseri umani, fanno i propri bisogni senza il ne-cessario passaggio attraverso l’utilizzo di carta igie-nica e del bidet. E che non solo, ma ottemperata allaimbarazzante incombenza, non dispongono di bian-cheria né del resto di quel vestiario che fa da dia-framma tra lo sfintere caudale e la sedia della saladel suo centro su cui animali e cristiani aspettano,senza discriminanti, il turno dei secondi e fanno at-tesa.Altro argomento controverso ed avvelenato dalla filo-sofia, è la difesa personale ed abitativa. La divergenzaè viscerale e prevede per il conservatore l’autotutelaarmata da qualsiasi persona che superi la soglia dicasa di chi si difende. Il pubblico più progressista, al contrario, è disponibilead appoggiare qualsiasi magistrato che mandi in ga-lera e riduca in miseria il padrone di casa che ha pro-tetto dal rapinatore abituale e violento i propri benipersonali od i propri cari sorpresi nel cuore della nottedal bandito poi ammazzato.In poche parole – e chiudendo – un’assoluta man-canza di rispetto per ciò che in tempi non molto lon-tani imponeva il senso di appartenenza ad una comu-nità calda, accogliente e materna che prevedeva, peruna sorta di richiamo atavico, che a regolare i com-portamenti fosse la ragione ed il buon senso.Oggi, la parcellizzazione delle responsabilità nelle isti-tuzioni, la mancanza di percezione della Cosa Co-mune, la perdita di decoro imposto dalla funzione ri-coperta, fanno in modo che ognuno adatti la realtà alleproprie esigenze ed alla propria concezione della vita.Una sorta di Grande Fratello amministra il magma

    costituito dalla comunità, impo-nendo regole evanescenti ed incontinua trasformazione che pre-vedono che ognuno faccia quelloche sente e che chi continua a rife-rirsi allo Spirito, alla poesia ed allaProvvidenza sia una sorta di folledalle idee bizzarre nonostantesiano state il motore dell’umanitàsin dai tempi di Adamo ed Eva.

    [email protected]

    Oggi, la parcellizzazionedelle responsabilitànelle istituzioni, la mancanzadi percezione della CosaComune, la perditadi decoro impostodalla funzione ricoperta,fanno in modo che ognunoadatti la realtà alle proprieesigenze ed alla propriaconcezione della vita.

    L’AGONIADEL SENSO COMUNE

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    DI FABRIZIO CARLONI

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  • Bellezza

    DOTT. IVAN LA RUSCA

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    LA MASTOPESSI PER VALORIZZARENUOVAMENTE IL SENODI UNA DONNA

    Ogni donna ama prendersi cura delproprio corpo e tante sono le atti-vità svolte per valorizzare il viso,il corpo e la propria femminilità.Alcune parti del corpo esprimonomaggiormente la bellezza femmi-

    nile e la sensualità, ed è su queste che le donne pon-gono maggiore attenzione. Ma ci sono casi in cui lacura di sé non basta, come quando il corpo subiscei segni del tempo, o lo stress fisico dovuto ad unagravidanza o a dimagrimenti repentini modifica lasilhouette in modo permanente. Una delle parti delcorpo che più ne risente è il seno, che con il tempopuò assumere una forma cadente o essere svuotato.Il volume mammario appare drasticamente ridotto,le mammelle e il capezzolo diventano cadenti. Con-vivere con questo cambiamento per alcune è diffi-cile e può influenzare l’autostima. Ma la chirurgiapuò risolvere il problema, intervenendo con un lif-

    ting mammario, cioè la mastopessi. Un seno ca-dente e/o svuotato può essere riportato nella suaposizione naturale regalando un profilo formoso egiovanile, fattore spesso importante per recuperareautostima e piacersi. Il vantaggio di questa meto-dica è ridare tono ad una mammella mediante ilsolo utilizzo del tessuto preesistente senza impiegodi protesi; se si è soddisfatti del volume, ma nondella forma, la mastopessi è la tecnica ideale perraggiungere questo scopo. Per procedere con questo intervento, è indispensa-bile affidarsi ad un medico specialista che com-prenda appieno le motivazioni femminili e dia con-sigli nel modo più appropriato per risolvere un di-sagio che, oltre che fisico, è anche fortemente psi-cologico. Insieme al team medico, la donna ricevetutte le informazioni necessarie e può fugare dubbie perplessità per affrontare questo cambiamentocon sicurezza e crearsi aspettative corrette.

    Il vantaggio di questa metodica è ridare tono ad una mammellamediante il solo utilizzo del tessuto preesistente senza impiego di protesi;

    se si è soddisfatti del volume, ma non della forma, la mastopessiè la tecnica ideale per raggiungere questo scopo.

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  • “Napule è mille culure…” cantava Pino Daniele in aper-tura del suo album “Terra mia” del ’77 per dipingerele varie anime della città partenopea, quei “mille cu-lure” che fanno di Napoli la sua realtà attuale, con i suoi pregi e isuoi crucci. Nell’ultimo decennio, al fianco della musica, della let-teratura e della cultura storica della città, c’è una nuova formad’arte che per i vicoli e i rioni racconta a tutti l’essenza del capo-luogo campano. Sto parlando della street art, l’arte di strada chegrazie ai suoi maestri, i suoi artisti, sta imprimendo sui muri dellacittà - e non solo - un segno indelebile e profondo attraverso delleopere meravigliose che raccontano l’essenza della napoletanità. Questa forma espressiva, che nasce come arte popolare, non a casoproprio in una città come Napoli, fin dai tempi di Masaniello - eancor prima - patria del popolo, ha attecchito in maniera conside-revole. Non è un caso nemmeno se gli artisti di questa corrente ri-sentano molto di questa anima popolare e la riportino sempre nelleloro opere. Ne è un esempio eclatante lo street artist Jorit, che aForcella - poco fuori Spaccanapoli - ha rappresentato un San Gen-naro con le fattezze di un operaio napoletano di 35 anni, un uomodel popolo per l’appunto, e non molto distante - a San Giovanni aTeduccio - ha impresso sul muro di un caseggiato un’icona popo-lare come il dio del calcio Diego Armando Maradona.Sacro e profano che spesso vanno a mescolarsi nella street art cosìcome succede proprio nel cuore dei napoletani, che, ad esempio, apochi passi da Piazza Dante di fronte ad un altarino sacro, fannorisaltare la scritta ultrà “Alla base (dell’esistenza, si presumen.d.r) c’è il calcio”. Ma sono così tante le anime di Napoli che soload elencarle ci vorrebbe un giorno intero, eppure la potenza del-l’arte di strada riesce a racchiuderle in piccole opere, piccoli angolid’arte, come quello che si affaccia su via Toledo per raccontare,sotto forma di frasi canzoni, il sentimento per eccellenza: l’amore.Come non citare poi San Gregorio Armeno ed i suoi artisti, a loromodo esponenti dell’arte di strada napoletana ante litteram, con iloro omaggi alle personalità storiche e meno storiche della cittàcosì carichi di quei “mille culure” dei quali si parlava in apertura. Ah, a proposito di omaggi, nell’intento di rappresentare al megliol’anima napoletana legata alla memoria e alla tradizione, gli streetartist che operano a Napoli hanno dedicato in questo 2017 unabellissima serie di opere sparse per tutte la città dedicate al prin-cipe della risata Totò, un pegno dovuto - ed imperdibile - a chi quei“mille culure” napoletani li conosceva bene tanto da saperli incar-nare alla perfezione tutti quanti, senza tralasciarne nemmenouno. Capitolo omaggi ricevuti. Merita una menzione speciale l’operadel papà della street art mondiale Banksy, sita in piazza Gerolo-mini, nel centro storico della città: una Madonna con la pistola alposto dell’aureola; un’altra faccia di quella continua disputa trasacro e profano figlia del popolo, figlia di Napoli.“Napule è mille culure […] Napule è ‘na camminata inte vichemiezo all’ato”, in mezzo al racconto artistico delle sue inscindibilianime.

    Napule è mille culure…La street art racconta le mille

    anime della città del Sole

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  • I’M moda

    Che cosa ci dicono le collezionidegli stilisti made in Naples chedettano moda in tutto il mondo?Come vestirà la loro primaveraestate 2018? Forme, tagli, colorie tendenze della moda che ve-

    dremo. Un caleidoscopio di colori e un trionfodi geometrie per Salvatore Ferragamo: Ful-vio Rigoni proietta la maison napoletana nelfuturo ripescando sapientemente dal passato.In apertura di sfilata c'è Bella Hadid, sullosfondo le sculture dell'artista cult MaurizioCattelan: i 52 look di Ferragamo sono unomaggio ai toni dell'arcobaleno, dall'ultra violaal rosso ciliegia passando per il verde arcadiae l'intramontabile bianco. Abiti sottoveste, pro-vocanti bustini e gonne dalle linee morbide peruna donna consapevole della sua allure. In unconnubio di arte e moda che si rinnova immor-tale da oltre un secolo, il brand made in Napolicontinua a stupire.Vulcanica come le sue origini la nuova colle-zione di Francesco Scognamiglio, giovanefashion designer di Pompei. L'intimo è a vista,le modelle sono coperte con pizzi, lurex, rouge e volant declinati in coloribrillanti come il rosa glitter, l'argento pailettato, il chili oil. Un mix&matchdi tessuti, materiali e stili diversi nella visione del couturier vesuviano cheabbina abiti lavorati artigianalmente in preziosa seta e ricamati in cri-stallo ad accessori casual come felpe e giacche oversize. Il risultato è unlook elegante ma sbarazzino, sofisticato eppure facile da indossare, per si-rene urbane pronte a vivere un'estate di mare e avventura. È una donna iperfemminile, regina di grazia e signora di bon ton quellaimmaginata da Alessandro dell’Acqua per N°21: nude look, trasparenzeosè, lingerie a vista e pancia scoperta, con abiti colore carne, rosa antico ecipria che diventano una seconda pelle per chi ha la fortuna di indossarli.Il punto vita è sottolineato ad arte per disegnare una silouhette romantica

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    Ferragamo

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    FASHION WEEKMilano chiama Napolie i suoi designer

    Francesco Scognamiglio

    I 52 look di Ferragamo sono un omaggio ai toni dell'arcobaleno,dall'ultra viola al rosso ciliegia passando per il verde arcadia e

    l'intramontabile bianco. Abiti sottoveste, provocanti bustini e gonnedalle linee morbide per una donna consapevole della sua allure.

    Vulcanica come le sue origini la nuova collezionedi Francesco Scognamiglio, giovane fashion designer di Pompei.

    L'intimo è a vista, le modelle sono coperte con pizzi, lurex, rouge e volantdeclinati in colori brillanti come il rosa glitter, l'argento pailettato, il chili oil.

  • È una donna iperfemminile quella di N°21: nude look, lingerie a vistae pancia scoperta, con abiti colore carne, rosa antico e cipria che

    diventano una seconda pelle per chi ha la fortuna di indossarli. Il maestro Roccobarocco trae ispirazione dall'Oriente. Gonne a formadi pagoda, bluse che rimandano ai tradizionali kimono, samurai, trote,draghi e maschere da teatro sono simbolo di prosperità e seduzione.

    Il ritorno in passerella di John Richmond sotto l'egidadella napoletana Arav Fashion-Silvian Heach è sexy e grintoso:il mood rock'n roll che rappresenta il dna dell'azienda si fonde

    con il flower power e lo street style.

    e gentile, le gonne longuette danno una sensazionedi movimento e leggerezza, i ricami comunicano de-licatezza, insieme a piume, cristalli swaroski e pai-lettes. Eteree, sinuose, iconiche: le creazioni dellostilista partenopeo sono destinate a durare neltempo. Il maestro Roccobarocco trae ispirazione dal-l'Oriente per presentare, fuori calendario, la nuovacollezione spring/summer 2018: la sua donna uti-lizza stampe a fiori, motivi giapponesi e l'intramon-tabile pizzo nero marchio di fabbrica della maisonper incantare e ammaliare. Gonne a forma di pa-goda, bluse che rimandano ai tradizionali kimono,samurai, trote, draghi e maschere da teatro sonosimbolo di prosperità e seduzione nel concept dello

    stilista napoletano che fonde occidente e esotico,made in Italy e fisolofia oriental in uno stile unicoe identitario. Per donne che vogliono ampliare i loroconfini, non solo geografici.Il ritorno in passerella di John Richmond sottol'egida della napoletana Arav Fashion-SilvianHeach è sexy e grintoso: il mood rock'n roll che rap-presenta il dna dell'azienda si fonde con il flowerpower e lo street style. Richmond gioca con stampe,colori, citazioni musicali punk ed electro, make upspaziale e accessori vistosi per rendere in tessutola giungla metropolitana: le sue donne sono amaz-zoni moderne, eroine contemporanee della stradache conquistano il mondo al ritmo di David Bowiee Iggy Pop.

    N. 21 Roccobarocco John Richmond

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  • Milano caput mundi: 63 sfilate, 94 presentazioni e20 eventi paralleli in 6 giorni, ricavi per 17 mi-lioni di euro, 42milioni di tweet con l'hashtag#mfw, 89mila addetti ai lavori. Sono i numeri del-l'ultima Milano Fashion Week, di scena nel capo-luogo lombardo dal 20 al 25 settembre: in passe-

    rella le collezioni primavera/estate 2018 dei top brand mondiali, gu-stoso assaggio della moda che verrà. Vintage e futurismo per Gucci che, con Alessandro Michele, coniugalo storico pattern verde-rosso-verde con la pura innovazione. I looksono ricchi, opulenti, carichi: ai cardigan logati che hanno fatto epocasono abbinati accessori di ultimissima generazione, alle gonne castefanno da contraltare giacchini spaziali frutto di grande ricerca tec-nologica e sugli abiti romantici fanno capolino le giacche da uomo: èun perenne contrasto di colori e stili, per giocare con la moda e lemode. Le famme fatale di Alberta Ferretti hanno abiti, accessori e porta-mento regale: è un look che sembra semplice ma in realtà è studiatonei minimi dettagli. I capi in seta e chiffon sono magistralmente ri-cercati e abbinati tra di loro con altrettanza sapienza: dalla spiaggiaall'aperitivo, queste donne non perdono mai il loro aplomb, trasmet-tono charme, comunicano pace. Splendida la linea nude look conpiume color carne che cingono le forme femminili in un vortice di gra-zia e stile.Ritorno al futuro in casa Fendi: il maxi logo F is Fendi è punto focaledi ogni look, sulle pellicce, sugli abiti, sulle borse e perfino nei gioielli,per dichiarare sin da subito la propria identità. Karl Lagerfeld im-magina mondi e situazioni diverse per donne camaleontiche che pas-sano dalla gonna in pelle all'abito geometrico per poi indossare visio-narie creazioni in plastica senza alcuna soluzione di continuità. Fiorie quadri, abiti da sera mescolati con calze stampate, sangallo suigiacconi: è arte e non può essere spiegata. Leggiadria, incanto, onirismo: Anna Molinari per Blumarine traducei sogni in vestiti, le fiabe in cartamodelli ideando una linea dedicataalle eroine romantiche della letteratura e all'amore. Il bianco e il nerosono esaltati in abiti sottoveste che coprono le grazie, quel tanto chebasta; l'azzurro e il rosa sono una pennellata lieve su un incarnatoporcellana illuminato da un trucco leggero. Rouge e satin, veli a pois,trasparenze e pizzi: un codice di bon-ton che non passa mai di moda. L'haute couture si fa easy to wear: Missoni sceglie il mood etnical elo mixa a righe, stampe, bande e quadri in una cascata di geometriee motivi fantasy. Dimenticate il tor su ton, le tinte unite e il pandane:l'imperativo è osare. In passerella sfilano donne multisfaccettate, confoulard gioiello, parigine e guanti anche d'estate, cardigan sul co-stume da bagno, cappelli iperbolici e maxi orecchini. Le borse, invece,sono ridotte ai minimi termini: perché l'essenziale è invisibile agliocchi. Una sposa ribelle che conserva contamina il bianco della tradizionecon potenti spruzzi di colore, piumini d'oca, chiodi di pelle e sandaliche sembrano punte da prima ballerina di danza classica: la donnadi Ermanno Scervino è una dama degli anni Duemila con un'ap-perenza rock che cela un'anima romantica. In vita mini-cinture, trai capelli lo cignon alto da etoile. Bianco, rosa, nero, verde e carta dazucchero: la cerimonia diventa occasione per giocare, ridere e sorri-dere. Il futuro è ora: Giorgio Armani porta l'alta e fine sartorialità madein Italy sul palcoscenico milanese, rinunciando a pelle e pellicce, im-primendo una svolta animal-friendly alla produzione e riportando inauge il tailleur giacca-pantalone, giacca-gonna. Le sue signore sono

    Blumarine

    Missoni

    Fendi

    Alberta Ferretti

    I dictat dei big mondiali della moda

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    Gucci

  • luminose, scintillanti: il nero conferisce buon gusto alle creazioni che sono ric-che di sfumature e particolari. Torna il plissè, tornano gli abiti a taglio impero,tornano i bustini millerighe.La donna che Prada immagina per il 2018 ruba dal guardaroba del suo uomoe sfoggia un look che prescinde dal genere: superata la dicotomia lei/lui, le ca-micie maschili diventano sexy sottogiacca, le forme femminili vengono nascosteda giacche sartoriali di taglia over, trench di ispirazione inglese e cappotti dallalinea squadrata e geometrica. Anche gli abiti e le gonne sono androgini. L'unicovezzo sono le parigine alle gambe, seducenti e ammiccanti.Rock'n roll, grunge e, chi l'avrebbe mai detto, fiori: il mood aggressivo del punkincontra il dolce stil novo nella nuova collezione primavera/estate di Mo-schino. Il designer alternativo Jeremy Scott sorprende ancora una volta concreazioni che, soltanto apparentemente, potrebbero sembrare antitetiche: lesue donne sono vestite di petali e piume in colori pastellati ma anche di bor-chie, pelle non lavorata, calze a rete e accessori dark. Principesse guerriere.Un safari raffinato, con kaftani stampati, abiti longuette dai mille colori, gonnea ruota e pantaloni palazzo: Etro replica lo stile dei suoi modelli migliori inchiffon, seta, pizzo e macramè in una collezione ispirarata alla forza e ai coloridella natura più selvaggia. Dal rosso al giallo, dal verde all'immortale bianco,l'estate si accende di etnico, gitano, gipsy-chic, per donne che si concedono unviaggio esotico alla ricerca di nuove sensazioni ed avventure. La notte di Roberto Cavalli è blu intensa: la sua nuova linea è interamentededicata alla sera e prevede abiti ultra-eleganti, sfarzosi, memorabili, per ce-lebrare il by night. Nelle creazioni di Surrige c'è attenzione maniacale per iparticolari: i ricami in cristalli e pailette, le trasparenze a oblò su fianchi epancia, i dettagli gioiello che rifiniscono misè davvero mozzafiato. Non sonosoltanto abiti ma armi di seduzione di massa per donne consapevoli e audaci. I grandi classici di Gianni Versace rivisitati dalla sorella Donatella in unasfilata tributo a 20 anni dalla morte del genio che fondò l'impero: gli abiti cultdelle trionfali stagioni del passato ritornano sul red carpet con un tocco nuovodi glam, ma sempre fedeli allo stile iconico del brand. Il rock di campagna conpantaloni, frange e giacche in pelle si fonde con l'eccentrico, con camicie cheriprendono i motivi del logo Versace e del leone dorato che ruggiva nei favolosianni Ottanta. Per la prima sfilata senza mamma Laura, scomparsa lo scorso 26 maggio, La-vinia Biagiotti Cigna disegna una collezione solare, un inno alla vita nei tonidell'arcadia, del corallo e del bianco, declinato in ben 16 modelli. Le sue donnesono seducenti, eleganti e sofisticate, avvolte in abiti svolazzanti o in pantalonimorbidi che danno movimento e leggerezza alle forme. È uno stile conformistae tradizionale, la ricetta della semplicità che vince e convince.

    Giorgio Armani Prada

    Cavalli

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    PATRIZIA PEPEper la donna Bang Bang

    La direttrice creativa Bambi: “Con la cantante Dua Lipaancora tanta musica per il brand delle donne irriverenti”

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    La campagna Bang Bang di Patrizia Pepe èun invito alla libertà. “Libertà delle donnedi vivere con coraggio, sensualità e un piz-zico di irriverenza”, spiega Patrizia Bambi,direttore creativo del brand che ha strettouna partnership con la cantante Dua Lipa

    e che festeggerà il prossimo anno il primo quarto disecolo con tanta musica per conquistare nuovi mercatiesteri.

    Perché avete scelto Dua Lipa come testimonialdella vostra campagna pubblicitaria 2017-2018?Dua incarna lo spirito consapevole e irriverente di Pa-trizia Pepe. Ha un carattere forte e ironico, deciso esofisticato, con un’anima sensibile e profonda. La sua

    musica graffiante e la sua attitudine glamorous si fon-dono in una femminilità sensuale e delicata, ricca diluci e sfaccettature. È una giovane donna che osa, simette in gioco e supera i limiti sperimentando con idiversi sound e stili. La sua anima al tempo stessogrintosa ed elegante, riflette pienamente la persona-lità libera ed eclettica delle donne che mi ispirano e acui dedico le mie creazioni.

    Come e quando nasce l'accordo con la cantante?Ci siamo incontrate a Londra qualche mese primadella realizzazione della campagna ed è scattata su-bito un’intesa straordinaria. Abbiamo dialogato alungo su diversi temi, dalla carriera professionale aigusti personali, fino alle esperienze di vita. Quando

  • Dua mi ha raccontato la suastoria ho apprezzato soprat-tutto il coraggio e la determina-zione con cui ha inseguito i suoisogni, impegnandosi fin da gio-vanissima negli studi e lavo-rando duramente per potersimantenere a Londra, conside-rato che la sua famiglia si è tra-sferita in Kosovo quando eraancora una bambina. Questomix esplosivo di energia, sicu-rezza e talento mi ha convintaad avviare una collaborazioneche ci riserverà ancora tantesorprese.

    Qual è il messaggio lanciato alle vostre clientieffettive e potenziali?La campagna Bang Bang è un invito alla libertà. Li-bertà di essere ciò che vogliamo. Libertà di vivere concoraggio, sensualità e un pizzico di irriverenza. Li-bertà di sperimentare e abbracciare ciò che non cono-sciamo, con infinita curiosità. E perché no, libertà diessere anche tenaci e visionarie quando occorre, senzatirarci mai indietro se ci è richiesto di esprimere le no-stre idee.

    Si può dire che il “cognome”Pepe, che lei ha aggiunto al suonome, vuole rispecchiare pro-prio questo spirito ribelle, nonconvenzionale e dinamico?Sicuramente. Un pizzico di Pepe si-gnifica quel pizzico di follia e irrive-renza che occorrono per affrontarei mille impegni e le sfide con cui ciconfrontiamo ogni giorno. Esserecuriosa, non convenzionale e dina-mica significa metterci un po’ dipepe, con leggerezza e ironia.

    Dopo la cover Bang Bang, chevede Dua Lipa alla testa di una gang metropoli-tana, come evolverà la storyboard?Il prossimo progetto è ancora top secret ma avrà an-cora una volta come protagoniste la musica, le donnee la loro voglia di divertirsi ed essere complici comedelle vere e proprie “partners in crime”.

    Che rapporto ha lei con la musica?Il mio rapporto con la musica è un amore travolgente.Una passione senza fine, sempre presente in ogni mo-mento della mia quotidianità, dallo jogging di prima

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    Dua Lipa incarna lo spirito consapevole e irriverente di Patrizia Pepe.Ha un carattere forte e ironico, deciso e sofisticato, con un’anima

    sensibile. La sua musica graffiante e la sua attitudine glamorous sifondono in una femminilità sensuale e delicata, ricca di sfaccettature.

    Patrizia Bambi

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    mattina ai momenti di relax fino alle riunioni con ilmio team. La musica non è un semplice sottofondo maun’autentica fonte di ispirazione che mi carica, miemoziona, mi entusiasma e mi fa sentire libera di es-sere la versione più inaspettata di me stessa.

    E con l'arte più in generale?Il mio legame con Firenze, intramontabile città d’arte,ha sicuramente contribuito alla mia grande passioneper ogni tipo di espressione visiva, dalla pittura allascultura alle installazioni contemporanee. Con i suoicolori, sfumature e sensazioni, l’arte è un altro deimondi che stimolano la mia ricerca creativa, assiemealla musica, al cinema e alla letteratura.

    Cosa vuole dire alle donne, ma anche agli uo-mini, che scelgono Patrizia Pepe?Direi che è fondamentale ricordare che lo stile non ri-siede solo nella bellezza di ciò che scegliamo di indossarema anche, e soprattutto, nell’essere consapevoli di noistessi, senza paura di mostrarci per quel che siamo, di-fendendo sempre il nostro spirito libero e indipendente.Gli americani racchiudono questo concetto nella parola“self-confidence”, ma io preferisco definirlo joie de vivre!

    L'anno venturo il marchio compirà i suoi primiventicinque anni: come sarà festeggiato il com-pleanno?Non posso svelare ancora nulla ma vi anticipo che Pa-trizia Pepe festeggerà il suo 25° anniversario con unaserie straordinaria di eventi e nuovi progetti ricchi distile, emozione e soprattutto musica!

    Come immagina il brand tra un altro quarto disecolo?Sempre più contemporaneo, intrigante, innovativo edigitale. Sempre più attento alle contaminazioni crea-tive e ai diversi linguaggi della comunicazione. Conti-nueremo a lavorare con l’approccio trasversale che ab-biamo sviluppato i questi anni, largamente ripagatidall’attenzione e dall’affezione del pubblico verso lostile e l’universo di Patrizia Pepe.

    Vuole ricordare le caratteristiche della vostraofferta?L’offerta Patrizia Pepe include le linee ready-to-weardonna e uomo, cui si aggiunge anche la linea JuniorGirls. Nelle ultime stagioni abbiamo inoltre investito,e continueremo a farlo, tantissime energie e risorsenel progetto accessori, con collezioni stagionali com-poste da borse e calzature ma anche dal tessile e daifashion jewels.

    Cosa prevede il piano di espansione?Prevediamo un’espansione sempre più solida e consi-stente sui mercati esteri, che stanno mostrando par-ticolare interesse e apprezzamento verso le nostrelinee e il nostro modo di raccontarle. Continueremodunque a creare collezioni e contenuti sempre più ispi-ranti e aspirazionali, consolidando in maniera cre-scente il nostro legame con il mondo della musica,anche attraverso l’amicizia e la collaborazione con per-sonaggi di rilievo internazionale come Dua.

    La campagna BangBang è un invito allalibertà. Libertà di essere

    ciò che vogliamo. Libertà di viverecon coraggio, sensualità e unpizzico di irriverenza. Libertà disperimentare e abbracciare ciò chenon conosciamo, con infinitacuriosità. E perché no, libertà diessere anche tenaci e visionariequando occorre, senza tirarcimai indietro se ci è richiestodi esprimere le nostre idee.

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  • Parco ArcheologicoSommerso di BaiaLa piccola Atlantide romana

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    I’M turismo

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    Apochi km da Napolisorge una piccola Atlan-tide romana. Si trattadel parco archeologicosommerso di Baia, unsito di notevole fascino

    situato nel golfo di Pozzuoli alcuni metrisotto il livello del mare. Il sito custodisceancora i meravigliosi resti dell’antico in-sediamento di epoca romana. Il nomeBaia non deriva dalla conformazione delterritorio, bensì da Bajos, il nocchiero diUlisse che, secondo la leggenda, fu se-polto qui. Baia si affermò ai tempi del-l’impero romano come località di villeg-giatura dei patrizi. La Terra del Fuoco,grazie ai laghi d’Averno e di Lucrino ealle sorgenti termali, attirava le fami-glie vicine all’imperatore e lo stessoAdriano fece costruire qui una delle sueville. Non solo. Nel 37 a.C., per voleredel collaboratore di Ottaviano, MarcoVipsanio Agrippa, nella zona fu co-struito anche il Portus Julius, porto mi-litare progettato nell’ambito dello scon-tro navale contro Sesto Pompeo. Nellasua funzione originaria, tuttavia, ebbebreve storia, ben presto sostituito daquello costruito a capo Miseno, precisa-mente a Miliscola, il cui nome significainfatti “scuola militare”. L’antico inse-diamento di Baia è stato sommerso acausa del bradisismo, fenomeno che haprovocato negli ultimi 2000 anni l'ina-bissamento della linea di costa romanadi circa 6/8 metri. Solo negli anni Qua-ranta le foto aeree scattate da RaimondoBaucher hanno permesso di identificarel'area del Portus Julius. Negli anni Ses-santa, invece, è iniziata la prima cam-pagna di rilevamento archeologico su-bacqueo con i primi ritrovamenti. Nel1987 la fascia marina è stata vincolatacon il divieto di alterare lo stato dei luo-ghi. E' del 7 agosto 2002 l’istituzione delparco archeologico sommerso di Baia. Lostraordinario valore di tali siti è dato,oltre che dal loro valore intrinseco,anche dal ottimo stato di conservazionedei reperti archeologici. Mosaici, traccedi affreschi, sculture, tracciati stradalie colonne, sono sommersi sotto il livellodel mare tra anemoni, stelle marine ebranchi di castagnole. Inabissati nelgolfo di Pozzuoli vi sono il ninfeo diPunta Epitaffio, triclinium con funzionedi sala per banchetti risalente all'epocadell'imperatore Claudio, le cui statuesono state trasferite all'interno delMuseo archeologico dei Campi Flegrei.Inoltre si trovano sommersi in questotratto di costa i resti dei porti commer-ciali di Baia (Lacus Baianus) ed il Por-

    Tra i resti più significativi,sono da segnalare alcunestrutture voltate a cupola, comeil grande Tempio di Diana,il Tempio di Mercurioe quello di Venere.

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    tus Julius, la secca delle Fumose, ma anche le vesti-gia della villa dei Pisoni e della villa a Protiro. Il Nin-feo di Punta Epitaffio risale all'epoca dell'imperatoreromano Claudio (41-54 d.C.) ed è situato ad una pro-fondità di circa 7 metri sotto il livello del mare. L'am-biente si presentava come una grande sala rettango-lare di diciotto metri per dieci circa con in fondoun'abside semicircolare, interamente rivestita dimarmo, con una grande vasca al centro. Ognunadelle pareti laterali ospitava una statua, mentrelungo il perimetro della sala correva un canale per loscorrimento dell'acqua. Si trattava, in definitiva, diun grande ninfeo con funzione di sala per banchetti.Il Portus Julius (Porto Giulio, in onore di Gaio GiulioCesare Ottaviano) risale all’epoca di Ottaviano e fucostruito sotto la direzione dell'architetto Lucio Coc-ceio Aucto. Secondo le descrizioni di Cassio Dione eVelleio Patercolo, il porto costiero costituiva un na-turale rifugio protetto per le navi da guerra ed erasede anche di un ampio cantiere navale interno. Eracollegato sia al lago di Lucrino, che era molto piùvasto all'epoca e fungeva già da rada riparata, sia allago d'Averno che forniva un approdo sicuro e, grazieai boschi limitrofi, anche il legname per il cantiere

    navale. Portus Iulius era protetto da una lunga digasulla quale passava la Via Herculea (o Via Hercula-nea) - che partiva dalla Punta dell'Epitaffio, pressoBaia, per giungere fino a Punta Caruso. La funzionemilitare del porto si esaurì una ventina d'anni dopola costruzione, a causa della bassa profondità dellago Lucrino e del parziale insabbiamento con il con-seguente trasferimento della flotta a Miseno nel 12a.C. Portus Iulius mantenne, tuttavia, per moltotempo (fino al IV secolo) la funzione di porto commer-ciale. La secca delle Fumose presenta diversi piloniprobabilmente a protezione del Portus Julius. Du-rante il percorso s’incontrano fumarole attive che te-stimoniano l’origine vulcanica della zona. A Villa deiPisoni, invece, fu ordito il fallito complotto control’imperatore Nerone. Oggi ne restano un ampio giar-dino circondato da un portico e da corridoi, il com-plesso termale, le stanze di servizio e le vasche perl’allevamento dei pesci. Villa Protiro si trova a suddel parco archeologico della città sommersa di Baia.E’ così chiamata a causa del suo particolare piccoloporticato. Una serie di stanze si affacciano su unatrio centrale dal quale ricevono la luce. Attualmentein una di questa stanze è possibile ammirare splen-

    L’antico insediamento di Baia è stato sommerso a causa delbradisismo, fenomeno che ha provocato negli ultimi 2000 annil'inabissamento della linea di costa romana di circa 6/8 metri.Solo negli anni Quaranta le foto aeree scattate da Raimondo

    Baucher hanno permesso di identificare l'area del Portus Julius.

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    didi mosaici composti da pia-strelle bianche e nere. Per ammi-rare le rovine del parco som-merso di Baia bisogna rivolgersia uno dei centri subacquei auto-rizzati dalla soprintendenza adentrare nel parco: per informa-zioni sui diving autorizzati ci sipuò rivolgere al Centro VisiteAMP Parco Sommerso di Baia. Ilsito sommerso è visibile anche ef-fettuando un escursione sul bat-tello Cymba, che, grazie al suofondo trasparente, permette diammirare in tutta comodità lemeraviglie dei fondali di Baia(per maggiori informazioniwww.baiasommersa.it). L’unicaarea di Baia antica risparmiatadall’inabissamento dovuto al bra-disismo è quella delle terme, vi-sibili nel Parco Archeologico delleTerme Romane di Baia (per mag-giori informazioni www.archeo-flegrei.it/baiae-la-piccola-roma).

    Tra i resti più significativi, sonoda segnalare alcune strutturevoltate a cupola, come il grandeTempio di Diana, il Tempio diMercurio e quello di Venere. No-nostante i nomi, si tratta però distrutture termali e non di luoghidi culto, per i quali è rimasta tut-tavia la denominazione popo-lare. Il primo complesso architet-tonico è denominato Villa del-l’Ambulatio e si articola su seiterrazze. Il nucleo della Sosandraoccupa la parte centrale dell’in-tera area. Il settore di Mercurioprende il nome dall’omonimotempio. Infine quello di Veneredeve il nome ad eruditi del Sette-cento che definivano “Stanze diVenere” alcuni ambienti del li-vello inferiore del complesso, ca-ratterizzate da raffinate decora-zioni in stucco sulle volte..

    Inabissati nel golfo di Pozzuoli vi sono il ninfeodi Punta Epitaffio, triclinium con funzione di salaper banchetti risalente all'epoca dell'imperatore

    Claudio, le cui statue sono state trasferite all'internodel Museo archeologico dei Campi Flegrei.

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    LIU·JO UOMOEcco i punti di forza

    Il fondatore di Co.Ca.Ma Giuseppe Nardelli:“Il successo del brand? L’innovativo approccioretail, l’attenzione al consumatore, l’eccellente

    rapporto qualità-prezzo e la filosofia made in Italy”af=pbodfl=dlsbok^ib

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    Il successo di Liu Jo Uomo? “L’innovativo ap-proccio retail, l’attenzione al consumatore,l’eccellente rapporto qualità-prezzo e la filo-sofia made in Italy”. Parola di Giuseppe Nar-delli, fondatore e proprietario di Co.Ca.Ma,società con sede a Nola, in provincia di Na-

    poli, licenziataria del brand che fa parte di un pro-getto di joint venture partecipata da Liu Jo Spa.

    Vuole ricordare come e quando nasce la par-tnership con Marco Marchi, presidente di LiuJo Spa?Nel 2012, da un rapporto di solida amicizia e venten-nale collaborazione, ha preso vita questo nuovo pro-getto, destinato in breve tempo a conquistare consuccesso quell’ampia fascia di consumatori alla ri-cerca di uno stile confortevole, pratico e attuale. As-sieme a Marco Marchi, fondatore del brand carpi-giano Liu Jo, è stato stretto un accordo di licenza perla produzione e distribuzione di un nuovo brand di

    abbigliamento maschile: Liu Jo Uomo. L’ambiziosoobiettivo è partito con l’idea di offrire agli uomini capicasual e raffinati, in grado di esaltarne il fascino.Prodotti rassicuranti e confortevoli dallo stile metro-politano, pensati per un uomo contemporaneo e perdiverse situazioni d’uso, dalle occasioni di lavoro altempo libero, dall’aperitivo serale al week end. Unuomo che desidera sentirsi sempre a proprio agio conil look giusto in ogni momento della giornata.

    Parlando della collezione autunno-inverno2017, quali sono le novità e i capi iconici chefanno parte del successo del brand?L’attenta analisi del mercato e l’esplorazione dellenuove tendenze di settore sono i punti di partenza dacui ha preso vita la nuova collezione di Liu Jo Uomo.È così nato il guardaroba ideale per un uomo cheesprime il proprio fascino naturale con semplicità, unuomo elegante, attento alle tendenze e alla propriaimmagine, che ama capi raffinati, dalla vestibilità co-

    La collezione Plus, dedicataa un consumatore più ricercato,

    si compone di capi di qualitàeccellente, nel rispetto del già ottimo

    rapporto qualità-prezzo, uno deipunti di forza del brand.

    Una proposta che attualizzail business classic, con dettagli

    dal twist moderno e rassicurante,nella quale il consumatore più attento

    si può facilmente identificare.

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  • moda e confortevole, dall’eleganza rilas-sata e rassicurante. Tre le collezioni checompongono la proposta Liu Jo Uomo.La collezione Plus, dedicata a un consu-matore più ricercato, si compone di capidi qualità eccellente, nel rispetto del giàottimo rapporto qualità-prezzo, uno deipunti di forza del brand. Una propostache attualizza il business classic, condettagli dal twist moderno e rassicu-rante, nella quale il consumatore piùattento si può facilmente identificare.

    Quali sono le altre due?La collezione Sport è contaminata dalmondo active: una proposta dal moodurban/sport/casual pensata per il week-end e il tempo libero. Forte presenza ditessuti tecnici e pratici per capi iconicicome la straordinaria felpa Liu JoUomo. Per gli outerwear vengono uti-lizzate termosaldature e speciali gom-mature, prese a prestito dal mondo ac-tive e reinterpretate in chiave urban.Una proposta di scarpe urban-runningrealizzate in Italia completa la colle-zione. La proposta diventa completagrazie alla terza collezione: quellaDenim, altro cavallo di battaglia del

    brand. Realizzata con tele italiane daifinissaggi naturali, è caratterizzata dauna personalizzazione discreta ma ico-nica fatta di dettagli accurati ed esclu-sivi.

    Altre novità?Rilevante la collezione shoes, che spa-zia dal mondo running e sneaker allacalzatura classica prodotta artigianal-mente in Italia, utilizzando i miglioripellami presenti sul mercato. Abbiamoinoltre potenziato la collezione Acces-sori. Un ampliamento nato dalla forterichiesta del mercato. Dalle cinture co-ordinate alle calzature, a un’ampia pro-posta di zaini, borse da viaggio, cartelleda lavoro oltre alla serie Travel: duetrolley rigidi in fibra di carbonio.

    A chi si rivolge la collezione Liu JoUomo?L’uomo Liu Jo Uomo guarda alle ten-denze ma non ama gli eccessi, sceglieautonomamente e con cura i capi che

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    La collezione Sport è una proposta dal mood urban/sport/casualpensata per il tempo libero. Forte presenza di tessuti tecnici

    e pratici per capi iconici come la straordinaria felpa Liu Jo Uomo.““

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    indossa, sa abbinarli tra loro con sicurezza. Leitmotiv confort e praticità. Con il risultato finale di unguardaroba multifunzionale, adatto a una vita dina-mica. È un uomo che ama esplorare stili diversi, dalcasual/sportivo all’urban/street fino al business/clas-sic, scegliendo quello più adatto all’occasione di uti-lizzo.

    Il vostro testimonial, oltre a essere stato pro-clamato top model del 2016, è anche uno deimaggiori influencer internazionali: è una stra-tegia pensata in vista di un’espansione glo-bale?Nell’ottica di una rapida “conquista” dei mercatiesteri, strategica è stata la scelta del nuovo testimo-nial, Francisco Lachowski, fascinoso ambasciatoredel marchio Liu Jo Uomo nel mondo. Giovane uomodall’attitudine cool ma accessibile, molto amato dalpubblico dei social network, Francisco cattura l’at-

    tenzione con il suo sguardo intenso, la bellezza di-sarmante e l’eleganza rassicurante. La campagna dicomunicazione che lo vede protagonista esalta laduttilità dei capi iconici di questa collezione, propo-nendo commistioni tra lo stile formale e quello piùcasual, un gusto che esprime e rispecchia perfetta-mente l’identità di chi indossa Liu Jo Uomo. L’ha-shtag #anUrbanTale, dedicato alla campagna prota-gonista anche sui social network, fa da leitmotiv atutti i materiali di comunicazione, dai look book alvisual presente nei punti vendita.

    Come racconterebbe Co.Ca.Ma in termini dimodello di business? Quali sono i punti diforza che secondo lei hanno determinato unacrescita così veloce?L’innovativo approccio retail, l’attenzione al consu-matore, l’eccellente rapporto qualità-prezzo e la filo-sofia made in Italy: ecco i fattori di successo delbrand Liu Jo Uomo. Collezioni pensate per un uomocontemporaneo, che ama esplorare stili diversi sce-gliendo capi rassicuranti e duttili, che gli permettonodi indossare con disinvoltura l’outfit da ufficio ancheall’ora dell’aperitivo.

    Cosa vi aspettate dal 2017 e in proiezione nel2018? Nuove aperture, nuovi mercati?Forte di una solida esperienza e grazie alla strutturamanageriale e operativa, in progressiva espansione,il marchio si sta preparando a nuove sfide tra le qualila conquista di un consumatore più ricercato, la si-gnificativa penetrazione dei mercati esteri e il pro-gressivo avvio dell’e-commerce, grazie al consolida-mento di partnership con le principali piattaformeweb specializzate nella vendita on-line.

    ““.

    La collezione Denim èrealizzata con tele italiane dai

    finissaggi naturali, ècaratterizzata da una

    personalizzazione discreta maiconica fatta di dettagli

    accurati ed esclusivi.

  • Variety l’ha definita “La rispostaitaliana a The Wire”, mentre ilWall Street Journal la considera“L’esportazione televisiva italianadi maggior successo”. Insomma,gli apprezzamenti per “Gomorra –

    La serie” si sono sprecati anche oltre Oceano. Edora, dopo tanta attesa, è in arrivo anche la terzastagione del cult nato da un’idea di Roberto Sa-viano e ispirato al suo omonimo romanzo. Go-morra 3 andrà in onda in prima tv dal 17 novem-bre, il venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic HD e SkyCinema 1 HD con 2 episodi a sera. E quest’anno,

    grazie a Vision Distribution, le prime puntate sa-ranno proiettate in anteprima in oltre 300 sale ci-nematografiche italiane, il 14 e 15 novembre.Prodotta da Cattleya e Fandango in collabora-zione con Beta Film, la serie si è avvalsa della col-laborazione della Film Commission Regione Cam-pania e della Bronx Film. La regia è stata affidataa Claudio Cupellini e Francesca Comencini, men-tre la sceneggiatura è stata scritta da LeonardoFasoli, Maddalena Ravagli, Ludovica Rampoldi. I12 episodi della nuova stagione di Gomorra sonostati girati tra Bulgaria e Campania e hanno ri-chiesto oltre 150 giorni di riprese. 160 le location

    “GOMORRALA SERIE”

    La risposta italiana a “The Wire”

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    Salvatore Esposito

  • utilizzate, oltre 350 gli attoricoinvolti, 4500 le comparse e140 le persone delle troupe lo-cali che hanno lavorato sulset. Sono questi i numeri dellaserie cult venduta attual-mente in circa 190 territori. Ilcast vedrà diverse conferme equalche volto nuovo. Rive-dremo Marco D’Amore (Cirodi Marzio) e Salvatore Espo-sito (Genny Savastano), Cri-stiana Dell’Anna (Patrizia) eCristina Donadio (Scianèl).Tra le new entry, ci sarannoanche due giovani attori napo-letani: Arturo Muselli, nelruolo di Enzo, capo di unanuova fazione che cercherà diassumere il controllo del cen-tro di Napoli, e Loris De Lunache interpreta Valerio, ram-pollo della Napoli bene ineso-rabilmente attratto dalla ma-lavita. Confermati anche nellaterza stagione Fabio De Caro

    (Malamò), Ivana Lotito (Az-zurra, la giovane moglie diGenny) e Gianfranco Gallo(Giuseppe Avitabile, il padredi Azzurra). La seconda sta-gione della serie si è conclusacon la morte di Don Pietro. Aducciderlo è stato Ciro, istigatoda Genny che gli ha fornito lapistola e gli ha detto dove tro-vare il vecchio boss. Gomorra2 ci ha raccontato la costru-zione, il dominio e la crisi delSistema degli Scissionisti. Neinuovi episodi, chi è sopravvis-suto alle faide si troverà a ge-stire le ferite che quelleguerre hanno provocato. Lamorte di Don Pietro ha creatoun vuoto di potere, in grado dirompere gli equilibri di NapoliNord. Qualcuno deve quindioccupare il posto del boss alpiù presto, prima che la noti-zia del suo omicidio si dif-

    I 12 episodi della nuova stagione di Gomorra sono stati girati traBulgaria e Campania e hanno richiesto oltre 150 giorni di riprese.

    160 le location utilizzate, oltre 350 gli attori coinvolti, 4500 le comparsee 140 le persone delle troupe locali che hanno lavorato sul set.

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    Cristina Donadio

    Cristiana Dell’Anna

  • fonda. Ciro è costretto a fuggire, perchè tuttisanno che è stato lui ad uccidere Don Pietro. È unuomo ormai stanco, privato del potere e degli af-fetti che lui stesso ha contribuito a distruggere.Le sue ambizioni da boss sono solo un lontano ri-cordo. Genny, invece, cerca di far coesistere la suanuova vita nella capitale con l’eredità di NapoliNord. Sa che la gestione di quest’ultima è essen-ziale al suo potere malavitoso, ma anche che Se-condigliano è cambiata profondamente. Dopo annidi guerre, le piazze di spaccio sono infatti presi-diate costantemente dalle forze dell’ordine e nonrendono più come in passato. Di conseguenza,Genny ha bisogno di dare nuova linfa alle sue at-

    tività malavitose e progetta di estendere i suoi af-fari al centro di Napoli. Compito non facile, per-ché quel territorio è già controllato da una confe-derazione di famiglie storiche, che non ha nes-suna intenzione di lasciargli campo libero. Perriuscire nel suo intento trova il supporto necessa-rio in Enzo Villa, il giovane erede di una delle fa-miglie fondatrici della Camorra, esclusa dal po-tere quando il capoclan è diventato uno dei primipentiti. Il clan di Enzo diventa in breve tempo ilbraccio armato di Genny per far breccia negli in-granaggi dell’oscuro potere che domina nel centrodi Napoli. Ne nasce una guerra senza esclusionedi colpi per il controllo del cuore della città.

    Nei nuovi episodi, chi è sopravvissuto alle faide si troverà a gestirele ferite che quelle guerre hanno provocato. La morte di Don Pietro

    ha creato un vuoto di potere, in grado di rompere gli equilibri di NapoliNord. Qualcuno deve quindi occupare il posto del boss al più presto,prima che la notizia del suo omicidio si diffonda. Ciro è costretto afuggire, perchè tutti sanno che è stato lui ad uccidere Don Pietro.

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    Marco D’Amore

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    Gioielli dal cuore eticoAl colosso danese “la medaglia d’oro” per le produzioni

    green e per il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.Nuova collezione Pandora ispirata ai personaggi Disney:

    protagonisti Mickey e Minnie Mouse e le Principesse.

    PANDORA

  • Non solo gioielli dal design contem-poraneo a prezzi accessibili. Lecreazioni Pandora hanno ancheun cuore etico. Il gruppo danese èinfatti attento all’ambiente, allasalute e alle condizioni di lavoro

    dei propri dipendenti e vanta una produzione al-tamente green, tanto da aver conquistato “la me-daglia d’oro” dei riconoscimenti nel settore: la cer-tificazione gold Leed (Leadership in Energy andEnvironmental Design). In due sole parole Pan-dora è “socialmente responsabile”. Cosa vuol dire?Che il colosso quotato alla Borsa Nasdaq Omx diCopenaghen è costantemente impegnato a imple-mentare pratiche etiche in tutti gli aspetti dellasua attività: dal garantire un ambiente di lavorostimolante e orientato allo sviluppo di benefici pergli addetti, alla loro salute e sicurezza, fino all’im-patto sull’ecologia e alla gestione dell’energia.Vediamo un esempio. La maggior parte dei gioielliPandora è realizzata in Oro 14K e Argento Sterling925, decorati da pietre di zirconia cubica sinteticae, talvolta, da pietre preziose o diamanti naturali.L’86% dell’oro e addirittura il 91% dell’argento uti-lizzati in questi gioielli provengono da materiali ri-ciclati. Questo non vuol dire che la qualità sia in-feriore, anzi. Il valore di questi materiali è infattilo stesso di quello dei minerali estratti dalle mi-niere. Ma l’utilizzo di oro e argento riciclati riducei danni ecologici di oltre il 95%. A calcolarlo è stataTrucost, società di consulenza per i costi ambien-tali, secondo cui il costo ambientale derivantedall’utilizzo di pietre di zirconia cubica sinteticheè minore di oltre il 99% in termini di emissioni digas serra e inquinanti atmosferici rispetto ai dia-manti estratti.Non solo: il restante 14% di oro e il residuo 9% diargento è materiale grezzo proveniente rispettiva-mente da raffinerie certificate “conflict-free” e dafornitori certificati dal Responsible JewelleryCouncil, il massimo organismo in materia. L’eco-sostenibilità delle produzioni e la garanzia cheanche i fornitori rispettino l’ambiente sono conden-sate nel Pandora Ethics, il programma di respon-sabilità del gruppo a cui sono improntate non solole interazioni di lavoro dei dipendenti all’internodell’azienda a livello globale, ma anche il modo incui l’azienda interagisce con gli stakeholder e le so-cietà con cui opera. A tutti i fornitori viene chiesto,infatti, di firmare un codice di condotta responsa-bile e sono soggetti a controlli periodici, affinchésiano conformi agli standard richiesti, in caso di si-tuazioni giudicate non conformi Pandora inter-viene aiutandoli a migliorare trasferendo loro co-noscenze e competenze.Il rispetto dell’ambiente non finisce qui. Pandoraha raggiunto il 100% di riutilizzo dei quattro prin-cipali prodotti di scarto della lavorazione dei gio-ielli: gesso, vetro, gomma e cera. Il gesso viene ri-ciclato nel settore edilizio, il vetro nella produzionedi piastrelle, la gomma viene usata come carbu-rante dall’industria del cemento e la cera utilizzatadai produttori di statuine decorative nei processi

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    L’86% dell’oro e addiritturail 91% dell’argento utilizzatiin questi gioielli provengonoda materiali riciclati.Questo non vuol dire chela qualità sia inferiore, anzi.Il valore di questi materiali èinfatti lo stesso di quello deiminerali estratti dalle miniere.

  • di fusione. In questo modo il riciclo complessivo di tuttigli scarti di produzione è pari all’86%.A marzo di quest’anno, in aggiunta, il gruppo ha inau-gurato uno degli stabilimenti di produzione più greenal mondo. Situato a Lamphun, nel Nord della Thailan-dia, ha ricevuto anch’esso la certificazione Leed e ha ri-definito gli standard per il settore dei gioielli. La sedeproduttiva altamente efficiente nell’uso delle risorse haconsentito a Pandora di ridurre il consumo medio dienergia, le emissioni di gas serra e il consumo d’acquaper unità prodotta. E un’altra sede di produzione eco-logica e all’avanguardia verrà completata nel 2018 aBangkok. Inoltre, nel quartier generale di Copenhagen,il nuovo Global Office, aperto l’anno scorso, ha ottenutola certificazione Leed nella categoria gold. Qui, il con-sumo di energia è alimentato da mulini a vento e pan-nelli solari e al posto dei cestini, nei piani dedicati agliuffici, sono state allestite delle stazioni di riciclo pertutti i tipi di materiali.Il riutilizzo al 100% vale anche per tutte le shopper dicarta ed i cofanetti Pandora. Ricavate da legno prove-niente da silvicoltura sostenibile, sono il frutto dellapartnership con il fornitore MTG Group. Da quando èiniziata la collaborazione nel 2009, entrambe le aziendesono cresciute rapidamente e in modo eticamente re-sponsabile.

    Ma quando nasce il successo del colosso danese? Nel1982, quando viene fondato dall’orafo Per Enevoldsene da sua moglie Winnie a Copenaghen. Da alloral’azienda ha intrapreso una crescita continua. Dall’es-sere una gioielleria locale danese è diventata infatti unodei brand di gioielleria più amati dalle donne: dalleAmeriche all’Asia, passando dall’Europa e finendo inOceania. Nel 1989 è iniziata la produzione dei gioielliin Thailandia, dove la coppia aveva scoperto non solometalli e pietre preziose, ma anche artigiani altamentequalificati, esperti nelle tecniche orafe tradizionali. Dal2005 al 2010 l’espansione: nel 2006 ha aperto le porteil primo Concept Store, nel 2008 il fondo di privateequity Axcel ha acquisito il 60% del capitale e neglianni successivi il gruppo ha ottenuto la piena proprietàdella distribuzione nei mercati chiave. L’azienda, inol-tre, ha aumentato la propria capacità produttivaaprendo nuove e più grandi sedi di produzione intera-mente di proprietà a Gemopolis, il quartiere orafo diBangkok.I gioielli oggi sono venduti in più di cento Paesi nelmondo attraverso una rete di circa 7.700 punti vendita,tra cui più di 2.200 negozi monomarca. Pandora im-piega oltre 22.300 addetti in tutto il mondo, di cui oltre13.200 in Thailandia dove, come abbiamo detto, ha lasede produttiva. Ha chiuso il 2016 con un fatturato to-

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    Pandora ha raggiunto il 100% di riutilizzo dei quattro principaliprodotti di scarto della lavorazione dei gioielli: gesso, vetro,

    gomma e cera. Il gesso viene riciclato nel settore edilizio,il vetro nella produzione di piastrelle, la gomma viene usata

    come carburante dall’industria del cemento e la cera utilizzatadai produttori di statuine decorative nei processi di fusione.

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    L’ultima novità di questastagione è il lancio dellaPandora Disney Collection.Grazie all’estensionedell’alleanza strategica conla Walt Disney Company aimercati d’Europa, MedioOriente e Africa, i gioiellid'ispirazione Disney sono ora disponibili inquasi tutti i mercati globalidel brand danese.

    tale di 20,3 miliardi di corone, pari a circa 2,7 miliardidi euro.Sul fronte della produzione, il boom è iniziato nel 2000,con il lancio dell’iconico bracciale con charm. Il brac-ciale componibile ha preannunciato il successo inter-nazionale. Di lì a poco Pandora ha conquistato nuovimercati, tra cui gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia ela Germania. Due le collezioni: la prima si chiama Mo-ments ed è composta da bracciali componibili con oltre700 charm ispirati a temi diversi, realizzati in Oro 14K,Argento Sterling 925, nella nuova lega metallica Pan-dora Rose, in vetro di Murano e smalto. L’idea eraquella di permettere alle donne di celebrare i momentidella propria vita creando look in linea con i propri co-lori, temi, ricordi, occasioni o simboli preferiti. La se-conda, denominata Pandora Essence Collection e in-trodotta nel 2013, si compone di bracciali rigidi in Oro14K, Argento Sterling 925 e bicolor, bracciali e collanea maglia snake o a maglia a grani in Argento Sterling925 e una vasta gamma di charm tutti decorati conmateriali di alta qualità e con incisi significati impor-tanti che esprimono l’essenza delle donne.Tutti i gioielli Pandora sono rifiniti a mano e sono rea-lizzati con materiali di alta qualità nel rispetto dell’am-biente.Pandora propone inoltre un’ampia scelta di anelli, an-ch’essi componibili – fedine, a fascia, solitari, con pietree da cocktail –, oltre a collane, pendenti e orecchini, perpermettere alle donne di tutto il mondo di creare com-posizioni uniche secondo il proprio stile.L’ultima novità di questa stagione è il lancio della Pan-dora Disney Collection, per la prima volta in EMEA edin Italia. Grazie all’estensione dell’alleanza strategicacon la Walt Disney Company ai mercati d’Europa,Medio Oriente e Africa, a partire dallo scorso ottobre, igioielli d'ispirazione Disney di Pandora sono ora dispo-nibili in quasi tutti i mercati globali del brand danese.La collezione che si compone di circa trenta nuovi gio-ielli, alcuni dei quali sono una novità della collezioneDisney di Pandora, è ispirata ai personaggi più amatidi Disney, tra cui Mickey e Minnie Mouse e le Princi-pesse Disney: Cenerentola, Aurora, Belle ed Elsa. Inol-tre, il bracciale componibile con charm di Pandora è di-ventato il gioiello ufficiale di Disneyland Paris in Fran-cia. Per le feste natalizie i nuovi gioielli rifiniti a mano conun design unico ed innovativo, in Argento Sterling 925,smalto, cristalli celebrano Mickey Mouse, Minnie, lePrincipesse e tutti gli altri personaggi iconici, resi ce-lebri dal genio di Walt Disney che rivivono su charms,bracciali e collane perfette per tutti gli stili. Dalla fa-mosa scarpetta di Cenerentola al bracciale rigido de LaBella e la Bestia con i charm “Disney, La Rosa Lumi-nosa di Belle” e “Disney, Mrs Bric e Chicco” fino ai cri-stalli di ghiaccio di Frozen e tutti i pendenti dedicatialle principesse più amate di sempre. Tutte le creazionid’ispirazione Disney possono essere mixate con tutti igioielli Pandora esistenti per donare un tocco fiabescoal look e rendere colorata e giocosa la stagione dellefeste. Portare un pizzico di magia, di gioia e di pensieripositivi nella vita di tutti i giorni sarà un gioco da ra-gazzi. Questo il messaggio alla base della nuova colle-zione Pandora ispirata al mondo Disney..

  • Claudia Gerini. Nata a Roma il 18dicembre 1971. Esordisce nel 1991nel programma “Primadonna” diBoncompagni il quale la vorràin seguito nella corte di “Non è laRai” che le ha dato la popolarità. Tra isuoi film più importanti: “Viaggi dinozze”, “Grande, grosso e... Verdone”di Carlo Verdone, “La sconosciuta”di Tornatore e il recente “Amore eMalavita”, che l'ha portata sul redcarpet della mostra del cinemadi Venezia. Ha due bambine:Rosa di 13 anni avuta dall'ex maritoAlessandro Enginoli e Linda di 8avuta da Federico Zampaglione.

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  • CLAUDIAGERINI

    Claudia Gerini, un mix di femme fa-tale e mamma, una attrice chepiace a uomini, donne e bambini.Spontanea, solare, determinata esoprattutto camaleontica. Grazie aqueste caratteristiche ha realizzato

    più di 50 film, ha collezionato premi e riconosci-menti che negli anni l'hanno resa una delle at-trici più apprezzate del panorama italiano e nonsolo. Ha esordito da giovanissima in un concorsodi bellezza, "Miss Teeneger" che vide in giuriaGianni Boncompagni, suo talent scout e come leilo definisce, "maestro di vita". Aveva solo 15 anniquando ha recitato nel suo primo film accanto aLino Banfi e Laura Antonelli, e vent'anni quandoè entrata a far parte della corte di "Non è la Rai",che le ha dato popolarità. Il vero successo è arri-vato grazie al regista e amico Carlo Verdone chel'ha voluta in numerose pellicole, come nell'esi-larante ruolo di Jessika, la sposa coatta nel film"Viaggio di nozze" in cui ha pronunciato la fa-mosa frase "O famo strano", diventata un tor-mentone. Ha lavoraro con attori del calibro diMel Gibson e Castellitto, dimostrando sempregrande versatilità e talento, come nel recentefilm "Amore e Malavita", che l'ha portata sul redcarpet della settantaquattresima mostra del ci-nema di Venezia da protagonista.

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    “Sono una studentessadella vita”

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    Claudia lo scorso ottobre è uscito "Amore e ma-lavita", in concorso a Venezia. Ce ne parla?È una commedia dei Manetti bros con Buccirosso,Giampaolo Morelli e Serena Rossi, in cui io sono na-poletanissima. È stata una grandissima soddisfa-zione portarlo a Venezia e devo dire che non mel'aspettavo proprio.

    Come è stata l'emozione del red carpet alla mo-stra?Ho cavalcato tante volte il red carpet a Venezia, mastavolta è stata una emozione speciale avendo unmio film in concorso. Non mi era mai capitato in tantianni, è stato diverso.

    La commedia è stata girata a Napoli. Che rap-porto ha con la città?Girare a Napoli è stata una esperienza esaltante per-ché amo questa città, i suoi colori, sapori, odori. Èpiena di energia e mi sono sentita accolta meraviglio-samente. Peraltro ho un nonno materno di Afragola,quindi in me scorre anche un po' di sangue parteno-peo.

    "Amore e malavita" è un musical, quindi le hadato di nuovo l'occasione di cantare e ballarein un film. Ha sempre avuto la passione per ilcanto? Come già accaduto in "Sono pazzo di Iris Blond" conCarlo Verdone, anche in questo film c'è una perfor-mance in cucina di ballo e canto. Mi sono esaltata.Ho sempre avuto la passione per la musica, sin daragazzina. Del resto ho iniziato con "Non è la Rai" incui cantavo e ballavo.

    A proposito di "Non è la Rai", un commento sulsuo talent scout Gianni Boncompagni.Boncompagni: semplicemente un maestro di vita.

    Tra le tante cose ha girato "Suburra", che staavendo un grandissimo successo su NetFit. Cheruolo ha?Andare in onda su una piattaforma che sta in 190paesi con un prodotto italiano distribuito in tutto ilmondo, è una occasione unica. Interpreto una speciedi dark lady, sono un revisore di conti della commis-sione vaticana che si occupa dei terreni vaticani. As-

    setata di potere, lavoro al fianco di un monsignoresgomitando pur di arrivare lontano.

    Camaleontica come sempre, passa da ruolidrammatici a commedie con grande no calan-che, così come da "Suburra" a "Nove lune emezza", una commedia sulle donne. Ce neparla?Si, il 12 ottobre è uscita nelle sale questa commediadedicata alle donne. Parla di due sorelle, una vigi-lessa che non può avere figli e che li desidera forte-mente, e un'atra invece che può averne, ma è unarocchettara musicista e non ne vuole. Io interpretoquest'ultima, ma come enorme atto d'amore decidodi "prestare" l'utero a mia sorella affinché possa rea-lizzare il suo sogno di maternità.

    E per finire, è tornata in Campania, ad Ischia,per l'ultimo film di Muccino, in uscita il 14 feb-braio. È un film corale che racconta una grande riunione difamiglia per le nozze d'oro di questa coppia interpre-tata dalla Sandrelli e Marescotti. Si riuniscono sul-l'isola, ma una grossa mareggiata impedirà agli

    ospiti di ripartire. Durante questa forzata perma-nenza usciranno fuori tante magagne. Io sono in cop-pia con Massimo Ghini e la mia storia diventeràdrammatica a causa di una malattia. Poi ci sonotanti intrecci tra i tanti attori: Favino, Accorsi, laCrescentini, Sabrina Impacciatore.

    Come è stato essere diretti dal grande Muc-cino?Gabriele è un regista molto appassionato ed un uomodolcissimo. Si vede che ha avuto dei periodi difficilinella vita e che ne ha fatto tesoro. È stata una verascoperta dal punto di vista umano.

    Qual è la sua marcia in più per cui è conside-rata un'attrice tanto versatile, da essere ingag-giata per ruoli diversissimi in una brillantecarriera ultra ventennale che non si è mai ar-restata?Da dentro è difficile capirlo, ma credo ci si nasca. Ame piace molto passare dalla commedia al dramma.Essere camaleontica è qualcosa che mi piace perchéamo le sfide e misurarmi sempre con nuove espe-

    Sono cresciuta in fretta, ma non è stato uno strappo alla mia vita da ragazzinaperché comunque ho studiato al liceo e poi qualche anno

    all’università. Il successo è iniziato ad arrivare dopo i vent’anni,quando una donna ha già gli strumenti per crescere.

    È la maternità che ha segnato un cambiamento nella vita: mi sonomolto responsabilizzata e ho iniziato a guidare la mia famiglia e a fare sacrifici.““

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    Girare a Napoli è statauna esperienza esaltanteperché amo questa città,

    i suoi colori, sapori, odori.È piena di energia

    e mi sono sentita accoltameravigliosamente.

    Peraltro ho un nonnomaterno di Afragola,

    quindi in me scorreanche un po’ di

    sangue partenopeo.

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    rienze. Mi sono sempre definita una "studentessadella vita" nel senso che mi piace imparare cosenuove e mettermi continuamente in gioco.

    Il lavoro è parte pregnante della sua vita.Come ha fatto a tenere i piedi per terra e a nondiventare tutt'uno col suo personaggio pub-blico, come spesso accade?Bisogna vivere le cose con un certo distacco. Non homai perso di vista la Claudia semplice, vera, auten-tica. Sono innanzitutto una madre e non perdo maidi vista la vita d tutti i giorni.

    Quest'esordio così precoce le ha tolto qual-cosa?Credo di non aver perso nulla. Piuttosto con l'età hoacquisito consapevolezza, come tutte le donne con lamaturità. Ora so bene cosa voglio e cosa non voglio.Il cuore è sempre lo stesso e continuo ad avere ungrande sogno. Quell'entusiasmo non mi si è assopito.Quello che ho perso forse è il sonno per tutte le "al-

    zatacce" di notte per andare sul set, ma fa tutto partedi un bagaglio di esperienze che ha reso ricca la miavita.

    Certo però non può negare di essere cresciutain fretta…Sono certamente cresciuta in fretta, ma non è statouno strappo alla mia vita da ragazzina perché co-munque ho studiato al liceo e poi qualche anno al-l'università. Il successo è iniziato ad arrivare dopo ivent'anni, quando una donna ha già gli strumentiper crescere. Piuttosto è la maternità che ha se-gnato un cambiamento nella vita, perché quandosono diventata madre ovviamente mi sono molto re-sponsabilizzata e ho iniziato a guidare la mia fami-glia e a fare sacrifici, dedicandomi solo alle figlie eal lavoro.

    Lei ha due figlie, Rosa di 13 anni e Linda di 8.Che tipo di madre è?Sono una mamma molto presente, giocosa e non an-

    Amo le sfide e misurarmi sempre con nuove esperienze.Mi sono sempre definita una "studentessa della vita" nel senso chemi piace imparare cose nuove e mettermi continuamente in gioco.“

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    siosa. Piuttosto viaggio di notte, dormo qualche orain meno, ma cerco di non stare mai più di una set-timana lontana. Mi realizzo molto a essere madre.Sono nata madre.

    E come compagna come si definisce?Come donna sono molto femmina. Mi piace fare lafemmina.

    I suoi rapporti sono compromessi dalla suaimponenza di donna di successo?Si, spavento purtroppo, perché sono molto indipen-dente, con una carriera importante, dei guadagni.Credo ci sia ancora il retaggio dell'uomo capofami-glia, anche se in realtà sono le donne a dirigere iltimone. Però l'uomo ha bisogno di sentirsi forte edi avere l'illusione che il sostentamento dipendadal suo sudore. Quando questo viene meno o addi-rittura è invertito, gli uomini si spaventano.

    Rispetto alle delusioni della vita, lei come sipone?Sono una persona che guarda molto avanti e nonsi ripiega su se stessa. Sono un Sagittario e vedo ilbicchiere sempre mezzo pieno. Tendo a impararedai fallimenti e considero tutto un bagaglio di vita.Questo lavoro ti insegna ad incassare perché èfatto di continui provini e di "no", per cui ti abituialle delusioni e ti costruisci una corazza.

    Il sogno del matrimonio che dura per sempresi è infranto. Anche in questo caso ha meta-

    bolizzato bene?Sono stata sposata con Alessandro Inginoli per 3anni ed ho avuto Rosa, poi ci siamo lasciati e dopoun annetto ho conosciuto Federico Zampaglione edè nata Linda. Dopo dodici anni è finita anche conlui. Desideravo la famigliola perfetta, di invec-chiare con lo stesso uomo, con il padre dei mieifigli, ma purtroppo non è successo e non ci rimu-gino, anzi io conservo sempre i bei ricordi. Ho unbuon rapporto con entrambi e non mi sento affattodelusa dagli uomini. Mi sento risolta come donna.Questi rapporti mi hanno formata e soprattuttoaiutata a capire cosa non voglio in un legame.

    Cosa non è andata?Nel primo legame ho semplicemente capito che noneravamo più innamorati, nel secondo, quello con Fe-derico Zampaglione c'era moltissimo amore, maspesso, quando nascono i figli, non si matura neglistessi tempi. La famiglia è un progetto importante, daportare avanti con un sacrificio comune. Spesso gli uo-mini non maturano di pari passo con le donne e noi citroviamo madri e con un senso di profonda solitudine.Madri si nasce, padri si diventa e spesso in questo pro-cesso le strade si dividono anziché unirsi.

    Ora ha una nuova relazione?Si, ho una nuova relazione con Andrea Preti, manon mi butto più a capofitto come una volta. Luidesidera un figlio ed io sono in crisi totale perchénon me la sento. Ma come ho già detto, sono un ca-vallo pazzo quindi non si sa mai..

    Sono una persona che guardamolto avanti e non si ripiega suse stessa. Sono un Sagittario evedo il bicchiere sempre mezzopieno. Tendo a imparare dai

    fallimenti e considero tutto unbagaglio di vita. Questo lavoro

    ti insegna ad incassareperché è fatto di continuiprovini e di "no", per cui

    ti abitui alle delusionie ti costruisci una corazza.

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    Intelligenza, Indipendenza, Interazione. Questisono i criteri chiave che orientano la formazionesecondo l'Università Telematica Pegaso. Isti-tuita dal Ministero dell'Istruzione dell'Univer-sità e della Ricerca nel 2006, è un Ateneo co-struito sui più moderni ed efficaci standard tec-

    nologici in ambito e-learning con una offerta formativamolto ampia. Tale offerta formativa prevede dieci corsidi laurea: 5 triennali (Ingegneria civile, Scienze turi-stiche, Economia aziendale, Scienze dell’educazione edella formazione, Scienze motorie), 4 biennali (Mana-gement dello sport e delle attività sportive, Scienzeeconomiche, Scienze pedagogiche e Ingegneria della Si-curezza) e una a ciclo unico (Giurisprudenza) ed è ar-ricchita da master, corsi di perfezionamento e Accade-mie, come quella del Cinema e dello Sport Paralimpico.L'Università Telematica Pegaso conta 50.000 studentied è la più seguita sui social coinvolgendo migliaia difollowers che quotidianamente interagiscono tra loro econ l'Ateneo. Potremmo definirla una università "a Km

    0" con sedi d'esame dislocate su tutto il territorio na-zionale e altissima qualità nell'interazione tra tutor estudenti che sono raggiunti letteralmente in ogni dove,riuniti in una realtà accademica virtuale che non co-nosce precedenti nè rivali. Cosa dire dei docenti del-l'Università Telematica Pegaso? Essi provengono dellepiù prestigiose Università italiane, sono professionistidei diversi settori formativi e professionali, figure au-torevoli della società civile ed esponenti del mondodella cultura in generale, tutti di chiara e riconosciutafama internazionale. Solo per citarne alcuni: l’ex mi-nistro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, oggi rettoredell’Ateneo; Giuseppe Tesauro, già presidente dellaCorte Costituzionale; Giancarlo Laurini, già commis-sario straordinario dell’Ordine Nazionale dei Commer-cialisti. L'elevato spessore del corpo docenti coniugatocon una didattica innovativa e altamente tecnologica,hanno spinto le principali categorie produttive delPaese a stipulare convenzioni con Pegaso. Sono oltre500 ad oggi le convenzioni con sindacati, forze dell'or-

    UNIVERSITA TELEMATICA

    PEGASOIntelligenza, Indipendenza, Interazione

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    dine, associazioni di categoria, ordini professionali epartiti politici. Abbiamo intervistato per voi il presi-dente Danilo Iervolino, imprenditore campano che asoli 27 anni ha fondato l'Ateneo più moderno che ci siae recentemente ha istituito la prima "Startup Univer-sity" per accompagnare i futuri startupper nel com-plesso percorso di costruzione di una attività a partireda una "semplice" buona idea. La stessa che, undicianni fa ebbe lui.

    Pegaso oggi è anche una "Startup University" esi è associata al più grande incubatore italianodi idee: Digital Magics. Ci spieghi come è natoquesto progetto e a cosa ambisce. Le rispondo con alcuni dati recentemente pubblicatinella"Relazione annuale al Parlamento sullo stato diattuazione e sull'impatto della policy a sostegno dellestart up e delle PMI innovative" redatta dal ministerodello Sviluppo economico. Le start up italiane sonopoco più di 6300 e impiegano 34 mila persone. Cifrepoco confortanti se si considera che nella sola città diLondra se ne contano 5mila con 251 mila dipendenti.Nel nostro Paese è necessario stabilire un legame fortetra università e tessuto imprenditoriale, non a caso unesempio che cito sempre è quello della Silicon Valley.Amo dire che una buona idea non basta, va indirizzatanel modo giusto, altrimenti è destinata a soccomberenella dura sfida con il mercato globale. Startup Uni-versity nasce proprio da questo assunto ed è aperta siaai futuri start upper ma anche a chi è già in attivo inquesto settore. Si rivolge a un vasto pubblico con per-corsi ad hoc e ha l’obiettivo di accompagnare nelle

    varie fasi l’imprenditore – dalla concezione progettualealla ricerca di finanziamenti, fino alla certificazionedella start up.

    Con 130.000 like su Facebook, 4000 followers suTwitter e 3000 su Instagram Pegaso è l'Ateneopiù "social" di tutti. Questa forte "rete" tutela esostiene gli studenti? In che modo?Non parlerei di sostegno da parte dell’Ateneo, dà l’ideadi una azione subita da parte del discente. Preferiscointerazione, perché è in questo modo che intendiamoil nostro rapporto con gli studenti, anche e non solo at-traverso l’utilizzo dei social media. La nostra è per suanatura una comunità che comunica attraverso i nuovicanali ma che sente forte il senso di appartenenza ed’identità e questo lo si evince anche dai numeri chelei ha citato. L’intento è di coinvolgere gli studenti ren-dendoli protagonisti di nuove esperienze. Con questospirito è nata Pegaso Experience, un contenitore cul-turale che, attraverso l’ausilio di dirette streaming ecollegamenti via social, ha consentito di partecipare alGiffoni Film Festival, l’Ischia Festival, la 74° Mostradel Cinema di Venezia e FuoriCinema a Milano.

    A chi si rivolge principalmente una universitàtelematica?Inizialmente il “pubblico” al quale si rivolgeva l’univer-sità telematica era costituito in gran parte da lavora-tori, esponenti delle forze dell’ordine e del mondo dellasanità. Oggi circa il 25% degli iscritti sono neodiplo-mati che scelgono in prima battuta la telematica, forseperché la giudica più attuale e vicina al linguaggio dei

    Oggi abbiamo 50 mila studentitra iscritti ai corsi di laurea

    e postlaurea; abbiamo accesoconvenzioni con oltre 500 enti,associazioni, sindacati, ordini

    professionali; ci avvaliamodell’esperienza dei migliori

    docenti e delle professionalitàpiù prestigiose.

    “Danilo Iervolino

  • millennials.

    Come avvengono le iscrizioni, il pagamento, icolloqui con i docenti, gli esami la stesura di unatesi. Insomma, tutto ciò che in una universitàtradizionale richiede una fila in segreteria oun'attesa, da voi come funziona? È tutto gestito attraverso la piattaforma e-learning.L’iscritto accede con le credenziali e può in massimaautonomia seguire le video-lezioni, sottoporsi ai test divalutazione, contattare i tutor e i docenti, interagirecon gli altri studenti nelle chat di gruppo, effettuare ipagamenti, etc. C’è poi il rapporto umano che non puòessere surrogato del tutto dagli strumenti tecnologici.Nella nostra università riveste un ruolo fondamentale,infatti garantiamo assistenza di persona attraversouna rete capillare costituita da ben 70 sedi d’esamesull’intero territorio nazionale e mediante gli oltre 500poli didattici.

    Pegaso ha acquisito autorevolezza in questi un-dici anni di esperienza, come dimostra il calibrodei docenti e la scelta delle sedi. Ha mai sentitoil peso dei pregiudizi di chi è rimasto legato alconcetto tradizionale di università? Quando undici anni fa ho intrapreso questo percorsonon è stato facile farmi prendere sul serio. Forse itempi non erano giusti e il sistema universitario e della

    formazione non era pronto ad accogliere una rivolu-zione così significativa. Conseguire una laurea da casapropria e con l’ausilio del solo computer poteva sem-brare una chimera. Oggi abbiamo 50 mila studenti traiscritti ai corsi di laurea e postlaurea; abbiamo accesoconvenzioni con oltre 500 enti, associazioni, sindacati,ordini professionali; ci avvaliamo dell’esperienza deimigliori docenti e delle professionalità più prestigiose.Credo che questi dati rispondano al posto mio.

    Come vede l'università del futuro?In primo luogo credo fermamente nel processo di de-mocratizzazione del sapere. Il tasso di sviluppo econo-mico e sociale di una nazione è direttamente propor-zionale al livello d’istruzione del suo popolo. Non a casonel report sullo Human Capital Index, redatto dalWorld Economic Forum- che valuta il capitale umanodei diversi Paesi, inteso come insieme di conoscenze ecompetenze utili alla creazione di valore economico e,indirettamente, al progresso di ogni singola nazione-Finlandia, Norvegia e Svizzera sono al vertice dellaclassifica per il 2016. Se mi chiede come vedo l’univer-sità del futuro non posso che rispondere più democra-

    tica, tecnologica e interconnessa. Legata al mondo dllavoro e alle continue evoluzioni del mercato globale.Per questo negli ultimi anni si parla tanto di life-longlearning. Per essere competitivi non basta più esserelaureati, ma è necessario aggiornare continuamente leproprie competenze.

    Il tasso drammaticamente alto di disoccupa-zione giovanile è allarmante. Vale ancora lapena investire nell'università?Ovviamente sì. Il 68% trova un lavoro a un anno dallalaurea triennale. Il 71% a un anno dalla incoronazionedella magistrale. Il vero tema è l’offerta formativadegli atenei che deve essere aggiornata di continuo eformulata sulle nuove esigenze del mercato del lavoro.

    In Europa che spazio trovano realtà come Pe-gaso? Da tempo abbiamo intrapreso un ampio programmadi internazionalizzazione. Abbiamo contatti con di-verse realtà europee a Malta, in Bulgaria, in Ucraina,ed extraeuropee, cito ad esempio la Cina e diversi paesidel Sud America.

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    Nel nostro Paese è necessario stabilire un legame forte trauniversità e tessuto imprenditoriale, non a caso un esempio che

    cito sempre è quello della Silicon Valley. Amo dire che una buonaidea non basta, va indirizzata nel modo giusto, altrimenti èdestinata a soccombere nella dura sfida con il mercato globale.“

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    I’M made in Naples

    Il Natale secondoFERRIGNO

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    Quando si avvi-cina il Natale, ilpensiero va al-l'eccellenza cam-pana più stret-tamente legata

    a questa festività: Marco Ferri-gno, il maestro presepiale chedal cuore di Napoli, ha espor-tato la sua arte in tutto ilmondo. In via San Gregorio Ar-meno 8 c’è la sua bottega, cheMarco, erede di una straordina-ria tradizione di famiglia che sitramanda da quattro genera-zioni, non ha mai spostato. No-nostante le sempre maggiori ri-chieste dei suoi pezzi d'arte,Ferrigno privilegia la qualitàalla quantità e non si piega atrasformare il suo mestiere inuna realtà industriale. "Le ri-chieste sono sempre maggiori,ma non intendo rinunciare alpregio dell'artigianalità in fa-vore della quantità". È questala ragione per cui non ho volutomigrare stabilmente nel salottodi Napoli, Chiaia, con un altronegozio. Richiederebbe tantis-simo lavoro in più e per ese-guirlo dovrei abbassare il livelloqualitativo e non mi interessa".Le opere di Ferrigno conside-rato tra i capiscuola dell’artedella terracotta napoletana,sono ispirate al Settecento na-poletano e sono dei veri e propricapolavori, ma l'abilità diMarco, degno erede dello stra-ordinario papà Giuseppe che loguida dall'alto, è quella di averspaziato realizzando statuettedi personaggi di attualità, sporte spettacolo. Questi, infatti,vanno a ruba e costituisconoanche un'attrattiva per i piùgiovani che vogliono accostarsiall'arte presepiale. Tra i piùvenduti i calciatori come Hi-guain, prima idolo della squa-dra partenopea, ora suo piùacerrimo nemico, non a casorealizzato con le corna, il com-pianto Paolo Villaggio in ver-sione Fantozzi con pantaloneascellare, canottiera e bretelle,Donald Trump e il leader co-reano Kim Jong-un in versioneguerriero. Marco valorizza ap-pieno la sua città, Napoli,esportando la sua arte in tuttoil mondo senza però mai la-

    In via San Gregorio Armeno 8 c’è la suabottega, che Marco, erede di una straordinaria

    tradizione di famiglia che si tramanda daquattro generazioni, non ha mai spostato.

    Nonostante le sempre maggiori richieste dei suoipezzi d'arte, Ferrigno privilegia la qualità

    alla quantità e non si piega a trasformare il suomestiere in una realtà industriale.

    “Le richieste sono sempre maggiori, manon intendo rinunciare al pregio

    dell'artigianalità in favore della quantità”.

  • sciare le sue radici, San Grego-rio Armeno, che dalle sue parolesuona davvero come casa,quella in cui si è nati e quellache si porta sempre nel cuoreovunque si arrivi. "Non sareinulla senza San Gregorio Ar-meno", ha detto, e del padre, ilgrande maestro Giuseppe Ferri-gno dice "Lui è sempre con me,qualunque cosa io faccia, michiedo sempre cosa penserebbelui. Mi do la risposta e solo dopoagisco". Il 22 novembre, data delsuo 49° compleanno, Marcocome ennesimo atto d'amore perla sua città e la sua arte, festeg-gia con un evento speciale nelcuore pulsante del Centro Sto-rico: “Presepi, tra suoni, arte esapori” che si terrà nel Com-plesso Monumentale San Gen-naro all'Olmo e San Biagio Mag-giore su una meravigliosa ter-razza, mettendo in mostra lesue statuette col supporto dellaFondazione Gianbattista Vico edi tanti amici partner dell'ini-ziativa, che come lui valoriz-zano il made in Naples.

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    Le opere di Ferrigno considerato tra icapiscuola dell’arte della terracotta napoletana,sono ispirate al Settecento napoletano e sono deiveri e propri capolavori, ma l'abilità di Marco,degno erede dello straordinario papà Giuseppeche lo guida dall'alto, è quella di aver spaziatorealizzando statuette di personaggi di attualità,sport e spettacolo. Questi, infatti, vanno a ruba ecostituiscono anche un'attrattiva per i piùgiovani che vogliono accostarsi all'arte presepiale.

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    In occasione della 74a Mostra del Cinemadi Venezia Twinset riconferma il suo le-game ispirante con il Cinema d’autore

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