I’M MAGAZINEMarco Nota Francesca Raspavolo Graphic Design Francesco Finizio...

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Disponibile su App Store TOSCA ALESSANDRO PREZIOSI I’M MAGAZINE Moda GAZZARRINI Riparte da Napoli Moda DORABELLA Alla conquista dei mercati esteri Turismo POSITANO Un paradiso verticale tra viuzze e limoneti Eventi GIFFONI FILM FESTIVAL Film, musica, supereroi e cucina Moda MONTBLANC La vetta del lusso Turismo POSITANO Un paradiso verticale tra viuzze e limoneti Eventi GIFFONI FILM FESTIVAL Film, musica, supereroi e cucina SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 Anno XI N°67 Disponibile su Google Play

Transcript of I’M MAGAZINEMarco Nota Francesca Raspavolo Graphic Design Francesco Finizio...

  • Disponibile su App Store TOSCAALESSANDRO

    PREZIOSI

    I’MMAGAZINE

    ModaGAZZARRINI

    Riparte da Napoli

    ModaDORABELLAAlla conquista

    dei mercati esteri

    TurismoPOSITANO

    Un paradiso verticaletra viuzze e limoneti

    EventiGIFFONI FILM FESTIVAL

    Film, musica,supereroi e cucina

    ModaMONTBLANCLa vetta del lusso

    TurismoPOSITANO

    Un paradiso verticaletra viuzze e limoneti

    EventiGIFFONI FILM FESTIVAL

    Film, musica,supereroi e cucina

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    Disponibile su Google Play

  • L’EditoreMaurizio Aiello

    Il DirettoreResponsabile

    Ilaria Carloni

    IN COPERTINA

    18 MontblancLA VETTA DEL LUSSODI SERGIO GOVERNALE

    30 GazzarriniRIPARTE DA NAPOLIDI SERGIO GOVERNALE

    40 DorabellaALLA CONQUISTA DEI MERCATI ESTERIDI SERGIO GOVERNALE

    48 Alessandro Preziosi“A UN CERTO PUNTO È NECESSARIODIVENTARE ADULTI”DI ILARIA CARLONI

    58 Valeria Della RoccaDIECI ANNI DI SUCCESSI CON IL GALÀDEL CINEMA E DELLA FICTION IN CAMPANIADI ALESSANDRA CARLONI

    64 Ludovica Coscione“SONO PICCOLA MA SOGNO IN GRANDE”DI ALESSANDRA CARLONI

    68 Claudio AgrelliVI SVELIAMO I SEGRETI DI UN PUBBLICITARIO

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    SOMMARIO

    Alessandro Preziosiph Marco Rossi

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    Edito da I’M srl Redazione

    tel 081 263508fax 081 282662

    [email protected]

    reg. trib. di Napoli n° 47dell’8.05.2008

    EditoreMaurizio Aiello

    Direttore responsabile Ilaria Carloni

    CaporedattoreAlessandra Carloni

    Collaboratori:Francesca Andreoli

    Mariano CervoneSergio Governale

    Marco NotaFrancesca Raspavolo

    Graphic DesignFrancesco Finizio

    [email protected]

    FotografoMarco Rossi

    DistribuzioneIdea Marketing

    StampaArti Grafiche Boccia S.p.A. - Sa

    Per la pubblicitàph 081 263508

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    via Stazio n.3 - Napoliph 081 7141919

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  • 15 L’opinioneIL PERDONISMO

    DI FABRIZIO CARLONI

    16 BellezzaCHIRURGIA ESTETICA TRA NOVITÀ E REALTÀ

    DI IVAN LA RUSCA

    26 La divina PositanoUN PARADISO VERTICALE TRA VIUZZE, LIMONETI E GRADINIDI FRANCESCA ANDREOLI

    36 Palazzo degli SpiritiFRA MITO, MISTERO, NATURA ED ARCHEOLOGIADI FRANCESCA ANDREOLI

    72 Legatoria artigianaDOVE IL LIBRO HA ANCORA UN VALORE UNICO

    DI MARCO NOTA

    76 Al teatro ce n’è per tutti i gusti…DI MARIANO CERVONE

    80 I’M ModelARIANNA GIANNINI

    87 Professionisti al topIL DOTTOR RICOZZIDI ALESSANDRA CARLONI

    90 Fotonotizie

    94 Una crociera a bordodi MSC Meraviglia

    96 Giffoni Film FestivalFILM, MUSICA, SUPEREROI E CUCINADI FRANCESCA RASPAVOLO

    100 Social World Film FestivalUN’EDIZIONE RICCA DI PASSIONE PER IL CINEMA

    102 Ischia Global Film & Music FestivalEDIZIONE 2018 DEDICATA A VANZINA

    106 Premio Sinfonie d’AutoreUNA SERATA PER I BEATLES

    108 Tuttosposi spegne 30 candeline

    110 Il Premio di giornalismo Posillipo,Cultura del MareSERATA MERAVIGLIOSA PER LA I EDIZIONE

    114 Le Maschere del teatro Italiano 2018

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  • 116 Summer Party per Iqosa Cappella Vecchia

    120 Il nuovo O bag store

    122 Starry Party

    124 Party gold & black

    128 Rosa da bere e da gustare

    130 Un compleanno 6.0

    132 18 anni capresi

    134 Sunset Malandrino a Palazzo Petrucci

    138 Party amalfitano per Colella

    142 Lemon party

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    L’Opinione

    Tra i molti cambiamenti di rotta portatidalla globalizzazione ai comportamentiritenuti per centinaia di migliaia di anninaturali, c’è il Perdonismo. Molto dopoche l’uomo ha assunto un aspetto deco-roso perdendo il vello ed elevando la sua

    linea dell’orizzonte di qualche decina di centimetri, lasocietà occidentale, quella che sino alla fine del Mille-novecento era la fonte primaria di ispirazione e crescitaculturale, spirituale ed economica del mondo, si è con-vertita alla sovversione degli ideali che l’hanno rettaper millenni. Tra i principi elettivi perduti, quello della sanzione chepresumeva che chi derogava alle regole scelte da ognisodalizio, dovesse essere punito in base ad un codicetramandato oralmente o scritto. La nuova era dellaglobalizzazione, squinternando tutto ciò che sulla ma-teria appariva sedimentato ed immutabile, ha cam-biato rotta.Da qui la confusione capitanata da un Grande Fratellosu principi generalmente condivisi, come la famigliaed i vari livelli di aggregazione sociale che andavanodalla parrocchia al circolo della caccia o della Juve, perpassare al comune, alla regione, alla nazione ed al con-tinente. Tutto sovvertito ed i cinghiali ora pascolano sotto ai co-muni delle principali città italiane perché ci si è con-vinti che cacciarli sia un delitto; per non parlare dellenutrie che causano milioni di euro di danni facendo fra-nare le sponde dei corsi d’acqua naturali e dei canali emoltiplicandosi a milioni senza che le si possa conte-nere con delle trappole o con la sterilizzazione.Venendo ad un livello più filosofico, la società occiden-tale è divenuta buonista senza freni e nelle famiglie,nelle formazioni più complesse che guardano a quellasuprema, costituita dallo stato sovrano, non esiste piùil cattivo. Nelle conversazioni anche tra amici, diventasempre più problematico basarsi sui fatti concreti chesi sommano e sulle esperienze, per giungere alla con-clusione che uno di noi è semplicemente brutto o cat-tivo.Se uno dei chiacchieroni ipotizza che qualcuno deimembri della compagine amicalesia un ladro, per un riflesso con-dizionato, gli altri dicono cheforse è vero, ma che, però, è moltobello; se si afferma che tizio è unegoista, gli astanti subito trovanoun punto di coagulo intorno a chidice di averlo visto mentre divi-deva lo stipendio con il vicino dicasa disoccupato.Se il fenomeno si allarga al di-

    scusso fenomeno degli immigrati clandestini, diventadifficile manifestare indignazione verso le ONG, cheinvece di soccorrere i bisognosi senza che debbano ab-bandonare il proprio Paese, li raccolgono sulle coste li-biche alimentando la tratta degli schiavi vergognosa.I falsi buoni per convenzione, vedono nel ragazzone dicolore dalle spalle da gladiatore che proviene dal con-tinente più ricco di acque potabili, materie prime e mi-nerali del mondo, la vittima sacrificale di un fenomeno,il colonialismo, che si è estinto da un numero di anniche a molte nazioni sono stati sufficienti per combat-tere guerre di indipendenza, formarsi, prosperare ecrescere; vedi per esempio gli Stati Uniti.Ma il Perdonismo è diventato un fenomeno infiltrantesenza confini e si è evoluto in una filosofia inscalfibile.Chiunque si comporti in maniera prepotente e suppo-nente, in genere viene incoraggiato dai silenzi del con-sesso in cui vive. Conosco un vecchio signore con unpassato famigliare e lavorativo più che gratificante, ve-dovo e risposato, che impone le nuove regole piuttostoincolori inventate dalla attuale moglie, dimentico delpassato ed assolto dalle vittime.Così come esiste il condominio che vuole trasformarel’ameno giardino di un palazzo quasi antico in un par-cheggio sulla semplice base del pragmatismo commer-ciale, per la prepotenza di chi non riesce ad apprezzareil richiamo mattutino del merlo e degli altri uccelli evuole abbattere fontane ed aiuolo dove, senza poesia,vorrebbe fare stazionare autovetture e motorini. Anchequi, con il prevalere del rozzo sul silenzioso sensibile.È il Perdonismo che è diverso dal Perdono che, a mioparere, si deve misurare con la contrizione almenoespressa dal colpevole o dal peccatore. Un concettocomplesso ben espresso da quel grande filosofo e teo-logo che è stato Henri Nouwen (L’abbraccio benedi-cente - meditazioni sul ritorno del figlio prodigo, Edi-trice Queriniana, 2016). Nel bellissimo saggio che elabora la parabola del Fi-gliol Prodigo, il padre è individuato felicemente nelbuon Dio che valuta sulla base di principi superiori eda Lui solo conosciuti. Nella vita di tutti i giorni, chi pra-tica il perdono a prescindere, e per solo conformismo,

    applica un principio nuovo cheesclude o limita qualsiasi san-zione. Questo principio, a mio pa-rere, non ha a che fare con l’indul-genza, ma con l’incapacità dellasocietà attuale di essere solidalesui sani principi e di pretenderneil rispetto, da parte dei sui com-partecipi supponenti, arroganti edimpuniti.

    [email protected]

    La società occidentale èdivenuta buonista senzacontenimento e nellefamiglie, nelle formazionipiù complesse cheguardano a quella suprema,costituita dallo statosovrano, non esiste più ilcattivo.

    IL PERDONISMODI FABRIZIO CARLONI

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  • Bellezza

    DOTT. IVAN LA RUSCA

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    CHIRURGIA ESTETICATRA NOVITÀ E REALTÀ

    La chirurgia estetica si afferma nelmondo ormai dal secolo scorso, rincor-rendo con determinazione un obiettivo:ricreare l’armonia delle forme e delleproporzioni laddove l’età o la costitu-zione fisica spingono in direzione oppo-

    sta. È in grado di migliorare l’aspetto fisico e più ingenerale lo stato di benessere psicologico di un in-dividuo, con effetti positivi sull’atteggiamento versogli altri e verso la vita in generale. Le novità in chirurgia estetica sono talmente fre-quenti e promettenti da convincere le persone chetutto sia possibile, in poco tempo e con effetti mira-colosi. Risultati risolutivi raggiungibili con metodi-che poco invasive e poco costose: una panacea diiniezioni e laser, adatta a tutti e per ogni cosa. Pur-troppo la maggior parte di queste presunte novitàrisolutive, soluzioni strabilianti e veloci sono spessoinefficaci o addirittura dannose per il paziente.La riprova è che la maggior parte di queste novitàstupefacenti ha vita breve, al di sotto di un anno.Se una metodica è efficace per il trattamento o ilmiglioramento di un disagio fisico, proviene da unalunga ricerca scientifica quindi rimane nel tempo eanzi, viene migliorata e studiata per renderla an-cora più performante. Inoltre si diffonde tra tutti ichirurghi plastici e non resta confinata a pochieletti.Pensiamo a come il botox o l’acido ialuronico sisiano diffusi: testati e usati in modo appropriatosono diventati tra le metodiche principali utilizzatedalla maggior parte dei chirurghi plastici. Unesempio lampante riguardante le false aspettativeè la correzione di smagliature o il trattamento dellacellulite: queste due problematiche molto comuni edisagevoli sono ancora lontane da un trattamentorealmente risolutivo, altrimenti la maggior partedei chirurghi plastici lo proporrebbero come tratta-mento di base nei propri studi medici. Al contrario,

    settimanalmente troviamo in vendita prodotti “mi-racolosi” che riattivano, snelliscono, sbiancano, tra-sformano la pelle e la ringiovaniscono di decenni!Il campo della medicina e chirurgia estetica è in-vaso da medici che sono attratti dal settore “del-l'estetica” per la grande richiesta del mercato, peri guadagni veloci ma soprattutto perché viene rite-nuta una chirurgia di "facile esecuzione", quindicon forte riduzione di rischi professionali. Qual-siasi chirurgo che abbia una buona esperienza nelsettore può praticare interventi di chirurgia este-tica, ma solo coloro che sono in possesso di specia-lizzazione sono in grado di conoscere a fondo le pro-blematiche, fisiche e psicologiche, che vanno valu-tate attentamente prima di procedere e quindisono in grado di proporre le giuste metodiche perla risoluzione degli inestetismi, senza creare illu-sioni o false aspettative.Il medico responsabile dissuade da trattamentiinefficaci o con poche probabilità di successo, con-sigliando quando possibile al paziente metodichealternative come una sana attività fisica o unosport, evitando così trattamenti vani e inutilmentedispendiosi. Solo così si guadagnerà la piena fidu-cia del paziente che vedrà nel medico a cui si affidaun professionista serio e non un venditore di pro-dotti.Difatti prima di essere “medici estetici” o “chirur-ghi estetici” bisogna essere prima di tutto medicicoscienziosi e professionisti seri, e non semplicivenditori di “metodiche innovative”.L’aver conseguito una specializzazione in chirurgiaplastica, l’appartenenza alle società scientifichespecifiche - come la Società Italiana di ChirurgiaPlastica, Ricostruttiva ed Estetica, (S.I.C.P.R.E.) eL’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Este-tica (A.I.C.P.E.) e l’aver prodotto studi scientifici oarticoli di settore indica la competenza e denotaprofessionalità e affidabilità del medico.

    Le novità in chirurgia estetica sono talmente frequentie promettenti da convincere le persone che tutto sia possibile,in poco tempo e con effetti miracolosi. Purtroppo la maggior

    parte di queste presunte novità risolutive sono spessoinefficaci o addirittura dannose per il paziente.

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  • MONTBLANCla vetta del lusso

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    Non solo strumenti da scrittura, ma anche orologi,pelletteria, accessori, fragranze e occhiali per la maison

    che sposa tradizione e innovazione

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    Artigianalità e innova-zione. Raffinatezza eprecisione. Qualità as-soluta e lusso. C’è ununico marchio che rac-chiude queste caratte-

    ristiche non solo per gli strumenti dascrittura, ma anche per gli orologi, lapelletteria, gli accessori, le fragranze egli occhiali. È Montblanc, simbolo distile in tutto il mondo, che si ispira allavetta del Monte Bianco.Il brand è conosciuto e apprezzato so-prattutto per le sue inimitabili penne,grazie alle origini profondamente radi-cate nella cultura della scrittura, i cuistrumenti vengono realizzati nella ma-nifattura di Amburgo, in Germania.Ma l’emblema del lusso ha solide e an-tiche tradizioni anche nel Giura sviz-zero di Le Locle e Villeret per i suoi oro-logi e Firenze per la sua pelletteria.La riprova arriva dal 160esimo anni-versario di Minerva, che cade proprioquest’anno. Nel 1858 inizia infatti latradizione dell’alta orologeria di Mon-tblanc Villeret, quando Charles-YvanRobert fonda un laboratorio nella valledi Saint-Imier, nel cuore della Sviz-zera. Fin dal 1880, Minerva si guada-gna una reputazione internazionale perla precisione dei suoi segnatempo, comegli innovativi orologi d’oro da tasca ri-caricabili senza una chiave separata. Nel 1909 Minerva inizia a svilupparecronografi e si afferma per la precisionedei suoi segnatempo, diventando spe-cialista nella produzione di orologi ecronometri professionali. Il successoglobale è un’ovvia conseguenza. Nel1911 la società produce cronometri ca-paci di misurare un quinto di secondo,un grado di precisione che aumenta inbreve tempo fino a un decimo di se-condo e, nel 1916, fino al centesimo disecondo, sviluppo fondamentale perl’evoluzione delle gare automobilistichedell’era moderna che si consolida nel1936. È degli anni Venti il primo crono-grafo monopulsante a carica manualecon bilancieri che vibrano alla fre-quenza tradizionale di 18mila semi-oscillazioni all’ora.Oggi alla maestria artigianale di oro-logi da taschino e cronografi di Villeretsi affianca la più elevata innovazionedella manifattura di Le Locle, centro dieccellenza tecnologica degli orologi edella qualità di Montblanc, dove si con-centrano tutte le competenze necessa-rie a creare un segnatempo iconico: dal-l’impostazione estetica alla costru-zione, dalla prototipazione all’assem-

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    Montblanc vuol direanche accessori.È di luglio la collezionedi valigeria #MY4810pensata per le esigenzedegli esploratorimetropolitani, che uniscel’accurata artigianalità aun design contemporaneoe funzionale made in Italy.Cinque le misure: un pilotcase a due ruote, un trolleyda cabina a quattro ruotecon o senza tasca frontalee le valigie medium smalle medium largeper i viaggi più lunghi.

    blaggio finale. Il sommo segno di distinzione per un nuovo segna-tempo è il superamento delle rigorose procedure dicollaudo del Montblanc Laboratory Test 500, chemira alla massima precisione e alla perfezione as-soluta. Per 500 ore, gli orologi vengono sottoposti auna serie di condizioni estreme: usura in condizionidi vita reale, numerose e ripetute impostazionidella corona, oltre a una verifica di tutte le loro fun-zioni specifiche. Solo dopo aver accertato che un se-gnatempo rispetta tutti gli elevati standard quali-tativi di Montblanc, il team qualità della manifat-tura di Le Locle ne autorizza la messa in venditarilasciando un certificato di controllo.Gli orologi Montblanc si concentrano su tre esclu-sive anime di alta orologeria: lo spirito dell’esplo-razione della montagna basato sulla saga degli oro-logi militari “1858” dedicata all’alpinismo, lo spiritodell’alta orologeria classica rappresentato dagliorologi da tasca e da polso della collezione Star Le-gacy e lo spirito delle corse caratterizzato dai se-gnatempo e dai cronometri della collezione Time-Walker.

    Ma, come detto, Montblanc vuol dire anche acces-sori. È di luglio la collezione di valigeria #MY4810pensata per le esigenze degli esploratori metropo-litani, che unisce l’accurata artigianalità a un de-sign contemporaneo e funzionale made in Italy.Cinque le misure: un pilot case a due ruote, un trol-ley da cabina a quattro ruote con o senza tascafrontale e le valigie medium small e medium largeper i viaggi più lunghi.Realizzata in Italia, la nuova collezione unisce il sa-voir-faire del Belpaese, la meccanica tedesca e lepiù alte prestazioni della tecnologia giapponese, ab-binando la leggerezza del policarbonato a elegantirifiniture in pelle. Le ruote giapponesi con rota-zione a 360 gradi assicurano un movimento agile escorrevole, la barra multi-stop realizzata in Germa-nia permette di regolarne l’estensione con preci-sione a ogni altezza. Un inserto laterale in pellepermette di personalizzare le valigie con le proprieiniziali. All’interno sono presenti tasche con zip escomparti per laptop, una delle quali con tecnologiaMontblanc Shield per proteggere i dati personalidalla lettura, copia e manomissione non autoriz-

  • zata. Per il viaggiatore sempreconnesso, i trolley da cabina sonopoi dotati di vano dedicato perpower bank.#MY4810 fa parte di My Mon-tblanc Nightflight, la più ampiacollezione di pelletteria dellamaison, che include ventiquattronuove borse, dodici nuovi porta-fogli e accessori tascabili e cin-que valigie.Ultime, ma non meno impor-tanti, le penne. Su queste c’è benpoco da dire, perché parla perloro il nome Montblanc. La Mei-sterstück è infatti da sempreun’icona nel mondo della scrit-tura, tramandata di generazionein generazione come un beneprezioso. L’edizione speciale de-dicata al libro Le Petit Prince diAntoine de Saint-Exupéry vuolericonfermare proprio l’ideale del-l’azienda secondo cui scrivere èun dono da tramandare con unmessaggio positivo, come le idee,i sogni e i pensieri che Il PiccoloPrincipe condivide con il mondointorno a sé. La storia illustraalla perfezione il potere dellascrittura. Le parole tradotte inpiù di 250 lingue e i disegnidell’autore sono arrivati ai cuorie alle menti di tutto il mondo,raggiungendo diverse genera-zioni. La storia allegorica èquella dell’incontro casuale traun pilota e un piccolo principeproveniente da un pianeta di-stante ed esplora temi quali l’im-maginazione, l’apertura mentalee il valore delle relazioni umane.Il design della Meisterstück – di-sponibile come penna a sfera,roller e stilografica nelle versioniSpecial Edition, Doué ClassiqueEdition e Solitaire – è ispiratoalle illustrazioni disegnate amano da Saint-Exupéry e coglieil messaggio del libro secondo cuitramandare i propri sogni e va-lori agli altri è ciò che dà piùsenso alla vita.La collezione si completa di ac-cessori maschili come gemelli ro-tondi in acciaio inossidabile elacca deep blue con il disegno delvolto della volpe, fermasoldi inacciaio inossidabile e lacca blu e,infine, un moderno bracciale inpelle intrecciata con chiusura inacciaio inossidabile decorata conuna stella gialla.

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    Gli orologi Montblanc siconcentrano su tre esclusive animedi alta orologeria: lo spiritodell’esplorazione della montagnabasato sulla saga degli orologimilitari “1858” dedicataall’alpinismo, lo spirito dell’altaorologeria classica rappresentatodagli orologi da tasca e da polsodella collezione Star Legacy e lospirito delle corse caratterizzato daisegnatempo e dai cronometri dellacollezione TimeWalker..

  • Di vicoli in fiore e marinai cantasto-rie, costantemente di buon umore,che caricano i motori dei loro pic-coli gozzi, alla volta di insenatureinvase di pesce freschissimo, of-ferto con una semplicità che di-

    sarma. La piccola perla della costiera si presentacosì agli occhi di chi soggiorna a Positano, maanche di chi ha il privilegio di vederla anche soloper poche ore. Sesta per ordine lungo il tracciato della stradastatale 163 (l’alternativa in auto al più famosoSentiero degli Dei), esibisce con audacia unaparticolarità di cui difettano le altre mete co-stiere: è l’ottava città più “in pendenza” delmondo. Positano, dunque, verticale come Ma-tera, Lisbona, Budapest, Rio de Janeiro, SanFrancisco, Los Angeles e la caraibica Cancun,ma con il fascino tipico delle città del sud Italia:accogliente, calorosa, ricca di storia e tradizioni.Il piccolo borgo, infatti, si affaccia sul mare, ar-rampicandosi vertiginosamente alle pareti roc-ciose del Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi, fra orti,gradoni e scalini, nel giallo dei limoni dal pro-

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  • fumo inebriante. Vista dal mare, sembra quasi crollarenelle acque blu che la lambiscono. Salendo con losguardo, invece, lo scenario ai nostri occhi è di un au-tentico presepe: vicoli e stradine che intersecandosi traloro danno vita a un pittoresco labirinto ricco di bouti-que, sartorie, negozi di artigiani e gallerie d’arte, e trala sinuosità di queste vie si passa per la splendida cu-pola maiolicata della chiesa medievale di Santa MariaAssunta.La leggenda narra che, tanti anni fa (XII secolo d.C.),una nave che trasportava un quadro della Madonna,di stile Bizantino, stesse solcando le acque del Mar Tir-reno, dinanzi ad un paesino. La bonaccia di quel giornoimpediva al veliero di proseguire la navigazione, e neitentativi di riprendere il largo, i marinai udirono unavoce che diceva "Posa posa", ossia "Fermatevi lì, in quelposto". La voce proveniva dal quadro della VergineMaria. Così i marinai si avvicinarono alla riva e bat-tezzarono il paese Positano. Il quadro della Vergine fuportato nella Chiesa di San Vito e lì lasciato tutta lanotte. Ma il mattino successivo miracolosamente que-sto era sparito e fu ritrovato vicino al mare, sotto un

    albero di "mortella". Fu così, allora, che i positanesi ini-ziarono in quel punto la costruzione della nuova chiesadedicata a Maria Assunta, festeggiata con ogni onoreil 15 agosto di ogni anno, tra il sacro di una fede smi-surata e il profano delle tammorre, il cui suono rac-conta la suggestione di un luogo senza tempo, cheviene restituito, nell’immensità dell’eterno, dalle TorriSaracene. Queste torri di avvistamento, costruite inepoca medievale, rivelavano navi in arrivo e qualsiasitipo di invasione, in particolare quelle dei pirati Sara-ceni, che in quel tempo infuriavano nella costa medi-terranea. Tra le più famose, scoprite la Torre dellaSponda, che fino alla metà del XVIII secolo dominavaPositano dalla parte più alta della Marina Grande, ola Torre Trasita, vicino alla spiaggia di Fornillo, dovec’è l’omonima Torre Fornillo. Infine, la Torre Angevinsull’isola Li Galli, che nel tempo è diventata la resi-denza di molte celebrità. Visitare queste torri è comerivedere la storia di Positano, immergendosi in un pas-sato affascinante.Una visita alle spiagge è il must del soggiorno posita-

    nese per gli amanti dello snorkeling, ma anche per glistimatori del relax, i luoghi dove la vita marina si tra-duce in uno stile di vita rilassante e divertente. Lespiagge di Positano sono diverse, nei loro comuni pae-saggi spettacolari: è possibile scegliere quella più sel-vaggia di Laurito, che si raggiunge tramite una rampadi scale e dalla quale si gode di un’atmosfera tranquillae informale. Scelta dalle celebrità è la spiaggia diArienzo: con una scaletta di 300 gradini, si arriva allaspiaggia dove il sole tramonta più tardi e il tempo tra-scorre vivace a ritmo di mojito e caipiroska. La spiag-gia principale di Positano è Marina Grande, vivace efrequentata da turisti e vip ai quali si prospetta l’im-barazzo di poter scegliere tra ristoranti, club e disco-teche, che nelle ore notturne si elevano a protagonistidella dolce vita positanese.Tra gli orti in fiore e il pastello delle case, arroccatisulle alture dirimpetto al mare, i locali di Positano nonhanno nulla da invidiare a quelli di Montecarlo: archi-tettonicamente ricercati e con un programma che ri-chiama i migliori nomi tra i disk jockey internazionali,consentono di trascorrere serate all’insegna della mon-

    danità divertente dei night club italiani. E per i piùsportivi? Sono migliaia i turisti che con zaino in spallae scarpe comode, giungono sulle alture del piccoloborgo alla ricerca di sentieri nascosti. Spostandosiverso l’entroterra, sulle colline a picco sul mare, vi sonostradine tracciate da contadini e muli, lingue di terrasu cui sono piantate ben salde le radici dei prodottidell’orto e dei limoneti e dalle quali si scorge, oltre ilblu del mare, il verde rigoglioso più profondo. Il per-corso più amato dai turisti, è il celeberrimo Sentierodegli Dei, da dove (non a caso) il paesaggio che si am-mira è davvero divino. Vi sono due tratti, uno chiamato“alto” che porta da Salerno a Bomerano, e l’altro“basso” che conduce da Bomerano a Nocelle (frazionedi Positano), percorso lungo 8 km e di non poca diffi-coltà.Ma, parola dei visitatori affezionati, ciò che restituiscela natura è uno spettacolo senza eguali: a perdita d’oc-chio, l’immensa azzurrità del mare, interrotta solodall’arcipelago de Li Galli e dal volo dei rapaci, che conle loro ali sovrastano la città.

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    Il piccolo borgo si affacciasul mare, arrampicandosi

    vertiginosamente alle pareti rocciosedel Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi,fra orti, gradoni e scalini, nel giallodei limoni dal profumo inebriante.

    Vista dal mare, sembra quasi crollarenelle acque blu che la lambiscono.

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    GAZZARRINIRiparte da Napoli

    Ciro Sorbino, patron del Gruppo GGM Italia,rilancia lo storico marchio toscano di moda

    maschile: “Al via l’espansione in Italia e all’estero,fatturato di 15 milioni di euro in tre anni”

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    Gazzarrini riparte da Napoli. Parola di Ciro Sorbino, patron delGruppo GGM Italia, azienda che ha rilevato nel gennaio del 2017il brand toscano e che, con la sua cinquantennale esperienza nelsettore dell’abbigliamento, punta a diffondere la cultura sarto-riale e imprenditoriale partenopea. “Le nuove collezioni del mar-chio saranno presto nelle principali boutique in Italia e all’estero,

    con l’obiettivo di raggiungere un fatturato di 15 milioni di euro in tre anni”,spiega l’imprenditore partenopeo.

    Cosa rappresenta il brand toscano e come va a integrarsi nel gruppo?Gazzarrini, celebre e storica griffe nata in Toscana e ambasciatrice dello stileitaliano nel mondo, rappresenta tutte le virtù del made in Italy: eleganza, abilitàprogettuale, tradizione, avanguardia nelle tecniche di produzione e uno stile ri-nomato in ogni continente. Per la nostra azienda è un pregio e un onore portareavanti la storia di questo brand. Siamo entusiasti di questo nuovo inizio e ab-biamo la giusta confidenza. La nostra esperienza in materia ci consente di lan-ciarci in questa ambiziosa sfida.

    Dov’è attualmente presente il marchio in Italia?Il rilancio è appena iniziato e a brevissimo vedrete la nostra prima collezionenelle più prestigiose boutiques. La strategia aziendale punta innanzitutto a unaforte ripartenza sul territorio nazionale attraverso una attenta e dedicata di-stribuzione di livello. La collezione autunno-inverno 2018 sarà presente in 350stores, di cui 250 in Italia.

    Gazzarrini rappresenta tutte levirtù del made in Italy: eleganza,

    abilità progettuale, tradizione,avanguardia nelle tecniche

    di produzione e uno stile rinomatoin ogni continente.

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    E all’estero?Abbiamo definito accordi di partnership in diversezone strategiche del mondo: dalla Scandinavia alGiappone, passando per il Benelux, Germania, Fran-cia, Spagna, Portogallo, Grecia, Turchia e Russia eMedio Oriente. Gazzarrini è stato scelto da depar-tment store internazionali quali Harvey Nichols,Vakko e Galeries Lafayette. Il primo corner prenderàluce presso Kadewe a Berlino e darà la possibilità albrand di misurarsi con lo sviluppo retail previsto nelprossimo triennio. Abbiamo altresì una showroomdedicata a Milano, dalla quale gestiamo diretta-mente anche alcune aeree internazionali, soprattuttoin zone dove non abbiamo ancora partner.

    Quali sono gli obiettivi in termini di espan-sione del fatturato?Il fatturato della prima stagione ha superato i 2 mi-lioni di euro, con una stima di crescita sul 2019 a 6milioni di euro, un risultato di grande valore consi-derando la lunga assenza della griffe dal mercato na-

    zionale e internazionale. Gli obiettivi sono molto am-biziosi. Abbiamo intenzione di raggiungere un fattu-rato di 15 milioni di euro in tre anni. Sin dalla nuovacampagna vendite sono previsti accordi retail trashop-in-shop e corner per trenta doors con i più im-portanti department store e key client europei, oltreche a un’ulteriore espansione geografica in terminidi distribuzione.

    Quali sono le novità di prodotto?La collezione autunno-inverno 2018 parla di innova-zione e tradizione, tecnologia e sartorialità. Una pro-posta composita e di grande qualità, ma di facile let-tura. I capi del total look Gazzarrini realizzati conmateriali pregiati con disegni e colori ricercati riper-corrono un viaggio attraverso la classicità italiana ela sua innata sapienza nello stupire, nel trovare sem-pre nuove chiavi di lettura e includono una serie diproposte per il giorno, metropolitane, romantiche emilitary, ma anche una parte formale con abiti dasera.

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    Il nome Gazzarrini rimarrà associato allo stile, alla classe, allaessenzialità. Il total look proposto è impostato su canoni aggiornati alletendenze attuali. I capi combinano un design inconfondibile, materiali

    speciali a una lavorazione prevalentemente made in Italy.

    Ciro Sorbino

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    Un’anticipazione della prossima colle-zione?La primavera-estate 2019 di Gazzarrini è unacollezione romantica, ispirata ai tramonti nelSahara. Il blu profondo del cielo, il moro, ilcoccio, il rosso intenso che sfuma nel rosa. Ilsole che penetra l’aria profumata e intensa deldeserto. Il nero delle oasi in lontananza. Gaz-zarrini propone un total look impostato su ca-noni sartoriali contemporanei, sviluppati suabiti sfoderati, blazer leggerissimi e volumislim. Lane freschissime, cotoni ritorti, la flui-dità del lino. La maglieria, arricchita da unacapsule di blazer in jersey di cotone e lino.Pantaloni casual dal taglio asciutto per i co-toni e le lane, alternati con i volumi ampi deilini e delle viscose. Il capospalla comprende lafinezza degli spolverini in cotone e l’energiadei bomber in pelle con taglio al vivo e i chiodidal disegno heritage.

    Qual è il suo messaggio ai clienti storicidel brand toscano?Abbiamo voluto ripartire dalle radici delbrand, ma evolvendo i canoni e la mission ori-ginali aggiornandoli ai tempi odierni. Il nomeGazzarrini rimarrà sempre associato allo stile,alla classe, alla essenzialità. Il total look pro-posto è impostato su canoni sartoriali aggior-nati alle tendenze attuali. I capi combinano undesign inconfondibile, materiali speciali a unalavorazione prevalentemente made in Italy.

    E a quelli potenziali?È necessario creare una confidence nei con-fronti del cliente e poter contare su di unastruttura solida ci consente di avvalerci di ot-timi fornitori per scegliere i materiali migliori.Il risultato è un prodotto di classe dal gustocontemporaneo che vuole rivolgersi al giovaneprofessionista, che ha innato il senso dellostile ed è sempre attento ai dettami dellamoda.

    Vuole ricordare i numeri del GruppoGGM Italia?La società è nata nel 2006 ed è oggi una dellerealtà più dinamiche dello scenario dellamoda uomo partenopea con un fatturatomedio di 19 milioni di euro ed è a sua voltaparte del gruppo Sorbino, realtà da 82 milionidi euro di fatturato nell’ultimo esercizio chiusoa fine marzo 2018.

    Avete ricevuto offerte da parte di investi-tori industriali e finanziari?Ancora oggi riceviamo offerte da investitoriche però non valutiamo, in quanto ci piace an-cora essere presenti direttamente e attiva-mente sul nostro lavoro e fortunatamente i ri-sultati commerciali ci consentono ancora di di-sporre di capitale da poter reinvestire nellanostra attività..

    La primavera-estate 2019 diGazzarrini è una collezioneromantica, ispirata ai tramonti

    nel Sahara. Il blu profondo del cielo,il moro, il coccio, il rosso intenso che sfumanel rosa. Il sole che penetra l’ariaprofumata e intensa del deserto. Il nerodelle oasi in lontananza. Gazzarrinipropone un total look impostato su canonisartoriali contemporanei, sviluppatisu abiti sfoderati, blazer leggerissimie volumi slim. Lane freschissime,cotoni ritorti, la fluidità del lino.

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    Palazzo degli SpiritiFra mito, mistero,

    natura e archeologia

    I’M arte

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  • Nello splendido borgo di “Marechiaro”,diroccato lungo la costa di Posillipo,esiste un complesso archeologico so-pravvissuto al tempo e alle intemperie,che regala a Napoli un sito misteriosoe affascinante: il Palazzo degli Spiriti.

    L’edificio, che ancor oggi emerge dalle acque in tuttala sua imponenza, ha origini antichissime: fu costruitonel I secolo a.C. dal liberto romano Publio Vedio Pol-lione, il quale avendo servito in modo impeccabile l’im-peratore Augusto, decise di trascorrere gli ultimi annidella sua vita nella splendida cornice di «Pausilypon»,che letteralmente significa «tregua dal pericolo» o «sol-lievo dal dolore» (per la serenità che il panoramaispira). Del suo proprietario, non si hanno cronache positive:negli scritti di Seneca e Plinio è descritto come uomo

    di dubbia fama, un individuo spietato e crudele cheosava dare in pasto alle murene dei propri alleva-menti i suoi schiavi quando questi mancavano di at-tenzione.Dal 1840, anno della scoperta del Palazzo ad opera delregio ingegnere Guglielmo Bechi, si alternano storiedi fantasmi a leggende di pescatori, che conferisconoal Palazzo una fama sinistra: fu chiamata infatti, finoal 1950, “Domus praestigiarum” cioè “casa delle stre-gonerie”.Una leggenda popolare narra che il Palazzo è abitatoda spiriti e fantasmi antichi, e sono proprio i pescatoridi Marechiaro che raccontano di aver ascoltato piùvolte, durante la notte, dei lamenti che associano aduna figura luminosa che suona la cetra. Accostandosialla riva, i barcaioli giurano di aver udito invocarepoesie da questa figura e che l’abbiano riportate nei

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    versi latini, pur ignorando la lingua e i poemi. Che si tratti del famoso poeta Virgilio che tanto amò Na-poli e che scelse la città come luogo per i suoi studi eso-terici?All’inizio del 1900, infatti, accanto all’isolotto della Ga-iola era visibile un edificio romano chiamato “La Scuoladi Virgilio” dove, durante il Medioevo, il poeta manto-vano si stabilì per praticare le sue arti magiche. Da se-coli, insiste l’idea che questa punta di costa sia intrisadi energie occulte, frutto della magia operata da Virgilio,visibile soprattutto nello specchio d’acqua della Gaiola,che si stima essere maledetta a causa delle pozioni e fil-tri riversati da Virgilio.La cronaca locale invece ci riporta ad un episodio, menoesoterico e dai toni sicuramente più goliardici: tempo faproprio nei ruderi del palazzo, un gruppo di falsari avevaimpiantato una zecca clandestina per coniare monetefalse in oro e argento. Per occultare il loro operato ille-

    gale, questi falsari avevano meditato un piano per farcredere che la villa fosse infestata: avevano infatti posi-zionato alcuni teli bianchi alle finestre, illuminati datorce bianche dal retro per simulare i bagliori e le eva-nescenze tipiche dei fantasmi e completando l’opera conlo sprigionamento dei fumi per dare l’illusione spettrale.Un piano che è durato poco.Oggi non resta che il fascino intramontabile di un me-raviglioso sito artistico e culturale che si erge sul maree che incanta le notti dei pescatori e di chi l’ammira dalontano.Dall’alba al tramonto è uno spettacolo continuo che nonfinisce mai di stupire, da vedere almeno una volta nellavita, che comprende non solo il Palazzo degli Spiriti, maanche la Grotta di Seiano, la maestosa Villa con Teatroe Odeion e il Parco sommerso della Gaiola. Un’esperienza incantevole fra mito, mistero, natura earcheologia.

    Una leggenda popolare narra che il Palazzo è abitato da spiritie fantasmi antichi, e sono proprio i pescatori di Marechiaroche raccontano di aver ascoltato più volte, durante la notte,

    dei lamenti che associano ad una figura luminosa che suona la cetra.Accostandosi alla riva, i barcaioli giurano di aver udito

    invocare poesie da questa figura e che l’abbiano riportatenei versi latini, pur ignorando la lingua e i poemi.

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  • Alla conquistadei mercati esteri

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    “P rima ci concentreremosul completamento delleaperture nel Centro Sud,coprendo le aree ancorascoperte. Poi ci espande-remo nel Nord Italia e al-l’estero, dove arriveremo in due modi: sia con i di-stributori che con i punti vendita retail diretti. Inparticolare in Spagna, Portogallo, Polonia e Russia,prima di sbarcare negli Stati Uniti”. L’amministra-tore delegato di Dorabella, Armando Saggese,spiega la strategia di crescita del brand di modafemminile made in Naples.

    Come e quando nasce l’idea imprenditorialedi Dorabella?Il nome nasce da un’intuizione di mia sorella Rosita,mia socia in affari. Nel suo ufficio di Ironica, un’altralinea aziendale, c’era una locandina della commediadi Mozart “Così fan tutte” in cui la protagonista fem-minile si chiama proprio Dorabella. Il nome si adat-tava perfettamente al nostro target di clientela.

    Qual è il vostro target specifico?Un target costituito da giovani signore dai trenta

    ai cinquant’anni caratte-rizzato sia da taglie co-mode che da taglie più pic-cole e conformate. Il no-stro business prendeforma come evoluzione delmercato dell’abbiglia-mento e del tessile all’in-grosso. Le tappe della no-stra estrazione partonoinfatti da piazza Mercatoa Napoli e vedono prima ilpassaggio a San GiuseppeVesuviano e poi al Cis diNola. Il marchio nasce di-ciotto anni fa, quandopensammo di creare unalinea di negozi dedicati.Percepivo, all’epoca, che il mercato all’ingrosso nonesisteva più da tempo in Europa e che prevaleva ilcanale breve, che dalla produzione passa diretta-mente al dettaglio con una distribuzione interme-dia azzerata. La fine del passaggio intermedio siera resa necessaria al fine di evitare un inutile au-mento dei costi. Così sono nati i nostri negozi, dedi-

    DORABELLA

    L’Ad Armando Saggese: “Prima il consolidamentodel brand in Italia, poi l’espansione in Europa

    e negli Stati Uniti”af=pbodfl=dlsbok^ib

    Armando Saggese

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    cati inizialmente soltanto alla maglieria e passatipoi al total look.

    Quanti negozi avete attualmente?Circa cento negozi tra punti vendita diretti e affi-liati, dislocati soprattutto nel Centro-Sud. Abbiamoanche una partnership con il gruppo Coin, con cuiprevediamo di effettuare a breve nuove otto aper-ture, oltre a nuove inaugurazioni dirette in giro perl’Italia. L’obiettivo è quello di aumentare la superfi-cie media dei negozi e di consolidare l’espansione sulterritorio nazionale, esplorando nuove aree geogra-fiche. Il passo successivo sarà quello di crescere al-l’estero e, per questo motivo, a settembre c’è stataun’importante novità.

    Quale?L’arrivo di un direttore generale, che ha la delegaall’internazionalizzazione del brand e al suo svi-luppo a livello nazionale e anche all’ottimizzazione

    degli acquisti e della commercializzazione dei pro-dotti, al fine di aumentare la redditività sul fattu-rato. Il nostro giro d’affari ha una crescita mediaannua pari al 10% ed è destinata a rimanere tale, senon a incrementarsi ulteriormente, grazie ai nuoviinvestimenti derivanti dalle nuove aperture e all’ot-timizzazione degli attuali punti vendita. Stiamo in-vestendo molto nella nostra organizzazione, per cuila crescita prevista sarà ancora a doppia cifra per-centuale. È previsto pertanto l’inserimento di nuovefigure professionali per uno sviluppo più ampio cheriguarderà la nostra azienda nel prossimo futuro.

    Vuole spiegare dove avverrà l’espansione al-l’estero?Sì. Partirà dall’Europa, in particolare dalla Spagna,dal Portogallo, dalla Polonia e dalla Russia. Succes-sivamente arriveremo negli Stati Uniti. Ora però ciconcentreremo sul completamento delle aperture nelCentro Sud, coprendo le aree ancora scoperte. Poi ci

    Il nome nasce daun’intuizione di mia sorellaRosita, mia socia in affari.

    Nel suo ufficio di Ironica, un’altralinea aziendale, c’era

    una locandina della commediadi Mozart “Così fan tutte” in cui laprotagonista femminile si chiamaproprio Dorabella. Il nome si

    adattava perfettamenteal nostro target di clientela.

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    espanderemo nel Nord Italia e al-l’estero, dove arriveremo in due modi:sia con i distributori che con i puntivendita retail diretti.

    Ha mai immaginato Dorabella inBorsa in un futuro più o meno re-moto?No, perché francamente non abbiamoquesta esigenza di finanziamento, dalmomento che riusciamo ad autofinan-ziare il nostro sviluppo.

    Quali sono le novità per il brand?Giocheremo sempre di più sul rap-porto qualità-prezzo. Stiamo infattilanciando una nuova linea, denomi-nata Dorabella Easy, che avrà propriouno straordinario rapporto qualità-prezzo per andare incontro a un mer-cato sempre più esigente. Tra l’altro, inostri prodotti saranno d’ora in poiideati e disegnati dallo studio stilisticointerno capitanato da mia nipote Clau-dia Iarrobino, che ha effettuato glistudi specialistici presso l’istituto Ma-rangoni di Milano e che si avvale digiovani stiliste emergenti. Al marke-ting ci pensa invece mio nipote Anto-nio Iarrobino, che ne è il responsabile.L’obiettivo è quello di ringiovanire illook delle nostre clienti, il cui targetresta quello che va da trenta a cin-quant’anni.

    E le novità della prossima colle-zione?Il nostro core business è la maglieria.Nella collezione autunno-inverno rin-noviamo le nostre proposte con un’im-postazione stilistica più grintosa. I co-lori, prima più scuri, lasciano il postoa quelli più caldi e naturali.

    Come cercate di fidelizzare laclientela?Con una fidelity card denominata Pri-vilege, che prevede vantaggi anche intermini economici. L’obiettivo è quellodi creare e mantenere un contatto di-retto con le clienti per poter dare loroun messaggio aggiornato delle nostreiniziative e promozioni. Utilizziamo ildirect marketing, le newsletter e imessaggi più che la classica pubblicitàtradizionale. Puntiamo molto, inoltre,sulla customer care, dall’acquisto sinoall’utilizzo finale con una vera assi-stenza post vendita. Ho uno slogan cheuso sempre per motivare le mie colla-boratrici: “Noi non vendiamo prodotti,ma conquistiamo clienti”..

    Giocheremo sempre di più sulrapporto qualità-prezzo.Stiamo infatti lanciando una

    nuova linea, denominata Dorabella Easy,che avrà proprio uno straordinariorapporto qualità-prezzo perandare incontro a un mercatosempre più esigente.

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    Alessandro Preziosi. Nato a Napoli,19 aprile 1973. Laureato ingiurisprudenza all'Università Federico II.Una carriera sempre in salita la sua tracinema, tv e teatro. Tra i lavori piùimportanti: al cinema “I Viceré”,“Mine vaganti”, “Maschi controfemmine” e “Femmine contro maschi”;in tv “Il Capitano”, “Elisa di Rivombrosa”,“Sant’Agostino”, “Edda Ciano e ilcomunista”, “Un amore e una vendetta”e “Gli anni spezzati - Il giudice”.In teatro ha interpretato personaggiimportanti come Cyrano, Amleto,Don Giovanni e presto tornerà con VanGogh al Manzoni di Milano.Ha due figli: Andrea Eduardo (1995)nato dalla relazione con Rossella Zitoed Elena (2006) nata dalla relazionecon Vittoria Puccini.

    I’M made in Naples

  • “A un certo puntoè necessario diventare adulti”

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    i’M SETTEMBRE-OTTOBRE 2018

    A24 anni, mentre faceva praticantato in un prestigiosostudio legale, dopo aver conseguito la laurea in Giuri-sprudenza con il massimo dei voti, annunciò ai suoi ge-nitori che fare l’avvocato non gli interessava più. Col pesodella disapprovazione, partì alla volta di Milano per stu-diare all’Accademia dei Filodrammatici. Intanto faceva

    il cameriere per 50 mila lire al giorno. In nome del suo amore per il tea-tro, nel quale esordì alla grande con l’Amleto insieme a Kim Rossi Stuart.Una carriera decollata subito e che non ha mai subito una battuta d’ar-resto. La critica lo stima moltissimo e i maestri del cinema lo chiamanoad interpretare personaggi difficili e mai scontati. Come quello di VanGogh con cui ha esordito in teatro la scorsa primavera. Un personaggiopsicologicamente molto complesso, nel quale Preziosi si è dovuto adden-trare, lavorando contemporaneamente ad altri progetti, per cinema e tv.Senza mai fermarsi.

    Teatro, cinema e tv. In quali progetti la vedremo prossima-mente?Sto lavorando a una serie in tre puntate per Mediaset in uscita a gennaiodal titolo “Non mentire”, con contenuti molto attuali. Parla della possi-bilità che una donna possa approfittare dell’ingenuità dell’uomo, dichia-randosi stuprata. È la parola dell’uomo contro quella della donna, ispi-rata a una serie inglese. Ad ottobre, invece, esce un film tv per la regiadi Campiotti presentato al Giffoni Fim Festival, si chiama “Liberi di sce-gliere”, incentrato sulla ’Ndrangheta. Poi sarò in una commedia roman-tica per il cinema “Nessuno come noi” di Di Biase.

    Al teatro riprenderà “Vincent Van Gogh – l’odore assordante delbianco”. Come è stato interpretare un artista così complesso?Porterò lo spettacolo a novembre e dicembre al Manzoni di Milano. La sto-ria è incentrata sui due anni in cui Van Gogh è stato chiuso in manicomio.L’autore Stefano Massini immagina che il luogo in cui è rinchiuso in de-genza sia tutto bianco, nel quale l’artista non ha la possibilità di dipingere.Viene curato secondo le tecniche dell’epoca con bagni in delle vasche calde

    ALESSANDROPREZIOSI

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    in cui i malati scalciano come bestie.

    Quella di Van Gogh era una lucida follia. Quantoera vera, e quanto invece condizionata dei ca-noni dell’epoca?Beh, in realtà è lo stesso Van Gogh che si auto recludeperché ritiene che il manicomio sia l’unico luogo chepossa concedergli una tregua dalle sue allucinazioni edal suo modo violento di interpretare la vita. Diceva“rischio la mia vita dipingendo”, perché per lui nonc’era nulla al di fuori dell’arte, da cui era ossessionato.“Io non vivo più per me stesso”, affermava.

    Come si snoda lo spettacolo?Lo spettacolo è una specie di thriller psicologico nellamente di Van Gogh, perché non si sa se tutto ciò chelui vede e che noi vediamo da spettatori, è reale, oppureè frutto delle sue allucinazioni. Sostanzialmente è unospettacolo attraverso il quale lo spettatore viene por-tato in un processo creativo, dove inizialmente è tuttobianco e privo di vita, ma poi intervengono una seriedi fattori ed eventi, per cui questo bianco si riempie dielementi.

    Come si è preparato ad un ruolo così complesso?Ho studiato moltissimo, ho letto il materiale che lo ri-guarda, tra cui le lettere importantissime scritte da lui,che sono un documento fondamentale. Poi ho avuto lafortuna di essere diretto da un regista che ha amato iltesto come lo ho amato io, per cui mi ha portato dentroal personaggio.

    Non solo Van Gogh, ma tanti altri personaggi im-pegnativi come Amleto, Don Giovanni, Cyrano…Cosa rappresentano per un attore?Personaggi del genere determinano una scelta di ap-partenenza, nel senso che appartiene a te anche neisuoi lati oscuri. Van Gogh a me ha dato la possibilitàdi capire quanto sia necessario a un certo punto diven-tare adulti. Arriva un momento nella vita in cui al-l’uomo è impedito di scherzare, ed in quel momentol’artista rischia di perdere la sua creatività. Van Goghha sentito questo rischio come schiacciante.

    Questa scoperta vale anche nella sua vita perso-nale?Si, certo. Diventare adulti è un passaggio che ti per-mette di entrare in un altro tipo di vita. La tua perso-nalità la dedichi ad altre prospettive, ad altre esigenze.Questo giro di boa per me è sempre molto labile. Hosempre scelto nella vita: ho scelto quando ho cambiatolavoro, quando ho scelto di avere un figlio, poi una fi-glia, quando ho scelto di stargli accanto nonostante leseparazioni, quando ho scelto di essere credente. Nonsono uno da limbo. Ognuno di noi ha la sua croce, maattraverso l’incontro con Van Gogh ho capito che ancheessere adulti può diventare una scelta. Essere cioè ar-tefici del proprio destino. Essere adulti ti fa vedere lecose per quello che sono. Senza filtri. Questo cambia lecose e puoi restarci molto male.

    Quale crede sia la follia dei nostri giorni?La follia dei nostri giorni è la consapevolezza delle cose,

    Van Gogh a me ha datola possibilità di capirequanto sia necessario a

    un certo punto diventareadulti. Arriva un

    momento nella vita in cuiall’uomo è impedito discherzare, ed in quel

    momento l’artista rischiadi perdere la sua

    creatività. Van Goghha sentito questo rischio

    come schiacciante.

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    senza però agire di conseguenza. La follia è la contrad-dittorietà di sapere che si dovrebbe fare in un certomodo, ma agire esattamente al contrario. Ecco, questolo trovo definitivamente folle. C’è una stranissima ce-cità rispetto alle situazioni. La follia è questo essersilasciati totalmente andare. In passato eravamo inparte giustificati dalla ignoranza delle cose. Oggi sap-piamo tutto perché abbiamo gli strumenti, ma re-stiamo a guardare inermi.

    Della follia generalizzata non crede faccianoparte anche i social e il loro uso smodato?Ne sono vittima anche io in parte, però ho un profiloInstagram dedicato all’arte e ai luoghi che visito.Ognuno può farci ciò che gli pare. Mio figlio ci sta poco,mia figlia Elena lo vorrebbe come una conquista di cre-scita, come prima si desiderava il motorino, adesso sivuole il profilo Instagram. I social sono oggetti di cui

    diventiamo passivamente strumenti e vittime, ma allostesso tempo ne siamo i carnefici perché li usiamo inmaniera sconclusionata e per alcuni diventano addi-rittura business importanti. Instagram sta immise-rendo da un punto di vista culturale la coscienza e l’oc-chio sulla vita. Lo riduce a un tempo ridottissimo. Sonocome dei francobolli. La nostra idea dell’amore, del co-stume, si riducono a francobolli, eliminando la visionedi insieme che passa per la coscienza delle persone. Ungiorno lo ricorderemo come un periodo decadente.

    Lei ci passa molto tempo?Vedo Instagram quando non ho nulla da fare, guardoil tennis, le interviste, oppure Emma Marrone checazzo fa (ride!).

    Che idea ha dell’amore?L’idea dell’amore che ho, è di grande libertà. Credo che

    L’amore tra uomo e donnarichiede il rispetto di regole

    ben precise, moltoimportanti, che vanno

    tenute presenti. I due mondinon potranno mai

    combaciare spontaneamente,quindi ha bisogno

    di regole.

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    Instagram sta immiserendo da unpunto di vista culturale la coscienza e

    l’occhio sulla vita. Lo riduce a un temporidottissimo. Sono come dei francobolli.La nostra idea dell’amore, del costume,si riducono a francobolli, eliminando

    la visione di insieme che passa per la coscienza delle persone.

    Un giorno lo ricorderemocome un periodo decadente.

    Instagram sta immiserendo da unpunto di vista culturale la coscienza e

    l’occhio sulla vita. Lo riduce a un temporidottissimo. Sono come dei francobolli.La nostra idea dell’amore, del costume,si riducono a francobolli, eliminando

    la visione di insieme che passaper la coscienza delle persone.

    Un giorno lo ricorderemocome un periodo decadente.

    amare in generale renda liberi. Perquanto riguarda l’amore tra uomo edonna, quello richiede il rispetto di regoleben precise, molto importanti, che vannotenute presenti. I due mondi, uomo edonna, non potranno mai combaciare edincontrarsi spontaneamente, quindi habisogno di regole.

    Come è cambiato in amore?Non ho una idea argomentabile di comeero e come sono in amore. Sono cose chevivo e di cui non so parlare.

    E come padre?Per quanto riguarda la paternità, più ifigli crescono, più alzi il volume della con-versazione con loro. Gli parli trattandolimeno da bambini ed accontenti la loro cu-riosità cercando di dargli tutte le infor-mazioni e gli strumenti possibili.

    Sembra molto deciso. Ha qualchefragilità?Tutto mi rende fragile! Anche un improv-viso temporale mi inquieta. Quando unoparla di sé è un conto, quando uno vive èun altro.

    Rimpianti?Ho remore più che rimpianti. Remore ri-spetto al non aver visto le cose per quelloche erano.

    Ed erano peggiori o migliori diquello che pensava?Erano peggiori di quello che pensavo.Tendo a vedere bello ciò che è brutto e misono fatto piacere situazioni o personeche avrei fatto bene a tenere lontane.

    Ha affinato il fiuto?Spero di si, e di riuscire ad essere più pre-sente a me stesso e a capire quello che re-almente voglio.

    Un bilancio dei 45 anni.Beh, adesso ci divertiamo. Ora inizia ilbello! Se guardo al percorso che ho fatto,non posso che godere dei risultati.

    Il rapporto con Napoli?Sempre contraddittorio. Con Napoli nonci farò mai pace, soffro molto a vederlacosì poco consapevole delle proprie poten-zialità. Tornando alla follia, inizio a con-siderare insopportabile questa situa-zione. Comincio a pensare di proiettaresulle cose e sulle persone i miei limiti,perché forse ho anche io questo limite diavere consapevolezza senza agire percambiare qualcosa. Forse anche io hoquesta follia..

  • Dieci anni di successicon il Galà del Cinema

    e della Fiction in Campaniai’M SETTEMBRE-OTTOBRE 2018

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    VALERIADELLA ROCCA

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    I’M made in Naples

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    Sabato 13 ottobre si terrà la serata di premia-zione della decima edizione del Galà del Ci-nema e della Fiction in Campania nella sug-gestiva cornice del Castello Medioevale di Ca-stellammare di Stabia. La manifestazione dianno in anno ha tracciato una traiettoria di

    crescita e di consensi da parte di pubblico e critica semprepiù gratificante per la sua ideatrice e produttrice, Valeriadella Rocca. L'imprenditrice napoletana ha un curriculumfitto di incarichi, da quello di direttrice di Solaria Service,a presidente dell'Associazione Donne&Turismo. È mem-bro di Federturismo Confindustria e dell'Unione Indu-striali, infine di Convention Bureau Napoli (CBN), un net-work di operatori privati che rappresentano l’eccellenzadell’industria congressuale partenopea. Valeria dellaRocca si racconta ad I'M Magazine, dai suoi esordi nelmondo del lavoro con una laurea in Scienze Politiche e unMaster in Pubbliche Relazioni Europee e Comunicazioned'impresa in Confindustria a Roma, alla fondazione di So-laria Service, un'agenzia specializzata in viaggi persona-lizzati in Italia per un target esclusivo e di nicchia. Nel2007 idea e produce il Gala' del Cinema e della Fiction inCampania, oggi uno dei sei eventi istituzionali della re-gione Campania. L'obiettivo del festival è di celebrare epremiare le produzioni televisive e cinematografiche rea-lizzate nella nostra regione, promuovendo il suo patrimo-nio storico, paesaggistico ed enogastronomico attraversole immagini trasmesse in tv o al cinema.

    Valeria, ci racconti come è nata l'idea del Galà delCinema e della Fiction in Campania.Undici anni fa giunse a Solaria una richiesta da parte diun tour operator americano: mi chiesero di organizzareuna visita di Procida. Rimasi un po' stupita perchè per il

    Il nostro direttore artisticonel 2007 volle premiare ungiovane attore emergente.

    Il regista Sollima lo vide e glidisse: "Se dimagrisci 15 kg, ho unaparte per te". Quell'attore eraMarco D'Amore, il famoso Ciro diMarzio di Gomorra, che ancoraoggi ci riconosceil merito di averloaiutato a dimostrareil suo talento.

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  • target cui ci rivolgiamo Capri è la meta più ambitatra le nostre perle. Mi spiegarono che gli americanivolevano visitare assolutamente Procida poichè erastata il set del film "Il postino". In quel momento presicoscienza del potere che un film poteva avere nel vei-colare turismo. Chiamai la Film Commission dellaRegione Campania scoprendo che una quantità difilm e fiction vengono girati nel nostro territorio di-ventando una parte del patrimonio culturale e arti-stico, una parte sommersa fino alla nascita del Galà.

    Cosa ci può anticipare di questa attesissima de-cima edizione?La decima edizione del Galà del Cinema e della Fic-tion in Campania sarà un riassunto di ciò che è statorealizzato in questi dieci anni. Abbiamo prestato at-tenzione alla moda, al cinema, al food, ai giovani aspi-ranti professionisti del cinema, premiato le migliorifotografie del nostro territorio. Abbiamo individuatouna serie di appuntamenti con personalità del mondouniversitario e del giornalismo, ma anche con i cinea-sti che hanno lavorato o lavoreranno in Campania.Questi incontri si intotolano "In conversation with" esaranno dei veri e propri momenti di confronto moltointeressante. L'apertura del Galà si terrà il 3 ottobrea Roma con una conferenza stampa dal titolo "Napoli:un set a cielo aperto". Nei giorni a seguire ci sarà unapprofondimento sulle opere in concorso, la proiezionedel docufilm "Terra bruciata", la serata di premia-zione il 13 ottobre nella suggestiva cornice del Ca-stello Medioevale di Castellammare di Stabia.

    Nella scorsa edizione la premiazione del corto-metraggio trovò un grande entusiasmo sia daparte degli addetti ai lavori che del pubblico.Come mai secondo lei?La Campania aspettava un segnale importante per ifuturi registi, per gli attori emergenti. In genere, tuttii grandi partono dalla realizzazione di un cortome-traggio. Il Galà vanta una giuria capace e attenta, ilnostro direttore artistico Marco Spagnoli, ad esempio,premiò Marco D'Amore come attore emergente.

    A proposito di Marco D'Amore, è vero che l'at-tore, che oggi affianca i registi di Gomorra, èstato scoperto da Stefano Sollima proprio alGalà del Cinema e della Fiction in Campania? È vero. Il nostro direttore asrtistico nel 2007 volle pre-miare un giovane attore emergente. Il regista Sollimalo vide e gli disse: "Se dimagrisci 15 kg, ho una parteper te". Quell'attore era Marco D'Amore, il famosoCiro di Marzio di Gomorra, che ancora oggi ci ricono-sce il merito di averlo aiutato a dimostrare il suo ta-lento.

    Recentemente è scomparso il regista Carlo Van-zina, lo ricorderete in qualche modo durante lamanifestazione? Il Galà del Cinema e della Fiction in Campania ricor-derà Carlo Vanzina con uno speciale su questo grandeprotagonista del cinema italiano. Vuole essere unomaggio sobrio e intimo, cui sono invitati a parteci-pare gli addetti ai lavori. Vanzina ha creato un genere

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    Il Galà del Cinemae della Fiction

    in Campania ricorderà CarloVanzina con uno speciale suquesto grande protagonista delcinema italiano. Vuole essereun omaggio sobrioe intimo, cui sono invitatia partecipare gli addettiai lavori.

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    1. Marco D’Amore;2. Enzo De Caro e Tosca d’Aquino;3. Claudia Cardinale;4. Ettore Scola;5. I premi del Galà;6. Luca Zingaretti;7. Valeria Della Rocca e Massimo Ranieri.

    cinematografico ed era un vero amico e sostenitore del nostro Galà.Il suo ultimo film, "Caccia al tesoro" con Con Vincenzo Salemme,Carlo Buccirosso, Max Tortora e Christiane Filangieri è in concorsoe ne siamo onorati.

    Donne&turismo, di cosa si occupa l'associazione di cui è pre-sidente?L'associazione nasce per dare un supporto a tutte le donne che la-vorano nel settore turistico, che sono una maggioranza rispetto agliuomini. Si tratta di una onlus senza scopo di lucro, per supportarlenella comunicazione, nella logistica e nell'organizzazione di eventirelativi al turismo.

    Come immagina il Galà del Cinema e della Fiction in Cam-pania tra altri dieci anni?Lo immagino il festival che rappresenta al meglio la Campania. IlGiffoni è un festival geniale, che si rivolge ai giovani e questa è lasua forza, ma lì come in altri casi vengono presentati anche filmstranieri. La nostra unicità sta nell'attenzione rivolta al nostro ter-ritorio, a ciò che di eccellente ha da offrire al cinema, in termini pae-saggistici, enogastronimici e nel settore dell'audiovisivo, in grandeespansione in Campania.

    Una donna come lei, con una grande mole di responsabilitàprofessionali, riesce a dedicarsi anche ad altro?Credo che le donne abbiano una marcia in più, riescono con deter-minazione, amore e passione a raggiungere ottimi risultati in piùambiti contemporaneamente. Faccio del mio meglio, certo non è fa-cile.

    A che punto è la Campania nello sviluppo del settore cine-matografico?Siamo in una fase di grande espansione. Oggi quando si parla di ci-nema italiano si parla di Napoli, un vero e proprio set a cielo aperto.Sono recentemente iniziate le riprese de "L'amica geniale" con laquale anche l’Italia entra ufficialmente nel circuito internazionaledelle serie tv. Prodotto da Rai ed HBO e diretto da Saverio Costanzo(figlio di Maurizio), è girato interamente in Campania. Prevedo chequesta serie porterà effetti positivi sul turismo internazionale, bi-sogna saperlo accogliere.

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  • “Sono piccolama sogno in grande”af=^ibpp^kao^=`^oilkf=clql=af=dfrpbmmb=^qq^k^pfl

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    Ludovica Coscione è una giovanissima attrice napoletana cheha debuttato in Rai nella fiction "Non dirlo al mio capo" neipanni di Mia, figlia adolescente e ribelle di Lisa (Vanessa In-contrada). Bella e intraprendente, Ludovica non è soltantouna promettente attrice ma anche una "web influencer" , unastro nascente del cinema che è già una stella nel firmamento

    della iGeneration. Su Youtube Ludovica racconta la sua vita e rispondealle domande dei numerosi ammiratori che la seguono sui social, su In-stagram ha un profilo molto attivo e un diario fotografico seguito e com-mentato da migliaia di seguaci. Gli ostacoli non la scoraggiano, come hadimostrato lo scorso 11 agosto tornando sul noto social con un nuovo ac-count perchè il suo era stato hackerato. La giovane influencer è ripartitacon l'affetto dei suoi sostenitori più forte di prima, determinata a ripren-dersi la sua sostanziosa fetta di followers. Il carattere di Ludovica Co-scione è sicuramente contraddistinto dall'ambizione e ancorato a valoriforti. Il suo debutto nella fiction "Non dirlo al mio capo" ha trasformatoil suo sogno in realtà e ha rafforzato la sua convinzione che se lotti perciò che ami puoi ottenerlo. Terminato da poco il primo anno di Giuri-

    LUDOVICACOSCIONE

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    sprudenza in regola con gli esami, Ludovica ammetteche non è facile conciliare studio e lavoro, ma da per-sona ambiziosa cercherà sempre di onorare tutti i suoiimpegni, come lei stessa ha detto con fermezza. La suagrande caparbietà è merito anche dei suoi genitori, chel'hanno incoraggiata e sostenuta nel perseguire i sogni,a patto, però, che non si cimentasse nei provini primadei 16 anni. “Abbiamo deciso che entrassi a far partedi questo mondo con la giusta maturità e consapevo-lezza”. La bellissima Ludovica, parlando del lato "so-cial" della sua attività, ammette: “I social sono parteintegrante della mia vita, ma li uso con cautela. I mieiprofili li gestisco in prima persona per farmi conoscere

    per quello che sono: un'adolescente come tante”. E delrapporto con Napoli dice: “Napoli è e sarà sempre lacittà del mio cuore. Come sono lo devo a questo posto,con tutti i suoi pregi e difetti. Ci sono città che funzio-nano meglio, è vero, ma il calore che si percepisce qui,non si trova altrove”. La sua vita e la sua carriera sono ancora tutte da scri-vere. Alla domanda su cosa si aspetta dal futuro ri-sponde in prima battuta che sogna di rimanere fedelea se stessa, di conservare i valori che le ha trasmessola sua famiglia. Il sogno professionale, è quello di potervincere un giorno, un David di Donatello, o di impu-gnare, chissà, addirittura un Oscar!

    I social sono parteintegrante della mia vita,

    ma li uso con cautela.I miei profili li gestisco

    in prima persona per farmiconoscere per quello

    che sono: una adolescentecome tante.

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    CLAUDIOAGRELLI

    Vi sveliamo i segretidi un pubblicitario

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    Abuon imprenditor poche pa-role, soprattutto se a scriverleci pensa un buon creativo.Dal 2002 Claudio Agrelliguida un’agenzia di comuni-cazione e pubblicità strava-

    gante ma efficace, originale ma efficiente. Ècosì che ha saputo conquistare la fiducia ditantissimi imprenditori da Napoli a Milano,nonostante il nome dell’agenzia -Agrelli&Basta - faccia il verso proprio aquelle realtà internazionali più blasonatecome Young & Rubicam, o Saatchi & Saat-chi. “Nelle mie precedenti esperienze nelmondo della radio e dell’editoria ho compresol’importanza della comunicazione integrata,online e offline, above e below the line. Credoche il primato di Agrelli&Basta”, spiegaClaudio, “sia dovuto all’aver trasformato sinda subito questa consapevolezza in un’offertadi comunicazione a 360 gradi al cliente. Ilprimo payoff recitava infatti 4 parole che erasingolare accomunare: pubblicità, grafica,web e new media”. Oggi questi ambiti ven-gono identificati più facilmente nella comu-nicazione integrata e si possono anche chia-mare branding, user experience design, digi-tal, marketing non convenzionale. È con que-ste specialità che Claudio e il suo team aiu-tano le aziende nelle loro esigenze di comu-nicazione a tutto tondo. Nell’era delle start-up veloci, della scalabilità dei modelli di bu-siness e di mercati in rapida trasformazione,avere un’agenzia di comunicazione al propriofianco e non al proprio seguito è l’unica cosache permette ad imprenditori e manager diprogettare strategie di comunicazione vin-centi. “Mi piace vestire i panni del Commu-nication Manager “in affitto”. Molte impresesono convinte dell’importanza di investiresul proprio brand ma non hanno chiara lastrategia di lungo termine o semplicementenon hanno le risorse per costruire piani eteam di comunicazione. Io sono colui che inprima persona, mettendo in gioco creativitàed esperienza, condivide obiettivi ed inte-ressi del mio cliente. Sono al contempo diret-tore creativo e imprenditore, so cosa vuoldire tenere in equilibrio l’estro col pragmati-smo degli affari. La sintesi di questi aspettiè l’unico modo per affiancare il cliente in uncammino che mi piace studiare in ogni det-taglio per raggiungere la meta insieme e piùvelocemente”.Dalla moda al food, dalla salute all’aeronau-tica, dal turismo all’energia, Agrelli&Bastaha un portfolio invidiabile di progetti eclienti. Dai riconoscimenti ricevuti e dal re-cente titolo di Repubblica.it “Un'agenzia na-poletana vince l'Oscar della pubblicità ita-liana” scopriamo che la professionalità nelsettore non abita solo nei loft di Milano, maè viva e presente nel cuore di Napoli, a via

    Nell’era delle start-up veloci,della scalabilità dei modellidi business e di mercati inrapida trasformazione, avereun’agenzia di comunicazioneal proprio fianco e non alproprio seguito è l’unica cosache permette ad imprenditori emanager di progettare strategiedi comunicazione vincenti.

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    Toledo.Ciò che distingue Agrelli&Basta è la determinazionesistematica nel trovare nuovi strumenti all’avan-guardia per garantire i risultati delle campagne pub-blicitarie e tracciarle in tempo reale.Come ad esempio il monitoraggio del ROI, attraversolo sviluppo di un algoritmo sviluppato in partnershipcon l’Università Federico II, o l’approccio metodolo-gico del sistema di qualità certificato DNV-GL.L’agenzia punta al continuo miglioramento e com-batte le inefficienze fisiologiche del settore concen-trandosi sulle migliori prassi.Infatti per migliorare i processi di realizzazione deiprogetti grafici e digitali, ma anche per ottimizzareil continuo confronto col cliente, Agrelli&Basta hamesso a punto sin dal 2005 un sistema di workflowproprietario diventato oggi formidabile. Si tratta diuna piattaforma web chiamata Lounge Area, onlinee riservata, che consente al cliente una visione chiaradegli step e dei tempi, potendo inoltre influenzare ilavori in real time.”. Ecco dunque che Agrelli, ancorauna volta pioniere in Italia, lancia il customer careonline dell’agenzia che si prende cura dei suoi clienti.“È una questione di forma mentis. Il tempo è denaro,per me come per il cliente: la Lounge Area dà ad en-trambi una visione chiara delle attività e dei tempi,ottimizzando i processi e minimizzando gli sprechi”.Una forma mentis apprezzata a più voci, in primisdalla Camera di Commercio partenopea che nel 2012inserisce l’agenzia di via Toledo - già premiata con lamedaglia di rappresentanza dal Presidente della Re-pubblica - tra le ventiquattro imprese eccellenti diNapoli.Non è semplice in un contesto come quello napole-

    tano reperire buoni fornitori, come non lo è unire con-tenuto e design, creatività e tecnologia al servizio diimprese di ogni dimensione e settore. Ci vuole flessi-bilità, a partire dal budget, ma per dare sia qualitàche prezzo ci vuole organizzazione e chiarezza senzalasciare aree grigie. Se per certi lavori Napoli può es-sere una giungla, Claudio Agrelli in maniera darwi-niana ha saputo adattarsi e tenere in equilibrio l’ideadell’impresa etica con una proposta alla portata dipiccole e medie imprese.È il caso di Caseificio Principe, impresa nella GDOche vanta una produzione di Mozzarella di BufalaCampana DOP servendo un mercato globale che vadall’Europa all’America, la quale ha sceltoAgrelli&Basta per un programma di ampliamentocommerciale, o di Leonardo Russo, nuovo brand nelmondo delle calzature femminili venduto solo onlineche ha già entusiasmato personaggi dello spettacolocome Ilary Blasi o Silvia Toffanin. “Non è la dimen-sione dell’impresa che ci stimola ma la dimensionedel progetto”. Agrelli&Basta cura piccole imprese fa-miliari, pure note in tutto il mondo come TavernaAnema e Core di Capri, multinazionali come Ferreroed anche realtà storiche come la Clinica Mediterra-nea, oggi semplicemente Mediterranea, in questocaso in un percorso di rebranding durato tre anni cheha reso questa eccellenza della sanità un benchmarka livello nazionale nella comunicazione dell’ospeda-lità privata. Curiosando sul sito di Agrelli&Basta sipercepisce l’esistenza di una rete sana di imprese,piccole e grandi in qualche modo connesse tra loro, avolte dallo stesso Claudio Agrelli che si sforza di met-tere insieme le forze positive che ha modo di cono-scere..

    Ciò che distingue Agrelli&Basta è la determinazione sistematicanel trovare nuovi strumenti all’avanguardia

    per garantire i risultati delle campagne pubblicitariee tracciarle in tempo reale.

  • LEGATORIA ARTIGIANA

    Dove il libro ha ancoraun valore unico

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  • Tra i vicoli impre-gnati di storia delcentro antico, a SanBiagio dei libraibatte il cuore più no-bile della legatoria

    napoletana. È quello della “Lega-toria artigiana” (www.legatoriar-tigiananapoli.it) di Annalisa Mi-gnogna. Un’attività che non siferma alla rilegatura di libri, ese-guita secondo i canoni di untempo. Già, perché in questo la-boratorio dove il tempo sembraessersi fermato, carta e cartone- materali tipicamente poveri - sisposano con materiali pregiati esono trasformati in autentici og-getti d’arte. Il tutto grazie a unasapiente e paziente lavorazioneartigianale.L’attività nasce alla fine dell’800,grazie all’impegno della famigliaEliseo. Tramandata di genera-zione in generazione, questa au-tentica arte è stata portataavanti con passione dal maestroMichele Eliseo junior fino aglianni ’90 nei locali di Calata Tri-nità Maggiore. È qui che, facendotesoro dei suoi preziosissimi inse-gnamenti, gli allievi ne hannocontinuato con dedizione il sa-piente lavoro. Fino al 2011,quando il laboratorio è stato spo-stato nel cinquecentesco palazzoMarigliano, in via San Biagio deilibrai 39, tra Piazza San Dome-nico Maggiore e il Duomo.Le tecniche di rilegatura, dora-tura e restauro sono utilizzateper libri antichi e moderni,album ed astucci, libri bianchi edoggetti personalizzati creati sumisura. Nel processo produttivola macchina è marginale. Il ruoloda protagonista nella riuscita delprodotto spetta ancora all’abilitàe alla creatività della persona.Nel segno della tradizione. “Lanostra mission è quella di tenerein vita la produzione artigianalee di valorizzare i suoi maestri -afferma Annalisa Mignogna - Edè quindi per noi motivo di orgo-glio il fatto che ci arrivano ordini,oltre che dall’estero, anche dacentri di eccellenza dell’artigia-nato italiano, come Firenze, Mi-lano e Roma. Ciò avviene proprioperché siamo riusciti a mante-nere le tecniche di una volta chealtrove, per l’eccessiva commer-

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    La nostra mission è quella di tenerein vita la produzione artigianale

    e di valorizzare i suoi maestriEd è quindi per noi motivo di

    orgoglio il fatto che ci arrivanoordini, oltre che dall’estero, anche

    da centri di eccellenzadell’artigianato italiano, come

    Firenze, Milano e Roma. Ciò avvieneproprio perché siamo riusciti

    a mantenere le tecniche di una voltache altrove, per l’eccessiva

    commercializzazione del prodotto,non si riesce più a portare avanti.

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  • cializzazione del prodotto, non si riescepiù a portare avanti”.Tanti gli articoli che coprono le più sva-riate esigenze, tutti rigorosamente lavo-rati a mano. Solo per fare qualche esem-pio, si va dai libri per le ricette a quelliper i vini, dai quaderni ai diari, passandoper contenitori, cornici e album fotogra-fici. Nutritissima anche la linea dedicataal lavoro, che comprende, tra l’altro, librifirme, libri per documenti con buste diplastica rilegate, cartelle personalizzate,contenitori per archivio, soffietti perposta e per documenti, agende, rubriche,blocchi per appunti. Originalissime, poi,le borse-libro da sera personalizzabili inogni dettaglio, compreso il titolo.Tutti i prodotti della legatoria si distin-guono per la ricercatezza dei materiali.Come le pelli di capra, montone e maroc-chino, la seta e i tessuti antichi, il vel-luto, il cachemire, l’oro in foglia, che, gra-zie alla lavorazione rigorosamente arti-gianale, danno vita a vere e proprieopere d’arte. Prodotti dotati di una loropersonalità unica, vivi. Lontani anni lucedall’anonima standardizzazione tipicadella produzione in serie.

    Tutti i prodotti della legatoria si distinguono per laricercatezza dei materiali. Come le pelli di capra,

    montone e marocchino, la seta e i tessuti antichi, il velluto,il cachemire, l’oro in foglia, che, grazie alla lavorazionerigorosamente artigianale, danno vita a vere e proprie

    opere d’arte. Prodotti dotati di una loro personalità unica,vivi. Lontani anni luce dall’anonima standardizzazione

    tipica della produzione in serie.

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  • Messi da parte infradito eombrelloni, Napoli ri-torna alla sua routinequotidiana e con essauna ricchissima sta-gione teatrale, che por-

    terà in città nomi d’eccezione e spettacoliautorali da non perdere. A cominciare dalTeatro Bellini, il cui cartellone si apre conil 9 ottobre con “Tiny Dynamite” di AbiMorgan, che porta il dramma di Anthony eLucien, colpito da un fulmine il primo,molto introverso il secondo, che si innamo-rano della stessa ragazza che si suicida da-vanti ai loro occhi. Dal 19 ottobre arriva“Don Giovanni” di Mozart con l’Orchestradi Piazza Vittorio interpretato tra gli altrida Petra Magoni. Dal 6 al 25 novembresarà la volta di una trasposizione cinema-tografica, “Fronte del Porto”, per la regia di

    Alessandro Gassman cheporta Daniele Russo e altridieci interpreti nella Na-poli degli anni ’40, con mu-siche e suggestioni che rie-vocano l’omonimo film.Dall’8 al 20 gennaio “El-vira” (Elvire Jouvet 40),diretto e interpretato daToni Servillo, mentre dal26 febbraio arriverà Pier-francesco Favino con “Lanotte poco prima delle fo-reste”. A maggio Silvio Or-

    lando arriva con il suo “Si nota all'imbru-nire” (Solitudine da paese spopolato) per laregia di Lucia Calamaro.Nomi noti anche al Teatro Diana, a par-tire da Sal Da Vinci che ritorna dal 12 ot-tobre con “Sinfonie in Sal maggiore… Re-loaded”, mentre il trasformista Arturo Bra-chetti, dal 31 ottobre porterà lo spettacolo“Solo”. Massimo Lopez e Tullio Solenghidal 14 novembre saranno i protagonisti di“Show”, mentre dal 4 dicembre sarà lavolta di Isa Danieli e Giuliana De Sio in “LeSignorine”.Per celebrare i 90 anni di Luciano De Cre-scenzo, Geppy Gleijeses con Marisa Lauritoe Benedetto Casillo portano in scena “Cosìparlò Bellavista”, dall’omonimo film, dal 18dicembre. Non mancherà la verve ironicadi Beppe Grillo, che arriva il nuovo anno in

    Il Teatro Bellini apre con il 9 ottobre con“Tiny Dynamite” di Abi Morgan. Dal 19 ottobre arriva“Don Giovanni” di Mozart con l’Orchestra di PiazzaVittorio. Dal 6 al 25 novembre sarà la volta di “Frontedel Porto”, per la regia di Alessandro Gassman. Dall’8al 20 gennaio “Elvira”, diretto e interpretato da ToniServillo, mentre dal 26 febbraio arriverà PierfrancescoFavino con “La notte poco prima delle foreste”.

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    Al teatro ce n’èper tutti i gusti…

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    gennaio con “Insomnia”, mentreEnnio Fantastichini e Iaia Forteporteranno dal 16 gennaio“Tempi Nuovi”, scritto e direttoda Cristina Comencini. Dal 13febbraio c’è Massimo Ranieri, conla pièce “Il Gabbiano” di AntonCechov adattato e diretto daGiancarlo Sepe. Anche VincenzoSalemme scrive, interpreta e di-rige “Con tutto il cuore”, sul palcodal 6 marzo, mentre a concluderequesto calendario ci sarà SerenaAutieri con Paolo Calabrese in“La Menzogna” di Florian Zellerper la regia di Piero Maccarinelli.Al Teatro San Ferdinando siparte il 7 novembre con Ficarra ePicone con “Le Rane” di Aristo-fane, che provano a far ridere conun testo di 2500 anni fa, mentredal 26 dicembre lo scrittore Mau-rizio De Giovanni ci farà riflet-tere con “Il Senso del Dolore”.Dal 28 marzo invece la terribileScianel di Gomorra, Cristina Do-nadio, indaga le solitudini in“Festa al celeste e nubile santua-rio”, mentre dal 26 aprile Massi-miliano Gallo interpreta e rein-terpreta la figura classica diMedea in “Medea di Portame-dina”.Interessante “Il Penitente”, alTeatro Mercadante dal pros-simo 6 febbraio, con Lunetta Sa-vino per la regia e l’interpreta-zione di Luca Barbareschi, da untesto del drammaturgo ameri-cano David Mamet.E si rincorrono alcuni volti anchenel cartellone 2018/2019 del Tea-tro Augusteo, dove ritorna Mas-simo Ranieri con il successo“Sogno e son desto 400 volte” dal9 novembre, mentre Serena Au-tieri reinterpreta “#LASCIAN-TOSA La prima influencer”. Dal28 dicembre Carlo Buccirosso in-terpreta e dirige “Colpo diScena”, mentre MassimilianoGallo in coppia con suo fratelloGianfranco, che dirige anche,porta in scena “Comicissimi fra-telli” dall’11 gennaio. Luca Ward,Paolo Conticini e Sergio Munizinterpretano invece la versioneitaliana del musical “Mammamia!” che arriva dal 22 febbraio,mentre chiude la stagione GinoRivieccio con il suo “Cavalli di Ri-torno 2.0” dal 26 aprile.Non poteva mancare il Teatro

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    1. Silvio Orlando; 2. Alessandro Gassman; 3. Toni Servillo; 4. Sal Da Vinci;5. Massimo Ranieri; 6. Vincenzo Salemme; 7. Arturo Brachetti;8. Massimo Lopez e Tullio Solenghi; 9. Isa Danieli e Giuliana De Sio.

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    Al Teatro Diana ritorna Sal Da Vinci dal 12 ottobrecon “Sinfonie in Sal maggiore… Reloaded”, mentre iltrasformista Arturo Brachetti, dal 31 ottobre porterà lospettacolo “Solo”. Massimo Lopez e Tullio Solenghidal 14 novembre saranno i protagonisti di “Show”,mentre dal 4 dicembre sarà la volta di Isa Danieli eGiuliana De Sio in “Le Signorine”. Geppy Gleijesescon Marisa Laurito e Benedetto Casilloportano in scena “Così parlò Bellavista”.

  • 10. Carlo Buccirosso; 11. Massimiliano Gallo;12. GIno Riviecio; 13. Cristina Donadio;14. Riccardo Muti; 15. Lo Schiaccianoci.

    San Carlo, che porta in cartellone 12 titoli d’opera, 5 di danzae 15 concerti per un totale di 150 giornate di spettacolo che sisnoderanno da ottobre fino al prossimo novembre 2019. Si aprecon “Così fan tutte”, per la direzione del maestro RiccardoMuti, dal 25 novembre, mentre in aprile sarà la volta di “Ma-dama Butterfly”, per la regia di Ferzan Ozpetek, che ritornaanche a maggio. Da non perdere il 22 dicembre il “Concertodi Natale”, e Cecilia Bartoli dall’8 marzo in una interessanterassegna concertistica.Tra gli spettacoli di danza, da segnalare “Lo Schiaccianoci” dal29 dicembre al 5 gennaio 2019, perfetta suggestione per l’at-mosfera natalizia, ma anche “Il Lago dei Cigni”, “I Pulcinella”e “Sogno di una notte di mezza estate”, che scandiranno, ri-spettivamente l’estate e il prossimo autunno.

    Il Teatro San Carlo porta in cartellone 12titoli d’opera, 5 di danza e 15 concerti per un totale

    di 150 giornate di spettacolo che si snoderannoda ottobre fino al prossimo novembre 2019. Si apre

    con “Così fan tutte”, per la direzione del maestroRiccardo Muti, dal 25 novembre, mentre in aprilesarà la volta di “Madama Butterfly”, per la regiadi Ferzan Ozpetek, che ritorna anche a maggio.

    Da non perdere il 22 dicembre il “Concerto di Natale”, Da segnalare “Lo Schiaccianoci” dal 29 dicembre.

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    L’IDENTIKITOcchi: verdi

    Capelli: biondiAltezza: 173 cmMisure: 86-63-85

    Titolo di studio: diplomaliceo classico

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    ARIANNAGIANNINI

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    Del cinema le piaceil dietro le quinte, infattiuna parte di sé, quellaartistica e meno razionale,sogna di diventare regista.Il suo regista preferito èJean-Luc Godard.

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    È una brillantestudentessa alla facoltàdi Giurisprudenza allaFederico II, con laprospettiva di diventareun affermatoavvocato penalista.

  • Il Centro Augusto da quasi qua-rant’anni si occupa di diagno-stica per immagini e costituisceuna realtà sanitaria importantenel napoletano. Direttore respon-sabile del centro di radiologia è il"professionista al top" dott. Tom-maso Ricozzi. "In questi ultimi de-cenni la tecnologia si è evoluta inmodo esponenziale: la precisionecon cui le moderne attrezzaturediagnostiche definiscono ogni mi-nimo segmento corporeo è sino-nimo di affidabilità e consente aisanitari radiologi di soddisfare inmaniera ottimale tutte le esigenzedel paziente" - con questa pre-messa il dott. Ricozzi spiegaquanto e come il Centro Augustoabbia investito nell’innovazionetecnologica, "fondamentale per ga-rantire una diagnosi precoce e unadeguato intervento medico e ria-bilitativo". Ogni giorno il CentroAugusto eroga esami radiografici,ecografici, TAC e risonanze ma-gnetiche utilizzando attrezzaturediagnostiche all’avanguardia e af-fidandosi a personale altamentequalificato, al fine di offrire un ser-vizio che si distingue per attendi-bilità dei referti e professionalitàdegli operatori. I ritmi elevati dilavoro, con tempi di attesa e di ri-tiro dei referti ridotti al minimo,non intaccano l'accuratezza degliesami, in quanto l'alta tecnologiadelle apparecchiature, che con-sente quasi di annullare la possi-bilità di errore, si coniuga conl'esperienza e la competenza degliaddetti ai lavori. Il dott. Ricozzi,infatti, sottolinea la grande atten-zione rivolta all'aggiornamentocontinuo del personale e alla sele-zione dello stesso in base a profilicon un'alta formazione. Questo in-sieme di fattori ha reso il CentroAugusto un centro diagnosticod'eccellenza, riconosciuto dai napo-letani come uno dei più qualificati.Quello che colpisce, al di là ditutto, è l'ambiente accogliente,dato non da poco in un luogo in cuil'umanità del personale spesso fala differenza. Come spiega lostesso dott. Ricozzi: "Ho sempredesiderato che nel Centro Augustosi respirasse un’atmosfera cordialee familiare affinchè il paziente

    PROFESSIONISTI AL TOP

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    Il suo polo diagnosticodi eccellenza

    IL DOTTORRICOZZI

    Tommaso Ricozzi

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    "In questi ultimi decennila tecnologia si è evoluta in modo

    esponenziale: la precisionec