Il salmo 23 don Alfonso Capuano Il libro dei SalmiParrocchia Santa Maria della Consolazione.

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Il salmo 23Il salmo 23

don Alfonso Capuano

Il libro dei Salmi

ParrocchiaParrocchiaSanta Maria della Santa Maria della

ConsolazioneConsolazione

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Dio, o pastore di costellazioni, Spirito che apri il volo agli infiniti stormi di uccelli verso i terminali delle loro migrazioni; Spirito che spiri avanti tutti i pensieri degli uomini buoni e giusti; Spirito che conduci i pellegrini dello spirito negli incantati pascoli della santità, e gli erranti riconduci da sperduti deserti sulle vie della vita, e mai desisti, Divino mendicante, di cercare la pecorella smarrita: se il vederti con gli occhi del corpo è di troppo in questa valle oscura, che almeno sempre oda i tuoi passi mentre mi cammini accanto, o Compagno di traversata; e ciò sia a tua gloria più ancora che il prestarti a guidare le stelle nella notte.

Amen

D.M. Turoldo

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Un testo universale

«Le centinaia di libri che ho letto non mi hanno procurato tanta luce e conforto quanto questi versi del Sal 23: Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla...; anche se dovessi passare in un burrone di tenebre, non temerei alcun male, perché tu sei con me».

H. Bergson

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Un testo universale

The Lord is my shepherd

Liszt

«Quanto siamo felici d'essere nelle mani di un tal pastore... Egli cerca il nostro vero bene e ci sa dare ad ogni ora l'alimento necessario».

Charles de Foucauld

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Un testo universaleIl poeta indù Tukaram ha più di un

riferimento al nostro testo nel suo «salmo LXVIII»:

Dovunque io vada tu sei il compagno che mi tiene la mano e mi conduce.

Sulla strada in cui cammino tu sei il mio solo sostegno. Al mio fianco tu porti il mio fardello.

Camminando, se divago tu mi raddrizzi: hai spezzato le mie resistenze, o Dio, mi hai spinto in avanti.

Ed ora la tua gioia mi penetra e mi circonda e io sono come un bambino che gioca in una festa.

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Un testo universale

Ricordiamo che il salmo accompagna Ricordiamo che il salmo accompagna il rito della sepoltura nella liturgia il rito della sepoltura nella liturgia anglicana della Chiesa Alta.anglicana della Chiesa Alta.

«Conducimi, dolce luce, nell'oscurità che mi circonda, conducimi! La notte è oscura e io sono lontano dal focolare, conducimi!...».

card. Newman, , The pillar of cloud

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Un testo universale

«Queste frasi cosi semplici si insediarono senza difficoltà nella mia memoria. Vedevo il pastore, vedevo la valle dell'ombra di morte, vedevo la tavola imbandita. Era il vangelo in piccolo. Quante volte, nelle ore d'angoscia, mi sono ricordato del bastone confortante che evita il pericolo. Ogni giorno recitavo questo piccolo poema profetico di cui non si esauriranno mai le ricchezze».

Julien Green, Partir avant le jour

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Un testo universale«Il testo è molto semplice e consta

fondamentalmente di un solo pensiero: II Signore è il mio pastore, nulla mi mancherà. Sono due piccole frasi - in ebraico due parole ciascuna - che legano due membri: il pastore e la pecora, il Signore e io. Il legame è tanto stretto che un rifiuto è escluso: poiché il Signore è il mio pastore, nulla mi mancherà; egli provvede a me che sono nato e sono in buone mani ... nonostante la valle tenebrosa e i nemici, uno sguardo di genuina felicità passa attraverso tutta la vita».

G. Ebeling

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Un testo universaleDDovremmo anche pensare all'influsso,

forse secondario ma probabile, che il Sal 23 ha lasciato nel celebre testo del buon pastore di Gv 10. Anche se Ez 34 è il testo più vicino alla pericope giovannea, un'allusione al nostro salmo è rintracciabile in Gv 10,11: «Io sono il buon pastore: il buon pastore offre la vita per le pecore». Un'allusione che collega il v. 2 con Ap 7,17 in cui Cristo è dipinto come «il pastore che conduce a sorgenti di acqua di vita». Nella tradizione cristiana il nesso si fa più esplicito: il volto del pastore è ormai quello di Cristo, «pastore delle anime nostre» (1Pt 2,25), che cerca soprattutto la pecora smarrita (Lc 15,4-7).

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Un testo universale«Attraverso questo salmo, Cristo insegna alla chiesa che

bisogna che tu divenga una pecora del buon pastore, guidata dalla buona catechesi verso i pascoli e le sorgenti degli insegnamenti. Bisogna poi che tu sia sepolto con lui nella morte attraverso il battesimo. Ma esso non è morte ma solo ombra di morte. Dopo ciò, dopo averti consolato col bastone dello Spirito, egli prepara la tavola sacramentale, quella che è imbandita davanti alla tavola dei demoni. Erano essi, infatti, che opprimevano la vita degli uomini con l'idolatria. Poi egli unge con l'olio dello Spirito. E donandogli il vino che fa gioire il cuore dell'uomo, provoca nell'anima una sobria ebbrezza... Chi ha gustato questa ebbrezza cambia ciò che è effimero in ciò che non ha fine, abitando nella casa del Signore per la lunghezza dei giorni».

Gregorio di Nissa, PG 46,692

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Un testo universaleQuesto salmo è risuonato anche in

occasioni strane e impensabili. S. Bonaventura nella Legenda s. Francisci (IX,7) ricorda che s. Francesco d'Assisi nell'estate del 1219, per recarsi dal sultano d'Egitto Malek el-Khamil, attraversò le linee militari musulmane cantando il v. 4 del Sal 23 («Se dovessi camminare in valle oscura...»). Il 6 giugno 1944, invece, stando a quanto racconta C. Ryan nel best-seller Il giorno più lungo, durante lo sbarco alleato in Normandia, un canadese per calmare la tensione dei suoi compagni si mise a leggere ad alta voce il Sal 23.

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Il simbolismoRiteniamo che siano due i centri

simbolici fondamentali attorno ai quali ruota il salmo, il pastore che procede col suo gregge verso una fresca distesa di verde (vv. 1-4) e una coppa colma sulla mensa preparata, segno di ospitalità con sfumature liturgico-sacrificali (vv. 5-6). Naturalmente questi nuclei simbolici attirano e coinvolgono una sequenza di simboli minori ad essi funzionali.

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Il Signore è il mio pastore

nulla manca ad ogni attesa,

in verdissimi prati mi pasce

mi disseta a placide acque.

È il ristoro dell’anima mia,

in sentieri diritti mi guida

per amore del santo suo nome,

dietro lui mi sento sicuro.

Pur se andassi per valle oscura

non avrò a temere alcun male:

perché sempre mi sei vicino,

mi sostieni col tuo vincastro.

D.M. Turoldo

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Il pastoreAlla più famosa transmigrazione di Alla più famosa transmigrazione di

primavera è da accostare anche quella estiva primavera è da accostare anche quella estiva che indirizza il nomade verso terreni, coltivati da che indirizza il nomade verso terreni, coltivati da popolazioni sedentarie, dove si viene ammessi popolazioni sedentarie, dove si viene ammessi per il pascolo, dopo il raccolto agricolo. La per il pascolo, dopo il raccolto agricolo. La transumanza è un'avventura spesso transumanza è un'avventura spesso drammatica: la velocità del trasferimento è drammatica: la velocità del trasferimento è ostacolata dalle pecore incinte o da quelle che ostacolata dalle pecore incinte o da quelle che hanno appena partorito, animali feroci e predoni hanno appena partorito, animali feroci e predoni rendono il viaggio un incubo, rimane l'incognita rendono il viaggio un incubo, rimane l'incognita della meta e dell'accoglienza da parte dei clan della meta e dell'accoglienza da parte dei clan sedentari che accusano il nomade di essere sedentari che accusano il nomade di essere ladro, apportatore di malattie e socialmente ladro, apportatore di malattie e socialmente inferiore e pericoloso. inferiore e pericoloso.

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Il pastoreLa ricerca del nuovo pascolo aveva La ricerca del nuovo pascolo aveva

dato origine alla festa del plenilunio di dato origine alla festa del plenilunio di primavera, trasformata poi in Israele nella primavera, trasformata poi in Israele nella festività storica della pasqua: bastone e festività storica della pasqua: bastone e costume di viaggio, pani azzimi cotti su costume di viaggio, pani azzimi cotti su lastre di pietra, erbe amare raccolte nella lastre di pietra, erbe amare raccolte nella steppa, agnello con ossa intatte come steppa, agnello con ossa intatte come auspicio di riproduzione nella fecondità del auspicio di riproduzione nella fecondità del gregge, sangue asperso come esorcismo gregge, sangue asperso come esorcismo contro le potenze malefiche del lungo contro le potenze malefiche del lungo viaggio sono tutti elementi pastorali e viaggio sono tutti elementi pastorali e pasquali (Es 12).pasquali (Es 12).

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Il pastoreIl Il pastorepastore, per il semita, esprime qualcosa di , per il semita, esprime qualcosa di

più della semplice guida, che sa inaspettatamente più della semplice guida, che sa inaspettatamente puntare verso un pascolo o verso un'oasi o che sa puntare verso un pascolo o verso un'oasi o che sa procedere su una pista non pericolosa. Egli è procedere su una pista non pericolosa. Egli è soprattutto il costante compagno di viaggio per cui soprattutto il costante compagno di viaggio per cui le ore del suo gregge sono le sue stesse ore, stessi le ore del suo gregge sono le sue stesse ore, stessi i rischi, stessa la sete e la fame, il sole batte i rischi, stessa la sete e la fame, il sole batte ugualmente implacabile su lui e sul gregge. Solo lui ugualmente implacabile su lui e sul gregge. Solo lui sa dare certezza e sicurezza perché i sentieri sa dare certezza e sicurezza perché i sentieri dispersivi o erronei sono con precisione scartati dal dispersivi o erronei sono con precisione scartati dal suo bastone. II pastore è perciò il suo bastone. II pastore è perciò il salvatoresalvatore, la sua , la sua capacità di condurre ad uno spiazzo erboso decide capacità di condurre ad uno spiazzo erboso decide il destino delle pecore. Si comprende, allora, perché il destino delle pecore. Si comprende, allora, perché in oriente la simbolica del pastore sia stata applicata in oriente la simbolica del pastore sia stata applicata al re e alla divinità. al re e alla divinità.

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Esegesi dell’icona

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Nell’iconografia cristiana, il nero rappresenta le tenebre del

mondo.È il buio contrapposto alla luce divina simboleggiata dai colori

bianco, giallo, oro, che sono attributi di Dio.

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Secondo la simbologia della Bibbia, il rosso è il colore della vita perché associato al sangue.

Il sangue è l’elemento più sacro nella religiosità antica,

segno dell’alleanza con Dio.

Il rosso viene attribuito alla terra,

alla maternità, al cuore.

È associato anche al sacrificio supremo.

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Il blu ha diversi significati:il cielo, sede di Dio;

il vento dello Spirito;l’acqua che purifica

e genera a vita nuova.

Sono tutti simboli relativi alla trascendenza di Dio o alla “divinizzazione” dell’uomo quando viene portato all’interno della vita divina.

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Nella simbologia dei colori sembrano rappresentati come due livelli di vita.

Uno è fuori, posto all’esterno

di Dio; è un rosso imbrattato di macchie nere,

simbolo del peccato, della lontananza.

L’altro è il rosso vivo della vita di Dio illuminata da

fasce gialle. Essa avvolge la

creatura estraendola dalle

tenebre del mondo

come in un nuovo parto.

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L’acqua della vita passa dalla croce blu dell’aureola del Cristo al vello della pecora, rivestendola di una vita nuova, purificata.

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La costruzione dell’immagine rende

evidente il suo significato materno,

di un amore viscerale, completamente chinato

sulla piccolezza della creatura, donato

in modo totale dal Cristo Risorto,

che porta chiari i segni del suo sacrificio e della sua vittoria.

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Quale mensa per me tu prepari

sotto gli occhi dei tuoi nemici!

del tuo olio profumi il mio capo,

il mio calice è colmo di ebbrezza!

Bontà e grazia mi sono compagne

quanto dura il mio cammino:

io starò nella casa di Dio

lungo tutto il migrare dei giorni.

D.M. Turoldo

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L’ospitalitàIl secondo centro simbolico è quello Il secondo centro simbolico è quello

dell'dell'ospitalitàospitalità. Il Signore applica . Il Signore applica pienamente le leggi della cordialissima pienamente le leggi della cordialissima ospitalità orientale: profuma la testa agli ospitalità orientale: profuma la testa agli invitati, offre la coppa spumeggiante invitati, offre la coppa spumeggiante dell'amicizia, prepara una mensa che, dell'amicizia, prepara una mensa che, indicando protezione e vincoli di reciproca indicando protezione e vincoli di reciproca assistenza, diviene asilo inviolabile contro assistenza, diviene asilo inviolabile contro i nemici e le ostilità di ogni genere. Il i nemici e le ostilità di ogni genere. Il Signore, quindi, «si cinge, ci fa mettere a Signore, quindi, «si cinge, ci fa mettere a tavola, e si presenta per servirci» (Lc tavola, e si presenta per servirci» (Lc 12,31).12,31).

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L’ospitalitàL'anticipazione del banchetto definitivo e L'anticipazione del banchetto definitivo e

pienamente saziante l'ebreo la sperimentava ogni pienamente saziante l'ebreo la sperimentava ogni volta che accedeva al tempio. La lunga strada e i volta che accedeva al tempio. La lunga strada e i pericoli vissuti erano lasciati alle spalle, le pericoli vissuti erano lasciati alle spalle, le persecuzioni sparivano perché il tempio era persecuzioni sparivano perché il tempio era intoccabile e difendeva chi si attaccava agli angoli intoccabile e difendeva chi si attaccava agli angoli dell'altare (1 Re 2,28-35). La casa che l'israelita dell'altare (1 Re 2,28-35). La casa che l'israelita sognava più di ogni altra era appunto quella del suo sognava più di ogni altra era appunto quella del suo Dio edificata sul colle di Sion. Il salmo diventa, Dio edificata sul colle di Sion. Il salmo diventa, allora, la proclamazione della gioia di partecipare allora, la proclamazione della gioia di partecipare alla vita religiosa, alla liturgia, al dialogo alla vita religiosa, alla liturgia, al dialogo interpersonale con Dio, alla mistica sazietà interpersonale con Dio, alla mistica sazietà dell'intimità della preghiera, espressa anche dell'intimità della preghiera, espressa anche attraverso i sacrifici di comunione comprendenti attraverso i sacrifici di comunione comprendenti appunto il pasto sacro.appunto il pasto sacro.

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Intorno agli anni 1420 - 22 il discepolo di s.

Sergio di Radonez, s. Nicone, incaricò i due

grandi iconografi Rubljov e Cjornyj, di

adornare di icone e di affreschi la cattedrale

della s. Trinità, che era stata costruita dopo la

distruzione compiuta dai tartari, nel 1409, del famoso monastero.

L'icona della Trinità di Rubljov raffigura l'episodio biblico

dell'ospitalità di Abramo. In Genesi 18,1-15

apparvero ad Abramo e Sara tre angeli per annunciare loro la

nascita di un figlio. I Padri e tutta la

tradizione della chiesa hanno sempre visto in questo episodio una prefigurazione della

Trinità.

Il Concilio dei Cento Capitoli (1551)

dichiarerà tale icona modello universale della

rappresentazione della Trinità. Nel 1904 la

commissione di restauro ha tolto gli

ornamenti metallici d'oro che la ricoprivano e l'ha ripulita, conservandola nel museo Tretjakov di

Mosca.

Esegesi dell’icona

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Nell’icona i tre angeli esprimono il ritmo della vita trinitaria. Prima vediamo gli elementi che richiamano all’unità.

Un elemento molto importante è il colore blu che, se osserviamo l’icona, è presente nelle vesti di tutte e tre le figure, mentre gli altri colori variano figura per figura. Il blu è il colore della divinità che le tre persone divine condividono, gli altri colori invece sottolineano le specificità di ogni persona.

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Un altro tratto comune che caratterizza i tre angeli è la somiglianza del volto. Come la presenza del blu che indica la divinità, così anche questo tratto richiama l’unità della trinità. Ogni angelo presenta un volto giovanile, né maschile né femminile, per esprimere l’eternità della divinità delle tre persone.

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Anche fisicamente i tre angeli sono uguali. Il loro corpo è molto allungato rispetto alle proporzioni normali. Questo è un elemento tipico dell’icona: non si tratta infatti di raffigurare corpi materiali, ma il loro “spessore spirituale”. Questo aspetto è molto rilevante nelle icone dei santi.

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Molto importante per sottolineare l’unità è il cerchio in cui i tre angeli possono essere inscritti: il cerchio indica il tutto, l’unità della vita di Dio.

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L’angelo al centro dell’icona è messo in risalto oltre che dalla posizione anche dalla vivacità dei colori e dalle linee che sembrano attirare lo sguardo su di lui; sembra preferibile ritenere che si tratti del Figlio.

Perché allora il Figlio è al centro e non il Padre?1. Non si può parlare di Dio se non partendo da Gesù, il Figlio. 2. L‘asse centrale dell’icona presenta i richiami al mistero pasquale e alla croce di Gesù.

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L’angelo al centro è rivolto verso quello di sinistra, il Padre. Lo sguardo dei due personaggi si incontra e sembra si possa intuire un dialogo in quegli sguardi. In quello sguardo del Figlio verso il Padre e del Padre verso il Figlio possiamo vedere la missione che il Figlio riceve dal Padre.

L‘argomento del colloquio che si svolge più attraverso lo sguardo che le parole sembra essere la coppa al centro della tavola che contiene un agnello, indicata dalle mani dei due.

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Il rosso della tunica dell’angelo centrale richiama l’amore prontissimo della sua obbedienza “fino alla morte”. In questa figura il blu è il colore del mantello: quel colore che nel Padre è velato e nascosto, qui è manifesto e predominante per dire che è Gesù che ci ha rivelato il vero volto di Dio e il suo amore per noi: Questi due colori poi ci ricordano anche che Gesù è Dio (blu) e uomo (rosso),

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L’albero che sta alle spalle dell’angelo centrale richiama l’albero della vita nel paradiso e l’albero della Croce. L’albero è curvo sulle spalle dell’angelo centrale come se egli stesse per caricarselo addosso…

Il colle sembra offrirsi al Figlio per essere salito. E’ il colle del calvario sul quale il Figlio darà «la vita per le pecore». Il Padre guarda verso quel colle come Abramo guardò il monte Moira quando saliva per offrire il proprio figlio Isacco.

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Il Padre, a sinistra, siede con solennità sul trono. Lo sguardo e il gesto della mano destra hanno qualcosa di imperativo. Anche il vestito oro e rosa (trasparenza) proclama che lui è l’origine della divinità e la sorgente della vita; il blu in questa figura è quasi totalmente nascosto dal mantello: egli è il Dio che nessuno ha mai visto e che il Figlio ha rivelato.

Alle sue spalle il tempio, luogo della

presenza di Dio,sua casa.

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L’angelo di destra è in atteggiamento di “infinita devozione”. Egli è, interamente, soltanto una “grande inclinazione” verso gli altri; il suo corpo disegna un'ampia curva. Sembra ricevere tutto dagli altri e attendere tutto da loro. E’ lo Spirito che nulla dice di suo, ma testimonia tutto ciò che Gesù ha fatto.

Il mantello verde richiama la sua azione: dare la vita, rinnovare continuamente il mondo.

Alle spalle la roccia,

simbolo di forza interiore.

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La funzione dello Spirito è quella di rendere gli uomini simili a Gesù per introdurli nella vita di Dio. Per questo il suo sguardo è rivolto verso coloro che guardano l’icona, anzi precisamente verso l’apertura che si crea davanti alla tavola-altare alla quale i tre sono seduti, il lato vuoto al quale ogni uomo è invitato. Lo sguardo dell’angelo di destra indica la missione dello Spirito che «è la faccia di Dio inclinata sul mondo».

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Ma che rapporto c’è tra l’angelo di centro e l’angelo di destra, tra il Figlio e lo Spirito? Se guardiamo l’angelo di centro, il Figlio, notiamo che egli ha il volto e lo sguardo rivolti verso il Padre per contemplare la sua volontà, ma ha il petto rivolto verso l’angelo di destra come per “inviarlo”. Lo Spirito effuso è il compimento del mistero pasquale, il compimento della salvezza.

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Se osserviamo bene l’icona e allarghiamo il nostro sguardo a partire dal calice che sta sulla tavola-altare vediamo che i contorni dei due angeli laterali formano la sagoma di un altro calice che contiene l’angelo centrale. A questo punto è ancora più chiaro il senso del calice posto sull’altare. I due calici si richiamano, illuminandosi a vicenda. L’agnello nel calice sull’altare-mensa è il Figlio amato dal Padre perché “da la vita”.

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Ed ecco alla conclusione del nostro cammino un posto vuoto, un’apertura fissata dallo Spirito. La prospettiva inversa dell’icona e in particolare delle pedane dei troni dei due angeli laterali crea un naturale coinvolgimento, come se l’icona fosse un invito alla comunione e anticipazione della patria. Ma quell’apertura può anche essere vista come una ferita… una “ferita” in Dio quasi che il cerchio della vita divina sia in qualche modo lacerato, una lacerazione attraverso la quale lo Spirito può effondersi.

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In quella lacerazione della vita di Dio, sta la nostra chiamata alla comunione. Ma quella ferita è anche la ferita dell’uomo: la lacerazione in Dio è il suo amore per l’uomo, mentre la lacerazione dell’uomo è la sua sete di Dio. Entrambi gli aspetti nell’icona si fondono … il desiderio di Dio e il desiderio dell’uomo … per tutti e due desiderio di comunione.

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La strutturaA. Il canto del pastore (vv. 1-4)A. Il canto del pastore (vv. 1-4)– una dichiarazione tematica: una dichiarazione tematica: Jahweh ro`îJahweh ro`î (v. 1a) (v. 1a)– una descrizione pastorale di sosta (vv. 1b-3a)una descrizione pastorale di sosta (vv. 1b-3a)– una descrizione pastorale di cammino (vv. 3b-4c)una descrizione pastorale di cammino (vv. 3b-4c)– una dichiarazione tematica: sostegno (v. 4d)una dichiarazione tematica: sostegno (v. 4d)

B. Il canto dell'ospite (vv. 5-6)B. Il canto dell'ospite (vv. 5-6)– una dichiarazione tematica: Davanti a me una una dichiarazione tematica: Davanti a me una

tavola (v. 5a) tavola (v. 5a) – una descrizione ospitale generale (v. 5b-5d) una descrizione ospitale generale (v. 5b-5d) – una descrizione ospitale specifica e sacra (v. 6)una descrizione ospitale specifica e sacra (v. 6)

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Il canto del pastore

Il Signore è il mio pastore:Il Signore è il mio pastore: 1a1a

non manco di nulla;non manco di nulla; 1b1bsu pascoli erbosi mi fa riposaresu pascoli erbosi mi fa riposare 2a2aad acque tranquille mi conduce.ad acque tranquille mi conduce. 2b2bMi rinfranca,Mi rinfranca, 3a3a

mi guida per il giusto cammino, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.per amore del suo nome. 3b3bSe dovessi camminare in una valle oscura,Se dovessi camminare in una valle oscura, 4a4anon temerei alcun male, non temerei alcun male, 4b4bperché tu sei con me.perché tu sei con me. 4c4c

Il tuo bastone e il tuo vincastroIl tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.mi danno sicurezza. 4d4d

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Dichiarazione tematicaIl Signore è il mio pastore:

Il salmo si apre con una Il salmo si apre con una dichiarazione tematica (v. 1a) di due soli dichiarazione tematica (v. 1a) di due soli vocaboli che, proprio per la sua estrema vocaboli che, proprio per la sua estrema concisione, ha fatto discutere gli studiosi. concisione, ha fatto discutere gli studiosi. Non c'è motivo però di dubitare molto sul Non c'è motivo però di dubitare molto sul valore di questa semplice frase nominale valore di questa semplice frase nominale Jahweh ro`îJahweh ro`î, «Jahweh-mio pastore»: si , «Jahweh-mio pastore»: si tratta di una proclamazione kerygmatica e tratta di una proclamazione kerygmatica e polemica al tempo stesso: il Signore, e polemica al tempo stesso: il Signore, e nessun altro, è il mio pastore.nessun altro, è il mio pastore.

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Descrizione di sostanon manco di nulla;non manco di nulla;

La scena pastorale si svolge subito La scena pastorale si svolge subito nei versetti successivi. È una descrizione nei versetti successivi. È una descrizione pastorale di sosta (vv. 1b-3a) in cui pastorale di sosta (vv. 1b-3a) in cui domina l'atmosfera del riposo. È un clima domina l'atmosfera del riposo. È un clima di assoluta fiducia: «nulla mi manca» o di assoluta fiducia: «nulla mi manca» o «mi mancherà», come dice il v. 1b. La «mi mancherà», come dice il v. 1b. La memoria del passato amore di Dio pastore memoria del passato amore di Dio pastore di Israele è radice della fiducia presente e di Israele è radice della fiducia presente e della speranza futura. della speranza futura.

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Descrizione di sostasu pascoli erbosi mi fa su pascoli erbosi mi fa riposareriposare

Il quadro si apre innanzitutto con Il quadro si apre innanzitutto con un'antitesi: mentre di solito si parla di un'antitesi: mentre di solito si parla di «pascoli nella steppa», qui si introduce «pascoli nella steppa», qui si introduce l'idea di una meravigliosa distesa di l'idea di una meravigliosa distesa di pascoli verdeggianti ed erbosi. Ma il pascoli verdeggianti ed erbosi. Ma il simbolo ancor più importante per simbolo ancor più importante per l'orientale è quello dell'acqua, il polo verso l'orientale è quello dell'acqua, il polo verso cui tende ogni attesa, nella steppa cui tende ogni attesa, nella steppa bruciata dal sole inesorabile dell'oriente.bruciata dal sole inesorabile dell'oriente.

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Descrizione di sosta

ad acque tranquille mi conduce.

Un cenno a parte merita la specificazione Un cenno a parte merita la specificazione che accompagna le acque: «acque di riposo», che accompagna le acque: «acque di riposo», «acque quiete», «tranquille» e quindi pacifiche «acque quiete», «tranquille» e quindi pacifiche o, come traducono alcuni, «luogo di riposo ove o, come traducono alcuni, «luogo di riposo ove c'è acqua», o come rende la Vg, «acque di c'è acqua», o come rende la Vg, «acque di ristoro». Ma il vocabolo «riposo» ha una ristoro». Ma il vocabolo «riposo» ha una risonanza più sottile perché è in pratica un risonanza più sottile perché è in pratica un sinonimo di pace, è un dono divino che si sinonimo di pace, è un dono divino che si connette a quello della terra promessa. connette a quello della terra promessa.

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Descrizione di sosta

Mi rinfranca,La frase del nostro salmo acquista, La frase del nostro salmo acquista,

allora, un'allusività raffinata: le acque sono allora, un'allusività raffinata: le acque sono segno d'un dono pieno ed esaltante, quasi segno d'un dono pieno ed esaltante, quasi «sabbatico» (il riposo), che ricolma il «sabbatico» (il riposo), che ricolma il fedele di pace e di serenità, anticipazione fedele di pace e di serenità, anticipazione del «riposo eterno» che la liturgia ha del «riposo eterno» che la liturgia ha liberamente tratto anche dal nostro salmo. liberamente tratto anche dal nostro salmo. E la precisazione di questo riposo la si ha E la precisazione di questo riposo la si ha nel v. 3a: Dio «restituisce la vita». nel v. 3a: Dio «restituisce la vita».

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Descrizione di cammino

mi guida per il giusto cammino,

Siamo, così, al quadro successivo del Siamo, così, al quadro successivo del gregge in marcia, una descrizione pastorale gregge in marcia, una descrizione pastorale di cammino (vv. 3b-4) o di transumanza. «Il di cammino (vv. 3b-4) o di transumanza. «Il pastore sa scegliere le piste migliori ed pastore sa scegliere le piste migliori ed esenti da pericolo. I «sentieri di giustizia» (v. esenti da pericolo. I «sentieri di giustizia» (v. 3b) sui quali Dio conduce il suo gregge è 3b) sui quali Dio conduce il suo gregge è un'espressione semitica per indicare un'espressione semitica per indicare innanzitutto il cammino che conduce diritto innanzitutto il cammino che conduce diritto alla meta, la pista giusta. alla meta, la pista giusta.

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Descrizione di cammino

per amore del suo nome.Ma c'è, forse, una connotazione Ma c'è, forse, una connotazione

sottintesa per cui si allude, attraverso il sottintesa per cui si allude, attraverso il giuoco del rimando implicito, alla via dei giuoco del rimando implicito, alla via dei giusti, la «via che Dio conosce». La radice di giusti, la «via che Dio conosce». La radice di questo itinerario sicuro e puntuale, radice questo itinerario sicuro e puntuale, radice anche di ogni azione divina nei confronti del anche di ogni azione divina nei confronti del gregge, è il «nome» di Jahweh («per amore gregge, è il «nome» di Jahweh («per amore del suo nome»), un dato fondamentale nella del suo nome»), un dato fondamentale nella teologia della grazia.teologia della grazia.

Page 52: Il salmo 23 don Alfonso Capuano Il libro dei SalmiParrocchia Santa Maria della Consolazione.

Descrizione di cammino Se dovessi camminare in una valle oscura,

Lo sfondo ora sembra quasi notturno: dopo il Lo sfondo ora sembra quasi notturno: dopo il brevissimo crepuscolo sub-tropicale le tenebre brevissimo crepuscolo sub-tropicale le tenebre avvolgono le gole rocciose entro cui si inizia ad avvolgono le gole rocciose entro cui si inizia ad avvertire, impalpabile, la presenza del pericolo. La avvertire, impalpabile, la presenza del pericolo. La valle entro cui il gregge procede dietro il passo valle entro cui il gregge procede dietro il passo sicuro del pastore è descritta come una «valle di sicuro del pastore è descritta come una «valle di salmawetsalmawet». II termine ebraico è un composto di ». II termine ebraico è un composto di ««ombraombra» (selem) e «» (selem) e «mortemorte» (mawet): intreccio » (mawet): intreccio simbolico tra realtà oscura della valle con le simbolico tra realtà oscura della valle con le ulteriori valenze di «valle infernale», pericolo ulteriori valenze di «valle infernale», pericolo mortale, incubo, caos.mortale, incubo, caos.

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Descrizione di camminonon temerei alcun male,

L'intero itinerario si rivela sempre più un L'intero itinerario si rivela sempre più un itinerario della coscienza, si trasfigura itinerario della coscienza, si trasfigura nell'itinerario del pellegrino verso la casa della nell'itinerario del pellegrino verso la casa della luce. Infatti all'atmosfera cupa del v. 4 si luce. Infatti all'atmosfera cupa del v. 4 si contrapporrà la luce della tranquillità finale: contrapporrà la luce della tranquillità finale: come diceva Agostino, le piccole lanterne della come diceva Agostino, le piccole lanterne della nostra ragione illuminano solo un piccolo tratto nostra ragione illuminano solo un piccolo tratto della strada, non saprebbero portarci alla meta della strada, non saprebbero portarci alla meta ove è pronto per noi un coperto e un banchetto; ove è pronto per noi un coperto e un banchetto; esse impallidiscono di fronte al Dio che è esse impallidiscono di fronte al Dio che è «nostra luce e nostra fortezza».«nostra luce e nostra fortezza».

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Descrizione di cammino

perché tu sei con me.Nelle angosce della strada, prima di Nelle angosce della strada, prima di

giungere a quella luce, il conforto è in quel «tu giungere a quella luce, il conforto è in quel «tu sei con me», un'improvvisa espressione di sei con me», un'improvvisa espressione di fiduciosa intimità, piuttosto rara nella sobria fiduciosa intimità, piuttosto rara nella sobria manifestazione dei sentimenti propria della manifestazione dei sentimenti propria della Bibbia. Questa dichiarazione è al centro del Bibbia. Questa dichiarazione è al centro del salmo sia dal punto di vista qualitativo che salmo sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo e lo definisce come “salmo di quantitativo e lo definisce come “salmo di fiducia” fiducia” per i pellegrinaggi a Sionper i pellegrinaggi a Sion..

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Dichiarazione tematicaIl tuo bastone e il tuo vincastro mi

danno sicurezza.La sicurezza di questo itinerario è sostenuta La sicurezza di questo itinerario è sostenuta

anche da due simboli minori pastorali, il anche da due simboli minori pastorali, il «bastone» - scettro, segno forse di difesa e il «bastone» - scettro, segno forse di difesa e il «vincastro», segno della guida; essi si fondono «vincastro», segno della guida; essi si fondono nell'unità del messaggio: il pastore è radice di nell'unità del messaggio: il pastore è radice di sicurezza anche nella più infernale oscurità. Il sicurezza anche nella più infernale oscurità. Il quadretto è chiuso da un verbo riferito ai due quadretto è chiuso da un verbo riferito ai due simboli del bastone pastorale ma riassuntivi del simboli del bastone pastorale ma riassuntivi del tema costante della sicurezza di chi si affida al tema costante della sicurezza di chi si affida al pastore. pastore.

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Il canto dell’ospiteDavanti a me tu prepari una mensaDavanti a me tu prepari una mensa 5a5a

sotto gli occhi dei miei nemici;sotto gli occhi dei miei nemici; 5b5bcospargi di olio il mio capo.cospargi di olio il mio capo. 5c5cIl mio calice trabocca.Il mio calice trabocca. 5d5d

Felicità e grazia mi saranno compagneFelicità e grazia mi saranno compagne 6a6atutti i giorni della mia vita,tutti i giorni della mia vita, 6b6be abiterò nella casa del Signoree abiterò nella casa del Signore 6c6cper lunghissimi anni.per lunghissimi anni. 6d6d

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Dichiarazione tematicaDavanti a me tu prepari una

mensaIl canto si apre con una dichiarazione Il canto si apre con una dichiarazione

simbolica preliminare: tu imbandisci una mensa (v. simbolica preliminare: tu imbandisci una mensa (v. 5a). II vocabolo ebraico ha una radice che in 5a). II vocabolo ebraico ha una radice che in aramaico significa «scuoiare» proprio perché aramaico significa «scuoiare» proprio perché spesso si trattava di una pelle stesa per terra. spesso si trattava di una pelle stesa per terra. Ormai l'incubo notturno del viaggio in una zona Ormai l'incubo notturno del viaggio in una zona desertica è dimenticato, la casa dell'ospite brilla di desertica è dimenticato, la casa dell'ospite brilla di luce, le ombre malefiche esterne si arrestano luce, le ombre malefiche esterne si arrestano davanti alla tenda ospitale il cui centro è davanti alla tenda ospitale il cui centro è rappresentato da quella mensa imbandita con le rappresentato da quella mensa imbandita con le premure caratteristiche dell'ospitalità orientale.premure caratteristiche dell'ospitalità orientale.

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Descrizione generalesotto gli occhi dei miei

nemici;Nella pace della scena s'infiltra una traccia Nella pace della scena s'infiltra una traccia

stonata, necessaria per far risaltare la serenità e stonata, necessaria per far risaltare la serenità e la gioia dell'atmosfera che la casa dell'ospite ha la gioia dell'atmosfera che la casa dell'ospite ha creato. Ai lati di questa area luminosa si aggirano, creato. Ai lati di questa area luminosa si aggirano, come una presenza malefica impotente, gli come una presenza malefica impotente, gli avversari. Il pranzo si trasforma quasi in una sfida avversari. Il pranzo si trasforma quasi in una sfida lanciata a chi odia questo quadro di pace e di lanciata a chi odia questo quadro di pace e di felicità. I tentativi dei nemici di ogni tipo, magici o felicità. I tentativi dei nemici di ogni tipo, magici o reali, sono frustrati.reali, sono frustrati.

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Descrizione generalecospargi di olio il mio capo.

Segue, allora, la descrizione dettagliata Segue, allora, la descrizione dettagliata dell'ospitalità coi due simboli suggestivi dell'unzione dell'ospitalità coi due simboli suggestivi dell'unzione e della coppa spumeggiante. L'unzione con olio e della coppa spumeggiante. L'unzione con olio profumato fa parte del rituale solenne dell'ospitalità profumato fa parte del rituale solenne dell'ospitalità prima ancora che l'invitato si sieda a mensa. L'olio prima ancora che l'invitato si sieda a mensa. L'olio tonifica (l'irradiarsi dell'energia divina); è anche tonifica (l'irradiarsi dell'energia divina); è anche medicinale (segno di salute e di forza); è un medicinale (segno di salute e di forza); è un cosmetico che protegge la pelle dal sole ardente cosmetico che protegge la pelle dal sole ardente d'oriente (allude alla pace, allo splendore, alla d'oriente (allude alla pace, allo splendore, alla gioia). gioia).

Page 60: Il salmo 23 don Alfonso Capuano Il libro dei SalmiParrocchia Santa Maria della Consolazione.

Descrizione generaleIl mio calice trabocca.

La coppa è traboccante proprio La coppa è traboccante proprio perché deve evocare immagini di perché deve evocare immagini di pienezza: la sete è totalmente estinta. pienezza: la sete è totalmente estinta. Forse, nella filigrana della simbologia, Forse, nella filigrana della simbologia, emergono dati rituali concernenti un emergono dati rituali concernenti un sacrificio di comunione, celebrato dopo il sacrificio di comunione, celebrato dopo il pellegrinaggio processionale verso la città pellegrinaggio processionale verso la città santa.santa.

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Descrizione sacraFelicità e grazia mi saranno compagne

tutti i giorni della mia vitaLa «bontà» e la «fedeltà» amorosa di Dio, le La «bontà» e la «fedeltà» amorosa di Dio, le

virtù tipiche dell'alleanza, sono personificate come virtù tipiche dell'alleanza, sono personificate come l'avanguardia che conduce il fedele al tempio: sono, l'avanguardia che conduce il fedele al tempio: sono, quindi, l'equivalente liturgico-teologico del pastore quindi, l'equivalente liturgico-teologico del pastore che guidava il suo gregge. La loro attività è che guidava il suo gregge. La loro attività è espressa con un verbo che indica vicinanza, espressa con un verbo che indica vicinanza, compagnia, sollecitudine, «accompagnare»: l'amore compagnia, sollecitudine, «accompagnare»: l'amore di Dio non conosce soste, è attento e continuo e di Dio non conosce soste, è attento e continuo e segue l'intero arco dell'esistenza del fedele.segue l'intero arco dell'esistenza del fedele.

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Descrizione sacrae abiterò nella casa del Signore

per lunghissimi anni.Ed è a questo punto che scaturisce la Ed è a questo punto che scaturisce la

decisione del fedele, espressa con il verbo decisione del fedele, espressa con il verbo «abitare»: lo stico è un'intensa aspirazione «abitare»: lo stico è un'intensa aspirazione a non staccarsi mai dal tempio e dalla sua a non staccarsi mai dal tempio e dalla sua pace, un'aspirazione di sapore «levitico» e pace, un'aspirazione di sapore «levitico» e mistico. mistico.

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Gesù Cristo, pastore buono,che ti sei fatto nostro compagno di cammino:

a causa delle nostre infedeltà non lasciarci mai soli,

poiché ci perderemmo in aridi pascolie ci smarriremmo nella valle oscura;

ma continua a custodirci e a difenderci dai lupi;

a nutrirci di cibi purissimi e a portarci tutti a libertà.

Amen.

D.M. Turoldo