Il Poligrafico, n. 132, Febbraio 2012

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In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi il poligrafico 132/2012 GUIDARE I DATI MOBILI NELLA DIREZIONE GIUSTA - A PAG.37 Stampare per st upire Aspettando Drupa 2012 INCONTRO CON GIANNI GAMBERINI DI GRAFICHE DELL’ARTIERE - A PAG. 26 WEB TO PRINT I T A L I A N O STAMPA E NUOVI MEDIA NELL’ERA DIGITALE N. 132/2012 Febbraio - Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - Poste Italiane spa - Spediz. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art.1 comma 1 LO/MI - Euro 9,90 QUANDO IL FLUSSO DI PRODUZIONE È INTERAMENTE ONLINE - A PAG. 32

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Stampa e nuovi media nell'era digitale.

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Il dIlemma dIgItale o tradIzIonale al Convegno gIpea - a pag. 44Spazio Etichette

InaugurazIone della nuova sede dI pIxartprIntIng - a pag. 34

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Sommario

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piombiin primo pianoLa crescita di Grafica Veneta . . . . . 16Il piano dei tagli in Heidelberg . . . . 16Bertelsmann scorpora la stampa . . 17A Drupa la nanotecnologia di Benny Landa . . . . . . . . . . . . . . . 18Fornitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20Eventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Aziende grafiche italiane . . . . . . 22Spazio Cultura . . . . . . . . . . . . . . 25

iNTERViSTEL’industria grafica: un futuro da reinventareGianni Gamberini (Artiere) . . . . . . . 26Maurizio Sanzone (easyDOT) . . . . . 52

TECNoLoGiETutto sul Web to Print . . . . . . . . . . 32Aspettando Drupa 2012 Guidare i dati mobili nella direzione giusta . . . . . . . . . . . . . . 37Analogico e digitale in Fujifilm . . . . 45Pre Drupa: Zechini Gra-For . . . . . . . 46News dai fornitori . . . . . . . . . . . . . 47

EVENTiLa “fabbrica” del libro on demand con Müller Martini e HP . . . . . . . . . 50

SpAzio ECoLoGiASostenibilità: il successo è “verde” . 56

SpAzio ETiChETTEIncontro con Eurocod, “terzista per passione” . . . . . . . . . 62

RUbRiChEI nomi di questo numero . . . . . . . . . .6L’opinione di... Alberto SironiDomande nuove per il settore . . . . . .9L’opinione di... Emanuele posenatoSta mancando il pane comune . . . . 11L’opinione di... Sergio FacchiniSi è concluso un “anno di fuoco” . . 13Tipi da museo: Imperial Press . . . . 66

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“Dati mobili”: la trasformazione del settore in vista di Drupa 2012

L’approccio responsabile alla sostenibilità ambientale è oggi strumento essenziale di business

Organo Ufficiale

associazione tecnici arti grafiche italiaITALIA

Web to Print, quando il flusso di produzione di uno stampato è a portata di clic

Il PolIgrafIco è la rIvIsta ItalIana del gruPPo eurograPhIc Press www.eurograPhIcPress.com

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AziENDEFioRi ALL’oCChiELLo

Stampa e nuovi media nell’era digitaleil poligrafico in un minuto

tutto il numero

ASpETTANDo DRUpA 2012...Web to Print, cloud printing, media elettronici . . . Il flusso di dati digitali sta cambiando profondamente il volto dell’industria della stampa . Ed Boogard, giornalista e consulente nel settore delle arti grafiche, ci offre un’anticipazione sulle tecnologie e le tendenze che vedremo proba-bilmente alla prossima kermesse di Düsseldorf, dal 3 al 16 maggio . A pag. 37

wEb To pRiNTArgomento caldo, più che mai al centro di ogni discussione relativa ai nuovi servizi che possono offrire le aziende di stampa più all’avan-guardia . Ecco una panoramica su questo modello di business e sulle prospettive future . A pag. 32

iNCoNTRo CoN... GRAFiChE DELL’ARTiEREQuesto mese ad aprirci le porte della sua azienda è Gianni Gamberini, fondatore e amministrato-re delegato della bolognese Grafiche dell’Artiere . Un incontro ravvicinato per scoprire quali sono gli ingredienti base per quella che si può definire una vera e propria “boutique della stampa” . A pag. 26

SpAzio ECoLoGiAQuali sono i passi che uno stampa-tore deve fare per minimizzare l’impatto ambientale? Come è possibile gestire le emissioni dell’intero processo di produzione, il consumo di acqua e quello energe-tico? Ecco alcune riflessioni sull’approccio responsabile alla sostenibilità ambientale, diventata ormai strumento di business essen-ziale per tutte le aziende . A pag. 56

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i NoSTRi CoLLAboRAToRi Davide Biancorosso, Achille Perego, Marco F. Picasso, Emanuele Posenato, Alberto Sironi

“L’industria grafica, un futuro da reinventare”: Gianni Gamberini di Grafiche dell’Artiere

Benny Landa svelerà a Drupa la nanotecnologia applicata alla stampa

25 Inaugurata a Genova la nuova prestigiosa sede del Museo della Stampa

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I nomiPersone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria

AAccademia del Poligrafico 9,18,20Adobe 38Agfa Graphics 37AIMSC 25,66Amazon 40Androni Enea 62Apple 37Archimedia 23ARMUS 25Arvato 17,23,53Assocarta 58

BBagel gruppo 16Basagni Paolo 22Bertelsmann 17,23Betzmeier Dieter 17Biancorosso Davide 56Bodini Mauro 25Bompan 47Buch Rolf 17

CCanon 48Casellato Riccardo 62Castelli famiglia 23Cattolica Assic. 22CERM 39ChiareLettere 16Colorgraf 2Cope & Sherwin 66Cosani Mauro 23Costanzo Rino 16Crisanti Ester 38

DDaprà Giovanni 66Davies John 37Distriberg 17DPDA 60Drupa 2012 18,37Duplo Italia 20Durst 51

EeasyDOT 52Edigit 21EFI 36EskoArtwork 35,39Eurocod 62Eurogravure 17

FFranceschi Fabio 16Franchin Paolo 66Frew Jim 33Fujifilm 3,37,45

GGalli Piero 18Gamberini Gianluca 29Gamberini Gianmarco 29Gamberini Gianni 27Gamberini Patrizia 29Gandino Guido 25Garzanti 16Giannini Rino 25Giunti Industrie Grafiche 18GMC Software Technology 50GMG 48

GPN 67Grafica Veneta 16,53Grafiche dell’Artiere 27Gruner+Jahr 17Guandong Italia 20Gumpp Franz 17

HHagen Eddy 38Hampson&Bettridge 66Heidelberg 16,22,37Herzog+Heymann 50Hiflex 40HP 18,23,28,50,60,63Hunkeler 50Hyphen-Italia 34

IICR 20Ikea 16Ilte 21Inca Digital Printers 45Indigo 18InfoTrends 40INGEDE 60International Paper 59Ipex 63Istituto Fassicomo Genova 66Istat 11

JJahanbani Alex 57Janoschka 20Jobs Steve 27Johnson Arti Grafiche 17,23

KKBA 22,51,59Kern 49Kiessling Marcel 39Kiian 19KL-Druck 51Kodak 36,38,45Komori 18Kranert Oliver 23Kuisle Peter 17Kurz 47

LL. Possehl & Co. 17La Tipografica 52Landa Benny 18,63Landa Corporation 18Lecta gruppo 58Lediberg 23Legoprint 53LEM Legatoria 22Litorama 22Litover 44Lucaprint 58Lüders Uwe 17Luxoro 47

MMaggioni Mario 20Manroland 7,28,59Manroland Web Systems 17Marchesi Grafiche Editoriali 23Marchesi Stefano 23Masserdotti gruppo 22Mazzi Gianluigi 36

di questo numero

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di questo numero Mazzucchelli Grafiche 34MBO 50Mercurio Grafiche 12Merola Simona 53Metoda 41,42Millenium House 22Mimaki 47Mondadori 16MSP 10,51Müller Martini 50

N-ONeopost Italia 20NIIAG 17Nocerino Alberto 25Nuova GIDUE 47Nuova Satiz 21Océ 48

PPalamides 50Peeters Erik 37Periodici San Paolo 16Piana Michele 51Piana Simone 51

Picasso F. Marco 66Piersantini Egiziano 66Piersantini Michele 66Pirella Francesco 25Pixartprinting 14,15,22PressUp 30,31Prinovis gruppo 17PrintersParts 65Printgraf 48Printgraph 8

RRabe Thomas 17Raffler Daniel 17Rampone Marco 53Ramponi Elio 45Random House 17Ranieri Andrea 25Rauh Dirk 17Rcs 16,23Ricoh 47,58Rodotà Stefano 11Rotabook 53Rotoalba 16Rotolito Lombarda 34,52

RTL Group 17

SSA.GE.Print 58Sanguineti Edoardo 25Sanzone Maurizio 52Saraceno Alessio 35Schobertechnol. 39Schreier Bernhard 37Screen 36,38Scuola grafica Padre Monti 21Sinergia gruppo 36Sironi Alberto 42Sitma Machinery 24Smyth 20Sofipa 23Solema 50Studio Xilox 18,42Sun Chemical 68

TTaga Italia 21,61Tic Tac 54,55Timsons 52Tipografia Basagni 22

Torraspapel 58Trucost 57Tumaini Roberto 49

U-VUlmex 48Vincenzi Marta 25Viscardi Valter 25Volken Bernd 50

W-XWard Gareth 38Wobe-team 36Xerox 33,38,60

ZZechini Fiorino 46Zechini Fulvio 46Zechini Gra-For 20,46Zechini Roberto 46

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Domande nuove per il settore

Gestione aziendale

Alberto Sironi

Si tratta di un gruppo di studio tematico in cui confrontarsi sui diversi aspetti che compongono l’argomento in generale: non è un corso, né un seminario e non ci sono docenti. La formula è sperimentale e si basa sul reciproco scambio di pare-ri ed esperienze. Perché l’iniziativa ha ottenuto una risposta rapida e consistente? Credo sia perché in un ambito libero nulla è vietato ed è quindi forse possibile porre domande nuove, diverse dal solito. Questo atteggiamento nasce da una consapevo-lezza latente: gli schemi del passato oggi non funzionano più, è necessario trova-re nuove soluzioni, anche di rottura con quelle precedenti. Facciamo degli esempi di alcune tra queste “domande impertinenti”: Perché non applicare una contabilità a costi generali anziché analitica, attribuendo un costo a unità di pagina A4? Fino a che punto è possibile sostituire la funzione del capo com-messa con flussi automatici? Quali indici creare per i costi indiretti? La suddivisione per reparti produttivi è ancora valida o risulta superata? Potrà sembrare un esercizio di brain storming, anche un po’ assurdo, ma non è così: si tratta della ricerca di nuove coniugazioni che permettano all’impresa di reggersi. Infatti, in un mercato così penalizzante in termini di valore, una delle leve su cui agi-re è sicuramente l’impostazione di nuovi modelli organizzativi, che permettono di ripensare il modo di fare azienda per adeguarlo ai tempi. In linea di massima per le fabbriche che realizzano prodotti standard il must ri-chiesto è quello di automatizzare il più possibile i flussi di lavoro, partendo già dall’acquisizione dell’ordine e dalle operazioni commerciali. Nei prossimi anni non si prevedono grandi investimenti in tecnologie produttive per queste tipologie di la-vorazioni, ma in software e workflow innovativi che consentano avanzamenti delle commesse veloci e semplificati. Il web to print può essere uno strumento privilegia-to per attuare una simile politica, ma di base l’applicabilità è fattibile con buoni risul-tati solo se l’azienda avrà definito nel dettaglio tutti i propri flussi di comunicazione interni ed esterni, oltre ad attuare una precisa gestione dei costi su cui far poggiare le varie applicazioni. Invece per chi realizza prodotti complessi o di alto valore servi-rà una sempre maggiore specializzazione, sia commercialmente rivolgendosi ver-so specifiche nicchie di mercato, sia attraverso investimenti per adeguare tecnologie, macchine, attrezzature e risorse alle proprie esigenze, quasi personalizzandole in linee di prodotto, per una migliore industrializzazione delle lavorazioni e in alcuni casi persino robotizzandole. La sfida per entrambe le categorie si gioca nel recuperare quell’efficienza oggi perdu-ta, a scapito di un’efficacia verso il Cliente che dovrà comunque essere mantenuta.

Il comitato tecnico sul controllo di gestione promosso dall’Accademia del Poligrafico ha riscosso un successo immediato. Oltre trenta le aziende che hanno partecipato ai lavori.

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Sta mancando il pane comune

Market&Trend

Emanuele Posenato

Un mercato in contrazione a causa di ciò che ne aveva decretato la prosperità: la burocrazia. Un fenomeno sul quale riflettere perché non tutti si possono permet-tere altro. Ciò che non poterono cuore e cervello poté la fame, ci troveremo a considerare. Ovvero se arriveremo alla “paperless life” non sarà magari per istanze ecologiste o per fanatismo tecnologico, ma per la necessità di ridurre i lacci e i lacciuoli della burocrazia delle relazioni, tanto onerosi per il sistema quanto remunerativi per chi ne produceva gli strumenti. E non basiamo questa considerazione su mere impressioni, ma su elementi concreti. La recente pubblicazione del nuovo paniere Istat è illuminante in tal senso: l’Istat sta diventando sempre più tecnologico. Il paniere è stato interessato, nel corso de-gli anni, da profonde modifiche, dettate dalla necessità di adeguare le rilevazioni statistiche dei prezzi al consumo ai mutamenti avvenuti nelle abitudini e necessità di spesa degli italiani. La comparsa del computer nel paniere a fine anni Ottanta (inserito nel quadriennio 1986-1990), quindi della telefonia mobile (dal 1995) e dell’abbonamento internet dal 1999, ha seguito una sua progressività e ha sancito l’impatto relativamente controllato della tecnologia sui comportamenti di consu-mo. Ben diversa negli effetti ci appare l’accelerazione registrata in questo ultimo biennio con l’inserimento simultaneo di smarthphone, servizi internet mobile e del tablet nel 2011. Ciò avviene mentre temi come l’accesso a internet e la disponi-bilità di mezzi diventano cause nobili da perorare – è la guerra al cosiddetto “digi-tal divide” – e l’attenzione ai costi innescata dalla crisi agevola i detrattori della carta.Secondo talune istanze l’accesso a internet è addirittura un diritto (alcuni Paesi lo hanno inserito nella Costituzione e in Italia c’è una proposta di legge dell’onorevo-le Stefano Rodotà, giurista e costituzionalista, come modifica dell’articolo 21) ma soprattutto è un dovere civico, per far risparmiare soldi e tempo alla collettività in favore dell’efficienza. Pratiche amministrative, documenti, certificati, ricevute per molte delle nostre aziende significano fogli lettera, ricevute, modulistica, buste, classificatori, conte-nitori, scatole. In altri termini commesse frequenti, un flusso di cassa costante e continuo, relativamente poco oneroso, che spesso migliora il margine complessivo dell’impresa. È sufficiente un’analisi di redditività del proprio fatturato segmentato per tipologia di prodotto per avere la dimensione del fenomeno. La scomparsa del pane comune per molti sarà un grande problema.

Mio padre lamenta la scomparsa del pane comune. Ed è vero! Delle oltre 18.000 aziende grafiche censite circa il 70% è impegnato nella produzione di stampati per cancel-leria e modulistica, l’equivalente del pane comune.

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Si è concluso un anno “di fuoco”

Salute&Sicurezza

Sergio Facchini

L’importante aggiornamento del D.Lgs. 81/08, che ha sostituito tutti i preceden-ti, ha messo in evidenza tutte le applicazioni della normativa e ha riacceso in tutti gli stabilimenti, dai datori di lavoro ai dipendenti e collaboratori, l’attenzione nei confronti delle importantissime norme di sicurezza. Ma non solo: oggi anche nei sistemi di certificazione, sia per il rilascio che per le visite ispettive di conferma, si va a controllare che le normative di sicurezza siano esistenti e applicate e, altra cosa molto importante, che ci sia la soddisfazione del cliente, ovvero dell’utente finale del prodotto o del servizio offerto. Tuttavia, apprendiamo dai documenti e dall’indagine effettuata dalla trasmis-sione televisiva Rai “Speciale Tg1”, andata in onda lo scorso 18 dicembre, che nel 2011 solo in Italia sono stati registrati 500 incidenti mortali, 2.000 invalidi e 800.000 infortuni. Questo perché, nonostante tutto, le regole non vengono rispettate. Nella “filiera” della carta e in tutte le industrie del nostro settore fortunatamente gli incidenti e gli infortuni avvenuti sono stati tutti limitati e di non grave entità.Questo significa che si riconferma il fatto che nel nostro settore industriale sussi-ste l’attenzione al riguardo ma, ciò nonostante, abbiamo avuto troppi fenomeni di “incendio”. Nell’arco del 2011 – ma anche già all’inizio di quest’anno – per le cause più disparate, sia tecniche di malfunzionamento di alcuni impianti elettrici, sia di di-sattenzione operativa, sia di scarsa manutenzione o pulizia non effettuata regolar-mente, si sono verificati gravi incendi in legatorie, magazzini carta e stabilimenti di stampa o di plastificazione, dal Nord al Sud dell’Italia, con gravi ripercussioni di aggravamento dei costi per le aziende coinvolte e poi tempi lunghi per la veri-fica e la burocrazia delle assicurazioni, che certamente alla fine non ripagano mai in pieno i danni subiti e i tempi di fermo produzione. Una volta ancora questo ci porta alla considerazione che i costi che le aziende devono sostenere per la prevenzione e la sicurezza sono assolutamente ne-cessari e inderogabili: la pulizia dei filtri, l’eliminazione continua dei detriti e della polvere di carta, come pure la manutenzione e lubrificazione delle parti e valvole in movimento ecc. sono e devono sempre essere previsti, sostenuti e considerati di prioritaria importanza.

In questi ultimi anni siamo passati, grazie agli aggiorna-menti di leggi e normative di Sicurezza e Igiene sul lavoro, alla messa in atto di quello che era stato un punto di riferi-mento per tutti, il D.Lgs. 626 del 1994.

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aequo Versione di Vasco (Chiare Lettere) e Inheritance (Rcs) entrambi con 350 mila copie, secondo posto per Il linguaggio segreto dei fiori (Garzanti) con 271 mila, sul terzo podio Steve Jobs (Mondadori) con 195 mila copie. Se il trend positivo è conti-nuato anche nel 2011 con un aumento superiore al 30% dei ricavi (il 70% sui mercati este-ri), a fare la differenza è stato il risparmio ambientale calcolato con una riduzione di anidride carbonica di 2.400 tonnellate grazie all’impianto fotovol-taico installato sul tetto dello stabilimento di 50 mila metri quadri. All’impatto “zero” ha contribuito anche l’uso della carta riciclata, scelta pulita e ap-prezzata dalle principali 60 case editrici (nordiche e svedesi in particolare). Forte anche nel mercato degli allegati ai quotidiani, con la Russia tra i clienti più impor-

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■ Sembra che in questo pe-riodo Fabio Franceschi (nella foto), uno degli industriali gra-fici di maggior successo degli ultimi anni con la sua Grafica Veneta, punto di riferimento per la stampa di libri per oltre 60 tra i più importanti editori del mondo, sia diventato un piccolo “ragioniere”. Sta infatti calcolando il costo di un inve-stimento che potrebbe far fare un nuovo, importante salto di qualità all’azienda di Trebasele-ghe (PD): acquisire Rotoalba, l’azienda in provincia di Cuneo (180 dipendenti, circa 40 milioni di ricavi) che stampa in rotocalco le riviste della Periodici San Paolo ma lavora anche per conto terzi e tra le sue più importanti commesse annovera quella della stampa dei cataloghi Ikea. Quello attuale è un momento tutt’altro che facile per gli stampatori rotocalco, tanto che il gruppo tedesco Bagel, che

Grafica Veneta continua a crescere

Heidelberg punta a tagliare i costi

controlla l’85% di Rotoalba (il restante 15 è rimasto nelle mani dei Paolini) ha matu-rato la decisione di uscire di scena (mantenendo forse una partecipazione minoritaria). Per rilevare il pacchetto di mag-gioranza dell’azienda guidata da Rino Costanzo si sarebbero fatti avanti alcuni grandi gruppi grafici italiani e, tra questi, c’è proprio Grafica Veneta. L’azienda di Franceschi ha rea-lizzato in questi anni una cresci-ta notevole, tanto che nel 2011 ha raggiunto i 10 mila titoli di libri stampati con un aumento del 15% dello stampato. L’anno scorso la classifica dei best seller è stata guidata da un ex

L’azienda padovana punta su stabilimenti “green” e... su Rotoalba.

LE NOTIZIE DI ATTUALITÀ DEL POLIGRAFICO IN PRIMO PIANO I più rilevanti fatti del mese AZIENDE GRAFICHE Accordi societari, installazioni, persone... FORNITORI Cosa accade nelle società fornitrici EVENTI Congressi, seminari, mostre, inaugurazioni

tanti insieme a Romania e gran parte dell’Est Europa (mentre tra gli emergenti si inserisco-no i Paesi del Sud America e all’orizzonte si intravvedono buone prospettive commer-ciali in Spagna), ora Grafica Veneta, impegnata anche nel raddoppio dello stabilimento (100 mila m2) alimentato con fotovoltaico e biomasse, ha dunque messo gli occhi su Ro-toalba. Considerando la stampa rotocalco dell’azienda di Alba funzionale anche all’enorme espansione nel mercato edito-riale che ha fatto dell’impresa di Franceschi un punto di riferimento internazionale.

Achille Perego

Con misure da avviare entro l’anno, il colosso tedesco mira a un risparmio totale di 180 milioni di euro entro il 2014.

Il CdA di Heidelberger Druckmaschinen ha approvato il Focus 2012, un programma di efficienza mirato a raggiungere obiettivi di redditi-vità dell’azienda attraverso un risparmio totale di circa 180 milioni di euro nell’esercizio finanziario 2013/14. Lo scopo è quello di ridurre significa-tivamente i costi nel corso dei prossimi due anni e gettare le basi per gli sviluppi di business futuri in risposta alle mutevoli esigenze del mercato. La maggior parte delle misure saranno avviate e attuate entro la fine dell’anno in corso. Tra le misure a breve termine c’è la riduzione della capacità produttiva di circa il 15%, con servizi che verranno adeguati al livello di vendite atteso. Anche le spese di ricerca e sviluppo saranno tagliate, mentre i costi di vendite, marke-ting e i costi strutturali saranno ridotti mettendo in comune le attività di vendita e marketing dei singoli mercati.

Il pacchetto di misure riguarderà anche l’organi-co: fino a 2 mila posti di lavoro verranno tagliati in tutto il mondo, circa 1.200 in Germania e 800 fuori dalla Germania. Quanto ai risultati preliminari per il terzo trimestre dell’anno finanziario 2011/2012 (che va dal 1° ottobre al 31 dicembre 2011) gli ordini sono pari a circa 640 milioni di euro e le vendite a 630 milioni di euro. Il risultato preliminare degli ordini in arrivo è in calo rispetto al trimestre precedente, mentre le vendite preliminari eguagliano il risultato del trimestre precedente. Nei primi nove mesi, nonostante le vendite in calo del 4% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (1,811 miliardi contro 1,883), Heidel-berg è riuscita a migliorare il risultato operativo escluse le perdite straordinarie pari a -19 mila (anno precedente: -26 mila euro).

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Lo scopo è di semplificare la struttura di Arvato che in Italia comprende: NIIAG, Eurogravure, Johnson e Distriberg.

■ Bertelsmann, uno dei maggiori gruppi media al mondo, ha annunciato un piano di ristrutturazione in base al quale gli stabilimenti di stampa rotocalco e roto-offset che oggi fanno capo ad Arvato saranno scorporati e costituiti in un nuovo assetto. La nuova divisione di stampa – con un fatturato di 1,2 miliardi di euro e 7.000 dipendenti – sarà composta dal gruppo inglese Prinovis, con i suoi stabilimenti in Germania e UK, e dalle aziende di stampa che fanno capo ad Arvato in Italia, Spagna e America. L’obiettivo di questa operazione è di semplificare la struttura di Arvato, in modo

Ricordiamo che in Italia il gruppo Arvato Print Italy fattu-ra complessivamente oltre 200 milioni di euro con circa 1.100 dipendenti e comprende il Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche di Bergamo (80 milio-ni di ricavi con 450 dipendenti, specializzato nella stampa di libri, riviste e cataloghi), Eurogravure (60 milioni di ricavi, 200 dipendenti e stampa di riviste e cataloghi), Arti Grafiche Johnson (55 milioni di ricavi, 400 dipendenti, nel settore della stampa di agende e calendari) e Distriberg (azienda che opera nei servizi di legatoria e distribuzione con 50 dipendenti e 5 milioni di euro di fatturato).

che l’azienda possa concentrar-si maggiormente su altri servizi e sullo sviluppo di nuove aree di business nelle quali sta regi-strando alti tassi di crescita. Bertelsmann gestirà la nuova struttura printing tramite le sue quattro divisioni: RTL Group (televisioni), Random House (libri), Gruner+Jahr (riviste) e Arvato (servizi in outsourching). La nuova ar-chitettura, sviluppata dal CEO di Bertelsmann Thomas Rabe in collaborazione con il CEO di Arvato Rolf Buch, verrà im-plementata nella prima metà di quest’anno e successivamente si deciderà chi ne prenderà in mano le redini.

Bertelsmann scorpora le attività di stampa

Siamo alla vigilia di Drupa e non c’è tempo da perde-re... Ed è per questo che Peter Kuisle, neoeletto direttore marketing, vendite e assistenza di Manroland Web Systems GmbH, in una recente conferenza stampa, ha dichiarato che le macchi-ne roto-offset in uscita dallo stabilimento di Augsburg continueranno a essere con-correnziali sia nel mercato della stampa commerciale sia in quello dei quotidiani, sotto la guida della nuova proprietà di L. Possehl & Co. A questo proposito è stata recentemente presentata la nuova squadra perché, si sa, le tecnologie sono importanti ma le persone forse lo sono ancor di più.

Uwe Lüders (foto sotto), presidente del CdA di L. Possehl & Co., sarà il diret-tore generale di Manroland Web Systems. Ad affiancarlo Peter Kuisle (foto a destra), che è stato vicepresidente delle vendite delle macchine roto-offset nonché responsa-bile del marketing di prodotto e ora assumerà la guida a

livello internazionale delle vendite di roto-offset per la stampa commerciale e dei quotidiani. Nella sua nuova posizione sarà responsabile, oltre che della vendita, anche dell’assistenza e del marke-ting. Franz Gumpp dirigerà la divisione produzione e acquisti, Dieter Betzmeier sarà a capo delle divisioni technology e order proces-sing, Daniel Raffler guiderà la divisione risorse umane e sviluppo aziendale e, infine, Dirk Rauh assumerà la direzione commerciale dell’azienda.

La “squadra” presentata dalla nuova proprietà.

30%la quota di vendita di stampa commerciale tramite web to print prevista per il 2014

1977l’anno di fondazione di Grafiche dell’Artiere da parte di Gianni Gamberini

125i milioni di ettari di territorio in oltre 80 Paesi coperti da Certificazione FSC

120i chili di peso del libro più grande del mondo stampato da Litorama con una KBA

500gli incidenti sul lavoro in Italia nel 2011 che hanno causato vittime

1860l’anno di costruzione del torchio Imperial Arming Press conservato presso l’Istituto Pavoniano Fassicomo di Genova

I NUMERI DEL NUMERO

Nuovo management team in Manroland Web Systems

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FORMAZIONE

PrimoPianoLa nanotecnologia di Benny Landa debutterà a Drupa ■ Il pioniere per eccellenza della stampa di-gitale, nonché fondatore dell’israeliana Indigo, Benny Landa (nella foto), ha deciso di tornare a far parlare di sé. Questa volta legando il pro-prio nome a un’altra innovativa tecnologia, che debutterà alla prossima Drupa di maggio. Dopo aver venduto Indigo ad HP nel 2001, Landa ha fondato la Landa Corporation nel 2002 e da allora sta sviluppando una serie di innovative tecnologie. E nonostante regni il riserbo assoluto su queste novità, qual-che indiscrezione è già trapelata sulla rivista Calcalist, l’equivalente israeliano dell’inglese The Economist.

Landa, che detiene già 700 brevetti a suo nome, ha appena depositato dei nuovi brevetti relativi a una

nanotecnologia legata alla stampa. Registrata come “digital nanogra-phic printing”, la nuova tecnologia sembrerebbe essere una variante della stampa inkjet, basata sull’uti-lizzo di inchiostro composto da particelle minuscole “più piccole di un microbo … e da una testina di stampa che utilizza micro gocce per stampare su qualsiasi tipo di materiale”, scrive l’autore dell’ar-ticolo. Le soluzioni basate su questa nuo-va tecnologia verranno presentate

in anteprima a Drupa e saranno indirizzate agli stampatori commerciali, editoriali e di packaging.

I prossimi corsi

Martedì 13 MARZOMartedì 20 MARZOore 9.45 - 17.30Il controllo di gestione nell’azienda grafica (2 incontri)Docenti: Luigi Lanfossi, Cosimo BaldariSede del corso: Milano

Giovedì 22 MARZOore 14.30 - 18.00I brevetti come leva competitiva di mercatoDocente: avv. Alberto TornatoSede del corso: Milano

Giovedì 29 MARZOore 14.30 - 18.00La gestione degli acquisti in un’azienda grafica: comprare bene significa vendere meglioDocente: Massimo SalvaderiSede del corso: Milano

Martedì 17 APRILEore 9.45 - 17.30La vendita dei servizi di stampa digitaleDocente: Claudio Della RossaSede del corso: Milano

Giovedì 19 APRILEore 9.45 - 17.30Gestione della produzioneDocente: Bortolo MilanSede del corso: Milano

Per informazioni e iscrizioni:[email protected]. 02.75291028

Con una nuova Komori, Giunti punta alla stampa dei libri in 70x100Arriverà a breve nello stabilimento di Prato la nuova Komori Lithrone a 8 colori GL840P ordinata dalle Industrie Grafiche Giunti. Una macchina che rappresenta, come spiega il direttore dello stabilimento Piero Galli, una svolta in doppio senso. Innanzitutto perché è la prima volta che la Giunti “tradisce” il fornitore tradizionale per scegliere Komori e la seconda perché il formato della nuova macchina (4+4, bianca e volta) è un 70x100 e andrà a sostituire una già dismessa (e venduta all’estero) 120x160. La nuova macchina completa un parco macchine piane composto da una 4 colori 120x160 e una 70x100 a cinque colori utilizzata soprattuto per copertine e riverniciature. Si punta quindi non più sulle macchine da stampa per libri extra large, ma sulle più piccole, flessibili, veloci e con meno scarti e costi d’avviamento 70x100. E se la scommessa si rivelerà vincente non è escluso che in Giunti (104 dipendenti per 24 milioni di ricavi, l’85-90% dei quali realizzati per stampare i libri Giunti e il resto per selezio-nati “clienti direzionali”) si opti (per l’eventuale sostituzione della 120x160) per un’altra 4+4 o 5+5 sempre 70x100. La Komori servirà per stampare le edizioni Giunti e, in base a ti-rature e convenienza, anche un po’ di scolastica. A.P.

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in BreVe Zechini Gra-For sigla un accordo con Smyth Zechini Gra-For e Smyth hanno recen-temente siglato un accordo in base al quale Zechini ha iniziato la commercializzazione in esclusiva della cucitrice manuale a filo refe Smyth F1088 in tutti i Paesi del mondo. La nuova cucitrice completa la gamma di attrezzature di alta qualità per la legatoria e la cartotecnica che l’azienda con sede a Vimo-drone (Milano) produce e distribuisce in tutto il mondo da 60 anni. Smyth, che ha sede a Coniolo, in provincia di Alessandria, è specializzata nella produzione di cucitrici per libri. La cucitrice manuale Smyth F1088, di nuova generazione, è la soluzione più indicata per tut-ti gli stampatori digitali che hanno la necessità

di essere indipendenti nella produzione di libri di qualità cuciti a filo refe. Piccola nelle dimensioni, ma grande nel formato che permette di cucire segnature fino a 490x520 mm e di gestire i formati fuori standard, la Smyth F1088 è al top della pro-pria gamma ed è perfetta per la confezione dei libri stampati in digitale e in generale per le legatorie che lavorano su tirature micro e brevi. Per Zechini il nuovo accordo con Smyth rientra in un più ampio progetto teso a proporre una gamma completa di attrezzature di legatoria specifiche per gli stampatori digitali, che comprende anche la recente acquisizione dei diritti di commer-cializzazione di una cucitrice a punto metallico all’alta velocità di 8.000 fascicoli/ora, adatta alla produzione industriale.

Due nuove sedi Guandong tra italia e Cina Guandong Italia ha annunciato il trasferimento della sede italiana a Caleppio di Settala, in provincia di Milano. La struttura, dotata di un ampio magazzino, si sviluppa su una superficie cinque volte superio-re rispetto alla precedente. Internazionale per dna, l’azienda ha fatto seguire al trasloco italiano anche un trasferimento degli uffici in Cina, nel cuore di Shanghai. Una scelta dettata dall’esigenza di sup-portare il volume di affari sempre più ampio, che ha fatto registrare nel 2011 un incremento del fattura-to del 65% rispetto al 2010.

“tempi e metodi in ottica lean” 6 giornate da aprile a giugno1a giornata Gestione della produzione2a giornata Ergonomia e organizzazione della produzione3a giornata Tecniche ed esercitazioni al rilevamento4a giornata Controllo e consuntivi di produzione5a giornata Tempi standard aziendali6a giornata Studio dei metodi, Studio e progettazione del lay-out di: posto lavoro, reparto, azienda in relazione ai flussi di produzione

Docente: Bortolo MilanSede del corso: MilanoPer maggiori informazioni: [email protected].: 02.75291028www.stampamedia.net/it/ accademia/info

Partnership tra ICR e Janoschka Per offrire ai clienti di brand internazionali e agli stampatori servizi e prodotti “senza con-fini” in Italia e in tutta Europa, ICR e Janoschka hanno deciso di unire le forze in una partnership strategica attiva dallo scorso 1° gennaio. L’alleanza strategica tra ICR – produttore italiano di cilindri rotocalco con oltre 7 milioni di fatturato – e Janoschka – azienda tedesca specializzata nella prestampa e nel mercato del packaging del tabacco e del decorativo, con un fatturato annuo di 115 milioni di euro – mira a soddisfare le esigenze dei clienti internazionali per servizi standardizzati e strumenti di stampa in tutta Europa. Per ICR la disponibilità di capacità produttiva di Janoschka assicura ai propri clienti un’elevata affidabilità della fornitura e tempi di consegna più rapidi e puntuali in caso di picchi di produzio-ne. Janoschka si avvale della conoscenza specifica di ICR dell’industria di stampa italiana e di oltre trent’anni di esperienza e offre ai propri clienti l’implementazione di qualsiasi tipo di proget-to di packaging e soluzioni di prestampa su questo mercato. «L’alleanza con Janoschka è un ulteriore passo verso l’ottimizzazione dei servizi offerti da ICR», commenta Mario Maggioni, presidente di ICR. «Il confronto e la condivisione di tematiche tecnico-produttive garantiranno ai nostri clienti soluzioni ancora più in linea con le loro esigenze».

Neopost Italia acquisisce Duplo ItaliaLa filiale italiana della multinazionale francese leader nella fornitura di soluzioni per la gestione della corrispondenza e dei documenti (affrancatrici, imbustatrici piegatrici, apribuste, etichettatrici) ha annunciato di aver perfezionato l’accordo per l’acquisizione di Duplo Italia, rilevando l’attività e i dipendenti. La fusione ribadisce l’interesse della multinazionale francese ad allargare la sua attività in mercati trasversali a quello della gestione documentale, già dimo-strato a livello mondiale con l’acquisizione di aziende distributrici del marchio Duplo in Svezia e in Australia. Questa operazione introduce Neopost Italia nel settore delle arti grafiche e della finitura di stampa. Neopost beneficerà dell’ottima reputazione che il brand Duplo ha guada-gnato sul mercato italiano dal 2005, anno di costituzione della filiale, nonché della disponibilità della più ampia gamma di macchinari per la finitura digitale. Il passaggio di proprietà crea nuove sinergie e opportunità di crescita per Duplo che, raggiunti i 3 milioni di fatturato in Italia, ha ora l’esigenza di affidare la gestione della filiale a una società più strutturata quale Neopost. Cinque filiali regionali, un team di oltre 70 dipendenti e solidità finanziaria sono i punti di forza di Neopost che aiuteranno Duplo a consolidare la sua leadership sul mercato della finitura digitale. Numerosi i valori condivisi dalle due realtà, in primis quello di proporsi come partner aiutando le aziende a produrre in modo più efficiente, mediante la proposta di soluzioni automatizzate e affidabili, nonché un approccio consulenzia-le al processo di vendita. La sede operativa di Duplo Italia sarà trasferita presso la struttura Neopost a Rho, dove verrà allestito anche lo show room.

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Incendio alla Ilte, distrutto un magazzino carta< Un incendio è divampato nel primo week-end di febbraio in un magazzino affittato dalla Nuova Satiz, l’azienda nata dallo scorporo della Ilte, distruggendo tonnellate di carta e, probabil-mente, alcune riserve di inchiostro. Per domare le fiamme nella sede dell’azienda a Moncalieri sono intervenute dodici squadre dei Vigili del Fuoco. Le cause dell’incendio non sono state ancora rese note. Potrebbe trattarsi di un corto circuito, ma al momento non sono escluse neppure origini dolose. Affittato da dicembre

dalla Nuova Satiz, il magazzino conteneva numerose bobine di carta destinate alla stampa di alcuni quo-tidiani. Nessun opera-io è rimasto coinvolto nell’incidente, perché fortunatamente in quelle ore non c’era alcun turno di lavoro attivo.

Alcuni agenti Samor Italia, incluso lo staff della Lombardia, capitanati da Daniele Fornasier (sulla pedana). Quinto da sinistra, Davide Scalco.

TAGA Italia: continua il lavoro delle commissioni tecnicheUna volta terminati gli appuntamenti annuali ufficiali, quale il TAGA Day 2011 tenutosi in ottobre (vedi notizia su IPI 129), stanno operosamente proseguendo gli impegni e le riunioni dei comitati tecnici appoggiati presso la sede della “Scuola Grafica Istituto Padre Monti” a Saronno (VA) in prepa-razione della Conferenza Mondiale di Giacarta, prevista per il prossimo aprile. Il Comitato Tecnico italiano presenterà i risultati dei test e prove eseguiti in questi mesi sia presso i laboratori delle car-tiere che presso diversi stabilimenti di stampa italiani per la “carta migliorata per quotidiani”, in riferimento alle normative internazionali vigenti UNI e ISO 12647. Sono già state testa-te 12 differenti tipologie di carte presentate dalle cartiere ma se ne attendono e sollecitano altre a tutti i fabbricanti. Naturalmente, una volta ancora, lo studio specifico è rivolto alle migliorie ecologiche ovvero al massimo rendimento con il minimo inquinamento e alla massima possibilità di riutilizzo e riciclaggio del prodotto stampato. Questo, contemporane-amente, coinvolge anche gli “inchiostrai” per definire e otti-mizzare la qualità e le caratteristiche ecologiche degli inchio-stri utilizzati richiamando anche i costruttori mondiali delle migliori apparecchiature di controllo per diminuire gli scarti e per minimizzare i consumi, fermo restando la ottimizzazione della qualità della stampa e delle immagini. Poiché l’Italia può vantare produttori di carta, di inchiostri e di sistemi automatici di controllo qualità e densità di stampa di livello mondiale, reputiamo sia il caso, per tutti noi, di collabo-rare a tale sviluppo tecnologico e informativo, ricordandoci che, sempre - ma ancor più nella soluzione attuale di difficol-tà economiche e di mercato - la ricerca deve essere aiutata e all’avanguardia.

Sergio Facchini

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grande formato Litorama stampa il libro più grande del mondo con KBA Di primati Litorama ne aveva già – ad esempio è l’unica azienda italiana ad aver installato due impianti di stampa offset extra-large 150x205 cm a 4 e 5 colori – ma di recente se n’è aggiunto un altro, visto che ha stampato il libro più grande al mondo, un atlante di dimensioni eccezionali (1,8x2,78 metri) che l’azienda ha prodotto sulla macchina offset a foglio… anch’essa la più grande del mondo: una KBA Rapida 205 nel formato151x205 cm. La rilegatura del libro, che ha dovuto affronta-re non poche difficoltà tecniche, ha richiesto l’aiuto dei migliori artigiani. Per questo l’edito-re, l’australiana Millenium House, si è rivolto alla Legatoria LEM che ha confezionato il volume completamente a mano.

Qualche curiosità sul libro: pesa 120 chili, ha 128 pagine illustrate, è rilegato in pelle e ha avuto una tiratura limitata di 31 copie. Destinato a collezio-nisti e istituzioni culturali, Earth Platinum, questo il titolo dell’atlante, è una vetrina dell’artigianato di oltre 100 cartografi, geografi e fotografi internazio-nali che insieme presentano una vista impareggia-bile del mondo. Ogni fase della produzione di questo megavolume ha sfidato i processi esistenti sia nella stampa che nella legatoria, ma Litorama è un’azienda che non ha problemi di sfide – ha 40 anni di esperienza, è leader nella stampa indoor e outdoor, ha quattro stabilimenti produttivi, ciascuno con una propria specializzazione (digitale, offset, roto-offset e car-totecnica) – e non poteva dunque non soddisfare tutte le richieste del cliente.

nuovo look per cattolica assicurazioni

Il Gruppo Masserdotti è stato inca-ricato di decorare la facciata e gli interni della sede veronese di Catto-lica Assicurazioni, uno dei maggiori gruppi assicurativi nazionali. 13 metri di altezza per 13 di larghez-za per un totale di circa 169 metri quadrati è la superficie di ciascuna delle due facciate rivestite con OneWay, particolare film traforato che non altera la visione dall’interno dell’edificio verso l’esterno, mentre dall’esterno è visibile solo il logo aziendale, stampato tono su tono con effetto evanescente. Un mate-riale particolarmente innovativo che oltre a garantire la privacy di chi lavora, ha consentito di personaliz-zare la struttura con il simbolo della Cattolica Assicurazioni: un angelo stilizzato con le ali spiegate. Per l’interno, Gruppo Masserdotti ha uti-lizzato la tecnica dell’Interior Decora-tion contribuendo al rinnovo di totem e grafiche istituzionali, oltre che alla copertura dei vetri divisori degli am-bienti con particolari pellicole dallo speciale “effetto sabbiante”.

Libero sfogo alla creatività con i fotoquadri PixartprintingPixartprinting ha recentemente introdotto a catalogo i fotoquadri, un’idea originale per trasfor-mare le fotografie digitali in autentici quadri da parete. Realizzati su pannelli con effetto canvas e stampati anche sul profilo, i fotoquadri sono ideali per arredare locali, organizzare mostre fotografiche o più semplicemente stupire amici e parenti dando libero sfogo alla propria creati-vità. Sul sito internet www.pixartprinting.it – nella sezione grande formato – è possibile visionare e selezionare tutti i formati disponibili, da 20x20 a 40x70 cm, a scelta con orientamento orizzonta-le o verticale.

Basagni sceglie Heidelberg Anicolor Nella bella e storica città di Arezzo vi sono realtà come la Tipografia Basagni, nata negli anni

’60, con un punto di forza importante: investire in nuove tecnologie pur di differenziarsi e stare al passo con i tempi. Dallo scorso dicembre è operativa una nuova Heidelberg Speedmaster SM 52-4 Anicolor. Una scelta partico-lare, perché la tecnologia Anicolor rende la Speedmaster particolarmente adatta per le piccole tirature. «Sono rimasto impressionato», afferma il titolare Paolo Basagni (nella foto), «durante le demo eseguite alla scorsa edizione di Medprint dalla qualità e dal ridotto numero di fogli di scarto (in molti casi il quinto foglio è vendibile) tanto da definirla la risposta ideale alle mie esigenze di associare basse e medie tirature con una qualità offset al 100%, scarti ridotti in grado di competere dalle 200 copie in su con il digitale. La Speedmaster 52 Anicolor, grazie ai suoi automatismi, agli inchiostri in cartuccia e alla sua estrema facilità d’uso si è rivelata la giusta scelta d’investimento».

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Marchesi nel digitale con una HP Indigo 7500< HP ha annunciato che Marchesi Grafiche Editoriali di Roma ha deciso di introdurre la stampa digitale investendo in una HP Indigo 7500, che sta già impiegando a pieno ritmo per molti progetti innovativi. Spicca la stampa di milioni di documen-ti personalizzati singolarmente che vengono inviati a milioni di destinatari internazionali nell’ambito di una complessa iniziativa di direct marketing. Fondata nel 1918, Marchesi Grafiche Editoriali oggi offre, a clienti che spaziano da editori alle aziende della moda e del lusso, prodotti di ogni genere: brochure, cataloghi, volumi d’arte e storici, opere enci-clopediche con rilegature artigianali, prodotti finanziari. «In questo contesto l’introduzione delle tecnologie digitali grazie all’acquisto della HP Indigo 7500», spiega Stefano Marchesi, general director, «ci consente di soddisfare le nuove esigenze dei nostri clienti, che vogliono tirature ridotte senza rinunciare alla qualità

della stampa e soprattutto la personalizzazione del dato variabile». La HP Indigo 7500 installata da Marchesi assicura la massima flessibilità delle lavorazioni grazie alla possibilità di stampare fino a sette colori, compre-so il bianco, su una grande quantità di supporti speciali, compresi pvc, polipropilene, materiali metallizzati e trasparenti. L’acquisto del kit op-zionale per substrati permette all’azienda romana di utilizzare materiali più spessi e di grammatura maggiore, fino a 400 g/m2 o 460 micron.

Progetto per unire Lediberg e Johnson Bertelsmann agli onori della cronaca in questo inizio anno. Prima con il cambio della guida di Arvato Print in Italia da Kranert a Cosani, poi con lo scorporamento delle attività di stampa da Arvato, ora con l’ipotesi, non ancora confer-mata, di un’aggregazione tra Lediberg – controllata dalla famiglia Castelli e detentrice del marchio Nazareno Gabrielli – e Arti Grafiche Johnson, del grup-po Arvato Print. L’obiettivo è far nascere un unico grande polo nella produzione di agen-de e calendari. La notizia, ripor-tata dal settimanale di RCS Il Mondo, prevede per la nuova realtà la partecipazione della famiglia Castelli (che controlla la maggioranza del capitale Lediberg in cui con il 42,5% c’è anche il fondo Sofipa), quella della Bertelsmann e quella di un fondo di private equity straniero.

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In occasione del Festival della Scienza, il sin-daco di Genova Marta Vincenzi e l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri, con il direttore dei mu-sei genovesi Guido Gandino, hanno inaugurato e presentato alla cittadinanza la nuova prestigiosa sede di ARMUS Archivio Museo della Stampa. Significativa la presenza di Mauro Bodini e Valter Viscardi, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta (AIMSC). Dopo nove anni di permanenza nei locali della Provincia a Genova Quarto, finalmente ARMUS ha trovato una degna sede presso i rinascimentali Magazzini dell’Abbondanza al Porto Antico a due passi dal celebre Acquario. ARMUS, oltre a esporre in permanenza la Rac-colta gutenberghiana Francesco Pirella, donata alla città, è una vera e propria officina laboratorio a più sfaccettature: didattica per i giovani delle scuole, dalle primarie all’università, che potranno seguire l’evoluzione della stampa dai caratteri mobili al digitale e oltre; sperimentale, per gli artisti che avranno a disposizione un laboratorio dedicato per incisione e stampa; ma soprattutto sociale, con gli specifici percorsi sensoriali pensati

per i portatori di di-sabilità (ipo-vedenti, non vedenti, ipo-udenti, non udenti, disabili mentali) per i quali il linguaggio tipografico diviene uno strumento terapeutico in grado di agire in modo efficace su patologie di vario genere.

Il successo di pubblico finora ottenuto da questi progetti ha dimostrato la capacità di ARMUS di raggiungere bacini d’utenza solitamente ignorati dai circuiti tradizionali e di inserirsi all’interno di un piano formativo complementare alle normali attività didattico-pedagogiche. Il Museo della Stampa di Genova vanta carat-teristiche peculiari: non una semplice raccolta di macchine e attrezzature, ma una officina-laboratorio dove si sperimenta la stampabilità della città, dell’uomo, secondo il principio che “l’Universo è una matrice” dove alla tipografia tradizionale si aggiunge la tipografia preterinten-zionale e la sindonologia di Francesco Pirella. Nel corso dell’inaugurazione Alberto Nocerino ha declamato versi di Edoardo Sanguineti, che al museo dedicò l’epitaffio “proporzionato poliedri-camente, in scheletrica gabbia trova pace, ombra

SpazioculturaARMUS in progress Inaugurato a Genova il nuovo Museo della Stampa

di ragno, l’uomo tipografico, che, tra hard e soft, qui prosciugato giace”, e l’attore Rino Giannini con una simpatica parodia di Gutenberg. ARMUS condivide gli ampi spazi a disposizione, con annessa sala convegni, con il Museo della Rumenta, laboratorio per l’educazione al riciclo urbano e industriale. Con questa iniziativa lo storico Palazzo dell’Abbondanza − costruito dalla Repubblica di Genova nel 1564 come deposito di sale e derrate alimentari per sostenere la città in periodi di carestia − diventa il Palazzo Verde che sarà il fulcro di una nuova rete che girerà attorno ai concetti di energia e rifiuto, utilizzati come chiavi di lettura della storia e del futuro produttivo in ottica sostenibile. Ambiente e stampa, quale binomio inscindibile tra produzione e cultura, come ha affermato il sindaco Marta Vincenzi, che ha fortemente voluto offrire al Museo della Stampa questi locali. «Oggi» ha detto Marta Vincenzi «suggelliamo l’ampliamento di un’area che con il Museo Luzzati, l’Acquario e la Città dei bambini si dedica alla for-mazione delle nuove generazioni, all’educazione al cambiamento, all’uso intelligente delle risorse». Una città che porta avanti il suo brand di “Urban Lab”. «Questi nuovi locali», ha proseguito il primo cittadino, «avranno infatti la funzione di un laboratorio importantissimo per il futuro della città. Genova deve recuperare il suo potenziale industriale che nel passato non è riuscito a decol-lare, e deve farlo partendo proprio da qui, con una proposta innovativa e culturale per lo sviluppo di tutto il Paese». 25

Non solo museo... Anche il ruolo di officina-laboratorio all’interno di piani formativi per il Museo della Stampa di Genova, dove è esposta la preziosa raccolta gutenberghiana di Franceso Pirella (nella foto in alto con il sindaco di Genova Marta Vincenzi).

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IntervisteGianni Gamberini

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Il secondo appuntamento di quest’anno è con un’azienda grafica bolognese rinomata per la sua qualità di stampa, che si propone al cliente come consulente e che crede che la stampa debba stupire con effetti speciali... ma con stile.

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20 - L’industria grafica, un futuro da reinventareIntervista con Gianni Gamberini, amministratore delegato di Grafiche dell’Artiere

Sensibilità d’artista e abilità d’artigiano. Quando, nel 1977, Gianni Gamberini decise di mettersi in proprio e cominciare l’avventura delle Grafiche Ar-tiere di Bentivoglio, a due passi da Bologna, mise nel nome la sua filosofia di vita e di lavoro. Che non ha mai tradito costruendo un’impresa di successo con 6 milioni di ricavi e riconosciuta come una “boutique della stampa” capace di grandi “effetti speciali”. Convinto, come Steve Jobs, che la carta non morirà mai, ma che per vivere e integrarsi con il mondo digitale e internet, debba assolvere alla sua prima funzione: creare un’immagine di qualità delle aziende-clienti e, soprattutto, stupire. Ma come hanno affrontato in questi tre anni le Grafiche dell’Artiere la crisi del settore grafico? Come dicono tutti, le crisi sono opportunità di cambiamento. Insomma, non tut-te le crisi vengono per nuocere perché servono come momento di riflessione. Per questo mi viene in mente quel che mi diceva un mio grande maestro: ogni tanto guardati indietro e se ti accorgi che ti stai comportando sempre come prima, allora è il momento in cui devi preoccuparti! Quando le cose vanno bene si va avanti sempre allo stesso modo e non si capisce perché mai si dovrebbe cambiare. La crisi mette a dura prova tutti. Sicuramente internet ha modificato il modo di comunica-re e ci sta portando via una parte della carta stampata. Del resto anche il più sprov-veduto degli stampatori sapeva che prima o poi questo sarebbe avvenuto. Però lo stesso Steve Jobs era convinto che la carta non sarebbe mai morta perché non ha bisogno di energia ma deve stupire. Inutile nascondersi: oggi i grandi volumi se li sta mangiando internet e non possiamo pensare di fermare una rivoluzione che fa comodo a tutti. E di cui anche noi stampatori ne approfittiamo. Ma l’immagine di un’azienda si crea ancora sulla carta. Su una carta stampata di grande qualità. Quan-do un’azienda è un po’ che non si fa sentire, non manda messaggi, inviti, catalo-ghi, brochure, libri che commemorano la sua storia, ci si chiede: ma quell’impresa esiste ancora? Ecco, la carta è funzionale a far vivere un’impresa. Purtroppo oggi solo pochi uomini esperti di comunicazione hanno capito come utilizzare la carta 27

“Le crisi sono opportunità di cambiamento perché servono come momento di riflessione”.

La boutique deLLa stampa

di ACHILLE PEREGO

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AzIEndEfIORI ALL’OCCHIELLO

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e come integrarla con le nuove tecnologie digitali. Una non elimina l’altra: bisogna solo capire come farle convivere insieme. Per questa integrazione che cosa serve? Innanzitutto una diversa organizzazione delle aziende grafiche e un forte impulso all’area commerciale, servono uomini competenti che diventino consulenti tecnico-commerciali. Oggi non basta andare dai potenziali clienti per cercare commesse: bi-sogna essere in grado di dare i consigli giusti su come impostare un lavoro. Come stampare l’immagine di un gioiello o un abito sulla seta, con ori e argenti, serigrafie, effetti braille. Sapendo fino a che punto si può arrivare con le soluzioni tecniche di stampa per non rischiare di promettere “effetti speciali” e poi, a metà strada, di dover-si fermare perché non si riescono a realizzare! Quindi il “commerciale” deve essere prima di tutto un tecnico. E le aziende grafiche, come abbiamo fatto noi con lo show room allestito nella sede, dove mostriamo tecniche, realizzazioni, materiali, soluzioni di stampa e legatoria, dovrebbero far toccare con mano gli “effetti speciali” della carta e della stampa. E saper dire ai clienti che oggi non è più il momento degli stampati ba-nali, in serie. Io, stampatore, sono il tuo consulente: ti assicuro un preventivo corretto, ma soprattutto ti garantisco che il tuo prodotto sarà eccellente. Del resto, il gusto del bello è comune a chi opera nel mondo della moda, dei gioielli, del mobile o della ceramica. E lo stampatore non deve essere solo un bravo artigiano, ma anche il consu-lente capace, per cultura e professionalità, di trasferire sulla carta questo gusto. Stampatori-consulenti, dunque. Ma c’è qualcosa d’altro che le aziende grafi-che devono fare per vincere la sfida di internet? Devono cambiare anche il modo di fare investimenti. Oggi lo stampatore deve dare un servizio completo. Capire la filosofia dell’azienda per cui lavora, le sue esigenze. E starle vicino trasferendo sulla carta il messaggio che quell’azienda vuole veicolare all’esterno. Per questo, deve avere al suo interno tutte le soluzioni: prestampa, lega-toria, stampa piana e digitale. Insomma, fare di nuovo tutto in casa? Certamente, tranne il progetto grafico. Una specializzazione troppo difficile, perso-nale, creativa. Avendo uno studio di progettazione interna si rischia che le proposte si assomiglino. Pur bravo e creativo che sia, un grafico tenderà a riproporre sempre le soluzione che predilige. E non si può cambiare ogni mese il cervello delle perso-ne. Alla fine anche un grande pittore come Picasso dipingeva quadri “simili”. I gran-di studi di progettazione grafica, come quelli a cui mi rivolgo, respirano una cultura internazionale. Ci sono decine di persone che pensano e che vengono da tutte le parti del mondo. E così, se devo stampare un catalogo per il Giappone, non corro il rischio di mettere un’immagine o uno slogan che urtano la cultura di quel Paese!

Siamo di fronte solo a una crisi congiunturale oppure strutturale del settore? Non c’è dubbio, come dicevo, che stiamo vivendo una rivoluzione. Ma la crisi strut-

Grafiche dell’Artiere di Bentivoglio, in pro-vincia di Bologna, in 35 anni d’attività si è sempre caratterizzata per l’alta qualità di stampa e per gli “effetti speciali”. Un mix fatto di artigianalità, creatività e nuove tecnologie. E Gianni Gamberini, 68 anni, fondatore e guida dell’azienda (che oggi fattura circa 7 milioni) non ha mai tradito questa vocazione. Facendo di Grafiche dell’Artiere un punto di riferimento per le aziende del settore della moda, del lusso, della cosmesi, del food, dell’automotive e dell’arredamento. E mettendo in bacheca certificazioni e premi, nazionali e interna-zionali, tra cui La Vedovella 2004 per la miglior qualità di stampa. Azienda a ciclo completo (con super attrezzati e specializzati reparti di pre-stampa e legatoria), l’impresa fondata da Gamberini dopo cinque anni di studi grafici dai Salesiani ed esperienze in im-portanti imprese del settore (e dove lavo-ra la moglie Patrizia e da qualche anno il figlio 32enne Gianmarco) vanta un re-parto macchine piane di casa Manroland 70x100 a 4, 5 e 6 colori con vernici acri-liche e UV e un reparto di stampa digitale (HP Indigo a 7 colori).

L’AzIEndA

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AzIEndEfIORI ALL’OCCHIELLO

turale si affronta differenziando la carta da internet, dando allo stampato la sua fun-zione: stupire. Così, mi domando, ha ancora senso stampare libri, soprattutto per ragazzi, con la concorrenza degli e-book, grigi, senza luce, senza anima? Libri che non suscitano emozioni visive o tattili? Invece, con gli effetti speciali, senza ragio-nare solo sul prezzo più basso e senza neppure esagerare con nobilitazioni troppo kitsch, potremmo stampare libri che suscitino la curiosità e l’interesse e diventino oggetti anche di design, destinati a rimanere nel tempo. Come vede il 2012 per la sua azienda e per il mercato? Nel 2011, anche per motivi familiari, siamo stati un po’ penalizzati nella crescita. Ma adesso siamo pronti per ripartire. E dagli ordini di questi primi mesi, credo che sarà un anno positivo. Del resto stiamo lavorando sempre su due turni. In questo momento sembra che i nostri clienti si siano finalmente resi conto che non possono fare a meno di veicolare l’immagine aziendale sulla carta. Non chiedono più grandi volumi ma tirature ridotte e più frequenti. Così compriamo meno carta, si ridu-cono i volumi complessivi dei ricavi ma come stampatori lavoriamo ugualmente con un maggiore valore aggiunto. Stampiamo 5 mila copie e non più 50 mila di un catalogo, però più belle, più speciali, con più ori a caldo, più rilievi, più vernici... Grafiche dell’Artiere si è sempre caratterizzata come un’azienda di stampa di qualità: per stare oggi sul mercato bisogna offrire quindi questo valore ag-giunto, serigrafie, termorilievi, drip-off, glitter, ori e argenti? Bisogna avere una grande fantasia nel miscelare stampa tradizionale e digitale, a caldo e a secco, serigrafia, vernici opache. Un mix di effetti speciali che non devono però mai scadere nel pacchiano. Il pericolo è che uno stampatore, per far vedere quanto è bravo, esageri! Invece bisogna anticipare e sperimentare nuove soluzioni praticabili. Noi siamo stati tra i primi a utilizzare i retini stocastici vent’anni fa. E a capire quanto fosse importante la prestampa per gli effetti speciali in stampa. Ades-so, ad esempio, stiamo sperimentando con successo la quadricromia su una base metallizzata in argento, superando i problemi di umidità. Un modo per coniugare la fantasia dello stampatore con la sua competenza. La sua azienda ha anche un reparto di stampa digitale: per quali lavorazioni viene utilizzato, che tipo di nuove tecnologie si attende? La stampa digitale è un complemento che dovrebbero avere tutte le aziende grafi-che. Non possiamo lasciarci sfuggire questo mercato. Certo, è un mercato per tira-ture veloci e ridotte, anche se qualitativamente sfido un occhio non super esperto di distinguere uno stampato in offset da uno in digitale. Noi usiamo il digitale (ab-biamo una HP Indigo a 7 colori capace anche di stampare su lamina e pvc) per le pre-tirature di 50 o 100 copie del catalogo di un cliente che deve andare a una fiera ma non ha ancora completato la gamma dei prodotti oppure non ha ancora deciso in che lingue stampare il catalogo definitivo da 5 o 10 mila copie.

>segue a pag. 65

Seconda generazioneGianni Gamberini con la moglie Patrizia assieme ai figli Gianmarco (a sinistra) e Gianluca.

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Editoria digitale o cosa

Con l’attuale tecnologia è oggi possibile tenere sott’occhio l’intero flusso di produzione di un lavoro di stampa commissionato stando comodamente seduti davanti al proprio computer.

Web to PrintWorkflow elettronico

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Il 9 febbraio 1999, in un articolo apparso sul sito webmonkey.com, una sorta di antesignano della rivista Wired, Jim Frew conia il termine “web to print” per indicare la possibi-lità di colmare il gap esistente tra l’impaginazione tradizionale e la stampa con strumenti informatici che sfruttassero inter-net. Da allora i servizi web sono cresciuti a dismisura consen-tendo infinite possibilità e l’espressione è diventata sinonimo di un modello di produzione in cui tutti i player della produ-zione, dal grafico al designer, dal print buyer al capocommes-sa, possono creare, editare, approvare e mandare in stampa i loro prodotti. Il tutto seguendo un workflow che permette di operare da remoto interamente on line sfruttando applicativi web-based. Il capostipite di questi software è forse l’InterDoc di Xerox, che risale addirittura al 1995. L’idea, in altre parole, è quella di poter gestire l’intero flusso di produzione annullando completamente distanze e tempi e sfruttando la rete per tutte le fasi produttive, senza più ciano cartacee o scambi fisici.

di lorenZo cApitAni

Il flusso di produzione a portata di clic

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Esistono diverse possibilità oggi di web to print che vanno dal tradizionale flusso spostato inte-ramente sulla rete al tanto citato “web cloud”: sia che si lavori, uno a uno, per la carta sia che si produca, uno a molti, in un’ottica di crossme-dialità. In questo modo il web to print da un lato ha semplificato la produzione, consenten-do agli stampatori tradizionali di rinnovarsi e di offrire servizi nuovi; dall’altro è diventato un innovativo modello di business in cui lavorare a distanza e in condivisione, diventando vero e proprio e-commerce. Eppure il web to print non è una novità asso-luta, anzi proprio la diffusione di internet e dell’uso delle tecnologie ha spontaneamente incrementato il lavoro da remoto e l’automazio-ne di molte fasi produttive, a partire dalla pro-duzione basata sui PDF fino all’uso dell’FTP o altri metodi di scambio file. Ma fin qui tutta l’ingestion rimaneva fuori sistema: la situazio-ne classica era “ti ho mandato la pagina, aspetto le ciano”. Su questo uso spontaneo, a volte “ca-salingo”, degli strumenti si è costruito cercan-do di automatizzare e di implementare vere e proprie piattaforme in cui non solo si consente lo scambio ma anche il tracciamento di quanto viene caricato e inviato, fino a coprire l’intero ciclo della produzione, fino ad arrivare a real-tà in cui stampatori, come Rotolito Lombarda o Mazzucchelli, consentono di inviare i PDF, tenere traccia dei caricamenti e visualizzare e approvare da remoto le cianografiche, siano esse sotto forma di foglio imposto piuttosto che sfogliabile virtuale, come prodotto finale di preflight e ripping. Esistono addirittura si-stemi in cui c’è la possibilità di visualizzare le prove colore a video, le cosiddette “soft pro-of ”, con tutti i limiti dati della necessità di una profilazione dell’intero flusso: scenario ideale ma spesso difficile da calare nel lavoro di tutti i giorni. Il modello prevede un workflow tradi-zionale, ma altamente automatizzato, con una

forte digitalizzazione e fruizione di servizi of-ferti dallo stampatore offset o digitale. L’impa-ginazione avviene come di consueto, ma tutte le fasi, dall’invio dei file alla prestampa, sono gesti-te via web: piccoli tool facilitano lo sharing come la Java Sender di Chalco.net di Hyphen, in cui l’invio dei file avviene tramite un piccolo droplet che li recepisce e li carica esattamente nel DAM dello stampatore, la cui prestampa si occuperà dei controlli e della rasterizzazione. Ovviamente il formato di scambio resta il PDF, che garanti-sce le ben conosciute doti di qualità, flessibilità e relativa leggerezza, eventualmente integrato con file JDF per lo scambio delle informazioni di processo tra i vari device. Di fatto il flusso re-sta tradizionale, non si aumenta l’interazione del cliente, ma si automatizzano certe operazioni. Nulla vieta però di far entrare nel sistema dello stampatore direttamente il cliente, e allora le possibilità si dilatano molto. Non più un flusso lineare bensì concentrico cui, ognuno a vario titolo, accede. Pensiamo, ad esempio, a una ri-vista le cui pagine arrivano da varie redazioni e le pubblicità da vari service o ai cataloghi com-merciali di network immobiliari in franchising. In questo caso il web to print consente di creare una rete produttiva in cui si centralizza l’intera edizione direttamente presso un portale in cui ciascuno, dal creativo interno al marketing, dal tecnico al fornitore esterno, dalla prestampa al capocommessa, gestisce, approva, anno-ta, controlla... Pensiamo a chi si occupa della produzione che in questo modo può lavorare direttamente sull’aggregato e controllare co-stantemente lo stato di ciascuno step operando attivamente sui file, visualizzando anteprime e prove colore fino al “visto si stampi” finale. I vantaggi sono evidenti e sono produttivi ed economici. Si va infatti, dalla possibilità per tut-ti di accedere a un progetto in lavorazione o a un archivio condiviso di materiali, di accedere allo storico di ciascun documento memorizza-

Schermata del sistema WebCenter di Esko usato come archivio centrale di asset di produzione. Gli strumenti

di ricerca di WebCenter semplificano l’individuazione di progetti e documenti in base a metadati specifici.

Il modulo di gestione del timone del sistema InSite Storefront di Kodak: si notano le pagine approvate e quelle in attesa di approvazione.

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intervista ad Alessio Saraceno, direttore generale di Hyphen-italia

Quali sono le soluzioni Hyphen-italia per il web to print?Fondamentalmente la suite Chalco, una piattaforma personalizzabile che permette di offrire ai propri clienti la possibilità di eseguire ordini e gestire on line tutto il processo di e-procurement, fino alla distribu-zione degli stampati, cicli di approvazione compresi, e nel contempo di rendere efficiente il processo interno di produzione gestendone gli aspetti economici. Una particolare declinazione dell’ultima soluzione nata, l’Hyphen Book System (HBS), consente di ordinare, ottenere il numero zero, approvare materiali a stampa utilizzando comodamente soltanto un iPad.

Quali sono gli aspetti più apprezzati di un flusso web to print?Senz’altro la riduzione degli stock di magazzino, a favore di una stampa su richiesta che garantisce rapida aggiornabilità e ridotto scarto. Ma anche la possibilità di gestire la commessa, dalla richiesta alla conse-gna, con un clic (o un tap), ovvero un flusso gestionale rapido, preciso, industrializzato, con costi predeterminati e chiari. Inoltre l’incasso certo e spesso anticipato (comunque rapido) e la possibilità di accedere a nuovi mercati e target d’utenza.

A quale tipologia di clienti si adattano maggiormente soluzioni di questo genere? Nei mercati BtoC il fenomeno ha un impatto sociale ancora difficilmente quantificabile, ma il consumatore ha imparato ad apprezzare l’acquisto on line, comodo, rapido e poco impegnativo. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Multicanalità nel 2011 due italiani su dieci hanno aderito almeno a una flash sale sul web. Notevole interesse nel mondo della fotografia, del book on demand, della manualistica e degli stampati per-sonalizzati. Nel B2B l’impatto maggiore è nei confronti delle grandi reti di vendita e distributive (agenti, distributori, promotori, network, franchi-sing ecc.), costanti fruitori di prodotti stampati e di merchandising, com-presi i servizi logistici e sempre più di asset digitali per la comunicazione d’impresa e di prodotto sul punto vendita.

A parte la trattativa commerciale e gli ovvi rapporti umani, in quali aspetti l’uomo rimane ancora insostituibile? Nella creatività. L’anello di congiunzione fra rapporti umani e il web pro-babilmente sarà rappresentato dal mondo dei social network.

QuAttro domAnde A...to alla revisione e approvazione in extremis. È il caso di soluzioni come WebCenter di Esko. I risparmi ci sono e sono stimabili nell’ordi-ne del 60% dei costi necessari per la revisione cartacea e la spedizione e del 25% sui tempi di creazione e approvazione. Per non parlare della riduzione degli errori grazie alla distribuzione centralizzata e condivisa dei contenuti. In altre parole, il cliente ottimizza costi e produzione e minimizza il fattore tempo, mentre lo stampa-tore li tiene tutti sotto controllo. Resta ovvia-mente il costo di start up in termini di software e infrastruttura, tuttora alto per realtà piccole e medie, ma le possibilità di scalabilità, oltre che di creare flussi ad hoc, sono davvero alte con-sentendo, tra l’altro, la profilazione delle utenze, l’interfaccia con sistemi gestionali o la gestione di file non necessariamente grafici come CAD, fogli di calcolo, preventivi, ordini di acquisto. Infine queste soluzioni accessibili da browser sono multipiattaforma, multiutente e diretta-mente integrabili con i DAM. Sono molte le re-altà con questo modello di produzione: grandi stampatori, ma anche multinazionali, tour ope-rator, case di moda…

e se fa tutto lo stampatore?La vera novità però offerta dal web to print è quando tutta la produzione si sposta intera-mente sui server dello stampatore, o meglio di chi offre il servizio, e diventa e-commerce a 360°. Già, perché molto spesso si tratta di azien-de che agiscono in internet, lavorando su com-messa puntuale o su un listino predefinito, ma comunque ampio, gestendo la produzione in proprio o, come broker, smistando su una rete di fornitori e sollevando il cliente dall’onere della ricerca e comparazione del fornitore. An-che in questo caso il panorama è ampio. C’è chi offre servizi di web to print per prodotti come magliette, biglietti da visita, piccole brochure, opuscoli a tirature relativamente basse, con un

Flusso integrato Prinect Web-to-Print Manager, lanciato da Heidelberg l’anno scorso al GraphExpo di Chicago, che con la logica del web to print integra tutti gli aspetti produttivi di uno stampato.

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target decisamente consumer: basta andare su pixartprinting.it o vistaprint.it e con pochi clic è possibile creare il proprio stampato. Si parte da un front-end con un catalogo di servizi e una serie di template messi on line che possono es-sere personalizzati. Il cliente non ha bisogno di saper usare i programmi di impaginazione e non serve un grafico nelle varie fasi di lavora-zione e approvazione, perché sono tutti sistemi WYSIWYG (what you see is what you get). Ma ci sono anche servizi più strutturati che of-frono anche supporti per la grafica, l’impagina-zione, e in cui il panorama dei prodotti non è solo ridotto a un catalogo fisso. Si tratta di siti commerciali dedicati a chi per volumi o frequen-za non necessita sempre di uno stampatore fisso o cerca servizi facili a costi contenuti. Insomma, la “vecchia tipografia di paese” si sposta sulla rete. In questi casi il numero dei prodotti è finito così come standardizzato il catalogo carta, i formati, le foliazioni, le lavorazioni. Questo perché il flus-so viene razionalizzato al massimo per contene-re i costi e per non disorientare il cliente. Non si pensi però che si tratti di aziende che offrono solo stampa digitale, per altro di alta qualità; anzi, viene utilizzata anche l’offset tradizionale, come su melastampi.com. Questi servizi sono anche molto utili per tutte le possibilità offerte nella stampa digitale, come libri autoprodotti o print on demand. Arrivando al vantaggio di po-ter spesso fare anche la copia singola. Le soluzioni enterprise, invece, pur sfruttando la carta della standardizzazione si orientano anche alla produzione su vasta scala di stam-pati. L’obiettivo è avere una base clienti molto vasta i cui lavori possono essere raggruppati in lotti, cosicché le macchine da stampa vengano ottimizzate per tipologie di produzione: stessa carta, stesso formato, abbinamenti, stessa con-fezione, produzioni multiple o in resa. Tutto è fatto on line, senza alcuna commistione con la stampa commerciale tradizionale: dall’ordine al

foglio di lavorazione, dal caricamento dei nativi al tracking della spedizione. Dall’altra parte del monitor ci sono sistemi come il Kodak Web to print o le soluzioni eCommerce/Web to print di EFI o ancora il Ducuboxx di Screen. Ultimamente i servizi di web to print si stanno espandendo all’intera immagine coordinata del cliente, con varie soluzioni marketing, dai gad-get promozionali ai prodotti digitali per una crossmedialità estesa: un input per un output come avviene con MazzMedia di Grafiche Maz-zucchelli. Servizi molto apprezzati dai clienti che con un unico interlocutore trovano un sistema di archiviazione centralizzato e un gestore unico per ogni aspetto della promozione, del marke-ting e della comunicazione aziendale.

Quali prospettive? Sia che si tratti dell’uno o dell’altro modello, la sfida vera è rendere l’uso del web to print soste-nibile e performante, ma soprattutto il più sem-plice possibile, personalizzando i sistemi sulle esigenze dei clienti in base al loro business. I presupposti ci sono tutti per una diffusione del web to print su vasta scala e a vario livello e i vantaggi sono innegabili; l’importante è age-volare il cliente e non costringerlo a seguire un flusso dettato da un sistema, ricco di funziona-lità ma poco funzionale. Perché dietro le mac-chine restano ancora le persone. Come giustamente ricorda Alessio Saraceno, direttore generale di Hyphen-Italia, «siamo fermamente convinti che il fattore umano per la sua capacità creativa rimarrà anche in futu-ro la discriminante di successo di un’impresa. Uno strumento non può rappresentare la solu-zione. Certamente un buon flusso informativo, hardware e software affidabili e processi auto-matizzati costituiscono un potenziale strategi-co per la competizione di oggi e ancor più di domani, ma ciò di cui si nutrono davvero le or-ganizzazioni sono passione e partecipazione».

cASe HiStorygruppo Sinergia: l’e-procure-ment a favore dell’efficacia comunicativa del cliente «Ciò che gli altri chiamano “ro-gne” per noi è… pane quotidia-no!» scherza Gianluigi Mazzi, ad di Gruppo Sinergia, azienda costi-tuitasi nel 2009 unendo le forze di quattro aziende complemen-tari, ognuna con una sua realtà specifica, il che le ha permesso di spaziare in diversi ambiti, dallo sviluppo di progetti e soluzioni software all’elaborazione dati, dal-la micrologistica al direct mailing, alla gestione di documenti. Socie-tà sostanzialmente old economy per genesi hanno saputo pro-iettarsi rigenerandosi nella new economy approfittando dei van-taggi di web, cloud computing ed e-procurement. «È proprio grazie a strumenti come il web to print» continua Mazzi «che oggi siamo in grado di servire meglio i nostri clienti in termini di costo, rapidità e soprattutto con una comunica-zione mai così efficace».

Due schermate del sistema di gestione dati digitali per la prestampa wNewsNet, sviluppato dalla tedesca Wobe-team, studiato specificamente per la produzione di quotidiani.

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Da otto anni a questa parte i dati si muovono sempre più velocemente e verso direzioni sempre più nuove. «Tutto quello che può an-dare online andrà online», ha affermato Bernhard Sch-reier, presidente di Drupa 2012, nel suo discorso al re-cente GraphExpo. E con il termine “tutto” allude chia-ramente anche all’industria della stampa. Chi avrebbe potuto immaginarsi solo tre anni fa che sarebbe stato possibile accedere alle più importanti informazioni di management della propria azienda grafica usando una “app” sullo smartphone? O mostrare, commentare oppure approvare le com-messe con l’iPad? È solo e durante Drupa 2008 che Apple annunciò il lancio del nuovo iPhone con la tecnologia 3G. E l’iPad, allora, non esisteva ancora.Oggi la Prinect Mobile App di Heidelberg è in grado di collegare lo smartphone direttamente al workflow sul lavoro, consentendo di verificare lo stato della commessa, monitorare le segnalazioni delle macchine e addirittura analizzare la produzione durante i turni di lavorazione. Con Apogee Prepress App di Agfa è pos-

internet personali e mobile messaging.

Dati e tecnologiaDrupa 2012 sarà la prova che la stampa è tutto quello che ruota attorno ai dati e alla tecnologia. Con il passaggio dalle righe di piombo ai flussi di bit e byte, i dati digitali hanno profondamente rivolu-zionato l’industria della stampa. Essi consentono di automatizzare e stan-dardizzare enormemente i processi di produzione creando dall’inizio alla fine flussi di lavoro interamente collegati. Collegando, infat-ti, i dati commerciali ai dati di produzione, la stampa diventa non solo più veloce

Guidare i dati mobili nella direzione giusta

“Da stampa a caratteri mobili a stampa a dati mobili”. Otto anni fa Bernhard Schreier, CEO di Heidelberg, si riferiva alla invenzione di Gutenberg per descri-vere la trasformazione del settore.

a cura di ED BOOGARD

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sibile verificare sull’iPhone, sull’iPad o sull’iPod Touch un lavoro specifico durante la produzione. «Questa app consente anche di visualizzare comodamente lo stato dell’attrezzatura di prestampa, inclusi i sistemi CtP e altri dispositivi di output», commenta Erik Peeters, marketing ma-nager per Apogee in Agfa Graphics. E la XFM Remote App di Fujifilm cambia il modo di comunicare tra la tipografia e i clienti, come John Davies, manager delle soluzioni di flusso di lavoro in Fujifilm Europe, ha commentato durante la scorsa Publishing Expo: «I print buyer sono, in sostanza, delle persone creative che si sono decise, con largo anticipo, ad ac-quistare la tecnologia iPad e la usano come strumento professionale di business. Se vogliamo accrescere e valorizzare l’esperienza di questi creativi, che sono responsabili nel commissio-nare e approvare i prodotti

di stampa, dobbiamo con-segnare loro strumenti con i quali lavorare con piacere». Nel periodo intercorso dal-la scorsa edizione di Drupa, la recessione mondiale ha prodotto effetti negativi su-gli investimenti di capitale. Le aziende grafiche sono state costrette a percorrere nuove strade per lanciare innovazioni e ottimizzare il business senza grandi investimenti in macchinari o impianti. Trasferendo l’attenzione sul software e concentrando il lavoro con dati e informazioni si è dimostrato di saper offrire soluzioni accessibili per incrementare la produzio-ne, l’efficienza e il margine di guadagno. Inoltre, si possono offrire servizi e prodotti più moderni aprendo così nuovi mercati. Come è stato dimostrato ad esempio dalle soluzioni software DirectSmile e XM-pie, i dati variabili non solo vogliono dire che si può personalizzare la stampa, ma anche che si possono far interagire con e-mail, siti

Ed Boogard è giornalista free lance

e consulente nel settore arti grafiche.

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Drupa», sottolinea Gareth Ward, editore della rivista inglese Print Business Magazine, nella sua analisi sugli sviluppi in atto. «Non esistono ancora realmente e sono ancora flussi di lavoro congiunti l’uno all’altro e al momento non vi è ancora grande richiesta per una loro applicazione pratica. MIS sta facendo progressi, tuttavia non si può ancora dire che questi sistemi abbiano cambiato il settore proprio per via delle diverse esigenze di ciascun Paese. Lo sviluppo più rilevante è il web-to-print, sebbene non tutti i Paesi utilizzino questa tecnologia come avviene in Germa-nia. E l’automazione, nella maggior parte delle aziende grafiche, rimane ancora un concetto piuttosto che una realtà». Anche per Eddy Hagen, del Centro Innovazione fiammingo per la comuni-cazione grafica, il “flusso di lavoro ibrido” sarà l’argo-mento principale a Drupa, poiché sempre più stampa-tori offriranno sia la stampa convenzionale che quella digitale. Anche il JDF/JMF sarà un punto chiave, tutta-via ci vorrà ancora qualche tempo prima che questa

poiché i clienti si rivolgono alla piazza di mercato in internet, estremamente trasparente. E le informa-zioni digitali cambiano per aspetto e forma, giacché sono sempre più disponibili alternative digitali alla stam-pa come gli eBook e i tablet pc, richiedendo una parte crescente di dati mobili in quanto sia i compratori di prodotti da stampa che i consumatori cominciano a preferire i pixel alla carta.

automatizzare la proDuzione«La tendenza più impor-tante osservata a Drupa 2008 è che tutte le aziende, sia in prestampa che in stampa e nelle fasi succes-sive, hanno concentrato i propri sforzi per sviluppare soluzioni IT che dovrebbe-ro automatizzare e con-trollare l’intero workflow grafico», dichiara Ester

Crisanti, esperta di pre-stampa. «Molte soluzioni si concentrano sullo scambio di file, altre controllano la riproduzione del colore direttamente sulla mac-china da stampa e poi vi è naturalmente la tecnologia JDF. Il Crossmedia-Publi-shing e i workflow ibridi a Drupa 2008 costituivano ancora una novità assoluta e alcune offerte interessanti sono diventante oggi, dopo quattro anni, pura realtà». Fujifilm si è deciso da subito a mettere Adobe PDF Print Engine (APPE) al centro del suo JDF based XFM workflow. Altri wor-kflow non hanno aspettato, come ApogeeX di Agfa, TrueFlow di Screen, Pri-nergy di Kodak e FreeFlow Print Server di Xerox. Oggi queste soluzioni workflow PDF end-to-end garanti-scono continui output e permettono veri e propri processi ibridi combinando processi di stampa conven-zionali a quelli digitali come il Crossmedia-workflow, compresi tutti i tipi di me-dia elettronici.

workFlow ibriDi«I flussi di lavoro ibridi saranno uno dei temi di

e più efficiente, ma anche la flessibilità e l’efficacia aumentano, in quanto si possono produrre articoli da stampa altamente seg-mentati e addirittura perso-nalizzati grazie all’aiuto di dati creativi su macchine da stampa digitali. I dati digi-tali stanno rivoluzionando il business della stampa, cambiando il modo in cui gli stampatori e i clienti interagiscono, comunicano e connettono fra di loro. Il web-to-print offre nuove possibilità per richiedere ed elaborare le quotazioni, per scambiare le informazioni sul lavoro, per caricare i file, per eseguire bozze di stam-pa e per verificare lo stato dell’ordine. Questa tecnolo-gia ha dunque rafforzato i rapporti commerciali tramutando gli stampatori in fornitori di soluzioni per i clienti. Analogamente, essa ha indebolito i rapporti

mOnitORARE il lAvORO in REmOtO

Con Apogee Prepress App di Agfa è possibile verificare sull’iPhone, sull’iPad o sull’iPod Touch un lavoro specifico durante la produzione. Questo vale anche per la Prinect Mobile App di Heidelberg. Il trend attuale è focalizzarsi sul software, anche nel caso dei dati variabili. Come dimostrano, ad esempio, le soluzioni DirectSmile, i dati variabili fanno interagire il digitale con il cartaceo.

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tecnologia potrà esprimere interamente tutto il suo potenziale. Hagen intende anche porre l’accento sul ruolo dei si-stemi MIS: «Ogni azienda deve essere in grado di analizzare i propri costi ed entrate per ogni commessa: si deve sapere con quali commesse si guadagna e con quali no, in modo tale che il business si possa svi-luppare nella direzione giu-sta. La crisi finanziaria ha palesato in modo evidente che l’efficienza e l’automa-zione sono fattori chiave. Per questo, molte tipografie rivolgeranno l’attenzione al web-to-print».

management inFormationLe soluzioni del flusso di lavoro si sono evolute da prodotti separati che controllavano (in parte) il processo di produzione a si-stemi che gestiscono le più importanti informazioni commerciali. Così l’Unified Workflow Solution di Ko-dak è stato concepito con l’obiettivo di unire tutti i sistemi e integrare e unifor-mare tutte le informazioni disponibili. Recentemente Screen con Equiosnet ha lanciato “l’ambiente universale di flusso di lavoro”, che fornendo un’automazione end-to-end offre “dalla prima quotazione iniziale lungo tutta la catena ope-rativa fino alla fatturazione del progetto finito”. JDF e JMF hanno con-sentito di collegare i flussi di lavoro produttivo ai sistemi di informazione commerciale che li cir-condano. I dati devono essere disponibili per tutto l’intero processo e per tutti quelli che sono coinvolti in

qualsiasi modo possibile e immaginabile. Per questo Heidelberg, all’inizio del 2011, ha rilevato la CERM, specialista di software, in modo da poter ampliare il portafoglio di sistemi di gestione delle informazioni. Marcel Kiessling, membro dell’organo direttivo e responsabile della divisione Heidelberg Services, ha spiegato la strategia: «A Drupa intendiamo pre-sentare una soluzione MIS completamente integrata che dispone di un mana-gement centrale di dati combinato al nostro flusso di lavoro per stampatori Pri-nect e vorremmo gradual-mente lanciarlo a livello mondiale». Anche i clienti verranno inseriti nel workflow. For-nitori quali EskoArtwork hanno soluzioni software che consentono ad aziende detentrici di brand, grafici e retail di collaborare insieme a produttori di packaging e stampatori nella realiz-zazione di opere grafiche e nella garanzia di qualità. Il softproofing, ovvero la preparazione per la stampa, e addirittura i modelli virtuali in 3D del prodotto da stampare hanno spianato la strada per comunicare e interagire velocemente e in modo sicuro a livello mondiale. Tale interazione non solo fa aumentare il grado di automazione ed efficienza, ma riduce i costi e il tempo connessi ai pro-blemi di comunicazione e agli errori tecnici. È proprio questo a cui vuol puntare Enfocus, dove i grafici, gli editori e gli stampatori siano connessi tra di loro e possano fare al tempo stesso quello che sanno fare meglio: essere creativi, concentrarsi sui contenuti e

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sulla vendita, oppure mette-re l’inchiostro sulla carta.

web-to-printA Drupa 2008 InfoTrends pubblicò i risultati di una vasta inchiesta condotta in Europa occidentale, in cui emergeva che solo un terzo degli intervistati dichiarava di servirsi di una soluzione web-to-print mentre un altro 20% l’avrebbe presa in considerazione. Laddove tutti gli intervistati avessero realmente installato tale so-luzione, ne sarebbe risultato un incremento di installa-zioni del 68% in 5 anni. Al tempo stesso ci si aspettava che il volume web-to-print sarebbe cresciuto del 264% entro il 2010 e il suo valore sarebbe aumentato a oltre 10,5 miliardi di euro. Come dimostrano stime recenti sul mercato statunitense, questa crescita continuerà la sua corsa. InfoTrends

Ci sono voluti tre anni prima che Hiflex potesse sviluppare questa nuova architettura per le sue soluzioni esistenti. Il cloud permetterà di ridurre i costi totali in quanto gli utenti non dovranno più investire nell’hardware del server, negli impianti o nelle soluzioni back-up. Più le soluzioni software saranno disponibili nel cloud e più i dati verranno trasmessi nel ciberspazio. I dati non verranno solo messi in banche dati a loro riservate in attesa di essere inviati a un grafico oppure a una tipografia. Possono prendere diverse direzioni. «Il cloud rappresenta un cambio radicale», dice Ga-reth Ward, che aggiunge: «Posso essere io il primo a definire l’edizione 2012 come la “cloud-Drupa”?»

meDia elettronici Dalla Drupa 2008 i media elettronici, quali i disposi-tivi di lettura per gli eBook, smartphone e tablet pc, non costituiscono più niente di nuovo, rientrano ormai nella quotidianità. Soprattutto gli editori di li-bri, di riviste e di quotidiani sono desiderosi di provare e vedere come la stampa su carta potrà essere sostituita dalle pubblicazioni digitali. Se da un lato desiderano risparmiare sulla stampa, sulla distribuzione e sullo stoccaggio, dall’altro inten-dono lanciare nuovi model-li di business per soddisfare le esigenze della clientela. Siccome oggi Amazon vende più libri elettronici di quelli cartacei, è chiaro che “i dati mobili” non trovano più necessariamente la loro strada nelle macchine da stampa.

si aspetta che la quota del web-to-print nella stampa commerciale passerà dal 15% del 2009 al 30% nel 2014, e che si tradurrà in un valore di 31 miliardi di dollari su un totale di 107 miliardi, dopo che il valore negli ultimi dieci anni si era già quintuplicato, dato che nel 2000 si è potuto vendere solamente il 3% del volume di stampa tramite internet. Aziende come Kodak, prevedendo tale crescita, offrono oggi una vasta gamma di soluzioni web-to-print che possono essere integrate in qualsiasi workflow.

la tenDenza verso il clouDVero è che i flussi di lavoro digitale sono sul punto di prendere una nuova dire-zione. Sebbene l’Applica-tion-Software-Provider (ASP) e la Software-as-a-Service (Saas) non siano più così nuovi, il “cloud printing” sta fondamental-mente cambiando il modo di salvare, inoltrare ed elaborare i dati. La Hiflex, che aveva presentato la sua applicazione iPhone già a Drupa 2008, sta prendendo la guida di questi sviluppi con il prossimo lancio di Hiflex MIS, definita come “la versione 2012” o “drupa-release”. La soluzione porterà sulle nuvole l’intero sistema di management information. Sarà possibile operare sia con Hiflex MIS sia con Webshop completamente tramite internet e installarli ed eseguirli su un server di uno stampatore (il cosid-detto “cloud privato”), in un centro dati esterno (“cloud pubblico”) oppure nel Centro Dati Hiflex (“Hiflex cloud”).

vERsO lA nuvOlA...

Il “cloud printing” sta cambiando il modo di salvare, inoltrare ed elaborare i dati. Più le soluzioni software saranno disponibili nel cloud e più i dati verranno trasmessi nel ciberspazio. I dati potranno essere salvati in banche dati in attesa di essere inviati a un grafico o ad un’azienda di stampa.

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MAGGIORE VELOCITÀ E MINOR CONSUMO ENERGETICOIL PIÙ COMPATTO DELLA SUA CATEGORIASEMPLICE DA USARE E DA MANUTENERERIDUCE I COSTI DI MANUTENZIONEFORMATO LASTRA (Max 850x1078 mm - Min 240x220 mm)RISOLUZIONI DISPONIBILI (2400-4800 dpi - 2540-5080 dpi)CONTROLLO DA REMOTOda manuale a completamente automatico

TECNOLOGIA “VERDE”

RLA SECONDA GENERAZIONE

IL TUO BUSINESSPRENDE VITACtP One.IL CtP ITALIANO,L’ALTA DEFINIZIONE DIVENTA STANDARD.

Sito produttivo e Centro demoVia Palazziello s.n.c. 840040 Volla NapoliSede legale: Via San Leonardo, 52 - 84131 Salernotel. 089 3067111

CtP One è un prodotto della divisioneOptoElettronica di Metoda S.p.A. (CtpOptotec)

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[email protected] www.ctpoptotec.com

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comunicazione d’ImpREsA

Le prove si sono svolte in condizioni normali, cioè impostando la risolu-zione di 2.540 dpi a 175 lpi e punto tondo, con spot del laser 10x10 µ. Nelle stesse modalità si è esaminato anche un retino stocastico a 20µ, preferito al 10µ pur disponibile, per motivi di maggior diffusione tra gli stampatori. Infine si è testata l’alta risoluzione software, con la stessa testa laser, portandola a 5.080 dpi e spot 5x8 µ. Sono stati utilizzati diversi tipi di lastre, tra le più comini presenti sul mercato. Ogni test è stato ripetuto più volte, nel corso di due giornate, per verificare la ripetibilità del sistema.

I risultati ottenutiIl CtP One 1100 ha superato agevolmente tutti i test a cui è stato sottoposto, rimanendo sempre saldamente entro i valori richiesti e le strette tolleranze impostate. Sono state però apprezzate soprat-tutto quattro caratteristiche, ritenute particolarmente indicative dell’eleva-ta capacità qualitativa del sistema:1. La finezza e precisione di scrittura del laser viene rilevata osservando l’estremo dettaglio con cui risultano riprodotti (sulla scala Ugra/Fogra) gli elementi di tratteg-gio orizzontali e verticali a 10-20 µ e la sezione a scacchiera con le tre zone 1x1 – 2x2 – 4x4.

2. L’uniformità di riproduzione a pieno formato si è mantenuta entro differenze dello 0,5% (cioè pratica-mente corrispondenti all’incertezza di misura degli strumenti), per tutti i test svolti. 3. Il tratto decisamente netto e la definizione sono evidenziati dagli elementi di slur, riprodotti perfettamente e privi di qualsiasi scalettatura sui bordi, persino sui tratteggi obliqui a 45° che noto-riamente rappresentano uno degli aspetti più critici da risolvere per un sistema di scrittura. 4. L’alta risoluzione ottenibile, che permette al sistema di risultare parti-colarmente adatto al settore della stampa waterless, dove si utilizzano altissime lineature per prodotti di pregio ad alta definizione o lentico-lari multimmagine e 3D. Questa pro-prietà caratterizza significativamente i CtP della serie One e può essere ottenuta attraverso tre modalità di scrittura sempre più accurate: • 2.540 dpi con spot del laser 10x10 micron; • 5.080 dpi con adattamento software e spot del laser circa 5x8 micron; • 5.080 dpi con sostituzione della testa laser e spot 5x5 micron. Prendendo spunto dai test effettuati, possiamo affermare che l’alta risoluzione software consente di

I modelli One 1100 e One 750 possono essere forniti in versione manuale o con caricamento auto-matico. Il sistema ha già riscosso un notevole successo in diversi Paesi europei, specialmente in Germania, e ora si sta introducendo anche nel nostro mercato, forte di alcune par-ticolarità interessanti. Infatti la serie di CtP “One” si distingue per l’alta risoluzione di scrittura raggiun-gibile e, per questo motivo, si è già affermata nel settore della stampa waterless, dove spesso si utilizzano lineature molto elevate per stampati di alta qualità. A dimostrazione delle proprie capacità, Metoda ha voluto organizzare una sessione di test libera al pubblico, in cui sottoporre il CtP a severe prove qualitative e affidandole a un’entità esterna qualificata, lo Studio Xilox detentore del marchio CERTIprint, in modo da garantirne la neutralità degli esiti. Alberto Sironi ha curato lo svolgi-mento delle operazioni e ha rilevato i risultati che qui riportiamo.

I test effettuatiSono state previste e affrontate molte sessioni di test, tra cui segnaliamo: • Ripetizione della scala Ugra/ FOGRA Digital Plate Wedge in diver-se posizioni su tutto il formato lastra;• Riproduzione di tratteggi slur oriz-zontali, verticali e obliqui a 45°; • Esecuzione del test FOGRA TF-v1-1a; • Prove secondo TAGA.DOC.07 di tre retini piatti e sfumati nelle quattro direzioni; • Minimi al 3% a piena tavola; • Speciali forme-test per evidenziare l’alta risoluzione.

Test di qualità ctp one 1100

Strumenti dei test Il test FOGRA TF-v1-1a e, in verticale, la scala Ugra/FOGRA Digital Plate Wedge.

La divisione CtP Optotec di Metoda SpA ha realizzato la seconda versione del CtP termico One 1100 e in Drupa presenterà anche la nuova release del CtP One 750.

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raggiungere una resa qualitativa di riproduzione talmente elevata da ri-sultare quasi sorprendente, come si può notare nel particolare qui ripor-tato, con esempio sopra a 2.540 dpi e sotto a “5.080 software”.

conclusioniAl termine delle sessioni di test possiamo affermare che i risultati prodotti dal CtP One sono convin-centi e indicano come il sistema sia stato realizzato con accuratezza e solidità dalla divisione CtpOptotec di Metoda. Il progetto costruttivo è sicuramente valido e lo si intuisce anche da alcuni dettagli, come il mo-dulo chiller semplificato e raziona-lizzato e dal design particolarmente avvincente e compatto, così come dalla facile accessibilità all’interno della macchina. In sintesi potremmo così riassumere i punti di forza del CtP One: - L’alta definizione per il CtP One è una soluzione standard, infatti la sorgente laser One ILH termica può essere configurata con una defini-zione di 5080 dpi senza bisogno di componenti opzionali. È inoltre interessante la predisposizione alla gestione di due moduli laser all’inter-no dello stesso sistema CtP. - Il progetto proprietario della sor-gente laser e lo sviluppo del modulo ottico permettono di ottenere un sistema “anti back reflection”, che consente di proteggere i diodi laser da eventuali riflessi dovuti a lastre graffiate e/o tagliate male. Per que-sto motivo Metoda offre al cliente One di poter estendere, a costi contenuti, la garanzia della testa laser ILH One oltre i due anni.

- Il modulo chiller, di progetto proprietario, non necessita di manu-tenzione, dispone di proprietà per il riscaldamento e il raffreddamento del liquido del circuito in base all’uti-lizzo del sistema in diversi ambienti con differenze di temperature. È silenzioso, compatto e garantito due anni come il resto del sistema.

- La scheda elettronica e il quadro elettrico sono stati riprogettati per migliorare le prestazioni del sistema: incremento delle velocità di caricamento e scaricamento lastra, aumento delle prestazioni in termini di accelerazione/decelerazione del tamburo in fase di scrittura e slittamento del laser per assumere la posizione di lavoro o ritornare in postazione “zero”, infine maggior velocità di scrittura del laser con conseguente aumento di produtti-vità. - Semplice accessibilità all’interno del sistema per effettuare la manu-tenzione ordinaria e straordinaria. - Solidità e compattezza del siste-ma, oltre a un gradevole design.

Per informazioni: www.ctpoptotec.comwww.metoda.it

Design gradevole e compattezza per il CtP One. In basso, il modulo laser One ILH.

I risultatiA destra: alta resa qualitativa di ripro-duzione: sopra a 2540 dpi, sotto a 5080.A sinistra: tratteggi a 10 e 20 µ e sezione a scacchiera riprese al microscopio.

elementi di slur riprodotti perfettamente anche sui tratteggi obliqui a 45°.

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L’analogico “tiene” ma il futuro è digitale

Navigando in internet mi sono imbattuta in un articolo che mi ha fatto riflettere dal titolo “Una rivoluzione, due destini. Fujifilm è riuscita dove Kodak ha fallito”.

Il business delle lastre da stampa è ancora florido nonostante tutto, ma le aspettative maggiori sono legate alla stampa digitale di piccolo e grande formato.

di CRISTINA ROSSI

Nell’articolo il giornalista del portale di Repubblica, che a sua volta si era ispirato a un servizio pubblicato dal settimanale britanni-co The Economist, riportava un curioso parallelismo tra due colossi che un tempo erano leader nel medesimo settore – la produzione di pellicole fotografiche – ma che poi, per scelte strategiche di diversa natura, si sono ritrovati agli antipodi: da un lato l’americana Kodak che rischia di scomparire, dall’altro la giapponese Fujifilm che ha saputo reagire in modo differente alla rivoluzione digitale, trovando nuove vie per affermarsi. E proprio di questo si è parlato in una recente conferenza stampa che si è tenuta presso la sede della filiale italiana di Fujifilm. «Se ad oggi il 60-65% del fatturato dell’azienda è ancora generato dal business analogico, rappresentato dalle lastra da stampa, in un futuro a medio termine si invertiranno i ruoli e la parte del leone spetterà al digi-tale», ha dichiarato Elio Ramponi, a capo della divisione Arti grafiche di Fujifilm Italia. La parola digitale in Fujifilm ha molteplici significati: si riferisce sia alle soluzioni software, come la nuova piattaforma XMF Print Center per il web-to-print, sia alle soluzioni hardware, in particolare i sistemi di stam-pa digitale per il piccolo e grande formato. Nel primo caso ci riferiamo all’innovativa JetPress 720 (foto in alto), una macchina a foglio formato 50x70 basata su tecnologia inkjet, che a partire dalla Drupa di quest’anno sarà finalmente disponibile per la commercializzazione (v. notizia su www.stampamedia.net). Sul fron-te grande formato le frecce all’arco di Fujifilm sono essenzialmente la Acuity LED 1600 e la Onset S20. La prima, grazie all’utilizzo di lampade LED, si caratterizza per un consumo ridotto di energia. La Onset S20 è un sistema a letto piano ad alta produttività, prodotto dall’inglese Inca Digital Printers. Per quanto riguarda il business analogico, in particolare le lastre da stam-pa, la parola d’ordine è “green”. Lo slogan che caratterizza le nuove lastre è “low chem” a indicare una riduzione del 75% nell’utilizzo dei chimici di sviluppo. In particolare la Brillia Pro-VN per i quotidiani riduce del 44% il consumo di prodotti chimici. Ma la lastra più “verde” in assoluto è la Brillia HD Pro-T3, che non richiede l’utilizzo di alcun chimico.

Fujifilm

Onset S20. È un sistema a letto piano ad alta produttività prodotto dall’inglese Inca Digital Printers. Caratteristica particolare: le teste di scrittura sono ferme, è il piano che si muove.

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TeCNOlOgIepReSTAmpA/STAmpA

dIgITAle

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Zechini Gra-For

4 aree dedicate al libro su uno spazio di 300 m2

A Düsseldorf, in uno spazio di oltre 300 metri quadrati (pad. 14 stand C04), l’azienda di Vimodrone (MI) presenterà una serie di soluzioni dedicate alla confezione del libro, suddivise in quattro aree: preparazione blocco libro, copertine in cartonato, incassatura e produ-zione di libri per page to page. L’area preparazione blocco libro comprende: l’incolla risguardi Vip Press End Paper, che permette di incollare i risguardi direttamente sul blocco libro e non sulla segnatura, in linea con la garzatrice Vip Gauze, studiata per incollare la garza o altri materiali compatibili direttamente sul dorso del libro; la capitellatrice e segnalibro Capri, in grado di effettuare le due operazioni contemporaneamente, studiata per piccole-medie tirature, ideale anche per libri fuori formato fino a 50 cm di lunghezza dorso e 8 cm di spessore; la nuova cucitrice manuale a filo refe F 1088, prodotta da Smyth e distribuita da Zechini in esclusiva mondiale. Nell’area copertine saranno in funzione tre modelli di copertinatrici, presentati per la prima volta al pubblico internazionale di Drupa, anche se commercializzati già da tempo: Mephisto, ideale per le basse tirature, la nuova Roby Junior 2 con produttività di 250 pezzi/h e Roby Junior Vas con produttività aumentata fino a 400 pezzi/h. Nuove per il pubblico di Drupa sono anche le attrezzature per l’incassa-tura: l’incassatrice X Case, cui si affianca la versione automatica X Case Plus. Completa la linea la configurazione X Case Plus + Vip Forming, che collega online il sistema XCase Plus alla pressa e canaletto Vip For-ming. Una novità assoluta è rappresentata dai sistemi installati nell’area Libri per page to page. Presentati in anteprima mondiale in Drupa: Freccia Rossa, sistema dedicato alla realizzazione di libri per bambini in cartone pagina su pagina, con incollaggio a settori per la realizzazione di finestre, puzzle ecc., e Freccia Argento, sistema specifico per la stampa in digitale di libri di alta qualità con apertura a piatto.

Prototipo presentato in collaborazione con Gamma

di CRISTINA ROSSI

Fulvio Zechini, insieme al fratello Roberto, è al timone dell’azienda fondata dal padre Fiorino nel 1952. Oggi l’azienda ha una rete commerciale che serve più di 30 Paesi in Europa, Africa, Asia, Canada, Stati Uniti, America Latina. L’export rappresenta circa l’80% del fatturato.

Modellino dello stand a Drupa 2012. Per Zechini Gra-For l’appuntamento con la kermesse tedesca è decisamente importante, sarà l’occasione per ufficializzare nuove partnership e presentare le soluzioni più recenti legate alla confezione del libro.

La storica azienda, nonostante le difficoltà del momento, ha deciso di tornare a far parlare di sé promuovendo nuove soluzioni per il book- on-demand in occasione di Drupa.

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pRe-dRupAfINIShINg

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supporto da stampare – film, materiali rigidi/flessibili, oggettistica – e delle lavorazioni succes-sive. In particolare, LF-140, grazie al suo grado di elasticità superiore a quello dell’ink rigido, permette un’ampia varietà di applicazioni, compresa la stampa su materiali che verranno poi cordonati o piegati per la realizzazione, ad esempio, di scatole e cartoni. Disponibile in 6 colori (CMYK, Light Cyan e Light Magenta) in car-tucce da 220ml o sac-che da 600ml, LF-140 conferisce valore aggiun-to ad ogni stampato, minimizzando l’effetto puntinato e garantendo la riproduzione di sfu-mature perfette. In più, il bianco assicura ottimi risultati anche sui media

trasparenti usati per il packaging flessibile e per il signage. Questo inchiostro può essere anche combinato alla vernice trasparente per realizzare riserve lucide o opache, stampe in ri-lievo ed effetti di grande impatto visivo. Inoltre, può essere configurato con il nuovo primer PR-100, l’altra novità che rende le soluzioni Mimaki UV LED degli strumenti di stampa e personaliz-

zazione ulteriormente potenziati. Ancora oggi alcuni materiali richiedono l’applicazione del primer in quanto non

stampa uv led

Mimaki aumenta la versatilità con inchiostro e primer nuovi Rappresentata in Italia dall’importatore esclusivo Bompan, Mimaki ha annunciato che la propria gamma di stampanti UV LED diven-ta ancora più versatile grazie all’introduzione di due importanti novità: il nuovo inchiostro UV LF-140 e il primer PR-100. Anche la neoannunciata flatbed da tavolo UJF-3042HG (per mate-riali fino a 15 cm di spessore) insieme alle altre macchine UV LED (UJF-3042FX, serie JFX e JFX plus e UJV-160), potrà caricare l’inchio-stro UV LF-140, che si affianca al super flessi-bile LF-200 e al rigido LH-100. Gli operatori possono ora così optare fra tre differenti tipi di inchiostro, a seconda delle caratteristiche del

puBBlIcazIonI

Guida pratica alla decorazione della plastica Kurz, specializzata nella decorazione di superfi-ci, ha pubblicato un’opera completa che descrive nel dettaglio tutti gli aspetti del-la stampa a caldo e delle tecnologie correlate. Kurz Plastics Decoration Guide è indirizzata a chi è impegna-to nelle diverse fasi di pro-gettazione e realizzazione di progetti decorativi. Nata come punto di riferimento per gli esperti, è un’utile guida per operato-ri, stampatori, direttori di produzione nonché aziende specializzate nella finitura di superfici, ma è anche una grande fonte di ispirazione per progettisti, designer ed esperti di marketing. Disponibile in lingua tedesca e inglese, può essere ac-quistata tramite Luxoro (€ 39 + IVA e trasporto). Per ordinazioni: tel. 0384.254011 oppure e-mail a [email protected]. www.luxoro.it

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notIzIedalle azIende N

EWS

Errata corrigeIn riferimento al “Dentro la macchina” Ricoh sul Po-ligrafico n. 129 si precisa che nell’articolo dedicato alle Ricoh Pro C651EX, Pro C751EX e Pro C751 per il mercato light production l’informazione contenu- ta al punto 4 riguardante il passaggio carta non è corretta. La grammatura massima supportata dal sistema è infatti pari a 300 g/m2 e non 220 g/m2 come riportato.

ottimizzati per la stampa digitale. Un’operazione che tradizionalmente viene eseguita manual-mente, ma che diventa completamente automa-tica con il PR-100. Infatti le cartucce di primer da 220ml o sacche da 600 vengono semplicemente inserite nelle slot colori dedicate e il software RasterLink Pro Mimaki ne comanda l’utilizzo. Bompan tel. 0331.81971Servizio lettori n. 1

Banda stRetta

Rotativa combinata M7 per etichette e imballaggi nuova GIdue ha presentato una nuova linea di macchine da stampa nel corso dell’open house internazionale presso i propri stabilimenti di Firenze dal 14 al 16 febbraio. La nuova linea M7 Xpannd of-fre una completa flessibilità di configurazione tramite piattaforma per consentire un’interscambiabilità fluida tra processi di stampa e converting. Tutte le unità of-fset (nella foto il nuovo gruppo offset “Cube”), nonché le unità flessografiche, serigrafiche ecc. possono essere rimosse e sostituite su qualsiasi piattaforma in pochi minuti. Questo vale anche per le cassette di nuovo formato (mini-cassette). Integrata in un concet-

to operativo “lean” (il sistema “organi-zer”), per consentire dei cambi lavoro semplici ed efficienti, questa versatile macchina è stata progettata per poter essere inserita in uno spazio ridotto (7 piattaforme e 3 fustelle in meno di 8 m) e convertire una vasta gamma di prodotti (imballaggio flessibile, eti-chette, scatole di cartone). nuova GIdue, t. 055.2374745Servizio lettori n. 2

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Arizona 318 GL offre la qualità di stampa tipica della piattaforma Arizona, la stessa che caratterizza la Océ Arizo-na 360 GT, a un prezzo tagliato sulle esigenze degli ambienti di stampa a bassi volumi – mante-nendo anche la stessa versatilità di applicazioni. Con Arizona 318 GL si possono produrre applicazioni alla velocità di stampa di 18 m2/ora nella modalità Express, che significa stampare più di venti pannelli nel formato 70x100

in un’ora. Il sistema è dotato del software ONYX PosterShop X10 Océ Edition, che include strumenti avanzati per il nesting che consentono l’ottimizzazione dell’uso dell’inchiostro e una funzionalità di prepara-zione rapida dei lavori di stampa che impiegano l’inchiostro bianco. Océ Arizona 318 GL è in grado di stampare su supporti rigidi fino a 1,25x2,5 m e fino a 48 mm di spessore. océ-Italia tel. 02.92726543Servizio lettori n. 4

GRande foRmato

Nuova Arizona entry level océ, società del Gruppo canon, ha annunciato il lancio del nuovo sistema di stampa di grande formato Arizona 318 GL, una flatbed UV entry-level progettata per i piccoli fornitori di servizi di stampa di grande formato che intendono entrare nel mercato dell’UV di alta qualità su materiali rigidi. Dalla prima Océ Arizona del 2007, sono stati installati nel mondo circa 3.000 sistemi basati su questa piattaforma.

NEW

SnotIzIedalle azIende

softwaRe

GMG Production Suite per il wide format la nuova applicazione è indirizzata alle azien-de che operano nel settore della pubblicità per interni ed esterni ed è già disponibile attraverso il canale del commercio specia-lizzato. È stata realizzata te-nendo conto delle esigenze dei clienti tipici di GMG, che punta-no particolarmente alla qualità, e di utenti che richiedono una produttività elevata. GMG è riuscita a riunire in un’unica applicazione tutte quel-le funzionalità necessarie nel moderno flusso produttivo del settore del wide format. GMG ProductionSuite è infatti un sistema modulare composto da editor, Rip, SmartProfiler e PrintStation. Attualmente sono supportati oltre 800 dispositivi di uscita. Il flessibile modello di concessione delle licenze per-mette installazioni su misura: dalla semplice configurazione su un singolo compu-ter, con un solo Rip, un solo editor e la gestione di uno o due dispositivi di uscita, fino a una configurazione completa e decentralizzata con più istanze di editor, che consente di inviare i lavori a più di dieci stampanti e unità di taglio. GMG ProductionSuite gira su Mac OS 10.5 - 10.7, Windows XP, Vista e Windows 7. GmG Italia www.gmgcolor.comServizio lettori n. 5

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stesso pressato. Le EasyBinder hanno un funziona-mento completamente automatico come la rilevazione della lunghezza del dorso, l’apertura dell’estrusore, il rilevamento dello spessore del blocco libro; inoltre, grazie all’origi-nale ciclo di lavoro, il libro, una volta finito, rimane in posizione verticale. Queste e molte altre automazioni consentono di eliminare gli interventi manuali dell’operatore, determinan-do così un considerevole aumento di produttività, permettendo al modello EasyBinder 300 di raggiungere un produzione reale di 300 libri/ora. La EasyBinder nella versione 450, la cui produttività raggiunge sino a 450 libri/ora, mantiene le stesse caratteristiche della sorella minore EasyBinder 300, è però equipaggia-ta di un metticopertine totalmente automatico completo di dispositivo cordonatore e di un modulo di scarico del libro con un particolare meccanismo che adagia il libro finito senza danneggiarne in alcun modo il dorso, requisito di massima rilevan-za per il confezionamento di libri in PUR. Tutte le versioni sono correda-te di pannello touch screen dotato di un vero e proprio tutorial che, a seconda della tipologia di libro che si deve produrre, segue passo passo l’operatore (anche inesperto)

durante le semplici fasi di set-up. A completamento della gamma, ecco in arrivo la EasyBinder 150: la vera brossuratrice PUR Entry Level; una macchina che manterrà il medesimo impianto brevettato di estrusione colla e una serie di caratteristiche uniche delle altre EasyBinder, ma che necessiterà di alcune operazioni manuali. L’affermazione dell’offerta Kern Graphic Solutions nel mercato del finishing digitale è il frutto di conti-nue ricerche tecnologiche all’avan-guardia per lo sviluppo di progetti innovativi. La forte sinergia tra Kern S.p.A. e i suoi partner caratterizzati da serietà, esperienza, affidabilità e competenza, rendono l’offerta sem-pre competitiva e tecnologicamente avanzata. Roberto Tumaini (Responsabile Marketing)www.kerngraphicolsutions.itwww.youtube.com/user/KernGraphicSolutions

Kern Graphic Solutions è la nuova divisione di Kern S.p.A. rivolta al mercato delle legatorie, arti grafiche, tipografie, copisterie e centri digitali; il portafoglio prodotti comprende una serie di soluzioni in grado di sod-disfare qualsiasi richiesta di finishing per la stampa digitale. Di grande interesse è la gamma di brossuratrici poliuretaniche (PUR) EasyBinder integralmente concepite e realizzate in Italia, progettate con lo scopo di soddisfare esigenze di lavorazione di piccoli e medi volumi. I cinque brevetti che rendono le bros-suratrici PUR EasyBinder del tutto uniche danno garanzia dell’elevato livello tecnologico con cui sono state progettate. Indispensabili per chi vuole realizzare libri e photo-book, la cui sorgente sono le macchine da stampa digitali, in bassa tiratura, potendo utilizzare tutte le diverse tipologie di carte e inchiostri, mante-nendo la massima qualità. Le brossuratrici monoganascia PUR EasyBinder, grazie a un innovativo sistema brevettato di estrusione di colla integrato ed ermetico, sono in grado di adoperare indistintamente sia colla PUR sia hot-melt in relazione alle esigenze di lavorazione. Tale sistema di estrusione ha la prerogati-va, inoltre, di consentire l’applicazio-ne della colla sul dorso e sulle parti laterali, quest’ultime possono essere escluse in maniera indipendente rispetto al dorso. La pressa ha delle peculiarità uniche nel suo genere come la regolazione automatica dell’altezza, della pressione e del tempo di pressatura; oltre a ciò, è dotata di un sistema automatico di rilevazione della copertina e del libro

Brossuratrici PUR EasyBinder kern graphic solutions

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open housestampa/legatoria

La manifestazione, voluta congiuntamente da Müller Martini e HP, ha avuto come protagonista una nuova linea digitale industriale per la produzione di libri.

«La novità in realtà non sta nella tecnologia», ha spiegato Bernd Volken, ad di Müller Martini, «ma nell’aver assemblato in un’unica li-nea soluzioni di produttori diversi, che sono nostri partner». Il frutto di questa sinergia tecnologica – sotto gli occhi di numerosi vi-sitatori, anche stranieri, intervenuti per l’occasione – è un impianto di produzione in grado di stampare e confezionare in linea libri uno di-verso dall’altro in un unico processo. Il primo step è rappresentato dalla gestione del workflow, affidata in questo caso a Inspire, una soluzione di GMC Software Technology per il book on demand, composta da tre moduli: InspireStorefront, piattaforma per gestire gli ordini on-line, Inspire Design, applicazione che consente di organizzare e produrre i file da stampare e, infine, Inspire Automation, gestore dell’automatizza-zione e del controllo dei processi. Inspire crea lo spooling dei file relativi al blocco libro e alle copertine che vengono stampati rispettivamente su una macchina inkjet HP della Serie T (T200, T300, T 350 o T400) e su una HP Indigo, basata su tecnologia elettrofotografica. Dopodiché avvie-ne l’accoppiamento tra blocco libro e copertina, vengono incollati, brossurati e infine tagliati col trilaterale. Ma procediamo con ordine. All’inizio dell’intera linea è posizionata una linea di sbobinatura e taglio UW6 & CS6I di Hunkeler, completamente automatizzata, segui-ta da una piegatrice digitale DFT560 di MBO con touchscreen e sistema di allineamento a vuoto e da un alimentatore a fogli singoli F530/CC 407 di Herzog+Heymann che offre la possibilità di inserire copie ristam-pate di libri danneggiati durante la lavorazione. Poi è la volta del sistema Alpha500 plus di Palamides per la raccolta e l’impilatura automatica del-le segnature, dotato di riconoscimento automatico del formato, capacità di lettura del codice a barre ed espulsione di libri incompleti. Nastri di trasporto firmati Solema provvedono a trasferire il blocco libro dalla linea di impilatura delle segnature alla brossuratrice SigmaBinder Müller Martini e poi alla torre di asciugatura SigmaTower. Infine, il tri-laterale SigmaTrimmer è composto da tre stazioni indipendenti di taglio che permettono di tagliare in sequenza un libro diverso dall’altro.

La “fabbrica” del libro on demand

di Cristina rossi

Müller Martini

Un’open house italiana ma dal sapore internazionale quella organizzata presso la sede di Sesto San Giovanni (Milano).

Velocità max 800 copie/ora (dipende da dimensioni, spessore prodotto, qualità della carta ecc.)

spessore blocco libro max 40 mm – min. 3 mm

Formati max 320x320 mm – min. 154x127 mm

larghezza copertine max 520 mm – min. 250 mm

CaratteristiChe teCniChe

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comunicazione d’ImpREsA

momento della realizzazione degli oggetti, esaltando gli stessi con stampe di grande qualità. È molto recente, a proposito di partnership, l’annuncio di una collaborazione esclusiva con la tedesca KL-Druck per la commer-cializzazione in Italia di stampati offset di grande formato su supporti plastici con uno spessore fino a 0,7 mm. Grazie a questo accordo, MSP potrà ora offrire prodotti stampati di elevata qualità in quantità superiori e in tempi più brevi rispetto alla produzione con i sistemi di stampa digitale di grande formato Durst Rho 600 presenti in azienda. Con sede a Bergisch Gladbach, KL-Druck è una società che si propone come partner per la realizzazione di solu-zioni per la pubblicità in esterno e la

promozione sul punto vendita, avva-lendosi di tecnologie che spaziano dalla stampa digitale alla serigrafia e la stampa offset o fornendo anche servizi di consegna e montaggio in tutta Europa. KL-Druck è in grado di seguire ogni fase della produzione per ogni tipologia di ordinativo e può stampare di tutto, dal più piccolo cartellino di prezzo fino al poster di grande formato. L’azienda tedesca è dotata di una KBA 205 UV, una offset in grado di stampare fogli di due metri quadrati con una produtti-vità che si attesta sulle 8.000 copie l’ora. Tale offset può stampare supporti in PVC, fogli vinilici, PP, PE e pannelli in tessuto, con formato massimo di 151x205 cm.

www.mspsrl.eu

I prodotti ad alto impatto comuni-cativo – siano essi oggetti promo-zionali come tappetini per il mouse e tovagliette, agende, cartellette e raccoglitori, espositori e totem oppure stampati di grande formato – rappresentano il punto di forza di MSP, giovane e dinamica azienda con sede ad Albavilla, nel Comasco, che, pur essendo nata nel 2007, vanta un’esperienza trentennale nel settore. Infatti i fratelli Simone e Michele Piana, alla guida dell’azien-da, hanno ereditato l’arte del mestie-re dal padre e dai suoi collaboratori. A contraddistinguere l’attività dell’azienda comasca è la flessibili-tà, che si traduce nell’offrire, oltre alle numerose soluzioni presenti a catalogo, prodotti con grande personalità e ad alto impatto comuni-cativo studiati ad hoc per rispondere alle esigenze dei clienti anche più esigenti. Per perseguire questo ambizioso obiettivo, MSP ha sempre investito in tecnologie di stampa e finitura di ultima generazione, affi-dandosi anche alla collaborazione di partner specializzati qualora alcune lavorazioni particolari non fossero realizzabili in casa. L’azienda dispone di offset a 6 colori e vernice nei formati 50x70, 70x100 e 100x140, tutte con impianto di essiccazione UV, una linea di fustella e confezione con etichettatura per GDO e tavolo da taglio – abbinato al plotter Durst Rho – gestito da CAD specialistico. MSP vanta un know how adeguato nell’ambito delle varie tecnologie di stampa e finitura e la grande esperienza sui materiali plastici la rende un produttore in grado di affiancare il cliente in ogni

Msp

L’arte della personalizzazione

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Intervisteaziendetecnologie

Alberto Sironi

Un rapporto di proficuacollaborazione

L’amministratore unico di easyDOT illustra l’attività della propria azienda, che ha un accordo in esclusiva con Timsons per la commercializzazione di macchinari nuovi e usati nel mercato europeo. Anticipazioni interessanti anche su quanto il partner inglese presenterà a Drupa.

Quando nasce easyDOT e in che area muove i primi passi? easyDOT nasce nel novembre 2009 quando, dopo aver lavorato dieci anni alle di-pendenze della filiale italiana di Timsons Ltd e un anno presso una delle principali aziende impegnate nella stampa editoriale, ho deciso che i tempi erano maturi per una mia esperienza imprenditoriale. easyDOT è partita con la propria attività a gennaio 2010 con l’obiettivo di offrire un servizio di assistenza tecnica altamente qualificato e la fornitura dei ricambi originali Timsons per le loro rotative. Siamo partiti molto bene, aggiudicandoci due commesse. La prima per la revisione e in-stallazione di una rotativa T32 monocolore presso La Tipografica di Varese e la seconda per la revisione delle rotative di Rotolito Lombarda che nel frattempo ve-nivano spostate nel nuovo stabilimento di Seggiano. Nel corso dell’anno abbiamo poi servito tutti i principali attori del mercato della stampa editoriale.

In che modo viene instaurato il rapporto con Timsons? Il rapporto con Timsons non si è mai interrotto. Anche durante il mio impiego come responsabile della manutenzione presso l’azienda di stampa di cui accenna-vo prima ho continuato a seguire Timsons che nel frattempo attraversava un im-portante cambio generazionale del management e una ristrutturazione aziendale a livello organizzativo e di rinnovo dei reparti produttivi. Prima dell’inizio ufficiale delle attività ho esposto a Timsons il mio progetto imprenditoriale che è stato ac-colto favorevolmente. In gennaio siamo partiti con un accordo per la commercia-lizzazione dei ricambi. La collaborazione nel corso dei mesi si è poi strutturata fino alla conformazione attuale. Da un punto di vista formale è stato siglato un accordo di “business partnership”, mentre dal punto di vista pratico abbiamo creato una squadra d’intervento d’ur-genza per rispondere in tempi molto contenuti in caso di fermo macchina non programmato. Tale servizio si è andato ad affiancare alla commercializzazione dei ricambi e all’offerta di piani di manutenzione programmata preventiva. In parallelo abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione per l’installazione di nuovi im-pianti. Attualmente siamo gli unici distributori di Timsons autorizzati in Italia.

Vendete dunque sia nuovo che usato? Nel corso dello scorso anno abbiamo siglato un accordo con Timsons Ltd per la commercializzazione dei macchinari usati disponibili sul mercato europeo. Oggi i clienti che si rivolgono a noi per l’acquisto di una rotativa usata possono contare sulla nostra ampia visione e conoscenza del mercato che ci permette di trovare il

Maurizio Sanzone

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Un rapporto di proficuacollaborazione

aziendetecnologie

macchinario più adatto alle loro esigenze. Al tempo stesso la collaborazione con Timsons si estende anche al mercato dei macchinari nuovi. Di solito valutiamo le richieste iniziali del cliente e le sottoponiamo al reparto di studio e progettazione di Timsons. Una volta inquadrato il progetto, proponiamo al cliente un ventaglio di possibilità che poi approfondiamo insieme. Arrivati alla stesura delle specifiche tecniche finali ci occupiamo di tutta la documentazione necessaria, mentre il con-tratto finale viene siglato direttamente con Timsons.

Quali sono le installazioni più significative realizzate negli ultimi anni? Negli ultimi anni abbiamo installato quattro rotative T14 a quattro colori presso i clienti: La Tipografica di Varese (due), Legoprint e Rotabook con sede a Madrid. Installazioni particolarmente significative perché hanno permesso a questi tre clien-ti di sviluppare il mercato della stampa dei libri in quadricromia a bassa tiratura. Le altre installazioni interessanti sono quelle completate nel corso degli ultimi due anni presso Grafica Veneta. Si tratta di due macchinari di ultima generazione: una rotativa monocolore per la produzione di segnature ad alto spessore e foliazione e

una che può produrre sia in mono che in bicolore.

Da chi è composto il team easyDOT e quali sono le specializzazioni delle persone in questione? Attualmente il team easyDOT è composto da sei persone: io sono amministratore unico, direttore alle vendite e direttore tecnico; Simona Merola re-sponsabile dell’amministrazione; Marco Rampone che cura l’ufficio ricambi e preventivi, e tre tecnici specializzati: due esperti manutentori e installatori meccanici e un terzo tecnico che si occupa dell’elet-tronica delle rotative. Oltre a ciò possiamo contare sui 20 tecnici specializzati del service team di Tim-sons Ltd.

Progetti per l’anno in corso? Attualmente stiamo sperimentando attività fuori dal nostro settore di riferimento. Abbiamo avuto ri-scontri molto positivi su interventi tecnici effettuati

su rotative commerciali. Pochi giorni fa abbiamo siglato un contratto per un anno con il Gruppo Arvato per la manutenzione delle loro rotative.

Cosa rappresenta per voi la Drupa del prossimo maggio? Per noi sarà l’occasione di presentare delle novità interessanti. Nello stand Timsons i visitatori potranno vedere in produzione la nuova rotativa digitale per la stampa e finitura dei libri sviluppata su progetto Timsons. Si tratta della Timsons T-Press. La rotativa digitale presentata in fiera sarà composta da uno sbobinatore, una torre di stampa monocolore bianca e volta, una sezione di taglio e dirottamento, la sezione di finitura T-Fold e una linea completa di legatoria per l’applicazione della coperti-na e del rifilo trilaterale. Tutto questo integrato in un unico impianto. Le principali caratteristiche della macchina sono: larghezza massima di stampa 50” (1.270 mm), produzione di segnature piegate in fibra fino a 64 pagine anche in doppia produzio-ne per prodotti cuciti e fresati. Velocità di stampa e piega fino a 200 m/minuto. Inoltre Timsons ha progettato e realizzato due sistemi di finitura per bobine stam- pate in digitale applicabili a qualsiasi sistema di stampa digitale anche come retro-fit. Il primo è il sistema T-Fold che verrà presentato in Drupa unitamente al resto dell’impianto. Il secondo è il sistema T-Book, un sistema di finitura a blocco libro che non sarà fisicamente presentata in fiera ma è già in produzione presso alcuni clienti su sistemi di stampa digitale di terze parti. Queste le principali caratteristi-che: dimensioni massime del blocco libro spessore 60 mm, massima larghezza 216 mm, massima altezza 305 mm. Velocità di produzione fino a 4.400 blocchi libro all’ora.

Presso la sede Timsons in Gran Bretagna, vengono assemblate le macchine e fatti i test prima della consegna al cliente.

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Fondamentalmente, lo scopo della sostenibilità ambientale è quello di minimizzare l’impatto di qualunque azione sull’ambiente tenendo conto dell’occupazione, del red-dito, della società e dell’economia locale.

a cura di CATHERINE CARTER

Il settore della stampa, ad alta intensità energetica, che si basa sull’utiliz-zo di carta e quindi di cellulosa producendo in modo tale da minimizzare l’impatto ambientale negativo, deve considerare le emissioni dell’intero processo di produzione, del consumo di acqua, della produzione di rifiu-ti solidi, del consumo energetico e relative emissioni e dell’inquinamen-to dell’aria. Le aziende dovrebbero, in ogni caso, garantire di saper gesti-re totalmente e ampiamente un’efficiente catena di gestione dei rifiuti e smaltire quelli che non si possono riutilizzare o riciclare. Per gli stampatori intraprendere i passi verso un impatto ambientale po-sitivo può essere molto semplice e si traduce in riciclare la carta nella propria sede, scegliere in modo giusto la carta, l’inchiostro da stampa e la colla da utilizzare per accelerare la riciclabilità, rivalutare le misure di trasporto oppure educare lo staff affinché spenga le luci e il computer alla fine del turno. Oppure potrebbe significare ottenere certificazioni ambientali quali la EMAS (Eco Management and Audit Scheme), lo strumento di management volto alle imprese e ad altre organizzazioni per analizzare, documentare e migliorare la loro performance ambien-tale, oppure l’ISO 14001 che copre diversi aspetti del management am-bientale, analizza il consumo di energia in sede di stampa e delle attrezza-ture post-stampa prima di acquistare o di investire in metodi per ricavare energie da fonti rinnovabili. Davide Biancorosso, consulente industriale, sostiene che le aziende ita-

Stampa sostenibileSpazioEcologia

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Sostenibilità: il successo è verde

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“Le aziende dovrebbero garantire un’efficiente catena di gestione dei rifiuti,

il loro smaltimento o riciclo”

liane con iniziative imprenditoriali hanno installato pannelli solari per produrre autonomamente energia elettrica e in alcuni casi, producen-done più di quanto loro necessitano, rivendono l’eccedenza alle aziende nazionali di energia elettrica.

CompRENdERE I fATToRI dETERmINANTI Da una ricerca condotta dalla società Trucost, un’organizzazione volta ad aiutare i propri clienti a capire i veri costi delle attività aziendali attra-verso le funzioni operative aziendali, la catena di distribuzione e il porta-foglio d’investimento e impiegare efficientemente le risorse, emerge che le grandi aziende internazionali sono i maggiori responsabili del danno ambientale stimato per 2,2 miliardi di dollari dovuto all’inquinamento proveniente dalle emissioni dei gas serra. I gas serra insieme alle quantità di rifiuti smaltiti in discariche, inceneriti oppure riutilizzati e riciclati, e il rilascio dei composti organici volatili (VOC senza metano) costituisco-no il maggior impatto dell’industria della stampa. I fattori chiave per accogliere pratiche sostenibili che mirino a colpire tali impatti sono: la legislazione, per utilizzatori finali ed economia, e un impegno da parte dei proprietari d’azienda. Esistono una miriade di accordi internazionali, impegni e legislazioni che si ripercuotono sulle funzioni operative dell’industria, purtroppo però non è sufficiente ri-spettarli se si vuole ridurre in modo significativo l’impatto ambientale delle imprese. Ed è per questo che le aziende sono in cerca di processi di certificazioni quali l’ISO 9001, il sistema di gestione qualità volto ad aiutare le organizzazioni a rispondere alle esigenze dei clienti e azionisti, oppure l’ISO 14001 e l’EMAS, per un approccio più strutturato ricono-sciuto dagli utenti finali. Tutti questi sistemi richiedono un’accurata registrazione e un’analisi di tutti i processi aziendali e attività e un impegno su base annuale.

CoNfoRmITà AglI sTANdARd Alex Jahanbani, caporedattore della rivista specializzata ME Printer, fa notare che l’esigenza dei clienti di conformarsi agli standard internazio-nali costringono le imprese nel Medio Oriente a richiedere certificazioni ambientali. Inoltre, afferma, sebbene i sistemi di Managment ambientale non siano vincolanti, gli stampatori saranno costretti, in futuro, ad adot-tare politiche e legislazioni ambientali per regolamentare le operazioni di stampa e introdurre sostenibilità volta ad aiutare gli utilizzatori finali a migliorare le loro rendicontazioni e responsabilità. Biancorosso sottoli-nea in questo contesto il recepimento della direttiva europea 2008/99/EC sulla tutela dell’ambiente attraverso la responsabilità penale, aggiun-gendo che questo provvedimento “incoraggia di più le aziende, spe-cialmente quelle che operano su larga scala, ad adottare un sistema di management ambientale, sia esso la certificazione ISO 14001 o la regi-strazione EMAS”. Il secondo grande fattore d’influenza è l’utilizzatore finale. Dopotutto, le imprese che non soddisfano i criteri delle gare d’appalto non si aggiudi-cheranno il lavoro. Uno di questi criteri, che sempre più spesso è a cari-co del settore della stampa e caratteristica fondamentale sui documenti delle gare d’appalto, è quello di utilizzare carta proveniente dall’industria forestale sostenibile secondo il Forest Stewardship (FSC) e il program-ma PEFC (Program for Endorsment of Forest Certification). In Italia, infatti, il numero degli stampatori certificati è raddoppiato dal 2009 al 2010 e questa tendenza sembra destinata a continuare. La certificazione FSC copre ora oltre 125 milioni di ettari in oltre 80 Paesi, mentre più di 226 milioni di ettari sono oggetto di verifica PEFC in 30 Paesi.

Una volta l’approccio responsabile alla sostenibilità ambientale era considerato un’arguta prassi di marketing per creare business e una caratteristica di vendita unica; oggi, invece, è uno strumento essenziale di business per le imprese di tutte le dimensioni come verrà ampiamente dimostrato alla prossima Drupa.

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NuovE lINEE dI CoNdoTTALe richieste degli utilizzatori finali stanno spingendo le imprese ad adot-tare nuove linee di condotta e di management, afferma Biancorosso, che prosegue: «L’Italia è piena di stampatori che prima si sono mossi verso la sostenibilità e poi hanno convalidato il lavoro fatto mediante l’Analisi del ciclo di vita del prodotto e, in certi casi, apponendo un’etichetta». Aggiunge, inoltre, che l’Associazione italiana dei produttori di carta, As-socarta, ha lavorato sodo per spiegare ai clienti come la stampa tradizio-nale abbia un impatto meno negativo sull’ambiente di quanto la gente pensi. Si è cercato di rafforzare il valore della stampa e di collaborare sia a livello nazionale sia internazionale per fugare i miti che vedono l’indu-stria come una sorta di disboscamento e altamente inquinante. Rispetto agli anni precedenti, si è registrato pertanto un forte aumento dei certificati nella catena di custodia, accompagnata da una più bassa, seppur crescente, registrazione a ISO 14001 e EMAS. In termini di inve-stimento, si è prestata una maggiore attenzione alle tecnologie più soste-nibili e al consumo di materiali e altri prodotti chimici a basso impatto ambientale.

CoNsIdERAzIoNI sul CARboNESta crescendo anche l’interesse delle certificazioni a impatto zero, in base alle quali i produttori bilanciano le emissioni di anidride carbonica quando producono carta. Il biossido di carbonio CO2 si crea quando si bruciano combustibili per produrre il vapore utilizzato per essiccare la carta in un macchinario generando l’elettricità richiesta. Esso può essere compensato acquistando una cifra equivalente di credito di carbone dai progetti che contribuiscono a ridurre le emissioni di biossido di carbo-nio. Qualora le imprese avessero intenzione di attenuare l’effetto della produ-zione, possono sovvenzionare progetti ambientali o di energia rinnova-bile su altri siti mediante l’acquisto di crediti di bilancio del carbone cre-ando in tal modo uno status di carbone neutrale. Tenendo ben presente che si tratta di un mercato deregolamentato, non è sempre possibile pro-vare che il bilancio ridurrà veramente l’impatto totale. Infine, è meglio ridurre le emissioni sul primo sito piuttosto che pagare semplicemente per quelle che si creano. Molte imprese vendono crediti e certificazioni mentre buyer e venditori possono utilizzare una piattaforma di scam-bio per commerciare, una sorta di borsa online, chiamata Carbon Trade Exchange. Il più grande mercato per questi crediti di carbone è l’Euro-pean Climate Exchange (ECX), seguito dal Chicago Climate Exchange (CCX) negli Stati Uniti.

vAluTARE l’ImpATTo dI Co2Al momento non esiste uno standard internazionale per la riduzione del biossido di carbonio nel settore della stampa, tuttavia la prossima cer-tificazione ISO 16759 dovrebbe toccare proprio questo aspetto. Essa, infatti, riunisce i numerosi metodi di calcolo utilizzati a livello mondiale nell’industria della stampa per dare maggiore responsabilità e traspa-renza a livello internazionale. Molte aziende di stampa sono certificate secondo ISO 14001 ovvero secondo le norme generali dell’ambiente, tuttavia questo tipo di gestione dello standard è stato concepito per ogni tipo di attività e non solamente per l’industria della stampa, che spin-ge le aziende a ridurre l’impatto ambientale ma non misura le tracce di carbonio dei prodotti individuali. La cornice formale della certificazione 16759, secondo la quale si possono misurare e certificare i risultati dei prodotti di media stampati, consentirà alle aziende di stampa di docu-

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SRICoH TRA lE 100 pIù sosTENIbIlI Per l’ottavo anno consecutivo, Ricoh è presente tra le “Global 100 Most Sustainable Corpora-tions in the World”, la classifica che include le aziende che si sono distinte per un’innovazione sostenibile. Il prestigioso riconoscimento si aggiunge agli altri ottenuti da Ricoh lo scorso anno grazie al proprio commitment volto a mi-gliorare la sostenibilità ambientale sia al proprio interno che presso i propri clienti.

CERTIfICAzIoNE fsC pER luCApRINT E sA.gE.pRINTLucaprint e SA.GE.PRINT hanno ottenuto la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) per la Catena di Custodia. Tale certificazione rappresenta un’ulteriore tappa del processo di miglioramento continuo del Gruppo Lucaprint, iniziato con il conseguimento della UNI EN ISO 9001, e si affianca alla certificazione UNI EN ISO 14001 nel sistema di gestione ambientale e alle certificazioni UNI EN 15593 e UNI EN ISO 22000 nel sistema di gestione dell’igiene e sicurezza nel settore alimentare.

IN ToRRAspApEl CERTIfICAzIoNE d’EffICIENzA ENERgETICA Torraspapel, azienda appartenente al Gruppo Lecta, ha iniziato il processo di certificazione dell’efficienza energetica di tutti i suoi centri produttivi che implica l’adozione di un sistema di gestione dell’energia teso all’ottenimento di un suo uso più efficiente e sostenibile. Migliorando costantemente l’uso dell’energia si contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Torraspapel si è assunta l’impegno di certificare il sistema di gestione energetica di tutte le sue fabbriche prima della fine del 2012. In tal senso, la fabbrica di Motril, che produce carta patinata, è stata la prima a conseguire la certificazione UNI EN 16001. Torraspapel ha una capacità produttiva totale superiore a 1,1 milioni di tonnellate nella fabbricazione di cellulosa, carta patinata, carte speciali e carta supporto.

“In Italia il numero di stampatori con certificazione ambientale è raddoppiato dal 2009 al 2010 e la tendenza continua”

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mentare e quindi dimostrare ai loro clienti la traccia di carbone della stampa che essi producono in linea con uno standard internaziona-le. E i print buyer vogliono la sicurezza che i calcoli degli stampatori siano trasparenti, chiari e comparabili per tutto il settore e le aree geografiche. La speranza è che ISO 16759 incoraggerà print buyer e clienti dei media a riflettere più attentamente su come investono nei media e come li utilizzano. L’obiettivo di questa norma standard è quello di fornire informazio-ni che permettano una comparazione dei contenuti di CO2 dei di-versi prodotti di media stampati. Comunque, è strutturata in modo tale da poterla utilizzare per comparare diversi prodotti di stampa e dovrebbe consentire all’industria del settore di gettare una base per una valutazione valida e comparabile dei contenuti dei media, compresi quelli elettronici.

“pREssANdo” lE INIzIATIvESi possono adottare misure sostenibili come parte delle operazio-ni quotidiane installando ad esempio una macchina da stampa ad efficienza energetica. Quest’ultima è quella su cui molti produtto-ri stanno focalizzando le ricerche e lo sviluppo. KBA, ad esempio, ha sviluppato macchine da stampa che utilizzano fino a un 40% in meno di energia rispetto a quelle delle controparti di simile forma-to; la sua VariDryBlue con tecnologia ad essiccazione è in grado di tagliare il consumo energetico fino al 50%. Un’altra questione chiave è la riduzione delle emissioni: la Manro-land 900 XXL 7B è stata insignita col marchio “emissions tested” (macchinario testato in materia di emissioni) dall’Associazione pro-fessionale della stampa e della carta (Berufsgenossenschaft Druck und Papier), mentre le macchine Komori hanno ottenuto, sempre dalla stessa Associazione, una certificazione europea delle emissio-ni, ovvero “CE emission tested”.

l’EffETTo dIgITAlEUno degli argomenti a favore della stampa digitale è la sua capacità di produrre piccole tirature personalizzate senza dover richiedere copie aggiuntive e quindi si produce solo ed esclusivamente quel-lo che viene richiesto, che tra l’altro può essere addirittura esegui-to nelle immediate vicinanze del luogo in cui viene impiegato. A questo punto entrano in gioco produttori come HP, Ricoh, Xerox, Canon e Kodak, fortemente impegnati a ridurre l’impiego di ma-terie prime e a migliorare la riciclabilità e il ciclo di vita delle loro componenti. Vaste iniziative di riciclo e riutilizzo completano il loro programma. I produttori sia di stampa offset sia di stampa digitale stanno osser-vando come lo sviluppo dei software possa migliorare la pianifica-zione del lavoro per raggruppare lavori supplementari nello stesso tempo. Questo consentirà di ottimizzare la programmazione in modo tale da ottenere la massima velocità e performance, minimiz-zando i costosi tempi morti e impiegando carta e colori da stampa in maniera più efficiente. L’anteprima di stampa, ovvero il softpro-ofing fa risparmiare tempo e costi di trasporto, riducendo il conte-nuto di CO2 nel processo mentre il crescente e complesso Mana-gement Information System è in grado di analizzare ogni stadio di produzione per identificare le modalità di gestire al meglio i rifiuti e l’energia.

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sTop AllE EmIssIoNI Non è una sorpresa che gli inchiostri con i loro elevati composti volatili organici (VOC) siano finiti sotto i riflettori. Fortunatamente, ora con le prospettive del 2016 si sta delineando la tendenza a introdurre in modo costante formule e composti chimici ambientali alternativi e pertanto meno nocivi, si porrà l’enfasi su inchiostri liquidi a eco-solventi e a base acqua in sostituzione ai solventi più attivi (quelli responsabili di VOC). Si prevede anche un incremento significativo dell’utilizzo di sistemi di inchiostro a radiazioni per solidificare l’inchiostro di stampa, un nuovo metodo a fascio di elettroni, in parallelo ai raggi ultravioletti (UV). Una tendenza in crescita per stampatori di grandi formati è quella di adottare stampanti eco-solventi, mentre un altro grande cambiamento si avverte nel passaggio dalle lampade tradizionali per essiccazione a quelle LED, molto più efficienti a livello energetico. Sul fronte della stampa digitale, l’ElectroInk di HP Indigo grazie a un nuovo processo di polverizzazione delle particelle riduce il consumo energetico fino al 40%, mentre gli in-chiostri XPIS-Hot-Melt di Xerox non necessitano di alcun tipo di fissag-gio o trattamento di liquefazione.

suCCEsso NEl dE-INkINgFino a poco tempo fa, la carta stampata in digitale non poteva essere riciclata a causa dell’impossibilità di essere “disinchiostrata”, a causa di un trattamento speciale che avviene prima della stampa. Il principio del de-inking, ovvero di “disinchiostratura”, si basa sulla separazione delle particelle idrofobiche (repellenti all’acqua) dalle fibre idrofile (che atti-rano acqua). Un metodo, questo, ideale per la stampa offset e stampa in rotocalco, purtroppo però non per quello degli inchiostri a base acqua, come la stampa a getto d’inchiostro e la flessografica. Diverse sono state le vie percorse per cercare soluzioni da organizzazioni come INGEDE, International Association of the Deinking Industry, che ha avviato studi al riguardo e ha collaborato con altri attori nel campo del recycling, degli inchiostri per stampanti e con produttori di macchinari, con l’industria di rifinitura della carta e con fornitori di additivi. Il successo è arrivato re-centemente dal gruppo di lavoro DPDA (Digital Print Deinking Allian-ce), il quale ha annunciato che in una serie di test quasi tutti i prodotti di stampa a getto d’inchiostro sono stati disinchiostrati con successo. Alla luce di tutti gli sforzi nell’intera filiera di produzione per affrontare queste problematiche, è chiaro che il tema della sostenibilità resta in cima all’agenda per ogni attore dell’industria grafica. Come risultato di tanto impegno e di azioni positive, il settore ha un messaggio forte e positivo da trasmettere ed è importante che ciascuno se ne faccia portavoce.

“È costante la ricerca verso sistemi di inchiostri con composti chimici sempre meno nocivi per l’ambiente”

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3.• diffondere la conoscenza tecnica nelle Arti Grafi che

4.• organizzare meeting e curare pubblicazioni di settore, sia scientifi che che divulgative

5.• tenere i contatti internazionali con TAGA USA e le associazioni tecniche di altri Paesi

6.• far conoscere all’estero le esperienze e le tecnologie sviluppate in Italia

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SpazioEtichette

«Se vogliamo entrare nel mercato del digitale dobbiamo essere i primi, in tutti i sensi», così ci accoglie Riccardo Casellato, consigliere delegato di Eurocod, un uomo entusiasta del suo lavoro e delle sue scelte.

di MARCO F. PICASSO

In genere, quando visitiamo per la prima volta un’azienda, cerchiamo di farcene un’idea nei minuti di attesa, curiosando tra i prodotti stampati esposti o negli scaffali della libreria. Qui a Eurocod, hinterland sud di Milano, la saletta di attesa espone rotoli di etichette stampate e di codici a barre o a matrice. Al di là della vetrata vediamo una grande libreria: alcuni volumi ci riportano ai tempi della scuola, anni Sessanta. Ci fac-ciamo l’idea che ad accoglierci sarà un coetaneo. Entra invece Riccardo Casellato, intorno ai 40 anni, che ci svela l’arcano: «Quando avevo 12 anni ero presente all’inaugurazione di questa azienda, perché l’ex titola-re, Enea Androni, era amico di mio padre». Eurocod nasce dunque nel 1984 come prima azienda italiana a realizzare per il nascente mercato dei codici a barre Film Master con tecnologie nuove per quegli anni. Si entrava in Europa e il MEC (come si chiama-va allora) introduceva la codificazione per il trasporto e il tracciamento delle merci. «Ai tempi eravamo l’unica azienda che produceva questi ar-

Eurocod

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Terzista per passione

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“Mostriamo sempre ciò che la macchina può fare, la crescita deve

essere sia per noi sia per i nostri clienti”

ticoli in Italia e lavoravamo per molti rivenditori. Ancora nessuno aveva pensato di entrare in un settore così innovativo». E questa dichiarazione ci svela anche la filosofia aziendale che ancora oggi è alla base del suo business: essere terzisti. «Quando abbiamo visto che con le nuove HP Indigo si potevano stampare etichette di qualità e in tirature ridotte e tempi molto rapidi, abbiamo intuito che c’era davanti a noi un mercato interessante proprio per quegli etichettifici che con le loro rotative flessografiche a volte avevano difficoltà a soddisfare richie-ste urgenti dell’ultima ora». Siamo nel 2003 e ormai le Indigo hanno compiuto dieci anni di espe-rienza dalla sorprendente presentazione di Benny Landa all’Ipex di Bir-mingham e possono soddisfare pienamente le richieste di una stampa di qualità. Nasce così l’idea e si installa la prima WS2000 presso un’azienda controllata che si occuperà esclusivamente di stampa digitale e finishing. Il successo è immediato: nel 2005 la controllata viene assorbita e si in-stalla una seconda HP Indigo, la cui qualità, afferma Casellato, compete bene con la stampa offset. Ma il nostro compito di giornalisti è anche di fare “l’avvocato del diavolo” e certe osservazioni “scomode” sono d’obbligo...: ma molti lamentavano i costi degli inchiostri, che sono monopolio di HP. «Ed è meglio così» sostiene Casellato «perché ci danno la sicurezza della qualità. È una tecnologia proprietaria ed è giusto che sia così perché in questo modo HP si assume la completa responsabilità, dalla macchina ai consumabili. Quanto ai costi, è interessante la formula del prezzo calcolato in base al consumo, che incentiva a lavorare di più». Ma a proposito di consumabili, la carta e il supporto in genere, deve es-sere certificato Indigo e quindi più costoso. «Per stampare con le HP Indigo si richiede materiale primerizzato. Alcuni, e anche noi, lo fanno in casa sulle linee flessografiche. Fino ad alcuni anni fa c’era il problema della scelta del primer e abbiamo dovuto lavorarci su parecchio per otte-nere risultati ottimali, e questo fa parte del nostro know how. Oggi, però, sono stati sviluppati nuovi primer molto efficaci e, ultimamente, un solo primer adatto sia a carta sia a materiale sintetico». Su quali supporti si stampa in digitale con HP Indigo lo vediamo dai lavori in corso: carta e sintetico, passando da un supporto all’altro sen-za problemi. Casellato ci dice che per la metà i lavori sono su carta di vario tipo; il 30% in polipropilene e il 20% in polietilene, e poliestere termoretraibile ad alta retrazione, insieme a una piccola percentuale di pvc. Eurocod si occupa anche, tramite aziende in partecipazione, della tubolatura e del taglio delle sleeve.

FIlOSOFIA dellA RIdOndAnzAIn effetti sulle nuove macchine entrate in Eurocod negli ultimi anni, una WS 4500 a breve seguita da una seconda, il problema non si pone, come vediamo scendendo in reparto stampa. Il motivo delle due mac-chine uguali sta nella “filosofia della ridondanza”. «Come terzisti non possiamo permetterci di dire al cliente che una macchina è ferma per manutenzione o occupata da un altro lavoro. Il lavoro va consegnato nei tempi prestabiliti». Per questo, Casellato ci mostra con orgoglio il reparto logistico che ritie-ne di fondamentale importanza per il successo dell’azienda. Ogni giorno si effettuano tre spedizioni, alle 14, alle 16 e alle 18, sempre e senza ecce-zioni. Del resto il servizio fa parte della struttura di base: il rapporto tra personale e fatturato tende al sovradimensionamento di addetti proprio perché il servizio è prioritario, una garanzia in più per garantirsi la fide-lizzazione del cliente.

>segue a pag. 65

Carta e sintetico con stampa digitaleIn Eurocod i lavori in digitale sono per circa il 50% su carta, 30% su polipropilene, 20% su polietilene. 63

InCOntRIStAMPA dIgItAle

Come la stampa digitale di HP Indigo ha fatto crescere un’azienda nata per la sola codifica in fornitore di fiducia di importanti etichettifici.

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Colophon Il Poligrafico Italiano n.132

Hanno collaborato a questo numeroEd Boogard, LorEnzo Capitani, CathErinE CartEr, SErgio FaCChini, aChiLLE pErEgo, MarCo piCaSSo, EManuELE poSEnato, aLBErto Sironi

Progetto grafico e impaginazioneCriStina MaSChErpa, Chiara arrigoni

Redazione Zeta’s srl - via Kolbe 8, 20137 Milano, tel. 027529101, fax 0275291039 [email protected] www.stampamedia.netUfficio libri e abbonamenti tel. 0275291020 fax 0275291032 [email protected]

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Direttore responsabile

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Il Poligrafico è la rivista italiana

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Seguesegue dalle pagine precedenti

grafiche dell’artiere (segue da pag. 29)

Ma la stampa digitale serve anche per il dato variabile, per le personalizzazioni dei cataloghi. Che, in realtà, non è ancora veramente partita. Perché un catalogo persona-lizzato dovrebbe avere la foto del punto vendita, quella dell’agente di zona, l’elenco di prodotti per località, lin-gue e codifiche diverse. Quanto avete investito ne-gli ultimi anni in nuove tec-nologie e che programmi avete per i prossimi? Sul fronte investimenti sia-mo in una fase di stand-by. Per quanto riguarda le off-set stiamo cercando di ca-pire quanto possano essere performanti le macchine con modulo di laminazio-ne in linea. Che opportuni-tà possono darci in più sul mercato. Per ora credo ab-biano un limite: non riesco-no a fare la lamina a freddo sulle carte naturali. Dalla prossima Drupa qua-li novità importanti per il

mercato si attende? La rivoluzione particolare, credo, verrà sul fronte della stampa digitale. Ma mi at-tendo novità tecnologiche anche per sostituire la se-rigrafia, un processo ormai poco ecologico. Infine, cre-do si debba andare sempre più su macchine più sem-plici da utilizzare ma anche ibride, miste, capaci magari di unire il digitale con l’of-fset. Ha mai pensato ad accordi, aggregazioni, acquisizioni di altre aziende? Pensa che siano un passaggio obbliga-to per il settore? Oggi lavorare nella carta stampata è come correre in Formula 1. Chi va forte e non va fuori strada vince. Per andare forte bisogna avere tutto dentro l’azienda. Detto questo, sicuramen-te bisogna che le piccole aziende crescano ma senza diventare troppo grandi. Massimo 50 persone, dopo anch’io dovrei cambiare tipo e organizzazione azien-

dale. Per questo credo più a reti di imprese o consorzi. Certo, possono essere utili anche acquisizioni o aggre-gazioni, ma bisogna sem-pre salvaguardare l’identità dell’azienda. E, nel caso del-la nostra, essere riconosciuti sul mercato come una “bou-tique della stampa”.

eurocod (segue da pag. 63)

Così sia in prestampa, sia nel reparto stampa e finishing postazioni e macchine, tipo-grafiche e serigrafiche, sono doppie, sempre per evitare spiacevoli ritardi. Non vige quindi il principio che “le macchine devono girare”, ma piuttosto che “il lavoro deve essere garantito nella conse-gna e nel controllo della qua-lità” come vediamo dai tavoli di controllo o dall’attenzione con cui le bobine sono clas-sificate per la partenza e, a monte, come è organizzato il reparto di prestampa.

Riccardo Casellato ritorna ancora su HP Indigo per ri-badire come l’azienda non si limita a essere un fornitore di tecnologia. «Oltre a fare macchine che funzionano loro fanno an-che cose extra che aiutano le aziende a crescere. Noi, ma penso anche gli altri loro clienti, siamo stati aiutati sia sotto l’aspetto tecnico, sia del marketing strategico con se-minari che loro svolgono per noi, indicandoci le tendenze di mercato, le applicazioni innovative che possiamo of-frire ai clienti. Anche noi, di conseguenza, siamo amici dei nostri clienti perché tra-smettiamo loro quello che apprendiamo da HP Indigo, facciamo vedere ciò che la macchina può fare; non te-niamo segreti per noi, ma li condividiamo nella certezza che la crescita deve essere sia per noi sia per i nostri clien-ti. Proprio come HP fa con noi».

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Torchio tipografico a mano costruito presso Hampson & Bettridge intorno al 1860. Questo torchio fu prodotto nel periodo 1830-1890 ed è caratterizzato da un’importante modi-fica nella platina in ghisa che rendeva possibile la stampa di copertine in formato pieno in lunghe tirature senza dover riscaldare più volte la fustella per la stampa in rilievo. Il torchio fu infatti usato per la stampa di copertine di libri. I torchi “Imperial” furono introdotti da Cope & Sherwin negli anni 1828-’29, modificando gli originali Stanhope di inizio secolo, renden-doli più produttivi. Questo torchio è di proprietà di Giovanni Daprà che riuscì ad

Tipi da museo

Rubrica curata da Marco F. Picasso, fondatore, insieme a Egiziano e Michele Piersantini, della Associazione AIMSC (che riunisce i musei italiani della stampa e della carta).

Imperial Arming Press acquistarlo, dopo anni di “corteggiamento”, da un amico che lo aveva ritirato da una tipografia di Modena. Attualmente si trova in prestito d’uso presso la scuola grafica dell’Istituto Pavoniano Eugenio Fassicomo di Genova, dove è stato restaurato con la collaborazione di Paolo Franchin, ed è uti-lizzato a scopo didattico e artistico per la stampa con caratteri di piombo e xilografie.

Indirizzo: Via Imperiale 41 - Genova (tel. 010.518651)Visitabile tutti i giorni, in particolare per questi due eventi in programma: Sabato 8 marzo dalle ore 10 per il tradizionale “Grafincontro”, festa della Scuola grafica genovese: giornata di incontro fra aziende, genitori e insegnanti. Sabato 21 aprile ore 10-17: “Grafica in Progress”, incontro a carattere nazionale dedicato all’incisione.

IStItuto PAVonIAno FASSICoMo

Settima tappa dell’itinerario dedicato ai musei italiani della stampa e della carta dove sono conservate quelle macchine che oggi fanno parte del patrimonio archeologico-industriale del nostro Paese.

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