Il Patriota Dicembre 2015

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Dopo aver visto alla televisione il corpicino del piccolo Aylan tutti ci siamo commossi, tutti abbiamo grida- to "mai più!" ed invece molti altri Aylan sono annegati dopo di lui nel Mediterraneo, il "mare nostrum". Ma ci sono anche tanti corpicini che nes- suno ci fa vedere e che sono quelli di tanti bambini straziati dai bombarda- menti, dalle guerre e anche dalla fa- me. Che differenza c'è tra un bambi- no che muore di fame ed uno anne- gato perché cerca di sfuggire alla fa- me? Che differenza c'è tra un bambi- no ucciso dalla guerra ed uno annega- to perché sfugge alla guerra? Noi ita- liani, noi europei sembriamo ragiona- re sempre con la pancia, solo quando siamo travolti dalle emozioni. Ma al di là di queste, al di là del piccolo Aylan e di tanti altri come lui, c'è una realtà che ci interroga. Ed eccola qui Ed eccola qui la guerra la guerra ! ! E' arrivata anche alla porta accanto. Con il suo orrore, il terrore, il sangue, i corpi morti. Quando la vedi con i tuoi occhi capisci davvero perché è “il più grande crimine contro l'umanità”. E' un'unica guerra che si mimetizza in varie for- me, che si ciba dello stesso odio e defeca la stessa violenza. E' sempre la stessa cosa, compiuta da eserciti addestrati, ben armati, finanziati, le cui vittime sono soprattutto i civili innocenti. Ormai è una matassa ingarbugliata. Il bandolo non lo si trova più. Non serve sapere chi ha iniziato per primo, le ragioni sono scomparse e rimangono solo i torti. E' una spirale perversa che si autoali- menta: guerra-terrorismo-violenza-odio-vendetta -terrorismo-guerra ... A Parigi abbiamo assistito in diretta ad un'opera- zione militare: un gruppo di soldati in armi che ha agito come un plotone di esecuzione, attaccando civili inermi, sequestrandoli, decimandoli, come facevano i nazisti nella Francia del 1940, violando ogni convenzione internazionale, fuori da ogni regola... d'altronde la guerra non ha regole, se non quella di eliminare fisicamente il nemico. Ed è proprio questo che i mercenari dell'odio L’A.N.P.I. verso il suo 16° CONGRESSO L’A.N.P.I. verso il suo 16° CONGRESSO Continua a pag. 5 Il documento del Comitato Nazionale della nostra Associazione, approvato nella riunio- ne del 28 ottobre 2015, porta questo titolo: "Con i valori della Resistenza e della Costitu- zione verso un futuro democratico e antifa- scista". Intorno ai suoi contenuti saranno tenute le discussioni congressuali delle Se- zioni e del provinciale; infine, con gli interventi e le eventuali proposte di modi- fica, il documento sarà discusso e votato dal Congresso Nazionale, che si svolgerà a Rimi- ni nel "Palacongressi" da giovedì 12 a dome- nica 15 maggio 2016. Nella riunione del 12 dicembre 2015, il no- stro Comitato Provinciale ha approvato il regolamento dei Congressi di Sezione e del Congresso Provinciale e ha nominato il Gruppo di Lavoro incaricato di seguire "la preparazione e lo svolgimento dei Congres- si" nella nostra Provincia. Il Gruppo é così composto: Mario Faggion, Giorgio Fin, Antonio Angelina, Ionio Cattozzi, Giannico Tessari, Alberto Pellizzari, Gianandrea Bor- sato, Marino Ziliati, Luigi Poletto e Danilo Andriollo. Le assemblee congressuali delle nostre Sezioni saranno convocate nei mesi di gennaio e di febbraio 2016; il Congresso Pro- vinciale avrà luogo domenica 13 Marzo 2016. Le sedute devono svolgersi in modo "aperto", con il carattere di evento pubblico; hanno diritto di parola gli aderenti e i delegati, sal- vo eccezioni (interventi iniziali di Autorità e Associazioni e di personalità e studiosi con invito specifico). Il 16° Congresso Nazionale riveste per l'Asso- ciazione una MIGRANTI: IL DOVERE DELL’ACCOGLIENZA L'anno 2015 si è chiuso nel peggiore dei modi. A Colonia e in altre città della Germania un'orda di uomini ha importuna- to, molestato, tentato, e in qualche caso pratica- to, violenza nei confronti di centinaia di donne la notte di Capodanno. E' un episodio che non può essere derubricato a “violenza organizzata di stranieri, musulmani”, ma deve interrogare nel profondo tutti gli uomini, di tutta Europa e del mondo, di tutte le religioni e senza religione. Perché, ancora, questa violenza nei confronti delle donne? Ci interroghiamo noi, militanti di un'associazione a forte impronta maschile, e vorremmo che con noi lo facessero tanti uomini, perché i violentatori siamo noi maschi. Buona parte degli aggressori, in Germania, sono immigrati, o comunque di origine extracomunitaria. Ciò ha dato la stura alla destra xenofoba e razzista tedesca per accentuare una campagna di odio verso lo straniero, in particolare musulma- no, e per intensificare violenze e aggressioni nei confronti degli stranieri. Nel corso del 2015 il fenomeno migratorio ha visto un'accele- razione, con l'arrivo in massa di donne e uomini provenienti, in particolare, dal Nord Africa, in fuga da luoghi dove le guer- re, i conflitti di natura diversa, o le condizioni economiche, sociali e politiche rendono le condizioni di vita difficilmente sopportabili. Continua a pag. 19 Continua in ultima pagina Pag. 2 - 3 Pag. 14 - 19 Vita dell’ANPI Vicentina Vita dell’ANPI Vicentina Pag. 7 - 13 Pag. 5 NEOFASCISMO e NEONAZISMO Pag. 4 e 19 Continua a pag. 6 70° della Repubblica e della Costituente Pag. 20

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Rivista semestrale a cura dell'ANPI comitato provinciale di Vicenza

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Dopo aver visto alla televisione il corpicino del piccolo Aylan tutti ci siamo commossi, tutti abbiamo grida-to "mai più!" ed invece molti altri Aylan sono annegati dopo di lui nel Mediterraneo, il "mare nostrum". Ma ci sono anche tanti corpicini che nes-suno ci fa vedere e che sono quelli di tanti bambini straziati dai bombarda-menti, dalle guerre e anche dalla fa-me. Che differenza c'è tra un bambi-no che muore di fame ed uno anne-gato perché cerca di sfuggire alla fa-me? Che differenza c'è tra un bambi-no ucciso dalla guerra ed uno annega-to perché sfugge alla guerra? Noi ita-liani, noi europei sembriamo ragiona-re sempre con la pancia, solo quando siamo travolti dalle emozioni. Ma al di là di queste, al di là del piccolo Aylan e di tanti altri come lui, c'è una realtà che ci interroga.

Ed eccola qui Ed eccola qui la guerrala guerra !!

E' arrivata anche alla porta accanto. Con il suo orrore, il terrore, il sangue, i corpi morti. Quando la vedi con i tuoi occhi capisci davvero perché è “il più grande crimine contro l'umanità”. E' un'unica guerra che si mimetizza in varie for-me, che si ciba dello stesso odio e defeca la stessa violenza. E' sempre la stessa cosa, compiuta da eserciti addestrati, ben armati, finanziati, le cui vittime sono soprattutto i civili innocenti. Ormai è una matassa ingarbugliata. Il bandolo non lo si trova più. Non serve sapere chi ha iniziato per primo, le ragioni sono scomparse e rimangono solo i torti. E' una spirale perversa che si autoali-menta: guerra-terrorismo-violenza-odio-vendetta-terrorismo-guerra ... A Parigi abbiamo assistito in diretta ad un'opera-zione militare: un gruppo di soldati in armi che ha agito come un plotone di esecuzione, attaccando civili inermi, sequestrandoli, decimandoli, come facevano i nazisti nella Francia del 1940, violando ogni convenzione internazionale, fuori da ogni regola... d'altronde la guerra non ha regole, se non quella di eliminare fisicamente il nemico. Ed è proprio questo che i mercenari dell'odio

L’A.N.P.I. verso il suo 16° CONGRESSOL’A.N.P.I. verso il suo 16° CONGRESSO

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Il documento del Comitato Nazionale della nostra Associazione, approvato nella riunio-ne del 28 ottobre 2015, porta questo titolo: "Con i valori della Resistenza e della Costitu-zione verso un futuro democratico e antifa-scista". Intorno ai suoi contenuti saranno tenute le discussioni congressuali delle Se-

zioni e del provinciale; infine, con

gli interventi e le eventuali proposte di modi-fica, il documento sarà discusso e votato dal Congresso Nazionale, che si svolgerà a Rimi-ni nel "Palacongressi" da giovedì 12 a dome-nica 15 maggio 2016. Nella riunione del 12 dicembre 2015, il no-stro Comitato Provinciale ha approvato il regolamento dei Congressi di Sezione e del Congresso Provinciale e ha nominato il

Gruppo di Lavoro incaricato di seguire "la preparazione e lo svolgimento dei Congres-si" nella nostra Provincia. Il Gruppo é così composto: Mario Faggion, Giorgio Fin, Antonio Angelina, Ionio Cattozzi, Giannico Tessari, Alberto Pellizzari, Gianandrea Bor-sato, Marino Ziliati, Luigi Poletto e Danilo Andriollo. Le assemblee congressuali delle nostre Sezioni saranno convocate nei mesi di gennaio e di febbraio 2016; il Congresso Pro-vinciale avrà luogo domenica 13 Marzo 2016. Le sedute devono svolgersi in modo "aperto", con il carattere di evento pubblico; hanno diritto di parola gli aderenti e i delegati, sal-vo eccezioni (interventi iniziali di Autorità e Associazioni e di personalità e studiosi con invito specifico). Il 16° Congresso Nazionale riveste per l'Asso-ciazione una

MIGRANTI: IL DOVERE

DELL’ACCOGLIENZA

L'anno 2015 si è chiuso nel peggiore dei modi. A Colonia e in altre città della Germania un'orda di uomini ha importuna-to, molestato, tentato, e in qualche caso pratica-to, violenza nei confronti di centinaia di donne la notte di Capodanno. E' un episodio che non può essere derubricato a “violenza organizzata di stranieri, musulmani”, ma deve interrogare nel profondo tutti gli uomini, di tutta Europa e del mondo, di tutte le religioni e senza religione. Perché, ancora, questa violenza nei confronti delle donne? Ci interroghiamo noi, militanti di un'associazione a forte impronta maschile, e vorremmo che con noi lo facessero tanti uomini, perché i violentatori siamo noi maschi. Buona parte degli aggressori, in Germania, sono immigrati, o comunque di origine extracomunitaria. Ciò ha dato la stura alla destra xenofoba e razzista tedesca per accentuare una campagna di odio verso lo straniero, in particolare musulma-no, e per intensificare violenze e aggressioni nei confronti degli stranieri. Nel corso del 2015 il fenomeno migratorio ha visto un'accele-razione, con l'arrivo in massa di donne e uomini provenienti, in particolare, dal Nord Africa, in fuga da luoghi dove le guer-re, i conflitti di natura diversa, o le condizioni economiche, sociali e politiche rendono le condizioni di vita difficilmente sopportabili.

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Vita dell’ANPI VicentinaVita dell’ANPI Vicentina

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NEOFASCISMO e NEONAZISMO

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70° della Repubblica e della Costituente

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LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO CAMPAGNA DELL’ANPI DI INFORMAZIONE E

MOBILITAZIONE DEI CITTADINI SU

UNA LEGGE ELETTORALE CHE NON GARANTISCE

UNA VERA RAPPRESENTANZA DEI CITTADINI E

UNA RIFORMA DEL SENATO CHE STRAVOLGE IL

BILANCIAMENTO DI POTERI.

Il 4 maggio 2015 è stata approvata definitiva-mente la nuova legge elettorale chiamata "Italicum". Cosa prevede? Proviamo a sintetizzarla per punti. Un po' di storia: I sistemi elettorali utilizzati in Italia per l’elezione del Parlamento sono: il Proporzionale puro (dal 1946 per tutta la “prima Repubblica”); il “Mattarellum” (nelle votazioni del 1994, 1996 e 2001); il “Porcellum” (nelle votazioni del 2006, 2008 e 2013) l' “Italicum” (approvato in via definiva il 4 maggio 2015, ma in vigore dal 1° luglio 2016) Che cos'è l'ITALICUM? E’ un sistema elettorale proporzionale (il cal-colo dei seggi viene effettuato in proporzione ai voti ottenuti su base nazionale da ciascuna lista) con premio di maggioranza assegnato alla lista e non alla coalizione (le coalizioni non sono più previste, ma non bisogna con-fondere la lista con il partito: più partiti pos-sono accordarsi in un’unica lista) In che consiste il PREMIO DI MAGGIORANZA? Se la lista più votata raggiunge almeno il 40% dei voti ottiene il 55% dei seggi. (Vale a dire 340 seggi su 617 - sono esclusi dal calcolo il seggio della Valle d’Aosta e i 12 deputati eletti all’estero). Se nessuna lista arriva al 40% si va al secondo turno in cui concorrono le due liste più votate. La vincente otterrà un premio di maggioranza tale da arrivare a 340 deputati. Per il ballot-taggio non sono possibili apparentamenti. Per limitare la frammentazione è pre-vista una SOGLIA DI SBARRAMENTO? Al riparto dei seggi possono accedere solo le liste che supereranno il 3% dei voti a livello

nazionale (per le minoranze linguistiche è previsto uno sbarramento diverso). Come saranno le CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI? I collegi elettorali saranno più piccoli degli attuali. Erano 27 ed ora diventano 100 (in media uno ogni 600mila abitanti) Come sono formate le LISTE ELETTORALI? In ogni circoscrizione possono essere presen-tate liste che contengono al massimo 6 candi-dati. Il capolista è bloccato (Nei 100 collegi i partiti che otterranno i voti necessari elegge-ranno automaticamente il loro capolista, de-ciso quindi dal partito). Sono possibili candi-dature multiple (I capilista possono essere inseriti in più collegi elettorali, fino a 10) Si potranno dare le PREFERENZE? Per la lista votata, (dal secondo candidato in poi), si possono esprimere fino a 2 preferenze (I candidati scelti devono essere di sesso di-verso, pena la nullità della seconda preferen-za, per il rispetto delle “quote rosa”. E’ previsto un meccanismo che consenta la parità di genere sia nella compilazione delle liste, sia nella rappresentanza eletta. E' evidente che le preferenze espresse avranno validità solo per quei partiti che avranno dirit-to a più dei 100 seggi riservati ai capilista e per la parte oltre i 100 seggi; per il resto non contano nulla.

Il Comitato Nazionale il 30 giugno 2015 si è così espresso in proposito:

«Sulla legge elettorale, il giudizio dell’ANPI è sempre stato severo e tale resta anche dopo la definitiva approvazione (con la fiducia). La legge, così come è stata approvata, anche a prescindere dalla anomalia dell’entrata in vi-gore differita al luglio 2016, non appare con-forme né al dettato costituzionale né agli inte-ressi di un Paese democratico. Resta ancora un premio di maggioranza ecces-sivo e resta la possibilità che, dopo un ballot-taggio, esso venga attribuito ad un partito che ha riscosso complessivamente troppo pochi voti per meritare un premio. Resta il problema dei “nominati” anziché eletti, con la possibilità per costoro, di candidarsi in più circoscrizioni. Resta la discussione se sia davvero preferibile assegnare il premio ad una lista anziché ad una coalizione; resta, il fatto che una effettiva, reale e piena rappresentanza non risulta in alcun modo garantita, così come non è garanti-to un vero esercizio della sovranità popolare. Questa legge non è utile al Paese e non corri-sponde all’interesse dei cittadini. E’ possibile che sia chiamata ad esprimersi la Corte Costi-tuzionale; oppure che siano gli stessi cittadini a manifestare, nelle forme più opportune, il loro dissenso. L’ANPI continua a ritenere che questa legge rappresenti un vulnus al sistema democratico, sicuramente da eliminare con sostanziali cam-biamenti».

La posizione dell'ANPI rispetto all'ITALICUM

A riguardo della legge elettorale già approvata e della rifor-ma costituzionale in discussione nel Parlamento, il Comita-to nazionale dell’A.N.P.I. ha deciso all’unanimità di operare sulle seguenti direttrici: - conferma della linea assunta su questi temi; - promozione di una campagna di informazione e di mobilitazione dei cittadini durante l’ultimo iter della legge di riforma del Senato, affinché conoscano pie-namente di che cosa si tratta, quali le conseguenze per l’equilibrio dei poteri e per la rappresentanza dei cittadini, ove il progetto passasse definitivamente; - impegno, anche nei confronti dei parlamentari af-finché, in piena libertà di coscienza, valutino appieno le conseguenze e gli effetti del loro voto, tanto più rilevante e impegnativo anche sul piano della responsabilità politica, allorché – come nel caso di specie – le due ultime

votazioni debbano svolgersi con la maggioranza assolu-ta dei componenti. Prematuro, a que-sto punto, aderire a Comitati e ad altre iniziative refe-rendarie, pur comprendendone le finalità e condividen-do pienamente l’impegno di informazione e di convinci-mento dei cittadini. Decisioni definitive saranno adottate, sempre in coerenza delle linee generali enunciate, quando i nodi saranno sciolti e si arri-verà al momento in cui un eventuale avvio di una Campagna referendaria diventerà improrogabile.

2 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

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E’ eliminato il rapporto di fiducia tra il Governo e il Senato: sarà la sola Camera ad accordare o revocare la fiducia al Governo. Vengono differenziate le funzioni delle Camere: alla Camera dei deputati sono attribuite la

rappresentanza della Nazione, la funzione legislativa, la funzione di indirizzo politico e quella di controllo dell'operato del Gover-no;

al Senato della Repubblica sono attribui-te la rappresentanza delle Istituzioni terri-toriali, la partecipazione al procedimento legislativo, la funzione di raccordo tra lo Stato e gli enti territoriali e la valutazione delle politiche pubbliche e dell'attività delle pubbliche amministrazioni.

Il Senato non è più eletto a suffragio universale e diretto. La Camera dei depu-tati resta l’unica Camera eletta direttamente dai cittadini. Viene ridotto il numero complessivo dei se-natori a 100 (rispetto ai 315 senatori attuali), dei quali: 74 saranno consiglieri regionali eletti

dai Consigli regionali di appartenenza, in conformità alle scelte espresse dagli elet-tori in sede di elezione degli stessi Consigli;

21 saranno sindaci eletti dai Consigli re-gionali, uno per regione.

5 nominati dal Presidente della Repub-blica con mandato di sette anni non rinno-vabile. Non ci saranno più i senatori eletti all'estero né senatori a vita, salvo quelli at-tualmente in carica e gli ex Presidenti della Repubblica.

[La modalità di scelta dei Senatori tra elezio-ne indiretta (da parte dei Consigli regionali) o diretta (da parte del corpo elettorale) è rinviata ad una successiva legge ordinaria, alla quale è rinviato anche il modo della scel-ta dei 21 sindaci].

Le due Camere funzioneranno in maniera paritaria (come ora) solo per le leggi bica-merali (leggi costituzionali e leggi in materia di elezione del Senato, referendum popolare e ordinamento degli enti territoriali, rapporti con l'Europa). Per tutte le altre leggi (compresi l'amnistia, l'indulto, il recepimento dei trattati interna-zionali e anche la dichiarazione di "stato di guerra") è competente la sola Camera dei deputati Il Senato (su richiesta di un terzo dei senato-ri) potrà solo proporre modifiche alle leggi che competono alla Camera: essa poi potrà tenerne conto o no. E' introdotta la possibilità di sottoporre alla Corte Costituzionale le leggi elettorali pri-ma della loro promulgazione per un giudizio preventivo di costituzionalità.

Viene modificato il sistema di elezione del Presidente della Repubblica in conse-guenza della riduzione del numero dei senato-ri: per l'elezione del Presidente da parte del Parlamento in seduta comune (630 deputati + 100 senatori) sono richieste le seguenti mag-gioranze qualificate: 2/3 dell’assemblea dal primo al terzo

scrutinio (come ora); 3/5 dell’assemblea dal quarto al sesto

scrutinio; 3/5 dei votanti dal settimo scrutinio. Modificato anche il sistema di elezione dei giudici costituzionali: I 5 giudici prima eletti dalle due camere in seduta comune, tre saranno nominati dalla Camera e due dal Se-nato.

La nuova Costituzione (all'articolo 72) preve-de che il governo possa richiedere una via preferenziale per l'approvazione di un di-segno di legge "essenziale per l'attuazione del programma di governo". La Camera vota sulla richiesta del go-verno entro 5 giorni, e se accoglie la ri-chiesta poi dovrà concludere discussione e votazione entro 70 giorni (rinviabili al massimo di 15 giorni). Il 'voto a data certa' è escluso per le leggi di competenza del Senato, le leggi in materia elettorale, la ratifica dei trattati internaziona-li e le leggi di amnistia, indulto e le leggi di bilancio Vengono introdotti alcuni vincoli alla decre-tazione d'urgenza, peraltro oggi già fissati dalle leggi ordinarie e dai principi elaborati dalla giurisprudenza costituzionale.

La riforma abolisce la definizione di le-gislazione concorrente e trasferisce allo Stato alcune competenze finora divise con le Regioni - ad esempio: mercati assicu-rativi, promozione della concorrenza, previ-denza complementare e integrativa, tutela e sicurezza del lavoro, protezione civile, beni culturali e turismo. Ma rimane il principio che lo Stato si occupi della legislazione di principio, lasciando alle Regioni quella specifica, su alcune mate-rie, tra cui: tutela della salute, politiche so-ciali e sicurezza alimentare, istruzione, ordi-namento scolastico. Viene introdotta la cosiddetta “clausola di supremazia statale”: ai fini della tutela dell'unità giuridica o economica della Repub-blica o dell'interesse nazionale, si è previsto che su proposta del Governo - che se ne assu-me pertanto la responsabilità - la legge stata-le possa intervenire anche in materie di com-petenza esclusiva delle Regioni.

LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE Viene innalzato fino a 150mila (attualmente 50mila) il numero delle firme richieste per la presentazione alle Camere dei disegni di legge d'iniziativa popolare. Si vincolano però i Re-golamenti parlamentari a prevedere, per que-sti disegni di legge, tempi certi di esame e votazione. REFERENDUM Cambia in parte il quorum dei referendum abrogativi: il voto è valido se partecipa il 50% degli aventi diritto (come oggi) ma se il refe-rendum è stato richiesto da almeno 800 mila elettori, il quorum scende al 50% dei votanti delle ultime elezioni. Nascono due nuovi tipi di referendum: quello propositivo e quello di indirizzo. Per decidere modalità ed effetti di queste consul-tazioni, serviranno prima una legge costitu-zionale e poi una legge ordinaria. QUOTE ROSA Nell'articolo 55 entra un nuovo comma: "Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza". Simili norme sono previste anche per le leggi elettorali dei Consigli Regionali.

Se la riforma dovesse essere approvata definitivamente così com'è, cosa cambierebbe?

1. La fine del bicameralismo perfetto e la riduzione delle funzioni del Senato

2. La composizione e l'elezio-ne del nuovo Senato

3. Nuovo procedimento legislativo

4. Organi costituzionali di garanzia

5. Prerogative del Governo

6. Vengono riscritte le compe-tenze legislative tra Stato e Regioni - Titolo V

7. Sono abolite le Province . Abolito anche il Consiglio Naziona-le dell'Economia e del Lavoro (CNEL).

8. Strumenti di democrazia diretta

La posizione dell'ANPI a riguardo della riforma del Senato.

Il Comitato Nazionale il 30 giugno 2015 si è così espresso in proposito:

«L’ANPI continua a ritenere che si tratti della sostanziale abolizione di uno dei ra-mi del Parlamento, con cui si elimina un contropotere, essenziale per l’equilibrio previsto dal legislatore costituente. Vi era-no modi assai più semplici e meno invasivi per correggere alcuni effetti del cosiddetto bicameralismo perfetto. Si è invece battuta un’altra strada, grave e pericolosa. Non è solo questione di elezione diretta, pur fondamentale; è anche questione di contenuti, cioè di poteri. Così come sono stati configurati, essi sono troppi per un organismo sostanzialmente delegittimato e contemporaneamente troppo pochi ri-spetto a quello che occorrerebbe, per otte-nere quell’essenziale equilibrio di poteri che è alla base della volontà espressa dalla Costituzione. Oltretutto, se davvero si vuol ridurre il numero dei parlamentari (ma per ragioni di funzionalità e non per venire incontro alla pressione dell’antipolitica) lo si faccia per entrambe le Camere. Tanto più che un Senato di 100 componenti non potrebbe avere un peso determinante anche nell’ipotesi di lavori congiunti con la Ca-mera, così come questa resterebbe struttu-rata. L’ANPI confida che si possa ancora cor-reggere quella anomalia giuridico-istituzionale che si va costruendo; ed au-spica che il Senato faccia fino in fondo il suo dovere di difesa dei princìpi e dei valo-ri costituzionali».

3 IL PATRIOTA

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L’ANPI, da sempre in campo per contrastare le ricorrenti iniziative dei vari tipi di associazionismo neofasci-sta e neonazista, ha promosso a livel-lo nazionale un seminario sull’anti-fascismo che si svolgerà presso l’Istituto “Alcide Cervi” a Gattati-co (RE), il 9 gennaio 2016, dalle 10 alle 17. Questo incontro nasce dalla convin-zione della necessità assoluta che in tutti i settori delle Istituzioni, sta-tuali e delle autonomie, si realizzi un concreto impegno contro queste iniziative che non sono soltanto frutto di nostalgia, ma anche segnali premo-nitori della possibilità che si rinnovi, in altre forme, ciò che è avvenuto nel passato. Noi resistiamo, con altre Associazioni, facciamo presidi e con-tromanifestazioni, invitando le Auto-rità pubbliche ad intervenire, ma trop-

Ma nel Vicentino, in Veneto e in Italia questo non sempre vale.

Che il fascismo, come il nazismo e le altre dittature, sia stato la negazione di ogni libertà e della democrazia è dimostrato dalla storia. Tuttavia sembra che di questo non tutti siano convinti, tan-to che, nell'indifferenza di troppi, continuano a trovare sempre più spazio movimenti e comportamenti- anche istituzionali - che si ri-chiamano più o meno apertamente ai valori di quei regimi: nazio-nalismo, xenofobia, razzismo, odio, violenza, guerra, irreggimenta-zione della cultura, dell'informazione, omologazione dei comporta-menti, negazione di molti diritti individuali e collettivi, ecc. Riportiamo alcuni esempi che non possono essere sottaciuti e sui quali occorre meditare seriamente.

Bassano del Grappa, giugno 2015

Dopo la chiusura della campagna elettorale per le votazioni regiona-li, lungo le strade erano rimasti i cartelloni pubblicitari dei vari candidati. Molti di essi, specie quelli collocati davanti all’ufficio postale centrale (Piazzetta Paolo VI), sono stati coperti in modo illegale da Forza Nuova, il movi-mento che apertamente si ispira al fascismo, che vi ha affisso sopra altri manifesti rappresentanti una

scena di battaglia come quelle dei film truculenti, tipici della violen-za a tutti i costi. Questa è già una violazione delle libertà altrui. Ma i neofascisti non si sono limitati a questo: l’unica immagine di can-didato che hanno risparmiato e che quindi è rimasta non coperta è stata quella di Elena Donazzan. L’effetto è evidente e questo ge-sto la dice lunga sulle simpatie politiche di questo personaggio.

Venezia - Regione del Veneto 31 ottobre 2015

(da http://corrieredelveneto/corriere.it/)

Per il 56° compleanno di Massi-mo Giorgetti, attuale presidente del Consiglio Regionale Veneto, esponente di Forza Italia ed ex dirigente del MSI e di AN, gli amici hanno preparato una torta molto particolare: «un dolce deco-rato con il fascio littorio ed il sim-bolo delle SS». Egli prontamente l’ha fotografato e postato sul suo profilo Facebook, ma dopo le proteste delle opposizioni «la

torta è sparita». Il fatto comunque è rimasto. Di fronte alla presa di posizione delle opposizioni, alcune delle quali gli hanno chiesto le dimis-sioni, egli «non ha voluto fare alcun altro passo indietro, anzi: “Molto peggio Renzi di Mussolini o di questo regalo che ho ricevu-to”, ha detto il veronese al pro-gramma La Zanzara su Radio 24. Proprio nel corso della trasmissio-ne radiofonica Giorgetti ha affer-mato che “Mussolini ha sbagliato solo con leggi razziali e alleanza con Hitler, per il resto bene, ha modernizzato l’Italia”». Questa è la cultura storica e la statura politica di questo perso-naggio che, purtroppo, rappresen-ta la Regione Veneto ai massimi livelli e non è l’unico di tal fatta.

Bologna - 8 novembre 2015

Sul palco in piazza a Bologna si sono alternati Berlusconi, Salvini e la Meloni per far passare nell'o-pinione pubblica l’idea che la loro alleanza era una cosa nuova. Noi invece ricordiamo bene che prima c'erano Berlusconi, Bossi e Fini. Ma forse hanno ragione: qualcosa di nuovo c'è. Ora ai loro cortei partecipano apertamente anche i neofascisti, quelli di Casapound e di altri movimenti. Quei tre signo-ri sul palco non si ricordano - o non gliene frega niente - di aver giurato fedeltà alla Costituzione che è tutta antifascista e che non manca di proibire la ricostituzione del disciolto partito fascista sotto ogni forma. Ci sono in proposito anche le leggi “Scelba” e “Mancino” che sono ancora in vigore e che essi dovrebbero ri-spettare e far rispettare. Invece chi era in piazza a Bologna quella

domenica ha visto quello che nes-suno avrebbe mai voluto o dovuto vedere: i volti, gli sguardi, le parole, le bandiere, i simboli e infine i saluti fascisti. E le Istituzioni? Perché permetto-no tutto questo? Noi ci associamo all’appello lan-ciato ad esse dalla presidenza di LIBERTA’ e GIUSTIZIA (Alberto Vannucci, Sandra Bon-santi, Gustavo Zagrebelsky): «Qualcosa sta franando in questo Paese, nell’indifferenza dei parti-ti, nel silenzio del potere, nella complicità di forze che, silenziose, lavorano contro la democrazia. La piazza di Bologna è stata pro-fanata dalle voci e dai simboli della dittatura nazifascista. Liber-tà e Giustizia è da sempre contro i silenzi di Stato: denuncia questa storia immonda, chiede conto alle autorità per aver consentito la palese manifestazione di forze eversive della democrazia. Chiede al governo se intende opporsi al tentativo di rendere normale ogni manifestazione di rinascita fasci-sta. Si stringe al popolo di Bolo-gna nel ricordo dei suoi cittadini morti per la libertà. Si impegna a opporsi a qualunque futuro tenta-tivo di infangare la nostra Resi-stenza».

po spesso si interviene solo quando si possono delineare problemi di "ordine pubblico". Non c'e la convinta consa-pevolezza, nelle nostre istituzioni, salvo alcune lodevoli eccezioni, che tutta la Costituzione è profonda-mente antifascista, che ci sono leggi che sanzionano iniziative e atteggia-menti di netto stampo fascista. Il nostro presidente Smuraglia si è rivolto, con un appello pubblico, alle massime Autorità dello Stato, ma ha avuto risposta solo dalla Presidente della Camera dei Deputati. Non dobbiamo, peraltro, rinunciare ad insistere perché ognuno (a comin-ciare dalle Istituzioni) faccia la sua parte; ed è per questo che nel Semina-rio, vogliamo analizzare perché que-sto Stato non può considerarsi ancora pienamente antifascista e segnalare ciò che si dovrebbe fare, per contra-

stare questi fenomeni, nel Governo, nel Parlamento, nella Giustizia, nella scuola, nei Comuni, nelle Regioni. Il Seminario si svolgerà secondo il programma riportato e i risultati sa-ranno sottoposti all'attenzione di tutte le Autorità e le Istituzioni.

Programma 1ª SESSIONE (9.30 - 13.00)

Il ruolo delle Istituzioni Introduce Albertina Soliani

Presidente Istituto Alcide Cervi Interventi:

Piero Ignazi politologo, Università di Bologna

Luigi Berlinguer già Ministro della Pubblica Istruzione

Carlo Brusco magistrato - Presidente di Sezione della

Corte di Cassazione

2ª SESSIONE (14.00 - 17.00) Il ruolo delle Autonomie locali

TAVOLA ROTONDA Coordina Gianfranco Pagliarulo Direttore di patriaindipendente.it

Partecipano: Stefano Bonaccini

Presidente Regione Emilia-Romagna e della Conferenza

delle Regioni e delle Province autonome Piero Fassino

Sindaco di Torino e Presidente ANC1 Furio Honsell

Sindaco di Udine Luca Vecchi

Sindaco di Reggio Emilia Giammaria Manghi

Presidente Provincia di Reggio Emilia Interventi

Conclusioni di Carlo Smuraglia

Presidente Nazionale ANPI

Iniziativa dell’A.N.P.I. nazionale: PER UNO STATO PIENAMENTE ANTIFASCISTA

4 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

Page 5: Il Patriota Dicembre 2015

Iniziativa dell’A.N.P.I. nazionale: LA DRAMMATICA VICENDA DEI CONFINI ORIENTALI Ovvero:

Fascismo, foibe, esodo Nonostante il tempo trascorso, la vicen-da dei confini orientali è rimasta per molti versi scottante. A parere dell’ANPI, il tempo trascorso dovrebbe consentire di parlarne con rispetto per i sentimenti e con precisio-ne storica. L’Associazione ha già intra-preso da tempo un cammino di confron-to con riflessioni e dibattiti seri. La Relazione sui confini orientali prodotta nel 2000 da una commissione di storici italo-slovena ha meritato e merita – pur se non esaustiva dell’intera questione – grande attenzione per lo sforzo di obiet-tività che l’ha contraddistinta. Ma ci sono stati tanti altri studi e pub-blicazioni dopo quel documento [tra cui anche quello prodotto dall'ANPI Vicen-tina intitolato: IL PROBLEMA DEL CONFINE ORIENTALE ITALIANO

NEL NOVECENTO] ed è giunto il mo-mento di fare il punto, che non sarà certo definitivo ma che permetterà di non cedere alle passioni e alle emozio-ni, pur pienamente giustificate, e di dare la parola, rigorosamente, alla sto-ria. Così il 16 gennaio 2016 si terrà a Mila-no, un importante Seminario su questo tema, con illustri relatori, storici esperti nel settore e particolarmente competen-ti, che hanno approfondito i vari pro-blemi, studiando, insegnando, pubbli-cando libri e saggi, non solo in Italia, ma anche in Paesi più vicini come la Slovenia e la Croazia. II Seminario, che si chiuderà con la tavola rotonda e con brevi considerazio-ni conclusive del Presidente nazionale dell' ANPI, non esaurirà peraltro la sua funzione in quella giornata, perche è stato costituito un gruppo di lavoro, che sulla base del materiale raccolto nella

giornata del 16 gennaio e di altro che potrà essere acquisito, redigerà un documento che costituirà la sintesi anche politica, del Seminario stesso, e potrà essere utile anche per I' impo-stazione, nelle varie sedi , della "Giornata del Ricordo," (10 febbraio), che da anni viene strumentalizzata da altri e nella quale invece vorremmo che I' ANPI esercitasse un ruolo atti-vo, riconducendo la "giornata " alla finalità per la quale fu istituita.

Programma Relazione generale “La vicenda dei confini orientali”

Marta Verginella Università di Lubiana

Relazioni Il fascismo nell’area di confine e in Italia

Anna Maria Vinci Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione Friuli-Venezia Giulia (IRSML-FVG)

La Resistenza (italiana e jugoslava) Alberto Buvoli

Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione

L’esodo Gloria Nemec

(IRSML-FVG) Le Foibe

Roberto Spazzali (IRSML-FVG)

Tavola Rotonda Coordina: Prof. Marcello Flores

Comitato scientifico Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia

(INSMLI) - Università di Siena Partecipano: Franco Cecotti -(IRSML-FVG)

Luciana Rocchi - (ISGREC)

Boris Gombač - Università del Litorale Jože Pirjevec - Università del Litorale Enrico Miletto - Istituto piemontese per la storia della Resistenza. Considerazioni conclusive

Carlo Smuraglia - Presidente nazionale ANPI

C’è bisogno di pace e l’ANPI è da sempre per la pace e lo ribadisce con questo ordine del giorno approvato all’unanimità:

Il Comitato Provinciale ANPI, riunito a Vicenza il 12 dicembre 2015, nel valutare gli sviluppi della situazione internazionale, dopo aver ribadito la più ferma condanna di ogni forma di terrorismo e di guerra ed espresso la solidarietà a vittime e parenti delle guerre e degli atti terroristici che avvengono nel mondo e in Paesi a noi vicini, riafferma il pieno valore della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza, che all'art. 11 recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizza-zioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Il Comitato provinciale, inoltre, condivide e fa proprio l'appello emesso congiunta-mente da ANPI e CGIL, CISL, UIL nazionali, e sottoscritto da ARCI e Istituto Alci-de Cervi, dal seguente contenuto:

“Ci rivolgiamo, con profonda preoccupazione, alle cittadine e ai cittadini italiani, ai Parlamentari, al Governo, alle alte cariche dello Stato. Si è di fatto creata una drammatica situazione mondiale, foriera di possibili disastri per tutti. Il ter-rorismo colpisce e minaccia nelle forme più barbare, cercando di creare una situazione di insicurezza totale. A questo si uniscono tensioni e vicende non meno premonitrici di tempesta. Siamo sull'orlo di un baratro da cui, in altri tem-pi, sono scaturiti orrore, morte e guerre. Assistiamo ad un'accelerazione di incontri, accordi, azioni, dallo sfondo preminentemente militare, che evidenzia-no un pericolosissimo accantonamento del primo e fondamentale obiettivo di chi deve decidere sulle sorti del mondo: la politica della pace, l'esigenza di affrontare le questioni alla radice, di aver chiaro il quadro delle parti in campo, di avviare rapporti e risoluzioni, anche dure, in campo diplomatico, e soprattutto la necessità di considerare come strumento fondamentale per la risoluzione delle controversie e dei problemi internazionali, l'intesa leale e sincera fra tutti i Paesi che intendono seriamente combattere e sconfiggere, in ogni sua forma, la violenza. Ma per fare questo occorre trasparenza e una irriducibile volontà di pace, sottratta ad ogni interesse personalistico e nazionalista. L'Isis è un nemico che in troppi hanno sottovalutato, e perfino favorito fornendo direttamente o indirettamente gli armamenti. Ebbene, è ora di assumersi – prima che si sparga altro sangue innocente – l'impegno di un grande lavoro di riflessione responsabile e culturalmente approfondita, e di un contrasto all'e-spandersi di fenomeni di estrema gravità che risponda ad unità e concordanza piena sugli elementi fondanti della civiltà. A chi semina orrore e barbarie bisogna rispondere con la forza della ragione e dei valori fondamentali, che traggono la prima fonte di ispirazione dalla Dichia-razione Universale dei Diritti dell'Uomo, scaturita proprio dalla terribile espe-rienza della seconda guerra mondiale.”

L'Anpi provinciale si impegna a promuovere ed a partecipare a iniziative di mobilita-zione a favore ed a sostegno della pace. Il Comitato provinciale invita, infine, i le proprie sezioni ad attivarsi affinché questa posizione venga conosciuta e condivisa dal maggior numero di cittadine e cittadini della nostra provincia.

vogliono: che ognuno di noi si senta nemico dell'altro, per innalzare il livello dello scontro, dove alla fine rimarrà solo chi è più spietato, chi spara l'ultimo colpo. Già troppe volte abbiamo detto “mai più!”. Dopo la guerra del Golfo, dopo le Torri Gemelle, dopo l'attacco in Iraq, dopo gli attentati di Londra e di Madrid, dopo la strage di Charlie Hebdo, dopo quella del Bardo, dopo i bombardamenti su Libia e Siria, dopo il raid sull'ospedale di Kunduz in Af-ganistan, dopo il massacro all'Univer-sità di Garissa in Kenya, dopo le bom-be sul corteo pacifista di Ankara … ed oggi dopo gli attentati suicidi di Bei-rut e di Parigi. Piangere i morti ed esprimere solida-rietà è importante, ma non basta se poi tutto continua come prima. Dob-biamo reagire. Non farci piegare dal dolore e dalla paura. Non accettare lo stato delle cose. Reagire. Reagire per spezzare la spirale, ed aprire una strada nuova. La violenza ha fallito e se perpetuata peggiorerà ulterior-mente una situazione già tragica. La via da seguire è quella della non-violenza. Sul piano personale e su quello politico. La via del diritto, della cooperazione, del dialogo, delle alle-anze con chi in ogni luogo cerca la pace, della riduzione drastica della produzione e del traffico di armi, dei Corpi civili di pace per affrontare i conflitti prima che diventino guer-re, della polizia internazionale per fermare chi si pone fuori dal contesto legale dell'Onu. Il terrorismo e la guerra (che è una forma di terrorismo su vasta scala) si contrastano con strumenti altrettan-to forti, ma con spinta contraria. Siamo anche noi dentro il conflitto, e lo dobbiamo affrontare con soluzioni opposte a quelle perseguite fino-ra. L'alternativa oggi è secca: nonvio-lenza o barbarie.

Movimento Nonviolento

Ed eccola qui la Ed eccola qui la guerraguerra

Continua dalla prima pagina Ninna nanna, nanna ninna, er pupetto vò la zinna: dormi, dormi, cocco bello, sennò chiamo Farfarello Farfarello e Gujermone che se mette a pecorone, Gujermone e Ceccopeppe che se regge co le zeppe, co le zeppe d'un impero mezzo giallo e mezzo nero. Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno fra le spade e li fucili de li popoli civili. Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna; che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro. Chè quer covo d'assassini che c'insanguina la terra sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini che prepara le risorse pe li ladri de le Borse. Fa la ninna, cocco bello, finchè dura sto macello: fa la ninna, ché domani rivedremo li sovrani che se scambieno la stima boni amichi come prima. So cuggini e fra parenti nun se fanno comprimenti: torneranno più cordiali li rapporti personali. E riuniti fra de loro senza l'ombra d'un rimorso, ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone!

Trilussa (1914)

LA NINNA NANNA LA NINNA NANNA DE LA GUERRA DE LA GUERRA

5 IL PATRIOTA

Page 6: Il Patriota Dicembre 2015

Due immagini hanno catturato l'attenzione e mosso a commozione il mondo intero: quella di Aylan sulle braccia di un poliziotto turco, dopo essere stato rac-colto sulla spiaggia di Bodrum, dove era stato depo-sto dalle onde del mare nel quale era annegato, e quella della moltitudine di donne e uomini a piedi, lungo un'autostrada ungherese in direzione dell'Au-stria, alla ricerca di un paese più disponibile ad acco-glierli.

Queste immagini raccontano come le persone che lasciano i loro paesi, a costo di enormi sacrifici, siano disposte a rischiare anche la morte, per approdare a località che possono dar loro speranza di futuro e quanto, perciò, questo fenomeno sia irreversibile e, per certi aspetti, incontenibile. Solo una attenta e progettuale azione di governo dei flussi di immigrazione, attraverso accordi da ricercare faticosamente tra i Paesi Europei, e poi con i Paesi di provenienza degli immigrati, può far intravedere una soluzione del problema. Le ricette facili, basate su espulsioni di massa o blocchi militari delle frontiere, non portano a niente, come dimostra la realtà che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno. E' legittimo gridare all'invasione, come fanno anche i razzisti di casa nostra? I dati Eurostat, pubblicati durante l'anno trascorso, dicono che al 1° gennaio 2014 (ultimo dato disponibi-le) gli stranieri in Italia sono pari al 8,1% della popo-lazione. Di questi, circa 3.500.000 sono extracomuni-tari, 1.500.000 sono di provenienza comunitaria. Altri paesi, in Europa, vedono una presenza pari all’11,8% della popolazione in Austria, 11,2 in Belgio, 10,9% in Spagna, 9,4% in Germania. L'Italia è collocata nella parte inferiore di questa “classifica”. Gli immigrati che raggiungono l'Europa vengono prevalentemente da Paesi con guerre in corso, o con regimi dittatoriali che praticano torture, carcerazioni arbitrarie, sparizioni o assassini di Stato, o con insta-bilità interna ai limiti della guerra civile, presenza di gruppi islamisti violenti, povertà estrema. Questi Paesi si chiamano Siria, Afghanistan, Eritrea, Nige-ria, Somalia, oppure Sudan, Gambia, Senegal, Gha-na, Mali. Dove vanno, o si fermano, coloro che par-tono da questi Paesi, spesso coinvolti in guerre che abbiamo avviato, o lasciato scoppiare noi, occidentali e/o europei? Se guardiamo alla Siria, la situazione più evidente, vediamo che il Paese è sconvolto da quattro anni di guerra civile da cui, semplicemente, la gente scappa. Dall’inizio del conflitto nel 2011 sono morte più di 200 mila persone, e 11 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case. Di queste, circa 7 milioni si trovano ancora in Siria, mentre 4 milioni hanno lasciato il paese. La grande maggioranza di questi esuli si trova in Turchia (2 milioni di persone), Libano (1 milione) e Giordania (600 mila). Gli altri sono sparsi tra Iraq ed Egitto, oppure sono in viaggio per l’Europa. L’Italia e l’Europa sono dunque ben lontane da uno scenario di invasione. Certo i mutamenti nella com-posizione sociale ed etnica ci sono, e sono davvero veloci. In venti anni la presenza di persone straniere sul suolo europeo si è moltiplicata.

L'Europa, nel corso del 2015, a fronte dell'arrivo di centinaia di migliaia di profughi, ha dimostrato il suo volto migliore e quello peggiore. Da un lato le donne e uomini che si sono organizzati spontaneamente, in particolare in Germania, grazie al coraggioso approc-cio del governo di quel paese, per accogliere e dare prima assistenza a coloro che arrivavano, e tutte/i coloro che in Italia affrontano l'emergenza degli arrivi dei barconi anche in assenza dello Stato. Dall'altro i Governi di quei paesi che, dimostrando il volto peg-giore dell'Europa, hanno eretto muri o steso filo spi-nato. Alimentando così gli spiriti xenofobi e razzisti e le forze che li amplificano, che in Paesi come Unghe-ria e Polonia condividono responsabilità di governo. Quando l'Europa chiederà a queste nazioni di rende-re conto dei loro comportamenti? L’Europa tradirebbe se stessa, i propri valori, i postulati etici su cui è nata se non riuscisse ad individuare una strategia unitaria di accoglienza isolando le componenti politiche di ispirazione xenofoba e convincendo i governi di tutti i paesi a varare e realizzare politiche di solidarietà. Per quanto riguarda noi italiani, e in particolare noi militanti Anpi, non possiamo dimenticare che la no-stra Costituzione all'art. 10 stabilisce che “Lo stranie-ro, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici”. La stragrande maggioranza di coloro che approdano alle nostre coste, come abbiamo visto, provengono da zone di guerra, da luoghi nei quali le libertà fonda-mentali sono conculcate o da realtà dove non sono garantite condizioni di vita minimamente dignitose. E' inaccettabile la divisione tra profughi di guerra, che andrebbero accolti, e profughi per ragioni economi-che, che andrebbero respinti. La voce autorevole del Papa ci ricorda frequentemente che l’ingiustizia so-ciale ed economica odierna è paragonabile ad una guerra. L’Italia è impegnata in vari fronti di guerra, e continua ad acquistare armi micidiali, ultimi i missili da collocare sui droni (compresi quelli cosiddetti intelligenti, che vanno dritti a bersaglio; spesso, poi, ci dicono che il bersaglio è composto soprattutto da donne, bambini, vecchi, che tutto facevano fuorché combattere, ma questi li chiamano danni o effetti collaterali). E così si viola l'art. 11 della Costituzione. Colpisce l’incapacità, in particolare di buona parte della nostra classe politica, di comprendere ciò che sta accadendo, e cioè l’inevitabilità e irreversibilità del fenomeno migratorio. Non possiamo illuderci di poter continuare ad esportare la guerra e pensare che coloro che ne sono vittime non cerchino di scap-pare, per tentare di approdare a lidi più sicuri, cer-cando un futuro. Dovrebbe essere superfluo ricorda-re che partire dalla propria terra e dai propri cari è fonte di profonda sofferenza. E non possiamo pensare di continuare a depredare i Paesi del Sud del mondo pretendendo che coloro che li abitano accettino passivamente, se ne stiano buoni in condizioni di sfruttamento e poi magari cacciarli quando arrivano. Se non capiremo che l’unica via per affrontare la situazione che abbiamo di fronte è quella dell’organizzazione dell’accoglienza di queste persone, rischiamo di andare incontro a pe-riodi bui, per noi stessi, prima ancora che per gli “altri”. E le modalità di accoglienza e ospitalità le dovremo concordare con gli altri Paesi europei, che dovranno aprirsi, anziché alzare muri o stendere filo spinato, per rispondere positivamente ad un prezioso lascito della Resistenza italiana, il Manifesto di Ven-totene, dal quale ha tratto ispirazione l'idea di unità europea. Queste idee, ricordiamolo, nascevano su un'isola dove erano stati inviati al confino (non in vacanza, come disse uno tra i personaggi politici più squalificati che l'Italia abbia avuto nella sua storia) i maggiori protagonisti dell'antifascismo pre-resistenziale. L’orizzonte entro cui doverosamente muoversi è

costituito dalla creazione di una società multietnica, multiculturale e multireligiosa in cui i migranti non siano considerati come un problema di ordine pubbli-co, bensì come una fondamentale risorsa di arricchi-mento culturale e di crescita comunitaria e anche di sostegno occupazionale (spesso gli stranieri extraco-munitari svolgono mansioni che gli italiani rifiutano) e di supporto alla tenuta degli equilibri del sistema previdenziale. L’Italia, ma oseremmo dire l’Europa tutta, sono chia-mate a creare nuovi paradigmi di integrazione degli extracomunitari poiché risultano falliti o inadeguati i modelli tradizionali - quello “assimilazionista” perché non tutela adeguatamente le differenze, quello della “fusione” perché rischia di impedire la “contaminazione” tra culture, quello “funzionalista” perchè non prevede una integrazione definitiva e quello c.d. “multiculturalista” perché deprime il dialo-go. Pluralismo e scambio culturale debbono essere invece i capisaldi di un nuovo approccio capace di garantire nel contempo rispetto delle culture, comuni-cazione reciproca incessante e riconoscimento di tutti i valori comuni. Naturalmente al dovere morale dell’accoglienza da parte dei Paesi ricchi va accom-pagnato il dovere da parte dei migranti di rispettare le regole etiche dei Paesi ospitanti e le leggi di civiltà che hanno reso grande l’Europa nata dalla Rivoluzio-ne francese. Tra queste regole quella della laicità dello Stato, della parità di genere e dei diritti di libertà delle donne (come ha ricordato recentemente Lucia Annunziata con un contributo di grande spessore e verità), del pluralismo politico, culturale e religioso, emergono come ineludibili se si vuole evitare una deriva senza fine nella spirale razzismo/violazione dei diritti/razzismo. In tale contesto le strategie di accoglienza debbono imperniarsi anche su percorsi educativi che, pur nel rispetto delle specificità cultu-rali di chi approda nel nostro Paese, aiutino chi arriva a capire, interiorizzare e praticare valori e principi che sono sanciti dalla Carta Universale dei diritti dell’uomo e dalla Costituzione repubblicana e transi-tati in atti legislativi che tutti, senza eccezione alcuna, debbono rispettare. Per concludere, richiamiamo le considerazioni finali di un articolo scritto dal presidente nazionale dell'An-pi, Carlo Smuraglia, dopo gli attentati di Parigi del 13 dicembre. Dopo aver ricordato ciò che l'Europa do-vrebbe fare per respingere i possibili nuovi attacchi terroristici, conclude scrivendo: “Al di là di questo, che corrisponde a razionalità e perfino a ragioni umanitarie (oltre a quelle di sicurez-za), non c’è alcuna ragione per opporre barriere a tanta gente che fugge proprio da violenza, terrori-smo, fondamentalismi e guerra. Chi specula su que-sto dimostra, ancora una volta, il suo vero volto che è solo sempre quello del razzista; e come tale va trat-tato. E il razzismo, come è noto, è - assai spesso – anche l’anticamera del fascismo. Bisogna risponde-re, dunque, anche con un lavoro di grande informa-zione e di formazione culturale, per impedire che certe idee, spesso non spontanee ma incrementate e diffuse ad arte, attecchiscano, sulla scia dell’orrore e della paura. Anche sotto questo profilo, ci incombe il dovere della chiarezza. Il nostro ruolo, quello di una Associazione che si basa sui valori fondanti della nostra Repubblica, è quello di pretendere, con forza, che si faccia tutto quanto necessario per garantire la sicurezza dei cittadini, senza cedere di un millimetro di fronte alle intimidazioni ed agli assalti; rendendo evidente, nel contempo, che occorre anche la collaborazione e l’impegno fattivo di tutti, cittadine e cittadini e c’è anche – e va sottolineato con forza – il dovere di respingere, con altrettanta forza, i tentativi di chi pensa di approfittare di una drammatica “guerra mondiale”, del tutto innovativa rispetto alle preceden-ti, per realizzare i loschi obiettivi che sono tipici del peggior razzismo.”

Danilo Andriollo Gigi Poletto

MIGRANTI: IL DOVERE DELL’ACCOGLIENZA

Continua dalla prima pagi-

6 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

Page 7: Il Patriota Dicembre 2015

Il tema del confronto tra Costituzioni imposte e Co-stituzioni libere, unito a quello della continuità tra Resistenza e Costituzione italiana è stato al centro della conferenza tenuta dal prof. Lucio Pegoraro il 9 ottobre in Sala Stucchi con il patrocinio del Comune. Lucio Pegoraro, costituzionalista, docente di diritto pubblico comparato all’Università di Bologna, confe-renziere nei paesi latinoamericani dove gli sono state conferite tre lauree h.c., nella prima parte del suo intervento ha descritto le costituzioni eterodirette,

Organizzata dall’Associazione Nuova Sinistra e dalla Fondazione Nordera Busetto si è svolta nel Parco delle Fornaci a Vicenza dal 28 al 31 agosto una “tre giorni” di dibattiti e musica, conditi con buon cibo e amicizia. Un festival fatto apposta per costituire un ponte fra generazioni e impostazioni diverse, tutte accomunate dalla volontà di rendere la nostra socie-tà più giusta, solidale e libera. In quei tre giorni, il Parco delle Fornaci si è riempito di vita. Molti i personaggi che hanno tenuto conferenze, presentato libri e condotto incontri. L’ANPI Vicentina ha partecipato a questo evento esponendo vario materiale informativo e con la presenza attiva di molti militanti.

VICENZAVICENZA

La Sezione ANPI della città, da un po’ di tempo a questa parte, conta su un gruppo di persone pre-parate, disponibili, piene di valori, di entusiasmo e di inventiva che ha dato vita nel 2015 ad una serie di iniziative di notevole spessore culturale e formativo, di valore anche provinciale. Ne dia-mo conto volentieri sia per valorizzare il loro lavoro sia per ringraziare tutte le amiche e com-pagne e gli amici e compagni che si sono impe-gnati.

1° SETTANTA BEN PORTATI

2° LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE

E LE SUE CONSEGUENZE

Si è trattato di una conferenza spettacolo sulla guerra civile e sulla Resistenza tenuta dal prof. EMILIO FRANZINA accompagnato dal complesso musicale Hotel Rif. Prendendo spunto dal 70° anniversario della fine del secondo conflitto mondiale in Italia, ne è scaturito un racconto (anche) in musica della storia delle donne e degli uomini che posero allora le basi per la rinascita di un intero Paese e per la fondazione della democrazia repubblicana in Italia, descritta nella Costituzione. Sala strapiena, pubblico attento, spettacolo eccellen-te! Un modo nuovo per festeggiare il 25 Aprile.

Circa un mese dopo, il 21 maggio 2015, nella presti-giosa Sala Stucchi di Palazzo Trissino in Vicenza è stata chiamata la prof.ssa LORENZA CARLASSARE, esimia costituzionalista, per illustrare e commentare la riforma costituzionale in corso. E’ stata un’occasione per i moltissimi partecipanti all’incontro di approfondire le proprie conoscenze su questo tema di grande at-tualità, aiutati dalla grande competenza, dalla disponi-bilità e dall’affabilità della relatrice.

3° Organizzazione di uno stand

presso FESTAMBIENTE

Alcuni degli amici e compagni dell’ANPI cittadina riuniti per una “pizzata” in amicizia

Al Parco Retrone, durante il tradizionale appuntamen-to di Festambiente, è stato installato uno stand per pubblicizzare i valori dell’ANPI, il suo ruolo nella socie-tà italiana attraverso la presenza di militanti e la divul-gazione di materiale illustrativo. Nei giorni di martedì 23 e domenica 28 giugno 2015 si sono alternati vari volontari che hanno fatto un ottimo lavoro.

4° Partecipazione attiva all’evento:

FORNACI ROSSE

Alcuni momenti dell’evento: FORNACI ROSSE 1. Il banchetto dell’ANPI 2. Emilio Franzina intervistato da Luigi Poletto dell’ANPI su “70 anni dalla Liberazione: la Costituzio-ne inapplicata” 3. Flavio Zanonato tratta il tema scottante del TTIP, il futuro possibile accordo tra USA ed Europa per il libero scambio. 4. Stefano Fassina, Arturo Scotto, Franco Bartolomei discutono:”Quale sinistra per l’Italia?” 5. Pippo Civati intervistato dal direttore de “Il Giorna-le di Vicenza”

55° NATA LIBERA :

I valori della Resistenza nelle lettere dei condannati a morte

e la Costituzione

Sopra: il prof. Lucio Pegoraro. Accanto: un gruppo teatrale di bravissimi studenti apre il convegno leggendo alcune lettere di condannati a morte della Resistenza. Al centro: Sala Stucchi di Palazzo Trissino gremita il 9 ottobre 2015. Nel riquadro: Pio Serafin introduce l’incontro con il prof. Pegoraro.

ovvero imposte da fuori - anche con ricatti economici oltre che militari - come fu il caso di quella giapponese o di quelle dei paesi dell’ex patto di Varsavia o ancora delle Costituzioni latinoamericane fino agli anni ‘90, e la natura delle Costituzioni nate libere come quella italiana. Nella seconda parte della conferenza, Lucio Pegoraro - figlio della partigiana Nora Candia, tra le figure più rappresentative della Resistenza cattolica femminile vicentina - ha affrontato il tema della continuità tra Resistenza e Costituzione ovvero le "basi resistenziali dell'odierno diritto costituzionale e le radici costituzio-nalistiche della Resistenza" in una rilettura della carta costituzionale attraverso le “Lettere dei condannati a morte”.

Come ha ricordato Pio Serafin che ha introdotto l’intervento di Pegorato, fu in un convegno del 1975, in occasione del trentennale della Libera-zione, che Enrico Opocher, in modo del tutto originale, affrontò il tema della giustizia come di un valore peculiare della Resistenza individuando fuori da ogni retorica le fonti dell’ideale di giusti-zia della Resistenza nelle lettere dei condannati a morte. “Di fronte alla morte non si mente -sostenne Opo-cher- e dalle parole ora fierissime ora dolenti di tante giovani vite perdute, emerge in tutta la sua

autenticità l’appello alla giustizia della Resi-stenza”. Per Opocher le “Lettere” costituiscono un “documento certo frammentario, ma ricco di una rappresentatività veramente incomparabile, giacché proprio da esso emerge in tutto il suo valore il carattere spontaneo e peculiare dell’ideologia della Resistenza”. Da queste osservazioni è partito Pegoraro per rilevare che “tra le tante lettere delle tantissime e

tantissimi fucilati o impiccati o altri-menti ammazzati dai nazisti e dai fascisti, non poche permettono di farsi un’idea di cosa c’era dietro l’idea di un ordine nuovo e, in Italia, di una futura Costituzione, che tali idee avrebbe recepito e sintetizzato”. Per Pegoraro infatti c’è un indissolu-bile legame tra le visioni e le motiva-zioni personali, quali affiorano nelle “Lettere” e l’ispirazione delle scelte costituenti.

7 IL PATRIOTA

Page 8: Il Patriota Dicembre 2015

ad un passo dalla fine. In realtà la Liberazione arrivò 20 mesi dopo. Questo pezzo di storia è stato rivissuto sabato 25 luglio 2015 in Campo Marzo a Vicenza, in contemporanea a circa un centinaio di altre città italiane tra cui Schio. L’iniziativa promossa dallo SPI-CGIL di Vi-cenza, sostenuta dall’ANPI di Vicenza, dall’ISTREVI e dal Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia) si è svolta con il Patrocinio del Comune di Vicenza. Quest'anno il tema su cui si è imperniata la festa è stato: “Il ruolo dei lavoratori e del movimento operaio nella Resistenza” un tema che è stato svolto in una tavola rotonda , animata dal Segretario

VICENZAVICENZA

Il 25 luglio 1943, la famiglia Cervi, assieme ad altre, per festeggiare la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini, offrì agli abitanti del paese maccheroni conditi con burro e for-maggio. Pensavano che la guerra fosse ormai

Generale dello SPI vicentino Igino Canale, che ha visto la partecipazione di Rita Tura-ti (Segretaria Generale Spi Cgil Veneto), Car-lo Ghezzi (Presidente della Fondazione Giu-seppe Di Vittorio) e Carla Poncina (Direttrice ISTREVI)[foto1]. Gli interventi sono stati molto pregnanti ed apprezzati. I numerosi partecipanti [foto 2] hanno mostrato di sentire e di condividere l'argomento, soprattutto per la sua attualità. Infatti c'è ancora e più che mai bisogno di riscoprire nel lavoro e nei diritti il fondamen-to della dignità umana e della libertà da ogni fascismo passato e presente: essere "anti-fascisti" oggi non è solo un'esigenza per resi-stere ad un sistema che impone regole sempre più rigide, ma anche per contrastare l'avanzata di movimenti neofascisti e neonazisti troppo tollerati e, in certi casi, addirittura sostenuti. Dalle 19 è stata servita gratuitamente la pasta-sciutta, sono state contate più di mille porzio-ni [foto 3]: rispetto alla ricetta originale con burro e formaggio, la pastasciutta è stata rossa per ricordare ancora di più il sacrificio di tutti gli uomini e le donne che sono caduti per la libertà e il riscatto della nostra Patria. In chiusura, alle ore 21 si è svolta la conferenza/spettacolo “questo è il fiore del partigiano” - la memoria della Resisten-za nella musica italiana dal 1945 al 2010 - con le parole di Claudio Silingardi e la musi-ca dell’Ensemble Banda Libera.

PASTASCIUTTAPASTASCIUTTA ANTIFASCISTAANTIFASCISTA

Dalla parte Dalla parte giustagiusta

Film documentario Storie di

partigiane vicentine

Lunedì 9 novembre 2015 in Sala Stucchi a Vicenza è stato presentato il film documenta-rio, realizzato da rEsistenze, Istrevi, ANPI e altre Associazioni per il 70° della Liberazione dal titolo "Dalla parte giusta". Il film si basa sulle testimonianze di 8 partigiane e di docu-menti provenienti da archivi vicentini pubblici e privati. Attraverso i racconti delle protagoniste pos-siamo conoscere le motivazioni che le spinse-ro alla scelta, i sentimenti e le speranze che le animarono, il dolore per le violenze subite, ma anche la volontà oggi di riaffermare i valo-ri di libertà e democrazia e trasmettere la me-moria. Sono intervenute Isabella Sala, assessore Comune di Vicenza, Carla Poncina, Istrevi, Maria Teresa Sega, di rEsistenze, Manuela Pellarin, regista del film, Sonia Residori, storica, con il coordinamento di Maria Pia Mainardi. Erano presenti due delle donne protagoniste Teresa Peghin e Noemi Pia-negonda. Il film sarà a breve a disposizione del pubblico.

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martedì 3 novembre 2015 L’Europa alla fine della seconda guerra mondiale: un “continente selvaggio”? Simona Colarizi - Università di Roma

lunedì 14 dicembre 2015 Costruire il dopoguerra: Bretton Woods, 1944. Giovanni Favero - Università di Venezia

giovedì 21 gennaio 2016 Le grandi migrazioni europee nell’immediato dopoguerra. Emilio Franzina - Università di Verona

giovedì 4 febbraio 2016 Tra due millenni: nuove guerre, nuove migrazioni, nuove ineguaglianze. Giovanni Gozzini - Università di Pisa

martedì 23 febbraio 2016 Dal piano Marshall al “miracolo economico”, la rinascita dell’Italia. Carlo Fumian - Università di Padova

giovedì 10 marzo 2016 Le radici culturali dell’antieuropeismo Guido Panvini - Università della Tuscia

venerdì 29 aprile 2016 La nostra guerra civile : processare la “zona Grigia”? Carlo Greppi - dott. di ricerca Univ.Torino

giovedì 12 maggio 2016 L’eredità della Resistenza, tra memoria e oblio Santo Peli - Università di Padova

Lezioni di Storia VI ciclo, a.s. 2015-2016

L’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea “E. Gallo” di Vicenza con la collabo-razione del Liceo “Quadri”di Vicenza e di ANPI, AVL, SPI-CGIL Vicenza ha organizzato il 6° ciclo di lezioni di storia, proposto ai docenti e agli studenti delle classi quinte delle Scuole Superiori della città e della provincia, ma è aperto al pubblico e si svolge nelle date sotto indicate presso il

LICEO QUADRI dalle ore 11 alle ore 13

Lo scopo è di approfondire la conoscenza di alcuni importanti aspetti della storia europea e italia-na negli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale. L’Europa appa-riva allora “un continente selvaggio”, incendiato e distrutto, che “quegli” europei hanno tuttavia saputo ricostruire materialmente e spiritualmente, avviando un lungo percorso per l’affermazione di valori democratici, di giustizia e libertà. Questo in calendario:

8 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

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te collaborato con l’Amministrazione co-munale per la realizzazione del totem illu-strativo dei fatti dell’Eccidio del Grappa, collocato in viale dei Martiri presso la lapi-de di Torre delle Grazie e inaugurato sa-bato 26 settembre 2015 in occasione della Commemorazione del 71° anniversario dell’Eccidio del Grappa. Il pannello, realiz-zato con una tecnologia innovativa [ …]è stato collocato sul sito per raccontare a bassanesi e turisti quella drammatica pagina di storia attra-verso un sistema luminoso di nuova concezio-ne. Il testo, in italiano, inglese e tedesco, che riporta in sintesi i fatti del Massacro del Grap-pa (20-29 settembre 1944), è stato composto dalla prof.ssa Sonia Residori, storica della Re-sistenza e componente del Comitato scientifi-co dell’ISTREVI. […] Di giorno è possibile visualizzare il testo che ripercorre i fatti storici, mentre di sera, grazie ad un sofisticato gioco di luci, sullo schermo del totem compaiono in sequenza i nomi dei 31 impiccati e dei 17 fuci-lati nel tragico Eccidio del 26 settembre 1944. […]

In occasione del 71° anniversario dell’Eccidio del Grappa (26 settembre 2015), le Associazioni A.N.P.I., A.V.L. e 26 settembre hanno promosso alcuni eventi, nell’ambito di un calendario arricchito quest’anno anche dalla preziosa collaborazio-ne con l’Associazione Sotto i Cieli del Mondo. Il programma ha preso avvio sabato 12 set-tembre 2015 con il concerto del cantautore Stefano Cisco Bellotti presso il Cortile dell’Ortazzo al Castello degli Ezzelini: una proposta musicale rivolta in particolare ai gio-vani ed organizzata dall’Associazione Sotto i Cieli del Mondo, con il patrocinio della Città di Bassano - Assessorato alle Politiche dell'In-fanzia, Giovani generazioni e Sport. Poi, giovedì 24 settembre 2015 (71° anniver-sario dell’uccisione dei 17 fucilati di Caserma Reatto ora Montegrappa) ha preso avvio pro-prio dalla Caserma Monte-grappa l’ormai tradizionale Fiaccolata della Memoria: durante il percorso, si è fatto tappa nei luoghi della Me-moria con narrazione degli eventi storici e lettura di testimonianze. La fiaccolata si è conclusa presso la lapide di viale dei Martiri e ha visto la partecipazione di diversi giovani […]. Ulteriormente, venerdì 25 settembre 2015, presso la Sala Chilesotti del Museo Civico, si è svolta una conferenza del prof. Francesco Tessarolo, con presentazione del libro, dal titolo “1945. La pietra sopra. La Città del Grappa nell’anno del passaggio dalla guerra alla pace”. La conferenza si è inserita nella rassegna “Venerdì: Storia. Percorsi sul filo della memo-

BASSANO DEL GBASSANO DEL GRAPPARAPPA

Dalla relazione conclusiva dell’anno 2015 tenuta da Borsato Gianandrea alla riunione della Sezione ANPI di Bassano l’11 dicembre 2015. Lusinghiero è stato il risultato del tessera-mento, che si è consolidato ai medesimi livelli dell’anno 2014, con un incremento della platea dei soci giovani under 30, che fa ben sperare e che impegna per i prossimi anni la Sezione a coinvolgere sempre più i giovani al proprio interno e nelle proprie iniziative. Venerdì 1 maggio 2015 a S. Michele di Bassa-no del Grappa si è svolta l’annuale comme-morazione dell’Eccidio di S. Michele, per-petrato nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1945, nel quale furono trucidati i partigiani Leone Mocellin, Tullio Campana e Antonio Todesco. La cerimonia, che vede ogni anno la presenza del Sindaco di Bassano, è organizzata in colla-borazione con l’A.N.C.R. – Sezione di Bassa-no, con il Gruppo Alpini di S. Michele e con il Consiglio di Quartiere S. Michele. Quest’anno, grazie all’opera gratuita dell’I.O.F. F.lli Moro di Bassano, alla quale va il nostro più sentito ringraziamento, è stato possibile inte-grare la storica lapide commemorativa con la foto dei tre partigiani trucidati e con la data di nascita di Antonio Todesco, che mancava. Proprio sulla vicenda di Antonio Todesco, il gruppo di ricerca storica ha sviluppato, d’intesa con il fratello di Antonio, Gianfranco Todesco (da poco mancato), un’intensa atti-vità di approfondimento storico: la famiglia

ha messo a disposizione della nostra Sezione due importanti documenti che abbiamo potuto visionare di recente, ossia un diario del 1942 (un anno di vita militare) e un memoriale scritto nel febbraio del 1946 dalla madre di Anto-

nio, Teresa Rossi. L’intensa e preziosa attività di ricerca storica svolta dai nostri soci Gianni Bizzotto e Gianfranco Alban, che ringraziamo vivamente, ha avuto primi riscontri pubblici nella pubblicazione sul quindicinale “L’Altopiano” in data 29 agosto 2015 di un articolo dal titolo “La versione di Teresa, madre di Antonio Todesco, sul sequestro dell’ostetrica di Ene-go Maria Frison” (*), oltre che nell’iniziativa formativa e divulgativa a Carpanè di S. Nazario dello scorso 20 novembre. In questi mesi il gruppo di ricerca storica, in collaborazione con la Sezione A.N.P.I. Valbrenta, si è anche impe-gnato nell’attività di catalogazione informati-ca del materiale documentario presente nell’archivio privato di Ferruccio Smaniotto a S. Nazario. Nei mesi primaverili, la nostra Sezione ha partecipato anche alla pubblicazione del numero di maggio 2015 dell’Illustre Bassa-nese dal titolo “ROMEO BERTIN Martire della Libertà”. Il saggio […] ripercorre la vicenda di un giovane bassanese di stanza nella Caserma della Guardia di Frontiera di Tarvisio, che dopo l’8 settembre 1943 fu internato nel campo di concentramento di Fallingbostel (Bassa Sassonia) e ivi perse la vita il 17 maggio 1944, all’età di 24 anni. Nei mesi estivi, la nostra Sezione, in siner-gia con l’A.V.L “Agro Bassanese” e con l’Associazione 26 settembre, ha attivamen-

ria”: si tratta di due cicli annuali di qualificate conferenze sulla storia del Novecento, orga-nizzate dal Museo Biblioteca Archivio di Bas-sano con l’attivo supporto e contributo di proposte delle nostre Associazioni A.N.P.I., A.V.L. e 26 settembre, oltre che di altre asso-ciazioni culturali cittadine. La rassegna, nella quale ci è dato ampio spazio propositivo, sta diventando sempre più uno strumento di di-vulgazione storica e culturale di qualità in Città e agli incontri partecipano sovente anche gio-vani studenti delle Scuole superiori. Sabato 26 settembre 2015 ha avuto luogo l’annuale Commemorazione del 71° anniversario dell’Eccidio del Grappa, quest’anno con l’orazione ufficiale affidata alla prof.ssa suor Albarosa Ines Bassani, storica e acca-demica olimpica, che ha sviluppato l’interessante tema della partecipazione delle religiose vicentine (con particolare riferimento alla Congregazione delle Dorotee) alla Resi-stenza. Durante la cerimonia ha avuto luogo anche l’inaugurazione del nuovo totem illu-strativo, di cui si è parlato sopra. Un suggestivo aggancio con il mondo dello sport è rappresentato dalla nostra partecipa-zione al Trofeo ciclistico “Martiri del Grap-pa”, che quest’anno è giunto alla sua 31^ edi-zione e ha avuto luogo domenica 20 settembre 2015. […] La nostra Sezione conferisce, in occasione della premiazione, una targa, con motivazione, destinata alla società con i mi-gliori piazzamenti tra i primi dieci. Una tappa altamente significativa per lo svi-luppo della futura attività storica e culturale e per cementare i rapporti tra le Associazioni è stata raggiunta durante il mese di ottobre 2015, con l’insediamento del Comitato scientifico costituito tra le Associazioni A.N.P.I., A.V.L. e 26 settembre per la Sto-ria della Resistenza nel Bassanese[…] Il Comitato, che ha carattere interassociativo, nasce come tavolo di lavoro, di confronto e di elaborazione di proposte culturali e si configu-ra come strumento di supporto all’attività con-divisa delle tre Associazioni A.N.P.I., A.V.L. e 26 settembre […] In questi mesi, con il supporto di Delizia Ca-trini e con la collaborazione di alcuni inse-gnanti soci A.N.P.I. […] ha preso avvio anche un Gruppo di lavoro per la presentazione di proposte didattiche alle Scuole: il gruppo si sta occupando di predisporre progetti di approfondimento della storia della Resistenza e del Novecento da proporre in maniera diver-sificata alle Scuole di ogni ordine e grado della Città e del Comprensorio.[…]

(*) L’ANPI provinciale si farà carico di divulgare il risultato delle ricerche su Antonio Todesco non appena ultimate.

Sabato 26 settembre 2015 - Viale dei Martiri Inaugurazione del nuovo “totem”

Antonio Todesco

Bassano del Grappa, 26 settembre 2015 Un momento della commemorazione del 71° anniversario dell’Eccidio del Grappa. Nel riquadro: la Prof.ssa Suor Albarosa Ines Bassani, oratrice ufficiale, con la storica Dott.ssa Sonia Residori

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In occasione delle celebrazioni del 70° dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e della Liberazione dal nazifascismo, l'ANPI sezio-ne di Thiene -Amici della Resistenza ha fatto dono alle Istituzioni scolastiche del territorio e ai CFP di una raccolta di alcu-ni film, in DVD, che potranno essere uti-lizzati per meglio sviluppare le unità didat-tiche relative alla storia del Novecento. Alle scuole fin da maggio era stata offerta la possibilità di scelta di 4 film fra sette titoli. Ecco i titoli proposti: Achtung! Ban-diti!, Allarmi Siam Fascisti, I Piccoli Maestri, I Sette Fratelli Cervi, Paisà, Roma Città Aperta, Terre Rosse. Il dono è stato possibile grazie al contributo generoso della Banca San Giorgio Quinto Valle Agno e, per il film Terre Rosse, a Den-nis Dellai, autore del film, che ha messo a di-sposizione le copie. Un grazie anche alla ditta Euronewpack di Thiene per la fornitura dei contenitori. Le scuole a cui è stato consegnato il cofanetto: scuole medie di Arsiero, Breganze, Carrè, Co-gollo del Cengio, Fara Vicentino, Lugo di Vi-cenza, Lusiana, Marano Vicentino, Montec-chio Precalcino, Piovene Rocchette, Sarcedo, Thiene (ex Bassani, ex Ferrarin, San Gaetano, Ist. Santa Dorotea), Valdastico, Villaverla, Zanè, Zugliano e CFP San Gaetano e Saugo di Thiene

Dal 12 al 22 settembre 2015, in occasione del 70° della liberazione, a Thiene, presso il padi-glione fieristico di via Vanzetti, è stato possibi-le visitare una mostra dal titolo “Il Thienese dall’occupazione tedesca alla Liberazione: esposizione storico-fotografica dall’archi-vio comunale e da fondi privati”. Molti visitatori alla fine della visita alla mostra, hanno espresso un certo disappunto per non aver avuto più tempo a disposizione per esa-minare la gran quantità di documenti e foto esposti! In effetti 10 giorni di esposizione si sono rivelati pochi, soprattutto per le scuole, che ad inizio anno scolastico, con orari ancora provvisori, hanno faticato ad inserire fra le attività dei primi giorni, anche una visita alla

mostra. Ciononostante, ben 36 classi e circa 750 stu-denti hanno potuto esaminare documenti e ascoltare le informazioni fornite da inse-gnanti ed esperti messisi a disposizione per l’occasione. Un risultato positivo anche per l’interesse manifestato da studenti e studen-tesse, dalla terza media alla quinta superiore. Questi i numeri di classi, per ordine di scuo-la:

14 le classi di terza media statali e paritarie di Thiene, Lugo di Vi-cenza e Fara Vicentino; 3 le classi di CFP (centro di for-mazione professionale); 19 le classi degli istituti superiori Anche la gente comune ha rispo-sto con un certo interesse, soprat-tutto in occasione dei due fine settimana, con circa 500 visitatori. Questo il comitato d’onore della mostra formato da: Mary Arnaldi, Attilio Crestani “Tilietto”, l’on. Lino Fornale, Maria Nicolussi Pretto, Teresa Ranzolin Chilesotti, Lina Tridenti

Ormai da alcuni anni sui due versanti del tor-rente Astico, e precisamente sul monte Paù e in val Barbarena a Tonezza del Cimone, a di-stanza di poche settimane, si ricordano due momenti fondamentali della missione Alleata Ruina Fluvius; in agosto a Bocchetta Paù quando fu paracadutata nella notte fra il 12 e il 13 agosto 1944 e a Tonezza del Cimone ad inizio settembre l’uccisione da parte dei nazi-fascisti del suo comandante il maggiore britan-nico J.P. Wilkinson, caduto l’8 marzo 1945. La commemorazione a settembre è legata alla posa della lapide a cura di ANPI e AVL pro-vinciali, avvenuta il 4 settembre 2010, che ricorda il tragico evento. Il 12 agosto 2012 fece seguito la posa di una targa a Bocchetta Paù a cura del Comune di Caltrano e dell’associazione Combattenti e Reduci con la collaborazione di ANPI e AVL della zona di Thiene. Si tratta di due momenti, che ogni anno ven-gono ricordati con semplici, ma sentite com-memorazioni. A Bocchetta Paù l’oratore prof. Liverio Carol-lo ha posto la vittoria delle democrazie euro-pee sul nazifascismo alla base del processo di unificazione dell’Europa, che deve procedere più spedito, mentre a Tonezza del Cimone il prof. Ferdinando Offelli ha posto al centro del suo discorso, alla presenza di una folta rappre-sentanza di nipoti del maggiore britannico, le vicende che portarono alla sua uccisione ad appena 7 mesi dal suo arrivo in Italia. Ad entrambe le commemorazione ha presen-ziato il console onorario britannico per il Ve-neto e Venezia Ivor Coward che a Bocchetta Paù ha portato il saluto del nipote di Freccia Giles Summerhays: “A nome di John e della sua famiglia vorrei rin-graziare tutti voi per essere qui a ricordare John in questo giorno. Non ho conosciuto John, e purtrop-po la sua cara sorella (mia madre) è morta in di-cembre. Io so da mia madre che era un uomo so-brio e modesto che non cercava la fama o la fortu-na e sarebbe stato sorpreso nel sapere che è ancora ricordato dopo tutto questo tempo. Tuttavia, sono sicuro che egli avrebbe riconosciuto l'importanza che il suo sacrificio e quelli di altri che hanno dato le loro vite dovrebbero essere ricordati per tentare di evitare che una guerra simile possa succedere di nuovo. Spero di rivedervi tutti il 5 settembre in Valbarbarena”. La commemorazione in Valbarbarena ha avu-to il patrocinio dei comuni di Tonezza del Cimone e di Arsiero, ed è stata curata dalla sezione ANPI di Arsiero, dagli Amici della Resistenza della zona di Thiene e dal circolo Auser di Thiene.

Monchieri e il cap. Christopher Woods “Colombo”. L’inaugurazione della mostra era avvenuta sabato 12 settembre, con il taglio del nastro da parte del sindaco Giovanni Casarotto e del partigiano, decorato, Attilio Crestani. Poi alcu-ni brevi saluti da parte di partigiani e di espo-nenti di AVL e ANPI e una interessante rela-zione della dott.ssa Sonia Residori che ha fatto il punto sullo stato della ricerca storiografica della Resistenza in provincia di Vicenza. Tutto si è concluso con una bella canzone abbinata ad un video dedicata ad un deportato in un lager nazista cantata da Giovanni De Marchi, testo di Vasco Dal Zotto. Merita ri-cordare che Giovanni De Marchi, più noto come Artemio, è figlio di Bruno, uno dei fon-datori della Brigata Mazzini. La mostra è stata realizzata 10 anni fa dal prof. Mario Passuello con la collaborazione dei prof.ri Benito Gramola e Ferdinando Of-felli ed è stata presentata in occasione del 60°, nel 2005. Poche le modifiche apportate, una , frutto dei contatti con la città di Conversano (BA) ha permesso di far conoscere alcuni tratti della tragica storia di Giuseppe Lorusso, nato a Conversano, risalito al Nord con gli uffici del Ministero dell’Agricoltura, dopo l’abbandono di Roma, e caduto in uno scontro con i tedeschi il 27 aprile 1945, assieme a Ma-rio Novielli, originario di Trani, al Bosco di Thiene. Un’altra riguarda l’esposizione di una carta geografica del centro nord d’Italia, in seta, in dotazione ai piloti alleati, usata dal pilota A.V. Johnson, sudafricano, il cui aereo fu abbattuto a N.E. di Padova il 19/02/1945; egli raggiunse Fara Vic.no, dove trovò aiuto e fu nascosto per evitare la cattura da parte dei nazifascisti, assieme a tre compagni. Un nascondiglio fu la casa della Marcellina a Monte di Calvene, a cui donò la carta geogra-fica in seta, regalata poi dalla Marcellina a Berton Rino “Celeste” e conservata da sua figlia Lorena . Molti avevano sentito raccontare di queste carte geografiche in seta, ma era la prima volta che si poteva vederne una da vicino. Infine martedì 22, ultimo giorno di visita, gli studenti hanno avuto la sorpresa di poter vedere da vicino berretti, elmi, scarponi, stiva-li, armi di vario tipo, il corredo completo di un soldato tedesco; merito di Giovanni Spagnolo e sua figlia Irene che si sono prestati a portare in padiglione fieristico, luogo della mostra, la ricca raccolta di famiglia. Utile per capire me-glio gli strani abbigliamenti dei partigiani che, per vestirsi e armarsi, avevano fatto incetta di tutto quello che erano riusciti a recuperare disarmando i tedeschi e i fascisti e utilizzando quanto veniva loro lanciato dagli aerei alleati. A completamento della visita molte classi han-no potuto guardare il video realizzato da una classe del Corradini e da una dell’ITT Chile-sotti, nel 2012, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Giacomo Chile-sotti (1912 -2012), medaglia d’oro della Resi-stenza.

Il cofanetto donato alle Scuole

Tre momenti del ricordo della Missione Alleata Ruina Fluvius e del suo comandante “Freccia”. Sopra: Bochetta Paù (luogo in cui la Missione venne paracadutata) A sinistra: Il ricordo del prof. Offelli pronunciato a Tonezza A destra. La posa della corona di alloro in Val Barbarena

THIENE città e comprensorioTHIENE città e comprensorio

Page 11: Il Patriota Dicembre 2015

RICORDO DI UNA PERSONA PARTICOLARE CATTOZZI ARNAVA Nata il 19.2.1914 ad Ariano nel Polesine (RO) risiedeva a Torrebelvicino ed è deceduta il 14.7.2015 a Schio . Ha vissuto fino al 1990 nel paese di nascita e si è trasferi-ta a Schio nel 1991 e succes-sivamente nel 2003 a Torre-belvicino, per concludere la propria esistenza presso la casa di riposo “La Casa” di Schio, do-po 11 mesi di residenza in detta struttura. Ha esercitato l’attività di sarta per tutta la vita. Ha smesso di cucire solo quando le si sono spenti gli occhi. Ha dedicato tutta la sua vita all’educazione del figlio Ionio, presidente della Sezione ANPI di Torrebelvicino, donandogli anche il proprio cognome e tutta la sua cura. In famiglia, numerosa per la presenza di sette fratelli ed una sorella, non ha mai fatto mancare il proprio supporto economico grazie alla sua abilità nell’esercitare la professione di sarta. Dal-le sue mani sono usciti veri e propri capolavori di sartoria artigianale, di cui andava molto fiera. Chiunque si rivolgesse a lei per la soluzione di un qualsiasi problema sartoriale riceveva sempre e comunque la giusta soluzione e spesso gratui-ta. Si può affermare senza tema di smentita che ha vissuto più per gli altri che per se stessa. A Schio e Torrebelvicino (dove riposa) l’hanno pianta in molti.

29 APRILE 1945 -29 APRILE 20015 Nella ricorrenza del 70° della Liberazione il 29 Aprile scorso in una Via Pasini gremita di persone è stata inaugurata una lapide in ricor-do del comandante partigiano Nello Boscagli “ALBERTO”. Un doveroso riconoscimento ad una persona speciale che ha combattuto e diretto le opera-zioni della liberazione di Schio dal posto di comando ubicato a Palazzo Busnelli a poche decine di metri dal comando germanico inse-diato in municipio. Non essendo uno storico lascio a voi il compi-to di ripercorrere le vicende di “Alberto” e vi esorto a farlo perché meritano di essere lette e conosciute. Molte sono le pubblicazioni in cui possiamo trovare descritti i fatti dove “Alberto” è nominato, ma la più interessante e completa è una pubblicazione che vi segnalo di Ezio Maria Simini dei quaderni di storia e cultura scledense dal titolo NELLO BOSCA-GLI “ALBERTO” comandante delle “GAREMI”. Voglio solo riportare l’attenzione su quanti hanno lavorato e contribuito perché a Bosca-gli sia stato riconosciuto il giusto merito e togliere dall’oblio la storia di un combattente di prim’ordine e riportare anche la sua figura alle nuove generazioni perché anche in questi tempi difficili possano avere dei riferimenti su fatti e specialmente persone che hanno dimo-strato che con la tenacia e la determinazione si possono raggiungere risultati importanti. In primis voglio ringraziare la Sez. di Magrè che da tempo nutriva l’intenzione di fare qual-cosa per il comandante “Alberto”, subito do-po, l’amministrazione comunale di Schio che sentite le richieste le ha avallate e con il patro-cinio ha contribuito affinché l’opera sia realiz-zata, la famiglia Busnelli che ha concesso di affiggere alla facciata del palazzo la lapide, Ezio Maria Simini che ha tenuto l’orazione ufficiale. Senza scaletta di merito ringrazio tutte le altre persone, il sindaco di Schio con i suoi collabo-ratori, le sezioni ANPI del Mandamento Val Leogra, i familiari di Nello Boscagli, il coman-dante “Guido”, l’Amministrazione Comunale di Sinalunga, l’ANPI di Sinalunga, l’ANPI di Rovereto, l’ANPI provinciale di Vicenza, le scolaresche degli istituti superiori di Schio, le associazioni combattentistiche d’arma, l’ANPI di Malo con la mostra fotografica, i cittadini, gli amici, tutti i presenti che hanno animato quella giornata, una bella giornata. Ritengo che sia un bel traguardo raggiunto, uno dei tanti tasselli che è andato al suo posto in quel contesto storico fatto di tante storie e di altrettante persone, un tassello dopo l’altro che nella Val Leogra si stanno pian piano ri-componendo in un quadro ancora da comple-tare ma che con il lavoro di tanti, amici, ap-passionati, storici, semplici persone che con interesse con impegno, continuano il cammi-no di ricerca storica, di memoria perché con-vinti che il nostro passato sia importante per le nuove generazioni. Le buone radici produ-cono alberi forti e vigorosi, con frutti belli e colorati come la Libertà, la Giustizia e la De-mocrazia. Un grazie a tutti per l’ottima collaborazione, continueremo verso altri e nuovi progetti. Coordinatore ANPI MANDAMENTO VAL LEOGRA Angelina Antonio

MALGA ZONTA Quest'anno, il 15 agosto, il tempo è stato più clemente e la commemorazione si è potuta svolgere regolarmente davanti al sacello che ricorda i Caduti. La partecipazione delle auto-rità, delle rappresentanze delle associazioni e dei cittadini è stata molto consistente. Sul palco si sono avvicendati: Luisa Canalia, pre-sidente del Consiglio Comunale di Folgaria; il Sindaco di Schio Valter Orsi; Alessan-dro Olivi, vicepresidente della Pro-vincia Autonoma di Trento; Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico del Trentino. L’orazione ufficiale è stata tenuta dalla Prof.ssa Carla Poncina dell'I-STREVI. Ha concluso l'incontro la S.Messa al campo celebrata da mons. Giuseppe Grosselli. Apprezzati sono stati gli interventi della Banda Cittadina di Cor-nedo Vicentino e del coro Sojo Rosso di Val-li del Pasubio. Gli alpini di Caldogno hanno svolto, come di consueto, un efficiente servizio di ristoro. Ma al di là del fatto organizzativo, la manife-stazione è riuscita anche per tutti gli altri a-spetti: quello della memoria storica degli av-venimenti di 71 anni fa e dell'onore dovuto ai caduti per la libertà e la democrazia, quello del richiamo ai valori della Resistenza e della Costituzione e quello dell'appello alla pace; quel luogo infatti fu teatro di tre guerre: la prima e la seconda guerra mondiale e la guer-ra fredda, durante la quale vi era installata una base missilistica. Un grande ringraziamento va al "Comitato per le Onoranze dei Caduti di Malga Zonta " che ha organizzato il tutto, ed in particolare ad Alberto Rella, che lo sta guidando da mol-tissimi anni.

FOLGARIAFOLGARIA SCHIOSCHIO

TORREBELVICINOTORREBELVICINO

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MALGA CAMPETTO Domenica 6 settembre 2015 un nutrito grup-po di compagni e amici, si è trovato a Malga Campetto per ricordare che da quel luogo ha preso avvio la Resistenza nella zona "Garemi" che, alla fine della guerra era estesa dal Garda al Brenta, dal Basso Vicentino al Trentino meridionale. Erano presenti, oltre a varie de-legazioni dell'ANPI, anche i rappresentanti dei Comuni di Recoaro, di Valdagno e di Ca-doneghe (Padova), quest'ultimi in omaggio del comandante "Giani" e del commissario "Romeo" che provenivano proprio da quel paese. Importante è stato il discorso di Gior-gio Fin, vicepresidente dell'ANPI provinciale, che ha ripercorso la storia del Gruppo di Mal-ga Campetto "Fratelli Bandiera" dalla vittorio-sa battaglia di metà febbraio 1944 fino alla scissione dovuta all'inserimento di Giuseppe Marozin avvenuta il 12 aprile dello stesso an-no. Una ricostruzione storica che ha suscitato molto interesse. Forti poi sono stati i richiami ai valori della Resistenza e della Costituzione, sottolineati anche da alcune letture svolte da Eraldo Con-solaro dell'ANPI di Valdagno. Una manifesta-zione, quella di Malga Campetto,importante e sempre suggestiva, anche per l'imponente paesaggio e le spettacolari vedute: quest'anno da lassù si vedeva anche il mare e la laguna di Venezia.

RECOARORECOARO

Il 17 agosto 2015 a Padova è stato ricordato il sacrificio di dieci Martiri uccisi dai nazifascisti per rappresaglia. Settantuno anni fa, il 17 agosto 1944, furono assassinati dai nazifascisti 10 partigiani: 7 fucilati alla caserma Chiesanuova, oggi intito-lata a Luigi Pierobon, studente cattolico, co-mandante della Brigata Stella, grande orga-nizzatore, autore di imprese arditissime ai danni dei tedeschi e dei fascisti. Con Pierobon furono messi al muro altri 6 giovani, tra cui il valdagnese Saturno Bandini. Nello stesso giorno in via Santa Lucia la bar-barie nazista impiccò (atroce l'agonia; erano state usate corde troppo lunghe, le ginocchia sfioravano il marciapiede) Flavio Busonera, medico, dedito al soccorso dei poveri, Clemente Lampioni, commissario politico della Brigata Stella, ed Ettore Calderoni. Il 17 agosto 2015 è avvenuta la commemora-zione durante la quale sono intervenuti il co-lonnello Paolo Baldo Santinelli, il vicesindaco di Padova Eleonora Mosco, il viceprefetto e Mario Faggion presidente dell'Anpi della pro-vincia di Vicenza, che pronuncia l'orazione ufficiale. Egli ricostruisce la storia di questo eccidio: la crudeltà ideologica degli assassini e l'eroismo di questi cavalieri dell'ideale, inna-morati della Patria. Tentarono di far passare questa strage per una rappresaglia. Era stato ucciso il gerarca Bartolomeo Fronteddu, a farlo fuori avevano provveduto tre sicari, il mandante era un ufficiale tedesco, il movente una questione di donne. Il prefetto Federigo Menna conosceva la verità ma non fermò la macchina di morte, si voleva dare un esempio, colpire e terrorizzare. Su tale consapevolezza ci sono documenti e testimonianze. Ne hanno parlato oltre a Mario Faggion du-rante l'orazione nella caserma Pierobon, an-che lo studioso Silvio Cecchinato ed Irene Barichello della Presidenza dell'Anpi di Padova, che è stata l'oratrice ufficiale nella cerimonia in via Santa Lucia. I nomi dei tre sicari fascisti, processati poi, condan-nati e quindi fucilati, sono incisi sulla stessa lapide che ricorda il sacrificio dei partigiani. Si è chiesta la correzione o la collocazione di una lapide nuova. Un cenno di Faggion sul problema degli immigrati. Che cosa avrebbero fatto questi uomini che per amor di giustizia hanno sacrificato le loro vite di fronte a questo esodo doloroso? Certamente avrebbero scelto la strada dell'acco-glienza, della solidarietà, obbedito alla spinta umanitaria. E Faggion cita l'articolo 10

della Costituzione che sancisce il diritto d'asilo in Italia per lo straniero che nella propria terra sia oppresso e perseguitato.

PADOVAPADOVA

Sopra: Il Presidente dell’A.N.P.I. di Vicenza, Mario Faggion pronuncia l’orazione ufficiale presso il monumento che ricorda i fucilati nella caserma Chiesanuova ora Pierobon. A lato: I fratelli e il nipote di Luigi Pierobon “Dante”, coman-dante della brigata Stella, fucilato nella caserma che ora porta il suo nome.

GRANCONAGRANCONA

Domenica 7 giugno 2015, con una cerimonia solenne e ben organizzata, è stato ricordato l’eccidio dei 7 Martiri operato dai fascisti del-la “squadra della morte” il giorno 8 giugno di 71 anni fa, giorno del Corpus Domini. I sette partigiani, tratti in inganno, sono stati cattu-rati , orrendamente torturati nell’oratorio di S.Antonio alle Acque e poi uccisi un po’ più in basso vicino alla strada. E’ stato uno dei delitti più efferati compiuto da questi squadristi ap-positamente addestrati per fingersi partigiani e sguinzagliati per infiltrarsi tra di loro in una lotta senza quartiere e senza pietà. La commemorazione è iniziata a Pederiva con le onoranze al monumento dei caduti; poi un lungo corteo si è incamminato verso le Acque, facendo sosta per la posa della corona d’alloro davanti al monumento ai 7 Martiri, rimesso a nuovo . Raggiunto l’oratorio sul palco si sono avvicendati il presidente ANPI Giancarlo Sal-maso, il sindaco di Grancona Antonio Lazza-ri , l’assessore Toccafondi Daniela del Comu-ne di Prato che ha svolto l’orazione ufficiale. Erano presenti le delegazioni dei comuni di Pessano con Bornago - Lonigo - Zovencedo - Orgiano - San Germano dei Berici, il presi-dente provinciale di Prato Saccenti Ennio e il presidente ANPI di Pessano con Bornago Giu-seppe Ambrosoni. Vi ha partecipato inoltre una delegazione della Scuola Media con due Insegnanti, che ha animato la commemora-zione con alcune letture. Il tutto accompagna-to dalla banda musicale di Creazzo e dal coro della Val Liona. E’ stato un momento molto sentito e partecipato nel quale , oltre alla me-moria storica, sono stati messi in risalto i va-lori per cui questi Martiri si sono sacrificati e che sono quelli della democrazia, dell’ugua-glianza, della solidarietà, della pace, riassunti nella Costituzione Repubblicana e mai come ora messi in discussione.

In alto : La posa della corona al monumento dei 7 Martiri Qui sopra: il corteo e l’arrivo all’oratorio di S.Antonio alle Acque.

Sopra. Due momenti dell’incontro a Malga Campetto.

12 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

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MASON VICENTINOMASON VICENTINO

Domenica 25 ottobre ha avuto luogo la com-memorazione del 71° anniversario dell'eccidio di Mason, prima a Maragnole con il momento della Messa e poi a Mason con la commemo-razione vera e propria. Una prima considera-zione condivisa da molti riguarda il grande numero di presenti rispetto a commemorazio-ni degli scorsi anni. Sicuramente ha influito il lavoro di ricerca storica e di sensibilizzazione fatto nei mesi precedenti e che si è concretiz-zato nella serata del 27 febbraio in una affolla-ta iniziativa promossa a Maragnole da gruppi e associazioni che rappresentavano l'intera comunità, Parrocchia, associazioni d'arma e partigiane, ACLI, Fondazione mons. Camillo Faresin, il Gruppo di Ricerca Storica di Bre-ganze a cui va riconosciuto un ruolo centrale nell'iniziativa di recuperare la memoria. Importante anche la presenza di studenti dell'istituto comprensivo di Mason che, guida-ti dal prof. Carlo Carollo, hanno offerto alcu-ni momenti musicali scelti con molta cura ed

Notevole è stata l'attività dell'ANPI dell'Alto-piano di Asiago. Possiamo riassumerla per punti: * il 25 luglio 2015 : Incontro ad Asiago dal titolo "Un ragazzo delle nostre contrade” ove Roberto Pellizzaro ha raccontato ed illustrato la storia di Moretto e i Piccoli Maestri (foto 1). * il 13 settembre 2015 promossi da Giorgio Spiller sono stati inaugurati due allestimenti per ricordare "L'ALTOPIANO A FERRO E FUOCO" nel giorno 7 settembre 1944: è stata aperta a Cesuna la mostra “Cesuna bru-cia” (foto 2) e poi, ad Asiago, sono stati sco-perti dei pannelli dedicati ad Antonio Gnata, fucilato in quel terribile giorno (foto 3). * il 4 ottobre 2015: Commemorazione dei quattro garibaldini uccisi a Malga Silvagno (foto 4). * il 18 ottobre 2015 : A Foza è stato comme-morato l'eccidio di 7 giovani tra cui due russi e sono stati ricordati gli altri caduti per la liber-tà originari di Foza. (foto 5) E' da sottolineare inoltre un'altra iniziativa che ha ottenuto un grande successo: per la Giornata della Memoria del 2015, l'ANPI di Asiago ha allestito una mostra dal titolo "SHALOM A CANOVE", che documenta le tante storie di solidarietà umana avvenute a Canove di Roana, dove tra il 1941 e l'8 settem-bre 1943 vennero ospitati in soggiorno coatto una cinquantina di ebrei in fuga dai nazisti. Questa mostra, preparata da Giorgio Spiller, è stata così apprezzata che, per la Giornata della Memoria 2016, sarà trasportata a Padova e allestita, a cura dell'Assessorato alla Cultura, nel centro della città.

ASIAGOASIAGO 1

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Quest'anno la commemorazione di Piana di Valdagno ha registrato una grossa novità per-ché è stata animata dall'Orchestra Giovanile "Tutto d'un fiato" curata e diretta dal maestro Massimo Gonzo. Con musiche adatte alla cir-costanza essa ha accompagnato il racconto di alcuni studenti che con una loro ricerca hanno ricostruito i fatti di quel terribile rastrella-mento avvenuto il giorno 9 settembre 1944 durante il quale sono stati massacrati per ma-no nazifascista ben 61 persone tra partigiani e civili, senza contare le distruzioni e gli incendi di case e di intere contrade. Questo modo di celebrare le manifestazioni patriottiche, coin-volgendo le nuove generazioni, le rende più sentite ed efficaci. L'esibizione dell'orchestra e degli studenti è stata particolarmente apprez-zata dal folto pubblico presente. Non sono mancati anche il saluto delle autorità e dell'ANPI provinciale, nonché l'orazione uffi-ciale magistralmente tenuta dalla prof.ssa Carla Poncina dell'ISTREVI. Anche la parti-giana Teresa Peghin ha voluto approfittare della presenza dei giovani per lasciare loro un messaggio di incoraggiamento verso un futuro che essi devono costruire sulla base dei valori della Resistenza per i quali molti hanno dato la vita.

PIANA DI VALDAGNOPIANA DI VALDAGNO

eseguiti con grande sensibilità da parte degli studenti. Dopo i saluti ai presenti, alle autorità civili, militari e religiose e alle associazioni d’arma, i due sindaci, avv. Piera Campana e dott. Mas-simo Pavan, si sono soffermati sull'importan-za di "fare memoria" affinché quanto successo in tempi terribili venga ricordato, ma soprat-tutto abbia effetti nel nostro operare quotidia-no per la pace, la tolleranza, la convivenza civile. Ad Armido Cogo, instancabile animato-re di questi appuntamenti, è stato rivolto l'au-gurio di una pronta guarigione. Interessante e ricca di spunti l'orazione uffi-ciale tenuta da Carlo Maculan del Gruppo di Ricerca Storica di Breganze; la tragica e cru-

dele fine di 5 giovani fu una conseguenza del-la rimozione per un lungo periodo storico di ogni umanità; ci fu una sospensione di valori, di principi di legalità, di dignità, per lasciare il posto alla violenza, all'odio, alla vendetta, colpendo anche gli innocenti. Non fu una fuci-lazione, ma un eccidio. Presenti parenti dei Caduti, molte associazio-ni d'arma dei due Comuni, esponenti della AVL fra cui il presidente provinciale dott. Francesco Binotto e le sezioni ANPI della zo-na, Thiene, Marostica e Bassano del Grappa. Ringraziamo Marino Ziliati per le foto.

13 IL PATRIOTA

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Il 15 aprile 2015, all'età di 94 anni,é mancato a Padova Franco Busetto, partigiano, deportato a Mauthausen, presidente per molti anni dell'ANPI del Veneto e di Vicenza;

prima, laureato in ingegneria, era stato inse-gnante alle Scuole Superiori fino al 1951, poi uomo politico a tempo pieno , dirigente del PCI padovano, parlamentare dal 1958 al 1976. Unanime é stato il cordoglio, nel Veneto e nella nostra Provincia, dei partiti democratici e antifascisti, delle Associazioni partigiane e combattentistiche, delle Organizzazioni sinda-cali, degli Enti Pubblici (tra gli altri,i Comuni di Vicenza e di Schio e le Province di Vicenza e di Padova), dell'ISTREVI "Ettore Gallo", con significativi messaggi del Partito democra-tico vicentino, dell'on. Alessandra Moretti, della Fondazione"Mauro Busetto Nordera", dell'Associazione Famigliari e amici delle Vitti-me dell'Eccidio di Schio, del Sindaco di Schio, della CGIL vicentina, del Comitato Provinciale ANPI di Vicenza e di quello di Padova, di varie personalità del mondo politico, della Re-sistenza e della Cultura. La cerimonia di commiato, in forma civile, ha avuto luogo sabato 18 aprile presso il Centro Papa Luciani di Padova e ha visto la partecipa-zione di centinaia di compagni e amici di Fran-co, di tante delegazioni delle Sezioni e dei Co-mitati Provinciali ANPI del Veneto,di nume-rosi dirigenti del PD e degli altri partiti della sinistra,di una folta delegazione della CGIL, di tanti rappresentanti di Enti Pubblici locali e provinciali della nostra Regione (tra i quali, in prima fila, il dott. Achille Variati, presidente della Provincia di Vicenza,.e il presidente della Provincia di Padova con i loro gonfaloni), una significativa delegazione di Schio con la pre-senza anche di alcuni dei firmatari del "Patto di concordia civica", di parlamentari e consi-glieri regionali e di un grande numero di citta-dini, uomini e donne, stretti ai suoi Cari in segno di affetto, di solidarietà e di cordoglio: la moglie Maria Luisar i figli Sergio e Antonella con Annalisa e Aldo, i nipoti Marco, Jacopo, Beatrice e Marco. Nei loro interventi e nell'o-razione funebre, i dirigenti dell'A.N.P.I., del Partito democratico e delle Pubbliche Istitu-zioni hanno tratteggiato la figura e la personali-tà poliedrica di Franco, come uomo, cittadino e intellettuale. Busetto ha dedicato la sua lunga esistenza agli ideali di riscatto e di liberazione umana e socia-le dei lavoratori, all'affermazione nella società dei valori costituzionali: pace, giustizia, libertà, uguaglianza, solidarietà, formazione di ogni individuo, lavoro. Franco, ultimo di quattro fratelli (gli altri sono Italo, Letizia ed Elio), nasce a Napoli nel 192I. La madre, Maria Caroselli, é napoletana. Il padre Natale, storico e critico della letteratura italiana, nato a Padova nel 1876, per la sua professione di insegnante di lettere nelle Scuo-le superiori e universitarie, é impegnato a Na-poli (Liceo classico e Facoltà di Lettere), a Messina (Magistero), quindi nelle Università di Catania e di Padova, dove ottiene la Cattedra di Lettere nel 1937. Franco, precoce e brillante

negli studi, si iscrive a Padova in quell'anno alla Facoltà di Ingegneria. E' il più giovane universitario d'Italia. Quando é chiamato al servizio militare, frequenta il Corso Allievi Ufficiali ed é promosso sottotenente degli Al-pini. Anche lui è coinvolto nelle vicende della seconda guerra mondiale. Si trova a Roma l'otto settembre 1943,data dell'armistizio. Sot-traendosi alla cattura dei tedeschi, raggiunge Padova ed entra nella Resistenza veneta. An-che i suoi fratelli agiscono nella Lotta di Libe-razione. Italo é comandante partigiano a Mila-no, Elio "Guglielmo" nel 1944 diventa Capo di Stato Maggiore delle Formazioni Garemi nel Vicentino, Letizia é impegnata a Padova. Franco é ufficiale di collegamento nel Coman-do delle Brigate "Garibaldi" del Triveneto. Arrestato a Padova nell'agosto 1944, violente-mente interrogato e torturato nella sede della Gestapo, viene tradotto in ottobre al campo di concentramento di Bolzano. Alla fine di no-vembre é deportato a Mauthausen. Sopravvive al trattamento disumano in campo di sterminio e, dopo la Liberazione, fa ritorno a casa. Laureato in ingegneria,riprende l'insegnamento occupandosi presso l'Istituto Tecnico Indu-striale "G.Marconi" di Padova fino al 1951. Il processo di maturazione ideale, vissuto attra-verso le esperienze della guerra, della Resisten-za e della deportazione, l'ha però profonda-mente trasformato e così unisce all'insegna-mento l'impegno quotidiano nella politica, dedicando le sue energie allo sviluppo delle iniziative del PCI a Padova e in tutta la Provin-cia. Nel 1951 compie la sua “scelta di vita", diventa funzionario a tempo pieno ed é chia-mato a dirigere la Federazione provinciale del PCI. L'incarico di guida del partito in Città e in tutta la Provincia comprende pure il suo inter-vento nelle assemblee elettive, consigliere e capogruppo nel consiglio comunale di Padova e nel consiglio provinciale. Nelle votazioni politiche del 1958 é eletto de-putato al Parlamento; viene rieletto per altre tre legislature, fino al 1976. Gli anni dal 1958 al 1976 incidono nella storia del nostro Paese. Franco é un attivo protagonista della battaglia politica in Parlamento e nel Paese. Ricordiamo in sintesi: il governo Tambroni; la nascita del centrosinistra; la nazionalizzazione dell'energia elettrica; la tragedia del Vajont; l'alluvione del 1966;1e trame nere e i tentativi di colpi di Sta-to con le inchieste parlamentari sul Sifar e su Borghese; il terrorismo e le stragi; l'istituzione delle Regioni; la stagione delle lotte e delle conquiste dei diritti sindacali e civili:Statuto dei diritti dei lavoratori - Divorzio - Aborto - Di-ritto di famiglia. Dal 1972 al 1976 riveste l'in-carico di Questore della Camera, che riguarda l'amministrazione della struttura camerale e il "governo" dell'Aula. Poi ricopre responsabilità politiche negli organismi nazionali e regionali di controllo e di garanzia del PCI e collabora pure alla costituzione e al funzionamento del "Governo Ombra", per rafforzare l'azione dell'opposizione nelle due Camere e sviluppare nel partito la cultura di governo. Negli anni della maturità dedica le sue doti intellettuali, civili e morali alla nostra Associa-zione. Componente del Comitato Nazionale, svolge un ruolo fondamentale nella direzione dell'ANPI provinciale (presidente dal 1996 al 2006) e dell'Anpi regionale per rinnovarne l'indirizzo e lo sviluppo; funzione preziosa,

caratterizzata dall' apertura unitaria dell'Associa-zione alle nuove generazioni, alle Pubbliche Istitu-zioni, alle forze politiche democratiche, alle Asso-ciazioni partigiane e combattentistiche, sindacali, culturali e sociali; dà un impulso importante alla nascita e al ruolo dell'ISTREVI "Ettore Gallo"; promuove la presenza costante dell'ANPI nelle Scuole, per contribuire alla formazione democrati-ca e antifascista dei giovani; cura la memoria stori-ca dell'antifascismo, della guerra,della Resistenza, della Deportazione e della Liberazione; sostiene la necessità di attuazione della Costituzione con scritti, conferenze, discorsi e portando la sua testi-monianza di partigiano, di deportato e di uomo politico; per diversi anni si fa guida partecipe ai luoghi di sterminio (Mauthausen) di giovani e di adulti; risponde sempre con decisione, puntuale fermezza e volontà unitaria alle provocazioni della destra neofascista, violenta, razzista; esprime sag-gezza, coraggio e lungimiranza nell'indicare all'As-sociazione obiettivi chiari e un programma basato sui principi costituzionali, un progetto al di là e al di sopra di ogni credo politico, culturale e religio-so,che affronti tutti i problemi (anche quelli più complessi, come ad esempio l'Eccidio di Schio) con spirito di verità storica,civile e umana. L'ANPI deve molto alla sua capacità di analisi e di direzione, di guida intelligente, sensibile, rispettosa di ogni aderente e interlocutore. Dobbiamo dire grazie a Franco! La sua opera poggia su basi soli-de; vedremo di continuare a crescere sul solco sicuro che ha tracciato.

M.F.

FRANCO BUSETTO (1921-2015)

Infine, per conoscere meglio Franco Busetto biso-gna rileggere i suoi scritti, in particolare i libri pub-blicati dal 1997 al 2008 : • "Tracce di memoria - Dall'università a Mauthau-

sen" (presentazione di Giuliano Lenci) - 1997 • "Traversie e opportunità - La politica: impegno civile e

passione di una vita" (presentazione di Mario Isnenghi) - 1999

• "Il corridoio dei passi perduti - Esperienze di un parla-mentare dell'Italia repubblicana" (presentazione di Silvio Lanaro) - 2000

• "Studenti universitari negli anni del Duce. Il consenso, le contraddizioni, la rottura" (presentazione di Mario Isnenghi) - 2002

• "La politica e la memoria - Uomini, eventi, Istituzio-ni" (presentazione di Mario Passi) - 2004

• "Tracce di memoria - Dall'università a Mauthau-sen" (presentazione di Giuliano Lenci) - 2005 - Volume più ampio,con ricca appendice

• "Dall'orrore alla speranza - La Shoah nelle scuole tra storia e memoria" (presentazione di Guido Petter) - 2007

• Una famiglia italiana" (presentazione di Umberto Curi) - 2008.

14 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

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Il 23 aprile 2015 han-no avuto luogo a Ca-stelgomberto le ese-quie di Carmelo Da-nieli, il partigiano

"Vaporetto-Febo",della Brigata garibaldina I-smene -Divisione "Martiri Val Leogra", con la partecipazione della bandiera della Sezione AN-PI di Trissino-Castelgomberto-Nogarole, di tante bandiere delle Sezioni della Valle dell'A-gno, di Montecchio Maggiore, di Grancona e quelle delle Brigate "Ismene" e "Stella". Il duomo di Castelgomberto ha accolto una grande folla di amici, compagni, dirigenti del-l'ANPI e di altre Associazioni e di cittadini per l'ultimo saluto e per porgere le condoglianze e la solidarietà alla moglie Rosetta, al suo fianco da 63 anni, ai figli Carla e Dino, agli amati nipoti e a tutti i suoi Cari. "Febo" per oltre vent'anni é stato presidente della Sezione ANPI di Trissino-Castelgom-berto - Nogarole, rispettato e seguito con stima e fiducia. Carmelo, del primo semestre della classe 1926, era soggetto nel 1944 alla leva mili-tare e doveva scegliere se arruolarsi nelle file della R.S.I. schierata con gli occupanti tedeschi o salire sui monti, entrare in una formazione partigiana e impegnarsi per la liberazione del nostro Paese dalla dittatura e dall'occupazione germanica.. La sua scelta fu quella di diventare un combattente per la libertà e la giustizia. Pri-ma entrò nella ‘Pasubio’ di Marozin nell'Alta Val Chiampo e a Velo Veronese in Lessinia, poi, dopo i massicci rastrellamenti del settembre 1944, si spostò sui monti vicini a Castelgomber-to, da Gambugliano-Torreselle a S.Lorenzo-Montemezzo, sotto il comando di Eugenio Nar-ciso Rigo "Pantera", del Battaglione Ismene, più tardi riconosciuto Brigata. Visse così ogni fase lieta e triste della sua formazione, superando rischi e pericoli fino alla Liberazione vittoriosa, partecipando alla battaglia di Monte Crocetta, dove persero la vita alcuni suoi compagni, com-preso il comandante "Pantera". Nel dopoguerra Carmelo si é dedicato seriamen-te al lavoro:operaio fino al 1962, poi artigiano e imprenditore; ha educato i suoi figli, con il con-tributo prezioso della moglie, all'amore per lo studio e per il lavoro con risultati buoni ed evi-denti. Ha dedicato pure il suo tempo alla solu-zione dei problemi della sua Comunità, facendo il consigliere comunale a fianco del compianto dirigente comunista Lilio Ferrin, il partigiano "Rame". Uomo di poche parole ma di fatti concreti, utili per gli altri, per il prossimo prima che per sé, egli si é sempre distinto per l'impegno, la riser-vatezza, l'equilibrio e la tenacia. Si é mantenuto fedele per tutta la vita ai suoi ideali di libertà e di giustizia. Presente alle manifestazioni in memo-ria dei Caduti della Liberazione, alle iniziative culturali, alle riunioni della nostra Associazione fino alla nomina a Presidente della Sezione, Carmelo ha contribuito alla sua crescita in quan-tità e qualità con il suo esempio e la sua coeren-za. La sua morte é una grave perdita per la sua Famiglia e per l'ANPI. Ci lascia però una valida eredità morale, civile e ideale con l'invito ad essere uomini retti, aperti agli altri,coerenti nella difesa della democrazia, della giustizia e della pace..

CARMELO DANIELI

”Vaporetto-Febo" (1926-2015)

RUIS PERDONCIN

”Rafles" (1925-2015)

Il 16 aprile 2015, al Cimitero Maggiore di Vicenza, si é te-nuto in forma civile il funerale del com-pagno Reis Perdon-

cin, il partigiano "Rafles", della Brigata Stella, poi riconosciuta Divisione delle Formazioni garibaldine Garemi. C'erano le bandiere delle Sezioni ANPI e la bandiera della sua Brigata, compagni e amici, parenti e dirigenti della nostra Associazione, stretti al figlio Ivo, com-ponente del Comitato Provinciale e nostro alfiere con il fido Sandro Dalla Vecchia . Schivo e riservato, Reis negli ultimi tempi é vissuto in disparte, anche per le sue precarie condizioni di salute, seguito con particolare cura dal figlio fino alla sua dipartita; egli però ha voluto mantenere sempre saldo il suo lega-me con l'ANPI, rinnovando con coerenza e fedeltà la sua adesione, dal 1945 al 2015. Quando era vivo Alfredo Rigodan-zo"Catone",commissario politico della Brigata Stella, Reis partecipava ogni anno alla manife-stazione di Selva di Trissino in memoria e onore dei partigiani e dei civili caduti in quella località,perché era sede del comando della sua brigata; quando egli aveva deciso di salire in montagna per combattere contro i nazifascisti si era portato a Selva di Trissino, presentan-dosi a "Catone". Con Reis erano saliti anche "Mima"-Salvatore Cascino, "Totò"-Giuseppe Bruni e altri, in

PAOLINO PIAZZA "Pedro"

(1924-2015) UN ABBRACCIO. Nella primavera scorsa nella lontana Australia dove dal dopoguerra era emi-grato, é mancato Paolino Piazza “Pedro” compagno

di pattuglia di Bruno Brandellero. Insieme affrontarono i nazifascisti nello scontro di Vallortigara a Valli del Pasubio il 17 giugno del 1944. Da molti anni non rientrava in Italia ma manteneva i contatti con il paese e i compagni, in particolar modo con Enrico Penzo “Crinto”, nelle lunghe telefonate si raccontavano le loro storie e vicissitudini, dove rinverdivano i ricordi. Noi che lo ab-biamo incontrato e conosciuto anche attra-verso il racconto dei fatti narrati sul libro scritto da Ugo De Grandis “Vallortigara Giugno 1944” abbiamo capito il grande attaccamento alla sua terra e alla sua fami-glia e possiamo solamente immaginare quanto abbia sofferto la lontananza negli anni della sua permanenza in Australia, per questo motivo pensiamo sia più che dove-

collegamento a Vicenza con "Lionello"-Giuseppe Sartori e la sorella di "Lionello", la staffetta Maria. Lui era diventato il partigiano "Rafles" e aveva vissuto le vicende drammati-che ed esaltanti della sua formazione. Nella fase di riorganizzazione e di espansione della Brigata Stella,dopo i massicci e duri ra-strellamenti dell'autunno 1944,"Mima", "Totò", "Rafles" e altri sono stati inviati dal comando nella zona Nord-Est della periferia cittadina a formare un battaglione garibaldino della "Stella", il Battaglione Anibo ("Anibo"-Danilo Ceretta, caduto a Vigo di Sovizzo il 30 settembre 1944 con "Diavolo" e "Romeo-Tevere"). Hanno così fondato il Battaglione Anibo, comandato da "Mima" e da "Totò" (vicecomandante era "Rafles"), che si é distinto in numerose azioni di attacco e di sabotaggio contro i nazifascisti e le loro strut-ture militari. Nell'organico di comando della Brigata Stella, poi Divisione, Reis figura al n.I87 con questi dati:."Perdoncin Reis di Egisippo, classe 1925, vicecomandante di battaglione, sottote-nente dal I° novembre 1944 al I° maggio 1945". Arrestato dai nazifascisti il 25 gennaio 1945, ha subito maltrattamenti e torture dai brigatisti bolognesi di stanza in via S.Pietro, dai membri dell'UPI in via Borgo Casale e in seguito dalle Brigate Nere di Vicenza. Incar-cerato a San Biagio é stato più tardi tradotto al carcere dei Paolotti di Padova, condannato a 30 anni. Riuscito ad evadere, ha raggiunto la sua formazione partecipando alla Liberazione di Vicenza. Un chiaro esempio di impegno nella Resisten-za e di fedeltà ai suoi valori.

roso ricordare la sua figura , stare vicino ai suoi famigliari e pubblicare queste poche righe in suo ricordo: è il minimo che si possa fare. Nell’orazione ufficiale tenuta all’annuale ritrovo presso il monumento di Vallortigara ho voluto ricordarlo insieme ai suoi compagni caduti quel giorno. Pur nella lontananza fisica “Pedro” era e sarà con noi ogni volta che si parlerà di parti-giani, di giovani che hanno combattuto per la loro Patria e che hanno contribuito a renderla grande, anche dai Paesi dove loro sono emigrati portando la nostra cultura. Integrandosi nel tessuto sociale hanno continuato ad essere ita-liani fieri di appartenere ad uno Stato capace di riscattarsi da un periodo buio della nostra sto-ria. Una famosa canzone partigiana recita “…scarpe rotte e pur bisogna andar…”; possia-mo solo immaginare con quali scarpe abbiate lasciato l’Italia, magari con una valigia di carto-ne legata con lo spago, ma sicuramente con un cuore gonfio di pianto e un filo di speranza “…sotto il sol dell’avvenir…” . Un avvenire ve lo siete costruiti nei Paesi più lontani e più lontani siete andati più grande è l’affetto che dobbiamo nutrire nei vostri con-fronti e più grande è l’abbraccio che vogliamo donarvi. Ciao “Pedro”. Angelina Antonio ANPI Valli del Pasubio

15 IL PATRIOTA

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Il 4 luglio 2015 a Santorso si sono svolti i funerali di Domenico Ruaro "Guido I°", coman-

dante della Brigata Barbieri, della Divisione garibaldina Garemi "Martiri Val Leogra"; per porgere l'estremo saluto al valoroso partigiano, protagonista e autorevole testimone della Resi-stenza e della Lotta di Liberazione vicentina erano presenti numerose bandiere delle Sezio-ni ANPI della Provincia di Vicenza e alcune bandiere delle Formazioni Garemi: Stella, Pa-subiana, Ismene, Barbieri; dirigenti dell'Asso-ciazione e tanti cittadini si sono stretti attorno ai suoi famigliari, alla moglie Ines, al suo fian-co dal 1947, ai figli Viviana, Aristea e Zeffiri-no, ai nipoti, ai pronipoti e ai fratelli esprimen-do loro solidarietà e cordoglio. Ha tenuto l'orazione funebre il presidente pro-vinciale.Si riportano i brani essenziali del suo intervento. «Domenico, dopo avere conseguito il diploma di maestro al Fogazzaro di Vicenza, é chiama-to alle armi il 21.4.1936 a Cuneo; ammesso alla Scuola Allievi Ufficiali di Complemento, é promosso sottotenente nel 1942; impiegato nelle operazioni militari nel Mediterraneo, viene poi destinato alla fascia di copertura costiera in Liguria, fra Sanremo e Ventimiglia. L'otto settembre 1943, giorno dell'armistizio, come i suoi commilitoni esegue le disposizioni di trasferimento in Piemonte, per ricongiun-gersi ad un comando della II Armata. Nella notte riesce a sottrarsi alla cattura dei

tedeschi e alla traduzione in campo di concen-tramento in Germania. Torna allora a Sanremo e si unisce ai primi gruppi di Resistenza, che si sono formati sui monti liguri con l'unità fra militari e antifascisti. Dopo un mese, munito di documenti forniti dal C.L.N. di Sanremo, fa ritorno nella sua zona di Montemagré. Non obbedisce ai bandi di chiamata della R.S.I. di Mussolini,schierata a fianco e a servi-zio dei tedeschi occupanti. Con un gruppo di 10-12 giovani compaesani si stabilisce ai Casa-rotti, fra Montemagré e Raga Alta, sostenuto dai famigliari e da tante famiglie solidali. In primavera '44 si collega a Valerio Caroti "Giulio" ed entra con decisione nella Resisten-za attiva, che in Val Leogra combatte contro tedeschi e fascisti per la libertà e la giustizia. In luglio é in Val Terragnolo con il comandan-te Franco Dal Medico "Tom". Riuscito a sfuggire al poderoso rastrellamento di Posina - Altipiani di Folgaria del 12, 13 e 14 agosto, rientra, come fanno numerose pattu-glie di Magré, Raga, Montemagré , Pievebelvi-cino e S.Vito, nella sua area di pertinenza e di azione. Comandante di un distaccamento par-tigiano nella zona del Mucchione,"Guido" in settembre diventa comandante del Battaglione Civillina, che riunisce quattro distaccamenti e conta 126 uomini armati. Tra i suoi collabora-tori ha "Battaglia"-Pietro Barbieri, "Marat" -Guerrino Barbieri, "Ivan"-Gino Manfron, "Leone"-Silvio Manfron, "Thomas" -Antonio Nardello e altri valorosi partigiani,sostenuti dalle popolazioni dei centri di collina e di mon-tagna. Alla fine di novembre '44, dopo che il 28 otto-bre é caduto eroicamente Pietro Barbieri, il battaglione assume il nome di Battaglione Pie-tro Barbieri, poi riconosciuto Brigata della Di-visione garibaldina Garemi "Martiri Val Leo-

Il 4 giugno 2015 è man-cato Elso Panozzo il partigiano “Tosca” di Tresché Conca. Ripor-tiamo alcuni passaggi

dell'orazione funebre pronunciata da Giorgio Spiller durante le sue esequie, molto parteci-pate. «Elso era orgoglioso ed andava fiero della sua militanza nella Resistenza. Nel 1943 aveva 18 anni e faceva il contadino in contrà Rossi. Con i suoi coetanei delle altre contrade basse di Conca scendeva per il ripido sentiero del Rapàro con in spalla sacchi di frumento e orzo di 30 Kg. Dopo averli fatti pilare, maci-nare nei mulini di Settecà, risalivano alla sera per l'erto sentiero. Quando venne chiamato alle armi non si presentò e mi ha detto: «Se ’l nostro capo ga da le dimission, devo ‘ndar mi a desso a far la guerra!?». Ma i fascisti dell'alpino collaborazionista Bru-no Caneva lo catturarono e lo tennero 10 giorni in prigione a Vicenza, tra maltrattamen-ti e senza mangiare.

ELSO PANOZZO "Tosca"

(1925-2015)

DOMENICO RUARO "Guido I°"

(1915-2015)

gra". Forte di 150 uomini armati, partigiani, e di 150 patrioti, uomini e donne, la Brigata Bar-bieri compie molteplici azioni di guerriglia e di sabotaggio fino alla Liberazione di Schio, il 29. aprile 1945. Per prima la Brigata entra nella città il pomeriggio del 29 aprile, contribuendo così,insieme ai partigiani combattenti delle altre Brigate della "Martiri Val Leogra" impe-gnate nello scontro finale con i nazifascisti, alla stipulazione dello storico accordo tra il Co-mando germanico Colonnello Schram e il Co-mando della Divisione Garemi; la bandiera della Brigata Barbieri é stata la prima a svento-lare dal palazzo del Municipio. Il 29 aprile di quest'anno, nel 70° della Libera-zione di Schio, Domenico Ruaro é stato pre-sente all'inaugurazione della lapide dedicata al comandante delle Formazioni Garemi Nello Boscagli "Alberto" posta al Palazzo Busnelli. Il comandante "Guido" é un protagonista della Liberazione e un costruttore della società de-mocratica nella quale viviamo. Dobbiamo anche a lui, a1 suo impegno nella Resistenza e nella Liberazione e al suo esempio di cittadino retto, coerente, positivo dal 1945 ai giorni nostri, se possiamo essere orgogliosi di essere italiani, democratici e antifascisti. I suoi ideali di libertà,di giustizia,di uguaglianza e di pace vivono nella Costituzione della Repubbli-ca e ci indicano la strada da seguire per la ri-presa morale, civile ed economica del nostro Paese. Come ANPI siamo fieri di averlo avuto con noi, associato e guida esemplare per la nostra Associazione. Egli é un uomo da indicare ai giovani, per la loro formazione di cittadini».

«I disea che gero un partigian, no gera vero, mi lavoravo la tera». E gli ha risposto: «Se anca mi vago in guerra, invese de lavorar la tera, chi ve darà da ma-gnar a vojaltri? L'ufficiale tedesco, che non sopportava i fa-scisti, mi ha detto: “Bravo!” ... Dopo i me ga molà; allora sì che sono andato in bosco con i garibaldini; son ‘ndà parché son sta costretto, senò non ‘ndava gnanca mi. Era autunno. Ci nascondevamo giù in Val d’Assa, sul Corbin, a Campolongo e sulle Fratte, sulle montagne verso Trento, giù per la strada della Cengella, una settimana di qua e una di là, con “Spiridione”, “Marte” e “Tempesta”. Io come nome di battaglia avevo scelto “Tosca”». Era stato “Spiridione”, Daniele Panozzo della contrà Dosso, il carismatico comandante gari-baldino della Garemi, a raccogliere attorno a sé i renitenti e gli sbandati del luogo. L'Alpino della divisione Pusteria aveva com-battuto nell'anti-guerriglia contro i partigiani in Grecia e Montenegro. Al ritorno non ha avuto dubbi con chi schie-rarsi, dandosi il nome di battaglia di “Spiridione”, un valoroso partigiano greco che aveva combattuto. La quasi totalità dei giovani e reduci di Tresché Conca, Cavrari e

Cesuna aderirono alla Resistenza, con tutte le famiglie solidali. La frazione di Tresché Conca è stata un grande esempio di solidarietà du-rante la lotta di Resistenza. Del resto tutti da queste parti, nonostante la retorica inculcata nel Ventennio, cominciavano a capire il vero volto delle guerre inutili combattute in poco più di vent'anni...

Elso, schierandosi con i partigiani, ha combat-tuto l'unica guerra giusta, non di aggressione, dell'Italia dopo l'Unità. Una guerra contro la guerra, che è alla base della nostra Costituzione. Ma finita la guerra Elso è dovuto emigrare come tutti gli altri: Daniele Panozzo “Spiridione”, Virgilio Panoz-zo “Fieramosca”, Arturo Panozzo “Vento”, e molti altri che sarebbe troppo lungo elencare. La maggior parte in Australia, qui a Conca tutti conoscono l'Australia. Elso è emigrato in Belgio. Ha passato 5 anni nelle miniere, tradito e venduto come schiavo dall'Italia. Ma si è tolto in tempo dalla mina e mi ha det-to: “Sapevo che se rimanevo sarei morto di silicosi come tutti gli altri”. Ha aperto un ristorante e dopo vent'anni è ritornato nell'ingrata Italia. Grazie Elso . GRAZIE “TOSCA” ».

16 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

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Il 9 settembre 2015 si sono svolti nella chiesa di Costabis-sara i funerali di Luigi Mario Zaro-

colo, il partigiano "Stocchino", mancato a 91 anni, accompagnato da diciotto bandiere delle Sezioni ANPI vicentine e di alcune brigate partigiane garibaldine, tra cui la "Stella" e l'"Ismene", la sua brigata; c'erano le bandiere di varie altre Associazioni, tanti cittadini e nu-merosi dirigenti della nostra Associazione, tutti uniti nel rendere omaggio ad un bravo partigia-no e cittadino e nell' esprimere cordoglio e solidarietà ai suoi Cari: la figlia Gianna, il gene-ro Gelindo, le nipoti Ombretta e Lisa, i proni-poti. Ci ha lasciato un altro protagonista della Resi-stenza e della Lotta di Liberazione; Mario face-va parte del distaccamento garibaldino "Fra' Sardo" - Battaglione Ismene, poi riconosciuto Brigata Ismene della Divisione Garemi "Martiri Val Leogra"; "Stocchino" ha contri-buito alla costruzione dell'Italia democratica,

Antonio Urbani, il partigiano "Gatto", è nato nel 1925 a Villa-ga nel Basso Vicenti-no ma con la famiglia,

che seguiva gli spostamenti del padre, il Dott. Alessandro Urbani, medico condotto, si è tra-sferito subito a Montecchia di Crosara, nel Veronese e dal 1931 è arrivato a Canove ove rimase fino al 1950. Canove quindi è stato il paese in cui Antonio ha fatto le elementari, dal quale partiva per andare a frequentare le medie a Thiene e poi il Liceo Classico “Pigafetta” a Vicenza e infine l’Università a Padova. Diventato medico chirurgo, Antonio ha svolto la sua attività - ovunque molto apprezzata - prima all’Ospedale di Sandrigo e poi ,dal 1955 al 1990, in quello di Valdagno. Ci ha lasciato domenica 12 luglio 2015 all'età di 90 anni. Alle sue esequie, svoltesi nella chie-sa di Spagnago di Cornedo, hanno partecipato varie delegazioni dell'ANPI e di altre Associa-zioni con le loro bandiere per onorarlo e per esprimere la loro vicinanza alla moglie Valeria, ai figli Riccardo e Stefano, ai fratelli e a tutti i parenti. La sua lunga vita è stata caratterizzata da una linearità e da una coerenza rare, sostenute da un carattere affabile, aperto a tutti ma deciso, non incline a compromessi quando si trattava di principi e di scelte importanti. Queste carat-teristiche risultano evidenti a chi lo ha cono-sciuto e sono ampiamente rilevabili nel libro “Anni ribelli”, che ha scritto e pubblicato nel 2004 e nel quale egli ha ripercorso la sua gio-vinezza.

ANTONIO URBANI "Gatto"

(1925=2015)

Anni ribelli sono stati specialmente quelli se-guiti all’armistizio dell’8 settembre 1943, quan-do fece la scelta prima di non aderire alla Re-pubblica di Salò e poi di imbracciare le armi contro fascisti e tedeschi per conquistare quel-la libertà di cui parlava il suo professore di filosofia al liceo di Vicenza, Mario Dal Prà, e di cui era rimasto affascinato il fratello mag-giore Francesco. Attraverso Francesco ha co-nosciuto personaggi importanti come Mario Mirri ed ha apprezzato le idee di intellettuali come Toni Giuriolo e Licisco Magagnato. Ma fu il contatto con l’ing. Giovani Carli, il co-mandante partigiano “Ottaviano”, a dare con-cretezza alla sua scelta. Così quando Francesco decise di diventare partigiano con il nome di battaglia “Pat”, anche Antonio, nonostante i suoi 18 anni, diventò il partigiano “Gatto”, un nome che gli hanno attribuito per l'agilità fisica e la prontezza mentale. Militò nella formazio-ne guidata dal “Brocca”, Federico Covolo, che faceva parte della “Brigata 7 Comuni”. La zo-na d’azione era l’Altopiano. Fascisti e tedeschi però davano la caccia ai due fratelli, e per poterli catturare sottoponevano la famiglia a vessazioni sempre più dure. Il padre e la madre vennero più volte arrestati e portati nelle carceri di Asiago. La sorella Luisa, terzogenita, vi fu rinchiusa per quaranta giorni, riuscendo poi a fuggire. Così divenne anch'es-sa partigiana e assunse il nome di "Juna". An-che il quarto fratello Pier Luigi che non aveva ancora sedici anni, si unì ai partigiani con il nome di "Pippi". Infine, nell'inverno 1944/45 anche la sorella più piccola Domitilla scelse di fare la staffetta e partigiana con il nome di "Doremi". Insomma si può dire: famiglia Ur-bani = famiglia di partigiani. Una famiglia che abbracciò la Resistenza e lottò per i suoi valori. E fu una lotta aspra che vide Antonio coinvol-to e protagonista in varie vicende, tra le quali si

LUIGI MARIO ZAROCOLO "Stocchino"

(1924=2015)

annoverano i rastrellamenti dei primi di giugno 1944 che colpirono soprattutto il gruppo dei “Piccoli Maestri” di Luigi Meneghello. Parte-cipò poi allo scontro con i tedeschi al Fonta-nello del Billeme che ebbe come dura rappre-saglia l’incendio del paese di Camporovere. Partecipò anche alla durissima battaglia di Gra-nezza del settembre 1944. Ma l’episodio che più lo ha colpito è stato il rastrellamento di Canove del 14 ottobre. Pro-prio quella notte egli aveva fatto una puntatina a casa e aveva dormito nella legnaia. I tedeschi e i fascisti, forse avvertiti della sua presenza, entrarono nell'abitazione, la perquisirono tutta, abbatterono muri, mitragliarono i soffitti, pic-chiarono i fratelli, dividendoli e minacciandoli. Se ne sono andati solo nel tardo pomeriggio, dopo aver devastato tutto. Dal suo nascondiglio Antonio ha assistito im-potente a tutto questo e per fortuna non lo hanno scoperto. Ma quel giorno tre giovani di Canove, tra cui il suo amico Renato Ambrosi-ni, furono catturati, imprigionati, torturati e dopo quattro giorni uccisi a Foza. In seguito a questi fatti la famiglia Urbani la-sciò l’Altopiano e si trasferì temporaneamente a Madonna di Lonigo da parenti. "Gatto" se ne stette per un po’ tranquillo ma poi ricomin-ciò la lotta per la libertà collaborando con la brigata Martiri di Grancona, arrivando anche a minare la ferrovia a Locara. Bastano questi cenni per renderci conto del contributo che egli ha dato alla costruzione di questa nostra Italia libera, pacifica e democratica. Un contri-buto che poi non ha mai smesso di offrire alla nostra società, sia nella professione, che nell'impegno civile come Segretario Provincia-le del Partito Repubblicano e come consigliere comunale a Valdagno e a Cornedo. Noi gli siamo per questo molto grati e faremo in modo che il dott. Antonio Urbani "Gatto" resti nella nostra storia e nei nostri cuori.

riscattata dall'occupazione straniera e dalla dittatura con la lotta della Resistenza e la vitto-ria sul nazifascismo nei giorni della Liberazio-ne del 25 Aprile 1945. Negli anni cinquanta Mario e la moglie Maria gestivano in Piazza Garibaldi a Vicenza un chiosco di frutta e verdura; Mario e la moglie, lavorando per più di trent'anni in pieno centro (egli era dedito pure ad attività di mediazione e di compravendita), erano un solido punto di riferimento per quanti condividevano gli ideali di riscatto umano e sociale dei lavoratori e degli ultimi della società. Già allora egli era un autorevole dirigente dell'ANPI, componente del Comitato Provinciale; poi é divenuto per tanti anni membro della Segreteria. Instancabi-le, tenace e generoso ha speso le sue energie per la riuscita dille molteplici iniziative politi-che, associative, culturali della sinistra vicentina e dell'ANPI. Fedele propugnatore degli ideali di giustizia, di democrazia e di pace Zarocolo ha dedicato tutta la sua esistenza alla tutela della memoria storica della lotta dei "combattenti della liber-tà", alla custodia coerente dei "frutti" della Resistenza: la Repubblica e la Costituzione, alla promozione di tante attività patriottiche e cul-turali, pubbliche e nelle scuole, fortemente impegnato nell'obiettivo di trasmettere alle

nuove generazioni gli ideali e i valori democra-tici e antifascisti, per la loro formazione. Ha continuato così fino all'ultimo periodo; veniva ancora, accompagnato, quando lo reg-geva la salute, alle riunioni del Comitato Pro-vinciale, accolto sempre con calore, affetto e rispetto. Una lunga vita ben spesa: per la fami-glia, il lavoro, la società, i giovani e l'ANPI. Aperto, disponibile e ospitale Mario aveva fatto della sua casa un luogo di incontro per gli amici e i compagni democratici e antifascisti e per le riunioni dell'Associazione; a qualcunor

studioso e impegnato, mostrava pure le sue raccolte di documenti, di• giornali e di libri, gelosamente ordinati e custoditi. "Stocchino" ci ha lasciato un esempio positi-vo di uomo e di cittadino, per la fedeltà agli ideali della Resistenza, per la coerenza dimo-strata nella sua lunga vita, per la "passione" profusa nell'educazione delle nuove genera-zioni, per il sostegno politico, organizzativo e, in caso di necessità, finanziario assicurato sempre alla nostra Associazione. Merita il nostro ricordo e il nostro ringraziamento. L'ANPI vicentina é grata pure alla figlia Gianna che ha messo a sua disposizone i libri, i documenti e le raccolte di giornali e di riviste del suo Papà.

17 IL PATRIOTA

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Il 27 ottobre 2015, prima della cerimo-nia religiosa, ci siamo trovati davanti al

Municipio di Altavilla Vicentina per portare l'estremo saluto ad un cittadino illustre della Comunità, il cav. Bernardo Marchezzolo, il partigiano "Ninin" del Battaglione Guastatori e della Brigata Argiuna - Divisione Vicenza, presidente della locale Sezione A.N.C.R. e componente del Comitato Provinciale A.N.P.I; il Sindaco di Altavilla, d'intesa con le Sezioni A.N.P.I. e A.N.C.R.,ha proposto di celebrare nel giorno del funerale di "Ninin" la cerimonia del 4 Novembre, data solenne delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale, perché Marchezzolo per lunghi anni é stato l'anima-tore, insieme a Toni Tomasi, del 25 Aprile e del 4 Novembre. La giornata é stata impe-gnativa :prima la commemorazione civile di "Ninin" in Piazza del Municipio con gli inter-venti del Sindaco e del Presidente Provinciale dell'ANPI, poi il corteo fino alla Chiesa per la cerimonia religiosa, infine il corteo fino al Monumento ai Caduti per la deposizione della corona e dei fiori e il messaggio dedicato alla solennità nazionale. Erano presenti il Sindaco, Assessori e Consi-glieri comunali di Altavilla, i Sindaci di Brendola e di Sovizzo, il Parroco, i ragazzi e le ragazze delle Scuole con i loro insegnanti,la banda musicale, numerose delegazioni con le bandiere delle Sezioni ANPI e Combattenti e Reduci con i loro Presidenti, alcune bandiere delle formazioni partigiane vicentine, bandie-re di altre Associazioni, tanti cittadini, amici ed estimatori di "Ninin", in segno di saluto e di ringraziamento al combattente per la libertà e la giustizia e per essere vicini al dolore dei suoi Cari: i figli Giancarlo e Antonella, i loro congiunti Adriana e Pietro, il nipote Alessio con Diletta,la sorella Corina e Franco e pa-renti tutti; stretti a loro quanti gli sono stati più vicini e l'hanno conosciuto e stimato, in primo luogo la Rina, Wanda, Beppi Morsolet-to, Toni, Sergio e Liviano Tomasi e altri anco-ra. Nell'insieme "Ninin" é stato ricordato e ono-rato in modo degno e significativo,come me-ritava per il contributo dato alla Resistenza e alla Liberazione e per l'esempio espresso nella sua esistenza per l'ANPI, l'ANCR, la sua Co-munità come uomo, lavoratore e cittadino. Nato ad Altavilla il 25 aprile 1923 (scherzosa-mente diceva che aveva partecipato a due "liberazioni") in una famiglia contadina, Ber-nardo aveva cominciato a lavorare subito dopo le scuole elementari: imbianchino a 12 anni, aiutante in una fattoria a 14 e poi mano-vale in un'impresa edile e più tardi muratore e impresario, senza mai trascurare però la sua terra. Arruolato nel reparto celere "Umberto di Savoia" di Pordenone con destinazione di invio nella lontana Russia, dopo 1'8 settembre 1943 torna a casa a piedi da Padova. Decide di non presentarsi ai bandi di chiamata della

BERNARDO MARCHEZZOLO

"Ninin" (1924=2015)

R.S.I., ed entra in clandestinità con il fidato compagno di lotta Aldo Bacco "Falco". Essi prendono contatto con Carlo Sega-to"Marco-Vincenzo" e con "Tom" Beltrame, che agiscono e guidano i partigiani in Città e nei paesi ad Ovest di Vicenza con Plinio Qui-rici, Aquilino Nozze, Enrico Busatta, "Gino" Cerchio ed altri (Creazzo, Sovizzo, Montevia-le, Montecchio Maggiore, Altavilla Vicentina e Brendola) contro i tedeschi occupanti e i fascisti di Salò al loro servizio. Della loro sto-ria, delle azioni partigiane compiute, dei sacri-fici fatti e dei risultati positivi ottenuti parlano diversi libri della Resistenza vicentina. Sono gli uomini e le donne della Resistenza territo-riale, legati quasi tutti al territorio e alle loro occupazioni, che di notte si dedicano al sabo-taggio di linee ferroviarie, elettriche, telefoni-che, tramviarie, alla distruzione di ponti e di scali ferroviari, al danneggiamento di cabine elettriche e di strade, per paralizzare i movi-menti, gli scambi e i rifornimenti dei nazifa-scisti, per recare danno alle loro strutture, per indebolire e neutralizzare la loro potenza bel-lica. E' la storia del Battaglione Guastatori e della forte Brigata Argiuna della Divisione partigia-na Vicenza. Il cuore di queste formazioni si trova ad Altavilla; la base e il comando sono posti nella fattoria dei Tomasi, nella loro casa. Tutti i membri della famiglia (il padre Anniba-le, la madre Angela, la figlia Pierina, i figli Agostino e Toni e anche i ragazzi Sergio e Liviano) sono nella Resistenza, la sostengono e corrono pericoli e rischi notevoli, come del resto tutte le famiglie che aiutano i partigiani. L'impegno di "Ninin", di "Falco", di "Gusto", di Toni (incarcerato e torturato), di Rina (incarcerata, maltrattata e torturata), dei co-mandanti Carlo Segato "Marco-Vincenzo" e di Leonardo Beltrame "Tom", dei loro uomi-ni e compagni raggiunge il culmine nell'insur-rezione del 25 Aprile 1945 e negli ultimi scon-tri con i nazifascisti che ad Altavilla durano fino al 28 e al 29 aprile. Poi finalmente arriva la pace e inizia la gestio-ne democratica della società. "Ninin" si dedica allora al lavoro e alla fami-glia, ma non si chiude in casa a badare ai pro-pri interessi; c'é il bene generale da curare, da far crescere e così esprime il suo impegno nelle Associazioni A.N.C.R., A.N.P.I, e in altre; ci sono le cerimonie patriottiche nazio-nali da organizzare (il 25 Aprile, il 4 Novem-bre); ci sono le manifestazioni partigiane in onore e in memoria dei Caduti; ci sono gli incontri nelle Scuole e le mostre e i libri, insie-me a Toni Tomasi, a Carlo Segato, a Rina Somaggio, a Beppi Morsoletto. Questa attività di formazione dei giovani vie-ne portata avanti nelle Scuole di Altavilla, Brendola, Montecchio Maggiore, Creazzo, Sovizzo e in alcune Scuole della Città. Aperto, generoso, ospitale, tenace testimone dei valori della Resistenza, della pace, dell'u-guaglianza e della solidarietà tra gli uomi-ni,"Ninin" ci trasmette una grande eredità ideale e civile,da mettere a frutto ogni giorno.

ELISABETTA GASPAROTTO

1923-2015

Il 24 novembre2015 a Salcedo si sono svolte le esequie di Elisabetta Gasparotto, partigiana combattente della bri-gata “Martiri di Gra-

nezza”, nata il 20.12.1923. L'ANPI, nel ricordarla con gratitudine per il suo impegno nella Resistenza, esprime vici-nanza e solidarietà ai famigliari riportando il ricordo che i suoi figli hanno pronunciato durante la cerimonia funebre; un ricordo pie-no di affetto e che descrive bene a sua umani-tà e la sua forza d'animo: «Cara mamma, te ne sei andata serena e sorri-dente, amata e accompagnata fino alla soglia dai tuoi quattro figli, in una limpida domenica di sole come tu desideravi, il giorno di Santa Cecilia – protettrice dei cantori. Noi figli lo consideriamo un dono per il tuo amore per il bel canto, tu che ci hai allietato tutta la vita con la tua meravigliosa voce! Sapevamo, cara mamma, che per te il canto era un modo per manifestare la tua profonda fede, la tua esube-rante e gioiosa vitalità, ma anche un modo per liberarti dalla sofferenza e per alleviare il tuo fardello di dolore. Ti ringraziamo per aver dedicato la tua vita e le tue energie alla fami-glia tutta, investendo anche molto su noi figli. Ti siamo molto riconoscenti per il senso del dovere che, col papà, ci hai trasmesso, per il senso dell’onestà e della giustizia, per l’apertura mentale e culturale, per il coraggio e la forza nell’affrontare le avversità, per il sen-so acuto dell’ironia e il grande desiderio di continuare ad imparare. Cara mamma, sei stata fino all’ultimo con noi una donna forte, attenta, intelligente e intuitiva. Sotto quel tuo aspetto ruvido, nascondevi una sensibilità estrema, un indomabile anelito di libertà e di indipendenza di pensiero. La tua assenza fisi-ca non spezzerà mai il legame d’amore che , da sempre, ci lega a te. Ciao Isetta!».

Un piccolo gruppo di spiriti determi-nati animati da una incrollabile fede nella loro missione può alterare il cor-so della storia.

(Mahatma Gandhi)

Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà.

(Anna Frank)

Io credo fermamente che l’ora più bella di qualsiasi uomo, la più grande realizzazione di ciò che ha più a cuo-re, è quel momento in cui ha messo il suo cuore in una buona causa e giace esausto sul campo di battaglia – vitto-rioso.

(Vince Lombardi)

18 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016

Page 19: Il Patriota Dicembre 2015

L’area del Mediterraneo è una polveriera ed il mare è oramai un cimitero a cielo aperto. Mi-grazioni e guerre sono due facce della stessa medaglia. I conflitti irrisolti e le guerre hanno pro-dotto ad oggi, oltre 4 milioni di profughi palestinesi, circa 200.000 saharawi accampati nel deserto algerino, 9 milioni di siriani tra sfollati e profughi, 2 milioni di iracheni sfollati. Il flusso di uomini e donne dall’Afghanistan e dall’inferno della Libia, le persone in fuga dalla Somalia, dall'Eritrea, dal Sudan e da altri paesi africani, da anni è continuo. Il peggio è che dietro alle storie di queste persone, oltre a povertà, malat-tie, dittature e guerre, ci sono interessi politici ed economici internazionali. Guerre, povertà, saccheggio delle risorse naturali, sfrutta-mento economico e commer-ciale, dittature sono le cause all'origine delle migrazioni con-temporanee. Essere liberi di muoversi, migrare, deve essere una conquista dell’umanità non una costrizione. Pace, sicurezza, benessere sociale ed economico

Mai più ?

PARTIGIANI E PATRIOTI Zona di BASSANO DEL GRAPPA

Ricordiamo con affetto e gratitudine i nostri partigiani e patrioti che sono mancati nel corso dell’anno 2015:

Cav. ANTONIO GUERRA, partigiano, nato nel 1917; socio sto-rico della nostra Sezione, è stato a lungo impegnato negli anni passati nel sostegno e nella ricerca di finanziamenti per l’iniziativa delle borse di studio agli studenti conferite in occasio-ne dell’annuale Commemorazione del 26 settembre.

SILVANA MAINARDI, socia della nostra Sezione A.N.P.I. e proposta quest'anno per la Medaglia della Liberazione (destinata ai partigia-ni viventi alla data del 25 aprile 2015, settantesi-mo anniversario della Liberazione). Era nata nel 1924 in una delle famiglie antifasciste più in-fluenti e impegnate della Città di Vicenza. Era sorella di Giorgio Mainardi, caduto il

23/11/1943 a Castel di Sangro (L’Aquila) in uno scontro con i tedeschi; il sacrificio del fratello Giorgio è ricordato in una lapi-de al Liceo Pigafetta di Vicenza. Aveva collaborato attivamente nella Resistenza come staffetta prima a fianco del fratello e anche successivamente, durante lo sfollamento della famiglia a Costozza di Longare, sui Monti Berici;

VIRGINIA TASSOTTI (ENIA), socia ad honorem e proposta quest'anno per la Meda-glia della Liberazione (destinata ai partigiani viventi alla data del 25 aprile 2015, settantesi-mo anniversario della Liberazione); nata nel 1924, era stata partigiana nel battaglione “Bassano del Grappa”, inquadrato nella Bri-gata “Giovane Italia” della Divisione parti-giana alpina “Monte Ortigara”, nonché dete-nuta politica nel Carcere di S. Biagio di Vi-cenza dall'11.04.1944 al 10.07.1944

MARIA CORTESE, socia ad honorem, vedo-va di Nino Torcellan (l’ “atleta partigiano”, martire bassanese della Resistenza e Medaglia di bronzo al Valor Militare alla memoria, ca-duto in combattimento a Rubbio in Val Galli-na il 12.09.1944) e madre di Giovanni Torcel-lan, componente del nostro Comitato di Se-zione e del Comitato provinciale di Vicenza.

NATALIA MIRON, socia ad honorem, staf-fetta partigiana di Rosà e sorella di Francesco Miron, il partigiano che ha partecipato al sa-botaggio al Ponte Vecchio; la vicenda di Na-talia è narrata nel volumetto “Perle di Guerra

e di Pace: Memorie di una staffetta partigiana nella Re-sistenza tra il Brenta e il Piave durante la Seconda Guerra Mondiale”.

Continua in Europa la spinta alla chiusura nazionalista e xenofoba. A fronte delle difficoltà a tro-vare vie d'uscita condivise alla crisi economica, sociale e poli-tica che attraversa il capitali-smo, si intensificano le rispo-ste peggiori: guerre, terrori-smo, nazionalismo. In alcuni Paesi dell'ex blocco sovietico stanno crescendo, e trovando sponda nei relativi governi, le forze razziste, che si richiamano esplicitamente al nazismo. Ciò avviene in particolare in Ungheria, Polonia, U-craina. In quest'ultimo Paese ac-cadono episodi che ricor-dano i periodi precedenti l'avvento del fascismo in Italia e del nazismo in Germania. Sedi di partito distrutte, dirigenti linciati, giornalisti seviziati, fino ad una recente legge che ha messo al bando il parti-to comunista d'Ucraina. Non dimentichiamo, poi, che ad addestrare la guar-

Neonazismo e Paesi dell’EstNeonazismo e Paesi dell’Est

Continua dalla prima pagina

si raggiungono solamente se si rispetta l’universalità dei diritti umani di ogni donna e di ogni uomo. Per far questo dobbiamo cam-biare mentalità ed atteggiamen-to: non più lacrime di coccodril-lo, ma gesti concreti: ripudiare la guerra (art. 11 della Costitu-zione) vuol dire non mandare i nostri soldati nei teatri ove essa si svolge, magari mascherando l'intervento militare come "umanitario", vuol dire smetter-la di arricchirci con la fabbrica-zione e il commercio di armi, riconvertendone le industrie, vuol dire smettere di depredare quei paesi di materie prime (dalle fonti di energia ai prodotti della terra). L'Italia e l'Europa devono costruire una risposta di pace, di convivenza, di demo-crazia, di benessere sociale ed economico, ispirandosi al prin-cipio di solidarietà e abbando-nando le politiche securitarie, dell'austerità, degli accordi com-merciali neoliberisti, di privatiz-zazione dei beni comuni. L'Ita-lia e l'Europa devono investire sul lavoro dignitoso, sulla giusti-zia sociale, sulla scuola, sulla democrazia e sulla sovranità dei popoli. L'Europa siamo noi. Noi dob-biamo fare l'Europa sociale e solidale.

dia nazionale ucraina, che in-corpora anche elementi delle formazioni neonaziste, sono gli istruttori della 173° divisio-ne aviotrasportata Usa di stan-za a Vicenza. Queste vicende ci interpellano e spingono a chiedere al Go-verno italiano di prendere i dovuti provvedimenti, in sede Europea e Nato, per garantire i diritti democratici in tutti i Paesi europei.

Danilo Andriollo

Neonazisti ucraini della rivolta Maidan

19 IL PATRIOTA

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anniversario della Liberazio-ne con incontri nelle Scuole, spettacoli, conferenze pub-

bliche, mostre, proiezioni di film, assegna-zione di premi, viaggi della memoria, inau-gurazione di lapidi, ripristino di monumenti, convegni sulla Resistenza e sulla riforma della Costituzione. L'ANPI vicentina dimo-stra una grande vitalità; il suo prestigio si é accresciuto; il percorso é stato graduale e positivo. Ora il 16° Congresso ci sprona ad "assicurare la continuità, nel senso che il futuro va af-frontato tenendo ben ferme le nostre radici e facendo ad esse costante riferimento". Anco-ra una volta l'Associazione é chiamata ad una funzione di memoria attiva: ricordo degli eventi e dei caduti, unito ad una riflessione pacata e serena sul passato, con l'informazio-ne adeguata e la diffusione della conoscenza. Ed é chiamata a discutere e a prendere posi-zione su questioni primarie della vita politica e democratica: la pace nel Mondo; la crisi economica internazionale; la tendenza alla restrizione della democrazia; i fondamentali-smi e il terrorismo; le migrazioni dei popoli per la guerra e per la fame; il ruolo dell'Euro-pa; nel quadro italiano: i disvalori; la destra e i richiami al razzismo e alla xenofobia; il rispetto della Costituzione e della democrazi-a nel campo delle riforme; le disuguaglianze sociali e il lavoro, valore costituzionale so-stanziale; la degenerazione della politica e la sua inderogabile riforma; i diritti civili; la questione morale; la questione meridionale; la questione ambientale. Sono temi e linee essenziali da affrontare con spirito unitario nei Congressi, da approfon-dire e da approvare, seguendo il metodo del confronto democratico, nel rispetto del plu-ralismo. La linea adottata, poi, diventerà patrimonio e indirizzo per tutti. Per garantire continuità e sviluppo alla no-stra Associazione, inoltre, é indispensabile un'assidua attività di informazione con l'uti-lizzo delle nuove tecniche mediatiche ma senza trascurare il contatto quotidiano con i nostri associati e con i nostri dirigenti, com-presa la diffusione dei nostri giornali e delle risoluzioni congressuali e degli organismi dirigenti; preziosa e continua dovrà essere pure l'attività di formazione ideale e storica dei nostri aderenti e dei gruppi designati alla sua direzione; come dobbiamo far risaltare il valore dell'opera di tesseramento e di reclu-tamento di nuovi iscritti, mettendo così alla prova la nostra capacità di contatto, di co-municazione e di "conquista". Con il robusto volume di iniziative svolte in questi ultimi anni abbiamo gettato le pre-messe per un ulteriore consolidamento dell'ANPI, a vantaggio delle nuove genera-zioni, della società democratica e del "bene generale".

Mario Faggion

Quest’anno dobbiamo tutti ricordare che 70 anni fa si avviava la nuova Italia dopo gli orrori del fascismo e della guerra. Nel 1946 si sono succeduti degli avvenimenti che sono stati determinanti per il futuro del nostro Paese: la ripresa della vita democratica; la libera scelta dei propri amministratori con il voto a suffragio universale, comprendendo per la prima volta anche l'elettorato femmini-le; il referendum per decidere fra Monarchia e Repubblica; l'elezione dell'Assemblea Costitu-ente. Questi momenti sono stati caratterizzati da una larghissima partecipazione delle italiane e degli italiani alla vita pubblica, finalmente liberi dal giogo nazifascista e desiderosi di esprimere con il voto la propria volontà di contribuire all'affermazione della democrazia. Hanno iniziato con le votazioni amministrati-ve del marzo/aprile 1946 a scegliere i propri rappresentanti nei Consigli Comunali in sosti-tuzione di quelli provvisoriamente nominati dai Comitati di Liberazione Nazionale. Sono stati poi chiamati a pronunciarsi il 2 giugno 1946 sulla forma istituzionale dello Stato, optando per la Repubblica e chiudendo per sempre il rapporto con la Casa Reale e la Monarchia, ritenuta complice del fascismo e della rovina dell'Italia nella guerra. Il 2 giugno è diventato festa nazionale della Repubblica e quest'anno sarà celebrato con particolare solennità ricorrendo il suo 70° anniversario. Le italiane e gli italiani hanno infine eletto, sempre il 2 giugno 1946, i loro rappresentanti politici nell'Assemblea Costituente, affinché nel confronto e nell'incontro degli ideali catto-lico-democratici, liberali, azionisti e marxisti fosse preparata e redatta la Carta fondamen-tale dello Stato, la nuova Costituzione, che doveva delineare i caratteri della convivenza civile del popolo, fondata su diritti, doveri e sugli ideali di giustizia e di libertà espressi dalla Resistenza. L’ANPI vicentina ha ricordato questi avveni-menti nel Calendario della Resistenza, ma si impegna a celebrarli nel corso di tutto l’anno in collaborazione con le Istituzioni loca-li, con le scuole e con tutte le organizzazioni sociali, in modo da approfondire la memoria storica non solo della Lotta di Liberazione, ma anche dei suoi frutti che abbiamo goduto per 70 anni.

importanza fondamentale perché é in atto, nella fase che attraversiamo, il passaggio del "testimone" e della direzione dell'ANPI alle generazioni che non hanno vissuto diretta-mente la Resistenza per ragioni anagrafiche. E' un passaggio iniziato dal gruppo dirigente, con saggezza e lungimiranza, già nel XIV Congresso del 2006, con l'apertura ai giova-ni; continuato poi attraverso l'attività svilup-pata " verso una nuova stagione dell'ANPI " con la Conferenza Nazionale di Organizza-zione del 2009 e con il XV Congresso del 2011, in cui si é riaffermata l'identità della nostra Associazione, intesa come protagoni-sta ed erede degli ideali della Resistenza e della Liberazione, espressi nei principi e nei valori della nostra Costituzione, posti a fon-damento della società democratica. In quei due Congressi di svolta l'ANPI ha avviato una grande attività di rafforzamento e di rinnovamento, di investimento verso i giovani, di tutela della memoria dell'antifa-scismo, del secondo conflitto mondiale, della Guerra di Liberazione e dei risultati acquisiti da tutti i protagonisti della Resistenza (partigiani, civili, internati, deportati, soldati del C.V.L., missioni alleate, partiti del C.L.N.) con il 25 Aprile 1945: il riscatto dell'Italia con la libertà e la democrazia, le conquiste della Repubblica e della Costitu-zione, la volontà e l'opera di ricostruzione materiale, morale, civile e sociale del nostro Paese. La consapevolezza, inoltre, della pro-mozione di queste conquiste e della loro sal-vaguardia e attuazione ha portato la nostra Associazione ad assumersi, in piena respon-sabilità e autonomia, il ruolo forte di "coscienza critica" del mondo politico, istitu-zionale e culturale.

Da allora l'ANPI ha registrato una considere-vole crescita. Oggi, a livello nazionale, conta oltre 120.000 iscritti; le strutture territoriali provinciali sono presenti in tutta l'Italia (n.110), così come le Sezioni (n. 3000). In questi anni ha goduto di autorevolezza e cre-dibilità, sia tra i cittadini sia nelle Istituzioni. Anche nella nostra Provincia é avvenuto, con il lavoro volontario, attento e costante dei gruppi dirigenti, un importante processo di incremento in qualità e quantità, in rapporto al calo purtroppo inevitabile, per cause natu-rali, della generazione della Resistenza. Nel 2005 l'ANPI provinciale contava su 1235 iscritti (1184 tessere ordinarie, 51 ad honorem); nel 2010 le adesioni sono state 1452 (1401 ordinarie, 51 ad honorem); nel 2015, alla vigilia dei Congressi, gli iscritti risultano 1671 (1626 tessere ordinarie, 37 tessere ad honorem, 8 "Amici"dell'ANPI). Le nostre Sezioni sono 26; i Nuclei (piccole realtà) sono 2. Le manifestazioni nelle diverse località della Provincia sono passate da 32 a 38; la crescita é dovuta ad una maggiore coscienza della propria storia, maturata nelle Comunità. Nel corso del 2015 tutte le Sezioni attive e tutte le Zone si sono distinte nelle iniziative sul 70°

Tessera dell’ANPI del 2016

L’A.N.P.I. verso il suo 16° CONGRESSOL’A.N.P.I. verso il suo 16° CONGRESSO Continua dalla prima pagina

20 A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vicenza Dic.2015 - Genn.2016