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IL GAZZETTINO CURIOSITÁ LINERA-COSENTINI-MARIA VERGINE 2. Parco Cosentini 3. Monumento ai caduti Nella sagrestia della chiesa di Cosentini, in un dipinto anonimo dell’Ottocento, si possono osservare le sei sorelle di casa Cosentini, cinque suore Maria Serafina, Maria Giuseppa, Maria Rosa- ria, Maria Crocifissa, Maria Rosalia, e una medico chirur- go Antonia. A quei tempi, erano molte le famiglie agiate che riservano la loro eredità ai figli maschi e facevano diventare le figlie monache dell’ordine domenica- no, chiamate “monache pizzoc- chere”. In casa si costruiva una piccola chiesa domestica dove veniva celebrata la messa. Queste suore di casa dedicavano la loro vita alla beneficienza, alle opere pie e alla preghiera. La piccola chiesa privata della famiglia Cosentini, da oratorio diven- ne pubblica e usufruì dell’atto di donazione di una rendita dalla suore e dal fratello superstite nel 1862. Attorno a questa Chiesa sorse il paese. Nel parco Cosentini ogni anno durante le feste natelizie viene realizzato il presepe vivente. Linera. A circa due chilometri a sud dal centro di Santa Venerina vi è Linera, la frazione più popolata del comune, il cui nome deriva dai vasti appezzamenti di terreno denominati liniere, un tempo destinati alla coltivazione di canapa e lino. Dell’antico borgo oggi resta ben poco a causa del terremoto del 1914, che avendo epicentro proprio in questi luoghi, distrusse ogni manufatto. L’arcivescovo di Catania benedisse nel 1815 la Chiesa dedicata a Maria SS. del Lume, costruita dalla famiglia Roncisvalle nei pressi del torrente grande, rendendola pubblica e dichiarandola Chiesa parrocchiale, intorno alla quale cominciò a consolidarsi l’identità del nucleo abitativo di Linera.Il terremoto del 17 gennaio del 1879 distrusse la Chiesa, ricostruita soltanto nel 1924. Fino alla metà degli anni 60’, all’interno della “Chiesa Vecchia” si potevano ammirare tele di particolare pregio, successiva- mente trasferite o alienate. Qualche decennio fa, è stata assegnata dalla Curia Vescovile in comodato d’uso alla Comu- nità Papa Giovanni XXIII, che tutt’oggi ivi ha sede. L’attuale Chiesa di Linera, sempre dedicata a Maria SS. del Lume, venne costruita in una zona più centrale, rispetto a quella vecchia e fu aperta al culto nel 1895, anch’essa caratterizzata da una lunga storia di terremoti e ricostruzioni. Cosentini e Maria Vergine. Immediatamente attigue a Linera, si trovano altre due frazio- ni più piccole per numero di abitanti: Cosentini, posta a ovest, che prese il nome dall’omonima famiglia proprietaria di un vasto fondo agricolo, e Maria Vergine collocata a sud-est. La Chiesa di Cosentini, dedicata a Maria SS. del Rosario, in origine era un oratorio privato della famiglia acese dei Cosentini, che proprio in quell’area possedeva delle proprietà e la residenza signorile. La più antica delle Chiese è stata quella originaria di Maria Vergine della Catena, ricostruita dopo il terremoto del 1914 e risalente al Cinquecento. notizie e curiosità su Santa Venerina 1.Chiesa di Linea 4. Chiesa Maria SS del Rosario 5. Chiesa di Maria Vergine 1 4 5 3 2

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IL GAZZETTINOCURIOSITÁ

LINERA-COSENTINI-MARIA VERGINE

2. Parco Cosentini

3. Monumento ai caduti

Nella sagrestia della chiesa di Cosentini, in un dipinto anonimo dell’Ottocento, si possono osservare le sei sorelle di casa Cosentini, cinque suore Maria Serafina, Maria Giuseppa, Maria Rosa-ria, Maria Crocifissa, Maria Rosalia, e una medico chirur-go Antonia. A quei tempi, erano molte le famiglie agiate che riservano la loro eredità ai figli maschi e facevano diventare le figlie monache dell’ordine domenica-no, chiamate “monache pizzoc-chere”. In casa si costruiva una piccola chiesa domestica dove veniva celebrata la messa. Queste suore di casa dedicavano la loro vita alla beneficienza, alle opere pie e alla preghiera. La piccola chiesa privata della famiglia Cosentini, da oratorio diven-ne pubblica e usufruì dell’atto di donazione di una rendita dalla suore e dal fratello superstite nel 1862. Attorno a questa Chiesa sorse il paese.

Nel parco Cosentini ogni anno durante le feste natelizie viene realizzato il presepe vivente.

Linera. A circa due chilometri a sud dal centro di Santa Venerina vi è Linera, la frazione più popolata del comune, il cui nome deriva dai vasti appezzamenti di terreno denominati liniere, un tempo destinati alla coltivazione di canapa e lino. Dell’antico borgo oggi resta ben poco a causa del terremoto del 1914, che avendo epicentro proprio in questi luoghi, distrusse ogni manufatto. L’arcivescovo di Catania benedisse nel 1815 la Chiesa dedicata a Maria SS. del Lume, costruita dalla famiglia Roncisvalle nei pressi del torrente grande, rendendola pubblica e dichiarandola Chiesa parrocchiale, intorno alla quale cominciò a consolidarsi l’identità del nucleo abitativo di Linera.Il terremoto del 17 gennaio del 1879 distrusse la Chiesa, ricostruita soltanto nel 1924. Fino alla metà degli anni 60’, all’interno della “Chiesa Vecchia” si potevano ammirare tele di particolare pregio, successiva-mente trasferite o alienate. Qualche decennio fa, è stata assegnata dalla Curia Vescovile in comodato d’uso alla Comu-nità Papa Giovanni XXIII, che tutt’oggi ivi ha sede. L’attuale Chiesa di Linera, sempre dedicata a Maria SS. del Lume, venne costruita in una zona più centrale, rispetto a quella vecchia e fu aperta al culto nel 1895, anch’essa caratterizzata da una lunga storia di terremoti e ricostruzioni.

Cosentini e Maria Vergine.

Immediatamente attigue a Linera, si trovano altre due frazio-ni più piccole per numero di abitanti: Cosentini, posta a ovest, che prese il nome dall’omonima famiglia proprietaria di un vasto fondo agricolo, e Maria Vergine collocata a sud-est. La Chiesa di Cosentini, dedicata a Maria SS. del Rosario, in origine era un oratorio privato della famiglia acese dei Cosentini, che proprio in quell’area possedeva delle proprietà e la residenza signorile. La più antica delle Chiese è stata quella originaria di Maria Vergine della Catena, ricostruita dopo il terremoto del 1914 e risalente al Cinquecento.

notizie e curiosità su Santa Venerina

Maria Giuseppa, Maria Rosaria, Maria Crocifissa, Maria Rosalia, e una medico chirurgo Antonia. A quei tempi, erano molte le famiglie agiate che riservano la loro eredità ai figli maschi e facevano diventare le figlie monache dell’ordine domenicano, chiamate “monache pizzocchere”. In casa si costruiva una piccola chiesa domestica dove veniva celebrata la messa. Queste suore di casa dedicavano la loro vita alla beneficienza, alle opere pie e alla preghiera. La piccola chiesa privata della famiglia

1.Chiesa di Linea

4. Chiesa Maria SS del Rosario

5. Chiesa di Maria Vergine

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Ingredienti500 grammi di farina 00200 grammi di zucchero150 grammi di burro300 ml di latte80 grammi di cacao amaro in polvere10 grammi di ammoniaca oppure 1 bustina di lievito in polvere per dolci1 cucchiaio colmo di miele di fiori d’arancio o millefiori1 cucchiaio di marmellata d’arancia 1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere1 cucchiaino di cannella in polverescorza grattugiata di un arancia biologicaPer la guarnizione:300 grammi di cioccolato fondente60 grammi di burro granella di pistacchio q.b.(in alternativa granella di nocciole)nutella o marmellata di arance (opzionale)

Le “Rame di Napoli” sono un dolce tipico consumato in Sicilia che sin dalle sue origini veniva idealmente regalato ai bimbi dai loro parenti defunti, per essere stati buoni durante l’anno. Ecco perché viene prodotto in occasione del giorno della commemorazione dei defunti.Originariamente questi dolci venivano prodotti con gli avanzi rimasti dalla produzione di altri dolciumi, infatti, la ricetta originale preve-deva l’uso di ingredienti relativamente poco costosi come farina, zucchero, cacao amaro e marmellata di arance. Negli anni subì diverse variazioni, così oggi si trovano in giro delle Rame di Napoli di diverse dimensioni e farcite con vari tipi di marmella-ta, nutella e crema di pistacchio. Vi sono molte leggende riguardo al nome, alcune molto improbabili, altre invece abbastanza verosimili. Una delle ipotesi possibili, è quella che il dolce venne inizialmente prodotto da un pasticcere di nome “Napoli”. Un’altra ipotesi, è quella che parla di un atto di vassallaggio della Sicilia nei confronti di Napoli durante l’epoca del Regno delle due Sici-lie. L’ultima ipotesi è quella che durante l’impero borbonico, subito dopo l’unificazione del regno di Sicilia e quello di Napoli, fu coniata dal re di Napoli, una moneta in lega di rame, che andava a sostituire le più preziose monete in argento e oro. Alcuni pasticceri catanesi dell’epoca, iniziarono a riprodurre in cucina, sotto forma di dolce, le nuove monete di Rame introdotte dal Re di Napoli. Ed è per questo, che questi “biscotti” furono chiamati Rame di Napoli.

MONUMENTO 1

PERSONAGGIO RICETTA

L’Oasi Parco Cosentini, collocato sul versante sud orientale dell’Etna, è una testimonianza della flora e della fauna del vecchio “Bosco di Jaci”. Esteso su un territorio di 5 ettari, è noto anche come “cunigghie-ria” perché negli anfratti lavici si rifugiavano tantissimi conigli selvatici, rappresentando una riserva di caccia. Ospita circa 67 specie vegetali e numerose specie animali, tipiche della cosiddetta “macchia mediterranea”. Il Parco sorge su un affioramento di vulcaniti basiche etnee, che risalgono all’eruzione del 1329 d.C. origi-nate da un piccolo cono piroclastico, il Monte Ilice, situato a circa 900 metri s.l.m. a sud di Zafferana Etnea. All’interno del Parco sono visibili grossi blocchi di lava alterati e degradati, così come frequenti sono i resti di tunnel lavici collassati, mentre l’elevata umidità e la fertilità del terreno determinano una vegetazione rigogliosa. Al fine di garantire una gestione oculata, mirata alla tutela, è stato richiesto e ottenuto l’inserimento del Parco nell’elenco ufficiale delle Aree Naturali Protette del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Durante gli orari di aper-tura sono presenti le guide naturalistiche che indirizzano i turisti nei percorsi esistenti all’interno del Parco fornendo informazioni tecni-co-scientifiche.

Antonia Cosentini, nacque ad Aci-reale nel 1870, figlia terzogeni-ta del famoso chirurgo Michelan-gelo Cosentini e di Rosa Strano, originaria di Acitrezza. Ebbe 14 fratelli e sorelle, ma solo 11 sopravvissero e di questi sei erano donne e cinque di loro deci-sero di divenire “monache di casa”. Soltanto Antonia non seguì le loro orme e divenne un bravo chirurgo come il padre, risultan-do così, se non la prima, certa-mente una delle prime in assoluto donne chirurgo del Regno delle Due Sicilie e del successivo Regno d’Italia. Antonia risiedet-te prevalentemente a Cosentini, frazione di Santa Venerina che prende il nome proprio dalla famiglia omonima, e morì all’età di 64 anni nel 1844.

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I progetti del Servizio Civile Nazionale 2019I progetti del Servizio Civile Nazionale 2019

Il Premio Internazionale di Giornalismo Maria Grazia Cutuli fu istituito nel 2004 dal Comune di Santa Venerina in collaborazione con il Corriere della Sera, della Provincia Regionale di Catania con la partecipazione delle Università siciliane di Catania, Messina, Palermo ed Enna. L’obiettivo del Premio è quello di onorare la memoria della gior-nalista siciliana, uccisa il 19 novembre del 2001 in un agguato in Afghanistan, lungo la strada tra Jalalabad e Kabul. Il giorno prima il Corriere della Sera aveva pubblicato un suo reportage su un deposito di gas nervino in una base abbandonata dai terroristi di Al Qaeda, l’ultimo di una lunga serie di coraggiosi articoli che aveva scritto da una delle zone più turbolente del momento.Durante la serata l’attenzione è rivolta al mondo della cultura e in particolare verso il giornalismo di frontiera e di guerra mediante la premiazione ed il coinvolgimento di eminenti figure. Quest’anno il Comune di Santa Venerina ha attivato tre sezioni del premio: “stampa estera”, “stampa nazionale” e “giornalista sici-liano emergente”. La cerimonia di premiazione si è tenuta il 23 novembre 2019 presso il Cine Teatro Eliseo. Per la sezione stampa estera sono stati premiati: Tobias Piller, corrispondente Italia del Frankfurter Allgemeine Zeitung e Safiye Alagas giornalista curda perseguitata dal regime di Erdogan. Per la sezione stampa nazionale è stato premiato Antonio Denti videoreporter di Reuters. Per la sezione giornalismo siciliano emergente è stata premiata Marta Bellingre-ri specializzata in studi arabo-islamici e del Mediterraneo. A seguire i partecipanti della Tavola Rotonda sono stati Marina Sereni viceministro degli Esteri, Antonio Ferrari editorialista del Corriera della Sera, Chiara Di Maria responsabile per la Sici-lia di Amnesty International, che hanno affrontato il tema “Gli anni 20’ del 2000: l’Europa e il Mediterraneo”.

Nel corso dei mesi Ottobre, Novembre e Dicem-bre, i volontari del Servizio Civile hanno organizzato un ciclo di tre incontri, denomi-nato “Laboratorio creativo” rivolto alle fasce di età 6 – 10 anni e 4 – 6 anni. L’idea di realizzare questi incontri è nata dalla consapevolezza che è necessario stimo-lare nei più piccoli l’acquisizione di compe-tenze artistiche e tecniche, attraverso l’utilizzo di strumenti adeguati alle loro esigenze didattiche. Il primi due incontri, realizzati in data 24 ottobre e 7 novembre, hanno riguardato la conoscenza degli artisti Claude Monet e Vincent Van Gogh e le relative opere Le ninfee e La camera di Vincent ad Arles, approfondendo le peculiarità artistiche adottate. La seconda parte dell’incontro ha visto come protagonisti gli stessi bambini che hanno ricoperto la veste di artista riproducendo le opere precedentemente trat-tate secondo le loro personali interpreta-zioni. Nel terzo incontro, tenutosi in data 5 dicem-bre, è stato letto il libro Il giardino curioso di Peter Brown. I bambini hanno realizzato delle piattaforme in cui hanno riprodotto un giardino da loro immaginato, al fine di sviluppare le competenze manuali e approfondire la conoscenza dei colori e delle forme. In occasione della festa di Halloween, dalla collaborazione tra i volontari del Servizio Civile – Garanzia Giovani e i volontari degli altri progetti attualmente in corso, è stato realizzato un laboratorio di lettura riguar-dante il libro La notte delle zucche mannare di Geronimo Stilton, rientrante nel ciclo Passaparole.

Passaparole

Premio di Giornalismo Maria Grazia Cutuli

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