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IL COSMO, LA MATERIA, L'EVOLUZIONE nell'Insegnamento del Cerchio Firenze77 A cura di Luigi Nardi

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IL COSMO, LA MATERIA,L'EVOLUZIONE

nell'Insegnamento delCerchio Firenze77

A cura di Luigi Nardi

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IL COSMO, LAMATERIA,

L'EVOLUZIONE

nell'Insegnamento delCerchio Firenze77

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DEDICA

Un grato pensiero in ricordo di Luciana Campani Setti, laquale, soprattutto, mi fornì cortesemente il materiale raccoltoin queste pagine allorché le espressi i miei interessi sullacostituzione della materia e il desiderio di raccogliere leinerenti informazioni in un piccolo volume.

Un ringraziamento riconoscente alle Guide e alle altreEntità del Cerchio - per l'amoroso, paziente e lungimiranteinsegnamento.

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PREMESSA

Nel tentativo di predisporre il lettore alla fruizione delmateriale qui raccolto, si riporta qui un breve estratto dallacomunicazione dell'11 marzo 1961.

“Parlandovi dell'atomo, della sua costituzione, figli cari, noinon possiamo certamente spiegarvi, in modo palese, lampante edimostrabile matematicamente, tutte quelle leggi le qualideterminano la costituzione dell'atomo, secondo come questo è.Ma intendiamo parlarvi di principi essenziali e basilari, equindi voi dovete seguirci - approfondendo la vostra cultura -fino a giungere a capire questi principi essenziali e basilari...

“...Voi dovete, naturalmente, per la vostra preparazione, enello stesso tempo per la nostra possibilità di spiegarci, doveteaccontentarvi, in un certo senso, di queste linee essenziali, chesono già un passo avanti di fronte a quello che conosce lascienza; anche se la scienza, in quello che conosce, è piùpositiva e più dettagliata di quanto possiamo esserlo noi, convoi”.

La presente raccolta nasce per coloro che desiderano avereriuniti in un unico fascicolo gli insegnamenti che le Entità delCerchio Firenze 77, durante i 37 anni di attività del mediumRoberto Setti, hanno amorosamente e pazientemente elargito aproposito dell'evoluzione e della struttura e composizione dellematerie del Cosmo: da quelle fisiche (sulle quali si èrichiamata principalmente l'attenzione del lettore), a quelledegli altri piani più sottili; fino a giungere alla materia base di

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tutto quanto esiste: lo Spirito.Si tratta di tutto il materiale che il relatore ha avuto a

disposizione. Nonostante la mole, probabilmente il fascicolonon è esaustivo di tutto quello che è stato prodotto nel corso ditanti anni. Tuttavia il tentativo era e rimane quello:raccogliere quanto era disponibile.

Si sente nell'aria un desiderio di cambiamento, la precisasensazione che Scienza e Fede non siano inconciliabili; ma,anzi, rappresentino campi di azione ricchi di potenzialisinergie, al fine di giungere a comprendere la Realtà di CIO'CHE È.

È tempo che lo scienziato sappia quale è la funzione dellescoperte scientifiche; che non le fraintenda; che sappia - oltreche ricercare e scoprire - soprattutto amare, la Natura e le SueLeggi.

Non si stupisca quindi, il lettore, se troverà insegnamentisulla Logica, sulla materia Spirito e sulle Veritàdell'ultrasensibile. Essi aiuteranno a costruire una immaginedella Realtà che non urta né con il misticismo, né con lanecessità di razionalità dell'uomo moderno.

Possa, questa raccolta, anticipare di qualche secolo laNuova Scienza Sacerdotale.

Luigi Nardi,

Aprile 2016

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PROLOGO

Erano i primi anni '90. Quell’estate, io e mia moglieNicoletta passammo alcuni giorni in ospedale per seguire lenostre figlie piccole, ricoverate per una gastroenterite. Nelleore notturne, in camerata, profittavo del silenzio per ascoltareattraverso l’auricolare, da un registratore tascabile, alcune‘cassette’ audio di sedute medianiche del Cerchio Firenze77:me le ero portate di proposito, supponendo che forse nelle orenotturne o di quiete, ci sarebbe stata la possibilità diascoltarle.

Sin dall’inizio del mio interesse per il CF77, la lettura degliinsegnamenti ma soprattutto l’ascolto delle voci registratedelle entità fiorentine mi aveva trasmesso un sereno senso diverità, così almeno l’istinto mi suggeriva di considerare quegliinsegnamenti così ‘sui generis’, dall’impostazione sintetica eoriginalissima tra le varie fonti medianiche che conoscevo.

Attraverso l’auricolare seguivo dunque con attenzione ciòche ascoltavo, nelle sfumature, cioè sin dove la mia culturascientifica (di chimico) mi permetteva di giungere. Scorrendovia via i nastri – quella volta ne avevo con me 6 o 7, presi traun centinaio posseduti a casa –, giunsi così alla ‘lezione’ sullasmaterializzazione del Cosmo al raggiungimento dellacosiddetta velocità critica (in questa raccolta alla voce “10aprile 1975”, riportata anche a p. 212 del libro Dai MondiInvisibili, edizione Mediterranee).

L’entità Kempis partiva da pochi e semplici presupposti, esvolgendo via via passaggi logici giungeva alle conclusioni aquel punto dovute. La mia mentalità razionale ne rimaseprofondamente ammirata, così tanto da riascoltare quel branopiù e più volte: risuonavo con quanto Kempis sosteneva, e

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nulla m’importava che si trattasse di comunicazionimedianiche: a me, in realtà, quella voce sembrava più unoscienziato di grande levatura che un disincarnato.

Non che le altre Voci del Cerchio non mi piacessero, maKempis in quel brano, in qualche modo, era – secondo me –assolutamente convincente proprio dal punto di vista delrigore scientifico.

Aggiungo che, in realtà, non mi era sfuggita laconstatazione che prescindendo dal nome dell’entitàcomunicante e analizzando il puro e semplice contenuto deibrani, le comunicazioni delle Guide del Cerchio (Dali, Kempis,Fratello Orientale, Claudio, Teresa) avevano – tutte – un sensounitario: quasi che a parlare fosse un’unica coscienza.

Le gemelline guarirono dopo alcune settimane, e noilasciammo l’ospedale, ma non mi lasciò invece l’impressionericevuta attraverso quel brano del Maestro Kempis. Nei mesisuccessivi, iniziò a formarsi in me il desiderio di raccogliere ecatalogare il materiale che costituisce questa raccolta. Si ètrattato di un lavoro-non-lavoro, in quanto la raccolta è statafatta per e con amore, e il lavoro ispirato dall’amore non è dipeso per chi lo compie.

Nella prima parte, le varie sottigliezze della materia fisicadi densità unica e caratteristica sono state riportate incaratteri maiuscoletto (UNITÀ ELEMENTARI, PARTICELLE,CORPUSCOLI, NUCLEI) per distinguerne la natura più semplice,cioè più fondamentale, rispetto agli atomi dei vari elementi ealle materie più dense: gassose, liquide, solide.

Le domande, sono scritte in corsivo per distinguerlechiaramente dall'insegnamento delle Guide disincarnate. Purein corsivo sono scritte le note di chi scrive, racchiuse traparentesi e concluse con l'indicazione - 'ndr'.

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Il volume è diviso in due PARTI: nella prima sono riportatenotizie fondamentali sui piani di esistenza: il piano fisico, conaccenni al piano astrale e al piano mentale. Le materie fisichevi sono descritte con un certo dettaglio, ad iniziare dalla UNITÀ

ELEMENTARE, che corrisponde, esattamente, all’atomodell’atomismo greco. Vi si trova anche un accenno critico allateoria evoluzionistica di Darwin, varie notizie sul Cosmo esull’evoluzione delle materie cosmiche, considerazioni sullavita microcosmica e macrocosmica, sulla materia.

I brani riportati nella PARTE PRIMA, sono tratti da 4volumi del cosiddetto ‘inedito’; ogni brano è indicato con lapagina e il volume da cui è tratto (ad esempio, 195-I indicamateriale presente alla pagina 195 del primo volumedell'inedito).

Il materiale tratto dalle registrazioni di nastri delle sedute,è riportato verbatim nella PARTE SECONDA. I brani sonoindicati con la data o quantomeno l'anno della specificacomunicazione.

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PARTE PRIMA

STRUTTURA DELLA MATERIA

CONCETTI E MECCANICADEL COSMO

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 7 Nov. 1954 *

Dalle notizie che ci sono pervenute sino dai tempi piùantichi sappiamo che l'uomo definì il mondo in: visibile e nonvisibile. Contemporanea di questa definizione è la presuntaubicazione dell'invisibile, che ancora oggi molti ritengonoesistere in qualche zona dell'universo fisico. Un poco piùevoluta è la convinzione che l'invisibile non appartenga almondo materiale. Comunque un interrogativo rimane sempre:che cosa esiste oltre quello che si percepisce o si controlla?

L'uomo percepisce limitatamente alla gamma dei suoi sensi.Con speciali apparecchiature può indovinare l'esistenza diqualcos'altro, che però appartiene sempre alla regionedell'universo definita fisica. Ma oltre questo?

Avete ridotto ai minimi termini la materia, farete altrescoperte. Proseguendo nelle scoperte non troverete un ostacoloquale "il nulla".

Avete scoperto che il grandissimo numero di sostanze è ilrisultato di un numero assai minore di elementi. Aveteosservato che gli elementi e le sostanze sono solidi, liquidi egassosi. Avete anche scoperto che gli elementi e le sostanzesono il prodotto di un certo numero di cariche e particelle.Scoprirete che queste cariche o particelle stanno all'elementoultimo del piano fisico come una sostanza sta ad un atomo; inaltre parole, scoprirete una unità base dalla quale procedonocariche, elementi, sostanze.

Quando farete questa scoperta dell'elemento ultimo, oprimo, del piano fisico, comprenderete che oltre quello, esisteancora qualcosa; ma le vostre scoperte si fermeranno se voiuserete apparecchi come mezzi d'indagine; infatti quel"qualcosa" non appartiene più al mondo fisico.

Facciamo alcune considerazioni. In natura esistono

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Parte Prima

moltissime sostanze. Prendiamone una comune: il sale.Domandiamo alla chimica che cosa è il sale: cloro e sodiocombinati danno sale. La sostanza detta comunemente "sale" èla combinazione di cloro e sodio.

In teoria prendendo un cristallo di sale lo possiamofrantumare fino ad arrivare ad una infinitesima parte oltre laquale lo scinderei nei suoi elementi costituenti; cioè non avreipiù sale, ma avrei cloro e sodio separati. I chimici chiamanoquesti ultimi "elementi", mentre noi li consideriamo comesostanze perché anche essi sono il risultato di altri elementi.Infatti recentemente la vostra scienza ha stabilito che glielementi chimici sono il prodotto di un certo numero diparticelle, che varia da elemento ad elemento, da voi chiamateelettroni, protoni, neutroni e via dicendo. A sua volta unelettrone differisce da un protone per un numero diverso dialtre particelle, e così via, fino ad arrivare complessivamente a7 (sette) suddivisioni. La settima è definita da noi unitàelementare del piano fisico, ed è la stessa per tutti gli elementi.Ma questa unità base è anch'essa suscettibile di disintegrazione,dalla quale risulterebbero sostanze di un mondo che non è piùil fisico e che è da noi definito Astrale; il quale ha anch'esso isuoi solidi, i suoi liquidi, i suoi gas, ecc.

Però, vista la differenza che esiste fra le prime tre classi didensità materiali del piano fisico - e le rimanenti quattro, noipossiamo definire o considerare il piano fisico in: eterico edenso.

Piano di esistenza è da noi definita una regionedell'Universo i cui materiali o le cui materie sono derivate dauna classe particolare di unità elementari; quindi piano è unadivisione di natura, non di spazio. Tutti i piani di esistenza sonointorno a voi. Immense meraviglie vi circondano, ma di tuttoquesto non siete consci. Per ogni piano di esistenza l'individuo

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

ha dei veicoli e per ogni veicolo o corpo, dei sensi; ma dove isensi sono sopiti la coscienza non lavora. Ecco perché voi nonpercepite molto di più di quanto non rientri nel ristretto campopercettivo dei vostri sensi fisici.

La più grossolana materia che non appartenga al mondofisico è su un mondo da noi definito astrale, il quale haanch'esso i suoi solidi, i suoi liquidi, i suoi gas, i suoi eterei;anche se questi sono immensamente più sottili di quelli delpiano fisico.

Se vasto e vario è il piano fisico, così e più ancora sono glialtri. Sette quindi sono le densità materiali del piano astrale. Lanatura ripete di piano in piano, nei suoi ritmi, gli stessi metodi.Il mondo astrale è molto simile a quello fisico anche perchémoltissimi veicoli astrali ricalcano esattamente quelli fisici.Qui non esiste materia opaca, ma ogni oggetto ha unalucentezza ed un colore particolare.Come nel vostro mondo fisico vi è una atmosfera, nel mondoastrale vi è qualcosa di simile, che è da noi chiamato "essenza".Questa essenza ha la particolarità di prendere forma e coloresotto l'impulso del pensiero (forme pensiero).

* Ciclo 1957/58, 195-I *

Una Verità dura nel tempo. Quello che gli uomini possonodire deve essere confermato, provato, dalla realtà - sia pure unarealtà umana, una realtà... immediata, non una Realtà Assoluta.Dovete quindi essere liberi nel pensare. L'uomo si è sempresostituito, con i suoi pensieri, a coloro che lo hanno preceduto;ma in questo non dobbiamo vedere un superamento. Moltevolte si hanno delle reazioni proprio perché il pensiero di unindividuo è stato accettato a priori, senza una profonda

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Parte Prima

discussione. Si è avuto un acceso movimento su questopensiero, e per conseguenza si ha poi una reazione, unmovimento tutto contrario. Eppure trae proprio l'origine dallostesso movimento di pensiero. Non possiamo quindi parlare disuperamento se non ci poniamo al di fuori di un troppo accesoconsenso; dobbiamo essere equilibrati e misurati nellavalutazione.

L'uomo così nelle conquiste del suo pensiero, sia purefilosofico, può darsi che torni anche a quello che è stato dettoda moltissimi secoli. Ma questo certo non può chiamarsi unainvoluzione, bensì una ulteriore scoperta, e l'uomo deve tornarea quello che fu detto anticamente unicamente quando unaesperienza, sia pure quella della scienza, ha dato prova dellavalidità dell'antico pensiero. Così da moltissimo tempo i saggi,ad esempio, della religione Indù conoscono Verità riguardantila materia, Verità che sono, invece, recentissime per la scienzavostra, scienza umana moderna. Questo può significarciqualcosa.

Se voi consultate ciò che rimane degli antichi testi sacri diquelle religioni, voi trovate una lezione di fisica ultra-nucleare(non certo esposta con i novelli termini coniati appositamente)con delle frasi che lasciano intendere benissimo il concetto, ilsignificato, il valore di quei tempi e di quelle Verità. Abbiamovisto così che la scienza umana, la quale ha bisogno di prove inlaboratorio ha confermato, in parte, quelle Verità che fino daitempi più lontani l'uomo conosceva come "rivelazioni". D'altraparte, guardiamo invece i testi sacri, testi che sono incontrapposizione a quelle Verità da noi ripetutevi, e vediamo seuna parte, o tutte le Verità, riportate da quei testi, sono state allostesso modo confermate dalle recenti esperienze della scienza.Ed io vi dico di no!

Una volta avemmo a dire: "la Verità dura nel tempo". E voi

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

mi risponderete: "anche l'insegnamento del Cristo è durato2000 anni". Certo, fratelli, è durato 2000 anni, mal'insegnamento del Cristo! - cioè quello che i Vangeli riportano,più o meno esattamente, più o meno fedelmente. Tutta lacostruzione che è venuta dopo, vedete che ha subito già neitempi passati delle notevoli scosse; tanto forti da impressionarei rappresentanti della religione e farli decidere a "togliere dimezzo" - come oggi si dice - coloro che osavano portare dellescoperte in contrasto a quello che la religione insegnava.

Dunque, se man mano che la scienza dell'uomo apre gliocchi, vengono confermati vieppiù alcuni dei principi portati oda una religione, o da una nuova teoria, non abbiamo noi alcundiritto di non credere a ciò che questa teoria o questa religioneinsegna di ulteriore, perché la scienza umana non ha provato.Anzi, se mai questo può essere un motivo di incitamento, unmotivo di rafforzamento a compiere quell'atto di fede - che cosìvolentieri voi pronunciate - e credere appunto alla totalità dellateoria o dei principi enunciati.

* Ciclo 1957/58, 239-I *

Dom - A me sembra che la materia, all'inizio dell'Universo,dovesse essere più leggera. Altri non vedono questa differenza.Puoi spiegarci?

Ris - Il concetto di densità e - diciamo - di consistenza dellamateria, risulta sempre da un ente relativo, come relative sonosempre le osservazioni degli uomini. Noi tocchiamo un oggettoe ne avvertiamo la compattezza in quanto la materia di cui ècostituita la nostra mano non passa, non affonda oltre lamateria, non va oltre la materia di cui è composto l'oggetto.

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Parte Prima

Ma quei mutamenti che accadono in seno alla materia, nonpossono essere avvertiti in quanto se ad un certo punto lamateria solida che compone quell'oggetto diventa meno densa emeno corporea, per così dire, la stessa materia che compone lavostra mano, ubbidendo alle stesse leggi, che governano lamateria che compone quell'oggetto, allo stesso modo divienemeno densa e meno corporea; per cui non si avverte questomutamento. Allo stesso modo avviene anche per gli strumentidi misura, i quali si fondano principalmente su dei magnetismi,su dei volumi - secondo appunto quali strumenti noi vogliamoprendere in esame - i quali indeboliscono e diventano menoaccentuati, sempre in virtù e parallelamente a questocambiamento, per cui voi non potete averne percezione. Ma,effettivamente, man mano che il "riassorbimento" progredisce econtinua1 la materia fisica diminuisce di densità.

La vostra scienza osserva un fenomeno, ed attraverso ilcomportamento dei corpi o delle materie, trascrive - sempre inbase al riprodursi a volontà di questo fenomeno con le stessemodalità, nella stessa maniera - trascrive la legge scoperta.Tutto ciò che non si può riprodurre in laboratorio, ciò che nonobbedisce alla stessa legge, per così dire, non può essereoggetto di conferma, e quindi viene scartato, lasciato come leanime del limbo "fra color che son sospesi", dice Dante.

Noi dobbiamo parlare assieme a questa scienza positiva;positiva e logica.

Ogni causa ha il suo effetto. Parlando dell'ultima vostraaccezione di questa sera, cioè che non è provato che esista unrapporto tra causa ed effetto, in quanto non assolutamentemuovendo una causa si ha sempre lo stesso effetto, eccepiamoquesto: il fatto che non sempre, secondo una minima o piùlarga percentuale, l'effetto non è lo stesso, o accade diverso,

1 - Cioè "il Cosmo si espande", si direbbe in linguaggio scientifico17

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

non può provarci che non esista un nesso tra la causa e l'effettoin quanto, per dimostrare questo, dobbiamo avere la certezzaassoluta che la causa è la stessa, accaduta o mossa nelle stessecondizioni, con gli stessi termini, condizioni primarie esecondarie, e via dicendo.

Ma torniamo all'oggetto della nostra conversazione di questasera. Il figlio S. ha espresso molto bene quello che pensa e chepuò essere di aiuto a coloro i quali vivono secondo unmaterialismo più acceso.

Doveva dimostrarci, in primo luogo, che non tutto è materia;dimostrazione questa, come egli stesso ha detto, semplice.Semplice per voi che avete una certa ampiezza di idee e chevivete, più o meno, a contatto delle recenti scoperte della vostrascienza.

Infatti, non tutto è materia.Dicendo "materia" noi usiamo un termine generico. Però

dobbiamo riconoscere che vi sono più materie, o per lo meno,la materia è di più specie. Abbiamo una materia che l'uomo ela stessa scienza ha definito "solida", una materia definita"liquida", un'altra "gassosa".

Abbiamo quindi una varietà di materie. Fra l'una materia el'altra, esiste una diversità: diversità della densità, diversità nelcolore, nel peso specifico, e via dicendo. Però tutte questematerie rispondono a precise leggi. Possono essere misurate; sututte incombe la legge predominante del tempo e dello spazio.A rigore, per il materialista più acceso, la dimostrazione cheesiste l'energia - e che quindi esiste qualcosa oltre la materia -,non può essere valida, in quanto anche questa energia puòessere considerata, sotto un certo aspetto, materia.

Esistono le leggi - voi direte - ed infatti questo può provareun poco che non tutto è materia.

Con "materia", ho detto prima, noi abbracciamo tante cose;

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Parte Prima

il materialismo allarga sempre più questo termine: tutto èmateria. Ecco perché io ho voluto fissare un limite alla materia,un limite del resto molto vasto, che va a discapito della nostratesi: il tempo e lo spazio.

Esiste qualcosa oltre la morte che va al di fuori del tempo edello spazio: voglio menzionare il pensiero. È stato provato cheil pensiero dell'uomo non sta più nei limiti del tempo e dellospazio. Questo pensiero, quindi, non è più materia. È statoprovato che il pensiero va oltre la morte, che il pensiero vaoltre lo spazio, oltre il tempo. Sono stati fatti ancherecentemente degli studi - direi con spirito più che positivo -atti a dimostrare che il pensiero sopravvive alla morte del corpofisico. Casi, ad esempio, come questo: messaggi dati di comuneaccordo, fra due creature, inerenti ad un particolare sconosciutoalla creatura sopravvissuta. Alcuni hanno obbiettato e hannodetto che il messaggio poteva essere allo stato latente ed inqualche parte dell'individuo sopravvissuto, e che è affioratosuccessivamente dopo la morte del primo individuo. Si hannoperò dei casi in cui questo è assolutamente escluso; si ha uncaso in cui prima si può sapere un particolare, particolare chesolo successivamente, con il trascorrere del tempo, si riscontraesatto.

In merito alla questione ben portata dal figlio S. voglioricapitolare.

Un materialista, Darwin, che ha studiato la natura e l'originedelle specie, al di fuori di ogni preconcetto religioso, mabasandosi su scoperte e studi positivi, ha riconosciuto ciò chela vostra scienza ammette universalmente, possiamo dire; ecioè che tutta la diversità delle specie ha avuto origine daun'unica primitiva forma di vita. Questa primitiva forma di vitaha avuto una successiva trasformazione nel tempo, tanto dacreare diverse specie. Darwin spiegava questo con

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

l'ereditarietà. La vostra scienza giustamente afferma - nonancora universalmente - che l'ereditarietà non può spiegare. Equindi il problema rimane insoluto.

È dimostrato però che l'uso - oggi si dice - crea l'organo.Infatti una creatura che usi del proprio veicolo fisico in unmodo particolare, sviluppa nello stesso modo particolare ilproprio veicolo fisico. Però altrettanto celermente, come si èavuto questo sviluppo, si può avere la cosa opposta: l'atrofiadell'organo e quindi la sua sparizione. Or dunque, se non vifosse qualcosa che determina un usare sempre in unadeterminata maniera un organo, non si potrebbe avere quellache è stata chiamata "evoluzione", in quanto su milioni diindividui che hanno avuto una vita fisica, ognuno di questiavrebbe dovuto imprimere uno sviluppo personale al proprioveicolo fisico; sviluppo, o trasformazione chiamandola piùprecisamente, che sarebbe cessato con il cessare della vita diquesto veicolo.

Se invece noi abbiamo avuto una continuità, non solo fraspecie e specie, ma proprio in seno a questa specie, ciò non èdovuto all'ereditarietà, ma ad un qualcosa che va oltre la mortedel veicolo fisico; il quale qualcosa ha permesso unasuccessione.

Se noi torniamo all'esempio classico della scimmia, evogliamo ammettere che tanto la scimmia che l'uomo sianodiscesi da uno stesso ceppo, ma che si abbia avuta questadifferenziazione in seguito ad un diverso atteggiamentoesteriore di alcune scimmie - sapendo che l'ereditarietà non puòpiù provare l'evoluzione - non possiamo che ammettere chequesta evoluzione, questa differenziazione, fra la scimmia verae propria e l'uomo, è avvenuta in seguito a qualcosa che andavaoltre la morte delle prime scimmie differenziate.

Facciamo il caso di un gruppo di scimmie - la questione

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Parte Prima

della esposizione, voi comprendete, è molto semplificata. Duescimmie le quali cominciano a diversificarsi nel loroatteggiamento, nella loro vita, dalle altre scimmie; ad esempio,camminano su due piedi sempre, e non si arrampicano più suglialberi (voi comprendete che questo è un esempio fatto a nostrouso e consumo, ma serve a rendere più chiara la questione). Ifigli di queste due scimmie, se non avessero in sé qualcosa chespinge loro a camminare su due piedi e a non arrampicarsi piùsugli alberi, alla morte dei genitori, osservando l'ambientecircostante fatto di scimmie che si arrampicano sugli alberi,sarebbero tornate allo stato di semplici scimmie. E quindi noivediamo che "qualcosa" oltre il puro esteriore, oltre il caducocorpo fisico, esiste. Ed è questo "qualcosa" che ha permesso ladifferenziazione, la continuazione della specie.

Ricapitolando ancora: abbiamo visto che non tutto èmateria, anche definendo lascamente materia. Cioè che esistequalcosa che va al di fuori del tempo e dello spazio, o per lomeno che non risponde al tempo e allo spazio come risponde lamateria. Abbiamo visto che il pensiero è una di queste cose; lalegge è un'altra di queste cose. Che la differenziazione in razze,e la continuità della vita della natura - continuità non perperpetuazione, ma per diverse forme di vita, le quali tuttehanno avuto origine da una primitiva forma di vita - è proprioscaturita in seguito a questo "qualcosa" che va oltre la materia.E questo noi lo possiamo dimostrare facendo presente chel'ereditarietà delle modificazioni avute negli individui sul loroveicolo fisico non è, appunto, vera. Non sussiste. Sussisteallorché continua a sussistere la condizione ambientale comesecondaria, e come primaria la condizione interiore; unaspeciale condizione interiore che non vogliamo definire: unqualcosa che è nell'intimo della creatura, un qualcosa che va

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

oltre la morte della forma.2

* Ciclo 1957/58, 277-I *

Vita e mente sono inscindibili: l'una è veicolo dell'altra. Tale collegamento genera uno scorrere che, visto nella sua

immediatezza, si dice trasformazione, visto nel tempo vostro,evoluzione. Questo perché "vita" nel senso assoluto èintrinseco movimento ed estrinseca trasformazione.

Quindi, tutto ciò che allo stato naturale si muove percomporre un ciclo, vive. La stessa materia, definita inanimata,vive.

Nel creato, che poeticamente può essere definito un oceanodi vita, possiamo riconoscere due forme vitali: l'una definibilevita macrocosmica, l'altra microcosmica; l'una è la vita cherisale essendo collegata al centro ideale del Cosmo; l'altra è lavita degli organismi, che prendendo di questa materia, anima ecompone delle forme le quali sono collegate a delleindividualità o microcosmi.

La materia, nella sua costituzione ultra-atomica, è la formacementata e composta della vita macrocosmica, mentre laforma dell'organismo vive di vita microcosmica. Come la vitamicrocosmica ha un ciclo, così la vita macrocosmica ne ha unoproprio. Allorché la vita macrocosmica ha cessato il propriociclo, il legame tra la forma e il microcosmo viene meno edaccade una disorganizzazione della forma, un ritornare dellamateria ad uno stadio elementare. Allo stesso modo, allorchéun Cosmo ha compiuto il suo ciclo, avviene un ritornare diquella che voi chiamate "materia" e di tutto ciò che sta alla

2 - Con altra nomenclatura, potrebbe essere chiamato "psichismosopravvivente"

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Parte Prima

radice di questa materia, allo stadio elementare: la formaCosmo si disorganizza.

Un Cosmo - che è formato da molti universi (universo =galassia - ndr), i quali sono formati da molti sistemi solari -non rimane invariato in questi elementi siderali per tutto il ciclodi manifestazione, ma fluttua in tal senso e si trasforma. Unpianeta, il quale abbia terminato il proprio ciclo di vita -vedremo dopo di che vita -, cede la materia che lo compone adaltri pianeti, così come un organismo vivente, allorché la vitache lo animava cessa, cede la materia che lo componeva adaltri organismi.

Ma non può mai avvenire che l'individualità, nel sensospirituale, possa cedere ciò che la compone ad altreindividualità, così come non potrà mai avvenire che la materia,la quale compone un Cosmo, possa passare da questo in altricosmi, e ciò perché la vita macrocosmica cementa la materia ela anima nella sua composizione ultra-atomica, mentre la vitamicrocosmica cementa ed anima la forma.

Ma vediamo, per meglio spiegarci, di fare degli esempi. Un oggetto ha una forma, ma non vive di vita

microcosmica: vive la materia che lo compone e vive di vitamacrocosmica. Un pianeta ha una forma, ma non vive di vitamicrocosmica: vive di vita macrocosmica la materia che locompone. Allorché il pianeta ha cessato di essere sede di vitemicrocosmiche, cede la materia che lo compone ad altripianeti, come prima abbiamo detto, ma la materia in sé non èper niente interessata al nuovo stato: seguita a vivereindisturbata di vita macrocosmica.

Un pianeta quindi non vive di vita microcosmica, in quantonon manifesta una forma di vita tale. È sede di vitemicrocosmiche ed il suo ciclo fa parte del piano di evoluzionegenerale che la vita macrocosmica svolge e realizza.

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Il fatto che la materia possa avere una forma piuttosto cheun'altra, passi da un organismo manifestante una vitamicrocosmica ad un altro manifestante un'altra vitamicrocosmica, non interessa per niente la vita macrocosmica,la quale cementa ed anima la materia nella sua composizioneultra-atomica.

Ancora un esempio: nel vostro organismo accadono inormali processi di ricambio. Ebbene, il vostro organismo nonè affatto disturbato. Anzi, questi processi fanno parte della vitastessa del vostro organismo.

Quindi abbiamo visto che tutto vive.In sostanza il Cosmo non è che un organismo immenso,

prodotto e manifestazione di una vita, nella quale vi sono altrevite che sono espressioni, correnti, riflessi dell'UNICA.

Dagli esperimenti di laboratorio l'uomo può essere tratto ininganno, può credere di poter creare la vita. Non è cosi! La vitamicrocosmica si manifesta ogni qual volta trova l'ambienteadatto e quando l'uomo crede di aver creato la vita, non ha fattoaltro che creare l'ambiente adatto alla manifestazione della vita.

Niente è morto, ma tutto vive e non esiste materia che sipossa far vivere.

Dalle immensità siderali, alle immense sottigliezze dellamateria ed oltre, è la vita che tutto muove e fa palpitare, quellavita che è PRINCIPIO E FINE DELL'AMORE,QUELL'AMORE CHE È PRINCIPIO E FINE DELLA VITA.

* 16 Nov. 1958, 285-I *

La materia è tale quale è e vive sempre di vitamacrocosmica, sia che questa materia componga un oggetto,sia che componga il veicolo fisico di un uomo. Quando

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Parte Prima

compone il veicolo fisico di un uomo, manifesta una vitamicrocosmica, ma la materia in se stessa vive di vitamacrocosmica e non è per niente interessata alla vitamicrocosmica.

* 10 Mag. 1959, 371-II *

Voi avete parlato della finalità. Ed in effetti è così, perchél'evoluzione della materia, della forma, sono evoluzioni chedipendono, che sono in funzione, della evoluzione dellacoscienza e quindi LA FINALITA' È SEMPREL'EVOLUZIONE DELL'AUTO-COSCIENZA.

Anche quando noi osserviamo l'evoluzione della materia - ei vostri studiosi sono portati a concludere che esiste una finalitànella natura - la finalità è l'evoluzione dell'auto-coscienza.Anche quando noi guardiamo l'evoluzione della materia o dellaforma la finalità, in tutta la natura (nella natura che voi poteteosservare e che non potete osservare), è sempre l'evoluzionedell'autocoscienza... (omissis)...

Ogni piano d'esistenza ha il suo tempo. Come abbiamo dettoaltre volte, voi avete concezione del tempo in quanto osservatequanto vi circonda. Per prendere un oggetto occorre un tempo;occorre che la mano si sposti e questo spostamento occupa untempo. Per andare a trovare una persona occorre un tempo chenaturalmente è in funzione della velocità con la quale vimuovete, della distanza che vi è fra voi e la persona desiderata.

Nel piano astrale invece questo cambia molto. Questoconcetto di tempo non esiste più; perché non occorre seguireuna serie di movimenti, o avere un moto per trovare unapersona, ma basta un semplice desiderio. E quindi l'idea deltempo cambia. Nel piano mentale cambia ancora, rispetto e al

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piano fisico e al piano astrale, perché basta un pensiero peravere il contatto immediato con l'oggetto di questo pensiero. Equindi questo tempo cambia ancora.

Fino al piano mentale esiste un tempo. Benché il tempo delpiano mentale sia diverso dal tempo del piano fisico, esiste untempo.

Il tempo non esiste laddove è l'ETERNO PRESENTE, cioèin Dio.

Allora tutto è presente, ogni incarnazione vostra è presente,direi ogni istante... Ogni istante è come fotografato in Lui, èpresente in Lui.

Per darvi una vaga idea, la vostra vita è composta diinnumerevoli attimi. Ognuno di questi attimi è presente in Lui,come separatamente. Io credo che esempio più bello di quelloche ebbe a fare il fratello Kempis nello spiegarvi questo, io nonsia capace di farlo: l'esempio della pellicola di un film, è vero?In Dio ogni fotogramma è presente nello stesso attimo, per cosìdire, se di attimo si può parlare nella stessa Eternità; mentre nelpiano fisico i fotogrammi si susseguono l'uno all'altro. Per cosìdire, il piano fisico sarebbe la lente dietro la quale scorre lapellicola per la proiezione; quello sarebbe il piano fisico. InDio, invece, sarebbe tutta la bobina, tutto il rullo presente nellastessa Eternità.

Dom - Quindi tutte le vite.

Ris – Sì.

Dom - Può darsi che man mano che ci si avvicina al Soleaumenti la densità della materia allo stato ultra-atomico?

Ris - Dunque, in questo senso qui: che fra un pianeta e

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l'altro voi sapete che esiste la materia "numero uno" comedensità.3

Attorno ad ogni centro di attrazione, cioè, ad esempio,attorno ad ogni corpo celeste - sia un pianeta e ancora di piùuna stella -, esistono altre materie; cioè esiste la materia nonsolo allo stadio elementare ma anche composto. Cioè non esistesolo il numero uno, ma anche il numero 2, 3, e 4 del pianofisico. In questo senso qui. Così, per rispondere alla tuadomanda più esattamente: attorno al Sole non esiste solo lamateria numero uno, ma esistono altre materie sempre delpiano fisico, più composte.

Dom - Ma, dico, può darsi che aumenti la densità? Vale adire la quantità dell'unità di volume?

Ris - Non direi. Rispetto al piano fisico tu dici?

Dom - No... non proprio al piano fisico: allo spazio checirconda, per esempio, un pianeta.

Ris - Allora no. Se mai dobbiamo tenere presente questo cheè stato anche da voi ritrovato: e cioè che laddove esiste unatemperatura - e non stiamo parlando del Sole perché viabbiamo detto altre notizie del Sole, voi lo sapete - ma doveesiste un'alta temperatura, la materia è meno densa, è vero?

Dom – Sì.

Ris - Quindi, ad esempio, fra un gas che noi possiamo porrein due recipienti, fintanto che questi due recipienti tengono il

3 - L'unita elementare del piano fisico, non più suddivisibile se nonsconfinando nel piano astrale

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gas alla stessa temperatura, la densità è identica. Se ne scaldateuno e il gas ha modo di adattarsi a questo nuovo ambiente, ladensità diminuisce. Quindi se il sole fosse come voi lo riteneteun corpo caldo, la densità dovrebbe essere minore rispetto allaterra, alla materia più fredda. Mi spiego, figli? Ma sarebbesempre maggiore rispetto allo spazio che è fra un pianeta el'altro, allo spazio siderale. Mi spiego?

Dom - No, non ho capito le ultime parole...

Ris - Nello spazio siderale esiste il numero uno e non puòesservi materia meno densa e più semplice, per così dire. Se ilSole fosse un corpo caldo, la sua materia sarebbe più densa diquella dello spazio siderale, è vero? Ma il Sole non è un corpocaldo e quindi la materia del Sole è una materia tutta speciale.

Dom - Infatti io pensavo ad una serie di campi elettrici, dipiccoli campi elettrici. Per questo mi sembrava dovesse forsespiegare l'effetto frenante di alcuni corpi che dovessero esserelanciati in quella direzione.

Ris - Certamente, ma è ancora più sottile del campoelettrico. A noi resta molto difficile parlarvi di queste coseperché la vostra conoscenza circa i cieli o il cielo, o come dirvolete, è a uno stadio ancora elementare. Ma dobbiamo direquesto, appunto, che il Sole non essendo un corpo, e quindinon essendo caldo, ha una natura tutta speciale. Però noi vidiciamo: non è né un corpo, né è caldo. Voi subito con la vostramente pensate che sia un "nulla". Questo non è possibile: è unacosa ben localizzata, è un "quid", mi spiego?

Dom - Come possono essere spiegate le Novae, se il Sole

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Parte Prima

non è un corpo? Il Sole e, immagino, tutte le stelle?

Ris - Dovremmo approfondire in un campo appunto che nonsapremmo come fare a farvi ben capire. Certo recentemente visiete, ad esempio, meravigliati che la Terra sia circondata dacampi elettrici e da campi di radiazioni atomiche abbastanzaforti e vi dirò che questi campi esistono ancora molto al di là diquello che voi potete immaginare. Ogni pianeta ha attorno a sétanti anelli - per così dire - o sfere, di queste zone particolari, equindi un fenomeno che voi osservate o sulla superficie delvostro pianeta o con quei mezzi che possono, per ora, andarepoco oltre gli spazi che stanno attorno a voi, è un fenomenosempre "viziato"4 e quindi non è un'osservazione - quella chevoi potete fare – esatta.

Dom - Questo si riferisce al Sole come corpo. Ma perl'esistenza di una Nova, non penso possa essere viziata inquanto non si basa solo sulla prova visiva ma anche suiradiotelescopi. Fra l'esistenza di un sole, e la sua scomparsa,penso vi siano differenze talmente notevoli che qualsiasi vizionon può...

Ris - Di questo fenomeno, noi possiamo prendere, comevero, solo la nascita e la fine, per così dire. Ma tutto quello chesi osserva durante questa nascita e questa fine, non èperfettamente esatto. Ad esempio, voi dite: "i radiotelescopi".

I radiotelescopi, le onde dei radiotelescopi, passanoattraverso a delle zone che influiscono fortemente. Immaginaquesto: l'osservatore in una zona oscura sta osservando uncorpo luminoso lontano e lo vede perfettamente. Ma se fral'osservatore e il corpo luminoso esiste una zona di luce, questo

4 - Non oggettivo ma dipendente dalle modalità d'osservazione29

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corpo luminoso non viene più visto. È vero, figlio? Questo percercare di farmi intendere da voi circa la non esatta visione deifenomeni, sia pure osservati non attraverso alla vista vostra, maattraverso ai vostri strumenti che si servono di onde, voi dite.Ma queste onde sono sempre onde del piano fisico, e quindipossono sempre essere influenzate da altre onde simili. Quelloche possiamo dire di vero in questo fenomeno, nella nascita enella morte - per così dire - di un sole, è questo: che lo stessovostro Sole, terminata che sarà l'evoluzione del sistema, nonavrà più necessità di esistere. E quindi dovrà essere riassorbito.

Dom - Che differenza ci può essere fra un sole e unpianeta? Differenza di tempo o di materia? Appartengono allastessa famiglia, appartengono alla stessa causa, oppure sonocose completamente diverse nate in modi diversi...

Ris - Sì, fino a oggi voi pensate che vi sia una stessa origine,è vero? Una stessa origine in questo senso: che tutto dipendedall'UNO, ma sono due cose completamente diverse. Cioè nonpuò un sole trasformarsi in un corpo freddo, in un pianeta.Questo no, assolutamente.

Dom -È possibile che in natura le stagioni si spostino nelloro asse regolare? Noi diciamo che la natura è precisa, èperfetta nelle sue manifestazioni. Ma può verificarsi il casoche nel periodo in cui dovrebbero sbocciare le margherite, cisia la neve? Basta che ruoti l'asse terrestre...

Ris - Appunto. Intende dire questo il figlio C., che la naturanon dovrebbe essere influenzata dall'uomo. È vero?

Dom - In un certo senso sì. Che dovrebbe essere più forte.

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Ris - Ma questo non è esatto, perché vedi, la natura è quellache è in determinate condizioni. Cioè un fenomeno, adesempio, che voi potete osservare, si manifesta sempre nellostesso modo se rimangono immutate le condizioni. Ma se voimutate le condizioni, si può avere un fenomeno diverso. Mispiego? Questo non vuol dire che la natura sia cambiata: lanatura è sempre la stessa, ma se tu premi un tasto hai una nota,se tu premi un altro tasto hai un'altra nota, è vero figlio caro?Così, il fenomeno che si ha, la manifestazione di un fenomeno,rimane la stessa se tu tieni sempre le condizioni che fannomanifestare quel fenomeno, ma se tu cambi le condizioni ilfenomeno cambia. Così, se la Terra conserva sempre l'assenella sua inclinazione, le stagioni hanno il loro consuetoavvicendarsi, ma se voi appunto modificate l'inclinazionedell'asse, le stagioni - rispetto sempre ad un punto sullasuperficie della Terra - in quel punto le stagioni cambiano. Nonso se mi sono spiegato.

Dom - Un'altra cosa, scusa, vorrei sapere. Siccome ci sonostati altri cicli precedenti al nostro,5 durante uno di questi cicliè mai avvenuto che un uomo sia arrivato o ad un pianeta o alnostro satellite?

Ris - Non con mezzi fisici. Altre volte vi abbiamo parlatodello sdoppiamento, è vero? Con lo sdoppiamento è facilissimoandare ad osservare la vita su gli altri pianeti. Con mezzi fisicino, figli, non è mai accaduto perché è proprio una prerogativadella vostra civiltà quella di concentrare l'attenzione sumacchine, su strumenti, su mezzi tecnici. Mi spiego figli? Èproprio la caratteristica della vostra civiltà.

5 - Ci si riferisce probabilmente alle civiltà trascorse di Lemuria edAtlantide

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Dom - In altri cicli, non c'è stato uno sviluppo tecnico?

Ris - No. Possono avere e anzi hanno senz'altro raggiunto levostre conoscenze e conoscenze ancora più profonde dellevostre attuali, ma con altri mezzi; non con la ricerca inlaboratorio.

Dom - Quindi si può supporre che le creature dei tempipassati, abbiano avuto come indirizzo di evoluzione del loroprogresso, solo il pensiero. Non si siano applicati a scoprirenuove macchine.

Ris - Venivano, le conquiste, raggiunte attraverso allaintuizione, come abbiamo detto altre volte. Mentre voi avetebisogno, oltre che di formulare delle teorie, di controllare poiqueste teorie attraverso ad esperimenti.

Dom - Gli scienziati portano poi a delle teorie.L'esperimento è la piattaforma della teoria...

Ris - Il vostro, appunto, metodo di ricerca, da diversi anni aquesta parte, può essere riassunto nel famoso aforisma: "lasapienza è figliola della esperienza", è vero, figlio? Ma oltre adavere delle teorie formulate attraverso alla osservazione deifenomeni, si è avuto il processo inverso: cioè che talune menti,pur basandosi su precedenti esperimenti, abbiano azzardato laformazione di una teoria, la quale solo in tempi successivi eanche a distanza di diversi anni, si è mostrata esatta. Questointendevo dire. Comunque voi avete sempre bisogno di questaconferma attraverso ad un esperimento, o all'osservazione dellarealtà. Mentre altre civiltà non avevano bisogno di questaconferma; tanto sicura era la spinta dell'intuito.

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Parte Prima

Dom - Volevo sapere se la nostra civiltà proseguirà suquesta strada, basandosi sempre sul progresso tecnico, o se adun certo momento si indirizzerà verso un progresso dipensiero.

Ris - Dunque, la risposta alla prima domanda è questa: chela vostra civiltà darà alla luce delle macchine meravigliose dalpunto di vista tecnico, dei veri miracoli. Però, come già voipotete notare, aggiornandovi alle ultime notizie date daglistudiosi, la tecnica non può che portare ad una considerazione;e cioè a fare, assieme a della tecnica, anche della filosofia. Lastessa matematica o gli stessi studiosi della matematica sistanno avvicinando moltissimo, nello studio dell'universo o delCosmo, come dir volete, alla filosofia. E quindi rimarrà semprecome base l'esperimento o la prova di laboratorio, ma è certoche la scienza perderà del tutto l'aspetto materialistico che -non dico ha tuttora - ma aveva fino a qualche anno fa.

In quanto poi alla diversità fra un ciclo di evoluzione dirazza6 e l'altro, devo dire questo: che effettivamente sono moltodiverse le caratteristiche fra una civiltà e l'altra, però il fine èsempre lo stesso: lo SVILUPPO dell'AUTOCOSCIENZA.

Del resto non possiamo dire che la vostra civiltà non sia unaciviltà di pensiero. No, figli. La vostra è lo stesso una civiltà dipensiero senz'altro; solo che ha bisogno della prova dilaboratorio. E quindi le altre civiltà erano civiltà di pensierocome la vostra, solamente che non avevano bisogno della provadi laboratorio. Non so se mi sono spiegato.

La vostra civiltà è stata materialistica fino ad oggi, possiamodire; da oggi in poi non lo sarà più. La vostra scienza era, inpassato, del tutto positiva, si diceva. Lo sarà ancora positiva,

6 - Ci si riferisce alla "razza" intesa come "scaglione di anime", il cui cicloevolutivo in forma umana dura 51.450 anni

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solamente che considererà positivi anche certi aspetti che eranoconsiderati prettamente spirituali, o fantastici, o filosofici. Equindi non possiamo dire che le altre civiltà siano state dipensiero e questa no. No, assolutamente. Dobbiamo dire che lealtre civiltà erano diverse dalla vostra, taluna può aver avutoqualche punto in contatto, ma essenzialmente erano diverse.Unico, identico, rimane il fine: EVOLUZIONEdell'AUTOCOSCIENZA, o formazione dell'autocoscienza.

Dom - Mi stupisce che la nostra civiltà non sia riuscita acapire che le altre civiltà usavano mezzi, diciamo così, intimi,individuali, e con questi mezzi riuscivano a fare quello chefacciamo noi e forse di più. Come mai non ci siamo adeguati...

Ris - Infatti voi conoscete pochissimo delle altre civiltà. Delresto il vostro è un bisogno tutto particolare, e voi avendo lanecessità dell'esperimento di laboratorio, non potete certocondividere le asserzioni di altre civiltà.

Altre civiltà, figli cari, hanno lasciato a voi pochidocumenti. Basta la considerazione che voi, ad esempio, pocosapete di certi aspetti particolari, intimi o personali, dei vostrinonni. Voi credete di avere una vasta documentazione, adesempio, del secolo passato. Ciò non è esatto. Moltissimesfumature, modi di intendere o di ragionare del vostro secolopassato sono andati totalmente perduti e voi non ne avete piùricordo o conoscenza. Immaginate dunque che cosa sia peraltre civiltà, distanti dalla vostra migliaia di anni.

Voi avete anche detto, questa sera, che la vostra civiltà èmancante di fede, ed è giusto. Se la caratteristica della vostraciviltà è quella di poggiare sempre, o fare sempre capo allaprova di laboratorio, ciò significa appunto che è una mancanzadi fede la vostra. Ma nessuno vi fa una colpa, o fratelli; è la

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Parte Prima

vostra caratteristica. E il fratello R. resta sempre dubbioso escontento, direi, di avere questa caratteristica, è vero, fratello?

Dom - Sì, sì.... è vero.

Ris - Beh, posso dirti che ciò non dipende da un capricciodel Creatore. Ma voi siete quali siete, fratelli, perché così visiete formati.

* 28 Giu. 1959, 424-II *

DEFINIZIONE DI ENERGIA PURA – SUBLIMARE

Avete manifestato delle incertezze circa la nostra definizionedi "energia". È bene dire subito che vorremmo lasciare ancoraquesto campo per voi aperto a discussione - se avrete piacere adiscutere su questo argomento - vedendo qual è il concetto,nella fisica, di "energia". Ma possiamo fino da questo momentodirvi che noi, in quella definizione, abbiamo detto: "Da nonconfondersi col senso comune della fisica", riferendoci allafisica non dell'avanguardia, ma alla fisica di qualche anno fa.7

Il concetto di energia della fisica è un concetto - semprequello di qualche anno fa - possiamo dire un po’ materialistico,figli cari. Mentre noi con "energia" abbiamo voluto indicarequalcosa ancora di più vasto di quello che si intendeva fino aqualche tempo fa. Del resto altre volte vi avevamo detto che lamateria fisica non è che energia condensata. La vostra fisicadice, ad esempio, che - tanto per usare un esempio comune -una certa quantità di acqua che si trovi ad una certa altezzarappresenta, appunto, energia allo stato potenziale, in quanto

7 - Alla cosiddetta fisica classica35

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ancora non è in atto, ammesso che l'acqua sia statica nellaposizione in cui si trova. Allorquando si fa cadere quest'acqua,e cadendo aziona delle turbine e produce un lavoro, quella èenergia allo stato attivo.8 È vero figli cari?

Riferendoci a questo esempio abbiamo un po’ voluto farcomprendere che il concetto di "energia pura" esula un po’ daquesto concetto direi materiale. Benché, in fondo, come piùvolte abbiamo detto, la materia non è che energia condensata:energia pura, non considerata nella trasformazione, perché voisapete che l'energia può trasformarsi in calore, in luce, in unlavoro e via dicendo. Mentre, ripeto, energia pura è qualcosa,appunto, che è alla radice stessa della materia, che non deveessere osservata in funzione né di un lavoro che può fare, né diuna macchina che può alimentare, né di una eventualetrasformazione di questa energia in calore. Voi stessi, del resto,dite che in una macchina alimentata da energia, latrasformazione in calore di questa energia è una perdita;appunto, come voi dite, il rendimento non è completo, è vero,figli cari? Noi vogliamo considerare l'energia al di fuori di tuttele trasformazioni che essa può avere.

Ultima forse, fra le scoperte della vostra scienza, è quella diaver osservato che l'energia può trasformarsi in materia. Einfatti, voi che da tempo ci seguite, sapete quanto questo sialogico: perché se attraverso ad un processo di sublimazione silibera energia, facendo il processo opposto, cioè coagulando -per usare un termine che usavano gli antichi studiosi di fisicanucleare - coagulando energia, si ottiene materia; il processoopposto.

Poi vi siete chiesti che cosa voglia significare precisamente"sublimare".

Significa appunto passare da uno stato di aggregazione

8 - Energia cinetica.36

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Parte Prima

molecolare, ad un altro stato, naturalmente, più sottile; in uncerto senso quindi affinare, sottilizzare, scondensare e nellostesso tempo, anche, depurare. Perché voi sapete che, nellavostra stessa scienza chimica, si può ottenere la purificazionedi certi elementi proprio attraverso la sublimazione di questielementi. Se, ad esempio, voi avete del mercurio con delleimpurità, per ottenere appunto una purificazione di questoelemento, si ha la così detta "sublimazione".9 Cioè si scaldaquesto mercurio in ambiente chiuso e si raccolgono i vapori inuna serpentina attraverso il raffreddamento. Si ha così che lescorie rimangono nel punto scaldato, e il mercurio sublimato,quindi purificato, si ricondensa nella serpentina. Non so sesono riuscito ad essere abbastanza chiaro. E quindi sublimarevuol dire anche, in un certo senso, un po' raffinare. Ecco, inquesto senso. Avete altre incertezze?

Dom - Io volevo chiederti questo: ciò che rende la materiaallo stato atomico, tale cioè da non essere ulteriormentescindibile, potrebbe essere proprio l'energia, il fatto chel'energia vi è là dentro...

Ris - Infatti, figlio.

Dom - Allora, forse, questa energia e la forza di coesione sirassomigliano. Oppure la forza di coesione è dovuta allamassa, per l'attrazione reciproca, e la questione energia èdiversa? Insomma c'è questa alternativa....

Ris - No, è dovuta alla massa, ma diretta responsabile èl'energia. Perché noi abbiamo dato il termine di energia e voi

9 - Qui è data una definizione in senso lato; in senso ristretto quella delmercurio è una distillazione essendo il mercurio un metallo liquido.

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sapete che per energia intendiamo materia astrale; ma anch'essaha sette densità, quindi possiamo dire sette tipi di energia. Mispiego?

Dom - Scusa, Dali, fra questi sette tipi ci sono anche i tredell'energia solare, oppure quella è un'altra cosa?

Ris - Quella rientra unicamente nella materia del pianofisico perché è un prodotto sempre dell'energia. Immaginate,figli cari, che tutto quanto - di sottile o meno sottile -, è nelpiano fisico, proviene dal piano astrale per condensazione dimateria astrale, ovverosia di energia. Se, ad esempio,prendiamo in esame l'elettricità, che ancora i vostri studiosi nonsono riusciti a sapere che cosa sia esattamente, ebbene è cosadel piano fisico, è una di quelle sottigliezze di materia che voiancora non conoscete: cioè di materia eterica, per essereprecisi; una di quelle quattro sottigliezze. Ma se pensiamosempre che la materia più semplice e più sottile del piano fisiconon è altro che energia condensata, tutto quindi non è altro cheenergia ad un diverso stadio di condensazione. Mi sonospiegato? Così, la stessa forza di coesione....

Dom -È dovuta alla quantità di energia che fa massa.

Ris - Infatti.

* 8 Nov. 1959, 446-II *

Dovremmo concludere, figli cari, la vostra conversazione diquesta sera. L'unica cosa sulla quale tutti voi, penso, siated'accordo è quella che l'energia pura, l'energia che noi

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Parte Prima

intendiamo, è quel "quid" che risulta dalla sublimazione dellapiù semplice materia del piano fisico. Circa poi la domanda chea suo tempo fece il figlio S., e cioè se l'energia fosse anche laforza di coesione, voi avete manifestato un dubbio. Un dubbiodel resto molto giustificato. Avete detto: "Se la forza dicoesione è una sorta di energia, i corpi, la materia tutta delpiano fisico, dovrebbe restare tale quale è in qualsiasiambiente, indipendentemente dalla forza di gravità", è vero,figli? E qua dobbiamo discutere.

La forza di coesione è una forza che tiene insieme lamateria, ma per trovare questa forza nella sua forma pura,dobbiamo andare alla radice della materia; dobbiamo risalire aquella materia del piano fisico che è allo stato più semplice epiù sottile allo stesso tempo: dobbiamo parlare della materiaallo stato atomico, "atomico" secondo il senso che noi abbiamousato,10 cioè INDIVISIBILE, dividendo la quale, scomponendola quale, si ottiene energia. Qua e solo qua è la forza dicoesione nella forma pura, e di questa forza di coesione noiintendevamo parlare. Ma voi conoscete la forza di coesionenella materia del piano fisico ed appunto occorre distinguere.

Se, ad esempio, voi ponete due corpi galleggianti in unliquido, voi vedrete che i due corpi - a meno che non entri ingioco l'elettricità elettrostatica -, questi due corpi tendono adavvicinarsi ed attrarsi. Questo perché esiste una reciproca forzadi attrazione, fra le masse, che è appunto dovuta alla forza dicoesione. Osservando questa forza di coesione nel piano fisicovediamo che non è pura, com'è nella materia allo statoatomico,11 perché subentrano in gioco altre forze, altresollecitazioni - badate bene - esterne, non interne. La forza dicoesione è una forza, è una sollecitazione che viene dall'interno

10 - Quello dei filosofi atomisti greci11 - Cioè elementare indivisibile

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della massa; mentre quando voi esaminate la materia del pianofisico, su questa materia giocano altre sollecitazioni esterne, frale quali la pressione atmosferica e la forza di gravità. Voi avetepensato che, dato che la forza di coesione è una sorta dienergia, un viaggiatore interplanetario non dovrebbe trovareostacoli - a parte la differenza di temperatura e di ambiente -nello spostarsi da questo pianeta attraverso agli spazi siderali.Ma dovete pensare che nella costituzione del corpo fisico, puressendovi in questa massa del corpo fisico la forza di coesione,vi sono in gioco le altre forze (la pressione atmosferica e laforza di gravità) e sono queste che vengono a mancare e chepossono produrre lo smembramento di questo corpo fisico.

Se noi vogliamo ben comprendere che la forza di coesione èuna sorta di energia, dobbiamo - ripeto - esaminare questa forzaladdove si manifesta nella sua purezza, al di fuori di ogni altrasollecitazione: e cioè nella materia del piano fisico più sottile epiù semplice. Mi sono sufficientemente spiegato, figli cari?

Dom - Intendi l'astrale, Dali?

Ris - Alle soglie. L'ultima materia del piano fisico: noi loabbiamo chiamato il "numero uno" del piano fisico.

Vi siete anche domandati come può, ad un certo momento,l'energia pura - o materia del piano astrale - trasformarsi,condensarsi e divenire materia del piano fisico. Facciamo unesempio semplice: supponiamo di avere dell'acqua. Voi sapeteche ad un certo grado di temperatura, basso, l'acqua sitrasforma, si condensa e diventa ghiaccio. Che cosa avvienequa? Perché l'acqua fino ad un dato momento si chiama acquae poi si chiama ghiaccio? Se voi esaminaste al microscopio ilfenomeno alla temperatura limite, l'acqua che sta perghiacciarsi, voi vedreste che i cristalli di ghiaccio si formano

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Parte Prima

subitamente; è un passaggio subitaneo. Si riscontra - dagliamanti della natura - appunto anche in natura questo fenomenovisibile anche ad occhio nudo: delle piccole superfici, dellepiccole quantità di acqua che si solidificano, diventanoghiaccio quasi subitaneamente. Allo stesso modo avviene per lacondensazione della materia astrale - o energia - in materiafisica. Vi è il concorso di un agente esterno - se così vogliamochiamarlo - così come vi è il concorso di un agente esterno nelpassaggio da acqua a ghiaccio, che è un abbassamento ditemperatura.

Dom - Questo agente esterno è una energia?

Ris - Noi non vogliamo a questo proposito complicare oltrele cose, e cioè: abbiamo chiamata "energia" la materia delpiano astrale ed abbiamo detto che il nostro concetto di energiaè sensibilmente diverso dal concetto di energia della fisica diqualche anno fa;12 e voi consultando l'enciclopedia, avete vistoil perché. Il figlio D. ha detto che nel piano mentale v'è energia.Ma ripeto, non vogliamo fare confusione di termini. ENERGIA,per noi, è LA MATERIA DEL PIANO ASTRALE. Si capisce chenel piano mentale vi saranno delle forze, come vi sono nelpiano fisico. Cioè vi può essere "quel qualcosa" che voi nelpiano fisico chiamate "energia allo stato potenziale", vi puòessere anche nel piano mentale. È vero, figlio D.?

Dom - Dicevo del pensiero, non del piano mentale.

Ris - Tu hai detto che il pensiero è energia.

Dom - Può essere un'energia.

12 - La fisica classica41

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Ris - Può essere un'energia del piano mentale. Ma per nonfare confusione di termini, noi chiamiamo "energia"unicamente la materia del piano astrale. Così per noi non è - arigore - energia, l'energia potenziale della fisica; come a rigorenon è energia il pensiero. Non so se sono sufficientementechiaro.

Avete anche ricordato la analogia. Ed infatti l'analogiaimpera nel Cosmo, perché vi è la Legge di Analogia:

“L'onda di vita emanatrice del Cosmo, allorché manifesta ipiani di esistenza, ripete per ciascun piano gli stessi metodi,fissa gli stessi princìpi. Ora, poiché però le materie sonodiverse da piano a piano, non possiamo raffrontare i piani fraloro se non seguendo un criterio di analogia, mai diuguaglianza”.

Ogni cosa analoga, è unita da una sorta di simpatia; e voicapite perché: perché le leggi sono le stesse.

Questo ripetersi di piano in piano dell'onda emanatrice sichiama LEGGE DI ANALOGIA e - per estensione di significato- è legge di analogia anche quella simpatia che lega le partianaloghe. Avete delle domande, figli cari?

Dom - Scusa, Dali, io dirò...una sciocchezza...Siccomeeravamo arrivati a chiamare lo Spirito "energia"...È giusto, inparte, o è errato?

Ris - Puoi dire che l'energia è materia?

Dom - Sì...per analogia...sì...grosso modo.

Ris - Io direi l'opposto, semmai. Direi che l'energia, a rigore,in ultima analisi, è Spirito. Si può dire che il ghiaccio è acqua,è vero? Ma non si può dire che l'acqua è ghiaccio.

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Parte Prima

Dom - Ma, scusa, non si può dire per noi, per non creareconfusione, ma...forse...penso che possa essere scambievole lacosa, no?

Ris - No. Perché l'energia è un prodotto della mente, comela mente è un prodotto dello Spirito, ed essendo prodotto,allorché noi risaliamo la corrente, non può esserlo più.

Voi sapete che il passaggio è: Spirito - Akasa - Mente -Energia – Materia. È vero? Che l'Akasa13 è un prodotto delloSpirito, che la Mente è un prodotto dell'Akasa, che l'Energia èun prodotto della Mente, e che la Materia è un prodottodell'Energia. Questo è il senso giusto. Facendo il cammino aritroso il discorso non fila più.

Dom - Perché non potrei dire, per esempio: Spirito,Materia, Energia, Mente, Akasa? La materia è permeata diSpirito, no?

Ris - Certo, ma non puoi dire che lo Spirito è un "prodotto"della materia; come non puoi dire che lo Spirito è un prodottodell'energia.

Dom - Ah no, certo. Va bene. Ma comunque posso dire cheda quello, procede tutto.

Ris - Dallo Spirito procede tutto, ma non dall'energia e nondalla materia, è vero figlio?

Dom - Ma è anche energia lo Spirito?

Ris - Siccome noi abbiamo detto che per energia noi

13 - O essenza del piano akasico43

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intendiamo unicamente materia del piano astrale, allora,appunto, lo Spirito non può essere energia.

Dom - Permetti, fratello? Allora quello a cui eravamoarrivati...cioè a dire che la trasformazione dalla energia amateria avveniva attraverso a una dualità, è sbagliato?

Ris - Ho detto prima: vi è il concorso di un fattore esterno;così come nel momento che l'acqua si trasforma in ghiaccio viè il concorso di un altro fattore esterno che è l'abbassamentodella temperatura.

Dom - Volevo domandare se l'energia, dopo che si èformata in materia, cessa di essere energia, oppure rimaneenergia?

Ris - Essenzialmente rimane energia.

Dom - Allora - penso - sarebbe come dire che all'energiaviene dato un compito, che come risultato si ....ottiene lamateria.

Ris - Non possiamo proprio personificare questa energia, èvero figlio? Dicendo "compito" può sembrare che questaenergia sia una persona che assolva quasi direi una missione.No, è un processo di condensazione. Certo è che può esisterel'energia senza materia, ma mai la materia senza energia.

Dom -È la base di tutte le forme...

Ris - Voi avete anche parlato appunto delle forme. Ma laradice di ogni forma è nel piano akasico. La stessa energia ha

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Parte Prima

una forma; come la stessa mente. La forma non è un qualcosache esiste unicamente nel piano fisico, o un qualcosa che èproprio della materia fisica. L'energia - materia del pianoastrale - ha una forma. La mente - materia del piano mentale -ha una forma.14

* 6 Dic. 1960, 659-II *

La scienza definisce energia "ciò che attraverso ad un agenteintermediario, o una trasformazione, o una macchina, puòprodurre un lavoro".

Per noi "energia" pura è materia del piano astrale, ovverociò che si ottiene per disintegrazione della più sottile materiafisica. Voi sapete che ogni piano d'esistenza differisce daglialtri non per una diversa ubicazione nell'universo, ma per ladiversa natura della materia che lo costituisce. Tutti i pianiesistono nello stesso spazio e ciascuno comprende settesottigliezze o densità di materia. Ciò vuol dire che la materia diciascun piano si può aggregare e divenire complessa in ragionedi sette accostamenti: quattro e tre. Oltre sette aggregazioni siha l'equilibrio e il generarsi di un'altra materia, tutta nuova: lamateria elementare di un nuovo piano d'esistenza. Leaggregazioni per ciascuna materia di ogni piano sono sette indipendenza di una legge fondamentale cosmica.

Le prime quattro aggregazioni - ad esempio, del pianofisico: atomico, sottoatomico, supereterico, eterico -,differiscono dalle seconde tre in quanto le une si creano perassommarsi di unità elementari, le altre tre - gassoso, liquido,solido - si determinano dalla più o meno stretta coesione che

14 - Almeno fino alla cosiddetta "regione della forma" del piano mentalestesso.

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v'è fra atomo ed atomo. A rigore potremmo dire che glielementi chimici della materia fisica possono esistereindifferentemente nei tre stati di aggregazione molecolaresolido, liquido, gassoso, purché si trovi la giusta temperaturache li fa vaporizzare, liquefare, solidificare. Così l'acqua -liquido - differisce dal ghiaccio solo per una questione ditemperatura, mentre un elettrone differisce da un protone perun numero di particelle elementari che costituiscono sia l'unosia l'altro.

La scienza scoprendo che disintegrando l'atomo si produceenergia, ha avvalorato di fronte a voi, la nostra tesi, cioè chealla base della materia vi è energia; ma nella disintegrazioneatomica voi non osservate altro che le trasformazionidell'energia sprigionatasi, quali, ad esempio, la luce ed ilcalore.

Il calore, in effetti, è una vibrazione degli atomi checompongono la materia. La diversa conducibilità del caloredipende dalla singola capacità delle materie di trasmettere - daproprio atomo a proprio atomo - queste vibrazioni. La luce è,invece, una vibrazione non degli atomi, ma dei corpuscoli checompongono gli atomi.

La vibrazione luce differisce dalla vibrazione calore, oltreche per la natura di ciò che vibra, per la frequenza divibrazione. La vibrazione luce è la più alta che si possa averenel piano fisico.

Poiché l'energia, liberandosi, mette in vibrazione la materiafisica circostante, noi possiamo dire che l'energia è l'essenzadel movimento; ma di quale movimento? Non certo del motoassoluto.

L'energia, o materia del piano astrale, è l'essenza delmovimento della materia del piano fisico.

Enunciamo ciò in principio generale:

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Parte Prima

“L'ESSENZA DEL MOVIMENTO INTRINSECO DELLAMATERIA DI CIASCUN PIANO È SEMPRE NELLAMATERIA DEL PIANO PRECEDENTE PERSOTTIGLIEZZA”.

Nel piano fisico, per esempio, i venti sono causati dallediverse temperature dei gas che sono in certe zonedell'atmosfera. Ma poiché il calore è una applicazione dienergia alla materia, noi possiamo dire che qualunque moto dimateria fisica - sia esso spostamento o vibrazione -, è semprecausato dall'energia; ed enunciando ciò in principio generale:

“QUALUNQUE MOVIMENTO DELLE MATERIE DI UNPIANO È SEMPRE ALIMENTATO DALLA MATERIA DELPIANO PRECEDENTE PER SOTTIGLIEZZA”.

In modo analogo:“QUALUNQUE IMPULSO CHE IL CORPO FISICO PUO'

AVERE, PRIMA PER ESISTERE, POI PER ATTUARSI INAZIONE, DEVE ESSERE SEMPRE ALIMENTATO DALCORPO ASTRALE”.

E cosi per ogni corpo fino a quel piano che l'individuo, perpropria evoluzione, ha raggiunto come livello di esistenzaindividuale.

Però, abbiamo sempre detto che ogni sollecitazione èdoppia: l'una proveniente dall'esterno, l'altra dall'interno. Se ciònon fosse, l'evoluzione non sarebbe possibile, perché è proprioin virtù della collisione delle due sollecitazioni che il livello diesistenza si sposta al piano superiore. Non solo, ma se non vifosse la possibilità di spinte dall'esterno - o dal più grossolanoal sottile -, la disintegrazione della materia non sarebbeattuabile.

La scienza, nelle disintegrazioni atomiche, usa il mezzodall'esterno - bombardamento di atomi di elementi instabili,cioè di quegli elementi in cui è facile distruggere l'equilibrio

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dei corpuscoli che li costituiscono -, ed in tale disintegrazionesi libera energia, la quale, avendo raggiunto il normaleequilibrio della settima aggregazione, aveva dato origine allamateria fisica. Quindi la materia bombardata si scompone inenergia - essenza del movimento - la quale liberandosi dalnaturale equilibrio si applica alle altre materie fisichecircostanti e le pone in quella vibrazione che voi chiamate lucee calore.

Il mezzo dall'interno per scomporre la materia è quello chenoi usiamo nei fenomeni di apporto.

È venuto il momento di approfondire questo argomentodella energia. Voi sapete, figli cari, perché più volte l'abbiamodetto, che per noi "energia pura" non è altro che materia delpiano astrale; quel piano che non può essere visto come unasuddivisione di spazio diverso, ma unicamente determinato dauna diversa natura delle materie. Così il piano astrale, o pianodella energia pura, come noi lo abbiamo chiamato, è quiintorno a voi. Per meglio spiegare questo concetto noipossiamo fare un esempio e chiamare piano dei liquidi il pianoche (ripeto, anche in questo caso non è una suddivisione dispazio) che raggruppa l'insieme di tutte le materie fisicheliquide, o di tutte quelle materie che sono allo stato di densitàdi liquido. O piano dei gas, sempre nel piano fisico; voi vedeteche i gas sono dappertutto e non è che in una zona vi siano deigas, in un'altra zona vi siano dei liquidi e in un'altra zona visiano dei corpi solidi. Ma tutte queste diverse materie, diversenella densità, sono mescolate assieme, esistono nello stessospazio. Allo stesso modo è di tutti i piani di esistenza che sicompenetrano l'uno nell'altro, e che quindi non sonodiversamente ubicati nell'universo, ma sono diversi solo per lanatura delle materie che li compongono.

Ma torniamo al nostro argomento principale.

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Parte Prima

L'energia pura, quindi, è la materia del piano astrale, il pianodei desideri, delle sensazioni, delle emozioni. Il piano la cuimateria (energia organizzata) forma i veicoli astrali degliindividui; quei veicoli che sono capaci di rivelare, di darecorpo, nell'individuo, ai desideri, alle sensazioni, alle emozioni.

Dobbiamo fare un raffronto, raffrontare cioè il concetto cheha la vostra scienza di energia, con quello che noi ora abbiamodetto, con il nostro concetto. La vostra scienza chiama energiaquel "quid", quel qualcosa, che è capace, attraverso ad unatrasformazione, attraverso ad un agente intermediario, dicompiere un lavoro. Poi la vostra scienza ha osservato chescomponendo la materia, si sprigiona una enorme quantità dienergia. Ma che cosa si vede, in effetti, per farci intendere davoi che non siete scienziati? In una esplosione atomica checosa si nota? Un grande sprigionarsi di energia.

In effetti si ha un grande sprigionarsi di luce e di calore, èvero figli? Ma noi sappiamo che tanto la luce quanto il calorenon sono che prodotti dell'energia, trasformazioni dell’energia.L'ultimo concetto della scienza - cioè che scomponendo lamateria si sprigiona energia - avallerebbe, darebbe credito alnostro concetto: e cioè che alla base della materia del pianofisico è l'energia, e che questa materia del piano fisico altro nonè se non energia condensata.

Ma noi dobbiamo, per comprendere meglio che cosa siaquesta energia (perché in effetti è un po’ poco dire "materia delpiano astrale", a questo punto; fino ad ora andava bene, ma oraè venuto il momento di approfondire) per capire che cosa siaquesta energia, dobbiamo per prima cosa vedere letrasformazioni della energia; cioè a che cosa può dar luogo, checosa può far nascere l'energia.

Abbiamo visto luce e calore. Nel piano fisico, nel pianodella materia densa, vi sono dei fenomeni i quali dagli

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scienziati non sono collocati nel loro giusto posto. Cioè non sisa se questi fenomeni fanno parte della materia, o seppure lamateria soggiaccia a delle leggi; se certi fenomeni che siosservano siano proprietà della materia, oppure se sia lamateria che soggiace a qualcosa di extra-materiale. Ancora - sidice - non si è capito bene che cosa sia l'elettricità, che cosa siacalore, che cosa sia luce. L'elettricità è, in effetti, quello che lascienza suppone: un passaggio di elettroni. Badate bene: unpassaggio. Il quale passaggio, o movimento, può produrredeterminati fenomeni; e voi sapete quanti siano e come lungasia l'elencazione di tutti i fenomeni elettrici. A rigore quindi noipossiamo dire che l'elettricità sia un movimento di elettroni.

Il calore che cosa è? Anche qua l'intuizione è stataabbastanza giusta. Si è detto che il calore è anch'esso unmovimento, una vibrazione di elettroni; o se non di elettroniper lo meno di atomi. Notiamo una differenza fra elettricità ecalore: mentre l'elettricità è un passaggio di elettroni - voi, pervostra chiarezza, vedetevi pure un punto A unito ad un punto Bda una linea retta; l'elettricità passa da A a B; il movimento è daA a B -, nel fenomeno del calore il movimento degli atomi nonè più da A a B, perché non è un passaggio, ma è un movimentodi A e di B. Non so se mi sono spiegato.

Questo, in effetti, è il calore. E il calore si trasmette proprioper contatto. Supponiamo di avere un corpo che vibra e tuttociò che è in contatto con questo corpo vibra, trasmette lavibrazione. Così è del calore, ma anche nel calore noi vediamouna sorta di movimento.

Osserviamo ora la luce. La luce è un'altra vibrazione: unavibrazione ad altissima frequenza, la più alta che possiamoavere nel piano fisico. Quindi, quando noi scomponiamo lamateria, quando noi la 'disintegriamo' - secondo il vocaboloche tanto viene usato oggi -, noi abbiamo un grande

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Parte Prima

sprigionarsi di energia. Ma che cosa è questa energia? Noi laosserviamo sotto forma di luce e di calore. In sostanza questaenergia è qualcosa che trasformandosi, che applicandosi allamateria, produce luce e calore. Ma poiché noi abbiamo vistoche sia la luce e sia il calore non sono altro che vibrazioni lequali differiscono l'una dall'altra per diversità di frequenza, noivediamo che l'energia dunque è qualcosa che produce unavibrazione della materia fisica.

Alla base di tutto ciò v'è un fattore comune: questo fattore èil movimento.

L'energia, quindi, l'energia pura, vista al di fuori delletrasformazioni, vista ad di fuori di ciò che può produrre, èl'ESSENZA del MOVIMENTO.

Ed in effetti, se noi osserviamo la caratteristica del corpoastrale degli individui, che cosa notiamo? I desideri, lesensazioni, le emozioni che altro non sono che movimenti.

Ma - voi direte - in quale modo l'energia produce il calore eproduce la luce? - perché noi abbiamo del calore e della lucesenza che vi sia bisogno di disintegrare la materia, è vero figli

Dei corpi in combustione producono del calore e della luce;ma si può avere del calore senza avere della luce, come si puòavere della luce senza avere del calore. In che modo? Vi sonodeterminate condizioni, nelle quali l'equilibrio intrinseco degliatomi, per quanto concerne il calore, e di tutti quei corpuscoliche formano l'atomo, viene turbato, viene allentato: quando laforza di coesione intrinseca della materia viene allentata, siproduce o un calore o una luce.

Dobbiamo aprire una parentesi. Noi abbiamo parlato di forza di coesione, ed abbiamo detto

che la forza di coesione pura noi dobbiamo trovarla all'internodella materia elementare. Cioè, noi possiamo, con più o menosforzo, spezzare un corpo unico, rompere - per intenderci - un

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sasso. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo vinta la forza dicoesione che teneva insieme quel sasso. Ma questa forza dicoesione, pur provenendo dalla stessa che lega un elettrone alnucleo centrale di un atomo, è diversa, perché per romperequesto sasso noi non abbiamo dovuto entrare nel cuore dellesostanze o degli elementi che componevano il sasso, ma lanostra azione è rimasta unicamente all'esterno degli atomi.Mentre per rompere l'altra forza di coesione - quella atomica,per intenderci -, dobbiamo agire più in profondità e dobbiamoentrare proprio nell'intimo, nel cuore dell'atomo. Ecco perchéoccorre un enorme lavoro, un enorme sforzo. Mi seguite?Quando però si creano le condizioni adatte particolari (e ve nesono moltissime) per le quali la forza di coesione dell'atomoviene un poco allentata, si produce luce e calore. Perché?

L'atomo è un tutto unito quando le sue parti costituenti sonolegate e ben assestate - non so se mi seguite - quando tuttequeste parti si incastrano, per così dire; questi sono gli atomidegli elementi stabili. Ma vi possono essere atomi di elementinon stabili; cioè ciò che compone l'atomo non è benamalgamato, non è ben fuso insieme, ed allora è molto facilerompere questo equilibrio, ed abbiamo quindi ladisintegrazione della materia.

Ecco, voi vedete degli elementi che sono necessari perquesta disintegrazione, degli elementi, appunto, instabili. Insostanza, quando noi allentiamo la forza di coesione degliatomi, noi non facciamo altro che richiamare l'energia che èalla base dell'elemento ultimo della materia fisica; noi nonfacciamo altro che liberare l'essenza del movimento, l'essenzadel movimento che noi abbiamo detto essere energia, omateria del piano astrale.

Noi comprendiamo che non possiamo essere molto chiarinello spiegare questo, ma pure voi dovete sforzarvi per

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Parte Prima

comprenderci. Dicendo che l'energia è la materia del piano astrale, noi ben

poco abbiamo detto. Ma che cosa è, questa energia? È qualcosache - possiamo dire insieme alla scienza vostra -trasformandosi produce luce e calore, ed è capace di compiereun lavoro, è vero? Va bene, ma che cosa vi è alla base di tuttociò? Alla base di tutto ciò vi è IL MOVIMENTO NELLA SUAESSENZA, PERCHÉ' TALE È L'ENERGIA.

E quando noi esaminiamo il calore e vediamo che è unavibrazione, cioè un movimento; e quando noi esaminiamol'elettricità e vediamo che questa, alla base, è un movimento -un passaggio, e quindi un movimento -; e quando noiesaminiamo la luce, vediamo che essa è un'altra vibrazione siapure di altissima frequenza; noi possiamo dire che questevibrazioni sono, sì, vibrazioni di materia - anche se di materieelementari quali l'atomo, l'elettrone e più sottili ancora - ma checosa faccia vibrare queste materie è appunto l'energia. Èappunto quella che abbiamo chiamata "materia del pianoastrale": questa è l'energia.

Se poi noi guardiamo tutte le altre forze che esistono innatura, noi vediamo che tutte queste, risalendo attraverso a varipassaggi, traggono origine sempre da questa energia.Esaminiamo le correnti d'aria, e noi vediamo che sonoprovocate dalla diversa temperatura dei gas, per cui un gas aduna temperatura maggiore, rispetto ad un gas ad unatemperatura minore, tende a salire, è vero figli? Se noiesaminiamo la stessa forza di gravità, tutto ripeto ha origine,ha fondamento, nell'intimo dell'atomo, nel cuore della materiafisica, cioè nel piano della energia pura. Piano della essenza delmovimento.

Dom - L'elemento catalizzatore che determina il passaggio

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fra stato di energia e stato di materia, può darsi che sia unasorte di essenza elementare?

Ris - Voi non riuscite a comprendere, nonostante l'esempiofatto dell'acqua e del ghiaccio, come fino ad un certo punto unamateria si chiami 'fisica', e poi, sempre la stessa materia, sichiami 'astrale' e poi 'mentale' e via dicendo. Cos'è chedetermini questo diverso stato di materia; cosa determinaquesto passaggio, ad esempio, dalla materia astrale alla materiafisica, o dall'energia alla materia. E noi vi abbiamo detto che viè il concorso di un fattore esterno. Ora il figlio S. mi chiede sequesto fattore possa essere una essenza elementare. Non peròcome noi intendiamo "spirito elementare", è vero figli? Noiabbiamo detto che gli spiriti elementari sono "essenzeelementari improntate". Non così.

Non saprei come spiegarmi. Questo passaggio avvieneperché oltre la massima densità che si può avere, si raggiungeun certo equilibrio. Vediamo di fare un esempio.

Che differenza vi è fra un gas e un corpo solido? Noipossiamo, ad esempio, avere una stessa materia sotto forma digas e di solido - vedi l'annoso esempio vapor d'acqua-ghiaccio-, oppure vapore di mercurio e mercurio solidificato a bassatemperatura. Voi sapete che il mercurio portato a bassatemperatura diviene solido come l'acciaio. Che cos'è chedetermina questa diversità fra un corpo gassoso e un corposolido? La differenza sta solo nell'allentamento che vi è fra lemolecole di questo corpo; la differenza sta solo in questo.Molte volte questo allentamento è dovuto al calore - ad unavibrazione, abbiamo visto -, per cui si ha questo allentamentoed il corpo perde la sua compattezza e cambia la sua densità.Altre volte, invece, può essere una sostanza, la quale sciolta,mischiata o combinata con la materia che compone quel corpo,

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Parte Prima

può portarlo ad essere gassoso oppure solido. Non so se miseguite, figli.

Per fare l'esempio dell'acciaio: l'acciaio in effetti non è cheferro, chimicamente; al quale è stata aggiunta, o è rimasta, unapiccola percentuale di carbonio. Tale percentuale rende piùcompatto il ferro, dà una maggiore consistenza o resistenza -come volete - ma noi potremmo avere la stessa resistenza,avendo del ferro chimicamente puro, noi potremmo avere lastessa resistenza dell'acciaio se noi questo ferro molto puro loportassimo ad una temperatura molto bassa. Così voi vedete ilpiombo. Il piombo è piuttosto malleabile, è vero figli? Maquesto piombo diventerebbe duro, diventerebbe rigido come ilferro, se fosse portato ad una temperatura estremamente bassa;oppure se a questo piombo fossero mescolate delle sostanze odegli elementi idonei, i quali avrebbero la funzione di collegaretutti gli atomi assieme e tenerli uniti anziché un poco allentaticome sono normalmente nel piombo che voi conoscete.

Dunque la differenza fra un gas e un corpo solido staappunto nella compattezza della materia che compone il gas oil corpo solido. E questa differenza è dovuta ad un equilibriointrinseco.

Come vi è un equilibrio instabile in certi elementi, unequilibrio instabile negli atomi di certi elementi, per cui voiavete visto che è possibile la disintegrazione della materia, ed èpossibile proprio in base a questo equilibrio non stabile degliatomi di certi elementi - uranio, urani speciali15 e su su -; allostesso modo vi sono delle sostanze le quali sono un pocodiciamo 'allentate', fra atomi ed atomi.

Prima parlavamo dell'equilibrio intrinseco dell'atomo,adesso parliamo invece dell'equilibrio fra gli atomi. Sono cosediverse. Come quando parlavamo della forza di coesione,

15 - Suoi isotopi.55

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abbiamo visto che noi riusciamo a rompere un sasso perché noirompiamo l'equilibrio fra gli atomi, mentre non riusciamoaltrettanto facilmente a disintegrare l'atomo della materia checompone il sasso, perché allora dobbiamo andare all'internodell'atomo. Ma sempre, ripeto, è una questione di equilibrio.Così gli elementi che compongono la materia di un pianoqualunque - ad esempio il piano fisico -, gli elementi o lematerie allo stato elementare, si aggregano. Noi abbiamo vistoche abbiamo una materia "numero uno" del piano fisico.Supponiamo di avere tanti piselli di eguale forma e grandezza,e questi sono gli elementi "numero uno" del piano fisico.

Se noi ne mettiamo due assieme, ecco che abbiamo lamateria numero due del piano fisico; poi ancora due piselli edue piselli messi insieme, abbiamo la materia numero tre delpiano fisico e così via. Questo è un esempio, e forse non puòriuscire ad altro che a confondervi le idee, ma tutta questaoperazione si può ripetere fino a un certo momento, fino aquando noi abbiamo trovato un equilibrio: quando abbiamotrovato un equilibrio, ecco che la materia cambia. Così lamateria "numero uno" del piano astrale si potrà unire tantevolte fino a che non sarà trovato un equilibrio; dopo di che unaunione non porterà più ad una materia con le stessecaratteristiche fondamentali, ma si trasformerà in materia delpiano fisico.

In sostanza noi possiamo dire questo: che alla base delCosmo vi è sempre l'idea fondamentale di questo Cosmo, vi èsempre la Legge in forza della quale questo Cosmo è statoemanato, e vi è sempre il Disegno sul quale, o in base al quale,il Cosmo si sviluppa e si manifesta. Così, se sette sono ledivisioni della materia che compone ciascun piano di esistenza,sono sette perché? Perché alla settima si raggiunge un certoequilibrio. E perché, voi direte, 'sette'? Sono sette, perché

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Parte Prima

questo numero sette fa parte di quel Disegno, fa parte di quelPiano Divino in base al quale il Cosmo si manifesta. Ma puòdarsi benissimo che debba esservi un altro Cosmo, il quale nonavrà come numero fondamentale il sette, ma avrà il cinque, oaddirittura non avrà numero, ma un'altra cosa. Mi seguite, figlicari?

Dom - Perché l'otto è l'equilibrio?

Ris - Perché fino a sette è possibile l'aggregazione; oltre,appunto, è l'equilibrio, oltre cambia. Sette è il massimo che sipuò avere, e l'otto - subito dopo -, è l'equilibrio, infatti. Il settefa ancora parte del ciclo.

Quindi non possiamo dire, a rigore, figlio S., che ciò che fail passaggio, o permette questa trasformazione tra l'energia e lamateria, sia una essenza elementare nel senso che noi viabbiamo detto. Pur tuttavia c'è una certa verità in quello che tuhai detto, perché non è un fattore così a sé stante, il "caso", maè proprio una legge che produce questo. Quello che noiabbiamo chiamato, in altra occasione, un "fattore esterno". Èun certo equilibrio che si aggiunge, e si aggiunge oltre lasettima densità, perché sette è il numero fondamentale diquesto Cosmo. Ma ciò non vuol dire che in un altro Cosmo lecose non siano molto diverse.

Dom - Può darsi che il filo conduttore base dell'energiasiano delle masse, oppure dei nuclei che aleggiano intorno alnostro pianeta? Cioè....degli astri....quasi? Che sia lì, quasi, lafucìna di questa energia, o per lo meno, di una delle settedensità dell'energia?

Ris - Noi vi abbiamo sempre detto che ogni forza è doppia:

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l'una all'interno, l'altra all'esterno. Ed allo stesso modo è dellaTerra. L'una è all'interno nel senso, non che sia al centro, ma èproprio all'interno degli atomi che compongono la materia laquale costituisce la Terra. L'altra è all'esterno, nel senso che senon vi fossero queste fasce di irradiazioni che sono attorno alpianeta Terra, questa tenderebbe a fare come fa la Luna, cioè asciogliersi, a vaporizzare, a trasferirsi, a consumarsi. Ora, dadove vengono queste energie che formano queste fasce? Dallamateria stessa che compone l'atmosfera.

Dom - Le quantità di energia che provengono, per esempio,dal disfacimento della materia lunare, è soltanto l'elementoesterno?

Ris - Sì. Non so se sono riuscito a far bene intendere cosasia questa energia. Parlo anche per gli altri.

Dom – È l'essenza del movimento.

Ris - Infatti. E voi dovete vedere questo perché letrasformazioni, o i prodotti di questa energia, in sostanza nonsono che dei movimenti a frequenze diverse.

Ecco perché l'energia è l'essenza di questo movimento. Voichiamate il calore una trasformazione dell'energia ed infatti èuna - non so se proprio chiamarla trasformazione - o per lomeno una applicazione della energia. E come avviene? Nelsenso che come alla base di ogni atomo, di ogni particellaelementare della materia fisica, vi è l'energia, quando questoequilibrio sia leggermente allentato, ecco allora che l'energiapone in moto ciò che compone l'atomo stesso.

Abbiamo già detto che sia gli elettroni che i protoni nonsono corpi semplici, non sono il "numero uno" del piano fisico,

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Parte Prima

vero? E quindi noi dobbiamo andare ancora oltre per trovarel'energia. Comunque l'essenza del discorso è questa, cioè chel'energia è ciò che produce e pone in movimento.

* 4 Febb. 1961, 681-II *

Questa sera siete tornati sull'argomento dell'energia e nonpossiamo fare altro che sottolineare, o aggiungere qualcheparticolare a quello che abbiamo detto e scritto ultimamente.Ribadire cioè che l'energia è l'essenza del movimento dellamateria fisica.

Se voi osservate il moto dei corpi celesti, vi salta alla menteuna domanda: "A che cosa è dovuto lo spostarsi dei corpisiderali?". Ebbene, questo movimento è dovuto ad una dupliceforza: l'una proveniente dal centro delle traiettorie - adesempio, per il sistema solare, dal Sole - l'altra forzaproveniente dall'interno delle materie che compongono i corpisiderali in movimento. Così è per l'atomo della scienza.

Voi sapete che la parola "atomo" è usata in modo diverso danoi: per noi l'atomo è la materia elementare del piano fisico,16

mentre per la scienza "atomo" e la particella più piccola checonservi le caratteristiche di un elemento. Se noi osserviamoquanto compone l'atomo della scienza, noi vediamo che vi è unnucleo centrale e corpuscoli che girano intorno a questo nucleocentrale e che sono stati chiamati "elettroni" dalla scienza. Allostesso modo, il moto di questi elettroni è dovuto e daicorpuscoli che compongono gli elettroni stessi, e dallainfluenza che esercita il nucleo centrale.

Voi avete chiesta una precisazione. Avete domandato:"L'atomo della scienza a quale densità reale corrisponde nella

16 - Corrisponderebbe, in prima approssimazione, al neutrino.59

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scala che vi abbiamo data?" e cioè: solido-liquido-gassoso-eterico-supereterico-sottoatomico-atomico. Ma in questa scala,figli, noi dobbiamo tenere presente che occorre fare unadistinzione fra tre gradi di questa scala e gli altri quattro. Isolidi i liquidi e i gas, si differenziano gli uni dagli altri per unaquestione di temperatura in cui si trovano; mentre gli altriquattro gradi - eterico, supereterico, sottoatomico ed atomico -si differenziano l'uno dall'altro per assommarsi di particelleelementari. Così una particella la quale per densità sia al gradosupereterico, si differenzia da una particella che stia, nella scalapresa in esame, al grado sottoatomico per un diverso numero diparticelle elementari in meno che la compongono.

Vi abbiamo anche detto che le particelle elementari siaggregano fino a sette, dopodiché si ha un (nuovo - ndr)equilibrio.

La scala delle vibrazioni, come giustamente avete detto, vadal suono alla luce. Il suono è una vibrazione di atomi, ovveroè un corpo che vibra e questa vibrazione si trasmette attraversoagli atomi dell'agente che fa, appunto, da conduttore del suono.Ciò è vero ed è dimostrato dalla scienza, poiché si è visto checerte vibrazioni create con circuiti elettromagnetici produconocalore. Questo cioè dimostra che dal suono alla luce è una scaladi vibrazioni.

Quella che voi chiamate elettricità è quindi una sottigliezzadi materia che va, sempre secondo la scala che vi abbiamodetta, dall'eterico al supereterico. Quindi, poiché l'elettricità èun passaggio di elettroni, noi possiamo dire che gli elettronisono corpuscoli di densità eterica ed anche supereterica.

Voi potete osservare che i gas sono contenuti dai solidi,mentre gli eterii non sono contenuti dai solidi; perché voisapete benissimo che l'elettricità, che noi abbiamo visto esseremateria allo stato eterico, si conduce proprio attraverso a certi

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Parte Prima

solidi; i conduttori elettrici sono solidi, e ciò indica ancora dipiù la differenza che esiste fra i tre stati di aggregazione - o didensità della materia fisica -, e gli altri quattro. Se voi avetedelle domande a questo riguardo, potete rivolgerle.

Dom - I profumi, scusa?

Ris - I profumi sono né più né meno emanazioni di sostanzeo di elementi. Cioè non sono vibrazioni come può essere ilcalore, l'elettricità, la luce, il suono e via dicendo; ma sonosemplicemente delle sostanze che si volatilizzano, e chevenendo a contatto con l'organo dell'odorato, sono da questorivelate.

Dom - Scusa, esiste una scala anche delle vibrazioni?

Ris – Certamente.

Dom - La vibrazione più bassa che cosa produce? Si partedal suono?

Ris – Certamente.

Dom - E poi? I suoni più acuti?

Ris - Su su, oltre. Poi passiamo al calore, quindi alla luce.

Dom - Sono tre allora gli....elementi della vibrazione?

Ris - Per parlare di quelli che voi conoscete, è vero?

Dom - Anche i raggi X sono vibrazioni, vero?

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Ris - Certamente. Vi sono le cosiddette "ondeelettromagnetiche". Noi abbiamo parlato dei capisaldi di questascala, figli.

Dom - Anche i colori sono vibrazioni, no?

Ris - Sono modificazioni della vibrazione luce.

I TIPI E LE DENSITA'DELLE MATERIE del PIANO FISICO

PIANO FISICO ETERICO:

Tipi di materie Densità corrispondenti

Unità elementari.................... …..................Densità atomica(nel senso del CF77)

Le unità elementari originanole Particelle.............................che sono tutte di un tipo.

….........Densità sottoatomica.

Le unità elementari e leparticelle originanoi Corpuscoli...........................che sono tutti di un tipo

…...........Densità supereterica

I corpuscoli e le particelleoriginano i Nuclei....................................che sono tutti di un tipo

…...................Densità eterica,vera e propria.

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Parte Prima

PIANO FISICO DENSO:

- I nuclei e i corpuscoli, in rapporto1:1 originano gli atomi diun tipo (elemento idrogeno)

- L'unione degli atomi origina le molecole degli elementi edelle sostanze.

- I nuclei e i corpuscoli, in rapporto1:n originano gli atomi din tipi(tutti gli altri elementi della chimica)...

- L'aggregazione più o meno lasca delle molecole deglielementi e delle sostanze rende gli elementi o le sostanze:solide, liquide o gassose.

- Uno o più atomi di diverso tipo originano una o piùsostanze.

Come si vede da questo schema le materie eteriche risultanodalle aggregazioni delle parti elementari, a ciascuna delle qualicorrisponde una ed una sola densità. Mentre le materie fisichedense risultano dalle combinazioni dei vari atomi, la varietàdegli atomi scaturisce dal diverso rapporto con cui sono uniti icorpuscoli ai nuclei; ma l'aggregazione degli atomi, combinatio no, dà luogo per ogni tipo di materia a tre densità.

Altra classificazione utile è la seguente:

Il suono................... è un fenomeno che interessa gli atomi(vibrazione dei medesimi a bassa frequenza).

Il calore.................... è un fenomeno che interessa gli atomi(vibrazione dei medesimi ad alta frequenza).

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Il magnetismo.......... è un fenomeno che interessa i nuclei(centri di attrazione degli atomi).

L'elettricità............... è un fenomeno che interessa i corpuscoli(passaggio di elettroni).

Le onde elettromagnetiche...... sono un fenomeno che interessai corpuscoli (vibrazione di elettroni).

La luce..................... è un fenomeno che interessa le particelle(vibrazione delle stesse).

I vari tipi di raggi............ sono vibrazioni ed anche emissionidi particelle.

La radioattività......... è un fenomeno che comprende levibrazioni e l'emissione di particelle.

Dalla scienza umana resta da scoprire la vibrazione delleunità elementari. Con queste vibrazioni è possibile lacomunicazione fra corpo fisico eterico e corpo astrale.

* 11 Febb. 1961, 693-II *

Questa sera vi siete soffermati su alcuni argomenti. Torneràquindi utile ricapitolare e, visto che quello che abbiamo dettovi interessa, approfondire il tema.

Fino ad oggi vi abbiamo parlato di corpuscoli e particelledando lo stesso significato a queste due parole per indicare ciòche è all'interno dell'atomo della scienza. Occorrerà quindinomenclare - come sempre in modo convenzionale - tutte

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Parte Prima

quelle suddivisioni che originano, attraverso a variesuddivisioni e raggruppamenti, l'atomo che la scienza vostraconosce.

Fino dall'inizio vi abbiamo detto che alla base delleinnumerevoli materie fisiche, esiste un elemento identico; noilo abbiamo chiamato il "numero uno" del piano fisico,l'esistenza del quale è supposta dalla vostra stessa scienza.Cioè, oggi si è propensi a credere che la diversità di tutte lematerie, prima ancora di quei corpuscoli e di quelle particelleche compongono gli atomi degli elementi, sia dovuta alladiversa combinazione di un elemento identico, di un elementobasilare. Ciò è esattissimo.

Noi chiameremo quindi questo "numero uno" del pianofisico UNITA' ELEMENTARE della materia fisica; analogaall'unità elementare della materia astrale; analoga all'unitàelementare della materia mentale, etc.

Abbiamo poi una prima differenziazione dovuta alla"opposizione"17 di questa unità elementare, che noichiameremo PARTICELLA. Così, fino ad ora, abbiamo visto: leunità elementari, le particelle. Come terzo tipo di materiaabbiamo i CORPUSCOLI. Infine un altro tipo di materia noipossiamo chiamarla i NUCLEI.

Sino a questo punto noi abbiamo quattro tipi di materiefisiche elementari: l'unità elementare, che è alla base di tutta lamateria fisica, le particelle, i corpuscoli, ed i nuclei.

Ciascuna di queste materie fisiche ha una sua densità.Quindi, contemporaneamente abbiamo quattro tipi di materieelementari - come prima vi ho detto, tutte date dalla primaunità elementare - e quattro densità, poiché ciascuna di questematerie elementari ha una sua densità. Arriviamo, dopo inuclei, agli atomi; e qua dobbiamo spiegare perché sempre

17 - Opposizione a se stessa.65

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abbiamo fatto una distinzione nella scala delle densità materialifra i quattro gradi (più sottili - ndr) e i tre gradi (più densi -ndr); cioè sono sette densità materiali. Perché?

Perché noi siamo arrivati adesso agli atomi e abbiamoancora altre materie, ma queste materie possono sussistere, arigore, indipendentemente allo stato gassoso, liquido e solido.Cioè: non è che avendo una materia, a quella corrisponde una euna sola densità, come era nel caso di quelle materie elementariche compongono l'atomo (cioè le quattro densità più sottili -ndr); qua invece le materie che scaturiscono possono sussistereindipendentemente allo stato gassoso, liquido e solido.

In sostanza che cosa abbiamo visto? Abbiamo visto che leinnumerevoli materie possono collocarsi, o suddividersi,secondo la loro densità, in una scala settenaria che va da unmassimo di densità dei solidi, ad un minimo di densità dellaunità elementare. Abbiamo visto che tutta la materia del pianofisico scaturisce dalla differenziazione di un'unica unitàelementare. Infatti da questa unità elementare noi abbiamo leparticelle; dalle particelle noi abbiamo i corpuscoli; daicorpuscoli abbiamo i nuclei e dai nuclei passiamo agli atomi.

Gli atomi si differenziano, come sapete, l'uno dagli altri perun diverso numero di elettroni che girano attorno ai nucleicentrali. Così, se noi analizziamo gli atomi, vi troviamo deicomponenti che sono queste materie elementari al loro statopiù denso - se vogliamo - perché abbiamo visto che ognimateria elementare ha come corrispondente una densità. Gliatomi originati da queste materie elementari sono molti escaturiscono, come ora dicevo, dal numero diverso di particelleelementari che si uniscono in un atomo. A loro volta, gli atomidelle diverse materie, combinandosi fra loro, originanosostanze diverse. Mi seguite, figli?

Ricapitolando ancora; partiamo, questa volta, da ciò che i

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Parte Prima

vostri occhi vedono: dalle innumerevoli materie fisiche. Ilchimico vi dice che esse sono "sostanze". Le sostanze sono lacombinazioni di "elementi"; gli elementi si differenziano gliuni dagli altri da un diverso numero di particelle (particelledetto qui in senso lato - ndr) elementari che compongono glielementi. Queste particelle noi le abbiamo nomenclate, eabbiamo visto che vi sono i nuclei, vi sono i corpuscoli, vi sonole particelle (propriamente dette - ndr) e alla base di tutto vi èl'unità elementare del piano fisico. Mi seguite?

Dunque fino a qui abbiamo fissato questi punti e abbiamovisto che le innumerevoli materie fisiche diverse, scaturisconotutte da una unità elementare del piano fisico e che ai quattrotipi di materia elementare (cioè unità elementare, particelle,corpuscoli e nuclei) corrispondono quattro densità di materia.Una volta arrivati agli atomi, non è che aggregando gli atomi siabbia una nuova materia alla quale corrisponda una precisadensità, ma si hanno materie le quali possono esistereindipendentemente allo stato gassoso, liquido e solido.

A questo punto entriamo nella domanda che vi siete fatti, ecioè: "Che cosa esiste fra il nucleo centrale degli atomi e glielettroni che gli girano attorno?" Noi abbiamo detto che esistemateria astrale, infatti, e voi domandate se questa materia siaquella che compone il corpo astrale.

Se vi fosse per un attimo la possibilità di vedere, non già nelmodo in cui voi vedete la materia del piano fisico, ma divederla - non dico alla radice - ma allo stato atomico, voivedreste un insieme di nuclei e di elettroni che vi giranoattorno; e la visione dei corpi solidi che sono nel piano fisicosparirebbe, o per lo meno cambierebbe moltissimo, perché voinon riuscireste più a distinguere gli atomi delle materie solide,dagli atomi delle materie gassose. Di quello sgabello che sta alcentro di questa cerchia, voi vedreste i nuclei centrali e gli

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elettroni che girano attorno di tutti gli elementi checompongono la sostanza legno. Ma voi vedreste anche i nucleicentrali e gli elettroni che girano attorno a questi nucleicentrali, dei gas del miscuglio aria, e quindi sarebbe una talecompenetrazione che vi impedirebbe di distinguere nettamentelo sgabello.

Se noi andassimo oltre ancora, sparirebbe addirittura lavisione dei solidi poiché noi andremmo ancora più inprofondità e, logicamente, non vedremmo più le materie dense,ma vedremmo le materie "sottili", cioè ciò che compone lamateria densa; noi passeremmo oltre, in un altro mondo la cuiesistenza è da voi insospettata, eppure reale quanto quella - eforse più di quella - che voi osservate con i vostri sensi fisici.

Il corpo astrale degli individui è formato di materia astrale,ma non è necessariamente quella materia che sta fra i nucleicentrali e gli elettroni che compongono il veicolo fisico diquesti individui. Cioè: se noi allontaniamo da un corpo fisicouna qualche sua parte, non è che contemporaneamente se neallontani una parte del corpo astrale. Mi seguite, figli? Èstabilito, è provato attraverso a certe materie radioattive, che lematerie che compongono un corpo fisico si rinnovanocontinuamente. Perfino lo scheletro di questo corpo fisico, laparte più densa, la parte solida, si rinnova in breve tempo, entroun ciclo di tempo, completamente. Quindi noi giungiamo allaconclusione che il corpo fisico è quello che è perché ha unfulcro, un centro di attrazione - centro magnetico, chiamiamolo- attorno al quale rimane legato in qualche modo un insieme dimaterie fisiche. Allo stesso modo è per il corpo astrale. Il corpoastrale è formato di materia astrale e questa materia del pianoastrale rimane unita, collegata, organizzata assieme da unfulcro, un centro magnetico che è appunto l'individuo.

Le materie fisiche che compongono il corpo fisico si

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Parte Prima

rinnovano, non in un identico ciclo, ma in un ciclo di tempo.Altrettanto è per il corpo astrale: si rinnova. Ma sia il corpofisico che il corpo astrale non vengono dispersi, perché esisteun centro di attrazione in modo che, venendo espulse le materievecchie, a queste si sostituiscono le materie nuove sempre invirtù di questo centro di attrazione che è appunto l'individuostesso.

Voi però non dovete certamente pensare che questo centrod'attrazione sia localizzato in qualche parte del corpo fisico o inqualche parte del corpo astrale. Ma esaminando il corpo fisiconoi vediamo che è il cervello il quale riceve l'impulso di questefunzioni vegetative di tutto il corpo fisico. Il cervello ricevequindi "qualcosa" che viene dall'esterno del piano fisico, tantoche questo corpo fisico si rinnova, attraverso al tempo, incontinuazione.

Il corpo astrale, figli, non è quindi intessuto negli spazi cheesistono fra i nuclei centrali e gli elettroni delle materie checompongono il corpo fisico. No.

Poiché il piano astrale esiste nello stesso spazio in cui esisteil corpo fisico, il corpo astrale di preferenza è vicino a questocorpo fisico; può anche compenetrare queste materie fisiche,ma non ne è legato nel modo che voi intendete. Cioè non è chetogliendo o allontanando dal corpo fisico una qualche parte diesso, si tolga e si allontani, del corpo astrale, una partecorrispondente o situata nello stesso spazio. Questo certamentenon è.

E il legame che esiste fra il corpo fisico e il corpo astrale èun legame... magnetico, se così vogliamo chiamarlo; un legameche al momento del trapasso, come voi sapete, viene interrotto.

Quando qualcuno parla dell'esperienza dello"sdoppiamento" e parla delle impressioni ricevute, dice che haavuto l'impressione di "fuoriuscire" dal corpo fisico. Ciò non è

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dovuto al corpo astrale che si stacca dal corpo fisico e chefuoriesce da qualche parte del corpo fisico; sarebbe infantilecredere questo. È dovuto, semplicemente, appunto, ad unaimpressione. Poiché durante la veglia la coscienzadell'individuo è limitata a ciò che l'individuo percepisceattraverso ai sensi del corpo fisico, al momento che lacoscienza di questo individuo non è più limitata da questi sensi- ma è limitata dai sensi del corpo astrale - si ha unaimpressione di liberazione perché i sensi del corpo astrale sonomolto più percettivi di quello che siano i sensi del corpo fisico.Da cui ne nasce una sensazione di liberazione, una sensazionedi spaziare; solo per questo. Non perché il corpo astralefuoriesca dal corpo fisico; questo no.

Ripeto: siccome nello stesso spazio esistonoindifferentemente tutti i piani di esistenza, noi possiamo dire, arigore, che nello spazio occupato dal corpo fisico, vi sia ilcorpo astrale dell'individuo. Ma questo non vuol dire che ilcorpo astrale e il corpo fisico siano intessuti in tal modo cheallontanando una parte del corpo fisico si allontani una partedel corpo astrale o, viceversa, allontanando una parte del corpoastrale si dovrebbe allontanare una parte del corpo fisico;questo no. Avete delle domande in proposito, figli cari?

Dom - Vorrei sapere, per favore, quando una persona sisdoppia, che cosa è che si materializza in modo che il "doppio"può essere visto e fotografato?

Ris - Noi abbiamo detto che esiste un centro magneticoattorno al quale gravitano le materie che formano il corpofisico. Quando un individuo, dotato della possibilità di farequesto, disgiunge o ritrae la coscienza dal piano fisico ecompie quello che si dice "viaggio in astrale", quando voglia

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Parte Prima

mostrarsi in modo percepibile nel piano fisico - in altro luogoda dove abbia lasciato momentaneamente il suo corpo fisico -deve nuovamente formare una qualche cosa che possa esserepercepita da chi si trova in quel luogo del piano fisico. Cosa èche viene percepito? Per facilitare questa... che poi in effetti èuna materializzazione, se non esistesse quello che noi abbiamochiamato corpo eterico la cosa sarebbe molto più complessaperché voi sapete che il salto che esiste fra il piano astrale ed ilpiano fisico è un salto....molto grosso.

Dovendo, attorno ad una materia astrale, condensare lamateria fisica, noi dobbiamo necessariamente passareattraverso a tutte le sfumature; cioè attraverso all'unitàelementare, attraverso a tutte le altre densità di materia fino adarrivare ad una materia sufficientemente densa da esserepercepita dal vostro organo della vista. Ma avendo già adisposizione, invece, una materia del piano fisico quale è lamateria eterica, è molto più facile e meno lungo rivestire questamateria eterica, o renderla più densa, in modo che questa èpercepibile da chi si trova in quel luogo.

Così, nei fenomeni di bilocazione, o di materializzazione inquesto senso, il corpo fisico vero e proprio dell'individuo vienelasciato momentaneamente, abbandonato, senza interromperequel legame che ne rende possibile la vita; ma ne vieneallontanato il corpo eterico, in modo che il corpo fisico cade inuna sorta di.... "trance", in una sorta di sonno, come dir volete;e con il corpo eterico stesso dell'individuo si crea lo scheletrodi quella che sarà la materializzazione. Cioè si addensanoattorno a questo corpo eterico materie un poco più dense, inmodo che questo viene visto.

Dom - Ma tutto questo, scusa, avviene... bisogna che ilveicolo fisico abbia delle qualità per poter fare tutto questo,

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no? Insomma non avviene mica all'insaputa, tutto questo?

Ris - Vedete, figli, non è che sia il veicolo fisico che abbiaqueste qualità, ma è l'individuo che ha queste possibilità; edoccorre naturalmente un certo allenamento, non tanto da partedell'individuo quanto del corpo fisico vero e proprio, nel sensoche questo deve essere abituato a reagire a questi momenti, aquesti sonni, a queste specie di "trance"; occorre questo. Nonso se mi sono spiegato.

Dom - Una volta io domandai qual'era l'atomo che più omeno corrispondesse alla situazione del sistema solare, e futrovato che era quello della naftalina. Che legame c'è fra lanaftalina e il nostro sistema?

Ris - Certamente ricordi una cosa che non è esatta perchénon è possibile, in quanto la naftalina è una sostanza. Pertrovare una analogia, noi dobbiamo arrivare ad un elemento,perché - come prima abbiamo detto - le sostanze scaturisconodalla combinazione degli elementi, di diversi elementi.Abbiamo, nella naftalina, carbonio, idrogeno e via dicendo;quindi noi dobbiamo, per trovare un atomo il quale siacomposto di un nucleo centrale e da un numero di elettroni paria quello dei pianeti che girano attorno al vostro sole, noidobbiamo ricorrere ad un elemento e non ad una sostanza, èvero? Comunque questa è una ricerca che potete farefacilmente, ammesso che voi conosciate tutti i pianeti chegirano attorno al vostro sole. Non vi sarebbe alcuna ragionespeciale. Non so se mi spiego, figlio.

Dom - Scusa, ancora una cosa non ho capito. Quando unapersona si sdoppia, da dove il corpo eterico prende la materia

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Parte Prima

necessaria per ottenere una densità tale da essere visto efotografato? Da dove prende la materia, dall'ectoplasma odall'aria?

Ris - Dall'aria, figlia, sì, certamente. Noi possiamo farequesto del corpo eterico: dare al corpo eterico una luminositàper cui può essere percepito; ma come densità in se stessa ilcorpo eterico non può essere visto dai vostri occhi fisici, ameno che non sia rivestito - ripeto - da un qualche cosa di piùdenso. E quindi vengono usufruite delle materie le qualipossono servire a questo scopo: allo scopo di dare una vestepiù o meno solida e concreta da permettere di essere vedute,percepite.

Dom - Ma se la persona che lo percepisce ha la facoltà diestrinsecare il proprio ectoplasma, può darsi allora che ilcorpo eterico si rivesta di ectoplasma, o prende sempre lematerie necessarie dall'aria?

Ris - Noi dobbiamo allora parlare di un caso particolare, edobbiamo dire che un individuo dotato della facoltà diseparare, volontariamente, ed allontanare la parte eterica delcorpo fisico, abbia una percezione visiva; e qua dobbiamodistinguere se è una visione soggettiva o oggettiva. Cioè sequesta visione è vista da altre creature che si trovano assieme aquesta, oppure se è unicamente una veggenza. Ma noi parliamodi una visione oggettiva, cioè ad esempio la visione di unaentità materializzata. In genere la materializzazione delle entitàè eseguita usufruendo del corpo eterico del medium. Ma nonsempre, non è sempre così; o perlomeno non è semprecompletamente così.

Vi è stata Elisabetta d'Esperance la quale aveva la possibilità

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di assistere alle materializzazioni che avvenivano tramite suo; equesto perché durante le materializzazioni non si usufruiva chedi una piccola parte del suo corpo eterico. Mentre quellematerializzazioni che avvengono quando i medium sono incompleta trance, sono dovute proprio al fatto che si usufruiscedi tutto il corpo eterico del medium. Così chi può assistere allamaterializzazione di una entità, senza che vi sia un medium cheserva da tramite a questa materializzazione, non può cheassistere ad un fenomeno di totale materializzazione, nel sensoche non è solo un corpo eterico che viene rivestito - a meno chequesta entità non sia da poco trapassata - ma è una vera epropria materializzazione, risalendo dal meno denso al piùdenso.

Mentre se la materializzazione avviene in presenza di unmedium e questo medium perde, in qualche modo, una partedella sua coscienza, o delle sue condizioni normali, ciò vuoldire che una parte del suo corpo eterico viene adoperata perquesta materializzazione. E poiché - ripeto - i fenomeni dimaterializzazione sono un po’ più complessi di quanto si possacredere, per cui è molto più facile servirsi della materia etericache non direttamente della materia astrale per questematerializzazioni, in genere durante le riunioni spiritiche tuttele materializzazioni avvengono servendosi del corpo eterico delmedium. E poiché inevitabilmente questo servirsi di unqualcosa di un essere del piano fisico, che vive nel piano fisico,comporta un fenomeno che avverte di questo, da ciò sono nati idubbi di certi scienziati. Non so se mi spiego.

Vediamo di essere chiari. Se noi vogliamo materializzarequalche cosa - una mano, ad esempio, che tocchi qualcuno divoi -, ci serviamo del corpo eterico di questo strumento e locondensiamo e lo localizziamo in modo che questamaterializzazione avvenga. Noi materializziamo una mano, ad

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esempio. Ma supponiamo che una mano di questo strumentosia talmente elastica da giungere fino a toccare uno di voi chesta al capo opposto della stanza. Se il medium fosse svegliodurante questo fenomeno, e qualcuno stringesse questa mano, ilmedium necessariamente avvertirebbe questo contatto poichéverrebbe toccato qualcosa che appartiene al suo corpo fisico, edessendo ancora sveglio, inevitabilmente questo qualcosadovrebbe trasmettere la sensazione di contatto. Ecco perché vifurono certe titubanze e certi dubbi, in seno allo spiritismo,dovuti proprio a questo usufruire, nei fenomeni, di qualchecosa che è inerente ai così detti "medium", sia corpo eterico oaltro.

* 18 Febb. 1961, 708-III *

Avete altre domande? Vi è chiaro quello che abbiamo dettoin proposito ai tipi e le densità di materia del piano fisico?

Dom – È soltanto sul magnetismo, del quale tu avevipromesso di parlarci; e invece sullo schema hai dato soltantola definizione la quale, per me, è un po’ troppo sintetizzata.

Ris - Come sapete, figli, in ogni atomo vi è questo nucleocentrale, il quale è centro di attrazione degli elettroni chegirano attorno, o dell'elettrone (nell'atomo di idrogeno - ndr). Ilfenomeno del magnetismo è dovuto a questa attrazione delnucleo centrale che fuoriesce e si coordina in tutti gli atomi, dideterminati elementi, i quali sono appunto tutti quegli elementimagnetici che voi conoscete: ferro, nichel, e via dicendo.

In quegli atomi, data la loro speciale costituzione - non èspeciale in senso assoluto - voglio dire, dato il numero di

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elettroni che girano attorno a questo nucleo centrale, per questonumero stesso, accade che una parte di questo magnetismo puòfuoriuscire dal campo di azione dell'atomo, e può coordinarsicon altro magnetismo di altri atomi dello stesso elemento odegli elementi magnetici, in modo da formare quel fenomenoche voi conoscete col nome di magnetismo. E quel fenomeno siriproduce, seppure attraverso ad un'altra via, nel fenomeno chesi ha, che si constata, nel passaggio di elettricità attraverso iconduttori. Voi sapete che l'elettricità, passando attraverso aiconduttori, crea attorno a questi un campo magnetico. È lostesso fenomeno che si ha naturalmente negli atomi deglielementi magnetici, quali ferro, nichel e via dicendo, che siriproduce al passaggio della elettricità nei conduttori.

Dom - Perdona, forse dico una sciocchezza, ma... non c'èun certo rapporto stretto, fra il magnetismo e il corpo etericodell'individuo?

Ris - Noi abbiamo detto che l'elettricità è un fenomeno cheriguarda la materia nella densità eterica e supereterica. Infattivoi capite questo, poiché dallo schema che vi abbiamo dato (v.pagine precedenti - ndr) i "corpuscoli", in effetti, sono quelliche voi chiamate elettroni, e nel passaggio di questi elettroni....

Semmai, da voi poteva essere chiesto questo: "Se l'elettricitàè un passaggio di elettroni, allora gli elementi dovrebberocambiare". Mi spiego. Se noi abbiamo, ad esempio, una serie diatomi tutti di un medesimo elemento - supponiamo formati daun nucleo centrale e da due elettroni che girano attorno -, sel'elettricità è un passaggio di elettroni, un elettrone del primoatomo dovrebbe passare al secondo, il secondo dal secondo alterzo e via dicendo. Ma il primo atomo, venendo a mancare diun elettrone, da un atomo di un dato elemento dovrebbe

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Parte Prima

diventare l'atomo di un altro elemento, poiché noi abbiamovisto che gli elementi si differenziano per il diverso numero dielettroni che girano attorno al nucleo centrale. Ma questo nonè, perché sempre il circuito è chiuso e sempre ciò che si perdeda una parte si acquista dall'altra; e tutto ciò a detrimento di un"qualche cosa", ma non qualche cosa che sia in seno allamateria.

Se noi esaminiamo ad esempio qualsiasi sorgente dielettricità, per esempio una dinamo, questo movimento dielettroni avviene a scapito del lavoro che noi dobbiamocompiere per far girare la dinamo; ma la materia rimaneinvariata perché se da una parte gli elettroni partono, dall'altraarrivano e quindi non si ha nessun cambiamento in senoall'atomo. Ecco perché, appunto, vi dicevo che l'elettricità è unfenomeno che riguarda e la materia eterica e la materiasupereterica: perché riguarda tanto i nuclei quanto gli elettroniveramente e propriamente. Quindi altrettanto possiamo dire delmagnetismo; solo che noi dovremmo dire che il magnetismo èun fenomeno prettamente eterico, perché riguardaesclusivamente la densità della materia eterica, in quantoriguarda i nuclei di certi atomi. Il legame può essere questo manon altro. Non si può dire che un magnetismo possa influire inqualche modo sul corpo eterico di un individuo.

Dom - Quindi i magnetizzatori famosi, non era che usasserodel loro corpo eterico per magnetizzare...

Ris - Quello è un altro genere di magnetismo, è vero, figliacara? Noi stiamo parlando del magnetismo della vostra fisica.

Dom - Scusa, confondevo.....Infatti l'altro è chiamatomagnetismo animale.

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* 26 Febb. 1961, 715-III *

Poi avete parlato della costituzione della materia fisica, e visiete domandati se sia giusto il termine "opposizione",18 o sesia più esatto quello di "contrari". In effetti sarebbe più giusto:due particelle elementari che si contrappongono. Ma questo peril momento non ha una grande importanza; sarebbe stato da noiapprofondito in un secondo tempo.

Piuttosto c'era effettivamente da domandarsi subito in cheposto stavano - di quella scala che noi vi abbiamo dato, delledensità e dei tipi di materia elementare - tutte quelle particelledella scienza che sono state recentemente scoperte e la cuiesistenza è stata recentemente supposta. E questo avrebbe datomodo a noi di approfondire ancora l'argomento.

Ed allora, per approfondire ancora quello che abbiamo dettocirca le densità e la costituzione della materia elementare,dobbiamo ripartire dalla unità elementare del piano fisico, chenoi abbiamo visto essere identica per tutti i tipi di materia delpiano fisico.

Questa materia - che in fondo è una materia - ha un"segno" neutro. Non dico "carica", non dico elettricità,perché sarebbero tutti termini impropri;19 ma ilcontrapporsi di due unità elementari, acquista un segnoparticolare che noi chiameremo positivo; il contrapporsi diqueste due unità elementari dà alla particella che si formauna caratteristica che noi chiameremo, appunto, positiva.L'unione di una particella con una unità elementare, dà

18 - In riferimento all'opposizione delle 'unità elementari' a se stesse percostituire le 'particelle' , vedi pagine precedenti19 - Il lettore non associ qui il termine "segno" con il concetto di "positivo"o "negativo" dell'elettromagnetismo, perché trattasi di concetto ancora più"a monte", cioè più fondamentale - per così dire - rispetto al classicoconcetto di segno elettrico.

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luogo, abbiamo detto, ad un corpuscolo; corpuscolo cheacquista un altro segno, un'altra caratteristica, che noichiameremo segno negativo. Infine l'unione di uncorpuscolo e di una particella - che noi abbiamo dettoorigina il nucleo - dà nuovamente origine ad un altro segno,un segno positivo. L'unione di un nucleo con un corpuscoloorigina ancora un'altra materia: l'atomo, che può avere unsegno positivo ed uno negativo.

Infatti - la vostra stessa scienza lo dice, e la chimica stessa -noi sappiamo che vi sono degli elementi che hanno caricapositiva e degli elementi che hanno carica negativa; noisappiamo che vi sono i metalli e i metalloidi i quali hannodiversa carica fra loro; noi dobbiamo dire: diverso segno fraloro. E qua ci fermiamo. Se voi, saputo questo, volete ritrovarele scoperte della scienza e vedere dove la particelle scopertedalla scienza si ritrovino nella scala che noi vi abbiamo dato,dovete naturalmente approfondire la vostra sapienzascientifica, è vero, figli? E recentemente è stato supposto cheun elettrone - che noi abbiamo chiamato "corpuscolo" - non siauna unità elementare della scienza, ma sia formata da qualchecosa. Ed infatti è così perché voi sapete che i corpuscoli sonoformati dalle particelle e dalle unità elementari, quelle che noiabbiamo chiamate unità elementari.

Il nucleo è sempre stato detto che è formato da cariche: daneutroni, i quali hanno carica neutra e da dei protoni, i qualihanno carica positiva, mentre si diceva che l'elettrone avessecarica negativa. Infatti noi abbiamo detto che i corpuscolihanno segno negativo, ma in certi casi i corpuscoli acquistanosegno contrario alla generalità. Sempre questo però in relazionedi particolari strutture di atomi.

La vostra scienza, appunto, vi dice che il nucleo centrale ècostituito da una particella detta neutrone, avente carica neutra,

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e da un'altra avente carica positiva (protone - ndr). Noi vidiciamo che il nucleo è formato da un elettrone avente caricageneralmente negativa - cioè da un corpuscolo - e da unaparticella avente carica positiva. Ma penso che forse alriguardo sarà meglio fare ancora un altro dei nostri piccolischemi (vedi oltre - ndr), che potrà farvi vederecontemporaneamente questa formazione della materia.

La scienza si domanda però per quale ragione, se l'elettroneha carica negativa ed il nucleo ha carica positiva - poiché èformato da un elemento avente carica positiva ed uno aventecarica neutra20 -, per quale ragione l'elettrone non si unisce alnucleo. Come mai la carica positiva non attrae la caricanegativa o, viceversa, le due cariche non si attraggono.Perché - ripeto - sempre le forze sono doppie: una diattrazione e una di repulsione: una dall'interno e unadall'esterno. Per questo motivo.

Così, la forza che origina il contrapporsi di due unitàelementari, è una forza che proviene sia dalla unitàelementare, cioè dal mondo astrale, sia una forzadall'esterno. Quali siano queste due forze, noi ci auguriamoche venga presto il giorno in cui potremo dirvelo per la vostrapreparazione e per la vostra chiarezza.

Dom - Gli alchimisti avevano la proprietà di cambiare lastruttura degli atomi, altrimenti non potevano arrivare a farel'oro con altri ingredienti. Tu dicesti che le entità, quandodevono produrre degli "apporti", operano nell'internodell'atomo stesso. Gli alchimisti non avevano certamente iciclotroni per fare il bombardamento degli atomi e ridurre ilnumero degli elettroni, quindi anche loro operavano

20 - Ci si riferisce ai nuclei in generale, costituiti da protoni, elettricamentepositivi e neutroni, elettricamente neutri.

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nell'interno dell'atomo. Oppure avveniva la formazionedell'oro soltanto attraverso ad una composizione chimica?

Ris - Non è possibile. Perché per trasformare un elemento inun altro elemento, occorre operare in seno all'atomo, perchéabbiamo visto che gli atomi degli elementi si differenziano peril diverso rapporto che vi è nelle particelle21 che compongonogli atomi. Ma per operare una trasmutazione della materia allostato atomico, cioè trasmutare un elemento in un altro, vi sonodue vie: dall'interno e dall'esterno. Dall'esterno e quello che lavostra scienza conosce. Dall'interno invece è quello cheusavano i veri alchimisti.

Dom - Un'altra cosa: il numero degli elettroni di un atomo,al massimo è definito, oppure no? Ora mi pare che si siaarrivati al 252 o al 282, non ricordo, di elettroni di un atomo.Si può aumentare questo numero o a un certo punto non cen'entran più?

Ris - Si può aumentare, ma oltre un certo numero non si hapiù una materia avente una caratteristica diversa, si hanno icosì detti elementi instabili. Infatti vi sono degli elementi iquali, pur avendo un numero diverso di elettroni, conservanouna medesima caratteristica. Tutti gli elementi radioattivi, chela vostra scienza ha scoperto recentemente, pur avendo unnumero diverso di elettroni in seno agli atomi che licompongono, pure non hanno più una diversa caratteristica dimateria. Non so se mi spiego. Fra un elemento e l'altro - fral'idrogeno e l'ossigeno, ad esempio -, vi è una differenza dovutaal numero degli elettroni che sono in seno agli atomi di ciascunelemento; ma la differenza si vede, si percepisce anche dalle

21 - Particelle è detto qui in senso lato.81

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caratteristiche fisiche e chimiche di questi due elementi.Mentre fra un uranio 235 o 238 non vi è più questa differenzadi caratteristica chimica.

Dom - E che differenza c'è fra questi e gli isòtopi?

Ris - Sono delle particolari strutture di atomi, per cui nonsarà mai, ad esempio, che si possa avere un solo atomo diuranio 238, poiché l'atomo di uranio 238 risulta dallacombinazione, dall'intersecarsi di due atomi.

In chimica voi avrete studiato che gli atomi si unisconospontaneamente ed originano quelle che sono dette lemolecole, pur rimanendo un elemento e non una sostanza, eche - ad esempio - quello che si chiama "ossigeno allo statonascente" è invece ossigeno allo stato atomico, non sotto formadi molecola (O2 - ndr) quale voi lo respirate nell'atmosfera.Allo stato nascente l'ossigeno è più attivo; questo è quello chela vostra scienza ha scoperto. Ed è esatto. L'unione in molecolaè dovuta ad una sorta di attrazione fra gli atomi - io parlo dimolecole sempre di elementi, perché le molecole di sostanzesono dovute alla combinazione chimica. Altrettanto è in questiatomi particolari. Un atomo di uranio è quello che è, ma la suadifferenza, il suo manifestarsi in forma diversa, è dovuto nonad un solo atomo, ma debbono essere più atomi perché si ha unintersecarsi degli elementi che compongono questi atomi.

Ad esempio, l'ozono che si forma durante i temporali in unaatmosfera di ossigeno in cui si producano scariche elettriche, osotto l'influsso dei raggi ultravioletti, in definitiva non è cheuno stato allotropico dell'ossigeno. Sono atomi di ossigeno chesi combinano fra loro, si uniscono fra loro; tre atomi diossigeno danno l'ozono e sono uniti fra loro. Ma questo ozonoè instabile e ben presto si riporta alle condizioni primitive.

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Così accade in questi atomi di elementi instabili; sonoparticolari strutture di questi atomi uniti assieme, e come non sipuò fare da un solo atomo di ossigeno un atomo di ozono -perché ne occorrono tre, come abbiamo detto prima - così daun solo atomo di un elemento non si può fare un elementoinstabile.

Occorrerebbe ancora un'altra precisazione, ma non vogliamoconfondervi troppo.

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In linea generale, la combinazione di atomi di elementidiversi origina le sostanze aventi segno neutro.

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Vi faccio notare che solo per l'idrogeno il nucleo è uguale alprotone, essendo l'idrogeno l'elemento più semplice dellamateria fisica densa; mentre per gli altri elementi piùcomplessi, non essendo formato il nucleo da una sola particellae da un solo corpuscolo, ma da più particelle e da piùcorpuscoli, il nucleo è composto da n protoni.

In sostanza un elemento della chimica differisce dall'altroper il numero di elettroni che ruotano attorno al nucleodell'atomo di ciascun elemento, ma i nuclei pur essendoconsiderati una unità, non sono tutti egualmente formati da unaparticella e da un corpuscolo (protone), ma da più particelle epiù corpuscoli, ovvero da più protoni.

Così:Una particella ed un corpuscolo = 1 protone = nucleo

dell'idrogeno.Più particelle e più corpuscoli = più protoni = nucleo di altri

elementi.

Sarebbe opportuno che prendeste visione dello schema chevi abbiamo fatto a proposito del modo secondo il quale siuniscono, o per meglio dire, si contrappongono le unitàelementari del piano fisico, per originare il mondo delleparticelle, dei corpuscoli e dei nuclei, e quindi degli atomi,della materia fisica.

Che cosa significa contrapporsi? Contrapporsi vuol direquesto: voi certamente ricorderete che parlando della nascita diun cosmo, vi dicemmo che lo spirito si "contrappone" e si ha,quindi, da questa contrapposizione, la materia - così perchiamarla - del piano akasico. Dio è il Moto Assoluto; ilcontrapporsi origina il moto relativo. Dall'Infinito passiamo,attraverso a questa contrapposizione, al finito. Il moto relativo

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significa quel moto che ha un inizio e che ha una fine, che èsuscettibile di accelerazione.

Allo stesso modo, in seno alla materia di ciascun piano,dalla unità elementare di ciascuna materia che componeciascun piano, si passa alla particella attraverso allacontrapposizione di due unità elementari. E se l'unitàelementare di ciascun piano ha segno neutro, la particellaacquista un segno diverso dal neutro proprio in virtù di questacontrapposizione; e nello schema che vi abbiamo fatto (confr.pag. precedente - ndr) abbiamo cercato di mettere questoconcetto in modo più chiaro possibile, mostrandovi unarotazione.22

Questa premessa perché voi vi siete chiesti che cosa sia ilneutrone della scienza.

Come ho scritto all'inizio dello schema datovi, abbiamodovuto per chiarezza semplificare, e prendere in esame laformazione di un elemento, l'elemento più semplice; ovverosiaquello che voi chiamate idrogeno, il quale elemento è sempliceperché è costituito da un nucleo centrale e da un elettrone chegira intorno a questo nucleo centrale. Ma il nucleo centrale, puressendo considerato una unità, è tuttavia formato da qualcosa;ovverosia è formato da un corpuscolo, un elettrone dellascienza, unito ad una particella. Questa unione di un elettronee di una particella origina quello che la scienza chiama"protone". Ovverosia il nucleo dell'idrogeno, l'elemento piùsemplice, è costituito da un protone e da un elettrone che giraattorno a questo protone. E fino a questo punto noi siamo inaccordo con quello che la scienza asserisce.

Quando dall'elemento idrogeno noi passiamo ad altrielementi più complessi, i quali differiscono da questo per ilnumero di elettroni che girano attorno al nucleo, dobbiamo

22 - È il primo possibile riferimento agli spin della scienza fisica e chimica.86

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osservare - come abbiamo sottolineato nello schema datovi -che il nucleo, pur essendo considerato una unità, è tuttaviaformato da corpuscoli e particelle. E se aumenta il numero dielettroni che girano attorno a questo nucleo aumenta perchéaumenta qualcosa che è in questo nucleo; cioè aumenta ilnumero degli elettroni e delle particelle che compongono inuclei di tutti gli atomi. Così, mentre negli elementi dellachimica, le materie che voi conoscete risultano dallacombinazione di vari atomi diversi; in seno alla materia, inseno a questi atomi, noi vediamo che l'assommarsi di particelle- chiamiamole così - di corpuscoli, di parti subatomiche -, èquella che origina la diversità degli atomi. Mi seguite, figli?

Se noi osserviamo questo tavolo che sta di fronte allostrumento in questo momento, vediamo che è costituito dilegno, ma il legno è costituito dalla combinazione di atomi dielementi; una diversa combinazione di questi atomi, o di altriatomi di altri elementi, anziché originare il legno, può originareun'altra sostanza organica. Ma questi atomi degli elementi dellachimica differiscono l'uno dall'altro, non già nello stesso modoche ora vi ho detto - cioè in funzione di una diversacombinazione di "quid" diversi - ma dall'assommarsi diparticelle subatomiche. Così, come sempre vi abbiamo detto,l'idrogeno è costituito da un numero X di particelle, un altroelemento è costituito da un numero Y di particelle. È questadifferenza risulta dall'assommarsi di queste parti elementari.

Che cosa sarebbero, quindi, i neutroni che questa sera voiavete preso in considerazione? Noi abbiamo visto che il nucleodell'idrogeno è costituito da un elettrone e una particella; da uncorpuscolo e da una particella, diciamo noi, corrispondente aquello che la vostra scienza chiama protone. Per gli altrielementi, il nucleo degli atomi non è più formato da un solocorpuscolo e da una sola particella e da un solo elettrone che

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gira attorno a questo complesso detto nucleo; ma da piùelettroni, un solo nucleo però formato da più particelle e piùcorpuscoli.

Questo accostarsi nel nucleo di più particelle e piùcorpuscoli origina qualcosa di nuovo che non troviamonell'idrogeno, poiché l'idrogeno è formato da un solocorpuscolo e da una sola particella.

Si origina, attraverso all'intersecarsi dei corpuscoli e delleparticelle che compongono i nuclei degli atomi complessi, percosì chiamarli, e di atomi che non siano idrogeno, si originaquelli che sono detti i neutroni.

Che cosa sarebbero, in effetti, i neutroni? Sarebbero ladiversa unione, non già in contrapposizione, ma una diversaunione di una particella e di un corpuscolo.

Infatti la particella ha segno positivo, il corpuscolo ha segnonegativo, abbiamo detto, indi la contrapposizione origina ilprotone o nucleo dell'idrogeno; mentre in unione diversa -chiamiamola - che non sia in contrapposizione, questi duesegni positivo e negativo si annullano e formano il cosiddettoneutrone.

Così, figli cari, per riepilogare, se noi andiamo adesaminare il nucleo di un atomo di un elemento complesso, inultima analisi, noi troviamo particelle e corpuscoli; ovverosiail nucleo di un atomo di un elemento complesso, in ultimaanalisi, è formato da due fattori diversi fra loro: particelle ecorpuscoli. Ma il modo secondo il quale queste particelle sonounite fra loro, e il numero di ogni singola particella e di ognisingolo corpuscolo, dà luogo a degli accostamenti che la vostrascienza chiama con nomi diversi; come abbiamo visto:neutroni.

Ma in fondo, in ultima analisi, i nuclei sono tutti formatida particelle e da corpuscoli.

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Ecco, quindi, la vostra indecisione a proposito dei neutroni.Indecisione che io spero di avere chiarito.

Veniamo poi all'altro vostro dubbio a proposito dei fotoni.Trascuro i mesoni perché a riguardo torneremo in un secondotempo, e noi vedremo che questa energia la quale tieneinsieme il nucleo, è data proprio dalla attrazione che esistefra le particelle e i corpuscoli, essendo questi di segnocontrario. Comunque vedremo in un secondo tempo;approfondiremo e chiariremo.

Che cosa sono i fotoni? La scienza suppone che la luce siaun fenomeno che riguardi una emissione di particelle; ciò non èesatto, in questo senso: che si crede che questa teoria siaconvalidata dal fatto che la luce viene deviata da un campogravitazionale. In quanto si dice: "poiché un campogravitazionale attira intorno a sé qualcosa che sia materiale, cheabbia una consistenza di materia, sia pure sottile; se la luce èdeviata da un qualunque campo gravitazionale, è attirata, vuoldire che la luce ha una consistenza, sia pure sottile macomunque materiale". Dalla osservazione di questo fenomenosi dovrebbe convalidare l'ipotesi che la luce fosse data dallaemissione di qualche particella.

Noi vi abbiamo detto invece che la luce è un fenomeno cheriguarda la vibrazione delle particelle.

Ma perché - voi direte - questa luce, se è una vibrazione, èdeviata da un campo gravitazionale? Esaminiamo un altrofenomeno prettamente vibratorio: il suono. Supponiamo dipoter creare un'atmosfera di diversa densità: l'una costituita daun gas ad una certa pressione, l'altra da un gas rarefatto.Secondo quello che la scienza asserisce, il suono si comunicamolto più facilmente attraverso all'atmosfera costituita dal gasad una certa pressione, che non al gas rarefatto, che nonall'atmosfera rarefatta. Noi sappiamo - e la scienza stessa

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asserisce questo - che attorno ad ogni campo gravitazionale lamateria viene attirata, la materia si accumula. Ora, poiché laluce è egualmente una vibrazione, è logico ed è naturale chevenga attratta - o per meglio dire - questa vibrazione sitrasmette in modo migliore attraverso una atmosfera doveesiste la materia attraverso una certa rarefazione23 che nonattraverso ad una atmosfera molto e molto rarefatta. Non so sesono stato sufficientemente chiaro. Quindi il fenomenoosservato, che la luce sia deviata da un campo di attrazione,non comprova, figli, che la luce abbia una consistenzamateriale.

Però non pensate neppure che la luce sia un qualcosa chenon appartenga al piano fisico; appartiene, poiché è unavibrazione delle particelle, particelle che sono, in ultimaanalisi, materia del piano fisico. Vibrazione di particelle che habisogno di trasmettersi proprio attraverso ad una materia di unacerta rarefazione, essendo le particelle molto e molto sottilirispetto alle altre materie. Rispetto ai corpuscoli, ai nuclei, agliatomi e via dicendo, alle molecole, questa vibrazione pertrasmettersi da una particella all'altra che è in ogni atomo dimateria fisica, ha bisogno che questi atomi non sianostrettamente addossati l'uno all'altro; ovverosia ha bisogno dipassare non attraverso ad una materia densa, come nel caso delsuono. Il suono essendo una vibrazione degli atomi, essendouna vibrazione a bassa frequenza degli atomi - cioè di parti dimateria molto grandi rispetto alle particelle - ha bisogno pertrasmettersi di un mezzo molto denso. Più denso è, più questatrasmissione avviene facilmente. Mi seguite?

Mentre la luce, essendo una vibrazione di particelle, moltopiccole rispetto agli atomi, molto molto più piccole, ha bisognodi un mezzo di trasmissione che non sia il vuoto assoluto -

23 - Nel senso di rarefazione ottimale.90

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poiché se il vuoto assoluto si potesse realizzare e se esistesse,sarebbe di impedimento alla trasmissione di ogni e qualunquefenomeno - ha bisogno di una atmosfera giustamente rarefatta.La luce, per trasmettersi, ha bisogno di una atmosferagiustamente rarefatta.24

Infatti voi osservate che la luce, da un corpo fisico denso, èarrestata. Ma allo stesso tempo si trasmette meglio ed è deviataproprio dove vi è un centro gravitazionale, in quanto la materiache è intorno a questo centro gravitazionale rappresenta unmezzo più facile per la trasmissione di questa luce, piuttostoche una materia molto rarefatta che esiste al di fuori di questocentro gravitazionale. Non so se mi sono spiegato.

Dom - Scusa, e questa è la ragione per cui si dice chel'energia solare, a contatto con l'atmosfera, si trasforma inluce e calore?

Ris - L'energia solare si trasforma in luce e calore - ed altrecose che in questo momento non occorre ricordare né dire - acontatto proprio con l'atmosfera; ma considerando per"atmosfera" l'estremo limite di questa atmosfera che circondaogni corpo celeste.

Non si deve credere che l'atmosfera sia, per questofenomeno, quella che voi conoscete. Bensì occorre, come sidice - vi dico questo perché ultimamente l'avete sentito dire -che il radio-sole e la radio-luna sia molto più grande del Soleeffettivo o della Luna materiale. Così questa atmosfera sta adindicare l'estremo limite di influenza di un corpo celeste. Le

24 - Il fenomeno della "nebbia", in caso di atmosfera umida al 100% e perabbassamento della temperatura, si presta ottimamente a convalidarel'implicazione della densità materiale nel fenomeno della trasmissione dellaluce

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radiazioni, per così chiamarle, che provengono dal Sole, sitrasformano in luce e calore toccando l'estremo limite esternodi influenza di ogni corpo celeste.

Dom - Questo perché il limite sarebbe conduttore, o no? Ècome un filtro che freni le radiazioni.

Ris - Sarebbe come dire che i raggi X vengono rivelati dauno schermo al platinocianuro di bario. Allo stesso modo èquesto: questo schermo - diciamo così, rivelatore - sarebbel'estremo limite esterno di ciascun corpo celeste.

* 11 Mar. 1961, 734-III *

Parlandovi dell'atomo, della sua costituzione, figli cari, noinon possiamo certamente spiegarvi, in modo palese, lampante edimostrabile matematicamente, tutte quelle leggi le qualideterminano la costituzione dell'atomo, secondo come questo è.Ma intendiamo parlarvi di principi essenziali e basilari, equindi voi dovete seguirci - approfondendo la vostra cultura -fino a giungere a capire questi principi essenziali e basilari.

Così, quando vi abbiamo parlato del neutrone, vi abbiamodetto che questo è composto da una PARTICELLA e da unCORPUSCOLO ,25 e che questa apparente materia diversa, risultaperò dall'intersecarsi o dall'unirsi in modo diverso dellePARTICELLE e dei CORPUSCOLI - poiché noi sappiamo che nelmodo normale, nel modo ordinario per così dire, l'unione diuna PARTICELLA e di un CORPUSCOLO genera un protone. In quale

25 - D'ora in avanti, l'uso del maiuscoletto indicherà specifiche sottigliezzedi materia, secondo la classificazione fatta dai Maestri nelle pagineprecedenti.

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modo, invece, si origina un neutrone, non possiamospiegarvelo; possiamo solo dirvi che si genera in un mododiverso da quello secondo il quale l'unione produce un protone.L'unione di una particella e di un corpuscolo - uniti in mododiverso da quello che adesso vi dicevo - generano un neutrone.

Voi dovete, naturalmente, per la vostra preparazione, e nellostesso tempo per la nostra possibilità di spiegarci, doveteaccontentarvi, in un certo senso, di queste linee essenziali, chesono già un passo avanti di fronte a quello che conosce lascienza; anche se la scienza, in quello che conosce, è piùpositiva e più dettagliata di quanto possiamo esserlo noi, convoi. Non so se mi sono spiegato.

Ed allora, per cercare di spronarvi all'interessamento, voidovreste fare un piccolo lavoro: mettere in relazione quello chenoi vi abbiamo detto a proposito della costituzione dell'atomodell'idrogeno e fare un semplice conto. Voi sapete che l'atomodell'idrogeno è costituito da un nucleo centrale e da unelettrone che gira attorno. Questo nucleo centrale è piùsemplice di quanto sia il nucleo centrale di altri elementi;infatti è costituito, dice la scienza, da un protone. Diciamo noi:da una PARTICELLA e un CORPUSCOLO. Attorno a questocomplesso di una PARTICELLA e di un CORPUSCOLO, gira un altroCORPUSCOLO che la scienza chiama elettrone. L'elettrone hasegno - in questo caso - negativo ed il nucleo - o protone -, hasegno positivo. Questo è per l'idrogeno.

Voi potreste fare una piccola ricerca e vedereimmediatamente l'elemento successivo della materia fisicadensa: ovverosia l'atomo dell'elio. Da che cosa è costituito? Lascienza vi dirà che è costituito da due elettroni, due protoni edue neutroni. Confrontarne il peso atomico rispetto, appunto,all'idrogeno, fare un confronto secondo lo schema che viabbiamo dato noi, delle unità elementari che compongono

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l'atomo dell'idrogeno, ovverosia 8 (3 per il corpuscolo e 5 per ilprotone o nucleo) e vedere se i conti vi tornano.

Intendo dire questo: siccome una PARTICELLA è formata da 2UNITÀ ELEMENTARI; un CORPUSCOLO è formato da 3 UNITÀ

ELEMENTARI (ovverosia un elettrone, secondo la scienza); unprotone è formato da 5 UNITÀ ELEMENTARI, e nello stesso temponoi vi abbiamo detto che un neutrone è la unione di unaPARTICELLA con un CORPUSCOLO (e stando a queste paroledovrebbe essere formato da 5 UNITÀ ELEMENTARI) metteteinsieme tutti questi elementi che vi abbiamo dato per vedere sei conti tornano. Oppure per vedere se c'è qualche UNITÀ

ELEMENTARE in più o in meno. Questo vi servirà per fissare ipunti che fino ad oggi sono stati dati e per capire un po’ megliola struttura subatomica della materia.

In merito poi all'altra questione sulla quale vi siete dilungati,devo dirvi che ciascuno di voi diceva una cosa e gli altri neintendevano un'altra; il problema è stato trattato da diversipunti di vista. Quando noi vi diciamo che la vostra realtà èsoggettiva, intendiamo dirlo in ogni senso: sia per quantoriguarda la realtà del piano fisico, della materia fisica, sia perquanto riguarda, invece, una realtà più elevata, una realtàspirituale o una realtà morale, come chiamar la volete.

Per quanto riguarda la realtà fisica - di questo noi dobbiamoparlare, poiché di questo voi avete domandato - perché èrelativa? Perché, giustamente, come già voi avete detto, voinon vedete gli oggetti, ma vedete le immagini di questi oggetti;ovverosia vedete ciò che il gioco della luce, in chiari e scuri, vifa vedere. Un oggetto, una materia, è quello che è; ma voipercepite ciò che i vostri sensi vi fanno percepire. Purtuttaviaun oggetto e una materia hanno una realtà fisica, anche seciascuno di voi li vede in modo diverso. Mi spiego?

La realtà fisica della materia può essere, per così dire,

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osservata al di fuori dei sensi, e analizzata nella sua essenza,nella sua realtà. La materia può essere analizzata nella suaessenza e nella sua realtà indipendentemente dai sensi cheabbiamo a nostra disposizione in un veicolo fisico. E questaanalisi e questo esame è quello che ci dà il senso della realtàoggettiva del piano fisico.

Ora, invece, per quanto concerne ciò che voi vedeteattraverso ai sensi, la questione è ancora diversa, poichéciascuno di voi - come prima ho detto - vede ciò che i suoisensi gli fanno vedere. Mi spiego: supponiamo che ciascuno divoi abbia un suo apparecchio radio e che ascolti uno "speaker"esclusivamente dal suo apparecchio radio, per un certo periododi tempo; e l'apparecchio radio che ciascuno di voi ha,differisce dall'altro in quanto l'altoparlante è formato da materiadiversa, per cui il suono della voce è diverso l'uno dall'altro.

Ho detto che voi dovete ascoltare questo speakeresclusivamente dal vostro apparecchio radio, per un certoperiodo di tempo. Successivamente, a questo speaker se nesostituisce un altro, e voi vi abituate a riconoscere la voce,sempre però facendo l'analisi da ciò che il vostro apparecchioradio vi trasmette di questa voce. Trascorso un altro periodo ditempo, voi riudite le due voci, non già dal vostro apparecchioradio, ma da un altro; ed ecco che, riudendo le voci, voi nonpotete più distinguere quale sia la voce del primo speaker equale quella del secondo; anzi vi sembreranno addirittura altridue speaker.

Così è per i vostri sensi, figli cari. Ciò che voi vedete deglioggetti fisici, lo vedete e lo chiamate sempre nello stesso modoperché i vostri sensi sono sempre gli stessi. Ma se fossepossibile - attraverso ad una sorta di collegamento fra uncervello fisico e l'altro - vedere e sentire non più con i vostriocchi e con i vostri orecchi, ma con quelli di un vostro simile,

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voi certamente allora vedreste delle differenze; differenzefacilmente percepibili, differenze rilevanti, in taluni casi,perché proprio fra gli organi della vista di un corpo fisico e diun altro vi sono delle differenze. Così noi, servendoci di questostrumento, se vedessimo attraverso ai suoi sensi fisici,vedremmo in un modo diverso da come eravamo abituati avedere attraverso al corpo fisico che avevamo nell'ultimaincarnazione. Mi sono spiegato, figli?

E passando alla questione dei colori: voi siete abituati a dareun nome a questi colori e li riconoscete e dite "questo è rosso equesto è verde", sempre chiamando rosso quello che è rosso esempre verde quello che è verde - non ci occupiamo delleanomalie, del daltonismo e via dicendo -, perché i vostri sensifisici sono quelli che sono e voi siete abituati a distinguere icolori a seconda di come i vostri organi della vista ve li fannovedere. I colori, in sé, sono quelli che sono; ma se voi potestevedere con gli occhi di un altro, molto probabilmente vedrestedelle "sfumature" diverse. Oltre alla visione e alla percezionedegli oggetti fisici che vi danno gli occhi e i sensi in genere delcorpo fisico, voi dovete aggiungere l'interpretazione che ne dàla vostra mente, e quindi ancora di più le realtà divengonosoggettive.

Quando è che le realtà non sono più soggettive? Vedendo unoggetto voi pensate che questo oggetto abbia una determinataforma, e poiché lo vedete sempre con i vostri occhi, l'oggettoconserva sempre la forma e il colore che voi vedete. Adesempio, un vostro simile chiama "candeliere" lo stesso oggettoche voi chiamate candeliere, ma può vederlo sotto una formaleggermente diversa da quella che percepite voi, e con uncolore leggermente diverso; e ciò in funzione dei suoi organi dipercezione fisici. Ma il candeliere è quello che è; o meglio,l'oggetto che voi chiamate candeliere è quello che è.

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Parte Prima

Supponiamo che voi vediate un candeliere con due braccia,ed il vostro amico veda un braccio solo. Fino dalla nascita havisto questo candeliere con due braccia con un braccio solo, egli è stato insegnato che quella forma si chiama "candeliere condue braccia". Lui lo vede con un braccio solo, ma poiché perconvenzione gli è stato detto che quella forma che vede sichiama "candeliere con due braccia", tutte le volte che vedràuna forma simile, la chiamerà "candeliere con due braccia".

Altrettanto avviene per voi, figli. Ecco perché, quindi, nonpotete sbagliare una "porta" con un "lavandino": perché sietestati abituati a chiamare "porta" l'oggetto che vedete e che haquell'uso. È vero, figli cari?

E se anche, per assurda ipotesi, uno di voi vedesse quellaporta con la forma di un lavandino, la chiamerebbe sempreporta, poiché fino dal momento in cui ha cominciato adosservare le cose, ha cominciato a vedere, gli è stato insegnatoche quell'oggetto di quella particolare forma si chiama "porta".Quello poi che è in realtà l'oggetto...può anche essere tutt'altracosa; è la realtà oggettiva di questo oggetto: è ciò che è.

Quando sarà il giorno in cui voi vedrete questa realtàoggettiva?

Voi vedrete la realtà oggettiva il giorno in cui sarete inquesta realtà oggettiva.26 Fino al giorno in cui rimarrete al difuori di questa realtà oggettiva, voi avrete sempre una visionesoggettiva.

Guardate che questo non è un rigiro di parole, come si usadire. Cioè: se voi vedete un oggetto, vuol dire che siete al difuori di questo oggetto, ed allora vedete il fantasma di questooggetto, la rappresentazione di questo oggetto. La immagineche voi percepite è data dalla luce, dal gioco di chiari-scuri chela luce forma su questo oggetto; e se voi lo vedete, vuol dire

26 - Nel senso che saremo la realtà stessa, immedesimati in essa.97

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che non ne siete al di dentro;27 vuol dire che, essendone al difuori, voi ne avete una visione soggettiva.

Quindi voi vedrete oggettivamente il giorno in cui sarete"dentro" a questo oggetto; o meglio sia, il giorno in cui questooggetto sarà dentro di voi. "Che cosa vuol dire questo?"- diretevoi. Vuol dire, così da un primo esame, il giorno in cui - in uncerto senso - sarà annullato lo spazio.28 Inoltre voi un oggettolo vedete quando lo avete di fronte a voi, è vero? Gli oggettiche non sono più di fronte a voi, non li vedete. Gli oggetti chevengono portati via, o che per una ragione non sono più difronte ai vostri occhi, voi non li vedete più. Ciò che oggi è qua,se viene portato via, domani non lo vedrete più; o viceversa,ciò che oggi non c'è, se domani viene portato, lo vedrete.

Ma colui che vede la realtà oggettiva è al di fuori, non solodello spazio, ma anche del tempo; poiché vede - se così si puòdire - poiché percepisce, poiché ha in sé non solo ciò che non èa lui vicino - poiché tutto è vicino, essendo tutto in lui - maanche ciò che è al di fuori del tempo; o meglio, vede ciò che, inun certo senso, non è più in funzione del tempo.

In sostanza, vede la realtà oggettiva chi è al di fuori dellelimitazioni del tempo e dello spazio: chi è nell'EternoPresente.

Infatti chi è nell'Eterno Presente, ha ugualmente presente insé Tutto, senza limiti né di spazio né di tempo. Quindi fino ache voi non avrete questa percezione - badate bene che non èpiù una percezione dall'esterno all'interno, come avviene per isensi fisici, ma è una percezione dall'intimo - voi avrete unavisione soggettiva. Mi sono spiegato, figli?

27 - Che non lo si "sente" dal di dentro.28 - Perché quel giorno saremo anche quell'oggetto, ed essendolo non visarà più separazione né, quindi, senso di spazio, ma solo l'intima, cioè lavera conoscenza.

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Parte Prima

* 744-III *

Dom - Permetti? A proposito del sangue di S. Gennaro e diquella differenza di peso che si riscontra dopo la liquefazione;ci si domandava il perché. Ce lo potresti dire? E poi vorreisapere di quella differenza di velocità della luce in confrontoalla densità del mezzo.

Ris - Per questa ultima, è un po’ presto per voi ancora,poiché dovreste meglio aggiornarvi su quello che è stato detto,sull'esatto valore di quello che è stato accertato, poiché non vi èstato riportato esattamente. E quindi sarebbe opportuno che voiconosceste la vera portata della scoperta.

Per quanto riguarda invece il fenomeno della liquefazionedel sangue di S. Gennaro, voi tutti sapete che sono stati fattidegli studi scientifici su questo fenomeno. Si è cercato dicapire la ragione e si sono fatte anche delle ipotesi; dalle -diciamo - più materialistiche, a quelle un po’ più, se nonspirituali, ma per lo meno "psichiche". Ad esempio:dall'aggiunta di sostanze nell'ampolla le quali, ad una certatemperatura, provochino la liquefazione del sangue; alle ipotesifatte dai teosofi sulle "forme pensiero", ipotesi che noncorrispondono alla realtà.

Fino ad oggi si può dire che nessuna delle ipotesi fattecorrisponda alla realtà. Quelle materialistiche non trovanospiegazione in quanto nelle ipotesi fatte dai materialisti si cercasempre di spiegare la ragione di questo cambiamento di densitàdel sangue basandosi su fattori di temperatura, in genere, o diumidità dell'aria. Ma questo voi capite che non è esatto, poichési è riscontrato, attraverso alla misurazione della temperaturadell'ambiente, che la liquefazione non avviene né alla stessatemperatura, né alla stessa igroscopicità, umidità dell'aria.

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Quindi questo ci dimostra che questi due fattori non c'entrano.In quanto poi all'altra ipotesi che vi ho citata ad esempio, e

cioè delle "forme pensiero" di tutti i presenti che sono riuniti eche quindi potrebbero, in un certo senso, causare laliquefazione del sangue, non è vera neppure questa, perché siha sovente che il sangue si liquefa non già quando la folla haraggiunto una certa tensione psichica, ma imprevedibilmente:volte all'inizio, a volte dopo un certo tempo, a volte non si ha,ed a volte si è constatata la liquefazione anche al di fuori deiperiodi consueti, quando nessuno vi pensava. Mi seguite?

Per quanto concerne l'aumento di volume del liquido, èsubito da dire che un recipiente solido non è certamente diostacolo per la materia alla densità eterica; cosicché in unrecipiente chiuso si può benissimo introdurre della materia allostato eterico. Materia allo stato eterico che, condensandosi, puòtrasformarsi in materia densa; e quindi questo aumento divolume è dovuto, né più né meno, ad una quantità di acqua laquale si forma nell'interno dell'ampolla attraverso allacondensazione e alla combinazione di materia che pervienenell'interno dell'ampolla allo stato eterico.

Passando dall'esterno all'interno, questa materia, allo statoeterico, si condensa in materia fisica densa; la quale,combinandosi, si trasforma in acqua, la quale acqua sciogliequesto sangue; e naturalmente idratando questo sangue secco,aumenta il volume e il peso. Processo che avviene poi a ritroso:il liquido si disidrata e quindi il sangue rimane allo stato solido,secco - come si usa dire - duro, e questa materia che avevaformato l'acqua passa fuori dal recipiente. Ma come vedete,questo fenomeno, pur rimanendo nel quadro naturale, nonavviene nel campo della materia fisica densa, per cui sfuggealle vostre analisi ed alle vostre osservazioni; ma avviene al disotto dell'atomo, nella materia fisica eterica (v. pag. precedenti

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Parte Prima

– ndr).

Dom - E come fa la materia eterica ad entrarenell'ampolla?

Ris - Sino a questo momento ci siamo limitati a guardarevagamente, sommariamente, il meccanismo di questofenomeno, è vero? Senza spiegarne la ragione.

Pensate, figli cari, che tutte quelle cose che avvengono e cheportano alle discussioni perché non sono spiegate o spiegabilifacilmente, avvengono proprio perché hanno lo scopo di fissarel'attenzione degli uomini. Quando voi, come già una volta viabbiamo detto, leggete dei casi nei quali si parla di creature, diesseri viventi, di uomini che sono sfuggiti alla morte per unastrana circostanza, che per una stranissima circostanza nonsono trapassati, come invece accade nella normalità e secondoil calcolo delle probabilità, non dovete pensare che vi sia statoun errore, non dovete credere che quella creatura si sia trovataerroneamente in mezzo alle altre, e quindi non sia trapassataperché non doveva trapassare; che si sia trovata in un luogo diun disastro per errore. No, figli. Questo avviene con lo scopo difarvi meditare, avviene con lo scopo di attrarre l'attenzionedegli uomini, e fare pensare a questi uomini che esista qualcosadi strano, qualcosa che possa fuoriuscire dalla spiegazionematerialistica dell'universo e del Tutto.

Cosi è anche per questo fenomeno del sangue di S. Gennaro,il quale è stato studiato per molto tempo, ed ancherecentemente, con criteri scientifici; e la ragione, lo scopo per ilquale avviene è proprio questa. Mentre per l'antico la ragioneera quella di tenere desta la fede di un certo numero di creature,per l'uomo di oggi la ragione è quella di fargli pensare cheesista qualcosa al di fuori di ciò che l'uomo conosce, e che

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anche le leggi che la scienza ha scoperto possono esseresoggette ad una ulteriore interpretazione. O meglio, che lamateria fisica densa ubbidisca a delle leggi, le quali leggiriguardano esclusivamente la materia fisica densa; ma che altreleggi, o per lo meno la stessa legge, abbia un altro svolgimento,un'altra manifestazione, con un altro tipo di materia: con unamateria fisica che non sia più quella densa.

In un futuro questo fenomeno avrà lo scopo, appunto, didimostrare che niente vi è di innaturale o di soprannaturalenell'universo, ma che anche questo fenomeno che è statostudiato per tanti anni, ha una base, una ragione, unaspiegazione logica e naturale, anche se non consueta.

* 19 Mar. 1961, 749-III *

Vi avevamo invitati a confrontare le scoperte e le asserzionidella scienza con quello che vi abbiamo detto circa lacostituzione dell'atomo. Cioè vi avevamo invitati a fare unconto, secondo quello che fino ad oggi vi abbiamo detto, delleunità elementari che entrano a far parte di un atomo d'idrogeno,e secondo quello che la scienza dice, a fare lo stesso contodelle unità elementari che, stando alle affermazioni dellascienza, dovrebbero comporre l'atomo dell'elio.

Partendo dal presupposto che un atomo di idrogeno formatoda un nucleo, in questo caso un protone, è costituito da 5 UNITÀ

ELEMENTARI, e da un elettrone costituito da 3 UNITÀ ELEMENTARI,per un totale di 8 UNITÀ ELEMENTARI, in confronto all'atomo dielio che, secondo la scienza, è costituito da 2 elettroni e da unnucleo a sua volta composto da 2 protoni e 2 neutroni; sapendoche i neutroni sono composti da 5 UNITÀ ELEMENTARI, allostesso modo dei protoni, si ha un totale complessivo di 26 unità

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elementari. A questo punto occorreva fare un confronto conquello che vi dice la scienza, la quale asserisce che il pesoatomico dell'elio e circa 4 volte il peso atomico dell'idrogeno.Ma sapendo che in un atomo di idrogeno vi sono 8 UNITÀ

ELEMENTARI, se il peso atomico dell'elio è 4 volte il pesoatomico dell'idrogeno, dovrebbero essere 4 volte 8, ovverosia32; e noi abbiamo invece visto che vi sono 26 UNITÀ

ELEMENTARI anziché 32. Da che cosa scaturisce questadifferenza?

Vi siete soffermati sulla massa degli atomi, o meglio deiprotoni, ed avete osservato che la stessa scienza riscontra unadifferenza di massa fra la massa di un atomo di un qualunqueelemento, e la somma delle masse delle particelle elementari -nel senso della scienza - che compongono questo elemento. Seaveste fatto una ricerca - visto che si parlava di masse - unpoco più approfondita, vi sareste accorti che - sempre secondola scienza - la massa maggiore di un atomo di un qualunqueelemento è costituita dal nucleo. E questa asserzione dellascienza vi dovrebbe avere indicata una strada, e precisamentequesta: che per trovare la massa di una UNITÀ ELEMENTARE,saputo ad esempio che nell'atomo d'idrogeno vi sono 8 UNITÀ

ELEMENTARI, non è assolutamente vero che la massa di unaUNITÀ ELEMENTARE sia uguale alla massa dell'atomo di idrogenodiviso 8, perché la scienza stessa vi dice che la massa di unelettrone è circa 1847 volte più piccola di quella di unprotone.29 E quindi ammesso che - come noi vi abbiamo detto -l'elettrone sia composto da 3 UNITÀ ELEMENTARI ed il protone di5, voi vedete che queste masse non sono date da un numero Xmoltiplicato 5 volte, e da un numero X moltiplicato 3 volte, mada tutt'altra equazione, e precisamente dalla seguente:

29 - Dall' "handbook di chimica e fisica" CRC del 1986 si rileva un rapportopiù aggiornato, pari a 1836,15.

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posto che:

l'UNITÀ ELEMENTARE sia simbolizzata in A,la PARTICELLA in B,il CORPUSCOLO (elettrone) in C,ed il NUCLEO (protone - ndr) in D;

noi abbiamo che:

- l'unità elementare A, ha come massa 1,30 - B, ovverosia la massa della particella, è uguale a 7 volte Amoltiplicato 7 volte A,- la massa del corpuscolo, ovverosia C, è uguale al quadrato diB - ovverosia (7 volte A moltiplicato 7 volte A) alla secondapotenza -, cioè 7A alla quarta potenza; - D, ovverosia la massa del nucleo, è data dal quadrato di C -ovverosia (7 volte A moltiplicato 7 volte A) alla quarta potenza-, cioè 7A all'ottava potenza.Ho detto ottava potenza.

Anzitutto dobbiamo aprire una parentesi e dire che lascienza asserisce che l'elettrone è circa 1847 volte più piccolodel nucleo, ed invece secondo l'equazione che adesso vi hoindicato, sarebbe più piccolo 2401 volte. Queste differenzesono dovute al fatto che le masse vengono controllate emisurate, essendo piccolissime, con degli scarti.

Seconda parentesi: ho detto all'ottava potenza e voi sapeteche quando noi raggiungiamo il numero 8 dobbiamotrovare l'equilibrio e il cambiamento, in un certo senso. Ed

30 - Negli anni 70 le entità hanno precisato ulteriormente questo valore, v.oltre, in particolare la comunicazione di Dali del 17 gennaio 1976,riguardante il numero massico della UNITÀ ELEMENTARE

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infatti la massa di un atomo che sarebbe?La materia che successivamente troviamo dopo il nucleo

(noi abbiamo visto il corpuscolo-elettrone, che è uguale a 7volte la massa della UNITÀ ELEMENTARE alla quarta potenza) noitroviamo dopo questo corpuscolo-elettrone la massa delNUCLEO che è uguale a 7 volte A all'ottava potenza. Secondoquesta equazione la massa dell'atomo dovrebbe essere unapotenza superiore; ma noi abbiamo visto che abbiamoraggiunto l'ottava potenza, per cui la massa dell'atomo nonè più eguale alla massa del NUCLEO al quadrato, bensì allasomma delle masse e del NUCLEO e degli elettroni.

Perché si cambia regola? Perché abbiamo raggiunta l'ottava potenza. Mi seguite, figli

cari? Ecco perché, oltre il nucleo, ovverosia nell'atomo, nonabbiamo più una densità per ogni tipo di corpo elementare checompone questo atomo.

Noi, dal prospetto che vi abbiamo dato (v. pag. precedenti -ndr), vi abbiamo detto che una UNITÀ ELEMENTARE è unica ed hauna densità. La PARTICELLA è unica, nel suo tipo, ed ha unadensità. Il CORPUSCOLO altrettanto ha una densità, il NUCLEO

altrettanto ha una densità. Mentre le densità che troviamo neiraggruppamenti degli atomi sono tre - solido, liquido, gassoso -proprio in virtù di questo cambiamento, cioè nel cambiamentoche si ha nella regola delle masse, che non è più uguale alquadrato del corpo elementare che lo precede, bensì allasomma dei corpi elementari che li compongono. Mi seguite,figli?

Che cosa vuol dire "ottava potenza", 7 all'ottava potenza?Vuol dire 7 moltiplicazioni tutte aventi come moltiplicatore ilnumero 7; delle quali 7 moltiplicazioni, la prima è il numero 7moltiplicato per se stesso. Infatti noi abbiamo 7x7 = 49, ed èuna moltiplicazione, e via dicendo.... Ho detto bene?

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Comunque sia ben chiaro quello che ho detto fino adesso. Poivoi vedrete se ho detto bene o no.

Abbiamo voluto soffermare la vostra attenzione su quelloche abbiamo detto nella prima parte di questa nostraconversazione. Invitandovi a controllare le nostre asserzioni."Perché?" - direte voi, figli. Perché vi restasse più chiaro, permeglio comprendere quello che adesso diremo.

Innanzi tutto continuiamo la nostra parentesi.Cosa vuol dire 7 all'ottava potenza? Abbiamo detto che sono

7 moltiplicazioni, tutte aventi come moltiplicatore il numero 7,delle quali la prima è il numero 7 moltiplicato per se stesso. Edobbiamo ora riallacciarci a quello che avevamo dettoprecedentemente, anzi da molto tempo: che il numerofondamentale di questo Cosmo è il numero 7; e nello stessotempo vi abbiamo detto che al numero 8 si raggiunge unequilibrio31 e deve esservi un cambiamento in un qualunquesenso. Potrebbe sembrare questa una discordanza ai nonmatematici, poiché se è vero che il numero fondamentale è il 7,al numero 7 dovremmo avere un cambiamento, quindi non alnumero 8; e nel numero 8 non dovrebbe essere simbolizzatol'equilibrio. Ma la spiegazione si ha proprio da "7 all'ottavapotenza": sono 7 moltiplicazioni tutte aventi comemoltiplicatore il numero 7, delle quali la prima è il numero 7moltiplicato per se stesso. Fino a qui è chiaro, figli?

Ma torniamo ai nostri conti che non tornano. Innanzi tutto, dall'equazione che vi abbiamo dato avete visto

che, fino ad un certo punto, le masse sono date dal quadratodelle masse dei corpi elementari che precedono quello la cuimassa si sta ricercando. Così, ad esempio, la massa del NUCLEO

è data dal quadrato della massa dell'elettrone o CORPUSCOLO;successivamente, invece, dobbiamo sommare e le masse del

31 - Un nuovo e diverso equilibrio rispetto all'equilibrio precedente.106

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Parte Prima

nucleo - cioè degli elementi che compongono il nucleo - e lemasse degli elettroni.

Noi abbiamo nell'elio un peso atomico di circa 4 voltesuperiore al peso atomico dell'idrogeno, e se noi facciamo ilrapporto delle masse, che cosa otteniamo? Otteniamo unadifferenza, in questo senso: che moltiplicando quattro volte lasomma delle masse del nucleo dell'idrogeno, o protone, e lasomma dei corpuscoli, o elettroni, noi vediamo che la massadell'elio è inferiore a questa di un certo numero; esattamente di8.402 unità. Perché se noi abbiamo visto che l'atomodell'idrogeno è composto di un protone - facente funzione dinucleo - ed un elettrone, moltiplicato per 4, noi dovremmoavere 4 elettroni e 4 protoni. È vero, figli?

Ma noi abbiamo visto, anche, che questi protoni sitrasformano in neutroni, ed abbiamo 2 protoni e 2 neutroni; maanziché avere 4 elettroni noi ne abbiamo 2, e quindi ladifferenza che risulta in meno è proprio data dalla somma dellemasse di 2 elettroni. Ecco questa differenza.

Interpretiamo ora questa differenza; perché scaturisce questadifferenza, dove va a finire questa massa che non si riscontra,che abbiamo in meno.

La vostra scienza vi dice che la disintegrazione deglielementi instabili, gli ultimi del famoso "Sistema periodico" diMendeleyeff, produce una certa energia. Ma un'altra energiamaggiore noi abbiamo se passiamo alla estremità opposta diquesto "Sistema periodico", capovolgendo il Sistema. Cioè,mentre noi otteniamo una grande energia disintegrando inuclei, o gli atomi come dir volete, degli ultimi elementi dellascala periodica, andando alla estremità opposta, cioè all'inizio(idrogeno, elio, litio e via dicendo) capovolgendo il Sistema,cioè non più disintegrando, ma "fissando" - la famosa 'fissionenucleare' noi abbiamo da questo processo una energia molto e

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molto maggiore.32 Cosicché se noi prendessimo 4 atomi diidrogeno ed operassimo una operazione di "fissazione", noiavremmo un atomo di elio, con uno svilupparsi grande dienergia, e questa energia sarebbe proprio determinata dalloscindersi delle masse dei 2 elettroni che ci mancano, i qualiappunto si trasformano in energia.

D'altro canto la vostra scienza riconosce - ed è esatto - chela fissione non avviene più con la stessa grande energia neglielementi che stanno al centro di questa "Scala di Mendeleyeff"di questo Sistema periodico. "Perchè?" - voi direte - "anzi,dovrebbe essere di più perché se un solo atomo del primoelemento moltiplicato per 4 fa avanzare 2 elettroni le cui massesciogliendosi, disintegrandosi, danno energia, quando noioperiamo su un elemento più pesante, gli elettroni cheavanzano dovrebbero essere di più, e quindi l'energia del lorodisintegrarsi dovrebbe essere ancora maggiore", è vero, figlicari?

No. Perché questi elettroni non si liberano, ad un certomomento, quando si trovano in numero sufficiente;compongono atomi di altri elementi, e quindi non abbiamo piùsprigionarsi di energia, ma trasmutarsi di elementi. Mi aveteseguito? Questo è quello che noi volevamo dirvi.

Con tutta questa conversazione e questo argomento, che puòa vostro piacere e a vostro interesse ancora essere approfondito,noi abbiamo voluto farvi vedere che le nostre asserzioni nonsono in contrasto con quelle della scienza e che se la scienza, inquello che asserisce, è più profonda in quello che noi vi

32 - Il termine 'fissione' è qui inteso nel senso di 'condensazione,' e non dispaccatura come per gli elementi pesanti. Per questi ultimi - uranio, plutonioecc. - l'emissione di energia nucleare si realizza attraverso la rottura delnucleo atomico, fissione nucleare della scienza; per quelli leggeri, ilprocesso analogo è quello di condensazione, assimilabile per analogia alla'fissione', da cui l'apparente confusione.

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Parte Prima

diciamo, non è pero errata in certe sue supposizioni e in certesue affermazioni. Solo che quello che noi vi diciamo va ancorapiù in profondità rispetto a quello che dice la scienza. Lascienza, per coloro che sono specializzati in questo ramo, dàmolti più dettagli di quelli che vi abbiamo dati noi. Noi nonpossiamo darveli perché non siamo altamente specializzati e lacosa può interessare nelle linee generali. Comunque,approfondendo, noi vediamo che la questione combaciaperfettamente; salvo qualche calcolo, o qualche - diciamo -valore nella scala dei calcoli, che necessariamente la scienzatravisa non potendo stabilire esattamente per la estremasottigliezza di questi corpuscoli, di questi corpi elementari.

Tutto questo per farvi rendere conto di come sia costituita lamateria e come quello che da millenni le scuole esotericheinsegnano, non sia affatto in contrasto con quanto la scienzascopre di giorno in giorno.

Io vi lascio definitivamente, per questa sera, invitandovi arileggere e meditare quello che vi abbiamo detto, perché sonoconvinto che quando la scienza e la fede si danno la mano, èper l'intimo e dell'uomo di scienza e dell'uomo di fede, unagrande soddisfazione. E quindi io sono convinto che anche voitroverete interessamento e soddisfazione da queste notizie checoncordano.

* 25 Mar. 1961, 761-III *

Abbiamo visto che avete seguito con un certo interessequanto è stato oggetto della nostra ultima conversazione, epotrebbe sembrare però che l'argomento fosse, per lo meno peril momento, esaurito. Infatti, quello che possiamo dirvi aquesto riguardo, possono essere delle precisazioni, delle

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ulteriori sottigliezze. Ad esempio, in uno schema che viabbiamo dato, abbiamo detto che la vibrazione o la emissionedi particelle è ciò che la scienza chiama "radioattività" (v. pg.precedenti - ndr).

Potremmo sottilizzare, potremmo precisare ancora e dire chei famosi raggi alfa, beta e gamma sono rispettivamente: i primi(raggi alfa) emissione di NUCLEI, cioè di protoni e neutroni,aventi carica o segno positivi; i secondi (raggi beta),emissione di elettroni, o CORPUSCOLI, aventi carica negativa, edinfine i terzi (raggi gamma) sono invece delle vibrazioni diPARTICELLE. Infatti di queste ne è possibile la rifrazione:avrebbero in sostanza la stessa natura della luce.

Poi avete notato un mio involontario errore in quanto hofatto, come si usa dire, un rovescione e quindi potetecorreggere (si riferisce all'uso del termine 'fissione' invece difissazione. In termine è stato poi corretto - ndr). Ma a questoproposito devo dirvi che tutte le nostre conversazioni sopra lacostituzione dell'atomo ad eccezione naturalmente degli schemiche vi abbiamo dato, sono date - come si usa dire - "infamiglia", nel senso che non si contano le ripetizioni, nonhanno certamente una bella forma e una chiara forma diesposizione; chiara dal punto di vista della sintassi e dallastilistica.

Ma voi capite che, per essere chiari, abbiamo dovuto parlarea scapito proprio di quella che può essere l'arte oratoria. Equindi queste conversazioni che noi abbiamo fatto, avetecertamente fatto bene a trascriverle per vostro uso, ma nonandranno certamente incluse nella raccolta, poiché se ledovessimo correggere per renderle più presentabili, come si usadire, prenderemmo tanto del vostro tempo che converrà più,invece, che sia fatta da noi una nuova esposizione un poco piùpulita, da mettersi - insieme agli schemi che vi abbiamo dati -

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Parte Prima

nella vostra raccolta. Mi sono spiegato, figli? Quindi tenete per voi le trascrizioni di queste conversazioni.

Non perché vi siano delle imprecisioni nel loro contenuto, maperché vi sono delle imprecisioni dal punto di vista della linguaitaliana.

Vi siete chiesti, poi, perché noi abbiamo parlato di peso e dimassa.

Il peso - visto che ora avete più chiaro il quadro generale - ilpeso atomico dell'idrogeno è stato preso come indice, in questosenso: è provato che l'elio ha come peso atomico circa 4 volte ilpeso dell'atomo dell'idrogeno, è vero? Questo è servito comeindicazione - ripeto - per dire che se questo atomo di elio pesacirca 4 volte l'atomo dell'idrogeno, anche la massa dovrebbeessere di circa 4 volte quella dell'idrogeno. Ecco quindi, ilpassaggio fra peso e massa.

Avete poi domandato se questo passare da un elementoall'altro della scala di Mendeleyeff, del Sistema periodico,comporta sempre un peso che sia multiplo di quellodell'idrogeno, ovvero dell'ossigeno, anche; e se - per esempio -per trasmutare degli atomi di idrogeno in un atomo di litio - ilquale appunto è il terzo della scala suddetta che voi conoscete -siano necessari, in via teorica, 6 atomi d'idrogeno.

Non sempre questa progressione è rispettata;approfondirci nel perché sarebbe troppo complicato. Vi bastisapere e ricordare quello che la stessa scienza vostra asserisce:la famosa questione degli "isòtopi", e che quindi in natura sipossono trovare degli elementi i quali hanno peso atomicosuperiore, rispetto all'elemento puro originale. Vogliamo direquesto: voi sapete che un elemento chimico può essere formatoda un eguale numero di protoni e di neutroni. Questo sarebbel'elemento puro e primo, o basilare, come dir volete; ma puòdarsi che cresca il numero di neutroni e crescendo il numero di

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neutroni, cresce il peso atomico di questo elemento. Ora puòdarsi che in natura, per speciali condizioni di temperatura e viadicendo, sia più stabile questo isòtopo anziché l'elementooriginale, puro. Da qui le differenze dei pesi atomici nella scaladi Mendeleyeff. Comunque noi non possiamo soffermarci inqueste sottigliezze. Voi avete visto che anche parlando del pesoatomico dell'elio, noi abbiamo preso per buono che sia 4 voltequello dell'idrogeno, mentre voi già sapete che vi sono dellepiccole differenze. Le piccole differenze sono dovute adisotopi,33 sono dovute ad errori di calcolo e via dicendo.

Un'altra considerazione vi è da fare, ed è questa: noiabbiamo detto che se volessimo operare una fissione,34

operando sull'idrogeno, occorrerebbero 4 atomi di idrogeno percomporne uno di elio.

Naturalmente voi capite che questo è un ragionamentoteorico, che nella pratica non si può applicare con la stessafacilità con la quale si enuncia teoricamente, perché qualunquequantità di idrogeno voi possiate prendere, non potrà maiessere numerata negli atomi, e quindi prendendo un numeroqualunque di atomi di idrogeno, non potrà mai essere stabilitoche questo numero sia, o debba essere, un multiplo di quattro.Voi lo capite, è vero? Ma comunque la regola vale, edimportante è affermare, enunciare che operando nei processi difissione35 negli elementi leggeri o primi nella scala diMendeleyeff, si ottiene uno svilupparsi di grande energiaperché i corpi elementari che compongono gli atomi di questielementi leggeri o primi della scala di Mendeleyeff, si liberano;e non trovandosi in quantità sufficiente, né in condizionipropizie, rimangono liberi anziché combinarsi tra loro ed

33 - Quelli dell'idrogeno: deuterio e trizio.34 - Cioè una "condensazione"35 - Qui 'fissione' va inteso come condensazione, fissazione atomica.

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Parte Prima

originare nuovi elementi, altri elementi. E non avendo quindi -ripeto, sempre in linea teorica - questi resti, questi avanzi dicorpi elementari, non avendo la possibilità di trasmutarsi inaltri elementi, si trasformano in energia.

Poi, come questo avvenga praticamente noi non possiamocertamente spiegarlo, non possiamo dire: su un numero - sientra nell'ordine di miliardi, è vero, figli? - di atomi diidrogeno, tanti elettroni si sprigionano, tanti compongono,come accade in pratica, atomi di altri elementi, tanti liberanoenergia e via dicendo. Del resto sarebbe - ripeto - oltre cheimpossibile, inutile. Basta saperlo teoricamente. Quindi con ilriassunto che vi daremo, che unitamente agli schemi già dati,voi inserirete nella vostra raccolta, noi per il momentoavremmo terminato questo argomento. Sempre che a voi noninteressi protrarlo ancora, approfondire ancora fin dove ci saràpossibile spiegarvi in modo chiaro. Ma in questo caso dovreteessere voi a domandare - diciamo - notizia per notizia. Egiacché questa è una sera di transizione, se qualcuno di voi haqualche domanda, sempre riguardo a questo argomento, lafaccia pure ora.

Dom - Vorrei sapere questo: cos'è che tiene uniti i protoni, ineutroni, insomma la massa. C'è una energia di unione,qualcosa del genere?

Ris - Noi abbiamo detto che i neutroni hanno la stessamassa, pressappoco, dei protoni; cosa che la stessa scienzaasserisce - la scienza asserisce che i neutroni abbiano unamassa leggermente superiore -, ed abbiamo detto che ineutroni, in effetti, sono dei protoni i cui componenti siuniscono in modo diverso dal modo secondo il quale originanoun protone. Se nell'atomo dell'elio che abbiamo sempre preso

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ad esempio, anziché esservi esservi 2 protoni e 2 neutroni, vifossero quattro protoni, non sarebbe possibile che restasserolegati a questo atomo 2 soli neutroni, poiché avremmo 2 segniscoperti: avremmo 4+ contro 2- dei neutroni. È vero? Ed allora,invece, si verifica che i 2 protoni si trasformano, le parti che licompongono si uniscono in modo diverso, ed originano quelliche sono chiamati dalla scienza "neutroni".

In questa trasformazione di segno entrano in gioco 2particelle le quali, appunto, sono quelle che neutralizzano ilsegno dei protoni e li trasformano nei neutroni; e da qui nascela maggior massa che la scienza ha riscontrato nei neutronirispetto ai protoni.

Ora dobbiamo dire una cosa: che quando diciamoPARTICELLA, quando diciamo CORPUSCOLO, quando diciamoNUCLEO, quando diciamo ATOMO, voi pensate subito: atomo, 8unità elementari. Ma guardate, figli, che non è vero; perché sevoi aveste la possibilità di prendere 8 unità elementari emetterle insieme, rimarrebbero 8 unità elementari e nongenererebbero per niente un atomo di idrogeno. Così perottenere una PARTICELLA, sono sì necessarie due unitàelementari, ma unite in una qualche maniera fra loro; se vipiace di più il termine. Combinate, forse rende più l'idea. Allostesso modo è dei CORPUSCOLI-elettroni; sono sì composti dauna PARTICELLA e da una UNITÀ ELEMENTARE, ma combinate fraloro, in modo che l'elettrone è cosa tutt'affatto diversa dallaPARTICELLA. Allo stesso modo è del NUCLEO e allo stesso modo èdell'ATOMO. Questo occorre, appunto, tenere presente. Avetealtre domande, figli?

Dom - Mi pare che tu avessi detto che ti auguravi di potercispiegare, un giorno, quali erano le due forze, una dall'internoe una dall'esterno, che tengono unite le varie parti degli atomi.

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Parte Prima

Ris - Ancora è un po’ prematuro, per voi. Dovete primaassimilare queste cognizioni.

Dom - I mesoni non c'entrano affatto con questa forza dicoesione? Perdona se è una domanda fuori tempo.

Ris - Dunque: in sostanza noi vi abbiamo detto che al disotto dell'atomo noi abbiamo 4 tipi di materia: i NUCLEI (oprotoni - ndr), i CORPUSCOLI ( o elettroni - ndr), le PARTICELLE ele UNITÀ ELEMENTARI. Ma se voi aveste pratica delle ricercheeffettuate dalla scienza in questo campo, voi vedreste che lascienza ha trovato altre particelle; tutte però, queste altre chela scienza conosce, hanno una vita brevissima e quindiqueste non possono essere considerate naturali.

Se mai, figli, l'unica che si avvicina alla realtà è quellasupposta da Fermi: il famoso NEUTRINO, il quale, secondo icalcoli e le supposizioni di Fermi, dovrebbe avere una massa diqualche migliaio di volte più sottile della massa dell'elettrone.Ma l'esistenza di questa particella elementare, nel senso dellascienza, non potrebbe essere provata in quanto questo neutrinocorrisponderebbe - se voi pensate bene, se voi pensate che unelettrone secondo l'equazione che vi abbiamo dato, avrebbe unnumero di massa 2401, e che l'unità elementare avrebbe comenumero di massa 1 e come segno neutro - voi vedreste che - semai - il neutrino supposto da Fermi potrebbe essere propriol'UNITÀ ELEMENTARE del piano fisico.

In quanto, invece, ai mesoni, dovrebbero essere una materiache sta, come massa, fra l'elettrone ed il nucleo, ma avrebberouna vita brevissima, e quindi questi sarebbero accostamenti dielettroni e di corpuscoli e di particelle e via dicendo, di brevedurata, fortuiti, casuali potremmo dire. Mi seguite? Mentrequesto neutrino la cui esistenza - ripeto - è supposta ma non

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confermata, effettivamente potrebbe rassomigliare, avere tuttele stesse qualità di questa unità elementare.

Troverete una discordanza fra quanto asserisce la scienza equanto noi vi abbiamo detto, nel fatto - ecco perché primaavevo precisato - nel fatto che la scienza escludeassolutamente, in base ad un ragionamento ed un calcolo, chenel nucleo degli atomi vi siamo degli elettroni. Noi invece viabbiamo detto che un nucleo di idrogeno, o protone, è ilrisultato della unione o combinazione di un elettrone con unaPARTICELLA , ma sempre secondo quanto vi ho detto prima, cioèche da questa unione non è che rimanga libera la PARTICELLA el'elettrone, ma essendovi una combinazione e una fusione, tantol'elettrone quanto la PARTICELLA perdono le loro qualità, peroriginare il protone o il NUCLEO. Ecco perché la scienza nonpuò trovare nel protone o nucleo dell'idrogeno alcun elettrone -mi seguite? - perché non è che siano allo stato libero, essendocombinati. Sarebbe come dire che il sale da cucina che, comevoi tutti sapete, risulta dalla combinazione di un atomo di cloroe un atomo di sodio, sarebbe come se la chimica dicesse chenel sale da cucina non si riscontrano le qualità chimiche di unatomo di sodio o di un atomo di cloro.

Il sale da cucina è composto e da un atomo di sodio e da unatomo di cloro, ma combinati fra loro e quindi non possonoesservi più le qualità chimiche del sodio e del cloro, nel sale dacucina, perché sono combinate. Allo stesso modo è per ilnucleo dell'idrogeno o protone: è, sì, formato da unCORPUSCOLO-elettrone e da una PARTICELLA; ma essendocombinati, essendo fusi, essendo uniti in qualche maniera, nonhanno più le caratteristiche né delle PARTICELLE né deiCORPUSCOLI-elettroni; ma originano nuove caratteristiche chesono le caratteristiche dei protoni.

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Parte Prima

Dom - Allora non la troveranno mai l'UNITÀ ELEMENTARE?

Ris -Potranno trovarla attraverso molte altre ricerche,benché naturalmente la questione diventi sempre più difficileandando in un campo in cui questi corpi elementari subatomicisono molto più sottili. Comunque in base a deduzioni, in base aragionamenti, si potrà asserire per lo meno una teoria moltoaderente a questa realtà.

Dom - Scusa, si era supposto che... tu hai detto"moltiplicando l'unità elementare per 7". Si era supposto chequel 7 fosse riferito al numero 7 come numero fondamentaledella nostra emanazione. È giusto?

Ris – Certo.

Dom - Ma non potrebbe anche essere - questo 7 - inrapporto al movimento che ha l'unità? Perché qui siamo in unambiente dove il movimento regna.

Ris - Certamente dicendo che il 7 è il numero fondamentaledi questo Cosmo, tutto fa riferimento a questo numero.Potremmo chiamarlo con un termine caro per certi scienziati,potremmo chiamarlo una costante, una costante che, appunto,si ritrova in tutto.

Dom - Ma vuol dimostrare il movimento di queste unità,oppure no?

Ris - Vuol dimostrare anche quello, quello e non solo quello;tante altre cose, poiché quando si parla di costituzione, figlicari, ricordatevi bene, costituzione del Cosmo, il numero 7 è il

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numero fondamentale. Quindi costituzione dell'uomo,costituzione della materia, costituzione dei piani d'esistenza,36

dei livelli di coscienza e via dicendo. Tutto ciò che riguardacostituzione è settenario; costituzione settenaria che poi, comevoi sapete, si suddivide in 4 e 3. La famosa Trinità: - i primi tre- che poi originano gli altri quattro.

E c'è questo da notare: voi avete presente come avvienel'emanazione di un cosmo: dal più sottile al più denso; mentreil riassorbimento avviene all'inverso: dal più denso al piùsottile. Allo stesso modo è di questa costituzione settenaria.Mentre vi è un enorme stacco fra i quattro piani sottostanti, odanche i quattro livelli di coscienza inferiori dell'uomo, e i tresuperiori, se voi osservate la costituzione della materia voivedete appunto che è l'inverso; che vi sono in seno all'atomo 4tipi di materia e poi lo stacco è dai quattro agli altri 3.Ovverosia anche nelle 7 densità vi è uno stacco fra le prime 4,le quali sono precipue per ogni tipo delle quattro materiesubatomiche - UNITÀ ELEMENTARI, PARTICELLE, CORPUSCOLI, eNUCLEI - e le altre 3 che invece possono essereindifferentemente di proprietà di ciascun elemento. Non so semi sono spiegato.

* 31 Mar. 1961, 775-III *

La scienza afferma che il peso atomico dell'elio è circa 4volte quello dell'idrogeno e che l'atomo dell'elio è composto daun nucleo - formato da 2 neutroni e 2 protoni - e da 2 elettroni.La stessa scienza ha riscontrato un difetto di massa fra lasomma delle masse dei corpi elementari, che compongono

36 - È interessante notare che, per quanto riguarda i piani d'esistenza, lacostituzione è settenaria per tutti i cosmi.

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Parte Prima

l'atomo di un qualunque elemento, presi separatamente e lamassa dell'atomo considerata nel suo insieme.

Cercherò ora di mostrarvi il perfetto accordo fra questeaffermazioni e quello che vi abbiamo detto sulla materiasubatomica.

Dagli schemi dati (v. pag. precedenti - ndr) sapete chel'atomo dell'idrogeno è composto da un NUCLEO o protone e daun elettrone o CORPUSCOLO. Il protone è composto da unelettrone e da una PARTICELLA. L'elettrone, o CORPUSCOLO, a suavolta, è il risultato della combinazione di una PARTICELLA e diuna UNITÀ ELEMENTARE. Infine la PARTICELLA risulta dallacombinazione di due UNITÀ ELEMENTARI.

In ultima analisi l'atomo dell'idrogeno è il risultato dellediverse combinazioni di 8 UNITÀ ELEMENTARI, le quali, però,originano, secondo le diverse combinazioni, altri tre tipi dimateria subatomica: PARTICELLE, CORPUSCOLI, NUCLEI.

Come si è detto la combinazione di due UNITÀ ELEMENTARI

origina una PARTICELLA, che è unica nel suo tipo ed alla qualecorrisponde una, ed una sola, densità. L'unione di unaPARTICELLA e di una UNITÀ ELEMENTARE origina un CORPUSCOLO,e così via fino all'atomo dell'idrogeno, ma, da questo compresoin poi, la regola cambia, in quanto un atomo di litio, adesempio (3° nel sistema periodico) non è formato da un atomodi idrogeno (1° nel sistema periodico) e da un atomo di elio (2°nel sistema periodico), bensì da un numero diverso di elettronie di protoni che lo compongono rispetto al numero di cui ècomposto l'idrogeno. Ciò perché ogni volta che si raggiungel'ottavo elemento si chiude un ciclo e si passa ad un altro concaratteristiche analoghe, ma diverse - vedere la scala diMendeleyeff.

Nel nostro caso l'ottavo elemento si raggiunge con l'atomodi idrogeno, essendo questo formato da 8 unità elementari, ed

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ecco che da questo in poi le materie - elementi chimici - nonhanno più una sola densità precipua come le materiesubatomiche, ma tre.

Ed ecco anche perché le sostanze - combinazioni di atomi didiversa qualità - non differiscono l'una dall'altra per un numerodiverso di atomi dello stesso tipo combinati fra loro, bensìproprio per un numero di atomi di tipo differente combinati fraloro.

Ancora ripeto: mentre le UNITÀ ELEMENTARI (1° tipo dimateria fisica) combinandosi fra loro in numero diversooriginano altri 3 tipi di materia fisica subatomica tutti diversifra loro e con una propria densità e sottigliezza; l'atomodell'idrogeno, pur essendo il primo della materia fisica densa,non segue più questa regola di combinarsi con se stesso per darluogo ad altri tipi di materia fisica densa; ma questa scaturiscee dalla combinazione di un numero sempre più grande diCORPUSCOLI e NUCLEI originanti elementi differenti, e dallacombinazione di questi differenti elementi. Ne consegue chementre al di sotto dell'atomo si hanno 4 tipi di materiaelementare ai quali corrispondono 4 relative sottigliezze(NUCLEI, CORPUSCOLI, PARTICELLE, UNITÀ ELEMENTARI) ciascunadelle quali si combina solo con la precedente e la seguente, aldi sopra dell'atomo si hanno innumerevoli materie aventi, almassimo, 3 densità e che si possono combinareindifferentemente fra loro.

In sostanza, due UNITÀ ELEMENTARI combinandosi fra lorooriginano una materia diversa: la PARTICELLA; questacombinandosi con un'altra UNITÀ ELEMENTARE origina un altrotipo di materia: il CORPUSCOLO, il quale a sua volta,combinandosi con una PARTICELLA origina il NUCLEO o protone,che combinandosi con un corpuscolo o elettrone, original'atomo dell'idrogeno. Da questo punto in poi (cioè

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Parte Prima

raggiungendo 8 unità elementari che stanno alla base di questecombinazioni) la regola cambia e non si ha più che l'atomodell'idrogeno combinandosi con un nucleo origini l'elio, mal'atomo dell'elio scaturisce dalla combinazione di dueCORPUSCOLI , o elettroni, e due NUCLEI ; il litio dallacombinazione di tre elettroni e tre NUCLEI .

Le scoperte della scienza, cui accennavo all'inizio, portanoad altre considerazioni: a che cosa è dovuto il difetto di massa eperché si libera energia nel processo di fissione.37

Einstein ha chiaramente indicata la relazione fra energia emassa (E = mc2): noi vogliamo aggiungere l'equazione che dà ilvalore delle masse dei corpi subatomici.

Indicando:in A la massa della unità elementare,in B quella della particella,in C quella del corpuscolo,in D quella del nucleo,

e ponendo A = 1, abbiamo

B = 7A . 7A = (7A)

2

C = B . B = (7A)

4

D = C . C = (7A)

8

In questa equazione delle masse ci troviamo di fronte alnumero 8, ed ecco, infatti, che la regola cambia in quanto lamassa dell'atomo non è uguale, secondo tale equazione

37 - Qui 'fissione' va inteso nel senso di 'condensazione'121

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precedente, al quadrato della massa del nucleo, bensì allasomma delle masse degli elettroni e dei nuclei.

Vi abbiamo sempre detto che il numero fondamentale diquesto Cosmo è il 7, perché la sua costituzione è settenaria.Potreste chiedervi perché, allora, nella materia fisica il ciclo sichiude per ripetersi in modo analogo, ma differente, all'ottavoelemento. La spiegazione è data dalla equazione delle masse:7 all'ottava potenza trascritto matematicamente nel modo piùsemplice è dato da sette moltiplicazioni, tutte aventi il numero7 come moltiplicatore, delle quali la prima è il numero 7moltiplicato per se stesso.

Infatti:

I) 7 . 7 = 49 = massa della PARTICELLA

II) 49 . 7 = 343

III) 343 . 7 = 2401 = massa del CORPUSCOLO

IV) 2401 . 7 = 16.807

V) 16.807 . 7 = 117.649

VI) 117.649 . 7 = 823.543

VII) 823.543 .

7 = 5.764.801 = massa del NUCLEO d'idrogenoo protone

Il neutrone, come il protone che ha segno positivo, ècomposto da una PARTICELLA e un CORPUSCOLO, ma uniti inmodo diverso, tanto che tale corpo elementare ha segno neutro.La massa del neutrone è circa uguale a quella del protone.

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Parte Prima

Come si è detto la massa dell'atomo non è data secondo laregola precedente dal quadrato delle masse del NUCLEO, bensìdalla somma delle masse del CORPUSCOLO e del nucleo, cioè:

2401 + 5.764.801 = 5.767.202

Sapendo che il peso atomico dell'elio è circa 4 volte quellodell'idrogeno, la massa dell'atomo dell'elio dovrebbe essere di

5.767.202 . 4 = 23.068.808

Sommando, invece, i corpi elementari che compongonol'atomo di elio, abbiamo i seguenti numeri massici:38

2 elettroni = 2401 . 2 = 4802

2 protoni = 5.764.801 . 2 = 11.529.602

2 neutroni = 5.764.801 . 2 = 11.529.602

In totale 23.064.006, cioè di circa 4.802 unità inferiore aquattro volte la massa dell'atomo di idrogeno.

Infatti nella fissione39 nucleare si ha sprigionarsi di energia,secondo l'equazione di Einstein, proprio in relazione a questaperdita di massa.

La scienza afferma inoltre che gli elementi intermedi dellascala di Mendeleyeff nei processi di fissione non originanoenergia; ciò è dovuto al fatto che le masse liberantesiraggiungono un numero sufficiente a formare atomi di altri

38 - Riferiti, questi ultimi, al numero massico dell'UNITÀ ELEMENTARE

arbitrariamente posta come unitaria, ma il cui valore reale saràpuntualizzato più oltre39 - Nel senso qui usato di "condensazione"

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elementi senza dispersione di masse e trasformazione di questein energia.

* 1 Apr. 1961, 782-III *

Vi siete domandati che cosa significa quel nostro ripetere equel nostro sottolineare che la materia subatomica ha unadensità specifica, inerente a ciascun tipo di materia.

Quando noi vi diciamo che la PARTICELLA, che è un tipo dimateria subatomica, ha una e una sola densità, che cosa vuoldire secondo voi?

Se noi potessimo prendere, per ipotesi, un certo spazio - perritornare al consueto esempio dell'acqua - noi vedremmo che lemolecole di acqua, di H2O, quando questa sostanza sia allostato gassoso di vapor d'acqua, in questo ipotetico spazio,hanno una certa distribuzione, sono ad una certa distanza l'unadalle altre. Quando invece, per un abbassamento di temperaturao per un aumento di pressione, il vapore diviene acquaconsueta e comune, quella che voi conoscete, queste molecolesono più ravvicinate. Mi seguite?

Quando infine quest'acqua diventa ghiaccio sono ancora piùravvicinate; questa è la regola generale.40 Quindi, per la materiafisica densa, tre densità; cioè noi ci vediamo uno spazio ed unadistribuzione, in questo spazio, delle molecole e degli atomi.Quando noi andiamo al di sotto dell'atomo abbiamo detto chele materie hanno, per ciascun tipo di materie, una ed una soladensità.

Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che, ad esempio, le

40 - L'acqua è, in realtà, una delle pochissime sostanze esistenti - insieme agallio, bismuto e antimonio - in cui il processo di solidificazione avvienecon un aumento di volume specifico

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Parte Prima

UNITÀ ELEMENTARI se noi le potessimo distribuire in uno spazio,avrebbero una ed una sola distribuzione. In un quadrato, se noipotessimo mettere un certo numero di UNITÀ ELEMENTARI,quelle e quelle sole entrerebbero, né più né meno. Mi seguite,figli? E niente potrebbe cambiare questa densità di UNITÀ

ELEMENTARE. Altrettanto dicasi per le PARTICELLE; altrettanto peri CORPUSCOLI o elettroni; altrettanto dicasi per i NUCLEI.

"Ma" - direte voi - "siete ben certi di questa affermazione edi questa asserzione?" Non possiamo certo parlare delle UNITÀ

ELEMENTARI che ancora non sono state scoperte dalla scienza,né delle PARTICELLE; ma possiamo parlare benissimo deiCORPUSCOLI e dei NUCLEI, e possiamo vedere se quello che io hoprima detto è vero.

Voi sapete che gli elettroni, o CORPUSCOLI, passando da unatomo all'altro, creano, originano quella che è conosciuta con ilnome di elettricità. L'elettricità, vi abbiamo detto, è unpassaggio di elettroni da un atomo all'altro di determinatematerie che sono dette "conduttori". Si conoscono due tipi dielettricità: l'elettricità statica e l'altra elettricità, quella che vi ècomune. Che cos'è che differenzia queste due elettricità? Ladifferenza nasce proprio dal flusso di elettroni. Cioè nellaelettricità statica, se noi facciamo passare, ad esempio, unaelettricità statica in un conduttore, questa passa agevolmenteproprio perché il flusso, la densità degli elettroni è quella che è,è bassissima.

Quando noi, invece, facciamo passare un flusso di elettroniin un conduttore e la densità del flusso di elettroni sia altissima,abbiamo l'altro tipo di elettricità, quella che è capace di causareil riscaldamento del conduttore, il fenomeno della formazionedi un campo magnetico, e via dicendo. Ma le due elettricità,benché siano identiche nella essenza variano proprio per questadensità di flusso di elettroni. Ho detto "densità", e questo

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sembrerebbe in contrasto con quanto avevo detto prima, poichéavevo detto che ai CORPUSCOLI o elettroni compete una e unasola densità. Ma vi dico subito che la contraddizione non esisteperché parlando di elettricità, parlando di questo passaggio dielettroni, noi parliamo sì di CORPUSCOLI o elettroni, ma diCORPUSCOLI o elettroni che fanno parte di un atomo giàformato; mentre dicendo che le UNITÀ ELEMENTARI formano ilprimo tipo di materia del piano fisico alla quale corrispondeuna ed una sola densità, intendo dire che le UNITÀ ELEMENTARI

hanno una ed una sola densità quando si trovano allo statolibero; cioè quando non sono combinate.

Se noi ad esempio potessimo avere un certo recipiente -tanto per dire qualcosa - nel quale vi fosse del vuoto epotessimo introdurre delle UNITÀ ELEMENTARI - voi capite chequesto esempio è assurdo e non può essere realizzato - le UNITÀ

ELEMENTARI che si introdurrebbero in questo recipienteavrebbero una ed una sola densità, purché fossero allo statolibero, non combinate. Altrettanto si dica delle PARTICELLE; e sele UNITÀ ELEMENTARI allo stato libero hanno una certadistribuzione e una certa distanza le une dalle altre, lePARTICELLE avrebbero, ed hanno in realtà, una distanza piùravvicinata, una minor distanza le une dalle altre - le particellesempre allo stato libero -, altrettanto si dica dei CORPUSCOLI;altrettanto si dica dei NUCLEI. Mi seguite, figli?

Però, quando noi prendiamo questi tipi di materiasubatomica, e li consideriamo nell'atomo formato, allora questeregole non sono più valide poiché questi tipi di materiasubatomica non sono più allo stato libero, ma sono allo stato dicombinazione, tanto che hanno generato la materia fisicadensa. Ed allora che cosa ne è? Ne è che la densità cambia,tanto che vi ho portato l'esempio del flusso di elettroni. Nonsolo, ma se noi andiamo ad esaminare il vapor d'acqua, come

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Parte Prima

prima dicevo, vediamo che ha una certa distribuzione nellospazio che gli dà quella precisa densità, densità gassosa.Quando da questa densità gassosa noi passiamo alla densità diliquido, naturalmente le molecole sono più ravvicinate. Ma senoi consideriamo che in seno a queste molecole - giacchéciascuna molecola è formata da due atomi di idrogeno e da unodi ossigeno - se noi consideriamo che negli atomi di idrogenovi sono il NUCLEO, o protone, e l'elettrone (o CORPUSCOLO - ndr),se noi consideriamo che questi atomi di idrogeno sonoravvicinati, quando l'acqua sia allo stato liquido, noi vediamoappunto che questa regola non è più valida. Ma perché non èvalida? Non è valida in quanto sia i NUCLEI che i CORPUSCOLI

non sono allo stato libero, ma sono uniti per formare gli atomidi materia fisica densa.

Ripeto: la regola è valida per i tipi di materia subatomicaallo stato libero. Quando queste materie invece si uniscono, percomporre le UNITÀ ELEMENTARI le PARTICELLE, le PARTICELLE conle UNITÀ ELEMENTARI i CORPUSCOLI, i CORPUSCOLI con lePARTICELLE i NUCLEI, quando si uniscono per formare gli atomidi tutti gli elementi che voi conoscete, naturalmente formandoun atomo ad esempio di idrogeno, di elio, di litio, di tuttoquello che volete, formano come un mondo unito, chiuso in sé;e quindi questo mondo, questo qualcosa, questa sfera chiusa diinfluenza, racchiude anche questi tipi di materia subatomicadentro di sé, li accoglie sotto una certa influenza, per cui questaregola che prima vi dicevo non è più valida. Non è proprio piùvalida perché si forma come un qualcosa di chiuso.

Per analogia noi possiamo pensare alla nascita di un cosmo,e vediamo che il Cosmo è come una sfera, è un ambientechiuso; benché sia in continua relazione con l'Assoluto, mapure è... una cella. Altrettanto è dell'atomo e delle materie chesono in seno a questo atomo, che formano questo atomo. Per

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cui se noi prendiamo una certa quantità di atomi, noi possiamoavere questa materia fisica densa in tre densità: gassosa, liquidae solida; secondo che questi atomi siano più o meno vicini fraloro, possiamo dire per semplificare le cose. Mi seguite? Ètutto chiaro fin qui? Abbiamo detto questo.

Ed ora, tornando all'argomento della luce: che cosa c'è - noiabbiamo detto - negli spazi siderali? Che cosa esiste?

Esiste - io parlo senza preoccuparci dove e come questoesista; parlo al di fuori delle atmosfere, delle influenze dei varicorpi che ruotano in questi spazi siderali -, esistono le materieallo stato libero, cioè non esistono materie fisiche dense, cioèatomi di elementi chimici. In certi spazi siderali esistono questeparticelle subatomiche. E voi certamente avrete capito chequesto piano subatomico, di materie subatomiche, ha unacerta rigidezza, perché io vi ho detto che queste materiesubatomiche allo stato libero si dispongono secondo una certadistribuzione che non è possibile cambiare; ne consegue chespostando una si sposta tutto il sistema. E questa è unaconsiderazione che, in seguito, vedremo quali sviluppi avrà.

Ma - voi direte - ed allora la materia fisica densa, gli atomidegli elementi fisici che noi conosciamo, le varie densità dimateria fisica, dov'è che si trovano? Si trovano in prossimità diquesti corpi celesti, di tutti questi corpi celesti che ruotano inquesti spazi siderali; si trovano attorno a questi centrigravitazionali. Attorno a questi centri gravitazionali è possibileavere queste materie fisiche dense, in maggiore o minoredensità, in maggiore o minore sottigliezza.

Dunque, che cosa è la luce? La luce è una vibrazione di PARTICELLE , la quale assume un

aspetto quando percorre lo spazio siderale in cui le materiesubatomiche sono allo stato libero; e che invece assume unaltro aspetto quando incontra l'atmosfera, quando incontra il

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Parte Prima

limite di influenza di ciascun corpo celeste - di cui vi parlavo inuna precedente volta - cioè quando incontra la materia fisicadensa, sia pure ad una sottigliezza, ad una densitàrarefattissima. Quando incontra cioè gli atomi degli elementichimici - dei gas, più precisamente - poiché noi stiamoparlando di atmosfera. Quando questa vibrazione di PARTICELLE

incontra la materia fisica densa, cioè incontra degli atomi, più omeno distanti fra loro a seconda della distanza o dellararefazione come dir volete, questa vibrazione di particelle hadelle deflessioni, ha dei cambiamenti. Da qui nasce laindecisione della scienza a definire il fenomeno della luce e adenunciarlo sotto una veste o sotto un'altra, ed a denunciarlosecondo una ipotesi o secondo un'altra ipotesi. Nasce proprioda questo differente ambiente di propagazione di questavibrazione di particelle altrimenti detta "luce".

Così quando noi, molti anni addietro, vi dicevamo che laluce nello spazio siderale non è affatto luce, ma è oscurità, eche si rivela all'atmosfera di ciascun corpo celeste, volevamodire proprio questo; che la luce diviene luce laddove questavibrazione di particelle incontra la materia fisica densa, edallora diviene "luce" per il vostro senso della vista.

* 15 Apr. 1961, 790-III *

Prima di entrare nell'argomento sul quale più a lungo vi sietesoffermati, desidero ritornare a quanto vi accennai nellaprecedente conversazione, nella quale vi dicevo che avrei, inseguito, accennato ancora l'eventuale sviluppo di quellaasserzione; e cioè che sia le UNITÀ ELEMENTARI che lePARTICELLE, i CORPUSCOLI, i NUCLEI allo stato libero, formano unsistema di tante densità quanti sono i tipi di queste materie: una

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densità per ogni tipo di materia, ed ogni tipo di materia ha unae una sola densità che non è possibile mutare.

Così, mentre i gas hanno - a seconda della temperatura, dellapressione - una diversa densità, anche in uno stesso tipo di gas;le materie subatomiche che ora vi ricordavo, hanno una ed unasola densità. Non si può parlare di temperatura, ma se sipotesse parlare di temperatura, conserverebbero la stessadensità a qualunque temperatura. Perché, figli, non si puòparlare di temperatura? Perché voi sapete che la temperaturanon interessa la materia - diciamo – subatomica.

Io vi dissi che queste materie presentano una "rigidezza",ma è su questo argomento che io desidero la vostra attenzione.

Noi vi abbiamo detto che nello spazio cosmico esistonoanche e soprattutto le materie subatomiche allo stato libero,le quali hanno una densità per ciascun tipo di materia. Esistonoanche atomi di materia fisica densa, allo stato gassoso o allostato solido a seconda che si trovino nelle vicinanze di centrigravitazionali. Ma se questo sistema di materie subatomicheavesse una "rigidezza" nel senso che voi intendete con questaparola, ne deriverebbe che i corpi celesti o non potrebberoruotare, o dovrebbero ruotare tutti con la stessa velocità.

Infatti, se voi spingete i raggi di una ruota, tutti gli altri raggigirano alla stessa velocità poiché sono uniti gli uni agli altri daun sistema rigido; lo stesso sistema rigido che sarebberappresentato dalla densità forzata e precipua delle materiesubatomiche. Ma voi sapete che questo non è. Ed allora comesi deve intendere questa "rigidezza"? Forse, appunto, io pensoche per il vostro linguaggio sia meglio sostituire la parolarigidezza con la parola "elasticità". Ed ecco allora, appunto,quello che la figlia N. aveva osservato giustamente: il famosoconcetto dell'etere elastico; cioè che: queste materiesubatomiche hanno tutte una loro densità, in uno spazio X si

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Parte Prima

dispongono ad una stessa distanza sempre identica le une dallealtre, distanza che non può essere cambiata né con latemperatura né con altri mezzi, ma che quando questo campoo questo piano di materie subatomiche, o materie eteriche,allo stato libero sia attraversato da materia fisica densa,queste materie subatomiche si scostano, lasciano il posto -per così dire - salvo poi a rioccupare la posizione primitiva.Questa era una precisazione che era importante fare.

* 22 Apr. 1961, 800-III *

La conversazione che avete fatta questa sera, è iniziata condelle spiegazioni che desideravate circa l'ultima conversazione;quella riguardo alla nostra affermazione che la densità dellamateria subatomica non è modificata dal calore, in quanto ilcalore non riguarda la materia eterica sottoatomica(subatomica - ndr) essendo, appunto, il calore unamodificazione nella vibrazione degli atomi delle materie(dense - ndr). E quindi ciò che sta al di sotto di questi atominon è influenzato direttamente. Ecco appunto perché abbiamofatto questa asserzione; asserzione, del resto, da voi stessicompresa, senza questa mia ulteriore precisazione.

* 4 Giu. 1961, 818-III *

Avete poi parlato di varie questioni, in modo particolarecirca quello che noi avemmo a dire sul fenomeno della luce. Evi siete domandati che cosa è che fa vibrare le particelle e creacosì il fenomeno della luce.

Anticamente si connetteva la luce al calore. Una fiamma che

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ardeva dava luce; così - in questo caso - è la combustione diqualche cosa che origina la vibrazione delle PARTICELLE equindi la luce. Che cosa è la combustione voi lo sapete. Lacombustione è la combinazione chimica di un elemento o diuna sostanza con l'ossigeno; combinazione violenta, appunto, eparticolare, alla quale viene dato il nome di "combustione". Daquesta combustione si origina la vibrazione delle PARTICELLE

che voi conoscete meglio con il nome di "luce". Altrettantodicasi però per altri fenomeni.

In seguito alle scoperte della scienza si è potuto osservareche non sempre la luce scaturisce o è legata alla combustione.O meglio, si è potuto vedere che la combustione origina unatemperatura alta, e che è questa temperatura alta che origina inun certo senso la luce. Perché si è potuto osservare questo?

Se noi prendiamo il caso di una semplice lampadinaelettrica, noi vediamo che il filamento di questa lampadinaelettrica, il quale è posto in un vuoto spinto - per così dire -oppure in una atmosfera dalla quale è stato artificiosamentetolto l'ossigeno, viene portato ad una altissima temperatura.Perché è stato tolto l'ossigeno voi lo sapete: perché se vi fossepresenza di ossigeno, il filamento si ossiderebbe e quindiavverrebbe una combustione e la luce che si sprigionerebbedalla lampadina durerebbe un attimo. Mentre mancandol'ossigeno - ripeto, o con il vuoto, o introducendo un altro gaspuro, che non sia ossigeno e che non si combini con il metallodel quale è formato il filamento della lampadina -, mancandoquesto ossigeno, creandosi queste particolari condizioni, ilfilamento può sopportare determinate temperature alte. E si èpotuto osservare che proprio da queste temperature altescaturisce la luce. Cioè il filamento portato ad una altissimatemperatura, dà luogo alla vibrazione delle PARTICELLE che voiconoscete con il nome luce.

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Parte Prima

Ma poi si è potuto osservare altro, e si è visto che nonsempre il fenomeno luce è collegato alle alte o altissimetemperature. Infatti si è potuto vedere che determinate scaricheelettriche in gas rarefatti producono delle luminosità, delle luci,ed ecco così le famose "luci fredde". Allora che cos'è cheproduce questa luce?

È appunto il passaggio di elettroni in gas rarefatti cheorigina la vibrazione delle PARTICELLE, meglio da voi conosciutacon il nome di luce.

Vi sono poi altre luci fredde che sono le famose lucifluorescenti; il passaggio di gas in determinate atmosfererarefatte, in presenza di sostanze, fa sì che queste particolarisostanze divengano altamente luminose. È lo stesso fenomenodi vibrazione di PARTICELLE che si produce in un modo onell'altro.

All'inizio, attraverso alla combustione che crea un'altatemperatura e quindi la vibrazione delle PARTICELLE; poi,attraverso alla temperatura senza combustione, che crea lostesso il fenomeno della vibrazione delle PARTICELLE e dellaluce. Poi direttamente attraverso alla vibrazione dellePARTICELLE che crea la luce. Ed infine si possono osservare altreluci: le così dette "luci dei fosfori". Nei fosfori vengonocomprese molte sostanze le quali hanno la particolarità diconservare la luce. Cioè, se esposte ad una sorgente luminosa,conservano poi per un certo periodo di tempo una certaluminescenza. Che cos'è che produce questo fenomeno? Èappunto la luce la quale pone in vibrazione certe particelle chesi trovano fra gli atomi che compongono queste sostanze, e fasì che queste vibrazioni di PARTICELLE proseguono per un certoperiodo, fino a che poi si estinguono con il tempo. Mi spiego,figli cari? Comunque sempre una causa vi è. Siano esse lacombustione, il calore e via dicendo, tutte queste cause

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provocano la vibrazione delle PARTICELLE che noi abbiamospiegato essere la luce.

Vi siete anche domandati come mai negli spazi siderali, seesistono queste materie elementari, materie subatomiche allostato libero, qual è la ragione per la quale queste materie non sicombinano. Ed una ragione vi è senz'altro; appunto fa parte diquelle famose Leggi cosmiche, le quali prevedono che questematerie si combinino in determinate condizioni. Così, né più némeno, come avviene nella chimica che voi conoscete.

Per le combinazioni di certi elementi o di certe sostanzeoccorrono determinate condizioni; non è sufficiente che lesostanze vengano poste a contatto l'una dell'altra. I primichimici dicevano che i corpi non reagiscono se non sono postiin soluzione, è vero? E così via. Poi vi sono delle combinazioniche avvengono solo in determinate condizioni di temperatura,di pressione e via dicendo. Altrettanto e di queste materieelementari le quali si combinano quando vi sia un fattoreesterno che le fa combinare. Mi sono spiegato, figli?

Spiegarvi la natura di questo fattore sarebbe oltremodocomplesso, cosa che noi non potremmo fare per il momento.Mi auguro di poterlo fare presto, purché seguiti il vostrointeressamento, ma soprattutto purché sia ben chiaro quello cheabbiamo detto fino ad oggi.

Sempre parlando di queste materie elementari subatomiche,vi abbiamo dette che esse hanno una particolare densità,specifica per ciascuna materia. E voi avete riletto quello cheavemmo a dire ultimamente, e cioè questo: che il fenomenodella luce, delle vibrazioni di PARTICELLE, pone in perplessità gliscienziati proprio perché ha un duplice aspetto: l'uno è nelpiano subatomico, l'altro nel piano atomico. Perché? Nel pianosubatomico questo fenomeno presenta certi aspetti, nel pianoatomico, invece, ne presenta altri. Ecco perché si pensa che la

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Parte Prima

luce abbia una duplice natura. No, questo non è esatto. La luceha un'unica natura in sé stessa, ma presenta due aspetti aseconda che si propaghi o la si osservi al suo passaggio, in unambiente o in un altro ambiente. Mi seguite?

Vi siete anche domandati che cosa sono questi "raggicosmici".

Questi raggi cosmici sono sia delle emanazioni di materieelementari, sia delle vibrazioni di materie elementari cheprovengono appunto dal Sole, il quale è il più direttoresponsabile di questo fenomeno, in quanto è quel corpo - percosì dire - quell'ente, quella sorgente che ha maggior emissionedi questi raggi cosmici. Raggi cosmici che incontrandosi poinell'atmosfera del pianeta Terra, si trasformano. Sono, per cosìdire, materie allo stato elementare, le quali incontrandosi con lematerie che sono all'estremo limite dell'atmosfera, cioè dei gasche sono all'estremo limite dell'atmosfera, e di quelle particelleelementari le quali sono vicine al campo gravitazionale dellaTerra, producono delle combinazioni, dei mutamenti. Eavvengono, questi mutamenti, da un grado più basso ad ungrado più alto. Non so se mi sono spiegato.

Se ad esempio giungesse una UNITÀ ELEMENTARE, venendonella vicinanza dell'atmosfera della Terra, questa diventerebbeuna PARTICELLA, la quale inoltrandosi ancora in questaatmosfera, diverrebbe - con la combinazione - un CORPUSCOLO,da un corpuscolo un NUCLEO, da un nucleo ad un atomo. Misono spiegato, figli? Ecco, questo è il fenomeno principale cheè originato dai così detti "raggi cosmici". Ma su tutti questiargomenti, ripeto, noi potremo ritornare più profondamente atempo opportuno, quando voi avrete ben chiaro quello che viabbiamo detto.

Riguardo infine al magnetismo possiamo dire questo: che ilmagnetismo è strettamente connesso al passaggio di elettricità.

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Perché? Perché noi vi abbiamo detto che il magnetismo è unfenomeno che riguarda i NUCLEI . Ora, il passaggio di elettricitàè un passaggio di CORPUSCOLI, è vero? E poiché fra CORPUSCOLI

e NUCLEI esiste un diretto collegamento, più di quanto nonesista fra i NUCLEI e la PARTICELLA, in tal modo si verifica chetanto è più intenso il flusso, la densità con la quale avvienequesto passaggio di CORPUSCOLI, tanto maggiore è ilmagnetismo che ne consegue. Per fare un esempio: voi vedeteche l'elettricità statica, la quale abbiamo detto ha flusso dielettroni 1 - per così dire - non origina i fenomeni delmagnetismo.

Mentre l'elettricità che voi conoscete comunemente nellevostre abitazioni, avendo un flusso di elettroni maggiore, puòoriginare dei fenomeni di magnetismo considerevoli. Sono tuttiquei fenomeni che poi creano certi agi nelle vostre famiglie: imotori che azionano quegli elettrodomestici che la scienza viha regalato. E quelli di voi che sono un poco più addentro inquesta materia sanno benissimo che tanto è maggiore l'intensitàdella corrente che attraversa una bobina, e quindi il diametrodel filo che compone questa bobina, tanto maggiore è il campomagnetico che si crea. Questo proprio perché maggiore è ilflusso degli elettroni, maggiore è la conseguenza che si ha suiNUCLEI e quindi maggiore il magnetismo. Questo per quantoriguarda il magnetismo che voi potete osservare, che voi potetecreare direttamente, attraverso il fenomeno della elettricità.

Ma esiste il famoso magnetismo naturale, e molti anni fa noiavemmo una conversazione di questo genere a proposito delmagnetismo terrestre, o naturale e dicemmo che è causato dalpassaggio di certe correnti elettriche le quali seguono la lineadell'equatore della Terra. Fenomeno, questo, recentementeconfermato dalle sonde spaziali. Queste correnti chepercorrono la terra lungo l'equatore, provocano un magnetismo

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Parte Prima

che è sempre perpendicolare al senso delle correnti: cosìabbiamo il Polo Nord e il Polo Sud. I due poli del magnetismosono perpendicolari, sono poste a croce rispetto al senso dellecorrenti che attraversano l'equatore. Questo magnetismo, insostanza, questo campo magnetico, pervade tutta la Terra ed èattratto, condensato, da certi elementi - vedi ad esempio ilferro, il principe di questi elementi. Questo elemento, condeterminati gradi di impurità, di carbonio e via dicendo, dàluogo a una condizione particolare nei suoi atomi, per cui i suoinuclei si dispongono in modo tale che originano quel fenomenochiamato magnetismo.

Vediamo di essere un poco più chiari. I nuclei degli atomi del ferro si pongono in un determinato

orientamento, per cui possono attrarre altri metalli quale ilnichel - oppure altri, o lo stesso ferro - e ciò dipende dalladisposizione, dalla diversa inclinazione - se così possiamo dire- dal diverso orientamento che hanno i nuclei di questoelemento.

Voi direte: "E com'è che strofinando, ad esempio, un pezzodi ferro o di acciaio ad una calamita naturale, oppure anchefacendo passare una corrente elettrica su di un metallo, poi alcessare della corrente il magnetismo rimane?" Rimane proprioperché attraverso al magnetismo primitivo, i nuclei cambiano illoro orientamento, orientamento che permane, e permanendo ildiverso orientamento si ha il fenomeno del magnetismo.

Io più chiaramente di così, purtroppo, non credo di riuscire aspiegarmi perché oltre alla difficoltà nell'esprimermi, figli cari,bisognerebbe poter dare delle dimostrazioni pratiche; poter faredei prospetti, dei disegni e via dicendo. Ma questo credo checomplicherebbe in modo estremo le cose. Quindi dovete un po’cercare di seguirmi e di afferrare quello che dico. Certo non sipuò pretendere questo in poco tempo, in pochi minuti,

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possiamo dire. Ma io credo che con questa applicazione -questo sempre per colui a cui interessa questo argomento - conuna certa applicazione voi possiate riuscire ad intuire quelloche vogliamo dire.

Dom - Permetti? Passando una corrente elettrica attraversoun conduttore si produce un campo magnetico. Ora, avendouna sbarra di ferro dolce calamitata, cioè alle estremità ho icampi magnetici, uno positivo l'altro negativo; si ha ilfenomeno contrario? Cioè a dire che nel mezzo c'è unacorrente? Certamente no, perché ci vuole il circuito....

Ris - Ma, figlio caro, quello che tu stai dicendo è unascoperta della scienza. Voi sapete benissimo che se noipassiamo vicino ad un conduttore una calamita naturale, inquesto conduttore si ha, per così dire, un passaggio dielettricità; cioè si ha proprio il fenomeno inverso. Come ilpassaggio di elettricità produce un campo magnetico, così senoi poniamo un conduttore in un campo magnetico, nelmomento in cui lo introduciamo, si produce un passaggio dielettricità. E questo è il principio che ha creato la dinamo, èvero, figli?, con tutti i conseguenti perfezionamenti e levarianti, proprio perché non è un fenomeno indipendente, ma èun fenomeno strettamente collegato fra NUCLEI e CORPUSCOLI.Per questo motivo.

Inoltre nel ferro dolce, ferro che non ha la particolarità diconservare il magnetismo, a differenza dell'acciaio e viadicendo, questo fenomeno di conservare il magnetismo nonavviene proprio perché i nuclei degli atomi di questo ferro noncambiano il loro orientamento. Cambiare l'orientamento deinuclei degli atomi di ferro è possibile quando vi sonodeterminate impurità; così come - per darvi un esempio -

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l'acciaio è più resistente del ferro semplice perché nell'acciaio,pur essendovi la stragrande maggioranza dell'elemento ferro, visono delle impurità. Queste impurità sono proprio quelle cheproducono la resistenza dell'acciaio. Cioè danno unadeterminata disposizione ai nuclei di quel ferro, per cui quelferro divenendo resistente è addirittura da voi chiamato con unaltro nome: con il nome di "acciaio". Ma se noi facessimol'analisi chimica noi vedremmo che la maggior parte di questoacciaio è data dal ferro con l'aggiunta di pochi altri elementi.

Così è per il fenomeno del magnetismo: il ferrochimicamente puro non conserva il magnetismo. Ha laparticolarità sempre di coordinare, raccogliere, condensare uncampo magnetico, ma non conserva poi il magnetismo alcessare di questo campo. Mentre il ferro con determinateimpurità di carbonio e via dicendo, ha questa particolarità diconservare poi il diverso orientamento dei nuclei dei propriatomi, in modo da conservare anche il magnetismo cessatal'azione del campo magnetico esterno.

Dom - Posso fare una domanda? Può essere che il Sole sial'anti-piano fisico?

Ris - Gli antichi sacerdoti egiziani, come altra volta hodetto, rappresentavano il Sole come un foro, e questo tu vediche spiega perfettamente quello che tu hai detto. È la portaattraverso la quale, o possiamo dire una delle porte, attraversoalle quali giunge sul piano fisico una determinata energia checontribuisce alla vita. Ed infatti è proprio come un foro,un'anticamera, una porta, attraverso cui giungono questeenergie del piano fisico, relativamente a certi pianeti; perchémolti sono i soli.

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Dom - Pensavo questo: non può esistere una catena dipianeti senza il Sole, o un sole, né viceversa?

Ris – Infatti.

Dom - Questa è la prima cosa. Seconda: anni fa noi sipensava che il Sole non esistesse, proprio in seguito a quantoavevate detto del "foro". Però tu ci hai corretto e hai detto:"No, il Sole è materia". Ed è logico perché è circoscritto dallamanifestazione. Ora, noi prendiamo dal Sole delle energie cheservono, sì, per alimentarci ma che però, anche, cidistruggono, nel senso che ci affinano, che ci assottigliano....

Ris – Certamente.

Dom - Non solo, ma noi stessi, proprio per questofenomeno, impoveriamo il Sole stesso, in quanto che affinandonoi stessi... Va bene che l'energia solare non ha necessità diesprimersi con l'intensità primitiva, ma sempre in minordose....

Ris - Certamente.

Dom - Di conseguenza noi siamo di fronte, secondo me, adue probabilità: o il Sole aveva una carica originale di energiaben definita da smaltire in tutto il periodo di tempo checompete a quel sistema solare....

Ris – Certamente.

Dom - Oppure, a tanta densità di materia corrisponde tantaenergia, in quanto che tale energia elabora la materia molto

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Parte Prima

densa, si ha una specie di formazione di scorie - una specie,vero? - le quali a loro volta alimentano questo depositoenergetico, e in sostanza è una specie di moto perpetuo.S'arriva a questo, mi sembrava almeno che si arrivasse, comeogni fotografia ha il suo negativo (non aspetto negativo, ilnegativo) così ad ogni catena di pianeti, oppure ad ogniraggruppamento di materia del piano fisico, corrisponde il suonegativo.

Ris - Noi non vorremmo con questo confondere le idee deglialtri, ma questo rovescio della medaglia, questa parte oppostaalla positiva, negativa, o viceversa come dir volete, sta appuntonel "velo" che separa il piano fisico dal piano astrale; staproprio al limite estremo del piano astrale. Ed è proprio lì chesi ha questo passaggio di piani.

In quanto poi alle cariche del Sole, noi continuiamo a direche il Sole non è un corpo nel senso che voi intendete, ma cheè un particolare centro di attrazione dal quale, appunto, sidipartono queste materie allo stato elementare, le qualiprovocano tutti quei fenomeni che poi sono conosciute con ilnome di luce, calore, forza vitale e via dicendo e che questacarica prosegue fino a che sarà necessario per l'evoluzione ditutto il sistema solare. Una volta chiusa questa evoluzione,chiuso questo ciclo, il sistema solare, con il sole, non ha piùragione di sussistere ed allora si hanno due casi: si ha il caso incui possono passare altre umanità, ed allora si forma un nuovosistema solare; oppure si è nel caso che siamo all'ultimopassaggio - non so come chiamarlo -, ed allora si ha ladistruzione del sistema; si ha la distruzione come quando si èall'estremo limite del Cosmo. Io non so come spiegarmi, figli.

Ma voi sapete che il Cosmo è qualcosa di circoscritto, anchese vastissimo, anche se avente una immensità

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incommensurabile; però è circoscritto. E tutto quanto è inquesto Cosmo ha più di un movimento, oltre la rotazione,anche solamente per quanto riguarda il piano fisico, e noiassistiamo al fenomeno che dal centro di questo Cosmo tutti icorpi celesti si allontanano - seguitemi, figli -. Quando sonogiunti all'estremo limite di questo Cosmo, la materia passa nel"riassorbimento".41 Allora abbiamo il caso in cui un sistemasolare è giunto all'estremo limite del Cosmo, per cui si ha ilriassorbimento di questa materia. Mi seguite, figli?

Dom - Se c'è questo processo di allontanamento,evidentemente dipende dal processo stesso di affinamento.

Ris – Certamente.

Dom - Di conseguenza il sistema solare non segue altro cheun processo di auto-distruzione. Di affinamento che serve anoi, ecc. ecc.

Ris - Ma ai soli fini della materia, è un sistema votato allamorte, per...

Dom - Appena nato....Nasce per morire.

Dom - Finito il suo compito, per forza.

Ris – Certamente.

Dom - Però non si può pensare al Sole come anti-mondo. Osi?

41 - Fenomeno opposto a quello della "emanazione", assimilabile questaultima al big-bang supposto dalla scienza.

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Parte Prima

Ris - No. Si può pensare al Sole unicamente come portadalla quale giungono determinate energie necessarie ad unsistema. Unicamente a questo. Però, appunto, si può pensare adun anti-mondo, ad un'anti-materia, se vogliamo, a qualcosa diquesto genere, alle soglie fra il piano fisico e il piano astrale.Cioè: l'ultima materia astrale potrebbe essere qualcosa simile aquello che tu stai dicendo. Il sottopiano più denso del pianoastrale,42 per così dire, potrebbe essere qualcosa di simile aquesto anti-mondo. Mi segui, figlio?

Dom - Sì, ho capito le parole, ma....

Ris - Comprendo che è molto difficile spiegarsi, anche pernoi. Ma... come posso dire? Vedremo un'altra sera. Comunqueil concetto è questo: siccome l'ultima materia del piano astraleè poi la più sottile del piano fisico, e siccome quantunque lamateria più sottile del piano fisico esista ancheindipendentemente, esista anche allo stato libero, però esisteanche allo stato combinato nella materia densa, ne viene chel'ultima materia del piano astrale ha, in un certo senso, la stessaforma di quella del piano fisico, l'ultima. Voi non dovetepensare che il piano astrale sia fatto di forme del piano fisico.Sarebbe come dire, il famoso esempio che abbiamo portatotante volte: cioè un mondo fatto di ghiaccio.

Colui che avesse la possibilità di vedere la materia acqua,probabilmente non si accorgerebbe delle forme che il ghiaccioforma: vedrebbe unicamente l'acqua. Così, se voi aveste lapossibilità di vedere alla radice della materia, voi vedrestequelli che sono gli atomi con i nuclei e i corpuscoli che vigirano attorno. Mi spiego, figli? E probabilmente non vedrestealcuno stacco fra il solido e il non solido. Ma se poneste bene

42 - Ogni piano - fisico, astrale, mentale, ecc. - si compone di 7 sottopiani.143

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attenzione, voi vedreste che nel solido questi atomi sono moltopiù ravvicinati di quanto non siano nel liquido o nel gassoso.Così è per il passaggio fra il piano fisico e il piano astrale. Nelpiano astrale, a rigore, non vi sono le stesse forme del pianofisico, ma colui che guarda l'ultima e più densa materia delpiano astrale che cosa ne vede? Vede che questa acquista unacerta forma....un certo spettro - non so come dire - simile allematerie dense del piano fisico. Non credo di essere riuscito aspiegarmi. Comunque non ha importanza per questa sera. Vilascio, figli, ne riparleremo più chiaramente in seguito.

Dom - Cos'è....un calco?, una cosa del genere?

Ris - Un calco? Non è l'ultima materia del piano fisico.Quella potrebbe conservare ancora un certo aspetto positivo.Vedete un po’ di pensarci voi, se riuscite a comprendere.

Dom - Vi sono i sensi fisici adatti al mondo fisico. I sensiastrali sono adatti all'astrale....

Ris - E colui che guarda nel piano astrale, nei sottopianimeno densi, non vede niente. Non è che veda le forme delpiano fisico. Nel piano astrale esistono le forme proprie delpiano astrale; cioè le forme che la materia acquista sottol'impulso del desiderio, oppure della volontà. Ed esistono gliabitatori del piano astrale, ed esistono i corpi astrali degliindividui, mi seguite? Ma una poltrona, una sedia, un oggettodel piano fisico, non hanno le loro corrispondenze nel pianoastrale. Pur tuttavia la materia più densa del piano astrale,l'ultima materia del piano astrale, acquista una specie diforma....corrispondente, una specie di immagine virtuale diquella che esiste nel piano fisico. E ciò unicamente perché la

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materia densa del piano fisico, la quale proviene dalla materiadel piano astrale, è in un certo senso raccolta, ha una certadensità. Ed ecco perché l'ultima materia di questo pianoconserva questa immagine virtuale. Però è una immagine"negativa",43 non è una immagine positiva; non è una cosa -come posso dire? - una cosa solida: è l'opposto. Mentre voivedete qua una poltrona ed il solido è la poltrona, nell'ultimamateria del piano astrale, quella che acquista una certa formauguale a quella del piano fisico, è l'opposto; il solido non è lapoltrona, anzi la poltrona è quasi un vuoto. Perché....Il perchénon è molto facile a dirsi, ma proprio per questa ragione qui.

Dom - Si può fare un altro passo avanti e collegare questoaspetto del piano astrale, della parte più densa di questamateria, con quella che è la funzione di questo collettore oSole?

Ris - Ma io credo che prima sarebbe importantecomprendere questo. Adesso debbo lasciarvi. Non è che iovoglia eludere la risposta, figlio; ma anche per gli altri,desidero che pongano mente a questa questione.

* 10 Giu. 1961, 837-III *

Abbiamo udito la vostra conversazione e gli appunti cheavete fatti a proposito di quello che avemmo a dirvi l'ultimavolta.

Effettivamente, parlando della luce, noi abbiamo esaminatole varie sorgenti luminose, figli, e il nostro esame è statosommario. Cosicché si deve intendere non "il passaggio di un

43 - Come il negativo fotografico.145

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gas in una atmosfera rarefatta" quando ho detto della sorgenteluminosa chiamata luce a fluorescenza (v. 818-III), bensì "ilpassaggio di una scarica elettrica, in una atmosfera di gasrarefatto, in presenza di determinate sostanze, passaggio cheeccita, come si usa dire, la luminosità di queste sostanze". Mavi è poi un altro tipo di luminosità ed è proprio quella che si hanel far passare un determinato gas su di una sostanza, e si hauna specie di luminosità e della sostanza ed una emanazione digas luminosi.

Tutti questi fenomeni comunque ci interessano fino ad uncerto punto e sono stati detti per inciso, per elencare quelle chesono in qualche modo le fonti luminose. Ma la figlia N. nonpare soddisfatta....

Dom – Perdonami.

Ris - Non v'è niente da perdonare, figlia cara. Dobbiamo,per spiegare con più esattezza che cosa è che determina, nelSole, il fenomeno luminoso, come possiamo, riallacciarci aquello che abbiamo detto più volte nel passato, a proposito delSole. Abbiamo detto che il Sole non è un corpo, né tanto menoè caldo, così come intendete voi. Vi abbiamo ricordato chenella antica iniziazione dell'Egitto si poneva il discepolo,l'iniziando, in una saletta nella quale sul soffitto e sulle paretierano simbolizzati i vari pianeti conosciuti e, al centro diquesto sistema di simboli, vi era un foro nel soffitto dal qualepenetrava la luce, e quello stava a simbolizzare il Sole. Nonchécon ciò noi dobbiamo appunto capire che gli antichi veggentiiniziati avevano visto giustamente a proposito della natura delSole e avevano, in qualche modo, simbolizzata questaparticolare natura. Perché in effetti, se la scienza, possiamo direfino a oggi, ha creduto e crede che il Sole sia un corpo

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materiale e solido ed abbia una temperatura elevatissima,questa scienza NON È NEL GIUSTO.

Infatti noi dobbiamo dire, per onore al vero, che il Sole hauna natura tutta sua speciale e che quello che voi vedete delSole non è che un guscio, una veste, così come voi potrestepensare ad un uovo vuoto. Quello che voi vedete del Sole è lacamicia esterna, per così dire. Il Sole internamente non è uncorpo, né tantomeno è caldo. E il fenomeno della luce e delcalore è un fenomeno che riguarda l'esterno e che si rivela al difuori del Sole, e si rivela ancor più evidentementenell'approssimarsi alle varie atmosfere che circondano i pianeti.Mi sono spiegato, figli?

Ciò che emana il Sole sono vibrazioni le quali incontrandosicon determinate atmosfere della terra o di altri pianeti, sitrasformano in quella che voi chiamate luce. Non solovibrazioni, ma si hanno anche emanazioni di particelle allostato elementare, cioè UNITÀ ELEMENTARI . Mi sono spiegato?Che cosa provoca queste vibrazioni e questa emissione è -figlia N. - appunto la natura stessa del Sole, il quale è il centrodi vita del proprio sistema solare. Così è per questo sole e pertutti gli altri soli che sono nell'universo, e negli altri universiche compongono un cosmo.

In quanto poi alla durata del Sole, per così dire, noi nonpossiamo che ripetervi quello che vi abbiamo dettoultimamente e cioè che sia questo pianeta che tutti gli altripianeti sono destinati a scomparire. A scomparire in che senso?In un senso che è stato ultimamente afferrato da certi scienziatie cioè che il Sole, con i propri pianeti - e ciascun sole - si vaallontanando da quello che si può chiamare il centro delCosmo.

Voi sapete che il vostro sole gira attorno ad un altro sole, èvero? E tutti questi sistemi si vanno allontanando, di modo che

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giungendo all'estremo limite di questo Cosmo nel quale noiviviamo, nel quale noi abbiamo la nostra evoluzione, il sistemacon il vostro sole scomparirà. Così è di questo sole e di questosistema solare e così di tutti gli altri soli e di tutti i sistemisolari. E la scomparsa di questo sistema e di tutti gli altrisistemi corrisponde esattamente al divenire inutile di questosistema.

Questa scomparsa noi l'abbiamo chiamata con altra parola,abbiamo parlato del "riassorbimento". Così voi potete vedereche il riassorbimento cosmico è un fatto graduale; si inizia eavviene per gradi. Sempre, questo, per il piano fisico.Altrettanto sarà per il piano astrale e per il piano mentale. Poi,dopo, come vi abbiamo detto altre volte, sarà un fattosimultaneo, improvviso, perché voi sapete che il tempo esistefino ad un certo piano di esistenza, oltre non esiste più, per cuinon si può più parlare di un riassorbimento graduale.

Per tornare infine a quello che il figlio S. ha chiamato anti-mondo, e che forse sarebbe più opportuno dire anti-materia, orache avete ascoltato quello che vi abbiamo detto ultimamente,desidero precisare, cercare di spiegarmi a voi e dirvi, ancorauna volta, che tutte le forme che voi vedete ed osservate epalpate nel piano fisico, non hanno una loro corrispondenzareale nel piano astrale; che esistono delle forme proprie delpiano astrale ed inoltre vi sono i corpi astrali di tutti coloro chesono incarnati - siano individui che sono incarnati sotto formadi piante, di animali o di uomini. Ciascuno individuo il qualesia abile, per così dire, per evoluzione, ha nel piano astrale ilproprio corpo astrale il quale ha una precisa e determinataforma. Così noi possiamo dire che l'esatta corrispondenza fra leforme del piano fisico e del piano astrale, noi l'abbiamo neicorpi astrali degli individui incarnati. Non è che una sedia, unsasso, un qualsiasi altro oggetto che non viva di vita

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Parte Prima

microcosmica abbia corrispondenza nel piano astrale. Pur tuttavia dobbiamo fare questa considerazione: siccome

gli oggetti solidi sono composti appunto di materia solida, e voisapete che cosa è questa materia solida - la combinazioneattraverso a vari gradi di UNITÀ ELEMENTARI, le quali unitàelementari sono le materie ultime del piano astrale. Ne vieneche, nel piano astrale, gli oggetti solidi del piano fisico hannouna loro immagine, una loro parvenza, una loro formacorrispondente, nell'ultimo sottopiano del piano astrale, cioèquello più vicino al piano fisico. Con la differenza che mentrequesta sedia o il tavolo o quello che volete, oggetto solido, hanel piano fisico una certa consistenza, l'immagine che abbiamonell'ultimo sottopiano del piano astrale di questo oggetto, diquesta sedia, di questo tavolo che noi abbiamo preso in esame èl'opposto: non ha una consistenza solida, ma anzi è una speciedi vuoto. Mi seguite?

Questo perché? Perché l'oggetto di materia fisica densa nonconserva in sé, non tiene in sé la materia astrale; non la tieneperché è materia fisica combinata, materia elementarecombinata. Nell'ultimo sottopiano del piano astrale questamateria non è visibile e percettibile, mentre è più visibile epercettibile la materia che sta attorno a questo oggetto. Ma voidirete: "Ma attorno a questo oggetto vi è l'atmosfera, vi è il gas,l'ossigeno", quello che voi chiamate atmosfera della terra". Sì,ma questa atmosfera essendo meno solida dell'oggetto solido,cioè essendo un gas, nel piano astrale, lo spazio corrispondenteha minor....possiamo dire....vuotezza, è più densa, per cui siavverte un certo stacco netto, nel piano astrale, fra la sedia cheè come il vuoto di un calco, e ciò che sta attorno. Non so sesono stato sufficientemente chiaro per farmi comprendere davoi. Comunque questo è di secondaria importanza.

Per questa ragione, figli, la visione del piano astrale è una

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visione che comprende l'interno degli oggetti che esistono nelpiano fisico. Per questa ragione, colui che ha sviluppati i sensidel proprio corpo astrale - in altre parole il veggente - puòvedere all'interno degli oggetti solidi, chiusi. Per la ragione chevi ho esposto ora.

Rispondere alla domanda del figlio R. non credo sia piùnecessario, perché il fatto stesso che il Sole ha una naturaparticolare, esclude che il Sole debba fungere in avvenire dapianeta. No, questo non può essere perché il Sole ha tutta unanatura sua particolare, che cesserà di essere quale è attualmenteil giorno in cui tutto il sistema cesserà di esistere fisicamente esarà riassorbito, come prima dicevo. Se avete voi qualchedomanda da rivolgermi ....

Dom - Permetti, poiché il Sole ha una natura particolare,come si può comprendere il "numero uno"?, in quanto chequesto numero uno44 dovrebbe essere uguale per tutti, per ilSole e per la Terra.

Ris - Sì, infatti di questo "numero uno" è formata la camiciadel Sole. Ma il Sole all'interno è tutt'altra cosa, tutt'affattodiversa: è la porta del piano fisico. È, in altra parola, un "foro"nel velo che separa il piano fisico dal piano astrale.

Dom - L'immagine virtuale di un corpo materiale, tende percaso col passare del tempo a riempirsi?

Ris - Sì, per la ragione che vi abbiamo spiegata altre volte:perché tutta la materia del piano fisico tende a sottilizzarsi.Man mano che il sistema solare si sposta verso gli estremi delCosmo, la materia in se stessa diminuisce di densità, per cui

44 - L'UNITÀ ELEMENTARE del piano fisico150

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Parte Prima

l'immagine che noi abbiamo chiamata virtuale della materia,che esiste - badate bene - unicamente nell'ultimo sottopiano delpiano astrale, tende in un certo senso a perdere di vuotezza, ariempirsi, rispetto a quello che era milioni di anni fa, se cosìpossiamo dire; ma questa diversità viene sempre avvertita nellostesso modo da colui che è nel piano astrale. Così come voinon vi accorgete che la materia del piano fisico perde didensità, altrettanto è per colui che è nel piano astrale.

Dom - Gli abitanti del piano astrale, vedono la differenzadei corpi nostri astrali viventi nel mondo fisico, dai loro corpi?

Ris - Occorre, per ciò, una certa pratica così come in tutte lecose. Ma questa differenza esiste ed è facilmentericonoscibile.45 Non è riconoscibile per coloro che si destanonel piano astrale e che quindi non sono abituati a porreattenzione a questa differenza. Ma questa differenza esiste edopo un certo periodo - se così possiamo dire - di pratica, vieneimmediatamente avvertita.

Dom - Scusa, vorrei sapere....Prima di tutto tu hai detto cheil Sole ha come un guscio esteriore. Questo guscio ènecessario perché ci sia un passaggio senza scosse dallamateria del piano astrale alla materia del piano fisico, oppureè per tutt'altra ragione?

Ris -È uno schermo, figlia, uno schermo che - diciamo - siforma naturalmente attorno a questo centro di energia, o comechiamar lo volete.

45 - Per esempio, dalla presenza o meno del cordone d'argento o 'filo diArianna'.

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Dom - Ciò serve per trasformarle?

Ris - Evidentemente per trasformarle e per renderleassorbibili; o meglio, per una prima trasformazione, perché poile ulteriori trasformazioni avvengono nello spazio che esistefra il Sole e i vari pianeti. La prima trasformazione avvieneproprio attraverso a questo schermo, a questa camicia esteriore.

Dom - Allora, scusa, il Sole non è affatto dotato di unacarica energetica; è soltanto un collettore il quale emette tantaenergia fino a che queste immagini virtuali di cui si parlavaprima, non si sono riempite e di conseguenza tutto non si èlivellato.

Ris – È fino al riassorbimento del sistema. Come dicevoprima la differenza fra il vuoto che esiste e corrispondente alpieno del piano fisico, è sempre avvertibile, perché colui cheosserva... Facciamo l'esempio del piano fisico: voi toccatequesta poltrona, o qualunque altro oggetto solido, e dite che èsolido perché la materia di cui è formato l'oggetto ha unadensità la quale, appunto, non può essere spostata, non puòessere compenetrata dalla densità della materia che compone lavostra mano, è vero? Così è ora e così era qualche milione dianni fa, benché la materia di qualche milione di anni fa era piùdensa della materia di oggi. Ma questa diversità fra le variedensità, ad esempio fra il solido il liquido e il gassoso, esistesempre, sia pure in misura leggermente diversa. Ma esistesempre uno stacco fra il solido, il liquido e il gassoso, è vero?

Dom - Si, capisco, ma mi sembrava di aver chiesto un'altracosa....

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Parte Prima

Ris - Per cui appunto dicevo, non possiamo dire che questovuoto si vada riempiendo, perché allora noi dovremmo pensareche fra milioni di anni non esisterà più differenza fra il solido,il liquido e il gassoso. Mi spiego? Esiste sempre, invece,esisterà sempre una differenza, fino ad un certo momento, finoalla vigilia del riassorbimento, perché la prima ad essereriassorbita sarà proprio la materia più densa, cioè i solidi. Isolidi di allora avranno un'altra densità dei solidi di oggi e cosìvia; poi saranno i liquidi e i gas, ed infine nel sistema solaresarà tutto riassorbito. Il Sole quindi non sarebbe un qualcosache in sé abbia un potere particolare, questo no. Il Sole noi lochiamiamo un centro di energia in quanto è effettivamente uncentro da cui si dipartono delle energie, ma non è un "oggetto"in sé dotato di queste energie. È una porta, abbiamo detto, unaporta attraverso la quale passano le energie che provengono daun altro piano: dal piano astrale.

Dom - Ora io vorrei sapere questo: dato che il solesottopone i vari pianeti a un processo di raffinazione, siformano naturalmente da una parte dei prodotti - diciamo -selezionati e dall'altra parte si formano dei prodotti dirifiuto....

Ris – No.

Dom - Io parlo così, un poco con l'ascia in mano... Questiprodotti di rifiuto, dove vanno? Vengono ceduti a qualche altropianeta?...Poi?

Ris - No, figlio, non è una sublimazione nel senso dipurificazione, di separazione fra sostanze impure e fra sostanzepure; fra elementi impuri ed elementi puri. Questo no,

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assolutamente no. Il raffinamento dell'uomo è un raffinamentodel tutto interiore.

Dom - Dell'uomo sì, d'accordo.

Ris - E sia pure della materia, non è una evoluzione nelsenso di purezza, di separazione fra scorie, impurità edelementi puri. È una diminuzione lenta e graduale di densità.Ma non è una separazione fra sostanze pure e sostanze nonpure, fra scorie e non scorie. Varia unicamente la densità.

Dom - Unicamente la densità?

Ris - La densità, ed il processo di evoluzione, o se volete diraffinamento nell'uomo e di purificazione dell'uomo, è unprocesso intimo; che avviene attraverso le varie incarnazioni enei vari ambienti, ma ciò che - non possiamo dire "che sipurifica" - ciò che si costituisce, l'uomo si purifica attraversoalla costituzione della propria coscienza. Forse direpurificazione è un termine improprio. L'uomo, attraverso allevarie incarnazioni nei vari ambienti, forma la propria coscienzae quindi evolve nel senso che costituisce un veicolo che gliapre nuovi orizzonti. Si forma un "qualche cosa", i mezzinecessari idonei a vivere su un altro livello di coscienza, su unaltro livello, su un altro piano.

Dom - Qui mi sembrava di essere d'accordo; era ciò che siriferiva al mondo materiale, alla materia....

Ris - Nella materia vi è una graduale diminuzione di densità;densità che diminuisce indifferentemente, egualmente - o quasi,possiamo dire - per ogni tipo di materia, appartenga essa alla

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Parte Prima

densità solida o liquida o gassosa. Nell'identico modo.

Dom - Cioè il processo consiste in questo, allora:nell'allontanamento, cioè nel divenire più laschi quei legamiche tengono strinti tutti gli elementi costituenti un certo corpo.

Ris - Fino a quale punto, figlio? Questo va bene fino a -diciamo - alla materia fisica densa. Oltre voi sapete che ilprincipio che determina la densità di una materia è diverso, èvero? Al di sotto dell'atomo.

Dom – Sì.

Ris - Se ricordi, prima ti ho detto che i primi ad essereriassorbiti saranno i solidi e quindi i liquidi e quindi i gas; dopodi che, appunto, sarà il riassorbimento del sistema. Perché igas? Perché oltre i gas cambia il principio che determina ladensità. Voi questo lo dovreste sapere dalle nostre ultimeconversazioni.

Dom - Posso dire ancora una cosa? Questo processo delladiminuzione di densità, al quale siamo soggetti noi, sonosoggetti anche tutti gli altri pianeti facenti parte di undeterminato sistema solare?

Ris – Certo.

Dom - Mi sembra che anni fa tu dicesti che, per esempiodalla Luna ci arrivano determinate energie. Ora, mentre neldiscorso più recente di ora, sembra che il sistema trovi il suoequilibrio nel rapporto diretto che esiste fra il Sole e queldeterminato pianeta; secondo invece l'altro, quello più vecchio

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che riguardava la Luna, sembrava che l'equilibrio siverificasse fra più elementi facenti parte di uno stesso sistemasolare. Cioè, mentre l'uno è un equilibrio costituito da dueelementi - Sole-Terra; oppure, Sole-Luna - nell'altro discorsodi anni fa sembrava invece che gli elementi che contribuisseroa questo equilibrio fossero più di uno; per esempio Sole-Terra-Luna e forse qualche altro.

Ris - Infatti, figlio, questo è il concetto esatto. Soltanto cheparlare del Sole, di ciò che proviene dal Sole e tirare nel mezzo- come si usa dire - anche altre cose, poteva confondere le idee.Ed infatti se tu ben ricordi, se hai ascoltato quello che aveteletto questa sera, abbiamo detto che il Sole è una delle porte, epoi abbiamo detto che è la porta principale attraverso allaquale giungono al pianeta Terra determinate energie. Perché ineffetti, le più dirette, quelle che originano la vita - se cosìpossiamo dire - quale è conosciuta dalla vostra scienza delpiano fisico, che la alimentano, è proprio il Sole. Mentre leenergie che provengono da altri pianeti sono "riflessi" di quelleche partono dal Sole e giungono a questi pianeti;modificazioni, se vogliamo. E queste particolari energieriguardano piuttosto, non il processo vita meccanica in sé, madanno piuttosto, a questo processo, determinate particolaritàche sono quelle poi che determinano il carattere, la personalitàdegli individui incarnati. Mentre il Sole è quello che alimenta ilmeccanismo più elementare, più evidente della vita. Mi sonospiegato, figli? Se non avete altre domande....

Dom - Io volevo domandare: si è visto un film fatto dagliscienziati, la corona solare, e si assiste a delle esplosioni cheloro chiamano atomiche; proprio delle cose eccezionali. Doveavvengono queste?

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Parte Prima

Ris - Poco fa vi ho detto, figli, che questa camicia di cui ècircondato quello che si chiama Sole è una cosa naturale, inquanto avviene per l'attrazione che esercita questo Sole suquelle che sono le materie del piano fisico, o determinatematerie del piano fisico. Se non che, quando queste materieraggiungono una certa quantità, se così possiamo dire, tanto perintenderci, avvengono queste esplosioni perché la forza cheproviene dall'interno viene, in un certo senso, come contenuta;essendo questo schermo troppo stretto, si strappa.

* 17 Giu. 1961, 849-III *

Rileggendo l'ultima nostra conversazione, siete rimastiincerti a proposito di quanto avemmo a dire del Sole, eprecisamente che questo sarebbe una porta fra il piano fisico eil piano astrale. In effetti voi siete abituati a pensare, quandoudite rammentare questo vocabolo, a qualcosa che permette ilpassaggio da uno spazio ad un altro spazio, chiuso, è vero figli?Ma questa porta voi non dovete vederla come se aldilà del Solevi fosse un altro spazio, perché sempre noi vi abbiamo dettoche i vari piani d'esistenza non sono una suddivisione dispazio, ma di stato.

Così questa porta, che poi sarebbe il Sole, è il punto dipassaggio fra il piano fisico e il piano astrale; è comeun'apertura del velo che separa il piano fisico dal piano astrale.E tutte le volte che si opera una smaterializzazione , unadisintegrazione della materia, quale la scienza vostra laconosce, è come si aprisse una porta fra il piano fisico ed ilpiano astrale.

In sostanza il piano astrale è il piano della energia pereccellenza. E perché questa energia non si riversi, non si

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trasfonda nel piano fisico, esiste un velo; cioè esiste unoschermo che è costituito, appunto, dalla materia stessa delpiano fisico - la prima, la materia elementare, l'UNITÀ

ELEMENTARE - data dalla condensazione dell'ultima materia delpiano astrale, se di vera e propria separazione possiamoparlare. Il Sole è appunto un foro in questo schermo attraversoal quale fluiscono le energie che sono nel piano astrale.

Il figlio S. domandò ultimamente se il Sole era qualcosadotato di una carica energetica. Supponiamo di avere unrecipiente pieno di acqua, e in questo recipiente vi sia un foro.Noi non possiamo dire che il foro da cui defluisce l'acqua siaqualcosa dotato di una carica di acqua, no. E allo stesso modo èdel Sole.

Dom - Ma forse la domanda di S. tendeva a chiedere se erafinita l'energia del Sole.

Ris - No. L'energia del Sole non può finire. Finirà il giornoin cui finirà l'energia del piano astrale. Ma invece voi sapeteche non è così, poiché finirà esattamente quando vi sarà ilriassorbimento di questo sistema solare. Allora quelle che sonole materie fisiche dense del piano fisico, saranno riassorbite,passeranno allo stato liquido; i liquidi passerannosuccessivamente allo stato gassoso, di eteri e via dicendo. Cosìavverrà questo riassorbimento. Udendo poi l'incertezza cheavete manifestata circa quello che ebbi a dire ultimamente,penso che sia utile sottolineare, ancora una volta, che cosa vuoldire vivere coscientemente in un determinato piano. E questo siallaccia anche con l'altra domanda che avete fatto deimicrorganismi, dei batteri, dei virus e via dicendo.

Voi volgete lo sguardo attorno a quanto vi circonda efinalmente potete vedere che esistono innumerevoli forme di

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Parte Prima

vita. Noi abbiamo data una convenzionale, sommariasuddivisione di questa vita: l'una l'abbiamo chiamata vitamicrocosmica, ed a questa vita appartengono tutte quelle formedi vita che le scienze naturali conoscono, cominciando daimicrorganismi per finire all'uomo. Mi spiego? L'altra invece èla vita macrocosmica, ed è la vita della materia inanimata, vitache la scienza ancora non ha riconosciuta perché chiama "vita"unicamente ciò che vive - secondo la nostra nomenclatura -, divita microcosmica. È una vita che va vista da un altro punto divista, comunque la materia inanimata ha un suo ciclo di vita.Noi l'abbiamo chiamata vita macrocosmica; ma tutto quelloche voi conoscete sapete che "vive", vive di vita microcosmica.'Che cosa vuol dire questo, allora?', direte, ed in effetti l'avetedetto: "tutte queste forme di vita minuta, di questimicrorganismi, virus, bacilli, batteri e via dicendo, a quale tipodi vita appartengono?" A quale grado dei tre regni che voiconoscete fanno parte?

Voi sapete, o meglio dovreste sapere, che la vitamicrocosmica man mano che l'individualità alla quale è legataevolve, si restringe e si individualizza. Mi spiego: laindividualità la quale sia legata a dei processi dicristallizzazione, non è legata ad un solo processo, ma amoltissimi processi di cristallizzazione. Intendo dire questo: laindividualità la quale, per evoluzione, debba essere legata alregno minerale, cioè processi di cristallizzazione di minerali,non sarà mai legata ad un solo processo di cristallizzazione, maad innumerevoli processi di cristallizzazione, i quali sonocontemporanei e non contemporanei, e sono innumerevoli.Attraverso a tutti questi legamenti con i processi dicristallizzazione, l'individualità - quella individualità - ha unaevoluzione, uno sviluppo (vedremo poi di quale sviluppo sitratta) e passa ad essere legata alla vita vegetale. La vita

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vegetale è, lo stesso, molto estesa in questo senso: che quellaindividualità la quale per evoluzione debba essere legata ad unaforma di vita vegetale, sarà legata non ad una sola vitavegetale, ad una pianta, ma a moltissime piante. Ovvero sia,moltissime piante faranno capo, con i loro centri di sensibilità,con i loro sensi, per così dire, ad una individualità. È comequalcosa che abbia moltissimi tentacoli. Però, se noi facciamoun paragone fra il regno minerale e il regno vegetale, noivediamo che gli innumerevoli processi di cristallizzazione cheprima avevamo detto, sono molti di più, in gran numero,rispetto al numero delle piante alle quali è legata unaindividualità, la quale appunto deve avere quella determinataevoluzione in quel regno naturale. Mi spiego? Abbiamo vistoun restringersi del campo.

Se poi passiamo al regno animale, noi vediamo che leindividualità sono, sì, legate a molti animalicontemporaneamente e non contemporaneamente (animegruppo; vedi sotto – ndr)... Cioè voglio dire: una individualitàè legata a molti animali i quali possono vivere nello stessomomento - vedi gli esempi classici degli alveari, dei formicai evia dicendo - ed anche, invece, ad altri animali i quali vivonoad epoche successive. Però se noi facciamo un paragone fra glialtri due regni, il minerale e il vegetale, noi vediamo che leforme animali alle quali sono legate queste individualità, lequali per la loro evoluzione sono già giunte a questo tipo dievoluzione, di sviluppo, sono ancora in numero minore, e cosìvia fino ad arrivare all'uomo. L'uomo è l'unico, possiamo direper eccellenza, che sia legato ad un solo corpo fisico, perchévuol dire che quella individualità si è già individualizzata, vuoldire che ha quel e quel corpo solo, contemporaneamente.Mentre voi sapete che esiste la reincarnazione e che nel tempoquella individualità avrà più corpi. Mi spiego, figli cari?

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Parte Prima

Quindi tutte queste forme di vita che sono virus, batteri,bacilli e via dicendo, fanno parte sempre di vite microcosmichee stanno, a seconda dei casi, a cavallo fra il regno minerale edil regno vegetale; od anche - più raramente ed in determinaticasi specifici - fra il regno vegetale ed il regno animale.Comunque sono tutte forme di vita ancora nonindividualizzate; tutte anime gruppo, potremmo dire.

Quindi voi non dovete pensare che un filo d'erba abbiaun'anima, od una pianta di erba abbia un'anima; non possiamodire neppure un prato, a rigore. Perché possono esservi piùprati ed anche in più punti del pianeta Terra.

* 856-III *

Dom - Perdona, ho un dubbio dovuto certo alla miaincomprensione: in queste ultime lezioni avete parlato spessodi "riassorbimento di un sistema solare". Ora a me sembravadi avere capito, dal primo libro, che il "riassorbimento" fosseriassorbimento di tutto il Cosmo; che non potesse avvenire ilriassorbimento di un sistema solare prima, uno dopo.Evidentemente ho capito male.

Ris - Sì, figlia cara. Perché, vedete, in genere, in un primotempo noi diamo il concetto generale e successivamentescendiamo a dei particolari. Lo scopo per il quale scendiamo aquesti particolari è per cercare di chiarire e di togliervi questeinterpretazioni errate, che del resto non sono certamenteimputabili a voi, figli cari, ma a noi che nel dare il concetto ingenerale possiamo, appunto, incorrere in questi errori.

Allora vi dirò.... - il fratello Kempis vi ha detto - che ilCosmo nasce. Come nasce? Nasce prima il centro di questo

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Cosmo e la circonferenza di questo Cosmo;46 ed ecco che ilCosmo è delimitato. Ma dal centro del Cosmo, in tutti i sensi.Anche il piano fisico - quello che voi vedete alzando gli occhial cielo - ha un suo centro ben preciso. All'inizio, appunto sicondensano, partono da questo centro le materie più dense delpiano fisico; dal centro del piano fisico, partono le materie piùdense del piano fisico, e questo è analogo a quello che avvienein tutto il Cosmo, comprensivo di tutti i suoi piani. Perché voisapete che dal Logos si dipartono i vari piani: lo spirituale,l'akasico, il mentale, l'astrale, il fisico. Allo stesso modo perciascun piano, in modo analogo, avviene qualcosa del genere.

Il piano fisico ha un suo centro, e da questo centro si dipartela materia; la materia che inizialmente è allo stadio elementareUNITÀ ELEMENTARE; poi diviene PARTICELLA, poi CORPUSCOLO,NUCLEO, atomo e via dicendo, gas liquidi e solidi. Da questoformarsi di materia poi si ha il formarsi degli universi, si ha ilformarsi, appunto, delle varie parti che compongono il Cosmofisico, possiamo dire. Dal centro del piano fisico si dipartonotutti questi corpi celesti, ciascuno dei quali ruota attorno ad unproprio sole; sole simile al vostro, questo voi lo sapete.

Avviene, figli, che da questo centro i corpi tendono aspostarsi verso la circonferenza del Cosmo; del Cosmo fisico,badate bene; non fate confusione con la lezione del fratelloKempis, la quale riguardava il Cosmo nella sua completezza;completo di tutti i piani, dal fisico all'astrale al mentale e viadicendo. Noi stiamo parlando del Cosmo fisico, del pianofisico. La quale circonferenza - dicevo - è data da un qualcosa,da un limite, a questo piano fisico, a questo Cosmo fisico. Dalcentro del piano fisico si dipartono tutti questi sistemi solari, i

46 - Nel momento in cui nasce il centro, con esso centro si manifesta lalegge che ne determina la periferia, cioè il limite; ossia nasce anche, esimultaneamente, la periferia.

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Parte Prima

quali fanno parte di tanti universi, come voi sapete, fisici. Amano a mano si allontanano ad una certa velocità, velocità checresce col passare del tempo;47 e crescendo la velocità, lamateria fisica di cui sono composti questi universi, questisistemi solari, diminuisce di densità fino a raggiungere unavelocità critica per la quale, appunto, questa materia sidisintegra, si smaterializza.48 Ed ecco che avviene quello chenoi abbiamo chiamato il riassorbimento. Il riassorbimento nonsarebbe, in effetti, che la smaterializzazione della materiafisica. E questa disintegrazione avviene in uno spazio benpreciso, figli, - badate bene -, che sarebbe poi la circonferenzadel Cosmo, la quale appunto è determinata non da un ostacolofisico, non da un qualcosa di fisico, ma dalla applicazione diquesta legge; cioè della legge per la quale un sistema solare,raggiunta una velocità di allontanamento dal centro delpiano fisico, velocità critica, si smaterializza. Mi seguite,figli?

Dom - Tutti i sistemi solari nello stesso tempo?

Ris - No, figlia, non nello stesso tempo, noncontemporaneamente; perché non tutti si dipartonoistantaneamente dal centro. Voi dovete pensare che (il Cosmo -ndr) è una cosa vastissima. Noi - ripeto - facciamo delleimmagini le quali in se stesse sono molto meschine, madobbiamo riportaci alla vastità di questi spazi, è vero? Questoriassorbimento coincide, appunto, col divenire inutile il sistemasolare. Tutto è perfettamente ed esattamente calibrato.

47 - Si tratta, probabilmente, di velocità rispetto al centro del Cosmo.48 - Forse al lettore tornerà utile pensare, come fenomeno analogo, alsuperamento del muro del suono da parte di un aereo supersonico

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Dom - Ed allora, come ci avete detto che la nostraevoluzione può continuare su altri pianeti, è possibile chepossa continuare anche da un sistema solare ad un altro? Ono?

Ris - Vedete, figli, voi dovete pensare questo e non lasciarviinfluenzare da quello che è stato detto - in questo momento ioesprimo dei giudizi - specialmente da certi teosofi. Non ènecessario perché, appunto, lo scopo della incarnazione nelpiano fisico - dovunque sia questa incarnazione -, è quello diorganizzare il veicolo astrale ed il veicolo mentale. Una voltaorganizzati il veicolo astrale ed il veicolo mentale, di costituirela coscienza individuale. Una volta costituita la coscienzaindividuale, non vi è più necessità di incarnarsi nel piano fisico.Per cui il lavoro di organizzazione del veicolo astrale e delmentale, può essere tanto lungo - e quindi della costituzionedella coscienza - può essere tanto lungo da impiegare tantotempo e da dover occupare tanti ambienti, per cui sianecessario passare da un pianeta ad un altro, rispetto al Piano diEvoluzione Generale; ma non così lungo da dover passare daun sistema solare ad un altro sistema solare.

Dom - Come succede che la spinta sia più debole all'inizioche non alla fine? Noi siamo abituati a pensare al contrario.L'universo, partendo dal nucleo centrale, dovrebbe avere unacarica, una spinta X, che poi dovrebbe diminuire per attriti,per qualcosa che non si sa. In questo caso invece, si partepiano e poi si continua ad aumentare la velocità.

Ris - Perché, figlio, appunto, la forza è sempre duplice: unadall'interno e una dall'esterno. Vi è una vera e propriaaccelerazione, per questo motivo qua.

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Parte Prima

Dom - Ma la circonferenza, l'estremo limite del Cosmo,sarebbe il punto in cui le leggi che regolano il Cosmodiventano "critiche"?;un punto critico delle leggi, oltre il qualela legge non ha più valore, cade?

Ris - No, figlio. Appunto per questo prima insistevo perchémi pareva che nella esposizione non fossi stato molto chiaro.Cioè a dire: esiste una legge la quale riguarda la materia delpiano fisico; come questa legge, ve ne sono altre, ad esempio:l'inerzia dei corpi, inerzia che è appunto quella che determinaquello che tu chiedevi prima.

Dom – L'accelerazione....

Ris - In base a questa legge che ora ti dicevo, una materiafisica la quale raggiunga una velocità critica, determinata eprecisa, si disintegra, si smaterializza. È come dire: un pezzodi ghiaccio raggiunge una temperatura critica, si scioglie ediviene acqua.

Dom - Abbiamo avuto il caso di aerei anche noi....

Ris - Ma siamo ben lontani, è un'altra cosa, figlio. Perché làè un effetto di resistenza, di solidità nella costruzione degliaerei. Mentre qua si parla di velocità che si approssimano....aquelle che sono poi le velocità della luce (le velocità, plurale –ndr). È un'altra cosa.

Dom - Noi siamo in fase di riassorbimento?

Ris - Il riassorbimento, praticamente, inizia dalla nascita delCosmo. Adesso devo lasciarvi.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 1 Lug. 1961, 875-III *

Il Cosmo, pur essendo incommensurabile, è tuttaviadefinito. Allo stesso modo ogni piano di esistenza.

Dio solo, l'Assoluto, non ha limiti. Ma tutto quanto si trovain Lui è finito, tutto ciò che non si identifica in Lui è relativo.

Voi sapete che "piano" non è una limitazione in senso dispazio, ma di stato: i vari piani si compenetrano. Il piano fisico,o parte fisica del Cosmo, è vastissimo - basti pensare alleimmensità siderali - ma occupa un preciso spazio, ha una suadelimitazione; allo stesso modo è del piano astrale, del mentalee via dicendo, con la sola differenza che i limiti dell'astraleoltrepassano quelli del fisico in modo che si ha come uninsieme di sfere compenetrantisi e concentriche, una più grandedell'altra. Il Cosmo nel suo complesso, comprendente tutte lematerie e tutti i piani, ha il suo centro - ed è il Logos - e la suacirconferenza, rappresentata dall'ultimo piano di esistenza. Inmodo analogo ciascun piano ha un centro e una circonferenza.

Interessiamoci del piano fisico. Il centro di questo è il puntoattorno al quale ruotano gli universi astronomici; ma voi sapeteche ogni universo ha un suo centro attorno al quale ruotanotutti i sistemi solari che lo compongono, ed ogni sistema solareha un centro (un sole) attorno al quale ruotano tutti i pianeti chelo compongono. Ogni sole, centro del proprio sistema, è unquid del tutto speciale; lo stesso dicasi per i centri degliuniversi e per il centro del piano fisico. Questi "quid",compreso il vostro Sole, non sono corpi densi e caldi. Quelloche voi vedete del vostro Sole, ad esempio, è l'involucroformato di materia del piano fisico allo stato elementare, maall'interno il Sole non è caldo e non ha densità fisica: è energiache si trasforma in luce e calore al contatto con la materiafisica.

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Parte Prima

Che cosa determina la circonferenza o il limite del pianofisico?

Ciascun universo si allontana dal centro del piano fisico,da cui ebbe origine, con moto uniformemente accelerato.Quando questa velocità raggiunge un valore critico, lamateria si disintegra e ritorna energia. In quel punto ed inquel momento ha attraversato la circonferenza limite del pianofisico. Tale circonferenza, quindi, è determinata da questalegge:

“QUANDO LA MATERIA RAGGIUNGE UNA VELOCITA'X DI ALLONTANAMENTO DAL CENTRO DEL PIANO, SITRASFORMA IN ENERGIA”.

* 20 Ott. 1962, 6-IV *

L'intuizione è il più gran dono che l'uomo ha ricevuto daDio. L'intuizione rappresenta una forma di benedizione chescende sull'umanità. È un fluire della Scienza Divina che,dall'intimo dell'uomo, giunge alla sua mente e da questaall'esterno e agli altri uomini. Se non vi fosse questa possibilitàdi comunicazione, l'evoluzione dell'uomo e dei popoli sarebbemolto più lunga.

Quale è stata una intuizione importante in questo tempo?Una intuizione che ha ridimensionato tutta la scienza umana,una intuizione sulla quale la scienza dell'avvenire si fonderà: èla teoria della relatività.

Voi avete sempre saputo, che la manifestazione dell'Assolutoè relativa, è definita, anche se incommensurabile. Avete avutoquesta notizia, da sempre, ed alla maniera degli antichi avete"sentito" che ciò è vero, anche se non potete dimostrarlo intermini matematici.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Ma questa civiltà ha una caratteristica tutta particolare, ed isuoi figli amano poter dimostrare e scrivere ciò che essiscoprono; forse non accorgendosi in questo che le lorodimostrazioni, ad altre menti più semplici, non dimostranoniente. E cadendo in ciò che definiscono errore in altre civiltà:la impossibilità di comunicare una Verità ad altri.

La civiltà, o la scienza delle civiltà passate, dagli scienziatidi oggi è ritenuta ridicola perché non si può "dimostrare"; mafra non molto tempo anche la scienza della umanità di oggi nonsarà più dimostrabile a menti semplici, a menti che nonabbiano una preparazione specializzata. Ed ecco quindi checoloro che condannano, cadono in ciò che definiscono errore dialtri. La Verità, quindi, si può comunicare solo a chi è maturoper comprenderla, e questo assioma rimane valido per tutti itempi e tutti i popoli.

Voi non potete o non sapete dimostrare che lamanifestazione cosmica è limitata, è definita; ma quanto vi èstato detto questo voi avete sentito che ciò era vero. Così, tuttoquanto è in questa manifestazione cosmica, essendo essalimitata e definita, non può che essere limitata e definita, nonpuò che essere relativo.

Niente ha valore assoluto in questa manifestazione cosmicache non sia la Verità che trascende essa stessa manifestazionecosmica.

Ciò quindi che ancora non è stato compreso nella pienezzadel suo valore, nella giusta interpretazione, è quindi si ritieneche abbia un valore assoluto, non è altro che un valore critico.

Vi sono dei valori misurati dalla scienza che fino a ieri sicredevano assoluti; con la scoperta della relatività gli scienziatihanno capito che questi valori variano, che non sono assoluti.Le due rette che una volta non si incontravano mai, siincontrano, oggi, per la scienza, all'infinito. Lo spazio è curvo.

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Parte Prima

Ma vi è ancora qualche valore che la scienza definisceassoluto: la velocità della luce non è assoluta, è relativa; è unvalore critico, non assoluto. Oltre, è un trapassare da unamanifestazione ad un'altra manifestazione. Questo capirà lascienza.

E il retaggio di essa scienza? Sarà forse essa utileuniversalmente, per tutti gli uomini che dal momento della suamaturazione, della sua meta raggiunta, nasceranno sul mondo?No. L'antico assioma non può essere smentito perché esso èreale (cioè, vero - ndr). Essa scienza sarà utile per coloro chesaranno maturi per comprendere. Ma se a questa civiltà se neaggiungerà una successiva, se a questa 'razza' - voi dite - dianime ne subentrerà un'altra, ecco che la scienza di questarazza diventerà lettera morta, superstizione, per la nuova razzasubentrante.

E così è stato, cosi è, e così sarà perché il valore di ciò chel'uomo scopre non può essere comunicato, è un retaggioindividuale che ha senso di collettività solo quando gliindividui sono messi in relazione fra loro da un fattore comune:analoga evoluzione raggiunta.

* 1 Dic. 1962, 30-IV *

Quando noi parliamo di "levitazione" che cosa accade? È lamente, è la forza della mente che mette in moto determinaticongegni. Non vogliamo divagare in questo momento, ma è laforza della mente. La mente ha un potere che l'uomo neanchepensa, anche sulla materia fisica;49 naturalmente attraverso aquello che è il mezzo di comunicazione fra la materia fisica e lamateria mentale, cioè attraverso alla materia astrale.

49 - Si pensi a tutti quegli effetti cosi detti psico-somatici 169

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Naturalmente il mezzo di comunicazione deve esserci sempre,ma la mente ha questa possibilità.

* 15 Dic. 1962, 38-8-IV *

E - direte voi - com'è possibile che determinati individuiriescano, attraverso ad un soggetto in sonno ipnotico, aprodurre certi fenomeni quali la levitazione, fenomeni che ilsoggetto in stato di veglia non ha, e non ha neppure comefacoltà extra-normale? Ebbene, in questo caso dellalevitazione, poiché la volontà ha una grandissima forza, eccoche entrano in gioco quelli che sono detti gli spiriti elementarie viene comandato, attraverso a questi spiriti elementari, che siproduca il fenomeno della levitazione.

* 26 Ott. 1963, 134-IV *

Dom - Pare che la Terra sia in ritardo di qualche decimo disecondo nella sua rivoluzione intorno al Sole....

Dom - Dato che il Cosmo tende al riassorbimento, quinditutti i corpi che sono nel Cosmo si spostano verso la periferia eaumentano anche di velocità, anche la Terra che è legata alSole... deve trovarsi nelle stesse condizioni... Perciò sonoscettico su quello che i fisici hanno riferito.

Ris - Io credo che abbiano ragione, perché non si tratta di unaumento di velocità dei singoli corpi indipendentemente, ma diun moto traslato di tutto il Sistema. Quindi, in teoria, anchesull'orlo del riassorbimento del Sistema solare, ovverosia al

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Parte Prima

limite del piano del Cosmo fisico, laddove la materia - perraggiunta velocità - diviene energia, noi possiamo dire che laTerra girando attorno al Sole conserverebbe la stessa velocitàperché è un moto traslato di tutto il Sistema. È chiaro questo?Non c'entra la velocità di rotazione della Terra attorno al Sole,ma è tutto il Sistema - cioè il Sole, la Terra e quindi tutti glialtri pianeti - che traslano ad una velocità sempre crescente,fino a raggiungere la velocità critica, per cui la materia,appunto, passa allo stato di energia libera. Ma questo ritardoesiste veramente perché voi dovete tenere presente che la Lunatrasferisce la sua materia sulla Terra, ed ecco che aumentandola massa vi è questa modifica nella rotazione.

* 2 Nov. 1963, 137-IV *

Alcune filosofie ed alcune religioni intendono con"evoluzione delle evoluzioni" la evoluzione dei cicli dimanifestazione. Ma, badate bene, figli, che oltre i limiti delCosmo nel quale noi viviamo ed evolviamo,50 non possiamoservirci sicuramente della legge di analogia. Fermiamoci quindiai confini del Cosmo nel quale viviamo.

Perché, quindi, noi vi abbiamo detto, che anche dopo ilriassorbimento qualcosa permane del Cosmo nel quale viviamoed evolviamo? È chiaro, figli cari, se noi pensiamo che, inultima analisi, tutto quanto esiste in un cosmo non è cheSpirito, perché la materia del piano fisico è la condensazionedell'energia, o materia del piano astrale; che la energia a suavolta non è che una condensazione della mente, o materia delpiano mentale, e così via fino ad arrivare allo Spirito. Noi

50 - Più pianeti in un Sistema solare; più sistemi solari in un Universo; piùuniversi in un Cosmo; innumerevoli Cosmi nell'Assoluto.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

vediamo che nel Cosmo nel quale noi siamo e viviamo, tuttoquanto esiste non è che una diversa conformazione, una diversaformazione dello Spirito, base comune di ogni materia, unica esola e vera materia del Cosmo.

Al momento in cui il piano fisico viene riassorbito, spariscela materia del piano fisico, spariscono le forme, le densitàstesse di questa materia, ma non vi è nessuna distruzione,perché è come se un pezzo di ghiaccio per l'alzarsi dellatemperatura, tornasse allo stato di acqua. Ma la forma chequesto ghiaccio componeva non esiste più. E su su, se noirisaliamo fino al piano più alto del Cosmo - allo Spirito - noipotremmo essere indotti a pensare che una volta che il Cosmosia riassorbito, più nulla esiste di questo Cosmo; e che lo stessodestino dell'uomo, dell'individuo, di tutto ciò che da questoCosmo è nato e si è evoluto, finisca, si sciolga, più nullarimanga. No!

Ciò che dalla manifestazione di un cosmo nasce, si sviluppa,evolve, ed in questa manifestazione del cosmo si identifica inDio e con Dio, nell'Assoluto, non muore; non svanisce anche sei veicoli di questa nascita, di questa evoluzione, avrannoseguito la sorte delle materie che componevano quel cosmo.

Ecco perché noi vi abbiamo detto che oltre il riassorbimentodel Cosmo permane qualcosa; periscono le forme, le materie, iveicoli, ma ciò che si è evoluto, ciò che è nato, permane. Entrain diretto contatto con ciò che lo rende immortale... (omissis)...

Oltre il riassorbimento che cosa rimane? Le materie checomponevano il Cosmo ritornano laddove mai si sonostaccate. Perché se noi, ad esempio, ci interessiamo allamateria fisica allo stato atomico, noi vediamo che questamateria è quella che è, e rimane essenzialmente estrutturalmente quella che è, qualunque forma - essa materiadel piano fisico - componga. Se noi fissiamo la nostra

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Parte Prima

attenzione sull'elemento chimico acqua, è sostanzialmente estrutturalmente identico che questo elemento si trovi allo statomolecolare gassoso, liquido o solido. È vero, figli? Così è diciò che compone - se vogliamo usare una brutta parola chetradisce profondamente il concetto - di ciò che componematerialmente il Cosmo.

Alla radice, sostanzialmente e strutturalmente, è sempre loSpirito.

È sempre ciò che è al di là del Cosmo; che è nel Cosmo, nelManifestato e nel Non-manifestato. Che permea il Tutto,perché è il tutto.

* 7 Dic. 1963, 159-IV *

Ricordate ciò che abbiamo avuto occasione di dirvi aproposito di vita microcosmica e vita macrocosmica? Tuttovive. E l'individuo, all'inizio della sua evoluzione, percostituire, per sviluppare i veicoli di questa stessa suaevoluzione - quei veicoli che saranno necessari ad una fase piùavanzata della sua evoluzione spirituale - è legato a particolariforme di vita; ovverosia a movimenti, manifestazioni,fenomeni del piano fisico i quali, per loro natura, sono capacidi sollecitare certi veicoli più pesanti che, a loro volta, allorchésaranno formati, più sviluppati, potranno dare ulteriorisollecitazioni atte a sviluppare, organizzare veicoli più sottili.Fino a che sarà possibile, a questo individuo, avere a suadisposizione veicoli atti a manifestare più intensamente, piùestesamente la sua natura, e dalle esperienze avute attraverso aqueste manifestazioni, evolvere; seguire una fase dellaevoluzione individuale più complessa, più riflettente la suavera natura.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

In sostanza l'evoluzione dell'individuo va dalla formazionedei veicoli atti a sviluppare la natura dell'individuo, allamanifestazione di questa natura individuale ed oltre.

Tutte le forme di vita facenti capo ad una individualità, adun individuo, noi le abbiamo chiamate, definite, vitemicrocosmiche. È chiaro fino a qui?

Così il primo atto di questa manifestazione di vitaindividuale, il processo di cristallizzazione, l'abbiamo definita,per antonomasia, vita microcosmica in quanto a questofenomeno puro e semplice del piano fisico - quale può essere,appunto, la cristallizzazione in una qualunque forma conosciuta- oggi come oggi, è legato una individualità.51 Ovverosia,durante il processo per cui si ha una cristallizzazione di unasostanza o di un elemento, si hanno alcune sollecitazioni inquanto a questo processo - più o meno lungo -, è legata unaindividualità; in quanto da questo fenomeno si hanno alcunimoti, alcune reazioni che vanno a colpire una individualità neiveicoli più densi, più rozzi che questa individualità, per suaevoluzione, ha. Mi seguite?

Ciò non vuol dire però che se a questi processi dicristallizzazione non fosse legata una individualità, il processonon potrebbe avvenire. Il fenomeno della cristallizzazione deglielementi o delle sostanze in genere, è un processo cheobbedisce a leggi del piano fisico, della materia del pianofisico, ed avviene che sia a questo processo legato, o meno, unindividuo. Noi, ripeto, abbiamo definito il processo dellacristallizzazione come vita microcosmica per antonomasia, inquanto a questo processo, oggi e prima di oggi e per ancora del

51 - Per Individualità deve qui intendersi quel filo logico ed evolutivo checollega l'uno all'altro, come perle di una collana, in una catena che va daicristalli all'Assoluto, le varie manifestazioni degli individui di quellaIndividualità

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Parte Prima

tempo - ma non in assoluto - è legata una individualità. Miseguite, figli? Ma ciò non vuol dire che questo fenomeno siastrettamente e direttamente dipendente dalla presenza di unaindividualità: vale a dire che se non vi fosse una individualità,il processo della cristallizzazione non potrebbe avvenire;questo non è.

È - abbiamo detto - una manifestazione di vitamicrocosmica in quanto fa capo ad un microcosmo, oggi comeoggi; ma il processo in se stesso e per se stesso è un processoche è regolato, sostenuto, ed avviene, per leggi della materiadel piano fisico. Il giorno in cui non vi dovessero essere altriindividui a questo processo legati, cioè individui che iniziano laloro evoluzione, il processo egualmente avverrebbe.

Vi sono altre manifestazioni di vita semplici oltre lacristallizzazione; ma man mano che queste manifestazionidivengono più complesse, ecco che sono strettamente legate adun individuo. Ovvero esse non possono avere la loro più ampiaespressione, la loro massima manifestazione - relativa a queltipo di vita presa in esame - se a questa non è legato unindividuo.

Il corpo fisico di un uomo vive anche durante il sonno, cioèmentre l'individuo-uomo non manifesta se stesso con alcuniatti, parole e via dicendo; però la vita dell'individuo-uomo nonpuò dare la massima manifestazione di se stessa se non quandol'individuo è direttamente collegato e desto, funzionante, con ilsuo corpo fisico. Mi seguite, figli? Mentre il processo dellacristallizzazione ha una espressione, ha un valore identico,che ad esso sia legato un individuo o no. Fra questi dueestremi vi sono - ripeto, come voi sapete, del resto - unainfinità di vite microcosmiche, alcune delle quali non possonosussistere nel loro pieno fulgore se non sono legate, come perl'uomo, direttamente ed immediatamente ad una individualità.

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Altre invece ve ne sono che possono avere un loro ciclo, unaloro esistenza, anche indipendentemente dal collegamento omeno con una individualità; cioè sono più vicine al processodella cristallizzazione.

Che cosa vuol dire "evoluzione", e che cosa vuol dire"trasformazione".

Perché noi possiamo vedere un individuo, o se no la vita diuna specie, e vediamo che questa specie nel corso degli anni,con il trascorrere del tempo, è mutata. Si dice: "è evoluta". Maperché? Potremmo semplicemente dire: "ha subito unatrasformazione". Perché l'uomo evolve?

Per evoluzione, noi intendiamo qualcosa che si trasforma, sì,ma che dal più semplice va al più complesso; o che da unamanifestazione semplice, attraverso a gradi, cresce, espandequesta manifestazione, la rende più completa; qualcosa che daun primo atto semplicissimo, attraverso a passaggi graduali,atti di questa evoluzione, arriva a manifestarsi in forma piùcomplessa, ad esprimere gradi sempre maggiori di mente o dicoscienza o che dir si voglia. Mi seguite? Questo, per noi, è"evoluzione".

Se non consideriamo questa particolare teoria che va da unamanifestazione più semplice ad una manifestazione piùcomplessa, e se non teniamo presente questo concetto, noipotremmo dire che tutto si trasforma, ma non che tutto evolve.Questo può servirvi per alcune considerazioni che potrete fare,in seguito.

Io credo con questo di aver chiarito il senso del discorsodella sorella Nephes: cioè che il giorno in cui cesseranno diessere emanate delle individualità, non vorrà dire chespariscano le forme di vita microcosmica più semplici quali voioggi le conoscete; ovverosia, ad esempio, il processo dicristallizzazione, perché il processo di cristallizzazione è un

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Parte Prima

fenomeno della materia del piano fisico che è - per ragionicontingenti - legato oggi ad una individualità - ovverosiamoltissimi processi di cristallizzazione fanno capo ad unaindividualità, ad un individuo -, ma ripeto, il processo, ilfenomeno, in sé può esistere benissimo anche senza che vi siaquesto legamento, questo collegamento.

* 25 Genn. 1964, 186-IV *

Vi abbiamo uditi parlare questa sera di alcuni argomenti, esiamo lieti di dirvi che le risposte che voi stessi avete trovate,sono, in certo senso, esaurienti. Necessitano solamente dipoche precisazioni.

Riguardo alla prima domanda che vi siete fatta occorreprecisare, figli cari, che il non esistere incluso nel concettodell'esistere dell'Assoluto, non riguarda l'Assoluto. L'AssolutoÈ CIO' CHE È, ciò che Esiste; ma come Assoluto... Nelconcetto dell'esistenza, è compresa la non-esistenza; non sipotrebbe dire che qualcosa esiste se non vi fosse il non-esistere.L'Assoluto Esiste. Qual è il non esistere dell'Assoluto?

L'Assoluto è ciò che è, ed il non esistere di ciò che è, èl'esistere in forma diversa: ovverosia il manifestarsi ed ilriassorbirsi dei Cosmi.

L'Assoluto Esiste. Il non-esistere dell'Assoluto è il non-esistere di ciò che è nella forma in cui è; ovverosia l'esisteredi qualcosa in forma diversa; ovverosia l'esistere delrelativo. Occorre meditare su questa affermazione, edattraverso a questa affermazione sono sicuro che voicomprenderete questo passaggio.

Riguardo all'Eterno Presente, non possiamo che riportarci,come avete fatto voi, all'esempio che il fratello Kempis ebbe

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modo di fare, della pellicola cinematografica. Ma come esce ilmoto relativo in seno al moto assoluto? Noi vi abbiamo dettoche cosa intendiamo con "moto assoluto", e se per un istantenoi fissiamo l'attenzione in una rappresentazione di questomoto assoluto, in una rappresentazione fatta per nostracomodità, e raffiguriamo questo moto ad un piano, lamanifestazione di un cosmo equivarrebbe al tratteggiare, inseno a questo piano, una porzione di esso. Supponiamo dicircoscrivere, di tracciare una circonferenza su questo piano.Ebbene, figli, il moto relativo esce dalla circoscrizione diquesto piano, esce dal limitare il piano in una porzione. Miseguite, figli?

In seno a questa circonferenza, non è più moto assoluto, maè moto relativo. Ecco il Cosmo.

L'Eterno Presente52 è l'essere in Dio del Tutto, è l'esservinella Sua Infinita Presenza e nell'Eterno Presente. Poiché iltempo e lo spazio che risultano - sia pure in termini diversi -, inseno ad un cosmo, cioè laddove vige, esiste, il moto relativo,laddove i moti che si possono esaminare sono circoscritti dalCosmo, e per questo divengono relativi; nell'Eterno Presentetutto non può che esistere in un unico attimo eternamentepresente, poiché nell'Assoluto non vi sono confini.

L'Assoluto non ha confini. Nell'Assoluto vi sono i cosmi edi cosmi hanno i confini, ma l'Assoluto non ha confini. E lanatura stessa dell'Assoluto, che non ha confini, non può cheportare all'Eterno Presente.

Comprendo che queste affermazioni, per voi, siano motivodi incertezza e non possono essere afferrate immediatamente.Ma confido sempre, figli, che meditando riusciate a capirequello che io ho cercato di dirvi.

52 - Cioè sentire tutto - manifestato e non-manifestato - in un medesimoistante senza tempo

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Parte Prima

Allora, il tempo e lo spazio nascono, quindi, ed esistono - hodetto prima, sia pure in entità diverse - nel piano fisico, poichéogni piano ha il suo tempo e il suo spazio. In seno allacirconferenza che noi abbiamo idealmente tracciata vi sonoaltre limitazioni, e ciascuna limitazione da luogo ad un motoche le è proprio. Così, la limitazione che è delineata nel pianofisico, e che dà luogo al piano fisico, dà luogo ad un tempo eduno spazio; la limitazione che dà luogo al piano astrale, dàluogo ad un tempo ed uno spazio del piano astrale, e così via.Ma nell'Eterno Presente, tutto è presente, eternamente53 allostesso modo. E non v'è né prima né dopo, come sapete.

Secondo l'esempio che il fratello Kempis ebbe l'occasione difare, la individualità trae l'illusione del tempo, e del passare deltempo e del muoversi nello spazio, del susseguirsi degliavvenimenti, essendo legata secondo una convenzionalesuccessione: un fotogramma dopo l'altro che scorre di fronteall'obbiettivo. Mi seguite, figli? Ma noi, a rigore, potremmodire che in ciascun attimo del vostro tempo non è sempre lostesso oggetto che permane, ma ciascun attimo ha un suooggetto, ciascun attimo è un tempo ed uno spazio.

Se vi fossero in questa stanza un'infinità di tavolini, comequesto che sta davanti a voi nel momento presente, ciascunoper ogni istante del vostro tempo, e questi si susseguissero conil susseguirsi del tempo, figli, voi avreste la percezione di averedi fronte a voi un solo tavolino; ma in effetti vi sarebbe untavolo per ogni attimo del vostro tempo. Così è del Cosmo.

Non vi è mai accaduto di pensare ad una persona che, diconsueto, voi sapete legata ad un luogo? Cosa posso dirvi?, ilguardiano di un museo, che voi conoscete e che siete usi apensare vicino alla porta di ingresso di questo museo. Se voi ungiorno incontraste questo guardiano per la strada, mentre siete

53 - Cioè, nel non-tempo179

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

diretti a visitare il museo, e faceste con lui la stessa stradaconversando, vi sarà certamente capitato - in un caso analogo aquesto - di pensare al museo e di vedere ancora il guardiano alsuo consueto posto, quasi se la persona che vi sta accanto nonfosse proprio quella stessa che voi state pensando.

Ebbene, figli, c'è qualcosa di vero in tutto ciò; nessuno divoi e nessuno degli oggetti che sono nel piano fisico, e diconseguenza nel Cosmo, è il medesimo di quello che ènell'istante che voi lo pensate, rispetto all'istante successivo.Tutto è in continuo moto e in continua trasformazione. Lamateria che compone questo tavolo non è la stessa che locomponeva un attimo prima. Vi è qualcosa che conserva laforma e che richiama attorno una materia, o della materia, inmodo che la forma si compone; ma questa materia checompone la forma è in continuo scambio, e che tiene insiemequesto oggetto non è la materia, figli cari, ma è questo"qualcosa". È una intessitura particolare, se vogliamo, èun'idea, ma non solo l'idea: è la matrice stessa di questooggetto.

* 29 Febbr. 1964, 212-IV *

Noi non possiamo, in un cosmo, localizzare dove è, nellospazio, un Logos.

Il Logos è il centro ideale del Cosmo, ma non può essereubicato nello spazio, nello spazio del piano fisico, soprattutto.Eppure, essendo "centro ideale", e pur non essendo possibilelocalizzarlo nello spazio fisico, figli, voi potete immaginarequale importanza ha il Logos. Se non vi fosse il Logos, che è ilfulcro della manifestazione cosmica, che rappresenta l'unità delCosmo, se non vi fosse questo Logos, non vi sarebbe una vita

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Parte Prima

cosmica con una medesima finalità; non vi sarebbe, forse,nessuna vita cosmica, poiché sarebbe un insieme fortuito dielementi che, essendo uniti insieme, originano un carattereprecario e provvisorio in qualche fenomeno. Ma la ragione,l'ordine, lo svolgersi preciso equilibrato, e soprattutto con unicafinalità, della vita cosmica trae origine, sostegno, proprio dalLogos, dal fulcro del Cosmo, dalla pietra cubica del Cosmo,dal primo alito di manifestazione del Cosmo.

* 29 Mar. 1964, 244-IV *

Dom - Potrei fare una domanda? Ci è stato detto chequando un pianeta ha finito la sua vita, passa la sua materiaad un altro o ad altri pianeti. Come avviene questo? In formadi pulviscolo?

Ris - La materia che possa trasferirsi più facilmente è lamateria allo stato subatomico; ma ciò non toglie che possaanche trasferirsi materia allo stato atomico sotto forma dipulviscolo. Nell'uno e nell'altro modo.

* 18 Apr. 1964, 261-IV *

Facendo degli esempi, avete poi cercato di trovare unaspiegazione anche logica - 'scientifica', come voi l'avetechiamata -, alla realtà di ciò che è. E se è vero che tutto èscienza, che tutto ha una sua ragione e che, capìta questaragione, tutto appare chiaro al pari di un qualunque fenomenodella fisica; è altresì vero che nella comprensione della RealtàUltima, per l'uomo può essere di aiuto e di riferimento più

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

preciso, più prossimo a ciò che è, la filosofia. Perché la fisicaquale voi la conoscete, pur facendo parte di realtà cosmiche,figli cari, pur facendo parte di realtà che riguardano la materiafisica e per questo quindi non al di fuori della Realtà Ultima,non può portarci o indirizzarci alla comprensione di ciò che staal di là di questa materia; sia pure se ci serviamo, in questatraslazione nella comprensione, della analogia.

Quindi, figli cari, noi possiamo cercare di comprendere, edobbiamo cercare di comprendere la Realtà Ultima, la Realtà diCIO' CHE È. Ma se vogliamo seguire un metodo, se vogliamoavvicinarci con più esattezza verso questa comprensione, nonpossiamo che servirci di quella che gli uomini chiamano"filosofia".

E con questo non voglio dire, figli cari, che la Realtà Ultimasia meno tangibile e meno precisa delle leggi che voi conoscetee che riguardano la materia del piano fisico. Con questo nonvoglio dire che la Realtà Ultima sia qualcosa di vago einopinabile, che possa essere spiegato in un modo o nell'altrosecondo le varie interpretazioni. La veste può cambiare, laRealtà è Unica, figli, e rimane quella che è... (omissis)...

Dio - vi abbiamo detto - è il Tutto. La Sua Natura: interna(Amore), esterna (Vita), eguale moto assoluto. Ma nonpossiamo paragonare questo amore al calore, se non per un fineunicamente personale. O trovare altre parole che non dianoluogo a facili equivoci, perché, figli, il calore quale l'uomo loconosce, o quale la fisica lo conosce, riguarda unicamente -dice la scienza - il moto delle molecole; e noi diciamo "degliatomi", per maggiore esattezza. Al di là dello stato atomiconon esiste il calore; riguarda la seconda parte della materia delpiano fisico, quella che si suddivide in tre densità: gassosa,liquida e solida. Non riguarda la prima parte, nella quale ladensità non risulta da un accoppiamento più o meno lasco delle

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Parte Prima

parti costituenti, ma risulta da un numero maggiore o minore diUNITÀ ELEMENTARI composte in PARTICELLE, CORPUSCOLI eNUCLEI.

Il calore, per la fisica - io vado oltre ciò che avete detto,perché ritengo sia interessante ricordare, per voi, secondoquello che insegna la vostra fisica -, non è che un moto dellemolecole: degli atomi, diciamo noi. E per l'appunto la densitàdella materia fisica densa, nel mondo delle molecole e degliatomi, nasce ed è il risultato della più o meno stretta o lascaunione degli atomi, delle molecole tra loro.

Ecco perché il calore può far passare una materia dallo statosolido allo stato liquido, allo stato gassoso; ma non può farpassare una materia allo stato di energia. A meno che, figli, nonsi intenda per "calore", movimento, ma allora dobbiamo dire"movimento" e non dobbiamo dire "calore", è vero, figli?Perché - sì - il calore in effetti non è che un moto dellemolecole; ma noi diciamo, figli cari, che il calore è quel tipo dimoto, ed è quel tipo di moto di quella materia. Quindi è cosadiversa dire che il moto è calore. Il moto è moto, e diventacalore quando ciò che è in movimento sono atomi di materiafisica densa.

Avete anche, parlando dell'esempio che avete fatto,accennato alla smaterializzazione. Ed io prendo spunto daquesto vostro esempio - il quale mi serve unicamente per trarnequesti argomenti che io desidero accennarvi - in quanto ho giàrisposto, prima, sul valore che l'uomo può dare a questi esempi,e su quale è il tipo di meditazione, di riflessione che piùsicuramente e precisamente possa condurci ad avvicinarci allacomprensione della Realtà Ultima; e dicendo questo ho giàdetto quello che volevo dire.

Ma avete parlato della smaterializzazione: ebbene ricordateche la smaterializzazione avviene attraverso a molti sistemi.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Avete ricordato quello che avemmo a dirvi a proposito deiconfini del Cosmo, dei sistemi che, traslando, raggiungono unavelocità critica, fino a smaterializzarsi.

E quello è un sistema, ed è il sistema principe che riguardala smaterializzazione ed il riassorbimento del piano fisico; manon è l'unico che può esservi per la materia di questo piano.Voi sapete benissimo che qualunque materia del piano fisicopuò essere ricondotta allo stato di energia, senza che per questosi debba ricorrere ad una velocità critica. Ma non dovetecredere che un sistema solare, il quale partendo dal centroideale del Cosmo, raggiunta una velocità critica sismaterializza - cioè raggiunto il confine del piano fisico - sismaterializzi per il calore, l'attrito con l'atmosfera che lì puòessere. No, perché, se fosse possibile collocare questo sistemain un vuoto assoluto - il che non esiste, ma per assurda ipotesiciò fosse possibile -, ebbene egualmente il sistema sismaterializzerebbe, la materia del piano fisico tornerebbe allostadio di energia. Perché, ripeto, non è il calore, ma è lavelocità.

Ed allora, è la velocità che raggiunge il sistema che, da sola,è capace di smaterializzare questa materia, o è qualcos'altro?

È qualcos'altro, figli. La velocità che raggiunge il sistemanon è altro che la causa la quale produce, in seno alla materiaelementare di cui è composto questo sistema, una rottura diequilibrio - se così volete chiamarla - tale, che la materia siriconduce allo stadio di energia. Cosicché, figli, se noiproduciamo in un sistema che si trova in questa stanza lo stessoeffetto nella materia che si produce in quei sistemi chegiungono alla periferia del Cosmo fisico, questo oggetto sismaterializza. Mi seguite? Quindi la smaterializzazione delpiano fisico avviene, per il piano fisico, alla periferia delCosmo in conseguenza della velocità critica che ogni sistema

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Parte Prima

solare raggiunge allontanandosi dal centro ideale del Cosmo.Ma la smaterializzazione singola, parziale, della materia delpiano fisico, figli, può avvenire in ogni momento, purché siproduca in seno alla materia che si vuol smaterializzare lostesso effetto che si riproduce ai confini del Cosmo fisico. Nonso se sono stato sufficientemente chiaro.

Questo, figli, non per spiegare ciò che volevate dire con ilvostro esempio; è tutt'altra cosa, ma prendendo da questoesempio motivo per precisare cose già dette e per precisare levostre idee. Mi auguro di esserci riuscito... (omissis)...

Dom - Scusa, hai detto prima che il vuoto assoluto nonesiste. E la Notte di Brahma?54

Ris - Non è il vuoto assoluto. È il ritorno alla Unità. È unostato di esistenza in forma - come dire? - elementare, inpotenza, omogenea. Mentre il Giorno di Brahma è uno stato diesistenza in forma eterogenea. Il vuoto assoluto non puòesistere.

Dom - Scusa, parlando della velocità critica, oltre la qualeun sistema solare si disintegra, intendevi forse una solavelocità o due velocità, nel senso: la velocità che ha il sistemasolare nello spazio, soltanto questo; oppure la velocità che hail sistema solare nello spazio e la velocità degli atomi checostituiscono questo sistema solare?

Ris - La velocità critica riguarda unicamente la velocità ditraslazione del sistema, la quale produce un mutamento nellamateria che compone quel sistema, nella materia elementare

54 - Per Notte di Brahma può intendersi "Ciclo di non-Manifestazione",ossia ciò che separa un ciclo di Manifestazione dai cicli adiacenti

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che compone quel sistema. Intendi, figlio? Non possiamoparlare di velocità della materia elementare; ma produce unmutamento nella materia elementare che compone il sistema.

Dom - Sembrerebbe quasi che il sistema solare si dissolvaper sfregamento, per attrito. Invece non può essere....

Ris - No. L'ho escluso proprio io, è vero? Ho detto che sequesto sistema fosse....

Dom – È forse come una "risonanza"?

Ris - Qualcosa del genere... qualcosa del genere. Se fosse inun ambiente di vuoto assoluto - e questo non è, per quanto voisappiate che nello spazio interstellare la materia sia molto,molto rarefatta, tanto che la scienza si avvicina a dire che esisteil vuoto - se ciò invece fosse possibile, che traslando il sistemasolare si trovasse in un ambiente di vuoto assoluto - il quale peraltro non potrebbe avere neppure dimensione - pur tuttavia, ilsistema solare si disintegrerebbe raggiunta la velocità critica,limite di allontanamento rispetto al centro del Cosmo fisico,perché avviene un qualcosa - e ti ringrazio di avermi suggeritola parola risonanza, se può aiutarvi a comprendere -, in senoalla materia elementare fisica che compone il sistema solare.

Dom - La velocità di rotazione, rispetto al centro ideale delCosmo, resta sempre costante? Dovrebbe restare semprecostante.

Ris - Rispetto al centro ideale, tu dici, figlio?

Dom – Sì.

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Parte Prima

Ris - Per la verità vi sono dei mutamenti anche rispetto aquesto centro ideale.

Dom - Cioè questa velocità di rotazione muta?

Ris - Sì. Di tutto il sistema, però. Di tutto il sistema. Maquesta mutazione non è così rilevante. Vedi, se noi prendiamoun sistema solare e consideriamo la velocità di rotazione deisingoli pianeti attorno a questo sole del sistema, noi vediamoche queste velocità mutano, mutano in forma minima; nonrilevante. Per questo motivo io rispondendo alla tua domanda,debbo dire che la velocità muta perché non rimane costante; manon muta in modo così rilevante da far cambiare il senso dellarisposta che io ti do.

Dom - Allora muta il raggio …

Ris - Noi non possiamo dire che vi sia una rotazione intornoal centro ideale. Per ora noi abbiamo parlato unicamente diallontanamento da questo centro ideale - mi segui, figlio? - ilche non vuol dire che necessariamente debba esservi unarotazione attorno a questo centro.

Dom - Scusa, mi parrebbe che avvenga il processo inversodi come si è formata la materia; cioè da energia, materia.

Ris - Tu intendi nella disintegrazione? Certo.

Dom - Quindi quando si è prodotto l'accoppiamento dellemolecole elementari, c'è stato un fenomeno che poi si rovesciain senso inverso per la disintegrazione. Volevo dire che è piùuna questione di stato....e vi sono molte concomitanze. La

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velocità che è fondamentale e che da luogo appunto....

Ris - Questa velocità, lo ripeto ancora una volta, non è chela causa che produce come effetto una mutazione in seno allamateria elementare che compone il sistema. Il sistema solareche si allontana dal centro ideale del Cosmo fisico, ad unavelocità crescente, raggiunge una velocità critica, per cui lamateria che lo compone si disintegra, si smaterializza. Maquesto non è un consumarsi di questo sistema che, raggiuntauna velocità, si surriscalda - come qualcuno di voi potrebbepensare - ma è un mutare, un rompere, in seno a questa materiaelementare, l'equilibrio che la faceva esistere in quello stato.

* 25 Apr. 1964, 272-IV *

....In quanto poi alle radiazioni - perché molte teorie dellaradioestesia si fondano sulle radiazioni che ogni oggettoemanerebbe - questo è verissimo. Voi lo sapete benissimo dallascienza che studia proprio le radiazioni degli oggetti: lapsicometria.

Ciascun oggetto ha una sua radiazione; e fisica e, direi,anche psichica.

È fisica nel senso che ha proprio una radiazione dellamateria che compone l'oggetto; è psichica in quanto questooggetto conserva come il ricordo di tutto quanto avvieneattorno a lui: capta come delle onde psichiche che sisprigionano dalle creature che sono state vicine a questooggetto: le capta, le conserva.

Dom - E questo captare, è captato con lo psichismo dellemolecole? Chi, cosa è che capta?

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Parte Prima

Ris - Come posso dirti? Non possiamo dire la materia, maproprio la stessa radiazione conserva in sé....l'altro tipo diradiazione, quella psichica che quasi rimane....attaccata. Nonso, facciamo un esempio: tu hai ricevuto in questa stanza unaforte impressione, tu hai sprigionato delle radiazioni psichichein questa stanza. Come è che queste rimangono come unite,collegate a questi oggetti della stanza?

Prima di tutto perché tu stessa, ricordando l'avvenimentoche ti è accaduto in questa stanza, esattamente tu leghi questoavvenimento alla stanza, cioè all'insieme di tutti gli oggetti chesono in questa stanza, e di tutte le cose che sono in questastanza; tu proprio fai dipendere questo avvenimentoprecisamente dal posto ove è accaduto. Ecco che quindi nelricordare, nel rammentare, nel ripensare, si rafforza il fatto chequeste radiazioni psichiche rimangono inerenti agli oggetti diquesta stanza. Cosicché un veggente, uno psicometra,servendosi come testimonio di uno di questi oggetti dellastanza, potrebbe rivedere questo avvenimento che è accaduto;proprio perché la forma pensiero, il ricordo, l'avvenimento cheè accaduto nella stanza, resta unito agli oggetti.

È la forma pensiero, il ricordo. È nel ripensare stesso che siunisce la stanza all'avvenimento, con ciò che è accaduto.

A proposito di questo, vi dirò che questa stanza conserveràcerto il "ricordo" di tutte le nostre riunioni, è vero? E noi ciauguriamo che il nuovo ambiente che vi accoglierà possaegualmente essere testimone di questi miracoli che ci unisconoe di questi insegnamenti che da noi vengono a voi. Masoprattutto possa essere testimone di questo nostro grandeamore che vi portiamo.

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* 16 Mag. 1964, 280-IV *

Ed infine, figli, vi siete soffermati sulla legge di causa e dieffetto, cercando di capire che cosa è che determina ilripercuotersi di un effetto; che cosa avviene quando unindividuo muove una causa, che cosa vibra, che cosa è che èinteressato nel momento in cui l'individuo muove una causa.

La legge di causa e di effetto è una legge cosmica cheimpera in ogni piano di esistenza del Cosmo, perché è unalegge fondamentale e in ogni piano di esistenza opera; opera inmodo analogo. Nel piano fisico la vostra scienza la chiama"azione e reazione". Così, un liquido che evapora perl'esistenza di un ambiente caldo, con il suo evaporare crea unabbassamento della temperatura.55 All'azione "calore", succedela reazione "freddo". Questa è la legge di causa e di effetto nelpiano fisico.

Quindi, in altre parole, noi potremmo dire che ciascunamateria, la quale si muova per una qualche ragione, produce unmovimento di reazione. La legge di causa e di effetto cosìgenericamente enunciata, vale per tutte le materie di tutti ipiani di esistenza. Le modalità per le quali questi movimentidi reazione accadono, sono diverse se diversa è la materia; equindi, poiché voi sapete che in ogni piano di esistenza lematerie sono diverse - anche se questa diversità, in ultimaanalisi, può ridursi ad una differente sottigliezza - ebbene, figli,i movimenti di reazione sono diversi, se pure, ripeto, in ognimateria, in ogni piano esistono questi movimenti di reazione.Ed allora quando l'uomo, o l'individuo, muove una causa,occorre analizzare che tipo di causa muove.

Voi avete detto: "supponiamo che un tizio schiaffeggi un suo

55 - Esempio del principio chimico dell'equilibrio mobile, noto anche come"principio di Le Chatelier"

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Parte Prima

simile", portando questo esempio come se si trattasse di unaazione e reazione del piano fisico. No, figli, siamocompletamente al di fuori. L'azione che un individuo può farenel piano fisico, ma che non interessi la materia del pianofisico, non interessa appunto la legge di causa e di effetto che siripercuote nel piano fisico. Non so se sono sufficientementechiaro.

La legge di causa e di effetto si ripercuote nel piano fisicosulla materia di questo piano, e solo quando la materia delpiano fisico viene posta in movimento avviene un movimentodi reazione; ecco il fenomeno che è regolato dalla legge dicausa e di effetto nel piano fisico, è questo.

Un individuo, ad esempio, scalda del liquido, ed ecco chequesto liquido, evaporando, produce sulla superficie dievaporazione un abbassamento di temperatura; ecco, è quello ilfenomeno che riguarda la legge di causa e di effetto dellamateria del piano fisico. Le altre azioni che l'individuo muovenel piano fisico non riguardano la legge di causa e di effetto nelpiano fisico. Così se io, ad esempio, prendo in esame unacreatura la quale desideri di impossessarsi di denaro, io debboanalizzare e distinguere e vedere se questo desiderio vienedall'io56 - nel senso che attraverso al denaro l'individuo pensa diacquisire prestigio e potere - ed ecco allora che l'azione che iomuovo, la muovo nel piano mentale; oppure se possa essere undesiderio che possa essere imputato al piano astrale. Forse, inquesto caso, non direttamente, è vero, figli? Ma occorredistinguere.

Comunque sia, è sempre valido il principio generale: che siaun movimento del veicolo astrale o sia un movimento delveicolo mentale, la materia viene mossa dall'individuo - perchévoi sapete che un pensiero non è che un moto del corpo

56 - L'io personale ed egoistico191

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mentale - ed a questo moto corrisponde un moto di reazione. Aquesto causare un movimento dell'individuo in un determinatosenso, qualunque esso sia, in senso favorevole o sfavorevole, insenso egoistico o altruistico, un desiderio dettato dall'amore alprossimo o dall'egoismo, in qualunque senso sia, a questo motocorrisponde, per principio generale, un moto di reazione cheinteressa la materia di ciascun piano di esistenza in virtù dellaLegge di Causa e di Effetto.

Ebbene, figli, se una creatura prova un intenso odio, adesempio, per un'altra creatura, a questo suo moto corrisponderàun altro moto di reazione e questo suo porsi in uno statod'animo di odio, non farà che richiamare, per reazione, un"qualcosa" attraverso al quale l'individuo cesserà di odiare.

* 22 Nov. 1973, 321-IV *

Perché abbiamo detto, "Era importante questo?" Perchévedete, figli cari, noi dobbiamo proseguire nel nostroinsegnamento, come sempre abbiamo fatto, e non possiamosoffermarci se non il tempo necessario per farvi raccogliere unistante per riordinare le idee, ma sempre andare avanti. Nonpossiamo continuare a ripetere le stesse cose; tradiremmo loscopo per il quale ci presentiamo. Se dovessimo ripeteresempre le stesse cose allora dovremmo cambiare gliintervenuti; faremmo una missione di comunicazione di certeVerità fra gli uomini ed una volta posto a conoscenza un certogruppo di queste Verità, sarebbe logico e necessario cambiare ilgruppo per portare le stesse Verità a conoscenza di altri. Ma noiinvece vogliamo parlarvi di cose nuove, sempre, fin dove ci èpossibile, e vogliamo che voi ci seguiate, compresi gli ultimi divoi che sono venuti fra noi e che tanti sforzi fanno dal loro

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Parte Prima

canto per raggiungervi. Allora, per andare avanti, dobbiamodire le cose nel modo più preciso possibile, perché se noi lediciamo in un modo che sia più facilmente comprensibile a voima non preciso, quando poi siamo al punto di spiegare le Veritàsuccessive ci troviamo in difficoltà.

Se voi non avete compreso che questo vostro corpo fisiconon è neppure una realtà fisica come voi l'intendete, come delresto tutto il piano fisico al quale l'uomo dà tanta importanza;se non siete convinti di questo, adesso che apriamo una nuovavia dell'insegnamento, un nuovo capitolo, un nuovo gradino -quello che voi volete - se non avete capito questo, ecco che voivi trovate in grande difficoltà, voi a seguirci e noi a spiegarci.Perciò è possibile, sì, comprendere la Verità, ma comprenderlanel modo più preciso possibile; denunciarla nel modo piùaderente possibile alla Realtà. Altrimenti poi, ciò che puòessere enunciato con faciloneria e semplicità per farvicomprendere superficialmente, viene poi a tradire lacomprensione di altre Verità successive. Noi vi abbiamoinvitati ad un ripasso generale per questo motivo, ancora loripeto.

* 6 Dic. 1973, 332-IV *

Voi dite: "Certo che dobbiamo fare in un certo senso atto difede, perché noi non abbiamo mai costatato questacaratteristica del piano astrale".57 Ma del resto posso dirvi chevoi fate sempre un atto di fede anche quando accettate cheesista la città di New York o un altro paese nel quale non sietemai stati e del quale altri vi hanno parlato.

57 - Ci si sta riferendo alla caratteristica della materia astrale di prendereforma e consistenza sotto l'impulso del desiderio e della volontà

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Ecco, allora, figli, se non avete difficoltà a capire questostrano mondo astrale nel quale la materia prende la formadesiderata, vorrei che mi diceste qual è la realtà del pianoastrale, quale la sua unicità materiale, per non dire "fisica"come voi avete detto.

Dom – È una materia indifferenziata.

Ris - Certamente; che prende forma e che compone unmondo particolare per ciascuno di coloro che soggiornano inquesto piano. Così io, terzo osservatore estraneo che sia tantosveglio astralmente da non rimanere a mia volta vittima dellaillusione astrale, vedrò le due realtà: la realtà delconferenziere58 e la realtà della signora della società; entrambe,è vero? Perché se io non sarò svincolato dalla illusione delpiano astrale, allora anch'io costruirò la mia realtà e giurerò chequella, e quella sola esiste parlando in una comunicazionemedianica. Ciascuno - sia il conferenziere che la signora, che ilterzo osservatore non svincolato dalla illusione del pianoastrale - giurerà che quella che è la sua vede, quella che è unaunicità della materia del piano astrale; perché quella e quellasola vede. Ma se il terzo personaggio è svincolato dall'illusioneche è inerente alla materia del piano astrale, vedrà entrambe lealtre due realtà e dirà: "nel piano astrale esistono due realtà:quella del conferenziere e quella della signora mondana".

Ora, quale differenza c'è fra il piano fisico e il piano astrale?Naturalmente parliamo di una cosa un po’ esemplificata,schematizzata. La differenza è questa sola: che le storie diciascun individuo che è del piano fisico non sono immaginate

58 - Ci si riferisce ad un'entità del piano astrale che, nello specifico,immaginava di tenere delle conferenze e di essere applaudita da unpubblico, e che dunque plasmava le materie astrali in tal senso.

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Parte Prima

ma sono pre-costituite; cioè quelle forme che nel piano astralenascono di volta in volta secondo la immaginazione di coloroche sono nel piano astrale e sotto quella spinta, sono invece giàcostruite, già esistenti - mi seguite, figli? - per cui non mutanosecondo la volontà dell'individuo che le vive, ma l'individuo lesegue come sono state costruite. E mentre nel piano astrale imondi individuali del nostro esempio59 non hanno nessun puntodi contatto fra loro pur avendo le stesse forme - perché ilconferenziere aveva immaginato di avere tra il suo pubblico lasignora X e così la signora X aveva immaginato di avere fra isuoi ospiti il conferenziere A - però, in effetti, mai il "sentire"del conferenziere percepiva il mondo comune alla signora X;erano due storie totalmente diverse. Mentre nel piano fisico ladifferenza è che i fotogrammi si intersecano. Cioè che vi sonodei fotogrammi comuni, nel piano fisico, al conferenziere A ealla signora X; in questo ed unico senso. La realtà non èdiversa; cioè non esiste - ancora lo ripetiamo - una unicità delCosmo in qualche modo oggettiva, anche con l'o minuscola,secondo come voi siete abituati a considerarla con i vostri sensifisici: ma esistono tante realtà e tanti mondi individualiquanti sono gli individui.

Questi mondi individuali si intersecano e, nei punti diintersecazione, vi sono gli elementi comuni, quegli elementicomuni che danno l'illusione reale - controsenso, ma che rendebene l'idea - l'illusione reale che esista un mondo fisico con unasua unicità, come voi avete detto, con una sua concretezza.Concretezza che in realtà - anche realtà con l'erre minuscola -non esiste per niente.

Adesso noi non vogliamo con le nostre rivelazioni

59 - Quello di una entità del piano astrale che si immagina di tenere unaaffollata conferenza, e quello di un'altra creatura che invece si immagina didare un ricevimento

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sconvolgere la vostra mente, la vostra logica, ma vi parliamo diciò che è, è vero figli? E voi, con parsimonia, con ilcontagocce, dovete poco a poco accettare, comprendere:accettare sempre dopo averla compresa questa realtà, perchéfarvela comprendere è lo scopo che ci spinge a venire fra voi.

* 20 Dic. 1973, 335-IV *

Ecco, noi vogliamo invece condurvi a vedere la realtà -questa realtà così rappresentata per voi come una roccaforte -come qualcosa di diverso da quello che fino ad oggi gli uominihanno supposto. Vogliamo spingervi a pensare che esista unalogica diversa, una Verità che gli uomini fino ad oggi nonhanno pensato perché sono rimasti troppo ancorati in certicapisaldi da loro stessi fissati.

Gli uomini scoprivano una legge - o quella che lorocredevano una legge - e ne facevano un punto fisso. Tutto ciòva bene per capire un aspetto della Realtà. Ma quando si vuolcomprendere la Realtà nella sua pienezza, nella sua totalità,occorre spostare questi capisaldi, occorre andare oltre; vederese - pur rimanendo ancorati ad una logica di ragionamento - ciòche ci appare può avere una radice differente, un sensonascosto che sfugge alla comune osservazione. Direte voi: "chenecessità c'è di questo?"

È una necessità che significa comprensione del Tutto. Chi vuol comprendere veramente il Tutto, senza

accontentarsi di quello che sa; chi vuol veramente scoprire,essere un vero scienziato - nel senso più moderno della parola,per voi - deve adoperarsi per fare nell'intimo suo questo lavorodi ricerca. E noi vi stimoliamo a farlo, o figli cari. Noi viinvitiamo - poco a poco, lo sapete - a vedere la realtà da questo

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Parte Prima

differente punto di vista, e vedrete che i pensieri più arditi degliuomini di scienza e di filosofia sentiranno questa vostra stessanecessità; loro aiutati solo dal loro intelletto, e voi dalle nostreparole.

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PARTE SECONDA

Mentre la Parte Prima, appena conclusa, sicompone di trascrizioni riportate nei quatto volumiinerenti il materiale inedito avuto a disposizione,questa seconda parte deriva interamente dall'ascoltoe trascrizione di nastri registrati di sedute che vannodal 7 Nov. 1964 al 19 Apr. 1983.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 7 Nov. 1964 *

Vogliamo, o figli, che voi abbiate le idee talmente chiare dasapere esporre l'oggetto della vostra fede e del vostro credo aglialtri; e non già perché siate investiti di una celeste missione, maperché la chiarezza in voi è tanta, e tale, che gli argomenti deinon credenti, degli atei - se così vi piace chiamarli - sono dallavostra fede, dalla vostra certezza, ad uno ad uno controbattuti.

È possibile ciò? Certo che è possibile! Ciascun scienziato, che sia dedito alla ricerca scientifica,

alla scienza pura, osserva i fenomeni e formula delle ipotesi. Leipotesi possono anche andare oltre la realtà dei fenomeniosservati, cionondimeno sono ipotesi scientifiche. Allo stessomodo, figli, è di questo insegnamento. Esiste in esso tantalogica - e non potrebbe essere diversamente - tanta chiarezza,tanta Verità, che può essere accettato anche dalle mentiscientifiche, anche da coloro che vogliono avere sempre cometestimone i fenomeni che possono osservare; anche da coloroche non fanno atto di fede se non nell'accettare le ipotesiscientifiche. Ebbene figli, per loro questo nostro insegnamentopuò essere una ipotesi scientifica, perché ha tutti i presuppostiper esserlo, in quanto è la Verità. Ma ripeto, voi non dovetesentirvi investiti di una celeste missione; ma sentirvi in doveredi fare chiarezza in voi, di vedere chiaramente questo disegno,che noi di volta in volta vi diamo, vi abbiamo dato, e checerchiamo vieppiù di arricchire nei particolari.

Quante sono le domande! E per ogni domanda figli, vi è,come minimo, la risposta data in un modo; cioè vi è sempre larisposta, ma la verità della risposta può essere resa a voiassimilabile, come minimo, sempre, in un modo.

E chi può sostenerci in questo lavoro?, chi può dare laragione, quale è il vero scopo di queste riunioni?

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Parte Seconda

È questo figli, non altri: quello di portare fra voi, che vivetela vita vostra di ogni giorno, nel modo più naturale e generaledell'uomo, questo insegnamento. Giacché per credere nellarealtà, giacché per contemplare la realtà non è necessarioseguire una scuola iniziatica unicamente mistica, non è piùnecessario allontanarsi dal mondo; ma anzi, è nel mondo che lasi deve trovare… (omissis)…

Assistete ad un fenomeno che ha un qualcosa di eccezionaleper la molteplicità dei suoi aspetti.60 Ringraziate l'Altissimo diquanto vi è dato, e fate in modo che sia per voi massimamenteproficuo.

Vi siete posti delle domande. Vi siete chiesti che cosa ne èdel Logos dopo il riassorbimento.

Ebbene, figli e fratelli, il Logos come voi sapete, è il centrodel Cosmo; è il punto ideale nel quale si riassume tutta la vitadel Cosmo. Il Logos è il fulcro della vita cosmica. Allorché ilCosmo sarà riassorbito, allorché, cioè, la circonferenza nonesisterà più - tale quale ora esiste - neppure il centro esisteràpiù, imperciocchè la circonferenza esiste perché esiste il centro.Un cosmo è tale quale è, perché così è improntato dal Logos.Ed il Logos, al termine della vita cosmica, della evoluzionecosmica, torna ad essere Spirito come sempre è stato, e non piùadombrato da forma logoica. Mi spiego?

Non possiamo quindi parlare di individualità; néindividualità universale, né individualità cosmica, néindividualità del Logos. Possiamo dire che un cosmo - e cosìun Logos - ha una sua impronta, certo; ha un suo tonofondamentale, senza dubbio; ma non possiamo dire che ciò

60 - Ci si riferisce alla fortissima autoconsistenza e coerenzadell’insegnamento filosofico e alle straordinarie manifestazioni diparanormalità medianica riscontrate nel corso di 37 anni nelle sedute delCerchio Firenze 77

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significhi una individualità.La durata di un cosmo figli, oh!, è un numero, rapportato ai

vostri anni, che ha moltissimi zeri. Credo se ben ricordo,qualcosa come 400 zeri. Eppure, in questa vastità, l'uomo èqualcosa…(omissis)…

Dom - Vorrei sapere se il termine "Mente cosmica" ècorretto, e se sarebbe giusto, posto che sia corretto, pensareche esista un Cosmo-individuo, o un Individuo-cosmo.

Ris - No. Il Cosmo non è un individuo; però si intende conMente cosmica il piano mentale; oppure si può intendere conMente cosmica l'insieme delle leggi che regolano un cosmo. Inquesto caso non è più un piano mentale; allora noi saliamo alpiano akasico, il piano delle cause, e su oltre fino alla radicedel Cosmo stesso, che lo impronta: il Logos. Però, si dice chel'uomo è un microcosmo in quanto ha in sé tutti gli elementiche compongono il Cosmo, il grande Cosmo, ed allora questofacilmente può farci scivolare all'opposto e dire che "il Cosmoè un grande uomo". No, è vero?, il Cosmo ha una suacostituzione, il microcosmo ha un'analoga costituzione. Ma ilCosmo non è un grande individuo, come l'uomo invece è unpiccolo individuo. Non dovete incorrere in questo errore.

Il Cosmo è una manifestazione dell'Assoluto e il suo fulcro,la sua radice - che sarebbe il Logos -, è il primo alito di questoAssoluto. È l'Assoluto manifestato nel Cosmo. È vero? Chiaro?E quindi non è un essere a sé, ma è l'Assoluto, che si èadombrato per manifestare questo Cosmo;61 non intendendo inquesto "che si è adombrato" un atto intenzionale di volontà.

61 - È l'Assoluto con le limitazioni proprie di un Cosmo; come un uomo, oun microbo, non sono altro che l'Assoluto con le limitazioni propriedell'uomo o del microbo

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Parte Seconda

Dom - Quali sono, per esempio, altre conseguenzedell'esistenza di questa Mente cosmica o piano mentale, oltre aquelle di cui hai parlato col fratello?

Ris - Conseguenze che vadano al di là dell'individuo, perchél'individuo stesso è una manifestazione di questa Mentecosmica, di questo piano mentale e della materia mentale per ilfatto stesso dei pensieri. Ma conseguenze, tu intendi, chepossano rispecchiarsi e vedersi nella vita naturale, dei piani?

Dom - Sì, per esempio.

Ris - Per esempio tutte quelle forme di intelligenza nella vitanaturale. Voi sapete che gli animali hanno istintivamente unagrande saggezza, si potrebbe dire; e tutte queste forme istintivedi saggezza, di sapere come comportarsi, provengono tutte daquesto piano della mente, che in sé sarebbe come dire il pianofisico, è vero fratelli, piano fatto di una materia che si chiamamente. Questa materia compone tanti organismi i quali hannodelle loro funzioni, così come, nel piano fisico, la materiacompone tanti veicoli fisici: ad esempio compone dei pianeti,compone delle stelle, compone dei raggi… raggi cosmici,compone un'infinità di cose le quali tutte hanno una… comedire?... una funzione, certo, un compito ben preciso. Così è nelpiano mentale; vi è la materia mentale se noi la consideriamoallo stadio naturale, è vero, ma questa materia mentalecompone tante cose, fra cui il corpo mentale degli individui.Ma compone anche altri organismi - vedi ad esempio leintelligenze celesti, che soprassiedono (presiedono – ndr) aglispiriti elementari -, compone…

Dom - Scusa. Hai detto in questo momento: "compone la

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materia mentale dei singoli individui"....

Ris - Sì. La materia mentale compone il corpo mentale deisingoli individui.

Dom - Ecco.... figurativamente, come deve essere inteso?Voglio dire questo: quella materia è carpita, è fatta propria -in piccolissima parte - da un certo individuo, oppurequell'individuo attinge a quel piano?

Ris - Ciascun individuo ha un suo corpo. Quindi non è.... Èfatta propria; fino al piano della non-forma, alla regione dellanon-forma. Al di là, invece, è pressappoco ciò che tu hai detto,cioè è l'individuo che attinge al piano.

Dom - Ah, è l'individuo che attinge al piano.

Ris - Nella regione della non-forma.... Voi vedete che glianimali hanno questa forma di istinto, di intelligenza che li faagire in determinati modi per la conservazione della specie.Perché attraverso al piano della non-forma, ove sono anchedepositate questi semi di saggezza di ciascuna razza naturale dianimali nel piano fisico, attraverso a quel piano, scindono neicorpi, nelle menti istintive degli animali questi semi, questimodi di comportarsi, e da qui al veicolo fisico dell'animale.Perché se fosse unicamente nel corpo mentale dell'animale,unico, solo, è vero?, non potrebbe spiegarsi l'esperienza innatanell'animale, perché a ciascuna incarnazione l'animaledovrebbe riformarsi una esperienza. Ecco invece che vengonoda questo piano della non-forma.

Dom - Scusa, si può pensare che i corpi astrali siano

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Parte Seconda

formati per concentrazione delle radiazioni solari? E puòdarsi che l'equilibrio al quale sottostanno i corpi astrali siadovuto al bombardamento di raggi solari?

Ris - Tutto quello che voi potete osservare ora, o indovinarecome materia subatomica, fa parte ancora del piano fisico. Ilcorpo astrale è al di là delle radiazioni solari che voi conoscete.

Dom - Scusa....Ho sbagliato nel vocabolo. I corpicostituenti gli astri.

Ris - Ciò che tiene insieme un corpo stellare o siderale, chenon brilli di luce propria, è ciò che voi chiamate forza digravità, la quale proviene dal Sole. In questo senso. Ma unpianeta non è la condensazione di materia elementareproveniente da una stella; è materia che si è originata dallacondensazione-esplosione energetica che originò ed origina gliuniversi; ed è mantenuta nella forma in cui la prendiamo inesame dalla forza di gravità; non considerata nella suacomponente, ma nel suo sprigionarsi al centro del corposiderale.

La forza di gravità è una componente, quale voi laconoscete. Ma la componente della forza che è nel centro delcorpo stellare, o siderale, è la vera forza di gravità; è una dellecomponenti che originano la risultante forza di gravità. Mispiego? Ma la forza di gravità, considerata nella componente,proviene dalla stella, dal sole a cui appartiene il corpo sideralepreso in esame.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 5 Dic. 1964 *

Quanti argomenti o figli cari, anche questa sera, voi avetesfiorati. A cominciare da quanto avemmo a dire sul pianoakasico, non ricordandovi che in ciascun piano vi sono iprincipi del piano che sta immediatamente sotto perdensità. Ed i principi su cui si fonda ogni piano sono nel pianoche sta immediatamente sopra per densità a quello preso inesame. E quindi, figli, i principi della intessitura del Cosmosono nel piano akasico, se "intessitura", come altre volteabbiamo detto, è rappresentata dalla trialità Mente-Energia-Materia.

Ora figli cari, il piano akasico è il piano della dualità, è ilpiano nel quale vi sono gli scheletri, le strutture portanti delCosmo - le orditure, come qualcuno di voi ha detto -, e vi sonoi principi delle intessiture sulle quali queste si fondano, chevanno poi a posarsi, a fondarsi sulle orditure che sono appuntonel piano akasico. Ed il Logos è la intelaiatura? Sì certo, figli,il Logos è la intelaiatura se per intelaiatura noi intendiamo labase, è vero figli cari?, il fondamento, il punto gravitazionaleideale attorno al quale ruota, si manifesta, vive, evolve uncosmo.

Avete parlato di molte altre cose. Quale esaminare oraassieme a voi? È difficile seguire un ordine che possaconsentire una esposizione omogenea, che possa dare a questeparole un insieme organico, possa farne quasi un soloargomento. Eppure figli cari, tutto quello che noi vi diciamo,non è che un unico argomento, non è che un tutto figli, non èche un insegnamento di unità. Perché alla base di tutto quelloche voi potete vedere, sapere, immaginare è l'Unità, è la Realtà;che si fonda principalmente ed essenzialmente sulla Unità delTutto.

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Parte Seconda

Se non vi fosse questa unità, figli cari, ben direbbero coloroi quali ammettono che l'Emanato, il Cosmo, l'Universo - comedir volete, o come dir vogliono - non è che il frutto del caso;non è che - in confronto a questa casuale eternità - lo stranoattimo, secondo il quale tutto, per un attimo, più o meno lungo,esiste. L'emanato non è che un atto casuale, così strano e cosìdegenere, rispetto a tutto, che dal caos generale può generarsi -per un tempo più o meno breve più o meno lungo - un ordineperfetto. E tutto ciò è possibile, secondo taluno, è dimostrabile,con il calcolo delle probabilità; dimenticando che, figli, ilcalcolo delle probabilità è possibile solo partendo dalpresupposto che regni ordine, equilibrio ed armonia nelCosmo; altrimenti nessun calcolo delle probabilità sarebbepossibile.

La matematica, di per sé, è una scienza che si fondasull'ordine. Quella branca particolare della matematica cheriguarda il calcolo delle probabilità, sembrerebbe interessarsi diciò che di meno ordinato e più casuale vi sia, Ma figli, sel'ordine non vi fosse, neppure il calcolo delle probabilità visarebbe. Se l'ordine non vi fosse, neanche ciò cheapparentemente può sembrare dovuto al caso, potrebbe essere.E ciò che apparentemente è casuale, non segue altro che unordine diverso da quello che voi potete osservare e conoscere,ma che è egualmente, figli cari, un ordine altrettanto valido eforse di più, di quello che voi conoscete.

Ma torniamo agli argomenti di questa sera, se ciò può farvipiacere. E, fra i tanti, di cui vi siete interessati brevemente,quali scegliere?, quello della materia elementare del pianofisico?

Accenniamone figli. Noi abbiamo detto che le UNITÀ

ELEMENTARI non hanno segno positivo o negativo come lePARTICELLE, i CORPUSCOLI, i NUCLEI; perché, figli, sono una cosa

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diversa da questi. Le unità elementari sono tutte eguali, erappresentano il numero uno, del piano fisico se noi ci stiamointeressando delle UNITÀ ELEMENTARI del piano fisico. Ebbenefigli, e se le PARTICELLE hanno un segno che noi abbiamoindicato generalmente "positivo", ed i CORPUSCOLI un altrosegno che noi abbiamo indicato generalmente "negativo" figli,così le PARTICELLE hanno un senso di rotazione, che è contrarioa quello che è seguito dai CORPUSCOLI: le PARTICELLE hanno unarotazione, i CORPUSCOLI una rotazione in senso diverso,opposto. Comunque le vogliamo guardare ed esaminare,riferendole l'una all'altro, questo notiamo: l'una ruota in sensoorario, l'altro in senso antiorario.

L'UNITÀ ELEMENTARE invece, figli, non ruota. Perché non èuna materia che ha un segno: è un sistema, chiuso, equilibrato,un ciclo raggiunto, nel piano immediatamente precedente alpiano fisico.

È dunque senza movimento l'unità elementare? Niente v'è, nel Cosmo, figli, e nell'Assoluto, che sia senza

movimento. Ma il movimento è dentro l'unità elementare, checompone ogni cosa del piano fisico. L'unità elementare ripeto èun sistema in equilibrio di per sé, ma nel suo interno, alla basedell'equilibrio raggiunto vi è un insieme di moticomplessissimi: sono i moti della energia, del piano astrale.

E quante altre cose, vi hanno interessato vagamente questasera, senza forse approfondire chiedendo a noi, più grandi,maggiori notizie. Di che cosa vogliamo parlare, vogliamoparlare di questo piano astrale? Che cosa vi è in questo mondoche a voi sta attorno, dentro di voi, al di fuori di voi; nel qualevoi stessi siete immersi, considerando voi veicoli fisici e voiindividualità? Perché il vostro veicolo fisico, che è nel pianofisico, è composto di materia astrale, in ultima analisi.

Orbene, figli, se l'uomo riuscisse a fissare su di una lastra

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Parte Seconda

ciò che, in una frazione lentissima di secondo, può esserefissato, l'uomo sarebbe riuscito a fotografare il piano astrale.L'occhio umano percepisce solo alcune frequenze, frequenzeintorno a quella fondamentale della luce, con alcune variazioni(ed ecco i colori), è vero figli? Ma se, l'occhio dell'uomo,riuscisse a percepire delle frequenze di molto superiori, ebbenel'uomo vedrebbe con il suo senso fisico della vista il pianoastrale. Ma poiché, per la natura stessa della materia della qualeè costituito il senso della vista dell'uomo figli, ciò non èpossibile, ecco allora che io ho portato l'esempio della lastrafotografica, nella quale un meccanismo - che comunemente sichiama....otturatore - può permettere l'ingresso della luce peruna frazione di secondo. Ebbene, se fosse possibile ridurrequesta frazione ad un valore minimissimo, dell'ordine dimilionesimi di secondo, e fosse possibile avere una lastrafotografica tanto sensibile da rimanere impressionata dalla luceche può riuscire a passare, da ciò che può riuscire a passare(perché non è luce del piano fisico) in questa frazione disecondo, ecco che l'uomo sarebbe riuscito a fotografare il pianoastrale.

È dunque tutto una questione di frequenze, di vibrazioni, dimoti. E nel piano astrale figli, noi possiamo perderci, nelraccogliere immagini, notizie, cose che esistono, e riferirle avoi. E più ancora che parlare del piano fisico, a chi mai abbiaavuto notizia e nulla ne sappia, di che cosa volete che parliamo,delle materie? È analoga, la sua struttura, a quella del pianofisico. Di esseri che esistono? Ma parlando di spiritielementari, voi non siete riusciti ad afferrare - forse per nostrodifetto - questo concetto. Dei veicoli astrali, figli? Certo. Voisapete qualcosa del veicolo astrale. Facciamo un confronto frail veicolo fisico e quello astrale; non certo nella costituzione,perché già, figli cari, voi conoscete sommariamente come sia

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costituito il veicolo fisico, e non ne conoscete ancoraprofondamente l'intimo meccanismo, che ne consente la vitafisiologica. Ma facciamo un confronto fra le funzioni, vediamoquesta differenza.

Il veicolo fisico mette a contatto l'individuo con il pianofisico, e questa è la sua funzione essenziale. Non così è delveicolo astrale; il quale non ha la funzione essenziale, in unuomo di media evoluzione, di porlo a contatto con il pianoastrale, con il piano la materia del quale è costituito, con ilpiano nel quale è. Il veicolo fisico è costituito di materia fisica,ed ha lo scopo di porre l'individuo a contatto del piano fisico -ed ecco i sensi, ed ecco le porte attraverso le quali l'individuogiunge a porsi in contatto con il piano fisico. Il veicolo astraleno, figli, perché ha la funzione di dare all'individuo certesensazioni, certe emozioni, di colorire, far palpitare questoindividuo, colorire la sua esistenza di sensazione, mettere adisposizione dell'individuo qualcosa che produce in lui dellevibrazioni, qualcosa che produce in lui uno strano fermento,qualcosa in ultima analisi, che è veicolo, strumento, della suaevoluzione.

Qual'è il primo senso del veicolo astrale? Questo: quello didare all'individuo la capacità, la facoltà, la possibilità di sentiresensazioni, di avere sensazioni. Questo è il primo senso, ilquale sviluppandosi da all'individuo emozioni. In sostanza è lamanifestazione che il corpo astrale funziona. È il primo sensoelementare, figli, che si sviluppa nel veicolo astrale. Ed altri, visono altro sensi?

Sì. Vi è un funzionare, di questo veicolo astrale, piùorganizzato più sviluppato. Vi è la possibilità di vedere ciò cheaccade nel piano astrale; ed ecco che, da quel momento, ancheil veicolo astrale diviene più simile al veicolo fisico, ed eccoche da quel momento l'individuo inizia ad avere delle

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Parte Seconda

esperienze, ad avere la possibilità di vedere ciò che accade nonsolo nel piano fisico, ma anche nel piano astrale. Un altro pianosi apre alla sua percezione.

Come, l'individuo, vede? È strano figli, perché, se all'uomoincarnato voi tagliate tutti i sensi, l'uomo incarnato non avrebbela sensazione di essere incarnato, non avrebbe dal suo corpofisico la sensazione di essere vivo, è vero? Perché il veicolofisico in sé, quando funziona normalmente, non dà alcunasensazione all'individuo. Mentre figli cari, il veicolo astraledell'individuo, quand'anche non ha gli altri sensi desti (nonquello che riguarda il suo funzionamento) l'individuo sa cheesiste, perché per il fatto stesso di funzionare, conferisce, dàall'individuo figli cari, qualcosa: la sensazione; traduce ciò cheentra dai sensi del corpo fisico in sensazioni. È dunque un"rivelatore" dei sensi del corpo fisico; e questo rivelare è di persé un primo senso di questo corpo astrale. Ma poi, ma manoche l'individuo evolve, ed il corpo astrale si organizza, sisvegliano gli altri sensi; quelli che danno all'individuo lapossibilità di vedere ciò che vi è nel piano astrale. Ed un primoè quello che pone in contatto due corpi astrali. Una sorta di"telepatia astrale" potremmo definirla.

Un altro senso, invece, è quello che pone in contattol'individuo con il mondo astrale, ed è una cosa diversa. Perchéfigli, il porre in contatto due corpi astrali è ancora una sorta disenso primordiale, ma dare all'individuo la possibilità di vedereil mondo astrale è un senso più raffinato, è un senso che non habisogno di un soggetto-oggetto per funzionare, ma chefunziona ed è eccitato - nel termine tecnico, cioè "in giustatensione" -, funzionante, da solo. Ed ecco ancora un altrosenso: la possibilità di vedere al di là di ciò che è chiamato"tempo" nel piano astrale. Non già nel piano fisico, ma nelpiano astrale.

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A tutte queste possibilità - e non sono tutte, figli - noipotremmo dare un nome ma a ben poco servirebbe il nome chevoi non riuscite ad afferrare o noi non riusciamo a spiegarvi:queste funzioni, questi sensi, cioè queste possibilità che hal'individuo attraverso ad un suo veicolo astrale, di sentire, dipercepire. E che cosa vede l'individuo nel piano astrale? Vedeciò che è a lui d'attorno, ed in quel tempo astrale. Ma èpossibile al di qua dell'Eterno Presente, senza che l'individuoraggiunga questa Realtà per la quale ogni cosa è presente nellostesso momento, nello stesso istante - se così possiamo dire perintenderci - è possibile vedere al di là del tempo astrale. Equesta possibilità fa parte, ancora ripeto, di un altro senso.

E simile è per il corpo mentale, il quale per il fatto, di per sé,che esiste è già un senso. Il primo senso è quello che conferisceall'individuo la possibilità di pensare, di ragionare. Ma vi è unaltro senso, del tutto particolare, un'altra possibilità - perché‘senso’ in effetti significa possibilità - ed è nel corpo mentalequel che noi abbiamo detto mente istintiva. È del tuttoparticolare; pur essendo una possibilità e quindi, in un certomodo, un senso.

Dom - Nel piano astrale, come si distinguono i veicoliastrali che sono ancora col corpo fisico, da quelli che lo hannoabbandonato? Si distinguono?

Ris - Vi è il famoso legamento, chiamato dai veggenti "filodi Arianna". Per coloro che ancora non hanno abbandonato illoro veicolo fisico, vi è un legamento magnetico fra il veicoloastrale ed il veicolo fisico. Ma di questo legamento si servono,per riconoscere i viventi nel piano fisico dai trapassati, solo chinon ha padronanza dei sensi astrali o dei sensi mentali, o dellavisione ancora superiore. Giacché chi ha padronanza delle

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Parte Seconda

varie visioni, vede benissimo il corpo fisico nel piano fisico, ecomprende quindi, da questo, che l'individuo è vivente nelpiano fisico, è incarnato.

* 12 Dic. 1964 *

Avete poi parlato anche dei casi nei quali gli individuiriescono a mantenere in vita il loro veicolo fisico senza nutrirsicome normalmente si nutrono i loro simili. Ebbene figli cari,altre volte vi abbiamo detto che la maggior parte del cibo è -come dire? - mangiata dall'uomo, non già perché l'organismoprenda da questo cibo la materia fisica densa in grandequantità, per vivere; che la vita abbia come condizioneessenziale quella di assorbire una grande quantità di materiafisica densa. Ma dal cibo, massimamente, l'individuo ricava ilPRANA, la forza vitale. Voi sapete già che questa forza vitalenon è presa solamente dal cibo, ma anche dall'acqua, dall'aria,dal Sole, dalla terra, e via dicendo; dagli elementi in genere, èvero, figli cari? Ebbene, quegli individui i quali riescono amantenere in vita il loro veicolo fisico senza ingurgitare dellegrandi quantità di cibo, prendono il prana principalmente daquesti elementi e non dal cibo come avviene invece per l'uomocomune. Ingurgitano quella quantità di materia fisica densanecessaria a sostituire quelle parti che debbono esseresostituite, nel corpo fisico e - in verità - non sono molte.

L'uomo normale ha bisogno di mangiare in grande quantità,non già ripeto perché abbia bisogno di grande quantità dimateria fisica densa, ma perché nella grande quantità del cibo,e dalla grande quantità di questo, preleva il prana necessario ache il suo veicolo fisico continui a vivere. Mentre l'uomo del

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quale voi avete parlato62 riesce a prendere il prana non dal cibo,ma dall'aria, dall'acqua, dalla terra, da tutto quanto insomma locirconda e che contiene prana… (omissis)…

È vero che l'Assoluto, la Realtà Assoluta, non ha ragione,non ha una Prima-causa, ma tutto quanto non è Assoluto, hauna ragione ed ha una causa. E l'uomo che è, pur oggi,relativo, ha una ragione, ha una causa ed ha uno scopo. Edattraverso a questa catena di ragioni, di cause e di scopi l'uomo,lentamente, e forse faticosamente - ma anche inarrestabilmente- risale fino alla Causa che è senza cause; fino all'Uno, a quellaUnità che non può essere compresa con parole, conspiegazioni, perché deve essere "sentita"; ma che non potrà maiessere sentita se prima non sarà conosciuta.

* 19 Dic. 1964 *

La volta scorsa figli, avete anche parlato del fulmineglobulare, e la figlia Z. ben due volte ha ripetuto la domanda,perché a lei interessava - e credo ancora interessi - sapere checosa è. Ebbene, figlia, voi sapete che noi abbiamo fatto unadistinzione della materia fisica, più completa, più dettagliata diquella che la scienza conosce. Ma per intendersi, abbiamosuddiviso prima in materia fisica densa e poi in materia fisicaeterica (che è sempre appartenente al piano fisico, alla materiafisica, ma che è in uno stato di aggregazione, in uno stato disottigliezza diverso). La vostra scienza conosceva alcunedensità di materia, e comincia adesso ad indovinare altredensità, l'esistenza della materia in uno stadio di aggregazionemolecolare che non è fra quelli nomenclati fino ad oggi.

Apro una parentesi, figli. A qualcuno di voi da noia questo

62 - Un individuo di alta evoluzione214

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Parte Seconda

rumore.63 Ebbene figli, al fenomeno in sé (alle estrinsecazionimedianiche - ndr) non dà tanto noia questo stridio, quanto ilpensiero e la vostra concentrazione distratta e rivolta ad esso;quindi vi prego di non dare nessuna importanza a questorumore, altrimenti siete più voi che disturbate che il rumorestesso.

Ora figli, la scienza umana comincia… anzi, senz'altroafferma, che la materia può esistere in una forma di "plasma".Nella forma di plasma la materia non sarebbe più né gassosa,né solida, né liquida, ma sarebbe allo stato atomico ed unostadio di aggregazione tutto particolare. La scienza umana nonè riuscita a produrre nei propri laboratori una materia allostadio di plasma, come si usa dire - per noi, allo stadio eterico -molto a lungo, perché questa materia della scienza è ad unaenorme temperatura, e secondo la scienza - perché la materiafisica giunga allo stadio di plasma - occorre che sia portata aduna temperatura altissima; tanto alta che la materia oltrepassi lostadio di aggregazione gassoso ed entri in quello di plasma.Ebbene, vi sono altre materie, o meglio la materia del pianofisico può avere la stessa densità di quella che la scienzaconosce col nome di "plasma" pur non avendo la stessatemperatura; anzi, come voi sapete - per essere esatti - lamateria del piano fisico eterico, la materia eterica, non hatemperatura, e nella materia eterica noi non possiamo parlaredi temperatura, la quale temperatura come voi sapete, è data daun vibrare di molecole e di atomi.

Ma poiché la materia eterica è una materia più sottile, aldi sotto dell'atomo, voi da questo capite che non si puòparlare di temperatura (che è una vibrazione di atomi) dovequesti atomi sono considerati scomposti, dove, possiamo dire

63 - Ci si riferisce a rumori che erano in atto al momento dellacomunicazione, provenienti dall’ambiente esterno

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questi atomi della scienza non esistono. Comprendete, figli?Quindi, il plasma della scienza, è una materia che noi

possiamo definire eterica, in quanto non è né solida, né liquida,né gassosa, ma che non è ancora, veramente e propriamente, lamateria eterica che noi intendiamo: è alle soglie. Con tuttoquesto sproloquio, abbiamo perduto, o figli, il tema del nostrodiscorso e la meta che volevamo raggiungere: i fulminiglobulari, i fuochi di Sant'Elmo come sono chiamati ed eranochiamati nei secoli scorsi.

Perfino nella vostra letteratura si parla di questi stranifenomeni. Apparentemente sono delle sfere, di fuoco,luminose, le quali si muovono ora lentamente ora piùrepentinamente, a pochi centimetri dal suolo - a volte a qualchemetro - e pare, nel loro movimento, siano attratti o respinti dacerti oggetti, o da certe persone. Pare quasi, con il loro vagare,che siano degli esseri viventi.

Ebbene figli, niente di tutto questo: i fulmini globulari nonsono altro che materia allo stato di plasma secondo quelladefinizione che ne dà la vostra scienza; cioè materia adaltissima temperatura la quale si conserva così per un periodopiù o meno breve in quanto è raccolta, sospinta, fatta muovereda certi campi magnetici o elettrici di elettricità elettrostatica.

In sostanza, con lo scaricarsi di un fulmine, può prodursiun'altissima temperatura che può condurre l'aria, la materia checompone l'aria, allo stadio di plasma, e sempre con un campoelettrico di elettricità elettrostatica (che come voi sapeteabbonda durante i temporali, ed i fulmini ne sono unadimostrazione) questo plasma rimanere raccolto e nondisperdersi come avviene invece sempre; rimanere raccolto inuna forma sferica ed essere, attraverso a semplici correntid'aria, o correnti magnetiche, o a nuovi campi elettrici dielettricità elettrostatica, può essere diretto in un senso o

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Parte Seconda

nell'altro. E, i vecchi, vi diranno che quando per le strade dimontagna un viandante si trovava di fronte ad un fuoco diSant'Elmo, doveva rimanere immobile trattenendo il fiato perriuscire salvo. In effetti è così, figli, perché la più piccolamossa, il più piccolo movimento può creare una corrente d'ariache può attirare questa materia allo stadio di plasma. Ed allorail malcapitato che si trovasse a contatto con essa certamentevedrebbe il proprio corpo fisico, quasi, volatilizzarsi; mentre,rimanendo fermi, il fuoco di Sant'Elmo, il fulmine globulare -come è chiamato - può benissimo esaurire la sua carica econsumarsi, dopo un breve periodo di tempo.

Vi sono alcune interpretazioni, di questi fenomeni, comeforme di vite primitive. Io non esito a definirlo fantasioso. Voisapete figli che, l'avventura dell'uomo, è tutto un passare da unestremo all'altro. Ora vi sono scuole eccessivamente positiviste,ora vi sono scuole eccessivamente idealiste. E così è stato neisecoli passati, e lo sarà ancora; fino a quando l'uomo riuscirà atrovare la giusta misura, anche, nel suo pensiero, e non adinterpretare tutti i fenomeni che a lui accadono d'attorno in unachiave o nell'altra. Questo fenomeno del quale questa sera cisiamo interessati figli cari, è un fenomeno del piano fisico,della materia di questo piano, e non nasconde qualcosa diparticolare, come non nasconde qualcosa di particolare unsemplice fulmine come quelli che voi conoscete, scoccato in untemporale. Ma, voi direte, "Vi sono fenomeni, nel piano fisico,che possono sembrare di comune amministrazione - come siusa dire - ed invece avere, legati a sé, avvenimenti profondi edassai importanti, per alcune creature". Certamente, figli. Lecreature, i fenomeni, le cose, possono essere tramite, strumentidi karma, ma ciò non vuol dire che qualunque fenomeno rechicon sé questo significato importantissimo, per certe creature. Èvero? Solo alcuni, ed è facile individuarli.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 30 Genn. 1965 *

Questa sera io debbo passare con voi un poco del vostrotempo, ma vorrei riuscire a rispondere a quella domanda che visiete fatti sulla causa ed effetto, perché questo non cessa mai diessere argomento di meditazione, per la sua complessità.

Tutto il Cosmo è un susseguirsi di causa e di effetto. È uncompleto ambiente nel quale le cause precedono gli effetti e glieffetti sono accoppiati a nuove cause e così via. Ma, unaaffermazione come dire "causa ed effetto", implica untrascorrere, un senso del "poi", una successione. Unasuccessione, che se anche la non si vuole intendere temporale,pure, anche logica, vi è.

L'Eterno Presente, causa ed effetto, si compenetrano e sifondono, ma nel relativo noi possiamo fermare l'interminabileteoria della causa-effetto e prendere in considerazione un soloavvenimento, e vedere che quell'avvenimento è effetto di unacausa. Fin qua, non vi era niente di difficile da comprendere,giacché la domanda era non se è possibile che vi siano effettisenza cause. Non vi è difficoltà a comprendere che alla causasegue l'effetto. Ma si trovava difficoltà a comprendere che vipossa essere una causa che non sia determinata da qualchecosa. Ebbene, vi sono delle azioni le quali sono fatte dall'uomonell'ambito della sua libertà pura, e per questo non provengonoda influenze; e per questo, se non vi sono influenze, vuol direche neppure queste influenze possono essere considerate comecause di queste azioni. Mi spiego?

Certo che un grosso avvenimento della vita di un uomo èpuò essere ed è quasi sempre, l'effetto di cause mosse inprecedenti esistenze. Certo. E che poi questo avvenimentocomporti altre cause, sì; ma non sono conseguenza della causaprimitiva. Non so se sono riuscito a spiegarmi.

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Parte Seconda

Certo che ogni azione dell'uomo sembra avere un perché, equindi una causa. Certo. Purtuttavia vi sono cause che l'uomomuove inconsapevolmente; cioè a dire l'uomo, con il suo mododi agire, senza volere - senza, anche, intenzione - muove dellecause, le quali porteranno degli effetti. Ma, dite, "Possiamoisolare queste cause e questi effetti?".

Ripeto che il Cosmo è un oceano di cause e di effetti, perchéha un inizio ed ha una fine; il che vuol dire che queste cause equesti effetti, pur essendo innumerevoli, hanno però un inizioed una fine. E con questo noi possiamo comprendere che se viè un inizio ed una fine nel Cosmo, almeno, anche le cause e glieffetti che sono mossi dall'uomo nel Cosmo hanno un inizio eduna fine. Così, innumerevoli sono le cause e gli effetti nelCosmo; ciò non vuol dire che siano infiniti, che questomovimento non abbia termine. Mi sono spiegato? Vi è unrapporto diretto fra un tipo di causa e un tipo di effetto, el'effetto che segue a quella causa non produce un'altra causadiretta; può produrre una causa secondaria, la quale avrà uneffetto secondario; ma mai primario, altrimenti sarebbe unacatena infinita.

Ed allora quando noi vi diciamo che vi possono essere delleazioni che sono cause, questo intendiamo; sono cause primarie,le quali non provengono da altre cause dello stesso tipo, operlomeno non vi è un rapporto diretto fra questa causa e causeprecedenti. Io non so se sono stato sufficientemente chiaro, mami auguro di sì. Comunque sarò sempre a vostra disposizioneper cercare di chiarire.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 6 Febbr. 1965 *

Sapete voi quali immensità ha questo spazio-ambiente?64 Sìforse, la vostra scienza astrologica può darvi delle cifre chesbalordiscono: l'astronomia. E dire che si parla del Cosmofisico, quello che si può raggiungere con i più moderni esensibili vostri strumenti. Ma il Cosmo fisico è assai piùcircoscritto del Cosmo astrale, ed assai assai più piccolo delCosmo mentale, ed ancora più piccolo della sfera d'influenzadel Cosmo akasico. E che dire, allora, dell'Assoluto, rispetto alquale un Cosmo diventa quasi un nulla!

Eppure, quell'individuo che è cominciato a nascere da unpugno di sabbia65 arriverà a sentire, amare, in termini diAssoluto. Miracolo della Natura Divina!

Chi potrà credervi!? Quale scienziato potrà riuscire adimostrare la verità di questa affermazione!? Quale scienzasarà tanto profonda ed ardita, da contenere una siffatta Verità!?

Eppure l'uomo vi crederà. E non già per soddisfare la suaambizione; e non già per appoggiarsi ad una stampella etrovare in questo sostegno conforto alla sua delusione; e nongià per illudersi; non per una sete di grandezza; perché, potràprovare, potrà sperimentare.

* 27 Febbr. 1965 *

Chi potrà parlare di questi argomenti, sicuro di dire ciò cheè, con la massima precisione possibile?

Non si tratta qua di valutare le diverse interpretazioni che

64 - Il Cosmo.65 - Si riferisce al primordiale contatto dell'individuo con le forme di vitapiù elementari, ossia con i cristalli

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Parte Seconda

voi potete dare a quello che noi vi diciamo. Ma si tratta di dirlobene, nel miglior modo possibile. Come vedete, la cosa non èsemplice. Eppure già da quello che molti anni (dei vostri) fa,noi avemmo occasione di esprimere, si comprendono questedifferenze. Se noi paragoniamo un Cosmo ad un individuo, noivediamo che ALLA RADICE DI ENTRAMBI È LA DIVINITA'.E più ancora: nella diversità delle materie di ciascun piano vi èl'Unità.

Innumerevoli sono le materie che compongono ogni pianodi esistenza; diverse (non nella sostanza), eppure tutte siriducono ad un unico termine; ad una unità, a tante unità, chesono identiche fra di loro. Ma l'unità, che origina le diversematerie del piano fisico, non è identica all'unità che origina lediverse materie del piano astrale; né è identica all'unità cheorigina le diverse materie del piano mentale, e così via. Eppuretutte queste diverse materie, che sono originate da una unità,ancora possono scomporsi fino a giungere all'unità base di tuttoil Cosmo: il centro ideale; ideale in quanto non può esserelocalizzato nel Cosmo, ma sostanziale in quanto,effettivamente, da questo centro si diparte tutta la vita delCosmo, in questo centro si riassorbe tutto l'esistere del Cosmo:il Logos. E questo Logos, che è il numero uno del Cosmo, cheè come la Scintilla - come avete detto -dell'individuo, la GocciaDivina; ebbene questo Cosmo rappresenta la base, il fulcro,Dio (secondo la massima concezione che può esservi nelCosmo), il massimo livello spirituale che può esservi nelCosmo.

E v'è una differenza fra il Logos, lo Spirito logoico, e loSpirito Assoluto?

Eccoci, a voler dare una diversità a ciò che in effetti non èdiverso. Eccoci a voler parlare di qualcosa che, però, non èneppure identico. Chi?, ci potrà comprendere! Chi?, riuscirà a

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

capire le nostre parole senza prevaricarle, senza fraintendere,senza errare?

Non v'è differenza, fra lo Spirito logoico e lo SpiritoAssoluto, perché sono essenzialmente la stessa cosa. Eppurev'è uno stato d'essere differente da chi è identificato con ilLogos, e chi, attraverso a questo, è finalmente identificatonell'Assoluto per eccellenza, come abbiamo detto.

* 6 Mar. 1965 *

Desidero, figli, cominciare le conversazioni di questa seradalla vostra ultima domanda: quale utilità vi sia, nel parlare, intono così speculativo, di argomenti che, fino ad oggi, sono statioggetto di meditazioni mistiche; e sono stati affrontati, per lamaggior parte, e più efficacemente, da dei mistici, e non dadegli scienziati....

Ma, ciò che non va dimenticato è la caratteristica di questavostra civiltà, ciò che dà un particolare senso, una particolareimpronta all'evolvere dell'attuale razza;66 senso-impronta che,proprio da questo momento del vostro tempo, spiccanoevidenti, e sono posti in risalto. La razza attuale figli, nonevolve attraverso alla intuizione, attraverso alla meditazionemistica; ma attraverso alla riflessione, attraverso allaspeculazione attraverso allo studio il più esatto possibile, il piùaccertabile il più positivo - si direbbe. E, se è vero che nondobbiamo trascurare il senso mistico della realtà, è anche veroche voi siete figli di questa razza e di questa civiltà; ed è quindi

66 - Intesa come scaglione di anime incarnate, il cui ciclo evolutivo, comeesseri umani, dura 51.540 anni. La Terra ha già ospitato le razze scomparsedi Mu e Atlantide, ora ospita la Razza attuale ed inizia l’incarnazione diquella successiva ad essa; esse razze sono rispettivamente di circa 35.000 e10.000 anni di evoluzione media

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Parte Seconda

vero che seguite l'andamento generale di questa razza.Per la maggior parte di voi non potrebbe essere

diversamente. Quelli di voi che partecipano attivamente allavita di questa società, ne sono immersi, poco a poco assorbonole caratteristiche di ragionamento, il modo di vedere, diaffrontare i problemi. E quindi, ne scaturisce un modo diragionare positivo, un modo di ragionare che poggia i suoipresupposti su ciò che è accertabile, su ciò che è logico,67 suciò che può essere per quanto possibile afferrato dalla mente.Così, figli, se noi vi parlassimo esclusivamente in tono mistico,molto probabilmente non saremmo ascoltati da voi. Ripeto chenon dobbiamo dimenticare il sapore mistico di questeconversazioni, ma neppure dobbiamo trascurare di presentarviquesti argomenti nel modo più logico possibile, nel modo più avoi comprensibile, secondo quella capacità di ragionare e dicomprendere che la vostra società vi ha conferito, o che lavostra società ha modificato, in voi.

Ebbene, figli cari, noi ultimamente vi abbiamo parlato diLogos, e di Assoluto per eccellenza. Abbiamo parlato di questiargomenti - così alti, e così inusitati per voi - senza però vedereun soffermarsi di voi su queste Verità. Verità che hannobisogno di essere meditate se volete trascendere la loro veste,la veste con la quale vi sono state presentate, da risalire finoalla Realtà che esse contengono…

Voglio ricordarvi di quale vastità noi stiamo parlando.Partendo da una vastità molto più piccola: quella del vostropiano fisico; eppure ‘sì grande.

Voi sapete figli, che il vostro pianeta fa parte di un sistemasolare; che tantissimi, innumerevoli, sono i sistemi solari in unsistema cosmico. Se noi vogliamo riportare alla vostra scienza,

67 - Nella parte finale della presente raccolta sono riportati importantiinsegnamenti sulla efficacia ed attendibilità della logica stessa

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

che si interessa di questi corpi celesti - l'astronomia - la nostradefinizione di Universo dovremmo dire che un Universo,composto di innumerevoli Sistemi solari, è chiamato conun'altra parola dalla vostra astronomia: una "galassia". Lavostra stessa scienza vi dice che con i più potenti strumentiottici e di nuovo genere, la galassia non può essere sondatatutta. Ebbene figli, pensate che innumerevoli sono le galassie inun Cosmo.68

Pensate dunque a quale vastità vi sta attorno, e pensate chequesta vastità diventa piccola; perché il cosmo fisico è piccolorispetto alla totalità del Cosmo, cioè del Cosmo checomprende tutti gli altri piani di manifestazione.

Ora figli, questo incommensurabile Cosmo, che comprendevari piani di manifestazione, gravita attorno a questo centroideale che è il Logos, nel quale si riassume tutta la vita delCosmo. E le individualità, gli individui che nasconospiritualmente in questo spazio-ambiente cosmico, giungono adidentificarsi con il Logos, con la prima manifestazionedell'Assoluto in questo Cosmo. Prima ed ultima; l'Assolutonella sua forma più svelata, se volete; che sia possibileabbracciare, alla quale sia possibile unirsi, in questo Cosmo.

* 10 Apr. 1965 *

A voi che vivete in una società dell'Occidente, come voidite, resta difficile concentrarvi. Cosa vuol dire "concentrarsisu un oggetto"?

Significa dominare la propria mente, tanto da vedere, darappresentarsi con essa l'oggetto in tutti i suoi minimi

68 - Innumerevoli, di più di qualunque numero si possa pensare, ma noninfinite. L’infinito, è solo dell’Assoluto.

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Parte Seconda

particolari. E detti particolari devono essere presenti nellamente contemporaneamente. Una siffatta concentrazione,prolungata, conduce anche ad una materializzazionedell'oggetto pensato. Ma se un solo particolare fossedimenticato, ecco che la concentrazione non sarebbe perfetta ela materializzazione altrettanto non si concretizzerebbe.

L'Eterno Presente, se noi raffiguriamo l'Assoluto alpensatore, è qualcosa di simile, o di analogo. Il pensiero deveessere, per poter aver luogo la manifestazione, concentrato esostenuto in tutti i particolari. L'oggetto del pensiero è lamanifestazione cosmica, in tutti i suoi particolari. Ecco l'EternoPresente: dall'inizio alla fine della manifestazione cosmica.Tutto contemporaneamente presente.

Ma l'Eterno Presente è qualcosa che va oltre unamanifestazione - un giorno di Brahma, come si dice in Oriente-, ad un cosmo, come dite voi. L'Eterno Presente riguarda laTotalità del Tutto; del giorno e della notte di Brahma, dellamanifestazione e della non-manifestazione, dellamanifestazione cosmica e del riassorbimento e del riassorbito.Tutto questo è nell'Eterno Presente; presentecontemporaneamente.

* 13 Nov. 1965 *

Non possiamo parlare di evoluzione, di teoria, di scorrere,quali noi siamo abituati a vederli - se li vediamo - nel relativo,e con lo stesso metro ricercarli e rivederli nell'Assoluto.

Eppure, il mondo del relativo, è nell'Assoluto. Eppure ilrelativo non è avulso dall'Assoluto. Eppure il relativo non è unente a sé stante dall'Assoluto; non per nulla non abbiamo maiadoperato il termine "creazione", ma sempre emanazione.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Tutto è, nell'Assoluto. Un quadro, prima ancora che sulla tela, esiste, molto spesso,

nella mente dell'artista, del pittore. Eppure, il pittore loimmagina in funzione di ciò che può realizzarsi, ed immaginaun quadro con ciò che ha a disposizione. Se voi pensaste aduna materia ed il vostro pensiero fosse così intenso da renderlaconcreta, da materializzarla; e pensaste anche a certe leggi, lequali producessero la cristallizzazione di questa materia;ebbene, la materia si cristallizzerebbe. Voi avreste creato unmondo e le leggi secondo le quali questo mondo prenderebbeuna forma. La successione della cristallizzazione avverrebbe infunzione delle leggi che voi stessi avreste stabilite.

Ma ciò non avrebbe importanza. Nell'intimo vostro, nelvostro pensiero, tutto sarebbe egualmente presente e pensatonello stesso istante: sia la costituzione della materia che il ciclosecondo il quale questa materia giungerebbe ad unacristallizzazione.

Nell'Eterno Presente tutto è presente, in un medesimo istanteeterno.69 Ciò che questo Eterno Presente origina per sua stessanatura, ha invece un ciclo di nascita e di morte. Ma questanascita e questa morte, e tutto ciò che è compreso fra questanascita e questa morte, è egualmente presente nello stessoistante, ed è, perciò, immutabile. Pur tuttavia, non può nonavvenire, questo ciclo di nascita e di morte, perché se nonavvenisse non vi sarebbe l'Eterno Presente.

Questo ciclo di nascita e di morte, non è che la conseguenzalogica e non temporale dell'Eterno Presente.

69 - Cioè senza-tempo.226

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Parte Seconda

* 19 Febbr. 1966 *

L'individualità sperimenta l'Eterno Presente?

Dom - No, perché è un attributo della Scintilla Divina, manon è la Scintilla Divina.

Ris - Il tempo, quando nasce?

Dom – Mai.

Ris - Il tempo, al pari del Tutto, esiste nell'Eterno Presente,ma, non ha significato se non lo si unisce al relativo. Ed allora,quando noi vi dicemmo che i cosmi sono indipendenti gli unidagli altri, in quanto non vi è comunicazione, se non attraversoallo Spirito - ricordate? - questo volevamo significare: il tempoinizia là dove inizia un cosmo, e finisce là dove finisce uncosmo; e se così è, non vi è quindi un susseguirsi di cosmi.Ecco la compenetrazione dei cosmi nel Tutto, ecco la loroindipendenza. Mi seguite?

Se questo Cosmo ad un tempo è iniziato - e terminerà - ilsuo tempo inizia con l'inizio e si chiude con il termine. Al di lànon è più tempo, e non può essere paragonato, né confrontato,con un altro cosmo; il quale avrà - se lo avrà - un suo tempo.

Nell'Eterno Presente tutto c'è. Ed anche il cosmo nel qualenoi esistiamo, esiste. E noi come esistiamo nell'EternoPresente?

Perché dire che vi è tutto - ed in tutte le fasi, i cicli, vi sono -potrebbe avere una certa logica, ma potremmo arrivare allanegazione della individualità, di ciò che lega tutte le fasi delciclo. Basterebbe, se la individualità esistesse nell'EternoPresente, come la Scintilla Divina - cioè immutabile ed unica

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nell'aspetto e nella sostanza -, basterebbe che nel relativo, nelCosmo, vi fossero tutte le fasi dei cicli, che vi fosse un terrenoin cui affondare le proprie radici. Ma non sarebbe necessarioche le varie perle fossero unite dallo stesso filo.70

Ed invece, così è. Che significato avrebbe l'evoluzione nel Cosmo se la

individualità fosse come la Scintilla Divina? Basterebbe che vifosse un cosmo; senza evoluzione. Basterebbe che vi fosse unciclo, un relativo. Ma non sarebbe essenziale che vi fosse unaevoluzione.

Ecco quindi il perché della evoluzione: il sentireindividualizzato, che è legato alla individualità, trae origine e simanifesta dalle manifestazioni cosmiche. Ma questaindividualità - tenete ben presente - è manifestata dalla naturaesterna e per la natura esterna dell'Assoluto che è VITA. Ed èl'attributo di ciò che è manifestato, e si manifesta, ed esiste, perla natura interna dell'Assoluto che è AMORE, la ScintillaDivina.

* 26 Febbr. 1966 *

Nell'Eterno Presente la nostra individualità esiste dallapotenza all'atto; esiste quindi già al termine della evoluzioneindividuale quando, nel tempo, si raggiunge la fusione con laScintilla Divina.

È quindi una questione di tempo. Ecco come può esserecompreso il libero arbitrio.

Ciò che è nell'Eterno Presente esiste nell'Eternità e per

70 - Le perle sono i sentire individuali succedentesi nell'iter reincarnativodal cristallo ai più alti stati di coscienza, ed oltre. Il filo che unisce in catenalogica tali sentire progressivamente più ampi è la individualità.

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Parte Seconda

l'Eternità. Ciò che è nel relativo, nella manifestazione, ha untempo e l'individuo può facilmente incorrere nell'errore diconsiderare un "prima" ed un "dopo", e di giudicare secondociò che egli vede e secondo la logica quale se la è costruitaosservando i fenomeni che avvengono nel tempo. Ma laddovequesto tempo non esiste, tutto è nello stesso attimo eterno, ed ècome - per intendersi - se fosse posposto e se lo svolgersi deltempo avvenisse nel senso contrario: voi sapreste già, inanticipo, le cose che sarebbero per voi nel futuro.

Se noi guardiamo la nostra maniera di conoscere, quandosiamo nel tempo, vediamo che passiamo dal non conoscere unfatto, al venirne a contatto quindi conoscerlo. Se noicapovolgiamo lo scorrere di questo tempo passiamo dalconoscere il fatto, al venirne in contatto al non più conoscerlo.Ciò che prima era futuro, diventa passato, e via dicendo. Nellostesso modo, nell'Eterno Presente, ciò che nel relativo è futuro,e non è conosciuto, è Eterno Presente. È una questione ditempo. Nell'Eterno Presente tutto è; anche ciò che perl'individuo nel relativo rappresenta l'incognito suo futuro; esenza che in questa affermazione-constatazione il liberoarbitrio -nella misura determinata dall'evoluzione dell'individuo- ne venga in qualche modo toccato.

Ditemi, voi che avete capito così bene, quanti cosmi sonomanifestati in questo momento?

Dom – Innumerevoli.

Dom – Indeterminati.

Dom - Vi sono tutti.

Ris - La manifestazione di un cosmo, può essere misurata

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nella sua lunghezza di tempo. Per quanto si parli di cifre - cifreastronomiche - un cosmo, confrontato all'Eternità, è un attimofugace; ed allora, dell'esistenza di questo attimo fugacepensate, chiedetevi, la sua esistenza nell'Eterno Presente èeterna! Un cosmo esiste dunque allora nell'Eterno Presenteeternamente perché nel tempo possa durare un attimo?

* 12 Mar. 1966 *

Fino a qualche anno fa, la scienza non spiegava, neppurecon ipotesi, le origini dell'Universo. Ma, la voce ufficiosa deisuoi figli, degli uomini di scienza, diceva che in fondol'Universo, quanto esiste, può essere frutto del caso. Questo,oggi, non è più neppure pensato, né ipotizzato; perché lericerche di laboratorio, perché le esperienze della scienza,hanno inequivocabilmente dimostrato che tutto è regolato da unordine immenso. Che l'infinitamente piccolo è contenuto,costituito, ed esistente, su leggi fondamentali in un ordineperfetto. Che l'infinitamente grande è egualmente regolato dauna perfezione matematica.

In questo quadro di perfezione non v'è posto per il caso. Ilquale dovrebbe essere un risultato di fortuite circostanze, ecome tale, se anche per assurda ipotesi realizzabile, di suastessa natura tanto caduco, effimero, da esistere solo pergiungere al proprio disfacimento, destinato dalla sua originefortuita.

Niente caso quindi, né tantomeno caos.Come parlare di caos in un quadro dove l'ordine regna

sovrano?! E che l'ordine regni sovrano, non v'è dubbio. Ogniuomo di scienza - visto che voi credete solo alla scienza - ve nefarà verace testimonianza.

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Parte Seconda

In questo ordine delle materie, l'uomo solo appare il grandisordinato, perché nel suo modo di agire, nella sua storia, nonafferriamo quell'ordine che invece tanto abbondantemente èdimostrato nelle cose, nelle materie.

È dunque possibile che in un quadro così ordinato, dimaterie, l'uomo figlio della materia, prodotto di un corpo, nelquale l'ordine è ingenerato, in cui il disordine è anomalia, possadegenerare, e regnare nel disordine? O piuttosto non è vero chequesto apparente disordine non è che l'attuazione pratica di unordine che va al di là di ciò che appare?

Certo che in questo quadro, ove è ordine, la vita dell'uomoper quanto disordinata possa apparire, trova un suo giusto postosolo se questo disordine si interpreta in funzione di un ordinepiù grande, che dall'uomo stesso non può essere colto, che va aldi là di ciò che l'uomo, con gli occhi ed i sensi del suo corpofisico può cogliere, che trascende ciò che l'uomo puòumanamente congetturare. E di questo ordine che noi, da moltidei vostri anni, andiamo parlando.

Di un ordine che solo un Dio può avere stabilito. Dico"avere stabilito", perché in questo momento ragiono come unuomo, che non conosca niente dell'Assoluto, che non siaconvinto dell'esistenza di Dio ma che nello stesso tempo siadisposto a credervi, o ad accettare una ipotesi, che si sostengasulla logica e che dia una spiegazione, per quanto difficile, maplausibile.

Se dunque questo ordine è stabilito da un Ente Supremo,occorre che questo Ente sia Eterno, cioè non-perituro. Occorreche questo Ente sia Completo. Che cosa vuol dire? Che nonmanchi di niente. Ecco perché vi abbiamo parlato del concettodell'Eterno Presente.

L'Assoluto, nel cui seno si manifestassero e riassorbissero icosmi; nei quali avessero vita gli individui, come voi fino a

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qualche anno fa sapevate, sarebbe un Assoluto chespiegherebbe molte domande, che appagherebbe moltiinterrogativi, ma che avrebbe il suo tallone di Achille; che nonsarebbe né completo né Assoluto, se a lui non si unisce ilconcetto dell'Eterno Presente, dell'immutabilità.

Perché se un Dio deve esistere, deve esistere un DioAssoluto. E se un Dio deve esistere Assoluto, non può cheessere Completo ed Immutabile. Ma per essere Completo edImmutabile, niente può accrescersi a Lui stesso, niente puòessere elemento che a Lui si aggiunge, che in Lui è prodotto diuna trasformazione; sia pure prodotto di una trasformazione,ma che in Lui non vi fosse. Tutto deve esservi in Lui.

Ecco dunque, perché Egli esiste, È, in un Eterno Presente.Il Suo sentire - che è un Sentire Assoluto - è un sentire che

esiste nell'Eterno Presente. Ma, perché - vi chiedete - ilmanifestato, perché i cosmi?

Egli è l'UNO ASSOLUTO. Tutto ciò che non è Lui, èrelativo. Ed allora - direte voi - "ci avete parlato delleindividualità, ci avete parlato delle Scintille Divine", ma perquesto motivo vi diciamo che esse sono il Suo virtualefrazionamento: perché se fosse un frazionamento reale laScintilla Divina sarebbe relativa.

* 18 Mar. 1966 *

Questo quadro che noi vi abbiamo presentato, e che voi ciavete chiesto, sta a significare una realtà la cui vastità va al difuori di quello che, con le umane parole, cerchiamo di farviintendere. Così enunciata, nelle sue linee essenziali, può farapparire ad esempio l'immensità del piano fisico, dell'insiemedegli universi astronomici, una dimensione mastodontica

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Parte Seconda

eccessiva. Ma pure, se voi pensate quanto complicato (purnell'ordine e nella semplicità di funzionamento) sia ad esempioil veicolo fisico di una creatura, potete facilmente intenderequanto altrettanto complesso sia ciò che voi non vedete; e cheinsieme di fattori sia necessario raggiungere per creare certiambienti favorevoli.

L'ambiente favorevole nel quale l'individuo si reincarna, nonè rappresentato unicamente dalla materia del piano fisico checostituisce il suo veicolo fisico, né dalle creature che questoindividuo può incontrare. Ma alla sua costituzione astrale, equindi alle sensazioni che egli riceve, concorrono un'infinità dialtri fattori. Non sono - i 7 raggi - unicamente sette impronte.Sono 7 influenze essenziali, 7 simboli, che, mischiandosi,formano poi un'infinità di sfumature, nei veicoli astrali dellecreature. E voi direte, "Allora dunque il prodotto dell'ambienteè strettamente determinante ai fini della morale dell'individuo,della sua coscienza?". Abbiamo già risposto tante volte a questiinterrogativi figli cari.

Nella formazione della coscienza dell'individuo giocanomolti fattori: la spinta che viene dall'intimo, e le esperienze chel'individuo incontra nell'ambiente che lo circonda. Questeesperienze, in parte, egli stesso se le procura, per propriaricerca; in parte vengono a lui condotte o da motivi karmici, oda motivi che rappresentano dei passaggi obbligati, in sostanza,della sua esistenza nel piano fisico; il che equivale a diremotivi karmici. Ebbene figli, l'ambiente nel quale l'individuoevolve, nel piano fisico, può essere come un piccolo granello disabbia in confronto alla vastità dell'universo astronomico. Mapure, questa vastità, è quella che è necessario che sia, è quellache ci vuole perché ciascun sistema solare sia allo stesso tempounito e diviso, faccia parte del tutto del piano fisico, marimanga in una separazione "colloidale", in una separazione

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

che consenta uno scambio in un solo verso. Dunque questa dimensione dell'universo fisico, è quella che

è; perché, per raggiungere il funzionamento e l'esistenza dellematerie fisiche organizzate, necessita questo spazio e questadimensione, in questo Cosmo.

Ciascuna fase della individualità è un essere, è un sentire.Certo figli. Per "essere" non dovete intendere un vivere a sé, diun quid; ma un sentire incompleto non errato.

Esistere dispiegato della individualità, nell'Eterno Presente:ciascuna fase è un sentire, che esiste eternamente71 nell'EternoPresente, ma che non esiste e non avrebbe significatod'esistenza se la si considerasse divisa, avulsa, presa a sé; ma lasi deve considerare, figli cari, nella interezza.

Ogni fase, nel significato profondo, è quindi una fase dipassaggio, dispiegata ma che si raccoglie ed acquistasignificato del suo essere, nell'ultima fase, nella fase di fusionecon la Scintilla Divina.

L'Eterno Presente ha quindi una dimensione?L'Eterno Presente figli, ha la dimensione del Tutto. L'eterno

Presente non è quindi una cosa delimitata, non è quindi né unospazio chiuso né uno spazio infinito, ma una dimensione checontiene il Tutto. L'Eterno Presente quindi, contenendo ognimutazione, è capace di contenere ogni fase della individualità,che può essere o meno simbolizzata con una diversacolorazione. Ma la vera essenza di questa dimensione la sicoglie là dove ha vita quell'elemento che è proprio dell'EternoPresente; è un'essenza di Unità; è un'essenza di Unicità. Ognimutazione quindi, è contenuta (per capacità non per direttaemanazione) alla molteplicità. Ogni mutazione è contenuta,perché se una sola non fosse contenibile, questa non avrebbeposto nell'Eternità; questa sarebbe assurda e non possibile.

71 - Cioè non ha avuto inizio e non avrà fine, essendo senza-tempo.234

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Parte Seconda

* 2 Apr. 1966 *

Tutto quindi, è contenuto nell'Eterno Presente. Ma non deveintendersi come un contenimento in una dimensione di spazio,perché lo spazio è una dimensione del Cosmo, e già voi sapetequanto diverso sia il concetto di "spazio" - o di "tempo" - da unpiano di esistenza all'altro del Cosmo. Così, nell'EternoPresente tutto è presente. È presente come Realtà eternamenteesistente. Ma se noi parliamo del piano fisico del Cosmo, adesempio, questo è presente nell'Eterno Presente, ed è contenutonei minimi particolari, perché ciò che non fosse contenuto neiminimi particolari (anche un solo particolare che mancasse)non troverebbe attuazione nella manifestazione, in quantoripeto ancora, l'Eterno Presente è stato di esistere dell'Assoluto.Ma, il piano fisico, pur essendo contenuto, in questo senso,nell'Eterno Presente, occupa una dimensione solo nel pianofisico stesso, là dove si realizza come materia: nel tempo, cioè.Mi seguite figli?

Quindi, la dimensione dell'Eterno Presente è la dimensionedel Tutto, in quanto tutto è presente. Tutto quindi è contenutoma non nella dimensione in cui, questo Tutto, si realizza e siconcretizza, specialmente per quanto si riferisce allamanifestazione, o alle manifestazioni.

Ora, se dunque un cosmo è contenuto nell'Eterno Presente,nei minimi particolari (anche se la dimensione si realizza, ed iltempo si realizza, nella manifestazione) ogni mutazione delCosmo è egualmente contenuta nell'Eterno Presente.

V'è dunque, una differenza, fra il Cosmo (od un cosmo)come si realizza, e le possibili mutazioni secondo le quali sipotrebbe realizzare?

Per quanto concerne lo stato d'esistere dell'Assoluto, perquanto concerne il mondo archetipo, nessuna mutazione e

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

nessuna differenza può esservi fra le varie mutazioni possibili.Ma poiché non possiamo pensare ad un Eterno Presente chenon contenga anche la combinazione secondo la quale uncosmo si realizza; e visto che un cosmo si realizza nel miglioreed unico modo possibile; ebbene figli, voi comprendete che frale possibili mutazioni, e la combinazione medesima, esiste unadiversità di sussistere nell'Eterno Presente. Dunque in altreparole quindi, esistono le Leggi nell'Eterno Presente, ed esistequindi ogni possibile attuazione di un cosmo, poiché esistonole Leggi. Ma esiste anche la combinazione secondo la qualequesto Cosmo è realizzato nel tempo, ed esiste questo Cosmorealizzato nel tempo, anche se, ripeto, tempo e dimensione simanifestano, appaiono, si realizzano o si misurano solo nellamanifestazione.

Non è possibile misurare le dimensioni di un cosmo figli,nell'Eterno Presente. Un cosmo esiste, ed è contenutonell'Eterno Presente, ma le sue dimensioni di spazio e di temposi misurano solo nel cosmo stesso, cioè nella manifestazione.

* 23 Apr. 1966 *

L'andamento della serata non è stato dei più favorevoli perconsentire a noi una risposta dettagliata. Ma, tuttavia noi siamoqua per rispondervi. Rispondere alla prima domanda: mi pareche la risposta non debba essere data da noi, ma da voi. Ed ineffetti, ciascuno di voi deve saper rispondere. Deve dire adesempio che la prova, la dimostrazione della esistenza di un aldi là, la quale abbia un valore scientifico, valida, allo statoattuale delle conoscenze della vostra scienza, figli, non esiste.E non già perché non vi siano già ora in atto fenomeni chedimostrino pienamente l'esistenza di un al di là, di un piano

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Parte Seconda

astrale, di forme di esistenze oltre quelle che conoscete sulpiano fisico; ma perché figli, la vostra scienza non è ancoracapace di capire queste dimostrazioni.

Cosicché non sono le dimostrazioni che non vi sono, masono gli uomini che nella loro ristrettezza - e di ciò non v'ècertamente nessuna colpa, nessuna responsabilità, come non ècondannabile il fiore che ancora è in boccio - e la loro pococonoscenza, non riescono a capire il senso di questi fenomeni,che sono in se stessi delle dimostrazioni, evidenti. Così, l'al dilà, non è dimostrabile, per la scienza, perché la scienza nonriesce a comprendere i fenomeni che dimostrano l'esistenzadell'al di là.

Dunque, se la scienza non può ufficialmente credere all'al dilà, vuol dire ciò che nessun uomo debba credervi?

Prescindendo da quelle che possono essere le convinzionipersonali, no certo, figli; perché se anche la scienza umanapositiva non ha dimostrazione, purtuttavia le dimostrazioniesistono. E gli uomini i quali fortunatamente trascendono eprecorrono la scienza, ne anticipano le conquiste; perché secosì non fosse, la scienza umana sarebbe destinata a rimanerequella che è senza possibilità di incremento. Uomini dicevo,figli, fortunatamente, possono comprendere ciò che la scienzaancora non comprende. E in ciò non vi è un atto di fede cieca,di fede illogica, ed accettata (che significa cioè una resa senzacondizioni), ma questa dimostrazione è tutt'altro che unaccettare ad occhi chiusi. Viene accettata proprio perché essa èsostenuta dalla logica, la stessa logica che ha formato ilpatrimonio della scienza umana.

È quindi non un atto di fede, che rappresenta una cambialein bianco, un'accettazione del tutto gratuita; ma è un intuire aldi là di ciò che la scienza comprende o conosce, un gettare unponte verso ciò che ancora non si è fatto completamente

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proprio, confortati e sostenuti, in questa congettura, dallalogica e dalla concomitanza delle prove.

Certo credere di poter rendere comprensibile ciò che puòessere - per la nostra limitatezza - complesso, è un problemamolto arduo, quasi direi insolubile. Infatti è molto più facileaccrescere la nostra possibilità di comprendere, per giungerecosì attraverso alle nostre migliorate facoltà di comprensione avedere il problema non più complesso ma semplice, per capire;piuttosto che il caso opposto: cercare di semplificare, renderealla portata della nostra limitata comprensione ciò che invece,per i limiti di essa comprensione, può essere assai complicato.

Ecco perché, figli, noi vi parliamo. Ma non vi parliamo diparticolari del piano astrale, i quali veramente, se vi fosseroillustrati, non servirebbero a chiarirvi le idee, come avete detto;ma, anzi, a dipingere questo piano, ancora di più un mondo difavola, da quello che già voi lo ritenete. Vi parliamo quindi nondi ciò che, addirittura, è ancora più difficile a dimostrarsi - allavostra incredulità, o al vostro bisogno di vedere più da vicino -ma vi parliamo di ciò che invece potete capire senza fare unatto di fede cieca come invece sareste costretti a fare se viparlassimo dei particolari del piano astrale. Vi parliamo invece,di cose che possono essere seguite dalla vostra logica, percomprendere.

E se un atto di fede dovete fare figli, questo atto di fede èsostenuto dalla logica, e non è totale resa incondizionata (seancora qualcuno di voi v'è, qui, che sia capace di credereciecamente) come invece dovreste fare se vi parlassimo diquello che è il piano astrale nei suoi particolari. A che scopo,descrivervi la forma di un abitante del piano astrale, di unospirito elementare, quando questo argomento, proprio per lasua natura forse, non è stato ancora da voi completamenteafferrato? Preferiamo parlarvi della struttura fondamentale del

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Parte Seconda

Cosmo, la quale invece può essere da voi seguita attraverso allalogica ed alla ragione.

Così figli, forse ho dedicato più del vostro tempo a questadomanda di quanto in effetti la necessità lo richiedeva, macredo che non sia a sproposito, perché ripeto, a questedomande, a questi interrogativi, voi dovete rispondere, non piùnoi.

Per quanto invece voi avete detto dell'altra domanda, sullalegge di evoluzione, e sulla "evoluzione delle evoluzioni", èlogico - e la vostra logica lo ha affermato - che la legge dievoluzione, che si attua e riguarda una manifestazione cosmica,è un fatto che rientra nei limiti del Cosmo. Di conseguenza, laevoluzione delle evoluzioni rientra anch'essa nell'ambito di uncosmo. Ma, se noi vi diciamo che la legge di evoluzionetrascende il Cosmo, vogliamo significare non già chel'Assoluto evolva (questo concetto sarebbe in completa antitesicon l'Eterno Presente, figli, è vero?), ma vogliamo dirvi che lalegge di evoluzione non riguarda un solo cosmo; ma è uno deicaratteri dell'Assoluto nel senso che ogni manifestazione haun suo ciclo di vita e quindi una evoluzione.

Però in questa affermazione, non dovete credere che noivogliamo intendere "evoluzione delle evoluzioni" come unaevoluzione delle manifestazioni. Mai sia, figli, è vero? Anzi, ilcontrario. Perché sempre vi abbiamo detto che ogni cosmo,ogni manifestazione ha un suo tempo, e non è affatto legata adaltre manifestazioni; ha una base in comune - ed è lo Spirito, edè l'Eterno Presente - ma non v'è nessun altro rapporto fra uncosmo e l'altro, fra una manifestazione e l'altra. Ciascunamanifestazione è limitata dal non-manifestato, ed il non-manifestato è un agente che separa.

Ciascuna manifestazione ha un suo tempo e un suo spazio, equindi non v'è nessun rapporto fra una manifestazione e l'altra.

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Purtuttavia, ciascuna manifestazione ha un ciclo di vita, unanascita ed un riassorbimento; quindi una evoluzione.

* 30 Apr. 1966 *

V'è una legge del piano fisico che può, per analogia,accostarsi ad una legge dell'Assoluto. Parlo di una legge dellamateria fisica conosciuta da tempo dalla vostra scienza e checoncerne, più esattamente, il mondo della materia elementare.È ben noto infatti anche alla vostra scienza che due corpicarichi di elettricità dello stesso segno si respingono; mentredue corpi carichi di elettricità di segno contrario si attraggono.

Questo vale anche per i corpi magnetizzati: i magnetismi disegno contrario si attraggono, e magnetismi di segno identico sirespingono. Ma v'è di più. Se un corpo carico di elettricità di unnoto segno può con speciali accorgimenti scindersi in due partisenza che venga meno la carica elettrica, si nota che i due corpicosì distinti acquistano segno contrario: il corpo generatoacquista segno contrario al corpo generatore.

È precisamente di questo principio che intendo parlarvi edassimilarlo ad un altro principio che riguarda l'Assoluto.

L'Assoluto è COLUI CHE È, e niente può esservi al di fuoridi Lui.

Ciò che nell'Assoluto è generato, è il "relativo", e in certosenso (se possiamo paragonarlo a questo principio dellamateria fisica) ha un segno diverso.

L'Assoluto è Infinito; il relativo, generato dall'Assoluto, èfinito. La stessa definizione di "relativo" implica quasi unsenso opposto ad "Assoluto".

L'Assoluto è Eterno; il relativo ha un tempo, una fine. L'Assoluto è Illimitabile; il relativo è limitato.

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Parte Seconda

L'Assoluto è Eterno Essere; il relativo è il temporaneodivenire.

Ma perché mai ciò che è in questo divenire, allora, tendeall'Assoluto?

Ciò che si genera da questo relativo, ciò che nasce da questorelativo (e voi sapete che cosa è) tende quindi all'Assoluto invirtù proprio di un principio che, per analogia, si può accostareal principio conosciuto nella fisica scientifica umana: il segnodiverso è attratto, i segni contrari si attraggono.

Ciò che è in questo mondo relativo ha come destino ilmondo Assoluto, e verso questo è irresistibilmente destinato:legge di Evoluzione.

Ma la legge di evoluzione non è una progressione semplice;è una progressione composta.

La legge di evoluzione è una legge dell'Assoluto poichél'Assoluto non evolve, non è soggetto alla legge di evoluzione;ma è nella base comune di ogni manifestazione, la quale ha unciclo di esistenza limitato.

Ogni Manifestazione cosmica ha un ciclo di vita e quindi dievoluzione. Ecco perché la legge è una legge assoluta: perchétrascende la manifestazione di un cosmo, ed interessa ognimanifestazione cosmica, per quanto diverso possa essere ognisingolo cosmo.

Ma la legge, come principio, non riguarda l'Assoluto il qualeè già Completo - voi sapete questo - e non evolve, né sviluppa,né può perfezionarsi.

È COLUI CHE È; così, saggiamente, usavano definirlo gliantichi.

Che cosa è, dunque, che evolve? Evolve, cioè si sviluppa,cioè ha un ciclo che inizia e termina, ogni manifestazionecosmica. Ma questa manifestazione cosmica evolve nonsecondo una progressione lineare, ma secondo una

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progressione composita. Gli effetti di questa progressionecomposita sono dovuti alla "evoluzione delle evoluzioni", cioèalla evoluzione della legge di evoluzione.

Voi comprendete che la legge di evoluzione, essendo unprincipio dell'Assoluto, non può evolvere, non può nell'EternoPresente mutare. È quella che è.

Ma, nel tempo, la legge di evoluzione ha un suo ciclo dimanifestazione (da qui evoluzione della legge di evoluzione).

Evoluzione delle evoluzioni, dunque, può chiamarsi in altritermini "progressione composita della legge di evoluzione,dell'evoluzione del Cosmo".

Questo implica diversi aspetti, diversi effetti nell'ambientecosmico; ad iniziare per esempio dall'evoluzione dell'individuo,all'evoluzione stessa di tutto il Cosmo, all'evoluzione dellerazze72 la quale inizia sempre un gradino più in su rispetto allarazza precedente nel tempo; ed inizia sempre un gradino primadella razza che seguirà, nel tempo e nel pianeta. E tanti altrisono gli aspetti che riguardano l'evoluzione delle evoluzioni,l'evoluzione della legge di evoluzione nel Cosmo.

Ma ripeto che non può concepirsi che la legge di evoluzione- che è una legge assoluta - possa evolvere nell'Eterno Presente;né esistere in modo mutabile e mutato e mutante, nell'Assoluto.

Come legge assoluta, tale è e tale rimane. Ciò che evolve èla legge nell'ambiente cosmico, ma questa legge è comune adogni cosmo.

Ogni cosmo è diverso dall'altro ed è diviso dal non-manifestato, la non-manifestazione.

Una errata interpretazione di certe filosofie orientali,orientaleggianti, scuole filosofiche come la scuola teosofica,interpretarono che i cicli di manifestazione cosmici dovesseroessere susseguenti, e che all'uno succedesse l'altro dopo un

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Parte Seconda

periodo di non-manifestazione. Con la Verità dell'EternoPresente, voi potete capire quanto questa interpretazione siaerrata. Ciò non è.

Nell'Eterno Presente ogni cosmo è presente nello stessoattimo eterno. E questa presenza dura nell'Eternità, benché uncosmo, e ciascun cosmo, abbia una durata nel tempomisurabile, limitata; perciò che può misurarsi.

Ciò che delimita un cosmo è appunto la non-manifestazione,il non-manifestato; il quale non è misurabile, non è quindiafferrabile da ciò che invece si misura. E intendo dire: nonpossiamo pensare che le manifestazioni cosmiche siano l'unaaccanto all'altra (anche se esistenti contemporaneamente) edivise da un certo spazio che contenga il non-manifestato. Se,con un mezzo di indagine fisico - per assurdità - si arrivasse allimite di un cosmo, laddove è il non-manifestato, e con questosi potesse trapassare, entrare, nel non-manifestato, in unfantastico viaggio oltre lo spazio ed il tempo, nongiungeremmo mai alle soglie di nessun altro cosmo.

Il non-manifestato delimita un cosmo, ma allo stesso tempochiude, impedisce - per sua natura - le comunicazioni con altremanifestazioni che non possono essere affiancate, paragonate, aquella nella quale noi stiamo vivendo, sentendo, percependo.La notte dunque, di Brahma, deve proprio intendersi come unsenso figurato di questa Verità. Oppure v'è qualcosa di vero, v'èun'altra analogia da fare: al giorno nel piano fisico sussegue lanotte; ad una incarnazione segue un periodo di non-incarnazione.

V'è dunque, in qualche modo, ad una manifestazionecosmica un periodo di non-manifestazione e di riposo?

Bisogna obiettare che il giorno e la notte, nel piano fisico,esistono relativamente, ma che in una visione più ampiadell'universo, non esistono. Sono apparenti manifestazioni

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dovute a moti rotatori di corpi stellari; ma colui che si innalzadal corpo stellare stesso, trascende il giorno e la notte.

Così deve dirsi della incarnazione dell'individuo: è unfenomeno soggettivo; ma chi trascende, nell'esame, la vitastessa del singolo individuo, vede un continuo mischiarsi dinascite e di morti che si intersecano e si intrecciano. Sicchénell'Assoluto non esiste un ciclo susseguente all'altro.

E nell'ambiente cosmico, certo che v'è il periodo di stasi cheprelude ad un periodo di attività; ma se si esamina il ciclo divita cosmica nella sua interezza, non si vede altro che un unicociclo che trascende questo particolare. L'insieme trascende ilparticolare.

Il periodo di stasi nella vita cosmica esiste. Esiste un tempoin cui il ciclo di vita cosmica sembra arrestarsi, fa una pausa;ed esiste poi un inizio della nuova attività. E questo periodo distasi che divide cicli di attività, esiste per ogni piano, per ognimateria, per ogni individuo, per il Cosmo tutto, per ognipianeta, per ogni sistema solare, per ogni elemento checomponga il Cosmo. Ma ripeto, ciò che noi osserviamodipende da una osservazione relativa.

Allo stesso modo, nell'Assoluto, il non-manifestato puòconsiderarsi "riposo" della manifestazione, riposo di Brahma;ma solo se ci limitiamo ad una osservazione relativa, parziale,particolare e quindi non assoluta. Altrimenti non possiamo chevedere l'Unità e la stretta colleganza di ogni elemento chetrascende ogni osservazione parziale.

* 7 Mag. 1966 *

La conversazione di questa sera, è stata… viva - nonpossiamo dire che vi sia stato del ristagno -, ed in fondo, anche

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Parte Seconda

proficua. Questo vale per uno solo degli argomenti che avetetoccato. L'altro, quello del viaggio immaginario nel non-manifestato alla ricerca di un'altra manifestazione -quell'argomento lì - non può avere risposta, visto che è statoquasi subito abbandonato da voi. Ed è la seconda volta checerchiamo di sottolineare questo concetto, di sottoporlo allavostra attenzione, perché vediamo che ancora esso non è statocompletamente afferrato da voi; mentre può esserlo e deveesserlo, quindi. Fino a che non vi sarete soffermati non avreterisposta.

Ma dicevo prima, se questo è il criterio, se questa è lamisura secondo la quale un interrogativo può, o non può, avererisposta, per il secondo argomento la risposta potete averla,anzi, la misura è traboccata…

La domanda aveva lo scopo, figli e fratelli, di meditareancora una volta su che cosa è lo stato d'esistenza di noi stessi,di ciò che è al centro di questo microcosmo, di ciò che è ilfulcro di una vita individuale, o di un microcosmo. Ebbene, perogni piano di esistenza voi sapete che l'individuo ha un veicolo,e, questo veicolo è costituito dalla materia di quel piano: pianofisico-veicolo fisico, e via dicendo; fino a piano mentale-veicolo mentale. Per questo Cosmo il piano mentale è l'ultimoo il primo (secondo da dove osserviamo) piano, allaemanazione del quale contribuiscono i tre aspetti caratteristicidel Cosmo. Al di là, nel piano akasico, voi sapete che lamateria ha una natura particolare, diversa assai di più di quantosia diversa dal piano fisico al piano astrale o dal piano astrale alpiano mentale. Ed il veicolo del piano akasico è diverso; tantodiverso che mentre gli altri veicoli più grossolani evolvonoorganizzandosi, mentre la loro evoluzione significaorganizzazione, il corpo akasico si costituisce: non siorganizza, si costituisce.

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Il corpo akasico è detto "corpo della coscienza", perché èquel corpo, quel veicolo che, costituendosi, da all'individuo lacoscienza: dai primi barlumi, alla coscienza individualecostituita, alla fratellanza universale. Ma anch'esso è un veicoloche fa parte, sia pure di una diversa materia, ma di una materiacosmica; con il quale cioè, non potremmo mai sconfinare al dilà del Cosmo; con il quale non potremmo mai andare nelLogos. È chiaro, questo modo di parlare?

Allora figli e fratelli, ecco perché il veicolo akasico vieneabbandonato. Ma con ciò non vuol dire che sia perduta lacoscienza individuale, la fratellanza universale; bensì chequesta meta è trascesa, tanto da essere ora fratellanza cosmica,Coscienza Cosmica. E la coscienza individuale, costituita a talsegno, vive ora nel Logos. Con che cosa ci vive? Se primaviveva, in ogni piano, con un precipuo veicolo, ora, nel Logos,con che cosa esiste, in che forma è presente? Questo era ilsenso della domanda.

Noi diciamo che l'uomo è nel piano fisico, perché ha uncorpo fisico, il quale ha certi sensi, per mezzo dei qualil'individuo percepisce e si esprime nel piano fisico. Altrettantodiciamo per il piano astrale e per il piano mentale.

La consapevolezza dell'uomo si sposta. Se egli ha certefacoltà sviluppate, certi sensi sviluppati, pur essendo incarnatonel piano fisico può spostare la sua consapevolezza ad altripiani, meno grossolani, più sottili (piano astrale, pianomentale) e vedere e percepire ciò che accade attorno ai suoiveicoli, di quei piani: attorno al suo corpo astrale, attorno alsuo corpo mentale. Può spostare a suo piacimento questiveicoli nei rispettivi piani: viaggiare in astrale o viaggiare inmentale; sposta cioè la sua consapevolezza indifferentementeed a proprio piacimento, in questi piani, servendosi proprio diciascun veicolo di manifestazione. Quando, però, la sua

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Parte Seconda

evoluzione è tale che egli vive, esiste coscientemente nelLogos, come vi è presente? Come è costituito?

Voi avete detto Puro Spirito. Ma che cosa è lo Spirito?Noi non abbiamo la pretesa di dimostrarvi, farvi vedere, che

cosa sia lo Spirito. Ma vi proponiamo, in qualche modo, unaillustrazione, una rappresentazione dello Spirito. Sta a voiseguirci; colorire e riempire, tessere, fra un ordito e l'altro, ilnostro esempio; collegare gli elementi che vi diamo con unfilo, sino a ricostruire nella vostra mente, nella vostracomprensione, queste immagini, queste Verità.

Dicendo Spirito, noi diciamo un qualche cosa, noi diamonome, usiamo un termine per indicare qualche cosa che di SuaNatura esiste, e che occupa l'Infinito, che dura nel non-tempo,nell'Eternità. Qualche cosa quindi, diverso, dal mondo fisico, odalle materie che esistono in un cosmo; le quali invece,occupano uno spazio finito, e durano un tempo, più o menolimitato. Purtuttavia, ha in comune qualcosa con le materie delCosmo, e cioè che non è "il nulla", è un quid, è un qualcosa.Chiamiamo, dunque, Spirito questo quid, questo qualcosa, cheoccupa l'Infinito e che dura nell'Eternità, ma che voi sapete,non ha diversi aspetti, è Unico; tanto che, se fosse visto,sarebbe visto in quella, ed unica, maniera: come è.

Lo Spirito è l'elemento base di ogni manifestazione e delnon-manifestato. È quel quid che costituisce, che componel'Assoluto. Ed allora, come lo compone, se è unico, se sipresenta nella sua, sola, essenza, se ha un aspetto che è la suaessenza reale? In che modo?

Nel modo della aggregazione e della ripetizione. Solo inquesto modo.

Ciò che lo Spirito compone, è composto al di fuori della suaessenza, della Sua Natura. Se noi potessimo vedere lo Spirito,non vedremmo alcuna forma. Non già perché lo Spirito non

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costituisca poi delle forme, ma perché le forme sonomacroscopiche rispetto all'Essenza dello Spirito. È un po’ comeil discorso della UNITÀ ELEMENTARE del piano fisico, o di unaltro piano di esistenza di questo Cosmo: se noi vedessimo allivello della UNITÀ ELEMENTARE del piano fisico, non vedremmopiù gli oggetti che ora vediamo. Ma, poiché l'UNITÀ

ELEMENTARE è ovunque nel piano fisico, anche nelle materietrasparenti, ecco che non vedremmo che una muraglia di UNITÀ

ELEMENTARI.Così lo Spirito è unico nella sua Essenza e nella sua natura. I

cosmi che egli compone, o che isola, sono al di fuori di questaEssenza e di questa natura.

* 14 Mag. 1966 *

Vi dicemmo che ogni manifestazione ha un suo tempo e unsuo spazio, se l'avrà! Ha quindi, una sua precisa caratteristica.E che quindi, non v'è possibilità di paragonare unamanifestazione, con un'altra manifestazione. Perché ilparagone, la comparazione, è possibile fra due o più elementiche abbiano una analogia, od una simiglianza. Ma non èassolutamente prospettabile, fattibile, fra elementi che nonhanno né analogia, né simiglianza; ed è proprio il caso dellemanifestazioni cosmiche.

Ogni manifestazione ha una sua caratteristica, e non puòesservi nessun termine di raffronto. Ma, oltre questo, ci sembròche voi non aveste ben colto il concetto dell'accostamento dellemanifestazioni. Voi, vostro malgrado, siete ancora legati allaimmagine delle manifestazioni che iniziano e terminano,vedendo questo inizio e questo termine là dove non v'è néinizio né termine. Cercando vostro malgrado il tempo e lo

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Parte Seconda

spazio, dove invece è l'Eternità e l'Infinito, là dove non v'ènessun tempo e nessuno spazio.

Dunque i cosmi non sono, nella loro manifestazione,contigui. Non esiste alcuna contiguità, nel relativo. Tutticoncordemente avete detto che i cosmi esistono tutti nell'EternoPresente. E questa è una Verità. Ma, se da questo Cosmo(ammettendo pure che gli altri fossero identici a questo)sconfinassimo, per giungere così nella notte di Brahma, nelnon-manifestato, potremmo noi, continuando questo viaggioimmaginario trovare un altro cosmo?

No. Ciò non è possibile. Perché quando noi vi diciamo che icosmi sono isolati l'uno dall'altro, vogliamo significare che ilnon-manifestato non può essere attraversato. Da questoderiva l'isolamento, da questo deriva la circoscrizione di uncosmo, la interdipendenza dei cosmi.73

Già da molto del vostro tempo vi dicemmo che l'unicocanale di comunicazione fra i cosmi era l'Assoluto, e non puòesservi altra comunicazione. Il non-manifestato non può essereattraversato perché non è possibile percorrere ciò che non haspazio, ciò che non ha tempo. Ma questa è una parte delladomanda, ed è una parte della risposta; il problema non èancora centrato.

Se noi vi dicessimo, ancora per assurda ipotesi,attraversiamo questo non-manifestato, fino a trovare - sempreper assurda ipotesi - un cosmo analogo al nostro; a quale puntodi manifestazione noi lo troveremmo? Meditando su questointerrogativo si comprende perché è impossibile trovareun'altra manifestazione.

Voi sapete che ogni cosmo ha un inizio ed una fine, ha unciclo di esistenza. Noi siamo in questo presente Cosmo.

73 - Perché, sia pure solo attraverso all'Assoluto, i cosmi sono diversi fraloro, mai identici

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Quando il riassorbimento sarà terminato, questo Cosmo saràforse consumato? In altre parole: voi pensate che compiuto ilciclo di manifestazione cosmica il Cosmo riassorbito siaperduto, non esista più?

Quando vi facemmo l'esempio della bobina74 vi dicemmoche il movimento scaturiva da un convenzionale sistema.Cosicché i cosmi, che tutti esistono nell'Eterno Presente, lì viesistono nella Eternità. Cosicché, ciascun cosmo, esistesempre; ed il ciclo di manifestazione, ed il suo ciclo di vita,scaturisce dalla evoluzione dell'individuo. Si ha lasensazione del suo scorrere in funzione di una chiaveconvenzionale, in funzione del nostro evolvere, di un moduloche caratterizza il Cosmo stesso e sul quale esso è costruito.Ma per colui che giunge ad identificarsi con l'Assolutonell'Eterno Presente, ogni cosmo esiste nell'Eternità; ed anchequesto nel quale noi viviamo, che per noi è ad un punto del suociclo di manifestazione, può essere sentito indifferentemente adogni punto della sua vita e del suo ciclo di esistenza.

Voi avete il senso del trascorrere del vostro tempo e dellavostra esistenza, ma in effetti, anche ciò che per voi è trascorsoha una sua eternità: è un ciclo che ha un inizio ed una fine, maè un ciclo che, nell'Eterno Presente, è Eterno. E poiché è Eternonell'Eterno Presente, può essere sempre rivisto o rivissuto,nello stesso modo come ora voi lo vedete o lo state vivendo.

Ogni manifestazione cosmica quindi, ha un suo tempo ed unsuo spazio, e non è assolutamente possibile porle in relazionefra loro. Non v'è quindi possibilità di dire questamanifestazione è ad 1/3 della sua durata, e l'altra che

74 - L'Eterno Presente che si può pensare come una bobina cinematografica,in cui tutte le "scene", i fotogrammi, sono presenti ed esistonocontemporaneamente; nessuno evidenziato od evidenziabile, perché tuttiegualmente presenti.

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Parte Seconda

corrisponde all'inizio di un'altra o alla fine di un'altra ancora.Tutte sono egualmente presenti nell'Eterno Presente, e tuttehanno il medesimo inizio e la medesima fine nel loro relativociclo di esistenza cosmica. Ma tutte sono eternamente presentinell'Eterno Presente, e ciascuna può essere rivissuta con lostesso "sentire" con il quale voi, in questo momento, vivete lavostra.

* 18 Febbr. 1967 *

Non vorrei ripetermi, ma desidero ribadire ciò che ho dettoultimamente.

L'esistenza di un cosmo, assume tono colore spazio e tempo,in seno a questo stesso cosmo. E per percepire il tono il colorelo spazio e il tempo, è necessario essere o centri di sensibilità edi espressione, o centri di coscienza e di espressione; essereindividui nel Cosmo.

Dunque, lo spazio il tempo il tono il colore, divengonoelementi oggettivi solo in seno al Cosmo, e solo se si hanno isensi (nel senso più lato) per avere questa percezione.Purtuttavia non possiamo dire che il Cosmo non esista; che senon vi fossero centri di sensibilità (o di coscienza) e diespressione, non esisterebbe il Cosmo. È importante questaaffermazione. Ammesso che fosse possibile allontanare ogniindividuo dal Cosmo, il Cosmo esisterebbe egualmente.Nessuno vi sarebbe a percepirne il tono e il colore, lo spazio eil tempo, ma il Cosmo esisterebbe con il suo tono, il suo colore,il suo spazio ed il suo tempo.

Se - per mutare un poco l'esempio che siamo usi a fare -,l'esistenza di un cosmo fosse paragonata a quella vostra bobinamagnetica che scorre su quell'apparecchio e noi avessimo una

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sola bobina - una bobina, senza avere l'apparecchio(individualità, individuo) - noi non potremmo udire ciò che èinciso in quella bobina; ma le parole, i suoni che vi sono incisi,vi sarebbero.

Nell'Eterno Presente (visione ed ascolto al di fuoridell'apparecchio) la bobina esiste, esiste in forma diversa:senza suono, oppure tutti i suoni nel medesimo istante eterno;ma la bobina esiste. È, poi, il centro di sensibilità (o dicoscienza) e d'espressione, che al di dentro - e dal di dentro -misura, percepisce, intende, secondo il modulo fondamentaledel Cosmo. Ma se nessuno vi fosse a misurare, intendere,percepire, egualmente il Cosmo esisterebbe.

Evoluzione della materia. Certo. Ogni istante ha una suaarchitettura, secondo il modulo fondamentale del Cosmo; edogni istante è costruito in modo diverso dell'istante precedentee dell'istante successivo. L'evoluzione della materia e della vitamacrocosmica - dicesi vita, perché compone un ciclo - risultadalla osservazione, fatta anche a posteriori, delle mutazioni chevi sono fra istante ed istante; fra istante antecedente e istantesuccessivo. Dalla osservazione di queste mutazioni, di questicambiamenti, ne scaturisce l'enunciazione della legge; ma laLegge vera non è già quella che l'osservatore nota in questosuccedersi di istanti, ma quella Immobile, Immota,Immutabile, di ogni istante; preso in sé e per sé.

* 4 Mar. 1967 *

Vi è una dottrina filosofico-scientifica, secondo la quale ilporre in relazione gli effetti con le cause è un erroregrossolano. Perché, in realtà, questa relazione potrebbe esseredovuta da una semplice coincidenza, dal caso. E l'uomo,

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Parte Seconda

ignorando lo scherzo del caso, avrebbe così enunciato la leggedi causa e di effetto: "ad ogni causa succede un effetto, ad ogniazione una reazione." Questo può essere un paradosso. Mapure, questa dottrina può tornarci utile, in qualche modo, perquello che vi stiamo dicendo.

Infatti, ciò che lo scienziato vede, della vita cosmica, delCosmo che sta a lui d'attorno, è la proiezione di ciò che starealmente alla base dell'esistenza cosmica.

Come potrebbe trovare posto in un Assoluto Immutabile, ilmutamento? Come potrebbe trovare posto in ciò che è senzatempo un tempo ed uno spazio, se questo tempo e questospazio non fossero il risultato di un percepire illusorio, e se itermini sui quali si ha questa percezione fossero (a differenzadi come sono) mutabili?

Noi abbiamo visto invece che il Cosmo (dico "il", per fareun singolo esempio), costituito di tanti attimi, pur avendo uninizio ed una fine, è Immutabile. Ed è Immoto, privo dimovimento. Nel Cosmo, visto nell'Eterno Presente, non v'èalcuna variazione.

Credetemi fratelli, non stiamo parlando per creare in voiconfusione. Niente può essere costruito, di nuovo e di vero, seciò che v'è di precedente non viene prima distrutto per dareorigine alla nuova costruzione. Ogni pietra, ogni fotogramma,ogni attimo di cui è composto un cosmo - che ha un inizio eduna fine, che quindi è limitato - è quello che è nell'EternoPresente: mai verrà meno, mai muterà, mai trascorrerà. Ognicosmo, da sempre e per sempre, è quello che è. Niente puòessere aggiunto ad un cosmo, niente può essere tolto; perché uncosmo, pur essendo relativo, fa parte dell'Assoluto. E se nonfosse, nei suoi attimi costituenti, Immutabile, mutabile sarebbel'Assoluto. E se l'Assoluto fosse mutabile, sarebbe quindidestinato a finire, perché a questo condurrebbe la sua

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condizione di mutabilità; condizione, evidentemente, di non-Assoluto.

Ogni attimo di cui è costituito un cosmo è immutabile. L'illusorio scorrere, da attimo ad attimo, secondo un disegno

convenzionale, crea lo scorrere del tempo, l'ampiezza dellospazio. In questo "scorrere del tempo", in questa "estensionedello spazio", lo scienziato scopre certe leggi che egli chiama"del cosmo"; ma non sono che deduzioni conseguenti allavisione che egli ha del cosmo che lo circonda. Le Leggi cherealmente tengono in piedi un cosmo nell'Eternità, sonoleggi Assolute e sono le stesse leggi Assolute che creano ognifotogramma. Ecco dunque come il relativo si inseriscenell'Assoluto.

Se "uno" fosse "uno" nel più ampio senso della parola, chenon vi fosse altro che "uno" quale monolite, nessunacondizione d'esistenza potrebbe esservi, nessun sentirepotrebbe sussistere. L'uno, e nulla più.

Ma l'Uno non è quindi un monolite, ma è un Sentire, unAmare; un Vivere in termini Assoluti. Ecco i molti nell'Uno.Ecco che questo monolito di infinite cellule, cui Egli è, èpresente nella Sua interezza, di sentire, di essere, di vivere.Ogni cellula è eternamente presente in modo Immutabile.Niente v'è, in Lui, che muta; ed ogni mutazione è in Lui. Tuttesono contenute nell'estensione del Suo Essere, e tutte nellaEternità. Dunque, se l'illusorio movimento dell'individuo nelCosmo fosse nel senso opposto a quello che voi state seguendo,ecco che gli scienziati non direbbero più: "ad ogni causa segueun effetto, ad ogni azione corrisponde una reazione"; madirebbero: "ad ogni reazione corrisponde un'azione, ad ognieffetto corrisponde una causa". Ed ecco allora, che le leggicosmiche sarebbero capovolte? No! Capovolta sarebbe laosservazione, in senso inverso avverrebbe il moto

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Parte Seconda

convenzionale, lo spostarsi da un attimo all'altro, ma il Cosmoegualmente - quale voi lo conoscete oggi - sarebbe, erimarrebbe.

* 11 Mag. 1967 *

Avete avuto, o cari, il tempo necessario per meditare. Meditare su questi concetti, significa cercare un nuovo

modo di intendere, cercare di penetrare, o cari, entro una Realtàinconsueta, inusitata, una Realtà totalmente diversa da quellache cade sotto i vostri sensi o che voi potete immaginare sullabase di ciò che siete avvezzi a vedere, a sentire, a percepire.Ciò non di meno, cari, è indispensabile che ciascuno di voi,cerchi di comprendere questo nuovo verbo; è indispensabileche ciascuno di voi penetri tutto questo concetto nuovo. È unavisione del mondo, che voi avete, che può apparire divisa,frazionata, in tanti elementi costituenti. Eppure, così è, figli.

Anche il Cosmo - il Cosmo inteso come vita, comemovimento, quale a voi appare - è composto di tante unitàelementari, di tante unità costituenti, che noi abbiamo chiamatifotogrammi.

Questo nuovo modo di vedere, figli, deve porvi di fronte anuovi pensieri, nuove deduzioni. Immaginate o figli, checiascun attimo della vostra esistenza, e della nostra esistenza,che passa con tanta velocità (o tanta lentezza a volte) esisteeternamente; e non già come cosa passata, che ha perduto ognisignificato, ed ogni vita; ma così come voi lo vivete, come voilo sentite, come voi lo percepite. In quel modo: con la stessacarica emotiva; con la stessa carica di vita, di sentire o diesprimere, in quel modo esiste nell'Eternità.

Pensate figli, che ogni attimo dunque, per quanto celermente

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possa trascorrere, è il risultato di una scelta che voi fatenell'ambito della vostra libertà. E quando anche è giocoforzaandare in quel senso, vivere quell'attimo che a voi sembra ilrisultato di tutto fuorché di una vostra scelta, ricordate che quelfotogramma si è parato di fronte a voi chiamato da una vostraantecedente scelta. Così, figli, può darvi smarrimento il vederequesta miriade di fotogrammi, può farvi la sensazione diconfusione; ma non temete. Così è. E non v'è pericolo, che viperdiate, nell'unità fondamentale del vostro essere; chepercorre, scegliendo dove può, i vari fotogrammi; e che nonperde la strada, giacché alla radice di se stessa v'è ciò che,sicuramente, la conduce alla meta che deve essere. Ora, figli,l'esempio dei fotogrammi, se non è considerato nella suaestensione, può ricondurvi ad una visione della vostra esistenzain cui non esiste libertà alcuna. Ma pensate cari, pensate che ilCosmo esiste in tutte le mutazioni possibili75 e voi con la libertàche avete, che è direttamente proporzionale alla coscienzaacquisita, potete scegliere varie di queste mutazioni.Nell'Assoluto vi dicemmo, esiste il Tutto; quindi il Tutto nelsenso lato. Nel Cosmo, vi diciamo, esistono innumerevolimutazioni, possibili. Perché diciamo "possibili"?

Perché il Cosmo, essendo costituito secondo un modulo,limita, per forza di questo modulo, l'ampiezza dellemutazioni.

Supponiamo figli, che voi scegliate un fotogramma in cui visia una creatura la quale pone in movimento un fenomenofisico che conduce ad una esplosione: innesca una bomba, èvero? L'esplosione avviene, voi dite, in virtù di una leggefisica. E noi possiamo servirci di questa espressione.

Il fotogramma successivo, non sarà unico. La creatura che

75 - Sono impossibili le mutazioni assurde, impossibili proprio sulla basedelle Leggi cosmiche

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Parte Seconda

sceglie una situazione, il fotogramma, in cui innesca unabomba, ha di fronte a sé, un certo numero di altri fotogrammi.Perché dico "un certo numero", e non un numero infinito?Perché in virtù del modulo convenzionale del Cosmo, ifotogrammi, le mutazioni possibili, sono solo quelle in cui si hal'esplosione della bomba. Da qui, la scoperta della legge checonduce ad enunciare il fenomeno dell'esplosione comefenomeno delle leggi fisiche.

Intendo dire figli, che se una creatura opera una scelta,innescando ad esempio questa bomba, ciò che la creaturasubirà, nell'attimo successivo, potrà contemplare la mutazionedel suo modo di agire, ma non già del fenomeno; che siproduce in virtù del modulo fondamentale del Cosmo. Così, lacreatura potrà essere colta da una crisi di coscienza, ed allorascegliere un altro fotogramma in cui essa avverte i proprisimili, affinché non abbiano a restare vittime di questaesplosione; ma in questo fotogramma scelto l'esplosione visarà. Potrà addirittura scegliere, sempre per una crisi dicoscienza, un modulo in cui si getterà sopra la bomba persoffocarne l'esplosione, e fare in modo che nessuno (pur nonessendo avvertito) possa rimanere danneggiato. Ma l'esplosionevi sarà! Potrà ancora scegliere un altro fotogramma, in cuipenserà a fuggire essa sola, recando danno così a quanti sono lìpresenti, ma l'esplosione vi sarà, mi seguite figli? Ecco quindi,le mutazioni possibili: sono quelle, nell'ambito di un cosmo,che possono avvenire nell'ambito del modulo fondamentale delCosmo. E sono tante, figli cari, tante! E ciascuna mutazione,ciascun fotogramma, è Eterno; come cosa viva, vera, vitale.Può essere - per dire - rivissuto, sempre; e non già rivisto comequalcosa di trascorso, come un ricordo, come una proiezionecinematografica. Ma vissuto nuovamente nel senso più vero,più esteso, di questa espressione.

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Siano dunque le vostre scelte, tali, da non recare dolore avoi stessi o agli altri. Questa libertà l'avete! Scegliete dunque ifotogrammi in cui è il trionfo dell'amore, della bontà, dellapace e della gioia. Questo vi auguro.

* 23 Mag. 1967 *

Vari sono stati i passaggi che voi avete seguito per giungerefino agli ultimi insegnamenti. Cominciammo parlandovi dellemanifestazioni cosmiche, e non vi dicemmo una bugia. Alloraosservavamo i cosmi, dall'inizio alla fine, nel loro respiro;secondo il modulo che si osserva essendo legati a questocosmo. Perché l'inizio e la fine del Cosmo, rappresentano ilimiti, rappresentano la circoscrizione dovuta al modulo, sulquale e sulla quale il Cosmo si fonda. E vi dicemmo checiascun cosmo non può comunicare con altri. Rimaneva così,isolato - ogni cosmo -, dal non-manifestato. Il manifestatoavvolto dal non-manifestato.

Tutte cose verissime. E voi ascoltandoci, poco a poco, aveteimparato non già a considerare i cosmi secondo il movimentoche di essi osserva l'individuo essendo in questi immerso; magià spostandovi più in alto, da un'altra visuale più ampia, eccoallora che avete imparato a vedere il Cosmo o i cosmi, infunzione dell'Eterno Presente: tutti presenti nello stesso attimoeterno. Ed è ancora una visione diversa, che non contraddicequella che vi facemmo conoscere all'inizio, ma che la ampia, larende più aderente alla Realtà. Ecco dunque - il Cosmo e icosmi - con i loro attimi che si susseguono, tutti presenti nellostesso attimo eterno. Ed ecco che questo attimo eterno, passapoi non più ad un tempo infinito, che non ha mai fine; madiventa l'attimo di ciò che è senza-tempo. Ed ancora un passo

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Parte Seconda

avanti. È la volta dunque, questa sera, di far cadere, forse, ancora

qualche velo. Perché qualche velo forse, c'è. E voi dovetevedere quale, e farlo cadere!

L'insegnamento è tale a questo punto, che se ciascuno di voinon fa cadere personalmente, da se stesso, questi veli, ecco chetutto può diventare incomprensibile, o peggio ancora vedersicome il frutto di un parto assurdo. Dunque, più che dire,cercherò di farmi intendere; e voi più che ascoltare,comprendere dovete.

L'individualità, è una pianta che affonda le sue radici in unCosmo. E le affonda eternamente, cioè a dire: sempre. Dunque,il Cosmo, che non esiste oggettivamente quale voi lo vedete, elo percepite, esiste eternamente, giacché l'individualità, che è ilfusto di una pianta che ha il suo strame ancora più in alto,affonda la radici eternamente nel Cosmo. Dunque, che cosasignifica "evolvere"?

Chiamare il microcosmo "centro di coscienza e diespressione", o "centro di sensibilità e di espressione", significasolo spostare l'attenzione da un punto ad un altro della vitaindividuale. Già vi dicemmo che tutta l'individualità esistesvolta nell'Eterno Presente. E così è. L'individuo - che pareattraversare il Cosmo - lì vi dimora eternamente.

Se dunque il Cosmo, che è composto di innumerevolifotogrammi, esiste per l'Eternità (per ciò che è senza-tempo) ese dunque l'individuo è in questo Cosmo, egli è eterno. E ilrivivere, del quale vi parlava la vostra guida, a questo volevarendere: che ogni attimo, che a voi sembra trascorso, esisteeternamente; non già come ricordo, ma quale voi lo avetevissuto.

Dunque, queste radici, affondano nel terreno del Cosmo, evi affondano sempre. Il trascorrere è illusorio. Sempre - e per

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sempre - l'individualità affonda le radici nel Cosmo. Sempre eper sempre, l'individuo vive nel Cosmo. Cos'è allora, questoscorrere? Cos'è allora questo nascere e morire - di un Cosmo -che mai muore e mai è nato?

È la vita della individualità. È l'insieme di una sinfonia, cheper esistere, deve apparentemente sciorinarsi in innumerevolinote, che si susseguono l'una presso all'altra. È l'apparentecadenza di un "tempo", che ha sì reale sentire. Questo è ilnascere e perire di un Cosmo che mai è nato e mai perirà,giacché esisterà per l'eterno; ma che purtuttavia ha un inizio eduna fine. Dunque, noi che amiamo considerare di avereraggiunto una meta, di non essere più quelli che eravamo ieri,dobbiamo familiarizzare con questo nuovo concetto: chequello che eravamo ieri esiste ancora, ed esisterà persempre. È una radice dell'individualità, nostra. L'individuo diieri è un filamento che si affonda, dalla individualità, nelterreno di questo Cosmo, e rimane per sempre. E così quelloche siamo oggi, per sempre rimarrà così, perché è un altroframmento della nostra individualità. E solo per la vita di essache queste note si susseguono l'una all'altra; ma in realtàvivono tutte, ed esistono tutte, nel medesimo attimo Eterno delsenza-tempo e senza-spazio.

* 16 Nov. 1967 *

Qualcuno di voi ha inteso quello che volevamo dire. Lepietre delle quali a suo tempo avevamo parlato,76 non sono le

76 - Ci si riferisce ad un precedente insegnamento sui fotogramminell'Eterno Presente, secondo il quale ogni fotogramma è diverso purrappresentando i medesimi oggetti, le medesime situazioni. Dunque, peresempio, le pietre che lastricano una famosa piazza storica di Firenze, nonsono le medesime in attimi successivi dello scorrere del tempo

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Parte Seconda

stesse che videro i personaggi storici. Le chiese, nelle quali voioggi andate a pregare, non sono le stesse che accolsero gli innidi qualche figlio celebre dei tempi andati. Ciascun fotogrammaè un mondo a sé. Che cos'è, dunque, un fotogramma?

È l'unità elementare delle situazioni cosmiche, così comel'UNITÀ ELEMENTARE del piano fisico è l'unità elementare dellamateria fisica. E così come l'UNITÀ ELEMENTARE della materiacompone, attraverso a varie aggregazioni, le forme, ecco che leunità elementari delle situazioni (i fotogrammi) compongonola vita dell'individuo. O meglio, l'individuo, nelle scelte, a certifotogrammi si lega, e costituisce così l'esperienza della sua vitaterrena.

Ebbene, nel piano fisico alcune UNITÀ ELEMENTARI siaggregano, ed altre - voi sapete - esistono indipendenti.

Ovverosia, la materia del piano fisico esiste in variesottigliezze: v'è lo stadio più sottile (appunto, UNITÀ

ELEMENTARE); v'è lo stadio più denso delle PARTICELLE, e cosìvia. Ed allo stesso modo è dei fotogrammi, che sono le unitàelementari delle situazioni cosmiche. Ad alcune l'individuo silega, facendo delle scelte, ma non a tutte. Eppure, anche quellealle quali l'individuo non si lega, esistono. Allo stesso modo.

Figlio L. e figlia F., dovete capitolare. È così! E con una profonda meditazione voi allora comprenderete il

senso di questo frammento, di questo frammentarsi. Ma, certo,agli altri figli invece, che hanno asserito che le pietre, che noivediamo, non sono le stesse di un attimo prima; a coloro, checon tanto slancio e tanta sicurezza hanno affermato che lechiese nelle quali andate a pregare non sono le stesse chehanno visto certi personaggi storici, vorrei ricordare unfenomeno studiato scientificamente ed altrettantoscientificamente provato (non spiegato, "provato"): lapsicometria, ovvero gli oggetti che raccontano la storia alla

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quale hanno assistito. Se dunque, come io ho detto, gli oggettiche cadono sotto i sensi - vostri, e nostri, di questo momento -,non sono gli stessi del momento precedente, come un oggettoad un sensitivo può raccontare la sua storia? Altro gioco disocietà, altro indovinello; altro "quiz" per dirla con un terminemolto in voga. Eppure, non v'è contraddizione. Dobbiamoricorrere ai controsensi per intenderci; giacché una solaprospettiva fraziona il Tutto. Così, se non ricorriamo allaprospettiva opposta, corriamo il rischio di perdere l'unità delTutto, e quindi la Verità. Perché la Verità, figli e fratelli, è Una.

* 29 Nov. 1967 *

Vi siete scambiati le reciproche impressioni sul nostroquesito, e su quanto di nuovo vi abbiamo detto nell'ultimariunione. Ebbene, ci è piaciuta la vostra conversazione, anchese non avete avuto, non dico il coraggio, ma la voglia diriordinare le idee; di porre assieme questi nuovi concetti, dimodo che non lasciassero posto ad incertezze, a recriminazioni,a nuove rielaborazioni.

Avete fatto ed usato delle espressioni poetiche, volendovedere in questo trascorrere, di fotogrammi (con una liberainterpretazione), come se l'individuo portasse via con sé ciò cheera in un fotogramma precedente, e che non lo è più, anche sev'è una identica forma nel seguente. Ebbene figli e fratelli,questo discorrere, vi ha portato dove da tempo cerchiamo dirichiamarvi. Che cosa è un fotogramma? Quanto dura?, vidicemmo una volta. Sarebbe stato facile chiedervi, "Come viimmaginate un fotogramma?"; ma voi sapete qual è il nostrometodo: vogliamo sempre che voi giungiate con le vostre forze,con la vostra intelligenza, con la vostra capacità di capire, a

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Parte Seconda

fare queste domande. E non già noi a domandare e poi,naturalmente, a rispondere. Faremmo tutto noi. Ed allora, ilvostro, sarebbe un passivo ascoltare, certamente privo di fruttiche possono condurvi a quella maturazione per la quale noi viparliamo e siamo qua fra voi in modo a voi percettibile.

Una voce, nell'ultima riunione, vi ha detto che ilfotogramma dura in eterno, ma è tanto breve che in lui non v'èmoto. In ogni fotogramma figli e fratelli, non v'è quindi,mutazione; non v'è cambiamento. Nell'unità elementare dellasituazione cosmica, quindi, non v'è trascorrere. Oseremmodire non v'è tempo, ma dicendo questo temiamo di fareconfusione.

Non v'è moto. Ed infatti, per avere il moto (che voiosservate nel piano fisico) non basta che l'individuo siimmedesimi, si unisca ad un fotogramma, ad una unitàelementare della situazione cosmica; ma deve passare da unfotogramma ad uno successivo. Perché se non vi fosse questopassaggio, l'individuo non avrebbe alcuna percezione deltrascorrere; e non avendo percezione del trascorrere, nonavrebbe percezione del tempo e neppure dello spazio, perché ilconcetto di spazio è - indissolubilmente - legato al concetto delmoto. Dunque vedete che già la durata di un fotogramma,comincia ad avere per noi un qualche significato. Nell'EternoPresente l'unità elementare della situazione cosmica (dico inquesto momento) ha una durata eterna. Era, è, e sarà.

L'individuo, unendosi a questi fotogrammi, per avere ilsenso dello scorrere occorre quindi che segua una teoria (cioè adire uno svolgersi, un passare) da un fotogramma all'altro. Evoi sapete (perché ve lo abbiamo detto) che l'individuo,ponendo in atto la parte di libero arbitrio che ha, può scegliere -in questo susseguirsi da questo fotogramma a uno successivo -lo svolgimento diverso di una situazione. Così nei limiti del

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libero arbitrio, l'individuo sceglie da un fotogramma alsuccessivo varie soluzioni, tutte contenute - ripeto - nei limitidel suo libero arbitrio. Ma solo in ciò sta il limite?

Nelle situazioni che l'individuo può scegliere, fattoredelimitante è il libero arbitrio. Ma non solo: v'è anche losvolgersi della situazione secondo i modi possibili. Noipotremmo usare questa definizione, che in sé comprenderebbe,anche, ciò che prima ha detto: il libero arbitrio dell'individuo.

Cioè a dire: se voi scegliete un modo di comportarvi, diagire, questo modo sarà possibile se il vostro karma ve lopermetterà, e se non sarà una situazione assurda. Che cosa vuoldire allora "situazione assurda"? Vuol dire che i fotogrammiche voi potete scegliere appartengono tutti ad un tipo, in parolepovere, ad un Cosmo; sono costituiti secondo il modulo diquesto Cosmo.

Le leggi dunque, cosmiche, non stanno già in ciò che l'uomoosserva (passando da un fotogramma all'altro) nel trascorreredel suo tempo; nello spaziare il suo spazio. Ma stanno in ognisingolo fotogramma; perché ogni fotogramma è costituitosecondo Leggi, precise. E l'individuo, passando da unfotogramma all'altro, e nell'osservare queste Leggi, non le vedein ciò che queste hanno costituito, ma in ciò che appare daquesto susseguirsi. Sicché, ogni fotogramma, ha certecaratteristiche.

Non potrà mai essere (per parlare in modo comprensibile)che scegliendo fra le possibilità che voi avete (in merito ad unadecisione da prendere), voi andiate a finire in un paese ove.... iciuchi volano. Perché non v'è fra i fotogrammi possibili unoove vi sia questa che può dirsi impossibilità o assurdità. Eccodunque il modulo fondamentale del Cosmo.

E neppure può essere che l'individuo scelga un fotogrammain modo che lo scorrere avvenga in senso opposto dallo

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scorrere del suo fratello. Così noi abbiamo, fra il modulofondamentale di un cosmo, anche quello della possibilità delsusseguirsi di vari fotogrammi. Ovverosia, in una proiezionecinematografica, il senso è quello, e non può andarsi in sensoopposto. Così voi vedrete sempre dal seme nascere le piante, ele piante dare frutti; e non potrà essere che voi vediate unapianta la quale a poco a poco torna ad essere seme. Questosarebbe una cosa assurda in questo Cosmo, perché modulofondamentale di questo Cosmo è - nel susseguirsi dei varifotogrammi - passare, in modo obbligatorio, da queifotogrammi che contengono prima il seme di una pianta, poi lapianta, e poi la pianta con i frutti. Sono riuscito a spiegarmi?

Ma voi avete anche voluto ripensare alle origini, e dire: "Viè un solo fotogramma cosmico, che comprende cioè tutto ilCosmo fotografato nel medesimo istante?". Se noiimmaginiamo di essere nell'Eterno Presente, come possiamopercepire, vedere, questo Cosmo?

Cerchiamo di volgarizzare. È certo che voi non lo vedete inuna sua porzione quale adesso qui lo vedete, perché per vederenel modo che voi ora vedete, occorrono gli occhi, i sensi, delvostro corpo fisico. E quindi un cosmo quale è nel piano fisico,o nella manifestazione, non lo si vede altro che nellamanifestazione stessa. Nell'Eterno Presente, quindi, voi nonavete una sorta di visione da un punto alto, che abbraccia unospazio, è vero figli e fratelli? Nell'Eterno Presente voi potetepercepire un cosmo tutto nel medesimo istante. E se voletescendere in una situazione, dovete scegliere dove, in qualeepoca, in quale spazio del Cosmo e in quale tempo del Cosmo,volete scendere. Non è che voi potete calarvi, e trovare ilCosmo che è arrivato ad una certa fase della sua storia; e dite,“Ohooo.... sono capitato al tempo degli antichi romani; debboritornare più tardi per ritornare all'epoca moderna”, vostra

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attuale. È vero figli e fratelli? Sarebbe come se voi aveste unabobina di un film, e voleste vedere questo film: dovrestescegliere quale punto, oppure vederlo tutto dall'inizio. Mi sonospiegato?

E dunque chiaro che nell'Eterno Presente non v'è visione epercezione di un cosmo, limitata, e quale voi l'avete nel Cosmostesso. Ma la percezione del Cosmo è tutta nel medesimoistante: è percezione di tutto il - Cosmo nel medesimo istante.Se dunque noi, per farci una rappresentazione - errata, come losono tutte le volgarizzazioni -, volessimo invece avereun'immagine, come vedremmo questo Cosmo?

Tutto dispiegato nel medesimo istante.Ma - direte voi - fermiamo un istante del Cosmo. Prendiamo

un fotogramma di questa bobina ed osserviamolo. È un solofotogramma per tutto il Cosmo? Oppure sono tantifotogrammi? Ebbene, figlio L., sono tanti fotogrammi. Ècome un mosaico.

E dunque il fotogramma è l'unità elementare delle situazionicosmiche. E vorrei dire, quindi, che un cosmo preso nel suotempo in un attimo, contiene innumerevoli fotogrammi, e nonsolo è rappresentato quale è (tanto per intenderci) ma qualepotrebbe essere; "potrebbe essere" sempre nei limiti delmodulo cosmico, sempre nei limiti dell'architetturafondamentale del Cosmo stesso.77 E quindi nel medesimoistante, vi sono tante unità elementari delle varie situazionicosmiche. Tante! E tutte in sé non contengono moto. Sonounità elementari di più situazioni. Per ogni situazione una unitàelementare; la quale nella sua interezza contiene un frammentodi questo Cosmo che, in ultima analisi, è quindi tuttorealizzato.

77 - Qui la mente del lettore va spontaneamente all’idea degli universiparalleli.

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Parte Seconda

Ogni frammento non contiene moto, cioè ha una sua"fissità". Rappresenta una situazione ferma. E per avere unasituazione lievemente mutata, con mutazione +1, occorrepassare ad un altro fotogramma, ad un'altra unità elementaresuccessiva secondo il modulo del Cosmo, che rappresentaun'altra situazione; o la medesima situazione mutata.78

Ebbene, quando l'individuo si unisce ora a questa unitàelementare della situazione cosmica, e poi si unisce allasuccessiva, ha il senso del trascorrere, del moto, del tempo edello spazio. Ma, della situazione che l'individuo ha lasciato,che cosa accade? Sfuma forse? Lo sappiamo: no; rimane ineterno, nell'Eterno Presente. Direte voi: "Non rimane, dunque,più altro che nell'Eterno Presente?"

Se voi fate questa domanda non avete capito nulla, perché ilCosmo che ha un inizio ed una fine, lo ripeto (e con questointendo dire che non ci smentiamo, che rimangono valide tuttele affermazioni che da venti e più anni a questa parte andiamofacendo) un cosmo che ha un inizio ed una fine, in ultimaanalisi è Eterno. È questo forse un controsenso?

A voi la risposta!

* 10 Genn. 1968 *

I modi in cui è possibile calarsi in una situazione cosmica:l'uno è da osservatore esterno (senza perciò entrare nellaintimità della situazione stessa, senza essere perciò percepitoda coloro che nella situazione sono rappresentati); l'altro èpossibile solo a coloro che nella situazione sono rappresentati,

78 - Chi pone queste note ritiene che la radice del principio diindeterminazione di Heisenberg risieda proprio nella impossibilità, da partedell’individuo, di stazionare, fisso, in un singolo fotogramma

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ed allora il calarsi in quella situazione cosmica significaviverla, sentirla. In unico e sempre uguale modo.

* 24 Genn. 1968 *

Che cosa è che da l'idea del movimento, del trascorrere? Vi è stato detto che ogni fotogramma ha un suo sentire, ogni

fotogramma rappresenta una situazione cosmica. Ebbene,se ogni fotogramma è una situazione cosmica, e varia aciascuna situazione, in modo lieve -tanto che per ognivariazione possiamo considerare un nuovo fotogramma cioèuna nuova situazione cosmica -, che cosa è che da lasensazione di questo variare?

Mi spiego. Se voi viveste un fotogramma alla volta (come ineffetti è) voi dovreste avere un sentire per il fotogramma A, unsentire per il fotogramma B; ma se non vi fosse qualche cosache unisce questi due sentire, probabilmente non avreste alcunapercezione del trascorrere. Voglio dire che è la mente, cheattraverso al ricordo, dà questa sensazione del trascorrere, diciò che passa. Voi direte: "Ma negli animali, dove non vi è lamente, vi è pure un ricordo del trascorrere"! E noi vi diciamo:non è esatto che negli animali non vi sia la mente. Voi ricordatetutte queste cose!?

Ebbene, questa mente svolge la stessa funzione della facoltàche ha la retina dell'occhio di conservare l'immagine. Voiquesta sera avete visto la proiezione cinematografica, alla qualeindegnamente abbiamo fatto da… coro, è vero? Indegnamente.Ebbene, voi vedevate muovere perché la retina dell'occhio(come voi sapete benissimo) conserva le immagini e dàquindi....Ebbene la mente ha la stessa funzione e conserva ilricordo della situazione cosmica trascorsa, ed ecco allora che

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Parte Seconda

attraverso a questo ricordo vi è una fusione nel passare da unfotogramma a quello successivo, cosicché si ha la sensazionedel trascorrere del tempo, ed anche dello spazio (perché è lostesso meccanismo).

Questa mente dunque è veramente utile? Certo, è utile, ha lasua utilità; la sua utilità è grandissima, ma ha anche i suoiinconvenienti. Non vi è necessità di ricordare che il senso diseparatività (matrice dell'egoismo - ndr) nasce nella mente, èvero? …(omissis)…

Certo che gli antichi, quando udivano, intuivano unprincipio, con molta facilità pensavano alla sua applicazione.Non si può dire che l'intuizione degli antichi sia stata errata.Pensate quante Verità hanno intuito! Hanno intuito la Veritàdella trasmutazione dei metalli; hanno intuito la Verità dellasostanza che fa guarire ogni malattia; hanno intuito molteVerità.

La leggerezza - forse - degli antichi, è stata quella diapplicare con troppa facilità questi principi, ricercandonel'applicazione immediata, senza ponderazione, senza rendersiconto che queste Verità rimangono intonse a chi, per attuarle,non basta una semplice intuizione: occorre una più profondaconoscenza, una conoscenza dei dettagli, di tutte le fasi deiprocessi.

Così non possiamo dire che sia una fandonia la possibilità ditrasformare - i metalli tutti - in oro. Però, per fare questo,occorre una profonda conoscenza, di tutti i vari processi.Perché non esiste un solo processo per fare questo, ve ne sonomolti. Comunque tutti devono essere conosciuti nei minimiparticolari.

Così, il rimedio contro ogni malattia. Può esservi unasostanza unica che possa guarire da ogni malattia. Sì, c'è unasostanza, ma più che fisica è una sostanza psichica. Ci fu uno

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scienziato tedesco il quale intuì che il corpo umano eracostituito da carbonio, e che quindi ogni deficienza del corpoumano poteva essere… si riduceva in ultima analisi ad unadeficienza di carbonio. Cosicché, per curare le malattie,somministrava del carbone. Poi poveretto fu bruciato comestregone.

In questo voi vedete che la Verità può essere intuita. Unacreatura può sapere che questo è vero, ma prima diavventurarsi ad applicare la Verità occorre una conoscenza piùestesa, più approfondita, più scavata.

Fra queste riunioni, ed altre riunioni spiritiche (come si usadefinirle, nella migliore delle ipotesi) v'è come una differenza;differenza sostanziale. La differenza è questa: questo tipo diriunioni, figli e fratelli, potrebbe essere paragonato ad unabarbosa opera, trattato scientifico; mentre quello che vienedetto e scritto in altre riunioni ad un bel romanzo d'avventure.

Certo mi rendo conto che è più piacevole leggere unromanzo d'avventure, piuttosto che ascoltare, che leggere untrattato scientifico, o comunque, un'opera analoga. Ma, ilromanzo d'avventure, dovreste averlo ormai già superato.Questo detto assolutamente in modo privo di un qualsiasi sensodispregiativo per il romanzo di avventure. Ad ognuno, ed ognicosa, il suo tempo. Voi dovreste essere già… cresciutini, edavere abbandonato la cronaca; ed avere abbandonato il piaceread ascoltare i fatti che accadono nel piano astrale, o nel mondodei disincarnati. Tanto più sapendo che la visionedell'individuo, in qualunque al di qua o al di là si vogliaconsiderare, è alquanto soggettiva, se si pensa che questoindividuo sino a che non ha raggiunto alti livelli di evoluzioneè completamente immerso nel mondo del relativo (di ciò che èsoggettivo, che sembra essere in un dato modo ma che èdiverso da ciò che è realmente - ndr). E quindi, ciò che può

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Parte Seconda

narrare un'entità di ciò che avviene nel piano astrale, rispondesenza dubbio a verità, ma alla verità che ha scoperto l'individuonel suo mondo soggettivo. Del resto, anche uno scrittore diromanzi, è vero?, narra un suo mondo soggettivo.

E che cosa v'è di oggettivo, in questo Cosmo? Avete benmeditato sugli ultimi esempi che vi abbiamo fatto? Avete capitoperché noi insistiamo su questo concetto della mancanza,nell'Assoluto, di mutazione? Nel modo secondo il quale uncosmo è costituito? Come è manifestato un cosmo?

Vogliamo arrivare ad una meta. Vi arriveremo, grado agrado; lasciando anche alla vostra mente (visto che questa serane è stato parlato) la possibilità di riflettere, di meditare, dicollegare - oltre che i fotogrammi - i vari insegnamenti che viabbiamo dato. E poi vedremo.

* 7 Febbr. 1968 *

Se noi potessimo vedere la materia nella sua composizionesubatomica, cioè (spero che la vostra memoria non vi tradisca)come è composta (con i nuclei, gli elettroni, le particelle, icorpuscoli, e via dicendo; che girano attorno a vari nuclei,appunto, di attrazione), pensate che nell'attimo in cui, adesempio, un elettrone gira attorno al nucleo centrale, haconsumato tanti fotogrammi quante sono le variazioni dellasua posizione rispetto al nucleo.

Sicché, quando noi parliamo di situazioni cosmiche, nonintendiamo solo di quelle morali, di quelle psichiche, di quelleche l'individuo può percepire; ma di quelle che rispecchiano,anche, ad esempio, la materia del piano fisico. Insomma unfotogramma, una situazione, per ogni ubicazione.

Allorché vi è una mutazione nella ubicazione, noi siamo in

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un altro fotogramma, in un'altra situazione cosmica. Pensate quanti fotogrammi, allora! … (omissis)…Il Cosmo quindi ne comprende innumerevoli nel senso più

lato della parola. Che riflettono quello che abbiamo chiamato"il piano fisico"; che in sostanza altro non sarebbe che unelemento comune a tutti i fotogrammi; elemento comune che èrappresentato dalla A alla Z secondo una precisa evoluzione,che scaturisce quindi (il piano fisico) da tutti questifotogrammi, messi insieme. È un comun denominatore (fisico)delle varie situazioni cosmiche. Altrettanto dicasi per il pianoastrale, per il mentale, e via e via.

Ma poiché questi comuni denominatori sono rappresentatinon sempre nello stesso modo, ma contengono essi stessi varie,innumerevoli, mutazioni; ne scaturisce da ciò l'evoluzione, lavita del Cosmo fisico, l'evoluzione della materia fisica, la vitaed il ciclo di vita del Cosmo intiero.

Ecco dunque, il manifestarsi di un Cosmo, quando noiprendiamo in esame certi fotogrammi che sono sul confine delCosmo. Ecco l'evolvere del Cosmo, quando noi prendiamo inesame quei fotogrammi legati fra loro da moduli fondamentalidel Cosmo. Ed ecco infine il riassorbire del Cosmo, quando noiprendiamo in esame i fotogrammi relativi a ciò.

Questa visione con la quale questa sera vi abbiamo annoiati,è una visione che trascende i limiti del Cosmo. È una visioneche lo vede "congelato", come vi dicevo. Che lo vede cosìcome è rappresentato nell'Eterno Presente. Che cosa v'è dunquedi soggettivo del Cosmo?

Di soggettivo, tutto, per coloro che in questo Cosmo e aquesto Cosmo sono legati; per coloro la cui consapevolezza ècalata nel Cosmo - cioè nel piano fisico, o nel piano astrale, onel piano mentale, o in altri piani.

Di oggettivo nel Cosmo che cosa v'è? Lo stesso Cosmo è

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Parte Seconda

oggettivo, perché esiste in Assoluto, anche se non quale voi lovedete. Quale voi lo vedete è un Cosmo soggettivo. Ma esisteun qualcosa - oggettivamente parlando - nell'Eterno Presente,nell'Assoluto. Legandosi a questo qualcosa, calandosi in questoqualcosa, si ha la visione soggettiva del Cosmo.

Così, allorché rimaniamo nel piano oggettivo, vediamo cheil Cosmo esiste oggettivamente, ripeto ancora, anche se inmodo diverso da come voi lo vedete. Quando, dal pianooggettivo (Eterno Presente - ndr) passiamo al relativo, cilimitiamo, ecco che la nostra visione diventa soggettiva.Soggettiva di un qualcosa che pure esiste oggettivamente.

* 21 Febbr. 1968 *

Noi abbiamo distinto due forme di vita: la vitamacrocosmica e la vita microcosmica. La vita della materia, adesempio - del Cosmo - e la vita dei microcosmi, è vero?

Ebbene, la storia del Cosmo ha una sua direzione, ha un suociclo, ha un suo inizio ed una fine, ed è sempre tale e quale, perquanto concerne la vita macrocosmica (che poi altro non è cheuno, ed il più vasto, degli elementi in comune dei varifotogrammi). Così, mi spiego: tutti i fotogrammi che unaumanità, o una razza, o tutte le razze, possono vivere, hanno incomune la vita macrocosmica. Ecco perché quindi, qualunquescelta l'individuo compia, non inciderà mai sulla vitamacrocosmica, sulla vita del Cosmo.

Così, possiamo supporre che mentre osserviamo il famosotramonto,79 un individuo (facciamo un esempio banale)accenda una sigaretta; fa quindi una scelta. Il fotogramma che

79 - Si riferisce ad un esempio in cui si immaginava un tramonto osservatoda alcune persone

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egli sceglierà, la situazione che egli sceglierà (di accendere lasigaretta) conterrà sempre il tramonto, il calar del sole. È chiaroquesto? Ecco dunque, noi vediamo, che un cosmo ha una storiafissa, ha un ciclo di vita; ben definito, stabilito dal modulofondamentale, e che risulta, appunto, da tutti questi elementi incomune, da questi comuni denominatori dei vari fotogrammi,che gli individui vivono soggettivamente, ma che contengonoappunto, elementi comuni a tutti.

Cosicché la vita, la storia del Cosmo, va scissa in storiadella vita macrocosmica e in tante storie individuali, è verofigli e fratelli? Qualunque siano le scelte delle storieindividuali, la storia della vita macrocosmica non muta.Infatti, la vita macrocosmica non è legata ai microcosmi,questo da tempo ve lo abbiamo detto. Un'altra delle vecchieVerità - per così chiamarla - che ritroviamo nel nuovo modo diparlare, e che non è per niente in contrasto; anzi, direi,chiarisce, è vero figli e fratelli?

Ed allora, gli altri fotogrammi, quelli che comprendono levarie scelte dell'individuo?

Sono tutti… tutti esistenti nello stesso modo.Non è che si vivificano allorché un individuo si lega ad essi,

e che solo quelli a cui l'individuo si lega abbiano vita, e gli altririmangano morti. No. Tutti esistono nello stesso modo,immutabile. Perché voi sapete che ciascuna situazione in sestessa è immutabile. Contiene una mutazione, ma è lì, fissa;come quella vecchia teoria, secondo la quale il moto dei corpialtro non sarebbe che un insieme di punti fermi, infinito.

Così questi fotogrammi, vissuti soggettivamente,individualmente, che contengono ripeto punti in comune,elementi in comune (e sono gli elementi della vitamacrocosmica) sono tutti egualmente esistenti, sia che sianoscelti dagli individui, che non lo siano. Allorché l'individuo ne

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Parte Seconda

sceglie uno, vive l'individuo (non il fotogramma) quellasituazione, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Ma ilfotogramma in sé non subisce mutazione alcuna (quello scelto)rispetto ad un altro non scelto.

Ed allora la storia del cosmo che cosa è?È la storia della vita macrocosmica e di tutte le vite

microcosmiche nel senso più ampio e più lato, cioè di tutti queifotogrammi, di tutte quelle situazioni, sia che esse siano vissutedagli individui sia che esse non lo siano affatto. È unaquestione di scelta. E là dove vi è la possibilità - lo ripetiamoancora - di fare qualcosa, ancorchè l'individuo non lo faccia,esiste una situazione cosmica che può essere vissutaindividualmente dall'individuo.

* 6 Mar. 1968 *

Vi abbiamo udito rivolgerci alcune domande. E noi siamoben lieti di rispondere a questi vostri interrogativi, magarianche formulando altri quesiti noi stessi.

Voi pensate (con qualche difficoltà) che queste situazionicosmiche vissute individualmente dagli individui, possano nondistinguersi dalle altre - per così dire - esistenti, ma non scelte,non vissute dagli individui stessi. Non potete, con facilità,capire in quale modo poi questi fotogrammi scelti nonrimangano in qualche modo contrassegnati. Come se - badatebene a quel che dico - un cosmo, pur rimanendo eternamente,in qualche modo esistente, fosse poi trascorso, avesse poi ad1/5 della storia dell'Assoluto (tanto per così dire) terminata lasua ragion d'essere, esaurito il suo compito per quanto concernele vite individuali.

Soffermatevi su questa affermazione; meditate su essa.

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All'inizio vi abbiamo parlato di un cosmo che venivamanifestato e quindi riassorbito, così come illustrano questeVerità le filosofie orientali, e più ancora certe religionidell'Oriente. Poi vi abbiamo detto che, sì, il Cosmo ha un inizioed una fine, ma che questo inizio e questa fine sono soloapparenti, per chi vive nel Cosmo. Perché non sarebbeconcepibile che nell'Assoluto vi fosse un trascorrere, che nonvi fosse un Eterno Presente, un attimo che comprendesse tutti itempi e fosse un non-tempo; uno spazio che comprendesse iltutto e fosse un non-spazio. Un Assoluto che non avesse questirequisiti non sarebbe un Assoluto.

E vi abbiamo detto quindi che non poteva darsi che uncosmo in realtà nascesse e fosse riassorbito, perché allorché ilCosmo fosse riassorbito (e durante tutta l'epoca della suamanifestazione) con il suo trascorrere avrebbe segnato iltrascorrere dell'Assoluto. E quindi un Assoluto che ha in sé untrascorrere e un mutare, che è un momento prima qualcosa chenon è il momento dopo, non può essere un Assoluto, è verofigli e fratelli? Ed ecco quindi, vi abbiamo cercato di spiegarecome può esistere un cosmo con una nascita ed unriassorbimento, un trascorrere, senza che nell'Assoluto vi siaalcun trascorrere.

Abbiamo cercato di farci intendere illustrandovi lesituazioni cosmiche; ed è l'individuo e individualità chelegandosi a queste situazioni cosmiche crea (prima con lamente, con il corpo mentale inferiore e poi con altri veicoli)questa illusione del trascorrere, del movimento, dello spazio evia dicendo, è vero? Orbene, abbiamo cercato anche diillustrarvi il libero arbitrio (per quella porzione che l'uomo,l'individuo, ne gode, in proporzione alla evoluzione) senza chequesto cambi la vita di un cosmo. E questo voi lo avetecompreso. Avete capito come e perché è possibile fare delle

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Parte Seconda

scelte. Vi sono situazioni per tutte le scelte che l'individuo può fare,

senza che muti per ciò la vita macrocosmica. Ma ciò chel'individuo non sceglie, in quale modo rimane?

Né più né meno, vi abbiamo detto, come ciò che l'individuosceglie. E non è un rimanere come qualcosa di trascorso,sottolineo ancora questa puntualizzazione. Non è un trascorrereche segni un cessare di significato, che voglia dire "cadere diogni ragion d'essere" - seguitemi figli e fratelli -. Ebbene, viabbiamo anche detto che è possibile, una volta usciti dalCosmo, cioè spostata la propria consapevolezza, permaturazione raggiunta, al di fuori del Cosmo (dico questo intermini molto semplificati e imprecisi), nuovamente calarsi nelCosmo, e rivivere, certe situazioni. Vi abbiamo detto questoproprio per spingervi a capire che il Cosmo quindi nontrascorre mai; che i fotogrammi, le situazioni cosmiche, nonperdono il loro significato una volta che ad esse gli individui sisono uniti - mi seguite? Tanto che è possibile ad un Maestroche abbia ottenuta la sua maturazione in un'altramanifestazione cosmica, vivere in un cosmo, legarsi a certesituazioni, e viverle, esattamente, come voi vivete quelleattuali, di questo vostro istante.

Non solo è possibile vivere quelle scelte da certi individui,ma anche quelle non scelte, perché viverle allora significaappunto sceglierle allora, e viverle nella pienezza del senso diquesta parola, come voi riuscite a viverle. E non viverle, figliaB., dal di fuori quali Maestri; ma come individui, quali voi, enoi, forse, le stiamo vivendo in questo vostro tempo. Miseguite?

E come è possibile - dite voi – calarsi? È possibile, vero? Enon è difficile trovare, ad esempio, la storia di una umanità.Perché facendo determinate scelte vi abbiamo sempre detto che

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implicitamente si segue tutta una serie di fotogrammi. Così se,anche per assurda ipotesi, un Maestro scegliesse unfotogramma da rivivere (io parlo per assurdo figli; voi doveteseguirmi) non è che poi debba ingegnarsi per indovinare qualefotogramma segue a quello, perché imbroccata una stradasignifica seguire tutta una serie di fotogrammi (ecco il karma,figlio C., è vero?). Quindi non è che di attimo in attimo voiscegliete dei fotogrammi. Scegliete dei fotogrammi solo dovenon esiste karma, dove avete la libertà di scegliere; ma poiscegliete gruppi di fotogrammi, perché con il vostro agiremettete sempre in moto delle cause che recano con sé deglieffetti; e quindi fotogrammi, situazioni cosmiche, chechiamano ben precise e determinate situazioni cosmiche.Basterebbe quindi imbroccare la prima per poi trovarsi, comepassaggio forzato, molto innanzi, fino alla prossima sceltadell'individuo. Ma questo non ha conseguenze pratiche; lo dicosolo per farvi intendere in quale modo rimangono collegati ifotogrammi scelti: rimangono collegati in virtù della legge dicausa e di effetto; ad ogni azione corrisponde una reazione, adogni situazione corrisponde un'altra situazione ben precisa, esolo là dove sono esauriti gli effetti l'individuo ha lapossibilità di scegliere.

* 17 Apr. 1968 *

La realtà è tale che Atlantide è rappresentata comesprofondata; ma lo è in realtà, in quella realtà con l'erreminuscola, lo è in effetti?

Nei fotogrammi nei quali voi state vivendo, non v'è dubbioche l'anno zero è rappresentato come passato, e l'anno 4000come avvenire. Ma, è questo, vero? È trascorso veramente ciò

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Parte Seconda

che per voi viene indicato come passato? È ancora veramenteda venire ciò che voi chiamate futuro?

Per questo vostro tempo, sì. Ma sollevandosi un tantino,uscendo da questo vostro tempo, ecco che il problema èspostato in tutti i suoi termini. Non occorre più ripetere ancorache il Cosmo, nella sua incommensurabile estensione, esistetutto, ed è tutto dispiegato. E allora immaginiamocelo questoCosmo tutto dispiegato, sforziamo la nostra immaginazione,cercando di uscire da quegli schemi imposti dallaconsuetudine, imposti dal pensare terreno, umano, secondo iltempo. È tutto lì. Vediamolo pure, questo Cosmo, in unadimensione di spazio, per poterlo meglio abbracciare con lanostra immaginazione di umani. È lì. Tutto congelato,dicemmo. Per coglierlo nella sua estensione, nella sua - sevogliamo – immutabilità. E vedendolo così dispiegato ecco,notiamo, che non esiste tempo. Dov'è il trascorrere?

Ohooo… ecco l'epoca atlantidea, è là. La collochiamo inuno spazio cosmico, in una porzione dello spazio cosmico.Ohooo… ecco l'epoca moderna; è in un altro spazio cosmico,visto che per immaginare meglio abbiamo conservato ladimensione spazio. Ohooo… ecco le meraviglie del 2000, del3000, del 4000: lì, in un altro spazio cosmico. E il tempo, dov'èdunque?

E allora non possiamo più parlare, da questo nuovo punto divista, di tempo che trascorre. Il tempo dunque non è che unospazio del Cosmo, una sua dimensione che noi abbiamoannullata innalzandoci di un tantino. Sì. Perché da questonuovo punto di vista possiamo vedere Atlantide, possiamovedere l'epoca moderna, possiamo vedere l'epoca che sarà (perindicarla a voi) ma che è già. E tutte esistono. Nello stessomodo.

Dunque il tempo non è che lo spazio, non è che in funzione

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dello spazio, e da questo del tutto dipendente. Ma, come è possibile seguire questo groviglio del Cosmo

incommensurabile, per poter comprendere esattamente comequesti movimenti sussistono?

Dobbiamo accontentarci, per ora, di esprimere dei principi,così come quando parliamo di karma, diciamo una verità. Ma,non possiamo (e per la vostra limitatezza, e per la vostraincapacità di recepire) soffermarci in tutta la particolarità diquesto principio, di questa verità; nella attuazione pratica. Allostesso modo, ora, dobbiamo esprimere dei principi, senzaancora scendere al particolare. Dunque il tempo - passato,presente, futuro -, non sono che diverse ubicazioni di epoche erazze nello spazio cosmico. Ed allora, ciò che - per voi - èpassato, salendo da quel piccolo punto di vista un tantino più insu, non è più passato, non è più tempo trascorso. È qualcosasenza-tempo. È un diverso spazio. E dico spazio perché, pernecessità di comprensione, abbiamo posto che lo spazio ancorasussista.

Da che cosa nasce dunque il tempo?Nasce dall'esaminare, nell'ambito di un'epoca, da parte di

una razza80 un fotogramma dopo l'altro, seguendo unadeterminata direzione, che fa parte del modulo fondamentaledel Cosmo che stiamo osservando. Ecco come nasce iltrascorrere, come si attende ciò che deve venire, ma che inrealtà è già, lì, tutto dispiegato. È il singolo, il solo, l'individuo,che percependo una situazione cosmica alla volta - una dopol'altra - fa scaturire in sé il trascorrere del tempo. E vivendofotogrammi ove sono rappresentate le piramidi d'Egittoconsunte dalla polvere ne deduce che l'antico Egitto non è più,ed è trascorso ed appartiene al passato. Ma strano, salendo da

80 - Intesa come scaglione di anime, il cui ciclo evolutivo umano dura51.540 anni

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Parte Seconda

questo orizzonte poco più elevato, io vedo ancora l'anticoEgitto che è lì: vivente, esistente; come la vostra epocamoderna; come il futuro che per voi ancora deve venire.

Allora? Allora le epoche non sono che spazi cosmici tuttiesistenti nello stesso modo, al di fuori del tempo. Il tempo,ancora lo ripeto, nasce dal percepire da parte dell'individuo, unfotogramma alla volta, una situazione cosmica dopo l'altra. Ma,le epoche, sono tutte - per usare un termine che possa farviintendere - contemporanee. Tutte esistono allo stesso modo,solo (per intenderci ancora questa convenzione dobbiamomantenerla in vita) in uno spazio diverso del Cosmo.

* 27 Nov. 1968 *

Vi abbiamo detto che l'evoluzione si svolge attraverso a tregrandi momenti (questo concetto è illustrato anche da certealtre filosofie): l'evoluzione della materia (minerali - ndr),l'evoluzione della forma (vegetali e animali - ndr), l'evoluzionedell'auto-coscienza (umana, ed oltre - ndr). Ebbene figli efratelli, l'evoluzione della materia e l'evoluzione della formahanno, come loro campo, come loro terreno fertile, unadimensione, e solo in questa dimensione (la dimensionepressappoco del Cosmo fisico) ha luogo, si attua, questo tipo dievoluzione. Mi seguite, figli e fratelli?

Ma l'evoluzione dell'autocoscienza, pur basandosi nelCosmo fisico, ha addentellati assai più elevati dell'altro tipo dievoluzione. Intendo dire, che se l'evoluzione della materia (epiù ancora l'evoluzione della forma) avviene nel piano fisicoma in virtù di qualcosa che trascende la materia fisica, e questoqualcosa voi sapete che si può chiamare in qualche modoanima - è vero?, figli e fratelli, mi seguite? - Apro una

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

parentesi: l'evoluzione di una determinata razza animaleavviene nel piano fisico, ma non è un fattore unicamente fisico:trova un riscontro intimo, nell'intimo degli animali cherappresentano quella razza animale.

L'anima degli animali contribuisce a far evolvere la formadi quella razza animale. Sono stato sufficientemente chiaro?

L'evoluzione dell'autocoscienza assai di più avviene perquesti addentellati di ordine interiore, anzi, possiamo dire cheha il suo inizio nel Cosmo fisico (perché proviene, ha i suoiprodromi, nella evoluzione della materia e della forma), mauna volta iniziata si svolge oltre la dimensione del Cosmofisico. Mi seguite in questo?

Allora, a queste due dimensioni, corrispondono fattorisensibilmente diversi. L'evoluzione della materia e della formasegue il tempo del Cosmo fisico; l'evoluzione dell'auto-coscienza segue il tempo del mondo degli individui, perché ilmondo degli individui ha una sua dimensione, diversa dalladimensione del Cosmo prettamente fisico. Nel mondo degliindividui, ha una sua susseguenza logica, ma è una logica cheha un suo tempo, che come voi avete già incominciato adintravvedere non può esattamente ricalcarsi sulla susseguenzadel tempo relativo al Cosmo fisico. Allora, figli e fratelli, voidite: "Questo significava alzarsi di un tantino?"

Questo significava! Porsi in quella dimensione propria delmondo degli individui.

Perché voi sapete che la individualità ha una suadimensione. Sente, percepisce il sentire relativo senza-tempo.Ma questo sentire della individualità non è il sentiredell'Essere, dell'Assoluto. Vero figli e fratelli? Proprio questasera avete riletto quello che è stato scritto a questo proposito. Equesto mondo delle individualità ha quindi una suadimensione; dimensione di sentire, dimensione di "tempo"

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Parte Seconda

(cioè un non-tempo). Vi è poi il sentire degli individui. Ed il sentire degli

individui è un sentire alla volta (anche questo, lo abbiamo giàdetto). Dunque il mondo degli individui ha una suadimensione, ha un suo passare, trascorrere (in senso illusorio efigurato, sempre). Cioè vi è un sentire piccolo, e limitato, ed unsentire sempre più vasto. E questo è il mondo degli individui;che ha quindi, coercitivamente, una susseguenza, unsusseguirsi, una teoria di sentire (poiché si fonda su un sentirealla volta), e quindi il trascorrere ha quindi, in qualche modo,un "tempo". Ed infine vi è la dimensione ed il tempo delCosmo fisico, che è quello che illusoriamente appareall'individuo allorché vive, percepisce i fotogrammi.

Che differenza c'è allora fra il tempo del mondo degliindividui e il tempo del Cosmo fisico?

V'è una differenza: il tempo del mondo degli individuimisura la evoluzione degli individui; il tempo del Cosmo fisicomisura in ultima analisi l'evoluzione della materia,l'evoluzione della forma, il punto in cui è rappresentato ilCosmo fisico.

Dunque vedete che v'è una sensibile differenza fra ladimensione del Cosmo fisico e la dimensione del mondo degliindividui. Come v'è un'enorme differenza fra la dimensione delmondo degli individui e la dimensione del mondo delleindividualità; come v'è, ancora, una grande differenza fra ladimensione del mondo delle individualità e la dimensionedell'Essere, del mondo dell'Assoluto, del Tutto.

* 19 Dic. 1968 *

Facendovi riflettere su un punto preciso del problema che

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

abbiamo di fronte, avete centrato meglio il concetto del"tempo". In ultima analisi, che cos'è il tempo? Il tempo è iltrascorrere, è vero figli e fratelli? È chiaro.

Se dunque tempo eguale trascorrere, con una definizionecosì generica anche il trascorrere, il mutare, il passare delsentire eguale ad un "tempo", in qualche modo. E se sul pianofisico vi è un trascorrere di situazioni, ebbene, anche nelmondo del sentire in senso lato vi è un trascorrere;"evoluzione", potremmo dire usando un vecchio termine. Èchiaro? E allora vi è un trascorrere ed un "tempo" anche nelmondo del sentire, nel mondo degli individui. Fin qui è tuttochiaro.

Allora, che differenza c'è fra questi due tempi?L'uno è un trascorrere di sentire, da un sentire limitato ad un

sentire Illimitato, attraverso a tante fasi di sentire sempre menolimitati, è vero figli e fratelli? Nell'altro invece "tempo" è untrascorrere di situazioni, di ambienti, di atmosfere; difotogrammi. E che il piano astrale ed il piano mentale altro nonsono che ambienti, che atmosfere, che (secondo le ultimespiegazioni) fotogrammi; come lo è il piano fisico. Ebbene iltrascorrere del tempo del piano astrale e del piano mentale è untempo; diverso da quello fisico, ma della stessa natura, comeavete detto giustamente. Il tempo invece, il trascorrere, delmondo degli individui è di diversa natura; perché non è untrascorrere di ambienti, ma è un trascorrere di sentire.Attraverso al trascorrere di ambienti nei piani cosiddettiinferiori (fisico, astrale, mentale - ndr) nell'individuo sboccia,nasce un nuovo sentire.

Ma, dove è questo mondo degli individui?Il corpo fisico noi sappiamo dove è, e vero?, figli e fratelli.

Voi avete un corpo fisico collocato in un piano fisico;altrettanto dicasi del piano astrale e del piano mentale. Questi

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Parte Seconda

corpi fisico, astrale, mentale, in effetti non esistono quali voi adesempio percepite (così per fare un esempio) il corpo fisico:come un ente unico; ma come un insieme di immagini,ciascuna delle quali diversa dall'altra, ubicata in spazi diversi,in fotogrammi diversi; ma, insomma, è sempre collocabile inun piano ben preciso; piano che abbiamo detto "fisico". Questostesso ragionamento vale per il piano astrale, e per il pianomentale, cioè per il corpo astrale e per il corpo mentale. Comevedete ci serviamo dei vecchi insegnamenti per spiegare inuovi concetti.

E questo individuo, come lo avete definito? Chi èl'individuo? Cos'è questo individuo?

Avete detto è un essere. Dove sta? Chi è?Non è il corpo fisico. Perché possiamo dire un individuo

"ha" il corpo fisico, quando è uomo. Può anche non averlo, misuggerisce giustamente la figlia N. Ed infatti io non l'ho!

Non è il corpo astrale, l'individuo. Ma l'individuo "ha", uncorpo astrale, semmai. Non è il corpo mentale, ma l'individuo"ha", semmai, un corpo mentale.

L'individuo…

Dom - È un insieme di tutto questo, si può dire, no?

Ris - Si può anche dire “un insieme di tutto questo” quandosi parla di un uomo, ad esempio, di media evoluzione, cioè diun individuo incarnato. Allora l'individuo dove sta, chi è?

In questo momento in cui, nel vostro mondo, sono carentigli alloggi, c'è un piano libero: il piano akasico (dellacoscienza). Allora chi è l'individuo?

È la coscienza. Quella che una volta chiamammo coscienza,per il momento la identifichiamo con l'individuo; cioè, con

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questo insieme di sentire, se noi li vediamo proiettati tuttiinsieme nella evoluzione individuale, evoluzione dell'auto-coscienza (ecco che i termini collimano): tutti insieme questiinsieme di sentire che va da un sentire limitato (pressochénullo) ad un sentire sempre più ampio. Tanto ampio! Però nontanto ampio da superare i confini del Cosmo.

* 22 Genn. 1969 *

La individualità, proiettandosi nell'ambiente cosmico,diventa individuo; e l'individuo non è che la proiezione dellaindividualità nel Cosmo: nel tempo e nello spazio. Perché diconel Cosmo? Perché, in primo luogo, nel piano akasico. Ed eccoche nel piano akasico vive, si sciorina, esiste, secondo unasuccessione di sentire, che vanno dalla potenza all'atto, chesono tutti contemporanei nell'ambito di ciascun periodo dievoluzione, di razza (come dir volete), e che seguono quindi uncerto tempo (e che noi abbiamo definito "tempo del mondodegli individui"); ma poi ancora oltre, se considero che questoindividuo lo considero tale nominalmente - ma che in effettinon è solo corpo akasico ma è anche altri veicoli - che spostala sua consapevolezza nel piano dove ha il veicolo formatodi materia più densa; ecco che da un seguire un tempoparticolare del mondo degli individui, si segue poi un altrotempo: ed è il tempo del piano nel quale è ubicato il veicolo piùdenso. Che cosa vuol dire seguire un altro tempo?

Significa passare da una situazione cosmica ad un'altra, daun fotogramma ad un altro, ed essere oggetto di quello che inquesto fotogramma è rappresentato. E poiché larappresentazione di questi fotogrammi è fatta in un certo modo,e secondo una certa teoria, secondo un certo susseguirsi, ecco

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Parte Seconda

che l'individuo quando è legato a questi fotogrammi, oltre cheseguire il tempo della sua evoluzione del mondo degli individuisegue la successione, il tempo, del piano fisico o del pianoastrale ecc.; del piano dove ha ubicato il suo veicolo più denso.Io più chiaro e più semplice di così credo di non riuscire adirvelo.

* 19 Febbr. 1969 *

Come è possibile, in un oceano dove non esiste né prima ené dopo, dove non esiste quindi il tempo, creare il tempo?

Quando vi chiedo figli e fratelli, nel dirvi "Seguitemi"!Eppure, pensate un momento: quando voi avete detto,

"Ebbene, ci avete spiegato che nell'Eterno Presente non esiste iltempo". Non esiste neppure non solo un trascorrere, ma unasuccessione; tutto è lì, da sempre e per sempre, congelato,dicevo, è vero? ... L'abbiamo saputo che nel piano fisico e nelmondo dei fotogrammi, quindi astrale e mentale, tutto è lì dasempre e per sempre pur essendo nel piano relativo. Il Cosmo,si dice, ha un inizio ed una fine nel suo insieme di fotogrammi,ma questi fotogrammi sono sempre lì, da sempre e per sempre?È vero figli e fratelli?

L'unica successione che rimane è la successione del sentire.Cioè, la collana di perle che noi abbiamo visto fino ad ora tutteinsieme, che invece, ruotando di 90 gradi, scende nel mondodel tempo, della successione, e viene vissuta una dopo l'altra.Voi dite: "Quando questa successione ha inizio?" Ma mai!, figlie fratelli, ed è sempre. Ed ecco un altro sforzo che io richiedo,alla vostra intelligenza.

Ma può avere avuto un inizio reale il Cosmo? Noi stessi lo abbiamo escluso. Il mondo dei fotogrammi

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intanto, parte di questo Cosmo - vi abbiamo detto - non ha maiavuto inizio: sempre è stato. Ha un inizio come suapresentazione. Ha un inizio perché è una cosa limitata, quindiha un inizio ed una fine (che sono i limiti di questo qualcosalimitato). Ed allora l'inizio è rappresentato come una esplosione(ad esempio nel piano fisico) di materia, di condensazione dienergia che diventa materia, è vero? E l'opposto è larappresentazione della fine del Cosmo. Ma poiché abbiamodetto che questi fotogrammi sono sempre lì da sempre e persempre, se noi in forza di questa considerazione traiamo leconclusioni, vediamo che un inizio non c'è. E può avere alloraavuto un inizio il sentire, ed avere un termine il sentire degliindividui?

Non vi spaventate, ma niente - né nell'Eterno Presente, nénel Cosmo, né nel mondo degli individui - può avere avuto uninizio ed avere una fine. Perché se qualcosa - sia pure nelmondo relativo - avesse un inizio ed una fine, questo qualcosatravolgerebbe l'intero Assoluto dal momento che il relativo nonè che una emanazione dell'Assoluto. Ed allora come si spiega,dite voi, questa successione di sentire?

Ancora con l'esempio della collana di perle: perché ciascunaperla, ciascun sentire, per esistere, deve essere chiuso, limitato.Ciascun sentire dell'individuo è un ente, un'entità a sé, chiusa,limitata. Proviene da un sentire precedente e sfocia in unsentire seguente perché se non vi fosse questo legamento nonvi sarebbe unità; ed allora non essendovi unità, non vi sarebbeuna individualizzazione, ma vi sarebbe un caos di sentiresospesi così, a mezz’aria, nell'Assoluto.

Ma noi parliamo di Assoluto individualizzato, e quindi tuttequeste individualizzazioni debbono avere una loro unità. Edecco perché il sentire della individualità è un sentire tutto in ununico momento di tanti sentire appartenenti però sempre a quel

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Parte Seconda

ceppo, a quella individualità. Tanto è vero che questaindividualità, proiettata nel mondo dell'individuo, dà questateoria di sentire individuali l'uno dopo l'altro e tuttiappartenenti però ad un individuo, ad un'unità, ad unaindividualità, è vero?; perché si chiama "individualizzazione",e quindi deve far capo a una unità.

Ecco perché, ciascun sentire, pur essendo un ente a sé,chiuso, limitato, ha però questa eredità: proviene da un sentireprecedente (appartenente a quell'individuo) e sfocia in unsentire seguente. E questo passaggio esiste? No, figli e fratelli.Per sentire un sentire chiuso, come un ente a sé, in unoceano di madreperla, il sentire deve essere limitato; e deveper forza essere sentito una volta. Ma questa volta, puressendo chiusa, limitata, pur essendo una volta che scorre, ineffetti non scorre mai, e non prelude a un chiudersi del ciclo.

Con questo, vedo l'atterrimento in qualcuno di voi, chesubito trae errate conclusioni, e pensa che la sua teoria diincarnazioni (tanto per parlare con il vecchio linguaggio) noncessi mai. Non è questo, il significato di quello che io questasera vi ho detto, figli e fratelli. La collana di perle, composta diuna perla accanto all'altra e considerata l'una dopo l'altra,non cessa mai di esistere; neppure quando io ho finito diconsiderarla l'una perla dopo l'altra. Perché questo "finire diconsiderarla" non esiste. È per sua natura che la collana di perleè formata da una perla dopo l'altra, e quindi, per sua natura,così esiste. Ma in effetti non trascorre mai, non cessa mai.

Il sentire individuale, figli e fratelli - ancora lo ripeto -, checonsiderato nelle sue fasi che lo compongono sembra provenirefase per fase da un sentire precedente e sfociare in un sentireseguente, così è perché è l'unico modo di esistere di unindividuo che fa capo ad una individualità; ed una individualitàche faccia capo ad una Scintilla Divina; quindi di un Assoluto

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individualizzato, di questo insieme di sentire relativi, che fannocapo al sentire Assoluto. È l'unica maniera, questa, di esisterecosì. Ma, in Realtà, non c'è mai stato un inizio né mai ci saràuna fine.

Tutto è attorno a voi. Il vostro mondo di conoscenze èattorno a voi come è attorno agli animali; ma gli animali nonriescono a capirlo. Così attorno a voi vi è un mondo diconoscenze che voi ignorate, come l'animale ignora le vostreconoscenze. Eppure queste conoscenze sono realtà viva, che viavvolge, che è a contatto con voi ogni attimo della vostra vita,del vostro sentire. Sta a voi aprirvi a questo mondo, tantodiverso da quello che voi conoscete; come diverso è il vostromondo nei confronti del mondo degli animali. Un solo piccolosforzo per capire, prima di giungere alla comprensione, e percapire un mondo diverso da quello che conoscete occorredistruggere il vostro abituale modo di affrontare i problemi, ilvostro abituale modo che usate per capire. Non c'è da capirecose consuete, ma cose del tutto diverse, da quello che sieteabituati ad avere come oggetto dei vostri sensi. Ed occorrequindi uno sforzo, della vostra intelligenza. È come smettere difumare, disabituarvi ad una abitudine, lasciare una abitudine,lasciare un consueto modo di vedere; andare oltre. Mi auguroche questo sia per voi dolce e possibile con l'aiuto dei vostriMaestri.

* 4 Mar. 1969 *

Possiamo dire che il cristallo è un modo d'esisteredell'individuo; è un individuo. Un modo d'esisteredell'individualità, se volete. La pianta è un altro modo diesistere di un individuo (o di una individualità), l'animale è un

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Parte Seconda

altro modo di esistere di un individuo o di una individualità;ma abbiamo visto che tanto il cristallo, quanto la pianta, quantol'animale, non trascorrono, è vero?, non vi è più qualcosa chematura. Allo stesso modo come non vi è più la palla del Cosmoche scoppia e non scoppia, è vero?, in senso oggettivo. Badatebene, in senso oggettivo!

Non è più cioè che nell'Eterno Presente nasce questo fungoche è un Cosmo, il quale poi sparisce. C'è sempre. Ed ancherelativamente, c'è sempre. Se scendiamo nel particolare,vediamo che il Cosmo nasce, perché ha dei limiti. Uno dei suoilimiti è la sua nascita, cioè l'inizio: quando - figlio S. - vi fuun'esplosione, cioè una condensazione di energia tale chequesta energia se tu la guardi dal punto di vista dellacondensazione è una implosione (una implosione nel pianoastrale allora) e una esplosione nel piano fisico, quando questamateria derivante dalla condensazione della energia haraggiunto una tale densità che esplode e dal centro del Cosmofisico si propaga fino alla periferia. Dunque, quello, è l'iniziodel Cosmo fisico.

Nei fotogrammi iniziali, vi è rappresentato questo, come neifinali sarà rappresentato il fenomeno opposto. Ovverosia lavelocità di questa materia che si è partita dal centro del Cosmofisico verso la periferia sarà tale che, superando la velocitàdella luce,81 la materia passerà ad energia. Ed allora sarà quelloil limite finale del Cosmo fisico. Altrettanto, in modo analogo,succede nel piano astrale; altrettanto, in modo analogo, succedenel piano mentale, e via e via. In che senso succede?

Succede per chi scorre i fotogrammi iniziali o finali dellarappresentazione cosmica. Solo per chi li scorre. Così, se noi

81 - Si noti che nelle pagine precedenti si è insistito sul fatto che si tratta diun valore "critico" della velocità di traslazione rispetto al centro del Cosmofisico

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potessimo fare un esempio così, per assurdo, e prendessimodue individui del piano akasico e li facessimo legare uno aifotogrammi iniziali del Cosmo e l'altro ai fotogrammi finali,vedremmo che sia la nascita che la fine del Cosmo vi sarebberocontemporanee. Fra questi due individui cioè, l'uno vedrebbe:"Ohoo, guarda....il Cosmo sta nascendo. Ohoo, che bellospettacolo!" L’altro: "Cosa dici, il Cosmo sta morendo!"....

Vedete dunque che l'insegnamento non cambia nel senso chenon sia più valido il vecchio; ma che, man mano che si amplial'orizzonte del sentire, muta di significato.

Quindi cercate di capirci nelle esasperazioni che di volta involta siamo costretti fare per illustrare, per cercare di mettere inevidenza certi concetti.

* 20 Mar. 1969 *

Tutte le creature camminano, pressappoco, di pari passo. Enon v'è la necessità di attendere l'ambiente favorevole, secondoche questo giunga a maturazione sulla Terra; ma ciascunindividuo di volta in volta va, si cala, nel suo ambientefavorevole; nell'ambiente favorevole alla sua evoluzione.

Evoluzione eguale coscienza raggiunta. Ebbene, chi hasentito un ambiente adatto alla sua evoluzione e capace dicondurlo un gradino più innanzi, ed ha completato quellaesperienza - cioè ha chiuso una vita sul piano fisico -, tirate lesomme nel piano astrale e nel piano mentale, non ha piùbisogno di attendere che le lancette degli anni trascorrano (edanche dei secoli a volte) ma trova il suo ambiente favorevolepiù innanzi, più avanti secondo il senso del tempo fisico. Etrova quell'ambiente pronto, fino da allora, ad accoglierlo; perdargli le necessarie esperienze, per raggiungere ulteriore

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Parte Seconda

evoluzione; per far sfociare il sentire da lui raggiunto (di gradoA) ad un sentire successivo (di grado A+1). Ecco dunque chequello che fino ad oggi sapevate ha subito un ritocco: gliambienti sono sempre pronti a ricevere l'individuo, allo scopodi far sfociare il suo sentire in un sentire più esteso; da unsentire precedente, ad un sentire seguente. E queste parole miricordano altre parole, dette in altra circostanza; quasi leidentiche parole. Chissà che i due concetti, vicendevolmente,non si compendino? Ecco dunque una minima variazione,dicemmo, che avrebbe portato un'enorme differenza. Ed invecenoi vediamo che tutti i sentire hanno un medesimo gradoiniziale: le lettere "a" che compaiono tutte sulla pagina delracconto, in qualunque rigo esse siano dislocate,82 e poi lelettere "b", e su su fino a completare il racconto. Ma chi ha ilsuo sentire minimo in questa vostra epoca, e completa la suavita, la sua esperienza, ed è pronto per un altro sentire piùesteso, non ha bisogno di aspettare che la pallina della Terrafaccia 3 o 4 o 5000 giri per poi trovare sulla Terra stessa unambiente a lui favorevole. Non è che salga in qualche pianomentre le palline girano. L'ambiente a lui favorevole, ancorchèubicato (e questo sempre) in un tempo futuro rispetto a quelloche egli ha lasciato, è lì che lo attende, ed è pronto adaccoglierlo non appena potrà immedesimarsi,indipendentemente da un girar di pianeti che oggettivamentenon esiste. Questo mi premeva sottolineare.

82 - Ci si riferisce all'esempio dell'Eterno Presente rappresentato come un libro giàcompleto della narrazione dei cosmi, ed in cui nell'illusione del tempo appaionoprima tutte le lettere "a" – corrispondenti a sentire di grado minimo - in qualunquerigo o pagina esse si trovino; poi tutte le lettere "b", ovunque si trovino nelle paginedel libro, e così via

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* 16 Apr. 1969 *

Un corpo fisico, prima, voi lo ritenevate un ente che nascevada un seme e poi veniva abbandonato dopo una maturazione,come un frutto, come una pianta che ha un suo ciclo di vita;un'entità, a sé, suscettibile nel tempo di svilupparsi, fino poi acompiere un ciclo di vita completo.

Ebbene, abbiamo visto, che questo corpo fisico, così comela scienza umana lo considera, come lo considera la filosofia ela religione, non esiste. Ma anzi se noi analizziamo piùprofondamente, vediamo che questo corpo fisico si scomponein un numero incontabile di fotogrammi. Addirittura, si dice,che non esiste più un corpo fisico, ma tanti corpi fisici - è verofigli e fratelli? - perché in ogni fotogramma v'è né disegnatouno; che è un tantino diverso da quello che si trova nelfotogramma precedente e nel fotogramma seguente. Eppure voiche da un fotogramma passate all'altro, che vivete questifotogrammi, avete la reale sensazione che si tratti di un corpofisico; uno ed uno solo; sempre lo stesso; che invecchia; che hain sé degli acciacchi - voi dite - dovuti all'età e via e via; che siammala guarisce ingrassa e dimagrisce. Ma così in realtà nonè. Anzi, tanto non è, che si potrebbe dire più il contrario. Che sitratta non di un corpo fisico, ma di tanti corpi fisici (purrestando nell'ambito di una incarnazione), tanti quanti sono ifotogrammi in cui questo corpo fisico è rappresentato.

Allora, che cosa è che c'è ancora di unitario? Non certo ilcorpo astrale, perché anche quello non è un'unità a sé stante,che sviluppa, che viene lasciato dopo la morte; ma sono tanticorpi astrali quanti sono i fotogrammi in cui questo corpoastrale è disegnato. Fotogrammi che vanno oltre i fotogrammidel piano fisico. Tanto che, quando si giunge - nello scorrere ifotogrammi del piano fisico, sempre nell'ambito di una

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Parte Seconda

incarnazione - all'ultimo fotogramma in cui il corpo fisico "tirale cuoia", non si ha questo corpo fisico; c'è ancora il corpoastrale, è vero? Sicché, si può dire che i fotogrammi nei quali ilcorpo astrale è rappresentato sono in maggior numero deifotogrammi nei quali è rappresentato il corpo fisico. Ed eccoperché si dice, secondo il vecchio linguaggio, che dopo lamorte l'individuo esiste nel piano astrale. Dopo la morte laconsapevolezza dell'individuo sale, risale al piano astrale escorre i fotogrammi del piano astrale nei quali è rappresentatoil corpo astrale. Ma (la storia si ripete) si giunge anche alla finedi questi fotogrammi, ed il corpo astrale non si può dire che tirale cuoia ma, insomma, viene abbondato nel senso: non esistonopiù fotogrammi in cui è disegnato il corpo astrale.

Che cosa rimane? Rimane ancora qualcosa: si diceva rimaneil corpo mentale. Che cosa vuol dire questo?

Che la consapevolezza dell'individuo risale al piano mentalee scorre dei fotogrammi, continua a scorrere dei fotogrammi,perché li scorreva anche prima, come prima scorreva ifotogrammi del piano astrale, come prima scorse i fotogrammidel piano mentale. Scorreva i fotogrammi del piano fisico, cosìcome scorreva contemporaneamente i fotogrammi del pianoastrale ed i fotogrammi del piano mentale; perché l'uomo(questo lo sapete tutti, è vero?) vive fisicamente, nello stessotempo ha delle sensazioni, delle emozioni e dei pensieri, ha lesue funzioni istintive. Che cosa significa questo? Scorrere difotogrammi di questi tre piani di esistenza.

Abbandonato il corpo astrale, l'individuo invece scorreunicamente i fotogrammi del piano mentale. Prima ne scorrevadi tre specie (quand'era in vita); poi, lasciato il piano fisico, didue specie (cioè astrali e mentali). Infine rimane a scorrere ifotogrammi del piano mentale.

E quando finiscono i fotogrammi del piano mentale (sempre

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

nell'ambito di una incarnazione) che cosa succede? Rimanedunque, si trova finalmente un tutto, lì, bello, assieme, un tuttoche va da un seme fino ad arrivare ad altezze eccelse? Si trovafinalmente un ente secondo il vecchio concetto? Perché primalo abbiamo distrutto (questa unità dell'essere umano) dal pianofisico; poi lo abbiamo tolto dal piano astrale; adesso loabbiamo detronizzato dal piano mentale; finalmente, rimarrànel piano akasico? No, non rimane neppure nel piano akasico.Per il semplice ragionamento che sarebbe inconcepibilenell'Assoluto che è Tutto, che qualcosa dovesse trascorrere.

Non solo, dunque, non esiste un essere che si matura pianopiano ma, addirittura, non esiste un trascorrere nell'Assoluto;perché è il non-tempo, non esiste tempo.

* 29 Apr. 1969 *

Niente, in sostanza, trascorre. Ed infatti come sarebbepossibile ubicare nell'Eternità, nel non-tempo, l'inizio di unoscorrere di sentire individuali? Sarebbe impossibile.

Dunque, quello che noi sentiamo come trascorrere, comeessere ad un punto, rispetto all'Assoluto non è più così. Esistetutto. Ma allora - direte voi - perché noi percepiamo come untrascorrere, come un passare da un antecedente e tendere ad unseguente?, come "ora", e non "prima", e non "dopo"?

Perché di per sé, il sentire relativo, chiuso, limitato, non puòche essere così. Un sentire definito non può che esistere esussistere che in questi termini: nel termine cioè di avere lasensazione di ora e non prima e non dopo; di avere lasensazione di venire da un prima e tendere a un dopo. Macollocare questa sensazione illusoria, di "ora", nella Realtà cheè priva di illusione, priva di tempo e di spazio, collocare

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Parte Seconda

questo, può essere fatto solo se a questa illusione si attribuisceil valore che essa ha veramente: il valore di "maja", diillusione, di apparenza… (omissis)…

Ma, quando è possibile creare un "momento" (che significaun tempo) laddove il tempo non esiste? Quando è possibilecircoscrivere qualcosa laddove la circoscrizione non hasignificato?

Questo che io vi dico ha solo un significato accademico, hasolo un significato per comprendere; non ha altro significato.Non c'è un "ora", "qui", nell'Assoluto. Non può esistere questo!Non può esistere un punto della evoluzione degli individuinell'Assoluto.

Questo trascorrere, questo passare, questo attendere unfuturo, rimpiangere il passato, sentirsi "qui" e non "là" non è,figli e fratelli, che un'illusione; un'illusione del sentireindividuale, il quale - per così chiamarsi - così e solo in questomodo può sussistere. Ecco dov'è l'Unità del Tutto. In questo!

Io vi auguro, con tutto il mio amore, che possiateintravvedere che cosa si nasconde oltre il suono povero emisero di queste parole.

* 21 Dic. 1969 *

Se noi guardiamo l'evoluzione nel Cosmo, il mondo delCosmo, che cosa vediamo?

Vediamo tutta la storia cosmica, formata da tutte la storiedegli individui che sono in questo Cosmo. E più ancora: perchéle storie degli individui che sono in questo Cosmo hanno uncomun denominatore; hanno (come disse giustamente una voltala figlia F.) uno scenario fisso, sul quale si muovono i variinterpreti. Questo scenario fisso è quello che voi conoscete

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

come Cosmo (piano fisico, piano astrale, piano mentale): ilcomun denominatore fra le storie degli individui.

Sì, esiste un comun denominatore. E nell'esempio recenteche vi abbiamo portato si chiamava "denaro".83 È dunque unelemento comune il quale è necessario a tenere unite edintrecciate le storie degli individui. Se non vi fosse questocomun denominatore, che si chiama numero (il numero deipitagorici) non esisterebbe la storia del Cosmo, non esisterebbel'evoluzione del macrocosmo, della materia, della vitamacrocosmica; ma, le storie degli individui, divergerebberol'una dall'altra, senza più avere punti di contatto. Mentre inRealtà così non è, anche se ciascun individuo ha la sua storia,la sua vita, al centro della quale è lui, il suo sentire.

Dunque, è vero che il Cosmo è un insieme di tutte le storiedegli individui che sono in questo Cosmo. Ma è anche vero chetutte queste storie hanno un comun denominatore: e questo è lavita macrocosmica, la quale è essenzialmente numero. Conquesto intendo dire che i conti debbono tornare; che 1+1 fa 2;che dunque le varianti esistono, e sussistono, nella misura incui rientrano nella libertà pura degli individui.84

Le varianti esistono e sussistono solo ove non v'è karma,non v'è passaggio obbligato; là dove le storie disgiungendosinon comportano un errore matematico. È chiaro questo!

83 - Si riferisce ad un esempio in cui si prospettavano, comparandole,alcune "scene" in cui si vedevano creature che, in qualche modo, avevano ache fare con del denaro come elemento comune.84 - Per "variante" si intende una serie di fotogrammi fisici astrali e mentali,alternativa ed equivalente ad una o più serie analoghe. Tali serie alternativepermettono, esistendo, di realizzare quella porzione di libero arbitrio di cuil'individuo può disporre, proporzionalmente alla propria evoluzione, alloscopo di conseguire ulteriore evoluzione.

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Parte Seconda

* 7 Genn. 1970 *

Nel piano akasico esiste qualcosa di simile al tempo, perchév'è uno scorrere,85 anche se questo scorrere è generato dallanatura stessa del sentire, che dà come suo risultato d'essereproveniente da un sentire precedente e lo sfociare in un sentireseguente. Cioè, se anche nel piano akasico questo trascorrerenon è che un'illusione agli effetti della Realtà, pur tuttavia v'èquesto scorrere; v'è questa sorta di tempo - tanto per così dire.E v'è dunque spazio; perché lo spazio ed il tempo, sia pur informa diversa, esistono ed imperano in tutto il Cosmo; ma soloche queste entità sono profondamente diverse da un pianoall'altro.

In ultima analisi che cos'è che differenzia un piano dall'altrose non lo spazio ed il tempo? Ma in ultima analisi lo spazio edil tempo non sono che il diverso, duplice aspetto di una stessacosa, di una stessa illusione; una illusione avente duplicefaccia. Se voi guardate nel piano fisico, sembra che questotempo esista un attimo solo, e questo spazio sia unicamentemisurabile una sola volta e contenente una sola quantità dicorpi; che i corpi siano impenetrabili. Eppure invece, quantevolte esiste questo tempo nel piano fisico! Tutte le volte chequesto fotogramma è sentito da qualcuno, che in questofotogramma è raffigurato, è presente, è inserito. Tutte le volteche una creatura rappresentata in questo fotogrammafinalmente lo percepisce, la data di oggi, a questa ora, rivive,esiste nuovamente. E questo spazio: possiamo parlare dispazio, se dunque nel Cosmo esistono contemporaneamentetutti i tempi?

Dunque lo spazio quante volte si sdoppia, centuplica; quantevolte!

85 - L’illusorio scorrere del sentire: un sentire alla volta.299

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Dunque spazio e tempo non sono che il duplice aspetto diuna stessa entità illusoria. Ed ogni piano ha un suo spazio eed un suo tempo. Ed i piani dunque, si differenziano in virtù diquesto spazio e questo tempo. Ma spazio e tempo sonostrettamente legati alla densità della materia.

Ecco perché, dunque, i piani variano proporzionalmente alladensità della materia, ed altrettanto gli spazi ed i tempi: sonotutti enti collegati fra loro. Fino a giungere al più sottile spazio-tempo del Cosmo, e quindi il più sottile piano: cioè quello cheha una sorta di materia che non si chiama più materia (perchéprincipalmente la materia si chiama così nel piano fisico, poidiventa energia raffinandosi, ed ancora raffinandosi diventamente, ed ancora raffinandosi diventa akasa). Qua, nell'ultimopiano (il più sottile) del Cosmo, la materia è tanto diversa chel'entità spazio-tempo acquista un suo valore tutto particolare;tanto particolare da sembrare disgiunto dagli altri valori deglialtri piani più densi. E invece noi vediamo che così non è.

Anzi, che i valori degli altri piani dipendono unicamentedall'unico valore che è nel piano akasico: cioè, in effetti, loscorrere dell'orologio e il misurarsi dello spazio ad opera degliindividui (perché sono solo gli individui incarnati nel pianofisico che dentro di sé creano lo spazio ed il tempo del pianofisico) e questo misurare lo spazio e leggere il tempo degliindividui incarnati nel piano fisico avviene solo ed unicamentein funzione di quello scorrere del tempo nel piano akasico, nelpiano degli individui, nel mondo degli individui. Perché è làche viene scandito, in qualche modo, il tempo cosmico. Queltempo che più di tutto è ridotto agli estremi, ai minimi comunidenominatori, l'unico che ha parvenza di scorrere sia pureillusoria. È là - e da là - che viene scandito il ritmo dellaevoluzione.

Tutti i sentire A: ed allora tutte le creature incarnate che

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Parte Seconda

percepiscono il loro sentire A nel piano fisico ovunque questosia collocato, percepiscono il loro sentire A, misurano lo spazionel quale il loro corpo fisico è collocato e leggono il tempo, ladata nella quale essi vivono. Ed ecco che dal sentire A, il tempodel mondo degli individui scandisce l'epoca del sentire B: edecco allora che, nel piano più denso del Cosmo (nel pianofisico), e conseguentemente tutti i piani intermedi, è l'ora delsentire B. Ma questa "ora" del sentire B corrisponde a spazi etempi diversi nel Cosmo. Cosicché ciascuno misurerà lo spazionel quale è collocato il suo sentire B e leggerà la data nellaquale egli è rappresentato. Dunque vedete che l'unico tempoche ancora in qualche maniera può resistere, e che pur tuttaviaè illusorio, è il tempo del mondo degli individui. Ma, se c'è untempo c'è uno spazio; e se c'è un tempo e uno spazio c'è unamateria, un qualche cosa che noi abbiamo chiamato "akasa".Ma strano, questo qualcosa è talmente diverso che l'assioma"non può esistere materia senza forma" non ha più validità. Nelpiano akasico la materia è informe. Si può parlare solo diluce, solo di diversa colorazione, non più di materia e di forma.Queste sono rappresentazioni esterne, semplici comparazioni,che noi vi diciamo, per parlarvi di un mondo così diverso dalvostro; parlandovi del quale abbiamo creato in voi una forma dinon-tranquillità. Eppure sono semplici osservazioni, fatte dachi, riportandosi a quello che voi sapete e quindi cercando diessere uno di voi, può fare mettendo insieme quello che noi viabbiamo detto.

Dunque, più che rivelazioni sono riflessioni. Cioè, noipotremmo dirvi tante cose, tutte insieme, senza che voi necomprendeste una, di questo mondo degli individui. Mafacciamo in modo diverso: ricordiamo quello che abbiamodetto e quindi siamo uno di voi; e in base a quello che viabbiamo detto gettiamo dei ponti sull'ignoto, cerchiamo di

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comprendere questo piano, il piano nel quale si svolgel'evoluzione superumana. Cerchiamo di gettare dei pontisull'oscuro, su ciò che non conosciamo. Dunque non sonorivelazioni, sono riflessioni. Cerchiamo di riflettere assieme avoi. Vediamo dunque, seguendo ancora questo sistema che datanto tempo abbiamo seguito, riusciamo con minori sobbalzi acondurvi alla più ampia conoscenza.

* 21 Genn. 1970 *

Cerchiamo di dosare, con la bilancia del farmacista, ciò chedobbiamo dirvi; anche perché vogliamo che siate voi ascoprire.

Ora, guardando e raffrontando ciò che sappiamo e ciò che viabbiamo detto del piano fisico, possiamo fare alcuneconsiderazioni. Ad esempio: vi parlammo della materia delpiano fisico; vi dicemmo delle varie densità di essa, e che isensi del corpo fisico (anche ammettendo che essi siano nelnumero ristretto che voi siete abituati a considerare, senzaparlare di altri che la vostra scienza non enumera ma chepossono essere parimenti chiamati sensi: come il sensodell'orientamento, o dell'equilibrio), questi sensi sono colpitida certe densità della materia. Faccio un esempio: il gusto ècolpito solo da una materia solida o liquida, è vero?, maigassosa; l'udito funziona quando l'organo sensitivo è posto inun ambiente nel quale si possano propagare certe vibrazioni(come i solidi, i liquidi ed i gas); l'odorato funziona solo se visono dei gas, perché l'organo relativo a questo senso, immersoin un liquido, per quanto acuto possa essere l'odore che questoliquido sprigiona in un ambiente, in una atmosfera, nonpercepirebbe questo odore (se fosse totalmente immerso), è

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Parte Seconda

vero figli? Occorre invece che vi sia una atmosfera di gas, eche quindi questo liquido - in un certo senso - distacchi dallasua massa, fluida, delle molecole, le quali si liberino in questogas (e in misura direi anche infinitesimale, in quantitàinfinitesimale) fino a giungere alle narici dell'uomo. Abbiamoanche il senso della vista, la quale vista per funzionare siavvale di una vibrazione la più sottile del piano fisico, lavibrazione come voi sapete di… di che cosa?

Dom - La luce?

Ris - Sì, la luce è vibrazione di? Non vi ricordate più?!Dicemmo delle ben precise classificazioni, nella materia delpiano fisico.

Dom - Delle PARTICELLE.

Ris - Delle PARTICELLE. Le quali PARTICELLE sono da noiconsiderate come le unità elementari della materia del pianofisico,86 mentre dicemmo che il calore è la vibrazione sempre dicorpi, diciamo, al di sotto della molecola. Dicemmo di atomi, èvero?, figli e fratelli; cioè di corpi piccolissimi rispetto a quelliche in genere generano calore, o che siamo abituati a sentirecome caldi.

Ora, la materia del piano fisico ha certe proprietà (vedi adesempio l'impenetrabilità dei corpi, vedi ad esempio la suadensità), ma man mano che passiamo a piani sempre più sottili,ecco che queste proprietà della materia del piano fisico nontrovano analoghe proprietà nelle materie degli altri piani.

86 - Nel senso che sono caratterizzate, così come le UNITÀ ELEMENTARI

propriamente dette, i CORPUSCOLI ed i NUCLEI, da una ed una sola densità dimateria.

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Intendo dire, ad esempio, che la materia del piano astrale (che ègià molto più sottile di quella del piano fisico e che noiabbiamo chiamato energia), ha una prerogativa diversa daquella del piano fisico. Il corpo astrale ha i suoi sensi, i qualifunzionano in modo analogo a quelli del piano fisico sevogliamo: cioè sempre tramite un agente, un mezzo, nel qualequesti sensi sono immersi. Esiste sempre la materia del pianoastrale, affinché i sensi del piano astrale funzionino. Mi spiego?Ma la materia del piano astrale è diversa da quella del pianofisico, tanto che s otto l'impulso del desiderio e del pensiero siplasma, mentre per plasmare la materia del piano fisico occorreun'azione concreta, di forza, un far concorrere varie forze (chel'uomo ha nelle proprie mani) fino a raggiungere quello che siera prefisso, quel mutamento della materia che si era prefissodi fare.

E sempre più in su, ancora la materia del piano mentale, èdiversa da quella del piano astrale, ha certe prerogative diverseda quelle del piano astrale, ancora più diverse da quelle delpiano fisico per quanto siano sempre 7 sottigliezze di materia(come 7 sono quelle del piano fisico, come 7 sono quelle delpiano astrale). Ora a questo punto occorre fare unaprecisazione: il calore, e la luce.

Certo che - gli occhi del corpo fisico - percepiscono la luce,ovverosia una vibrazione di PARTICELLE, di unità elementari, delpiano fisico;87 questa vibrazione poi, è trasmessa al cervello;dal cervello al veicolo astrale, e su al mentale. Al mentale ètrasmessa più l'interpretazione, di queste vibrazioni percepitedagli altri veicoli, che non le vibrazioni stesse. Voglio dire chequello che voi vedete comunemente è sì la proiezione di un

87 - Ricordiamo al lettore che, come descritto nella prima parte di questaraccolta, le PARTICELLE sono formate dalla "contrapposizione" di UNITÀ

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Parte Seconda

gioco di luci e di ombre, ma è una visione mentale, èun'interpretazione della mente.

Ora, altrettanto può dirsi del calore. Voi sapete quanto è facile sbagliare un corpo fortemente

caldo con uno fortemente freddo. Non so se voi avete mai fattopersonalmente questa esperienza, ma se ad una creaturavengono bendati gli occhi e vengono fatti toccareall'improvviso, senza preavviso appunto, un corpo moltofreddo ed uno di un certo calore, le sensazioni si confondono;si confondono, certo, non per il senso del tatto - perché labruciatura è una reazione al calore ben diversa dalrefrigeramento, dal freddo -, ma si confondononell'interpretazione. Dunque, oltre i sensi del corpo fisico, v'èl'interpretazione di ciò che questi sensi fanno percepire. Edallora, se noi parliamo di calore, e di luce, e pensiamo che ilcalore e la luce sono fenomeni del piano fisico, noi dovremmodire che nel piano astrale, dove non v'è più materia del pianofisico, il fenomeno della luce e del calore (e del suono, delresto) non esiste più; non esistono più perché sono fenomenidella materia del piano fisico.

Il piano astrale non contiene materia del piano fisico, per cuifenomeni che sono legati alla materia del piano fisico nonpossono certamente ritrovarsi nel piano astrale. È chiaro questofigli?

Eppure noi continuiamo a parlare di luce, e questa sera vidomandate se possiamo parlare anche di calore; ma non solonel piano fisico. Nel piano mentale, e più ancora laddove lamateria è totalmente diversa da esistere senza essere legata aduna forma, ancora parliamo di luce. Che cosa può esseredunque, questa luce, in un mondo dove non esiste più unamateria che è legata a questo fenomeno? (così almeno l'uomola vede, e crede, nel piano fisico). Ma se la luce, in ultima

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analisi, nel piano fisico è una vibrazione di UNITÀ ELEMENTARI,ecco che laddove anche la materia esiste in forma diversissima,ecco che le UNITÀ ELEMENTARI esistono, di una materia sia purediversa, e vibrazioni di queste UNITÀ ELEMENTARI possonoesistere per cui può esistere qualcosa di molto simile alla luce.

Abbiamo detto "luce", ci siamo serviti di un fenomeno delpiano fisico che comunemente si chiama "luce", perché è lavibrazione più alta, più sottile, di questo piano, come lavibrazione più alta e più sottile del piano akasico, è vero?, figlie fratelli; ed essendo la più alta e la più sottile conserva fino -diciamo - alle sottigliezze massime le stesse prerogative delpiano fisico. Dico: se la densità e la possibilità di cambiare confatica la materia del piano fisico si perde nella materia delpiano astrale, tanto che questo cambiamento può avvenire nelpiano astrale, e più ancora facilmente può avvenire nel pianomentale, quindi questa prerogativa di mutamento di forma confatica della materia del piano fisico si perde; tuttavia, unaprerogativa che riguarda la sottigliezza del piano fisico non siperde invece che fino al piano più sottile, al piano appuntoakasico. Quindi, se tutti i sensi che l'uomo ha nel piano fisico -tanto per dire qualcosa -, funzionassero in un agente di unacerta densità materiale, l'ultimo, quello della vista, che si servedelle vibrazione delle particelle elementari del piano fisico,troverebbe ancora il suo corrispondente nel piano akasicoperché la vibrazione della particella elementare del pianoakasico esisterà ancora nel piano akasico; mentre non esiste piùil fenomeno del calore.

Allora, direte voi, perché vi sono veggenti che parlano dicalore? Ed io vi dico che allora dobbiamo, per intendersi,ricorrere alle interpretazioni. E quindi scendiamo dal pianoakasico adesso, per intendersi, e ci fermiamo al piano mentale,nel quale troviamo che avvengono tutte le interpretazioni delle

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Parte Seconda

varie percezioni che giungono all'individuo ancora esistente nelpiano mentale, sia esso incarnato o disincarnato, che comunqueabbia ancora un veicolo mentale. Se, questo individuo, èabituato a toccare un certo oggetto che abbia un certo calore,unisce le due cose: l'oggetto e la sensazione (e questo avvieneanche per gli animali, è vero?); nella sua mente quindi, i dueenti (oggetto e calore) sono uniti; per cui, se si potesse in luiriprodurre quella precisa sensazione datagli da un certo calore,immediatamente alla sua mente si richiamerebbe la formadell'oggetto,88 che usualmente gli trasmette quella sensazione dicalore. E viceversa. È vero? Se si ponesse di fronte ai suoiocchi, al suo tatto, un oggetto che usualmente trasmette a luiuna certa sensazione di calore, anche se quest'oggetto questavolta non avesse l'usuale calore, egli lo sentirebbe inizialmentecon la solita sensazione di calore. E ancora possiamo parlaredell'esempio di coloro ai quali è stato tagliato l'arto, i qualicontinuano a sentire come se l'arto esistesse.

Dunque allora nel piano astrale noi possiamo ancorapercepire non solo la luce del piano astrale, ma la luce delpiano fisico come sensazione, come riflesso condizionato. Nelpiano astrale possiamo ancora percepire il calore del pianofisico non come trasmissione di sensazioni al di fuori delveicolo, come forma di veggenza, ma come riflessocondizionato: come sensazione richiamata da un ricordo, da unincidente qualunque.

Così, la sensazione di luce di una determinata luminosità, diuna determinata frequenza (tanto per dire qualcosa e siamomolto varii in questi termini) può certe volte, nelle visioni deicosiddetti "Santi", richiamare anche unitamente alla visionedella luce una visione di calore; ma solo come sensazione,come riflesso condizionato, perché nel piano akasico non esiste

88 - È, questo, il concetto degli 'ideogrammi', illustrato dal Maestro Kempis.307

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calore... (omissis)... Che cosa vuol dire vita macrocosmica, storia cosmica? Noi

vogliamo dire con "storia cosmica", non solo la storia delCosmo, ovvero la vita macrocosmica la quale non ha varianti...Intendo dire questo: se noi prendiamo in esame tutti ifotogrammi che riguardano le vite di tutti gli individui,unicamente per trovare la storia dello scenario, cioè delmacrocosmo, la storia ad esempio (parlando del piano fisico)dei pianeti, del Sole, delle stelle, del vostro sistema solareeccetera, vediamo che qualunque creatura noi prendiamo inesame (sempre che l'esame si segua secondo la teoria del tempocome è scritto) qualunque serie di fotogrammi appartenenti aqualunque creatura, comprese le varianti, lo scenario è quello.Quindi se, per fare un esempio, è scritto, che nell'annomillenovecento... ditemi voi...

Dom - ....ottanta!

Ris - ....vi è stata una grande eruzione vulcanica;89 ecco, nonesiste possibilità di variante. Lo scenario è quello; qualunquefotogramma appartenente a creature noi prendiamo in esame,quella eruzione sussiste come fatto esistente. Vi saranno coloroche avranno assistito visualmente, vi saranno coloro che hannosaputa la notizia; comunque, il fatto nel mondo fisico esiste.Dunque la vita macrocosmica, la vita del macrocosmo, non havarianti.

Ma che cosa intendiamo noi per "storia cosmica"?Intendiamo la storia della vita macrocosmica (che è quella e

che ha una direzione e una sviluppo) nonché la storia di tutte le

89 - La comunicazione è del gennaio 1970; il 18 maggio del 1980 vi ful'immane esplosione vulcanica del Monte St. Helens, nel quadrante orientaledello Stato di Washington.

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Parte Seconda

vite microcosmiche. Ed ecco dunque qui che avviene una molteplicità di storie.

Ecco dunque qui esistono tantissime, molteplici storie. Ma inquesta molteplicità esiste una unità: ed è la storia del Cosmo:comprendente la storia della vita macrocosmica e la storia deivari microcosmi; con tutte le loro varianti - dove esistono.

E dove esistono queste varianti? Rimane valido, figlia N., quello che sempre abbiamo detto,

a proposito del libero arbitrio. Dunque, oggi il libero arbitriouguale varianti. I limiti del libero arbitrio sono gli stessi limitidelle varianti.

* 18 Febbr. 1970 *

Se noi osserviamo la vita della natura, vediamo come,attraverso ai passaggi della evoluzione naturale, l'individuotenda sempre più ad una maggiore libertà.

Così, da forme "costrette" di esistenza, primi barlumi emanifestazioni vitali - quali le cristallizzazioni - e su, oltre, alleforme di vita vegetali, che non hanno la rigidità di cui prima vidicevo ma che nello stesso tempo non hanno neppure unalibertà d'azione quale è concessa all'uomo, noi vediamo semprepiù un tendere al movimento.

Oltre la vita vegetale, nella quale limitato è il moto, esiste lavita animale, nella quale invece (a seconda di quale specieanimale si prenda in esame) esistono diverse gradazioni nellapossibilità di movimento. Esse rappresentano la libertà delmondo animale. E nell'uomo vi è infine, teoricamente, la libertàdi ogni movimento. Ma il moto che nell'uomo può essereparagonato al moto degli animali o delle piante, è la cosiddettalibertà, il cosiddetto libero arbitrio. Cioè, il movimento è già

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una conquista. Il movimento del veicolo fisico, la libertà dimuoversi nel piano fisico, è già una conquista degli ultimianimali, degli animali appartenenti alla più alta scala evolutivadella specie. Nell'uomo è quindi una meta acquisita. Ma ciò chel'uomo deve acquisire è un'altra forma di movimento, cheusiamo chiamare "libero arbitrio".

Qual è, dunque, la funzione di questa ricerca di movimento,nella evoluzione dell'individuo?

Può essere sintetizzata in una frase di poche parole: lacoscienza sorge nella libertà.

Così, che cos'è che nel mondo animale si raggiungeattraverso al movimento? Una certa autonomia.

Voi sapete che nel mondo animale vi è unaindividualizzazione. Cioè a dire che il sentire degli animali(che è un sentire di anime gruppo) volge ad unaindividualizzazione, ad un sentire di individui singoli, è vero?figli e fratelli. Ciò è raggiunto nelle vite umane.

L'individuo, quando si incarna come uomo (noi parliamosempre per princìpi, perché molte volte, e specie per quelle viteche nascono all'inizio della storia umana, della preistoria,questo atto di trapasso dalla vita animale alla vita umana non èvenuto secondo una soglia precisa ed un limite esatto ma èavvenuto gradualmente, giacché non esistevano corpi umani, èvero?), quando un individuo passa da animale a uomo ha giàraggiunto la meta della libertà di movimento, ed è giàindividualizzato. Cioè è un individuo che fa capo ad un corpofisico, ad un unico corpo fisico; il processo diindividualizzazione è già avvenuto.

Così noi abbiamo visto che attraverso il pellegrinaggiodell'individuo in forme di esistenza di vite inferiori (vegetali edanimali) si è raggiunto un acuire della sensibilità e dellaespressione dell'individuo, si è raggiunta una

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Parte Seconda

individualizzazione, attraverso a questa libertà di movimenti,sempre più perseguita, e perseguita sempre oltre.

Nell'uomo vi è la completa teorica libertà di movimenti, dimoto. Ma la libertà, appunto, che l'individuo persegueincarnandosi come uomo (e deve perseguire) è la libertà dicoscienza, è il libero arbitrio.

E una volta che l'individuo è individuo individualizzato -cioè uomo - deve imparare a sentire in modo universale. Diprimo colpo sembrerebbe questo un processo inverso: v'era unsentire non individualizzato, una volta raggiunto un sentireindividualizzato ecco che questo sentire deve essere in un certosenso "spersonalizzato", deve in un certo senso trascendere ilimiti propri, della propria individualità, della propriapersonalità, del proprio sentire. Prima si sono creati i limiti,prima si è creato l'io (perché individualizzare significa averecoscienza del proprio io, è vero?); e adesso, una volta avutacoscienza del proprio io (strano, sembra il lavoro opposto!)ecco che l'uomo deve fare un lavoro di annullamento delproprio io.

Ma, se voi bene osservate questo moto evolutivo, voi vedeteche il significato di questo apparente fare e disfare ha unsignificato molto profondo. Perché significa passaredall’incoscienza alla coscienza, dal sentire di sensazione alsentire spirituale, di coscienza , di spirito; dal sentire diillusione al sentire di Realtà.

Cioè prima si crea il veicolo del sentire (sentire in sensolato, di sensazione); una volta creato il veicolo del sentire, eccoche questo veicolo si usa. Questo è il significato del sentirevisto attraverso l'evoluzione dei regni inferiori dal regnoumano.

Dunque qua, come uomini, nel mondo fisico, noi dobbiamoperseguire il sentire di coscienza, e la coscienza abbiamo detto

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nel nostro assunto "nasce nella libertà". Ecco dunque chel'individuo uomo, per evolvere, per raggiungere la meta che èpropria della fase evolutiva umana deve necessariamentevivere in una atmosfera di libertà.

Ma voi sapete che questa libertà deve essere graduata,perché il Cosmo è un monumento di ordine, di equilibrio, diprecisione. E tutto è numero. Noi diciamo: "i conti debbonotornare". Cosicché all'individuo è data tanta libertà quanto eglipuò usarne ad un fine buono e giusto per la sua evoluzione,anche se apparentemente questa libertà si concretizza in causemosse che dovranno poi dar luogo ad effetti. Intendo dire,anche se questa libertà porta apparentemente a togliere lalibertà ad altri, a togliere la vita ad altre creature. In ultimaanalisi questa esperienza ancorché triste e dolorosa non è che,per l'individuo che la compie, un bene per la sua evoluzione.Guardate con quanta libertà ne parliamo oggi senza il timore(almeno lo speriamo) di scandalizzarvi, figlia B. Eppure è cosi:tutto è fatto nel migliore e unico modo possibile.

* 14 Mag. 1970 *

La vita è creazione continua. Creazione del resto diversa daquella che voi siete usi considerare nel piano fisico. Perché"creare", in fondo, significa anch'esso un divenire. Mal'Assoluto voi sapete che non è un divenire, l'Assoluto è unEssere. È dunque una creatività di Esistenza, di Essere.

Tutto è creatività ed è vita. Tutto, in senso assoluto. Dunqueogni cosmo è un atto di creatività pur non essendo statocreato.

Ogni cosmo è un vivere, pur non essendo un divenire inassoluto. Ed ogni oggetto di ogni cosmo, è un particolare in sé

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Parte Seconda

perfetto, pur non essendo la Perfezione Assoluta. Eppure,ripeto, in sé è perfetto, ed assolve perfettamente il compito peril quale è creato; pur non essendo mai stato creato.

Ogni oggetto vive, ed è creato pur non essendo mai statocreato. Ogni oggetto è espressione di creatività assoluta, anchel'uomo. L'uomo, questo individuo meraviglioso, che è ilcoronamento della creatività cosmica, è un oggetto che vive,che è creato pur non essendo mai stato creato, pur esistendo dasempre; ed è un centro di creatività. Perché l'uomo crea, haquesta possibilità (sia pure unica nel Cosmo) in confronto aglialtri esseri viventi. Gli altri esseri sono vita, ma non possonocreare. Ma - badate bene - non esiste una gerarchia di esseriraggruppabile in base a questo criterio e definibili più o menoperfetti.

Ciascun essere, in sé e per sé, è perfetto , quando assolva alcompito per il quale è stato creato.

Così non si può porre, nei valori assoluti, inferiore nellacreatività dell'Assoluto un animale rispetto ad un uomo, anchese l'animale non ha la possibilità di creare e l'uomo sì: entrambisono perfetti rispetto al compito che debbono assolvere. Mal'uomo dicevo, ha qualcosa di più nei suoi compiti che non hal'animale o la pianta, od un tavolo, od una sedia od una pietra:l'uomo ha la possibilità di creare, di esprimere quindi un valore,cosmico.

Ecco dunque che la creatività cosmica, che trova il suocoronamento nell'uomo, attraverso all'uomo ancora si esprime.Da oggetto l'uomo della creatività, diventa soggetto di essa. Ècome se (badate bene, parlo attraverso ad un velo) unacoscienza, un centro di coscienza, dopo aver creato un tutto,vivesse questo tutto dall'interno; dopo avere creato un centro dicoscienza e di espressione, vivesse attraverso a questo centro dicoscienza e di espressione.

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E vivrebbe allora una medesima esperienza ripetuta miliardidi volte, tanti quanti sono gli uomini o gli esseri sensibili nelCosmo?

No! Vivrebbe miliardi e miliardi di esperienze, le unediverse dalle altre, perché ciascun centro di coscienza e diespressione o di sensibilità e di espressione ha un sentire inqualche modo diverso dal sentire che fa capo ad un altro centrodi sensibilità e di espressione, di coscienza e di espressione.

* 10 Giu. 1970 *

Quando esistono delle varianti, quando il veggente ha unacerta facoltà piuttosto sviluppata, viene avvertita la variantedell'individuo.90

Bisognerebbe anche precisare che l'aura non riguardasolamente il corpo eterico, che voi sapete è una parte del corpofisico. Il corpo fisico si divide in corpo fisico denso e corpofisico eterico. L'aura eterica, quella più grossolana, diciamo, èquella che viene vista più facilmente, anche dai non veggenti.Ad esempio con mezzi fisici: con certi vetri colorati consostanze chimiche (come blu di metilene, ferrocianuro dipotassio, ecc. ecc.) alcune sostanze chimiche che hanno lafacoltà di dilatare la pupilla, di stancare il nervo ottico e direnderlo sensibile a queste vibrazioni emanate dal corpo etericoche ripeto è un corpo fisico. Vi sono anche veggenti chevedono il corpo astrale; altri ancora che arrivano a vederemolto molto più in là il corpo mentale, ed altri ancora chearrivano a vedere anche più oltre, è vero?

90 - Ci si riferisce al caso esemplificativo di un veggente che, in buona fede,in qualche modo veda nel futuro delle situazioni in cui il consultante fadelle scelte alternative

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Parte Seconda

Allora voi direte: il veggente che in ipotesi vedesse il corpoakasico di un individuo dovrebbe vedere, accorgersi che questoindividuo è presente con il sentire, oppure no? Cioè estendiamola domanda che ha fatto la piccola Lilli nel presupposto che ilveggente arrivi a vedere fino al piano akasico.

Colui che guarda, dal piano fisico in su, un individuocompleto nei suoi veicoli, giunge a capire in qualche modo sequesto individuo sente contemporaneamente a lui quelfotogramma?

Dom - No, io dico che non lo può fare.

Dom - Non può, perché il sentire mi sembra sia un fattointimo, e non visibile all'esterno; perché lui vede un veicoloakasico.

Ris - Benissimo, benissimo. Infatti dobbiamo tenerepresente che la non-contemporaneità del sentire, come abbiamodetto altre volte, riguarda unicamente un fatto intimo,individuale, dell'individuo. Che cosa è questa non-contemporaneità del sentire, da che cosa nasce?

Nasce da un illusorio senso del trascorrere. Noi vi abbiamo detto che i sentire sono tutti presenti. Tutti i

gradi di coscienza sono tutti presenti nel piano akasico: dalgrado di coscienza corrispondente alla prima forma di vita (lacristallizzazione), fino al grado di coscienza che noi abbiamodefinito "Maestro", e più oltre. Sono tutti presenti. Il fatto diuna successione nasce unicamente da una particolare natura diqueste perle del piano akasico poste le une accanto alle altre. Ènella natura stessa del corpo akasico quello di sentire uno allavolta i sentire, e di provenire da un sentire precedente persfociare in un sentire seguente. In questo sta il senso del

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trascorrere; quel senso del trascorrere che trasferito nei pianipiù densi sottostanti crea il "tempo" e lo "spazio" a voi bennoti.

Ma, se noi guardiamo strutturalmente questo individuo, al difuori di questo sentire, nella sua struttura (come guardiamonella struttura del Cosmo, dei fotogrammi del piano fisico, delpiano astrale, del piano mentale) se noi guardiamo dal di fuorila sua struttura ed indipendentemente da questo sentire, noivediamo una perfetta immobilità ed invariabilità. Vediamol'Eterno Presente.

Quindi il guardare un fotogramma che rappresenta perl'individuo il suo futuro, è vedere una certa situazione; è anchedescriverla. Ma questo guardare dal di fuori non rende l'idea,non denuncia la illusione del trascorrere, che è una illusionedel sentire, che è una natura del corpo akasico, che è unprodotto interiore, che quindi voi sapete non trova riscontronell'esterno, nell'esteriore, non deriva da un cambiamentoesterno. Questo, era il concetto centrale da comprendere. Nonesiste nessun trascorrere oggettivo. Il trascorrere è unfenomeno soggettivo.

Anche i fotogrammi che contengono varianti (e viconsiglierei di meditare su queste varianti, per farle vostre, pernon dimenticarle. È facile dimenticare, è vero?), anche questifotogrammi che costituiscono variante per un individuo, sonoegualmente costituiti, negli elementi; non hanno niente dimeno, rispetto alla storia che sarà vissuta o che potrà esserevissuta. Quando la storia si dirama in due rami, i rami sonoegualmente viventi e completi, ricordatelo. La differenza disentire un ramo piuttosto che l'altro deriva dalla scelta delsentire dell'individuo, non dalla natura dei fotogrammi. E loscegliere una strada piuttosto che l'altra non dà nei mondi deifotogrammi nessun effetto, perché il mondo dei fotogrammi

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Parte Seconda

rimane invariato ed immutabile nell'Eterno Presente. È lì dasempre e per sempre.

Allora voi vi siete anche domandati: "Ma questa storia dellaevoluzione come va a finire? Quando l'individuo ha finito disentire i fotogrammi del piano astrale, del piano fisico, hafinito, lascia, abbandona la ruota delle nascite e delle morti, checosa succede?, che cosa avremo da fare?".

Evidentemente, il mondo del sentire - l'abbiamo detto ora -non può essere descritto, figli e fratelli. Fino ad ora abbiamoparlato di concetti e di meccanica del Cosmo; vi abbiamoparlato di cosa succede al sentire dell'individuo dopo la mortedel corpo fisico: questo sentire si sposta nel piano astrale; inalcune riunioni - non credo attraverso a questo medium maattraverso altri medium - sono state scritte molte cronache diquello che succede nel piano astrale, molte volte confondendociò che gli spiriti creano con la loro volontà, con la realtàeffettiva. Perché un perfetto buddhista, convinto in undeterminato tipo di vita oltre la morte, presente in una riunionespiritica, giurerà, e farà fede, che l'aldilà è tale e quale lodescrive la religione Buddhista; altrettanto valga per la vostrareligione. Questo è il frutto del creare, del crearsi la realtàsecondo la propria fede. Molti addirittura si creano il proprioinferno (chi ha un rimorso di coscienza) e via e via. Ma nonvogliamo, ancora una volta, parlare di queste cose, che sonogià state dette e ripetute fin troppo, forse.

Vi abbiamo detto, dunque, che cosa succede dopo la mortedel corpo fisico, e via e via, fino a quando vi abbiamo dettol'uomo lascia la ruota delle nascite e delle morti.

Per parlarvi di un modo di sentire del tutto diverso, abbiamocominciato a parlarvi della non-contemporaneità del sentire nelmondo dei fotogrammi, cioè la non-contemporaneità del sentire"il" mondo dei fotogrammi. E, questo, ha portato una sorta di

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terremoto. Ma, direte voi, che cosa succede dopo, quandoabbiamo lasciato questo dei fotogrammi? Quale è l'attivitàdell'individuo?

Ora, ponete un istante l'attenzione fra quanta diversità c'è frail mondo animale ed il mondo umano: un abisso! Come èpossibile spiegare ad un animale, ad esempio, quali sono gliinteressi del mondo umano? Come spiegare a.....ad una volpeche il problema di una signora... donna... del mondo umano, èquello di farsi cucire una sottana, più o meno lunga o più omeno corta a seconda della moda; ma anche quale diversità dimentalità e di mondo esiste nello stesso mondo umano! Qualidiversità di interessi, fra gli interessi di certe popolazioniprimitive e gli interessi di un uomo appartenente a una delleciviltà più avanzate del vostro tempo. Non solo, ma qualediversità di interessi ad esempio fra gli individui di una nazionee quelli di un'altra nazione a questa lontana, e via e via.

Quindi voi vedete, figli e fratelli, che ciò che viene ampliatoè un qualcosa che sta dentro, è l'intimo dell'uomo, è il sentiredell'uomo, è vero? È quindi tanto ampliato questo sentire alpunto che ciò che (fino ad un dato momento) ha servito aquesto ampliamento - la vita nel piano fisico e negli altri mondisovrastanti - viene abbandonato. Perché l'intimo è talmenteampliato, che non ha più bisogno di qualcosa che stia al difuori per vibrare, ma vibra spontaneamente edindipendentemente dall'ambiente.

Cioè, fino ad un certo momento è l'ambiente che fa vibrarel'intimo dell'uomo; da un certo momento in poi questavibrazione è autonoma. Eppure noi, ancora (sembra di esseremolto in là parlando di questo) ma pure noi ancora stiamoparlando del sentire in seno al Cosmo. Ma immaginate chequesto sentire si accresce tanto che ad un certo punto, peressere vivo, vero, intenso, reale, esistente, non ha più neppure

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Parte Seconda

bisogno dell'illusorio senso del trascorrere. Insomma trovarel'Essenza Assoluta nell'Assoluta Immobilità, che corrisponde alMoto Assoluto.

Come spiegare questo, farlo intuire, con queste misereparole, figli e fratelli?

Ricordandovi che l'evoluzione dell'uomo a superuomo sipuò genericamente dire, in un primo momento, ampliamentodei compiti di questo individuo che una volta era uomo e cheha lasciato la ruota delle nascite e delle morti; ma che questodire non rappresenta che un primo gradino, del tuttotrascurabile. La vita futura di questo individuo è del tuttodiversa, è completamente differente, che il suo ampliamento diinteressi è un ampliamento di "sentire", non è un ampliamentodi mansioni, di fare; è cosa tutt'affatto diversa dalla vostraconcezione.

* 11 Febbr. 1971 *

Io voglio mettervi in guardia. È per una cosa di ordinefisico: voi avete notato in questi ultimi tempi come sianoaumentati gli stati ansiosi delle creature, come molti siano inuno stato di ansia. E questo anche voi stessi, anche taluno divoi stessi. Ecco, questo è dovuto a quella percentuale disostanze chimiche che si ritrovano nelle acque, e quindi neglialimenti. Hanno il potere di provocare nei corpi fisici dellecreature in generale, ma in special modo di alcuni più soggetti,uno stato ansioso, che sarà certamente una cosa che gli uominiscopriranno e alla quale cercheranno di mettere un rimedio.

Ma saranno fatte molte scoperte, in ogni campo; e questovoi lo sapete molto bene. Occorreranno ancora diversi deivostri anni per comprendere appieno il meccanismo di quella

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che è la malattia più... brutta, più grave... rispetto ad altremalattie che troncano la vita fisica delle creature. Occorrerannoancora diversi anni ma presto si avranno delle scopertefondamentali. Nei prossimi anni voi assisterete alla scopertadella vita in laboratorio. Finalmente in laboratorio sarà creata lamateria vivente. Ma voi già sapete come questo non sia esatto,perché il meccanismo della vita si mette in movimento laddovevi sono le condizioni favorevoli perché si ponga in movimento.La vita è insita, immanente in ogni parte del Cosmo, e quindiin ogni punto di questo Cosmo ove vi sono condizionifavorevoli la vita nasce e cresce.

Certo si è, che non possiamo lasciarvi per un poco del vostrotempo senza che le idee non vi si confondano; e che poi,l'addebito di questa confusione non ci venga imputato inqualche modo. Ma è ancora una volta importante che voiponiate attenzione al senso del tempo. Che voi non cadiatenell'errore di credere ad un tempo che scorre effettivamente; dipensare che il tempo sia qualche cosa, che in un certo senso,pur non esistendo nell'Eterno Presente, esista nel modo, direi,oggettivo, laddove appunto è il mondo sensibile, tangibile;percettibile, ma limitato.

Ora, questo sarebbe un grave errore. Ricadere in questosignifica - inconsciamente - cercare di ritrovare quegli appigliche ci piacevano fino ad oggi, e dai quali soffriamo a separarci.

Ecco che il tempo forse rappresenta, per taluno di voi, unasorta di simbolo di realtà di questo piano fisico; nonostante chele nostre parole abbiamo proprio lo scopo di demolire questaposticcia realtà del piano fisico. Eccoci allora all'esempio dellevarianti, che voi avete ricordato questa sera. E cioè se unavariante di due azioni possa, in un certo senso, durare meno.

Quando vi facemmo l'esempio della frase letta e non udita, e

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Parte Seconda

viceversa,91 noi prendemmo proprio la variante esistente nelpiano fisico: alcuni percorsero la strada nella quale la frase erasaltata; altri percorsero l'altro fatto, nella quale la frase era letta,e pur tuttavia entrambi giungeste a ricongiungervi in unmedesimo fotogramma.

Ecco dunque, che questo ci dimostra come il tempo (insenso oggettivo, anche), con il valore che si può dare a questotermine nel piano fisico, non esiste; è tutta una questione creatadalla mente.

Perché, se il vostro essere sensibile interiore (e quindi lafacoltà di percepire attraverso la mente, al veicolo astrale)anziché essere legati al veicolo fisico - che peraltro noisappiamo inesistente in quanto sminuzzato in un'infinità difotogrammi del piano fisico - anziché essere legato a questoveicolo fisico fosse legato (avete mai visto una favilla che sisprigiona da un fuoco?) al ciclo vitale di durata di quellafavilla, ecco che voi provereste la sensazione di lunghezza ditrascorrere di una esistenza, come la state provando ora, anchein quel caso. Perché ripeto il tempo non scaturisce da uncerto ritmo di trascorrere di qualche cosa, ma è unaquestione che sorge nell'intimo di ogni individuo.

Se per esempio un'azione comporta un certo numero difotogrammi, lo scorrere di un certo numero di fotogrammi, e lavariante a questa azione comporta lo scorrere di un numeromaggiore di fotogrammi; ebbene due protagonisti che seguanol'uno una versione dell'azione, l'altro l'altra versione,giungeranno al ricongiungersi delle varianti (ammesso che illoro sentire sia contemporaneo) contemporaneamente. Perché,

91 - Ci si riferisce alla dimostrazione pratica di una variante, realizzata dalleEntità durante una seduta e resa sperimentabile mediante la lettura di unbrano di precedenti comunicazioni: alcuni astanti asserirono di avere uditouna determinata frase, detta in un modo; altri di aver colto lo stessosignificato, ma detto con parole diverse, appunto variate

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ripeto - come giustamente avete detto - il tempo è quello che ifotogrammi segnano.

Dicendo più esattamente: il tempo è quello che l'individuosente intimamente immedesimandosi nei fotogrammi.

Dunque non vi è un risucchio di attenzione, un accorciare, inun certo senso, la vita (anche fisica) di colui che segue unavariante più breve. Ma, è tutta una questione interiore; per cuianche uno scorrere brevissimo può diventare lunghissimo, eviceversa.

La riprova di tutto ciò, è in una cosa detta tanto da essereaddirittura abusata: quanto sia soggettivo lo scorrere del tempo,è vero? Quanto a volte sembra veloce questo scorrere, e quantoinvece lunghissimo. Tutto dipende da uno stato d'animo, da unostato interiore dell'individuo.

* 25 Febbr. 1971 *

Passo agli altri argomenti che avete toccati. Non ultimoquello che non esiste spazio - di questo siete tutti convinti - equindi non sarà, la risposta, diversa dalla domanda: unarisposta in breve. Perché, che lo spazio al pari del tempo inassoluto non esita, non vi sono dubbi. Del resto dovrebbeessere a tutti chiaro che lo spazio è (per quanto lo si possamisurare nell'intimo, all'interno dei mondi dei fotogrammi) nonè che un'acquisizione illusoria dell'individuo, al pari del tempo.Lo spazio, ha una qualche entità concreta (nel mondo deifotogrammi) ancorché lo si misuri. Diventa apparentementesoggettivo; in effetti soggettivo per l'uomo che in questifotogrammi vive, che con questi fotogrammi si immedesima.

Così non v'è uno spazio, denominato ad esempio Piazza X,nel qual spazio sono ubicati certi palazzi, o certi oggetti

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Parte Seconda

immobili, che hanno una loro vita, che hanno un loro ciclo divita. Non esiste uno spazio nel quale oggettivamente il Cosmovive, si evolve, e muore. Perché voi sapete che nascita,evoluzione e morte sono tutte in atto nell'Eterno Presente, al dilà dell'illusorio mondo delle apparenze. Ed allora, come iltempo scaturisce dal susseguirsi dei fotogrammi di fronte allapercezione individuale, altrettanto si dica dello spazio.

La Piazza del Duomo che voi conoscete oggi, non è lostesso spazio nel quale il Duomo fu edificato, molti e molti deivostri anni fa. Ma come il tempo - per voi - è diverso,altrettanto si dica dello spazio. Come voi sapete che quellepietre - che sembrano consumate dal tempo - non sono più lepietre che videro porre i fiorentini della Firenze checominciava ad acquistare importanza, lo spazio non è lo stesso.

Ogni fotogramma ha un suo spazio, come ognifotogramma ha un suo tempo.

Questa stessa sedia sul quale siede lo strumento del quale iomi servo per parlare, non è la stessa sedia sulla quale sedeva lostrumento la volta scorsa. E così pure il corpo fisico dellostrumento; ed i vostri corpi fisici, figli e fratelli: non sono glistessi corpi fisici.

Perché a ciascuna situazione, ad ogni unità di mutazione neltempo, corrisponde un "quid", un qualcosa, che non è lo stessodella situazione successiva.

Ciascun fotogramma, e quindi ciascun atto in essoraffigurato, ciascuna situazione in esso contenuta, è diversa daquella che gli sta appresso. E quindi ciascun fotogramma èdiverso, da quelli che sono visti antecedentemente esusseguentemente dall'individuo. E quindi gli oggetti che inciascun fotogramma sono rappresentati, pur avendo la stessaforma o forma lievemente diversa (noi diciamo anche"invecchiata", secondo la nostra consuetudine del tempo,

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quando siamo nel mondo) non sono gli stessi oggetti; e i corpifisici altrettanto.

Voi vedete che siete abituati a considerare patrimonio unbene immobile, considerare il vostro corpo fisico comeun'entità a sé stante; ed invece non è così. Perché il corpofisico, come l'astrale e come il mentale, non è che il risultato dipercezioni di fotogrammi nei quali questo corpo fisico èrappresentato: ora in salute, ora in malattia. E così, i vostriimmobili (che sono rappresentati nei fotogrammi che voiscorrete; ora in fiorente apparenza, ora in decadenza) nonesistono oggettivamente, ma è la vostra mente che li creapercorrendo quei fotogrammi nei quali sono raffigurati.

Dunque, non esiste lo spazio come non esiste il tempo. Ed ilCosmo voi sapete che oggettivamente esiste, nel modo in cuiesistono oggettivamente i fotogrammi: senza scorrereoggettivo.

Voi sapete anche che, quindi, non esiste uno spazio nel qualequesto Cosmo è contenuto, ma che tutti questi "spazi" o"tempi" sono entità che si costituisce l'individuo,compenetrando il mondo, che è contenuto in "maya"("illusione", degli orientali).

Ora, voi vi siete chiesti: come mai le varianti, che sonosinonimo di un certo tipo di libertà (da noi ben definita,all'epoca in cui trattammo questo argomento) e che se, appunto,sono riferite a questa libertà in senso lato (e qua voi avetecompiuto un salto nel ragionamento, non interessandovi più aquale tipo di libertà erano riferite le varianti) esse dovrebberoaumentare con l'accrescersi della libertà. Ma ripeto, voi nonricordate che cosa significa Libertà Assoluta.

Significa fare propria la Volontà Assoluta, immedesimarsi inquesta: non udire, non avere altra voce che la vocedell'Assoluto. Non significa fare tutto quello che si vuole; ma

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Parte Seconda

essere tanto liberi, da percepire unicamente la Volontàdell'Assoluto. E quello volere. E quello desiderare. Quindi, fareciò che si vuole, ciò che vuole l'Assoluto (e questo sempreviene fatto). Ecco, la massima libertà.

Dunque, su questo piano, le varianti esistono in quantol'Assoluto le voglia far esistere. Ma dire che chi gode dellaAssoluta Libertà è assolutamente libero e quindi ha di fronte asé un orizzonte in cui esiste un numero infinito di varianti,significa non comprendere esattamente il concetto di LibertàAssoluta, che poco prima vi ho cercato di spiegare. E vedeteche l'uomo, l'individuo che proviene dal mondo dei regninaturali inferiori (vegetale, animale) subisce una diversatrasformazione del suo interiore, segue un diverso stadio dievoluzione: la cosiddetta individualizzazione (di questo noi viabbiamo parlato, altre volte).

Voi sapete che nel mondo degli animali non esiste l'io, comenel mondo dell'uomo. Perché dalle anime-gruppo man mano sipassa all'individuo, alla individualizzazione. Ed allora, dallaindividualizzazione, ne consegue come naturale conseguenza,l'egoismo, l'io, il non-io; il mio e ciò che non è mio, e viadicendo.

Ora, sembrerebbe, se noi ci fermassimo a ragionare fin qui,che dall'uomo in poi - cioè crescendo nella scaladell'evoluzione - se prendiamo come metro del ragionamentociò che è accaduto dal regno inferiore all'uomo, sembrerebbeche poi, il massimamente evoluto, il massimamenteindividualizzato, fosse il massimamente egoista. Così voi avetepressappoco ragionato a proposito delle varianti; nonconsiderando che la coscienza - come qualcuno di voi ricorda -sorge nella libertà. Nella libertà di situazioni esteriori. Ma unavolta che questa coscienza è massimamente costituita, non v'ècerto bisogno di libertà, di situazioni esteriori.

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Dunque vi sono - e voi lo sapete - verità punti-di-passaggio,come quella dell'individualizzazione dell'uomo, dell'individuo:dagli animali si passa al regno umano, ed ecco che l'individuodal gruppo diviene l'individuo, uno, con un solo corpo allavolta, per intenderci. Ma dalla individualizzazione ecco che sipassa invece, successivamente, ad un processo che sembraessere l'inverso, ma che tuttavia non potrebbe avvenire se nonvi fosse stata nella storia dell'evoluzione questaindividualizzazione: si passa alla comunione con gli altri. Equesta individualizzazione è tanto importante che anchequando l'individuo è giunto ad essere Uno col Tutto, e quindiad essere il Tutto, pur tuttavia Egli è un Sentire Individuale, inultima analisi.

Dunque, ricordiamoci che vi sono dei punti di passaggio, eche il metro che abbiamo usato per capire certe verità di ierinon serve per capire altre verità che ci stanno di fronte, chedovremo capire domani. Ecco perché le varianti si riscontranodi fatto (varianti intese come "situazioni"; siano esseappartenenti al piano fisico, al piano astrale o al piano mentaleha poca importanza), si riscontrano ad un dato periododell'evoluzione dell'individuo.

Nel processo di cristallizzazione, prima manifestazione divita microcosmica, non esiste alcuna variante perché non vi èalcuna libertà; successivamente, quando si sente in termini delTutto Ciò Che È, sono sentite tutte le possibili varianti deimondi della percezione e quindi, pur essendoci l'AssolutaLibertà, si può dire che il Sentire Assoluto non ha varianti: ÈColui che è.

Una volta che esse hanno assolto il loro compito, come tutto- voi sapete - provenga dall'esterno per essere ritrovatonell'interno (questa verità ancora una volta viene chiamata incausa) le varianti intese come situazioni differenti, esteriori,

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Parte Seconda

non hanno più alcun senso. Una volta che l'individuo hacostituito il suo intimo, la sua coscienza individuale, ecco chela sua vita si svolge nel suo intimo. Perché tutta laperegrinazione che avviene nei mondi naturali inferiori e nelmondo umano, ha l'unico scopo di costituire per l'individuo glistrumenti, i mezzi, i veicoli per una coscienza interiore, per unavita intima, tutta diversa da quella che prima conduceva.

Possiate voi presto trovare questo nuovo modo di vivere.

* 11 Mar. 1971 *

Dunque, figli e fratelli, noi abbiamo cominciato a parlarvi diquello che sta oltre il mondo fisico (ed anche del mondofisico), di quello che sta oltre ciò che i sensi vi fanno percepire;perché appunto, questo era lo scopo delle nostrecomunicazioni.

Naturalmente non avremmo potuto insegnare, parlare,rivelare - come dire volete - se voi, implicitamente, quavenendo, non foste stati interessati ad udire queste verità. Edabbiamo cominciato a parlare di quello che comunemente sicrede. L'abbecedario dell'insegnamento è stato illustrare l'ideadella sopravvivenza alla morte del corpo fisico. E poi ancora,per meglio comprendere la verità, a poco a poco abbiamocominciato a parlare della reincarnazione, dell'evoluzione, dellalegge di causa e di effetto e via e via. E tutto questo andavabene pur indicando l'Assoluto come un Ente Supremo, quasiavente l'aspetto umanizzato, un Dio antropomorfo (che sta addi sopra dell'uomo, che ne dirige i destini, che è personalizzato,e via e via, voi sapete).

Inizialmente, parlando dell'Altissimo, del Supremo,parlavamo di un Dio che poteva benissimo essere insegnato

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dalle vostre religioni, occidentali. Quello che interessavaall'inizio era farvi comprendere queste verità della evoluzione,della reincarnazione, della legge di causa e di effetto, dellasopravvivenza, dei vari veicoli che costituiscono questomicrocosmo chiamato uomo, e via tutte queste cose che peranni abbiamo continuato a dirvi, a raccontarvi, e delle qualiabbiamo continuato a parlarvi per anni. Fino poi, a cominciarvia parlare dell'Assoluto, cominciare a dire che l'Assoluto nonpoteva avere un carattere transitorio, mutevole, variabile,come ha in fondo il microcosmo e l'uomo; come ha l'individuo.Ed allora abbiamo fatto una contrapposizione di questiconcetti: da una parte tutto il quadro generale del microcosmo(con la peregrinazione da un corpo all'altro), e dall'altra questoAssoluto che abbiamo cominciato a chiamare Eterno Presente.

Intanto vi dicevamo che era Eterno, che era Infinito, che nonconosceva appunto né tempo, né spazio, né trascorrere: EternoPresente.

Quando questo concetto, a forza di ripetere, di discutere, inriunioni, in sedute (come quella di questa sera), si è fatto stradain voi - e questo grazie all'unica e vera spiegazione di questifenomeni, quella spiritica (in barba quindi a tutti coloro chedicono che queste riunioni non hanno niente a che vedere conle anime dei disincarnati) - attraverso ad anni ed anni di questeriunioni, - è vero figli?, e voi lo sapete benissimo quanto me -,abbiamo svolto tutto questo programma, fino a giungere aquesto momento particolare, nel quale esisteva lacomprensione del concetto di certe verità (quali lareincarnazione, l'evoluzione) poste in un modo semplice edorganico, di fronte all'altro concetto: quello dell'Assoluto,dell'Eterno Presente.

Da una parte noi abbiamo il mondo dei fenomeni (ilmicrocosmo) che è conosciuto ed imperniato sulla mutazione,

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Parte Seconda

sul variabile; dall'altro avevamo - ed abbiamo ancora - ilmondo del Moto Assoluto, quindi dell'Immutabilità, dell'EternoPresente: questa visione di Dio che non può mutare, non puòdivenire. Tale è e tale deve rimanere. Non per nulla sichiamerebbe "l'Essere è l'Essere".

Questo, ho detto, era un momento particolare. Senza dirlo esplicitamente, senza porvi in allarme (perché i

problemi complessi vanno affrontati con semplicità) ecco cheabbiamo cominciato a farvi comprendere come questi duemondi, come questa realtà sia tutta una cosa, come è possibileche esista contemporaneamente nell'Eterno Presente, in ciò chemai muta, mai varia, ciò che è mutevole e cangiabile. Ed eccociquindi arrivati al mondo dei fotogrammi.

Naturalmente per arrivare a comprendere che questomovimento, che noi osserviamo con i sensi del corpo fisico,questo susseguirsi delle sensazioni (che noi percepiamo grazieal nostro corpo astrale) che questo mulinello di pensieri, che siinseguono nelle nostre menti, aveva un'altra essenza, un'altraesistenza, tutt'affatto diversa da quella che comunemente si eraabituati a credere, noi, figli cari, abbiamo dovuto servirci diverità punti-di-passaggio. Abbiamo cominciato a parlarviquindi della verità della non-contemporaneità del sentire: cioè,voi che qua siete tutti riuniti (nello stesso tempo fisico) ineffetti sappiate che nel sentire potete non essere contemporanei.Attraverso a riunioni, a conversazioni come quelle di questasera, poco a poco questo concetto si è fatto per voi abbastanzadomestico.

Ma per farvi meglio comprendere che cosa significa questadiversità di sentire, noi vi abbiamo detto che di questa serata,nella quale sono presenti un numero X si creature, possonoesservi tante ripetizioni quanti sono i centri di sentire, disensibilità, e di coscienza, in essa rappresentati, in essa

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esistenti. Vi abbiamo detto cioè che questo atto, questo fattodella vita di ciascuno di voi, che è comune a ciascuno di voi(cioè questa serata) può ripetersi nella stessa precisa identicamaniera tante volte quanti siete voi qui presenti. Non solo, mase vi sono forme di vita inferiore, altrettante volte quante sonole forme di vita inferiori presenti.

"Ripetersi", che cosa vuol dire? Vi abbiamo detto che non esiste una vita oggettiva del

Cosmo nel senso che il Cosmo abbia un suo ciclo di vitaautonomo; che cresca, nasca, evolva secondo il vecchioconcetto; ma che tutta la vita del Cosmo, tutto il suo ciclo diesistenza è scomposto in fotogrammi, cioè unità di mutazione;e che questo svolgersi, cioè nascere, svolgersi e morire delCosmo (e quindi della vita di un individuo, e quindi di unanazione, di un pianeta e via e via e via) si osserva unendosi aquesti fotogrammi, a queste unità di mutazione, in unasuccessione che è la successione fondamentale di questoCosmo. Per cui attraverso a questo unirsi in questa successionenoi osserviamo un trascorrere, un passare, un avvenire che siavvicina e quindi diventa presente, e quindi passato, che inassoluto non è. Perché in assoluto, voi sapete nell'EternoPresente, il Cosmo è tutto eternamente presente.

Ecco allora che per farvi meglio comprendere la noncontemporaneità del sentire, dicendovi che questa scena potevaessere vissuta in tempi diversi da ciascuno di voi, quindi nonripetersi oggettivamente ma - la definizione giusta è questa -essere vissuta da ciascuno di voi in tempi diversi,92 dicendoviquesto noi vi abbiamo detto che nei fotogrammi del pianofisico, del piano astrale e del piano mentale, tutti uniti,l'individuo (cioè inteso come corpo akasico) è presente solo nel

92 - Si noti che con 'tempi diversi', si sott'intende proprio la soggettivitàdella percezione del tempo da parte di ogni individuo

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Parte Seconda

momento che "sente". Di guisa che, se fosse questo possibile - e abbiamo visto che

non è possibile - che qua vi fosse, nel momento preciso in cuiio sto parlando, cioè contemporaneamente al mio sentire,un'altra creatura che avesse il dono di vedere attraverso ad unaforma di veggenza i veicoli che costituiscono ciascuno di voi,vi abbiamo detto, che per coloro i quali né a noi, né all'altracreatura contemporanea al mio sentire dotata di veggenza, percoloro che a questi non sono contemporanei nel sentire, questacreatura veggente non vedrebbe il veicolo, il corpo akasico. Èvero figli? Per farvi intendere dunque che la non-contemporaneità del sentire significa questo: che fra il miosentire ed il vostro vi è uno sfasamento percettibile, in qualchemodo; che non è uno sfasamento così, ipotetico; ma - puressendo uno sfasamento illusorio badate bene - è unosfasamento ben definito.

Noi abbiamo detto che ciascuno di noi sente la serata diquesta sera nel momento in cui il suo veicolo akasico, il suocorpo akasico, si unisce ai fotogrammi che costituiscono questaserata; fotogrammi non solo del piano fisico (fotogrammiquindi del proprio corpo fisico) ma fotogrammi del propriocorpo astrale e del proprio corpo mentale, perché questa seratavoi sapete è costituita da un numero grandissimo di unità dimutazione, di fotogrammi; non solo del piano fisico, ma anchedel piano astrale perché costituisce sensazioni (perchécostituisce una serata che è costituita di sensazioni), esoprattutto una serata che è costituita di pensieri, e quindi diunità di mutazione di pensieri.

Quando ciascuno di noi, singolarmente, si unisce alla suaporzione di fotogrammi mentali, astrali e fisici inerenti allosvolgimento di questa serata, ecco che allora quello di noi chesi unisce vive la serata così come si è svolta dal suo punto di

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vista, naturalmente. Ed allora il veggente che fosse contemporaneo a me,

vedrebbe chi è che è contemporaneo a noi, perché vedrebbeche quella creatura ha unito ai fotogrammi del piano astrale,del piano fisico e del piano mentale il suo sentire, il corpoakasico. Questo vi abbiamo detto, proprio per farvicomprendere bene che cosa significava non-contemporaneitàdel sentire.

Ma, voi sapete che abbiamo tolto il movimento dei corpicelesti, perché vi abbiamo detto che non esiste; abbiamo tolto ilmovimento del corpo fisico perché vi abbiamo detto che nonesiste dal momento che il corpo fisico è il risultato di uninsieme di fotogrammi legandosi ai quali l'individuo crede dispostarsi da un punto ad un altro, ma così non è in Realtà. Ecosì via, vi abbiamo tolto il trascorrere delle sensazioni e deipensieri perché abbiamo visto che questo trascorrere nel pianofisico non trascorre affatto, ma l'unica cosa che si sposta,semmai, in ultima analisi, è il sentire, dal piano akasico; spostala sua... attenzione (non è ora il momento di sottilizzare) da unfotogramma all'altro ed ha come conseguenza questamutazione, di percepire questa mutazione.

Avendovi tolto tutto questo (perché in Realtà non esiste) puòesistere questa altalena del veicolo akasico che si unisce a certifotogrammi ora e non dopo? Come la si può - questa altalena -conciliare con l'immutabilità e il non-tempo dell'EternoPresente?

Non è possibile, voi lo comprendete! Ed allora, se noi andiamo a riprendere in esame la serata di

questa sera, che cosa vediamo?, anche in coloro che nonpercepiscono, non sentono questa serata contemporaneamentea me?

Noi vediamo che esiste egualmente, il corpo akasico. Che

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Parte Seconda

dunque "legarsi" non significa essere assente e quindi presente,è vero? Non può voler dire questo, "legarsi", ma unicamente"percepire". E basta.

Se dunque qui vi fosse un veggente, non vedrebbe (anche incoloro che non percepiscono contemporaneamente a me ed alveggente questa serata) dei corpi fisici, mentali ed astrali prividel corpo akasico, ma vedrebbe un essere intero, integro. E percomprendere quali altri di questi presenti alla seratapercepiscono, sentono la serata contemporaneamente a noi, lasua veggenza dovrebbe essere sviluppata fino al piano akasico;perché solo allora potrebbe comprendere se il grado di sentirevostro è uguale al grado di sentire nostro.

Dunque, ecco la domanda del figlio L., "Come il veicoloakasico si lega agli altri veicoli?"

Prima di dirvi che non v'è una qualcosa che prima non c'erae che poi sussiste, non è una presa di contatto simile ad unapresenza che non c'era e che poi c'è, debbo ancora ripetervi chela verità punto-di-passaggio che vi avevamo data, circa,appunto, alla presenza che non c'era e che poi c'è, dovevaservirvi - e deve servirvi - per comprendere bene il concettodella non-contemporaneità. Se voi non avete compreso benequesto concetto della non-contemporaneità, se il dire cheunitamente ai fotogrammi del piano fisico, del piano astrale edel piano mentale esiste anche per le varianti che mai sarannosentite, la presenza del corpo astrale...dell'akasico; prima didirvi questo, se voi non avete ben capito la non-contemporaneità noi non possiamo proseguire. Perché,dicendovi questo, se il concetto della non-contemporaneitàsfuma, o si perde, ecco allora che noi non possiamointravvedere nuovi orizzonti.

Importante dunque, è tenere sempre presente che il sentire diciascuno di noi, può (anzi, con molta probabilità) non essere

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contemporaneo al sentire degli altri; che tuttavia, il fatto chequesto sentire non sia contemporaneo, è un fatto che riguardaunicamente l'individuo. Tanto che, se noi guardiamo il mondodei fotogrammi, la serata di questa sera così come è, scompostanei fotogrammi che la costituiscono, non v'è quasi differenza distato d'essere, tra coloro che percepisconocontemporaneamente a me, e coloro che non la percepisconocontemporaneamente a me. E voi direte allora, "Ancora unmovimento che viene perduto!"

In effetti, il corpo akasico non fa questo gioco di legarsi, diessere presente o distaccato. Il Cosmo, pur scomposto in unamiriade di fotogrammi, è un'unica cosa.

Niente muta, in assoluto. Ed allora - vi chiedete voi - comeaccade che questo susseguirsi del sentire esiste?

Non c'è che - per farvelo comprendere - ripetere parole giàdette, perché qui veramente si tratta di comprendere, di sentire,questa Verità; non di capirla con la mente.

Per propria natura il veicolo akasico è composto così, inmodo analogo (non eguale; in modo analogo) agli altri veicoli.E mentre gli altri veicoli non sono che un insieme difotogrammi, di unità di mutazione, il veicolo akasico è uninsieme di unità di sentire. Ed ecco allora che ciascuna unità disentire è unita, è collegata sempre ad un relativo mondo deifotogrammi (del piano mentale, del piano astrale, del pianofisico). Doppia può essere questa collana di perle, laddoveesistono le varianti, ma una e una sola sarà seguita di questidue fili di perle.

Ed allora che cosa è che trascorre?Niente, in assoluto, trascorre! Ma sono queste unità di

sentire, per loro stessa natura, chiuse da questo senso di"provenire da una situazione precedente", per "sfociare in unasituazione seguente". Questa è la vera individualizzazione, è la

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Parte Seconda

vera frantumazione dell'Assoluto nei molti, dell'Uno nei molti;questa, a livello individuale.

Questo concepire di venire da una situazione precedente persfociare in una situazione seguente, occupa l'Eternità.93 Purdando all'individuo il senso di qualcosa che deve compiersi - eche in effetti si compie - non può essere collocato in unmomento preciso della Eternità. È questo circoscrivere delsentire ad una unità di sentire che dà l'illusione di qualcosa chesta in un punto preciso del tempo o dell'Eternità; ma così non è.Esiste per un solo sentire, per sentirlo una sola volta; ma nonha ubicazione né nel tempo né nello spazio.

Ecco allora l'altra domanda, "Se dunque queste unità disentire costituiscono la vera frantumazione dell'Uno nei molti,può essere che fra me ed un altro la differenza sia solocostituita da una variante del sentire Assoluto? E può darsi chea sentire tutti questi sentire sia un Unico sentire?

A voi la risposta! L'unico ostacolo che abbiamo a comprendere questo

concetto, è che noi partiamo dal basso, da noi, individui;pensando che noi individui, domani, possiamo essere un altroindividuo. Certo che non vi sarebbe niente di strano dalmomento che oggi possiamo sentire questa vita come unindividuo, con una personalità, ed una incarnazione successivasentirla con una personalità diversa eppure rimanere lo stessoindividuo. Ma, per comprendere meglio questo concetto,dobbiamo pensare a noi individui non come ad una unità, chedal basso sale verso l'alto; ma come a ciò che sta in alto e chevive, sente, ciò che sta in basso, se mi è concesso di usarequesti termini.

Allora, nel momento in cui questo qualcosa che sta in altoriprende la sua coscienza di CIO' CHE È, ecco che allora, ha

93 - Intesa nel significato, ormai consueto per il lettore, di non-tempo.335

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coscienza di tutte le teorie dei sentire individuali; e non giàcome qualcosa che viene improvvisamente, come qualcosa chenasce, che spunta come un fungo, ma come vera e propriaesperienza vissuta.

Perché, se c'è un sentire immenso che vive, percepisce ogniesperienza individuale - ogni esperienza individuale - questo èil sentire Assoluto. E nel momento in cui il sentire individualesi ritrova nel sentire Assoluto, è come se avesse vissuto epercepito ogni altro sentire individuale. Ecco dunque che cosasignifica amare il nostro prossimo come noi stessi. Questo.

Non v'è nessuna differenza, in Realtà, fra noi, voi, io e te;ma ogni cosa è il Lui. È Lui moltiplicato nei molti, che siriassume nel Tutto e nell'Uno. È questo mare immenso disentire, di coscienza; che compenetra ogni unità elementare deicosmi e del Tutto stesso, e del Suo stesso Essere. È Lui cheEsiste allo stato di Sentire, non solo limitato e chiuso in unsentire individuale, ma anche in un sentire Assoluto finoall'ultimo atomo del Suo stesso Essere. Lui è Sentire pereccellenza.

I nostri sentire individuali, che sembrano trascorre egiungere ad una conclusione (e che contano il sentire dell'inizioed il sentire della conclusione) in Realtà non trascorrono mai,non mutano mai, sono eterni come Lui, perché di Lui fannoparte.

È la stessa Legge che ha frammentato questo sentireAssoluto e quindi Lui stesso (perché Lui stesso, la Sua stessanatura è Legge) che ha fatto sì che questi frammenti fosserouniti da questo senso di "provenire da", per "sfociare in". Soloin questo modo potevano sussistere le unità di sentire. Solo inquesto modo poteva chiudersi un cerchio che delimitava unsentire limitato, una unità di sentire; diversa l'una dall'altra.

Questo credere di "provenire da" per "giungere a", è ciò che

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Parte Seconda

isola e rende esistenti...Ma nessuna parola può farvi comprendere questi concetti.

Ogni parola è incapace, unitamente a chi la pronuncia. Noi nonpossiamo che pregare, che ciascuno di voi, possa, attraverso aqueste indegne parole, giungere a "sentire" questi concetti.

Possiamo aiutarvi servendoci di verità punti di passaggio, econ questo compiere ogni sforzo possibile. Ma quelli chedebbono comprendere siete voi.

Ed io vi auguro, con tutto l'amore che vi portiamo, chepossiate presto giungere a questa comprensione. Perché è inessa la liberazione da ogni affanno, dall'attaccamento di ogniapparenza. È veramente l'abbattersi di ogni divisione; raggiuntonon già attraverso alle riforme, ma attraverso al sentire,interiore.

Significa prendere coscienza di se stessi, di ciò che si è.Significa prendere coscienza del Tutto.

* 27 Genn. 1972 *

Una volta vi abbiamo parlato dei cicli generatori,significando con questa espressione la nascita spirituale degliindividui che si ha durante il ciclo di vita di un cosmo."Generatori" giusto perché, dal ciclo di vita di un cosmo, ilvero retaggio del Cosmo, il vero raccolto di questa vitacosmica è - vi dicemmo - la nascita spirituale dell'uomo,dell'essere uomo. Ecco perché noi chiamammo cicli generatorii cicli di vita dei cosmi. Che già voi sapete, sapevate all'epoca,che non un solo Cosmo esiste nell'Assoluto, ma innumerevoli.Innumerevoli cicli di vita.

Cominciammo a dire di non vedere questi cicli cosmicicome susseguenti gli uni agli altri. Che vi era incomunicabilità

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fra i cosmi. Tutti concetti che corrispondono a verità.Oggi voi sapete quanto vero rimanga dire che un cosmo ha

un ciclo di vita, ha un ciclo ed una fine. Anche se questo ciclodi vita, che occupa un tempo ed uno spazio illusori, non puòessere collocato in qualche modo in ciò che è senza tempo...

Noi abbiamo visto che "eternità" non significa tempo chenon finisce mai; ma senza-tempo. E quindi, anche questonascere e morire non può collocarsi che appartenente alrelativo, in questa eternità. Nell'Eterno Presente non puòesservi alcun momento in cui si possa dire: "qualcosa è aquesto stadio di sviluppo X", e che poi sarà, dopo, ad unostadio di sviluppo X+1. Ciò è assolutamente inconcepibile, incontrasto col concetto dell'Eterno Presente.

Dunque, anche se il Cosmo non nasce e non muore piùcome eravate abituati a pensare (o come noi vi avevamolasciato interpretare le nostre parole), in un tempo collocabilein un punto di quel tempo senza fine chiamato eternità (anchese questo, voi avete oggi scoperto, non è più vero) pur tuttaviapossiamo ancora continuare a chiamare il ciclo del Cosmociclo generatore. Perché non vi è dubbio che le radicidell'individuo, della sua esistenza spirituale e del suo essere - edi ogni individuo - sono nel Cosmo e nei cosmi.

Il Cosmo, non sviluppando, non nascendo obiettivamente,non sviluppando e non morendo, pur tuttavia voi sapete ha uninizio ed una fine, perché è limitato. Al suo inizio esiste lapresentazione del Cosmo (come noi a suo tempo ve lo abbiamodescritto), ed alla fine di questo ciclo - senza tempo, del Cosmo- vi è il riassorbimento, quale noi ve lo abbiamo in altreoccasioni descritto. Tutto rimane eguale. Ma ciò che ècambiato è il sentire, l'assimilare le nostre parole. Noi abbiamofatto esistere una verità, comprendendola, che prima nonesisteva. Abbiamo compreso ed assimilato qualcosa, che le

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Parte Seconda

stesse parole di ieri non avevano portato per noi, non avevanosignificato a noi.

Adesso noi comprendiamo che Eternità, senza-tempo,significa una cosa tutta diversa dalla eternità tempo-indefinito,illimitato, di una volta.

Ebbene, se dunque tutto rimane eguale, ma cambia solo ilpunto di vista, cambia solo la nostra comprensione (che ora vapiù in profondità che una volta) come possiamo capire questotempo che si inserisce in ciò che è cosa del tutto diversa edimparagonabile?

Era facile infatti una volta, pensando che in un tempo chenon finisce mai - cioè nella eternità quale noi lacomprendevamo allora - vi fosse un punto come un puntocollocato su una retta, che sta al centro di due infiniti (l'infinitodi destra e l'infinito di sinistra); vi fosse un punto in cui ilCosmo cominciava ad essere emanato, poi evolveva, e quindiveniva riassorbito; e che noi per l'appunto (poiché percepiamoquesta realtà, con l'erre minuscola, di questo tempo presente)vivessimo in quel punto collocato nell'infinito, la parte cheadesso stiamo vivendo. Ma, era abbastanza semplice. Una voltapoi passato questo presente di questo momento, vi sarebbestato un altro presente e così via, fino a giungere alriassorbimento del Cosmo, alla trasmigrazione dell'individuonell'Assoluto e quindi a partecipare di questo trascorrereinfinito che allora credevamo l'eternità. Ma adesso resta unpoco più difficile, a noi che siamo in questo scorrere del tempo,comprendere come questo scorrere possa inserirsi in ciò chenon scorre mai.

Vi confesso subito che le parole sono dei mezzi moltoinadatti a comprendere questo concetto, e che occorre da partevostra uno sforzo di concentrazione.

Se questo che noi viviamo, sperimentiamo - questo, cioè il

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relativo - significa passare da una situazione definita,delimitata, ad un'altra; coercitivamente, per forza, ciascunpunto di passaggio ad un altro è chiuso in se stesso, è limitato.Ma la mente - o se non è la mente altri veicoli dei quali inquesto momento non desideriamo interessarci, quale adesempio la coscienza nelle fasi successive (la trascuriamo per ilmomento questa cosa...) - lega, la mente, od altro, lega gli uniagli altri questi punti di passaggio. Ed essendo chiusi questipunti, definiti e limitati, ne deriva lo scorrere. Il passaredall'uno all'altro significa, in parole povere, sentirelimitatamente ed in modo circoscritto, e proprio perché si sentein modo limitato e circoscritto, sembra di "provenire da unqualcosa" per "volgere ad un qualcosa successivo", che noipercepiamo deve venire anche se ci è sconosciuto neiparticolari. Ma come è possibile che questo si inseriscanell'Infinito, nel senza-tempo?

Ebbene, se il Cosmo o i cosmi o i cicli generatori o un ciclogeneratore o tutto questo, fosse, in un dato momento del tempoillimitato (quel concetto che noi conoscevamo prima) statocreato dall'Assoluto secondo il concetto delle religioni (Dio checrea qualche cosa ad un certo punto) ebbene, noi lo sentiremmoné più e né meno come lo sentiamo adesso.

Mi spiego: questa nostra vita non è collocabile, edindicabile, nella Eternità. Non possiamo dire: dalla Eternità lavita di Kempis è a questa fase di evoluzione. Questo èimpossibile. Pur tuttavia, non essendovi scorrere, ciò che noiora sentiamo non rappresenta e non significa che nell'EternoPresente Kempis o voi siamo a questo punto di sentire.

Se noi prendiamo l'insieme delle nostre esistenze, ora nellaruota delle nascite e delle morti e dopo, successive; ebbene,questo insieme, pur facendo parte della Eternità nel concettoquale voi lo conoscete, non è ad una fase di evoluzione

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particolare; ma, ciascuno dei suoi attimi, ciascuna delle sueperle, e degli attimi che compongono una perla (cioè ciascunfotogramma) vive, è racchiuso, è stante, esistente, quale è,sempre. Questo significa che è Eterno; di quella Eternità chevoi avete imparato a conoscere ora. E che è solo la sua naturacircoscritta, chiusa, delimitata, che lo fa apparire comequalcosa che scorre, e che può - per la nostra mente - essereubicato in un punto, di uno scorrere infinito. Un punto che poitrascorre e cessa. Ma che invece in Realtà, è sempre esistente estante, nel senza-tempo.

Ripeto che le parole sono inadatte, e incapace e l'oratore.Occorre che voi facciate uno sforzo, occorre che voicomprendiate come è lo stato d'essere e d'esistere di questosentire relativo che è chiamato uomo.

Voi vedete come l'uomo proviene dalle anime-gruppo, avetedetto questa sera. Come all'inizio le esperienze di tanti veicolifisici, facciano capo contemporaneamente ad un centro, ad unfulcro (la cosiddetta anima-gruppo, dalla quale noi stessiproveniamo; ciascuno di noi proviene da un'anima-gruppo, èvero?, dalla propria anima-gruppo); man mano che - comegiustamente avete detto - le esperienze evolvono l'individuo,diminuiscono i veicoli che contemporaneamente l'individuoanima, e ai quali contemporaneamente è collegato. Fino adavere un solo veicolo, un solo corpo, e siamo a livello dievoluzione umana. Successivamente invece vi è quasi ilprocesso inverso, perché da questa individualizzazione vi è lacomunione; vi è la comprensione, il collegamento con tutti glialtri esseri che sono attorno all'illusorio senso di separativitàche crea l'individuo, che da origine all'individuo.

Fino ad un certo punto dell'evoluzione cioè fino al puntodella fine dell'evoluzione umana, è necessaria questa nascitadell'individuo in veicoli fisici, nel piano fisico. E questo per voi

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è una realtà così importante (la vita vostra di ogni giorno) chevi domandate che cosa fa il Maestro, come impiega il suotempo. Ebbene, dimenticate che il tempo vi è dato, questalimitazione nella carne del corpo fisico vi è data, perché soloquesta può spingervi ed insegnarvi a "sentire".

Nel mondo sottostante all'umano vi sono una serie diesperienze le quali, da sole, possono far sì che gli animalievolvano e divengano degli uomini. Nel mondo umano vi èun'altra serie di esperienze, le quali solo quelle possono far sìche l'uomo evolva e divenga un superuomo.94 Ma a questopunto il veicolo fisico (con le serie delle azioni che gli sonoproprie) non è più valevole, non ha più importanza, non è piùvalido per proseguire nel perseguimento della comprensione.Ed ecco allora che si aprono altre fasi ed altri stadi dellaevoluzione: l'evoluzione che va oltre la umana. Ed anche diquesta vi abbiamo cominciato a parlare: si tratta di sentire ,unicamente e solamente, ponendosi in contatto con gli altri nongià più attraverso alle azioni di una vita umana e materiale, maattraverso ad una comunione di sentire.

Ecco dunque, dicevo, sembra questo il cammino inverso cheabbiamo fatto dall'anima gruppo all'uomo: i due triangoli, cheformano i due coni uniti per la punta. Da una parte nel conosottostante abbiamo le anime-gruppo, che man mano vannorestringendosi, fino a congiungersi e diventare una solaindividualità (un uomo; uno solo allora); e poi, ecco l'altrocono che si presenta a noi con la punta, il vertice in basso, e labase in alto: dall'uomo, la comunione che si allarga a tutti glialtri esseri esistenti, fino ad identificarsi con l'Assoluto.

Perdonate se le mie parole non sono state sufficientementeefficaci. Ma, ho fiducia che meditandole, sforzandovi, voi

94 - 'Superuomo' dicesi dell'essere che ha superato la ruota delle nascite edelle morti umane, e si avvia a quella di iniziato e quindi di Maestro.

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riusciate a comprendere quello che volevo dire, e che non sonostato capace di comunicarvi.

L'Eterno Presente è quale voi lo conoscete da sempre, esempre rimarrà tale.

Se assurdamente dall'Assoluto io potessi tornare a viverlosingolarmente, lo vivrei come sempre l'ho vissuto, nellaidentica maniera.

Ma nell'Assoluto io lo vedo Eternamente Presente, in ognisuo attimo, in ogni unità che compone il suo scorrere, ma lovedo e lo percepisco contemporaneamente ed immobile. Nonnell'illusione dello scorrere.

Questo è il Tempo Presente che io percepisco nell'Assoluto.Per percepirlo quale l'umano lo percepisce, ecco che io devo

limitarmi nuovamente, e sottostare al gioco illusorio delloscorrere. Ed ecco che nuovamente, se soggiaccio a questaillusione, a questo "maya", nuovamente io percepisco e vedo ilmondo limitato e relativo quale l'ho sempre percepito e visto,nella sua limitatezza. Altrimenti, dall'Assoluto, io lo percepiscoin ogni particolare, in ogni fotogramma - come voi dite -contemporaneamente e privo di scorrere; quindi privo didivenire. Cioè lo percepisco nel Suo vero Essere.

* 10 Febbr. 1972 *

In sé, l'infinito di punti, in qualsiasi punto preso in esame,sulla retta, mi divide la serie in due: ecco, il definibile.

Due punti sulla retta mi formano il segmento: ecco ildefinito.

Dunque dall'Infinito, al definibile, al definito. Chi ha orecchi intenda.

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* 24 Febbr. 1972 *

Il punto è il virtuale frazionamento dell'Assoluto.Il segmento di retta è la manifestazione cosmica.Questo simbolismo meditate e comprendete...

* 16 Mar. 1972 *

Certo che le similitudini valgono per quello che le si vogliafar valere, non oltre. Ma quando abbiamo parlato dellasimilitudine della retta e del segmento di retta, vi abbiamovolontariamente - fidando sul vostro ragionamento - spinto acredere ed a pensare quale conseguenza poteva scaturire daquesto esempio. Se la retta è infinita, infiniti possono essere isegmenti che essa contiene. E poiché noi abbiamo assimilato isegmenti alle manifestazioni, certo ne scaturisce comeragionamento logico che infinite sono le manifestazioninell'Assoluto.

Ma, è vero questo? Solo in parte. Perché è vero che la retta èinfinita e che quindi può contenere un numero infinito dimanifestazioni e di segmenti di retta; ma è altresì vero che noiabbiamo parlato di considerazioni, di delimitazione. E quindinon è vero che tutta la retta contenga, coercitivamente,segmenti di retta. Può, e potrebbe; ma non lo è (cioè, non èdetto - ndt).

Nella retta noi possiamo considerare un numero infinito disegmenti e quindi di manifestazioni, ma ciò non vuol dire chetutta la retta li contenga. In altre parole: l'Assoluto non è tuttamanifestazione; l'Assoluto non è tutto giorno di Brahma.

Vi è il Manifestato, ed il Non-manifestato. Ed allora, checosa significa questo? Vuol dire dunque che le manifestazioni

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Parte Seconda

sono limitate, quantunque - come avete detto - innumerevoli?Certo. Il numero delle manifestazioni: eguali ad infinito

fratto N. Infinito diviso N (per innumerevole).Che senso ha questo discorso? Il senso lo ripeto, che non

tutto è Manifestazione, non tutto è Cosmo, o cosmi; che visono le manifestazioni e non-manifestazioni; ma che il numerodei cosmi non può essere definito secondo il concetto chepropriamente voi date ai numeri finiti. Meditate su questaaffermazione; essa apre un ulteriore spiraglio allacomprensione della Realtà.

Voi, questa sera, ancora una volta avete parlato dellevarianti, ed ora vi sembra che esse siano ancora valide, che nonpossono essere prese da voi come verità punto-di-passaggio;ma meglio sarebbe spiegarle come se queste esistessero comeprincipio, senza vederne l'attuazione pratica.

Ebbene, invece qua, non si tratta di affermare dei principi. Èvero, figlio L.? Poiché, se si fosse trattato di questo, nel nostroinsegnamento - ancora lo ripetiamo - da molto tempo noiavremmo finito di parlarvi. Ma si tratta di comprendere questeverità, vederle quasi nella loro attuazione pratica. E quindi, inche punto preciso si collocano, queste varianti? E sono, queste,dei termini di comprensione per farvi comprendere che lalibertà dell'individuo esiste veramente?

A queste domande noi abbiamo già risposto, si tratta solo diritrovare le nostre risposte e saperle collocare nel giusto quadrodi tutto l'insegnamento. Non è facile, ma noi confidiamo nellavostra perseveranza. Ecco perché continuiamo a parlarvi.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 13 Aprile 1972 *

Il problema del "divenire", nell'Essere di Dio, è sempre statoun problema che ha fatto spuntare le corna dei filosofi: e nondico dei mistici, per i quali quello che conta è il sentire, più cheil ragionamento logico; ma indubbiamente dei filosofi e di tutticoloro che cercano di spiegare con la logica l'essere delle cose.Sì. Perché non v'è bisogno che a voi lo illustri, dal momentoche voi stessi vi siete spuntati le corna diverse volte, e fino ache noi abbiamo cercato di farvi dei punteruoli di metallo bentemperato. Fino a che, appunto, non abbiamo cercato di farviintravvedere qual è l'esistere dell'Assoluto. Perché inizialmentevi lasciavamo nella vostra credenza; cioè in quella, che, più omeno, è possesso di tutti coloro che non sono atei: di undivenire in seno all'Assoluto, a Dio; il quale Assoluto sarebbeda questo divenire tanto trascinato da avere una natura didivenire anche Lui stesso. Così, Egli conoscerebbe (in unprimo tempo questo vi dicevamo) le scelte dell'uomo, perchéquesto per Sua onniscienza. Ma fino a che l'uomo non leoperasse queste scelte, esse non si realizzerebbero, in qualchemodo. Questo voi credevate. È vero, figli e fratelli?

Ma noi vi abbiamo detto che assolutamente, in una natura di"Essere", di Immutabilità, di Eterno Esistere, niente può inqualche modo scorrere, e in qualche modo divenire; sia pure inuna parte circoscritta e limitata di questa Esistenza Assoluta. Innessun modo!

Dunque questo scorrere, e questo "divenire", non è che unapparente ed illusorio proiettarsi di qualche cosa; non è che unfenomeno illusorio, una sorta di miraggio di chi lo osserva. Edallora, da questo, è nato il problema della libertà dell'individuo.

Voi avete detto, "Se niente muta, se tutto è così scritto dasempre, quale è la libertà, quali scelte noi abbiamo?".

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Parte Seconda

Ed allora vi abbiamo ulteriormente spiegato; vi abbiamodetto: facciamo per un solo istante ancora l'ipotesi che lacreazione si realizzi man mano, nel tempo, come voi sentite.Cioè, fino a che voi non avete scelto di costruire una casa, nelpiano fisico, la casa non esiste in assoluto. Ecco. Voi avete lalibertà di scegliere se costruire o non costruire questa casa, viabbiamo detto. E fate la vostra scelta. Ecco. Se noi diciamo -adesso - che quello che voi avete scelto, è sempre esistito esempre esisterà (così era scritto da sempre) niente muta (voisiete sicuri di avere fatto la vostra scelta in libertà) e quello cheera scritto, non era scritto per un motivo trascendentale dellavostra volontà, ma era scritto conoscendo la vostra scelta; voi -in altre parole - non fate che, in funzione della vostra illusione,vivere ora quello che è da sempre; ma lo stesso dire "ora" èun'illusione: essere vittima di questo sentire limitato, il qualeper sua natura, proprio per il fatto di essere limitato, crede di"provenire da un", e "volgere a un". Ma questo è, ripeto ancora,un'altra illusione. Perché questo "ora", non è un ora, ma è unsempre.

È un percepire "ora" proprio perché è un sentire limitato, eper il fatto stesso che è un sentire limitato dà l'idea di dire"ora": io sento "ora".

Allora a questo punto, convinti voi (io me lo auguro), voiavete cominciato a dire, "Ma dov'è la variante alla storia chevoi in un primo momento ci avevate portato come spiegazionedelle libertà individuali?"

Noi vi avevamo detto: sì, è tutto scritto, è così da sempre esempre lo sarà. Ma nel vostro scorrere di sentire, laddove voiavete possibilità di scelta, esistono due soluzioni (due o piùsoluzioni secondo quante sono le vostre possibilità di scelta), etutte portano - queste soluzioni - ad un medesimo approdo,tutte hanno un analogo peso di esperienze e via dicendo; e che

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una sola di queste (quella che voi sceglierete) verrà da voivissuta (le altre esistono come possibilità).

Certo che nell'apprendere la verità che tutto esiste dasempre, ma tutto esiste da sempre in funzione delle vostrescelte, della vostra libertà di scegliere; ecco che a questo puntole varianti alle vostre storie, cioè la materializzazione pratica,l'esistenza pratica nel mondo materiale delle vostre scelte, nonha più ragione di sussistere, voi dite. Per quale motivo esistonoqueste varianti? Se io sono convinto che la mia scelta è fatta inlibertà (quando io lo faccio veramente in libertà), ancorché lastoria che da sempre è scritta non rechi altre varianti, altridiversivi - e questo nel rispetto della libertà che io ho - chemotivi ci sono che esistano questi diversivi e queste varianti?Quando anche non esistessero io egualmente avrei scelto inlibertà.

E noi vi abbiamo detto che le varianti hanno anche un'altraragione di esistere. E semplice, e complesso, sarebbe dirlo espiegarlo. Voi potreste accettare, come altre volte avete fatto,come un principio. Quando abbiamo cominciato a parlarvidello scorrere del sentire - se voi ricordate - vi abbiamocominciato a dire: adesso, tutto insieme, non potete capire;accettate questi principi (la non-contemporaneità del sentire, evia dicendo). Man mano, questa accettazione di fede, halasciato il posto ad una convinzione di ragionamento. Ed alloraera utile fare così. Ma questa volta, delle varianti, no.

Noi vogliamo che voi stessi comprendiate la ragione. E poinon è così difficile.

Le varianti fondano la loro esistenza su vari motivi. Non vi èun solo motivo. Guardate, noi tutti siamo convinti dellapreesistenza... della fatalità della nascita di una creatura, èvero?, una creatura come può essere l'uomo. Tutti lo siamo,convinti. La nascita di un essere umano non può essere affidata

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Parte Seconda

al caso; questo noi lo sappiamo benissimo, anche senza pensarealla teoria dei fotogrammi, alla verità che tutto esiste così comenoi lo viviamo da sempre e per sempre. Dunque, se è scrittoche nasca un individuo, è scritto che nasca di un determinatosesso, con certi caratteri ereditari qualora sia necessario chequesto individuo uomo abbia quei caratteri ereditari. Ed alloraspiegatemi perché esisterebbe un'infinità, un numero alto dispermatozoi nell'accoppiamento dell'uomo e la donna quandosappiamo che quello e quello solo andrà a fecondarequell'uovo; perché se fosse uno diverso, già potrebbe cambiareil sesso del nascituro. Ma noi abbiamo visto che il sesso è giàpredeterminato, è vero? E allo stesso modo i caratteri genetici,perché voi sapete che se cambiasse uno spermatozoo non solopotrebbe cambiare il sesso ma anche certe malattie ereditarienon potrebbero manifestarsi, è vero?

Se esistesse questa economia nell'universo (noi parliamo delpiano fisico perché è una cosa che cade sotto la vostraattenzione; anche nel mondo naturale vedete quanti sono glianimali che nascono, quante sono le uova che un pesce deponee che un altro pesce feconda - è vero? -, eppure non tutteriescono a far nascere delle vite; ed anche delle vite, deipiccoli, di quelli che nascono, non tutti riescono a giungereall'età in cui il piccolo diventa adulto), questo che cosasignifica?, che forse le cose sono fatte in gran numeroprevedendo uno sciupio?

No. Assolutamente no! Ma pure, questo principio è unarealtà di fatto.

Se tutto è scritto e stabilito in un mondo di fotogrammi dasempre e per sempre, non avrebbero ragione di sussisterequeste varianti, queste duplicazioni, queste manifestazionicollaterali, in numero superiore a quello che effettivamente sirealizzerà, all'atto pratico. Queste avrebbero occasione di

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esistere se il mondo fosse quale l'uomo da sempre lo vede, lopercepisce e lo presuppone; cioè affidato, in buona parte, alcaso. Allora sarebbe giustificato.

Per la riproduzione della specie, per la conservazione dellaspecie, in previsione agli attacchi che i nemici della speciefanno alla prole, un gran numero di piccoli nascono, un numeromolto inferiore di piccoli sopravvive; perché se il numero dinascituri fosse molto inferiore, naturalmente gli adultisarebbero in numero ancora molto inferiore a quelli checrescono e la specie si estinguerebbe. Questo è unragionamento che i cultori delle scienze naturali fanno vedendola realtà nel piano fisico. Ma noi come possiamo conciliarequesta realtà con il fatto che tutto è scritto da sempre e persempre con una precisione sbalorditiva; che non esiste sciupìo;che non esistono delle vie intraprese falsamente; ma tutto èperfetto e niente può (anche nell'apparente disordine) andare aldi fuori di quelli che sono i piani. E pur tuttavia, noi vi diciamopregate, agite, per il meglio del tutto.

Adesso, supponiamo di essere qua riuniti, in questa stanza, edi avere nel centro di essa un tavolo, con sopra un'arancia.Ecco, se noi oggettivamente guardiamo l'arancia, questooggetto che noi abbiamo chiamato "arancia", l'abbiamochiamato così perché ha un certo colore, una certa forma,contiene certi succhi; insomma lo abbiamo catalogato in base aquelle che sono le reazioni ai nostri sensi che questo oggettoprocura, è vero? Che possono essere un po’ diverse le une dallealtre fra due o più osservatori, è vero?, ma che, insomma, inlinea di massima, anche nella loro lieve diversità (uno la puòsentire più dolce, uno più gialla, meno gialla, più aspra, menoaspra; dipende dal gusto personale) comunque è in una certaanalogia per tutti, corrisponde una certa analogia per tutti. Noiabbiamo chiamato questo oggetto "arancia" in funzione di

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quelle che sono le reazioni che l'oggetto procura ai nostri sensi,così come i nostri sensi lo percepiscono.

Ma se noi guardiamo oggettivamente, non vediamo - sulpiano fisico - che un insieme di atomi, di molecole, di elettroni,di protoni, a secondo a quale livello lo osserviamo: se loosserviamo al livello più grossolano vedremo delle sostanze; seandiamo al di sotto di queste delle molecole, poi degli atomi,poi di tutte quelle particelle (parti elementari, per dire) checostituiscono gli atomi; voi sapete: elettroni, protoni, nuclei,particelle, e via dicendo, è vero?, corpuscoli, e via. Voi sapetela nostra suddivisione che abbiamo fatto della materia.

Quindi, se prendiamo in esame questo oggetto, a livello deicorpi atomici, come possiamo chiamarlo "arancia"? Comepossiamo distinguerlo, distinguere gli atomi che compongonol'arancia, dagli atomi che compongono l'aria che sta attornoall'arancia e del tavolo su cui questa arancia è posata?Evidentemente, potremmo dire che esistono un gran numero diatomi, vedremmo questi atomi (in certi punti più vicini gli uniagli altri, in certi punti più lontani) più o meno fermi a secondadella temperatura dell'ambiente e via dicendo, ma -indubbiamente - l'oggetto arancia sparirebbe obiettivamente,oggettivamente, sul piano fisico, è vero?

Quand'è che riappare questo oggetto arancia? Nel momento in cui io ho degli occhi fisici ed un corpo

fisico: allora posso dire che questo è un'arancia, perché giàintanto ha quel colore, ha quel profumo, ha quel sapore, e cosìvia; ha quel peso, e via dicendo.

Se io dunque voglio avere un quadro completo, un'antologiacompleta dell'arancia (noi siamo intorno ad un tavolo, nondimentichiamolo) esistono due sistemi: uno molto più limitato,e cioè quello di prendere l'arancia in mano e girarla da tutte leparti, ma sarebbe un conoscere da un unico punto di vista;

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l'altro, che è quello invece di mettere insieme tutte le visionidell'arancia dei vari osservatori che sono intorno al tavolo. Seio, dunque, devo fare una raccolta di tutte le conoscenzeintorno all'arancia, non posso altro che raccogliere tutti i puntidi vista dei singoli osservatori che osservano questo oggetto.Non so se mi sono spiegato sufficientemente.

Allora, che cosa significa questo "obiettivamente, al di fuoridegli osservatori"?

Noi abbiamo visto che l'oggetto arancia non esiste più, o perlo meno non esiste più con le caratteristiche che si è abituati aconoscere nel piano umano: non esisterebbe più la forma, nonesisterebbe più il colore, non esiterebbe più il sapore, nonesisterebbe più il peso. Perché per avere tutte queste note, tuttiquesti requisiti, tutte queste proprietà - come chiamarle volete -occorre che l'osservatore sia un uomo, sia a livello umano enon a livello della materia. Ed allora la conoscenza a livelloumano di quell'oggetto è costituita dall'insieme delle singoleconoscenze individuali. Ecco il mondo del sentire degliindividui e delle individualità, il mondo del sentire dei centri disensibilità e di espressione, dei centri di coscienza e diespressione.

Dunque, come si conosce un cosmo? Dunque si conosce uncosmo oggettivamente?

No! Come non si conosce oggettivamente l'arancia; perchéoggettivamente un cosmo è una cosa tutt'affatto diversa daquella che voi siete abituati a considerare e a vedere. Un cosmodunque è costituito unicamente dall'insieme del mondo deifotogrammi. Sì, cari figli, non esiste più né tempo e né spazio;questo lo sappiamo ormai da tempo. Il Cosmo può esseresperimentato unicamente nel "sentire" degli individui; il Cosmoquale voi lo conoscete, e quale cade sotto la vostra attenzione.

Allora ditemi: come si può pensare che a livello di

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Parte Seconda

Coscienza assoluta sia possibile percepire anche tutti insieme icosmi secondo una percezione individuale? Questa è una cosaimpensabile! È vero, figli e fratelli?

Il sentire dell'Assoluto è dunque un sentire tutt'affattodiverso da quello che fino a questo momento potevamopensare. Non è dunque un sentire totale del Tutto, ma è unsentire che... travalica il Tutto, che non è composto di piccolisentire individuali come noi possiamo essere portati a credere;ma che, tuttavia, comprende questi sentire che stanno alla basedel Suo Essere Infinito.

State attenti: se un'alta entità, un Maestro - come dir volete -volesse scendere in un cosmo diverso da quello al qualeappartiene nei suoi stati d'esistenza più grossolani, nonpotrebbe andarvi altro che se fosse prevista una serie difotogrammi (in quell'altro cosmo) nei quali fosse prevista lasua visita, perché - questo avete cominciato a comprenderloanche voi - non è possibile una visione di un cosmo da unpunto di vista oggettivo come non è possibile una visionedell'arancia, che abbiamo visto, visione oggettiva; ma il Cosmopuò essere visto, sperimentato e sentito, unicamente attraversoal percepire dei centri di sensibilità e di espressione, e dicoscienza e di espressione. Dunque questi centri di sensibilità edi coscienza e di espressione non sono che i raggi, lepropaggini, le radici che provengono e conducono al centro diogni cosa, dell'Unico sentire; Il Quale è di natura tutt'affattodiversa dalla totalità dei sentire individuali, di questo o di altriCosmi.

* 25 Mag. 1972 *

Il figlio L., e parte anche di voi, vi siete chiesti se questo

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ambiente cosmico non sia una specie di brodo di cultura nelquale sono immessi i germi dell'individualità, e che quindi dàvita, alimenta, questa vita individuale, per la evoluzione degliindividui, in modo che si abbia poi successivamente ilcongiungimento con l'Assoluto. Oppure se, questa bagnaroladel Cosmo, rappresenti invece, giusto lo sgabellodell'Altissimo; la base sulla quale Egli poggia la Sua esistenza.In effetti, queste definizioni così volgarizzate possono farvisorridere. Ma, né l'una e né l'altra sono vere, come ha dettogiustamente la figlia Z. L'una e l'altra si compenetrano.

Perché è certamente vero il simbolo di Salomone, dei duetriangoli con i vertici che si compenetrano. Ebbene, la vitamicrocosmica trova il suo ambiente nel Cosmo; ma la vitadell'Assoluto, la vita se vogliamo macrocosmica, compenetraquesta stessa vita microcosmica.

Così l'ambiente cosmico è il brodo di cultura della vita deimicrocosmi, ma nello stesso tempo questa vita dei microcosmiè elemento essenziale della vita dell'Assoluto. Cosicché siamoall'eterno dilemma: cosa sia nato prima, l'uovo o la gallina.

Ora, figli e fratelli, noi dobbiamo ricordare che tutte questedistinzioni che noi facciamo (di Cosmo, di relativo, non-relativo, finito, non-finito, di microcosmo, macrocosmo e viadicendo) sono tutte distinzioni convenzionali, sono tuttedefinizioni; che riguardano parti e porzioni dell'Assoluto. IlQuale è tutt'altra cosa.

La Realtà è nell'Assoluto. E se la Realtà è nell'Assoluto, noinon possiamo cercare di paragonarla ad una Sua parte. Ad unaparte, per comprendere la quale, noi dobbiamo definirci,limitarci, e chiuderci. Così quando noi diciamo che il Cosmo,per quanto vasto sia, è l'ambiente nel quale evolvono le viteindividuali, diciamo una cosa giusta e vera; ma se ci limitiamounicamente a questa visione chiusa, che noi abbiamo dovuto

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Parte Seconda

chiudere per comprendere, per estrarre dall'Assoluto, dal Tutto,noi abbiamo dovuto definire per portarla sotto alla nostraattenzione, ai nostri sensi; noi - figli e fratelli - se facciamoquesto, non possiamo poi comprendere il Tutto con lo stessometro, facendo, di questa parte, un modulo per comprendere ilTutto.

Comprendendo la parte noi comprendiamo la parte ebasta; ed è dalla totalità delle parti che possiamo condurci sullastrada per comprendere il Tutto. Non dimenticando che il Tuttotrascende la totalità delle cose.

Ora, quando noi abbiamo parlato dell'esempio dell'arancia edegli osservatori, abbiamo voluto significare che un cosmo èfatto da una serie di fotogrammi innumerevole, immensa,infinita (come volete chiamarla), che oggettivamente - oramailo abbiamo detto tante volte - non esiste una vita del Cosmo nelsenso che eravate abituati a credere. Però esiste un insieme difotogrammi, nei quali è rappresentato l'inizio di un cosmo ed iltermine dello stesso cosmo; con un'infinità di fotogrammiintermedi, che uniscono queste due parti. Orbene, questa storiadel Cosmo, indipendentemente, facendo astrazione dalle viteindividuali degli uomini, potrebbe esistere anche in modo a séstante. Cioè, se - in qualche modo - si potesse legarsi a questifotogrammi restandone al di fuori, si vedrebbe il ciclo cosmicodella materia e della vita del Cosmo, della vita macrocosmica,è vero? E quella è l'arancia.

Ma non può sussistere questa astrazione, non può esistere. La vita macrocosmica si compenetra e compenetra la vita

microcosmica. Unitamente a questa serie di fotogrammi cherappresentano la nascita, l'evolvere ed il morire del Cosmo, vi èun'altra infinità di fotogrammi che rappresentano la nascita,l'evolvere, ed il morire (in qualche senso) il trasformarsi,dell'individuo e degli individui.

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Il "dossier" Cosmo, è dunque costituito da tutte questecartelle formate da una serie di innumerevoli fotogrammi(fotogrammi dei vari piani di esistenza oltre che dei variindividui-individualità). Quando noi parliamo di vita al di sottodella umana, di quegli individui i quali non animano formeumane, al di fuori quindi di manifestazioni di libertà (relativa,non relativa, pura, spuria e via dicendo....) noi non parliamo divarianti dell'individuo, è vero? Le varianti cominciamo adesistere, ed a sussistere, ed hanno necessità di esistere, dopo,quando l'individuo si unisce a delle forme umane. Che cosasignifica questo?

Significa che è vero quello che hanno detto gli antichifilosofi: che tutto in fondo è numero.

Quando comincia a costituirsi la coscienza, la coscienzadeve avere, deve nascere, deve costituirsi in un ambiente dilibertà. Non importa che si chiami libertà Assoluta, nonimporta che sia libertà relativa, effettiva possibilità di scelta osupposizione di poter scegliere; ma deve avere questo senso,questa illusione anche, di dirsi libertà. Perché la coscienza, loripeto, nasce nella libertà.

Ora, che cos'è un individuo umano in termini matematici?È una espressione letterale; perché noi abbiamo visto che

deve avere questa libertà. Il Cosmo è così costruito che se nonc'è questa libertà la coscienza non sgorga, non nasce. E mentrel'individuo, al di sotto del livello umano, può essere paragonatoad una espressione numerica (2+3=5), perché non v'è questomargine di libertà e di possibilità di scelta; al di sopra dellivello umano (naturalmente senza salti bruschi) ecco chel'individuo può essere paragonato ad una espressione letterale.

Voi direte, "È la stessa cosa"! Facciamone una semplice: +A-B = +C, che cosa vuol dire?

Che, per quella vita individuale, vi sono delle scelte e delle

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Parte Seconda

condizioni, nell'ambito delle quali l'individuo può essere liberodi una libertà relativa o supporre di essere libero, per cui egliha queste scelte. Proprio in funzione di questa libertà neacquista la sua coscienza. Ma siccome non sono termini rigidiperché parliamo di libertà, ecco l'espressione letterale: anzichéavere dei numeri, abbiamo delle lettere. Che cosa significa +A-B = +C?

Significa che nell'ambito delle scelte, questa condizione saràsempre risolta valida se alla lettere A diamo un valore numericomaggiore della lettera B. Solo in questo modo la lettera C potràavere un segno positivo.

Se infatti noi diciamo che la lettera A ha valore 10, la letteraB noi abbiamo visto deve avere un valore numerico inferiore al10 affinché la condizione sia valida (facciamo 5); ecco che lacondizione è soddisfatta perché la lettera C resta positiva. Cosìvoi, vi domanderete, "Che cosa c'entrano le varianti?"

C'entrano e come! Perché questa condizione, questaespressione letterale che può essere paragonata alla vitadell'individuo al livello umano, significa proprio la suapossibilità di scegliere, e quindi delle varianti. Che poi una solasia la soluzione, non ha importanza. L'espressione è valida perun certo numero; fino a che una certa condizione è soddisfatta.E nell'ambito di questa condizione tante sono le condizioni etante sono le varianti.

Non potrebbero non esistere. Perché nell'attimo stesso in cuiio pongo la condizione per la soluzione, per la validità dellaespressione, nel medesimo istante io pongo tutte quellesoluzioni valide che soddisfanno la condizione stessa, lacondizione posta.

Proviamo ad aggirare l'ostacolo dal punto di vistamatematico. Cosicché, perché esistono le varianti? Perché itermini del problema umano sono quelli, ed in forza di questa

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libertà nell'ambito della quale nasce la coscienza dell'uomo, itermini non possono essere rigidi e le varianti debbono esistereproprio perché quella e la condizione del problema posto,problema che si chiama natura umana.

Riflettete.

* 23 Nov. 1972 *

Quando noi ci convinciamo che Dio non può che essereAssoluto; che perciò, deve contenere in Sé tutto quanto è; chedeve essere Perfetto; che quindi è Infinito, ed è Senza-tempo;ed è Immutabile (perché, se fosse il contrario di questi attributi,di questi requisiti, Egli non sarebbe Dio. Se Egli finisse,sarebbe un divenire; anch'egli; se non fosse Perfetto maperfettibile, come, e quando, questa scala del divenire avrebbeavuto inizio? E se avesse avuto un inizio, dovrebbe avere unafine; e quindi non potrebbe essere la Causa-delle-cause, laPrima-Causa, il Dio Assoluto); quando cominciamo a capirequesto, ecco che in noi sorge un'altra domanda: ma se Dio èPerfetto, è Immutabile, è Quello-che-È (in Lui non vi è undivenire, ma È sempre, un "Essere" e quindi Eterno Presente)come può esistere un cosmo che nasce, ha un suo ciclo di vita,e muore? Come può in questa Stasi (dico questo per intendersi)assoluta, che è l'Eterno Presente, esistere qualcosa checammina, che si muove, che nasce, progredisce e muore?

Non è possibile!, perché qualcosa dunque si muoverebbe,"diverrebbe", in seno all'Eterno Essere, all'Infinita Esistenza.Ecco allora che noi, che prima abbiamo studiato il piano fisico,abbiamo studiato il piano astrale, vi abbiamo parlato dievoluzione, di reincarnazione, di cicli di manifestazione, diLogos, di coscienza - e chi più ne ha più ne metta - adesso vi

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Parte Seconda

diciamo: andiamo oltre. Queste cose ormai le conoscete. Nonserve ascoltarle nuovamente; o da nuove entità attraverso aduno stesso medium, o da nuove entità attraverso a mediumdiversi. Dobbiamo andare oltre, dobbiamo sfatare l'accusa,distruggere l'accusa che fanno gli antispiritisti: "che gli spiritidicono sempre le stesse cose". Dobbiamo (voi dovete dire) darea questi spiriti la possibilità di dire cose nuove, del tuttodifferenti da come il mondo del divenire ce le fa conoscere.

* 7 Dic. 1972 *

In linea generale, esaminando un po’ tutto quello che lareligione, e la filosofia - in ogni modo, il pensiero dell'uomo -può averci offerto, dal momento in cui l'uomo ha cominciato abalbettare, secondo le conoscenze che voi avete - tralasciandocioè quelle civiltà che sono scomparse senza lasciare tracciadella loro cultura - nel momento in cui l'uomo ha cominciato abalbettare con la mente, fino ad oggi, quali sono state leconfigurazioni (o le figurazioni, o i concetti) più alti che l'uomoha avuto di Dio?

Certo, questo esame è fatto con l'ascia, si capisce. Ma,insomma, dobbiamo soffermarci su certi argomenti; anche sesono trattati così, molto profanamente.

Ecco, noi tralasciamo tutta la parte che riguarda la formapanteistica. Tutta quella che si rivolge alla non-esistenza diDio, tutta la parte che fa nascere l'Universo - come è chiamato -da una fortuita coincidenza; o da una spinta (che avrebbe lamateria) di eternare se stessa; o di creare qualche cosa che latrascenda, che vada al di là, della sua natura. Tante cose sonostate scritte e dette! Ma noi dobbiamo guardarle, oggi, conocchi da uomini moderni, che vivono illusoriamente in questa

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epoca, e che cercano di intendere le varie interpretazioni con lalogica che è propria di questa epoca. Perché è vero che questovostro tempo è il tempo del positivismo, della scienza; ma èanche vero che la scienza non è più negatrice ad oltranza dellasopravvivenza dell'anima, o di ciò che non può ancora caderesotto i suoi strumenti di verifica e di esperienza; rimane in unatteggiamento di attesa. Ed è su un piano tale, che consideratanto la probabilità che esista Dio, quanto la probabilità chenon esista sullo stesso livello.

Cioè, dice, "Siccome io non posso dimostrare l'esistenza diDio, io non posso credergli". Ma allo stesso tempo stesso dice,"Siccome niente può dimostrare che Dio non esiste, altrettantoio non posso dire che non esista". Questo è l'atteggiamentoattuale, degli scienziati più avanzati - come si dice.

Ecco, noi tralasciamo le ipotesi che negano Dio. Perché,questa visione della materia che emana la vita (e poi l'uomo, lerazze) così, per una spinta interiore e per un caso fortuito, ècertamente destinata ad essere annoverata fra le teorie e leipotesi poco probabili, o del tutto improbabili. Un'altra volta lodicemmo: ciò che è frutto del caso, non può che essere unacosa (qualora esistesse) così instabile, e precaria, e fortuita, chenon potrebbe creare una catena di cause stabili, ordinate, edurature, è vero, figli e fratelli? Sì, potrebbero apparirequalcosa di vivente; ma questo qualcosa di vivente, la congeriedelle probabilità, così fortuite, che lo hanno originato, cadrebbeimmediatamente per apparire forse mai più; e non perriprodursi secondo un ordine stabilito, e così minuzioso.

Allora, "qualcosa deve esistere, che va oltre quello che noivediamo", dicono gli scienziati.

È forse azzardato chiamare, o parlare di Dio. Ma certo che,qualcosa che vada oltre ciò che fisicamente si è abituati adindagare e a sperimentare, esiste. Ecco, quale figura noi

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Parte Seconda

possiamo prospettare ad uno scienziato che appaghi in qualchemodo la sua mente, e che sia abbastanza vicina alla Realtà?Possiamo forse noi prospettare la figura che ci viene dipinta odescritta dalle varie religioni?

Tutte, più o meno, parlano di un dio antropomorfo. Già sifece un enorme passo avanti quando dall'olimpo degli dei sipassò all'unico dio; ma questo dio ha tutte le caratteristichedell'umano: crea il mondo; in qualche modo si inserisce nellevicende umane; è con i vincitori, ma... risuscita i vinti, e cosìtutte piccole cose che non possono certo reggere ad una criticalogica ed obbiettiva, che non possono appagare una mentescientifica; né del resto una mente razionale.

Allora, quale altro concetto di Dio noi possiamo mostrare, aquesta mente razionale o scientifica? A questa mente cheobiettivamente valuti questo concetto e dica, "È probabile chesia così"? Chiediamo ausilio alla filosofia, visto che la religionenon può esserci di aiuto.

E la filosofia - anche qua -, quante cose sono state dette escritte! Ma forse, dando un rapido sguardo alla storia delpensiero dell'uomo, noi vediamo che, quel concetto piùcompleto e più logico, in un certo senso, che ci mostra i variproblemi connessi alla figura di Dio, dell'aldilà, dellasopravvivenza e via dicendo, noi lo troviamo nel pensieroorientale. Ma - guardate bene - quale pensiero orientale?

Strano a dirsi, il pensiero degli orientali raccolto dalle mentioccidentali. E così le varie teosofie, le varie antroposofie. Levarie filosofie yoga... Queste correnti.

Queste ci danno una descrizione dell'uomo, dei suoi veicoliche vanno al di là del fisico, e di tutti questi problemi che,obiettivamente, hanno qualcosa di fascinoso, che suscitanoqualcosa dentro l'individuo. E che possono spiegare vari punti,possono conciliare tutti questi punti. E mostrerebbero una

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teoria abbastanza valida, una ipotesi abbastanza soddisfacente,di ciò che vogliono dire. Ebbene, se noi esaminiamo quello chequeste filosofie dicono a proposito di Dio, e che è quindiquanto di più valido l'uomo di oggi (e anche di molte migliaiadi anni fa) sia riuscito ad avere circa questa figura di Dio, seesaminiamo questi concetti, vediamo che, per quanto validi espinti, avanzati - come volete dire - hanno dei lati inspiegabili,o per lo meno non convincenti. Quali sono questi? Vediamoli.

Intanto, mentre hanno abbastanza precisamente afferratoquello che è la vita nel Cosmo (che un cosmo nasce, evolve emuore) non hanno compreso bene come, e in quale misura,questo Cosmo nasce, evolve e muore.

Poi, se da una parte, danno un concetto di Dio che non èassolutamente un dio antropomorfo (o simile al concetto di dioantropomorfo) però è un Dio che "diviene". Ed anche ciò chequeste filosofie insegnano, agli accoliti loro più avanzati, piùavanti nell'insegnamento, è qualcosa che non ha una vestementale comprensibile a chi non è giunto a quel punto disviluppo. Mi spiego? Nella filosofia yoga, certi esercizi, certediscipline, possono - raramente -, condurre alla comunione conpiù alti stadi dell'essere umano (con la propria ScintillaDivina); tanto da avere un essere spirituale, uno stadio diesistenza reale. Cioè in parole povere quasi direi unaidentificazione con l'Assoluto; ripeto, raramente. Più raramentedi quanto si immagini.

Ebbene, però, quando l'individuo fortunato, che ha avutoquesta comunione, torna nel mondo degli "sfortunati", ebbene,non saprà dirvi quale è la natura dell'Assoluto. Potrà parlarvidella comunione interiore, che ha avuto; della sua beatitudine,della beatitudine che ha provato; ma non potrà mai dire, conconcetti a voi accessibili, come e perché questo è potutoavvenire; e quale è la enunciazione più vicina alla Realtà, e più

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Parte Seconda

per voi comprensibile, di Dio.Si è tentato (sempre secondo queste scuole filosofiche) di

dire che Dio crea il Cosmo emanandolo da se stesso per un attodi amore. Ma voi comprendete che (a parte questa cosa stranache Dio nella Sua completezza, ad un certo momento, peramare abbia bisogno di crearsi un fantoccio) resta sempre ilproblema del divenire nell'Essere. Perché se Dio, ad un certomomento, crea qualche cosa, vuol dire che anche in Dio vi è untrascorrere. E questo non può assolutamente essere!

Dio deve essere un "essere", non deve essere un "divenire"perché - lo ripeto ancora una volta nonostante lo abbia dettotante volte - se fosse un divenire sarebbe un trascorrere,avrebbe avuto un inizio e quindi avrebbe una fine, e quindi,sarebbe perfettibile (da una fase di minor perfezionepasserebbe ad una fase di maggior perfezione) insomma nonsarebbe più qualcosa che può esistere eternamente,infinitamente. Ma, sarebbe anch'egli nato da un qualche cosa(che ben non si sa); quindi non sarebbe più Dio perché nonsarebbe la Prima-Causa; e volgerebbe a qualcosa....e questovolgere preluderebbe ad una fine, quindi non sarebbe Dio. Èvero? Sarebbe un po’ come la storia della materia che, per unaspinta misteriosa interna, è vero?, la materia si trasforma inuomo, in mente, ecc.

Ecco dunque allora il termine del problema: tutti gliscienziati, ed anche i religiosi, i mistici, che sono riusciti - conla loro mistica, la loro fede, e la loro spiritualità - ad avere unacomunione, diciamo con Dio; pur anche questi che hanno piùconosciuto da vicino degli altri Dio, non sanno parlaredell'Essere di Dio, di che cosa Egli È, e di come si conciliaquesto "divenire" che è il Cosmo con l'Essere che è Dio.

Questo è un problema che è dibattuto da moltissimi emoltissimi anni.

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Una volta, forse, l'uomo era meno sensibile a questoproblema. Perché tutto ciò che gli dicevano (specie chi siavventurava per questi sentieri della conoscenza) lui credeva.Ma oggi la vostra civiltà ha sviluppato in voi il senso dellacritica, e voi non potete non conoscere una filosofia senzacriticarla. Criticarla in senso costruttivo, intendetemi bene.

Ecco dunque, perché il nostro insegnamento che ha parlato(come tante filosofie) del Cosmo, dell'uomo, delle sue regole dibuona condotta come ha detto la vostra guida ora, della nascitadella vita e della morte di un cosmo ecc., non poteva, ad uncerto momento, non andare al di là, avvicinarsi ancora allaRealtà. Per comprendere questo essere di Dio, per trascenderequesto mondo del divenire.

Ed allora sono scappati fuori questi famigerati fotogrammi.Fotogrammi che sono una esemplificazione per dimostrare avoi, per aiutarvi a trascendere meglio questo modo di pensareche voi avete acquisito vivendo in questa civiltà, a contatto coni pensatori che fino ad oggi hanno lasciato qualcosa. Pertrascendere questo modo. Per capire che cosa sia questodivenire, questo scorrere, in effetti. Ed abbiamo scoperto chefino al piano mentale, fino ad un certo livello di questo Cosmo,il movimento, il tempo, lo spazio, è un'illusione. Oltre esiste unaltro movimento; quindi un altro tempo; quindi un altro spazio;ed è il tempo del mondo degli individui, lo scorrere del sentireindividuale. Ma sempre uno scorrere è. Sempre di uno scorreresi tratta. Oltre, invece, al Cosmo, è l'Eterno Presente, è l'Essere.

Ebbene, noi in questi ultimi tempi, di questo insegnamentovi abbiamo parlato. Vogliamo che voi abbiate un'idea di Dio,dell'Assoluto, la più vicina alla Realtà. Quella che meglio ditutte le altre resista alle obbiezioni delle menti scientifiche elogiche che vivono in questo tempo. Quella che, per la suagiustezza, sia capace di farvi sperimentare la Realtà, facendovi

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Parte Seconda

ritenere la conoscenza di essa sempre.

* 11 Genn. 1973 *

Abbiamo udito, questa sera, tornare sull'argomento deifotogrammi, con una certa vivacità.

Ebbene, forse la pausa che abbiamo fatto,nell'insegnamento, vi ha dato motivo e possibilità di riflettere.Noi ci siamo soffermati, ultimamente, sul significato di questoinsegnamento. Abbiamo cercato di farvi comprendere comel'oggetto delle nostre conversazioni costituisca, ed abbiacostituito in passato, l'insegnamento più segreto delle scuoleesoteriche; quello che veniva comunicato telepaticamente.

Adesso noi pensiamo che sia facile, continuando a vivere epensare nel mondo come voi siete abituati a fare, tornare allavecchia consuetudine del pensiero, vedere le cose secondo lalogica umana; e certe volte pensare che il mondo deifotogrammi (il quale, badate bene - sono io il primo a dirlo - èun artificio, è un espediente, che noi abbiamo creato, è unanostra figurazione per farvi comprendere) che questo mondodei fotogrammi sia una cosa, sì, che esiste, ma che è lontanadalla Realtà, che la Realtà sia una cosa differente; che il mondodei fotogrammi esista unicamente nella mente di Dio, o al difuori del Cosmo.

Con un esempio - che voi avete fatto questa sera - dellasmaterializzazione e materializzazione di un oggetto -, si èpotuto vedere alcune posizioni, di voi. Alcuni pensano,giustamente o a torto (non ha importanza, sul momento) che ilmondo dei fotogrammi possa spiegare tutto umanamente e che,quindi, ciò che fino ad oggi noi abbiamo creduto abbia unvalore relativo, che debba essere rivisto alla luce di questo

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insegnamento. Altri addirittura, che il mondo dei fotogrammisia un qualcosa che va al di là della realtà fisica.

Ebbene, entrambi i punti di vista sono giusti e sono errati.Se noi pensiamo ad un fenomeno fisico qualunque studiato

dalla vostra scienza (ad esempio un corpo che sia lasciatocadere) che cosa vediamo?

Newton scopri da questa osservazione la legge della gravità,noi possiamo rivedere questa legge alla luce dell'insegnamentodei fotogrammi. Che cosa accade?

Succede che, per il modulo fondamentale del Cosmo, ogniqual volta un oggetto viene fatto cadere - in certe condizioni -cade. Succede che tutti gli oggetti che, in qualche modo, nonsiano trattenuti, tendono a raggiungere la superficie della Terra.Che cosa vuol dire questo? Che immancabilmente la serie deifotogrammi è costituita in questo modo: i corpi che non sianotrattenuti sono attratti dalla superficie della Terra. Per cui, seio lascio cadere un oggetto, significa che imbocco una serie difotogrammi la quale inevitabilmente mi conduce al punto in cuil'oggetto è rappresentato sulla superficie del terreno, comecaduto.

Questa è la legge della gravità.Cioè, gli scienziati, esaminando questi fotogrammi che, per

il modulo fondamentale del Cosmo, sono costituiti in questoordine - e sempre così, qualunque sia l'oggetto e qualunque siail punto della Terra in cui questo fenomeno avviene - ne hannodedotto che esiste una legge per la quale gli oggetti sono attrattial centro della Terra.

Dunque, è vero che esiste una legge che noi chiamiamo digravità? Che cosa è questa legge?

Non è che la errata, o ignorante, o non conosciuta,interpretazione della osservazione di un fenomeno. La leggevera non è quella che la scienza enuncia (che tutti i corpi che

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Parte Seconda

non sono trattenuti sono attratti dalla superficie della Terra,cadono, in parole povere); non è quella la legge vera. Ma lalegge vera è quella che io ho chiamata "modulo fondamentaledel Cosmo", per il quale una serie di fotogrammi in cuiall'inizio vi sia un corpo non trattenuto da alcun sostegno,alcun appiglio, è costituita in modo che alla fine della serie ilcorpo è rappresentato giacente a terra. Quindi, vererimangono le leggi della scienza, e vere sono state fino ad oggi.Più veri ancora rimangono i fotogrammi, i quali ci danno unaidea più vicina alla Realtà di quanto non siano le enunciazioniscientifiche. Le quali ripeto sono fatte in funzione di quello chegli uomini vedono, ma quello che gli uomini vedono non sonole Leggi del Cosmo, ma la rappresentazione di queste Leggi.

Dunque che cosa significa questo nei riguardi degli apporti?Né più e né meno, noi possiamo dire - come sempre - checerto, per essere un oggetto apportato in questa stanza (non conmezzi usuali e consueti) deve essere o smaterializzato l'oggetto,o smaterializzate le pareti che costituiscono questa stanza eintrodotto l'oggetto in questo ambiente. Ma se noi andiamo adesaminare questo fenomeno più da vicino, conoscendol'insegnamento dei fotogrammi, indubbiamente noi vediamoche, all'inizio della smaterializzazione, io percorro una serie difotogrammi la quale inevitabilmente mi conduce - per ilfenomeno dell'apporto - alla rimaterializzazione dell'oggetto inquesto ambiente. E così è di tutte le cose.

Tenete sempre presente che ciò che l'uomo studia e vedescientificamente anche di questo piano fisico, non è la Realtà,ma la rappresentazione della Realtà è vista in funzione di unlegare cause ed effetti secondo una logica che, noncoercitivamente, è reale; ma che è solo apparente. Molte voltesi legano certi effetti a delle cause, non perché veramente vi siaun nesso fra quegli effetti e quelle cause, ma perché quegli

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effetti, sovente, si accompagnano a quelle cause; le quali hannoinvece tutt'altro effetto. Sono discorsi forse molto astratti, chepossono essere seguiti con difficoltà. Ma io ho fiducia, che voi,poco a poco, entriate in questo insegnamento, in questo mododi vedere la realtà; perché è il solo possibile che possa farcicomprendere la teoria della relatività (dello spazio e deltempo), come tutto questo, che è stato da certe menti intuito,sia reale; e come possa comprendersi questa teoria, senza avereuna mente altamente matematica.

Voi, prima che queste riunioni cominciassero, mi faceste unadomanda a proposito delle varianti. Chiedeste (la figlia T.chiese), "Nella parte delle varianti in cui vi sono delle viteinferiori, che cosa succede, quando la variante inevitabilmentesi ricongiunge con il ramo principale?". Cioè, se io ho lapossibilità di scegliere qualche cosa, e la scelgo, percorro undeterminato tracciato, una determinata serie di fotogrammi.Esisterà una serie parallela, che rappresenta l'alternativa dellamia scelta. Noi vi abbiamo detto che entrambe le serie sonovive e reali e vitali. Per farvi comprendere questo vi abbiamoanche detto che possono esservi delle vite inferiori, altrecreature sia da una parte che dall'altra delle due serie parallele(delle varianti, o della variante, come dir volete). Quindi, inquesto senso, tutto è vivo.

Allora giustamente qualcuno di voi ha chiesto, "Ma, se èvero che io imboccando una serie di fotogrammi checostituisce la mia scelta, poi non mi sdoppio, nel sentire (inquanto imbocco quella, ma l'altra non la percepisco, la variante,ciò che costituisce l'alternativa alla mia scelta; e quindi io houna unitarietà del sentire, e poi mi ricongiungo al ramoprincipale) se è vero questo, per me, che cosa accade invecedelle vite che sono rappresentate in questi due rami? Esiste unosdoppiamento? Oppure il ciclo di vita, di uno di questi rami, è

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Parte Seconda

tanto breve che termina allorquando le varianti siricompongono nella via principale ed unica?".

Io vi dico che queste riflessioni sono giuste. È meglio farequeste riflessioni che non farne affatto, che rinunciarci,rifiutare di comprendere. Ma, dobbiamo tenere presente, inquesta obbiezione, la natura essenziale della variante, cheripeto esiste se esiste la libertà dell'individuo.

Se io decido di fare qualcosa, avendo la possibilità di scelta,significa che questa libertà esiste per me, ma non per gli altri.Se io avessi avuto la possibilità di venire questa sera o di nonvenire, che cosa significherebbe questo? La variante sarebbeesistita per me, ma non per voi. Ed allora, naturalmente, laparte che costituiva la mia libertà di non venire, vive, e sarebbevissuta, unicamente per me. Vediamo ancora il problema da unaltro punto di vista. E cioè, quella della vita inferiore, o quellodella vita macrocosmica, se volete (altro campo, altra citazione,altro esempio). Le vite inferiori, come la vita macrocosmica,non sono per niente influenzate, o turbate, dalle scelteindividuali. Perché? Perché le scelte individuali degli uominiavvengono in un tempo del mondo degli individui successivo.Questa è una delle ragioni.

Ed allora, per quelle vite individuali, per quella materiamacrocosmica (qui la cosa è leggermente diversa), diciamo perquelle vite individuali inferiori, non esiste la variante. E lastrada seguita, vissuta e sperimentata, sarà unicamente semprequella.

La variante esisterà per l'individuo che ha la libertà di scelta,se ce l'ha; e quel ramo sarà unicamente vissuto dall'individuo,che lo sceglie, se lo sceglierà.

La vita invece, macrocosmica, della materia -indipendentemente dalle forme che questa materia costituisce -è la vita della materia allo stato elementare, quindi; e vive tutta:

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sia che questa materia componga una serie di fotogrammisenza alternativa, senza variante; sia che questa materiacostituisce una serie di fotogrammi costituenti appuntol'alternativa o la variante. Io spero di essere statosufficientemente chiaro. Comunque, potete riflettere, e tornarenuovamente sull'argomento, se vi interessa.

* 8 Mar. 1973 *

I centri di sentire nell'esistente, sono due: l'Assoluto (cioèl'Uno) ed i microcosmi (cioè i molti nell'Uno). Questadistinzione è illusoria. È una distinzione di comodo. Ed èvalida, nella misura in cui, si comprende che essa non esiste.

Il sentire dei molti sta al sentire dell'Uno, come la partesta all'insieme. Anche questa affermazione è valida nellamisura in cui si comprende che, l'Assoluto, è oltre l'insieme. Èimportante comprendere la natura del sentire dei molti, cioèdegli individui; perché, in questo, è la radice dell'illusione.

Non dovete però comprendere questa affermazione comeuna condanna, ma come uno stimolo, un impulso, acomprendere ciò che ci separa dalla Realtà.

Il sentire dei molti è dunque un sentire relativo, limitato,circoscritto (abbiamo detto è un sentire di "parte"). Proprio perquesta sua natura finita, dà una percezione che si fonda su io enon-io, "provenire da" e "tendere a". Innumerevoli sono isentire individuali. Pensate! Al sentire di ciascuna individualitàfa capo un individuo; ad ogni individuo fa capo una gammavastissima di sentire. In altre parole, sentire individuali fannoparte dell'individuo; individui fanno parte della individualità; ele individualità hanno la loro radice nell'Assoluto.

L'insieme dei sentire individuali costituisce la personalità

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Parte Seconda

dell'individuo.Sono N, i sentire, uniti fra loro in forza della loro

omogeneità. Il risultato, è la personalità individuale. Allo stessomodo, le varie personalità individuali o individui, uniti fra loroin forza della loro omogeneità, costituiscono le individualità. Sidice allora che ciascuna personalità (che in genere si incentraognuna su una incarnazione) appartiene ad una individualità.

Che cosa significa "atomo di sentire"?Significa unità elementare del sentire individuale. In altre

parole, reazioni a stimoli che vengono dall'ambiente infunzione della coscienza raggiunta. Questa coscienza raggiuntadovrebbe più propriamente essere definita "coscienza di base",è vero? Perché? Perché è quella coscienza, quel capitaleiniziale, di partenza, che viene aumentato con le successiveesperienze ed attraverso proprio agli stimoli dell'ambiente.

Quando l'individuo è legato alle forme di vita semplici, al disotto della umana, abbiamo detto si può definire centro disensibilità e di espressione; ed il suo sentire è assai diverso daquando sarà uomo (e voi sapete che uomo significa centro dicoscienza e di espressione). Infatti nelle forme di vita semplici,si ha solo una percezione degli stimoli ambientali, senzanessuna coscienza di sé, né dell'ambiente che ci circonda.Successivamente, si comincia a distinguere queste percezioniin piacevoli e non-piacevoli. Proseguendo nella graduatoria delsentire, ecco che queste percezioni sono desiderate, quandosono piacevoli; temute, quando sono spiacevoli. Si ha qui, aquesto punto, una prima larvata coscienza di sé e dell'ambienteche ci circonda. Questa coscienza affiora un poco più insuperficie nelle forme di vita animali, in cui si raggiunge unamaggiore autonomia; tanto che, con il nuovo strumento,mezzo, che è la mente, ci si può adoperare per raggiungere, perseguire le sensazioni piacevoli, le percezioni piacevoli; o per

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sfuggire quelle spiacevoli. È vero?, figli e fratelli.Questo dà, ripeto, una più composta coscienza di sé, e

dell'ambiente circostante. Nella forma umana tutto ciò è perfettamente definito: è nato

l'io, e il non-io. La meta successiva è l'allargamento della coscienza

individuale. Fino a superarla, trascenderla.Tutta questa esposizione è giusta e reale nella misura in cui

si riesce a capire senza stare ancorati ad un divenire. Che cosasignifica questo? Significa che tutte le gamme del sentireesistono, o sono sempre esistite. L'atomo del sentire, l'unitàelementare del sentire individuale, è come l'unità elementaredelle materie che compongono i piani di esistenza più densi. Isentire complessi, costituiti da atomi di sentire, sono analoghialle materie composite di questi piani, costituiti appunto daaggregazioni di materie elementari. Dunque (per spiegarcimeglio) se il sentire Assoluto esplodesse - seguitemi bene - inuna gamma di sentire individuali, si frazionasse, queste frazionisi aggregherebbero in tante gamme di sentire; organizzate dauna semplice ad una più complessa. Questo esempio - badatebene - è valido, nella misura in cui si comprende che ciò nonpuò essere accaduto.

Allora, ciò che noi percepiamo come "ora", è unarealizzazione, nella Eternità, di un sentire individuale. Siccomeperò Eternità non significa "tempo infinito", ma senza-tempo,quell'ora è un 'illusione; quell'ora è ciò che circoscrive unsentire individuale, lo delimita; sentire individuale che nellaaggregazione generale dei sentire sta fra un sentire piùsemplice ed un sentire più complesso. E come Eternità nonsignifica tempo infinito, ma senza-tempo; così Infinito nonsignifica spazio senza fine, ma senza-spazio; assenza diquantità, di dimensione. Allora, con questa precisazione, quale

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Parte Seconda

significato ha l'espressione "È sempre esistito"?Ha solo significato se quel "sempre" non ha senso di durata.L'uomo, vedete - figli e fratelli - cerca di comprendere il

mondo che lo circonda osservando i fenomeni. Da ciò che eglivede (che gli è quindi in qualche modo palese) cerca di capireciò che è segreto, ciò che è nascosto; dagli effetti, indovinare lecause; da ciò che appare scoprire ciò che è. Questo sistema èmolto discutibile, quando lo si vuole applicare percomprendere la natura dell'intimo dell'uomo.

Infatti, la percezione individuale crea delle realtà posticceche non esistono. L'io è l'esempio, più chiaro e più lampante, diquesto "fantasma" creato dalla percezione. Noi stessi, per farvicomprendere certi concetti, abbiamo dato per esistente l'io. Mal'io è un miraggio, non trova riscontro nella Realtàcostituzionale dell'individuo. L'io potrebbe essere ciò che legatutti i sentire dell'individuo; ma abbiamo detto già, che questisono aggregati in forza della loro omogeneità. Quindi l'io nonserve.

Quando noi diciamo, "L'uomo è un centro di coscienza e diespressione", diciamo una verità; ma questa verità è tale nellamisura in cui non si comprenda che l'individuo è un io chepercepisce. Non esiste l'io che sente; esiste il sentire. Cosìcome, Dio non è Colui che ama; È Amore!

Ancora di fronte ad una realtà sconvolgente vi abbiamoposti. E prima di comprenderla, di meditarla, ciascuno eseguauna introspezione. Cerchi di capire se è tanto forte daabbandonare l'ultima gruccia, l'ultima illusione: l'io. Perchétutta la vita dell'uomo è fondata sull'io. E non solo dell'uomo;anche del Santo.

Tutto si fa nel presupposto di accrescere se stessi; anchequando, apparentemente, sembra si voglia annullarsi. L'iopermea tutti gli insegnamenti, anche i più validi. Il Nirvana

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degli orientali è l'io che percepisce la Divinità. Supremaillusione!

L'io che parla all'uomo dell'occidente; quale pazzia piùgrande può mietere più vittime?

Voi siete stati abituati a pensare all'io come sinonimodell'egoismo. Adesso, dovete pensare all'io come all'unica e lapiù grande delle illusioni. Tutto quello che si fonda sull'io(religione, scienza, filosofia) è una mistificazione. L'io - loripeto ancora - non esiste. Siate consapevoli di ciò.

Quanto vi abbiamo scandalizzati! E quanto - forse a voltecon riluttanza - però ci avete seguito!

Alla fine, quando avrete compreso che tempo e dimensionisono irreali; che coloro che vi vivono accanto, non sono vostricontemporanei nel sentire; che non esiste nessuna successione,perché non esiste nessuna reale suddivisione, ma che Tutto È;quando vorrete capire - e capirete - la natura del sentireindividuale, sapendo che questo non vi aiuta a comprendere lanatura del sentire Assoluto (del tutto diversa); allora sarete nelVero. Perché, liberi dall'illusione del divenire, comprenderetel'Eterno ed Infinito Essere.

* 5 Apr. 1973 *

Se voi siete sopravvissuti a quanto vi ho detto l'ultima volta,le spiegazioni sono due: o non avete capito, o siete così forti dasuperare lo shock che indubbiamente una similecomunicazione deve dare. Scherzi a parte, vedo che sieteinteressati all'argomento. Tanto che qualcuno di voi si è chiestoche differenza c'era fra l'io e l'individuo. E noi dobbiamo direche, con "individuo", abbiamo inteso più una rappresentazionestrutturale, di questo essere, del microcosmo; mentre con "io"

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Parte Seconda

intendiamo più una rappresentazione - vogliamo dirlo con altritermini – psicologica.

Certo che io ed individuo sono sinonimi. Adesso noisappiamo, sicuramente, che non esiste l'io. Non esiste l'io nonsolo come moto dell'intimo dell'individuo; ma l'io non trovariscontro, abbiamo detto, nella realtà strutturale dell'individuo.

Dunque, dicendo che non esiste l'io, e dicendo che io edindividuo sono la stessa cosa, noi ci saremmo espressi male,perché se non esiste l'io che significa lo stesso dell'individuo,non dovrebbe esistere nemmeno l'individuo; mentre abbiamodetto che l'io non trova riscontro nella realtà strutturaledell'individuo. Occorre quindi che voi vediate questarivelazione ancora un poco più meditatamente, con piùriflessione.

L'individuo, abbiamo detto, non è un ente percepiente, èvero? Ma è sentire. Non esiste l'individuo che sente, maesiste il sentire individuale. Ecco. Allora, in che misurarimane l'individuo?

Rimane come sentire individuale. È chiaro questo?Ma se noi, indipendentemente da quello che abbiamo detto,

osserviamo adesso l'esistente, noi vediamo che esistono imicrocosmi.

Dunque, non esiste più l'io quale si concepisce (come un iopercepiente, un quid che percepisce, che sente); purtuttaviaesiste il sentire, il sentire individuale. Esiste, abbiamo detto, ilmicrocosmo. Perché i centri di sentire, nell'esistente, sonol'Assoluto ed i microcosmi. Noi non intendiamo rinnegarequello che abbiamo detto la volta scorsa; ma dobbiamo tenerepresenti che i microcosmi esistono. Dunque esiste un essere -non che percepisce - in qualche modo costituito di questisentire individuali, ma l'essere del microcosmo esiste. Nonesiste più come "io", ed è una differenza profonda, se voi

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

pensate che tutta l'esistenza dell'uomo è fondata sull'io ed ilnon-io.

Voi dovete approfondire. Il figlio L. si chiede che natura hail sentire Assoluto. Certo. Una sfumatura del tutto diversa -abbiamo detto - del sentire individuale. Non c'è dubbio.

La natura del sentire individuale, fino a livello di coscienzaindividuale, è una natura ancora grossolana, se possiamo dire,rispetto a livelli di sentire più complesso. Infatti il piano nelquale esiste questo sentire individuale, è il piano akasico. Ilveicolo che recepisce, che costituisce, il sentire individuale,abbiamo detto, è la coscienza individuale; la quale a suo tempo,viene abbandonata, trascesa, per lasciar posto alla CoscienzaCosmica, e successivamente alla Coscienza Assoluta.

Ebbene. Dunque, il sentire non è tutto localizzato nel pianoakasico. Ma noi vediamo che, a vari livelli di sentire,corrispondono differenti sottigliezze di materia Spirito; tanto èvero che, lasciato, trasceso il corpo akasico (la coscienzaindividuale) il sentire sopravvive anzi ampliato in un sentiredefinito Cosmico; fino a giungere ad un sentire Assoluto. Se ilsentire fosse prerogativa del piano akasico, dovrebbe cessare enon esistere laddove non esiste la materia Spirito di questopiano. Ma dal momento che il sentire, in forma più complessa,rimane oltre lo stadio di sentire individuale, vuol dire che altristati d'essere-sentire esistono al di là di quello che dicevamo.

Ancora una cosa nuova, avete saputo questa sera: altri livellidi sentire; che esistono altri sentire, oltre lo Spirito-materia delpiano akasico. Noi andiamo dunque approfondendo quellaregione del Cosmo che fino ad oggi avevamo definito zonadove l'esistenza si chiama in modo che umanamente significapoco: Essenza, Beatitudine, Esistenza, dicevamo. Noi andiamoadesso a definire quegli stati di esistenza così sottili, che cisono ancora tanto lontani rispetto alla nostra condizione

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Parte Seconda

d'esistere; ma che tuttavia sono assai importanti.Poco a poco, se avete il coraggio di seguirci, ci inoltreremo

in quei territori, e vedremo cadere tanti pregiudizi, tanti tabù;tante false interpretazioni, tanti errori, creati dal modo dipensare umano. Ma, in pari tempo, a questi seguirà unaliberazione del nostro essere. Comprenderemo che l'uomo,quale è oggi, è un essere rudimentale, che cerca di porsi in unaposizione di preminenza nell'Universo, attraverso a quello chescrive, che dice; ma che in Realtà non lo è affatto. È unabitatore del Cosmo, come miriadi di altri. Vedremo che l'uomoquale è oggi (sia pure in questa civiltà che a voi pare tantoavanzata, anche se solo dal punto di vista tecnico) è un essereche ha appena costituito certi veicoli, i quali gli servono percompletare - nella condizione sempre transitoria - il suo essere.Non è dunque ancora abbastanza sviluppato strutturalmente, dapoter funzionare come essere. Sta nascendo anchestrutturalmente; è come un fanciullo, che ancora non èsviluppato, che non può ancora dare il contributo nella societànella quale vive, che deve formarsi fisicamente. Così èdell'uomo quale noi lo vediamo. Questo apparirà chiaro aivostri occhi. E ciò servirà a farci guardare con più umiltà tuttele altre creature del Cosmo, i nostri simili, ci insegnerà aliberarci di un errore. Coraggio, dunque, fratelli.

* 24 Genn. 1974 *

Qualcuno di voi questa sera mi ha attratto qua. Né capiscoperché.

Voi seguite l'occultismo. Io pure, nella vita in cui miconobbero come Raimondo Lullo, amavo le scienze occulte.Fui uno dei pochi fortunati che riuscirono a tramutare il vile

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metallo in oro. Sì, fui anche un alchimista, ma ebbi la fortunadi conoscere la Verità, perché l'Alchimia è una scienzaprofonda, è vera; essa va considerata nel suo duplice aspetto:l'aspetto filosofico e di conoscenza della Verità Ultima, el'aspetto materiale. Non per niente essa è chiamata la scienzadella duplice Opera. È la scienza simbolica per eccellenza;perché, essa si esprime in simboli.

È simbolica la parte che riguarda la Grande Opera, quellache trasforma l'uomo vile e meschino in Maestro, Iniziato; ed èsimbolica l'altra via: la Piccola Via, quella che trasforma imetalli in oro. Il linguaggio è lo stesso, il significato è diverso.Trasformare il vile metallo in oro, significa trasformare l'uomomeschino in Iniziato, oltre che trasformare, fisicamente, unmetallo in un altro.

L'Alchimia fu conosciuta come la scienza della chimera,perché se l'uomo non compie su se stesso quella Grande Opera,non sarà mai capace di compiere l'Opera Piccola. Occorretrasformare se stessi, il proprio intimo, da vile metallo in oro,per poter trasformare i veri metalli in quello nobile. La "pietrafilosofale" può essere realizzata solo se l'uomo realizza primain se stesso la realtà del suo essere. Io scrissi questo, e riusciiad operare il grande miracolo....

Cominciate a rendervi consapevoli di quello che vogliamointendere. Non c'è dubbio!

Intanto avete cominciato col chiedervi se lo Spirito esistaoggettivamente. Poi, che cosa significhi esistereoggettivamente. È giusta l'osservazione che per noi "oggettivo"e "reale" significa la stessa cosa. Insomma, si sta percorrendoun campo che forse sarebbe più facile definire una palude disabbie mobili. Non c'è dubbio, nemmeno ora.

In realtà non esiste che l'Assoluto. Ma, dire l'Assoluto e direil Tutto-Uno è la stessa cosa.

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Parte Seconda

Quando noi diciamo, "Il Cosmo non esiste oggettivamente,quale voi lo percepite", vogliamo dire che non esiste secondouna visione che voi avete avuto fino ad ora: la Realtà oggettivaè quella che sta attorno a voi; il soggettivo nasce nel momentoin cui l'uomo osserva questa Realtà. No, neppure quella realtàche sta di fronte a voi è "oggettiva", però con questo nonvogliamo dire che non esiste...., che esiste "il nulla", badatebene. Il Cosmo (non come lo percepite voi) esiste da sempre eper sempre, perché è nell'Assoluto, e tutto ciò che ènell'Assoluto non può esistere e sparire. Mi seguite? Lo Spirito,che permea il Cosmo, ma che è anche al di fuori di esso (tantoche noi abbiamo detto compone la Notte di Brahma, il Non-Manifestato) è un qualcosa che esiste - potremmo dire -concretamente, oggettivamente, realmente? Che cosa èl'Assoluto? Risponderete voi: "È il Tutto". Ma che cosa èquesto Tutto? Non ha certo una concretezza materiale!

Ma, perché l'Assoluto non sia il nulla, l'Assoluto(ragionamento lapalissiano) deve essere qualcosa. Ebbene,questo qualcosa che è Esistenza, noi l'abbiamo chiamataSpirito; è la Sua prima manifestazione, in quanto non èl'Assoluto nella Sua completezza. Per questo, noi così loabbiamo definito. Ma non è neppure qualcosa che non esiste.

È molto difficile - lo dico subito - parlare di questi concettiallo stadio attuale delle vostre conoscenze. Ed allora,scendiamo un poco più vicino alle nostre possibilità diesprimerci, e parliamo degli altri argomenti che voi avetetoccati: ancora sull'io.

Il problema dell'io, come avete detto, è duplice. Da unaparte noi abbiamo una ricerca, secondo quello che conosciamo,di dove poter collocare l'io, che anima tutta la nostra vita e tuttoil mondo che ci circonda, dei nostri simili. Dunque, si trattasemplicemente di vedere nello schema che abbiamo fatto, delle

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parti che costituiscono l'uomo, dove stia questo io o che cosasia. L'altra invece, è un problema importantissimo: laconoscenza di se stessi. Cioè, giungere a capire fino a chepunto quest'illusione che è l'io è padrone di noi stessi, e quelloè uno studio che ciascuno di voi, singolarmente, deve fare. Noipossiamo accennarvi, farvi degli esempi, insegnarvi ilprincipio; ma il lavoro vero e proprio della conoscenza di sestessi non può che essere fatto individualmente. Questo èquello che il figlio C. diceva giustamente. È l'insegnamentofondamentale del fratello Claudio, che deve esserecostantemente seguito.

Noi attualmente invece, per poterne trattare così assieme,collettivamente, ci stiamo interessando di dove può esserecollocato questo "io". E voi avete cominciato a capire che,questo io, sfugge dallo schema che noi vi abbiamo dato delmicrocosmo, dell'individuo. Togli questo, togli l'altro, l'io nonsi trova!

“Cercasi io”.Fino a che punto, vi siete chiesti, esiste l'io?Se voi aveste detto "fino a quando esiste l'io?", la risposta

sarebbe stata facile: fino a quando esiste l'illusione; perché l'ionon c'è. Eppure è tanto presente, da costituire l'animafondamentale di tante esistenze; ma fino a che punto? Adessosiamo arrivati nel piano akasico, e lo cerchiamo lì. Ma neppurelì, possiamo dire di trovarlo? Nel piano akasico (o nel corpoakasico, se preferite) non troviamo l'io, qualcosa che percepiscedei sentire; ma troviamo unicamente del sentire.

All'inizio, quando noi parlavamo del mondo deifotogrammi, vi dicevamo che il corpo akasico si unisce aifotogrammi del piano mentale, del piano astrale e del pianofisico e l'individuo, attraverso a questa unione, ha certeesperienze: ha sensazioni, pensa, costruisce tutto il suo mondo

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Parte Seconda

d'illusione, e sente. Poi proseguendo nell'esposizione abbiamoscoperto che non può esservi qualcosa che prima non era unitoe poi si unisce; perché se ci fosse questo qualcosa che primaera unito e poi cessa di essere unito (o viceversa), vi sarebbe unprima e un dopo. Ed invece, non può esservi un prima ed undopo nella costituzione del Cosmo, perché questo Cosmo faparte dell'Assoluto; anche, se non nella dimensione, nellospazio, nel tempo, nel colore (tutto quello che voi volete) nelsapore che voi conoscete; ma dicevamo che, sempre il corpoakasico è unito ai fotogrammi. Fino a quando è unito aifotogrammi, ad esempio, del corpo fisico, del piano fisico?Fino a che, vedendolo dalla parte vostra, l'individuo è incarnatoin una esistenza. Ed andando avanti ancora, fino a che questoindividuo non lascia la ruota delle nascite e delle morti. Noi perspiegarci, vedete, che ancora cadiamo nel "fino a che", è vero?,parliamo ancora di una successione. D'altra parte non abbiamoaltro sistema di farci intendere.

Allora che cosa è che scorre? Non scorre niente, abbiamodetto; ma è il sentire, sentire di ciascuno (tanto per chiamarlo inqualche modo) che vibra, e che essendo limitato e chiuso, èpercepito limitatamente; e in un modo che dà l'idea diqualcosa che scorre, di un tempo che passa; di un prima,un'ora e un dopo, e cosi via.

Noi vi parlavamo anche di una successione del sentire.Dicevamo, che questo percepire, questo sentire, che si rivela,che ad un certo punto "è", che viene colto una sola volta nellaEternità senza-tempo; e che dura quindi un solo attimo, unasola unità di percezione, e che dura nello stesso temponell'Eternità, vibra analogamente con i simili suoi. Tanti sonoi sentire individuali. Ognuno di noi ha la sua collana di sentireindividuali. Collana che fuoriesce da una sola incarnazione;che dura tutta l'esistenza di individualità, per poi trasformarsi in

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Sentire Assoluto, e dico poco. Ebbene, tutte queste collane, senoi (così, per una raffigurazione mentale) le mettiamo assieme,vediamo che sono analoghe, molto analoghe. E se un'unità discorrere c'è, illusoria, data dalla natura stessa dei sentireindividuali, questa illusione si svolge contemporaneamente frai vari sentire. Così il sentire delle collane individuali checorrisponde alla vita del selvaggio, si rivelerà, esisterà, inquell'attimo dell'Eternità senza-tempo per tutti gli individui,contemporaneamente (per intendersi). Poi, sarà il sentire piùintenso successivo a quella fase di esistenza, dell'esistenzasuperiore al selvaggio. Tutto questo detto in modo moltoschematico, perché voi sapete che la vita di un selvaggio nonpuò comprendere un solo sentire, è vero?

Ecco. Orbene, io ho detto che tutte queste collane di perlesono analoghe fra loro, molto simili. Ma supponiamo per unattimo che, per uno o più individui, ad un sentire di un certolivello, succeda un sentire di livello leggermente superiorerispetto alla normalità. Mi seguite? (guardate che tutto questonon è vero, però voglio giungere a qualche cosa con questafavoletta). Ecco, voi l'altra volta parlavate della "folgorazione",di quel salto.... è vero figli e fratelli? Ecco, supponiamo, ad uncerto momento un gruppo di individui abbia una folgorazione,capisca una certa realtà; quindi rispetto ai suoi simili questosentire raggiunto è più avanti, più avanzato - è vero? - di coloroche questa folgorazione non hanno avuto. Ed allora, se tutti isentire vibrano contemporaneamente, si rivelano, esistono,sono percepiti (tutto quello che voi volete, trovate il termineche più vi piace, più comprendete) contemporaneamente, checosa accadrà quando dovrà vibrare quel sentire che in certiindividui manca? Si è arrivati ad un certo punto che vibrano isentire di una certa intensità, che corrispondono all'uomo dimedia evoluzione; e poi vi è il sentire successivo; ma - guarda

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Parte Seconda

caso - chi ha avuto la folgorazione, ha saltato quel sentiresuccessivo, è vero figli e fratelli? Allora, che cosa succede?Tutta questa lunga esposizione per farvi riflettere che se è veroquello che abbiamo detto della contemporaneità del sentire,tuttavia non può esistere una durata come voi la intendetecomunemente. Questo caso assurdo che noi vi abbiamoprospettato, vi diciamo non può esistere; direte voi, "Alloraperché ce lo venite a prospettare?". Perché vogliamo farvicapire, bene, come è questo sentire individuale; intantodicendovi cosa non è; e non è una successione che, in qualchemodo, duri un tempo.

Noi abbiamo detto avviene contemporaneamente, per sentireidentici o analoghi o simili. Questo è vero. Però, se fosse verola storia del salto della perla (da una perla di una certagrandezza ad una perla successiva; quella della folgorazioneper intenderci) non sarebbe rilevabile, questo salto, perché nonc'è durata. Mi seguite figli e fratelli? Ed allora non sarebbeparagonabile, lo scorrere di un sentire, che comprende variefasi intermedie, con lo scorrere di un sentire che comprendesolo la fase successiva; perché non esiste scorrere di sentire nelsenso che voi potete aver capito. Esiste il sentire individualeche vibra, si rivela, è percepito (non esiste un termine aderentea quello che voglio significare) che esiste una volta solanell'Eternità, ed è un attimo senza-tempo di una Eternità senza-tempo.

Riflettete!

* 16 Genn. 1975 *

Quello che ho da dirvi, penso che possa interessarvi. Io fuiun profondo ricercatore dei meccanismi biologici del corpo

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umano. Biologici in generale, ma in particolare istologici delcorpo umano. Ecco, il desiderio che avevo di conoscere, fu cosìforte per me, che quando lasciai il mondo dei viventi, vollicontinuare a studiare per approfondire quello che avevo intuito.

Quante volte, i ricercatori, sono prossimi alla verità! Eppure,se la lasciano sfuggire.

Oggi fervono approfondite ricerche su virus e su malattieche gli uomini temono persino a nominare. Ebbene, c'è unasostanza, così semplice, alla portata di tutti, conosciuta dallascienza, che è nemica di gran parte dei virus e quindi puòessere preziosa nelle forme tumorali che da questi virusvengono. Si tratta dell'emetina....EMETINA. A voi forse èsconosciuta, ma esiste.

3 milligrammi in 10 centimetri cubi di soluzione fisiologicaper endovena, sono la dose giusta che fa soccombere tantivirus; specie, anche, di forme infettive virulente.

Per l'altra malattia che ho nominato, occorrono esposizioniprolungate, ma una via positiva può essere quella. Chissà, se ilmio dire, può portare aiuto a qualcuno.

Vi saluto, ricercatori dell'ignoto.

* 13 Mar. 1975 *

Noi non produciamo dei fenomeni perché questi possonodimostrare l'intervento dei disincarnati, in queste riunioni. Visono pochi - ma vi sono! - dei viventi, che riescono a produrredei fenomeni fisici. E quindi il fatto che si producano deifenomeni fisici non dimostra il nostro intervento; ma dimostra,semmai, che vi trovate di fronte a qualcosa di non appartenentead una mistificazione. Mi spiego? Naturalmente, poi, quantoviene detto, può essere una indicazione per capire che si ha a

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Parte Seconda

che fare con personalità disincarnate. Resta poi a vedere daquale altezza, per così dire, vengono queste comunicazioni.

In questo ciascuno di voi è libero di giudicare.Contrariamente a quanto vi diciamo nei confronti dei vostri

simili ("non giudicateli"), invece nei nostri confronti viautorizziamo a giudicarci, perché comprendiamo che questo èl'unico modo da che voi potete capire chi è che vi parla.

Questa sera, vi aspettate, che io vi dia delle risposte. Esapete benissimo, che non è nostro metodo quello dirispondervi direttamente, ma piuttosto di fare in modo che voigiungiate ad intravvedere, prima, nelle linee generali, qual è ilsenso della risposta; salvo poi da parte nostra definire neiparticolari questo senso.

Questa sera cercherò di fare una piccola eccezione, anche seper taluno di voi l'argomento che tratteremo potrà risultare unpoco noioso. Ma d'altra parte non vi rendete conto, a volte, chei problemi dei quali vi parliamo, hanno tenuto occupato interegenerazioni di filosofi; e voi invece li affrontate con lamassima semplicità, direi indifferenza. E trovate questiargomenti, queste risposte così importanti per certe creature,calate da un panierino.

Pure quando vi parliamo della differenza tra divenire edessere, voi non ricordate che su questo argomento ci sono stateperfino delle scuole filosofiche, meravigliose, degli antichifilosofi (per esempio la Scuola Eleatica: Parmenide,Zenone....meravigliosi; Melisso....); i quali, un po’ perintuizione, un po’ perché avevano ricevuta una tradizione oraleche veniva dall'Egitto, e ancora dall'Assiria, dalla Babilonia -persino da Atlantide - avevano capito che la Realtà non può cheidentificarsi nell'Essere, e che il divenire (che osserviamo nelmondo che ci circonda) scaturisce da una falsa testimonianzadei nostri sensi. Dacché, le critiche che si possono fare agli

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antichi filosofi in questo senso, possono essere rivolteunicamente - e colpire -, solo i sistemi da loro pensati perconciliare il divenire con l'essere; ma non all'idea centrale chela Realtà si debba identificare con l'Essere.

Per esempio, gli Atomisti, dicevano che l'essere èindivisibile (appunto l'atomo) e che il divenire risulta dallacombinazione degli atomi da cui appunto scaturiscono ledifferenti materie, con tutte le loro trasformazioni; nonaccorgendosi che in questo modo riducevano l'essere allaradice delle cose e davano al divenire una stessa realtà. Sarebbeinteressante per voi (servirebbe da esercitazione) confrontare ilpensiero di questi antichi con quello che noi diciamo; con unapiccola relazione. Vi potrebbe essere qualche volontario, che sipresta a farla (un volontario potrebbe essere la figlia F., o ilfiglio L. o perché no? il figlio F., che una volta qua ricordòl'episodio della tartaruga e di Achille, di Zenone, è vero?);insomma mettetevi d'accordo fra voi, fate una bella relazione.Già vedo il vostro altruismo spingervi a dire l'un l'altro, "Fattiavanti, falla tu la relazione!".

Comunque sia non ripresentatevi senza di questa. Anzi, iomi terrò a disposizione, la prossima volta, per ascoltarvi e dare,se possibile, qualche precisazione riguardo a quello che noicerchiamo di dirvi. In modo da togliervi l'idea che gliapprofondimenti che man mano apportiamo allarappresentazione che abbiamo fatto della Realtà siano delleinutili esercitazioni accademiche che vizino di intellettualismoqueste riunioni. Vi assicuriamo che non diamo nessunaimportanza a questioni di forma, ne tanto meno a sterilipolemiche, come si dice. Ma noi, di volta in volta cheapprofondiamo certi argomenti, vogliamo mettere in luce ilsignificato di questi, per meglio comprenderli. Vi sono certeverità che hanno bisogno di una verifica non nella loro

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Parte Seconda

enunciazione, ma nel senso come sono da voi comprese. Peresempio la legge di evoluzione, l'evoluzione spirituale: è unaverità, che non è soggetta a verifiche, fino a che si comprendeche lo Spirito non può evolvere. Generalmente è accettata daipiù l'evoluzione, perché riscatta il mondo quale è. Si dice che ildolore, il sangue, tutto quello che arreca dolore all'uomo,esistono perché gli uomini non sono evoluti, ma quando lodiverranno il mondo tornerà ad essere il mitico Eden.

Ora, accettare l'evoluzione per il suo lato accomodante, larende oleografica e bisognosa d'essere contestata. Non solo, mal'evoluzione spirituale è intesa dagli spiritualisti comeappartenente ad una visione dell'esistente fatta dal punto divista del divenire; è il classico divenire: divenire in meglio.

Noi contestiamo questa concezione dell'evoluzione. Il santonon è l'edizione riveduta e corretta del selvaggio, ma è un altroessere. Intendo dire che il selvaggio non diviene santo; mal'uno e l'altro fanno parte di un Essere che ha molteplici fasi diesistenza, fra cui appunto quella di selvaggio e di santo.

Con questo distinguo, fratelli, non sto facendodell'accademia; sto mettendo a fuoco l'enorme differenza cheesiste fra i due concetti e vedrete perché.

Evolvere quindi non significa divenire, ma è il manifestarsiin successione di differenti sentire, corrispondenti a tanti statid'essere. È fondamentale capire ciò.

Se l'uomo evolvesse nel senso del divenire, non giungerebbemai ad identificarsi in Dio; un tempo perpetuo non basterebbe acomprendere l'infinito. E se "evolvere" significasse perpetuodivenire, allora "infinito" dovrebbe voler dire spazio-senza-limite ed "eterno" tempo-senza-fine. Ma il tempo e lo spazionon sono valori assoluti e per il fatto stesso d'essere relativinon possono essere senza fine.

Vediamo di spiegarci meglio.

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Dio può essere concepito in vari modi: come causa edorigine del tutto; come ordinatore di un caos preesistente; comeessere da cui traggono origine tutti gli altri esseri; come essereimmanente nella realtà esistente, e via e via. Fra tutte leconcezioni valide, serie, di Dio, esistono dei punti di contatto.Questi punti sono costituiti dai caratteri che si riconoscono aDio; e cioè il carattere di Assoluto, di Infinito, Eterno,Immutabile.

Ammettendo uno di questi caratteri, non possiamo nonammettere gli altri, perché è dire la stessa cosa; cioè, non possopensare ad un Dio Assoluto, senza pensare che sia Infinito, onon ammettere che sia Eterno. Allo stesso modo non possocredere che Dio sia Eterno, cioè senza-tempo (perché eternosignifica questo) senza ammettere implicitamente che Dio èImmutabile; perché sarebbe una contraddizione in terminipensare a Dio Eterno che mutasse (vi sarebbe dunque unasuccessione, è vero?). Bene. Per noi Dio è il Tutto-Uno-Assoluto che È.

E ciò significa appunto fra l'altro che Dio è Eterno, Infinito,Immutabile.

Dio solo è la Realtà Totale, la Realtà Assoluta. E solo Dio èuguale a Se stesso.

Osservando il creato, o se preferite (meglio) l'emanato, noilo vediamo in continuo mutare, in continuo trasformarsi.

Ora se questa mutazione fosse reale, Dio intero muterebbe, enon sarebbe più Immutabile; e non sarebbe più Eterno; e nonsarebbe più Assoluto.

D'altra parte l'emanato non è la Realtà totale. Non èAssoluto; quindi è relativo.

Il tempo, lo spazio, il mutare, che fanno parte dell'emanato,sono relativi.

Se dunque, ciò che noi vediamo divenire non diviene

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Parte Seconda

realmente, deve trattarsi di un "apparire ma non-essere".Ora questo apparire ma non essere come appare,

corrisponde esattamente al contrario di ciò che noi abbiamodefinito Realtà: la Realtà è CIO' CHE È, E NON CIO' CHEAPPARE.

Per cui possiamo concludere che il mutare, il divenire, sonoillusori. E se la Realtà è e non può essere diversamente, senzadurata; l'illusione, suo contrario (che non significa opposto,badate bene) finisce.

L'illusione quindi, che sarebbe l'apparenza di una parte dellaRealtà Totale, finisce; che il mutare, il divenire, il tempo, lospazio, il trasformarsi, sono relativi, illusori e finiscono.

E non potrebbe essere diversamente: un tempo e uno spaziosenza fine sono un assurdo; dove tempo e spazio non esistonopossono non esistere limiti ad essi; perché tempo e spazio sonoil risultato di limiti, e non possono esistere senza di questi.

Quando noi diciamo che il Cosmo che è relativo dura ineterno, non intendiamo dire che l'illusione del divenire nelCosmo non abbia fine; ma che il Cosmo nell'Assoluto non puòavere un reale inizio né una reale fine. Il Cosmo esiste in Dioin tutte le sue fasi di manifestazione, dall'inizio alla fine, nellaeternità del non-tempo. Perché ripeto, un divenire, che duri untempo perpetuo cioè che abbia avuto un inizio ma che nonabbia una fine, è doppiamente impossibile: primo, perché untempo senza fine non può esistere; secondo, perché in ognicaso dovrebbe trattarsi di un reale divenire, che è inconciliabilecon l'Immutabilità di Dio.

Voi, già mi ricordate che anche Claudio ci parla del diveniredell'uomo. Certamente. Per farci capire che l'uomo devesentirsi un essere, non un divenire. Voi pensate alle fasisuccessive della vostra esistenza come a delle promozioni incarriera; come un impiegato può pensare a diventare

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

capoufficio, direttore, cambiando le sue mansioni ma non il suoessere. Non si raggiunge mai un nuovo essere col divenire.L'essere è del sentire, della coscienza, per voi del corpoakasico; il divenire è del corpo mentale. Voi potreste conosceretutte le cose che conosce un Maestro ma questo, solo, non virenderebbe tali.

Solo il sentire appartiene alla Realtà dell'Essere.Così quando osserviamo una esistenza individuale nelle sue

fasi comprese dal selvaggio al superuomo, noi non osserviamoun selvaggio che diviene superuomo, ma osserviamo lemolteplici fasi di esistenza, cioè di essere, di quellaindividualità. E poiché le fasi si susseguono dal più semplice alpiù complesso, voi dite che l'individuo evolve; noi pure lodiciamo, le parole sono le stesse, ma ciò che voglionosignificare è profondamente differente. Questo sarebbemeraviglioso in politica, ma siccome noi politici non siamo,quando parliamo vogliamo significare qualcosa!

Così quando diciamo che l'individuo evolve, non intendiamoche l'individuo "diviene".

Una esistenza individuale è già tutta completa in sé. Nientepuò accrescersi ad essa.

Così evolvere non può significare crescere; ma può volerdire solo, che i differenti sentire di quella individualità simanifestano, vivono l'attimo eterno della esistenza.

Ciò è incomprensibile, se si crede che l'emanato si sviluppiin un tempo oggettivo staccato da Dio vivente una Realtàsenza-tempo. Ecco l'errore fondamentale che ha afflitto leteologie di tutti i popoli e di tutti i tempi.

L'emanato fa parte integrante di Dio. La sua esistenza faparte dell'esistenza di Dio, ecco perché non può esservi unreale divenire nell'emanazione.

Comprendo la vostra difficoltà ad afferrare questi concetti. Il

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Parte Seconda

mondo che voi osservate è un mondo che sembra in continuodivenire. La realtà che cade sotto i vostri occhi vi pare unarealtà che continuamente divenga. Certo. Ma dovete tenerepresente che questo è quello che appare, non quello che è. Eccoche cosa andiamo ripetendovi da tempo: la Verità non è che voiosservate un mondo che diviene; ma è che voi avete unavisione dinamica di un mondo statico. Non è la pianta checresce, che continuamente diviene, che non è più quella cheera; ma siete voi che ne osservate in successione le fasi diesistenza; voi che credete che le fasi già osservate non esistanopiù. Errore! Esistono nella Eternità del non-tempo.

Vedete, figli e fratelli, abbiamo cercato di farvi capire, che laRealtà è tutta diversa dall'apparenza; che il mondo che cadesotto ai vostri occhi è un mondo immobile, statico. Cerchiamodi farvi capire che la Realtà non è una che diviene, ma unacostituita da MOLTE CHE SONO.

"Allora - direte voi - dove nasce il movimento?".L'illusione del movimento è originata dalla natura del

sentire individuale. Ma per comprendere ciò dobbiamorenderci conto una volta per tutte che noi non siamo stati creatinel senso generalmente accettato: cioè che Dio ci abbia trattoda Se stesso in Se stesso ad un dato punto, o momento, dellaSua esistenza senza-tempo. Credere a ciò è quantomenosingolare, se si riconoscono a Dio i caratteri di Assoluto,Infinito, Eterno, Immutabile.

Dunque noi esistiamo in Lui in eterno, e possiamoconsiderarci Suoi figli solo nel senso che facciamo parte di Lui,della Sua natura; che siamo una conseguenza della Suaesistenza. Solo in questi termini noi discendiamo da Lui.

Egli È la Realtà Assoluta. Egli È. Egli Sente. Egli È SentireAssoluto.

Che cos'è lo Spirito?È l'Essenza del Tutto; è l'Essere del

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Tutto; è l'Esistere del Tutto; è il Sentire del Tutto, il SentireAssoluto; inteso come sentire dell'insieme comprendente ilsentire delle parti.

Noi siamo il sentire delle parti; che è un sentire relativo emolteplice, che è akasa.

Il sentire delle parti nasce dall'illusorio frazionamentodell'Uno-Assoluto nei molti. Perché illusorio?

Se questo frazionamento fosse reale, il Tutto non potrebbeesistere come Dio; allo stesso modo che un oceano,considerabile come un insieme di gocce, non esiste più comeoceano nel momento che in questo realmente lo sitrasformasse. D'altra parte se non esistesse la molteplicità, ilSentire Assoluto non sarebbe tale; ma sarebbe un sentire,unico e solo monolite.

Serie di sentire, dal più semplice al più complesso, sono leindividualità. Ma poiché il sentire più complesso comprende ilpiù semplice, nell'individuo (inteso come momento di questaserie, cioè noi quali ci sentiamo) nasce l'illusione di "provenireda" e di "tendere a", cioè l'illusione dello scorrere. Ma poichéil sentire più complesso è il Sentire Assoluto, che riassume ecomprende in Sé ogni sentire fino ai più semplici,quest'illusione sfocia nella Realtà di Dio.

Noi quali ci sentiamo, quali crediamo di essere, fratelli,esistiamo solo nell'illusione; nell'illusione della separatività. INREALTA' ESISTE SOLO LUI. Ma poiché Lui è SentireAssoluto, che comprende e riassume in Sé ogni sentire, ciògarantisce che la nostra esistenza non finisce col finiredell'illusione.

Ripeto: il fatto che il sentire più complesso comprende il piùsemplice, genera nell'individuo l'illusione di provenire da e ditendere a. Ma è lo stesso fatto che realizza l'Unità del Tutto:unendo come un filo tante perle in collane, sentire elementari

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Parte Seconda

(corrispondenti a sensitività di piante e di animali) a sentire piùcomplessi (corrispondenti a visioni limitate e circoscritte dellarealtà come sono nell'uomo) e poi a sentire sempre piùcomplessi, corrispondenti a visioni sempre più ampie, e poi acomunioni sempre più estese fin oltre l'ultimo scorrere, l'ultimaseparazione: l'identificazione in Dio.

Come il santo non è un selvaggio divenuto, accresciuto - mail selvaggio e il santo sono due fasi di una esistenzaindividuale, di individualità - così noi quali ci sentiamo, qualicrediamo di essere, non comprenderemo mai Dio. Ma facciamoparte di un'esistenza che in Lui si identifica. Il rapporto cheesiste fra noi e la nostra individualità, è lo stesso che esiste frala nostra individualità e Lui. E come il sentire dellaindividualità è sentire tutti i sentire individuali al di là dellasuccessione, così il Sentire Assoluto è il sentire tutte leindividualità al di là della separazione.

Ma, il vero senso di queste parole, traspare, se si comprendeche in Lui non può esservi distinzione io non-io; che non puòda Lui staccarsi, o giungere, o tornare, qualcuno. Perché Egli èin Realtà Eterno ed Indiviso Essere.

Come spiegare più chiaramente ciò, Padre, questo Tuoessere tutti noi, che ci conduce a riconoscerci in Te. Comedirlo?, se nel momento che ti chiamo, o quando ti penso, nonchiamo Te e non penso a Te perché Tu non sei quello che riescoa pensare!

Le parole non servono; perché appartengono ad un mondoche si fonda su ciò che sembra. E Tu Sei!

La nostra mente ci fa credere ad un io separato; e Tu sei unTutto-Uno-Assoluto!

Il nostro sentimento ci assoggetta all'illusione deltrascorrere; e Tu sei la Realtà che non conosce sequenza!

Come avvicinarci a questa Realtà, se non abbiamo il

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coraggio di rinunciare a credere che l'io sopravvive!Noi quali ci sentiamo non siamo immortali; la nostra

consapevolezza finisce per lasciar posto ad un'altra, più grandeconsapevolezza; fino a che sentiamo che Tu solo Esisti, che Tusolo sei la Realtà.

Ma neppure questa è l'ultimo sentire. È l'ultimodell'illusione.

Oltre, è l'Eterna Realtà del Tuo Essere; di fronte alla quale,solo il silenzio è giusta voce.

* 10 Aprile 1975 *

Per gli Eleati (non solo, anche per gli Atomisti - e perchéno? - per gli Epicurei, è vero?, visto che gli Epicureirecepivano il pensiero degli Atomisti per quanto si riferiva allamateria) l'essere, e il divenire, hanno direi una stessadimensione, una stessa estensione.

Mi spiego: in qualunque punto, l'essere deve in qualchemodo apparire come un divenire. Ecco, una grande differenzache esiste è che noi diciamo che l'essere, cioè la Realtà,comprende un manifestato e un non-manifestato; e che ildivenire appartiene alla manifestazione. Quindi, contesterei, inun certo senso, l'interpretazione del non-essere eguale divenire.Questo meriterebbe un approfondimento, da parte di tutti; delresto molto interessante.

Un'altra cosa che, a parer mio, è assai importante e cheoccorre sottolineare, è la finalità del divenire. È vero? Comegiustamente voi avete accennato, per noi il divenire ha unagrandissima finalità: cioè quella di indurre le creaturedell'illusione alla Realtà dell'Essere. E questo non ha bisognodi commenti.

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Parte Seconda

Un capitolo a parte lo merita lo spazio.Vedete, al di là dei giochetti di Zenone (che, però, non

debbono essere sottovalutati, perché mostrano ancorachiaramente l'inconciliabilità di due concetti; e cioè quellodella infinita divisibilità e del movimento) questo concettodella infinita divisibilità era all'ordine del giorno dei filosofi diquelle epoche. Perché? Perché così si ragionava: infinitamentedivisibile è eguale divenire, eguale illusione. Indivisibileeguale essere eguale Realtà.

Così, per esempio, Anassagora, diceva che la materia erainfinitamente divisibile. Mentre Democrito, o forse Leucippo,se è esistito (perché taluno lo pone in dubbio, ma a noi questonon ci interessa) diceva invece che la materia non erainfinitamente divisibile, e questo tutti gli Atomisti, perchéprocedendo nelle suddivisioni, ad un certo momento si sarebbeinciampati in questa particella (l'atomo, per l'appunto) che eraindivisibile; formata di vuoto e di un corpuscolo talmentesottile da essere impercettibile.

Grande intuizione, quella di Leucippo, di Democrito, di chisia stato! Grandissima!

Perché voi, oggi, sapete dalla vostra scienza che l'atomo èscomponibile. E quindi forse potete pensare che l'intuizione diDemocrito sia stata errata. Ma, noi dobbiamo tenere presente,che l'atomo di Dalton o di Avogadro, non è l'atomo degliAtomisti.

Come ragionò Dalton?Vide la materia, pensò che era composta di sostanze

(chimicamente parlando), cioè l'associazione di più elementi,chimici; e pensò ancora che, suddividendo, dovevaraggiungersi un punto in cui queste sostanze erano scisse neglielementi costituenti; e che, scindendo ancora, dividendo ancoraquesti elementi, doveva raggiungersi un punto in cui la materia

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fisica - la materia quella che cade sotto i vostri sensi - avrebbeperduto tutte le caratteristiche fisiche e chimiche,organolettiche. Chiamò allora quel punto "atomo", rifacendosiproprio agli Atomisti. Se poi, la scienza atomica, ha dimostratoche l'atomo della fisica e della chimica è un atomo che sisuddivide ulteriormente, che cosa significa questo? Significache quello non è l'atomo degli atomisti. È chiaro. Non è unsofisma, questo ragionamento.

E noi dobbiamo certamente rimanere stupiti di questagrande intuizione, ammesso che sia veramente intuizione.Un'altra mente, grandemente intuitiva, Einstein; rimase eglistesso meravigliato. In un suo scritto del 1950 mi pare (a chiinteressasse saperlo) così parlava appunto degli Atomisti, ediceva, "Come avrà fatto Leucippo ad avere questaintuizione?". Molto probabilmente avrà osservato l'acquatrasformarsi in ghiaccio e poi di nuovo in acqua, senza chequesta trasformazione apportasse (come in effetti è) unatrasformazione della sostanza acqua; e di qui, avrà immaginatoche lo stesso può e deve avvenire per tutti gli oggetti chemostrano caratteristiche direi quasi costanti nel tempo,immutabili. E se Einstein avesse continuato sul filo delragionamento di Leucippo, sarebbe certamente incappato nellacomprensione - per la sua grande intuizione -, della verità deifotogrammi. Con questo non vogliamo far dire, a chi non hadetto, cose che noi diciamo; solo per mostrarvi quantaammirazione vi sia stata per queste intuizioni degli Atomisti.

Dunque, queste due categorie: infinita divisibilità, egualedivenire eguale illusione; indivisibilità, eguale essere.

Ora, perché la materia per Democrito era divisibilerelativamente, ed invece per esempio, per Zenone, lo spazio erainfinitamente divisibile? È chiaro!, perché lo spazio eraconsiderato vuoto; era uno spazio della geometria, euclidea

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Parte Seconda

(non di quell'Euclide che voleva conciliare l'insegnamentodegli Eleati con la moralità di Socrate; l'altro Euclide, proprioquello della geometria) e per questo, anche i filosofi successividella scuola atomistica, dicevano che la materia era certamenterelativamente divisibile, ma lo spazio era infinitamentedivisibile. Perché appunto c'era questa concezione dello"spazio vuoto".

Ora se dovessimo noi fare un paragone del nostro concettodi spazio, come lo vediamo noi (che incidentalmentecorrisponde a come in realtà è) dove collocheremo questospazio?, nell'infinitamente divisibile, oppure nell'indivisibile?Eh, anche qua, saremmo come il dottor Azzeccagarbugli, che"fra il sì e il no fu di parer diverso": dovremmo collocarlo nellacategoria della materia, cioè del relativamente divisibile.Perché, in effetti, non esiste uno spazio vuoto. Lo spazio è unattributo della materia.

Vedete, la vostra stessa scienza umana, credo, che siaorientata in questo senso: passando dal concetto dello spaziovuoto di Euclide, al concetto del "campo" (cioè del luogo dovesi esercitano le forze), a concetti più complessi. Voi certo nonpotevate fare il paragone che io ho fatto, perché non avevamomai fornito degli elementi così chiari circa lo spazio, è vero?,figli e fratelli. Ma, certamente, il fine di queste nostreconversazioni è quello di andare sempre avanti, e diapprofondire sempre di più.

Adesso visto che voi avete fatto così bene la vostra parte,noi cercheremo di fare la nostra. Ma, non impressionatevi; nonè che io voglia farvi delle domande, perché in effetti qua voi didomande ne fate piuttosto poche. Tanto che se queste riunionidovessero andare avanti sulla scorta delle domande che voifate, sarebbero già defunte da un lungo tempo.

Intendo dire che, può darsi, che l'uomo non possa mai

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comprendere Dio. Tuttavia questa opinione non lo esonera dalmeditare su questo argomento; non fosse altro per capire, comeè stato già detto, come Dio non può essere.

Ora, può darsi anche che questa meditazione non sia digrande valore per l'uomo. Certo si è, che se noi vogliamocapire la realtà nella quale viviamo e che cerchiamo diaffrontare da diversi punti di vista, ottenendo un bagaglio dipensieri e conoscenze chiamato cultura, non possiamoprescindere dall'idea di Dio.

Io sono fermamente convinto che l'uomo di media cultura diquesta civiltà, con i strumenti che ha a sua disposizione (cioè lesue conoscenze, e la sua intelligenza) possa farsi un'idea di Dioche non sia un oltraggio alla ragione e che al tempo stesso siaaderente alla Realtà. Allora, per verificare questa miaconvinzione, mi calerò nei panni di un siffatto uomo e cercheròdi capire se egli può ragionevolmente credere a Dio. Perché,deve finire l'idea romantica di Dio, figli e fratelli. Non deveessere più una convinzione strettamente personale, per voi. Inquesta epoca di grande razionalità, forse non può esservi laprova provata, palpabile, incontrovertibile, dell'esistenza diDio. Tuttavia, lo ripeto, voi avete il dovere di capire, sulla basedelle vostre conoscenza e con la vostra intelligenza, a qualeDio potete credere. Non dovete più dire, "Io credo perché hofede". Dovete, certamente, conservare la vostra fede. Madovete per quanto possibile documentarla con argomentiragionevoli, che resistano alla logica critica.

Allora, siccome a Dio si fa risalire l'origine di tutto quantoesiste, prima di credere che Dio esista è lecito che io, uomo diquesta civiltà, mi domandi se l'esistente ha avuto un'origineoppure non sia esistito da sempre; che parta cioè dallaposizione dei cosiddetti atei, e mi ponga come ipotesi di lavoroche la realtà nella quale siamo immersi sia prettamente

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Parte Seconda

materiale, e che non sia stata originata; cioè sia esistita dasempre. È chiaro che, in questo caso, non avrebbe una fine;perché ciò che fosse esistito da sempre non potrebbe cessare diesistere. Io posso immaginare che una civiltà distrugga sestessa; ma non che la materia posta come unica realtà esistentecessi di esistere. Se, invece, posso ragionevolmente credere cheil Cosmo (ossia l'insieme degli universi) finisca, consumatodalla sua stessa esistenza, allora è chiaro che ha avutoun'origine; e se ha avuto una origine è altrettanto chiaro chetutto quanto è esistito, esiste, esisterà, non è tutto in sensoassoluto, perché oltre quello esiste perlomeno una CausaGeneratrice, cioè una causa che era prima che l'esistente fosse(vedremo poi quali considerazioni potrò fare su questa causa).

Allora, so che, delle osservazioni sistematiche degliastronomi moderni, hanno portato alla constatazione che noiviviamo in un Cosmo in espansione; cioè che gli universi siallontanano gli uni dagli altri e da un centro dello spazio(centro ideale, ovviamente). Sulla base di questi dati di fattoincontrovertibili, sono nate due principali ipotesi per spiegarel'origine e lo sviluppo del moto di traslazione degli universi.Entrambe le ipotesi concordano sull'origine, che sarebbe laconseguenza di una esplosione avvenuta in questo puntoideale, in questo centro ideale del Cosmo. Divergono invecesullo sviluppo. Infatti, secondo la prima, la materia checompone i corpi stellari, quando questi hanno raggiunto unavelocità critica (chiamiamola) di allontanamento dal centro, sismaterializzerebbe; e causerebbe così la graduale, ma totale,fine del Cosmo astronomico.

Ora per pochi istanti, mi sia consentito tornare nei mieipanni di disincarnato, per osservare che questa ipotesi èperfettamente azzeccata; come lo dimostra la formulaeinsteiniana, azzeccata anche quella, secondo cui la massa di

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un corpo in movimento è uguale alla massa dello stesso corpo ariposo diviso la radice quadrata di 1 meno il quadrato dellavelocità a cui è sottoposto il corpo diviso il quadrato dellavelocità della luce (mv=mr/(√[1-(v/c)2]) – ndr).

Einstein chiama questa "velocità critica" velocità della luce,è vero?, la pone, la identifica, non ha importanza. Ponete che lavelocità a cui è sottoposto il corpo (nel nostro caso la velocitàdi traslazione di questi sistemi stellari che si espandono)raggiunga la velocità della luce, ossia la velocità critica, evedete, voi matematici, che cosa succede della massa del corpoin movimento secondo questa formula (essa, secondo laformula, diviene infinita - ndr). Tenga presente ciò, l'astrofisicoAllan Sandage, che ipotizza un Cosmo in perenne espansione,in barba alla matematica!

Detto questo, chiudo la parentesi e me ne torno nei mieipanni di incarnato, ad esaminare le ipotesi di cui dicevo.Secondo l'altra ipotesi invece, gli universi, raggiunto un puntodello spazio, invertirebbero la marcia e tornerebbero aconcentrarsi nel punto ideale dal quale partirono, e da dove, aseguito di una nuova esplosione, nuovamente ripartirebbero ecosì via.

Ora, noi intanto possiamo osservare che il limite dove,secondo la prima ipotesi, la materia che compone i corpistellari si smaterializzerebbe; ovvero, nell'altra ipotesi, gliuniversi invertirebbero la marcia e tornerebbero a concentrarsinel punto ideale centrale, sarebbe - in ogni caso - un limite alCosmo, anche se lo spazio fosse di tipo euclideo, cioè infinito eindipendente dalla materia. Dunque, secondo l'una e l'altraipotesi, il Cosmo sarebbe limitato e necessariamente di formasferoidale. Mi ricorda qualcosa citato questa sera; non solo, mami ricorda anche che, secondo la teoria della relativitàgenerale, si perviene a pensare che lo spazio sia curvo.

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Parte Seconda

Dunque, secondo l'una o l'altra ipotesi, il Cosmo sarebbelimitato. Ora, ciò che è limitato, non può avere una durataillimitata, e questo mi basterebbe per concludere che se unCosmo finisce, è chiaro che ha avuto una origine e quindi unaCausa. Ma io preferisco, invece, proseguire nell'esame delledue ipotesi per vedere se mi conducono ad una diversaconclusione.

Ripeto, secondo la prima, il destino del Cosmo astronomicosarebbe la graduale ma totale fine per smaterializzazione;secondo l'altra, sarebbe una sorta di moto perpetuo, diandirivieni dal centro alla periferia di questi cosmi, di questicorpi celesti, di questi universi. Ora, io, che mi reputo un ateoserio e coerente, devo prendere in considerazione solo laseconda ipotesi; perché come ho detto prima, se ammetto laprima, ammetto la fine del Cosmo, e quindi l'inizio, e quindi laCausa. Devo invece vedere se posso ragionevolmente credereche il Cosmo sia una sorte di perenne pulsazione, un motoperpetuo di questi corpi celesti; oppure una trasformazionecontinua della materia che lo compone.

Il nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma,sembrerebbe confermare questa ipotesi. Ora, io so che ilprincipio della conservazione della massa, dichiaratouniversalmente valido dalla meccanica classica; ed il principiodi conservazione dell'energia (visto che si è scoperta larelazione che lega la massa all'energia) sono stati invecesmentiti direi in modo dirompente dalla scoperta della energiaatomica. Non solo; ma anche più recentemente, dall'esame dicerti fenomeni che avvengono nello spazio intergalattico.

Ora, la mia cultura non specialistica di uomo medio diquesta civiltà, non mi consente di addentrarmi con osservazioniscientifiche nell'esame di eventi cosmici. È chiaro. Però, possocapire dai fatti con cui mi scontro tutti i giorni, un principio

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

molto importante per me; e cioè che per fare un lavoro occorreuna energia (voi lo sapete bene, è vero?, fratelli) e che nessunamacchina, o nessun sistema, produrrà mai più energia di quantane consumi. Altrimenti il moto perpetuo non sarebbe unassurdo meccanico!

Vedete, noi possiamo immaginare in teoria, che so?, unmoto rettilineo uniformemente accelerato che proseguaall'infinito, oppure immaginare un gas che non divenga mail'omonimo liquido a qualunque pressione e raffreddamento siasottoposto (il "gas vero" di Gay Lussac); oppure, che so?,credere nello spazio come lo postula la meccanica classica(giusto che l'abbiamo ricordata prima) cioè uno spaziotridimensionale, infinito, vuoto, permeabile dalla materia,indeformabile e tutto quello che volete. Ma tutte queste sonofavole, non corrispondono alla realtà fisica; perché la realtàfisica è diversa dal mondo delle astrazioni.

Lo spazio sembra più simile (quello esistente, s'intende) aquello postulato dalla teoria della relatività generale, che negal'esistenza di uno spazio vuoto, infinito, indeformabile,immutabile; che nega che il tempo e lo spazio siano assoluti edoggettivi; e pone che lo spazio sia una sorta di emanazionedella materia e che il tempo sia la quarta dimensione dellospazio; tanto che, le scoperte scientifiche che via via siregistrano, sembrano confermare questa teoria. Infatti, alleleggi della meccanica classica la scienza umana non da più unvalore assoluto, ma semplicemente un valore di primaapprossimazione.

Allora, tornando alla mia teoria, mi pare che io possapensare con ragione che se anche questo moto di va e vieni dalcentro alla periferia dei sistemi stellari si ripetesse,indefinitamente, l'energia necessaria a questo moto, ancorché sirigenerasse in qualche modo (magari a spese della massa della

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Parte Seconda

materia) non si rigenererebbe mai in misura totale; per cui alungo andare sarebbe la stasi, cesserebbe il moto del Cosmo.Che poi questa stasi riguardi il divenire della materia, o lamateria in se stessa, per l'aspetto che mi sono posto delproblema non fa alcuna differenza. Perché pervengo aconcludere che se il divenire cessa, vuol dire che ha avuto uninizio ed una Causa; e questo mi basta. Tuttavia mi sembra piùlogico pensare che se cessa il moto in seno al Cosmo, noncessa solo il moto di traslazione degli universi, ma cessa ilmoto delle particelle e dei corpuscoli in seno alla materia, equindi cessa la materia; e cessa lo spazio emanazione dellamateria; e cessa il tempo dimensione dello spazio.

Dunque, tutto mi pare che mi porti ragionevolmente acredere, che il Cosmo per quanto immenso possa apparire èlimitato, e destinato a finire; con la materia che lo compone,con lo spazio ed il tempo in cui sono localizzati gli eventicosmici. Se il Cosmo finisce è chiaro che ha avuto un inizio; ese ha un inizio è chiaro che deve esistere una CausaGeneratrice (vedremo la prossima volta quali considerazionipossiamo fare su questa causa).

Detto questo, torno nella posizione comoda di disincarnato,per dire alcune cose che mi sono tornate in mente mentre viparlavo poco fa. E cioè: voi sapete che noi abbiamo parlato delCosmo come dell'ambiente della manifestazione, e che lamanifestazione comprende due momenti: l'emanazione ed ilriassorbimento. Quand'è che finisce l'emanazione e comincia ilriassorbimento? Noi possiamo fissare convenzionalmentequesto momento quando è manifestato l'ultimo piano, il piùdenso: il piano fisico. E noi abbiamo visto che l'inizio delCosmo, quindi del piano fisico, è nato con una esplosionedella materia nel centro ideale dell'ambiente cosmicoastronomico. È vero? Da quel momento noi possiamo

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

cominciare a fissare convenzionalmente l'inizio delriassorbimento.

Quand'è che cessa il riassorbimento nel piano fisico?Quando l'ultima materia del piano, giungerà a quel limitemassimo dell'area cosmica, e l'ultima materia saràsmaterializzata. Intanto debbo dirvi che questo che io stodicendo è la storia che si vede leggendo i fotogrammi cheriguardano la vita macrocosmica, ma che non sonoassolutamente eventi oggettivi, è vero?, figli e fratelli. Adessoin questo momento noi stiamo seguendo la vita macrocosmicaleggendo i relativi fotogrammi, e vediamo questa storia. Eccoallora viene fatto di domandarci: come mai gli astronomi, chesono così avanti nelle loro osservazioni, che giungono apercepire energie che provengono dalle novae, da altre fontilontanissime nello spazio stellare, non percepiscono l'enormeenergia che si dovrebbe manifestare alla circonferenza delCosmo? Mi seguite nel ragionamento?

Possiamo fare tre ipotesi. Cioè (la prima) che nessunamateria del piano fisico, cioè nessun corpo stellare, nessununiverso, sia giunto, abbia raggiunto quella velocità criticanecessaria alla smaterializzazione e quindi abbia raggiunto illimite estremo del Cosmo fisico; prima ipotesi.

Seconda ipotesi: che qualche universo abbia raggiunto quellimite, ma che questo limite sia tanto lontano dalla vostra Terra,che ancora, l'onda, che dovrebbe portare l'energia, lapercezione di questo fenomeno grandioso, non sia ancoraarrivata alla Terra; seconda ipotesi.

La terza, che è quella vera invece, è che quando la materia sismaterializza per il raggiungimento della velocità critica di cuiparlavo prima, l'evento oltrepassa la dimensione fisica,oltrepassa lo spazio fisico; siamo in un altro mondo. E quindi,dal punto di vista dello spazio fisico, è il silenzio. Cioè,

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Parte Seconda

sparisce la materia, sparisce lo spazio, sparisce la possibilità dicomunicazione da quell'evento a chi è nello spazio antecedente.

Che cosa accade quindi, nel piano astrale, che è ladimensione immediatamente più sottile?

Noi abbiamo visto che il riassorbimento nel piano fisicoconsiste nella migrazione della materia dal centro alla periferiadel Cosmo. Nel piano astrale il movimento è perfettamentel'opposto: dalla periferia l'energia si ritrae e si concentra nelcentro ideale. "E nel piano mentale?", direte voi. Nel pianomentale, è analogo al piano fisico: la mente che sispersonalizza, si espande, raggiunge la periferia. E nel pianoakasico? È simile al piano astrale: cioè la ritrazione delsentimento in un unico punto, del sentire in un unico punto. Enel piano spirituale? Il Logos, centro di questo piano, che siespande, torna nella indifferenziazione.

Vedete come, in fondo, questi movimenti, caratterizzino poiil destino degli individui: la mente che si spersonalizza,l'energia che si ritrae, il sentimento che si fonde in unacomunione unica in un punto unico, e il Logos che torna nellavastità del Tutto.

Dopo aver detto tutte queste belle cose, ho il dovere però diavvertirvi. E di dirvi che per farci capire a voi, noi ci serviamodi immagini di comodo; salvo poi a metterne in evidenza tutti ilimiti. Una di queste è il Cosmo presentato come una enormesfera, contenente tutte le materie di diversa sottigliezza checostituiscono i piani di esistenza; coesistenti senza possibilitàdi interferenze dannose, in un ambiente in qualche modooggettivo. Questa immagine serve molto bene per farci capirela coesistenza dei piani di esistenza; per farci capire come ilgrossolano stia bene, possa compenetrarsi, con il sottile; ecome i piani di esistenza non siano diverse ubicazioni spaziali(ma semmai, appunto, diverse densità materiali comprendenti

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

tutte le forme di vita che sono proprie alle singole densità).Tuttavia questa immagine non rende tutta la verità, anche sepuò sembrarlo.

Se voi domandaste, ad una entità del piano astrale che stesseascoltandoci questa sera, dov'è, questa vi direbbe che è qui fravoi, in un dato punto della stanza, confermando in qualchemodo con questa sua asserzione l'esistenza di uno spaziooggettivo, contenente in tutti i punti della sua estensione idiversi piani di esistenza, come or ora dicevo.

Io vorrei invece, farvi capire, che se una entità rivestita di uncorpo astrale (e qui uso ancora un'immagine di comodo) vipotesse vedere, ciò non sarebbe dovuto al fatto che divide ilvostro spazio (che, quindi, potendo percepire il più sottile,necessariamente potrebbe percepire il più grossolano) ma perun'altra ragione. Infatti, se voi, abitanti del piano fisico, avete lapossibilità di vedere la materia al livello più sottile, poniamolivello atomico (stasera abbiamo parlato di atomi, parliamone:livello atomico) voi non vedreste più gli oggetti che vedete; mavedreste unicamente un ammasso di atomi come un cielostellato in una notte serena. E non basterebbe la diversa densitànello spazio, il numero di atomi....fra gli atomi checostituiscono l'aria e gli atomi che costituiscono i corpi, a farvipercepire gli oggetti.

Difatti, la scarsa visibilità degli ambienti nebbiosi, non èdovuta ad una variazione del rapporto consueto; ma è dovutasemplicemente alla circostanza che l'atmosfera diventa opacaalla luce. Per cui, una visione a livello atomico, si arresterebbesu una muraglia di atomi; così come voi foste nelle vostreattuali condizioni immersi in una fittissima nebbia: la vostravisione si arresterebbe su di numerosissime gocce di vaporeacqueo, è vero? Così sarebbe la visione. Immaginate poi lavisione nel piano astrale!

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Parte Seconda

Con tutto questo intendo dire che se una entità del pianoastrale può percepire il piano fisico, non è, ripeto, perchécondivida lo spazio: lo stesso spazio; ma per un'altra ragioneche questa sera non ci interessa esaminare. Allora quellaimmagine di cui dicevo all'inizio (quel Cosmo come un'enormesfera) se ha il pregio di farci capire che i piani di esistenza nonsono tanti cieli e inferni danteschi, ha tuttavia il difetto dilasciarci credere ad uno spazio oggettivo.

Ora, noi abbiamo ricordato questa sera che qualcunoconsidera lo spazio come una sorta di emanazione dellamateria. Ciò è molto, se riesce a staccarci dal concetto delvecchio spazio euclideo, quello della geometria e dellameccanica classica. Ma non è abbastanza; se per capire che nonesiste uno spazio vuoto, noi pensiamo ad uno spazio tutto pienodi materia.

Allora, vogliamo servirci di un'altra immagine di comodo.Supponiamo che voi siate in un ambiente lontano da questo,completamente buio, al buio, e che invece siate collegati aquesto ambiente (in quel momento perfettamente illuminato)con una macchina modernissima, che riproduca intorno a voi,in tre dimensioni, questa stanza. Dopo qualche tempo, voiavreste la netta sensazione di trovarvi qui; esattamente nelpunto dove sarebbe collocato l'elemento sensibile perriprendere la scena.

Ancora una volta, i vostri sensi, vi avrebbero tratto ininganno. Un inganno irrilevante, per i rapporti fra voi e ipresenti in questa stanza, ma un inganno; che occorrerebbesvelare, ed esattamente dimensionare nel momento in cui noivolessimo comprendere la realtà di ciò che è.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

* 8 Mag. 1975 *

Avete parlato, questa sera, del problema degli atei, da noiintrodotto. Sì, in effetti, possiamo dire, che non molti, degliuomini che sono incarnati sulla Terra, sono degli atei. Ma, visarebbero da dire molte cose, a questo riguardo, cheoccuperebbero gran parte della possibilità della nostracomunicazione.

Voglio solo farvi riflettere su una affermazione; eprecisamente quella "Io credo che vi sia un solo Dio".

Ma, il credere questo, e l'affermare questo, comportanecessariamente una serie di altre (conseguenti nella logica enella necessità) affermazioni.

Dire, "Io credo in un solo Dio", significa dire "Io credo inuna sola Realtà". Cioè che può esistere un'unica Realtà, e chetutto quanto esiste non può far parte che di essa, cioè di Dio.

Lo stesso mondo nel quale voi, e noi, viviamo, fanno partedi questa Realtà; perché nel momento che ne fossero avulsi,non vi sarebbe più una sola Realtà, ma più di una; a meno chenoi non ammettessimo che le molte realtà che possono esisterein effetti sono parti di una stessa Realtà. Ed è proprio quelloche noi vogliamo affermare.

Dire quindi, che esiste un solo Dio, significanecessariamente ammettere che esiste una sola Realtà. Enecessariamente ammettere, che Dio è Illimitato, Infinito,Completo, Perfetto. Vedrò di spiegarmi meglio, se è possibile.

Nel mondo che voi percepite, un oggetto è distinto da ciòche non è l'oggetto. Ma nel momento che io facessi spariretutto quanto esiste, tranne un solo qualsiasi oggetto (edovviamente me compreso) l'oggetto diverrebbe l'unica realtàesistente; e non esistendo alcuna cosa che lo limiterebbe,diverrebbe illimitato. E se lo spazio fosse un attributo

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Parte Seconda

dell'oggetto, l'unico spazio che esisterebbe sarebbe quellooccupato dall'oggetto. Perciò, l'oggetto, occupando tutto lospazio esistente, diverrebbe infinito.

Se noi ci soffermiamo sul concetto dell'Unica Realtà e, conla nostra mente, cerchiamo di capire che cosa esiste oltrequesta Unica Realtà, la nostra mente abituata a ragionare ad uncerto modo, ci fa rispondere, automaticamente, "il nulla". Ma,in effetti, la domanda non ha senso, perché esula dal postulato;e cioè che la Realtà sia l'unica cosa esistente. Quindi non sipone la domanda; non possiamo chiederci "che cosa esiste oltrequella Realtà?".

È l'unica cosa esistente! Allo stesso modo Dio, se è l'Unica Realtà esistente, è

necessariamente Illimitato ed Infinito; e per la stessa ragioneEgli è Indivisibile.

Se, infatti, si dividesse realmente (la Sua creazione,poniamo) non sarebbe più l'Unica Realtà esistente, e Dio nonsarebbe più Illimitato perché verrebbe limitato dalla sua stessacreazione. Cioè esisterebbe dio, ed esisterebbe la sua creazione;che in qualche modo lo definirebbe, lo delimiterebbe. A menoche, ripeto, non veniamo nell'affermazione che noi stessivogliamo enunciare, e cioè che ogni realtà, in effetti, fa parte diuna sola Realtà: Dio.

Perciò il percepire noi stessi ed il mondo nel quale viviamocome avulsi da Dio, è una percezione errata, illusoria. Maanche nel gioco di questa illusione, ogni parte, risultante dalnon-reale frazionamento di Dio, non può che essere limitata efinita. E se Egli è l'Assoluto assolutamente-indivisibile, ogniSua parte, risultante da un virtuale frazionamento, non può cheessere il relativo relativamente-divisibile.

Perciò ogni manifestazione cosmica è relativamentedivisibile.

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Ciò è vero per il tempo, lo spazio, la materia, gli esseri,della manifestazione. Infatti, se per esempio lo spazio fosseassolutamente indivisibile si identificherebbe con Dio; e sefosse infinitamente divisibile, si identificherebbe con il vuoto,con il nulla. Ma il concetto di spazio, è legato al concetto diestensione; ed il concetto di estensione è legato al concetto dimateria. Perciò non può esistere uno spazio che non sia legatoin qualche modo alla materia.

Non può esistere uno spazio vuoto assolutamente, perché seanche questo spazio esistesse non potrebbe avere alcunadimensione, alcuna concretezza, alcuna entità.

Lo stesso principio, di relativa divisibilità, fa sì che gli esseridella manifestazione cosmica (cioè noi) siano: primo, nella loroteoria di sentire susseguenti l'uno all'altro, in numero finito;cioè i vari sentire che sono in noi, che sono il nostro essere,sono un numero finito (ciò garantisce la identificazione in Diodi tutti gli esseri); secondo, che gli esseri della manifestazionecosmica sono in numero finito. E neppure le manifestazionisono infinite, né come numero, né come estensione; perché selo fossero Dio sarebbe unicamente manifestazione. E noisappiamo che Egli è il manifestato ed il non-manifestato.

Perciò, se noi potessimo anche sommare tutti gli esseri diogni manifestazione (e non è possibile, perché nel momento incui io prendo in considerazione una manifestazione, quella equella sola esiste) il numero che si otterrebbe sarebbe unnumero indefinito, cioè suscettibile di accrescersi fino a checontinuassi a sommare; ma mai infinito.

Di Infinito, non c'è che Lui: cioè, Dio.Questa sera voi avete parlato della formula di Einstein che si

riferisce alla determinazione della massa di un corpo inmovimento. È vero figlio G. e figlio E?, ed altri che si sonointeressati marginalmente. Lo dico anche perché, secondo

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Parte Seconda

taluni, la massa di un corpo in movimento, diverrebbe infinitaquando la velocità del corpo diverrebbe eguale ad una postavelocità critica. Ecco, noi possiamo dire invece con certezzache, man mano che crescerebbe, o che cresce, la velocità a cuiè sottoposto il corpo, la massa tende all'infinito; ma nelmomento in cui dovrebbe divenire infinita (cioè nel momentoin cui la velocità a cui è sottoposto il corpo si identifica con lavelocità critica che Einstein pose nella velocità della luce, mache non è necessariamente quella) in quel momento la formulasi traduce in una forma indeterminata della matematica (qualiper esempio zero diviso zero, infinito meno infinito, unoall'infinito, è vero?, figli e fratelli) cioè una di quelle formedette "indeterminate".

Il De l'Hopital, cercò, con un suo artifizio, di portare a valorideterminati certe forme indeterminate, ma questo non ciinteressa. Certo è che il Cosmo, per quanto immenso possaapparire, è limitato e finito; come ogni frazionamento virtualedell'Assoluto. E ciò che è limitato e finito, non può contenerealcunché di infinito.

Perciò abbandoniamo il concetto dell'infinita emanazione dispiriti in Dio; buono a farci capire la vastità,l'incommensurabilità dell'Assoluto, ma non a farci intendereche l'atto di creazione di Dio sia in effetti un continuo"divenire", un continuo manifestarsi. Noi questo lo sappiamoabbastanza bene, è vero?, figli e fratelli. Sappiamo che ciò chenoi vediamo muoversi, accrescersi, avere un inizio ed una finein realtà non è un evento oggettivo; è un evento illusorio.Perciò un'altra immagine distrutta, un altro velo sollevato!

Non so se avete fatto caso che il nostro parlare assomiglia inqualche modo alla danza dei veli. Un primo velo cadde quandovi parlammo per spiegarvi che l'apparente confusione,ingiustizia, dolore del mondo nel quale vivete, in realtà fanno

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parte di ordine sommo, di una mirabile perfezione.L'evoluzione, la legge di causa e di effetto, di reincarnazione;sono tutte verità sulle quali poggia il perfetto equilibriodell'esistente.

Ma, chi credesse di appagare la fede di sapere degli uominidando loro le risposte a certe domande che si fanno, sarebbe uningenuo. E questo è una fortuna per tutti; perché assicura unprogresso.

Così, se alcuni interrogativi vennero subito soddisfatti, altrine sorsero. "Perché?", vi chiedeste, e "come è conciliabile lamutabilità dei mondi sensibili con l'immutabilitàdell'Assoluto?", e via. Da qui la necessità di alzare un altrovelo, parlando allora della non-contemporaneità che esiste fracerti sentire legati ad una stessa serie di fotogrammi,contemporaneità che esiste in assoluto fra sentire analoghi. Enon potrebbe essere diversamente: ciò che è analogo, cheesiste al di là del vostro tempo e del vostro spazio, vibrasimultaneamente, e in modo indipendente da questi. E se taleverità non appare nei piani fisico, astrale e mentale, appareinvece, in modo inequivocabile, nel piano akasico, o delsentire.

Per parlare un po’ della vita di questo piano, e risponderecosì ai vostri interrogativi, dobbiamo riferirci ad una fase delsentire molto avanzata: alla condizione di esistenza che noiabbiamo definita abbandono della ruota delle nascite e dellemorti. Perciò tutto quello che io dirò sul piano del sentire, variferito a quella condizione di esistenza.

Poiché i sentire analoghi vibrano simultaneamente, questacondizione di esistenza del superuomo, è raggiuntacontemporaneamente per tutti gli esseri della manifestazione,in qualsiasi tempo e spazio abbiano ottenuto la loro evoluzione.

Quella condizione di esistenza è del tutto diversa dalla

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Parte Seconda

vostra attuale. Allora il sentire fluisce spontaneamente, senzanecessità di stimoli provenienti dai piani grossolani.L'individuo non ha più niente di umano: non ha più sensazioni,non pensa più, per quanto il sentire nel suo succedersi sia piùsimile ai pensieri che non alle sensazioni; quest'ultime infatti,sorgono in voi quando sono stimolate, non fosse altro, dallavita fisiologica del corpo fisico.

I pensieri, invece, si susseguono automaticamente. In modoanalogo, il sentire fluisce spontaneamente. E niente puòfrenarlo, o soffocarlo. Allora, in quella condizione di esistenza,non esiste più l'io egoistico, con il suo bisogno di accumulare,crescere (che reca la maggior parte del dolore, all'uomo, comedice il fratello Claudio). Evidentemente esiste ancora il sensodella individualità, e l'illusione del succedersi del sentire; in unsentire che sente di crescere sempre più di intensità. Ma è cosadiversa dal "senso di separatività" che percepite voi nella vostraattuale condizione di esistenza.

Perciò, il vedere se stessi proiettati in quella dimensionecome degli uomini ingigantiti e sublimati, è una di quelleimmagini che dovete distruggere.

Una particolarità che colpisce chi raffronta la vita delsentire, del piano akasico, con quella degli altri piani piùgrossolani, è la mancanza assoluta di Maestri, istruttori, guidespirituali. Nel vostro mondo potete incontrare figure di Santi,che vi portano parole di illuminazione; esseri del vostro tempoche non sono vostri contemporanei nel sentire. Nel pianoakasico, dove non esiste più l'illusione di una contemporaneitàdi sentire in effetti non esistente, non appaiono più questeimmagini. Invero non appare nessuna immagine.

Intendo dire che, nei piani grossolani, si percepiscono leimmagini di oggetti o corpi estranei all'individuo, cheappartengono al mondo esteriore. Nel piano del sentire esiste

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unicamente il sentire; ed il contatto fra i sentire è un contatto dicomunione.

E se, a livello di esistenza umana, il contatto è mediato daisensi e giunge difficilmente a farvi cogliere la Realtà delle cose(piuttosto ne fa cogliere l'apparenza), così non è nel piano delsentire. Qui la fusione di un sentire con una realtà, avvienedall'interno dell'essere, senza necessità di intermediari;gradualmente.

Voi avete bisogno di afferrare delle immagini del mondo chevi circonda. Se volete conoscere di più, dovete esplorarequanto più possibile attorno a voi. Nel piano del sentire nonesiste visione del mondo esterno; ripeto: esiste fusione con unaverità.

L'abitudine che avete al vostro mondo, spesso vi fa chiederese è possibile accelerare o deliberatamente provocare unacomunione. Ebbene niente di tutto questo: la comunione, fra isentire, che implica il raggiungimento di un nuovo sentire,avviene automaticamente, per reciproca attrazione, fra sentiresimili e complementari ad un tempo, seguendo un ritmonaturale che deriva dalla natura stessa del sentire. Quapotremmo parlare delle cosiddette "anime gemelle", ma non lofaccio, per non creare inutili figurazioni romantiche.

Ebbene, il fatto che la comunione del sentire non possaessere deliberatamente promossa e ricercata, può farvi pensaread una mancanza di autonomia. Ma dovete tenere presente chenel vostro mondo la possibilità di cambiare, la supposta libertà,possibilità di scegliere, è tanto più necessaria e vitale, quantopiù grande è l'insoddisfazione dell'uomo. La vita del sentire èessenzialmente beatitudine e completezza; e chi è in quella fasedella sua esistenza, non trova la necessità di sentire di più,perché sente la misura massima che può. Perciò èessenzialmente appagato.

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Parte Seconda

Un amore disinteressato, altruistico, è la spinta che allarga lacomunione degli esseri, fino a farne una sola cosa. E questoamore non è soggetto a stanchezza; semmai si infiammasempre di più.

Un aspetto particolare che potrebbe cogliersi nel piano delsentire è l'assoluto distacco e disinteresse per i piani diesistenza più grossolani: tutto di essi appare trascorso,raffermo, inutile, superato. La stessa sapienza, la cultura,perfino la conoscenza della vita della natura, della materia, delCosmo, del macrocosmo appaiono nella giusta luce (e conquesto rispondo alla vostra domanda): un mezzo ormai non piùnecessario per stimolare un sentire. Ma ora che il sentirefluisce spontaneamente, l'utilità di questo mezzo è acquisita inmodo indelebile. Dirò di più: siccome "sentire" significacoscienza, da questa successione di sentire sempre più intensied ampi la sapienza ne risulta automaticamente incrementata;ma è una sapienza diversa. Intendo dire che voi conosceteconcetti e li ritenete a mezzo della memoria; noi non seguiamoquesto mezzo. Nel piano del sentire non si conosce questaverità; ma SI È ANCHE QUELLA VERITA', e ciò in una lucidaconsapevolezza che non dà adito a false interpretazioni.

Mi accorgo che se continuassi a tradurre in immagini la vitadel sentire, mio malgrado contribuirei a creare in voi dellefigurazioni che vi trarrebbero in inganno; perciò, mi taccio suquesto argomento, come si conviene a chi crede di dire troppo.

Mi rimane un ultimo argomento da concludere, quello cheiniziammo la scorsa volta.

Io espressi la mia convinzione che l'uomo di media culturadi questa civiltà, con i mezzi di cui dispone (cioè la suaintelligenza e le sue conoscenze) può credere a Dio senza farealcuna affermazione fideistica; e per controllare questa miaconvinzione mi calai nei panni di un siffatto uomo.

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Naturalmente le mie sono affermazioni ipotetiche. Ma seesse si fondano su dati di fatto, e sulla logica, posso tender inconsiderazione fino a che non siano smentite in qualche modo.Ciò non è contrario né alla ragione, né alla scienza positiva.

Per convincersi di questo basta pensare che la concezioneatomica della materia è una ipotesi di questo tipo, e voi tuttisiete a conoscenza di quanta strada sia stata fatta dalla scienzapositiva con questa concezione.

Se io identifico la Prima-Causa con Dio, potendo credereche l'esistente ha una causa (come vedemmo la scorsa volta) finda ora potrei ammettere l'esistenza di Dio. Però, preferiscoragionare su questa Causa, per vedere in quale Dio possocredere. Voi udrete cose già dette; non è la prima volta che viparliamo di Dio. Ma se lo ripetiamo, è per dimostrare inqualche modo, che anche stando nella vostra posizione si puòpervenire a quella idea di Dio alla quale perveniamo noi condiverso metodo. Perciò, facciamoci coraggio, e proseguiamo.

Eravamo rimasti alla Causa.La Prima-Causa - antecedente al tempo, allo spazio, alla

materia - deve essere necessariamente diversa da tutto quantocade sotto la nostra attenzione nel mondo del finito, dellimitato, del transitorio.

Posso immaginare, che il rapporto che esiste fra questaPrima-Causa ed il causato, non è lo stesso che esiste fra causaed effetto nello spazio-tempo. Anche senza addentrarci inconsiderazioni sul rapporto che esiste fra causa ed effetto nellarealtà fisica (che peraltro, badate bene, è messo in dubbio dataluni, che non lo ritengono realmente esistente, ma loritengono frutto della nostra abitudine a considerare costanti ilegami fra certi fenomeni osservati) posso capire che, causa edeffetto, azione e reazione (quali la scienza li coglie) sono eventispazio-temporali, che appartengono cioè ad un dato tipo di

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Parte Seconda

realtà; ma che di tutt'altra natura deve essere il rapporto chelega questo tipo di realtà con ciò che ne ha determinatol'esistenza. Perciò, io solo per comodità di linguaggio chiamoPrima-Causa la Realtà antecedente alla realtà esistente, tenendopresente che il rapporto che esiste fra queste è tutto dadeterminare. Allora, con questa premessa, posso continuarenelle mie considerazioni.

La Causa del Tutto, cioè la Prima-Causa, deve essereindipendente da tutto; non deve dipendere da alcunché, cioèdeve essere la Prima-Causa-Increata, altrimenti dovrei spostareil mio esame fino a trovare la Causa esistita da sempre.

Ora, poiché siamo al di fuori del tempo e dello spazio, mipare opportuna una precisazione: cioè sostituire l'avverbio ditempo "sempre", con un vocabolo più adatto; e questo è"eternamente". Perché nel linguaggio comune (io non voglioimprovvisarmi filologo, è vero?, figli e fratelli), ma nellinguaggio comune si confonde il significato di "eterno" conquello di "perpetuo" e di "perenne". Noi intendiamo "eterno"senza-tempo, mentre perpetuo è qualcosa che ha avuto uninizio e che continua in un supposto tempo senza fine. Perenneè che non si esaurisce mai. Intendiamoci sui vocaboli!

Dunque la Prima-Causa è Eterna. Se è Eterna, cioè senza-tempo (ovviamente siamo al di là

del tempo e dello spazio), è Immutabile.E già!, perché se mutasse, avrebbe in qualche modo una

successione. Poi deve essere Assoluta, cioè indipendente da tutto;

altrimenti, come ho detto, non sarebbe la Prima-Causa.Se è Eterna, Immutabile, Assoluta, non se ne scappa: deve

essere Una.Se è Una, è tutto quanto esiste, occupa tutto quanto esiste:

allora è Illimitata.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Se è Illimitata, niente vuol dire che la limita; e quindi possoaffiancare a questo concetto l'altro concetto: è Infinita.

Se è Infinita, non esiste un punto ove Essa non sia; quindi èOnnipresente. E poiché è Eterna, è l'Eterna Onnipresenza.

Se allora è Eterna, Immutabile, Assoluta, Illimitata, Infinita,Eterna Onnipresenza, e se confronto i caratteri di questa Prima-Causa con quelli universalmente riconosciuti dalla filosofia edalle religioni a Dio, vedo che posso chiamare questa ‘Prima-Causa’ Dio; salvo poi a vedere quali altri caratteri possoattribuire ad essa.

Se è Onnipresente, è al contatto del Tutto; niente quindi puòesserle ignoto: allora è Onnisciente.

Ora, se guardo con quanto ordine ed intelligenza si svolge lavita naturale del creato, non posso non credere che altrettantoordine, equilibrio, intelligenza, non sia in ciò che ne è stato lacausa.

Per cui questa Prima-Causa, o Dio, deve necessariamenteessere perlomeno tanto intelligente e quindi sapiente dellatotalità di ciò che ha generato. E proprio "generato", mi inducea fare un'altra considerazione. E cioè: che non posso pensareche tutto quanto esista sia stato tratto dal nulla; e l'unicaconclusione alla quale posso logicamente pervenire e che Diol'abbia tratto da se stesso, cioè che sia stato emanato. Non solo.Ma non posso pensare all'emanato come a qualcosa di staccatoda Dio, che viva autonomamente, senza negare a Dio il Suocarattere Assoluto. Perciò l'emanato deve rimanere in Dio.

E se è così, non posso pensare a Dio completo dellaemanazione, del creato, di quello che volete, ed a Dio privodella Sua creazione, come a due momenti diversi della Suaesistenza; perché negherei a Dio il Suo carattere Immutabile,ed Eterno. Perciò, l'emanato, non solo deve restare in Dio, madeve esservi sempre stato.

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Parte Seconda

Se allora Causa e causato sono una Realtà Unica,quell'inizio e quella fine che ho ricercato e ritrovatonell'esistente, non sono eventi oggettivi; sono illusori, sonoapparenze.

Allora, quanto noi percepiamo non è la Realtà. Èl'apparenza di essa: sono congetture, che la nostra mentecostruisce su informazioni che le pervengono dai sensi; ma nonè la Realtà di ciò-che-è.

La REALTA' È CIO' CHE È, e non ciò che i nostri sensi cifanno ritenere che sia.

E allora, come è conciliabile questa apparenza con unaRealtà diversa?

Certo, deve esservi un modo comprensibile che conciliaquesti due aspetti del problema. Ed è proprio da questaspiegazione che devono scaturire i valori antropologici, non ilcontrario. Cioè, errato sarebbe, da valori umani immaginareuna realtà di Dio e su quello creare un'etica; e mi pare cheproprio questo errore sia stato fatto: cioè partendo da quelloche i nostri sensi ci fanno ritenere realtà, l'uomo abbia notatotutte quelle concezioni del divino che ne fanno un essereantropomorfo; se non nell'aspetto, perlomeno nelcomportamento. Invece mi pare più proprio pensare che Eglisia la Causa di tutto, come io ho postulato; ma ne ho dedottoche Causa e causato debbono essere un'Unica Realtà. Oppurelo posso immaginare come un ordinatore di un caos pre-esistente; ma ne ho dedotto che, se fosse realmente così, ciòcontrasterebbe con la Sua natura Immutabile ed Eterna. E loposso immaginare come Essere da cui traggono origine tutti glialtri esseri; ma se fosse realmente così, ciò contrasterebbe conla Sua natura Infinita ed Indivisibile. Allora, che cosa significa?

Significa che io posso immaginare Dio come più miaggrada, come più mi fa piacere. Ma, per essere veramente tale,

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Egli non può che essere l'Unica Verità, l'Unica Realtà; perchésolo così Egli è Immutabile, Infinito, Indivisibile, Eterno,Perfetto, Completo, Onnipresente, Onnisciente, ASSOLUTO.

Questo è il Dio al quale posso credere senza far torto allamia ragione!

* 17 Gen. 1976 *

Questa sera abbiamo udito molte domande, domande cheriguardano i vari aspetti dell'insegnamento; per cominciare daquello del piano fisico.

Ebbene, è giusta la vostra preoccupazione di prevenireeventuali obbiezioni da parte di persone, preparate, che legganociò che noi abbiamo detto a proposito dei fenomeni inerentialla costituzione della materia. Sì, ma occorre tenere presenteche certe apparenti - non direi neppure discordanze - ma nonidentiche affermazioni, fra quello che abbiamo detto e quelloche la vostra scienza afferma, devono essere ricondotte a unanon completa visione della materia da parte della scienza.

Anticiperò intanto per esempio la questione del calore, chenoi abbiamo detto essere un fenomeno riguardante gli atomi. Elo confermiamo.

Per vedere quanto questa affermazione sia riconosciuta daparte della vostra scienza, pensate ai fenomeni del cosiddetto"plasma".95

Ancora voi avete ricordato la questione della massadell'elettrone. Ecco, qua, semmai, c'è da fare una precisazione,

95 - Particolare stato di aggregazione della materia sottoposta ad alte odaltissime temperature; si definisce “plasma”, secondo la scienza, un gasionizzato costituito da un insieme di elettroni e ioni e globalmente neutro

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Parte Seconda

ed è questa: allorché noi vi demmo quella formula96 parlavamocon creature che non erano molto interessate nelle affermazionidella scienza; per cui quella formula fu da noi alquantosemplificata: ponemmo cioè la massa della UNITÀ ELEMENTARE

eguale ad 1. Ma, in effetti, così non è. Se dobbiamo pensare adun numero massico, pensiamo a circa 0,9457... qualcosa delgenere.

Che cosa accade? Non solo che ancora questo non è ilnumero massico della UNITÀ ELEMENTARE (perché va diviso perdieci milioni) ma che - per una questione matematica - questadivisione per dieci milioni (per trovare il giusto numeromassico) va tenuta fuori delle operazioni; va eseguita solo altermine dei quadrati.

Per esempio, noi abbiamo detto che la massa della UNITÀ

ELEMENTARE è 0,9... ecc. Per trovare la massa della PARTICELLA

occorre moltiplicare la massa della UNITÀ ELEMENTARE per 7,ricordate?, dopo di che questo totale va moltiplicato per sestesso. Ecco, a questo punto, la massa della PARTICELLA (quelnumero che abbiamo trovato) sarà il numero stesso diviso perdieci milioni.

Per trovare, ancora, la massa del CORPUSCOLO, dovremorifarci al numero trovato, e riferito come massa dellaPARTICELLA, non ancora diviso per dieci milioni, moltiplicatoper se stesso; ma la massa del CORPUSCOLO sarà il totale divisodieci milioni.

Finché troviamo la massa del cosiddetto NUCLEO. In effetti,noi dicemmo che la massa del NUCLEO era un numero piuttostoalto, ricordate figli? Ma la realtà ci dimostra che i NUCLEI sono

96 - Vedi, nella parte prima, gli insegnamenti che si riferiscono altrattamento quantitativo dei rapporti fra UNITÀ ELEMENTARE del piano fisico,e PARTICELLE, CORPUSCOLI, NUCLEI ed atomi, per es. la comunicazione del 31Mar. 1961, 775-III

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raggruppati tre a tre; ed ecco ancora un numero che ricorrespesso nella costituzione del Cosmo, così come i nostri mezzidi indagine ci fanno vedere. Perché voi sapete benissimo, daquello che vi abbiamo detto da quel periodo ad oggi, quantotutte queste realtà che si credono precise siano in effetti delleapparenze; che si mostrino in un certo modo in dipendenzastretta dei nostri sensi, e dei nostri mezzi di indagine, ma che laRealtà Assoluta sia del tutto diversa.

E qua mi ricollego alla domanda che ha fatto il figlio L. Nonper rispondere (perché risponderà il fratello Kempis), ma perricordarvi che le domande alle quali rispondiamo volentierisono quelle che trovano interesse nella generalità dei presenti;che suscitano in tutti una certa riflessione ed unapartecipazione intensa. Così, il fratello Kempis risponderà alladomanda del fratello L. perché essa ha trovato eco in tutti voi,o quasi in tutti. Ma voi sapete qual'è ormai il nostro metodo dirispondere: ed è quello di farvi giungere direttamente allarisposta, cioè di fornirvi gli elementi e di lasciarvi trarre leconclusioni dovute.

“Io sono Walter Rudolf Hess, dottore in Zurigo.Amavo la ricerca scientifica, quella sistematica. Ma

qualunque metodo è sempre imperfetto.L'osservazione diretta, per mezzo dei sensi, non prova

molto, ammesso che sia esatta.Allora si cerca di sostituire l'osservatore con mezzi di

indagine sempre più complicati. Ma l'osservatore non potrà maiessere sostituito interamente, poiché non si avrebbe più alcunainformazione.

Fino a che punto, è esatta una ipotesi teoretica basata sunumerose e complicate osservazioni? Fino a che punto, laRealtà non è modificata dai sistemi di indagine?

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Parte Seconda

Due grandi interrogativi! Ed ora una cosa certa; riguarda la cellula: nel citoplasma,

assieme ai mitocondri ed agli altri componenti il condrioma, visono particelle elementari analoghe ai geni posti neicromosomi. Di questo sono certo.

Ho sempre sospettato, nei miei studi, l'esistenza di questeparticelle. Adesso ho la certezza”.

Gli argomenti dei quali ci stiamo interessando, fanno uncurioso effetto: fanno assumere alle parole un significato, etalvolta, tutto l'opposto. Perciò voi non dovete adontarvi se iometto alla prova ciò che avete inteso ultimamente invitandovi ariflettere su questo: l'uomo possiede una visione limitata dellaRealtà, ma esatta nei suoi elementi posseduti, oppure no? E seaumentassero le possibilità di percezione dell'uomo, siaggiungerebbero altri elementi precisi, in modo da formare untutto omogeneo e più vasto, oppure la nuova visione sarebbedel tutto diversa?

A queste domande risponderete con comodo, perché c'è deltempo.

Dicemmo una volta che l'uomo è oggetto e soggetto dellacreazione. Per capire che cosa intendiamo con questaaffermazione, pensiamo un istante a Dio in termini panteistici.La natura nel suo complesso (compreso l'uomo) sarebbel'oggetto della creazione; mentre l'uomo, con la sua possibilitàdi conoscenza, costituirebbe il mezzo attraverso al quale lanatura prende coscienza di se stessa. Se Friedrich Schillingavesse pensato a questo, evidentemente non avrebbe definito lanatura come un pensiero privo di coscienza. Povero Schilling!Aveva cominciato così bene con il suo Assoluto, per naufragarepoi miseramente quando si trattò di spiegare la molteplicità deimondi rispetto all'Unità dell'Assoluto. Allora non seppe trovare

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niente di meglio che pensare ad un distacco di questi mondidall'Assoluto; cioè una specie di storiella degli angeli caduti inchiave variata.

Dicevo, che l'uomo, oggetto della creazione, crea a suavolta. E non già nel senso materiale (perché allora più propriosarebbe dire che distrugge, demolisce) ma nel senso che ha, delmondo che percepisce, una personale concezione, unaparticolare esperienza. E vi assicuro che se anche le esperienzepossono sembrare simili, sono tuttavia diverse, uniche edirripetibili, per ogni individuo.

Questa affermazione, potrebbe farci pensare a Dio, intermini diversi da quelli che comunemente abbiamo conosciuti.Certo che, fra l'idea teistica (cioè di dio intesa come un'entitàantropomorfa distinto dalla sua creazione) e l'idea panteista,non esisterei a definire più aderente alla Realtà quest'ultima,che non la prima.

Da sempre abbiamo detto che Dio è in tutto e che tutto è inDio; perciò il concetto panteistico sembrerebbe avvicinarsimolto al Dio vero. Tuttavia, nel momento stesso cheaffermiamo che Dio è oltre il mondo, oltre il manifestato, edoltre la totalità del tutto, riconosciamo al panteismo solo unapiccola parte di verità.

Dio è al tempo stesso immanente e trascendente lamanifestazione.

Quali rapporti vi sono in Realtà fra Dio e l'esistente? Ancorauna volta siamo di fronte ad un concetto che deve essereapprofondito.

Dalle nostre affermazioni appare, lapalissianamente, che noirespingiamo il concetto di creazione inteso come l'atto con cuiDio trae dal nulla tutte le cose rimanendo separato dalla Suaopera; e perciò respingiamo anche l'ampliamento di questoconcetto operato da Tommaso d'Aquino secondo cui la vita

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Parte Seconda

stessa del creato è un continuo atto creativo. Dalle nostreaffermazioni appare più logico pensare all'emanatismo: cioècredere che la molteplicità degli esseri derivi per emanazionedall'Uno Assoluto, e che per successiva condensazione sigiunga alla materia. Tuttavia, anche questo concetto non èaderente alla Realtà se con esso crediamo che Dio rimangadistinto dalla emanazione; se pensiamo alla emanazione comead un evento oggettivo. Infatti ne deriverebbe un Dio non certoatemporale, ed in continua mutazione.

È vero che i Neoplatonici affermano che la quiete perfetta diDio non viene minimamente turbata dalla continuaemanazione; ma è altresì vero - e voi dovrete convenirne conme - che questo concetto, così com'è enunciato, può essereaccettato dalla logica solo se pensiamo all'emanato come aqualcosa di distinto da Dio; cosa assurda.

Perché, vedete, noi non respingiamo tanto il concetto dicreazione perché secondo questo Dio trarrebbe dal nulla tutte lecose; quanto perché esso ammette l'assoluta separazione fraDio ed il creato. Al pari, respingiamo il concetto diemanazione, se pensiamo che l'emanato abbia una sua fase diesistenza oggettiva; se ci figuriamo che Dio crei i principi e glielementi (che potrebbero essere gli esseri ed i mondi) e che poiquesti abbiamo una esistenza indipendente ed indeterminatarispetto a Dio, spettando agli esseri creare nei mondi una sortadi Repubblica ideale come quella vagheggiata da Platone.

Affermando che Dio trascende la totalità del tutto, neconsegue logicamente che il mondo umano non ha incidenzanel divino. Ma questa affermazione non deve farci pensare aduna trascendenza di Dio rispetto al manifestato, eguale a quellaconcepita ad esempio dall'idea teistica. La non relazione fra lamutabilità dei mondi e l'immutabilità di Dio ha un'altraspiegazione, e voi lo sapete!

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Infatti abbiamo cercato di farvi capire come il Tutto-Uno-Assoluto, cioè Dio, ancorché considerato come l'insieme diparti - i mondi - in continua mutazione, in effetti non mutaaffatto. Questo perché, ciò che noi vediamo mutare, in Realtà èimmutabile: è un insieme di situazioni (chiamiamole così) fissenella Eternità del non-tempo. La mutazione nasce dallapercezione in successione di queste mutazioni; così come lastoria narrata in un libro acquista vita e svolgimento solo nellamente del lettore e in funzione di essa.

Perciò si comprende come creazione o emanazione, o non èmai avvenuta, o è sempre stata; cioè, è un evento che si coglienel gioco illusorio della percezione soggettiva, e perciò nonincide sulla oggettività di Dio. Questa, è la vera ragione percui, creazione o emanazione, non tocca la Realtà di Dio.

Ora la verità di questa affermazione, per chi non abbiapossibilità di verifica, può essere confortata dalla convergenzadi conclusioni derivanti da altre considerazioni. Per esempio,possiamo pensare che Dio tragga dalla manifestazione un utile,nel senso che essa sia necessaria a Dio. Invero, non essendo unevento oggettivo, nulla porta a Dio; né Dio muta inconseguenza dell'apparente svolgersi dei mondi.

Perciò, siccome creazione o emanazione non tocca la Realtàdi Dio, ne consegue logicamente che non può esservi un perchédella manifestazione a livello di Dio.

D'altra parte, se è vero che il divenire dei mondi, nonessendo un evento oggettivo, non tocca la Realtà di Dio,nell'ambito di ciò che appare ma non è realmente possiamopensare che questo divenire non abbia un fine; cioè che siaprivo di significato per gli esseri che vivono questo divenire.

V'è dunque, una duplice valutazione della manifestazione.L'una sul piano soggettivo: ed è che la vita dei mondi, da cuitraggono esistenza gli esseri, conduce gli esseri a Dio. L'altra,

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Parte Seconda

sul piano oggettivo: ed è che su questo piano la manifestazionenon rileva, nulla apporta né trae a Dio. Solo in questo sensoperciò possiamo accettare l'affermazione dei Neoplatonici circala quiete perfetta di Dio.

Sul piano assoluto, oggettivo, non esiste né creazione, néemanazione, né manifestazione, né esseri, né mondi. Esiste soloDio.

Ed è quindi assurdo cercare un perché della manifestazionesul piano assoluto....(omissis)...

La vita di Dio è eterna, cioè senza-tempo. Non è unoscorrere.

Così, non può esservi un momento in cui Dio crei o emaniqualcosa; o in cui in Lui si sia determinata la ragione che hadato origine al Tutto.

Se così fosse, vi sarebbe un preciso punto di riferimento inDio, che sarebbe giusto l'inizio della manifestazione: allora visarebbe un dio privo di manifestazione e un dio completo dimanifestazione; cioè la manifestazione sarebbe una RealtàOggettiva; cosa che non è.

Ma se anche lo fosse, dovrebbe avere la stessa natura di Dio,per esempio essere Atemporale, ossia non avere inizio nésvolgimento né fine, cioè non avere variazione nei confronti diDio; proprio come sempre vi abbiamo detto!

L'unica cosa che c'è da dire (sottolineo, non che possiamodire, ma che c'è da dire) è che tutto è per la natura di Dio; cioèche Dio stesso in sé è la Causa del Tutto.

E come non c'è una ragione all'esistenza di Dio, così, seammettiamo che la manifestazione non incida su Dio - e nonpuò essere diversamente, altrimenti si tratterebbe di un diomutabile - ne consegue che non può esservi un perché dellamanifestazione, a livello di Dio; così come, quando durante lanotte sparisce la luce del Sole, ciò non dipende dal Sole.

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Sul piano Assoluto, non possiamo pensare a manifestazione,creazione, esseri, mondi. Esiste solo Dio.

E direi che Dio non crea, né emana, né manifesta, nel sensoche gli uomini credono. Mi dispiace distruggere questa vostraimmagine romantica di Dio. Sono stato alquanto titubante,prima di dirlo. Ma, che ci piaccia o no, questa è la Realtà.

Sul piano relativo, tutto quanto esiste - possiamo chiamarlocreato, emanato, manifestato, o come volete - non esiste per unatto di volontà di Dio (che Dio non ha atti di volontà); esisteunicamente in dipendenza della natura di Dio. Sul pianoassoluto, lo ripeto, non possiamo parlare né di creazione, né dimanifestazione, né di emanazione, né di esseri, né di mondi.Esiste solo Dio. E non dobbiamo confondere ciò che gli uominihanno intuito di Lui, e che hanno cercato di appellare inqualche modo, con Lui: Egli non è il dio di Abramo, né diConfucio. Non è Brahma. Non è il Padre del Cristo, né l'Allahdi Maometto. Non è né bene né male. Non è amorecontrapposto all'odio. Non è giustizia; ma non è parzialità. Nonè misericordia; ma non condanna.

Egli è al di là del gioco dei contrari. Ma essendo la SommaPienezza, è tutto ciò che vi manca: amore, per chi non è amato;beatitudine, per chi soffre; tutto, per chi nulla è.

Egli è l'Uno che appare come molteplice; ma non èl'apparenza perché È CIO' CHE È.

È Infinito perché l'Unico; Eterno, perché Immutabile. InRealtà Indivisibile, perché in Realtà il solo che Esiste. Egli èCompleto, perché è il Tutto che tutto comprende; ma non è iltutto, perché il tutto trascende.

Egli è Assoluto Sentire ed Essere, nostra Reale condizioned'esistenza.

Invoco lo Spirito che è in voi; il solo capace di dare senso aquesto misero balbettare!

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Parte Seconda

* 1976 *

Da sempre vi diciamo, che il mondo che percepite èl'apparenza di una parte della Realtà-Unica-Totale. Poiché soloquest'ultima è oggettiva, in quanto solo quest'ultima è Assoluta,possiamo definire la vostra percezione soggettiva, illusoria.

La percezione è un processo che implica l'attività dellamente e dei sensi; perciò a questi si fa risalire l'illusione. I sensicioè, traggono in inganno, e non da meno è la mente, con il suoindurre a considerare costanti i rapporti fra gli eventi osservati.

La mente, pur secondando il gioco dei sensi, ha tuttavia lacapacità di svincolarsi da essi. Se questo è possibile, puòl'uomo conoscere realtà che i suoi sensi non riuscirebbero mai acomunicargli?

Siamo, ancora, di fronte al problema della conoscenza,intesa come attività della mente che fa apprendere e ritenereimmagini di fatti (qualcuno direbbe: "di realtà"), problema delquale ci siamo già interessati.

Certo non possiamo passare in rassegna le varie opinionicirca la possibilità dell'uomo di conoscere la Realtà, tutteconsideranti l'uomo quale è; cioè, senza vederlo come ilrisultato di qualcosa, senza pensarlo come suscettibile ditrasformazione.

Possiamo essere d'accordo che la conoscenza è a priori(cioè per conoscenze innate), e qua potremmo aprire uncapitolo su questo tema, sempre che a voi interessi); aposteriori (per esperienze consumate); intuitiva, cioèimmediata; razionale, o logica; o conseguenza di altreconoscenze. Siccome è sempre un soggetto che conosce, esiccome ciò che si apprende o si ritiene è sempre un'immaginedella Realtà, la conoscenza è sempre soggettiva.

Giova qui ricordare ciò che dicemmo ultimamente: e cioè

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che la Realtà, ipotizzata dall'uomo sulla scorta delle suepercezioni, al di là dei suoi personali soggettivismi, non haalcun punto di contatto con la Realtà-Unica-Totale. Infatti nonsi deve credere che la visione-concezione che l'uomo ha dellaRealtà sia incompleta ma esatta nei suoi elementi posseduti; eche crescendo le possibilità di percezione si accrescano nuovielementi validi a quelli esatti già in possesso. Sarebbe così se larealtà relativa fosse oggettiva; ma dicemmo che è Oggettivasolo la Realtà Assoluta. Perciò, aumentando le possibilità dipercezione dell'uomo, la nuova visione-concezione che egliavrebbe della Realtà sarebbe radicalmente diversa.

Il concetto di spazio che l'uomo ha, è quello che è infunzione delle umane possibilità di percezione. Aumentandoqueste, cambierebbe il concetto che l'umano ha dello spazio.Forse addirittura sparirebbe del tutto. Allora, le risposte alledomande trappola che vi avevo fatto, per essere date avevanobisogno di certe precisazioni: innanzitutto che cosa si intendevacon "visione". Visione-concezione?, ed allora ho già risposto:ad ogni nuova possibilità di percezione muta radicalmente ilconcetto di realtà. Oppure visione-percezione?, ed allora eranecessaria ancora una precisazione, cioè: le nuove possibilità dipercezione erano dovute ad un aumento del numero dei sensi(ed allora in quel caso si aggiungevano nuovi elementi cheandavano ad arricchire la visione che l'uomo ha della Realtà; dauna visione bidimensionale, per esempio, ad una visionetridimensionale; da una visione incolore ad una visionecolorata), oppure queste nuove possibilità di percezioneaumentavano perché, fermo restando il numero dei sensi,variava la portata, la gamma dei sensi? Ed allora in questosenso la visione-percezione muterebbe radicalmente: peresempio (esempio già fatto) la vista che arriva a vedere alivello molecolare o atomico la materia.

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Parte Seconda

Vedete, i sensi sono delle finestre aperte. Ma dobbiamovedere anche il lato opposto; cioè che sono limitativi. Qualcunoli ha definiti, giustamente, come una rete da pesca con dellemaglie larghissime, che trattiene solo i pesci grossi e lasciasfuggire i piccoli e tutto il resto. In effetti è così!

Dunque, quello che c'è da capire però sostanzialmente è cheper limitazione (possiamo dirlo) percettiva, l'ente percepientecoglie l'apparenza di una parte infinitesimale della Realtà-Unica-Totale; parte in se stessa inesistente, e la trasforma - inse medesimo, nel mondo della sua percezione - in realtàparziali; ossia relative; ossia soggettive. I punti di contattodelle varie realtà soggettive che gli enti percepienti hanno, nonderivano dall'esistenza oggettiva di quegli elementi comuni; masemmai costituiscono il soggettivo universale, per dirla conKant.

Il mondo che l'uomo conosce è una costruzione della suapercezione, una creatura della sua soggettività. Allora, puòl'uomo conoscere realtà che stanno al di là delle sue possibilitàdi percezione?

Dei quattro tipi di conoscenza che abbiamo indicati, è chiaroche solo due possono farci sperare che lo sforzo dell'uomo diconoscere realtà a lui ignote - e come vertice massimoconoscere Dio - non siano inutili. Potrebbe essere obiettato chela Realtà Assoluta, cioè Dio, può esulare dalla logica umana; equindi può essere da questo irraggiungibile.

La logica, definita "scienza del ragionare", è in effetti untipo di programmazione della mente. Noi ragioniamo in uncerto modo perché siamo programmati (più giusto sarebbe dire"condizionati") dalla nostra abitudine ad usare certi postulati, aservirci di certe convenzioni, a considerare costanti certirapporti; ma ciò non esclude che noi possiamo ragionarediversamente, semplicemente cambiando tipo di logica. La

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mente ha questa possibilità: la possibilità di superare la suacontingente impostazione e funzionare negli schemi di unalogica diversa. Tuttavia anche il tipo di conoscenza che noiabbiamo chiamato logica, o deduttiva, o razionale, può daresolo una immagine della Realtà; e chiaramente, l'immaginenon è la Realtà.

Per cui solo la conoscenza intuitiva, che invece mette incontatto non mediato il soggetto con l'oggetto, sembrerebbel'unica a darci la Suprema Sapienza, o la Suprema Conoscenza.

C'è però da tenere presente un fatto importantissimo: e cioèche Dio è Sentire Assoluto, e conoscere Dio nel vero sensosignifica comprendere Dio; significa sentire nei termini in cuisente Dio; significa essere Dio. Per cui l'uomo, come tale, nonpuò conoscere Dio.

Questa affermazione che sembra lasciare così pochesperanze, non tiene tuttavia conto di tutta la questione; nontiene conto che l'uomo non è immutabile. Quanto affermiamo,come spesso abbiamo fatto, che si giunge a quellacomprensione che è sentire ed essere, attraverso al porreattenzione e poi al rendersi consapevoli, noi implicitamenteammettiamo che l'uomo superi se stesso e raggiunga un nuovosentire e un nuovo essere. La possibilità che l'uomo superi inprospettiva la sua condizione umana, non rende invani i suoisforzi di conoscere la Realtà ignota che è al di là delle sueattuali possibilità di percezione. Anzi, gli stimoli cheprovengono dalla vita dei piani grossolani non sono che ilmezzo per mettere in moto quel processo; che catturandol'attenzione dell'uomo, attraverso alla sua consapevolezza, loconduce ad una nuova coscienza, a quel nuovo sentire. Viricordo che con "coscienza" noi intendiamo qualcosa di diversoda consapevolezza. Infatti diciamo che l'uomo è consapevolequando è conscio delle sue azioni, dei suoi pensieri, dei suoi

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Parte Seconda

desideri, delle sue emozioni, delle sue sensazioni. Mentre percoscienza intendiamo quel sentire che spinge l'uomo a vivereal di là di se stesso.

Le sensazioni, le emozioni, i pensieri quindi non sonosentire; sono percezioni, sono attività dei veicoli grossolanidell'uomo. Il sentire trascende tutto questo. Nella vitadell'uomo allora il sentire è appena accennato. Tutta l'attivitàche l'uomo svolge è improntata dall'io personale ed egoistico, enei rari momenti in cui l'io tace, il sentire si manifesta. Tuttaviaproprio dall'attività che l'uomo svolge spinto dal suo io, l'uomosupererà il suo egoismo; sempre attraverso al processoattenzione-consapevolezza-coscienza.

Se volessi indicare con una formula il processo diacquisizione di un nuovo sentire nella fase di evoluzioneumana, dovrei dire che Sn = Sc . P , dove Sn è il nuovo sentire,Sc il sentire conseguito e P la percezione. Allora il nuovosentire nasce dal sentire conseguito e dalla percezione dei pianigrossolani. Che cos'è allora la percezione secondo questaformula?

Facilissimo: P = Sn/Sc. Cioè la percezione nasce dal rapportofra il nuovo sentire ed il sentire conseguito. Una obiezionecome questa, "Come può esistere un rapporto fra una cosaconseguita ed una non ancora esistente?", è facilmentesuperabile tenendo presente che tutto esiste già. Il nuovosentire non ancora conseguito nel tempo, è tuttavia esistente;perciò può esservi un rapporto al di là della sequenza temporalefra questi due sentire.

Voi sapete che si perviene alla realtà cosmica, allaCoscienza Cosmica (che è pur sempre una realtà relativa eperciò soggettiva) in due fasi. Nella prima fase, il centro dicoscienza e di espressione, cioè l'uomo, procede attraverso allapercezione e convenzionalmente - possiamo dire - si muove dal

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basso verso l'alto. Nella seconda fase, l'individuo non piùuomo, attraverso alla comunione con gli altri individui (cioèdall'alto verso il basso) raggiunge la totale realtà cosmica. Inquesta seconda fase, l'individuo non ha più percezione; cioènon coglie più l'apparenza di una parte della Realtà-Unica-Totale, ma è cosciente di essere egli stesso una parte di questarealtà. Aggiungo e sottolineo, invitandovi a meditare, parte inse stessa oggettivamente inesistente.

Questa seconda fase corrisponde a quella posizione untantino elevata alla quale facevamo riferimento allorché viillustravamo la successione del sentire servendoci dell'esempiodei fotogrammi. Posizione che consente di cogliere la realtàcosmica che sta al di là dell'apparenza colta dall'uomo.

Ebbene in questa posizione, l'individuo constata come dalrapporto di due sentire semplici, che appartengono a quellaserie di sentire chiamata individualità, nasce la percezionedell'uomo, e con la percezione tutti i mondi che la percezionecostruisce.

Concludo.Solo un sentire cioè un essere Assoluto, può comprendere

Dio nel Vero senso, perché Dio è la Realtà Assoluta.L'uomo, creatura della soggettività, non può comprendere

l'Oggettivo per eccellenza. L'uomo che esiste solo nell'illusionedella separatività non può comprendere la Realtà del Tutto-Uno. Allora, è egli forse destinato a perdersi perpetuamentenegli amari labirinti dell'illusione?

Sarebbe beffardo quel dio che originando un essere gliconsentisse di conoscere tutta l'illusione, ma non la Realtà; gliprecludesse in qualche modo la più alta di tutte le conoscenze,gli negasse la conoscenza di sé. E la ragione che impedirebbead un simile dio di fare agli esseri che da lui traggono esistenzaquel dono che invece le sue creature talvolta riescono a fare - il

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Parte Seconda

dono di se stessi - sarebbe la sua volontà di supremazia, o lasua incapacità creativa?

* 13 Dic. 1976 *

L'apporto (la materializzazione - ndr) ha - possiamo dire - alivello atomico, una....come chiamarla?....una "armatura", una"intessitura". Ecco, quando noi apportiamo un oggetto,dobbiamo su questa intessitura riportare la materia che primaabbiamo smaterializzato. Adesso questo oggetto97 ha la suaarmatura. Non so se riusciremo a farvi vedere, piano piano, lamaterializzazione.98

Adesso è plastico, non è solido.99

Non è ancora completo, non è ancora completo.Adesso è più solido… non è più trasparente… ma ancora

non è completo.Questa sera ho deliberatamente fatta una materializzazione

lenta, per darvi modo di vedere come sono, come si svolgonole fasi. Noi li sintonizziamo con il vostro fluido, ecco perché vidiciamo di non farli toccare a nessuno. Non altro che voi stessipotete toccarli. Naturalmente, non succede niente se altri lotoccano, apparentemente. Si perde la sintonizzazione fra questioggetti e voi.

97 - Si riferisce ad un fenomeno di materializzazione che si stavacompiendo in quel momento.98 - Si stavano verificando profondi respiri del medium.99 - Alcuni minuti di profonda respirazione del medium

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* 19 Nov. 1977 *

Osservando il triste spettacolo offerto dall'egoismodell'uomo, spinto agli estremi della crudeltà e della completainsensibilità verso i problemi altrui - spettacolo in scena dallapreistoria ad oggi - non pochi hanno posto in dubbio l'esistenzadi Dio, concepito come Verità, Bontà, Amore, Giustizia: l'EnteSupremo, non dovrebbe permettere che questi valori venisserocalpestati, dato che non sono poi irraggiungibili; dal momentoche è l'uomo a concepirli.

Altri, per spiegare il mancato intervento divino senza negarel'esistenza di Dio, hanno concepito il mondo come una terra difrontiera; una specie di "zona franca", dove l'uomo potrebbefare ciò che gli pare e gli piace, rendendo conto delle sua azionisolo dopo la sua morte. In sostanza, Dio permetterebbe chesulla Terra esistesse il male, per consentire all'uomo diesercitare il suo libero arbitrio.

In questa concezione, non è chiara, la posizione di chi sitrova a subire l'esercizio, dell'altrui prepotenza. Ma c'è un'altraspiegazione al triste spettacolo che si osserva: ed è che quantosi vede, faccia parte di un quadro assai vasto, del quale - conragione - all'uomo ne apparisca solo un frammento; ma che laRealtà sia oltre l'illusoria apparenza.

Perché illusoria?Parlando di CIO' CHE È, della Realtà, noi abbiamo

affermato esistere due stati: il primo si coglie allorché si entrain comunione con tutto quanto esiste, ed è uno stato in cui tuttoè fuso nell'Unità al di là della successione, della separazione,del tempo, dello spazio, del movimento. E’ quindi uno stato di"essere”. L'altro stato, si coglie allorché si delimitavirtualmente una parte dal Tutto, e con essa ci si pone inrapporto. Questo secondo stato è uno stato di "divenire", perché

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Parte Seconda

in esso appare il movimento, il tempo, lo spazio, lasuccessione, la separazione.

Noi abbiamo definito il primo stato, quello di essere,REALTA'; ed il secondo, quello di divenire, illusione. Maquesta definizione è reversibile?

Certo. Si possono invertire i sostantivi a patto che si invertail significato. Oppure si può chiamare il secondo stato "realtàparziale", anziché illusione; ma resta il fatto che fra uno statoche abbraccia tutto quanto esiste, ed uno stato che invece siriferisce ad una parte, la condizione e la qualità di ciò che èveramente, non possono che essere quelle che si colgono in unadimensione globale del tutto. Non nell'altra, e l'ESSERE - nonil divenire - è questa condizione qualità.

Se questo è vero come è vero, allora è chiara la relatività delgiudizio di chi come l'uomo non vede tutta la Realtà: ne vedeuna parte, o quantomeno ne vede solo l'apparenza. Mi sipotrebbe obiettare che "apparenza" non sembra quantociascuno percepisce; in special modo il dolore. D'altra parte èaltresì vero, che il dolore che si osserva negli altri, è reale perchi lo osserva solo nella misura in cui suscita in qualche modoun sentire. Quante creature vicinissime a voi soffrono!, magarinell'appartamento contiguo al vostro. Per esse il loro dolore èreale, ma non lo è per chi ignora tutto di quelle.

Da questa considerazione, ecco emergere una particolareconcezione della realtà umana: per ciascuno è reale solo ciòche in qualche modo percepisce (comprendendo nel percepireanche il conoscere) e nella misura in cui è percepito.

Dunque quella che si crede realtà umana, è un insieme disoggettività.

D'altra parte è altresì vero che se l'uomo evolve, evolveproprio in forza di questa soggettività; intendo dire che allimite tutto potrebbe essere uno spettacolo di ombre senz'anima

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e l'uomo, il singolo, evolverebbe egualmente. Sicché il tristespettacolo che si osserva, al limite potrebbe essere una finzionescenica, valida per il solo spettatore (così come in filosofia è laconcezione del Solipsismo) e ciascuno spettatore avere il suospettacolo indipendente dagli altri.

Voi sapete che non è così, perché le varie storie soggettiveche si incentrano sugli esseri, hanno dei punti di contatto. Laragione per cui esistono i "comuni denominatori" (cosìabbiamo chiamato i punti di contatto delle varie storieindividuali e soggettive) risiede nel fatto che ciascunopercepisce la stessa apparenza di una parte della Realtà-Unica-Totale. Ne discende che il mondo dell'apparenza, dellapercezione, ha una sua natura unitaria; sicché osservando lavita dei vostri simili, molto probabilmente voi non osservateuno spettacolo di spettri senz'anima, ma teoricamente potrebbeesserlo o quantomeno in alcuni casi lo è. Abbiamo già precisatoquando questo accade: cioè abbiamo parlato della non-contemporanea percezione di una stessa situazione spazio-temporale da parte di sentire di grado diverso, ed abbiamoancora parlato delle varianti, che realizzano la effettivapossibilità di scelta del singolo senza alterare la storiacollettiva.

Ma perché deve esistere la effettiva possibilità di scelta delsingolo? Non potrebbe essere la libertà una sempliceapparenza, dato che abbiamo visto che anche ciò che si credenel mondo umano oggettività è un insieme di soggettivismi? Inaltre parole: non potrebbe essere la libertà di cui crede digodere ciascuno, una semplice supposizione, e nulla più?Questo collimerebbe bene, col concetto di Eterno Presente,secondo cui tutto esiste già.

Se così fosse, allora il futuro dell'uomo non dipenderebbedalle sue libere scelte, ma sarebbe già predeterminato, a meno

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Parte Seconda

che… a meno che tutto non esistesse già in funzione dellescelte individuali già note da sempre all’onniscienza divina.

Diodoro Crono, sosteneva, che non v'è differenza frapossibilità e Realtà; perché, ciò che non si realizza, non èpossibile. E concludeva che tutto quanto accade deve accadere,perché ciò che non accade non accade proprio a motivo chenon può accadere.

Non crediate che questo sillogismo sia facilmentecontrobattibile come può sembrare!

Se getto un dato e esce un numero, non osservo una delle seipossibili realizzazioni; perché se quel numero è uscito, ciòsignifica che fattori cinetici od altro, ne hanno determinatol'uscita. E siccome in quel momento i fattori cinetici eranoquelli e quelli soli, quel numero solo poteva uscire, e non unaltro. Dunque esisteva una sola possibilità veramente tale:quella che si è realizzata. Ciò che non si realizza a motivo difattori cinetici o di altro genere, non è possibile.

Da questo, ad affermare che non esiste possibilità di scelta,il passo è brevissimo.

Senza entrare in polemica con Diodoro Crono, ciò che fasuperare questa argomentazione - almeno per quanto riguardala possibilità di scelta - è proprio la pluralità alternativadell'esistenza soggettiva.

Infatti, Diodoro Crono, nega più possibili realizzazioni inuna stessa dimensione della Realtà. Noi condividiamo questo.Ma vedete, quanto più si afferma esistere un severodeterminismo, cioè una rigida concatenazione di cause fisiche epsichiche, che non lascia spazio a comportamenti autonomi edindipendenti del singolo; e tanto più è necessario, per affermarel'esistenza delle scelte individuali, ricorrere al concetto dellevarianti: che sono serie alternative di cause concatenate,ciascuna serie delle quali è legata con la serie che sta a monte

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(con la serie madre) non da un rapporto causale, macontingente. Dunque, causalità in seno alle serie;contingentismo laddove le serie si originano, le storie sisdoppiano. Dunque, determinismo nella vita macrocosmica enella storia generale; indeterminismo nella struttura deimicrocosmi laddove esiste potenzialmente un salto quanticonell'andamento dell'evoluzione individuale.

In altre parole: o si dice che la libertà non è necessariaall'incremento della evoluzione individuale, e quindi non esiste.Oppure, se si ammette che in determinati momenti della suaesistenza l'individuo non dico possa, ma debba, operare dellelibere scelte; allora non si può ridurre la libertà ad un semplicefatto esterno, all'assenza di impedimenti esteriori; mentrenell'intimo dell'uomo la libertà non esiste perché ciascuno hauna sola possibilità (quella che corrisponde al suo intimoessere). Tutt’altro. Nel mondo umano - a differenza del mondonaturale - la libertà non è un fatto esterno, ma è un fattointeriore. E le varianti esistono proprio per dare questocarattere intimo alla libertà.

A prescindere dall'assenza di impedimenti esterni, icondizionamenti caratteriali e quant'altro contribuisce aformare la personalità dell'individuo e a determinarne gliinteressi dell'intimo essere, nel mondo umano non sono a sensounico, ma conducono l'uomo a reali scelte alternative. Se cosìnon fosse, basterebbe una buona psicologia, per indovinaretutti i comportamenti umani; mentre la psicologia è più validaa posteriori che a priori proprio per questo motivo.

Giovanna d'Arco, grazie alle varianti, può non abiurare, evivere una sua storia particolare che si innesta in quellagenerale, rimasta invariata, nei punti compatibili (per esempiola prigionia e la morte). In effetti nessuno sa, tranne Giovannad'Arco, se essa abiura o no. Proprio questo significa

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Parte Seconda

l'affermazione che tutto esiste in funzione delle scelteindividuali ma non in dipendenza di esse. Inoltre questaaffermazione, prima di tutto, non deve farci intendere che ilmanifestato sia stato pensato, progettato, realizzato ad hoc, daDio, come un momento esterno alla Sua esistenza; perché ilmanifestato forma parte integrante dell'esistenza di Dio, dellaSua natura, della Realtà divina.

Un Dio Assoluto, che sia considerabile in due momenti (unoin cui è privo della creazione, emanazione, manifestazione; eduno in cui ne è completo) sarà una immagine misticameravigliosa, ma filosoficamente è un assurdo.

In secondo luogo, affermare che tutto esiste in funzionedelle scelte individuali, significa implicitamente affermarel'esistenza delle scelte. E data la natura di Dio, che comprendein Sé tutto quanto esiste, senza successione fra potenza ed atto,se le scelte esistono non possono che essere reali possibilità,più che possibili realizzazioni come Diodoro Crono suggerisce.E come potrebbero esserlo se non con le varianti?!

L'affermazione che tutto esiste in funzione delle scelteindividuali, è una affermazione limitativa (perché limita ilnumero delle varianti alle effettive scelte dell'individuo, non aquelle teoriche o supposte), ma è una affermazioneconfermativa dell’esistenza delle scelte e perciò delle varianti.

Alcuni di voi, trovano difficoltà ad ammettere l'esistenzadelle varianti, perché pare a loro che esse costituiscono uninutile sciupìo contrario ad ogni principio economico.

Io non entro nel merito di ciò che si può ritenere utile oinutile, perché sono convinto che tutto quanto esiste ha unaragione d'esistenza; e perciò da questo punto di vista, tutto èutile. Ma, a parte il fatto che questo rigore economico è piùproprio di un severo determinismo che un determinismorelativo identificabile con un relativo contingentismo quali noi

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vi proponiamo, e che il severo determinismo già da tempo èstato posto in crisi dalla scoperta in fisica del principio diindeterminazione (ma a parte tutto questo), ammettiamo pureche tutto esista nel rispetto di questo vostro presunto rigoreeconomico. Allora, lo stesso rigore, lo si dovrebbe trovare nondico nel mondo umano dove la mancanza potrebbe attribuirsialla natura dissipatrice dell'uomo, ma almeno nel mondonaturale. Ebbene, domandate ai biologi se in natura si riscontraquesto rigoroso principio economico. O se piuttosto, fra tantepossibili realizzazioni, non sia una sola quella che siconcretizza.

Dunque, secondo il vostro ragionamento, tutte le altre, cheiniziano a realizzarsi ma che non si completano, costituisconoun inutile sciupìo. Ebbene, se questo è vero, lo sciupìo esisteindipendentemente dalle varianti; ma se di sciupìo non si tratta,non lo è neppure quello delle varianti che affermanol'indipendenza relativa dell'individuo in una marea di causeconcatenate. Vi pare poco?

Forse tutto questo non sarà logico, ma allora ditemi qual'è lavostra logica!

Il discorso che noi facciamo sulle varianti è valido nellamisura in cui è necessario che, per incrementare l'evoluzioneindividuale, l'uomo debba essere effettivamente, anche serelativamente, libero. Ma da che cosa possiamo arguire che lalibertà è necessaria ad incrementare l'evoluzione dell'uomo?

Passando in rassegna le varie specie naturali, si osservacome le specie dotate di maggiore autonomia siano quelledotate di un grado maggiore di espressione. Fra la vita di unapianta, che per voi uomini fino a qualche anno fa eraconsiderata priva di sensibilità, e la vita di un animalevertebrato, la differenza di autonomia e di espressione èevidente. V'è dunque un legame fra autonomia ed espressione:

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Parte Seconda

quanto più una vita esprime, più è autonoma; e viceversa. Nonsolo. Ma vi è un legame fra autonomia, espressione, edevoluzione. Infatti se si ammette che ciascuna vita esprime un"quid" psichico o di mente, si deve ammettere che il quidespresso dalla pianta è meno evoluto di quello espresso da unanimale vertebrato; proprio come l'autonomia e l'espressione.Sicché, personalmente, posso con ragione credere che privandoun essere della sua autonomia lo si priva non solo della suapossibilità di esprimere, ma anche della sua possibilità dievolvere (non per nulla in fisiologia è risaputo che l'esercizioautonomo reca sviluppo). E che cos'è l'autonomia del mondonaturale se non l'analogo della libertà nel mondo umano?

Dunque privando l'uomo della sua libertà lo privo della suapossibilità di evolvere?

Attenti. In che misura è vera questa affermazione? L'essererelativo, non nasce forse nella limitazione? Ed il karma - che,qualunque sia, reca coscienza - non è forse sottoposizione adun effetto, e quindi coercizione?

Dunque anche i fattori coercitivi recano sviluppo! Certo. Malo recano quali contrari della libertà.

L'individuo dall'ambiente ha degli stimoli. Dai suoi istintinaturali riceve questi stimoli. Ma è proprio dal soggiacere aquesti stimoli o dal resistere ad essi, che nasce l'esperienza, lamaturazione, la coscienza. Dunque l'evoluzione è il frutto diuna misurata dualità coercizione-libertà, una delle tante dualitàche rendono possibile la vita degli esseri nel mondo dellapercezione.

Riassumendo: il mondo umano, al pari di tutto ciò chediviene, è conciliabile con il Dio Eterno Presente, solo se sicomprende che il divenire non è Reale, è una illusione dellapercezione soggettiva; che tutto esiste già in modo daassicurare la libertà dell'individuo ove e quando questo sia

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necessario, per mezzo delle varianti, che esistono in funzionedelle effettive scelte individuali. Il mondo umano, credutooggettivo, è costituito dall'insieme delle soggettività. Questabase comune costituita dai punti di contatto delle soggettività,fa sì che le percezioni individuali non siano disarticolate le unedalle altre; ma al tempo stesso non impedisce che sianorealizzate più versioni della realtà umana per mezzo dellevarianti che sono punti di disgiunzione della soggettività. Puntidi contatto-punti di disgiunzione; un'altra dualità del mondodella percezione.

Tutto questo realizza, in varie misure, la libertà individuale;che è sempre relativa ed è sempre proporzionale all'evoluzione.Libertà ed evoluzione sono strettamente connesse, come losono evoluzione e legge di causa e di effetto.

Nel mondo della percezione, l'esercizio della propriaautonomia reca evoluzione, direttamente, o indirettamente permezzo dell'effetto coercitivo (del karma - ndr). Una più grandeevoluzione consente una più grande autonomia, con ilprogressivo sottrarsi al karma coercitivo per effetto delprogressivo identificarsi della volontà individuale con lavolontà divina (per dirla in termine mistico); che poi è lafinalità del tutto.

Dunque, quello delle varianti, è un momento della strutturacosmica che va dalle soglie della incarnazione umana, perspegnersi con il progressivo identificarsi della volontàdell'individuo con la finalità del tutto; cioè termina allorchél'individuo abbandona la ruota delle nascite nel mondo dellapercezione. In questa fase particolare della esistenzaindividuale, allorché l'uomo può sottrarsi agli stimolidell'ambiente e agli istinti animali, ma ancora non hacoscientemente indirizzata la sua volontà con la finalità deltutto, è essenziale per lui di poter disporre di scelte effettive:

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Parte Seconda

cioè di realtà alternative effettivamente realizzabili nel senso diDiodoro Crono; che la sua scelta rimanga sua (cioèindeterminata per tutti, tranne che per lui); che la scelta noninterferisca nella storia generale (cioè quella comune a tutti glialtri) la quale rimane quella che è qualunque sia l'opzione chel'individuo decide.

Lo strumento delle varianti soddisfa tutte queste condizioni.Tuttavia talvolta è più facile capire il principio, che non comele cose effettivamente sono articolate. Talaltra, è piùconvincente conoscere l'attuazione pratica, che non i criterifondamentali.

La meta è comprendere. Per raggiungerla, ognuno scelga ilpunto di vista che più gli è connaturale.

* 14 Apr. 1978 *

Vedete, voi pensate che la realtà sia secondo quella che sonogli elementi in vostro possesso per ritenerla tale. Ma, da certipresupposti, fate tutto un ragionamento, e vi aspettate una certaconclusione. Il ragionamento è validissimo, se la premessafosse altrettanto valida.

Io vi ho lasciato, qualche seduta fa, al figlio A., una piccolamedaglietta d'oro, apportandola in modo incompleto; perchéegli potesse rendersi conto che non si tratta di un passaggioiperspaziale, ma si tratta di smaterializzazione erimaterializzazione.

L'ho lasciata appositamente incompleta perché tu, figlio, lapotessi osservare; ed osservare anche che vi è unatrasformazione della materia. Infatti, durante larimaterializzazione (come durante la smaterializzazione), vi èproprio una diversa disposizione allotropica, del metallo, di

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quello che sia il componente materiale dell'oggetto.Adesso, se io volessi completare codesta medaglietta, non la

potrei riprendere dal punto ove io l'ho lasciata, ma dovrei"rismontarla"; cioè rismaterializzarla, ripartire dalla formaoriginaria, e quindi portare avanti la materializzazione. Checosa accadrebbe? Accadrebbe che tutti i segni particolari(compresi gli effetti isotopici, per esempio) verrebberoannullati; perché, ripeto, dovrei rismontare l'oggetto, ericostituirlo nuovamente. Quindi, quel fine che ti sei prefissonon sarebbe raggiunto.

Allora io potrò completare questo oggetto, anzi potrò farnediversi passaggi (naturalmente sempre se a voi interesserà e asuo tempo); ma voglio che sia ben chiaro e ben capito da tuttiquesto procedimento, altrimenti il completarlo porterebbeesattamente all'effetto opposto di quello che tu vuoiraggiungere. Non so se sono stato abbastanza chiaro.

Compresi gli effetti isotopici - ripeto - tutto verrebbeannullato, nello smontaggio (per così dire), nellasmaterializzazione. Perché quando un oggetto si materializza,anche lentamente, lasciandolo poi, fermandolo poi, non si puòriprendere poi da quel punto: lo si deve riportare allo statooriginario.

* 15 Ott. 1980 *

La critica che viene mossa, ai messaggi degli spiriti chedescrivono la vita dopo la morte, colpisce il carattereantropomorfico delle comunicazioni. In sostanza si dice, chenon è verosimile un al di là concepito a misura d'uomo, con lesole caratteristiche umane; per cui le rivelazioni su quel mondoe sulla vita degli esseri che lo popolano, altro non sarebbero

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che il frutto di subcoscienze umane.Trovo questa obbiezione in parte valida: la realtà ultrafisica

è assai diversa dalla condizione umana. Tuttavia la descrizionedell'al di là in chiave umana, non prova che la fonte dellecomunicazioni sia la subcoscienza di un vivente; specie se nonsi scarta l'ipotesi che nello stato d'essere in cui si trova untrapassato subito dopo la morte, i sogni assumono l'aspetto divive realtà. In altre parole, questa obbiezione avrebbe valoreassoluto se fosse assolutamente certo che una volta entrati "nelregno dei più" ognuno conosce il Vero, la Realtà di tutto.Invece va tenuto presente, che entrando nel regno dei morti,ognuno rimane pressappoco quello che è. Ossia non acquista laconoscenza della realtà oggettiva; per cui se ha la possibilità dicomunicare coi vivi, parla dei suoi sogni elevati a realtà senzaneanche immaginare cosa stia oltre la sua soggettività.

Se questo spiega il carattere antropomorfico di certecomunicazioni spiritiche, non tranquillizza affatto sullapossibilità di conoscere la Realtà. In altre parole, ammesso chenoi siamo dei disincarnati, come potete sapere se ciò che vidiciamo è vero o frutto delle nostre opinioni?

La domanda rientra in un problema generale, che senzascomodare il regno dei trapassati, esiste egualmente anchenella vostra dimensione: chi vi dice che ciò che voi osservatesia la Realtà? Quello che l'uomo conosce, di volta in voltascopre, è la Realtà oppure ciò che appare di essa?

Noi affermiamo che oggettivamente esiste una sola realtà,la Realtà Assoluta, in se stessa Incolore, Informe, Omogenea,Infinita, Immobile, Eterna, ecc. Che l'uomo conosca più realtà(con colori forme e movimenti) deriva dal fatto che lapercezione della Realtà da parte dell'uomo è limitata ed èparziale. Gli aspetti diversi dell'Unica Realtà, non esistonooggettivamente, ma scaturiscono dalla comunanza delle

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percezioni degli enti percepienti, cioè degli uomini; i qualihanno tutti le stesse categorie di sensi. E l'illusione è cosìperfetta, da far credere nell'esistenza reale ed oggettiva di varimondi o di più realtà.

Ma è proprio sottostando al gioco della percezione, chel'uomo acquista una nuova dimensione d'esistenza, un nuovomodo di conoscere. Infatti nasce in lui una vita interiore chenoi abbiamo definito "sentire di coscienza"; il quale a poco apoco sviluppa tanto, da sussistere poi svincolato da ognipercezione. A questo punto, l'individuo non più uomo,abbandona la ruota delle reincarnazioni, ed ha una esistenzaprofondamente diversa da quello che potete immaginare: eglistesso è una realtà sempre più ampia, una conoscenza semprepiù vasta ed effusa.

Nel mondo del sentire (così noi abbiamo definito questo tipodi esistenza svincolata dal mondo della percezione) ilconoscere dell'individuo è ben diverso dal conosceredell'uomo. Altre volte vi abbiamo parlato della differenza cheesiste fra la conoscenza che si ha nel mondo della percezione equella che si ha nel mondo del sentire. Nel mondo dellapercezione - come ho detto - si conosce l'apparenza dellaRealtà, e questo tipo di conoscenza tocca il culminedell'illusione e della soggettività.

Il mondo della percezione, non comprende solo il pianofisico; appartengono a quel mondo anche il piano astrale ed ilpiano mentale. Illusoria e soggettiva è quindi la conoscenza chesi ha in tutti e tre questi piani, perché è una conoscenzadell'apparenza.

Il "sentire" invece, prima di essere conoscenza è unESSERE; quindi non è conoscere l'apparenza, non èconoscenza quale voi l'intendete: è una Realtà, una conoscenzanel senso più vero, perché ESSENDO si conosce veramente.

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Questo tipo di conoscenza proprio del mondo del sentire, èil solo che l'individuo ha lasciata la ruota delle nascite e dellemorti. Ma ciò non significa che progressivamente edembrionalmente una tale conoscenza non si manifesti anchequando l'individuo è ancora legato al mondo della percezione.L'evoluzione dell'uomo infatti, lo vede passare dal soloconoscere l'apparenza, al sentire, all'essere realtà nuove semprepiù ampie.

Ho detto realtà, e non LA REALTA'. Infatti la realtà chel'individuo è via via, è sempre una realtà relativa, essendo egliancora limitato. Ed un essere limitato, un sentire limitato, nonpuò essere la Realtà Assoluta.

Ora, una realtà relativa, un sentire relativo, pur essendoconoscenza nel senso più vero, è una conoscenza incompleta.Solo il Sentire Assoluto è vera Conoscenza Assoluta.

Non solo. Una realtà relativa, può essere conosciuta nel verosenso; cioè può essere sentita completamente, totalmente nellasua relatività; e può invece essere conosciuta parzialmente (inquesto caso è sentire parzialmente una realtà relativa: sentireuna parte della parte).

Vediamo di dire con altre parole questo concetto, anche senon per tutti più chiare. D'altronde non posso esserecomprensibile, per chi non ha seguito ciò che da tempodiciamo.

Per restare nel vostro mondo, prendiamo in esame unarealtà, una situazione del mondo della percezione, per altrolimitandola ad una semplice sequenza: due esseri umaninell'atto di vivere una comune esperienza; una qualunque,quella che volete voi. Ciascuno dei due esseri è un sentire, unarealtà; che compone la composita realtà di entrambi. In altreparole ciascuno dei due è parte integrante e costituente dellarealtà costituita dalla situazione da essi rappresentata, da

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entrambi formata. Abbiamo detto che una situazione del mondo della

percezione può essere colta - o sentita - o essendo tutta quellarealtà o essendone uno degli elementi parte costituente.Dall'esterno, in senso assoluto, nessuna realtà è captabile,accessibile.

Ma chi è che contiene, che comprende, che conosce (nelvero senso) tutta una realtà, una situazione del mondo dellapercezione che include più esseri? Chiaro. Solo quel sentire cherappresenta un livello tale di ampiezza, da contenere,comprendere come minimo tutti i sentire legati a quella certasituazione.100 State bene attenti: ciò significa, che può essere (equasi sempre lo è) un sentire che non è direttamente legato aquella situazione; che non è solo di quelle due realtàindividuali. Oserei dire per chiarire (se non temessi di esserefrainteso): è un sentire che non vive in prima persona quellaesperienza costituita da più sentire.

Supponiamo che i nostri due esseri umani esprimano unsentire di limitazione N, e di disposizione il primo X1, ilsecondo X2. Il sentire che conoscerà nel vero senso lasituazione che abbiamo ipotizzata comprendente la realtàcomposita dei nostri due esseri umani, sarà un sentire dilimitazione N-1 e di disposizione X; sarà cioè un individuo cheavrà in sé quell'esperienza, quella conoscenza della situazioneda noi ipotizzata, anche se lui (quale allora sarà) non lasperimenta direttamente. Con il vecchio linguaggio potremmodire che ce l'ha quale retaggio di precedenti reincarnazioni.

E si tratterà di una conoscenza completa della realtà relativa,perché conterrà l'esperienza dei due attori, dei due soggetti.

Quindi, come ho detto, si può conoscere nel vero senso una

100 - Quando i Maestri dicono che conoscono ogni nostro moto interioreessendo noi parte di loro, esprimono proprio questo concetto

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Parte Seconda

situazione del mondo della percezione pur non essendone unodegli elementi parte costituente, a patto che si abbia un sentiretale che includa per ampiezza i sentire degli esseri che sonoinvece parte integrante di quella situazione. E chi sono gliesseri parti integranti di quella situazione del mondo dellapercezione? Sono solo coloro che sono presenti fisicamente, ono?

No. Infatti, vi abbiamo detto che se un disincarnato osservadue esseri umani che compiono una qualsiasi esperienza, èperché è incluso in quella situazione pur non avendo un corpofisico, pur non essendo presente fisicamente. Ciò significa chequella situazione fa parte del sentire di quella entità, gli ènecessaria. Non ha rilievo, invero, che la situazione sia delmondo fisico ed il sentire dell'entità sia di un altro piano; così èanche per i due esseri umani che costituiscono una parte dellasituazione. Così è, in ogni caso, sempre.

Alle cosiddette realtà fisiche, corrispondono sensazioni,pensieri, sentire; cioè corrispondono realtà di altri piani.Quindi, essere inclusi in una situazione del mondo fisico, nonsignifica necessariamente avere un corpo fisico: io sono inclusonelle vostre situazioni e non ho un corpo fisico, anche se inquesto momento ne ho preso a prestito uno! Difatti, unopsicometra che attraverso ad un oggetto si unisce ad unasituazione del mondo fisico, si inserisce in una certa realtà purnon essendo presente fisicamente. Tuttavia quella realtà da luipercepita fa parte del suo mondo del sentire, ed egli è parteintegrante di quella realtà percepita.

Certo qualcuno si domanderà, "Come è possibile che unoggetto inanimato sia veicolo di sensazioni?".

Vi abbiamo detto che tutto ciò che esiste, per esistere, comeminimo deve essere legato al mondo delle sensazioni; cioè,deve vivere di una qualche forma di vita, perché la vita come

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minimo è sensazione. Allora, la situazione che abbiamoipotizzato, non è il comun denominatore solo del sentire deidue esseri umani, ma è il comun denominatore di tutti i centridi sensazione che sono legati ad essa. Più precisamente larealtà di quella situazione è composta da tutti i sentire in sensolato (cioè comprendenti anche le semplici sensazioni) che inquella situazione trovano la loro manifestazione. Ciascuno diquesti centri di sensazioni, percepisce quella realtà compositadal suo punto di vista, ossia parzialmente; ma solo il sentire cheper ampiezza è espressione di tutti i centri di sensazione checompongono quella situazione, quella realtà, ne ha piena, totalecognizione pur restando ancora un sentire relativo.

Da ciò si deduce, e si conferma, che solo il sentire Assolutopuò sentire, conoscere (nel Vero senso) il Tutto.

Questa affermazione, appalesando l'inutilità degli sforzicompiuti dall'uomo per conoscere la Realtà Assoluta,contrariamente a quanto può sembrare non svalorizza laconoscenza umana. Anche se questa affermazione ridimensionala realtà che l'uomo può conoscere con i mezzi che ha suadisposizione, con le limitazioni che lo condizionano (prima fratutte la sua condizione umana), tuttavia dà valore allaconoscenza, all'esperienza, di ogni individuo; né più né menopreziose di quelle altrui, perché né più né meno relative dellealtre.

Qualsiasi conoscenza, e qualsiasi esperienza, è utile; e lo ètanto più quanto più è desiderata, quanto più se ne sente lanecessità.

Da qui, il massimo rispetto, e la massima considerazione,delle esperienze, e la conoscenza, che ognuno ricerca ed ha.

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Parte Seconda

* 31 Ag. 1982 *

La vita della natura, come il moto dei corpi celesti, è unsusseguirsi di fenomeni, intesi come cambiamenti cheintervengono nelle singole entità, cose, corpi.

Tali fenomeni (per esempio lo sviluppo di una pianta)avvengono per precise leggi. Una legge, in senso scientifico, èl'enunciazione delle modalità secondo le quali reagiscono legrandezze messe in relazione; è quindi l'enunciazione delrapporto che costantemente si riproduce fra elementi cheentrano in contatto.

Ora, secondo una prospettiva errata, si è portati a credereche le leggi della natura, del Cosmo, della materia, sianoqualcosa di astratto, che esiste in sé e che dal di fuori regola ifenomeni del mondo.

Non c'è niente di più errato di tutto ciò. Faccio un esempiocomprensibile a tutti: voi sapete, che fra le varie forme diriproduzione degli organismi, c'è ne una cosiddetta "perscissione", perché la cellula si riproduce dividendosi in partieguali. Ora, questo fenomeno, cioè questo cambiamento cheinterviene nella cellula, è regolato da una precisa legge; cioè, siriproduce tutte le volte che gli elementi che sono interessati alfenomeno si trovano in certe particolari condizioni. Ma ciò nonsignifica che ci sia qualcosa dal di fuori della cellula, chestabilisce quando essa deve scindersi; tutt'altro. Il fenomeno èstrettamente connesso a particolari condizioni delle sostanze,delle materie, della cellula. Anche quegli elementi chepotrebbero sembrare esterni (come ad esempio la temperatura)in effetti agiscono internamente, sono interni. Infatti, latemperatura, è la temperatura della cellula, non quelladell'ambiente; che poi la temperatura della cellula siadeterminata da quella dell'ambiente è un altro discorso.

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Quindi le leggi secondo cui avvengono i fenomeni della vitadella natura, non sono forze esterne che pongono in relazionefra loro gli elementi, le materie, i corpi, le sostanze vitali e nedeterminano i cambiamenti. Le leggi sono le modalità secondole quali gli eventi naturali accadono; e le forze che giocano,scaturiscono dagli elementi stessi, dalle sostanze, le materiemedesime.

La legge non esiste indipendentemente dalla materia.Anzi, se non ci fosse materia, non ci sarebbe legge fisica.

Le leggi della fisica promanano dalla materia stessa. Cosìquelle della chimica, e via dicendo.

È la materia, che per come è costituita, strutturata, ha undato comportamento che è sempre lo stesso nelle stessecondizioni. Niente di veramente esterno al fenomeno puòinfluenzarlo. Tutto ciò che prende parte al fenomeno è internoad esso.

I comportamenti di un corpo, di una sostanza, della materiain determinate circostanze, che si ripetono costantemente,portano alla enunciazione della relativa legge; e derivano dallanatura - ossia dalla interna struttura - di essi. Quindi, la legge, èla codificazione di un effetto esteriore il quale poi è lamanifestazione di una realtà interiore.

Se un dato elemento chimico, per esempio il ferro, sicombina o non si combina con altri elementi chimici (cioè haun certo comportamento in una data situazione di relazione) ciòdipende dalla sua natura, e dalla sua interna struttura; cioèdalla struttura sua e degli altri elementi. Ora, se la strutturadegli atomi degli elementi si diversifica dando diversità dicomportamenti e di materia, ciò dipende dalla natura e dallastruttura di quanto li costituisce, cioè delle particellesubatomiche. Ancora: se le particelle subatomiche, poste inrelazione in quantità diverse, originano diversità di atomi, ciò

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Parte Seconda

dipende dalla natura e dalla struttura di quanto le costituisce, ecosì via.

Potremmo seguitare un bel pezzo, ma non all'infinito. Se chiamiamo il comportamento esteriore delle materie

"effetto", e la natura (cioè l'interna struttura) "causa" di quelcomportamento (a sua volta effetto di un'altra interna struttura,cioè di un'altra causa) ad un certo punto, come nella catena dicause e di effetti di aristotelica memoria alla ricerca di Dio,dobbiamo fermarci ad una Prima-Causa-Increata. Cioè ad unamateria che è causa di Se stessa; che è come è, non inconseguenza di parti costituenti; cioè la Prima Materia.

Necessariamente tale Materia ha una struttura monistica,monolitica.

Non si deve credere che questo discorso sia puramenteteorico, perché così non è. Di teorico non c'è che lasupposizione dell'esistenza di una Prima Materia Indivisibile eIndiversificata (simile al numero uno della serie dei numeri)base comune, identica, di tutte le materie (il concetto di ATOMO

dell'antica filosofia greca).Ora, se il vero atomo non è stato ancora scoperto dalla

scienza umana, è certo che molti sono i teorici e i ricercatoriche l'hanno ipotizzato; cioè scientificamente hanno avvertito lanecessita della sua esistenza. Del resto è più razionale credereche esista un limite alla materia, come esiste un limite alCosmo, piuttosto che credere la materia infinitamentedivisibile.

Può sembrare singolare il fatto che tanto la filosofiateologica quanto la scienza, ciascuna nel suo campo di indaginespeculativa, ipotizzino una Prima Causa, e una Prima Materia.Cioè avvertono la necessità dell'esistenza di una RealtàOriginante ma non originata. Però, dividere la realtà in campidi indagine può essere un errore, se non si tiene presente che

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tutto fa parte di un Sol-Tutto-Indivisibile; che tutto è Uno. Ciòè tanto vero, che talvolta si commettono errori di valutazioneproprio per l'indivisibilità del Tutto. Per esempio, lo strettolegame fra cervello fisico e veicolo intellettivo dell'uomo, faritenere il cervello sede unica ed esclusiva delle facoltàintellettuali.

Così (errore opposto) se si pensa che Dio sia staccato,distante, dalla realtà fisica, si può rimanere sorpresi che siavverta in campo materiale come indispensabile, anche se nonprovata, l'esistenza di una Prima Sostanza basilare del tutto, alpari di quanto si fa in campo spirituale. Ma se Spirito e materiafacessero parte (come lo fanno) di un Sol-Tutto-Inscindibile,allora, la Prima Causa e la Prima Materia potrebberoidentificarsi; avvicinando così fede e ragione.

In effetti le verità dello Spirito non sono illogiche, e perciònon sono inaccessibili alla ragione.

Dirò di più: le verità dello Spirito non sono antiscientifiche,quando la scienza è Verità, o meglio quando esse e la scienzasono vere. Non può essere diversamente da cosi!

Sicché quando la scienza contraddice la fede, c'è difetto diVerità dall'una parte o dall'altra.

Se ciò è vero (come è vero) allora allo stato attuale delleconoscenze scientifiche, si può trarre una deduzione che seanche non dimostrabile sia ragionevolmente sostenibile edaccettabile dai materialisti benché affermi che la realtà non èmaterialistica?

La risposta è un sì deciso! Però, mi preme precisare, che tale deduzione è utile

soprattutto agli spiritualisti; perché insegna loro a poggiare lafede sulla logica, fino a dove il loro raziocinio lo consente; e adevitare così, di vivere in un mondo che può diventare onirico edelirante.

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Parte Seconda

Inoltre, mi sembra doveroso precisare, che l'ateo non vaconsiderato come un colpevole; perché se non crede in Diomolte volte la colpa (se di colpa si deve parlare) è delleteologie, che portano immagini incredibili della Divinità. Nonsolo incredibili, ma anche false. A tal punto, che per esempiosono più nel vero coloro che negano l'esistenza di un diocreatore e signore del cielo e della terra, di chi invece loaffermi.

Ora, poniamoci mentalmente in una posizione imparziale,quella che dovrebbero avere i giudici, proprio come sedovessimo emettere una sentenza, basandoci solo sugli indizi esu fatti che oggettivamente non danno prove incontrovertibili.Il materiale dal quale dobbiamo trarre la nostra convinzione, èparte in causa, esiste; perciò ha una ragione. Ma è proprio ilmotivo della sua esistenza, che ci sfugge; e che invece potrebbeconfermare tante ipotesi e dare ragione a tanti, che abbiamocreduto dei poveri sognatori (anche se i loro sogni hannotrascinato l'umanità più di quanto riescano a farlo itemperamenti pratici e concreti). Guai, se l'uomo fosse solopratico e concreto! Perderebbe tanta parte di quella poca gioiache riesce a gustare; e appassirebbe per l'incapacità di vibrareinteriormente al canto della fantasia.

Il materiale dal quale dobbiamo trarre la nostra convinzionenon è adulterato, e non è falsificabile. Perciò abbiamo garanziadi Verità. L'ostacolo sta solo nell'interpretazione. Questomateriale è la vita della natura, il meraviglioso mondo nelquale viviamo e di cui facciamo parte.

È uno spettacolo prodigioso, a cui abbiamo fatto l'abitudine,e perciò non apprezziamo più. Però osservandolo, studiandolo,si riscopre, e ci rivela le sue meraviglie. Non c'è nuova scopertache ci deluda o mostri aspetti irrazionali. Anche quegliaccadimenti che alcuni chiamano errori della natura, non lo

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sono affatto. Per esempio, le specie della vita naturale che sisono estinte, e che i naturalisti talvolta considerano tentativierrati della natura di adattamento all'ambiente, non sonoassolutamente errori, e si possono spiegare con repentinicambiamenti delle condizioni ambientali quando le mutazionigenetiche erano in atte e indirizzate diversamente.

Certo non si può negare che la natura proceda per tentativi.Ma questo non può essere interpretato come una incoscienzaassoluta, e conseguentemente come un automatismo nonfinalistico, della sua vita.

Niente è senza scopo nelle funzioni vitali delle specienaturali! E il fatto che la natura procede per tentativi, che cosasignifica?

Se osservate un non-vedente col suo procedere per tentativi,pensate forse che egli sia incosciente, e proceda a caso senzaun suo indirizzo e un suo fine? No certo! Egli è solo mancantedi quel senso che gli consentirebbe di dirigersi direttamente làdove vuol giungere. Allo stesso modo la natura non possiedequel senso che la farebbe procedere più direttamente, ma ciònon significa che il suo procedere non sia finalizzato. Anzi. Èproprio il suo tentare, fino a riuscire, che ci dà la misura dellasua determinazione e la prova del suo finalismo.

Ora, pur non essendo dei naturalisti, domandiamoci qualepuò essere il fine che la natura ha cercato di raggiungere; etuttora, persegue.

Capirlo, non è impossibile, e non rende necessario azzardareipotesi incontrollabili. Basta osservare i risultati del suofaticoso e lungo lavoro: dalla prima cellula vivente, all'uomo.

Ma non si deve credere che il corpo umano, siccome inordine di successione è l'ultima specie creata dalla natura sia ilfine unico a cui essa tendeva. Se fosse stato così tante specieintermedie, una volta costruito l'uomo, si sarebbero dovute

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Parte Seconda

estinguere, o perlomeno non avrebbero dovuto continuare adevolversi. Una delle difficoltà per comprendere il finalismodella natura è proprio quella di voler interpretare tutto in chiaveumana.

La domanda da porsi è questa: esiste la vita della natura; talevita tende a qualcosa oppure e fine a se stessa?

Questa domanda ha un senso più profondo. Infatti, se c'è unfinalismo nella vita della natura, allora è vera la concezionespiritualistica del mondo; diversamente è vera quellamaterialistica.

Certo per vedere il vero fine della natura, bisognerebbevedere nella sua globalità tutta l'opera naturale; mentre ilcampo di indagine dell'uomo è assai ridotto. Però io credo chequalcosa possiamo osservare anche con le nostre modestecapacità: per esempio, l'istinto di conservazione, che è evidentenelle varie forme di vita; e che è più forte a livello di specie digruppo che a livello individuale. Infatti, se osservate l'individuoformica, vedete che quasi non esiste come tale, perché fa tuttoin funzione della vita del formicaio. Così gli animali che sisuicidano in massa perché la sovrabbondanza numerica dellaloro specie danneggerebbe pesantemente le altre specie eromperebbe così l'equilibrio naturale, è un altro degli esempidell'intento della natura di conservazione della vita a livellogenerale.

Ora, se la vita dell'individuo comprende lo scopo diconservare la vita del gruppo e quindi della specie; e se la vitadella specie si conserva in un naturale equilibrio di rapporti frale specie, ciò significa che la vita delle varie specie ha lo scopodi conservare la vita in generale; quindi la vita naturale haquantomeno lo scopo, il fine, dell'autoconservazione.

Ripeto: senza fare atti di fede, si può affermare che unodegli scopi naturali sia quello di conservare e tramandare la

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vita di ogni singolo individuo; ma al di là di ogni singoloindividuo, conservare e tramandare la vita delle specie; edancora: al di là di questo, di conservare e tramandare la vita ingenerale, cioè di tutte la specie. Sì, perché se non ci fosse lavarietà e molteplicità delle specie - delle quali quella umana èuna non più importante delle moltissime altre - la vita nonpotrebbe conservarsi.

Il meraviglioso, reciproco apporto, di tutte le specie viventi;la struttura ecologica, che mantiene equilibrate le condizionivitali; la catena alimentare, attraverso alla quale l'una specie silega in modo dipendente all'altra, non sono forse la prova chetutto è Uno?

Ma che senso avrebbe conservare la vita di tutte le specie, senon fosse per conservare la possibilità di vita di ogni singoloindividuo?

Dire infatti "la specie", e la totalità delle specie, è direun'astrazione. In pratica è dire la totalità degli individui. Inrealtà sul piano pratico e concreto ciascun individuo, vivendo,contribuisce alla vita di altri, anche se per vivere uccide.

Forse qualcuno potrebbe chiedersi che se il fine della naturaè quello di conservare, e tramandare la vita, come mai non creadegli individui immortali nel senso che non sono sottoposti allamorte per invecchiamento? Rispondo che ogni fenomeno ha lesue condizioni, i suoi limiti entro i quali si verifica: la vitafisica ha come condizione il logorio e l'invecchiamento. Ma,attraverso alla riproduzione, la vita supera la sua stessacaducità temporale; ed è proprio attraverso a tale rimedio che simanifesta il suo fine di autoconservazione.

Riconoscere il fine di autoconservazione della natura, non èun atto di fede. Anche sul piano delle sole conoscenzeelementari delle scienze naturali, è un'affermazione che ognunopuò condividere tranquillamente senza correre il rischio di

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Parte Seconda

essere considerato un visionario, uno spiritualista. Ma ciò allalogica basta per arrivare a conclusioni importantissime. Infatti,se voi concedete che la conservazione delle specie sia al disopra dell'autoconservazione dell'individuo, voi ammettete chec'è qualcosa che va oltre l'immediato meccanismo della vitaindividuale; e che, essa vita individuale, è dipendente,subordinata, a quel qualcosa; quindi tende a quel qualcosa. Enon è questo un fine?

Non solo. Ma se voi credete, anche solamente, che la vita ingenerale miri quanto meno all'autoconservazione, voi credetein un fine. E se c'è un fine - anche uno solo! - allora, la vita,non può essere frutto del caso. Non se ne sfugge!

O tutto è casuale negli eventi della vita naturale (ma alloradovete spiegarmi come può essere casuale, per esempio,l'andamento sociale di un alveare); oppure, se c'è anche unasola finalità, ed anche solamente immediata, il caso non puòesserne all'origine; né può essere all'origine del Tutto. Caso, efinalità, non possono coesistere. O la logica non è più logica.

Ultimamente, un bell'ingegno, ha creduto di spiegare l'operamirabile della natura, affermando che tutto è frutto dellanecessità e del caso. Evidentemente l'autore capisce, chericonoscere un fine, uno scopo, alla natura, significa credereche tutto non è solo materia. Mentre egli vuole affermare ilcontrario. E per difendere le sue opinioni, fa l'impossibile.Infatti, sostituire allo "scopo" la "necessità ed il caso", è inverofare un torto all'intelligenza dell'uomo! Proprio solo sul pianodella logica una tale affermazione è una contraddizioneinsanabile.

Che cos'è la "necessità"? Stato di bisogno di qualcosaindispensabile.

La necessità delle vite naturali si chiama, in qualunque caso,azione per la continuazione della vita; e cioè volontà inconscia

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di sopravvivere. E non è già questo uno scopo, un fine? Alloracome si può negare il fine, col caso, senza ammettere giàquello che si vuol negare?

Forse che mettendo accanto alla parola necessità la parolacaso, si possono imbrogliare le carte?

Non per chi capisce il significato delle parole e dei concetti.Il caso poi, secondo l'autore, porterebbe alla soluzione (o allesoluzioni) che la natura trova dopo tentativi infruttuosi.

Ho già detto, che il solo tentare, cercare, denuncia già essoun fine. Allora?

Credo che non valga sprecare altre parole per unaaffermazione così manifestamente illogica e contraddittoria inse stessa.

Ora, nella meravigliosa simbiosi delle specie, attraverso allaquale ciascuna trae fonte di vita, il fatto che una - quella umana- sia dotata di intelligenza e di autocoscienza, che significato hanei confronti dello scopo che la natura ha di conservare la vita?

Evidentemente nessuno. Anzi, semmai è controproducente,visti i danni che l'uomo apporta all'ambiente. La razza umanapoteva benissimo non essere dotata di intelligenza e diautocoscienza, e la vita biologica sul pianeta non ne avrebberisentito.

Ragionevolmente si può escludere che le facoltà psichiche,il cui possesso diversifica la razza umana dalle altre naturali,siano uno strumento, un elemento che gioca nel fine diautoconservazione della vita naturale. D'altra parte, siccometutto ha uno scopo in natura, uno scopo devono averle anche lefacoltà psichiche dell'uomo. E siccome, in natura, chiaramentela vita dell'individuo è subordinata, in modo inconscio per isingoli, alla sopravvivenza del gruppo; e quella del gruppo allasopravvivenza della vita di tutte le specie; dato che l'uomo è unessere autocosciente, si può ragionevolmente supporre che il

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Parte Seconda

fine per il quale la natura lo ha dotato delle facoltà psichichesia quello di fargli perseguire coscientemente quel sensocollettivo del vivere che qualcuno chiama altruismo e che, nellealtre specie, è perseguito inconsciamente e condizionatamente.

Una tale convinzione poggia su elementi concreti, e puòessere condivisa tanto da materialisti quanto da spiritualisti;quindi rappresenta il punto di incontro di due concezionicontrapposte: la conciliazione di fede e ragione.

Una tale convinzione costituisce la quintessenza dellamorale, e il conseguente comportamento non può essere elusocon la scusa che è illogico e incredibile il fatto da cui discende.

Tutto è chiaro: basta voler vedere!

* 5 Ott. 1982 *

Dicesi vita, secondo la definizione accademica, lo stato diattività della materia diffusa nel Cosmo e specialmente dellamateria organica.

Questa definizione, bene si adatta al concetto di vita di cuinoi vi abbiamo parlato, secondo il quale tutto vive. Infatti, sevita è lo stato di attività della materia, non c'è materia che nonsia in stato di attività, quanto meno a livello subatomico;quindi, non c'è materia che non viva.

D'altra parte, filosoficamente, la vera assenza di vita (lacosiddetta morte) può essere solo la non-esistenza. Ma ciò chenon esiste non può essere preso in considerazione, non puòservire per affermare l'esistenza di qualcosa.

La conferma del concetto filosofico si ha dalla fisica. Infatti,se lo stato di attività subatomico della materia cessasse, cioè lamateria morisse secondo il concetto accademico di vita, lamateria cesserebbe di esistere. A quel punto non sarebbe

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materia morta: non sarebbe niente; e non esistendo più, nulla sipotrebbe dire di che cosa sarebbe.

Questo è solo un ragionamento per assurdo, perché si sabenissimo che niente può annullarsi in senso assoluto.Quindi, la non esistenza, può intendersi solo in senso relativo:cioè non esistere più nel modo in cui la cosa esisteva; maesistere ancora in altro modo.

Perciò la morte, può essere solo un cambiamento di stato diessere, e non un annullamento; così come è per la materia checompone il corpo dell'uomo. Resta da vedere se la coscienza diesistere, quella che ci fa sentire vivi, è un prodotto del corpofisico, se è legata ad esso così come è organizzato (a tal puntoche cambiando stato a seguito della morte la coscienzasparisce); oppure essa coscienza ha una sua autonomia rispettoal corpo, come sembrano farlo credere le esperienzeextracorporee (e in tal caso permarrebbe anche oltre ladisgregazione del corpo, come noi del resto affermiamo).

Ma non è questo il problema del quale intendo parlare.Infatti, intendo riprendere il discorso della vita macrocosmica edella vita microcosmica, impostato alcuni lustri fa. Tutto viveabbiamo detto, ma questo comune stato di tutto quanto esistepuò essere catalogato convenzionalmente in modo diverso.Sono forme di vita diverse quelle, per esempio, degli animali,dei vegetali, dell'universo. Noi abbiamo convenzionalmentedistinto l'Unica vita che anima tutto quanto esiste in vitamacrocosmica e vita microcosmica, a seconda che l'attivitàvitale e perciò il retaggio del vivere faccia capo al macrocosmoo al microcosmo.

Così per esempio, la vita della materia considerataindipendentemente da ciò che la materia stessa compone (chepuò anche essere un organismo animale) è vita macrocosmica.Cioè vive di vita macrocosmica la materia di ciascun piano di

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Parte Seconda

esistenza indipendentemente da come tali materie sonoutilizzate per costruire gli oggetti o i corpi degli esseri. La vitamacrocosmica, nell'illusione del divenire, ha un inizio conl'emanazione del Cosmo, e cessa a riassorbimento cosmicoavvenuto; ripeto, nell'illusione del divenire. Perché in RealtàTUTTO È.

Le materie hanno un ciclo di vita e quindi, in qualche modo,un ciclo evolutivo che occupa l'intero ciclo cosmico.Chiamiamo, invece, vita microcosmica quella che fa capo (eche cosa intendiamo con "fare capo" l'ho detto prima) aimicrocosmi: agli individui, in senso spirituale.

La forma più semplice di vita microcosmica è il processo dicristallizzazione; quella più complessa è la vita umana.Tuttavia, ripeto, tanto le sostanze che si cristallizzano, cioèdanno luogo al processo di cristallizzazione, quanto quelle checostituiscono il corpo dell'uomo vivono di vita macrocosmica.Semmai, per esempio, è il corpo umano nel suo insieme, con lasua attività, che vive di vita microcosmica. È il corpo umanocome organismo costituito, non le sostanze chimiche che locostituiscono, che reca un retaggio di esperienze all'individuo.Perciò è il corpo umano compiuto, che vive di vitamicrocosmica.

La vita microcosmica la ritroviamo anche in organismi piùsemplici e assai più piccoli. Per esempio, è vita microcosmicala vita di un'ameba, di un batterio, di un microbo. Insommaogni individuo biologico è una vita microcosmica.

La vita microcosmica ha un ciclo, una durata. Permanefinché dura il principio della nutrizione, della sensazione, edell'eventuale morte. Se prendiamo in esame un organismocomplesso (per esempio il corpo umano), vi possiamoosservare la vita delle materie, delle sostanze che compongonole cellule del corpo (ed è vita macrocosmica). Inoltre vi

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troviamo la vita delle cellule e la vita dell'organismo nel suocomplesso: la vita dell'uomo.

Negli organismi più semplici, l'attività degli organismi stessisi identifica con l'attività delle cellule che li compongono. Manegli organismi complessi, la vita cellulare e la vita dell'essere,dell'individuo, pur influenzandosi a vicenda, sono distinte:ognuna ha un suo retaggio. Ora, siccome la vita, come minimo,è sensazione; e siccome l'essere, l'individuo, delle sensazionidei miliardi di cellule che compongono il suo corpo al massimonon ha che un senso di dolore quando alcune di esse si trovanoin situazioni contrarie alla vitalità, c'è da chiedersi a chi fa capoil retaggio della vita delle cellule degli organismi nei quali essaè distinta dall'attività dell'organismo nel suo complesso. Inquegli organismi, la vita delle cellule (essendo esse individuibiologici) a quale microcosmo fa capo? A quello a cui fa capol'attività dell'organismo, oppure ad un altro?

Prima di rispondere a questa domanda, credo sia utilerimettere a fuoco alcuni concetti. Primo fra tutti che lo scopoper il quale ogni essere esiste è quello di manifestare, rivelare,far esistere, un grado di coscienza. Ogni essere è unainfinitesima parte costituente della Coscienza Assoluta.

Le coscienze che gli esseri manifestano, non sono solodiverse le une dalle altre, ma analoghe in qualità; cioè non sonocome tanti atomi differenti gli uni dagli altri però eguali comeentità, no: sono di ampiezza diversa. La più semplice forma dicoscienza è la coscienza di esistere. La più complessa è laCoscienza Assoluta.

Esiste un collegamento indistruttibile che unisce insuccessione le forme più semplici di coscienza con coscienzesempre più ampie; fino alla Coscienza Assoluta.

È questo collegamento che impedisce di essere ad ognimanifestazione di coscienza (cioè ad ogni essere) un episodio a

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sé stante, fine a se stesso, destinato a consumarsi nella suastessa esistenza; e ne fa invece un momento di una esistenzasenza fine, in cui finisce solo ciò che è limitato, incompleto, eperciò inappagato. L'essere che ciascuno di noi è nel presente, èquindi un momento dell'esistenza del nostro Vero, CompletoEssere; che include le più elementari manifestazioni dicoscienza (già compiutesi, con le manifestazioni delle piùsemplici forme di vita) e comprende la Coscienza pereccellenza che non conosce limitazione; meta del nostroapparente divenire. Il nostro Vero Essere di cui noi siamomomentanea limitata espressione è un Essere ultracosmico, cheaffonda le radici nel nostro Cosmo o meglio ha in noi le sueradici di questo Cosmo; ma che nella Sua interezza comprendetutto quanto esiste, in senso assoluto.

Ora, la Coscienza Assoluta, per il fatto di comprendere ognialtra coscienza, non si deve credere che non sia Una edunitaria; cosi come la coscienza che noi esprimiamo è la sintesidi molte altre coscienze pur essendo ciascuno di noi comeessere, come coscienza, come consapevolezza, una unità, unsenso unitario; similmente è della Coscienza Assoluta. Dunqueil nostro vero essere comprende, perché ha manifestato, stati dicoscienza più limitata di quella che attualmente nellasuccessione logica sta esprimendo. Questi stati di coscienzaelementari che gli esseri hanno, sono manifestati nel pianofisico dalle più semplici forme di vita, nelle quali la coscienzadi esistere si chiama sensazione. Perché vedete, ci sono delleforme di vita le quali, se si escludono le funzioni diriproduzione, sono molto più elementari dei robot costituitidall'uomo. Infatti ciò che rende inimitabile la vita creata dallaNatura non sono le funzioni vitali, né quelle che gli organismiviventi compiono; bensì è la coscienza, e nella sua forma piùsemplice la "sensazione", che l'uomo non riuscirà mai a dare ad

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una macchina da lui creata; per quanto ripeto, essa macchina,possa svolgere una attività assai più complessa di quella svoltadall'uomo.

Si può dare la sensibilità ad una macchina (per esempio lasensibilità alla luce, al colore, e via dicendo) in forma assaimaggiore di quanto riesca a fare la natura. Le si può insegnareche fare una certa cosa dà piacere, mentre subirne un'altra èdoloroso; ma tutto ciò farà parte di un "programma", di unaconvenzione a priori stabilita, e non realmente sentita. Noncorrisponderà ad una reale "sensazione". Mentre, la vitamicrocosmica, anche nelle sue forme più semplici, è sempresensazione.

Avere sensazioni significa avvertire, sentire delleimpressioni; perciò avere la sensibilità, avere dei sensori, deisensi, come l'hanno i robot; ma in più, vivere quei segnali coltidai sensi, sentirli come impressioni, gradite o sgradite; tanto dafarle essere la propria esistenza.

Si hanno delle sensazioni allorché i propri sensi sonostimolati dall'ambiente, dal mondo cosiddetto esterno; cioèallorché qualcosa dal di fuori (questa distinzione fuori/dentro èconvenzionale) raggiunge l'intimo dell'individuo. Sotto questoprofilo, avere sensazioni è un momento di passivitàdell'individuo. Ma la vita microcosmica, nelle sue forme piùsemplici, non è solo passività, ricettività; è anche"espressione". Cioè, è anche portare nell'ambiente esterno ciòche nell'intimo è percepito. Quando ad esempio una piantasoffre, manifesta il suo stato di sofferenza con un deperimentodella rigogliosità.

Ogni vita microcosmica è sempre come minimo sensazioneed espressione.

Questo percepire, ed esprimere, nelle forme di vita piùsemplici, conseguenza della legge di azione e reazione, è il

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gioco su cui poggia, si manifesta, la coscienza di esistere, ilsentirsi di essere (che è la forma più semplice di coscienza). Equesta forma più semplice di coscienza, è la prima dimoltissime altre forme che costituiscono la completezza di ogniessere. Ogni forma di coscienza è un momento dell'esserecosmico a cui appartiene; così come il fanciullo è un momentodell'essere uomo che comprende tutti i momenti dall'infanziaalla vecchiaia.

Ogni stato di coscienza non elementare è la conseguenzalogica della manifestazione di molti stati di coscienzaelementari, di molti atomi di coscienza, come noi li abbiamodefiniti. E ciascun atomo di coscienza poggia la suamanifestazione, la sua rivelazione, sulla manifestazione nelladimensione fisica di un altissimo numero di vite elementari, incui il sentire è solo sensazione.

È un errore perciò dire che l'anima dell'uomo proviene dairegni naturali. Giusto è dire che l'essere di ciascuno, di cuil'uomo costituisce una fase della manifestazione, approfonda,affonda le sue radici nei regni minerale, vegetale, e animale.

Su queste vite, si fonda la manifestazione della coscienzaindividuale. Ognuna di esse costituisce un centro di sensazionee di espressione, ed è collegata ad un atomo di coscienza. Mabadate bene; non intendo dire che ogni individuo biologicoabbia, in senso esclusivo, il suo atomo di coscienza; bensì chegruppi e catene di individui biologici fanno capo ad un atomodi coscienza. Ognuno di quegli individui è un centro sensore diun centro comune al gruppo a cui appartiene, centro comuneche costituisce il nucleo di manifestazione dell'atomo dicoscienza di una individualità.

Al più semplice stato di coscienza di ogni individualità,sono legati miriadi di individui biologici appartenenti ai treregni naturali, secondo catene e gruppi che esprimono in

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successione una vita di sensazione sempre più vasta, ed ungrado di mente che via via accenna sempre più aintellettivizzarsi.

A mano a mano che tale processo avanza, diminuisce ilnumero di individui biologici a cui l'atomo di coscienza èlegato. Così come nell'essere cosmico, la Coscienza Cosmica èuna, mentre gli atomi di coscienza sono innumerevoli, così adogni atomo di coscienza è legato un solo individuo biologicocapace di esprimere l'inizio di una vita intellettiva (per esempioun cane); mentre sono legati moltissimi individui biologici cheesprimono solo sensazione. Questi sono due estremi di unascala in cui appunto il numero di individui della stessa specielegati all'atomo di coscienza, è in rapporto inverso alla vitaintellettiva espressa: quanto minore è il grado di intellettoespresso (cioè quanto più semplice è la forma di vita) tantomaggiore è il numero degli individui della stessa specie cherecano le esperienze ad un centro comune. Tutto questo perché,data la poca duttilità, versatilità delle forme di vita semplici, lavarietà delle esperienze necessaria alla manifestazione di queltipo di coscienza sensoria è ottenuto attraverso alla ripetizione.Tale ripetizione non avviene solo per mezzo della vita di piùindividui biologici che si succedono nel tempo, ma èmolteplice anche perché utilizza l'esperienza di tanti individuicontemporanei e dei loro successori.

L'esempio classico dell'alveare ci chiarisce le idee:moltissime api, che vivono contemporaneamente, e che recanole proprie esperienze sensorie al centro comune dell'alveare (lacosiddetta anima gruppo), che è il nucleo della manifestazionedell'atomo di coscienza. Ma la varietà delle esperienze sensoriedell'anima dell'alveare, non si esaurisce in una generazione diapi: si ripete nelle successive generazioni.

Ogni individuo biologico, cioè ogni ape, è come se fosse un

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sensore dell'anima dell'alveare; la quale proprio attraverso aisensori rappresentati dalle api, estende nello spazio e nel tempo(aumentandoli di molto) la sua possibilità di esperire.

Prima ho detto che un'ape è un individuo biologico. Ma seper individuo biologico si intende un ente che ha una sua vitaautonoma, distinto da ogni altro della medesima specie, alloraanche una cellula è un individuo biologico. Essa manifesteràuna forma di vita più semplice di quella manifestata dall'ape,ma sarà sempre una forma di vita. Si trova così, la necessità didistinguere gli individui biologici in semplici e complessi.

Sono individui biologici semplici, per esempio, gliorganismi unicellulari, le singole cellule che compongono untessuto vivente, e così via. Mentre sono individui biologicicomplessi, gli organismi composti da cellule che svolgono unaattività vitale che non si identifica con quelle delle cellule cheli compongono. Per esempio, la nostra ape, è un individuobiologico complesso, infatti essa è costituita da cellule chehanno una propria attività vitale, che però non si identifica conl'attività vitale in sé dell'ape. Altrettanto si può dire ad esempiodel corpo dell'uomo, costituito da miliardi e miliardi di celluleaventi tutte un'attività vitale distinta dall'attività vitaledell'uomo come individuo.

Ogni individuo biologico semplice o complesso vive di vitamicrocosmica. Solo la materia considerata allo stato atomicovive di vita macrocosmica.

L'uomo quindi, come individuo biologico complesso, vivedi vita microcosmica; le cellule che compongono il suo corpo(quali individui biologici semplici) vivono di vitamicrocosmica; mentre la materia che compone quelle cellule,vive di vita macrocosmica.

E con questo siamo tornati alla domanda che ci eravamoposti; e cioè: la vita, come minimo, è sempre sensazione, è

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sempre esperienza ed arricchimento; allora, la vita delle celluledel corpo dell'uomo chi arricchisce, l'uomo, o un altromicrocosmo?

Se la sensazione è quello strumento meraviglioso capace dievocare, far manifestare la coscienza, è chiaro che per produrrei suoi effetti deve essere percepita. Ora, il possessore di unorganismo (un individuo biologico complesso) della attivitàvitale delle cellule, componenti il suo organismo, nepercepisce, ne avverte solo un'esigua parte; perciò è chiaro cheil microcosmo che si manifesta attraverso ad un organismo nonè lo stesso beneficiario delle esperienze sensorie delle celluleche quell'organismo compongono. Nella vita di un organismo,due sono i microcosmi che si manifestano e traggonoevoluzione: uno, a cui fa capo l'attività delle cellule checompongono quell'organismo e che esprime il più semplicegrado di coscienza (quello che si identifica con la vita disensazione); l'altro, a cui fa capo l'attività vitale dell'organismoin sé, e che si esprime in un più complesso grado di coscienza.

Quando affermiamo che nella molteplicità della natura Tuttoè Uno, affermiamo la somma Verità che irrompe evidente eprepotente dalla conoscenza. Anche solo guardando il mondofisico, si scopre la coesistenza di un numero altissimo di formedi vita che cooperano o si combattono; ma nell'uno o nell'altrocaso è dalla vicinanza, dalla comune esperienza, che si producequel miracolo della manifestazione della coscienza: sia essasolo sensazione, o sentimento del bene e del male liberamentescelto. La reciproca dipendenza, che dà un retaggio direciproco arricchimento, cementa le molteplici e innumerevoliforme di vita, in un solo Unitario Organismo, in cui l'esistenzadi ciascuno non serve mai solo a se stesso.

Il più recente esempio che possiamo fare con quello cheabbiamo detto, lo possiamo prendere dalla vita del vostro

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corpo, che non serve solo alla vostra evoluzione individuale;ma serve anche alla manifestazione di forme di vita piùsemplici; le quali manifestano forme di coscienza piùelementari. A tacere poi, quello che voi, come individui, portate- consciamente o no - nella vita dei vostri simili.

Allora, nuovamente, torna la riflessione: che senso hacredersi non bisognosi degli altri, a loro superiori, e rifiutarli,quando, nostro malgrado, per nostra fortuna non possiamoisolarci, disgiungersi gli uni dagli altri?

Se questa è la Realtà, perché non prenderne coscienza?,scoprirne tutto il meraviglioso intreccio che congiunge in unabbraccio tutti gli esseri? Perché sentire estranee a sé lecreature che sono di se stessi complemento?

Invero, un simile atteggiamento oltre che essere innaturale, èillogico. Perciò, rendetevi consapevoli della meravigliosaRealtà in cui esistiamo. Deponete ogni motivo di isolamento,separazione; considerate ogni essere una parte di voi stessi,perché con la sua vita contribuisce alla manifestazione dellavostra coscienza, intesa, quantomeno, come coscienza diesistere; quindi contribuisce al vostro sentirvi di essere, allavostra esistenza. E considerate voi stessi quali unità di unamolteplicità il cui dovere non è quello di asservire gli altri a sé,bensì di essere strumenti della loro evoluzione.

* 5 Febb. 1983 *

Qualcuno di voi può chiedersi, "Ma queste precisazioni cheutilità hanno, a che cosa servono?"

Indubbiamente, come ogni cosa, servono solo a chi ne habisogno (il cibo serve solo a chi deve nutrirsi).

Altrettanto indubbiamente però, la Verità, cioè la

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conoscenza di come le cose sono realmente, arricchisce, dàchiarezza di pensiero e di indirizzo; svela la ragione logicadella morale, e quindi spinge ad un retto comportamento. A chiinvece, senza conoscere motivazione logiche, è già convinto -non dico che si debbono aiutare i propri simili, ma almeno chenon si deve nuocere ad essi - rivolgo un diverso tipo didiscorso, e domando: allora, perché non lo fai? La spiegazionefilosofica razionale non ti serve, solo se già tu agisci secondoquello che dici di sapere. Certo è che se non lo fai significa chenon ne sei convinto; e perciò, ti serve, saperlo!

Il decadimento dei principi morali che è in atto nella societàdi oggi, è dovuto in larga misura al fatto che essi sono statisempre presentati come dei dogmi da accettare; cioè non sonostati mai motivati logicamente. Mentre l'uomo di oggi, spintoed avvezzato al raziocinio, non può accettare quello che noncapisce. E da ciò il suo rifiuto ad avere un comportamento dicui non sa la ragione.

È vero che se il comportamento morale fosse conseguenzadi un intimo sentire il problema non sussisterebbe. Ma è anchevero che i principi morali fondamentali (cioè non quelli cheattengono alle buone creanze, pure essi dettati dalla opportunitàpratica di non darci noia l'un con l'altro) non temono l'esamedal punto di vista della logica e quindi hanno una fondataragione d'esistenza.

L'evangelico, riassuntivo di tutti, comandamento: "Non fareagli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso", invitaad un comportamento individuale che se fosse seguito daognuno risparmierebbe molto dolore agli uomini e si capisceperché. Quindi non teme l'esame critico della logica come, peresempio, il "Santificare le feste".

Proprio il non fare agli altri quello che non vorresti fossefatto a te stesso, può diventare un invito a conoscersi. Infatti,

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fra tutti i torti che non si vorrebbero ricevere, ve ne sono diquelli che più ci colpirebbero, e quindi più si temono. Laragione di tale vulnerabilità può risiedere o nel ricordoinconscio del dolore provato in un'altra esistenza, nella quale siè vissuto il ruolo che ora si teme di vivere; oppure da unamotivazione più complessa: e cioè che si è portati a pensareche gli altri ci facciano quello che noi facilmente faremmo.Sicché il timore di essere ingannati, per esempio, può nasceredalla propria facilità ad ingannare; e quindi a ritenere chealtrettanto disinvoltamente gli altri possano ingannarci.

Molte volte i difetti che vediamo negli altri sono difetti cheabbiamo noi stessi!

Tutto questo non è incredibile, se pensate al fatto cheautomaticamente l'uomo rapporta tutto a se stesso, misura laRealtà col suo metro. Ecco perché tutto è puro all'occhio deipuri, e viceversa.

Se quello che temi è quello che più disinvoltamente faresti,allora, il non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto ate stesso diventa quello che più devi stare attento a non fare.

Certo si tiene un dato comportamento solo se si è convintiche è quello che si deve fare; oppure se si è costretti a tenerlo.

Noi non vogliamo convincere nessuno né tantomenocostringere, perciò parliamo solo per quelli che voglionosapere; fermandoci all'esposizione dei concetti e lasciando adognuno la libertà di credere o no al di fuori di ogni tipo dicoercizione. Siamo convinti che spiegare come è la Realtà dellecose, non può portare che ad una concezione della vita in cuitrionfa un gioioso altruismo. Tuttavia chi raggiungesse ciò peraltra via, prescindendo dalle spiegazioni, avrebbe egualmenteraggiunto la meta. Si usa il proprio corpo anche senza saperecome si svolgono le funzioni biologiche.

Però concedetemi che la comprensione è liberatrice; e che la

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conoscenza è uno stadio di passaggio che conduce ad essa.Parlo perciò per quelli che vogliono sapere.

Invero è difficile parlare di ciò che esula da quanto cadesotto la vostra attenzione e dalle conclusioni che siete abituati atrarre percependo la realtà in un certo modo, con certelimitazioni. Voi considerate reale solo ciò che è concreto; maanche il concetto di concretezza è relativo alla vostracondizione, ed è legato ai vostri sensi.

La materia fisica per voi è qualcosa di concreto che occupauno spazio, e dirvi che in sé la materia non è affatto concretacome voi la percepite e che lo spazio non è un ente oggettivo, èun po’ votarsi a non essere creduti. Ma poiché, come primadicevo, a me non importa essere creduto, lo dico lo stesso. Hosolo il dovere di rendere chiaro ciò che dico, non quello difarmi credere.

Supponete di prendere un'asse e di fissarla ad un estremo edi farla girare vorticosamente. La velocità impressa all'asse,secondo una diversa misura, dà effetti diversi in rapporto altempo di persistenza della sua immagine sulla retina dei vostriocchi: per esempio, l'asse, può diventare praticamenteinvisibile. Ma anche quando lo diventa, non diventaintangibile; anzi, occupa uno spazio che comprende tutta lacirconferenza descritta dalla sua rotazione; cioè al tatto diventaun corpo grande come tutta la circonferenza.

Allo stesso modo gli atomi della materia si possonoparagonare alla circonferenza descritta dalla nostra asse: se leparticelle che li compongono non ruotassero vorticosamente, lamateria sarebbe intangibile. A loro volta le particelle checompongono gli atomi sono assai meno materiali di quello cheappaiono, poiché anch'essi sono circonferenze (meglio: orbite)descritte dai corpuscoli di cui sono composti. Se si riuscisse adimprimere un moto di diversa velocità alle particelle che

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compongono la materia di un dato oggetto, l'oggettodiventerebbe invisibile ai vostri occhi perché non rifletterebbepiù la luce che lo colpisce.

Tutto questo deve far capire come la Realtà in sé sia bendiversa da come si percepisce, e come non sia impossibile checoabitino nella stessa Realtà diverse dimensioni risultato didiversi stati di coscienza. L'unicità della Realtà credo di averlasottolineata ancora una volta con quanto vi dissi ultimamentesulla vita microcosmica e macrocosmica. Credo risulti chiara lasimbiosi di tutti gli esseri, che non risiede solo nei reciprocistimoli, che essi si scambiamo, ma che è anche strutturale equindi reale. Semmai mi preme continuare il discorso, percoloro a cui interessa.

Abbiamo detto che tutto quanto si muove per comporre unciclo, vive. Che la vita, quantomeno, è sensazione; e che tuttociò che esiste, per esistere, deve sentire o essere sentito.Aggiungo che la sensazione - e più ancora la coscienza - sonosempre il risultato di una molteplicità; cioè di unacomposizione organica di elementi. Con la differenza che lacoscienza, esprimendo una più alta qualità di sentire, non è unorganismo composto da elementi semplici (infatti, è costituitada una molteplicità di sentire); mentre, la sensazione, essendouna manifestazione elementare, è frutto di un organismocostituito da elementi semplici. Quindi, "coscienza" egualeorganismo composto da elementi complessi; "sensazione"eguale organismo composto da elementi semplici.

La cellula, individuo biologico semplice, è un organismoche trova le sue sensazioni dalla molteplicità dei suoicomponenti, cioè dalla molteplicità delle sostanze che lacompongono; ossia dagli atomi delle materie di cui è formata.Ma l'atomo in sé, non ha sensazioni, pur potendo essere unelemento che le crea.

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Ripeto: le materie sono gli elementi che costituiscono gliorganismi, sedi di sensazioni; sono le sostanze checompongono gli organismi sensori; in sé non hanno sensazioneindividuale. Invece, il Logos, o Coscienza Cosmica, è il centromassimo di coscienza, ed è costituito da tutti i possibili stati dicoscienza; i quali, in sé, hanno sentire individuale. A sua volta,ciascun stato di coscienza individuale, è costituito, poggia susentire in senso lato, cioè sulle sensazioni ecc., che come hodetto sono frutto di attività di organismi composti da elementi(le materie) che in sé non hanno sensazioni individuali.

Badate bene. Se è vero che tanto la coscienza quanto lasensazione nascono dagli organismi che li costituiscono, èaltrettanto vero che tali organismi non possono esistere scevrida coscienza e da sensazioni.

Ecco perché la vita è quanto meno sensazione. Non puòesistere un organismo che viva senza sensazione. E non pensateal coma, per smentirmi, perché in quello stato (che riguardasemmai l'autocoscienza) la sensazione, a livello cellulare,rimane.

Allora, siccome abbiamo detto anche la materia vive nelsenso che si muove per comporre un ciclo (che poi è il ciclocosmico), come la mettiamo con il discorso che non hasensazione, mentre la vita è quantomeno sensazione?, e con ildiscorso che tutto quanto esiste, per esistere, deve sentire oessere sentito?

Intanto, abbiamo detto che la materia vive di vitamacrocosmica; e che ciò che si muove per comporre un ciclo, èil Cosmo, più che l'atomo della materia che compone il Cosmostesso. E la sensazione, o il sentire, da ricercare nella vitamacrocosmica, sono non a livello atomico, ma a livellocosmico, logoico, cioè totale del Cosmo. Poi, l'esistenza dellematerie che in sé non sentono, è garantita egualmente a livello

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di Logos, cioè di Coscienza Cosmica, dove è sentito tuttoquanto esiste nel Cosmo; ossia sono sentiti esseri e sostanzeche li compongono e che compongono il tutto cosmico. La vitadelle materie fa parte della vita del Cosmo, e la vita del Cosmoè molto più che sensazione. Perciò il principio non è smentito.

Ora, confrontiamoli, questo macrocosmo e questomicrocosmo, analoghi ma non identici. Il macrocosmo ècostituito da diverse materie o sostanze (fisiche, astrali,mentali, akasiche) ed è l'ambiente nel quale vivono imicrocosmi, o esseri; i quali sono costituiti da corpi formatidelle stesse materie. Il macrocosmo però non è solo unambiente ed un fornitore di sostanze, perché il complesso dellasostanza akasica (quella della coscienza) è costituito dallasomma di tutte le coscienza di tutti gli esseri che sono nelCosmo. Cioè, mentre la materia fisica, per esempio, non esistesolo nei corpi degli esseri, ma costituisce anche oggettiinanimati, la materia akasica è tutta quella che costituisce tuttigli stati di coscienza degli esseri, tutti i possibili sentirecosmici. Non esiste materia akasica che non sia organizzatain coscienza di essere.

Ecco perché l'essere non è un organismo che ha lacoscienza; ma è la coscienza!

Questo fatto, o meglio, questa realtà, fa della totalità dellasostanza akasica una coscienza globale, un sentire unitario purcostituito dal sentire degli esseri di tutto il Cosmo; o meglio datutti i sentire che costituiscono tutti gli esseri del Cosmo. Cioè,parlando in termini di divenire, non solo dai sentire delmomento, ma anche da quelli che stanno a monte e a vallenella successione.

L'unitarietà della Coscienza Cosmica fa di essa coscienzanon una parte del Cosmo, ma l'intera realtà cosmica,comprendendo nel sentire tutto quanto esiste (che per esistere

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deve sentire o essere sentito). Perciò il macrocosmo si puòconsiderare un essere come il microcosmo. Ma mentre ilmicrocosmo, pur visto nella totalità dei sentire che manifesta eche lo compongono, vive tali sentire in successione; ilmacrocosmo, la Coscienza Cosmica, sente simultaneamentetutta la realtà cosmica. Sicché, la Coscienza Cosmica esisteintegra tanto nei fotogrammi iniziali del Cosmo, quanto inquelli finali. Non conosce quindi una rivelazione successiva,progressiva. Rispetto all'Assoluto è solo parziale, ma nongraduale. La gradualità è solo degli esseri che la compongono.

Tuttavia quel filo che lega un sentire più semplice ad unopiù ampio e così via, e che crea il miraggio dell'essere cheevolve, del divenire, non si arresta allo stato di CoscienzaCosmica, ma sfocia nella Coscienza Assoluta; che non solo nonè graduale, ma è anche Totale, Onnicomprensiva in sensoAssoluto.

Un centro di sensibilità e di espressione, o di coscienza e diespressione, è da noi chiamato "un essere" nel senso di ente cheha vita. In questo senso, è un essere tanto il microcosmo,quanto il macrocosmo, quanto l'Assoluto; perché hanno vita,coscienza, espressione.

Il microcosmo è un essere che nella sua realtà ha unacoscienza parziale e graduale . Il macrocosmo è un essere cheha una coscienza parziale ma non-graduale . L'Assoluto è unEssere che ha la Coscienza Totale e non-graduale.

Siccome la gradualità della coscienza del microcosmoconsiste in stati di coscienza che nella successione si rivelanosempre più ampi, si può dire che il microcosmo, dal punto divista della coscienza, evolve; mentre altrettanto non si può direné del macrocosmo, né dell'Assoluto. E siccome l'evoluzioneavviene in forza degli stimoli che il centro di sensibilità ocoscienza, e di espressione, ha dal mondo sentito come esterno,

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la coscienza Cosmica non ha bisogno di nessun tipo direlazione con le coscienze degli altri cosmi (da qui,l'incomunicabilità dei cosmi); né trae stimoli dalla coscienzadei microcosmi, anche se è costituita di essi. Altrettanto laCoscienza Assoluta, non ha stimoli dalle coscienze cosmiche,pur essendo costituita da esse. Da qui l'indipendenza, nel sensodi non subordinazione, dell'Assoluto rispetto al relativo.

Questa potrebbe sembrare una visione fredda emeccanicistica della Realtà, solo se si dimentica che si staparlando di coscienza, di sentire. Solo, se si sente se stessicome una cosa, e non come una persona. Invero, chi può dire dinon essere un centro di sensibilità, coscienza, espressione? E sedare il sentire - che è il capolavoro di tutto quanto esiste - fosseun meccanismo, verrebbe meno il suo valore?

Conoscere come la Realtà è strutturata deve allontanare ilsenso di magico, di sovrannaturale, di imprevedibile e perciòincontrollabile, che il mistero reca seco; e deve renderetranquilli e sereni dalla visione di che cosa si è e di che cosa sifa parte.

Infatti tu come ogni essere, sei in seno alla Divina UnicaEsistenza; ed è irrazionale che ti senta abbandonato. Irrazionalisono le tue paure e il non sentirti amato.

La tua esistenza non è un fatto casuale, e tu non seiabbandonato a te stesso. Gli affanni che ti amareggiano, sono laconseguenza di un tuo modo errato di porti nella realtà, emirano ad indirizzarti diversamente. Se ti senti incompreso eperché a tua volta non comprendi. Se ti senti rifiutato è perchérifiuti se non altro il fatto che gli altri sono diversi da te equindi possono non condividere il tuo modo di essere.

È un errore pensare che gli altri ti debbano particolariattenzioni e cure, che spetti a loro comprenderti e stimarti.L'illustrazione della Realtà che facciamo, mostra come ogni

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essere sia importante; ma lo è in eguale misura. Ed è quindierrato tanto sentirsi reietti, quanto meritevoli di privilegi.

A te sono dette queste cose, perché il tuo dovere è viverle;esigere non solo i tuoi diritti (magari inventandone dei nuovi)ma adempiere i tuoi doveri, che sono anche quelli di stabilirecon gli altri un nuovo e diverso tipo di relazione.

L'uomo non è fatto per rimanere chiuso nel suo punto divista. Ma il suo senso del trascorrere e del divenire della realtà,ha proprio lo scopo di non fargli ritenere insuperabili le sueopinioni, perché per quanto precise possano essere le sueconcezioni sono sempre "opinioni".

La Realtà è così vasta che l'uomo non potrà mairicomprenderla in un sistema ideato nella sua limitazione diessere limitato, e quindi, relativo.

Perché rendere necessaria l'azione correttrice del dolore percomprendere tutto questo?

Perché rifiutare ciò che - solo - può darvi chiarezza eserenità?

La comprensione e quindi la partecipazione di te stesso,sono lo scopo per il quale sei stimolato dai fatti della vita.Trova in te stesso lo stimolo e la volontà; e tutto ti sarà menoangoscioso e più sereno.

* 17 Mar. 1983 *

I piani di esistenza, o meglio gli stati di coscienza in cui laRealtà è concepita, sentita, come distinta fra io e non-io,soggetto ed oggetto, sono da noi definiti mondi dellapercezione, mondi dei fenomeni, mondi dell'apparenza.

Infatti la "percezione" è quel processo in cui laconsapevolezza si raggiunge solo attraverso ai sensi. E

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siccome i sensi sono quegli strumenti che pongono in relazioneil soggetto con il mondo esterno, è chiaro che la percezione èun fatto che avviene solo in una realtà in cui soggetto edoggetto sono distinti.

Inoltre "mondo dei fenomeni e dell'apparenza" perché ilfenomeno, per definizione, è il cambiamento che intervienenelle proprietà dei corpi. La proprietà dei corpi è ciò che simanifesta di essi; è il loro apparire, non il loro essere.

Ma poter conoscere l'apparenza (non la realtà intrinseca),significa appunto essere in una realtà in cui soggetto ed oggettosono distinti. In una tale realtà, cioè in una simile condizione diesistenza (che è uno stato di coscienza di separatività) i corpi,le materie, le sostanze, gli oggetti si conoscono solo attraversoalle loro proprietà; ossia, a ciò che appare.

Le realtà intrinseche degli oggetti, sostanze, materie, corpi,ecc., le possiamo immaginare attraverso al comportamento cheessi hanno in situazione di controllo, nei fenomeni a cui lisottoponiamo, ma sono tutte sempre e solo deduzione logiche.MAI, certezze assolute.

Anche quando si osserva al microscopio una cellula, non siosserva la sua realtà, bensì ciò che di essa appare. E per quantointimamente, interiormente, ci si possa spingere nell'indagine,si coglie solo e sempre ciò che appare; mai l'ipostasi.101

Tale affermazione non è certo originale. È una deduzioneche ha fatto dichiarare agli Empiristi (che sono presenti col loropensiero in tutta la storia della filosofia) che ciò che sta al di làdelle proprietà, qualità, accidenti - insomma di ciò che appare -è inconoscibile; o addirittura, secondo alcuni, non esiste. Ilconcetto tradizionale di sostanza, sarebbe astratto; nonrisponderebbe alla Realtà. Perché la "sostanza", ossia quel"quid" di cui gli attributi, proprietà ecc., sono manifestazioni,

101 - L'essenza immutabile.483

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che rimane identico col mutare delle qualità molteplici (inantitesi con la sua unicità) non esisterebbe; ma sarebbe unasupposizione a priori, per interpretare e comprendere i fatti checadono sotto l'attenzione dell'uomo.

Ora, che la sostanza nel mondo della percezione siainconoscibile nella sua Realtà intrinseca, al di là di comeappare, è vero. L'ho detto prima.

Non è inconoscibile per mancanza di strumenti, ma proprioper impossibilità. Infatti, la conoscenza della Realtà intrinseca,è possibile solo in un mondo di identificazione, di superamentodella separatività. Quindi non in uno stato di dualità-molteplicità. Tuttavia, la sostanza, come substrato di ciò cheappare e che rimane uno al di là della molteplicità e dellemutazioni, esiste. Anzi, direi con Spinoza, che esiste un'unicasostanza, ma diversamente da lui che quell'unica sostanza non èDio bensì la Sostanza di Dio: cioè lo Spirito.

Forse vi chiederete che differenza fa, dal momento che seDio è il Tutto e se tutto è sostanza, Dio e sostanza siidentificano. Ed io vi rispondo che ciò sarebbe vero se Diofosse il tutto, cioè la somma di tutto quanto esiste; mentre Diocomprende il tutto (altrimenti sarebbe incompleto) peròtrascende il tutto. E che Dio trascenda il tutto lo dimostra ilfatto che se così non fosse, Dio sarebbe finito; perché tuttoquanto esiste, pur essendo immenso, è tuttavia finito e relativo.Mentre proprio perché Dio trascende tutto quanto esiste,trascende la finitezza e la relatività di ciò che è in Lui, comespiegherò in fondo.

Dico "in Lui", perché se Dio comprende tutto quanto esiste,tutto quanto esiste è da Dio incluso. E se tutto quanto esiste è inLui incluso, fa parte della Sua esistenza; perciò è costituitodella Sua stessa sostanza.

Come prima dicevo, nel mondo dei fenomeni,

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Parte Seconda

dell'apparenza, della percezione, la sostanza di cui tutto èformato è inconoscibile in se stessa, nella sua stessa Realtà. Diessa, in quel mondo, si può solo conoscere il suo apparire, lasua manifestazione. Ciò crea una sorta di identificazione fra lacosa in sé ed il suo apparire, manifestarsi, comportarsi. Tantoche si confonde la cosa con le sue proprietà, qualità, attributi,ecc.; cioè, con i suoi modi di apparire. Anzi, sono piùimportanti le qualità, le proprietà, della cosa in sé.

Il ferro, per esempio, vale per le sue proprietà, e perfinol'uomo vale solo per le sue qualità. Tuttavia, a parte l'errore chepuò nascere, dall'abituarsi al tipo di comunicazione che esistenel mondo dell'apparenza e che porta a dare primariaimportanza alla sembianza, a ciò che si estrinseca; che lequalità, le proprietà ecc. siano sempre manifestazioni dellasostanza (cioè che non possa esistere qualità senza quantità) ifilosofi lo hanno quasi univocamente sempre affermato.

Ora, siccome a qualità fisiche corrispondono quantità,sostanze fisiche - e viceversa - si è pensato che a qualitàspirituali corrispondono sostanze spirituali. E da ciò, l'esistenzadell'anima quale "quid" che sta all'origine delle attività, dellemanifestazioni dell'uomo definite psichiche, spirituali ocomunque "non-materiali". Il ragionamento non fa una grinza,però parte da una tesi, un assunto, non dimostrato per l'uomo: ecioè che l'attività psichica o spirituale che si rivela comepensiero, sentimento o volontà non sia una semplice funzionedel sistema nervoso.

Non intendo entrare in una questione simile ora, machiedere: in quale modo, a quale condizione, la sostanzaspirituale (l'anima insomma, il quid non-materiale) potrebbeapparire, manifestarsi, mostrare le sue qualità, le sue proprietàné più né meno come la sostanza materiale?

Innanzitutto, dovrebbe appartenere ad una realtà in cui

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soggetto ed oggetto fossero distinti in qualche modo; ma ciònon basta. Infatti dovrebbe appartenere ad un mondo in cui lacomunicazione fra soggetto ed oggetto avvenisse attraversoalla percezione, cioè a ciò che appare, cioè per mezzo dei sensi,ossia dovrebbe appartenere al mondo dei fenomeni,dell'apparenza, della percezione. Oppure, se a quel mondo nonappartenesse, dovrebbe influenzare, agire, su un tramite che diquel mondo facesse parte.

Se appartenesse alla stessa dimensione a cui appartiene lamateria, il fatto di chiamarla "spirituale" sarebbe solo unaquestione di termini - perché una cosa appartiene alla stessadimensione di altre quando ha, o perché ha, la stessa natura diquelle. Veramente, la dimensione, il piano di esistenza, non èun luogo, ma uno stato d'essere. Si appartiene ad un mondo inforza della propria natura. La sostanza spirituale, perappartenere alla stessa dimensione di quella materiale,dovrebbe avere la stessa natura; ma allora si comporterebbe eavrebbe le stesse qualità di quella materiale. Mentre se si èsentita la necessità di denominare "spirituali" certe qualità perdistinguere quelle materiali, significa che esse sono diverse; odi una diversità che può discendere solo da una natura diversa.

E se la sostanza spirituale - per natura diversa - non puòappartenere alla stessa dimensione di quella materiale (mentreinvece in quella dimensione si manifesta) allora essa, perciò, siserve di un tramite.

Ora, si dà il fatto che il corpo dell'uomo è un ente materialeche manifesta qualità materiali, ed altre che materiali non sono(o perlomeno non è oggettivamente provato che lo siano). Percui, se queste qualità, non sono materiali, allora è il corpodell'uomo un tramite attraverso al quale la sostanza spiritualemanifesta le sue qualità; cioè si manifesta nel mondo dellapercezione.

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Parte Seconda

Ammessa l'esistenza della sostanza spirituale, essa nonappartiene al mondo dell'apparenza.

A quale dimensione può appartenere? Ad una dimensione incui non esiste molteplicità, separatività?

Se si osservano le qualità spirituali manifestate dagliuomini, si osserva che esse sono tutte diverse: non ne esiste unaidentica all'altra.

Siccome esiste una stretta relazione, dipendenza, fra qualitàe quantità, fra proprietà e sostanza, fra attributi ed enti (tantoche secondo il pensiero filosofico non si può negare l'attributoecc., senza negare l'esistenza stessa dell'ente) a qualità spiritualidiverse debbono corrispondere sostanze spirituali diverse,realtà spirituali diverse. Sicché, se la sostanza spirituale esiste,non appartiene al mondo dell'apparenza; tuttavia appartiene aduna dimensione in cui esiste ancora la molteplicità, laseparatività.

Le qualità psico-spirituali che attraverso all'uomo simanifestano nel mondo della percezione, sono proprietà disostanze spirituali diverse, di realtà spirituali molteplici.

Se il pensiero, volontà e sentimento sono qualità spirituali(cioè proprietà della sostanza spirituale che appartiene ad unasua dimensione), allora l'essere vivente nel mondo materiale èil punto d'incontro di due dimensioni di esistenza. E se così è,allora, la separatività, che pure esiste in seno ad una medesimadimensione, fra un piano di esistenza e l'altro, non è assoluta.

Ora, il fatto che fra una dimensione d'esistenza (quellaspirituale), ed un'altra (quella materiale) non vi sia unaseparazione assoluta (come per esempio può esservi fra duecircuiti oscillanti non accordati, che pure appartengono almedesimo mondo) si può pensare probabile che l'enormemolteplicità delle sostanze faccia parte di una unità, e che laconnessione fra le varie realtà, dimensioni, leghi la molteplicità

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in un sol-tutto-inscindibile.Questo aspetto di molteplicità, perciò di successione, di

estensione, di quantità (e al tempo stesso unitario) si osservacostantemente nella realtà. La stessa quantità (cioè sostanza) ela stessa qualità (cioè proprietà) che sono aspetti di una stessaRealtà, sono percepite l'una successivamente, e quindimolteplicemente; l'altra, unitariamente.

L'Unità del Tutto è sempre stata intuita dai pensatori, erisolta concettualmente in modi diversi: per esempio allamaniera aristotelica della sostanza, che è una al di là dellemolteplici manifestazioni dell'esistenza; o alla manierapanteistica di Spinoza. E così via.

Mentre se è vero che tutta la molteplicità del mondomanifestato trae origine da una prima sostanza addiritturaindiversificata (e già questo rappresenterebbe una radiceunitaria del tutto), è altresì vero che l'unità è assai meno remotadi così, perché tutto quanto esiste concorre alla suacostituzione: forma un sol-tutto-inscindibile.

E a proposito di inscindibilità: che la qualità e la quantità, leproprietà e i corpi, siano inscindibili, è dovuto al fatto che cosìsi presentano nel mondo della percezione, mentre in altri piani-dimensione la sostanza può esistere priva di qualità?

Se così fosse, in quella dimensione, la molteplicità sirealizzerebbe solo attraverso alla differente quantità, intesa insenso di estensione della sostanza. Ma siccome, l'estensionestessa, è una qualità, rimane confermato in assoluto il principioche i corpi sono diversi perché hanno proprietà diversa (eviceversa) e che qualità e quantità sono inscindibili: l'unanon può esistere senza l'altra.

Quindi la qualità discende dalla natura intrinseca dellasostanza. Si manifesta all'esterno, ma trae la sua originedall'interno della sostanza; la quale rimane diversa in qualità

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anche in una dimensione dove non esiste l'apparenza, lapercezione, per mezzo di cui si manifesta tale diversità. Sicchéc'è identificazione fra qualità e sostanza.

Tale identificazione è meno evidente laddove si può coglierela qualità e non la sostanza, dove la qualità si conosce e lasostanza è inconoscibile, cioè nel mondo dell'apparenza, nelmondo della percezione.

In altre parole, tale identificazione è più evidente nelladimensione dello Spirito. In tale dimensione, la qualità È lasostanza.

In una simile realtà, che è ancora molteplice, lacomunicazione può avvenire solo con la identificazione; cioè siconosce la sostanza che costituisce una realtà, un essere, nongià dalle sue manifestazioni come accade nel mondodell'apparenza, ma da ciò che è in sé; comprendendo,abbracciando l'essere la realtà stessa.

Il ruolo degli esseri di una tale dimensione di esistenza nonè comportamentale, non è di azione, anzi, non è in nessunmodo un ruolo; perché non è rappresentare e fare, ma essere esentire. In una simile dimensione di esistenza non c'è spazio,pur essendoci ancora separatività. Quindi gli esseri non sonopiù o meno vicini in senso spaziale. Lo sono però in senso diaffinità.

Tuttavia non c'è contatto se non nella reciprocaidentificazione. In una simile Realtà gli esseri non sono piùisolati di quanto lo siano nella dimensione della percezione,dove degli altri si conosce solo ciò che appare, e l'intimo essererimane sempre un mistero. Nel mondo dell'apparenza infatti,non è mai possibile stabilire un reale contatto, conoscersi nellareciproca, intima realtà. E questo, semmai, è il vero isolamento,la vera solitudine; perciò, da questo punto di vista, si potrebbedire che nel mondo dell'apparenza tutto è sempre all'esterno di

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se stessi, e che solo considerando che una cosa è veramenteesterna quando di essa non si conosce nulla (neppurel'esistenza), si può affermare che quanto si conosce, anche soloesteriormente, fa parte del proprio mondo, della propria realtà equindi di se stessi; perciò è all'interno di sé, sia pure solo comesembianza.

Mentre, nella dimensione della sostanza spirituale, non solotutto quello con cui si entra in contatto è all'interno di se stessi,ma lo è come sostanza, come intimo essere. Nel mondodell'apparenza, se hanno un senso, un fine, le relazioni fra gliesseri e gli eventi in generale, la percezione (cioè la possibilitàdi cogliere l'apparenza della Realtà, o meglio la realtàapparente) è il mezzo attraverso al quale il fine è raggiunto.

Ebbene, nel mondo della sostanza spirituale, l'analogomezzo è l'identificazione. E se la percezione è un primo passoverso il superamento della separatività, cioè l'unificazione dellamolteplicità, l'identificazione è il superamento dellaseparatività tradotto in atto.

Nella dimensione in cui la sostanza è identificata con laqualità, un essere non è un ente che ha una qualità, ma è laqualità stessa.

E se nel mondo della percezione, un essere è un ente che haun sentire, una coscienza, nel mondo della sostanza spiritualel'essere è il sentire, la coscienza. Qualità innalzata a persona!

Ciò è importante, perché mentre nella dimensionedell'apparenza i corpi possono acquistare e perdere proprietà;laddove la qualità è la sostanza, perdere la qualitàsignificherebbe perdere la sostanza. Ma siccome nessunasostanza può essere annullata, cessare di esistere in sensoassoluto, ciò significa che la qualità non viene mai perduta. Esiccome (come ho detto) la qualità della sostanza spirituale è lacoscienza, il sentire; la coscienza, il sentire non vengono mai

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Parte Seconda

meno.Ora, l'annullamento della separatività, conseguente alla

identificazione, non può che essere un reciproco arricchimentodelle parti. Sicché, non solo la coscienza non cessa di esistere,ma se è vera l'identificazione, è destinata ad ampliarsi sempredi più. E che l'identificazione, che rappresenta nel mondospirituale il processo analogo all'attività di relazione degliesseri materiali, sia vera, lo dimostra il fatto che la vitanaturale, pur tendendo a manifestarsi in una molteplicitàinesauribile, tuttavia non tiene isolata ogni unità dellamolteplicità, ogni individuo; ma lo pone costantemente insituazioni di relazione, non solo con individui appartenenti allastessa specie, ma anche con individui di specie diverse. Èquindi ragionevole supporre che gli esseri spiritualisoggiacciano alla stessa legge di relazione che nella lorodimensione si concretizza nell'identificazione reciproca.

Il processo di accrescimento della coscienza è dunqueinverso a quello di accrescimento del numero. Perché mentre ilnumero cresce con l'accrescere delle unità (cioè nellamolteplicità), la coscienza si incrementa nel diminuire dellamolteplicità, per effetto della unificazione.

Il processo della identificazione delle coscienze individuali,che realizza il superamento della separatività, va a costituireuna Coscienza riassuntiva e quindi Totale.

In una simile Coscienza tutto è egualmente sentito, cosìcome le singole coscienze lo sentono. Perciò nella Totalitànulla emerge in particolare.

Ora, se la qualità è percepita unitariamente, dipende dalfatto che è unitaria. Perciò unitaria è la coscienza. E lodimostra il fatto che anche nel mondo della percezione, dovetutto tende a mostrarsi diviso e molteplice, la consapevolezza -qualità dell'uomo - pur poggiandosi su innumerevoli e distinte

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informazioni fornite dai sensi; pur essendo il risultato disegnali percepiti distintamente e simultaneamente, è tuttavia unfatto unitario, una sintesi in cui tutte le informazioni sonoegualmente tenute presenti; e che va oltre la portata di esse,proprio per la sua unitarietà.

Sicché, la Coscienza Totale, pur fondandosi sulle singolecoscienze individuali, non può che essere Unitaria e perciòtrascenderle. E siccome la coscienza è qualità che si identificacon la sostanza, la Coscienza totale è un Essere Totale che peril Suo trascendere la totalità, è ASSOLUTO.

* 19 Apr. 1983 *

L'interpretazione della vita in chiave trascendentale, è statain passato quasi esclusivamente patrimonio dei temperamentimistici. Solo chi sentiva che la vita non era solo un fattofisiologico poteva crederlo. Gli altri, i temperamenti razionali,non potevano avere nella ragione un supporto che rendesse lafede più fondata, più plausibile.

Noi abbiamo la pretesa di rendere logica la fede nella realtàtrascendentale del mondo, o perlomeno di rendere logica unaopinione di tal genere. Perciò parliamo da tempo evitandoaccuratamente qualunque affermazione che possa sembraredogmatica, cercando di spiegare logicamente ogni nostraasserzione una volta oggetto solo di fede; o perlomeno tantoinaccettabile dalla ragione che altri hanno dovuta imporla comedogma.

D'altra parte, se così non facessimo, saremmo incontraddizione con noi stessi, e quindi illogici, dato che semprevi raccomandiamo di credere di quello che vi diciamo solo ciòche vi convince. Ecco perché sentiamo nostro dovere il rendere

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Parte Seconda

comprensibile logicamente ciò che affermiamo: proprio pernon creare una sorta di religione in cui sono accettate e credutealla lettera immagini simboliche, e scambiate per realtà favoleassurde.

Mi si obbietterà che se quelle storie sono credute ed elevatea dottrina, evidentemente sono ritenute logiche.

Una simile obbiezione merita una analisi proprio in omaggioalla logica.

Innanzitutto sgombriamo il campo da qualunque altromotivo che possa far accettare una fede senza comprenderla.Per esempio, il fatto che l'accettante veda nell'accettazione unasorta di convenienza; che può andare da una convenienzad'ordine umano, a una d'ordine trascendentale. Soffermiamocisolo sull'affermazione che chi crede qualcosa e l'accetta, latrovi logica.

Intanto che una asserzione sia logica o ritenuta tale sono duecose diverse; la logica non è una scelta o una opinione. Sicchési può accettare una asserzione ritenendola logica (quandoinvece logica non è) solo se si commette un errore.

Poi, se si afferma, che chi crede a qualcosa e l'accetta èperché la ritiene logica, si afferma implicitamente la credibilitàdella logica. Cioè si afferma che se una cosa è logica, ècredibile. D'altro canto però, si afferma anche che possonoesservi logiche diverse che conducono a conclusioni in antitesi;dato che esistono credenze contrastanti.

Prima di approfondire tale aspetto della questione che credosia il più importante, vorrei ancora soffermarmi sul discorsoche gli uomini possono credere a qualcosa non solo se quelqualcosa non è logico in sé, ma anche ritenendolo illogico;cioè, pur non comprendendolo logicamente. Quindi, il fatto chevi siano convinzioni contrastanti, non dimostra che vi sianologiche contrastanti. E che gli uomini possano credere a cose

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aberranti vi sono esempi a non finire; e che abbianocomportamenti illogici, cioè non conseguenti rispetto alle loroopinioni, vi sono altrettanti esempi.

Uno dei più divertenti, proprio perché rimane sul pianoinoffensivo della curiosità accademica, è quello della religioneche condanna la bestemmia (cioè l'offesa verbale a Dio), e poiparla di Lui come colui che sacrifica a sé il suo divin figlioloper riscattare presso di sé i peccati degli uomini. Siccome siparla di verità di fede, cioè di concetti che ci si rendeva contofossero incredibili tanto che si impongono come dogma, non sipuò passare tale affermazione al vaglio della logica. Però si puòdire che Dio si dovrebbe dispiacere di più che si parlasse di Luiin questi termini, che gli si rivolgesse qualche epitetooffensivo. Non c'è dubbio che una simile concezione di Dio èla più grande bestemmia che si possa concepire!

Allora (tornando ad argomenti più seri) vi è una sola logicao vi sono più logiche?, che partendo da uno stesso presupposto,possono condurre a conclusioni diverse?

La questione è importante, perché se fosse vera quest'ultimaipotesi, sarebbe perfettamente inutile che ci appellassimo allalogica per rendere a voi credibili le nostre affermazioni, datoche non potete controllarle altrimenti; quando poi vi fosseun'altra logica che tranquillamente potesse far affermare tutto ilcontrario. Ma in tutta franchezza vi dico, che se il nostro direfosse solo una serie di affermazioni buttate là, e le nostre parolecredute solo perché "ipse dixit", allora, ci saremmo taciuti;perché è l'ora di finirla con i pontefici di tutti i generi, cheimpongono il loro vuoto dire con la presunta loro autorità.Uomo svegliati, abbatti questi falsi idoli! La più grandecriminalità è quella di chi occupa un posto di preminenza e diautorità senza avere né le doti morali, né quelle specifiche.

Per continuare il discorso, mi sembra essenziale che ci

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intendiamo per prima cosa sul significato dei termini, eprincipalmente su quello di "logica".

La logica è quel requisito, che ha una affermazione fattanell'ambito di un presupposto, allorché è coerente,conseguente, e omogenea; quindi la logica come scienza èl'insieme dei principi in ordine ai quali viene assicurata lacoerenza, la consequenzialità e l'omogeneità di un pensiero o diun ragionamento. La logica, in questo senso, è universale;perché non riguarda l'oggetto, la materia del ragionamento, mail modo e la forma. Quindi rimane valida per qualunquecontenuto.

Ora, per quanto la logica si possa o si voglia astrarre daicontenuti - e quindi affermare il suo carattere autonomo - ècerto che la logica non è un requisito che abbellisce unragionamento e basta; ma lo rende più probabile, più credibilee quindi lo valorizza. Sicché la logica va a beneficio deicontenuti. D'altro canto, per quanto universale si possaconsiderare la logica, i principi che la costituiscono non sonoestranei - anzi, sono strettamente connessi - ad un certo tipo direaltà.

In una realtà diversa, la consequenzialità, lo sviluppo,sarebbe diverso; e quindi diversa la conclusione. Ora, sidovrebbe in tal caso parlare di logica diversa?

Se la logica è il rispetto dei principi che rendono coerente,conseguente, e omogeneo un ragionamento, esiste una solalogica; che può avere forme e sviluppi diversi, ma che rimanesempre logica. Quindi una diversa conclusione di dueragionamenti logici non è dovuta a logiche diverse, ma apresupposti diversi e sviluppi diversi. E tutto ciò senza parlaredei giochetti di parole e di conclusioni, che sembrano diversema che in realtà si equivalgono: la storia del bicchiere, che pertaluno è mezzo pieno e per talaltro mezzo vuoto; e senza

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parlare degli errori, come per esempio applicare la logicadell'eguaglianza alla logica della diversità. Infatti, se A=B eB=C ne deriva che A=C; mentre se A è diverso da B e B da C,non necessariamente C è diverso da A.

Prima dicevo che in una realtà diversa, la logica puòimplicare un diverso svolgimento del ragionamento. Non pernulla alcuni filosofi hanno concepito la logica come il processostorico-dialettico della realtà. Inoltre, se si pensa alla logicainduttiva (quella che risale dagli effetti alle cause) si ha lamisura di quanto il ragionamento sia legato alla realtà, oall'immagine della realtà, che ha chi ragiona, cioè l'uomo.

Così, in una realtà in cui fosse vera la successionetemporale, lo sviluppo logico di un ragionamento è in funzionedi quel presupposto, e conduce a certe conclusioni. Mentre inuna realtà in cui è vera la successione del sentire, ilragionamento si conclude diversamente; ed ancoradiversamente si conclude in una Realtà di Eterno Presente (cioèsenza-successione).

Tuttavia questo non significa che si possa sostenere,disinvoltamente, qualunque affermazione dicendo che se anchenon è logica nella realtà che si concepisce può esserlo in unarealtà diversa. Anzi, proprio dal collaudo che una concezionesubisce sottoponendola al confronto con realtà diverse, si ha lamisura della sua universalità e quindi della sua validità. In altreparole, quando una affermazione è logica in sé, e logicarimane, inserendosi logicamente, in un contesto logico, cheriguarda la concezione più vasta possibile dell'esistente, non cipuò essere affermazione opposta che si possa sostenerelogicamente.

Se è vero che tutto è Uno, ne consegue che tutto è legato, equindi conseguente. Perciò la logica non è che lo specchiodella Realtà Totale, e solo concezioni parziali della Realtà, o

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realtà parziali, possono nella prospettiva relativa portare aconclusioni diverse; conclusioni che se vere, trovanoindubbiamente la loro sintesi conciliativa nella vera concezionedella Realtà globale.

Insisto sul fatto che se tutto è Uno, tutto è interdipendente, equindi la consequenzialità, la coerenza, e l'omogeneità - ossial'essenza stessa della logica - fanno parte della Realtà.

Che tale affermazione sia vera potete crederlo dalla ricercascientifica, la quale altro non è che la ricerca della logica dellanatura.

E se proprio la scienza può concepire logiche dette diverse,il cui sviluppo può condurre a risultati diversi, a ben vedere sitratta spesso di presupposti diversi, come nel caso delle leggisul moto concepite nel presupposto di uno spazio euclideo chetuttavia rimangono vere per approssimazione nello spaziorelativistico. E se anche si concepiscono logiche astratte perpura speculazione, si tratta di costruzione logiche su modulodiverso, ma sempre di logica si tratta; mantenendo esse laconsequenzialità, la coerenza, la omogeneità.

Voi potete dire quello che volete; scivolare dal discorso sullalogica a quello sulla conoscenza, per affermare che la logicanon dà valore alcuno al concetto. Ma nel momento in cui fate ilragionamento che vi conduce ad una tale affermazione, se nonfate omaggio al vero, comunque, fate omaggio alla logica;perché è certo che il comunicare (come il capire) sono processilogici.

Certo non intendo dire che tutto quello che è logico sia vero.Come in matematica: fra più logiche supposizioni o spiegazionidi un fatto, una sola è quella vera. Tuttavia, fra quelle logiche equelle che tali non sono, la vera è certamente fra le prime.

Quindi, la logica rappresenta un punto di appoggio, unorientamento per chi debba scegliere e prendere partito senza

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sapere qual è la verità.Nessuno dovrebbe perdere di vista, o bandire la logica dal

suo abito mentale. Solo per il fatto che il capire e il capirsi sonoprocessi logici, la logica dovrebbe essere ricercata da ognuno.

Ho già detto che la scienza è la ricerca della logica dellanatura. Il sapere come ricchezza individuale, non deve forse ungrande tributo alla logica?

Certo si può sapere anche per intuizione, cioè con un mezzoche non coinvolge la logica, e che dà risultati più certi e menosofferti. Però, quanto raro, è l'intuire!

E se da questo punto di vista, si deve dire, che c'è qualcosache sovrasta la logica e la rende non insostituibile, bisognaanche dire che la logica nel comprendere, può far risparmiaremolto dolore.

Qual è infatti, l'altra alternativa alla comprensione coscientequando manchi l'intuizione e non si voglia capire con la mente,se non l'esperire direttamente? Ma quando dolore costa poil'esperienza diretta?!

Dunque, voi che non avete il dono dell'intuizione, non sietevotati al dolore per trarre la vostra coscienza dalle nebbie dellamateria. Potete servirvi della logica per capire, e poicomprendere. La logica è quindi il vostro conforto, la vostrasalvezza dal dolore.

Il mio discorso è un elogio alla logica, non già qualerequisito che il discorso scientifico deve avere, ma quale mezzoper percorrere la via dello Spirito per chi lo Spirito non sentacosì profondamente da ritenerlo vero senza alcuna convalida.Perché la vera fede è quella che non teme l'esame della logica.

La logica quindi, al servizio dello Spirito; come dire lamente al servizio del sentimento: mirabile associazione, checompleta nella reciproca associazione due attributi che in sestessi potrebbero essere aberranti. Infatti, il freddo raziocinio,

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Parte Seconda

può condurre alla crudeltà; e l’incontrollato sentimento puòdiventare alienante e improduttivo. Mentre un giusto dosaggiodei due, dona quel "buon senso" che è la benedizionedell'umanità perché quando c'è protegge l'uomo dalla cecitàdegli eccessi.

Ascoltatemi: nelle vostre professioni di fede non perdetemai di vista la logica. È l'unico strumento che avete persalvarvi dal pericolo di finire col credere a tutto. È l'unicomezzo che può impedire di astrarvi dalla realtà e cadere nelvortice di un mondo assurdo; incombente e insidioso pericoloper chi voglia conoscere l'aspetto nascosto di CIO' CHE È.

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ELENCOARGOMENTI

A- acciaio,magnetismo dello; 137- aggregazionidella materia; 43- akasa, come sentire delle parti; 392- al di là, prova dell'esistenzadello; 236- alchimista,Raimondo Lullo; 377- alchimisti; 80- Allan Sandage, ed espansione del Cosmo; 400- allontanamento dal centro del Cosmo; 186- altruismo, come senso collettivo del vivere, scopo dell'uomo; 463- alveare, come esempio di anima gruppo; 470- amarezze della vita,motivo delle; 473- ambiente favorevole, sempre ubicatonel futuro; 293- ambienti evolutivi, sono

sempre pronti; 293- analogia, Legge di; 42- analogia, nella legge di causa e di effetto; 190- analogia, tra l'aggregazionedelle materie fisiche e quella dei sentire; 372- anima gruppo, ognuno proviene da una; 341- anima, quale sostanza spirituale; 483- anime gruppo; 341- anime gruppo, animali; 310- antispiritisti,l'accusa degli; 359- apparenza, in rapportoalla Realtà; 389- apporti, comesi realizzano gli; 367- apporti, sintonizzazione colfluido personale; 433- apportomaterializzazione; 71- apporto, materializzazione, l'intessitura astrale dello; 433- arancia, esempio della visione completa della; 350- arancia, esempio della visione oggettiva della; 350- archetipo, mondo; 235- Assoluto; 177; 480- Assolutoindividualizzato; 288- Assoluto,

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

attributi dello; 358- Assoluto, come indipendente da tutto; 417- Assoluto,creatività dello; 312- Assoluto, è tutt'Altra cosa delle sue parti; 354- Assoluto, esistenza e non-esistenza dello; 177- Assoluto, natura del sentire dello; 353- Assoluto, non transitorietà dello; 328- Assoluto, riassume in sé tutti i sentire individuali; 336- Assoluto, trascendenza del sentire dello; 370 -Assoluto,trascendenza dello; 425- astrale; 13- Atlantide,e fotogrammi; 278- atomi, equilibriointrinseco degli; 45- atomico, stato (secondo i Maestri); 39- Atomisti greci, grande intuizione degli; 386- atomo, contenuto dello spazio 'vuoto' tra nucleo ed elettroni; 90- atomo, definizione secondo

la scienza; 59- atomo, dell'antica filosofia greca, concetto di; 455- atomo, in sé non ha sensazioni pur contribuendo a crearle; 477- atomo,secondo i Maestri; 59- atomo, struttura del; 59- atto di fede; 193- attributi/enti,relazione tra; 487- aura, mezzi fisici per la visione della; 314- aura, natura della; 314- autonomia, libertà ed evoluzione; 444

B- bacilli, vita dei; 159- Batteri, vita dei; 159- Big Bang, come inizio del Cosmo; 276- Big Bang, come origine delCosmo astronomico; 399- Big-bang, nascita del cosmo fisico; 272- buon senso, cosa è il; 499

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Elenco Argomenti

C- calcolo delleprobabilità; 207- caldo/freddo, equivalenza per la mente; 305- calore; 50- calore, come vibrazione di atomi; 131- calore, cosa è il; 46- calore, natura del; 50- calore, sensazione del, è originata dalla mente; 305- cambiamenti di stato, della materia fisica; 129- candeliere, esempio delsoggettività deisensi fisici; 96- caso; 207- caso e necessità, critica all'accostamento tra; 461- caso, impossibilità del; 230- caso, in rapporto alla necessità nellavita naturale; 461- catena alimentare, come prova che tutto è Uno; 460- causa ed effetto; 17- legge di causaed effetto; 17- causa ed effetto, come catena spazio-temporale; 439- causa ed effetto, nel

Cosmo; 188- causa ed effetto, nelle leggi della natura; 455- cellula, legge di scissione della; 453- centri di coscienza e di espressione; 259- centri di coscienza ed espressione; 313- centri di sensibilità ed espressione; 251- cervello fisico, e mente intellettiva, stretto rapporto tra; 456- cicli generatori,cosa sono i; 337- ciclo generatore; 337- civiltà attuale,caratteristica della; 222 - civiltà moderna,futuro della; 17- civiltà, altre; 33- civiltà, antiche; 33- civiltà, caratteristicadella nostra; 33- civiltà, moderna; 34- classificazione di suono-calore-magnetismo ecc.; 63- coesione, atomica; 51- coesione, forza di; 39 - 40- collane, dei sentire individuali; 382

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- colori, esempio della soggettività deisensi fisici; 96- colori, natura dei; 62- coma, stato nel quale la sensazione cellularerimane; 478- compenetrazione, tra vita macrocosmica e vite microcosmiche; 354- comprensionedel Tutto; 196- cosmo, impossibilità della visione oggettiva di un; 352- comun denominatore, delle storie individuali; 297- comunicazioni spiritiche, come stabilire da quale altezza provengono; 447- comunicazioni,scopo delle; 327- concezione, teoria, collaudodi una; 496- conoscenza di se stessi, come lavoro individuale; 380- conoscenza, come passaggio verso la liberazione; 475- conoscenza, della realtà intrinseca, possibilità di; 483- conoscenza, problema della; 429

- consapevolezza, differenza rispetto a coscienza; 432- consapevolezza, natura unitaria della; 467- consapevolezza, va nel piano del veicolopiù denso; 286- contemporaneità del sentire, nei fotogrammi; 315- contrapposizione, delle unità elementaridi un piano; 85- contrario, distinto da 'opposto'; 389- corpi astrali, differenza nei; 144- corpo akasico, cosa è; 246- corpo akasico, sente un sentire alla volta; 315- corpo astrale, interazione col corpo fisico; 47- corpo astrale, non esistenzadel; 285- corpo astrale, rinnovamentodel; 69- corpo astrale, sensi del; 70- corpo fisico, legame col corpo astrale; 69- corpo fisico, non esistenza del; 285- corpo fisico, ricambio dellematerie del; 68

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- corpo mentale, sensi del; 212- corpuscoli, equivalenza congli elettroni; 63- Coscienza Assoluta, collegamento ininterrotto con le coscienze relative; 466- Coscienza Assoluta, indipendenza rispetto al relativo; 481- Coscienza Assoluta, rispetto alla Coscienza Cosmica; 481- Coscienza Assoluta, unitarietà della; 466- Coscienza Cosmica, come si perviene alla; 433- Coscienza Cosmica, è solo parziale ma non graduale rispetto all'Assoluto; 470- Coscienza Cosmica, unitarietà della; 479- coscienza d'esistere, permanere della; 466- coscienza, processo di accrescimento della, nella unificazione; 491- coscienza, rapporto con la libertà; 310- coscienza, rapportodiretto con la libertà

individuale; 347- coscienza, sempre il risultato di unamolteplicità; 477- cosmi,comunicazione tra i; 249- cosmi,incomunicabilità tra i; 337- cosmi, numero dei; 345- Cosmo; 23; 56- Cosmo astrale; 220- Cosmo fisico, centro del; 162- Cosmo in espansione, conferma dei Maestri della teoria del, spiegazione dettagliata della fine del Cosmo astronomico; 399- Cosmo, ciclo del; 22- Cosmo, come atto di creatività increato; 312- Cosmo, come comun denominatore delle storie individuali; 298- Cosmo, come frazionamento virtuale dell'Assoluto; 411- Cosmo, come insieme degliuniversi; 399- Cosmo, come può essere sperimentato il; 352- Cosmo,

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come si realizza un; 235- Cosmo, concetto della nascita del; 165- Cosmo, concettodell'eternità del; 389- Cosmo, conoscenza oggettiva di un; 352- Cosmo, cosa è il; 201- Cosmo, delimitazionedi un non-manifestato; 239- Cosmo,dimensioni di un; 236- Cosmo, durata edeternità di un; 202- Cosmo, esistenzaoggettiva del; 323- Cosmo, espansione deicorpi siderali dalcentro del; 140- Cosmo, eternità del; 243- Cosmo, fine del; 249- Cosmo, inizio del; 253- Cosmo, limite del; 171- Cosmo, meccanica del; 317- Cosmo, nascita del; 127- Cosmo, oggettività del; 182- Cosmo, oggettività del nell'Eterno Presente; 227- Cosmo,riassorbimento del; 142- Cosmo, sviluppo del; 399- Cosmo, vastissimo

ma finito; 141- Cosmo, vita del, èscomposta infotogrammi; 287- costituzione, settenaria; 118- creazione, in rapporto a emanazione; 418- cristalli, come prima forma di vita; 309- cristallizzazione, assenza divarianti nella; 326- cristallizzazione, come vita microcosmica; 176- cristallizzazione, fenomenodella; 174- cristallizzazione, processo di, come prima forma di vita microcosmica; 315- dado, esempio del lancio del, in relazione a Diodoro Crono; 439

D- Dalton, come ragionò riguardo all'atomo; 395- Darwin; 9- densità, delle materie elementaridel piano fisico; 65- densità, dello spazio

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Elenco Argomenti

cosmico spazi siderali, densità degli; 128- densità, legge della singola densità delle materie subatomiche noncombinate; 128- desideri; 51- determinismo, in relazioneal principio di indeterminazione di Heisenberg; 267- difetto di massa; 118- dimensione dello Spirito, inrapporto a qualitàe sostanza; 489- Dio, attendibilità dellafede in; 398- Dio, caratteri di; 391- Dio, concezionivalide di Dio; 388- Dio, importanza della meditazionesull'idea di; 398- Dio, quali sono stati i concetti più alti di; 359- Diodoro Crono, nell'insegnamento delle varianti; 439- disintegrazioniatomiche; 47- divenire fenomenico,come visione dinamica

di un mondo statico; 391- divenire, finalità del; 394- divenire, il problema del, nell'Essere dell'Assoluto; 312- divenire, illusione del; 374- divenire, impossibilità del,in Dio; 329- divenire, impossibilitàlogica del; 358- domande, risposta alle; 200- dualità, come elemento chiave nel mondo degli esseri relativi; 443- dualità, piano dellapiano akasico; 206

E- effetti, non sempre sono legati alle cause attribuite dall'uomo; 373- egoismo,da dove nasce; 325- Einstein, come mente fortemente intuitiva; 396- elasticità, delle materie subatomiche; 130- elementi instabili; 107- elettricità statica e dinamica, differenza; 125- elettricità, cosa è la; 60

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- elettricità,fenomeno della; 64- elettricità,natura della; 50- elettricità, natura eterica-supereterica della; 60- elettrone; 46- elettrone, composizione dello; 80- elettrone, costituzionecorpuscolo; 79- elio, atomo di, comenumero di unitàelementari; 107- emanato, come parte integrante di Dio; 390- emanazione,di un Cosmo; 118- emanazione,divenire della; 360- emanazione, preferibile a 'creazione'; 225- emanazione, quando si conclude la; 403- Emetina, contro quasitutti i virus, sostanza antivirale; 384- emozioni; 49- Empiristi, come corrente filosofica; 483- energia pura; 35 - 40- essenza del movimento; 46

- energia pura,definizione; 35- energia, condensazione in materia; 36- energia, cosa è la; 41- energia,definizione di; 35-40- energia, liberazione della, dall'atomo; 46- energia, prodotti della; 43- energia, trasformazione in materia; 40- entità, materializzazione difantasma materializzato; 97- epoche,come 'spazi' cosmici; 280- ereditarietà; 20- esattezza e precisione del Tutto; 312- esempio della bomba innescata; 256 -esempio dellacomparsa di tutte le lettere 'a', 'b' ecc.; 293- esempio della pellicoladel film; 26 -esempio dell'oggetto supposto unico esistente; 408- esistenza umana, stato d'essere della; 414- esistenza, condizioneper la (sentire o essere

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Elenco Argomenti

sentiti); 468- esistenza, dei microcosmi come elementi strutturali dell'esistente; 354- esperimento, scientifico; 32- esplosioni nella corona solare; 156- espressione, centri di sensibilità e di; 251- essenza; 14- Essenza, Beatitudine, Esistenza, come sentire oltre l'akasico; 376- essere e divenire,differenza filosofica trai due concetti; 359- essere e divenire, in rapporto a manifestatoe non-manifestato; 394- essere vivente, nel mondo materiale, come punto d'incontro tra duedimensioni d'esistenza; 487- essere, come ente che ha vita; 482- essere, come Realtà; 378- essere, definizione di,nella dimensione dell'identificazione; 484- essere,vita futura dello; 319- eterica, materia; 38

- eternità ed infinitezza anche del relativo nell'Assoluto; 259- eternità, concetto di,come senza-tempo; 338- eternità,precisazione sulla; 372- Eterno Presente; 177; 218- Eterno Presente, nulla sviluppa nello; 288 - 291- evoluzione; 20; 34- autocoscienza; 25- evoluzione animale e psichismo sopravvivente; 22- evoluzionedella forma; 281- evoluzionedella materia; 281- evoluzione dell'autocoscienza; 281- evoluzionedelle evoluzioni; 171- evoluzione delle evoluzioni, legge di; 239- evoluzione dell'essere umano; 159- evoluzione individuale,in rapporto a quellacosmica; 242- evoluzione spirituale, concetto essere o divenire della; 387

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

- evoluzione, ambiente favorevole alla; 292- evoluzione, definizione e significato; 176- evoluzione,in senso 'essere'; 387- evoluzione, leggecomune a tutti i cosmi; 239- evoluzione,oltre la umana; 302

F- facoltà psichiche umane, motivo della loroesistenza; 462- favilla, se ci si legasse al ciclo di vita di una; 321- fenomeni fisici, nelle riunioni medianiche, produzione di; 384- fenomeni, mondi dei; 482- fenomeno; 17- fenomeno, come cambiamento delleproprietà dei corpi; 483- ferro dolce,magnetismo del; 138- filosofi antichi, infinita divisibilità come illusionee indivisibilità

come realtà; 356- filosofia, come aiuto per l'uomo; 181- filosofie umane più evolute,lati inspiegabili delle; 361- fissità, fotogrammica; 267- folgorazione, esempio della, come salto del sentire individuale; 382- forme, radice delle; 36- forza di gravità; 205- forza vitale, prana; 213- fosfori, luce dei; 133- fotogramma, cosa è il; 261- fotogramma, possibilità di rivivere il; 259- fotogramma, unicità dello spazio e del tempo del; 323- fotogrammi astrali, in maggior numero rispetto a quelli fisici; 294- fotogrammi non scelti, come rimangono; 277- fotogrammi, come elementiimmutabili nell'Eterno Presente; 287- fotogrammi, come espediente per comprendere l'essere; 365- fotogrammi, come si giunge al concetto di; 316- fotogrammi, come unità

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Elenco Argomenti

elementari delle situazioni cosmiche; 266- fotogrammi, scorrere dei, all'origine della percezione dello spazio; 268- fotogrammi, serie di, legge vera dei; 366- fotogrammi, teoria dei; 263- fotogrammi,unione con i; 263- fotogrammi, utili ma ancoraun'esemplificazione rispetto alla Realtà; 364- fotogrammi, visione istante per istante; 266- fotoni, cosa sono i; 88- fulmine globulare; 214- fuochi di Sant'Elmo; 216- futuro,come già esistente; 279

G- giorno di Brahma, manifestazione; 344- Giovanna d'Arco, la possibilità di non abiurare di,varianti; 440- Grande Operaalchimia; 378- gravità, caduta dei gravi,

secondo l'insegnamento dei fotogrammi; 366- gravità, forza di; 39; 53

I- identificazione, analogia con la percezione nei piani grossolani; 433- identificazione, annullamento della separatività nella; 434- ideogrammi, mentali; 307- idrogeno, composizione del, in termini di unità elementari; 84- idrogeno, nucleo dello; 84- il nulla, in rapporto allo Spirito; 247- illusione del divenire; 341- illusione, dello spazio al pari del tempo; 299- illusorio frazionamento dell'Assoluto; 392- incarnazione,scopo della; 163- individualità; 23; 259- individualità, definizione come serie di sentire; 392- individualità, dopo il riassorbimento; 201

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

- individualità, è ciò che legatutte le fasi del ciclo; 227- individualità,il sentire della; 282- individualità, proiezione nel Cosmo della; 259- individualità, rispetto all'Assoluto; 224- individualità, senso di; 390- individualità,sentire della; 282; 393- individualità,vita della; 245- individualizzazione; 310- individualizzazione dell'Assoluto; 288- individualizzazionee libertà; 311- individualizzazione,vera; 334- individui biologici,semplici o complessi; 466- individui, nascita spirituale degli; 337- individui-individualità, destino degli; 172- individuo; 204- individuo, ambiente più favorevole all'evoluzione dello; 233- individuo, artefice dello spazio e del tempo; 321

- individuo, chi è lo; 285- individuo, come momento della serie dei sentire individuali; 370- individuo, come proiezione della individualità nel Cosmo; 286- individuo,evoluzione dello; 159- indivisibilità, e relativa divisibilità; 396- Infinito-definibile-definito, similitudine geometrica; 343- infinito, solo Dio lo è; 408- intelligenza, nella vita naturale; 203- intessitura del Cosmotrialità Mente-Energia-Materia; 206- intimo, vita dello; 318- intuizione; 32; 167- intuizione, come mezzo diretto per la comprensione di una verità; 498- invisibilità,degli oggetti; 477- io, anche la vita del santoè basata sullo; 373- io, come fantasma della percezione; 373- io, come la più grande illusione; 374

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Elenco Argomenti

- io, comerappresentazione psicologicadell'individuo; 375- io, creazione dell'io, individualizzazione; 310- io, non esistenzastrutturale dello; 374- io, sulla natura dello; 376- io, superamento dello, attraverso il processo attenzione-consapevolezza-coscienza; 433- ipotesi della non esistenza degli individui, in rapporto alla realtà del cosmo; 231- isotopi, dell'uranio; 82- isotopi, notizie sugli; 112- istinti naturali, ed evoluzione; 443- istinto di conservazione, nelle forme divita naturali; 459

K- karma, relazione con i fotogrammi; 264

L- legarsi ad un fotogramma, significato del; 355- legge della natura, definizione di; 454- legge dell'ottava, in ambito atomico; 105- legge di analogia, limite della; 171- legge di azione e reazione come legge di causa e di effetto; 253- legge di causae di effetto; 192- legge di causa e di effetto, rispetto alle serie fotogrammiche; 278- Legge di evoluzione, che trascende il Cosmo; 242- Legge di evoluzione, come progressione composita; 242- legge di gravità, descrizionefotogrammica; 366- legge nei fotogrammi e Legge immutabile; 252- legge scientifica,cosa è; 498- legge, delle masse delle materie subatomiche; 118- legge, vera, quella del modulo fondamentale del

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

Cosmo; 252- leggi dellascienza umana; 237- leggi materiali, non esistono indipendentemente dalla materia; 454- Leggi,nell'Eterno Presente; 229- levitazione, come effetto della mente; 169- levitazione, intervento deglispiriti elementari nella; 170- libero arbitrio; 436- libero arbitrio dell'individuo, in relazioneai fotogrammi libertà relativa; 276- libero arbitrio, possibilità discelta e varianti; 436- Libertà Assolutae varianti; 324- libertà individuale; 256- libertà individuale, sempre relativa e sempre proporzionaleall'evoluzione; 444- libertà pura, dell'uomo; 218- libertà, necessità della; 312- libertà, necessità delle scelte nell'evoluzione individuale, varianti; 440- libertà, nell'uomo; 309

- litio, atomo di, in relazione all'atomo d'idrogeno; 107- livello atomico, ipotetica visione al; 406- logica induttiva,dipendenza dall'immagine della realtà che ha chi ragiona con la; 496- logica, definizione di, insegnamento sulla; 431- logica, definizioneesauriente di; 495- logica, e verità dello Spirito, convergenza tra; 456- logica, implicata nel fine dell'autoconservazionedella natura; 459- logica,nell'insegnamento; 200- Logos,centro del Cosmo; 180- Logos e piani; 162- Logos, cosa ne è dopo il riassorbimento; 201- Logos, o Coscienza Cosmica, costituito datutti i possibili stati di coscienza; 478- luce fredda scarichein gas rarefatti; 133- luce solare, interazione con l'atmosfera terrestre; 91

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- luce, come vibrazione più sottile nel piano fisico; 303- luce, cosa è la; 46; 129; 133- luce, deviazione della direzione di propagazioneinfluenza di corpi celesti; 130- luce, sul dupliceaspetto della; 134- luce, trasmissione della; 91- luminescenza,dei fosfori; 133- Luna, energieprovenienti dalla; 155- Luna, tendenzaa consumarsi della; 58- Luna, trasferimentodi massa sulla Terra; 171- l'Uno e i Molti; 254

M- macchina,energia di una; 36- macrocosmo,materie del; 479- magnetismo animale; 77- magnetismo terrestre,origine del; 136- magnetismo,

fenomeno del; 75; 135- malattia, sostanza per la guarigione da ogni; 269- manifestazione cosmica, come relativamente divisibile; 409- manifestazione di un cosmo, cosa è; 168- manifestazione, le due fasi della emanazione e riassorbimento; 403- manifestazione, valutazionedella, sul piano soggettivo e sul piano oggettivo; 426- manifestazioni cosmiche, confronto tra; 243- manifestazioni, numero di, nell'Assoluto; 344- massa dell'atomo, come potenze di 7*A; 104- massa, equivalente d'energia della (E=mC^2); 121- matematica, forme indeterminate della, De l'Hopital; 411- materia; 18- materia akasica, differenza sostanziale con la materia fisica; 479- materia astrale,riempitiva dello spazio

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Il Cosmo, la Materia, l'Evoluzione

vuoto atomico; 68- materia astrale, si plasmacol pensiero; 304- materia eterica, nel fenomeno del sangue di S.Gennaro; 101- materia eterica,plasma; 215- materia fisica; 35- materia fisica densa,limite d'influenzadei corpi celesti; 128- materia mentale, cosa compone la; 203- materia nel piano akasico,è senza forma; 301- materia, evoluzione delladiminuizione di densità dellamateria fisica; 150- materia,mutazione della; 81- materia, prima causadi Se stessa; 455- materia,scomposizione della; 48- materializzazione, attraverso laconcentrazione; 225- materializzazione,fenomeni di; 71- materializzazione, se interrotta, perdita degli

effetti isotopici; 446- materie elementari, combinazione negli spazi siderali; 134- materie fisicheelementari; 65- materie sottili,visione delle; 67- materie, varietà delle; 18- maturazione dell'uomo, in relazione alla presenza dei Maestri: 263- Maestri, scopo della presenza dei; 290- meccanismi biologici, emetina; 384- mente; 22- mente cosmica; 202- mente razionale oscientifica, a quale Dio può credere la; 361- mente, al servizio del sentimento; 498- mente, come origine del senso del trascorrere; 268- mente, è ciò che lega i fotogrammi e crea lo scorrere; 340- mesoni; 115- mesoni, struttura dei; 115- metalli, caratteristica rispetto ai non-metalli; 79

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- microcosmi, esistenza dei enon esistenza dell'io; 375- microcosmi, i molti nell'Uno, come centri di sentire; 370- modulo fondamentale del Cosmo, legge vera del; 366- modulo fondamentale, di questo Cosmo; 258- molteplicità, necessità logica della; 392- molti nell'Uno; 370- Molti, individualizzazione dell'Uno nei; 335- mondi della percezionepiani fisico, astrale e mentale; 326- mondi della percezione, definizione di; 482- mondi, mutabilità dei, in rapporto all'immutabilitàdi Dio; 425- mondodegli individui; 282- morteper invecchiamento; 460- morte, significatofilosofico di; 463- Moto Assoluto, nell'ampliamentodel sentire; 319- moto perpetuo,

impossibilità del; 401- moto relativo,da cosa nasce; 178- moto relativo, significato rispetto al Moto Assoluto; 85- moto, in relazione ai fotogrammi; 263- movimento, come formadi libertà nel mondoanimale; 318- movimento, come si originanella mente il senso del; 268- movimento, essenza delenergia; 46- movimento, illusione del, originata dal sentire individuale; 391- movimento, inconciliabilitàcol concetto di infinita divisibilità; 395- movimento,principio del; 47- mutamento,illusione del; 253- mutuazione fotogrammicaprincipio di indeterminazione di Heisenberg; 267

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N- natura esterna,dell'Assoluto vita; 228- natura interna,dell'Assoluto amore; 228- natura, finalismo della; 458- natura, vastità degliscopi nella; 459- necessità,definizione di; 461- neutrino, di Fermi; 115- neutrone, cosa è il; 93- neutrone,costituzione del; 94- neutrone, massa e costituzione del; 122- neutroni, natura dei; 113- Nirvana, come io che percepisce la Divinità e suprema illusione; 373- non contemporaneitàdel sentire; 330- non-manifestato; 239- non-esistenza, considerazione sulla; 463- non-manifestato, come agente che separa le manifestazioni; 249- Non-manifestato, nell'Assoluto; 344- Notte di Brahma,cosa è; 185

- nuclei, degli elementi più complessi dell'idrogeno; 84- nuclei, di atomi di elementi complessi; 86- nuclei, di atomi dielementi più complessi dell'idrogeno; 86- nuclei, sottigliezza della materia fisica, sono raggruppati tre a tre; 422- nucleo, dell'idrogeno; 84- nulla, impossibilità di esistenza del; 379- numero, come elemento essenziale della vita macrocosmica; 298

O- oggetti fisici o solidi, aspetto astrale degli; 149- oggetti solidi, visione (dei veggenti) attraverso a; 146- oggettività del Cosmo; 263- ora (attimo),eternità dello; 296- ordine perfetto, rispettoalla casualità; 207- ordine, stabilito e minuzioso,dell'esistente; 360

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- organismi viventi, non possono esistere scevrida coscienza eda sensazioni; 467- oro, trasformazionedei metalli in; 269- oro, trasmutazione dei vili metalli in, alchimia; 378- ossigeno nascente; 82- ottava,nella legge chimica; 121- ottava, nella serie degli elementi chimici; 120- otto, come ri-equilibriooltre la settimaaggregazione; 48- ozono; 82

P- panteismo, aderenzaalla Realtà del; 424- parole, inadeguatezza delle,per esprimere come ciò che scorre esiste nell'eternità senza-tempo; 339- parte, comprensione della, rispetto all'Assoluto; 346- particella, come contrapposizione di dueunità elementari del piano

fisico; 86- pensiero, come energia; 42- pensiero, conquiste del; 15- percezione umana, dell'Eterno Presente,come accade; 323- percezione, come rapporto tra sentire nuovo e sentire conseguito; 433- percezione, dall'intimo; 98- percezione,definizione di; 482- percezione, e nascita della coscienza per l'uomo; 443- percezione, soggettività e illusorietà della; 431- personalità dell'individuo, come insieme di sentire individuali; 371- pianeti, influenze dei; 128- pianeti, perditadi materia dei; 181- pianeti, reincarnazionein altri; 164- piani d'esistenza; 42- piani,compenetrazione dei; 166- piano akasico, come piano delle cause; 202- piano akasico, come prima proiezione dell'individualità nel Cosmo; 285

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- piano akasico,costituzione del; 405- piano akasico,lo scorrere nel; 299- piano akasico, riassorbimento nel; 405- piano akasico,veicoli del; 245- piano akasico, vi sisvolge l'evoluzione superumana; 302- piano astrale; 14- piano astrale, differenzadal piano fisico; 194- piano astrale,forme del; 143- piano astrale, illusione inerente al; 194- conferenziere,entità astrale del; 194- piano astrale,luce e calore nel; 304- piano astrale, plasmabilità delle materie del; 194- piano astrale,riassorbimento nel; 405- piano di esistenza; 56- Piano di esistenza; 13- piano di esistenza, come stato d'essere; 486- piano fisico; 12- piano fisico denso; 63

- piano fisico eterico; 64- piano fisico, come elemento comune di tutti i fotogrammi; 261- piano fisico, limite delsmaterializzazione al limite del Cosmo; 165- piano fisico,realtà oggettiva del; 95- piano fisico,riassorbimento del; 162- piano mentale,energia potenziale nel; 42- piano mentale, riassorbimento nel; 405- Piccola Opera,alchimia; 378- pietre della piazza diFirenze, esempio delle; 323- pietre, esempio delle,di Piazza del Duomo; 323- plasma, materiain forma di; 216- possibilità e Realtà,il sillogismodi Diodoro Crono; 439- prana forza vitale; 213- pressione atmosferica; 40- Prima Causa, Dio come, in relazione al divenire; 358- Prima Causa, insegnamentosui caratteri della; 391

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Elenco Argomenti

- Prima Materia, comecausa di se stessa; 455- principio di indeterminazione di Heisenberg, in relazione al rigido determinismo; 442- problemi complessi,da affrontare consemplicità; 329- proprietà/sostanza,relazione tra; 490- protone; 46- protone,costituzione del; 79- prova, di laboratorio; 34- psicologia, motivo per cui non riesce ad indovinare tuttii comportamenti umani; 440- psicometra, motivo percui sperimenta i fenomenidi psicometria; 451- psicometria; 188- psicometria,come si spiega la; 261- punti di contatto, nelle soggettività individuali; 431

Q- qualità come proprietà; 483- qualità, inscindibilità da

qualità; 488- qualità/quantità,relazione tra; 488- quantità comesostanza; 488

R- radioestesia, radiazioni connesse alla; 188- radiotelescopi; 29- raggi alfa, natura dei; 110- raggi beta,struttura dei; 110- raggi cosmici,natura ed origine dei; 135- raggi gamma,struttura dei; 110- raggi, i sette; 233- Raimondo Lullo,alchimista; 377- Realtà Assoluta, e mondi della percezione; 430- realtà fisica, rispetto al mondo delle astrazioni (esempio del 'gas vero' di Gay Lussac); 402- realtà intrinseca, impossibilità di conoscerla nei mondi dei fenomeni; 483- realtà oggettiva,

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definizione; 98- realtà oggettiva,visione della; 98- realtà relativa, i duemodi in cui può essere conosciuta la; 430- realtà umana, comeinsieme di soggettività; 437- Realtà, definizione di, rispetto all'illusione; 380- realtà,soggettività della; 94- regione della non-forma,del piano mentaleintelligenza animale; 204- regni naturali, terrenoper le radici del sentire umano; 469- reincarnazione ed evoluzione, in rapporto all'Assoluto; 327- relatività generale, correttezza della, rispetto allo spazio realmente esistente; 1400- relativo, eternità del; 287- relativo,perfezione del; 313- retina, analogia con lamente nel percorso fotogrammico; 268- riassorbimento,

conclusione del; 403- riassorbimento,dei corpi celesti; 148- riassorbimento,di un cosmo; 118- riassorbimento,inizio del; 403- riassorbimento,modalità del; 148- riassorbimento,nel Logos; 405- riassorbimento, opposto all'emanazione; 142- riassorbimento,retaggio del; 169- ricerca scientifica,come ricerca dellalogica della natura; 497- risonanza, fenomenonella smaterializzazione al limite del Cosmo; 186- robot, confronto con la sensibilità della vitapiù elementare; 467- rotazione, delle particelle elementari; 208- rotazione, possibile riferimento allo 'spin'; 86- ruota delle nascite e delle morti, abbandono della; 412- ruota delle nascite e delle morti, oltre la; 317

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S- sangue di San Gennaro; 99- sapienza, nel pianodel sentire, come immedesimazionecon una verità; 415- scala delle 7 densità del piano fisico; 62- scelte individuali,realtà in Dio delle; 439- scienziato, come appagarneil senso mistico; 361- Scintilla Divina, come virtuale frazionamento dell'Assoluto; 227- scorrere del cosmo, come vita dell'individualità; 250- scorrere, da cosa si originala illusione dello,; 383- scuole esoteriche, l'insegnamentosegreto delle; 365- sdoppiamento,fenomeno dello; 69- sensazione, come più elementare coscienzadi esistere; 466- sensazione, sempreil risultato di una molteplicità; 477- sensazioni; 49- sensazioni, come

momento di passività dell'individuo; 468- sensi; 12- sensi delveicolo astrale; 209- sensi fisici, densitàche li colpiscono; 302- sensi fisici,funzione dei; 195- sensi, come centri di sensazioni; 451- sensi, come elementi limitativi della percezione della realtà; 447- sensi, soggettività dei; 94- senso di separatività, è ciò che crea l'individuo; 341- senso, definizione di; 212- Sentire Assoluto, come sentire di tutte le individualità; 376- Sentire Assoluto, in rapporto al sentiredelle parti; 376- sentire come essere, conoscenza per identificazione; 410- sentire degli individui, rispetto a quello dell'individualità; 289- sentire in modouniversale, come meta

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evolutiva umana; 311- sentire individuale, all'origine dell'illusionedel movimento; 391- sentire individuale, poggiasu sentire in senso lato; 452- sentire individuale, rapporto con l'individuo; 376- sentire individuali, impossibilità dell'iniziodello scorrere dei; 296- sentire individuali,non mutano mai; 336- sentire individuali, sensodel "provenire da" e "sfociare in" dei; 336- sentire limitato,fa sentire "ora"; 347- sentire relativi,sono tutti presenti; 315- sentire relativo, che ineffetti non scorre mai; 289- sentire relativo, esistenzadel, come qualcosa dichiuso e limitato; 296- sentire, atomo di, definizione; 371- sentire, centri di, nell'esistente; 371- sentire, comecollana di perle; 287- sentire,

comunione dei Santi; 326- sentire, consecutivitàlogica dei sentirerelativi; 290- sentire, coscienza,perché non puòmai venire meno; 490- sentire, fluire spontaneodel, dopo l'abbandono della ruota delle nascite edelle morti; 412- sentire, fluire spontaneodel, nel superuomo; 412- sentire,inizio e fine del; 283- sentire, la vibrazione del, all'origine della sensazione dello scorrere; 348- sentire, noncontemporaneità del; 332- sentire, oltre ilpiano akasico; 376- sentire, ritmo naturaledella comunione dei; 414- sentire,successione del; 287- sentire, successionedel, come unicasuccessione; 287- sentire, successione logica del sentire di coscienza; 448- sentire, susseguirsi del,

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perché esiste; 323- sentire, unità di, modounico d'esistere delle; 334- sentirsi d'essere, come minimo è sensibilità ed espressione; 480- separatività,annullamento della; 484- separatività, non è assoluta tra diverse dimensioni d'esistenza; 477- serata, spiegazionedella percezione non contemporanea della; 332- sette, modulofondamentale; 57- simultaneità, della vibrazione dei sentire analoghi; 412- sistema solare, riassorbimento di un; 170- situazione composita del mondo della percezione,chi la sentecompletamente?; 449- situazione cosmica,come scendere in una; 267- situazione cosmica, modalità per calarsiin una; 268- situazioni cosmiche, immedesimazione nelle; 261

- smaterializzazione, della materia fisica; 185- soggettivitàdel Cosmo; 272- soggettività dellavisione fotogrammicadel Cosmo; 272- soggettivo universale, comeelemento comune delle percezioni soggettive; 431- Sole; 26- Sole, come foronel piano fisico; 139- Sole, come portadel piano fisico; 139- Sole, cosa è il; 147- Sole, durata temporaledel; 147- Sole, energia del; 156- Sole, esplosioninella corona del; 156- Sole, funzione delguscio esterno del; 151- Sole, natura del; 150Sole, non è un corpoe non è caldo; 147- sol-tutto-inscindibile, insegnamento su; 456- sostanza indiversificata, - radice unitaria del tutto; 488- sottopiani, sono 7 per ogni piano; 143

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- spazi siderali; 134- spazi siderali,cosa c'è negli; 128- spazio siderale,in relazione alla luce; 134- spazio e tempo,sono relativi; 368- spazio vuoto,concezione degliAtomisti greci dello; 386- spazio, come attributodella materia; 397- spazio, concettoche l'umano ne ha; 410- spazio, concetto di,legame col concettodi moto; 267- spazio, dimensione d'esistenza in cuinon c'è lo; 487- spazio, la vera categoria dello, relativamente divisibile; 397- spazio,nel piano akasico; 299- spazio,non esistenza dello; 324- spazio, non può esistere senza materia; 397- spazio,richiamo a Zenone; 396spazio,

soggettività dello; 301- spazio-tempo, in ogni pianod'esistenza; 179 - 299- spazio-tempo, nella nostra manifestazione; 234- spazio-tempo, relazione con la densità materiale; 300- specie naturali estinte,non sono errori; 458- specie, origine delle; 19- speculazione, studio scientifico; 222- spermatozoo, assenza del caso nella fecondazione; 349- spiriti elementariessenze elementari improntate; 54- spiriti, critica che viene mossa ai messaggi degli; 446- spiriti, devono avere la possibilità di dire sempre cose nuove; 359- spiritica, spiegazione, delle riunioni del CF77; 317- Spirito; 42- Spirito nonpuò evolvere; 387- Spirito, come basecomune di tutte lematerie cosmiche; 172- Spirito, come prima manifestazione di Dio,

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Elenco Argomenti

oggettività dello; 379- Spirito, comesostanza di Dio; 484- Spirito, cosa è lo; 247- stagioni,cambiamento delle; 31- storia cosmica,cosa si intende per; 297- storia del Cosmo,cosa è la; 275- storie individuali, rispetto alla vita macrocosmica; 274- strumenti di misuramisura, strumenti di; 17- struttura ecologica, come prova che tutto e Uno; 460- sublimare, definizione; 37- successione del sentire, motivo della; 287- successione del sentire,non è una successione temporale; 381- suono, cosa è il; 63

T- teismo, in confronto a panteismo, aderenzaalla Realtà; 424- temperatura, inadeguatezza del concetto di, per le

materie elementari; 134- spazio-tempo cosmico; 300- tempo cosmico, scanditodal piano akasico; 300- tempo del mondodegli individui; 285; 288tempo del mondo degli individui e tempo del Cosmo, differenza tra; 286- tempo del mondo degli individui, cosa è; 286- tempo, come dimensione dello spazio; 402- tempo, concetto di; 25- tempo, cosa è iltrascorrere; 250- tempo,da cosa nasce il; 280- tempo, del mondodegli individui; 364- tempo,del piano fisico; 284- tempo,è creato dalla mente; 321- tempo, nascita del; 227- tempo,nel piano akasico; 286- tempo,nel piano astrale; 25- tempo,nel piano mentale; 25- tempo,

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ragione per cui esiste il; 164- tempo, mente alla basedel senso del trascorreredel tempo; 316-330- tempo, sensazione del trascorrere del, da dove scaturisce; 321-330- tempo, sensazione intima del, da partedell'individuo; 321-330- tempo, senso del; 320- tempo, spostamentonel piano astrale; 211- teologie,immagini false delle; 457- teoria della relatività; 167- teorie scientifiche; 32- Terra; 30- Terra, aumento dellamassa dovuto alla Luna; 171- trascendenza, della Coscienza totale; 492- trascorrere di un'esistenza, sensazione del; 296- trascorrere, assenza di, nell'Assoluto; 276- trascorrere, cosa originail senso del, mente; 268- trascorrere, illusione del; 250; 259; 276; 363- trascorrere,impossibilità del; 276

- trascorrere,non è oggettivo; 316- trascorrere, rispetto all'Assoluto; 296- trascorrere, senso del,in rapporto al sentire limitato; 321- trascorrere, senso del,scopo del; 482- trasmutazione dei metalli, verità della; 269- Tutto, ilEterno Presente; 225

U- un istante del cosmo,come insieme di tanti fotogrammi; 266- unità del Tutto; 206; 297- unità elementare; 13- unità elementare delpiano fisico, numeromassico della; 421- unità elementare, differenziazione della; 65- unità elementare,rotazione della; 208- unità elementari,vibrazione delle; 64- universi paralleli; 266

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Elenco Argomenti

- universi, origine esviluppo del moto di traslazione degli; 399- universo fisico, perchédelle dimensioni dello; 234- universo, è la galassiadella nomenclatura correntegalassia, universo; 224- uomo modernopuò ragionevolmentecredere a Dio?; 398- uomo, come centrodi coscienzaed espressione; 371- uomo, individualizzazione dello; 289- uomo,perfezione dello; 310- uomo, possibilità di conoscere Dio; 431

V- valore assoluto, paragone con valore critico; 168- valore critico, in rapportoal valore assoluto; 168- variante, dimostrazione pratica di una; 308- varianti fotogrammiche, libertà relativa; 321

- varianti, differenza temporale tra le; 321- varianti, DiodoroCrono e le; 439- varianti, e libero arbitrio; 309- varianti, effetto sulla vita macrocosmica in esse rappresentata; 369- varianti, esempio del diverso numero di fotogrammi per ogni variante; 295- varianti, esistono già; 298- varianti, invarianzadello scenario generalenelle; 308- varianti, motivo percui devono esistere; 325- varianti, necessità logica dell'esistenza delle; 348- varianti, periodo incui si svolgono; 438- varianti, possibilitàdi scelta, non vissute; 275- varianti, quandocominciano adesistere le; 345- varianti, sussistono dovenon vi è karma; 298- varianti,veggenza delle; 307

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- veicolo corpo; 14- veicolo akasico,abbandono del; 246- veicolo astrale,funzione del; 209- velocità critica; 163 - 185- velocità critica,come traslazione deisistemi solari nel loro complesso; 163 - 185- velocità critica, di smaterializzazione; 163 - 185- velocità critica, di smaterializzazione alla periferia del Cosmo astronomico; 193- velocità critica, di smaterializzazionedella materia fisicalimite del Cosmo; 163 - 185- velocità critica, legge di smaterializzazione al raggiungimentodella; 163 - 185- velocità critica, non è necessariamente quelladella luce; 400- velocità della luce,relatività della; 165- velocità di rotazione,rispetto al centro ideale del Cosmo; 171

- velocità di smaterializzazione; 183- velocità, di smaterializzazione della materia ai confini del Cosmo; 185- veritàpunti di passaggio; 326- verità punti di passaggio, necessità delle; 337- Verità, applicazione della, oltre l'intuizione della; 269- verità, comprensionepratica delle; 345- verità, comunicazionedella; 167- verità, è sicuramentelogica; 456- Verità, i vantaggi associati alla conoscenza della; 473- verità, immedesimazionecon una, nel piano del sentire; 414- verità, l'importanza di meditare sulla; 200- verità, senso secondocui sono comprese le; 373- verso della successione fotogrammica; 286- virtuale frazionamento-manifestazione, similitudine geometrica; 344

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Elenco Argomenti

- virus, sostanza efficacissima contro i, emetina; 384- virus, vita dei; 161- visione,del piano astrale; 100- visione, descrizione del fenomeno della; 307- Vita; 22- vita dei microcosmi, come elemento essenziale della vita Assoluta; 354- vita della natura, come spettacolo prodigioso,avulsa dal caso; 457- vita macrocosmica; 22; 159- vita macrocosmica e vita microcosmica; 464- vita macrocosmica, come elemento comune dei fotogrammi cosmici; 273- vita macrocosmica, come elemento comune dellestorie individuali; 274- vita macrocosmica, sensazione o sentiredella; 478- vita microcosmica; 22; 159- vita microcosmica,ciclo della; 465- vita microcosmica, evoluzione della; 159

- vita microcosmica, rapporto con la cristallizzazione; 174- vita naturale,scopo diautoconservazione della; 459- vita umana, come formapiù complessa di vita microcosmica; 465- vita, come nasce la; 309- vita, definizioneaccademica di; 463- vita, interpretazione in chiave trascendentale; 492- vita, perché non puòessere frutto del caso; 461- vite microcosmiche, definizione; 174- vuoto assoluto; 184

W- Walter Rudolf Hess, messaggio di; 422

Z- Zenone, lo spazio infinitamentedivisibile di; 396

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INDICE

Premessa V

Prologo VII

PARTE PRIMA- STRUTTURA DELLA MATERIA -

- CONCETTI E MECCANICA DEL COSMO -

07/11/54 12

Da Ciclo 1957/58, 195-I a 16 Nov. 1958, 285-I 14

Da 10 Mag. 1959, 371-II a 8 Nov. 1959, 446-II 25

6 Dic. 1960, 659-II 45

Da 4 Febb. 1961, 681-II a 1 Lug. 1961, 875-III 59

Da 20 Ott. 1962, 6-IV a 15 Dic. 1962, 38-8-IV 167

Da 26 Ott. 1963, 134-IV a 7 Dic. 1963, 159-IV 170

Da 25 Genn. 1964, 186-IV a 16 Mag. 1964, 280-IV 177

Da 22 Nov. 1973, 321-IV a 20 Dic. 1973, 335-IV 192

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PARTE SECONDA- TRASCRIZIONI RIUNIONI -

- DAL 7 NOV. 1964 AL 19 APR. 1983 -

Dal 07 Novembre al 19 Dicembre 1964 200

Dal 30 Gennaio al 13 Novembre 1965 218

Dal 19 Febbraio al 14 Maggio 1966 227

Dal 18 Febbraio al 29 Novembre 1967 251

Dal 10 Gennaio al 19 Dicembre 1968 267

Dal 22 Gennaio al 21 Dicembre 1969 286

Dal 7 Gennaio al 10 Giugno 1970 299

Dall'11 Febbraio all'11 Marzo 1971 319

Dal 27 Gennaio al 7 Dicembre 1972 337

Dall'11 Gennaio al 5 Aprile 1973 365

24 Gennaio 1974 377

Dal 16 Gennaio all'8 Maggio 1975 383

Dal 17 Gennaio al 13 Dicembre 1976 420

19 Novembre 1977 436

14 Aprile 1978 445

15 Ottobre 1980 446

Dal 31 Agosto al 5 Ottobre 1982 453

Dal 5 Febbraio al 19 Aprile 1983 473

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Niente, in sostanza, trascorre. Ed infatti come sarebbepossibile ubicare nell'Eternità, nel non-tempo, l'inizio di unoscorrere di sentire individuali? Sarebbe impossibile.

Dunque, quello che noi sentiamo come trascorrere, comeessere ad un punto, rispetto all'Assoluto non è più così. Esistetutto. Ma allora - direte voi - perché noi percepiamo come untrascorrere, come un passare da un antecedente e tendere ad unseguente?, come “ora”, e non “prima”, e non “dopo”?

Perché di per sé, il sentire relativo, chiuso, limitato, non puòche essere così. Un sentire definito non può che esistere esussistere che in questi termini: nel termine cioè di avere lasensazione di ora e non prima e non dopo; di avere la sensazionedi venire da un prima e tendere a un dopo. Ma collocare questasensazione illusoria, di “ora”, nella Realtà che è priva diillusione, priva di tempo e di spazio, collocare questo, può esserefatto solo se a questa illusione si attribuisce il valore che essa haveramente: il valore di “maja”, di illusione, di apparenza…(omissis)…

Ma, quando è possibile creare un “momento” (che significa untempo) laddove il tempo non esiste? Quando è possibilecircoscrivere qualcosa laddove la circoscrizione non hasignificato?

Questo che io vi dico ha solo un significato accademico, hasolo un significato per comprendere; non ha altro significato.Non c'è un “ora”, “qui”, nell'Assoluto. Non può esistere questo!Non può esistere un punto della evoluzione degli individuinell'Assoluto.

Questo trascorrere, questo passare, questo attendere unfuturo, rimpiangere il passato, sentirsi “qui” e non “là” non è,figli e fratelli, che un'illusione; un'illusione del sentire individuale,il quale - per così chiamarsi - così e solo in questo modo puòsussistere. Ecco dov'è l'Unità del Tutto. In questo!

Io vi auguro, con tutto il mio amore, che possiate intravvedereche cosa si nasconde oltre il suono povero e misero di questeparole.

29 Aprile 1969