Il Centro Storico di Napoli L’iscrizione del 1995 Dalla Clarification … › documentazione ›...
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Il Centro Storico di Napoli
L’iscrizione del 1995 Dalla Clarification al Piano di Gestione
Prof. Ing. Arch. Maurizio Di Stefano
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Il Centro Storico di Napoli WHS n.726/1995
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La documentazione dell’istruttoria del 1995 Le valutazioni dell’Organo Consultivo
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La città greca di Neapolis comincia con l’insediamento di Partenope sul promontorio roccioso comprendente la Collina di Pizzofalcone e l’isoletta, allora legata alla terraferma, di Megaris (Castel dell’Ovo).
LA FONDAZIONE 470 a.C.
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Napoli che significa nuova città fu fondata nel 470 a.C. in prossimità di Partenope , porto cumano del 7° secolo avanti Cristo (questo porto sarebbe divenuto Palepoli, o vecchia città quando si fuse con Napoli) dopo la battaglia nel corso della quale le forze alleate di Cuma e Siracusa batterono gli Etruschi facendo dimenticare le loro ambizioni di dominare sul mar Tirreno. La città edificata su uno schema regolare fu contornata di mura e gli edifici pubblici erano eleganti. La città intrattenne buoni rapporti con gli Ateniesi ai quali essa forniva i cereali provenienti dalle sue terre fertili dell’interno. Fedele alleata di Roma nel corso delle guerre Sannite, Napoli divenne satellite di Roma fin dal 4° secolo a.C. pur conservando le strette relazioni linguistiche e culturali con la Grecia.
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LE ORIGINI
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Le Mura Greche
La datazione di questo tratto di mura è incerta: un tempo veniva datato tutto al IV secolo a.C. considerandolo un ampliamento della cinta muraria rispetto ad una più antica rinvenuta in via del Sole; oggi lo si considera invece del V secolo a.C. rafforzato nel IV secolo a.C.; ma intanto i nuovi saggi del 1984 non hanno dato reperti anteriori al IV secolo a.C.
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“Nel cuore del centro antico di Napoli sussiste un’area, da
sempre destinata ad usi religiosi, ove sono conservati
importanti documenti d’arte e della storia millenaria di Napoli. Molti di essi sono chiaramente interpretabili, mentre tanti altri
attendono ancora di poter trasmettere, grazie all’opera
degli studiosi il loro messaggio di civiltà; gli uni e gli altri, sono,
oggi visibili in un insieme grandioso e quasi fantastico, capace di destare emozioni
diverse e profonde nel visitatore.
L’area urbana alla quale ci riferiamo è quella, compresa fra
due dei decumani della città antica, che ospita la cattedrale e
gli altri edifici religiosi che la circondano.”
Napoli . Pianta della città in età greco-romana (riferita a quella attuale); con i cerchietti è delimitata l’area dell’insediamento greco; con linee continue tratteggiate sono indicati quelli successivi al periodo romano. L’area comprendente il complesso del Duomo è indicata con un tratteggio obliquo a punti
LA CITTA’ GRECO- ROMANA
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Largo Corpo di Napoli – Statua del Nilo
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Il teatro scoperto presenta due fasi costruttive: della prima (forse dell'età augustea) si riconoscono solo le fondazioni della cavea e pochi altri resti in reticolato; alla seconda (età flavia) è ascrivibile tutto l'elevato in reticolato e laterizio. La cavea semicircolare aveva i gradini rivestiti di marmo bianco e poggiava su sostruzioni costituite al livello stradale da 23 settori radiali dei quali alcuni fungevano da ingressi (vomitoria) per il pubblico. Esisteva poi un corridoio (ambulacro) interno ed un doppio porticato esterno dal quale, attraverso ampie rampe di gradini, si accedeva ai livelli superiori della cavea. Per quello che riguarda la scaena, essa è per buona parte conservata, costruita in laterizio con rivestimento marmoreo e nicchioni per statue.
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Rapporti esistenti fra il complesso odeon/teatro e l'attuale urbanistica del centro antico.
La porzione superiore del teatro è stata totalmente smantellata per far spazio alle case; i cortili interni dei palazzi più recenti hanno comunque rispettato la restante area di cavea. Inoltre, parte degli ambienti è stato sfruttata dalle suddette case più recenti. 318
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Teatro romano
I contrafforti di via Anticaglie
La summa cavea
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Nello spazio ristretto di 150 mt quadrati, ma dalla considerevole altezza di 12, c’è quel che resta della “summa cavea”,ovvero l’anello superiore della gradinata di quel teatro dove nel 64 d.c. si esibiva Nerone.
Più difficile ricavare dati dai pochi resti dell'odeion anch'esso presenta una doppia fase costruttiva, la prima risalente all'età augustea o giulio claudia e la seconda di età flavia.
Ima cavea
Cavea mediana 320
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Basilica di San Paolo Maggiore Resti del Tempio dei Dioscuri sito nell’Area Sacra
Carlo Celano, Notizie del Bello, 1692 facciata di San Paolo Maggiore prima e dopo il crollo del 1688
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Piazza San Gaetano (Foro romano)
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Recenti scavi hanno insegnato molto circa la storia della città. Durante il periodo imperiale, essa si è sviluppata da sud ad est. I terremoti del 62 e 79 d.C. provocarono danni enormi, ma la città fu rapidamente ricostruita e riacquistò la sua importanza. Tuttavia, la fine del terzo secolo vide un declino dimostrato dall'abbandono di parti della città. Durante 4 ° e 5 ° secolo, furono eseguite riparazioni sulle difese. Durante la prima metà del 6° secolo, Belisario, generale di Giustiniano portò Napoli nell’orbita bizantina dove rimase fino alla dominazione normanna dal 1139-1140. In primo luogo, la dipendenza di Ravenna, la città divenne autonoma dal 763, quando Stefano II divenne duca. I collegamenti culturali tra Napoli e Ravenna compaiono nella architettura e nelle decorazioni di numerose chiese e monasteri di questo periodo. La città pur mantenendo le sue dimensioni, fu fatta oggetto di ricostruzioni significative.
Le Catacombe di San Gennaro 323
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Quando le chiavi della città furono rimesse a Ruggero II il Normanno, re di Sicilia, si assistette all’inizio di un periodo difficile per questo reame del sud dell’Italia che avrebbe dovuto cambiare nome e casa reale a più riprese fino al 1860. Uno sposalizio consegnò Napoli alla famiglia Hohenstaufen nel 1189. Il più celebre degli appartenenti a questa famiglia, Federico II fondò un’ università a Napoli nel 1224 che annoverò tra i propri studenti San Tommaso d’Aquino
Castel dell’Ovo
Castel Capuano 324
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Castel Sant’Elmo Maschio Angioino
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MERIAN Mattheus Neapolis Franckfurt 1640. 274 x 358 mm.(pubblicazione) 326
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San Domenico Maggiore
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Santa Chiara
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Tavola Strozzi (Francesco Rosselli ? – 1472)
Nel 1442 la crisi della dinastia angioina permise l’accesso al trono di Alfonso I di Aragona, a cui Napoli deve un gran numero di edifici, tra i quali Castel Nuovo, costruito in gran parte in stile toscano, oltre che una nuova disposizione delle strade e delle difese.
Dopo un breve periodo sotto la dominazione francese, (1498-1503) Napoli divenne una provincia dell’impero spagnolo, governata da un vicerè. Fu un’epoca di grande miseria per la maggior parte del sud-Italia, compresa Napoli, anche se furono apportati alcuni miglioramenti alla città, in particolare dal vicerè Pedro Alvarez di Toledo. 329
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Castel Nuovo, Arco di Trionfo di Alfonso d’Aragona, 1453-1465 Opera grandiosa ,costituisce l’ingresso al Castello, posto tra la Torre di Guardia e la Torre di Mezzo, realizzata per volere di Alfonso d’Aragona nel 1452 e conclusa dopo la sua morte (1458) nel 1465. Il disegno si richiama alle architetture trionfali romane per celebrare l’ingresso da vincitore di Alfonso nella capitale del nuovo regno nel 1443. (Laurana,Sagrera, Pietro di Martino )
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Porta Capuana (1484 – Ferrante di Aragona) 331
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Santa Caterina a Formiello
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Chiesa del Gesù Nuovo
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