Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

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Via G. Gozzano, 7 - Livorno Tel. 0586/403023 www.mediaprintlivorno.it Elisa Zannoni, Nicola Verzoni Elena Raiola Fabio Giorgi Sergio Tobia Presidente Livorno Rugby Editore: Livorno Rugby srl Via Goito, 40 - Livorno Capo Redaore Stampa Direore responsabile Il Bianco e il Verde - n.0 - Gennaio 2009 Grafica e Impaginazione in redazione il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0 collaboratori 3 In aesa di autorizzazione dal Tribunale di Livorno Il Bianco & il Verde:

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Biancoverde è la nostra bandiera - di Fabio Canaccini

Livorno ci� à del benessere - di Elena Raiola

Alla libreria Edison per respirare aria d’Europa - di Elena Raiola

Tu� pazzi per Facebook - di Elena Raiola

Il locale del momento: Il Fischie� o - di Elisa Zannoni

Curiosità culinarie: zuppa di pollo alla birra (rice� a scozzese)

Divisi in guerra, uni� per la palla ovale - di Arrigo Melani

Giovanili: nello spogliatoio la confusione, in campo la determinazione

Rugby Livorno: in A1 l’obie� vo è la salvezza - di Fabio Giorgi

Il Rugby Livorno alla Lustrissimi: tre giorni passa� da parà - di Elena Raiola

Le speranze del rugby labronico - di Sergio Tobia

Ecco perchè i bambini scelgono il rugby - di Manfredi Adamo

Il personaggio: Luca Santoni - di Elisa Zannoni

Il Rugby mi cambia la vita - di Irene Leonardi

Basket femminile: Livorno per la prima volta in A1 - di Nicola Verzoni

Livorno in una foto

Calendario even� (Gennaio - Febbraio - Marzo)

Il Bianco e il Verde. Due colori, due sogge� a confronto: Il Rugby e la Ci� à in questo caso. La ci� à intesa come la nostra iden� tà culturale fa� a di usi, costumi e tradizioni, espressi nelle mille sfacce� ature della nostra vita quo� diana, dal linguaggio al diver� mento, dal cibo allo sport, dal “cosa facciamo stasera” ai tormen� ed ardori

dell’adolescenza.Il Bianco e il Verde. La nostra voglia di confrontarci sui tan� aspe� della vita sociale con gli occhi del rugby, su quanto l’una possa dare all’altro e viceversa. Il confronto stesso è già un punto cruciale. Nel Rugby diciamo che non si gioca “contro” ma “con” l’avversario perché il vero confronto in realtà è con noi stessi. La vita sociale, gli incontri di tu� i giorni, sono il confronto che rinforza e che migliora a pa� o che sia acce� ato, come sul campo. Ciò che ambedue le squadre “celebrano” nel “terzo tempo” del rugby è proprio l’aver acce� ato e comba� uto la sfi da, mescolando la gioia dei vincitori e la consolazione degli sconfi � in una esaltazione comune nell’aver reso “eroica” la ba� aglia. Eroe è chi acce� a la sfi da, e in questo comba� mento che è la vita di tu� i giorni, c’è n’è di sfi de da acce� are: rifi utare la subalternità, il conformismo, una vita banale, crescere fi gli, lavorare e proge� are il futuro contrasta� da una soff ocante ed idiota burocrazia dove la legge non è più per l’uomo ma l’uomo per la legge.Livorno, ci� à spor� va di valenza mondiale prima in Italia e terza nel mondo per medaglie olimpiche, forse per quel gran bene che fa al fi sico l’incrocio gene� co delle numerose razze da cui discendiamo. Ecco, per lo stesso mo� vo, all’opposto, l’appia� mento di valori e d’idee che s� amo vivendo, la mancanza di veri scambi culturali, rischia di renderci deboli come rampolli di famiglie reali dove il sangue non si è “mescolato”. Vogliamo quindi dare il nostro contributo a questa “sveglia” con questo periodico che troverete gratuitamente in mol� locali - che gen� lmente ci “ospitano” e che ringraziamo - e che vi invi� amo a portar via con voi. Parleremo di vita quo� diana a tu� o campo, perché non c’è niente di veramente banale se non lo banalizziamo noi.A chi vuole avvicinarsi al rugby e cerca in queste pagine regole e spiegazioni di questo sport, che è eff e� vamente non facile da comprendere a prima vista, voglio dare un consiglio: venite a veder giocare i nostri bambini, capirete facilmente il rugby vedendoli già a sei o se� e anni giocare anche con il freddo e nel fango. Capirete l’apparente assurdità del non passare in avan� ma di cercare il compagno ed il sostegno per arrivare alla meta comune. Capirete come si possono superare paura e dolore. Vedrete � more e coraggio diventare azioni di gioco e sopra� u� o come ambizione individuale e risultato di gruppo si esal� no a vicenda, con nobiltà e naturalezza.

Sergio Tobia

Presidente Livorno Rugby

Il Bianco e il Verde - n.0 - Gennaio 2009la presente uscita è un numero unico

di presentazione

Dire� ore responsabile

Fabio Giorgi

Capo Reda� ore

Elena Raiola

in redazione

Elisa Zannoni, Nicola Verzoni

collaboratori

Fabio Canaccini, Arrigo Melani,

Sergio Tobia, Manfredi Adamo,

Irene Leonardi

Stampa

MediaprintVia G. Gozzano, 7 - Livorno

Tel. 0586/403023

www.mediaprintlivorno.it

Grafi ca e Impaginazione

Manola Greco

Il Bianco & il Verde:In a� esa di autorizzazione dal Tribunale di Livorno

Editore: Livorno Rugby srl

Via Goito, 40 - Livorno

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4 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

Biancoverde è la nostra bandiera

Non è come mol� credono:

“l’amaranto è la nostra

bandiera” ovvero, oggi è

il colore di molte maglie

delle nostre principali squadre delle

diverse discipline che ci rappresen-

tano degnamente a livello nazionale

(calcio in primis, ginnas� ca, basket,

baseball, pallanuoto, pallavolo, ten-

nis tavolo), e quindi è così, in realtà

i colori delle più importan� squadre

livornesi di ieri erano, e per molte lo

sono ancora, il biancoverde.

Ho gradito l’invito a scrivere poche

note su questa rivista proprio per il

nome che porta.

Inu� le dire che il bianco rappresenta il candore, che

nello sport sta per genuinità, ed il verde per giovinez-

za, speranza: di far bene, di vincere, di essere degni

della maglia, della livornesità. Più u� le è, invece, dire

che la Pro Livorno, società calcis� ca tu� ora in a� vità,

milita nel campionato di 2° categoria ed ha oltre 100

ragazzini che frequentano le diverse squadre, è quel-

la da cui ha avuto origine, quando si chiamava SPES

(1906), fusasi con l’allora Virtus (1905), l’a� uale A.S.

Livorno Calcio (1915) la cui prima squadra milita, con

o� mi risulta� , nel campionato di serie B. Le altre so-

cietà bianco verdi, tu� ora importan� , sono: l’Atle� ca

Livorno (1950), di primo ordine a livello italiano, dalle

cui fi la sono usci� decine di atle� che hanno indossato

la maglia azzurra; il Tennis Club (1950) qui, per tu� ,

basta citare che c’è nato il n°1 a� uale del tennis ita-

liano – Filippo Volandri -, il Rugby Livorno (1931) che

partecipa al campionato di serie A e dalle cui squadre

sono usci� numerosi rugbis� che hanno giocato con

le squadre azzurre (due ne sono sta� anche capitani),

oltre ad essere fucina di tecnici e dirigen� di livello

nazionale (Montano, Maneo, Saccà, Gaetaniello).

È così che è nata e prosegue la storia dello sport livor-

nese.

biancoverde è la nostra bandiera

di Fabio Canaccini

Filippo Volandri

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Livorno ci� à del benessere

Chi abita da queste par� aff erma con convinzio-

ne che Livorno è la ci� à dove si vive meglio

rispe� o a tu� e le altre d’Italia. Orgoglio e

campanilismo certo non mancano nelle carat-

teris� che � piche della ci� à labronica, che ama il confron-

to e sopra� u� o vincerlo, per primeggiare rispe� o alle

I da� forni� da Legambiente nella ricerca Ecosistema Urbano 2008 mostrano la ci� à

labronica al quarto posto nella classifi ca delle ci� à più vivibili d’Italia

altre ci� à della Toscana. Ma in questo caso non si tra� a

soltanto di sbruff oneria labronica.

I da� forni� da Legambiente mostrano, nella graduatoria

fi nale di Ecosistema Urbano 2008, Livorno che sve� a al

quarto posto nella classifi ca delle ci� à più vivibili di Italia.

I livornesi non si possono certo lamentare: dopo Belluno,

Livorno ci� à del benessere

di Elena Raiola

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Bergamo e Mantova, ecco che Livor-

no è una delle prime della classe. La

graduatoria è basata su un confronto

tra valori reali, dichiara� dai Comuni,

e alcuni obie� vi di vivibilità prefi s-

sa� da Legambiente. Se la media

italiana vede il 50, 55% di vivibilità

per le ci� à della penisola , Livorno la

supera di molto con il suo 65.24% . Il

primato di Livorno risalta sopra� u� o

nei confron� di ci� à toscane molto

più blasonate, come la splendida Sie-

na, che si trova al sesto posto dopo

Perugia, e la “cugina” Pisa, che sci-

vola al dodicesimo posto, seguita da

Firenze, Prato, Lucca, Pistoia. Dopo

i risulta� della ricerca curata dal-

l’Is� tuto di Ricerche Ambiente Italia

qualche sorpresa viene proprio dal

ritorno ai primi pos� nella gradua-

toria dopo diversi anni di assenza di

ci� à del centro-Italia. Il fenomeno-vi-

vibilità di Livorno è un dato in con� -

nuo crescendo, non soltanto perché

nella ci� à labronica il mare mi� ga il

clima e anche l’umore della gente.

La scalata di Livorno verso il succes-

so parte dal dodicesimo posto nella

medesima classifi ca targata 2006,

che è andato ancora a migliorare

nella classifi ca del 2007, quando la

graduatoria vedeva la ci� à portuale

stazionare al nono posto in classifi ca.

I miglioramen� più incisivi, per quan-

to aff erma la classifi ca di Legambien-

te, sono visibili sopra� u� o in se� ori

importan� come quello dello studio

e della cultura, come in quello della

qualità dell’aria. Nei consumi idrici

la ci� à dei Qua� ro Mori si piazza al

sesto posto, passando da 133 litri per

abitante al giorno, rela� vi alla scorsa

edizione della ricerca, agli odierni

129.9. Ne� a ascesa anche nel se� o-

re del trasporto pubblico e nel tasso

di motorizzazione, dove il capoluogo

toscano scende a 54 auto ogni 100

abitan� , che vogliono dire il quinto

posto nella classifi ca di se� ore.

Ancora, una Livorno migliore nelle

imprese cer� fi cate Iso e nelle poli-

� che legate alle energie rinnovabili

e teleriscaldamento, dove realizza

mol� pun� tra quelli che ne carat-

terizzano l’indice (solare, termico e

fotovoltaico).

Nella classifi ca della vivibilità non

sono riporta� da� lega� alla possi-

bilità di fare sport nella nostra ci� à,

ma è bene aggiungerli, perché sono

sicuramente un fa� ore importante

che determina l’apprezzamento da

parte di chi abita in questa ci� à.

Adesso non resta che augurarci che

Livorno possa salire sul podio nella

classifica 2009.

Livorno ci� à del benessere

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Il vecchio teatro Lazzeri, uno

degli edifici che rappresenta-

no lo stile liberty nella nostra

città, è finalmente tornato

agli antichi splendori e si mostra

al centro di Livorno nella sua veste

più bella, dando ancora modo alla

Il 6 Dicembre è stato inaugurato in ci� à il nuovo complesso polivalente nell’ex Teatro

Lazzeri, un edifi cio tornato agli an� chi splendori grazie alla sua recente ristru� urazione

cultura di potersi affacciare tra

le sue splendide pareti appena

ristrutturate. Il sei dicembre, in-

fatti, è stata inaugurata la libreria

Edison e l’antico palcoscenico si è

trasformato in un centro cultura-

le polivalente con libreria, caffè

letterario e spazio espositivo. Un

luogo aperto al pubblico di ogni

genere ed età, a coloro che sono

alla ricerca di volumi da poter ac-

quistare, che riempiono gli scaffa-

li della libreria al primo piano e nel

sotterraneo, ma anche un luogo di

incontro e di possibile scambio

culturale, se pensiamo anche alla

caffetteria che si trova al primo

piano, dove non è difficile trova-

re persone che sorseggiano tè o

caffè mentre leggono il loro libro

appena comprato. Una libreria

dalla vocazione europea, che si

vuole moderna, ma che abbraccia

le tradizioni delle più antiche ca-

pitali, come Londra e soprattutto

Parigi e Bruxelles, delle quali rie-

voca lo spirito. La superficie della

libreria è molto ampia, proprio

perché non la si vuole uno spazio

che possa essere percepito come

chiuso, ma al contrario il progetto

è quello di un luogo aperto, dove

alla libreria Edison per respirare aria d’Europa

di Elena Raiola

Alla libreria Edisonper respirare aria d’Europa

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possano correre le idee e la fanta-

sia. Una piazza della cultura, dove

possano giocare con le parole sia

i bambini (un’ampia parte della li-

breria è infatti dedicato ai libri per

i più piccoli) che i più grandi, che

troveranno risposte cartacee ad

ogni loro esigenza letteraria. Una

piazza che è può essere esplorata

anche da color che non sono so-

liti fare visita alle librerie, per la

proposta semplice e non invasiva

dei tantissimi prodotti culturali

che sono esposti. Una parte del-

l’edificio sarà, invece, adibita a

spazio per riunioni e conferenze

di interesse collettivo, che sarà

gestito dalla libreria stessa. I primi

incontri con l’autore sono andati

benissimo e hanno riscosso un

grande successo di pubblico e di

critica: dall’incontro con Nada, a

quella con Lucio Dalla e tanti altri

celebri autori sono in programma

per il 2009.

È nato un luogo importante che

accoglie la domanda di cultura che

viene dalla nostra città, che riven-

dica con grande vivacità la possi-

bilità di avere spazi di scambio e

di discussione, ma soprattutto di

arricchimento.

alla libreria Edison per respirare aria d’Europa

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12 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

La Facebook mania ha invaso

anche Livorno e i suoi abitan-

� , che non si sono fa� a� en-

dere nella rete di conta� più

famosa al mondo e hanno espresso

come sempre la loro simpa� a, inven-

� va, ma anche tu� a la loro voglia di

Anche la livornesità si espande all’interno del social network più in voga del momento.

Spopolano i gruppi in cui è protagonista la ci� à dei Qua� ro Mori e i suoi personaggi

essere presen� in un modo diverso dal solito. Facebook viene fondato il 4

febbraio 2004 da un giovane studente dell’Università di Harvard.

Negli anni successivi Facebook si espande a dismisura e da semplice agenda

per pochi diviene uno strumento accessibile da tu� coloro che sono presen�

in rete. Da luglio del 2007 Facebook rientra nella Top 10 dei si� più visita� al

mondo e il suo successo, a giudicare dal numero sempre maggiore di iscri� ,

non sembra vedere la fi ne. In Italia è il 2008 l’anno in cui Facebook me� e le

proprie radici, con numeri di uten� connessi da capogiro. All’interno del social

network è possibile cercare amici, suggerirli, diventare fan di persone o even-

� , creare gruppi oppure iscrivervisi.

La bellezza di Facebook sta nella sua semplicità ed immediatezza, ma anche

nel suo cavalcare sempre la no� zia e il diver� mento. Un esempio su scala glo-

bale uno degli ul� mi gruppi che sono sta� crea� “Lancia la scarpa a Bush”. Ma

anche Livorno e la livornesità sono diventate una certezza all’interno del sito

più visitato del momento. A par� re dal gruppo più classico che vanta 1345

tu� pazzi per Facebook

Tu� pazzi per Facebook

di Elena Raiola

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membri registra� , nel quale si può partecipare se na� o

abitan� nella ci� à dei Qua� ro Mori, fi no a quelli più stra-

ni ma che tu� amano e ricordano con aff e� o.

Due esempi per tu� : il Nocchi fan Club, che vanta oltre

600 iscri� ed è ancora in espansione, oppure i gruppi de-

dica� a Filippo Bellissima, personaggi che a Livorno non

hanno bisogno di presentazioni.

Fra i gruppi che colgono in pieno la livornesità verace e il

suo sarcasmo il “Deh, a Livorno ci si conosce un po’ tu� ”,

con più di mille iscri� , o ancora i fan della canzone “De

Madde”, grande successo dei Licantropi, gruppo anch’es-

so labronico che esprime nelle strofe del loro pezzo alcuni

stralci di Livorno vissuta dai suoi ci� adini, per con� nuare

con “Quelli che fanno le siuski”, � pico tuff o delle nostre

coste che non trova traduzione né imitazione da altre

par� della penisola, o ancora quelli che quando scendono

dalla Cala del leone, manca poino vanno di muso”, quelli

dei “Livornesi 100%, fi sici da scoglio e cor sarmastro nel-

le vene”, il “Boia dè” e su tu� quello dedicato al mi� co

Vernacoliere. Poi da ricordare i gruppi per gli appassiona�

della buona cucina, come gli aman� del cinque e cinque,

quelli dedicate al ponce alla livornese e quelli crea� da

ristoratori o dagli aff eziona� clien� di locali e ristoran� ,

come gli amici del Ghinè Cambrì. Da non dimen� care i

gruppi crea� per promuovere even� come “Orto dance”

o Lucrezia Borgia, tramite i quali possiamo sapere che

indica� vamente parteciperà alle serate che animano il

week-end livornese. Fra i gruppi dedica� allo sport non

dimen� chiamo Livorno Rugby 1931, quelli dedica� al Li-

vorno Calcio, alla pallacanestro, dalla Pl , fi no al Basket Li-

vorno, e i gruppi dedica� ai singoli personaggi del mondo

dello sport livornese, come quello dedicato a Igor Pro� .

Fra i gruppi più ge� ona� su Facebook, quelli che riguar-

dano i compagni delle scuole medie e delle superiori,

fi no ad arrivare ai compagni dell’università. Un ritorno

alle origini dal momento che Facebook nacque proprio

per l’esigenza di far comunicare studen� universitari con

studen� dei vari licei americani.

tu� pazzi per Facebook

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Non c’è perso-

na a Livorno

che non ab-

bia provato

almeno una volta i suoi

famosi moscardini cac-

ciuccati e chi li assaggia

indubbiamente ritorna

per ripetere l’esperien

za...naturalmente stia-

mo parlando del circolo

“Il Fischietto”.

Col suo ambiente ac-

cogliente e familiare il

Fischietto viene consi-

derato la casa del rugby

livornese e non solo per

le foto ed i cimeli spor-

tivi che ornano le pareti

ma anche perchè il ge-

store, Giovanni Campanile,

è stato prima giocatore poi

arbitro ad al� ssimi livelli,

l’unico Italiano ad avere

avuto il privilegio di arbi-

trare una par� ta degli All

Black.

Il segreto dell’enorme

successo di questo locale

davvero speciale è senza

dubbio un mix di elemen�

vincen� : pia� tradizionali,

ingredien� genuini, nes-

sun ar� fi zio culinario ed

un ambiente informale e

caloroso.

Sembra una formula semplice alla portata di tu� i lo-

cali eppure per assicurarsi un tavolo in questo circolo

la gente prenota parecchi giorni e a volte se� mane in

an� cipo e di ques� tempi la cosa risulta davvero ecce-

zionale!

Il Fischie� o si presenta in modo sincero ai clien� che

vanno dagli spor� vi ai vip ai semplici aman� della buo-

na cucina; a tu� si prome� e un ambiente accogliente,

una serata tra amici ed un o� mo pia� o selezionato

all’interno di un menù che varia spesso e sempre con

grande successo.

In questo locale così par� colare nella sua semplicità,

dove si respira la storia di uno sport nobile, il rugby ap-

punto, fondato sullo spirito di sacrifi cio e sul rispe� o per

l’avversario la cena si trasforma in qualcosa di più...sarà

questo il vero segreto di Giovanni Campanile?

Il locale del momento

Il Fischietto

L’interno del locale. Foto e cimeli spor� vi alle pare� , l’ambiente è accogliente e familiare.

il locale del momento: il Fischie� o

di Elisa Zannoni

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15il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

curiosità culinarie: rice� a scozzese

Ingredien� per 6 persone

1 litro di brodo di pollo

1/2 litro di birra chiara

150 gr. di riso

1 tuorlo d’uovo

150 gr. di panna liquida

20 gr. di burro

20 gr. di mandorle pelate e tagliuzzate

200 gr. di pe� o di pollo lessato e tagliato a cube� piccoli

1 cipolla tagliata ad anelli

1 carota tagliata a cube�

un po’ di prezzemolo

sale e pepe

Versate il brodo di pollo e la birra in una casse-

ruola, aggiungete la carota tagliata a cube� e

la cipolla ad anelli e lasciate bollire per qualche

minuto su fuoco medio, quindi versate il riso.

A parte, in una fondina, unite la panna, il tuorlo e un po’

di brodo, amalgamandoli bene, e versateli nella zuppa.

Una volta sciolto, amalgamate il burro con le mandorle

sminuzzate e aggiungete anche questo composto alla

zuppa. Quando il riso è quasi co� o aggiungete anche i

cube� di pollo, aggiungete sale, pepe e prezzemolo. Da

servire ben caldo.

Tempo, diffi coltà e costo alla portata di tu� !

Curiosità culinarie

Zuppa di pollo alla birrarice� a scozzese

Ti diamo tu� e le opportunità

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La “magia” sta nel ricordo di chi scri-

ve perché quasi tu� erano amici:

torna� dalla guerra, comba� en�

dall’una e dall’altra parte, Par� giani

e “Repubblicani” della Decima Mas,

delle SS (quelle del Ba� aglione an� -

sbarco alleato del Anzio) della GNR

(Guardia Nazionale Repubblicana) e,

ancora, i ragazzi di sinistra estrema,

freschi fedelissimi del PCI. Ebbene,

tu� abbraccia� aff e� uosamente.

Non c’era clima di odio come oggi,

forse perché erano consapevoli di

essere usci� indenni dalla guerra e

poi perché le conoscenze risalivano

ai tempi scolas� ci, agli incontri

quo� diani per le vie della ci� à, alla

s� ma, alla simpa� a giovanile, tu�

già Ballila e Avanguardis� . Se tale

fu magico rugby vorremmo oggi

spiegare ai giovani che si può ben

vivere da avversari, o meglio da in-

terlocutori, da “gen� luomini di tu� e

le classi sociali” e non da eterni ne-

mici. Invece di bandiere stravagan�

e di singolari striscioni, portatevi

appresso una palla ovale e fatene

una religione come i maori della

Nuova Zelanda o come i livornesi

dell’immediato dopoguerra.

Divisi in guerra, uni� per la palla ovale

Leggo in un prezioso libre� o di Maurizio

O� one (Livorno Rugby 1931 - Storia

e cronache di un’avventura spor� va

livornese)... “Il rugby è un gioco per gen-

� luomini di tu� e le classi sociali... una

ricreazione tanto per il corpo quanto per

lo spirito”. Nelle 146 pagine c’è tu� a l’af-

fascinante storia del rugby labronico, con

piacevolissime scoperte: Aldo Bordelli,

fondatore dell’Informatore Spor� vo e poi

C.T. della Nazionale di Calcio, giocatore

nella prima formazione del 1931, come

gli Aurili e poi Sandonnini, Garibaldi, Gal-

linari, Carlo Montano, Boldrini, Damiani,

giovani che passavano indiff erentemen-

te dalla pallacanestro alla scherma alla

palla ovale, al nuoto. Ed ancora Giorgio

Bertolacci, un peso massimo, che negli

anni ‘50 parte per l’Australia e si aff erma

a Sidney, Gustavo Lenzi e Nini Neri poi

giornalis� , Larry Strong un americano

funambolo del basket e trequar� nel

rugby. E Pierino Aurili, Uffi ciale dei Ber-

saglieri uno degli ul� mi rimpatria� dalla

prigionia in Russia e Orazio Malaguzzi

protagonista della Cama Basket e Lina

Valbonesi, presidentessa della Società e

patron di Stadium, iI primo negozio spor-

� vo, all’A� as, della ci� à. E Gian Mauro

Agen, pure baseball, e D’Angelo, precur-

sore dei detec� ve. E medici e avvoca� e

una miriade di giocatori stranieri, inglesi,

neozelandesi, sudafricani, argen� ni,

romeni e scozzesi. E operai, insegnan� ,

impiega� , imprenditori come Neri e

Paggini. E poi una sequenza di fotografi e

che portano alla “magia”: in par� colare

le foto dell’immediato dopo guerra dove

i giocatori sono affi anca� , abbraccia� ,

stre� fra loro, sorriden� e spensiera� .

divisi in guerra, uni� per la palla ovale

di Arrigo Melani

L’avvocato Arrigo Melani conosce da vicino la realtà del rugby livornese dell’immediato dopo guerra.

Prima di intraprendere la carriera di legale, Melani è stato giornalista e più precisamente reda� ore

dell’Informatore Spor� vo, dal ‘45 al ‘48, e del Corriere dello Sport, dal ‘49 al ‘51.

Melani ha potuto verifi care con i propri occhi la compa� ezza all’interno dello spogliatoio del Rugby Livorno.

Nella squadra labronica, subito dopo la seconda guerra mondiale, si ritrovarono in campo, fi anco a

fi anco, uomini che avevano comba� uto in fazioni opposte durante il confl i� o bellico. (f.g.)

Il Rugby Livorno , stagione 1945-46

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17il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

giovanili: nello spogliatoio la confusione, in campo...

Giovanili:nello spogliatoio la confusione,

in campo la determinazione

La distribuzione delle maglie, per alcune giovanili del

Livorno Rugby 1931 è come una contra� azione al

mercato. C’è chi non vuole il numero assegnatogli,

chi vuole cambiare la maglia, s� le camicia da no� e,

con una più piccola. Il nastro che di solito viene usato per fer-

mare i lacci delle scarpe viene impiegato da chi non ha potuto

cambiare, anche per migliorare la ves� bilità della maglia trop-

po grande e sventolante: “Menomale sono veloci” aff erma il

tecnico per compensare la mancanza di prestanza fi sica. Io

penso: “Che quarcuno ce la mandi bona” (da non intendere

giovane pulzella di bella presenza altrimen� … addio).

Ecco cosa potrebbe ascoltare un curioso che si avvicina

allo spogliatoio:

“Allora… dirigente accompagnatore... dove sono le maglie!”

“Si, arrivo sono qui… allora il 15 va a… a chi va il 15, coach?”

“Boia deh babbo, un’hai ancora imparato che l’estremo

sono io!”

“Ah si è vero. O il 14… � eni questa. Il 13… to’ prendila”.

“ No il 14 ‘un lo voglio. Voglio il 13”.

“E c’acchecchini! Un lo dì a me, è il coach che ha fa� o la

formazione”.

“Tieni, ecco il 12”.

“No, il 12 volevo ir 15”.

“Deh, sen� quanto vole per fa cambio. Ma � levi o calia.”

“L’11... L’11 è tuo! Sen� te fai l’apertura, il 10. Te il 9…

Trainer in mischia chi c’è? Si ho capito i piloni sono i soli�

ma nel primo tempo il bimbo sta fuori.”

“Dov’è lo scocce!”

“Tieni mi raccomando un lo fi nì.”

Il curioso potrebbe trarre da queste aff ermazioni infor-

mazioni fuorvian� da vendere come:

“Vai son già alla fru� a prima della minestra a brodo!”

“Sa osa e c’hanno la ‘oncentrazione di Jury Gheller!”

Ma la realtà è ben altra. Il gioco di squadra inizia nello

spogliatoio e al momento di scendere in campo la grande

confusione mostrata poco prima nello spogialtoio diven-

ta … una grande determinazione, con conseguen� grossi

guai per i malcapita� avversari...

Il Rugby Livorno in TV

Le telecronache integrali di tu� e le par� te di campionato

del Rugby Livorno vengono trasmesse

il martedì alle 21.15 su Reporter TV

Nel corso della rubrica quindicinale di Granducato

“Palla al centro”(giovedì 22 gennaio, giovedì 5 febbraio ecc.),

dalle 19.00 alle 19.30 (e in replica sabato alle 10.00)

approfondimen� sul club biancoverde con immagini, servizi e ospi� in studio.

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20 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

Rugby Livorno:

in A1 l’obie� vo è la salvezza

La seconda promozione consecutiva è giunta a

cavallo fra l’estate e l’autunno. La formazione

biancoverde, che, sul campo aveva mancato

per un solo punto il gran balzo in A1, è stata

ripescata, al posto dell’Amatori Catania (neo retro-

cesso dalla Super10), alle prese con gravi problemi

finanziari. Secondo re-

golamento, la Federa-

zione Italiana Rugby ha

premiato la prima non

promossa dalla serie A2

e non la migliore delle

retrocesse dalla serie

A1. Nella giornata di

martedì 23 settembre

2008, la Fir ha chiesto

alla società biancover-

de la disponibilità per

il salto di categoria. I

dirigenti biancoverdi

hanno lasciato carta

bianca ai propri giocatori. Che, pur a conoscenza del-

le difficoltà nel disputare un torneo così duro, hanno

accettato di buon grado. Il salto di categoria, sia pur

giunto in extremis, a tavolino, pochi giorni prima del-

l’inizio della stagione ufficiale, è meritatissimo. Senza

una serie di risultati strani e senza i favori della Benet-

ton Treviso ‘B’ (squadra che per regolamento non po-

teva ambire al passaggio alla serie superiore) al Giunti

Firenze (che è riuscita all’ultima giornata a sorpassare

in classifica i labronici), la promozione sarebbe arriva-

ta direttamente, sul campo. Da quel martedì 23 set-

tembre, è dunque cambiato l’obiettivo stagionale. Se

fosse rimasto in A2, il Rugby Livorno avrebbe lottato

per la promozione. In A1, invece, i biancoverdi sono a

caccia della meta salvezza. Dodici le formazioni al via

della serie A1. Al termine delle ventidue giornate le

ultime due scenderanno in A2 e disputeranno, con la

penultima e la terz’ulti-

ma della serie A2, i play

out per non scivolare

in B. In poche parole,

arrivando terz’ultimi, la

permanenza in catego-

ria è certa.

Vecchi e nuovi

Nel corso dell’estate,

poche settimane prima

di celebrare il ripescag-

gio in A1, il Rugby Livor-

no si è riorganizzato an-

che a livello societario.

Il club si è consolidato. Il numero dei consiglieri eletti

nell’assemblea dei soci è aumentato. Fabio Squarcini,

presidente della società negli ultimi sei intensi anni,

ha preferito, al termine del suo secondo mandato

consecutivo, non presentare nuovamente la candi-

datura. La poltrona di massimo dirigente è dunque

passata a Sergio Tobia, imprenditore cinquantenne,

eletto all’unanimità. Rispetto all’esaltante stagione

precedente, non sono mancate novità in seno alla

squadra. A disposizione del confermatissimo Gugliel-

mo Prima non sono rimasti Goti, Del Bubba, Barni,

Rugby Livorno: in A1 l’obie� vo è la salvezza

di Fabio Giorgi

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21il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

Reyes, Murrè e Ferrero, che sono stati ceduti ad altre

squadre, mentre Baroni ha appeso le scarpette al

chiodo. Del nucleo degli stranieri, sono rimasti solo

Cook e Neethling (che peraltro si era infortunato

gravemente al tendine d’Achille del piede destro in

occasione della penultima giornata del torneo 2007/

08). La costruzione della squadra è risultata piuttosto

sofferta e, inevitabilmente, nella primissima fase del

torneo, i risultati, contro formazioni più attrezzate ed

esperte, sono tardati ad arrivare. Poi, però, la situa-

zione è cambiata. I neo acquisti Rizzelli e Leonardi

(piloni sul conto dei quali ad inizio anno non manca-

vano perplessità) sono cresciuti. Neethling è tornato

velocemente su buoni livelli. Pur perdendo per infor-

tunio ad inizio anno l’esperto seconda linea Lombar-

di (tornato in campo a gennaio) ed il terza ala inglese

Payne (per lui stagione finita), la mischia biancoverde

ha migliorato la qualità delle proprie giocate. Efficaci

i vari Mathieu (seconda linea francese), Vanderglas

(terza ala australiano), Giacomo Bernini (un giovane

che, al suo primo anno in A, sta mettendo in mostra

numeri di alta scuola), Enrico Squarcini (il capitano,

sempre fra i migliori, spostato per necessità in secon-

da linea) e Gagliardi (flanker della vecchia guardia,

sempre affidabile). In caso di necessità, pronti, per

entrare in mischia, anche Matteo Bellini, Vullo, La-

zar, Giugni e il nuovo acquisto Mortali. Complice un

malanno al ginocchio non completamente risolto, ha

faticato ad esprimersi sui livelli sperati il terza centro

neozelandese Matenga. Per lui l’esperienza in maglia

biancoverde si è già conclusa. Come mediano, coa-

ch Prima sta proponendo sovente una staffetta fra

l’espertissimo Zaccagna (classe ‘67, per regolamento

al suo ultimo anno di attività) ed il giovane Federico

Bellini (classe ‘89). Al valido mediano di apertura Ric-

cardo Squarcini è stato nuovamente affidato il com-

pito di calciare piazzati e trasformazioni (l’anno scor-

so il ruolo di ‘cecchino’ era passato a Cook). Il minore

dei fratelli Squarcini, al di là delle brillanti percentuali

nei tiri dalla piazzola, sta attraversando un periodo di

forma davvero brillante. Nella primissima parte del

torneo, i tre quarti hanno sofferto in difesa, conce-

dendo troppo alle (organizzatissime) squadre avver-

sarie. L’innesto del francese Douy (giunto a Livorno il

4 dicembre) e lo spostamento dal ruolo di mediano

al centro di Willem Reitsma (atleta che sta meritando

le convocazioni nella seconda rappresentativa della

nazionale) ha risolto problemi in fase difensivi ed ha

permesso, anche al reparto arretrato, di effettuare il

salto di qualità. L’estremo Cook si sta confermando

un grande attaccante (anche se rispetto alla stagione

scorsa ha minori possibilità di giocare palloni puliti

in velocità). Il centro Erik Reitsma è bloccato per un

infortunio al ginocchio, Gli altri tre quarti (Battagello,

Ubaldi, Martinucci, Burani, Milianti, Lecci e Antraciti)

stanno giocando con continuità su buoni livelli.

Il cammino

Nelle prime sei giornate, i biancoverdi, complici le

assenze, hanno pagato dazio alle difficoltà del duris-

simo campionato ed hanno rimediato sei sconfitte. La

svolta alla settimana giornata, ad Alghero.

Sul campo della squadra sarda, diretta concorrente

della lotta salvezza, i biancoverdi hanno disputato una

gara coi fiocchi, vincendo in modo netto e perentorio.

Sul piano della personalità e del gioco, ottima pure la

prova fornita sette giorni dopo, in casa con I Cavalieri

Prato, formazione allenata dai livornesi Andrea De

Rossi e Fabio Gaetaniello, attualmente prima in gra-

duatoria. I lanieri, pur faticando, si sono imposti, ma

il Rugby Livorno ha confermato l’evidente crescita.

Sfortunata la trasferta di San Donà, dove Squarcini

e soci, tartassati dall’arbitro, hanno dovuto alzare

bandiera bianca. Nessuno però si è impressionato, nè

abbattuto dopo l’ottava sconfitta stagionale.

La forza di volontà della squadra labronica è nuova-

mente emersa nelle due successive gare, le ultime

due gare di un 2008 intenso e (considerata la seconda

promozione consecutiva, raccolta con pieno merito)

favoloso. In casa con il Marchiol San Marco e in tra-

sferta con il Termoraggi Piacenza, i labronici hanno

disputato due gare di rara determinazione, vincendo,

sia pur soffrendo fino all’ultimo istante, in modo più

che legittimo.

Al termine del girone di andata, i biancoverdi van-

tano un piccolo ma significativo margine sulla zona

retrocessione. Nel girone di ritorno, i labronici gio-

cheranno sei volte in casa e solo cinque in trasferta.

Sul ‘Montano’, oltre a L’Aquila, dovranno presentarsi

Udine, Milano, Alghero, San Donà e Piacenza. Confer-

mandosi sui livelli espressi nella fase conclusiva del

girone di andata, la compattezza in seno alla squadra

e la volontà di ferro di tutti quanti, la permanenza in

A1 può essere raggiunta con una certa tranquillità.

Rugby Livorno: in A1 l’obie� vo è la salvezza

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22 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

il Rugby Livorno alla Lustrissimi: tre giorni passa� da parà

Il Rugby Livorno alla Lustrissimi: tre giorni passa� da parà

L’anno agonis� co

del Rugby Livor-

no per questa

stagione è inizia-

to con un ri� ro più che spe-

ciale, anzi unico in Italia.

Per tre giorni 40 giocatori

biancoverdi, si sono alle-

na� so� o la guida degli

istru� ori dei paracadu� s�

del complesso addestra� vo

mul� funzione Lustrissimi

di Livorno in un ‘intensive

course’ che aveva un dupli-

ce obie� vo da raggiungere: da una parte me� ere gli atle�

di fronte ai loro limi� psicofi sici dando loro gli strumen�

per superarli posi� vamente, dall’altra raff orzare lo spirito

di sacrifi cio e di squadra, cara� eris� che fondamentali per

giocare a rugby.

L’addestramento con la Folgore si tra� a di una novità

assoluta nel panorama italiano, ma non nel mondo, dal

momento che quest’ul� ma

è una tecnica già sperimen-

tata nei paesi anglosassoni

dove il collegamento tra

forze armate e rugby è sem-

pre stato molto intenso. Il

programma che ha visto

protagonis� i giocatori nella

tre giorni al complesso del-

la Folgore è stato veramen-

te impegna� vo e ha messo

a dura prova la tempra dei

ragazzi della prima squadra

e di quelli appartenen� alla

under 19, entrambi partecipan� ai campiona� di serie A,

ma alla fi ne i risulta� si sono fa� sen� re e al termine del

programma soltanto in tre hanno rinunciato a portare a

compimento il corso. Un corso tu� o a sorpresa, preparato

accuratamente dai militari della Lustrissimi che prevedeva

il superamento di vari percorsi che si trovano all’interno

della base, nel nuoto opera� vo all’interno della piscina,

dove i giocatori hanno

imparato a nuotare in

condizioni di ‘appesan-

� mento’. Ves� � con

pesan� abi� militari,

per tre ore e mezzo,

hanno dovuto nuotare

trascinandosi dietro un

secchio, immergersi per

recuperare ogge� e

galleggiare impugnan-

do un pezzo di catena.

Oltre agli esercizi anche

la preparazione delle

tende e la cena al cam-

po. Nel secondo giorno

di addestramento pa-

di Elena Raiola

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23il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

spinato ( il percorso “cinghiale”) per

fi nire con una marcia zavorrata di

cinque chilometri e un percorso di

orienteering.

Neppure la no� e è stata concessa

di riposo ai giocatori, un modo per

testare la pazienza e la capacità di

aff rontare situazione di stress, pur

rimanendo a testa alta e concentra-

� . So� o la guida dei militari esper�

nell’addestramento i rugbis� hanno

sfi dato i loro limi� e hanno mes-

so in discussione le loro paure, da

quella delle ver� gini, nell’aff rontare

il percorso sul ponte himayalaiano,

fi no alla paura del buio e degli spazi

angus� , sopra� u� o nel percorso

pantegana.

Nei tre giorni in cui i ragazzi si sono

esercita� divisi in squadre ad essere

chiamate in causa sono state anche

la forza, la resistenza e lo spirito di

gruppo, che ha permesso ai ragazzi

di aff rontare ogni evenienza, allo

stesso modo in cui la squadra si sta

comportando proprio nella prima fase

della stagione, dove il Rugby Livorno

è stato messo a dura prova anche nel

racadu� s� e rugbis� si sono sposta�

nell’area addestra� va di valle Ugione,

a se� e chilometri dalla ci� à, dove si

sono cimenta� in percorsi altamente

specializza� .

I giocatori hanno dovuto aff rontare

passaggi in stre� tunnel so� erranei

(il percorso “pantegana”) e in canali

pieni di acqua e fango dove i ragazzi

hanno dovuto aff rontare salite e di-

scese scoscese tra sbarramen� e fi lo

campionato di serie A1. La sinergia tra

forze armate e rugby ha colpito molto

media e televisione. Il corso intensivo

alla Lustrissimi è stato protagonista

dei programmi di Sky Tv e degli ar� co-

li di famose riviste: hanno parlato del

Rugby Livorno nelle pagine di For Men

Magazine e su Sportweek, il magazine

della Gazze� a dello Sport, e ancora

dal Corriere della Sera a Famiglia cri-

s� ana. I tre giorni passa� alla Folgore

non sono sta� certo una passeggiata,

ma neppure un incubo. “Tre giorni

che non dimen� cheremo mai - af-

ferma Enrico Squarcini, capitano dei

biancoverdi – e che vorremmo ripete-

re anche per la prossima stagione”.

Dello stesso avviso Il colonnello Mau-

rizio Mazza, comandante del centro

‘Lustrissimi’, e il presidente del Rugby

Livorno Sergio Tobia che si sono de�

estremamente soddisfa� dell’espe-

rienza, tanto da non escludere una

sua ripresa anche per la prossima

stagione.

“Tu� e le prove hanno contribuito a

raff orzare lo spirito di squadra e mol�

dei ragazzi hanno superato i propri

limi� psicofi sici”.

Un vero successo su tu� i fron� .

il Rugby Livorno alla Lustrissimi: tre giorni passa� da parà

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24 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

lo sport dei bambini: il gioco diventa educazione

Lo sport dei bambini:il gioco diventa educazione

Circa vent’anni fa, da un idea di un gruppo di

soci del Rugby Livorno nasceva, incorpora-

ta nel club stesso, l’Associazione Sportiva

RUGBY LIVORNO SPERANZE BIANCOVERDI,

con lo scopo di promuovere il gioco del rugby tra i

giovani e gestirne poi l’attività in modo specifico affi-

dandosi a personale educativo competente.

Il mondo del rugby stava vivendo in Italia l’avvento

del professionismo con le tensioni che ne consegui-

vano. Il cammino verso una separazione gestionale

ed organizzativa per settori specifici - professionale,

amatoriale, sviluppo e propaganda -, indicato dalle

Unions anglosassoni che questa crisi l’avevano già

vissuta e superata, era ancora da venire, ed in tale

contesto questo esperimento livornese fu qualcosa

che oggi possiamo definire veramente importante

perché anticipatore di un modello che avrebbe poi

trovato difatti diffusa applicazione.

A quelle persone, tuttora appassionati “addetti ai la-

vori”, va il riconoscimento dell’aver colto il segno dei

tempi che mutavano, a noi che portiamo avanti oggi

questo progetto l’impegno di seguire questa intuizio-

ne di adeguamento ai tempi ed alle necessità come

modello da seguire.

Lo sport è tuttora il grande assente dalla scuola

italiana. Non è certo questa la sede per discuterne

i motivi ma certamente, noi che “lavoriamo” nelle

età scolastiche, dobbiamo prendere atto della grave

deficienza che rende assurdamente mutilata questa

nostra fondamentale Istituzione. E’ stata quindi sca-

ricata su migliaia di piccole società ed associazioni

l’onerosa incombenza della educazione sportiva dei

nostri giovani, affidandola ad una moltitudine di vo-

lontari ed ex-giocatori, per la stragrande maggioran-

za umanamente meritevoli ad di là di ogni altra con-

siderazione, ma dai metodi pedagogici improvvisati.

E quando si voglia svolgere una funzione educativa e

formativa nell’età dello sviluppo sappiamo bene che

non basta certo la passione a garantire la riuscita

dell’intento.

I genitori richiedono giustamente competenza e

qualità, la comunicazione con i ragazzi ha bisogno

di “linguaggi” specifici. Il bambino moderno, super

stimolato fin dall’infanzia, esprime già dalla prima

età scolare un proprio senso critico per cui l’autori-

tà necessaria ad instaurare una comunicazione che

produca concreto insegnamento non può che basarsi

su un rapporto educatore/bambino/gruppo tutt’altro

che improvvisabile.

Il grande Maci Battaglini, mito del rugby del passato,

allenava i suoi bambini alla mischia dell’uno contro

tutti nel corridoio di scuola. Chi, come me e prima

di me, ha praticato sport negli anni passati ricorda

ambienti totalmente inadeguati. La nostalgia che

ne permane non riguarda certamente la mancanza

spesso totale di qualsiasi servizio, i pezzi di macerie

affioranti dal terreno ed il presidio medico costituito

da secchio, spugna, alcol canforato e tè caldo il gior-

no della gara. Dobbiamo preservare lo spirito di quei

tempi ma, nello stesso tempo, essere coscienti che la

richiesta di competenza e di qualità, nell’allenamen-

to, nelle strutture e nei servizi, è più che legittima ed

indispensabile soprattutto quando si abbia a che fare

con bambini e ragazzi. Questi sono i nostri scopi.

Migliorare e migliorarsi è il punto chiave del nostro

programma. Intendiamo lo sport come educazione

fisica in un ambito irrinunciabile di divertimento e

serenità. Cerchiamo, nei nostri allenatori/educatori

esattamente questa miscela: la passione del rugbi-

sta e la competenza dell’educatore. L’una al servizio

dell’altra.

I nostri giovani giocatori sono divisi per fasce di età

comunemente definite con il termine inglese Under

seguito dal limite massimo.

Abbiamo quindi l’Under 7, Under 9 e così via. A me

piacerebbe chiamarle tutte Rugby Livorno, come

la prima squadra, con poi l’anno in cui il sogno si

realizzerà: Rugby Livorno 2015, 2016, 2017… Basta

guardarli giocare per capire il perché, per capire che

lo spirito del rugby in fondo non ha età, o forse ha

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25il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

lo sport dei bambini: il gioco diventa educazione

proprio quella età, che noi tutti ci portiamo dentro

come è bene che sia perché gli anni non passano,

ma si sovrappongono, come le stagioni per gli alberi,

come una somma di esperienze e sensazioni sempre

disponibili.

Difatti in questa nursery di rugbisti, per un’altra stra-

nezza del rugby dove la passione si tramanda anche

per vie contrarie, non crescono solo bambini, ma

anche genitori che, scoprendo un ambiente estrema-

mente aperto alle istanze di ritrovo, amicizia e diver-

timento in un contesto di buoni valori, creano gruppi

dai quali poi nascono i vari collaboratori e dirigenti

del club stesso. Sulle basi di questo sano convivere si

fanno programmi, si distribuiscono compiti non solo

connessi alla gestione societaria e sportiva ma anche

a quella ricreativa, nel pieno spirito di questo sport

che, unico, eleva a terzo tempo di ogni match la parte

conviviale, quasi come il match stesso non potesse

avere fine senza, quasi come una celebrazione, una

rappresentazione unica della vera etica sportiva.

Secondo le indicazioni della nostra Federazione, nella

preparazione di base si dà importanza all’aspetto tat-

tico più che ad elaborate tecniche individuali: realiz-

zare la propria posizione nel campo, confrontarla con

quella dei compagni e degli avversari ed elaborare il

movimento seguente, questo il succo dell’allenamen-

to. I regolamenti aiutano questo percorso.

Senza voler entrare in noiose esposizioni teoriche

vi assicuro che la potenza pedagogica del gioco del

rugby – che lo ha portato ad essere scelto come sport

scolastico primario in diversi paesi del mondo – trova

la sua motivazione nell’aver aggiunto a questa som-

ma di sollecitazioni spaziali, visuali e dinamiche una

componente unica di estrema importanza: il conta� o.

A� raverso il conta� o nel bambino si sommano gestua-

lità ed emozioni, vissute come aff e� , nel realizzare i

primi comportamen� sociali: aff rontare l’avversario,

sostenere il compagno, cercare lo spazio, ges� re re-

sponsabilità. La lo� a è la primordiale forma di gioco e

di confronto, non c’è cucciolo di uomo o di animale che

non la pra� chi naturalmente, come se gene� camente

ne fossimo in qualche modo programma� per prepa-

rarci alla sfi da della vita, al confronto con noi stessi e

con gli altri senza falsità. In un mondo come il nostro

dove l’apparire sembra travalicare l’essere ormai ad

ogni età, dove i modelli di comportamento vengono

sempre più uniforma� su basi e per fi ni che di umano

hanno ben poco, lo sport in generale e il nostro rugby

in par� colare appaiono come baluardi di una educa-

zione alla verità, ai valori veri, all’amicizia, al rispe� o,

alla possibilità di un confronto anche duro ma assolu-

tamente rispe� oso degli altrui diri� e dignità.

Il Rugby aiuta ad essere sicuri di sè, s� mola l’audacia,

premia il coraggio, insegna come sia importante dare e

ricevere sostegno integrando le diverse capacità, come

sia possibile che l’individuo e il gruppo si possano

esaltare reciprocamente evitando quel confl i� o che

spesso annulla l’uno o l’altro, e come tu� o questo sia

così importante e profi cuo al fi ne di raggiungere mete

comuni.

Insegnando questo ai nostri bambini ne faremo degli

uomini consapevoli, aper� , sinceri e senza paura, sen-

za necessità di aggredire o prevaricare: degli uomini

for� dentro, degli uomini gius� .

Sergio Tobia

Presidente Rugby Livorno Speranze Biancoverdi

dal 1999 al 2008

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26 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

ecco perchè i bambini scelgono il rugby

Ecco perchè i bambini scelgono il rugby

Il rugby è uno sport idoneo a s� molare l’ integrazione,

la socializzazione e la collaborazione tra i giocatori.

Consente a tu� di dare un apporto con le proprie

capacità, per il raggiungimento dell’obie� vo fi nale,

“la meta”, facendo un gioco divertente. Il rugby si insegna

presto ai giovani, in genere intorno a i 7/8 anni e permet-

te una valida a� vità psico-fi sica u� le per facilitare le rela-

zioni sociali a� raverso il lavoro di gruppo, la solidarietà, la

tolleranza. Favorisce posi� ve qualità morali come la leal-

tà, il rispe� o per gli altri e la disponibilità ad assumersi re-

sponsabilità, inoltre incrementa l’autodisciplina, a� raver-

so il controllo dell’aggressività tramite il rispe� o di norme

che regolano il conta� o fi sico. Nel rugby l’individualismo

lascia il posto agli interessi del “gruppo” nel quale le

capacità del singolo sono messe a disposizione di tu� ,

secondo logiche di squadra, per raggiungere un risultato.

E’ questa vita di “gruppo” una cara� eris� ca specifi ca del

rugby. Vivere il “gruppo” e fare il bene del “gruppo” signi-

fi ca educazione alla socialità, e di rifl esso anche persone e

ci� adini migliori. Per tu� ques� mo� vi lo sport del Rugby

- Il gioco del rugby - è sicuramente qualcosa di più di un

semplice sport. E’ un modo diverso, forse di intendere la

vita. E’ certamente una lo� a, un comba� mento anche

duro ma sempre nel rispe� o delle regole. Il rugby è un

gioco per tu� . Qualcuno dice che i bimbi che non vanno

bene in altri sport vanno poi a giocare a rugby... Il bello di

questo sport è proprio che gli atle� devono avere diverse

� pologie fi siche. Servono infa� atle� al� e robus� ma

anche altri piccoli e sguscian� . Servono giocatori agili e

veloci ma ci vogliono anche quelli pesan� per spingere

indietro l’avversario.

Il celebre scri� ore francese Jean Giraudoux ha osservato

e de� o che sono necessari “o� o giocatori for� e a� vi (la

mischia), due leggeri e furbi (il mediano di mischia e il

mediano d’apertura), qua� ro rapidi e veloci (i tre quar� ),

ed un ul� mo modello di fl emma e sangue freddo (l’estre-

mo). Una squadra di rugby è la proporzione ideale tra gli

uomini in cui ognuno ha un compito specifi co in relazione

alle sue do� fi siche e morali”. Ma una sola cosa vale per

tu� : tu� devono avere spirito di sacrifi cio! Il rugby infa�

è lo sport di squadra per eccellenza.

Le par� te non le vince mai uno da solo, anche se si ha

l’uomo più forte del mondo, ma una squadra unita e com-

pa� a, anche fuori dal campo.

Il gioco del rugby è uno sport che privilegia come pochi,

i vari aspe� dell’intelligenza motoria, quali l’intuizione,

l’an� cipo, l’ispirazione, l’immaginazione, la fantasia,

l’astuzia e la rapidità tanto nel pensare quanto nell’ese-

guire una azione. Il rugby è anche una scuola di fair play e

di corre� ezza. Chi comincia a giocare a rugby di certo non

pensa di diventare ricco e famoso... sarebbe la sua rovina

e la rovina di questo bellissimo sport. Chi si diverte non

perde mai!

di Manfredi Adamo

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le s

qu

ad

re

il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0 27

UNDER 13

le squadre

UNDER 11 UNDER 9

UNDER 7

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28 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

il personaggio: Luca Santoni

Vorremmo raccontarvi la storia di un ragazzo

livornese di cui la ci� à va orgogliosa, del per-

ché è chiamato da tan� “un ragazzo d’oro” e

di come lo sport abbia giocato un ruolo fonda-

mentale nella sua vita.

Luca è un ragazzo come tan� ma con una storia straordi-

naria alle spalle: volontario in Italia presso i Salesiani ed

in Africa dove ha operato all’interno di un proge� o per la

realizzazione di due pozzi d’acqua in Ciad, ora si dedica al

servizio civile a Livorno. La missione di Luca ora è contribui-

re a creare un ambiente dove i ragazzini possano ritrovarsi

per stare insieme, suonare musica, dipingere e giocare

lontano dalla strada, so� raendoli ai pericoli che la noia e la

solitudine spesso fanno scaturire.

Ma da cosa deriva questa devota a� enzione ai giovani e al

loro mondo?

Luca ci spiega come sia stato importante per lui lo sport che

ha pra� cato fi n da bambino: il gioco e non solo quello fi ne

a se stesso ma quello di squadra, lo spirito di gruppo che

l’ha poi accompagnato negli anni successivi. Luca racconta

di aver sempre pra� cato sport: basket, tennis, nuoto, cal-

cio. Stanco del clima compe� � vo in cui si trovava immerso

ad un certo punto ha voluto provare il rugby, un amore a

prima vista che gli ha segnato la vita.

Grazie ad allenatori come Igli Borsato e Daniele Confl i� o,

Luca ha acquisito nozioni fondamentali per lo sviluppo di

un bambino: dare il massimo di se stessi, sapere che tu�

in campo sono importan� e fondamentali e che prima di

tu� o occorre portare a casa risulta� scolas� ci.

Luca ricorda sorridendo gli anni passa� sul campo e tu� gli

amici che gli hanno permesso di formare un cara� ere forte

e di costruire una vita improntata sui valori in cui crede.

Il Todo Modo, centro ricrea� vo presso il Parco della Costan-

za, dove Santoni opera, si ripropone di insegnare le stesse

cose ai bimbi d’oggi: giocare insieme, andare d’accordo e di-

ver� rsi in modo sano ma sopra� u� o sapendo che la scuola

è importante e l’impegno

che richiede non va mai

so� ovalutato. Luca ap-

plica ai bimbi livornesi gli

stessi insegnamen� che

ha cercato di diff ondere

in Africa durante il suo

soggiorno.

Quando chiedo a Luca

come sarebbe la sua vita

se non avesse conosciuto

il rugby da bambino mi ri-

sponde che avrebbe fa� o

scelte diverse, probabil-

mente sbagliate e che non

avrebbe i valori in cui ora

crede ed in nome ai quali

opera quo� dianamente.

E allora non ci rimane che

augurare per il futuro più

sport a tu� !

di Elisa Zannoni

Il personaggio

Luca Santoni

Page 29: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

29il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

“il rugby mi cambia la vita”

“Il rugby mi cambia la vita”

Il rugby in generale è

uno sport come tan�

altri, la cosa che lo

contraddis� ngue da

tu� gli altri sport è sicu-

ramente rappresentato

dal conta� o fi sico. Un

conta� o che, agli occhi di

mol� risulta “violento” e

pericoloso!

Per noi rugbis� questo

“conta� o” ci dà l’opportu-

nità di scoprire chi siamo in prima persona e chi abbiamo

accanto a noi in campo (agli allenamen� e le domeniche

in par� ta). Per noi donne tu� o è ancora più accentua-

to!! Prima di tu� o l’unione che si crea all’interno di una

squadra...che con� nua anche al di fuori di un qualsiasi cam-

po di rugby!!! Sì, forse, essendo donne tu� o è più forte.....il

sen� mento che proviamo

per ognuna di noi, l’is� nto

di protezione, l’orgoglio e

il cara� ere che ognuna

di noi � ra fuori, a volte

inaspettatamente....è

proprio tu� o questo che

ci dà la forza, ad ogni

concentramento, di lot-

tare con le unghie e con i

den� per superare quella

so� lissima e spesso ir-

raggiungibile linea di meta!! Credo che � cambi il modo

di vivere, il tuo s� le di vita si uniforma allo s� le di vita del

rugby....diventa un circolo vizioso! Per chi vede dall’esterno

questo grande mondo, tu� o risulta molto strano e incom-

prensibile a volte. Invito ogni singola persona a rivolgere un

po’ di più lo sguardo su questo meraviglioso sport!!!!!

Pensieri e parole di Irene Leonardi, giocatrice dei Lions Amaranto

di Irene Leonardi

Page 30: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

30 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

Basket femminile:

Livorno per la prima volta in A1

Livorno e il

basket, un bi-

nomio impre-

scindibile. Una

ci� à che con la palla

a spicchi le ha viste e

vissute di tu� e: “Basket

City” negli anni ’80, poi

la scomparsa delle sue

realtà storiche, Libertas

e Pallacanestro, fi no ad

arrivare a Basket Livor-

no che, tra al� e bassi,

è rimasta l’unica realtà

ces� s� ca livornese a far parlare di sè a livello nazio-

nale. Tu� o vero, ma solo se stringiamo il campo alla

pallacanestro maschile. Perché se è vero che Livorno

è malata di basket sarebbe assolutamente ridu� vo

pensare che questo sport possa essere giocato dai soli

uomini. E infa� non è così. A Livorno già 70 anni fa, nel-

la stagione 1939/40, si cominciava a parlare di basket in

gonnella. Un fuoco di paglia sul momento. Un proge� o

più concreto dopo la guerra con la rappresenta� va

femminile della Libertas che, trascinata dalla sua leader

Maria Grazia Fava, o� enne o� mi risulta� in serie B

nella prima metà degli anni ’50. Il top fu raggiunto nel-

la stagione 1956/57 quando le livornesi, confl uite nel

nuovo sodalizio della Mar, riuscirono a conquistare la

promozione in A1. Purtroppo i problemi fi nanziari non

permisero alla Mar di disputare il massimo campionato.

E fu così che la pallacanestro livornese ritornò ad essere

solo sport maschile, quanto meno a livello professioni-

s� co. Ci sono volu� circa ven� anni per me� ere in piedi

nuove realtà di pallacanestro femminile grazie alla Uisp

e alle Acli. Proprio da quest’ul� ma società è nata quella

che oggi è la massima rappresenta� va di basket livorne-

se, il Women Basketball Livorno. Una realtà che questa

stagione è riuscita a portare per la prima volta il nome

di Livorno nell’olimpo del basket femminile. Ci sono

volu� 30 anni, ma grazie

alla passione e agli sforzi

economici del com-

pianto Sergio Baldacci

prima, e sopra� u� o

dell’a� uale presidente

Piero Bo� oni, già pre-

zioso dirigente dell’era

Baldacci, il sogno di ve-

dere i colori biancorossi

in A1 è da quest’anno

realtà. Per dovere di

cronaca la serie A1 è

stata acquisita non sul

campo ma tramite uno scambio di � toli spor� vi con lo

Spezia Basket Club il quale, dopo 10 anni consecu� vi

nel massimo campionato, si è trovata costre� a a cedere

il � tolo di A1 per problemi fi nanziari. Da La Spezia, oltre

all’esperto coach Giovanni Papini (poi sos� tuito da Gui-

do Novello), sono sbarcate a Livorno due esterne della

nazionale, Chiara Pastore play classe 1986 e Benede� a

Bagnara guardia classe 1987, entrambe alla quarta

stagione in A1, più alcune giovani del se� ore giovanile.

A guidare la società, ormai dal 2004, c’è Piero Bo� oni,

aff ermato imprenditore edile. In panchina, invece, ac-

canto a Novello, siedono Cinzia Piazza, che prima di ap-

pendere le scarpe� e al chiodo ha dominato l’area bian-

corossa per quasi dieci anni, e Francesco Masi, già head

coach delle livornesi in serie B d’eccellenza 4 stagioni or

sono. Le uniche supers� � della sponda livornese sono il

play Elisa Buccian� e l’ala Francesca Mariani, entrambe

alla prima esperienza nella massima serie, ma già ele-

men� di indiscusso valore tecnico ed atle� co in serie

A2. Durante l’estate la dirigenza livornese ha lavorato

alacremente per alles� re una formazione che potesse

ripetere i risulta� o� enu� lo scorso anno dalla com-

pagine spezzina, ovvero piazzarsi tra le prime o� o ed

o� enere la qualifi cazione ai play off scude� o. Il primo

bo� o di mercato è stato l’ingaggio della capitana della

di Nicola Verzoni

basket femminile: Livorno per la prima volta in A1

Page 31: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

31il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

nazionale Maria Chiara Franchini, guardia classe 1979

nata a Parma e con diversi campiona� di A1 alle spalle

con la maglia del Club Atle� co Faenza. Nel suo palmares

vanta la Coppa Italia 2007 e due fi nali scude� o, 2005 e

2007, sempre nelle fi la di Faenza.

Per quanto riguarda il capitolo straniere la dirigenza li-

vornese ha deciso di fare delle vere e proprie scommes-

se , e non tanto per un discorso di qualità, quanto per il

fa� o che delle qua� ro giocatrici messe so� o contra� o,

solo due conoscono il nostro campionato. Tra di loro

l’elemento di maggior esperienza è l’americana Katryna

Gaither, pivot classe 1975 di 191 cm, che ha alle spalle

numerosi campiona� disputa� in Francia, Belgio e Li-

tuania (e molte par� te in Eurolega), oltre ad una stagio-

ne in Italia con la maglia di Vicenza nel 1999. Accanto

a lei troviamo la slovacca Marie Ruzickova, ala-pivot

classe 1986 di 192 cm, reduce dalla sfortunata stagio-

ne a Mon� chiari dove, malgrado la retrocessione delle

bresciane, ha disputato un campionato di tu� o rispe� o

con 9 pun� e 5 rimbalzi di media a par� ta.

Con queste e altre validissime giocatrici in rosa, era

quindi lecito avere delle discrete ambizioni. L’obie� vo

è lo� are per un posto nei play off , per poi migliorarsi

anno dopo anno. E non solo a livello di prima squadra,

visto che ogni società professionis� ca che si rispe�

deve avere un occhio di riguardo per il se� ore giovani-

le. Ed è proprio quello che il presidente Bo� oni e il suo

staff stanno facendo.

Quest’anno infa� , anche grazie alla disponibilità di

una stru� ura come il Villaggio Solidago al Calambro-

ne, dove peraltro risiede tu� o il roster della prima

squadra, la società biancorossa è andata alla ricerca

di nuovi prospe� , anche molto lontano da Livorno,

sia per essere compe� � vi a livello di campiona� gio-

vanili, sia in chiave futura per lanciare nuove giocatrici

nel massimo campionato. Intanto, dopo il girone di

andata, le livornesi targate ACP (Associazione Cure Pal-

lia� ve) sono impelagate nei bassifondi della classifi ca.

Un inizio più ricco di ombre che di luci. Ma questo non

deve spaventare, la squadra è molto valida e i margini

di miglioramento sono molto ampi.

Tante le novità nel mercato di gennaio, con le cessioni

di Franchini e Pastore e l’innesto di tre giocatrici di

valore.

basket femminile: Livorno per la prima volta in A1

Page 32: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

32 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

Livorno in una foto

Il nostro mare d’inverno ed intrepidi bagnan�

Scorcio livornese

Lo staff di “Vizi e Virtù”

Livorno in una foto

INVIACI LE TUE FOTO!

Se vuoi vedere pubblicate le tue foto

conta� aci a questo indirizzo:

[email protected]

Page 33: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

33il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

Calendario Eventi: Gennaio

DOMENICA LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI SABATO

24 Presentazione

della rivista

“Il Bianco e il

Verde”

ore 12

Palazzo Comunale

Sala Cerimonie

Livorno Rugby/ Hafro Design Udine

ore 14.30 - Campo Montano

Basket femminile serie A1,

Acp Livorno /Banco di Sicilia Ribera

ore 18 - PalaMacchia

Basket maschile Legadue

Livorno Basket /Cimberio Varese

ore 18.15 - PalaAlgida

Assal� frontali

e Platonick Dive

concertoore 22

The Cage Club

GENNAIO 2009

25 27 28 29 30 31

Livorno in una foto

Tipica cena livornese (in alto e in basso) Aperi� vo alle baracchine (a destra)

Livorno Rugby ospite di Radio Incontro

Page 34: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

34 il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n. 0

Calendario Eventi:

DOMENICA LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI SABATO

9 10 11 13 14

22 23 24 25 26 27 28

1 2 3 5 6 7

FEBBRAIO 2009

Pallanuoto

femm. serie A2

PN Livorno/Osimo Nuoto

ore 12.30

Piscina com.le

Camalich

Basket femm.le

serie A1

Acp Livorno/Gescom MCI

Viterboore 18

PalaMacchia

Beppe Grillo

spe� acoloPala Algida

Arca Azzurrapresenta

“Amleto in

farsa tragedia”

Teatro Solvay

Rosignano Solvay

Basket maschile Legadue

Livorno Basket/ Fastweb Casale Monferratoore 20.30 - PalaAlgida

Chuck Ragan (Hot water musicCalifornia, Usa) e Dorothy

concertoore 22 - The Cage Club

Emergenza fes� val

selezione provincialeore 21

The Cage Club

Biagio Antonacci

in concertoTeatro Goldoni

Choccolandia

dalle 16 alle 20

Stazione m.ma

Livorno

Choccolandia

dalle 16 alle 20

Stazione m.ma

Livorno

Wolves in the

throne room

(Usa, Southern Lord Rec.)concerto

The Cage Club

Choccolandia

dalle 16 alle 20 - Stazione m.ma Livorno

Basket femm. serie A1

Acp Livorno/ Crasbasketore 20.30 - PalaMacchia;

“Indizi terrestri su Marina Ivànovna”

ore 21.30 - Castello Pasquini

Cas� glioncello

Pallanuoto femm. serie A2

PN Livorno/US Locatelliore 12.30 - Piscina com.le Camalich

Basket maschile Legadue

Livorno Basket/PallacanestroRoseto 1946

ore 18.15 - PalaAlgida

“Le veglie al

canto del carno”

a� o unico con comica fi nale

ore 21.30

Castello Pasquini

Cas� glioncello

Ivano Fossa�

in concertoTeatro Solvay

Rosignano Solvay

Il balle� o del Sud presenta

“L’uccello di fuoco”

ore 21

Teatro Goldoni

Emergenza fes� val

selezioni provincialiore 21

The Cage Club

Pallanuoto

femm. serie A2

PN Livorno/Nuoto Prato

ore 12.30

Piscina com.le

Camalich

Livorno Rugby/

Amatori Milano

ore 14.30

Campo Montano

Basket

femm. serie A1

Acp Livorno/Lavezzi Parma

ore 18

PalaMacchia

Fiorella Mannoia

in concertoTeatro Goldoni

“Amleto”

con A. Preziosiore 21

Teatro Goldoni

“Amleto”

con A. Preziosiore 21

Teatro Goldoni

(replica)

Emergenza fes� val

selezione provincialeore 21

The Cage Club

“Le sugges� oni

dell’opera lirica”,

con F. Cedolins

ore 20.30

Teatro Goldoni

Taster’s choice

concertoore 22

The Cage Club

15 17 18 19 20 21

Page 35: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009

35il Bianco e il Verde - Gennaio 2009 - n.0

Febbraio, MarzoMARZO 2009

DOMENICA LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI SABATO

8 9 10 11 12 13 14

15 16 17 18 19 20 21

22 24 25 26 27 28

29 31

1 2 3 4 5 6 7Basket

femm.serie A1

Acp Livorno/Pool Comense

ore 20.30

PalaMacchia

Basket maschile

Legadue

Livorno Basket/Banco di Sardegna

Sassariore 18.15

PalaAlgida

Pallanuoto

femm. serie A2

PN Livorno/Promogest

ore 13

Piscina com.le

Camalich

“Aufs� eg und Fall

der Stadt Maha-

gonny” (Ascesa e caduta della ci� à

di Mahagonny) opera in tre a�

ore 20.30

Teatro Goldoni

Franco Ba� ato

in concertoTeatro Goldoni

Pallanuoto femm. serie A2

PN Livorno/PN Triesteore 12.30 - Piscina com.le Camalich

Basket femminile serie A1

Acp Livorno/Veneziaore 18 - PalaMacchia

Basket maschile Legadue

Livorno Basket/Carma� c Pistoiaore 18.15 - PalaAlgida

Giuseppe Andaloro

pianoforteore 21

Teatro Goldoni

Aterballe� opresenta

“InCanto”

liberamente ispiratoall’Orlando furioso

ore 21

Teatro Goldoni

Livorno Rugby/Novaco Alghero

ore 15.30 - Campo Montano

Basket femminile serie A1

Acp Livorno/Bracco Geas S. Giovanni, ore 18 - PalaMacchia

“Pe� te Messe Solennelle”

Accademia vocale ci� à di Livornoore 21 - Teatro Goldoni

Page 36: Il Bianco & il Verde - Gennaio 2009