IGIENE E SICUREZZA DEL LAVORO E DELLAMBIENTE Prof. Michela Lucia Sammarco Rita Olivieri.
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OBESITÀ E LAVOROUN PROBLEMA EMERGENTE
IGIENE E SICUREZZA DEL LAVOROE DELL’AMBIENTE
Prof. Michela Lucia Sammarco
UNIVERSITÀ DEL MOLISE CAMPOBASSO
Rita Olivieri
L’obesità è una condizione clinica caratterizzata da un eccesso di peso in relazione all’altezza di un individuo.
OMSSovrappeso IMC: 25-29.9 kg/m²Obesità 1° grado IMC: 30-34.9 kg/m²Obesità 2° grado IMC: 35-39.9 kg/m²Obesità 3° grado IMC: ≥ 40 kg/m²
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OBESIStati Uniti (IMC> 40kg/m²): 6.9% donne; 2.8% uomini;
Europa: 5%-20% uomini; 8%-30% donne;
Italia: 10.5% uomini; 9.1% donne; 20%-30% bambini.
CORRELAZIONE IMC E MALATTIE CRONICHE
l’ipertensione arteriosa La malattia ischemica cardiaca e cerebrale Tumori (intestino, endometrio, mammella e prostata) L’artrosi (ginocchio, anca e rachide) La depressione
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CAUSE
Varianza del grasso corporeo dipendente da fattori ambientali e dagli stili di vita
Componente ereditaria (dipendente da fattori genetici come la leptina prodotta dal gene Ob)
Patologie endocrine e psichiatriche Lo stress lavorativo ed il lavoro a turni possono favorire lo
sviluppo di obesità.
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OBESITÀ L’obesità di 1° grado può comportare alterazioni della meccanica
respiratoria in posizione seduta e durante esercizio leggero L’obesità di 2°-3° grado determina l’ipertrofia ventricolare
sinistra e riduce il mantenimento di posture impegnative e prolungate
L’obesità di grado elevato impaccia i movimenti globali del corpo e determina un sovraccarico compensatorio con una maggiore incidenza di patologie muscoloscheletriche
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STRESS LAVORATIVO• Lo stress lavorativo può favorire l’aumento di peso attraverso
meccanismi ormonali secondari.• Lo stress cronico raddoppia la probabilità della sindrome metabolica.• Lo stress può determinare una maggiore incidenza di Ca
endometriale nelle donne che svolgono turni notturni.• Whitehall II Study: nei lavoratori “insoddisfatti” era maggiore la
prevalenza di fumatori, ipertesi, obesi e sedentari i turnisti mostravano un IMC più elevato rispetto ai lavoratori diurni.
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L’OBESITÀ COME FATTORE DI RISCHIO OCCUPAZIONALE
Insorgenza maggiore di disturbi muscolo-scheletrici (sindrome del tunnel carpale, sovraccarico del rachide);
Aumento del rischio di infortunio sul lavoro correlato alla mansione (autotrasportatori, vigili del fuoco, lavoratore edile…);
Interazione tra patologie ad etiologia professionale e da obesità.
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L’obesità è associata:a) aumento dei costi sanitari, diretti e indiretti;b) assenteismo, minore remunerazione economica;c) possibili ricadute negative sulla produttività;d) una condizione di emarginazione e discriminazione nel mondo
del lavoro.
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SORVEGLIANZA SANITARIAArtt. 28-174-183 del D. Lgs.81/08
Necessità di considerare tutti i rischi, analizzando l’ergonomia del posto di lavoro, adattando le misure di prevenzione alle esigenze dei lavoratori obesi;
il medico del lavoro deve valutare lo stato di salute generale del lavoratore (e per gli interventi di cura, collaborare con il medico di base), l’idoneità al lavoro in base al grado di obesità, ed il rispetto della sicurezza.
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PROGETTAZIONE DEL POSTO DI LAVORO E LINEE GUIDA
Per i lavoratori affetti da obesità di 2° e 3° grado: Interventi strutturali, organizzativi ed ergonomici (piano di
lavoro, caratteristiche della seduta, ecc.); DPI personalizzati (maschere, abbigliamento e calzature); Indicazioni rispetto alle attività di sollevamento, di traino e di
spinta (linee guida SIMLII).
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PROMOZIONE DELLA SALUTE E OBESITÀ
Ruolo dei M.M.G. e del Medico del lavoro per interventi sui fattori di rischio modificabili (peso, attività fisica, alimentazione).
Aziende che investono sul benessere dei loro dipendenti (equipe multidisciplinare, soddisfazione lavorativa, spazi per l’attività fisica all’aria aperta).
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PROMOZIONE DELLA SALUTE E OBESITÀ
Stile di vita come materia di studio negli individui in formazione. Campagne di educazione sanitaria e d’informazione nelle scuole e nella
collettività per l’eliminazione dei fattori di rischio. Politica sociale come la strutturazione degli ambienti cittadini ed il
supporto sociale (aree verdi, spostamenti a piedi, interventi di comunità)
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