I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013 Le strategie educativo- didattiche per il potenziamento degli apprendimenti Dott.ssa Laura Barbirato Dott. Evelina Chiocca E-mail: [email protected] Sito: http://scuoladsa.jimdo.com

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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Le strategie educativo-didattiche per il potenziamento degli apprendimenti

Dott.ssa Laura BarbiratoDott. Evelina Chiocca

E-mail: [email protected]: http://scuoladsa.jimdo.com

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“Sorprendere è la radice della conoscenza, secondo Platone e Aristotele (che non sono proprio gli ultimi in questa materia). E’ importante sorprendere fin dall’inizio, incuriosire, perché no, sedurre. Sei abbastanza disinibito per voler sedurre i tuoi allievi? Sei interessato a loro abbastanza da volerli sedurre? Ti sei mai chiesto se ti piacciono i tuoi allievi? E’ una questione importante. Ti piacciono, ti piace quell’età o no? Che rapporto hai con l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza (uno psicoanalista direbbe con la tua infanzia, adolescenza, giovinezza?). Non sarai lì a scuola per caso, o per vendicarti di qualche sopruso patito, o per fare l’impiegato d’uno sportello senz’anima? Chiediti quindi se ti piacciono i tuoi allievi e se puoi innamorarti (sì, innamorarti) di loro. Perché una risposta negativa sarebbe decisiva credo, anche per spiegare il cattivo andamento delle tue quotazioni.”

Paolo Mottana, “Caro insegnante” – F. Angeli 2008Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES

2013

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COSA SONO I “BES”

• DIVERSA ABILITA’

• DSA (Disturbi Specifici di

Apprendimento)

• DISAGIO PERSONALE, PSICOLOGICO,

SOCIO-AMBIENTALE

• DISAGIO CULTURALE ED ETNICOLaura Barbirato- Evelina

Chiocca BES 2013

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Modello di valutazione ICF

• Diagnosi di funzionamento secondo la classificazione internazionale del funzionamento, approvata dall’OMS nel 2001, SUPERA gli attuali modelli in uso (DSM e ICD 10)

• MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE• La disabilità viene definita come “la conseguenza o il

risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali e ambientali che rappresentano la circostanza in cui l’individuo vive”: RUOLO DEL CONTESTO

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Direttiva 27.12.2012 e CM 8 del Marzo 2013

Estende a tutti i BES quanto disposto dalla Legge 170/2010 per gli alunni con DSA:

• Adattamenti metodologici e didattici, strumenti compensativi e misure dispensative, modalità di valutazione personalizzate

• Redazione del Piano Didattico Personalizzato

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Il successo formativo

• DPR 275/99 Regolamento dell’Autonomia

La scuola deve promuovere il successo formativo di tutti e di ciascuno

Legge 59/2004 PersonalizzazioneLaura Barbirato- Evelina

Chiocca BES 2013

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Il successo formativo

Il Regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche riconosce e affida alle singole Istituzioni la funzione di

assicurare il successo formativo  a tutti gli alunni,

valorizzando le diversità e promuovendo le potenzialità di ciascuno.

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DPR 275/99, art. 4, (Autonomia didattica) 1. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.

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PEPER

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Strumento per esplicitare la progettualità della scuola

riguardante i BES è il Piano dell’Offerta Formativa

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Il POF è inclusivo quando prevede azioni ed interventi tesi a migliorare

la dimensione ordinaria del “fare scuola” nell’ottica del dare risposte

precise ad esigenze individuali 

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Il senso delle parole….

• Inserimento

• Integrazione

• inclusioneLaura Barbirato- Evelina

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Il potenziamento e la stimolazione

delle abilità, delle conoscenze, delle competenze

come obiettivo didattico fondamentale

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LE STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE PER IL POTENZIAMENTO DEGLI APPRENDIMENTI

LE STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE PER IL POTENZIAMENTO DEGLI APPRENDIMENTI

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Favorire il successo formativo: accoglienza, ascolto, accompagnamento

• Predisporre un Protocollo Operativo di Accoglienza, in cui siano descritti i passaggi previsti per accogliere l’alunno con DSA (documento condiviso e reso pubblico)– ovvero, promuovere percorsi di accoglienza percorsi di accoglienza e di

ascolto– accompagnare l’alunno e la sua famiglia nel percorso di

presa di coscienza presa di coscienza della condizione di bambino con BES– curare:curare:

1.1. Formazione delle classiFormazione delle classi

2.2. Incontri con la famiglia Incontri con la famiglia

3.3. Il ruolo del docenteIl ruolo del docente

4.4. Lavorare in classe / clima positivoLavorare in classe / clima positivo

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FORMAZIONE DELLE CLASSI

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Formazione delle classiFormazione delle classi

Aspetti Aspetti organizzativiorganizzativi

• Quanti alunni

con BES

per classe? • 1 … 2 …

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Importante: creare classi “Importante: creare classi “equieterogeneequieterogenee”e”

http://www.iccasalgrande.it/spazioragazzi.html

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Ne parliamo?Ne parliamo?

In classe c’è un alunno In classe c’è un alunno con difficoltà…con difficoltà…

• … … ne parliamone parliamo?• Come?

– promuoverepromuovere momenti di dialogo (parlare di sé e del proprio “funzionamento”)

… confrontarsi con i compagni confrontarsi con i compagni (dialogo)… per operare serenamente e utilizzare gli strumenti

compensativi e le misure dispensative non come “privilegi” ma in quanto utili per l’autonomia operativa dell’alunno (successo formativo)

– promuovere reciprocitàpromuovere reciprocità (empatia: mi metto nei tuoi panni e ti capisco)

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http://www.scuolasancasciano.it/intercultura.htm

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INCONTRI CON LA FAMIGLIA:alleanza educativa

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Incontri con la famiglia Incontri con la famiglia

• Convocare i genitori Convocare i genitori (o esercenti patria potestà)(o esercenti patria potestà)

• CondividereCondividere con loro il progetto di intervento

• AccogliereAccogliere informazioni e/o suggerimenti

1. Incontro preliminare::ricostruzione dell’iter scolastico e diagnosticoricostruzione dell’iter scolastico e diagnostico; raccolta di dati significativi; condivisione della diagnosi.

2. Secondo incontro::presentazione di proposte percorribili; illustrazione e

condivisione delle decisioni assunte, coinvolgendo possibilmente

lo studente.3. e seguenti … Incontri successivi

gestionegestione corresponsabilecorresponsabile e condivisacondivisa del percorso didattico, nel pieno rispetto e riconoscimento dei ruoli

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• Accordo contrassegnato dalla reciprocità Accordo contrassegnato dalla reciprocità (elaborandolo congiuntamente)

• PEI e PDP vengono firmati dalla famiglia per condivisione,

non per semplice presa visione

La famiglia è chiamata a seguire a casa il lavoro scolastico del figlio

• curando lo svolgimento dei compiti,

• sostenendo le attività di studio attraverso modalità quali la lettura vicariante, la la lettura vicariante, la creazione di mappe e di creazione di mappe e di schemi, l’esercitazione orale, ecc.)

• accompagnandolo nella ricerca e nella scoperta delle proprie modalità e stili di apprendimento,

• cercando, insieme a lui e agli insegnanti, strade personalizzate efficaci

Possibili criticità: famiglie sofferenti

Alleanza educativa con la famigliaAlleanza educativa con la famiglia

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L’insegnante … L’insegnante …

• Caratteristiche del Caratteristiche del singolosingolo docente docente: empatia, assenza di preconcetti, empatia, assenza di preconcetti, professionalità nella didattica e nella professionalità nella didattica e nella valutazione, valutazione, capacità di gestione della classecapacità di gestione della classe, , conoscenza della tecnologia, creatività e fantasiaconoscenza della tecnologia, creatività e fantasia

In TEAMTEAM

Promuovere un lavoro sinergico lavoro sinergico in team

• Condividere -le strategie Condividere -le strategie individuate e -la loro applicazionela loro applicazione

• Definire e individuare i criteri di valutazionecriteri di valutazione, gli strumenti compensativi, le misure dispensative

• ProgettareProgettare percorsi di autostima e condividere un contratto educativo con la famiglia

• PromuoverePromuovere e sosteneresostenere il confronto a livello interistituzionaleLaura Barbirato- Evelina Chiocca BES

2013

http://office.microsoft.com/it-it/images/results.aspx?qu=insegnante&ex=1&origin=FX010132103#ai:MP900409045|

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Compito dei docentiCompito dei docenti• I componenti la comunità scolastica devono possedere gli

strumenti di conoscenza e le competenze necessarie affinché la corresponsabilità del progetto formativo elaborato e realizzato per gli alunni con BES sia condivisa e applicata.

• Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):• Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):

1) durante le prime fasi del percorso scolastico pone attenzione ai segnali di rischio (prevenzione) ed ai fini di una segnalazione tempestiva (previa messa in atto di attività di potenziamento);

1) A fronte di situazione di rischio, si adopera per attuare strategie di recupero e/o di potenziamento;

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I DOCENTII DOCENTI• Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):• Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):Ogni insegnante (individualmente e collegialmente):3) (insieme ai colleghi) segnala alla famiglia il persistere

di difficoltà (nonostante gli interventi di recupero);4) (insieme ai colleghi) prende visione della eventuale

certificazione diagnostica rilasciata dall’ASL o da enti accreditati;

5) (insieme ai colleghi) provvede alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati;

6) (previo accordo con i colleghi) si avvale di strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto di aiuto compensativocompensativo;

7) (previo accordo in team) adotta misure dispensative/compensative;

8) (previa condivisione e accordo con i colleghi) predispone verifiche e fa riferimento a criteri di valutazione coerenti;

9) (con i colleghi) effettua incontri con i colleghi del precedente e successivo ordine o grado di scuola per “raccogliere informazioni utili” o per comunicare il percorso scolastico dell’alunno (ponendo attenzione anche alle dinamiche relazionali della classe)

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Supporti dispensativi alle azioni inclusive/integrative della scuola

Personalizzazione e Individualizzazione della didatticaPersonalizzazione e Individualizzazione della didattica

Decreto Ministeriale 12 luglio 2011, n. 5669:• comma 3, art. 4, Misure educative e didattiche:

«In un'ottica di prevenzione dei DSA, gli insegnanti adottano metodologie didattiche adeguate allo sviluppo delle abilità di letto-scrittura e di calcolo, tenendo conto, nel rispetto della libertà d'insegnamento, delle osservazioni di carattere scientifico contenute al riguardo nelle allegate Linee Guida del luglio 2011».

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La normativa vincola

e orienta la professionalità docente

• Il principio metodologico della personalizzazione (v. Legge 53/2003, Moratti) si evolve con il Decreto Decreto Legislativo 59/2004Legislativo 59/2004, è ribadito nella Legge 170/2010Legge 170/2010, ed è esplicitato nelle Linee Guida e nel DM applicativo:

• D.M. 5669/11 … comma 1 dell’art. 4 : «Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee Guida, provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici  per il successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata  e ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative».

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GESTIONE DELLA CLASSE

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Gestione della classeGestione della classe

• Compito dei docentiCompito dei docenti: dedicare tempo a “Fare la classe”

• operare secondo unitarietà di intenti (coerenza)– Accordi in relazione al progetto formativo – Accordo per la conduzione in aula– Accordi su modalità di somministrazione

delle verifiche– Accordi su criteri di valutazione

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Gestione della classeGestione della classe

• PER ATTUARE AMBIENTI DI APPRENDIMENTO EFFICACI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO EFFICACI sotto il profilo didattico, ma ancor più significativi dal punto di vista socio-relazionale è importante che gli insegnanti operino con unitarietà di intenti e, contestualmente, curino atteggiamenti e approcci che contribuiscano alla costruzione identitaria positiva dell’allievo con BES,– creando un clima positivo nella classe, – favorendo un dialogo in tutte le attività con i compagni della

classe, – stimolando e sostenendo la motivazione intrinseca. Occorre inoltre che agiscano per costruire “ambienti di “ambienti di

apprendimentoapprendimento” in cui l’allievo con BES, sentendosi accolto e ascoltato:

- sviluppi autostima e fiducia nelle proprie capacità, sviluppi autostima e fiducia nelle proprie capacità, - adotti stili di attribuzione positivi. adotti stili di attribuzione positivi.

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https://sites.google.com/site/melesart/

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Lavorare in classeLavorare in classe

• Presupposto: Presupposto: ciò che “funziona” per l’alunno con BES, è ciò che “funziona” per l’alunno con BES, è altrettanto efficace per gli altrialtrettanto efficace per gli altri

• Per l’insegnante: occasione per rivedere e riorganizzare Per l’insegnante: occasione per rivedere e riorganizzare il proprio agire professionaleil proprio agire professionale

• Per l’insegnante: occasione per rivedere e riorganizzare Per l’insegnante: occasione per rivedere e riorganizzare il proprio agire professionaleil proprio agire professionale

• Attivare e attuare strategie per:Attivare e attuare strategie per:• Valorizzare i punti di forza Valorizzare i punti di forza (intuizione, pensiero visivo e

creativo, divergente); • Minimizzare quelli di debolezza Minimizzare quelli di debolezza (errori ortografici,

deficit nella memoria di lavoro, lentezza esecutiva, facile affaticabilità, mancata autonomia nella lettura….).

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Lavorare in classeLavorare in classe

• Facilitare l’apprendimento attraverso …Facilitare l’apprendimento attraverso … il canale visivo: avvalendosi di organizzatori grafici, come schemi, mappe, immagini, filmati e colori (molto utile la

lavagna interattiva multimediale); il canale uditivo  (audiolibri, registrazioni, sintesi vocale o lettore umano, libri di testo digitali);

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Alcune misure: aumento dei tempi di lavoro (compiti, esercitazioni, verifiche, ecc.); riduzione del carico di lavoro (o suddiviso) modalità di verifica prevalentemente orale, con orale, con facilitazionifacilitazioni

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Lavorare in classeLavorare in classeIpotesi per una lezione efficace

• Iniziare l’attività con una sintesi della lezioneIniziare l’attività con una sintesi della lezione precedente precedente, coinvolgendo tutti con domande flash (“warm up”);

• Avvalersi del “Avvalersi del “brainstormingbrainstorming” visivo e grafico ” visivo e grafico per “orientarsi” nelle informazioni (creando “Mappa della lezione” da seguire durante le attività);

• variare azioni e contenutivariare azioni e contenuti, sollecitando diverse abilità, affinché ciascuno possa trovare il suo spazio e favorire la motivazione;

• ogni tanto interrompere e fare sintesi dei contenutiogni tanto interrompere e fare sintesi dei contenuti;• riprendere e ripetere in modi diversi i concetti riprendere e ripetere in modi diversi i concetti più importanti (controllare

spesso se gli alunni seguono … se è chiaro il percorso);• prediligere strategie di apprendimento cooperativoprediligere strategie di apprendimento cooperativo, come il cooperative cooperative

learninglearning o il lavoro a coppielavoro a coppie, in cui le capacità cognitive dell’alunno con BES possano esprimersi nell’interazione con i compagni, incaricati di fungere da mediatori per le strumentalità di base;

• fornire materiale registrato per riascoltare la lezione   Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES

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STRATEGIE di insegnamento

Evitare / Evitare diEvitare / Evitare di• Lezioni esclusivamente frontali• Lunghe spiegazioni• Copiare dalla lavagna o dal

foglio• Le consegne e le verifiche in

corsivo o con caratteri piccoli• Porre l’accento sugli “errori”• Marcatori di diversità• Far uscire l’alunno per andare in

aule “separate” …• gruppi di “livello”

Favorire / Sostenere / PromuovereFavorire / Sostenere / Promuovere• Lezioni interattive• Riflessioni e condivisioni fra gli

alunni• Fornire materiale fotocopiato • Se necessario, prediligere il

carattere stampatello maiuscolo• Depenalizzare l’errore (meglio

individuare i processi cognitivi e i ragionamenti sottesi)

• Compensare

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Ambiente aulaEvitareEvitare• Ambienti dispersivi e

cartelloni con scritte a caratteri misti o con grazie

• La posizione in ultima fila in classe (o nelle ultime file)

Favorire / Sostenere / PromuovereFavorire / Sostenere / Promuovere• Ambienti con stimoli adeguati e strutturati• Alle pareti appendere cartelloni

“schematici”, scritti in “stampatello maiuscolo”

• Posto in aula: nelle prime file … di fronte alla lavagna

STRATEGIE di insegnamento

CREARE “ambienti di apprendimento” in cui l’allievo con BES, sentendosi accolto e ascoltato, sviluppi autostima e fiducia nelle proprie capacità, adotti stili

di attribuzione positivi.

CREARE “ambienti di apprendimento” in cui l’allievo con BES, sentendosi accolto e ascoltato, sviluppi autostima e fiducia nelle proprie capacità, adotti stili

di attribuzione positivi.

Favorire / Sostenere / PromuovereFavorire / Sostenere / Promuovere• … il canale visivo (video, schemi e mappe concettuali) • … stimolare gli altri canali (uditivo, cinestetico, verbale)• … educazione di decodifica delle immagini (programmi televisivi, film , ecc.)

Favorire / Sostenere / PromuovereFavorire / Sostenere / Promuovere• … il canale visivo (video, schemi e mappe concettuali) • … stimolare gli altri canali (uditivo, cinestetico, verbale)• … educazione di decodifica delle immagini (programmi televisivi, film , ecc.)

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L’ambiente

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Gli studenti più capaci organizzano l’attività di studio definendo un programma di lavoro distribuito nel tempo (De Beni, Moè, 2007)

Definire i momenti per lo svolgimento dei compiti (per organizzare i “tempi” anche per il gioco)

Definire i tempi per le diverse materie (in base al carico di studio. Può essere utile indicare “quanto tempo utilizzare” per ciascun compito)

I materiali: sapere quali devono essere utilizzati per il compito (compresi gli strumenti compensativi!!)

Organizzare i materiali da usare (raccoglitori, diversi per ciascuna materia; etichette colorate; tabelle compensative …)

Limitare le distrazioni - definire con chiarezza le pause per riprendere la concentrazione, si potrebbe anche ascoltare musica … fare scarabocchi … arrotolare della carta … (Stella G., Grandi L., 2012)

Organizzazione del setting per “studiare”

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STRATEGIE di insegnamento

EvitareEvitare• Di esporre l’alunno pubblicamente

senza un riscontro positivo (pertanto “prepararlo)

• Richieste senza avere precedentemente concordato (es. interrogazioni)

• Espressioni negative o di dissenso esplicite e/o forti

• Espressioni del tipo: “Avete capito?”• Espressioni secche come: “Guarda

meglio!” …

Favorire / Sostenere / PromuovereFavorire / Sostenere / Promuovere• La partecipazione alla vita della

classe• Interrogazioni programmate e

attività in classe preventivamente comunicate all’alunno

• Apprezzare i suoi contributi• Apprezzare e stimare esiti positivi• “Mi sono spiegato?”• Optare per: “dove, cosa, come, a che

fine, con quale prospettiva guardare” … (porsi come facilitatori)

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Page 35: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

INSEGNAMENTO E APPRENDIMENTO NON SONO LA STESSA COSA!

E’ INFATTI POSSIBILE INSEGNARE

ANCHE MOLTO BENE SENZA CHE GLI

STUDENTI APPRENDANO

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Page 36: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Avete capito?

«Lo scorso Sermio, Flinghedoro e Pribo stavano nel Nerdino, freppando cami gloppi e clemando grepi borti. Ecco che uno strezzo dritto bufa nel tresco di Flinghedoro. Pribo glippa e glappa. Oh, Flinghedoro chita. “Io strezzo dritto tunna nel tuo grappo!”».

L’eventuale risposta affermativa alla domanda “Avete capito?” è del tutto rituale, così come lo sarebbe:“Mi sono spiegato?”.

Domande alle quali è possibile rispondereDomande alle quali è possibile rispondere: “Quando è avvenuta questa storia?”“Chi c'era con Flinghedoro?” “Dove stavano?” “Che cosa freppavano?” “Che cosano stavano clemando?” “Che tipo di strezzo arriva?” “Cosa fa lo strezzo?”“Dove?” “Che cosa tunna nel grappo?”

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

lo scorso SermioPribo

nel Nerdino

grepi borti

cami gloppi

dritto

bufa

nel tresco di Flinghedoro lo strezzo

dritto

Nella lezione frontale gli studenti potrebbero

rispondere di aver capito, pur non avendo

compreso …

Page 37: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

STRATEGIE di insegnamento

Gli insegnanti devono partireGli insegnanti devono partire• dalla conoscenza delle modalità di funzionamento

dell’allievo con BES • per cercare di contenere e superare le difficoltà, • e per valorizzare le potenzialità.

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Una didattica individualizzata considera:Una didattica individualizzata considera:

• stili di apprendimento,stili di apprendimento,• e stili cognitivi adottati. e stili cognitivi adottati. N.B. Negli allievi con BES, infatti, il disturbo

condiziona inconsapevolmente la preferenza dello stile di apprendimento, “costringendoli a passare ad altri stili, che diventano quelli favoriti”

Page 38: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Stili di apprendimento e stili cognitivi

Il concetto di “intelligenze multipleintelligenze multiple” (GardnerGardner, 2005): l’intelligenzal’intelligenza è un fattoreè un fattore composto da differenti modalità cognitive, che permettono di affrontare e comprendere la realtà e che variano da persona a persona anche in base a fattori culturaliculturali e ambientaliambientali

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Per promuovere apprendimenti efficaciPer promuovere apprendimenti efficaci, l’insegnante a)deve conoscere i i propripropri stili cognitivi stili cognitivi e le preferenze, in quanto condizionano le sue modalità di “insegnamento”;b)deve aiutare gli allievi ad esplorare i diversi stili di apprendimento e cognitivi (per una costruzione condivisa della conoscenza) (Stella, Grandi, 2011)

Page 39: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Stili di apprendimento e stili cognitivi

Gli stili di apprendimento sono caratteristici comportamenti cognitivi, affettivi e fisiologici che funzionano come indicatori relativamente stabili di come i discenti percepiscono l’ambiente di apprendimento, interagiscono con esso e vi reagiscono (Keefe, 1979)

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Lo stile e canali sensoriali

Gli stimoli provenienti dall’esterno (input) vengono “elaborati

cognitivamente”, producendo una risposta (output).L’accesso alle informazioni (stimolistimoli)

è la fase indispensabile per qualsiasi

apprendimento (come acquisizione di conoscenze).

Stile di apprendimento

È l’approccio

all’apprendimento preferito

di una persona, il suo modo

tipico e stabile di percepire,

elaborare, immagazzinare e

recuperare le informazioni

(Mariani, 2000)

Page 40: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Stili cognitivi

• Designa un approccio individuale comune ad ogni contenuto

• Si è

• - prevalentemente intuitiviintuitivi

oppure

• - prevalentemente riflessiviriflessiviIndipendentemente dal contestoIndipendentemente dal contesto

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Page 41: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Stili di apprendimento

• Canali sensoriali preferitiCanali sensoriali preferiti

• Maggiore o minore facilità a registrare gli stimoli a Maggiore o minore facilità a registrare gli stimoli a seconda della modalità con cui vengono propostiseconda della modalità con cui vengono proposti

• Ha relazione con il “tipo di intelligenza”Ha relazione con il “tipo di intelligenza”

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Page 42: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Stili di apprendimento

L’informazione viene recepita tramite i canali sensoriali (Mariani 1996, 2000):

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VISIVO-VERBALE

A B CD E F G H I

VISIVO – NON VERBALE

UDITIVO CINESTETICO

http://uvimelonase.mxhoste.com/difendersi-sistemi-intercettazione.html

Page 43: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Canali di accesso alle informazioni e strategie da attivare per valorizzare lo stile di apprendimento

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VISIVO-VERBALE

Preferenza per la lettura

e per la scrittura:

l’apprendimento avviene tramite la

lettura

Prendere appunti in classe e rileggerli a casa Appuntare per iscritto le istruzioni relative ai

compiti e alle lezioni Riassumere la lettura con sintesi scritta Fare un elenco di quello che si vuole / si

deve ricordare Disporre di “istruzioni” o di “spiegazioni”

scritte Commentare con testo scritto grafici e

diagrammi

Strategie. L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …

Canale e stile di apprendimento

(cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 44: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Canali di accesso alle informazioni e strategie da attivare per valorizzare lo stile di apprendimento

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Usare disegni, schemi, mappe, parole chiave, immagini e grafici per ricordare

Usare colori diversi per evidenziare le parole chiave nel testo

Organizzare i contenuti secondo una gerarchizzazione

Creare mappe mentali di quanto viene ascoltato e/o letto.

VISIVO – NON VERBALE

Sono preferite le immagini, le fotografie, i

disegni, i simboli, le mappe, i grafici, i

diagrammi(visual

learning)

Strategie. L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …

Canale e stile di apprendimento

(cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 45: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Canali di accesso alle informazioni e strategie da attivare per valorizzare lo stile di apprendimento

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Prestare attenzione durante le spiegazioni delle lezioni in classe

Richiedere spiegazioni orali ai docenti Sfruttare le conoscenze pregesse Registrare le lezioni a scuola Usare la sintesi vocale per la lettura Usare gli audiolibri per leggere testi di

narrativa Lavorare in coppia con un compagno

UDITIVOPrivilegia l’ascolto. Punto di

forza durante le “lezioni” o

durante le “discussioni”

(quando si

parla), come pure

all’interno di un gruppo di

lavoro insieme ai

suoi compagni

Strategie. L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …

Canale e stile di apprendimento

(cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 46: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Canali di accesso alle informazioni e strategie da attivare per valorizzare lo stile di apprendimento

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Effettuare tutte le prove realizzabili nelle materie in cui è ciò che è contenuto di studio può essere trasformato in attività pratica

Suddividere i momenti di studio rispetto a quelli di pausa

Alternare tempi in cui dover stare seduti con tempi in cui è possibile stare in piedi (o muoversi)

Creare mappe, grafici, schemi e diagrammi dei contenuti studiati.

CINESTETICOPredilige attività

concrete. Ama fare

esperienza diretta di un problema,

per comprendere ciò di cui si

parla

Strategie. L’insegnante dovrebbe stimolare gli alunni a …

Canale e stile di apprendimento

(cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 47: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Stili cognitivi

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

GLOBALE-ANALITICO1.Quadro di

insieme2.Singoli

particolariSISTEMATICO-INTUITIVO

1.Una variabile per volta (procede sistematicamente, analizzando le diverse variabili)2.Ipotesi (procede attraverso ipotesi alla ricerca di confermarla)

VERBALE-VISUALE1.Riassunto, associazioni verbali2.Caratteristiche visuo-spaziali. Immagini mentali, schemi, rappresentazioni grafiche

IMPULSIVO-RIFLESSIVO1.Risponde rapidamente (contiene note positive, ricordare che alcune attività sono “veloci”)2.È più lento, accuratoDIPENDENTE DAL CAMPO-INDIPENDENTE DAL CAMPO

1.Rimanda a una percezione fortemente influenzata da come è organizzato il contesto2.Poco scarsamente influenzato dal contesto

CONVERGENTE-DIVERGENTE1.PROCEDE secondo logica, sulla base delle informazioni possedute2.Procede autonomamente e creativamente, con possibilità di generare nuove risposte

Page 48: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

stile di apprendimento e stile cognitivo

GLI ALUNNI CON BES

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Incontrano maggiori difficoltà con il canale visivo-verbale

PROCESSANO MOLTO BENE LE INFORMAZIONI CON IL CANALE VISIVO-NON VERBALE

POSSONO AVERE BUONE CAPACITÀ UDITIVE (l’ascolto va allenato con audiolibri, sintesi vocale, potenziamento di strategie di lettura)

CANALE CINESTETICO: : può essere utile allenare gli alunni a prendere appunti grafici, sfruttando gli indici testuali, abituandoli a spiegare i contenuti attraverso esempi.

(cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 49: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

stile di apprendimento e stile cognitivo

GLI ALUNNI CON BES

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Privilegiano stili di apprendimento NON VERBALI, UDITIVI, CINESTETICI

Solitamente si avvalgono di uno stile cognitivo globale, per cui hanno una visione di insieme, ma faticano a cogliere informazioni in sequenza (hanno invece una buona visione di insieme)

Pensiero visivo piuttosto che verbale Prediligono lo stile VISUALE piuttosto che

verbale Gli alunni con DSA hanno un PENSIERO

DIVERGENTE Più SVILUPPATO (cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 50: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

stile di apprendimento e stile cognitivo

Per questo gli insegnanti devono …

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

diversificare le proposte operative didattiche, sperimentando strategie diverse,

allenare i diversi canali di accesso (modalità di apprendimento) dei loro allievi, utilizzando mappe concettuali (ovvero, sfruttando l’accesso tramite il canale visivo),

esercitare gli allievi ad una esposizione orale dei contenuti con il supporto visivo delle mappe (anche durante le interrogazioni),

insegnare agli allievi ad avvalersi di più modalità per ciascun compito richiesto (prendere appunti, studiare un testo, fare una scaletta, ecc.) proporre più modalità per raccogliere informazioni (visivi, uditivi,

fotografici, ecc.) suggerire l’uso di colori diversi oppure di tratti grafici diversi tratti grafici diversi per la

categorizzazione dei contenuti del testo scritto. (cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 51: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Azione dell’insegnante

Cosa fare

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Stile di insegnamento VERBALE Strategie per l’allievo: può sfruttare le spiegazioni

attraverso il canale uditivo (evitare di fare riferimenti al testo scritto)

Stile di insegnamento VISUALE Strategie per l’allievo: può ricorrere a tutti gli

elementi iconici, sfruttando il canale visivo Stile di insegnamento GLOBALE Strategie per l’allievo: questo stile consente all’allievo

di attivare le conoscenze pregresse

(cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 52: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Azione dell’insegnante

Cosa fare

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Stile di insegnamento ANALITICO Strategie per l’allievo: beneficiare dell’uso delle

mappe (attenzione: evitare di fornire informazioni in serie, perché potrebbero metterlo in difficoltà)

Stile di insegnamento SISTEMATICO Strategie per l’allievo: lo aiuta a distinguere le

distinte tappe (utilizzarlo quando gli argomenti sono “complessi”)

Stile di insegnamento INTUITIVO Strategie per l’allievo: può sviluppare le inferenze

sugli argomenti (cfr. Stella G., Grandi L., 2012)

Page 53: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

1. Suggerimenti

• Il ruolo del del docente è fondamentale docente è fondamentale per rilevare la presenza del per rilevare la presenza del le difficoltà e per attivare precocemente interventi efficaci. le difficoltà e per attivare precocemente interventi efficaci.

• Non sottovalutare le difficoltà dell’alunnoNon sottovalutare le difficoltà dell’alunno. Nel caso di dubbi, è bene suggerire alla famiglia una valutazionevalutazione presso specialista o centro diagnostico convenzionato.

• Non tutti gli allievi/le allieve con Non tutti gli allievi/le allieve con BESBES sono ugualisono uguali.• Far capire allo studente che si è attenti al suo funzionamento e Far capire allo studente che si è attenti al suo funzionamento e

si è disponibili all’aiuto. si è disponibili all’aiuto. • I BES comportano sono una diversa organizzazione (anche I BES comportano sono una diversa organizzazione (anche

neurologica, es. DSA) e un diverso stile di apprendimento.neurologica, es. DSA) e un diverso stile di apprendimento.• Agire in maniera coordinata con gli operatori sanitari e i

genitori.

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 54: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

• Valutare i contenutiValutare i contenuti, evitando di considerare gli errori di compitazione.• Ricordare che all’allievo con BES serve un tempo maggiore un tempo maggiore per eseguire i

compiti a casa (assegnarne in misura minore; raccordarsi con la famiglia) • Aumentare il tempo da dedicare ai compiti e alle attività didattiche in aula

(lasciare più tempo per organizzare i pensieritempo per organizzare i pensieri; lasciare ; lasciare più tempo per più tempo per completare il lavorocompletare il lavoro).

• Individuare punti di forzaIndividuare punti di forza• IndividuareIndividuare le attività in cui la prestazione è positiva e sostenerla.• EvitareEvitare di esprimere considerazioni come “lento, pigro, stupidolento, pigro, stupido”.• EvitareEvitare il confrontoil confronto con i compagni.• Evitare di far copiare dalla lavagna • Evitare la lettura ad alta voce in classeEvitare la lettura ad alta voce in classe, a meno che non sia lui stesso a

chiederlo. Se possibile, fare in modo che possa preparare il testo o parte di esso in anticipo, in modo da proporre alla classe una lettura scorrevole e sicura.

• Le abilità vanno giudicate sulla base delle Le abilità vanno giudicate sulla base delle risposte orali risposte orali (dare minore, scarso o nullo rilievo alle prove scritte).

2. In classe …

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 55: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

3. Gli obiettivi e i metodi

• In merito agli obiettivi del programma didattico, non sono previste deroghe per i BES a parte le disabilità;

• considerare che l’apprendimento “costa grande fatica” per l’alunno con BES;

• considerare che questa fatica perdura fin dall’inizio questa fatica perdura fin dall’inizio del percorso scolastico;• assicurare massima libertà e flessibilità libertà e flessibilità ai modi di apprendere.• fissare obiettivi concreti e realistici• verificare l’adeguatezza del materiale didattico l’adeguatezza del materiale didattico (es. per la lettura: il lessico, la

struttura sintattica e l’aspetto grafico, che non deve essere troppo “pieno”);• utilizzare software didattico compensativosoftware didattico compensativo, come la sintesi vocale, i libri

digitali, gli audiolibri; i libri di lettura in CD (testi narrativi) disponibili nelle librerie e presso le biblioteche pubbliche, dizionari digitali, software specifici;

• rammentare che i testi scolastici in adozione hanno una versione digitale (da richiedere alla casa editrice).

• porre attenzione alla tipologia e al livello delle verifichetipologia e al livello delle verifiche.• porre attenzione alle consegne verbali attenzione alle consegne verbali (attenzione alle consegne “multiple”,

accertarsi che siano state comprese correttamente: “Scrivete in alto a destra”, “Riportate questa parola nella colonna di sinistra”).

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 56: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Interventi pedagogico-didattici Didattica Individualizzata e Personalizzata

D.M. 5669/11 … comma 2 dell’art. 4: • «I percorsi didattici individualizzati e

personalizzati articolano gli obiettivi, compresi comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo ciclo, ssulla ulla base del livello e delle modalità di base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno e dello studenteapprendimento dell’alunno e dello studente, adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo».

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 57: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Le Istituzioni Scolastiche Le Istituzioni Scolastiche esplicitano e formalizzanoesplicitano e formalizzano ……

• … le attività di recupero individualizzato, • … le modalità didattiche personalizzate, • … gli strumenti compensativi,• … le misure dispensative

alla continuità

alla continuità

didatticadidattica

alla condivisione

alla condivisione con la famiglia

con la famiglia

delle iniziative intraprese

delle iniziative intraprese

al fine di assicurare uno strumento utile

P.D.P.P.D.P.

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 58: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

IL P.D.P. (esteso ai BES)IL P.D.P. (esteso ai BES)

• La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con BES, interventi didattici individualizzati e personalizzati,

• anche attraverso la redazione di un Piano Piano didattico personalizzatodidattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensate adottate.

• Per i Disabili: Piano educativo personalizzatoLaura Barbirato- Evelina Chiocca BES

2013

Page 59: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

PIANO DIDATTICO

PERSONALIZZATO

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 60: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

3.1 Documentazione dei percorsi didattici

La scuola predispone …La scuola predispone …

• … dati anagrafici dell’alunno;• … tipologia di disturbo;• … attività didattiche individualizzate;• … attività didattiche personalizzate;• … strumenti compensativi utilizzati;• … misure dispensative adottate;• … forme di verifica e valutazione personalizzate.

P.D.P.P.D.P.

Linee GuidaLinee Guida

un documento che deve contenere almeno le seguenti voci, articolato per le un documento che deve contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbodiscipline coinvolte dal disturbo::

… fondamentalefondamentale il raccordo con la famigliafamiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici.

… fondamentalefondamentale il raccordo con la famigliafamiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici.

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 61: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

• Sulla base della documentazione riportata nel Piano Didattico Personalizzato, nei limiti della normativa vigente, vengono predisposte – le modalità delle prove in corso d’anno o a

fine Ciclo. – le modalità delle verifiche in corso d’anno o a

fine Ciclo.

P.D.P.P.D.P.

Linee GuidaLinee Guida 3.1 Documentazione dei percorsi didattici

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 62: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Piano Didattico PersonalizzatoPiano Didattico Personalizzato

Chi lo elabora?Consiglio di classe o Team docenti

(tutti gli insegnanti della classe)

.

… viene concordato con la famiglia, alleato privilegiato: la famiglia devedeve parteciparere “attivamente al progetto formativo della scuola”.

«Ciascun insegnante della classe Ciascun insegnante della classe procede, in collaborazione dei colleghi, alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati previstipersonalizzati previsti; attua strategie educativo-didattiche di potenziamento» (Linee Guida)

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 63: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

• strumento di garanzia del diritto allo studio– Promuove e assicura continuità didattica– Formalizza: cioè documenta le attività scolastiche– Programma: progetta modalità didattiche

• strumento flessibile– Modificabile quando e se necessario

• strumento di CONDIVISIONE >

> raccordo e collaborazione interistituzionale– Famiglia, specialisti, scuolaCfr. (a cura di) Chiocca E., Strumenti di supporto per studenti con disturbi specifici di apprendimento e deficit di attenzione e iperattività (Forum-Media, edizioni)

CompitiCompiti-Esplicitare - Formalizzare - Documentare- Condividere - Progettare - Promuovere

Caratteristiche del PDP

Page 64: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Documentare i percorsi didattici: Documentare i percorsi didattici: il Piano Didattico Personalizzatoil Piano Didattico Personalizzato

• Normativa di riferimentoLegge 170/2010Decreto Ministeriale 12 luglio 2011, n. 5669Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni e

degli studenti con DSA (12.7.11)

introdotto dall’art. 5 del D.M. 12 luglio 2011, n. 5669, impostato dalle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento.

Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES 2013

Page 65: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Piano Didattico Personalizzato

• art. 5 del DM 5669/11 stabilisce che il Piano Didattico Personalizzato deve elencare:elencare:– gli strumenti compensativi strumenti compensativi e – le misure dispensative misure dispensative che la scuola

intende adottare a favore dello studente.

• È compilato dagli insegnanti componenti il Team Docente Team Docente o il Consiglio di Classe Consiglio di Classe

• Entro 3 mesi Entro 3 mesi dall’avvio delle attività didattiche• … concordato con la famiglia, alleato privilegiato

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Sintesi dei passaggi essenziali

• fase consultivafase consultiva: raccolta delle informazioni e definizione del profilo di partenza

• fase di raccordofase di raccordo: obiettivi educativi condivisi• fase di progettazionefase di progettazione: programmazione

individualizzata e personalizzata, con indicati gli strumenti compensativi e le misure dispensative adottate e definizione dei criteri di valutazionedefinizione dei criteri di valutazione

• fase della valutazionefase della valutazione: a) analisi intermedia

b) analisi finale.

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FASI DI ELABORAZIONE

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Bibliografia e Approfondimenti

• Chiocca (a cura di) Strumenti di supporto per alunni e studenti con DSA e ADHD, Forum Media, Verona, 2010, acquistabile solo on line sul sito della casa editrice.

• Stella G., Grandi L., 2012, Come leggere la Dislessia e i DSA. Guida base, Ed. Giunti Scuola, Firenze.

• Gomez F., (a cura di), 2009, Corporeità, didattica e apprendimento. Le nuove neuroscienze dell’educazione, Edisud, Salerno.

• Corrnoldi C., 1999, Le difficoltà di apprendimento a scuola, Editrice il Mulino, Bologna.• AA.VV., Test per la scuola. Valutare e potenziare l’apprendimento. (collana della ed.

Giunti, Firenze, 2009)• De Bono E., 2001, Creatività e pensiero laterale, Ed. BUR Biblioteca Universale

Rizzoli, Milano.• De Bono E., 2000, Il pensiero laterale. Come diventare creativi, Ed. BUR Biblioteca

Universale Rizzoli, Milano.• De Bono E., 2007, Una bella mente, Centro Studi Erickson, Trento.• D’Alonzo:, Come fare per gestire la classe nella pratica didatticaCome fare per gestire la classe nella pratica didattica, Ed. Giunti, Firenze,

2012.Laura Barbirato- Evelina Chiocca BES

2013

Page 68: I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Arrivederci

laura barbirato 201268