GUSTAVO ROL (1903-1994) Un Grande Piemontese Dietro La Leggenda (R. Rosso)
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GUSTAVO ROL (1903‐1994): un grande piemontese dietro la leggenda Conferenza del 29/03/2008 Relatore: Roberto Rosso
Introduzione Di solito, quando si affronta la biografia di personaggi controversi, dotati di speciali capacità è necessario schierarsi a favore o contro di esse. Da me ciascuno di voi si aspetterebbe elementi che confermino la propria opinione sul fenomeno Rol, affinchè questa possa venire minimamente avvalorata e confortata. Altrettanto frequentemente gli incontri che si fanno sulla vita di Rol si riducono a una serie di aneddoti strabilianti, in un preoccupante crescendo che nulla aggiunge alla statura del personaggio Ebbene temo di dover deludere queste aspettative, di non avere il minimo elemento capace di risolvere la questione, nè particolari aneddoti nuovi da potere aggiungere alle migliaia che su questo grande piemontese si raccontano.
L'uomo dietro il mito E' mia personale convinzione che la figura di Rol venga penalizzata da un simile atteggiamento che svia i lettori da quelle che sono state le linee guida del suo pensiero e del suo impegno. Ciò che propongo è dunque di lasciare sullo sfondo la questione dei prodigi per andare alla ricerca dell'uomo, del colto borghese profondamente cristiano che coi suoi modi garbati ha abitato Torino per tutto lo scorso secolo.
Onore al merito Qualunque sia la vostra opinione sul personaggio credo sia doveroso puntualizzare: 1) Rol era di famiglia sostanzialmente ricca, non ha mai avuto bisogno di denaro, nè accettato denaro da alcuno come compenso per l'impiego delle proprie capacità. 2) Considerando un dono le proprie capacità e l'impiego gratuito e disinteressato di esse non ha mai accettato l'idea di doversi sottoporre ad analisi ed accertamenti da parte della scienza ufficiale. 3) Benché quest'ultimo venga ritenuto il maggiore argomento contrario all'accettazione delle capacità di Rol, di per sè è solo indicativo della statura del personaggio che coerentemente ha sempre diffidato di quell'approccio scientista che la sua visione della vita ha sempre rifiutato.
Biografia Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903 da famiglia agiata. Il padre, Vittorio, è un avvocato che nel 1909 verrà incaricato di aprire e dirigere la sede di Torino della Banca Commerciale Italiana. Gustavo cresce in un ambiente ricco e colto, frequenta sin da giovane le famiglie più in vista della città, si interessa alle arti, entrando in relazione con vari artisti ed iniziando presto a cimentarsi nella pittura e nella musica. Nel 1923 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si laureerà nel 1933. Sia la scelta del corso universitario in legge, sia la carriera bancaria che intraprende nel 1925 avvengono per adeguamento alle tradizioni familiari. Rol fa pratica presso le filiali della COMIT in giro per l'Europa: Marsiglia, Parigi, Londra ed Edimburgo sono le città in cui vive e lavora. A partire dagli anni trenta la sua fama si diffonde nei circoli dell'aristocrazia, della cultura e della politica. Gli si attribuiscono incontri con personaggi del mondo della politica, dello spettacolo, dell'arte e della scienza, in alcuni casi non ancora documentati. Muore il 22 settembre 1994.
La moglie Elna A Parigi, in un café, conosce la ragazza che poi diverrà sua moglie. Si chiama Elna Resch‐Knudsen, norvegese, figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato. Gustavo era solito presentare Elna con orgoglio, facendo notare che ben 17 Re facevano parte della sua famiglia.
Passeranno circa tre anni da quell'incontro al loro matrimonio, avvenuto a Torino, nella chiesa di San Carlo in Piazza San Carlo, il 17 dicembre 1930. Alla fine degli anni '30 Rol acquista un alloggio in via Silvio Pellico 31, dove abiterà fino alla morte.
La passione per Napoleone La figura di Napoleone gli sarà strettamente legata per tutta la vita, diventando un collezionista di rilievo internazionale di cimeli napoleonici, un esperto delle campagne, delle battaglie e delle imprese napoleoniche.Negli anni trenta, a Parigi, stava passeggiando in una strada quando, spinto istintivamente ad entrare in una casa, chiese al portinaio di condurlo nelle cantine, che avevano il pavimento di terra battuta, e lì, fattosi consegnare una pala da quel tizio che lo guardava in modo interrogativo, dissotterrò uno splendido busto di marmo di Napoleone.
La Carrozza di Napoleone Nella Palazzina di caccia di Stupinigi, una pregiata residenza dei Savoia appena fuori Torino, è conservato un prezioso dono di Rol, la carrozza con la quale Napoleone da Parigi si recò a Milano per essere incoronato re d'Italia. Rol l'aveva acquistata a Marengo, dove l'Imperatore l'aveva lasciata perché si era rotta ed aveva fretta di ritornare in Francia.
L'impegno durante la guerra «Un giorno, a Pinerolo, un comandante tedesco aveva messo al muro un gruppo di partigiani. Rol accorse a chiederne la liberazione. "Sono innocenti, non hanno commesso niente di male", diceva. "E lei come fa ad esserne tanto sicuro?", chiese il comandante. "Alla stessa maniera con cui sono sicuro di conoscere cosa contengono i cassetti della scrivania nella sua casa ad Amburgo", rispose sicuro di conoscere cosa contengono i cassetti della scrivania nella sua casa ad Amburgo", rispose Rol e cominciò a descrivere minuziosamente gli oggetti che quel comandante aveva nella sua scrivania ad Amburgo, soffermandosi sul contenuto di alcune lettere privatissime e di documenti segreti. Il tedesco, confuso e spaventato, liberò immediatamente i prigionieri». Nel 1945 Rol ottenne un riconoscimento per il suo operato da parte del Sindaco di S. Secondo di Pinerolo, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale.
L'incontro col Duce Nel 42 il primo fatto di rilievo. Pitigrilli scrive a Rol:" ...si parla in altissimo luogo di te. Il Duce ti vuole incontrare." Rol, Capitano degli Alpini, viene convocato a Villa Torlonia; Pitigrilli lo accompagna. Intorno a mezzanotte, il Duce convoca Rol nel suo studio, che si presenta sugli attenti col saluto romano. Pitigrilli è fuori. "Mi dicono che Lei fa delle previsioni", tuona il Duce. "Io sono un buon soldato", risponde Rol. "Parli, parli pure liberamente, non le sarà fatto alcun male.". "Duce, per me la guerra è perduta!" Il Duce scatta in piedi, si batte la mano sul petto e tuona " Staremo a vedere. Ora vada.". E Rol uscì, in silenzio. L' Italia, all'epoca della previsione, era, con la Germania, vittoriosa su tutti i fronti. Nulla faceva presagire ad una sconfitta, come la storia insegna. Ma non solo Rol avvertì il Duce della disfatta che l'Italia avrebbe sofferto, ma puntualizzò a due ufficiali intimi del Duce, il giorno, l'ora e l'anno in cui Mussolini sarebbe morto. E non sbagliò.
Rol e Fellini Federico Fellini, noto regista italiano vincitore di cinque premi oscar (autore de La Dolce Vita) è stato un grande amico di Rol. Nel suo libro Fare un film, (1983), ne dà questo ritratto: «Ciò che fa Rol è talmente meraviglioso che diventa normale; insomma, c'è un limite allo stupore. Infatti le cose che fa, lui le chiama 'giochi', nel momento in cui le vedi per tua fortuna non ti stupiscono, nel ricordo assumono una dimensione sconvolgente. Com'è Rol? A chi assomiglia? Che aspetto ha? E un po' arduo descriverlo. Ho visto un signore dai modi cortesi, l'eleganza sobria, potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia, di quelli che qualche volta sanno anche scherzare con gli allievi e fingono piacevolmente ad interessarsi ad argomenti quasi frivoli. Ha un comportamento garbato, impostato a una civile contenutezza contraddetta talvolta da
allegrezze più abbandonate, e allora parla con una forte venatura dialettale che esagera volutamente, come Macario, e racconta volentieri barzellette.
L'amico Fellini Credo che la ragione di questo comportamento (...) sia nella sua costante e previdente preoccupazione di sdrammatizzare le attese, i timori, lo sgomento che si può provare davanti ai suoi traumatizzanti prodigi di mago. Ma, nonostante tutta questa atmosfera di familiarità, di scherzo tra amici, nonostante questo suo sminuire, ignorare, buttarla in ridere per far dimenticare e dimenticare lui per primo tutto ciò che sta accadendo, i suoi occhi, gli occhi di Rol non si possono guardare a lungo. Son occhi fermi e luminosi, gli occhi di una creatura che viene da un altro pianeta, gli occhi di un personaggio di un bel film di fantascienza. Quando si fanno 'giochi' come i suoi, la tentazione dell'orgoglio, di una certa misteriosa onnipotenza, deve essere . Eppure Rol sa respingerla, si ridimensiona quotidianamente in una misura umana accettabile. Forse perché ha fede e crede in Dio. I suoi tentativi spesso disperati di stabilire un rapporto individuale con le forze terribili che lo abitano, di cercare di definire una qualche costruzione concettuale, ideologica, religiosa, che gli consenta di addomesticare in un parziale, tollerabile armistizio la tempestosa notte magnetica che lo invade scontornando e cancellando le delimitazioni della sua personalità, hanno qualcosa di patetico ed eroico».
Rol e Biagi «Vive a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol, un sensitivo capace di imprese che non hanno nulla di normale e che è impossibile interpretare. È in grado perfino di fare viaggi nel tempo, di conversare con entità che hanno raggiunto l'oltretomba da secoli o di far piombare in un salotto col belato della capra anche il suo campanaccio. Un busto di marmo pesantissimo, senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto al centro di un desco». Enzo Biagi, E tu lo sai? (Rizzoli, 1978)
Rol e Buzzati «Colpisce in Rol, che a sessantadue anni ne dimostra almeno dieci di meno, una vitalità straordinaria, e gioiosa. Insisto sulla serenità e l'allegrezza che ne emanano. Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile, almeno secondo la mia esperienza dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all'autentica bontà. In quanto alla faccia, descriverla è difficile. Qualcuno l'ha definita da 'bon vivant'. Non è vero. Potrebbe essere quella di un guru indiano. Ma potrebbe anche appartenere a un chirurgo, a un vescovo, a un tenero bambino. Ci si aspetta una maschera impressionante e magnetica. Niente di questo. Ciò che sta dietro a quella fronte, almeno a prima vista, non traspare».
Rol e Regge Regge si recò a casa di Rol per metterlo alla prova. Ecco l'estratto dell'avvenimento dal libro "Torino città magica" scritto da Giuditta Dembech. Sta parlando Rol: «E venuto da me Tullio Regge, era accompagnato dalla moglie, da un professore di medicina, molto famoso e da un'altra persona. Hanno portato loro delle carte, non si è mai utilizzato nulla di mio. Durante lo svolgersi dell'esperimento mi hanno fatto stare con le mani dietro allo schienale della mia sedia. Non ho mai toccato nulla. Regge mescolava le carte tenendole nascoste sotto al tavolo. Io gli ho detto: "Pensi ad una carta. La pensi soltanto, non la cerchi". "L'ho pensata" "Allora metta il suo mazzo sul tavolo" "Posso cambiare la carta che ho già pensato? sceglierne un'altra?" "Certamente, la cambi pure..." "Allora va bene, ne ho scelta un'altra" "Mescoli ancora le sue carte". Io avevo sempre le mani dietro allo schienale della sedia. "Ora posi le carte sul tavolo e tagli pure nel punto che preferisce..." Salta fuori l'asso di fiori."È quella che ho pensato in un secondo momento... Lo rifaccia!" "Non posso rifarlo, io non sono Dio che può ripetere all'infinito. L'esperimento è venuto ma io non posso rifarlo..." "Ma io non posso ammetterlo. Bisognerebbe che si facesse esaminare da un prestigiatore, essere certi che noi non siamo tutti stati suggestionati, o che lei abbia fatto qualcosa di cui non ci siamo accorti... Scientificamente io non posso ammettere una cosa simile...».
Lo Spiritualismo Solitamente parlando di spiritualismo come filosofìa ottonovecentesca si suole rinviare a due specifiche correnti contigue ma differenti. La prima nacque su suolo francese e fu terreno comune di discussione tra filosofi del calibro di Cousin e Bergson intesa come reazione al meccanicismo di stampo positivista comtiano. La seconda corrente fu invece un esito squisitamente italiano che interessò filosofi del calibro di Augusto Guzzo e che fu intesa come approfondimento del lato più intimo della dottrina cristiano cattolica. Fortunate vicende biografiche permisero a Rol di entrare in contatto proficuamente con entrambi i movimenti
La vocazione mancata «Tra le persone a cui rivolgo una preghiera quando sono in difficoltà c'è anche lui...» (V. Messori) Le parole di Messori ed i frequenti accenni teocentrici di Rol in merito, offrono a parer mio una prospettiva davvero interessante: se nel 1920 avesse seguito il fantomatico polacco e la sua propria vocazione forse oggi ci troveremmo di fronte alla semplice vicenda di un fraticello in odor di santità. Benché coincidenze biografiche lo portarono alla vita laica ritengo che quel tipo di impronta sia rimasta e costituisca un elemento ineliminabile nell'analisi della vicenda Rol Esiste per Rol una energia o spirito che controlla e governa la materia e le sue leggi. Lo spirito è totalmente altro rispetto ad esse e la natura di questa alterità è proprio ciò che gli permette il governo. Lo spirito, l'energia sottentra tutte le cose, è ovunque al di là della materia. Ogni essere del mondo è parte di questo Spirito. All'uomo spetta una possibilità di essere consapevole del proprio essere spirito, di essere "spirito intelligente". Compito dell'uomo dovrebbe essere quello di approfondire questa consapevolezza, di aprirsi allo Spirito. Le possibilità di Rol ed altri dipendono dalla loro capacità di essere tramiti dello Spirito... Rol ebbe a dire: «Io sono la grondaia...»
Dice di se'... Certamente un rapporto tra spirito e materia esiste: la Scienza non lo conosce, io appena lo intuisco e lo posso dimostrare, ma non come lo voglio e come mi si chiede di farlo. Una collaborazione con la scienza io la invoco, senza quel presupposto di sfiducia che non offende la mia trascurabile persona bensì la conoscenza che ho raggiunta e che è già patrimonio della Scienza di Domani Ho scoperto possibilità riservate all'uomo, che sin qui erano state ignorate dalla scienza, la quale non accetta lo Spirito in quanto esso ammetterebbe una Creazione che sta al di sopra di qualsiasi attuale ricerca di laboratorio. Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi, piuttosto che venire meno a quei principi ai quali mi sono sempre ispirato e con i risultati che tutti conoscono » I miei modesti esperimenti fanno parte della scienza. Sono cose che in un futuro tutti gli uomini potranno realizzare I miei segreti? Sono tutti nella Bibbia «Non vi sono limiti alle possibilità umane. Alla condizione, però, che esse non intervengano a sottrarre alla vita quel carattere di unica, insostituibile, meravigliosa anche se travagliatissima prova che é la vita stessa. I sensi rappresentano un mezzo di eccezionale misura onde conoscere le meravigliose possibilità che Dio offre di se stesso all'uomo. Possibilità che nello stesso tempo formano quella trappola mortale che i sensi stessi rappresentano. I sensi, inoltre, sono una modestissima anticipazione di tutte le infinite meraviglie riservate all'uomo per estrinsecazione che Dio stesso rivela nel suo costante desiderio e diritto di affermarsi. A quelle meraviglie l'uomo accede nel perfezionarsi non soltanto in questa vita... Se l'errore è compatito, spesso giustificato, ma non sempre assolto, è puro gesto di misericordia divina il rigettarlo e anche punirlo, in quanto nella punizione stessa è insito il desiderio di offrire all'uomo la possibilità di redimersi, quindi di avvicinarsi maggiormente alla stupenda perfezione che Dio è. Quale padre amorosissimo Egli non solo non abbandona nessuno, ma tutti aiuta, anche coloro, gli indegni e i reprobi, nel castigarli. Correggere non è punire, bensì aiutare a liberarsi da tutto ciò che tiene il malato lungi dalla fonte che gli dona la vita. Se l'errore non é perseveranza diabolica altro non può essere che diritto alla conoscenza. É beninteso però che nessun diritto può giustificare il perseverare nell'errore stesso, quand'anche l'uomo sappia, in un raptus intellettivo, considerare l'errore un mezzo orrendo altrettanto quanto nobile. Con queste parole ho inteso qui rivelare il perché dell'errore stesso, della necessità di non . ripeterlo e della possibilità etica che Dio lo consenta. Oggi, 25 settembre 1975». «Vi fu un tempo in cui credevo che le mie 'possibilità' (che io allora ritenevo essere delle vere e proprie 'facoltà') avessero una base biologica. Mi dicevo che se è vero che il coipo alberga lo spirito, deve
esservi un rapporto diretto fra lo spirito e gli organi attraverso i quali la vita si esprime. Ed in questa espressione includevo la responsabilità morale e le esaltazioni dello spirito. Fu proprio in questa seconda parte che la mia filosofia crollò perché non mi fu più possibile ottenere alcun fenomeno se volevo trovarne la sede nel cervello od in qualunque altra forma organizzata del mio comportamento fisico. lo stesso tentai dei controlli dei quali ebbi a rammaricarmi. Si studino pure a fondo le possibilità racchiuse nell'energia psichica degli uomini, ma per quanto mi riguarda ho concluso che allo stato attuale della conoscenza scientifica i miei esperimenti non hanno alcun rapporto con la psiche. Essi, secondo me, debbono considerarsi una manifestazione dello spirito che è definito 'intelligente' per identificare in esso e quindi nell'Uomo, l'espressione più alta di tutta la Creazione. Ho sempre protestato di non essere un sensitivo, un veggente, medium, taumaturgo o altro del genere. È tutto un mondo, quello della Parapsicologia, al quale non appartengo «Einstein credeva in Dio, non ne negava l'esistenza. Un giorno che discutevamo proprio di questo, «Einstein credeva in Dio, non ne negava l'esistenza. Un giorno che discutevamo proprio di questo, lui alzò una mano, la frappose fra la lampada e il tavolo e mi disse: "Vedi? Quando la materia si manifesta, proietta un'ombra scura, perché è materia. Dio è puro spirito e dunque quando si materializza non può manifestarsi se non attraverso la luce. La luce non è altro se non l'ombra di Dio"». da Maria Luisa Giordano:" Rol mi parla ancora", Sonzogno, 1999
Rol e la pittura Rol era un pittore che produceva poco, non perché poco lavorasse, ma perché l'elaborazione dei suoi dipinti era molto meditata, quindi lenta. Faceva e rifaceva, scavava, trasfigurava l'immagine che aveva davanti agli occhi fino a penetrarne l'essenza, a scoprirne lo spirito. Questo metodo e questi risultati aiutano a capire la sua teoria secondo la quale tutte le cose e gli esseri viventi hanno uno spirito, che poi nell'uomo è lo spirito intelligente il quale resta operante anche dopo la fine della materia. In una lettera che nel 1944 indirizzava a un conoscente che esordiva in pittura, Rol scriveva: "Un dipinto non è nulla anche se riproduce fedelmente una persona, un luogo o un oggetto. Ma esso deve rappresentare "un momento", una sensazione vissuta dall'artista, e come tale deve saper convincere e commuovere.
Bibliografia Cartacea Renzo Allegri. Rol il mistero. Musumeci Editore, 1993. Renzo Allegri. Rol il grande veggente. Mondadori, 2003. Maurizio Bonfìglio. Il pensiero di Rol. La Teoria dello Spirito Intelligente. Ediz. Mediterranee, 2003. Maurizio Bonfiglio. Rol. L'uomo, il mistero, la vita, documentario DVD, regia di Maurizio Leone, Aries s.r.l, 2005 Giuditta Dembech. Gustavo Adolfo Rol. Scritti per Alda. LAriete, 1999. Giuditta Dembech. Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore. LAriete, 2005. Giorgio Di Simone. Oltre l'umano. Gustavo Adolfo Rol. Reverdito Edizioni, 1996. Gustavo Adolfo Rol. "Io sono la grondaia..." Diari, Lettere, Riflessioni di Gustavo Adolfo Rol. a cura di Catterina Ferrari. Giunti, 2000. Catterina Ferrari (a cura di). Diario di un capitano degli alpini. Gustavo Adolfo Rol. Musumeci Editore, 2003. Gustavo Adolfo Rol. La Coscienza Sublime. L'incontro con la poetessa Elda Trolli Ferraris, a cura di M.L. Giordano e G. Ferraris di Celle, L'Età dell'Acquario, 2006 Luciana Frassati. L'impronta di Rol. Daniela Piazza Editore, 1996. Maria Luisa Giordano. Rol mi parla ancora. Sonzogno, 1999. Maria Luisa Giordano. Rol e l'altra dimensione. Sonzogno, 2000. Maria Luisa Giordano. Rol. Una vita per immagini, ed. Età dell'Acquario, 2005. Remo Lugli. Gustavo Rol. Una vita di prodigi. Mediterranee, 1995. Vincenzo Mercante. Il Mistero e la Fede. Gustavo Rol e Padre Pio da Pietrelcina. Edizioni Segno, 2006. Mario Pincherle. Il segreto di Rol. EIFIS, 2005. Maurizio Ternavasio. Gustavo Rol. La vita, l'uomo, il mistero, L'Età dell'Acquario, 2002 Maurizio Ternavasio. Gustavo Rol. Esperimenti e Testimonianze. L'Età dell'Acquario, 2003. Mariano Tomatis. Rol, Realtà O Leggenda?. Avverbi, 2003.
Bibliografia Web http://www.gustavorol.org http://it.wikipedia.org/wiki/Gustavo_Adolfo_Rol http://www.cicap.org/new/articolo.php?id= 101869