Giuseppe Distefano
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Giuseppe Di Stefano
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Giuseppe Di Stefano (1983)
Giuseppe Di Stefano (Motta
Sant'Anastasia, 24 luglio
1921 – Santa Maria Hoè, 3
marzo 2008) è stato un
tenore italiano.
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 I primi anni
1.2 La carriera
1.3 Vita privata
1.4 La morte
2 Vocalità e stile di canto
3 Curiosità
4 Repertorio
5 Discografia
5.1 Incisioni in studio
5.2 Registrazioni dal vivo
(selezione)
5.3 Recital
6 Onorificenze
7 Note
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Biografia[modifica | modifica
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I primi anni[modifica |
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"Pippo", come lo hanno
sempre chiamato amici,
colleghi e fan, passa la
giovinezza a Milano, dove i
genitori si trasferiscono alla
ricerca di migliori condizioni
economiche e dove il padre,
dopo essersi congedato da
carabiniere, trova un
modesto impiego come
calzolaio e la madre fa la
sarta. Viene educato in un
seminario dei Gesuiti,
meditando per qualche
tempo di avvicinarsi al
sacerdozio.
Successivamente, grazie
all'amico melomane Danilo
Fois che, pur non interessato,
lo trascina per ore ed ore al
loggione della Scala, inizia a
dedicarsi al canto,
formandosi in modo
frammentario presso vari
maestri (tra i quali il baritono
Luigi Montesanto), le cui
lezioni vengono pagate da
Fois e da altri amici[1]. Nel
1938 vince un concorso di
canto a Firenze.
Allo scoppio della guerra
viene arruolato nell'esercito,
finendo ripetutamente in
cella per il suo
comportamento. Grazie ad
un ufficiale medico che lo
giudica "più utile all'Italia
come cantante che come
soldato", sfugge allo
sterminio del proprio
reggimento nella campagna
di Russia, ottenendo una
licenza per una
convalescenza fittizia poche
ore prima della partenza per
il fronte. Inizia quindi
un'attività come cantante di
musica leggera ed
avanspettacolo con lo
pseudonimo di Nino Florio, in
quello che descrive come
"bombardamenti a parte, il
periodo più bello della mia
vita"[2]. Fuggito in Svizzera
nell'ultimo periodo della
guerra, ha l'opportunità di
esibirsi presso la radio di
Losanna, alternando brani
lirici e canzoni (rimangono al
riguardo alcune registrazioni
acquisite dalla EMI).
Giuseppe Di Stefano al
Teatro dell'Opera di Roma
1959
La carriera[modifica |
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Tornato a Milano dopo il
termine del conflitto,
riprende le lezioni di canto e,
dopo alcuni piccoli ruoli,
debutta ufficialmente il 20
aprile 1946 a Reggio Emilia
come protagonista di Manon,
iniziando rapidamente
un'intensa attività in teatri di
provincia ed anche in sedi più
importanti, come Genova
(Rigoletto), Bologna (La
sonnambula), Venezia (I
pescatori di perle). Nello
stesso anno, bruciando le
tappe, inizia inoltre la
carriera internazionale
inaugurando la stagione del
Gran Teatre del Liceu di
Barcellona, ancora con
Manon. Con il medesimo
ruolo, il 15 marzo del 1947
debutta alla Scala, mentre il
25 febbraio del 1948, come
Duca di Mantova nel
Rigoletto, è la volta del
Metropolitan di New York, nel
quale sarà una presenza fissa
fino al 1952. Nel 1951, con
La traviata a San Paolo del
Brasile, diretta da Tullio
Serafin, inizia il legame
artistico con Maria Callas.
Oltre che nei principali teatri
italiani ed in particolare alla
Scala, dove, dopo il
soggiorno al Met e tournée in
Centro e Sudamerica, fa
ritorno nel dicembre 1952
con La bohème e dove
apparirà regolarmente fino a
tutti gli anni cinquanta, la
carriera si sviluppa in tutti gli
altri più importanti teatri del
mondo, tra cui Vienna,
Parigi, Buenos Aires, Rio de
Janeiro, Mexico City, San
Francisco, Chicago,
Johannesburg. Un po' più
tardivo è l'esordio in Gran
Bretagna, al festival di
Edimburgo nel 1957 (L'elisir
d'amore), mentre nel 1961
appare al Covent Garden di
Londra (Tosca).
Tappe fondamentali, rimaste
nella storia dell'opera, sono
alcune rappresentazioni alla
Scala, tra le quali Lucia di
Lammermoor nel 1954, con
la Callas e la direzione di
Herbert von Karajan, Carmen
nel 1955, con Giulietta
Simionato e ancora Karajan
sul podio, La traviata, nello
stesso anno, sempre con la
Callas, nella storica edizione
con la regia di Luchino
Visconti, Tosca nel 1958, in
occasione del rientro alla
Scala dopo diversi anni di
Renata Tebaldi.
Giuseppe Di Stefano e
Renata Tebaldi
Dalla seconda metà degli
anni sessanta inizia a sfoltire
progressivamente gli impegni
operistici, privilegiando
recital e concerti, dedicandosi
anche all'insegnamento e
tenendo seminari e stage di
canto; ottiene inoltre un
grande successo in Germania
come interprete di operetta
(che esegue in lingua
originale), in quel paese
genere nobile e molto amato.
Nel 1973 è ancora una volta
partner di Maria Callas nella
sua ultima tournée mondiale,
che ha un eccezionale
successo di pubblico, ma che
si interrompe poi
bruscamente. Nel 1975 tiene
un master a Spoleto per i
vincitori del Concorso
Nazionale di canto Teatro
lirico sperimentale "Adriano
Belli", firmando anche un'aria
della Bohème. A partire dagli
anni '80 non appare più sulle
scene, ritornando
eccezionalmente per
un'ultima volta in una
rappresentazione operistica
nel 1992 alle Terme di
Caracalla, come imperatore
Altoum nella Turandot.
Di Stefano è stato uno dei
cantanti lirici più popolari e
amati del dopoguerra. Il suo
nome è anche legato in
maniera indissolubile al
sodalizio artistico con Maria
Callas, con la quale ottenne
alcuni dei più importanti
successi e incise in disco
molteplici edizioni divenute
storiche. Notevole è infatti la
sua discografia, sia in studio
che dal vivo, diretto dalle
principali bacchette
dell'epoca: Arturo Toscanini,
Victor de Sabata, Tullio
Serafin, Antonino Votto,
Gianandrea Gavazzeni,
Herbert von Karajan.
Vita privata[modifica |
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Nel 1949 sposa a New York
la studentessa di
conservatorio Maria Girolami,
che gli dà tre figli e lo lascia
subito dopo la morte di Maria
Callas, alla quale Di Stefano
era molto legato anche
sentimentalmente.[senza
fonte]. Dopo la fine del suo
primo matrimonio durato 30
anni, nel 1977 inizia una
nuova relazione sentimentale
con Monika Curth, un
soprano di operetta originario
di Amburgo, che sposera' nel
1993.
La morte[modifica | modifica
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L'ultima apparizione in
pubblico è del 24 ottobre
2004 a Oderzo per ricevere
ancora un premio, a
testimonianza di un affetto
del pubblico mai venuto
meno anche dopo tanti anni
dal termine della carriera.[3]
Il 3 dicembre 2004 rimane
gravemente ferito nel
tentativo di difendere il suo
cane durante una rapina
nella sua casa di Diani in
Kenya, venendo preso a colpi
di randello dai ladri che lo
lasciano a terra insanguinato
e privo di sensi. Ricoverato
all'ospedale di Mombasa, le
sue condizioni si rivelano più
gravi di quanto fossero
apparse in un primo
momento: a causa delle
profonde ferite deve subire
almeno tre operazioni e il 7
dicembre entra in coma. Il 23
dicembre, dopo un lungo
viaggio di trasferimento
verso l'Italia, viene
ricoverato in un ospedale
milanese. Rimane infermo
sino alla morte nella sua casa
di Santa Maria Hoè, presso
Lecco, dove si spegne il 3
marzo 2008[4].
Vocalità e stile di
canto[modifica | modifica
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Dotato di una voce morbida,
dall'inconfondibile timbro
caldo e ricco e, almeno nei
primi anni, notevolmente
estesa, è stato apprezzato,
oltre che per le doti vocali,
per la dizione chiarissima, il
fraseggio appassionato, il
modo interpretativo
accattivante e la squisita
levità dei pianissimi e delle
sfumature; tutti elementi che
gli hanno anche consentito,
come dimostra l'esteso
repertorio elencato più
avanti, una straordinaria
ecletticità, che pochi altri
tenori possono vantare, ma
che ne ha probabilmente
abbreviato la tenuta vocale.
Lontano tanto dalla
precisione ed "aplomb"
adamantini (ma anche un
poco gelidi, a detta di alcuni)
di un Bjorling o di un Kraus,
quanto dalla strapotenza
vocale di un Del Monaco o
dal rigore stilistico di un
Bergonzi, per il canto
generoso e istintivamente
comunicativo, non disgiunto
da un'infallibile musicalità, Di
Stefano può essere collocato
nella tradizione dei tenori
lirici postromantici del
repertorio italiano e francese,
ove ha dato memorabili
prove soprattutto nella prima
parte della carriera
(Rigoletto, La traviata, La
bohème, I pescatori di perle,
Manon, Faust), arrivando
negli anni successivi a ruoli
del repertorio lirico spinto e
drammatico (Tosca, La forza
del destino, Turandot,
Carmen, fino a Pagliacci ed
Andrea Chénier).
Curiosità[modifica | modifica
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Luciano Pavarotti aveva per
lui una grande ammirazione
e una volta raccontò: "Il mio
idolo è Giuseppe Di Stefano;
lo amai ancor più di
Beniamino Gigli e questo mi
costò addirittura, per l'unica
volta in vita mia, uno schiaffo
da mio padre, che continuò a
preferirgli Gigli".
Repertorio[modifica |
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Repertorio operistico
Ruolo Titolo Autore
Arturo Talbo I Puritani
Bellini
Nadir I pescatori di perle
Bizet
Don José Carmen Bizet
Faust Mefistofele Boito
Nemorino L'elisir d'amore
Donizetti
Edgardo Ravenswood Lucia di
Lammermoor Donizetti
Fernando La Favorita
Donizetti
Andrea Chénier Andrea
Chénier Giordano
Loris Ipanov Fedora
Giordano
Faust Faust Gounod
Paganini Paganini Lehár
Der Zarewitsch Der
Zarewitsch Lehár
Sou-Chong Das Land des
Lächelns Lehár
Canio Pagliacci Leoncavallo
Turiddu Cavalleria rusticana
Mascagni
Fritz L'amico Fritz Mascagni
Osaka Iris Mascagni
Des Grieux Manon Massenet
Werther Werther Massenet
Nerone L'incoronazione di
Poppea Monteverdi
Tenore Der
Schauspieldirektor Mozart
Orfeo Orfeo all'inferno
Offenbach
Giuliano Il calzare d'argento
Pizzetti
Macheath L'opera del
mendicante Pepusch
Enzo Grimaldo La Gioconda
Ponchielli
Renato Des Grieux Manon
Lescaut Puccini
Rodolfo La bohème Puccini
Mario Cavaradossi Tosca
Puccini
F. B. Pinkerton Madama
Butterfly Puccini
Dick Johnson La fanciulla del
West Puccini
Luigi Il tabarro Puccini
Rinuccio Gianni Schicchi
Puccini
Calaf Turandot Puccini
Conte d'Almaviva Il barbiere
di Siviglia Rossini
Cantante italiano Der
Rosenkavalier Strauss
Wilhelm Mignon Thomas
Duca di Mantova Rigoletto
Verdi
Manrico Il trovatore Verdi
Alfredo Germont La traviata
Verdi
Riccardo Un ballo in
maschera Verdi
Don Alvaro La forza del
destino Verdi
Radames Aida Verdi
Otello Otello Verdi
RienziRienziWagner
Discografia[modifica |
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Incisioni in studio[modifica |
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Anno Titolo
Ruolo Cast Direttore
Etichetta
1949/51 La bohème (selez.)
Rodolfo Licia Albanese,
Leonard Warren, Patrice
Munsel Renato Cellini RCA
1953 Cavalleria rusticana
Turiddu Maria Callas, Rolando
Panerai Tullio Serafin EMI
Lucia di Lammermoor'
Edgardo Ravenswood Maria
Callas, Tito Gobbi, Raffaele
Arié Tullio Serafin EMI
I Puritani
Arturo Talbot Maria Callas,
Rolando Panerai, Nicola
Rossi-Lemeni Tullio Serafin
EMI
Tosca
Mario Cavaradossi Maria
Callas, Tito Gobbi Victor de
Sabata EMI
1954 Madama Butterfly
F. B. Pinkerton Victoria de
los Ángeles, Tito Gobbi, Anna
Maria Canali Gianandrea
Gavazzeni EMI
Pagliacci
Canio Maria Callas, Tito
Gobbi, Rolando Panerai,
Nicola Monti Tullio Serafin
EMI
Messa di requiem Elisabeth
Schwarzkopf, Cesare Siepi,
Oralia Dominguez Victor De
Sabata EMI
1955 L'elisir d'amore
Nemorino Hilde Güden,
Fernando Corena, Renato
Capecchi Francesco
Molinari-Pradelli Decca
Rigoletto
Duca di Mantova Tito Gobbi,
Maria Callas, Nicola Zaccaria,
Adriana Lazzarini Tullio
Serafin EMI
La traviata
Alfredo Germont Antonietta
Stella, Tito Gobbi Tullio
Serafin EMI
1956 Un ballo in maschera
Riccardo Maria Callas, Tito
Gobbi, Fedora Barbieri
Antonino Votto EMI
La bohème
Rodolfo Maria Callas, Rolando
Panerai, Anna Moffo, Nicola
Zaccaria Antonino Votto EMI
Il trovatore
Manrico Maria Callas, Rolando
Panerai, Fedora Barbieri,
Nicola Zaccaria Herbert von
Karajan EMI
1957 Manon Lescaut
Renato Des Grieux Maria
Callas, Giulio Fioravanti,
Franco Calabrese Tullio
Serafin EMI
La Gioconda
Enzo Grimaldo Zinka
Milanov, Leonard Warren,
Rosalind Elias, Plinio Clabassi
Fernando Previtali
RCA/Decca
1958 La forza del destino
Don Alvaro Zinka Milanov,
Leonard Warren, Giorgio
Tozzi Fernando Previtali
RCA/Decca
Mefistofele (selez.)
Faust Cesare Siepi, Renata
Tebaldi Tullio Serafin Decca
1959 Lucia di Lammermoor
Edgardo Ravenswood Renata
Scotto, Ettore Bastianini, Ivo
Vinco Nino Sanzogno Ricordi
1962 Tosca
Mario Cavaradossi Leontyne
Price, Giuseppe Taddei
Herbert von Karajan
RCA/Decca
1963 Manon (selez.)
Des Grieux Anna Moffo Renè
Leibowitz RCA
1969 Das Land des Lächelns
Sou-Chong Valorie Goodall,
Heinz Holecek Heinz
Lambrecht RCA
Registrazioni dal vivo
(selezione)[modifica |
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Manon (selez., in ital.), con
Mafalda Favero, Mario
Borriello, dir. Antonio
Guarnieri - La Scala 1947 ed.
Cetra/Myto
Manon, con Irma Gonzalez,
Giuseppe Valdengo, dir.
Renato Cellini - Mexico City
1948 ed. GOP
Rigoletto, con Giuseppe
Valdengo, Nadine Conner,
Ignacio Ruffino, dir. Renato
Cellini - Mexico City 1948 ed.
Bongiovanni/Urania
Werther (in ital.), con
Giulietta Simionato, Eugenia
Roccabruna, Fausto del
Prado, dir. Renato Cellini -
Mexico City 1949 ed.
GOP/IDIS
Mignon (in ital.), con
Giulietta Simionato, Cesare
Siepi, dir. Guido Picco -
Mexico City 1949 ed. Legato
Classics
La Favorita, con Giulietta
Simionato, Enzo Mascherini,
Cesare Siepi, dir. Renato
Cellini - Mexico City 1949 ed.
Cetra/Myto/SRO
Gianni Schicchi, con Italo
Tajo, Licia Albanese, Cloe
Elmo, dir. Giuseppe
Antonicelli - Met 1949 ed.
GOP/Guilde
Falstaff, con Leonard Warren,
Regina Resnik, Giuseppe
Valdengo, Licia Albanese, dir.
Fritz Reiner - Met 1949 ed.
IDIS/Guilde
La traviata, con Eleanor
Steber, Robert Merrill, dir.
Giuseppe Antonicelli - Met
1949 ed.
Melodram/Myto/Naxos
Faust, con Dorothy Kirsten,
Italo Tajo, Leonard Warren,
dir. Wilfrid Pelletier - Met
1949 ed. Arkadia/Myto
Il barbiere di Siviglia, con
Giuseppe Valdengo, Lily
Pons, Salvatore Baccaloni,
Jerome Hines; dir. Alberto
Erede - Met 1950 ed.
Cetra/OASI/Gala
La bohème, con Bidu Sayao,
Giuseppe Valdengo, Lois
Hunt, Cesare Siepi, dir.
Fausto Cleva - Met 1951 ed.
GOP/Bongiovanni
Messa di requiem, con Herva
Nelli, Fedora Barbieri, Cesare
Siepi, dir. Arturo Toscanini -
Carnegie Hall 1951 ed. RCA
I puritani, con Maria Callas,
Piero Campolonghi, Roberto
Silva, dir. Guido Picco -
Mexico City 1952 ed.
Melodram/Archipel/IDIS
Tosca, con Maria Callas, Piero
Campolonghi, dir. Guido
Picco - Mexico City 1952 ed.
Melodram/Archipel/Opera
D'Oro
Lucia di Lammermoor, con
Maria Callas, Piero
Campolonghi, Roberto Silva,
dir. Guido Picco - Mexico City
1952 ed. Myto/Opera D'Oro
Lucia di Lammermoor, con
Maria Callas, Rolando
Panerai, Nicola Zaccaria, dir.
Herbert von Karajan - Berlino
1955 ed. EMI/Opera D'Oro
La traviata, con Maria Callas,
Ettore Bastianini, dir. Carlo
Maria Giulini - La Scala 1955
ed. EMI
Cavalleria rusticana, con
Giulietta Simionato,
Giangiacomo Guelfi, dir.
Antonino Votto - La Scala
1955 ed. Myto/Opera D'Oro
Carmen, con Giulietta
Simionato, Rosanna Carteri,
Michel Roux, dir. Herbert von
Karajan - La Scala 1955 ed.
Myto/GOP/Walhall
Aida, con Antonietta Stella,
Ebe Stignani, Giangiacomo
Guelfi, Nicola Zaccaria, dir.
Antonino Votto - La Scala
1956 ed. Paragon/Legato
Classics/GOP
Pagliacci, con Clara Petrella,
Aldo Protti, Enzo Sordello,
dir. Nino Sanzogno - La Scala
1956 ed. Myto
Un ballo in maschera, con
Antonietta Stella, Ettore
Bastianini, Ebe Stignani, dir.
Gianandrea Gavazzeni - La
Scala 1956 ed. HRE/Myto
Un ballo in maschera, con
Maria Callas, Ettore
Bastianini, Giulietta
Simionato, dir. Gianandrea
Gavazzeni - La Scala 1957
ed. Melodram/Arkadia/EMI
L'elisir d'amore, con Rosanna
Carteri, Fernando Corena,
Giulio Fioravanti, dir. Nino
Sanzogno, La Scala 1957 ed.
Myto
La forza del destino, con
Leyla Gencer, Aldo Protti,
Cesare Siepi, dir. Antonino
Votto - Colonia 1957 ed.
Melodram/Myto
Tosca, con Renata Tebaldi,
Ettore Bastianini, dir.
Gianandrea Gavazzeni -
Bruxelles 1958 ed. Legato
Classics/Myto
Fedora, con Renata Tebaldi,
Mario Sereni, dir. Arturo
Basile - Napoli 1961
Arkadia/Opera D'Oro
Recital[modifica | modifica
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Canzoni Napoletane, O Sole
mio/Funiculì Funiculà/ Torna
a Surriento ed altre famose
canzoni napoletane,
Pavarotti/Di
Stefano/Carreras, Decca
Di Stefano, Arie italiane e
siciliane -
Olivieri/Pattacini/National PO,
Decca
Di Stefano, The Decca
Recordings (Le registrazioni
per Decca) Novantesimo
anniversario, 1958 Decca
Onorificenze[modifica |
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Medaglia d'oro ai benemeriti
della cultura e dell'arte -
nastrino per uniforme
ordinaria Medaglia d'oro ai
benemeriti della cultura e
dell'arte
— Roma, 21 febbraio 2001
Note[modifica | modifica
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^ Intervista a Giuseppe Di
Stefano - I primi vent'anni
^ Intervista a Giuseppe Di
Stefano - Scampato a morte
sicura
^ Giuseppe Di Stefano -
Tenore - YouTube
^ La notizia della morte di Di
Stefano su AGI e Ansa