Giornale delle giudicarie febbraio 2012

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1 ANNO 11- N. 2 FEBBRAIO 2012 - Mensile www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudi carie Mensile di informazione e di approfondimento G Scuola professionale o licei? di Adelino Amistadi Il 15 febbraio scadono i termini per l’iscrizione alla Scuola supe- riore per i ragazzi che, fi nita la scuola media, intendono prose- guire gli studi. Vorrei fare , da uomo di scuola e da padre, alcune considerazioni in proposito, probabilmente ininfl uenti sulle scelte, in gran parte già effettuate. Liceo nelle sue varie specialità, o Isti- tuto tecnico? Scuola umanistica o scuola tecnica? Ormai da qual- che anno sembra che la preferenza delle nostre famiglie sia rivolta verso una formazione scientifi ca e culturale rispetto alle scuole di carattere tecnico operativo. Siamo in linea con il resto d’Italia, ma assai lontano dalle scelte effettuate nella maggior parte dei paesi europei, dove più del 50% si rivolge a scuole di formazione pro- fessionale per assecondare la richiesta delle imprese e delle azien- de che sono alla costante ricerca di bravi tecnici che non sempre sono disponibili sul mercato del lavoro. Continua a pag 11 Il museo della guerra nella Valle del Chiese Un gioellino a Bersone Autonomia, “compleanno” e attacchi Stella e Il Sole 24 Ore “rovinano la festa” del 40esimo anniversario dello Statuto S ole 24 Ore e Gianantonio Stella. Nei gior- ni in cui l’Autonomia trentina festeggia i 40 anni del secondo statuto di autonomia del 20 gennaio del ‘72 (vedi corsivo a fianco) la “specialità” trentina si trova a fronteggiare gli attacchi di due voci autorevoli: il quotidiano di Confindustria e il noto editorialista del Cor- riere, entrambi convinti che il Trentino e l’Alto Adige debbano essere ridimensionati. In sinte- si: meno soldi alle autonomie speciali. “531mila abitanti con la disponibilità di 4,5 miliardi di euro” e “sei livelli per la struttura politico am- ministrativa” queste le critiche principali arri- vate via giornale nei giorni scorsi. A pagina 4 A Bersone nel centro storico, c’è un gioiellino che merita di essere conosciuto. Si tratta del Museo della Grande guer- ra in Valle del Chiese, un concentrato di piccole e grandi chicche di materiali recuperati negli anni sulle trincee delle Giudicarie. A pag. 20 EDITORIALE Dal 18 al 25 febbraio a tutto Carnevale Storo e Tione in maschera ALL’INTERNO ECONOMIA Liberalizzazioni e sem- plificazioni per ripartire A pag. 6 ATTUALITÀ Bersone contesta i dati della provincia: «Non siamo un “Comu- ne spendaccione” A pag. 12 SOCIETÀ Africa Rafiki: Solidarietà sulla linea Giudicarie-Kenya A pag. 27 ������������������ ����������!!���"#�$���!!���� ���� �� �� ��� ����!occhiali correttivi lenti a contatto Storo e Tione, c’è grande attesa per i due carnevali princi- pali delle Giudicarie. Otto giorni tra feste, sfilate, grostoi e divertimento, senza dimenticare il carnevale dei più picco- li con le sfilate delle mascherine. Alle pagine 16-17-18-19 La testimonianza dei giudicariesi naufraghi “Un incubo finito bene” C’era anche una famiglia giudicariese sulla Costa Concor- dia, la nave da crociera protagonista del tragico naufragio davanti all’isola del Giglio nel quale hanno perduto la vita 17 persone. A pag. 7 PERITO OTTICO occhiali bambini PROMOZIONE 50% Tione di Trento Tel e fax 0465 321464

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FEBBRAIO 2012 - pag. 1

ANNO 11- N. 2 FEBBRAIO 2012 - Mensile

www.giornaledel legiudicarie . i t

il iornale delle iudicarie

Mensile di informazione e di approfondimento

il iornale iudiiudi G

Scuola professionale o licei? di Adelino Amistadi

Il 15 febbraio scadono i termini per l’iscrizione alla Scuola supe-riore per i ragazzi che, fi nita la scuola media, intendono prose-guire gli studi. Vorrei fare , da uomo di scuola e da padre, alcune considerazioni in proposito, probabilmente ininfl uenti sulle scelte, in gran parte già effettuate. Liceo nelle sue varie specialità, o Isti-tuto tecnico? Scuola umanistica o scuola tecnica? Ormai da qual-che anno sembra che la preferenza delle nostre famiglie sia rivolta verso una formazione scientifi ca e culturale rispetto alle scuole di carattere tecnico operativo. Siamo in linea con il resto d’Italia, ma assai lontano dalle scelte effettuate nella maggior parte dei paesi europei, dove più del 50% si rivolge a scuole di formazione pro-fessionale per assecondare la richiesta delle imprese e delle azien-de che sono alla costante ricerca di bravi tecnici che non sempre sono disponibili sul mercato del lavoro. Continua a pag 11

www.lavalsabbina.it

La famiglia è sempre al centro del nostro lavoro

Il museo della guerra nella Valle del Chiese

Un gioellino a Bersone

Autonomia, “compleanno” e attacchi

Stella e Il Sole 24 Ore “rovinano la festa” del 40esimo anniversario dello Statuto

Sole 24 Ore e Gianantonio Stella. Nei gior-ni in cui l’Autonomia trentina festeggia i 40 anni del secondo statuto di autonomia

del 20 gennaio del ‘72 (vedi corsivo a fi anco) la “specialità” trentina si trova a fronteggiare gli attacchi di due voci autorevoli: il quotidiano di Confi ndustria e il noto editorialista del Cor-riere, entrambi convinti che il Trentino e l’Alto Adige debbano essere ridimensionati. In sinte-si: meno soldi alle autonomie speciali. “531mila abitanti con la disponibilità di 4,5 miliardi di euro” e “sei livelli per la struttura politico am-ministrativa” queste le critiche principali arri-vate via giornale nei giorni scorsi.A pagina 4

A Bersone nel centro storico, c’è un gioiellino che merita di essere conosciuto. Si tratta del Museo della Grande guer-ra in Valle del Chiese, un concentrato di piccole e grandi chicche di materiali recuperati negli anni sulle trincee delle Giudicarie. A pag. 20

EDITORIALE

Dal 18 al 25 febbraio a tutto Carnevale

Storo e Tione in maschera

ALL’INTERNOECONOMIA

Liberalizzazioni e sem-plifi cazioni per ripartire

A pag. 6

ATTUALITÀBersone contesta i dati

della provincia:«Non siamo un “Comu-

ne spendaccione”A pag. 12

SOCIETÀAfrica Rafi ki:

Solidarietà sulla linea Giudicarie-Kenya

A pag. 27

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Storo e Tione, c’è grande attesa per i due carnevali princi-pali delle Giudicarie. Otto giorni tra feste, sfi late, grostoi e divertimento, senza dimenticare il carnevale dei più picco-li con le sfi late delle mascherine. Alle pagine 16-17-18-19

La testimonianza dei giudicariesi naufraghi

“Un incubo finito bene”C’era anche una famiglia giudicariese sulla Costa Concor-dia, la nave da crociera protagonista del tragico naufragio davanti all’isola del Giglio nel quale hanno perduto la vita 17 persone. A pag. 7

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pag. 2 FEBBRAIO 2012 Rassegna Stampa

GIUDICARIE. L’Associa-zione geometri delle Giudi-carie amplia la propria at-tività a favore dei cittadini aprendo anche a Storo, presso il Municipio, uno sportello dell’iniziativa “Amico Geo-metra”. Fin’ora l’unico spor-tello funzionante era presso la Comunità di Valle a Tione, e l’iniziativa è stata molto ap-prezzata dai cittadini. Questo è un servizio promosso dal Collegio dei Geometri della Provincia di Trento che offre gratuitamente consulenze di prima informazione riguar-danti normative tecniche ed indirizzi operativi. Tra le con-sulenze più richieste ci sono quelle riguardanti la vita con-dominiale, controversie fra proprietari, problemi di con-fine, usucapioni e successio-ni, ma anche informazioni ri-guardanti agevolazioni fiscali, problemi di compravendita, divisione dei beni e questioni ereditarie, nonché assistenza nella compilazione di doman-de volte ad ottenere contributi per l’edilizia residenziale. In totale i tecnici che offrono la loro consulenza gratuita sono 25 professionisti: 8 del Bleg-gio-Lomaso,3 della Val Ren-dena, 4 della Busa di Tione e 8 della Val del Chiese.

COMANO TERME. E’ en-trato in funzione regolarmen-te l’impianto di depurazione di Ponte dei Servi. Il depura-tore biologico centralizzato, realizzato sulla sinistra oro-grafica del fiume Sarca, ser-virà in questo inizio anno tutta una serie di frazioni di Comano Terme, la dorsale Lundo-Poia- Godenzo, oltre a Ponte Arche, inoltre sono state collegate anche la dor-sale di Comighello e Villa Banale, nel comune di Ste-nico. Per il solo impianto del Ponte dei Servi la spesa com-plessiva sarà, a fine lavori, di 5.738.000 euro, i lavori sono affidati alla Preti e Scalfi, quale ditta appaltatrice.

TIONE. Lorenzo Maturi, operatore ai servizi all’im-presa, Dana Zambotti, ope-ratore ai servizi di vendita, e Lamiae Tapiri, tecnico dei servizi all’impresa, sono gli studenti più virtuosi del Cen-tro di Formazione Professio-nale – Università Popolare di Tione nell’anno scolastico 2010- 2011. Sono stati pre-miati dal presidente del Cfp-Upt, Ferruccio Pisoni e da Paolo Bronzini, responsabile dell’Ufficio relazioni esterne della cassa Rurale Adamello-Brenta di Tione. A loro è an-dato un assegno in denaro of-ferto dalla Cassa Rurale ed un orologio da polso regalato dal centro scolastico di Tione. Il Cfp-Upt del capoluogo com-prensoriale si è guadagnato,

anno dopo anno, l’attenzione delle imprese e delle famiglie delle Giudicarie, che nume-rose iscrivono i loro figli al centro, che garantisce accanto ad una buona formazione pro-fessionale, la certezza di un sicuro sbocco lavorativo.

STORO. Prima li hanno ab-battuti e squarciati, poi hanno lasciato le carcasse dei due cervi adulti ai margini della statale tra Storo e Tiarno. Ac-canto ai resti dei due animali c’era anche un cormorano, un volatile che di solito si alimenta di pesce. Si tratta di una azione di misteriosi brac-conieri sulle cui tracce sono al lavoro i forestali di stanza a Condino e il locale corpo di polizia. Il rinvenimento è avvenuto nei primi giorni del mese scorso, da parte di due passanti che avevano notato uno strano involucro appena sotto la strada, ad una mancia-ta di chilometri da Storo.

DAONE. Per due domeniche al mese i bambini di Daone potranno recarsi al “Pun-tomio”, la nuova ludoteca inaugurata recentemente nel piccolo paese chiesano. Lo spazio destinato ai più pic-coli si trova all’ultimo piano del municipio e viene tenuto aperto ed animato grazie al la-voro della cooperativa “l’An-cora” e con il supporto del comitato direttivo composto dai rappresentanti che hanno sostenuto l’iniziativa, ovvero i genitori, il Comune di Dao-ne, le associazioni del paese, la cooperativa e numerosi giovani volontari. Durante l’apertura saranno infatti pre-senti, accanto agli animatori professionali, anche i volon-tari che supporteranno l’atti-vità ludica ed aiuteranno nella sorveglianza dei bambini.

VIGO LOMASO. L’annun-cio della chiusura dell’Uffi-cio postale di Vigo Lomaso è stato un autentico colpo di fulmine a ciel sereno, per gli abitanto del piccolo paese del Lomaso. La comunicazione è giunta al Comune di Comano Terme nelle settimane scor-se, dopo la decisione presa a Roma di tagliare otto uffici in varie parti del trentino. Se tut-to avverrà come annunciato, la Piana del Lomaso perderà un altro servizio dopo che ne-

gli anni scorsi sono stai chiusi, via via, la macelleria, gli ali-mentari, la trattoria el ‘unico bar esistente. Ormai nel cen-tro pievano sembra rimanga solo lo sportello della Cassa Rurale don Lorenzo Guetti, banca intitolata al fondatore della cooperazione trentina che nacque proprio in zona.

COMANO TERME. La Giunta Provinciale ha delega-to al Comune di Comano Ter-me la realizzazione dell’ope-ra pubblica di collegamento ciclo-pedonale tra gli abitati di Vigo Lomaso e Campo Maggiore. Si tratta della pista per pedoni e biciclette, quindi “mista”, che correrà a fianco della SS 421, per circa due chilometri, la cifra stanziata è di circa 400.000 euro. Dopo il via libera e il finanziamento, il Comune dovrà pensare al progetto esecutivo ed all’ap-palto dei lavori. E’ intenzione del Comune attuare l’opera nei più breve tempo possibile, possibilmente entro la stagio-ne estiva.

COMUNITA’ DI VALLE. L’incontro dei giorni scorsi fra i responsabili della sanità giudicariese e di quella pro-vinciale ha portato notizie rassicuranti. C’erano tutti, l’ass. Prov. Ugo Rossi, il di-rettore dell’Azienda, Lucia-no Flor, i responsabili del Distretto e la presidente della Comunità,Patrizia Ballardi-ni. L’ass. Rossi è stato chiaro e ha dato ampie rassicurazioni: non ci sarà nessun commissa-rio liquidatore per l’ospedale di Tione, entro febbraio saran-no nominati, da concorso, i tre primari vacanti, ginecologia e ostetricia, chirurgia ed ane-stesia, e entro marzo il nuovo direttore sanitario. Per tam-ponare l’emergenza, anche perchè nessuno s’aspettava il pensionamento dei tre primari in questione, è stato affidato temporaneamente l’incarico a medici di altri ospedali in modo da garantire la conti-nuità delle prestazioni, ma in un paio di mesi tutto rientrerà nella normalità. In quanto al Punto Nascite, a febbraio in ostetricia prenderà servizio un ulteriore ginecologo in ag-giunta ai tre già presenti, que-sto permetterà di rispondere in modo adeguato ad ogni esigenza del settore.

DALLE GIUDICARIEPROVINCIA. Lega Nord, referendum: sono state con-segnate in questi giorni alla segreteria generale della Pre-sidenza del Consiglio provin-ciale le 9.192 firme a sostegno del referendum per abolire le Comunità di valle. I promotori si sono detti sicuri che si andrà al voto domenica 22 aprile. Ora gli uffici della PAT avran-no dieci giorni a disposizione per valutare la correttezza delle sottoscrizioni, poi la Commis-sione dei Garanti esaminerà la regolarità della raccolta firme ed infine il presidente Dellai, entro 45 giorni, dovrà indica-re la data dell’appuntamento referendario, da scegliere nel periodo dal 1 marzo al 30 apri-le, pena il rinvio al 2013, anno delle elezioni. Nella Lega c’è anche chi teme un ‘golpe’ per impedire lo svolgimento del referendum: “se ci permette-ranno di votare – ha detto l’on. Fuganti – questo referendum passerà sicuramente senza problemi,ma non ci stupirem-mo se qualcuno cercasse in qualche modo di bloccarci”.TRENTO. Cooperazione: vanno avanti le consultazioni per la successione al presi-dente Schelfi, in scadenza del mandato. Già si sono pronun-ciati i poteri forti dei consorzi che hanno confermato la loro fiducia al presidente dando il nulla-osta da parte loro per un quarto mandato, in deroga al tetto dei tre che proprio Schel-fi aveva voluto e dopo che lo stesso aveva ribadito la ne-cessità di un ricambio anche generazionale. Ma le consul-tazione dei saggi, guidate dal giovanissimo P.L. Angeli (?), vanno avanti come se nien-te fosse. Per ora sembrano rimanere in gara anche altri candidati, in particolare Arri-go Dalfovo, presidente delle Acli, Geremia Gios, sindaco di Vallarsa e Herman Bona presidente della Cassa Rurale di Mori. TRENTO. PDL e il con-gresso: una candidatura “per unire e non per dividere”, così presenta la propria candida-tura a guidare il Partito della Libertà del Trentino, Nicola Degaudenz, avvocato di 37 anni, consigliere comunale di Pergine. Degaudenz, appog-giato dai moderati del partito, Morandini, Viola e Borga, è in alternativa a Giorgio Leo-nardi, consigliere provinciale, sostenuto da Cristiano de Ec-cher. “Nel momento in cui le monarchie sono al tramonto, c’è lo spazio per un mutamen-to generazionale ed innovati-vo sul piano del metodo. Non dico che la democrazia sia in pericolo in Trentino, ma qual-cosa che non funziona c’è...” così ha motivato la sua disce-sa in campo Degaudenz che auspica un partito territoriale per un Trentino, seppur auto-

nomo, appartenente all’Italia ed all’Europa.TRENTO. UpT a congresso: quando la spaccatura del par-tito stava diventando una vo-ragine, il candidato”naturale” Vittorio Fravezzi ha dovuto fare un passo indietro lascian-do spazio alla candidata su-per-partes Flavia Fontana, consigliere comunale di Tren-to e già presidente del partito in un recente passato. A sor-presa si è candidata all’ultimo momento anche la battitrice libera Eleonora Angeli, 34 anni, dipendente dell’Azienda Sanitaria e anch’essa consi-gliere comunale di Trento. “ Con Flavia sarà un confronto fra due generazioni, io sono per un partito più snello, sen-za ingessamenti, più aperto al confronto con la comunità anche attraverso le nuove tec-nologie”. Così si è espressa l’Angeli nel presentare la pro-pria candidatura. Sarà una bel-la lotta fra donne, e comunque vada, sarà una donna il futuro dell’UpT, ma sono in molti a chiedersi come saranno gestiti i “veri” poteri forti all’interno, nella stagione in cui Dellai non sarà più Presidente.TRENTO. Agricoltura: i contadini e gli agricoltori tren-tini hanno espresso nel corso delle loro assemblee notevoli preoccupazioni per la situa-zione in essere ed in prospet-tiva dell’agricoltura trentina. Gabriele Calliari, presidente della Coldiretti ha detto che l’anno appena trascorso è stato un buona anno sia nel settore ortofrutticolo, sia in quello ca-seario, ma purtroppo ha preci-si segnali che il 2012 non sarà altrettanto favorevole. Sulla stessa linea Diego Pezzi, pre-sidente Confagricoltura che auspica un maggior coinvol-gimento di San Michele nella ricerca applicata per la frutti-coltura nonesa. Flavio Pezzi, presidente Cia invece se la prende con la cooperazione che nel 2011 ha dimostrato di non saper gestire al meglio al-cune situazioni preoccupanti.PROVINCIA. Elezioni americane: Rik Santorum, ex senatore ultraconservatore della Pennsylvania, candida-to alla Casa Bianca, è di ori-gine trentina e precisamente di Riva del Garda. La strada verso le elezioni presiden-ziali di novembre è ancora lunga e tutta in salita, ma questo sembra non spaven-tare il “trentino-americano” In un suo recente comizio ha ricordato il nonno, Pietro San-torum, dipendente delle poste di Riva che nel 1923 decise di emigrare in America. La sua storia incarna il successo dei nostri emigranti che all’inizio del secolo cercarono fortuna altrove. E’ singolare il legame che di solito rimane con la ter-ra d’origine, anche il candida-

to Santorum lo ha dimostrato in più occasioni.TRENTO: autonomia: Del-lai sembra davvero arrabbiato per le continue critiche al suo operato e per gli insistenti attacchi all’autonomia della nostra terra da parte dei mass media nazionali e degli or-gani di informazione in ogni parte d’Italia, per cui ha pen-sato di passare all’attacco e ha indetto “gli stati generali” dell’Autonomia trentina. Non si è ancora capito bene cosa in effetti siano, ma dalle pri-me indiscrezioni sembra che il Presidente voglia proporre una sorta di analisi collettiva per rimarcare da dove siamo partiti, e dove vogliamo arri-vare. “Dobbiamo dare l’idea che l’Autonomia non è una congettura istituzionale, ma un grande collettivo che abbiamo ereditato e che vogliamo pas-sare alle future generazioni” ha detto Dellai nell’annuncia-re la nuova iniziativa. L’ultima versione, però, si è tramutata in una grande festa di piazza, “una settimana di popolo in piazza, sotto le bandiere di San Venceslao, a declinare l’autonomia con i linguaggi diversi degli artisti, degli stu-denti, dei ricercatori e degli operai, sono convinto che sarà una grande cosa e la faremo a fine marzo.” Dellai dixit. TRENTO. I sindacati e la festa dell’Autonomia. Er-manno Monari, segretario dell’UIL è piuttosto perples-so sull’ultima uscita di Del-lai: “Non c’è bisogno di una nuova ASAR, sarebbe diffi-cile da far capire agli stessi trentini, il tutto ha un senso se fosse anche un modo di fare autocritica, per rispondere alle critiche di come abbiamo speso i soldi, sugli sprechi, sulle Comunità, sull’econo-mia. Non parlerei di Stati Ge-nerali perchè l’espressione ha un sapore un po’ sovietico”. Lorenzo Pomini, segretario della CISL provinciale, ha rincarato: “Una chiamata in piazza, oggi, mi sembra spro-porzionata e non corretta. Le critiche che ci sono state ri-volte non mettono in discus-sione l’Autonomia, ma attac-cano un certo tipo di gestione delle risorse, dai costi della politica agli investimenti im-mobiliari, è dunque evidente che venga chiamato in causa Dellai. Dobbiamo uscire dalla logica per cui chi critica è un nemico, non è il momento di prove muscolari, molto me-glio la proposta di Dorigatti.” Infine Paolo Burli, segretario della CGIL : “Non è questo il momento delle contrapposi-zioni, non ci si deve chiude-re a riccio, le difese d’ufficio non servono, l’autonomia deve essere ragionata non in chiave celebrativa, ma con lo sguardo rivolto al futuro”.

DALLA PROVINCIARASSEGNA STAMPA GENNAIO 2012A cura della

REDAZIONE

VILLA RENDENA. Al momento di andare in stampa arriva la notizia della morte di Carlo Eligio Valentini, personaggio che ha rappresentato un punto di riferimento politico in Giudicarie, specie negli anni ‘80. Già sinda-co di Villa Rendena, è stato primo presidente del Parco naturale Adamello-Brenta dall’88 al 1995 e presidente del Bim del Sarca. Grande appassionato di calcio, è stato l’anima del G.s. Javrè, con tanti anni di presidenza nella squadra nero-verde. Alla famiglia va la vicinanza della redazione e sul prossimo numero del Giornale delle Giu-dicarie vi sarà un ricordo di questo personaggio.

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FEBBRAIO 2012 - pag. 3

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pag. 4 FEBBRAIO 2012 Primo Piano

In realtà queste critiche non tengono conto – o con ma-lizia eludono – un fattore determinante, ossia che con questi 4,5 miliardi annui il Trentino deve far fronte alla responsabilità su com-petenze vaste e costose, in primis sanità e scuola, che nelle altre realtà regionali sono (in alcuni casi attra-verso un meccanismo di concorrenza) a carico delle casse dello Stato.La situazione finanziaria del Trentino e dell’Alto Adige è molto peculiare e merita di essere conosciuta a fondo, onde evitare stru-mentalizzazioni. Sempli-ficando al massimo si può dire che negli ultimi due anni la finanza provinciale è molto cambiata, a partire dalla Legge 5 maggio 2009 N° 42, “Delega al Governo in materia di Federalismo fiscale” che ha portato, nella sua attuazione, al cosiddet-to “Accordo di Milano” del 30 novembre 2009, firmato dall’allora ministro Tre-monti, da Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder. Un testo che spesso viene richiama-

to anche sui giornali il cui contenuto, però, continua a risultare un po’ nebuloso. In realtà in quegli articoli (ripresi nella “Finanziaria” l. 23 dicembre 2009, N°191 in particolare agli art. 74 ss.) stanno scritte alcune cose davvero importanti per le “casse” trentine; la più significativa è che viene ri-definito il sistema di finan-ziamento locale, con la so-stanziale abrogazione della cosiddetta “quota variabi-le” (una complicata quota perequativa che lo Stato versava alle autonomie per la gestione delle compe-tenze) che viene sostituita dalla più lineare previsione dei “nove decimi”, ossia del 90% delle risorse prodotte in provincia che “restano” sul territorio. Parte inte-grante dell’”accordo”, poi, erano gli “interventi a fa-vore dei comuni confinanti con le province di Trento e Bolzano” e le “deleghe di ulteriori funzioni” alle due Province, tra cui quella del-la gestione dell’Università e della cassa integrazione. Questo, assieme ai tagli

delle due finanziarie esti-ve del 2011 e della “Stan-gata” Monti dello scorso dicembre, il “contributo” dell’Autonomia al risana-mento dello Stato. In totale, tra tagli e nuove competen-ze assunte, siamo sui 500 milioni annui a provincia. Una cifra non indifferente, dunque è ingiusto dire che il Trentino non abbia fatto la sua parte nel “salvare” la barca italiana nei marosi della crisi. Piuttosto, vale la pena di tornare sul concetto di “fe-deralismo fiscale”, richia-mando la regola del 9/10. Si tratta di una prospettiva molto significativa e – in-vece di demonizzarla – sa-rebbe opportuno chiedersi: non sarebbe meglio esten-derla a tutte le realtà regio-nali e provinciali? Tutte le regioni si trove-rebbe così maggiormente

responsabilizzate e potreb-bero gestire direttamente i soldi prodotti sul terri-torio, destinando un 10% allo Stato, che dovrebbe divenire giocoforza più “leggero”. Questo dovreb-be essere il mutamento di prospettiva. E’ chiaro, però, che alcune regioni, specie del Sud, non ce la possono fare. Per questo ci sarebbe un fondo perequativo, che però dovrebbe durare al massimo 10 anni. In quel periodo tutti dovrebbero imparare ad “autogestirsi”. Questa sarebbe la risposta dell’autonomia che non deve chiudersi, ma aprirsi (come dice il presidente Dellai); in questo modo si valuterebbe, infine, qua-li realtà lavorano bene, e spendono correttamente i soldi che arrivano dalla tassazione e chi li butta. Senza demagogia.

Attacco all’autonomia, dalla demagogia alla proposta

Sole 24 Ore e Gianantonio Stella. Nei giorni in cui l’Autonomia trentina festeggia i 40 anni del se-condo statuto di autonomia del 20 gennaio del ‘72

(vedi corsivo a fianco) la “specialità” trentina si trova a fronteggiare gli attacchi di due voci autorevoli: il quoti-diano di Confindustria e il noto editorialista del Corrie-

re, entrambi convinti che il Trentino e l’Alto Adige deb-bano essere ridimensionati. In sintesi: meno soldi alle autonomie speciali. “531mila abitanti con la disponibi-lità di 4,5 miliardi di euro” e “sei livelli per la struttura politico amministrativa” queste le critiche principali arrivate via giornale nei giorni scorsi.

L’inaugurazione della struttura nel 2008

Stella e Sole 24 Ore attaccano le risorse trentine, “dimenticando” le competenze. La provocazione: “Nove decimi a tutti”

di Roberto Bertolini

di Mauro Lando

Dieci novembre 1971, 20 gennaio 1972, 31 agosto 1972: sono tre date da cui ci separa un quarantennio e che fissano il giorno di partenza dell’attuale Autonomia retta dal secondo Statuto regio-nale. Quelle tre date sono tutte “giuste”, ma quella che, a parere di chi scrive, segna davvero la partenza della seconda Autonomia è quella del 20 gennaio 1972. Perché è da festeggiare la data del 20 gennaio 1972 e non le altre due? Perché proprio in quel giorno entrò concretamente in vigore il secondo Statuto e si avviò la sua attuazione. Il 10 novembre 1971 è invece il giorno, certamente di rilievo, in cui il Parlamento approvò in via definitiva la legge di riforma costituzionale del primo Statuto di autonomia, quello del 1948. La legge però fu pubblicata sulla Gazzetta ufficiale due mesi più tardi, ossia il 5 gennaio 1972 e pertanto entrò veramente in vigore dopo 15 giorni, cioè il 20 gennaio 1972. Prima di quel giorno il nuovo Statuto era rimasto sulla carta per quasi tre mesi. L’altra data, quella del 31 agosto 1972 indica la pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica con cui si pubblicò il “testo unico” del secondo Statuto. Si procedette cioè ad un col-lage tra quello del 1948 e quello approvato nel novembre 1971 togliendo le parti revocate e aggiungendo quelle nuove. In più, nel “testo unico” dell’agosto 1972 si tenne conto anche di una legge costituzionale, approvata il 23 febbraio 1972, che riguardava tut-te le cinque Regioni a statuto speciale: vi si stabiliva che la durata delle legislature non sarebbe più stata di quattro anni, come fino a quel momento, bensì di cinque come avviene tutt’ora. Al di là dell’intreccio legislativo e burocratico, 40 anni fa, il giorno 20 gennaio, partiva concretamente l’attuazione del secondo Statuto, quello che ha cambiato radicalmente l’assetto istituzionale del territorio ed è stato il mezzo per lo sviluppo economico e sociale della comunità. Non va dimenticato che fino alla metà degli anni Settanta il Trentino era inserito nelle “aree depresse del centro nord” d’Italia. Adesso è il luogo dove si sta meglio. Ed ora il quesito: come si avviò l’attuazione del secondo Statu-to? L’ingresso nella nuova forma di Autonomia per alcuni mesi procedette con il freno tirato, tanto che il bilancio di previsione della Provincia venne approvato solo nel mese di giugno, in con-temporanea con i rimpasti delle Giunte regionale e provinciali di Trento e di Bolzano. Protagonisti in Trentino di questa fase furono il presidente della Regione Giorgio Grigolli ed il presiden-te della Provincia Bruno Kessler. In Alto Adige in primo piano fu il presidente della Provincia Silvius Magnago. Passate “sulla carta” le competenze statutarie dalla Regione alla Provincia, il 20 giugno 1972 prese vita una nuova Giunta provinciale Kessler, rigidamente monocolore con la Dc al 58 per cento. In quel giorno gli assessori regionali Enrico Pancheri (industria e commercio) e Aldo Ongari (agricoltura e foreste) si dimisero e contemporanea-mente il Consiglio provinciale li nominò assessori della Provincia portando in dote le competenze ex regionali. Da quel momento quindi la Giunta provinciale era “entrata” di fatto nella nuova Autonomia e gli effetti non tardarono. Nel mese di agosto, su proposta della Giunta Kessler, il Consiglio provinciale approvò un primo blocco di una decina di leggi in applicazione del nuo-vo statuto. Riguardavano artigianato, commercio, finanziamen-ti agli impianti funiviari, sviluppo del turismo, parchi naturali, case di riposo, opere pubbliche. Il segno evidente che tanto era cambiato e stava ancora per cambiare quanto ad autogoverno arrivò il 20 gennaio dell’anno dopo. Le prime norme di attua-zione emesse con decreto del presidente della Repubblica porta-no infatti la data del 20 gennaio 1973. Furono norme di grande peso anche simbolico. Riguardano la cessione alla Provincia sia dei beni storici e monumentali statali (da allora, ad esempio, il Buonconsiglio è passato all’amministrazione provinciale), sia del demanio e patrimonio della Regione e dello Stato. Della me-desima data è la norma di attuazione sull’ordinamento scolasti-

co della Provincia di Bolzano: argomento questo assai deli-cato. Da questa coincidenza di date (20 gennaio 1972 e 20 gennaio 1973) ci si avvicina ora, 40 anni dopo, al 20 gen-naio 2012 in un momento di Autonomia largamente com-piuta con il secondo Statuto forse “esaurito”. La prospet-tiva? Il terzo Statuto di Auto-nomia, ma nessuno ancora sa né come né quando arrivarci. Accontentiamoci quindi di valorizzare il secondo e di mi-gliorare quanto è stato fatto. Dal “Trentino” del 21 gennaio 2012

40 anni di autonomia

Gennaio ‘72 – 2012, il cammino del secondo statuto

Gianantonio Stella

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FEBBRAIO 2012 - pag. 5

Dobbiamo uscire dalla di-namica di difesa di ciò che abbiamo per riscoprire le ragioni più profonde della nostra autonomia, quelle che la hanno generato ed alimen-tato. Tornare a quel patto di cittadinanza che ha fatto di questo territorio una comu-nità viva e solidale, capace di resistere a sirene localiste che pure hanno irretito mol-te regioni alpine. Dobbiamo rinnovare il nostro specifi co patto di cittadinanza basato sulla mutualità, sul riconosci-mento reciproco nelle diffe-renze, sulla chiamata di tutti alla coesione, alla tolleranza, alla responsabilità.Le motivazioni storiche e

politiche della nostra autono-mia sono ampiamente note, ma non bastano a raccontare quello che siamo e a ribadire la nostra specialità. Ci dico-no da dove veniamo, ma non chiariscono fi no in fondo le ragioni per cui camminiamo e la direzione del nostro cam-mino futuro.Non basta quindi ribadire la legittimità della nostra auto-nomia, e non è neppure suf-fi ciente ricordare che le scelte che facciamo si fondano sulla nostra responsabilità, a fronte di deleghe e competenze che possiamo e dobbiamo eserci-tare. Insomma: non possiamo difendere l’autonomia guar-dando al passato.

L’autonomia si difende fa-cendo un investimento sul fu-turo, attualizzando e promuo-vendo quel patto di comunità che ha segnato l’inizio della nostra specialità. E questo lo dobbiamo fare almeno in tre ambiti.Il primo ambito è quel-lo locale: è importante (ri)consegnare ai Trentini la loro Autonomia, perché pos-sa essere davvero patrimonio di tutti e perché tutti siano chiamati ad esercitare la pro-pria responsabilità. Superare quindi la centralità della Pro-vincia quale luogo esclusivo di regia e di governo, sprigio-nando le forze presenti nella società civile. Realizzare le

Comunità di Valle vuol dire proprio questo: diffondere l’idea e la pratica dell’auto-nomia, consegnando com-petenze e responsabilità dal livello provinciale a quello delle Comunità. Ma dobbia-mo farlo veramente, con con-vinzione e rapidità, in costan-te ed aperto dialogo. Anche rivedendo dove necessario alcune impostazioni, snellen-do organismi di rappresen-tanza e cogliendo il momento che stiamo vivendo come una opportunità per rifl ettere sulla necessaria sobrietà.Il secondo ambito è quello regionale. Perché la Regione non è morta e non possiamo rassegnarci alla sua inesora-

bile agonia. Dobbiamo rifl et-tere sul nostro rapporto con Bolzano e con Innsbruck, ripensare alla Regione e al nostro ruolo in quanto terri-torio alpino transfrontaliero. Siamo “speciali” nella mi-sura in cui siamo europei, capaci di dialettica nuova ed aperta con i Länder vicini a noi. Condividere competen-ze, progetti, visioni di futu-ro. Prepararci ad un rapporto innovativo con l’Europa, in quanto regione europea. E chiudendo una volta per tutte i conti in sospeso con la storia passata, possibilmente prima che il tempo li chiuda da sé. Il terzo ambito è quello del rap-porto con la Mitteleuropa ma

anche con il Mediterraneo: la nostra autonomia deve poter avere un senso non solo per noi. Deve essere patrimonio di tutti, spazio di incontro, scambio, formazione, svilup-po. Tenere viva la curiosità per ciò che è fuori dai nostri sottili confi ni, senza paura di ciò che non conosciamo, ma con la certezza che possiamo essere “speciali” nella dimen-sione in cui sapremo essere “comunità aperta”.Questa l’Autonomia che vorrei: meno preoccupati nel difenderla,più impegna-ti nel condividerla.

*consigliere provinciale del Partito Democratico

Primo Piano

Autonomia, la nostra “casa”L’autonomia si difende facendo un investimen-to sul futuro, attualiz-zando e promuovendo quel patto di comunità che ha segnato l’inizio della nostra specialità

La rappresentazione che viene fatta della nostra Autonomia è spes-so quella di un territorio privilegiato, un po’ sprecone ed arrogante. Come stessimo seduti sui nostri danari a guardar le fatiche altrui

con disinteresse e superiorità. Non è questa la nostra specialità ed è inac-cettabile che venga caricaturata e distorta a tal punto l’identità nostra e del territorio che abitiamo. Di fronte ai ciclici attacchi nei confronti della no-stra autonomia, ora dalla stampa nazionale, ora da qualche gruppo politico locale o nazionale, ci sarebbe bisogno di una risposta di comunità. Perché l’autonomia del nostro territorio non è un patrimonio della maggioranza o del solo presidente della giunta, ma è molto semplicemente la nostra casa.

di Mattia Civico*

Mattia Civico

Diciassette pagine per un parere sono un bel malloppo, d’altron-de la Commissione Urbanistica Provinciale (Cup) si è espressa sulla variante al Piano regolato-re generale di Spiazzo con una risposta che vuole salvare capra – ossia la riqualifi cazione del-l’area Ex-Ille in stato di abban-dono da un ventennio - e cavoli – ossia l’attuale sistema econo-mico dell’intera valle fortemen-te sostenuto dalle cooperative. E’ una promozione con gli esa-mi di riparazione a settembre quella sottoscritta dalla Cup: tecnicamente ha dato parere positivo alla variante richiesta dall’amministrazione di Spiaz-zo – infatti la proposta rispetta le indicazioni della delibera 177 del 4 febbraio 2011 che autoriz-za, in deroga, nuove superfi ci commerciali attraverso la de-molizione e ricostruzione di vo-lumi esistenti , previa compen-sazione al Comune sotto forma di interventi pubblici - ma con una serie di riserve, richieste, modifi che e specifi che che nella sostanza obbligano a cambiare l’accordo pubblico-privato si-glato con Poli che permettereb-be al colosso commerciale di

aprire un grande punto vendita in Val Rendena. Anzitutto, il documento chiede chiaramente il ridimensionamento dell’in-tervento concordato fra Ongari e Poli: 1500 metri quadri di spazi commerciali e 4300 mq di spazi per accessi, parcheggi e manovre sono troppi e non giustifi cabili, dicono alla Cup, e serve “un deciso ridimensiona-mento”. Di quanto? La propo-sta, paventata dai sindaci questo autunno e sponsorizzata dalle coop, è che si passi da 1500 mq commerciali a 1200 e in questi il supermercato Poli resti nel-l’ordine degli 800 mq. Mauro Poli, direttore affari generali del gruppo, rispondendo alla stam-pa locale fa sapere che una tale ipotesi “sarebbe una mediazione improponibile, impari rispetto a Tione, dove la Famiglia coope-rativa amplia il supermercato a 1050 mq, o all’ampliamento

concesso all’Ingrosso della Fa-miglia cooperativa di Pinzolo”.La Cup boccia l’ipotesi di mantenere l’edifi cio a ridosso del centro storico di Spiazzo e del Sarca, e da rivalutare la questione parcheggi: nessuna riduzione di posti macchina come ipotizzato dalla proposta Ongari-Poli, ma si chiede al co-mune di “utilizzare gli stessi per altre funzioni complementari”. Qualche appunto anche sulla viabilità: la Cup chiede a Spiaz-zo di effettuare i rilievi idrici per garantire la sicurezza della passerella sul fi ume, studiare in modo adeguato il raccordo con la viabilità esistente e il nuovo accesso all’area, nonché approfondire le problematiche di smaltimento dei rifi uti e di inquinamento acustico. Nono-stante le numerose ammende un punto a favore di Ongari e Poli c’è: la commissione certi-

fi ca che la compensazione pro-posta da Poli è legittimamente a vantaggio dell’ente pubblico poiché il privato è chiamato a realizzare opere per 1.600.000 euro a fronte di una differenza

fra il valore delle aree private oggetto di cambio di destina-zione (2.093.500€) e quello delle aree cedute da Poli al Comune (1.116.429,70€) di 977.070 euro. Capra e cavoli si

diceva: non si impedisce l’inse-diamento di Poli sul territorio, e ben venga il recupero di un’area centrale di Spiazzo, ma si salva-guardia anche la Cooperazione che temeva di dover chiudere punti vendita in Rendena.L’accordo torna ora al comu-ne di Spiazzo che dovrà ap-portare le modifi che richieste riaprendo la negoziazione con Poli e approvare la pro-posta in consiglio.Denise Rocca

«L’insediamento di una nuova grande struttura di vendita del settore alimentare/misto su una superfi cie così impor-tante può costituire per l’intera valle un elemento di squili-brio e sbilanciamento soprattutto nei confronti degli esercizi commerciali di modeste dimensioni che presidiano i piccoli comuni e le località e frazioni svantaggiate; a tal fi ne sarà

necessario approfondire stimolando, ove possibile un ridi-mensionamento dell’iniziativa per non generare conseguen-ze negative sul tessuto sociale delle comunità interessate». Questo il passaggio chiave nella relazione presentata dalla Commissione Urbanistica Provinciale sulla proposta di va-riazione al Prg richiesta dal comune di Spiazzo.

Il parere della Cup nella relazione sull’ ex “area Ille”

Nuovo supermercato “elemento di squilibrio”

Ma Poli: «Faremo una superficie commerciale di 1050 m2, in linea con i supermercati presenti in zona»

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pag. 6 FEBBRAIO 2012

Restrizioni all’attività im-prenditorialeLa pubblica amministrazio-ne si impegna a eliminare tutte le autorizzazioni pre-ventive, i cosiddetti “lacci e lacciuoli” che gravano sulla libertà di impresa, tolte quelle che tutelano un “pubblico interesse”. Entro il 31 dicembre 2012 il governo deve emettere i regolamenti per stabilire quali sono le restrizioni che vengono abrogate e quali le procedure che continue-ranno a richiedere l’assen-so delle amministrazioni. Dal 2013 l’adeguamento a questi regolamenti costitui-rà inoltre elemento di va-lutazione della “virtuosità” amministrativa di Regioni, Province e Comuni.

Tribunale delle impreseVengono ampliate le funzio-

ni delle sezioni già esisten-ti, istituite in 12 tribunali (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia), che erano competenti solo in tema di proprietà indu-striale e intellettuale men-tre ora diventano sezioni specializzate in materia di impresa (concorrenza slea-le, diritto d’autore, class ac-tion, controversie fra soci). Una “corsia preferenziale” per le imprese.

Le società dei giovaniUna novità per i giovani al di sotto dei 35 anni che vogliono intraprendere un’attività imprenditoriale è prevista dall’art. 3: ecco la forma semplificata che richiede un semplice atto costitutivo, e un capitale so-ciale di un solo euro (senza

bisogno del notaio).

Pagamenti dalla PA alle impreseIl Dl. prevede un totale di 5,7 miliardi di euro a favo-re delle imprese che vanta-no ritardi nei pagamenti da parte della pubblica ammi-nistrazione. Circa 2 miliar-di, potranno essere restituiti alle imprese (a quelle che opteranno esplicitamente per questa forma di risarci-mento) sotto forma di titoli di stato. Un modo per met-tere in circolo denaro e alle-viare la situazione di scarsa liquidità di tante imprese.

Pratiche ingannevoli: tu-tela a microimpreseL’articolo 7 prevede la tu-tela delle microimprese da pratiche commerciali in-gannevoli e aggressive, al pari di quanto previsto per

i consumatori nel Codice a loro dedicato.

Infrastrutture: I project bondPer finanziare le grandi opere l’articolo 41 prevede la possibilità di emettere project bond, da destinare a investitori qualificati, per «le società costituite al fine di realizzare e gestire una singola infrastruttura o un nuovo servizio di pubbli-ca utilità». Le obbligazioni possono essere garantite da banche, fondazioni e fondi privati.

Capitale di rischio a nuo-ve impreseL’articolo 90 prevede “in-terventi per favorire l’af-flusso di capitale di rischio verso le nuove imprese”. Si tratta di una serie di picco-le modifiche a quanto già

previsto dalla manovra fi-nanziaria di luglio (art 31 del decreto 6 luglio 2011 n.98 convertito con la legge 15 luglio 2011 n.111) per finanziare la crescita delle nuove imprese.

Capitolo semplificazioneCon il decreto «semplifica Italia», approvato giove-dì 26 gennaio, il governo Monti si propone di sfoltire gli oneri burocratici incom-benti su cittadini e imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Il web è grande protagonista, con la possibilità di trasferire decine di certificazioni e autorizzazioni dal cartaceo a Internet tagliando code, burocrazia e gli inevitabili ritardi; ad esempio arriva la possibilità di cambi di resi-denza in tempo reale, che avranno valore già dopo la

semplice comunicazione via web al Comune, e tra-scrizioni di tutti gli atti di stato civile solo per via te-lematica. La Pa dovrà ab-battere i tempi di attesa dei cittadini attraverso l’obbli-go di scambio di informa-zioni via web tra un ufficio e l’altro. Importante per le imprese l’arrivo della banca dati nazionale dei contratti pubblici, che le sgraverà dall’obbligo di produrre una folta documentazione in occasione della partecipa-zione ai bandi di appalto. Il governo stima che il rispar-mio annuo stimato di que-sta misura sarà nell’ordine di 1,3 miliardi per le ammi-nistrazioni e di 140 milioni per le piccole medie impre-se. Per quanto riguarda il commercio, significativo il “taglio” degli adempimenti per la vendita diretta di pro-dotti agricoli e la sommini-strazione di cibi e bevande durante gli eventi, le fiere e gli expo di settore. Dal 2013 sarà infine ope-rativo il meccanismo della «burocrazia a crescita zero» che obbliga le amministra-zioni a tenere un bilancio degli oneri procedurali (quelli nuovi e quelli can-cellati). Il saldo dovrà esse-re in pareggio .Dal punto di vista norma-tivo questo intervento di semplificazione taglia 330 leggi.

Primo Piano

Continua dalla PrimaQualcosa del genere, se non peggio, succede anche in Italia. Secondo i dati Con-findustria, l’anno scorso, le imprese italiane cercavano 235.000 diplomati tecnici o professionali, trovandone solo la metà (125.000), que-sto è il segno che non sempre sono oculate le scelte dei ra-gazzi, e delle loro famiglie che, molto spesso, ne condi-zionano le decisioni. Quando si sceglie la scuola per continuare gli studi è op-portuno partire dal presup-posto che, appena ottenuto il diploma o la laurea, si pos-sa facilmente trovare lavoro compatibile con gli studi ef-fettuati. Nessuno, credo, studi dieci anni, tanto per passare il tempo. E allora comincia-mo col dire che non esiste una scuola migliore in asso-luto e più garantista di sboc-chi lavorativi, esiste però la scuola più adatta all’indole ed alle esigenze di ognuno e, soprattutto, più rispondente alle esigenze del mercato del lavoro. E’ quindi fondamen-tale conoscere le proprie esi-genze, ma anche le proprie attitudini e le proprie speran-ze. Ci sono materie in cui si

riesce meglio e altre in cui si fatica, ci sono cose per cui si è portati ed altre meno, que-ste sono valutazioni da tener presenti così come il progetto che magari si è già delineato nella testa del ragazzo, cosa gli piacerebbe fare da gran-de, quale futuro sogna. Igno-rare queste riflessioni per puntare al Liceo, ad esempio, come la scuola che qualifichi più di altre la propria vita, si rivela spesso un errore. I Licei (classico, scientifico...) hanno l’obiettivo di dare una formazione a livello generale e culturale, ma non offrono alcuna preparazione tecnica specialistica. La loro finali-tà è quella di lasciare agli studenti un metodo di studio rigoroso e necessario per af-frontare l’Università, chi fa tale scelta deve sapere che

l’aspetta un lungo corso di studi per giungere alla lau-rea. Gli Istituti tecnici e le Scuole professionali hanno invece l’obiettivo di prepara-re lo studente ad una specifi-ca professione e di apprende-re le tecniche per svolgere al meglio un mestiere. E allora? Come comportar-ci. Il ragazzo di oggi, finite le medie, sa già quello che vor-rebbe fare da grande, è quin-di opportuno seguirne, con comprensione, le inclinazioni e i desideri. Talvolta possono nascere conflitti con i genitori, più attenti alle proprie aspet-tative che a quelle dei figli, è normale, ma la scelta finale deve essere dello studente perchè è sulla sua pelle che si decide. Una scelta sbagliata a quindici anni può condannare ad una vita inadeguata e fru-

strante. Ormai sono migliaia i neolaureati disoccupati o as-sunti in posizioni precarie. E prima di arrivare alla laurea sono una miriade gli studenti che si perdono nell’iter lungo e faticoso dell’Università, che vanno ad ingrossare un eser-cito di senza arte né parte, un vero problema per la comuni-tà. La laurea è per molte fa-miglie un mito, il un riscatto dalla banale normalità del proprio ambiente, quello che non si è potuto avere, lo si è ottenuto per i figli. Purtroppo poi arrivano le delusioni del posto che non si trova, della sfiducia e della rassegnazione a mansioni che si potevano ottenere anche prima, senza tanti sacrifici.Come vedete non è facile de-cidere, scegliere, perchè ne va della vita dei giovani di oggi

che saranno uomini domani, bisognosi di lavorare con di-

gnità e sicurezza per potersi formare una famiglia e con-durre serenamente la propria esistenza. L’importante è che quello che si decide di fare sia una scelta meditata, con-sapevole, senza pregiudizi, ma anche senza rivalse sen-timentali, con l’attenzione massima agli sbocchi lavora-tivi per non vanificare tutti i sacrifici dello studente e della sua famiglia per giungere ai risultati agognati. Alla fine, quale che sia la decisione, è fondamentale per ogni stu-dente approfittare degli studi per sviluppare temperamento e personalità, approfittando dell’agilità mentale propria dell’età, per sviluppare ca-pacità di agire, di versatilità e di adattamento sempre più necessarie nel mercato del lavoro che si profila. L’adat-tamento sarà, per il futuro, la parola magica che potrà risolvere gran parte dei pro-blemi delle future generazio-ni. Non sarà più, come per il passato, la vita ad adeguarsi all’uomo, ma sarà l’uomo che si dovrà adattare alla vita. Se vorrà sopravvivere.Adelino Amistadi

Scuola professionale o licei?EDITORIALE

Liberalizzazioni e semplificazioni per ripartireIl mese scorso fu “la Stangata” del governo Monti a tenere banco. Ora arri-

vano le liberalizzazioni e le semplificazioni, argomenti molto più interessanti per imprese e cittadini, certamente meno “lacrime e sangue”. E’ ben vero che

soprattutto le liberalizzazioni hanno scontentato un po’ tutte le categorie interes-sate: sintomo probabilmente che qualche “privilegio” è stato toccato. Questo non mette certo in secondo piano proteste anche giuste, di persone come alcuni tassi-sti, hanno investito decine di migliaia di euro in una licenza che ora vale la metà, o camionisti, penalizzatissimi dal caro-gasolio. O la considerazione – giustamente da fare – che si può e si deve fare di più guardando ai grandi “interessi” come banche, assicurazioni, settore energia.Detto questo i cittadini possono salutare con soddisfazione l’arrivo delle liberaliz-zazioni e delle semplificazioni. Cerchiamo in primis di fare un riassunto schema-tico del Dl. 1 del 24 gennaio 2012. Questo primo intervento è focalizzato su ordini professionali e imprese. Nei 98 articoli troviamo misure per la semplificazione delle attività economiche, saldo delle fatture arretrate per le Pmi che vantano crediti con le Pubbliche Amministrazioni, nuove tutele per le microimprese, di-versi interventi per quanto riguarda professioni taxisti, farmacie, avvocati, notai, banche e assicurazioni (conti correnti, Rc auto) e Srl semplificate a un euro di capitale per i giovani che vogliono diventare imprenditori.

Il 20 febbraio scade la preiscrizione/tempi di scelta per giovani e famiglie

di Roberto Bertolini

Dopo la “stangata” il governo Monti propone una serie di misure che dovrebbero “slegare” le forze vive e dare impulso alla crescita.

Page 7: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 7 Primo Piano

“Ho ancora davanti agli oc-chi quegli istanti – spiega la signora Lorena – ricordo che ci trovavamo tutti e quattro al 3° ponte, e con i nostri figli stavamo seguendo lo spetta-colo di un mago. Ad un certo punto la bambina mi fa “guar-da mamma, il pavimento che pende”ma ancora faticavamo a capire perché e a renderci conto di quanto stesse acca-dendo. In pochi istanti, però, piatti, bicchieri, tavoli; tutto finì per terra ed è allora che la gente ha cominciato a ca-pire che c’era qualcosa che non andava. Da lì sono par-titi minuti convulsi, di grande agitazione”.Che cosa avete fatto, allo-ra?In quel momento suonò la si-rena di emergenza. Prima di iniziare la crociera avevamo partecipato ad una simula-zione di incidente durante la quale ci erano state date delle indicazioni sul come compor-tarci. Ricordandole, ci siamo recati subito nelle nostra ca-bina a prendere i giubbotti

salvagente e poi, su, veloci, al ponte 4, quello indicato per radunarsi in casi del genere.Che cosa avete pensato in quei momenti?Sono stati dei minuti lun-ghissimi, nei quali nessuno

sembrava avere l’idea di cosa era successo né di cosa si do-vesse fare. Ricordo che mio marito voleva scendere anco-ra in cabina a prendere le no-stre giacche e giubbotti, ma io avevo paura che tornando

sotto avrebbe potuto rimane-re bloccato e l’ho pregato di non farlo.Poi? Noi quattro siamo sempre rimasti uniti e questa era la cosa che ci dava maggiore forza. Penso cosa sarebbe ac-caduto se l’incidente ci aves-se sorpreso distanti.. Fatto sta che il motivo di maggiore inquietudine era di non sape-re in che posizione fossimo esattamente, “quanto mare” avessimo davanti. Dietro le scialuppe di salvataggio an-corate a mezz’aria, infatti, c’erano dei grossi teloni che ci impedivano di vedere le luci dell’isola e dunque non sapevamo nemmeno orien-tarci. Questo ci angosciava.Quanto tempo siete stati in quel punto? Un’ora e dieci circa, un tempo

che pareva interminabile, nel quale pensavamo a che cosa fare, senza essere rassicura-ti da nessuno. Del personale di bordo c’erano solo cuochi e camerieri che ne sapevano quanto noi e come noi ango-sciati e in preda al panico. In quei momenti ho chiesto ad un tedesco che era lì davanti a noi se sapesse nuotare; abbia-mo pensato di affidare a lui i nostri figli se le cose fossero andate male.Poi?Un’ora e dall’altoparlante di-cevano che non era nulla ma nell’aria si sentiva che c’era qualcosa di grave, di irrepa-rabile. Ricordo che fu un cuo-co a prendere l’iniziativa: era tesissimo, stufo di attendere chissà cosa in quella posi-zione. Fu lui, di fatto, a “de-cidere” di salire in scialuppa

e di andarcene. Siamo scesi a terra fra i primi e alle 11.20 eravamo sull’Isola del Giglio a seguire angosciati quanto avveniva sulla nave; ci han-no portato dapprima in una Chiesa, poi abbiamo passato la notte in un pullmann ver-so Porto Santo Stefano, la-sciandoci alle spalle il teatro del disastro. La mattina dopo eravamo a Savona.Ha riguardato nei giorni seguenti in Tv le immagini della sciagura e il “processo mediatico” al comandante Schettino?Devo dire che l’ho seguita molto poco in Tv, perché mi faceva molta impressione vedere la nave in quella po-sizione, e – nel ricordo della notte – anche l’acqua alta mi mette un certo senso di agi-tazione.La domanda è quasi d’ob-bligo. Tornerà in futuro in crociera?Ora come ora dico di no. La paura è stata tanta

“Una brutta avventura, ma ci siamo salvati”

La testimonianza

Il racconto di una famiglia di Roncone che ha vissuto il naufragio della Costa Concordia

C’era anche una famiglia giudicariese sulla Costa Concordia, la nave da crociera protagonista del tragico naufragio davanti all’isola del Gi-glio nel quale hanno perduto la vita 17 persone. Quel 13 gennaio 2012 i coniugi Fiore e Lorena Amistadi di Ron-

cone e i loro due figli non lo scorderanno probabilmente mai. La nave inclinata, i tavoli che “ballavano” sul pianale, la gente che strillava in preda al panico e quei lunghissimi minuti prima di prendere la via della scialuppa, la salvezza verso la terraferma.

di Roberto Bertolini

Direttore Ferrandi, ci spiega in breve il progetto History Lab? History Lab è un canale te-levisivo dedicato alla storia e alla memoria, nonché un ambito di riflessione sulla divulgazione di questi temi. Si tratta di un progetto spe-rimentale a vocazione labo-ratoriale della durata di tre anni. Chi coinvolge?Obiettivo del progetto è coinvolgere il territorio e, in particolare, associazioni o istituzioni che in Trenti-no si occupano di storia e memoria. Nello specifico, tra le prime produzioni, ci sono i Lab, pensati come un’esplorazione dietro le quinte del lavoro di tanti volontari e professionisti che ospita anche brevi con-tenuti autoprodotti dalle as-sociazioni stesse. Come avviene la pro-

grammazione e quali sono i contenuti?In questa prima fase di at-tivazione, History Lab sta sperimentando una pro-grammazione composta da una sequenza di frammen-ti audiovisivi e fotografici. Contenuti realizzati riela-borando materiali presenti negli archivi della Fonda-zione Museo storico del Trentino. Brevi biografie, super 8, aneddoti estratti dalle interviste ai testimoni, fotografie si alternano alle letture tratte dall’Archivio della Scrittura popolare. L’idea è quella di dar vita ad una narrazione compo-sita che mescola il parlato

con il linguaggio televisivo e lo stile del web. La pro-grammazione varia ogni settimana, attraverso l’inse-rimento di nuovi materiali. Ma non solo. Il continuum visivo e sonoro è interrotto ogni volta da un diverso do-cumentario a carattere sto-rico oppure da una puntata dei Lab. Come è possibile vedere il canale History Lab in Giudicarie?Per vederlo è necessario avviare una sintonizzazione automatica del televisore: History Lab viene trasmesso sul 602 del digitale terrestre o - in alcuni apparecchi - su un altro canale che riceve il

segnale. La programmazio-ne è iniziata lo scorso lune-dì 17 ottobre 2011.Ci fa un esempio di un programma che è andato in onda relativo alla zona giudicariese?Lo scorso dicembre è anda-to in onda in più program-mazioni il documentario “Spinale e manez: le antiche regole ritrovate”, oltre ai fil-mati d’epoca e alle intervi-ste ai personaggi che hanno vissuto particolari momenti significativi della storia del Trentino. Il documentario, realizzato dalla Fondazione Museo storico del Trentino nel 2010 con la regia di Lo-renzo Pevarello, attraverso

la testimonianza di alcuni regolieri (Zeffirino Castel-lani, Miriam Endrizzi, Elisa Fedrizzi, Pio Ferrari, Livio Giovanella, Angelo Cipria-no Leonardi, Battista Leo-nardi, Clemente Lorenzi, Cornelio Lorenzi, Giovanni Paoli, Livio Paoli), riper-corre la storia recente del-la “Comunità delle Regole di Spinale e Manez”. Una storia fatta di battaglie che questa piccola comunità ha dovuto sostenere nel corso del secolo scorso per far sopravvivere il suo “altro modo di possedere”.Associazioni o istituzio-ni del nostro territorio che si occupano di storia

e memoria che volessero partecipare con proprio materiale d’archivio come possono fare? History Lab è un progetto della Fondazione Museo storico del Trentino realiz-zato con l’editore televisivo OP.IM s.r.l., aperto ad idee e proposte che possono essere inviate a [email protected]. Verranno poi valutate e discusse assieme alla reda-zione.

Informazioni e contenuti:Tutti gli aggiornamenti sono disponibili su sito www.museostorico.it e sulla pa-gina Facebook dedicata ad History Lab.

History Lab: nasce il canale televisivo dedicato alla storia e alla memoria locale

Da poco è in onda sul canale 602 del digitale terrestre History Lab. un canale tele-visivo dedicato alla storia e alla memoria del Trentino e delle sue valli. Intervistia-mo Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico di Trento.

di Paola Bodio

Visibile sul Canale 602 del digitale terrestre è curato dal Museo storico del Trentino e parla di tematiche legate alle valli della provincia e delle Giudicarie

Foto scattata dalla famiglia Amistadi all’imbarco

Foto scattata dalla famiglia Amistadi all’imbarco

Page 8: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 8 FEBBRAIO 2012Un fatto importante suc-cesso alla vigilia di Nata-le è il prestito della BCE, Banca Centrale Europea, agli istituti di credito euro-pei. Cosa signifi ca e a cosa serve questa misura?La crisi ha subito più fasi l’ultima delle quali ha conta-giato il debito sovrano degli stati dell’area euro. Le ban-che hanno sempre investito in titoli di stato, considerati fi no a poco tempo fa molto sicuri, ma ora in questa fase non sono liquidabili nell’im-mediato senza di fatto porta-re delle perdite in conto ca-pitale. La BCE ha posto in essere dei fi nanziamenti, meglio sarebbe dire rifi nanziamen-ti, per le banche prenden-do a garanzia i titoli che esse hanno in portafoglio. Queste operazioni di rifi -nanziamento all’inizio ave-vano durata settimanale e mensile ma a dicembre il neo eletto governatore del-la Banca Centrale Europea Mario Draghi, ha esteso i fi -nanziamenti fi no alla durata di 3 anni al tasso dell’1%. Si è assistito a un fortissimo utilizzo di questo strumen-to, ed in primavera ci sarà un’altra asta, sempre a 3 anni. Questo è stato un se-gnale deciso ai mercati: in pratica è come se si fosse detto che se le banche han-no bisogno di soldi, la BCE è disponibile a prestar loro denaro.Bisogna comunque tener presente che la fonte princi-pale di approvvigionamento per la banca è il risparmio delle famiglie. Le banche locali stanno be-nefi ciando di questi presti-ti? Come verranno usati?Le casse rurali intermedia-no il risparmio e mano a mano che lo intercettano lo utilizzano per reinvestirlo sul territorio: in questo mo-mento siamo vicini ad una percentuale di impiego del 100% cioè si raccoglie 100 e si reinveste 100. Altre ban-che hanno usato una moda-lità più aggressiva: hanno raccolto 100 e poi hanno prestato magari 110 o anche 150 contando sul fatto che la liquidità fosse una risorsa senza fi ne, ma ora si sono dovute ricredere. Le casse rurali però, per loro missione e natura, non possono che usarli come hanno sempre fatto: la no-stra politica non è cambia-ta, continuiamo a sostenere l’economia delle Giudicarie, ovviamente facendo come sempre molta attenzione alla qualità del credito erogato e alle garanzie collegate Parliamo delle imprese lo-cali, com’è il quadro della situazione? Non si può dire che il quadro generale sia tutto deteriora-to, la situazione ora è a mac-chia di leopardo: ci sono aziende che continuano ad andare bene e magari vanno anche meglio di altri periodi storici. E’ anche vero che si prospetta un nuovo modello in cui il consumo non sarà l’unico driver. Fin’ora si è

sempre pensato che tutta la produzione sarebbe stata assorbita dal mercato, ora invece si pone molta at-tenzione alla sostenibilità, cioè le imprese producono pensando a quanto effetti-vamente venderanno. Le Giudicarie sono un ter-ritorio che aveva un basso tasso di fallimenti ed oc-cupazione piena ma oggi qualche azienda ha chiuso, inutile negarlo, però non c’è nessun settore in crisi permanente, come magari è accaduto in altre zone.E il sistema economico lo-cale nel suo insieme come sta affrontando la crisi?Intanto bisogna dire che sul mercato del lavoro non in-cidono solo i fallimenti, ma anche la cassa integrazione,

con i dipendenti che vengo-no lasciati a casa o che subi-scono una diminuzione del loro salario e di conseguenza del loro potere di acquisto.Le casse rurali dal 2008 han-no attivato alcuni strumenti di aiuto e facilitazioni: ri-negoziazione dei mutui, al-lungamento delle scadenze, sospensione delle rate….Il nostro territorio ha la fortu-na di avere un’economia mi-sta e differenziata che si sta difendendo meglio di altre zone anche in un periodo di crisi, anche se come dicevo prima ci sono situazioni in-negabili di sofferenza.In che modo la cassa rura-le Adamello Brenta si sta spendendo per sostenere l’economia locale? Cosa è cambiato dopo la crisi fi -

nanziaria di quest’estate e ancora in seguito alla ma-novra?Stiamo continuando a fare il nostro mestiere ma non nascondo che qualcosa va rimodellato: abbiamo l’ob-bligo di fare più selezione; non esistono risorse dispo-nibili per tutti.Le nostre politiche di cre-dito rimangono sostan-zialmente inalterate, ma le aziende devono sviluppare un rapporto di fi ducia bi-laterale con la Cassa: mai come in questo periodo sia-mo in forte relazione con i nostri clienti sulle proble-matiche reali che attana-gliano il nostro territorio per essere in grado di fare un quadro della situazione futura il più realistico possi-

bile. Per esempio si sta dan-do particolare attenzione ai fi nanziamenti nei settori delle energie rinnovabili, agricoltura , bioedilizia sia sul nuovo che sulle ristrut-turazioni , cioè quelle scel-te che seguono la direzione della sostenibilità, verso la quale il mercato economico si sta evolvendo.La manovra fi nanziaria di assoluta emergenza at-tuata fi no ad ora dal go-verno Monti che ha im-posto nuove tasse, come inciderà, nel concreto, sui risparmiatori? Abbiamo alcune preoccu-pazioni sugli sviluppi che la manovra porterà in quanto modifi cherà la propensio-ne al risparmio della nostra gente. Non c’era mai stata

una tassazione separata, al 20 per cento sulle obbli-gazioni e sui depositi nelle banche e al 12,50 per cento per i titoli di stato.La cosa che preoccupa maggiormente è il fatto che lo stato diventa più attraen-te per il risparmiatore, quin-di i fondi potrebbero venir dirottati altrove rispetto all’essere messi in cassa rurale. Dobbiamo capire se ci saranno dei cambiamenti nell’orizzonte del risparmio ma fi no ad oggi segnali evi-denti non ce ne sono stati, anche se si può intuire che questo accadrà. Le banche sapranno comunque adat-tarsi, dovranno farlo.Oggi un socio o un cliente risparmiatore che viene in Cassa Rurale ha la possibi-lità di trovare tutto quanto necessita per la salvaguar-dia del suo risparmio, pro-dotti sicuri e soprattutto la nostra disponibilità ad assi-sterlo in scelte importanti e consapevoli.

La Comunità di Valle ha cancellato in un colpo solo le 40 tariffe diver-se che i 39 comuni giudicariesi ap-plicavano allo smaltimento rifi uti. Complice il raggiungimento dell’in-centivo provinciale per le Comunità che avessero attivato il sistema con il primo gennaio 2012 – quantifi cato in 300.000 euro annui - si è superato a fi ne gennaio l’insidioso scoglio della conferenza dei sindaci che ha appro-vato all’unanimità la convenzione e il relativo regolamento per l’introdu-zione di una tariffa unica sui rifi uti per tutte le Giudicarie. Non si tratta solo di una notevole semplifi cazione burocratica e l’ac-centramento di un servizio che ha decisamente più senso se organizza-to in maniera sovracomunale, ma la misura dovrebbe portare anche più equità fra i cittadini giudicariesi. D’altronde ben quaranta tariffe di-verse per trentanove amministrazioni – non è un errore, le tariffe sono una in più dei comuni perché Ragoli ne aveva due, una per l’abitato e un’al-tra per i territori di sua competenza dislocati a Madonna di Campiglio – per di più calcolate su dati del 2008 che poco tenevano conto dell’ingen-te sforzo di alcuni comuni messo in campo in anni più recenti per attivare una raccolta differenziata signifi cati-va, non potevano che provocare delle

disparità di trattamento assurde. Ne risultava quindi, che a parità di componenti e superfi cie abitata, un nucleo famigliare pagava un con-to molto diverso se risiedeva, per esempio, a Praso rispetto a Tione. I tecnici della comunità di valle ben si guardano dal rivelare chi pagava di più e chi meno – pare vi siano state differenze fi no al 25% - quello che si sa dalle simulazioni sulla prossi-ma bolletta rispetto alla precedente è che il 42% degli utenti non vi troverà

grosse variazioni, un 28% avrà una riduzione, un 22% di utenti troverà una bolletta leggermente più salata e un 6% decisamente più cara. Qual-che ritocco potrebbe esserci dal 2013 quando le chiavette elettroniche sve-leranno dati precisi sui conferimenti di ognuno di noi. Un’unifi cazione alla quale si è arri-vati per gradi, partendo un anno fa da una percentuale di raccolta diffe-renziata in Giudicarie fra le più basse del Trentino – solo il 59%, roba da

maglia nera - e passando per l’inte-ra riorganizzazione del sistema. Lo scorso anno sono arrivate le calotte sui bidoni del “secco”, i controlli più serrati dei vigili, qualcuno ha pensato alle telecamere per pizzicare i furbet-ti e la discarica di Zuclo ha montato un impianto per creare energia dal biogas prodotto dai rifi uti. Il 2012 porterà la nuova bolletta, alla quale hanno contribuito tutti questi cam-biamenti. In comunità promettono che il sistema è più effi ciente e sarà anche più equo; la prima e più imme-diata conseguenza è che la responsa-bilità sulla salvaguardia del territorio viene demandata direttamente ai cit-tadini, che riusciranno a risparmiare se questo potere se lo prenderanno a carico.Come? Facendo due cose: differen-ziando di più, quindi riducendo il “secco” e di conseguenza le aperture della calotta, che gravano sulla parte variabile della bolletta; attivando il compostaggio domestico che verrà premiato con una riduzione del 20% sulla quota fi ssa della tariffa. L’obiet-tivo in Comunità è ridurre a una me-dia di 120 chili di residuo a perso-na quei 148 chili misurati nel 2011, dopo aver cancellato il dato orribile registrato nel 2010: quasi 180 chili di rifi uto secco a testa.Denise Rocca

Economia

Marco Mariotti, direttore della Cassa Rurale Ada-mello Brenta, prosegue il nostro tentativo di spiega-re i passaggi di una crisi economica che arriva nelle case ma corre troppo veloce per essere afferrata im-mediatamente nella sua complessità. Mariotti, fer-

rarese classe 1965, vive in Giudicarie dal 1976; dopo parecchi anni di esperienza alla Trento e Bolzano è diventato nel 2005 direttore generale della Cassa Rurale Adamello Brenta che conta oggi 14 fi liali e 70 dipendenti.

Ruolo delle Casse Rurali sempre più fondamentale

Mariotti, Cr. Adamello-Brenta: “La diffi cile situazione della fi nanza pubblica evidenzia la centralità degli istituti di credito cooperativo

di Denise Rocca

Ecco la nuova tariffa rifiutiPiù omogenea, sostituisce le 40 in vigore fi no al 31 dicembre 2011

I NUMERI3.120.000 euro i costi fi ssi del trattamento dei rifi uti1.600.000 euro i costi variabili del trattamento dei rifi uti120 kg di rifi uto “secco” annuale a testa: l’obiettivo da rag-giungere124.000 euro i costi per la sola cernita della plastica145 € il costo di smaltimento, al netto del trasporto, di una tonnellata di “umido”-20% sulla quota fi ssa in bolletta per chi effettua il compo-staggio domestico-50% sulla quota fi ssa in bolletta per le Ca’ da Mont

Marco Mariotti

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FEBBRAIO 2012 - pag. 9 Sanità

Allora Sartori, la sua tesi è che la Provincia tenda a depotenziare progressiva-mente la struttura di Tio-ne?Guardando all’attuale situa-zione viene da pensare di sì. Nonostante le rassicura-zioni dell’assessore Rossi, mi sembra che su Tione si vada avanti alla giornata, senza una vera prospettiva di medio o di lungo perio-do. Ora infatti vanno fatte scelte, dobbiamo capire che cosa fare di questa struttura e uscire dal limbo attuale: vogliamo potenziarla cre-dendoci e investendo sulle professionalità o vogliamo farla diventare solo un gran-de pronto soccorso per poi riferirci a Trento e Rovereto per tutto il resto? Ma sembra che si preferisca restare “a mezza via”.

Pensa che l’attuale fase di costruzione del Not (Nuovo ospedale Trentino) a Tren-to infl uisca su questo “di-sinteresse” verso Tione?Può darsi, perché di certo assorbe energie e risorse e questo è comprensibile. Però, meno comprensibile è che si parli continuamente di “rete” provinciale di ospeda-li con un “centro” forte e gli ospedali periferici specializ-zati ciascuno in un partico-lare settore, una prospettiva anche condivisibile, quando poi nella realtà si fa tutto il contrario. Tione, ad esem-pio, essendo vicino a Pin-zolo e Campiglio, potrebbe specializzarsi in ortopedia,

ma anche da questo punto di vista non vi sono segnali in-coraggianti.Ma questa situazione di “presunto ridimensiona-mento” è propria solo di Tione o è comune anche ad altri ospedali periferici?Si tratta certo di problemi comuni, penso a Cavalese, o a Borgo, con la chiusura del punto nascite, è chiaro che in un clima di minori risorse ci

siano problematiche di que-sto tipo e quanto sia diffi cile convincere le “professiona-lità” a lavorare in periferia. Certo però in Giudicarie la situazione è peggiore an-che perché i rappresentanti politici della zona sono del tutto disinteressati al pro-blema. Pensi che di questa situazione che ho segnalato si è occupato con un’inter-rogazione Giorgio Leonar-

di, consigliere provinciale del Pdl che è di Rovereto, mentre Margherita Cogo e Roberto Bombarda, che rap-presentano le Giudicarie in Consiglio provinciale, non se ne sono neanche interes-sati. Anche a livello di Co-munità di Valle non si fa più di tanto. L’assessore Oli-vieri dice che va tutto bene, ma di fatto la Comunità non conta niente nel settore sa-

nità perché è Trento che decide. Il “Consiglio per la salute” costituito dalla pre-sidente e dai sindaci, poi, serve a poco; infatti, avendo inserito i sindaci e non gli assessori alla sanità, accade che questo organismo venga affrontato spesso in manie-ra sbrigativa come “appen-dice” della Conferenza dei sindaci, sminuendone di fat-to la portata.

Dunque qual’è l’appello che proporrà ai suoi colleghi as-sessori comunali alla salute?Usciamo da questa situazione di “provvisorietà permanente” dell’ospedale di Tione, faccia-moci sentire compatti dall’as-sessore Rossi, rimarchiamo l’importanza del servizio sa-nitario in periferia e non solo sull’Asta dell’Adige. In sanità non devono esistere cittadini di serie A e di Serie B. (r.b.)

L’Ospedale di Tione va verso un rapido de-clino, nel disinteresse dei rappresentanti politici giudicariesi a Trento. Ne è convin-

to Ermanno Sartori, assessore alla salute del comu-ne di Condino e “cittadino preoccupato della china presa dalla situazione della sanità giudicariese”. “Prendiamo ad esempio i parti verifi catisi a Tione nel 2011, che sono stati 222, in calo di 14 unità dal 2010, e di 80 se raffrontati ai dati del 2004”– spiega Sartori in un documento che farà girare nelle prossime settimane nei consigli comunali delle Giudicarie. Ma questo, secondo Sartori, è solo un dettaglio che ancora non spiega la situa-zione generale di disagio del nosocomio tionese. L’assesso-re di Condino - “ferrato” sulla tematica sanità per essere

stato segretario di Remo Andreolli, nella scorsa legislatu-ra assessore provinciale alla Salute – punta il dito sulla mancata sostituzione di 4 “pezzi da 90” dell’ospedale di Tione, ossia i primari Papa, Gallucci, Picone, Battaia, re-centemente andati in pensione (senza dimenticare l’addio di Pongetti, primario di ginecologia, a maggio del 2010) che ha lasciato secondo Sartori l’ospedale “sguarnito” di fi gure dirigenziali. “Ora – dice - c’è un primario a sca-valco, che garantisce l’amministrazione della struttura e lo svolgimento delle sue funzioni, e si tratta certo di una professionalità forte, ma tutto ciò ci segnala solamente la mancanza di programmazione a livello provinciale sugli ospedali periferici. Mi sembra più un commissario liqui-datore della struttura”.

“Ospedale di Tione all’abbandono”La critica di Ermanno Sartori, assessore di Condino: “Situazione preoccupante,

nel silenzio dei nostri rappresentanti locali Cogo e Bombarda”

«Non vi sarà alcun com-missario liquidatore per l’Ospedale di Tione». A ri-badirlo l’Assessore alla Sa-lute e alle Politiche Sociali della Pat Ugo Rossi alla Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini. A rafforzare le parole di Rossi l’incontro avvenuto nei giorni scor-si tra i vertici dell’azienda sanitaria provinciale nella persona di Luciano Flor, del Distretto sanitario - Pa-trizio Caciagli e dell’As-sessore competente Luigi Olivieri, che ha confermato gli impegni già presi con

amministratori e cittadini nell’assemblea pubblica te-nutasi nella Casa della Co-munità delle Giudicarie nel settembre 2011.«Sono già stati banditi i concorsi per i tre primariati (ginecologia ed ostetricia, chirurgia e anestesia): a feb-braio ci sarà la loro elezio-ne ed a marzo verrà nomi-nato il direttore sanitario», scandisce i tempi l’Asses-sore Rossi che puntualizza: «Quando facemmo l’anno scorso, l’incontro pubblico inerente al futuro dell’Ospe-dale nessuno pensava che tre primari, di cui uno rive-

stiva pure il ruolo di diret-tore sanitario, si sarebbero pensionati». Sta di fatto che c’è stata un’accelerazione, forse propiziata anche dal-l’incedere della riforma del-le pensioni varata dal go-verno Monti, che ha indotto anche nella classe medica alcuni primari a propende-re per l’anticipo dell’uscita dal lavoro. «Pertanto, è sta-to temporaneamente affi da-to l’incarico per tamponare questa emergenza, a medici di altri ospedali in modo da garantire la continuità nelle prestazioni e per permette-re all’Azienda Sanitaria di porre in essere gli atti am-ministrativi necessari per ricoprire i posti vacanti».Quindi, non “abbandono della periferia”, ma una soluzione temporanea che traghetterà ad una situazio-ne stabile nella quale ogni reparto potrà contare su un nuovo primario. Con rife-rimento poi nello specifi co al punto nascita di Tione, a febbraio prenderà servizio un ulteriore ginecologo in ostetricia che andrà ad af-fi ancare i tre già operanti, per potenziare un reparto che, pur negli avvicenda-menti degli ultimi anni, ha visto un calo delle nascite

legato di fatto al trend de-mografi co ed in linea con la tendenza provinciale.«Prospettive e risultati con-fortanti – fa sapere la Co-munità delle Giudicarie - ottenuti soprattutto grazie alla dedizione del Consi-glio della Salute della Co-munità delle Giudicarie, con cui la Presidente Pa-trizia Ballardini, i Sindaci delle Giudicarie e l’Asses-sore Luigi Olivieri hanno lavorato per monitorare la “questione Ospedale” e per farsi carico di una serie di istanze provenien-ti dal territorio, pur non avendo una delega specifi-ca in materia di sanità».A questi va aggiunta la buona notizia che «i lavori di ammodernamento del-l’Ospedale proseguono se-condo quanto previsto nel secondo lotto e la Giunta provinciale ne ha già ga-rantito il fi nanziamento ne-cessario».Uno dei progetti più ambi-ziosi della Comunità di val-le che porterà benefi ci evi-denti ai giudicariesi sarà il PUA, il Punto Unico di Accesso, che permetterà a tutti i cittadini di avere un referente unico per quanto riguarda salute e assistenza

sociale, che indirizzerà gli utenti, secondo i bisogni, ai servizi più appropriati. Un modo per semplifi care e per razionalizzare il sistema che si sta delineando gra-zie al lavoro del Comitato di Programmazione socio-sanitaria, impegnato anche nel risolvere al meglio la richiesta pervenuta dal-le Giudicarie Esteriori di avere un effi ciente Centro Diurno per anziani.Inoltre «costruire una rete con i medici di medicina generale, i pediatri di libe-ra scelta, i farmacisti, sta diventando basilare per po-ter monitorare il territorio e per valorizzare le risorse umane che già vi operano» sottolinea l’Assessore Oli-vieri. In questo modo diven-ta più semplice affrontare le questioni particolari aperte su più fronti, che vanno dalla Casa della Salute di Storo alla richiesta di un centro poliambulatoriale di Pinzolo, dalla dislocazione delle Guardie Mediche ai rapporti di collaborazione con le Rsa.Molti aspetti che verranno vagliati dal Consiglio della Salute della Comunità, che sarà convocato il 20 feb-braio.

«Non vi sarà alcun commissario liquidatore per l’Ospedale di Tione!»

A ribadirlo l’assessore provinciale alla Salute Ugo Rossi L’assessore Ugo Rossi

Ermanno Sartori

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pag. 10 FEBBRAIO 2012

Per il commercio la stessa musica. Il Trentino non deve diventare Las Vegas – han-no detto in Provincia. C’è lo spauracchio dell’invasione dei grandi centri commercia-li. Ma in questi anni la Provin-cia che ha fatto per evitare le politiche espansionistiche dei grandi gruppi commerciali ?Di liberalizzazioni tutti parla-no, a cominciare dal presiden-te della Provincia Dellai, ma

poi – come ha scritto Luisa Patruno dell’Adige, una del-le poche giornaliste trentine che ogni tanto riesce a dare un pizzicotto, ma piccolo picco-lo, ai nostri governanti, si fa di tutto per affossarle o perlome-no evitarle. “Non siamo l’ombelico del mondo” ha scritto il collega Toni Visentin parlando del-l’Autonomia dell’Alto Adi-ge. Il discorso vale anche per

il Trentino. Però a forza di guardare l’ombelico dell’Au-tonomia alcuni politici – anzi parecchi, forse troppi – si sono auto convinti di essere i Migliori e di dover, proprio in nome dell’Autonomia, de-rogare da norme e situazioni comuni nel resto del Pae-se. Da questi atteggiamenti emerge una forte volontà di conservare posizioni di pote-re e di non mettere a rischio

gli equilibri, i meccanismi, le scatole cinesi che la politica trentina negli ultimi dieci anni ha creato, in una parola di non mettersi in discussione. Para-frasando una famosa frase del giudice Borrelli si potrebbe dire che la parola d’ordine di molti trentini è ormai questa : “ Resistere, resistere, resiste-re”. Resistere ai cambiamenti, resistere alle norme se queste arrecano scompensi all’ordine

stabilito, resistere in nome di interessi personali e di lobby.

CIRCOSCRIZIONI: facile prendersela con i più piccoliQuesta querelle sui costi delle circoscrizioni, quelle di Rove-reto e di Trento, è penosa. Si fa presto e ci vuole poco co-raggio a prendersela con i più piccoli, cioè le circoscrizioni, quasi che gli sprechi della po-litica fossero annidati dentro questi organismi democratici. Su questo siamo d’accordo col presidente Dellai. Proba-bilmente queste circoscrizio-ni costano meno dei fondi “senza controllo” assegnati ai gruppi consiliari provincia-li e regionali, ma qualcuno, sindaci di Trento e Rovereto, nonché il presidente del Con-siglio comunale di Trento, fanno coro per dire : tagliamo le indennità alle circoscrizioni o comunque riduciamole. Nel momento in cui la crisi dei partiti non permette ai cit-tadini di avere canali di parte-cipazione e comunicazione, nelle città di medie dimensio-ni come Rovereto e Trento, le circoscrizioni rappresen-

tano un valido strumento per coinvolgere i cittadini. Non si capisce allora l’accanimento contro questi soggetti, né tan-to meno il sindaco di Rovereto Miorandi, che proclama “ Via tutti i compensi “. Sì ma com-preso il suo, quello del suo collega di Trento Andreatta e pure quello del presidente del Consiglio comunale di Trento Pegoretti. Quelle di Pegoretti, Miorandi ed Andreatta sì che sono indennità pesanti e co-stose.

LA BUROCRAZIA PROVINCIALEGiampaolo Andreatta, grande dirigente all’epoca creativa di Bruno Kessler, ha scritto di recente che i trentini amano sempre meno la Provincia e la sua burocrazia. Non stentia-mo a crederlo. Come si fa ad amare una burocrazia che si è fatta “casta” con stipendi pari o superiori a quelli dei politi-ci e che si auto perpetua con ricchi incarichi che il governo provinciale non esita a distri-buire ai suoi fedelissimi.Il Pd ha proposto ora, attra-verso il giovane e bravo Luca Zeni, un disegno di legge per velocizzare la burocrazia pro-vinciale che prevede – tra l’al-tro – anche la possibilità che il dirigente paghi di tasca sua i ritardi previsti per l’istruttoria nelle pratiche. Dobbiamo dire che comin-cia a piacerci questo Pd, anche perché ci pare ultimamente l’unico partito all’interno del-l’attuale maggioranza in gra-do di uno scatto in direzione della trasparenza, dell’effi-cienza, della moralizzazione della politica.A suo merito registriamo la richiesta di trasparenza nel-l’assegnazione di incarichi pubblici, dentro e fuori le molto società partecipate della Provincia. E ancora la richiesta di riduzione di queste stesse Società parte-cipate. Ora mette nel mirino la burocrazia provinciale. Bene. Vorremmo suggerire a Luca Zeni qualche altra iniziativa, come ad esempio il divieto per i dirigenti provinciali che vanno in pensione di avere, per almeno cinque anni, in-carichi o consulenze dalla Provincia o dalle Società partecipate. E ancora vietare che i dirigenti in carica pos-sano avere incarichi di rilie-vo nelle Società controllate dalla Provincia. E ancora un disegno di legge che vie-ti a chi ha avuto condanne penali passate in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione di potersi candidare. Il discorso vale a Roma ma anche a Trento e sarebbe un bel segno per fare un po’ di pulizia.

Rubrica

Malumori e contrasti stanno destabilizzando il clima al-l’interno del Val Rendena Ski Club di Pinzolo, in particolare i rapporti tra i vertici sociali e alcuni genitori i cui figli, fino a poche settimane fa, si alle-navano e gareggiavano con lo sci club presieduto da Marco Povinelli. Il motivo? L’allon-tanamento, i primi giorni di dicembre, alla vigilia della stagione agonistica, del mae-stro di sci Mauro Armani, dall’autunno 2008 stimato e apprezzato allenatore dei giovani atleti delle categorie “allievi” e “ragazzi”. Il cambiamento, improvviso e inaspettato, non è stato ac-cettato da alcuni genitori che hanno appoggiato l’operato di Armani e sostenuto il suo reintegro, fino all’estrema de-cisione di lasciare il “Val Ren-dena”, chiedendo lo svincolo dalla società dei figli-atleti.L’allontanamento dell’allena-tore, secondo molti genitori ingiustificato e ingiusto, si inserisce in una vicenda com-plessa che vede, sullo sfon-do, l’arrivo a Pinzolo di una nuova scuola di sci: l’Italian Ski Academy che ha aperto i battenti lungo viale Bolo-gnini all’inizio dell’inverno, interrompendo il “monopo-lio” della Scuola Italiana Sci Pinzolo. Proprio le pressioni esercitate da quest’ultima sul direttivo del Val Rende-na Ski Club, “reo” di far la-vorare un allenatore di sci, Mauro Armani, appartenente

alla scuola concorrente, sa-rebbero state la vera causa del licenziamento. Da parte sua, il presidente Povinelli, con l’intento di fare chiarez-za sulla vicenda, nei giorni scorsi, sul sito dello sci club www.vrsc.it, ha pubblicato una lettera nella quale imputa l’allontanamento di Armani a “frizioni con altri tecnici”, a un “rapporto logoratosi nel tempo”e a “manchevolezze” da parte dell’allenatore che non avrebbero nulla a che fare con le pressioni, tuttavia ammesse dallo stesso Povi-nelli, della Scuola Italiana Sci Pinzolo. Il presidente del Val Rendena, all’inizio della lettera, esordisce scrivendo di “un periodo travagliato e sofferto per la nostra socie-tà” e poi aggiunge: “Mauro Armani comunicò lo scorso ottobre la sua decisione di interrompere il rapporto con la Scuola Italiana Sci Nazio-nale di Campiglio per passare all’Italian Ski Academy che aveva aperto una nuova filiale a Pinzolo.

Tale cambio di casacca, non-ché l’apertura di una nuova scuola concorrente, creò non poco scompiglio negli am-bienti “Pinzoleri”, soprattutto quelli legati alla Scuola Italia-na Sci Pinzolo, la quale, alla fine di novembre, espresse tutto il proprio disappunto per il fatto che collaboratori della Italian Ski Academy prestas-sero la loro opera anche per il Val Rendena Ski Club. Tale insoddisfazione da parte della Scuola Italiana Sci Pinzolo si manifestò con minacce e pres-sioni su tutto il direttivo del-lo Ski Club affinché venisse “rimosso” l’allenatore Mauro Armani. Non condividendo né le tesi né tanto meno i metodi della Scuola Italiana Sci Pin-zolo, la nostra società, dopo vivace e ponderata discus-sione, decise di riconfermare la piena fiducia all’allenatore Mauro Armani schierandosi in sua difesa e in difesa del principio della libera e leale concorrenza. Purtroppo pro-prio in quei “giorni caldi” di inizio stagione e con una si-

tuazione di notevole tensio-ne, successe l’ennesimo spia-cevole episodio riconducibile al comportamento di Mauro Armani”. Quest’ultimo chie-se di farsi sostituire all’alle-namento per motivi di lavoro con la nuova scuola.Per i genitori la questione ri-mane aperta. Anche perché, alcuni giovani promettenti sciatori si trovano alla vigilia della prima gara con l’allena-tore, ma senza squadra. “Questa sarebbe stata la quarta stagione con Mauro – spiega Aldo Amadei, uno dei genitori che non ha ac-cettato l’allontanamento da un giorno all’altro dell’alle-natore – i ragazzi si trova-vano molto bene con lui e se sono emersi alcuni problemi si potevano risolvere senza arrivare al licenziamento. Il cambiamento avvenuto ad inizio stagione non è stato fatto per il bene dei ragazzi, ma solamente per interessi di parte, che non c’entrano nul-la con l’attività del Val Ren-dena Ski Club. Dieci giorni

prima delle gare i nostri figli si sono trovati con allenatori mai visti, ma soprattutto sen-za il loro allenatore, con il quale hanno sempre lavorato ottimamente. In un secondo tempo – aggiunge Amadei – abbiamo chiesto che i no-stri ragazzi potessero conti-nuare ad allenarsi con Mau-ro, sostenendo noi le spese del maestro, ma continuando a gareggiare con i colori del Val Rendena e ad utilizzare le piste di allenamento gestite dallo sci club. La richiesta ci è stata negata. L’unica cosa che ci hanno concesso è stata lo svincolo dei nostri figli dal Val Rendena. A questo punto abbiamo chiesto la collabora-zione dello Sci Club Bolbeno, che ringraziamo, ma anche in questo caso devo rilevare che dopo una prima risposta po-sitiva e favorevole, Bolbeno, con un cambiamento all’ulti-mo minuto di cui non com-prendiamo il motivo, è torna-to sui suoi passi e ci ha detto no. Alla fine di questa spiace-vole vicenda i ragazzi sono stati tesserati dallo Sporting Campiglio, che ringraziamo, e così possono allenarsi con Armani e partecipare alle gare. Mi sovviene però una domanda – conclude Amadei – ma perché non guardiamo mai al bene dei ragazzi, dei giovani, degli atleti, ma solo e soltanto agli interessi perso-nali? Il futuro è nei giovani, ma con l’insegnamento ade-guato degli adulti”.

Spaccatura all’interno del Val Rendena Ski Club

IL CASO

Resistere, resistere, resistere

Politologi di razza, a partire da Galli della Loggia, hanno evidenziato come uno dei mali di questo paese italiano sia lo spirito

di conservazione e di difesa strenua dello status quo. Da qui, di conseguenza, la forza delle caste ( non c’è solo quella politica ) e più in generale la scarsa propensione all’innovazione, quella cultu-rale e politica, innanzitutto. Il Trentino non è meno del resto d’Italia. E chi pensa che l’Autonomia sia strumento e stimolo per orizzonti migliori una riflessione critica la dovrebbe fare. Qualche esempio.Il Governo Monti impone una forte purga con sacrifici per tutti ( o quasi ) ed il Trentino su-bito protesta perché si mettono in discussione alcune decine di milioni. “ Le tasse sono nostre “ si strilla in piazza Dante quasi che non si im-ponesse anche per noi un dovere di solidarietà nazionale. La concessione dell’Autostrada del Brennero scade e le normative europee impon-gono la gara pubblica. Ma figuriamoci! Anche qui una cagnara politica e istituzionale, quasi che il Trentino fosse un libero Stato all’interno dell’Europa. Il Governo Monti prospetta più in generale l’esigenza di “ liberalizzare”, dai tra-sporti al commercio. Levate di scusi a non fini-re. Per i trasporti guai a toccare il monopolio della Trentino Trasporti, dimenticando che il piccolo ma coraggioso Comune di Lavis quando qualche anno fa sfidando i poteri forti andò a gara per il servizio urbano risparmiò qualcosa come mezzo milione di euro all’anno.

Contrasti tra genitori e vertici del sodalizio

di Ettore Zampiccoli PORTO FRANCO

Page 11: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 11

A lui il compito di riorga-nizzare la sezione giovanile del Patt, che conta oggi circa 300 tesserati in tutto il Tren-tino. “Un mandato che mi accingo a svolgere con grande impegno e a cui tengo molto – spiega Simone – in un partito che ne-gli ultimi anni ha visto avvici-narsi molti giovani, che sono passati dai 50 del 2008 ai 300

di oggi, e molti nuovi tesserati anche fuori dagli ambiti terri-toriali “storici” degli autono-misti”.Come ti sei avvicinato al Patt?La politica mi ha sempre in-teressato fin dalle superiori; però all’inizio anche con gli amici si discuteva e si se-guiva sui giornali soprattutto del piano nazionale. Con le

provinciali del 2008 ho avu-to modo di conoscere il Patt e la politica trentina, tramite Ugo Rossi e Franco Panizza e Daiana Boller, allora segre-taria del gruppo giovani. Così ho partecipato nel 2009 alla stesura della tesi congressua-le e nello stesso anno sono di-ventato tesoriere; questo l’in-gresso “ufficiale” nel partito.Quali sono stati i passi suc-

cessivi?Abbiamo guardato con alcuni amici alla situazione in Giu-dicarie. A parte a Pinzolo e Val del Chiese non c’era mol-to, dunque abbiamo pensato di dare vita ad una sezione unitaria della nostra zona, an-che grazie ad alcune persone conosciute nell’assemblea in Comunità di Valle. In un anno l’abbiamo fondata con successo, con forte presenza di giovani (a Tione metà del direttivo è under 30) e questo è un bel segnale; siamo circa 80 e il coordinatore locale è Ruben Bellotti, di 20 anni.Ok, ma perché il Patt e non un altro partito?Mi sono avvicinato a questo movimento perché sono sem-pre stato legato alla storia e alle tradizioni, al mio paese

Saone e al mondo del volon-tariato trentino; sono tutti va-lori che non si ritrovano nei partiti nazionali, ma nel Patt sì. Un discorso a parte merita il tema autonomia; si tratta di un concetto forte e radicato che nasce attraverso un per-corso storico molto signifi-cativo. Questa storia, però, a scuola non te la insegnano e l’ho conosciuta veramente solo nel Patt, me ne sono ap-passionato e ho deciso di dare il mio contributo per portarla avanti.Il Patt dunque si rafforza anche in Giudicarie.Sì, ora finalmente c’è un grup-po, che vogliamo rafforzare col tempo. Alle elezioni della Comunità di Valle abbiamo superato la soglia “psicologi-ca” del 10% e questo è già un bel segnale che ci dà fiducia.Parlaci un po’ del gruppo del giovani del Patt a livello trentino.Ok. Si tratta di un gruppo cre-sciuto fortemente negli ultimi 3 anni, dai 50 del 2008 ai 300 attuali, distribuiti su tutto il territorio trentino, con il qua-

le lavoriamo per dare delle proposte importanti e signi-ficative al partito, soprattut-to pensando ai giovani, alle loro esigenze ed aspirazioni. Schematizzando in pochi punti pensiamo che rispetto ai giovani la politica provin-ciale debba mettere al centro della propria azione: in pri-mis un’attenzione più forte rispetto al piano nazionale, puntando su formazione e scuola e meritocrazia; incen-tivare esperienze di appren-dimento all’estero; favorire però l’opportunità di spendere le conoscenze acquisite fuo-ri provincia sul territorio, e dunque soprattutto nelle valli più periferiche; accentuare in questo senso le politiche che guardano al territorio come risorsa da rispettare. Questi in estrema sintesi i punti su cui lavoreremo per dare il no-stro contributo. Ma ci saremo anche per dire che il Patt è sì storia e tradizione, ma porta un messaggio assolutamente attuale e che guarda al futuro, reinterpretando la realtà attra-verso il Dna del Trentino. r.b.

Perù, Argentina, Messico, Uruguay, Brasi-le, Stati Uniti, Sud Africa. Sono solo alcu-ni dei territori “colonizzati” dai trentini nel corso delle loro migrazioni verso terre più floride con il bagaglio della speranza e la voglia di migliorare la propria condizione di povertà.In più di un secolo di migrazioni la popo-lazione trentina ha avuto la necessità di abbandonare la propria terra alla ricerca di lidi che offrissero maggiore sicurezza per se e per la propria prole. In qualche cir-costanza le condizioni sono migliorate, in altre la delusione ha caratterizzato un viag-gio di sola andata nel quale erano riposte maggiori aspettative. Che si trattasse della terra promessa o di una scatola di sabbia, gli intrepidi migranti hanno cercato in ogni modo di condurre una vita decorosa e de-gna di tale nome, spesso facendosi forza a vicenda. Si sono sviluppati un po’ ovunque circoli di trentini, luoghi di ritrovo per in-dividui di ogni età accomunati dalle mede-sime radici e da un pizzico di nostalgia per la terra d’origine. La Provincia autonoma di Trento da tempo si adopera a favore dell’emigrazione tren-tina sostenendola e implementando inizia-tive culturalmente efficaci e di grande inte-resse ed adesione. In tale ambito si ricorda l’interscambio culturale che ogni anno vie-ne promosso per permettere a giovani ra-gazzi trentini di soggiornare nei luoghi che hanno accolto i loro conterranei e ai figli e nipoti dei trentini emigrati di poter tornare a casa, spesso per la prima volta.Questa iniziativa raccoglie ogni anno gran-di consensi da parte di partecipanti, istitu-zioni e persone esterne. Io stesso posso portare la mia testimonianza a corollario di questa iniziativa ricordando ancora con piacere il mio soggiorno nelle vicinanze di Syracuse (NY) nei pressi della quale è pre-sente una nostalgica comunità di trentini che si ritrova in un allegro circolo.Parlano il dialetto i nonnini d’oltreoceano

e un inglese con un marcato accento trenti-no, con l’italiano litigano parecchio. I figli si arrangiano e si fanno capire come posso-no nella nostra lingua, mentre, purtroppo, i nipoti utilizzano solo qualche parola mal pronunciata.L’occasione per loro consiste nella scoper-ta di quella terra all’apparenza così lontana e figlia di racconti ormai dimenticati che, magari, non avrebbero la possibilità di raggiungere mai nella loro esistenza. Per i giovani trentini l’opportunità di un viag-gio che racchiude un così elevato tasso di esperienza di vita è un occasione che va sfruttata fintanto che se ne presenta l’oc-casione.Il programma di interscambio prevede l’arrivo dei ragazzi oriundi per tre settima-ne nel corso dell’estate, mentre l’esperien-za dei giovani trentini all’estero, presso le famiglie di origini trentine, avviene in data da concordarsi nel corso dell’anno succes-sivo. Per quanto riguarda le spese di viag-gio, la Provincia sostiene la quasi totalità di esse.Per quanto riguarda le adesioni, con lo scoccare del nuovo anno si sono aperte le iscrizioni per una nuova avventura. Chi fosse interessato può trovare la moduli-stica e le informazioni necessarie sul sito internet www.mondotrentino.net. Il termi-ne ultimo è fissato per la fine del mese di febbraio.Un’esperienza riservata ai giovani mag-giorenni di età non superiore ai trentasei anni. E’ un’occasione per arricchire il pro-prio bagaglio culturale, per conoscere nuo-vi amici, per incontrare nuove culture, per divertirsi in compagnia.Questa imperdibi-le opportunità è scarsamente pubblicizzata soprattutto a livello giudicariese ed è per questo che pochi giovani delle nostra zona hanno la possibilità di parteciparvi. Qual-cuno l’ha fatto e ne è rimasto entusiasta.

Andrea Tomasini

Politica

Dal 22 gennaio il movimento giovanile del Patt ha un nuovo segretario, Simone Marchiori. La notizia è che si tratta di un giudicariese, e che il Partito di Ugo Rossi e Franco Panizza abbia “pescato” fuori dalle abituali “roc-caforti” autonomiste come Val di Non e Alta Valsugana, scegliendo un ragazzo di Saone. “Si tratta, penso – spiega Simone – di un riconoscimento

anche al lavoro che abbiamo fatto come sezione giudi-cariese, che abbiamo ampliato fuori dalle consuete aree di Pinzolo e Val del Chiese, coinvolgendo nuovi tesserati anche nella Busa di Tione e nelle Esteriori”. 24 anni, laureando nella specialistica in Scienze Storiche, Simone è consigliere nell’assemblea della Comunità di Valle.

Gli autonomisti “pescano” in Giudicarie

Simone Marchiori di Saone è il nuovo segretario del movimento giovanile del Patt

Viaggiare, un’opportunità imperdibile per i giovani

Viaggio con pulmino da TIONE

il Giovedì e la Domenica

L’esperienza indimenticabile che può offrire un interscambio culturale nelle terre dove emigrarono i nostri avi

Da sinistra: Simone Marchiori, Giorgia Pezzi,due rappresentanti della Jeunesse Valdotaine e Nicola Fioretti

Page 12: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 12 FEBBRAIO 2012 Attualità

Con sorpresa abbiamo appreso che Bersone è in testa all’elen-co dei “Comuni spendaccio-ni”. Il giorno dopo lo stesso giornale riportava un’intervista al Sindaco, Lener Bugna, al quale si chiede conto di questa classifi ca. Il Sindaco appare sorpreso di queste notizie ed anche molto contrariato. Non è bello ve-dersi additare come Comune spendaccione direttamente dalla prima pagina del giornale senza che nessuno te lo aves-se mai comunicato e senza un motivo che possa essere vali-do, ci tiene a sottolineare. Stesso trattamento era succes-so qualche mese fa al Comune di Pieve di Bono, con un arti-colo sulla stampa locale che lo classifi cava come Comune poco virtuoso. Attilio Maestri in quell’occasione si scagliò contro la Provinciali che ave-va fornito dati errati. In quel-

l’occasione aveva dimostrato con un articolo dettagliato al Giornale delle Giudicarie, che il comportamento del suo Co-mune era stato ineccepibile e che i problemi che erano stati evidenziati si riferivano sem-mai a comportamenti della Provincia di Trento e non del suo Comune. Questo non ha evitato al Comune di Pieve di Bono e ai suoi amministratori un’ingiusta immagine negativa sulla stampa.Vedremmo anche se nel caso di Bersone sarà la stessa cosa, intanto il Sindaco, nonostante il suo carattere calmo e cordia-le, è molto contrariato e com-battivo e vuole andare fi no in fondo per cercare la verità. Ha già contattando gli uffi ci pro-vinciali competenti e sta met-tendo insieme un dossier che dimostra, a suo parere con ci-fre precise, l’assoluta infonda-tezza dei dati evidenziati dalla

Provincia.La questione dei “Comuni spendaccioni” prende le mos-se dalle manovre nazionali di Berlusconi e Monti che hanno progressivamente tagliato i co-sti e di conseguenza i fi nanzia-menti alla Provincia Autono-ma di Trento. Quest’ultima ha dovuto tagliare i fi nanziamenti ai Comuni, per un importo di oltre 13 milioni di Euro, con una manovra complessa, con-cordata tra molte diffi coltà con il Consiglio delle Autonomie. Ma come sempre accade quan-do la coperta si accorcia e ci sono tagli da fare, la questione si complica e le opinioni sono molte: Tagliare in proporzione a tutti, limitare i sacrifi ci solo ai più ricchi, diminuire le ri-sorse per obbligare i Comuni a gestire insieme competenze e servizi, ecc.Gli uffi ci provinciali disponen-do di tutti i dati di bilancio dei

Comuni trentini hanno cercato di fare una graduatoria, indi-viduando per ogni fascia de-mografi a la spesa standard di ogni Ente. Confrontandola con i dati reali di bilancio di ogni Comune hanno sentenziato chi spende più della media e chi spende di meno. L’interpreta-zione errata che si vuol dare a questi dati è individuare come poco virtuosi gli Enti che spen-dono più della media e virtuo-si gli altri. Moltissimi sono i motivi legati alla spesa di un Comune. Oltre evidentemente alla popolazione residente e alle variazioni negli anni, c’è da considerare la turisticità, la presenza di attività economi-che, l’estensione territoriale, il frazionamento, l’orografi a del territorio, i rapporti con i centri limitrofi , il personale in servi-zio, le modalità di gestione dei serivizi sovraccomunali. Ogni Comune ha peculiari modalità per erogare servizi alla propria popolazione ed il paragone risulta molto diffi cile e richie-de la conoscenza diretta delle questioni e non una valutazio-ne su dati generici come nor-malmente avviene.I numeri relativi al Bilancio del Comune di Bersone, presenti sul sito del Servizio Autono-mie Locali della Provincia di Trento non evidenziano al-

cun elemento particolarmente problematico rispetto ad enti paragonabili per dimensioni e caratteristiche. Il fi nanziamen-to ordinario erogato dalla Pro-vincia ammonta ad € 784 per ogni residente ed è inferiore a molti altri Comuni. La spesa corrente pro capite ammonta ad € 1.544,00 e va confrontata con un’entrata di € 1.682. L’au-tonomia fi nanziaria è del 53% una percentuale sicuramente buona rispetto agli altri, così come autonomia extra-tributa-ria che è intorno al 50%. .Ma allora Sindaco com’è pos-sibile una simile valutazione della Provincia?Bugna non riesce proprio a darsi alcuna spiegazione e con gli uffi ci sta analizzando tutti i dati disponibili per cercare di capire cosa sia successo. Di una cosa è sicuro, la sua Am-ministrazione ha sempre speso con particolare oculatezza le risorse disponibili. Partendo dal personale, il Comune per risparmiare, ha deciso con i Comuni limitrofi di gestire una serie di servizi a livello sovrac-comunale; oltre evidentemente al Segretario Comunale, anche l’Uffi cio Tecnico ed il Servizio Tributi sono gestiti con Praso e Daone, inoltre partecipa con gli altri Comuni alla spese per il Centro Scolastico di Pieve di

Bono.Il Sindaco non ci sta ad essere tirato in ballo dai giornali sen-za sapere neanche il perché. Se la Provincia aveva dei dati che non quadravano perché qual-che funzionario non ci ha inter-pellati per capirne il perché. In questi anni la nostra spesa non è aumentata e abbiamo cercato di fare tutte le economie pos-sibili ed allora ci deve essere stato un errore nella lettura dei dati.Rispetto ai costi sostenuti dal Comune, l’unico dato diverso da altri potrebbe essere quello relativo alla fatturazione del legname. A differenza di molti Comuni noi non vendiamo il legname in piedi ma lo faccia-mo tagliare da boscaioli loca-li e poi lo vendiamo a strada. Un’operazione che ci richiede un lavoro suppletivo ma che permette di valorizzare al me-glio la nostra risorsa boschiva. Non vorrei che la Provincia avesse visto solo i costi ma non avesse calcolato anche gli introiti di questo servizio, si la-scia andare il Sindaco. Se ciò fosse vero sarebbe ve-ramente ridicolo, ed in questo caso il Comune di Bersone do-vrebbe essere premiano e non penalizzato.Non ci resta che aspettare e la verità verrà a galla.

«Graziati i Comuni spendaccioni» così ti-tolava la prima pagina del Trentino di 26 gennaio 2012. Un titolo ad effetto che met-teva in risalto i 34 Comuni defi niti addirit-tura “fuorilegge” per aver speso più soldi

rispetto alle loro possibilità. Nell’articolo l’Assessore Gilmozzi precisava “sarà l’ul-tima volta che questi Comuni verranno graziati in quanto dovranno mettersi in regola velocemente”.

Bersone contesta i dati della provincia:«Non siamo un “Comune spendaccione”»Il sindaco Bugna contesta l’immagine data dalla Pat sui quotidiani

di Enzo Ballardini

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Il sindaco di Bersone Lener Bugna

Page 13: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 13 Il dibattito

él Bòcia – La sai l’ultima? Hanno fondato la Comunità delle Giudicarie.

él Vècio – Ma cos’è? Non ce n’erano già trentanove? Ne serviva ancora una?

él Bòcia – Ma, leggendo i contrasti sui giornali, sembra che abbiano cambiato solo il nome al vecchio Comprensorio. Però am-metto che il nome Comunità delle Giudicarie sta più bene che C8, che sembra una mossa di scacchi! Ma quante beghe sta scatenando tra i sindaci e i consiglieri provinciali e i loro presidente, perché alcuni di-cono che non esiste.

él Vècio – Ma va là, che la pa-rola Comunità è vecchia di secoli.

él Bòcia – Di secoli? Tu sarai vecchio di secoli. A me suona nuo-va!

él Vècio – Lo sai che già ne-gli antichi statuti la Comunità era il nome che aveva l’unione di va-rie “ville”, o meglio di contrade e paesi?

él Bòcia – Ma allora i comu-ni di oggi non sono i veri comuni storici?

él Vècio – I comuni come li ve-diamo oggi sono relativamente gio-vani rispetto alle comunità, perché sono stati fondati solo dopo il 1803, quando arrivò Napoleone. Di fatto la riforma napoleonica abolì gli Statuti delle Comunità e le Carte di Regola - pensa che li hanno definiti «illecite combriccole di popolo»! - per fondare l’istituzione comunale e il primo tribunale di giustizia ci-vile. Quando, dopo pochi anni, nel 1815, arrivarono gli austriaci man-tennero quel nuovo impianto isti-tuzionale dei comuni, in barba al Congresso di Vienna che avrebbe dovuto attuare la restaurazione con il ritorno al vecchio ordinamento.

él Bòcia – Sembrerebbe che le polemiche e i contrasti attuali tra i comuni e la nuova Comunità che leggiamo sui giornali e vediamo alla televisione oggi ha comunque un’origine lontana nella riforma napoleonica, che ha frammenta-to le antiche unioni tra le ville e i paesi delle valli. Di fatto da quello che mi racconti il comune come lo intendiamo oggi l’hanno fatto solo dopo il 1803?

él Vècio – Sì, perché dal 1027 al 1803 noi abbiamo fatto parte del Principato vescovile di Tren-to. Dopo l’abolizione degli Statuti delle Comunità nel 1803, i Bava-resi (contro i quali poi insorse An-dreas Hofer), nel 1806 istituirono i comuni in chiave moderna che poi l’Austria mantenne fino al 1918. Nella “Guida” di Ottone Brentari del 1882 ne troviamo elencati 64: 22 dipendevano dal distretto giu-diziale di Condino, 27 dal distretto giudiziale di Tione, 15 da quello di Stenico, sede fino al 1803 del po-tere politico-amministrativo e ec-clesiastico per le Giudicarie. Tutti e tre i distretti erano riuniti sotto il Capitanato di Tione. Oggi i comu-ni sono scesi a 39 ma è ricomparsa la Comunità delle Giudicarie. È un poco un ritorno al passato ma con un obiettivo nel futuro che ricon-duca all’unità le forze delle ville e dei paesi.

él Bòcia – Ma quante erano le antiche Comunità

él Vècio – Rispetto ai 39 co-muni di oggi a occhio non erano poco più di una decina, ma aspetta un attimo. - L’anziano maestro si alza dalla poltrona dietro la scri-vania prende una lunga scala e sale verso gli scafali da cui prende un libro alla volta appoggiando-li sulla scrivania. I titoli parlano degli statuti di Tione, di quelli di Javrè, di quelli di Stenico e delle sette ville del Banale. Con un sorri-so divertito come si trattasse di un gioco ricomincia a parlare. - Per me è difficile dirlo; solo con l’aiuto degli storici possiamo riuscire ad avere una conoscenza adeguata del periodo più importante delle nostre Vallate. Posso solo dirti che al cen-tro delle Giudicarie v’era la Comu-nità di Thione et Breune (Tione) i cui Statuti vengono scritti nel 1579 ed aggiornati nel 1779; a oriente v’erano la Comunità di Stenico e quella delle Sette Ville del Banale di cui abbiamo la fortuna di avere gli Statuti stampati.

él Bòcia – E a sud nella Valle del Chiese?

él Vècio – Per quel che ne so io ve ne erano senz’altro due: una sopra il torrente Reveglèr a cui ap-parteneva Roncone, e una sotto il Reveglèr che faceva capo a Bono.

él Bòcia – Solo due al posto

degli attuali comuni di Roncone, Lardaro, Praso, Daone, Bersone, Pieve di Bono e Prezzo?

él Vècio – Sembrerebbe così, ma non ne so di più. Poi ve ne dovrebbero stare due anche nella piana del fiume Chiese: quella di Condino e quella di Storo. Ma io non sono ancora riuscito a recupe-rarne gli Statuti, né ho documenti alla mano per sapere qualcosa di più a fondo sulle ville, contrade e paesi di quella zona, né quale am-piezza comprendevano le eventuali Comunità.

él Bòcia – E in Val Rendena?él Vècio – (Si alza e prende an-

cora due libri). Ma di sicuro: ab-biamo per esempio gli Statuti della Comunità di Pelugo del 1757 e di quelli di Javré del 1766.

él Bòcia – Ma allora nei secoli passati le ville e i paesi, le malghe, i campi, le officine, le falegname-rie, le fonderie, i commerci, si era-no sviluppate così come li abbiamo visti fino agli anni settanta, senza alcun controllo comunale, senza politici. Questo vuol dire che v’era-no meno sprechi di oggi?

él Vècio – Le Comunità non erano veri e propri comuni in sen-so moderno, ma delle aggregazioni di vari villaggi insieme, con propri amministratori eletti direttamente dalla gente “in pubblica regola”. Ma erano più democratici di oggi.

Non esisteva il sindaco quale go-vernatore assoluto della Comunità. Per esempio, secondo lo Statuto di Tione, i capifamiglia, o meglio i capifuoco, si riunivano una volta all’anno ed eleggevano otto uomi-ni, tra cui poi si sceglievano quat-tro Consoli che amministravano internamente la “Comunità”, e un sindaco che invece era addetto alle relazioni esterne. Questi uomini poi sceglievano nella comunità un “saltaro” che aveva un poco l’at-tuale funzione di guradiabosci.

él Bòcia – Ma le Comunità ap-partenevano ancora al Principato Vescovile di Trento. Vuol dire che rispettavano ancora gli ordini del Principe Vescovo?

él Vècio – Certo, questo è un passaggio importante. Gli Statuti delle Comunità, al cui interno sono descritte le “Regole” che ogni pae-sano deve osservare, comprese au-tomaticamente le pene da infligge-re, sono sempre stati autorizzati dal Principe Vescovo, però godevano di piena autonomia. Nel secoli in cui prendono forma le antiche Co-munità (XIII-XVIII sec.), dal 1300 alla fine del 1700, la giustizia conti-nua ad essere governata dalla Chie-sa. Per le Giudicarie, per esempio, il potere temporale e quello spiri-tuale erano ancora saldamente in mano del Vescovo, che esercitava la giustizia, sia penale che civile, al Castello di Sténico; istituisce poi il proprio Vicario per il civile prima a Preore nel 1407 spostato quindi a Tione nel 1523. Ma nel caso degli statuti le pene erano automatica-mente applicate alla violazione del-la regola da ogni singola Comunità salvo l’approvazione del vicario di Sténico.

(...continua sul numero di marzo)

Al quarto piano d’una casa in via Roma, a Tione, in una mansarda che guarda sopra i tetti, v’è lo studio di Mario Antolini, una

stanza dalle pareti a cui sono appoggiate su due lati scaffali di libri; lì il “vecchio” maestro Mario durante l’inverno rimane seduto per ore di fronte al computer tra libri e carte che si trovano accata-state ovunque. Verso i primi di gennaio del nuovo anno, dopo aver salito i 57 gradini della lunga se-rie di rampe della scala del condominio, una sera

arriva Marco, un giovane giudicariese, idealista, che salutando il sorriso dell’anziano maestro che lo accoglie nel suo caldo “nido”. Mentre dalla fi-nestra entrano gli ultimi bagliori del gelido tra-monto invernale e si osserva la neve nei boschi sui monti a sud di Tione, sulla vecchia strada che portava nella valle di Ledro. Il maestro prende po-sto dietro la scrivania. Marco prende dalla valigia un piccolo foglio e una penna e mentre si siede improvvisamente esclama:

Sulla comunità giudicariese

Dialogo sulle rive del Sarca su Comunità, Comuni, storia delle Giudicarie

con fiducia nelle nostre mani

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agin

e.it

www.cr-adamellobrenta.net

PIEVE DI BONO (TN) - tel. 0465.673301RAGOLI (TN) - tel. 0465.673405

RONCONE (TN) - tel. 0465.673415 TIONE DI TRENTO (TN) - tel. 0465.673340

BREGUZZO (TN) - tel. 0465.673410DAONE (TN) - tel. 0465.673420

MADONNA DI CAMPIGLIO (TN) - tel. 0465.673400MONTAGNE (TN) - tel. 0465.673425

TIONE DI TRENTO (TN) - Via 3 Novembre, 20Tel. 0465.673311 - Fax 0465.674284 - E-mail: [email protected]

Page 14: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 14 FEBBRAIO 2012 Il personaggio del mese

Era quello che voleva fare da piccolo?Non ho mai avuto un’idea precisa di ciò che avrei fatto da grande.Che scuole ha frequentato?Ho frequentato l’istituto tecnico per Geometri e quindi la facoltà di Ingegneria dei Materiali dell’Uni-versità di Trento.Ritiene che l’istruzione di base ricevuta sia stata sufficiente-mente stimolante per le Sue suc-cessive scelte?Molto utile e stimolante la facol-tà di Ingegneria dove ho potuto acquisire gli strumenti tecnici teorici che ad oggi mi consento-no di svolgere il mio lavoro con competenza, mentre, potendo ri-fare la scelta delle scuole supe-riori, opterei per il liceo classico.

Ritengo che si dovrebbero appro-fondire maggiormente le materie umanistiche, la storia, la filosofia e le lingue straniere fino al com-pimento delle scuole superiori, in modo da acquisire una cultura ge-nerale di base che ti permette poi di esprimerti al meglio in qual-siasi attività lavorativa. In fondo ogni tipologia di lavoro comporta relazioni interpersonali e capirne le dinamiche rende più agevole il raggiungimento degli obiettivi.Nel Suo percorso, c’è qualcuno che L’ha influenzata maggior-mente?Influenzato, direi di no, ho sempre cercato di fare le scelte di vita li-beramente e seguendo il mio istin-to. Piuttosto posso dire che sono cresciuto in un ambiente familiare

non oppressivo e sono stato inco-raggiato, supportato e capito da mia moglie che ha sempre creduto in me anche nei momenti decisio-nali più critici. E’ soddisfatto della Sua posizio-ne o ha ancora altri progetti?Onestamente mi sento più venten-ne oggi di quando lo ero anagrafi-camente. Gli stimoli che un’atti-vità come la mia genera, sono tali da determinare una condizione di continua evoluzione e migliora-mento che ovviamente si concre-tizza in nuovi progetti di sviluppo, innovazione e crescita personale e per la mia azienda. Quali i pro e i contro del Suo la-voro?La creazione e la produzione di nuovi prodotti esclusivi ed unici,

apprezzati in tutto il mondo per l’alto livello qualitativo è sicura-mente un fattore di grande soddi-sfazione per me, per mia moglie che lavora in azienda, e per i miei validi collaboratori. Questo riem-pie di entusiasmo, motivazione e creatività il nostro ambiente la-vorativo, con l’effetto positivo di recarsi al lavoro volentieri al mat-tino e di sentirsi gratificati quando si torna a casa la sera. D’altra parte un’attività che richiede responsa-bilità e dedizione può talvolta to-gliere tempo prezioso da dedicare a se stessi ed alla famiglia. Credo che la sfida di ognuno di noi do-vrebbe essere quella di trovare il giusto equilibrio tra impegno la-vorativo e tempo per stare con la propria famiglia.

Come ha speso il Suo primo sti-pendio?Ero da poco sposato e credo di averlo speso per vivere.Cosa significa per Lei il Suo paese?La nostra realtà è un piccolo para-diso e penso che sia uno dei miglio-ri luoghi dove far crescere i propri figli. I valori di semplicità, umiltà e senso del dovere sono radicati nella cultura locale e costituiscono terreno fertile per lo sviluppo delle nuove generazioni. La possibilità offerta dalla comunità locale di praticare sport e attività ricreative sono si-curamente un privilegio esclusivo che non dobbiamo sottovalutare. Qual’è il Suo motto o la Sua fra-se preferita?Ognuno di noi è il solo artefice del proprio destino.Cosa consiglierebbe a chi voles-se intraprendere una carriera simile alla Sua?Consiglierei di cercare di capire quali sono le proprie attitudini, ambizioni e sogni e di perseguirli con coraggio, passione e determi-nazione.

Alla ricerca dell’innovazione

Il mondo industriale di oggi è, come ai tem-pi delle prime rivoluzioni industriali, sem-pre “affamato” di novità. In questo mondo

si muove Marcello Franchini, giudicariese della “Busa de Tion”. Compiuti gli studi di geome-tra alle superiori di Tione, approda alla facoltà di ingegneria di Trento dove si laurea in Inge-gneria dei Materiali nel 1994. Un anno dopo lo troviamo come responsabile tecnico alla Novu-rania S.p.a. di Tione, dalla quale si “staccherà” nel 2007, fondando il proprio marchio, “Tyref”, del quale è presidente del CDA e amministratore

delegato. Tyref presto si guadagna la posizione di leader per la qualità della sua produzione di materiali compositi innovativi per l’industria della stampa, utilizzando un processo produttivo a ridottissimo impatto ambientale. Un’ azienda che può vantare massicce esportazioni in tutto il mondo, e che continua l’attività di ricerca e svi-luppo di nuovi prodotti. Per tali meriti, nel 2010 Tyref ha ricevuto un riconoscimento nazionale ed è stata selezionata da Unicredit Banca tra le venti aziende italiane più innovative e capaci di internazionalizzare i propri prodotti.

Marcello Franchini racconta la sua esperienza alla guida della Tyref

Il problem solving è un pro-cesso mentale volto a trovare un percorso che porta il cam-biamento da una situazione iniziale ad una disposizione finale. E’ la capacità di fron-teggiare i problemi e di tro-vare delle soluzioni adatte.Nel secolo scorso vi sono state varie visioni dell’intel-ligenza e varie suddivisioni, fino ad arrivare alle più re-centi e condivise: le intelli-genze multiple di Gardner e il concetto di intelligenza emotiva di Goleman.Lo psicologo statunitense Howard Gardner distingue 9 tipi fondamentali di intel-ligenza, localizzati in parti differenti del cervello:1. Intelligenza Linguistica: è l’intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vo-cabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro lin-guistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Propria dei linguisti e degli scrittori. 2. Intelligenza Logico-Mate-matica: coinvolge sia l’emi-sfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello di destra, nel quale vengono elaborati i concetti. È l’intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le ca-tene logiche. Era l’unica su cui si basava l’originale test di misurazione del QI, Quo-ziente di intelligenza, ormai superato. Comune nei mate-matici e in generale in chi si occupa della scienza o delle

sue modalità applicative (in-gegneria, tecnologia, etc.) 3. Intelligenza Spaziale: ri-guarda la capacità di perce-pire forme ed oggetti nello spazio. Chi la possiede, nor-malmente, ha una svilup-pata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristi-che esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridi-mensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. Questa forma dell’intelli-genza si manifesta essenzial-mente nella creazione di arti figurative. 4. Intelligenza Corporeo-Cinestesica: coinvolge il cervelletto, i gangli fonda-mentali, il talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi la possiede ha una padronan-za del corpo che gli permette di coordinare bene i movi-menti. In generale si può ri-

ferire a chi fa un uso creativo del corpo, come i ginnasti e i ballerini. 5. Intelligenza Musicale: è localizzata nell’emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musi-cale elaborano la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere l’altezza dei suoni, le costruzioni armo-niche e contrappuntistiche.

Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modula-zione canora della propria voce. 6. Intelligenza Interpersona-le: coinvolge tutto il cervello, ma principalmente i lobi pre-frontali. Riguarda la capaci-tà di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i

desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli so-ciali e personali vantaggiosi. Si può riscontrare specifica-mente nei politici e negli psi-cologi, più genericamente in quanti possiedono spiccata empatia e abilità di intera-zione sociale. 7. Intelligenza Intraperso-nale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla in-serire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in personalità diverse dalla propria. 8. Intelligenza Naturalisti-ca: consiste nel saper indi-viduare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in

uno stadio ancora “primiti-vo”, come le tribù aborige-ne di raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande ca-pacità nel sapersi orientare nell’ambiente naturale rico-noscendone anche i minimi dettagli. 9. Intelligenza Esistenziale o Teoretica: rappresenta la capacità di riflettere consa-pevolmente sui grandi temi della speculazione teoretica, come la natura dell’universo e la coscienza umana, e di ri-cavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano es-sere valide universalmente. Questo tipo di intelligenza è maggiormente posseduta dai filosofi, e in una certa misura dai fisici. Sebbene queste capacità sia-no più o meno innate negli individui, non sono statiche e possono essere sviluppate mediante l’esercizio. Inoltre, esse possono anche “decade-re” con il tempo.Per questo è necessario eser-citare, oltre al nostro corpo, anche la nostra mente, a tutte le età.Ricordo inoltre che l’intel-ligenza non va confusa con i disturbi di apprendimen-to come dislessia o distur-bi del linguaggio. I disturbi specifici di apprendimento si verificano in soggetti che hanno intelligenza almeno nella norma, se non a livel-lo superiore: ne erano colpiti Einstein e Newton!

[email protected]

Quanto sei intelligente?La parola intel-

ligenza viene dal latino “intelligĕre”, “capire”, che com-

prende il prefisso inter (“tra”), e la radice legĕre (“leggere”, “cogliere”) o ligāre (“legare”) sugge-rendo essenzialmente l’attitudine a “leggere tra le righe” e a stabilire (nella propria mente) del-

le correlazioni tra ele-menti. L’intelligenza è

quella facoltà mentale che consente ad un soggetto di interagire con la realtà; essa implica le capacità di comprendere la realtà, le idee e il linguaggio, di ra-gionare, di apprendere, di pianificare e di effettuare efficacemente il problem solving.

O meglio: che tipo di intelligenza hai?

di Aldo Gottardi

A cura della dottoressa Paola M. Taufer

Marcello Franchini

Page 15: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 15

Page 16: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 16 FEBBRAIO 2012 Società

Le due date da segnare sul calendario per gli amanti dei carri allegorici sono dunque martedì 21 feb-braio per la sfilata dei carri locali, mentre sabato 25 c’è la sfilata dei car-ri provenienti da tutte le Giudicarie, entrambe con partenza alle 14.30 e fi-nale alle 17. Teatro della sfilata, il celebre “anello” situato nella parte residen-ziale nuova di Storo; anche quest’anno è confermata la novità del 2011, ossia che i carri non gireranno più attorno al percorso, ma avranno ciascuno una propria postazione dove, ad intervalli regolari, da-ranno vita alla propria rap-presentazione. “Una scelta condivisa dai responsabili dei carri – spiega Nico-la Zontini – che hanno apprezzato e compreso come questa sistemazione garantisca maggiore sicu-rezza per i componenti dei gruppi mascherati e per gli spettatori”.Confermato il regolamen-to introdotto nell’edizione del 2010, soprattutto per quanto concerne la mo-dalità di assegnazione del primo premio del Gran Carnevale. Da quell’edi-zione infatti fra i carri il

premio Gran Carnevale è assegnato in riferimento alla sfilata di sabato 25, alla quale parteciperanno gruppi da tutte le Giudi-carie, dunque non più li-mitato, come avveniva in precedenza, a carri storesi. Per i carri locali c’è il tro-

feo “Mati Quadrati” che sarà assegnato martedì 21, nella serata di gala, men-tre il premio Gran Car-nevale sarà assegnato nel mega-festone finale, quel-lo di sabato 25. Previsto anche quest’anno il trofeo Hermann, premio di sti-

le e genialità, dedicato a Hermann Zontini, grande ideatore di carri, scompar-so alcuni anni fa.Naturalmente, però, gli ap-puntamenti non sono solo limitati alle due sfilate. I volontari della Pro loco di Storo hanno pensato alle

esigenze anche dei più pic-cini ed ecco “Il carnevale dei piccoli” martedì gras-so alle 10.30 per le vie del centro storico e una gior-nata “No-alcool” dedicata ai ragazzi più grandicelli domenica 19 febbraio nel “Carnevale dei ragazzi”,

con chiusura della serata con il mitico liscio dell’or-chestra “Claudio Amado-ri” nel teatro tenda presso il piazzale caserma Vigili del Fuoco. A proposito di location, anche quest’an-no vengono confermati i due “tendoni”, uno appun-to alle caserme e il classi-co presso il campo spor-tivo “Le Piane” . Proprio quest’ultimo spazio, dove si svolge il gran finale del carnevale di Storo, è og-getto in questi giorni di aggiustamento ad hoc per ospitare la festa. D’ora in poi la struttura sarà dedi-cata proprio alle feste e sarà realizzato un fondo in materiale stabilizzato per una fruizione più sicu-ra. “Era una sistemazione auspicata da anni – spiega Nicola Zontini - che ci era stata promessa dal sindaco Vigilio Giovanelli e dob-biamo ringraziarlo del-l’impegno mantenuto, de-stinando quest’area a feste e eventi come avevamo chiesto. Un ringraziamen-to va fatto anche agli ami-ci della Settaurense che si sono trasferiti allo stadio “Grilli” per le partite dan-do la possibilità a Storo di avere un area a disposizio-ne per queste attività”.

Dj Albertino al Carnevale di StoroSarà Albertino, voce storica di Radio Dj e volto noto della Tv italiana, ad inaugurare la “movida” in ma-schera del Gran Carnevale di Storo, nella serata (e nottata) di sabato 18 febbraio. Una festa che conti-nuerà fi no al gran fi nale sabato 25, in compagnia di un altro grande ospite, ossia Mitch, direttamente dal-la trasmissione di Radio 105 “Tutto esaurito”. Due

protagonisti molto amati dai giovani per festeggiare questa 45esima edizione del Carnevale storese, la pri-ma organizzata dalla “nuova” Pro Loco di Storo, co-stituitasi nel 2011 per iniziativa del gruppo dei Mati Quadrati (organizzatori a loro volta delle ultime for-tunate edizioni del carnevale) con presidente il giova-ne Nicola Zontini.

Organizzato anche un bus navetta per aiutare i giovani nel rientro a casa

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45esima edizione all’insegna dei grandi ospiti (c’è anche Mitch di Radio 105) per far festa dal 18 al 25 febbraio

Page 17: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 17

di

SaBato FEBBRAIO18 SaBato FEBBRAIO25ORE22

ORE14.00CARNEVALE DEI RAGAZZI�����������������������

TEATRO TENDA PIAZZALE VVFBallo Liscio con l’orchestra

”CLAUDIO AMADORI”

DoMenica FEBBRAIO19

MaRtedì FEBBRAIO21

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Durante la serata PREMIAZIONI IngressoLibero

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Funzionerà ottimo bar ristoro - Ingresso euro 10

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ORE10.30

ORE14.30

ORE17.00

ORE21.00

ORE20.30

aseguire

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CARNEVALE DEI PICCOLI

PRIMA ESIBIZIONE CARRI

TEATRO TENDA PIAZZALE VVFDisco music con

TEATRO TENDA Località Piane

Durante la serata PREMIAZIONI ed estrazione lotteria

ORE14.30

ORE17.00

ORE21.00

SECONDA ESIBIZIONE CARRI

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TEATRO TENDA Località PianeTEATRO TENDA Località Piane

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Page 18: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 18 FEBBRAIO 2012 Attualità

Il Comitato Carnevale di Tione punta su questo per un’altra edizione da record.Si comincia dunque sabato 18 febbraio, dalle ore 14.30 con il Carnevale dei Popi e dei Putei, classico imperdi-bile per le giovani masche-rine, che propone la sfilata con partenza da piazza Bre-vine, l’ arrivo al centro ten-nis e lì una serie di iniziative dedicate ai più piccini come lo spettacolo dei clowns, e la dolcezza dei grostoi. Poi la premiazione delle ma-scherine più belle. Partecipa la Banda Sociale di RagoliDalle ore 21.00 spazio al “Carnival party”, con i suoni dei migliori dj della regione ( special guest dj:, Simon from Deep Divas, dj set con Mister V e Carl G., voices by Bony voice) e le telecamere di Trentino tv al seguito di Dennis Forti del-

la trasmissione “Una serata perfetta/mondo trentino tv”. Per la festa funzionerà un

servizio bus navetta gratui-to, per garantire la sicurezza di tutti. Nel corso della se-

rata vi sarà l’estrazione del-l’ordine di sfilata dei carri per il martedì grasso.

Si arriva dunque alla sfilata di martedì 21, che prevede la classica partenza dal bar

San Vigilio, l’esibizione durante la sfilata di carri e gruppi mascherati e la sfila-ta per il vialone fino all’arri-vo in Piazza Battisti, dove ci sarà spazio per le recite e le satire dei carri di carnevale e dei gruppi mascherati. Qui si ritrovano tutti i classici del carnevale tionese, con la distribuzione polenta e salam, la partecipazione della Banda Sociale di Tio-ne e quella del gruppo degli sbandieratori della Vigola-na; la serata prosegue con la maccheronata per tutti dalle ore 18 presso il Ten-nis. Poi spazio alla festa fi-nale, con il Galà di chiusura dalle ore 21 e, infine, alle 23, la Proclamazione e pre-miazione vincitori; anche qui sarà garantito il servi-zio di bus navetta gratuito con partenze da Roncone e Ponte Arche.

Maschere e carri attesi in piazza BattistiGran Carnevale.... grande attesa. A Tione, dopo

le presenze record della scorsa stagione, con tanti carri e centinaia di persone assiepate ai

lati del “viaolone” e nella piazza Cesare Battisti stipa-ta come non mai, si attende l’edizione 2012 del Gran Carnevale, che in questi ultimi anni appare sempre più in crescita. Numeri e qualità dei carri fanno ben

sperare anche per questa edizione; basti ricordare quel che avvenne nel 2011, con due carri entrambi molto belli, quello di Tione ( i Flin-tion-s) e quello di Zuclo (Puff-revers) a darsi battaglia fino all’ultimo voto, a testimoniare un’attenzione e una partecipa-zione oltre ad una “voglia” di Carnevale che riesce ancora a coinvolgere i giovani.

Gran Carnevale Giudicariese

Tanta attesa per il Gran Carnevale di Tione, dopo i numeri record della scorsa edizione

I “Freddy & the Kruegers” nacquero “inaspettatamen-te” in una serata dello scor-so anno al “solito” pub di Villa Rendena, dove i soci fondatori, (Luciano “Ciano” Fostini, Davide “Ciocco” Mosca e Freddy) ebbero l’idea di fondare un grup-petto acustico per “suonare in strada”. Tanto goliardi-ca fu l’idea, da decidere di chiamare il gruppo con una specie di sfottò che corre dietro al cantante da anni (malauguratamente di nome Freddy, appunto, come il più noto Krueger, quello del film horror “Nightma-re”). Poco dopo, la cosa cominciò a prendere forma e i neonati Kruegers coin-volsero ulteriori elementi nella formazione: dapprima Luca Susini (alla “chitarra-con-4-corde”), che entrò di buon grado a far parte della compagine, e poi Maurizio

Viviani, noto batterista onni-presente - nonché onniscien-te- della Valle. Il gruppo era così al completo. L’inizio dell’attività concertistica avvenne alla Festa Europea della musica ad Arco, nella quale i Kruegers raggiunse-ro un inaspettato successo di pubblico.E da lì, partì una serie di live performance (come di-rebbero gli americani) piena di divertimento, un sacco di musica, jam session con gli amici e feste vere e pro-prie. Il repertorio dei nostri si può definire, se proprio bisogna definire la musica, (cosa che i Kruegers non approvano) “rock acustico”, spaziando da david bowie a guns’n’roses, da cure a red hot chili peppers, e toccando una moltitudine di generi: dal blues al rock’n’roll, al reggae, all’heavy metal (di cui, nel buio della propria

cameretta, buona parte dei componenti sono fan). Nel gruppo va inserito, ad ho-norem, il “sesto Krueger”: Manuel Castellini (aka Ka-stel), il quale sostituì Susini in tempo di lavoro in pizze-ria. Da quel giorno Kastel divenne costante presenza in ogni esibizione dei Krue-gers, oltre che come session man, anche come chitarrista di Maurizio, il quale oltre al-l’attività di batterista si pro-pone anche come storyteller, le cui canzoni fanno parte di ogni “kruegerlive”. Il grup-po si fermerà nel mese di febbraio, dopo un’intensa at-tività durata tutti i weekend di gennaio, per un po’ di sala prove, per poi tornare subito in marzo on stage, sempre con qualcosa di più. Per ogni informazione, li trovate su Facebook: Freddy and The Kruegers....Acou-stic Band.

COMPONENTI:Freddy, voceLuciano Fostini (Ciano), chitarraDavide Mosca (Ciocco), chitarraLuca Susini, bassoMaurizio Viviani, batteria

Acoustic band a 360°Il panorama mu-

sicale giovanile giudicariese sta conoscendo in questi anni un

enorme diffusione, e in molti casi queste avventu-re, iniziate quasi sempre come un gioco tra amici

attorno a un tavolo di un bar o sui banchi di

scuola, portano invece a risultati molto interes-santi. Vediamo allora di conoscere meglio i gruppi che animano le serate nei nostri locali.

Inizia un viaggio all’interno del mondo delle formazioni musicali giudicariesi

Freddy and the Kruegers

di Aldo Gottardi

Il carro di Zuclo delle scorso anno - foto Ernesto Buganza Il carro di Tione del 2011 - foto Ernesto Buganza

Page 19: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 19

Dal 16 al 21 febbraio

2012

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Baccalà cotto al forno con patate e latte mantecato alla panna e servito con polenta gialla di Storo

Torta di pere e cioccolato con salsa di cioccolato speziato

CHIUSO LUNEDÌ E MARTEDÌ A MEZZOGIORNO

RISTORANTE CARLONEBreguzzo – Tel. 0465.901014

Ravioli alle rape rosse con patate schiacciate, cotechino e manzo lesso.

Semifreddo al miele e frutta candita con salsa al lampone

RISTORANTE DOLOMITISaone – Tel. 0465.321424

Gnocchetti di polenta con fonduta di Casolet e spezzatino di conigli del Bleggio agli aromi.Frittelle di mele con salsa ai frutti di bosco

CHIUSO LUNEDÌ SERA

RISTORANTE LA CONTEABolbeno – Tel. 0465.324599 /335.7445131Padellata rustica di patate rösti, con carne salada Alto Garda Trentino alla piastra e fasoi en bronzo.

Tortino di carote alla crema di ricotta fresca e uvet-ta sultanina con ragout di frutta fresca.

RISTORANTE CAPANNA DURMONTMontagne – 0465.326397

SmacafamInsalata Arlecchin

Fritola de Trentingrana “Mascherata”Alternativa vegetariana: sostituiamo quello che va sostituito, ma, carnevalescamente dispettosi, non

vi diciamo come!Camuflage di Grostoi

Attenzione: è gradita la presenza in maschera

RISTORANTE PIZZERIA PELLEGRINITione – 0465.320405

Canederlotti ripieni di formaggio di Malga al burro versato, con stinco di maialino scaloppato alla birra

rossa e patate rösty.Frittelle di mele Renetta della Valle di Non con

salsa ai marroni.CHIUSO DOMENICA A MEZZOGIORNO

RISTORANTE SERENABreguzzo – 0465.901081

Baccalà dei frati con polenta di farina di StoroOppure

Stinco di vitello arrosto con verdurineStrudel casereccio con salsa ai mirtilli

RISTORANTE TRENTOBreguzzo –Tel. 0465.901061

Carne salada trentina con fasoi all’uccelletto spadellati con pomodoro e pancetta

patatine al rosmarinoFrittelle di mele

Semifreddo arlecchino

Da giovedì 16 a martedì 21 febbraio 2012

In occasione del Carnevale Giudicariese 2012 il Comitato Carnevale, in collaborazione con alcuni qualificati ristoranti della zona,

propone una rassegna di piatti unici a tema ispirati alla tradizione carnevalesca trentina.

Page 20: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 20 FEBBRAIO 2012

Orizzontegiovani: un “brand” che si sta facendo rapidamen-te conoscere in ambito locale, specialmente grazie alle due realtà nel quale è organizzato: Artegiovane e Terre Comuni. La prima, nata nel 2004, è una associazione di promo-zione sociale che opera so-prattutto nel campo artistico: da molti anni infatti è lei ad organizzare il Festival L’Arte dell’Incontro, un festival che richiama grandi nomi del pa-norama musicale (e non solo) italiano ed estero. La secon-da, Terre Comuni, è famosa per essere una cooperativa sociale che propone convitti e collegi per studenti a Trento

e ad Arco, durante il periodo scolastico, in estate destinati ad un target turistico, e pro-motrice di iniziative dedicate alla sensibilizzazione verso l’ambiente e la salvaguardia del territorio. La notizia però riguarda l’impegno dell’inte-ro organico nell’organizza-zione e nello svolgimento di due interessanti progetti, che hanno preso l’avvio da poco: il “Progetto Calabria” e il “Progetto Ambiente”.

· Il “Progetto Cala-bria”, ovvero “Uno sguardo alla cooperazione Calabrese: guardare gli altri per capi-re sé stessi” è una iniziativa

della società Terre Comuni che si propone di continuare un percorso che già aveva iniziato alcuni anni fa sulla collaborazione tra il mondo cooperativistico giudicariese ed alcune particolari realtà cooperative calabresi, per va-lutare la possibilità di avviare esperienze di scambio. E al tempo stesso offrire ai par-tecipanti giudicariesi (molti giovani volontari) di osser-vare un’altra realtà che, seb-bene possa sembrare vicina, ha molto di diverso da noi. Il progetto, diviso in quattro fasi, prevede dopo la costitu-zione di un gruppo di lavoro, la preparazione di tre semi-

nari preliminari in forma re-sidenziale aventi come tema la cooperazione in Trentino, la cooperazione in Calabria e sul mondo della legalità. A seguire vi sarà un viaggio in territorio calabrese, dal 2 al 7 aprile, per studiare dal vivo le differenze tra i nostri mondi cooperativi ed economici in generale. Tutte le esperienze saranno poi raccolte, valutate e discusse nel seminario con-clusivo, al ritorno dal Meri-dione.· Per quanto riguarda il mondo dell’ambiente, l’in-tera organizzazione di Oriz-zontegiovani ha presentato ed elaborato un progetto di

sostenibilità ambientale mol-to articolato che prevede la formazione/preparazione di un gruppo di ragazzi all’in-terno dell’Associazione, per trasmettere loro una cono-scenza adeguata dei principi che definiscono il concetto di sostenibilità ambientale – attraverso un corso di for-mazione composto da lezioni frontali, testimonianze, visite sul territorio – affinché siano in grado, a loro volta, di illu-strare le conoscenze acquisite a bambini e ragazzi durante momenti di animazione gio-vanile e incontri organizzati. Insomma una serie di corsi formativi per questi ragazzi,

che a loro volta organizzeran-no corsi formativi sul tema dell’ambiente e del rispetto della natura. All’interno del progetto sono compresi an-che attività didattiche distri-buite su tutto l’anno dedica-te a scolaresche o gruppi di lavoro esterni che volessero aderirvi. Questi gruppi po-tranno usufruire dei servizi di alloggio della cooperativa.

Una primavera molto inten-sa quindi, quella che aspetta l’associazione tionese...aspet-tando i programmi dell’estate e del Festival di Artegiovane.

Aldo Gottardi

Entrando si respira subito questa atmosfera e in un at-timo ci si cala nei panni di chi quelle trincee le ha vis-sute veramente. Ad accom-pagnarci nel viaggio è Diego Bugna, uno dei sei soci fon-datori del museo; nel 1991 con altri cinque amici Elio Bugna, Mario Cartocci, Am-leto Marchesini, Francesco Bologni e Lino Zulberti die-de vita questo straordinario repertorio di cimeli storici.

“Un’avventura – spiega Die-go – che è nata dalla comu-ne passione per i reperti di guerra, che con gli amici tro-vavamo durante le escursioni nei luoghi del fronte. Negli anni dal ’90 al 2000 erava-mo fra i pochi a girare armati di metal detector alla ricer-ca di tracce dei soldati; ora vi sono molti “cacciatori” di reperti che arrivano da fuori Trentino, ma ormai il grosso del materiale, diciamo circa

il 70% è stato ritrovato”. Ora peraltro la Provincia ha pure emanato un provvedimento con il quale si vieta la ricer-ca di reperti con il metal de-tector.Entrando nel museo si ritro-va subito una fedele ricostru-zione di una trincea italiana con annessa baracca; il ma-nufatto è spartano e realiz-zato con il legno dei boschi locali, mentre la protezione esterna è di detriti roccio-si locali sostenuti da alcuni inserti in rete di ferro e filo spinato. Davanti c’è il ma-nichino di un alpino vestito da capo a piedi con materiali originali; ve ne sono altri tre, di tipologie di soldati diver-se. Sono dono della famiglia di Paolo Fantelli, che su que-ste montagne ha combattuto. “Questo è anche lo spirito del museo – dice Diego – os-sia quello di perpetuare un ricordo di un momento buio e difficile della nostra storia, attraverso la testimonianza concreta della vita di quegli

uomini; tante persone hanno compreso l’importanza an-che dal punto di vista cultu-rale di questo progetto, e ci hanno portato reperti e mate-riali che custodivano magari in soffitta”.Nell’altra stanza, quella di sinistra rispetto all’ingres-so, sono custodite decine di granate, bombe a mano, car-tucce di tutte le dimensioni, ovviamente “inertizzate”, questo il termine tecnico per dire rese innocue, grazie al-l’aiuto dei carabinieri che le hanno fatte brillare. “Oltre il 50% delle armi ritrovate era ancora pieno e dunque pericoloso, dunque ci siamo dati da fare”. Colpiscono due casse piene di munizio-ni in ottimo stato; sono state svuotate tutte a una a una dai “soci fondatori” del museo. Tra gli oggetti più personali stupiscono alcuni particola-ri, come una pipa in cerami-ca con pregiati disegni, un apribuste realizzato da una selce e finemente intarsiato,

segno del lavoro fatto dai soldati nei “tempi morti” per non farsi vincere dal freddo e dalla malinconia. Poi un kit con una siringa con due aghi e una sottile fiala di sie-ro, probabilmente morfina e gli orologi colle lancette fer-me su un tempo indefinito. Tutti oggetti che raccontano la storia di quelle persone e anche di quei luoghi, tea-tro dei ritrovamenti come il Nozzolo, il Doss dei Morti, e poi su dalla Val di Fumo fino all’Adamello, al Cavento.Aspettando il 2014. Nel 2014 l’Europa ricorderà con una serie di iniziative il cente-nario dell’inizio della Prima guerra mondiale, soprattutto come monito verso il futu-ro. In Italia le celebrazioni iniziano in realtà nel 2015, ma il Trentino, allora impe-ro Austrungarico, di fatto ne fu coinvolto già dall’anno precedente. Per questo per il 2014 il Museo della guerra di Rovereto sta predisponen-do - assieme ad altri 18 pre-

sidi museali sparsi per tutto il territorio da Riva al La-gorai, da Luserna a Spiazzo – un percorso significativo e ricco di iniziative distribuito in tutta la provincia. Bersone è fra questi e dunque parte-ciperà alla “Rete Trentino Grande guerra”. Due “crucci”, infine, per l’Associazione del Museo di Bersone (l’ente che ha sostituito dal punto di vi-sta gestionale il gruppo di amici fondatori, che sono comunque soci): il primo la richiesta, che giunge da mol-te parti in Valle del Chiese di trasferire l’esposizione nei locali di Forte Larino. Sareb-be una location adatta, anche dal punto di vista storico,e i soci ci stanno pensando. Il secondo è una richiesta alla Provincia; una “deroga” per i musei della guerra per continuare a cercare i reperti nonostante sia proibito dalla legge provinciale, trattandosi di finalità storico-culturali. r.b.

A Bersone nel centro storico, c’è un gioiellino che merita di essere conosciuto. Si tratta del Museo della Grande guerra in Valle del Chiese, un con-

centrato di piccole e grandi chicche di materiali recu-perati negli anni sulle trincee delle Giudicarie; dalla bombe ai caschetti, dai sacchi a pelo agli orologi, dai kit

di pronto soccorso al filo spinato, tutto fra le mura del museo racconta una quotidianità di quella situazione in realtà straordinaria, quando migliaia di soldati, tra il ‘14 e il ’18, furono spediti in trincee scomodissime, ad alta quota, al freddo e fra i ghiacci nel corso della Prima Guerra Mondiale.

La vita di trincea rivive a Bersone

Il Museo della Grande guerra in Valle del Chiese è uno scrigno di oggetti e particolari che raccontano la vita difficile dei soldati

Cultura

“Orizzonte giovani”: una primavera molto “impegnata”

Ambiente e cooperazione in Calabria le due tematiche sul tavolo per i progetti dei prossimi mesi

Diego Bugna, uno dei soci fondatori del museo

Page 21: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 21

FAMIGLIA COOPERATIVA BONDO E RONCONE Bondo Breguzzo Lardaro Roncone

FAMIGLIA COOPERATIVA BRENTA PAGANELLA Andalo Cavedago Dorsino Fai Della Paganella Molveno S.Lorenzo in Banale Sclemo - Stenico Spormaggiore

FAMIGLIA COOPERATIVA CADERZONE Caderzone

FAMIGLIA COOPERATIVA CARISOLO Carisolo

FAMIGLIA COOPERATIVA FIAVÈ CAVRASTO Fiavè Godenzo Di Lomaso Bleggio Superiore

FAMIGLIA COOPERATIVA GIUDICARIE Tione Bolbeno Coltura Montagne Preore Ragoli Saone Zuclo

FAMIGLIA COOPERATIVA PELUGO Pelugo

FAMIGLIA COOPERATIVA PINZOLO Pinzolo Bocenago Madonna Di Campiglio Giustino Iavrè Massimeno Mavignola Plan Campo Carlo Magno Pramagnan Spiazzo Rendena

FAMIGLIA COOPERATIVA STREMBO Strembo

FAMIGLIA COOPERATIVA TERME DI COMANO Ponte Arche Quadra Bleggio Superiore S. Croce Bleggio Stenico

Ponte Arche Villa Banale

FAMIGLIA COOPERATIVA VALLE DEL CHIESE Storo Bersone Bondone Brione Castel Condino Condino Daone Darzo Pieve di Bono Ponte Caffaro Praso

FAMIGLIA COOPERATIVA VIGO RENDENA Vigo Rendena

Il 2012 è stato proclamato dall’ONU “anno internazionale della Cooperazione”, a riconoscimento di un modello d’impresa capace di coniugare etica, persona e mercato.Questo evento, per la Cooperazione di Consumo Trentina, è occasione per far conoscere il carattere distintivo di tutto il movimento: imprese al servizio, prima di tutto, delle persone.Vi aspettiamo nei nostri punti vendita per farVi scoprire i servizi e le attività che le Famiglie Cooperative svolgono per la gente e per il territorio.

2012 anno internazionale della Cooperazione

DIVENTA SOCIO DELLA TUA FAMIGLIA COOPERATIVA,ENTRA ANCHE TU A FAR PARTE DELLA COOPERAZIONE DI CONSUMO!

FAMIGLIE COOPERATIVE DELLE VALLI GIUDICARIE, RENDENA E CHIESE

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Page 22: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 22 FEBBRAIO 2012 Il Saltaro delle GiudicarieI tempi sono cambiati, ormai a comandare è la grande fi -nanza e i grandi fi nanzieri, così la politica, sospesa sulla terra, è stata spostata in cielo per una opportuna revisione e il Saltaro, senza politica, si trova a disagio. Attorno al tavolo della fumosa cuci-na, cullati dal sacro tepore odoroso di un pentolone che ribolle, siedono gli uomini di sempre con la loro espe-rienza secolare, l’acume del nobile lignaggio, il buon senso degli uomini di monte, la lingua maledetta di chi le cose che sa, vuol palesarle al mondo intero, belle o brutte che siano: l’Archimede, il saggio; l’Orsolina, la pette-gola; il vecchio Genesio che dell’Abele ne è il probabile genitore e l’Osvaldo Caccola che del gruppo è il più dota-to di senso pratico e di cinico realismo. L’Orsolina è fuori di sè per-chè ci crede, i Maya, antico popolo messicano, hanno previsto per il prossimo 21 dicembre la fi ne del mon-do, in un anno per di più bi-sesto, sarà una gran brutta fi ne. Anno bisesto o normale, cambierà ben poco, ma non son cose da dire, né tanto meno da credere, son cose più per i ‘semplizoni’ che per gente dabbene, è il pen-siero dell’Osvaldo Caccola che non ha voglia di perdere tempo in scempiaggini del genere. S’inalbera l’Orsolina che non si sente ‘semplizona’ per niente, lei ci crede e mi-lioni di persone nel mondo ci credono come lei, c’è persino chi pensa al suicidio, chi sta vendendo ogni cosa per por-tarsi l’oro nell’aldilà, sperano di comprarsi il paradiso, lei aspetta ed accetta così com’è, perchè quando saranno tutti all’altro mondo, fi nalmente saranno tutti eguali. Al Ge-nesio non gliene frega niente, lui ha già i suoi novantanni di gloria alle spalle, se dovrà morire con tutto il mondo, ne sarà lieto, se non altro sarà in numerosa compagnia. “Ma guarda che discorsi!, cerca di metter ordine l’Abele, con tutte le rogne che abbiamo, la

crisi, l’autonomia che trabal-la, la gente che perde il posto, noi perdiamo tempo in chiac-chiere che non stanno né in cielo, né in terra, per dio, torniamo a cose più serie!” “ Quali cose serie, c’è qualco-sa di serio oggi sotto il sole?, interviene l’Archimede, for-se il presidente Monti, ecco, quello è serio, ma in torno a lui c’è tutto da ridere. A co-minciare dalla Lega Nord che si riscopre all’opposizione dopo aver gozzovigliato nei palazzi di Roma, ladrona, per un sacco d’anni ritrovandosi a meraviglia, tanto da accu-mulare ricchezze da espor-tare in Tanzania, orpo, che fi ghi, quelli sì, sanno come gira il mondo! Adesso il loro problema è dove candidare il Trota, fi glio del Bossi, al Parlamento o in Europa, io spero che mandino a Roma, l’Italia ha bisogno del suo acume e della sua intelligen-za, per i resto fanno ridere anche i polli con le solite bossianate che ormai hanno stufato”. “Neanche ce l’han-no più duro, dice, interessata, l’Orsolina, ormai sono fl osci ed intrippati, rompono e sfa-sciano dove possono, hanno ritrovato il loro mestiere.”

Ma il Caccola, impertinente, vuole aggiungere: “Però con la storia della Comunità e con il referendum per la loro abo-lizione, l’hanno indovinata...quelli vincono di sicuro, stan-no mettendo insieme un gran casino e alla fi ne la gente darà loro ragione.” “Per forza, su queste benedette Comunità di valle nessuno parla chia-ro, erano state volute per ri-dimensionare la Provincia e scardinare quel melmone di burocrati che ci complica la vita a nostre spese, mantenen-do saldi e solidi i nostri paesi che sono testimoni della no-stra identità, e, invece, cosa sta succedendo, per Dio, la Provincia rimane così com’è ed i Comuni stanno perdendo le braghe, mutande comprese, li stanno obbligando a spari-re...” “Non lo permetteremo mai, i nostri piccoli paesi, sparsi sulla montagna, sono i presidi della nostra mon-tagna, i presepi delle nostre famiglie, chi oserà toccarli?”, l’Osvaldo Caccola preten-de l’applauso perchè parole tanto solenni mai sono state spese attorno ad un tavolo di cucina. La Teresa lo guardò esterrefatta, con quell’Osval-do, quasi, quasi, se non fos-se che l’Abele è sempre in guardia, quel ragionamento l’avrebbe riascoltato, per ca-pirlo nel profondo, chissà! Il Genesio, però non é d’accor-do: “Lasciatemelo dire, i no-stri Comuni sono tanti, sono troppi, costano e servono a poco, ormai le distanze non contano più, la gente si mi-schia di continuo, le associa-zioni sono tutte di più paesi assieme, i parroci si divido-no su zone ampie, bei tempi

quelli del Fascismo, c’erano pochi Comuni e quattro Pode-stà, e tutto funzionava molto meglio... poi, subito dopo la guerra, abbiamo voluto tor-nare a dividerci e adesso sia-mo nei guai...” “Ha ragione il Genesio, sono d’accordo...” dice l’Orsolina, schierata. “Il problema sta nella poca chia-rezza...in questi giorni se ne son dette di cotte e di crude sulla Comunità, su cosa sia, su cosa dovrebbe essere, il bello è che ha parlarne è tutta gente che ne sa poco o niente, però sono studiati e credono di insegnarci il catechismo, a noi, che ci arrangiamo fi n dai tempi di Maria Teresa, poveri tapini, son fi niti i tempi che con quattro parole ben det-te, ci prendevano in giro...” conclude alla sua maniera l’Osvaldo. “Mah! Non crede-

re, non è così, da Trento ci co-mandano più che mai, e guai a sgarrare, ci mandano i loro proconsoli, ci dicono cosa fare, chi votare, dove pisciare, dove andare, come morire...ti sembra che ci rispettino? A me non sembra proprio!” dice sconsolato l’Abele che fi no ad allora non aveva aper-to bocca. “Ma come? Abbia-mo perso le lodroniche palle? Ci siamo tutti rincoglioniti?” urla al limite dell’insania l’Osvaldo, l’indomito. “Eh...i soldi, i soldi corrodono gli animi, da Trento, con quattro lire, tengono in scacco sinda-ci, imprenditori, albergatori, artigiani, contadini...tutti alla greppia, il principe comanda e i servi della gleba obbedi-scono, sono i corsi e i ricorsi della storia, la nostra è una storia di principi, magari illu-

minati, ma arroganti e padro-ni delle terre e delle persone, solo sussulti antichi ci riabili-tano per poco, la guerra delle noci, il dazio di Tempesta, e poco altro, per il resto ab-biamo sempre obbedito, ma mai come in questo periodo, purtroppo, siamo imbrigliati in una rete melmosa d’inte-ressi, di affari, di compiacen-ze, che stanno distruggendo il nostro convivere civile...”. L’Archimede sembra spro-fondare in una penosa tristez-za, s’allarmano gli amici, se quello che ha detto è vero, il Trentino e le Giudicarie sono davvero alla fi ne! Questo è il pensiero comune. “Qui bi-sogna riscoprire gli attributi, tirate fuori le palle, uomini conigli, ammesso che ancora le abbiate...!” scoppia ineso-rabile l’Orsolina. “Ma che si può fare?” chiede l’Abele, di-sarmato. “Per Dio, ha ragione l’Orsolina, ribelliamoci, pren-diamo i forconi, mettiamoci anche qualch emotosega, e caliamo su Trento, li faremo a pezzi quei quattro padroni da strapazzo, li stritoleremo, io mi preparo l’elenco di quel-li da infi lzare per primi, poi faremo il resto, siamo stufi di soprusi, privilegi, faccen-dieri, e leccaculi, torniamo ad essere i Giudicariesi di una volta per Dio!” L’Osvaldo Caccola non sta più nelle bra-ghe di corame e vuol subito mettersi in marcia: “Lascia stare, amico mio, non torne-ranno più i Giudicariesi di una volta, credimi, ci hanno disfatto dentro, nell’anima, nei sentimenti, siamo tutti im-pantanati, paurosi di perdere qualcosa, nessuno ci metterà la faccia, siamo ormai piagati dentro, proni ad ogni padro-ne, povera la nostra terra, poveri i nostri fi gli...” Ormai l’Archimede è sul punto di piangere, e tocca all’Orsolina la conclusione di questa no-bile discussione: “ Se le cose stanno così, allora è meglio che si avveri la profezia dei Maya, che il 21 dicembre il mondo salti per aria, che ci sia la fi ne di tutto, è l’unico modo per ricominciare, se qualcuno sopravviverà, potrà, se non altro, tornare a guar-darsi nello specchio e respi-rare aria libera e pulita. Che il Dio dei Maya, ci accolga, misericordioso!”

Che il Dio dei Maya ci accolga misericordioso!

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

L’anno bisestile porta jella e scombussola gli animi e le viscere della gente. Lo conferma la storia che ha visto nel tempo le più gran-

di sventure realizzarsi appunto nell’anno bisesto. E’ di questo che sta discutendo la conventicola dei saggi giudicariesi radunatasi, per l’occasione, nella vecchia cucina dell’Abele e della moglie Teresa spiritata, con

tutti quegli ospiti le verrebbe voglia d’andarsene e mandarli a quel paese. E’ stato l’Abele a voler convo-care gli amici che da tempo si sentono trascurati dal Saltaro delle Giudicarie, loro amico e sodale che da quando è salito di grado, sempre più su nell’empireo che conta, di loro non ne vuol più sapere. Vuole cam-biare mestiere, vuol dedicarsi ad altro.

Nell’anno della profezia della fi ne del mondo, quello che sembra agli sgoccioli è proprio la politica

Anche per l’anno in corso, vige l’obbligo di vaccinare i cani contro la rabbia.Saranno a tal fi ne organizzati, come gli anni scorsi, appositi raduni in ogni Comune. I proprietari potranno quindi vaccinare i cani in tali occasioni (anche in raduni organizzati in altro Comune), il cui calendario sarà pros-simamente affi sso presso gli albi comunali..La vaccinazione potrà essere eseguita anche, previo appuntamento, presso l’ambulatorio APSS di Tione, in via Presanella 16, così come resta impregiudicata per il proprieta-rio, la facoltà di avvalersi del proprio veteri-nario di fi ducia.IL SERVIZIO VETERINARIODipartimento di PrevenzioneUnità Operativa Igiene e Sanità Pubblica Ve-terinariaNucleo Operativo N. 5

Responsabile: Franco FasoliReferente: Via Presanella n. 16 – 38079 Tione di Trentotel. 0465 331490 – fax 0465 331499

Vaccinazione antirabbica dei cani

Page 23: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 23

Tratto nuovamente il tema delle servitù, pur se da una diversa prospettiva rispetto a quella dello scorso nume-ro del Giornale, al fine di ri-spondere a questa domanda pervenuta in Redazione nei giorni scorsi da parte di un lettore.Al fine di dirimere la que-stione sottopostami rileva innanzitutto precisare quali sono i modi in cui una ser-vitù di passaggio può essere cancellata.Soccorrono a tal proposi-to due norme contenute nel Codice Civile: l’una l’art. 1073 c.c. e l’altra l’art. 1055 c.c.Secondo il disposto norma-tivo di cui all’art. 1073 c.c. “la servitù si estingue per prescrizione quando non se ne usa per vent’anni”. Ciò a significare che, qualora il vicino non utilizzi il pas-saggio istituito quale servitù in suo favore per il tempo determinato dalla legge (20 anni), egli decade dal suo di-ritto di passare per il fondo servente. Accertamento che, evidentemente, in assenza di accordo tra le parti, andrà ef-fettuato dal giudice in corso di causa.Nel caso sottoposto al mio esame, però, pare che il proprietario del fondo do-minante, ben conscio di tale eventualità, si premuri periodicamente di inviare una raccomandata al vicino in cui (a quanto pare) si di-chiara comunque interessato al mantenimento del proprio diritto di passaggio ricor-dandone al contempo la sus-sistenza.La domanda che ci si pone è dunque: è sufficiente una raccomandata per interrom-pere la prescrizione del di-ritto?Non avendo letto la lettera, darò per scontato che essa

sia validamente redatta e no-tificata, e comunque conte-nente tutti gli estremi idonei a darne il valore di messa in mora preteso dal mittente.Fermo quanto sopra, va evidenziato come secondo gran parte della giurispru-denza - che ha statuito in merito alla prescrizione del diritto di servitù - valgono ad interrompere il decorso dei termini di prescrizione sia la domanda giudiziale del proprietario del fondo dominante che chieda per esempio l’eliminazione di un ostacolo all’esercizio del suo diritto, sia un riconosci-mento espresso della sus-sistenza del diritto da parte del proprietario del fondo servente.Alla luce di ciò, pare emer-gere il principio che non sia necessario un effettivo e concreto utilizzo del passag-gio, bensì che sia sufficiente la volontà oltre che l’inte-resse del titolare del diritto

di far valere la servitù.Quando il titolare del dirit-to non eserciti il potere sul bene, risulta necessario va-lutare la validità degli atti in-terruttivi del termine di pre-scrizione dallo stesso posti in essere, che siano quindi diversi dall’azione concreta del passaggio (che eviden-temente interromperebbe il decorso del termine senza alcun dubbio). In proposito, però, è discus-so se ad interrompere i ter-mini di cui sopra valga solo un atto giudiziale, oppure se possa valere anche un atto stragiudiziale (quale una raccomandata a.r.) ricevuta dal proprietario del fondo servente.La controversa posizione assunta in proposito sia in dottrina che in giurispruden-za non concede allo stato di poter pacificamente propen-dere per l’una o l’altra solu-zione.A mio avviso, peraltro, rite-

nuto che la normativa sul-l’interruzione della prescri-zione presuppone un reale interesse a che il diritto di servitù permanga, trovo difficile ravvisare un simi-le interesse in capo al pro-prietario di un fondo che, pur non utilizzando da oltre quarant’anni il passaggio imposto sul fondo serven-te, in limine con lo scadere dei termini prescrizionali di volta in volta maturati, invii una raccomandata al vicino per far conoscere il proprio intendimento a mantenere il proprio diritto di passo.Ma vediamo ora la seconda possibilità ammessa dal Le-gislatore per poter ottenere la cancellazione della servitù di passo, e cioè quella previ-sta dall’art. 1055 c.c. secon-do il quale: “se il passaggio cessa di essere necessario, può essere soppresso in qua-lunque tempo ad istanza del proprietario del fondo domi-nante o del fondo servente”.

Nel caso di specie, però, ove a quanto pare la servitù ri-sulta costituita per volontà delle parti e non coattiva-mente per interclusione del fondo dominante, tale nor-mativa parrebbe non trovare applicazione.Peraltro, secondo la costante interpretazione giurispru-denziale dell’istituto, la cau-sa estintiva della servitù di passaggio prevista dall’art. 1055 c.c., per il caso di ces-sazione dell’interclusione del fondo dominante, opera con riguardo ad ogni servitù che si ricolleghi ai presup-posti del passaggio coattivo, anche se sia stata conven-zionalmente costituita.In parole povere qualora la servitù, seppure frutto di una convenzione, sia stata istituita per ovviare all’in-terclusione del fondo.Appare ovvio, in tale ultima ipotesi, che sarà onere di co-lui che intende far sopprime-re il passaggio dimostrare il

mutamento dello stato di fatto rispetto al tempo in cui è stato raggiunto l’accordo sulla costituzione della ser-vitù, oltre che la circostanza per cui tale accordo aveva quale ragione fondante il permettere al fondo domi-nante di raggiungere agevol-mente la via pubblica.Alla luce di quanto sopra, nel caso specifico sottopo-sto dal nostro amico letto-re, consiglio a quest’ultimo di verificare dapprima, ed in maniera puntuale, il con-tenuto dell’accordo che ha istituito il passaggio, per ve-rificarne ragioni e validità. Qualora, da tale verifica non se ne derivasse alcun vali-do appiglio normativo per risolvere il problema che lo preoccupa, direi che unica strada percorribile – solo a seguito di un’attenta verifica delle più recenti pronunce giurisprudenziali in mate-ria – sia quella di far vale-re la prescrizione del diritto contestando la validità del-le comunicazioni di messa in mora notificategli negli anni.Ringrazio infine per l’inte-ressante quesito proposto per questo numero, invitan-do altri lettori che avessero necessità ad inviare le pro-prie domande alla Redazio-ne del Giornale.

Avv. Francesca Zanoni - Fiavé

Pagina utilità

La cancellazione delle servitù di passo: perdita del diritto per non uso ultraventennale

o per il venir meno dell’interclusioneSpettabile Redazione. Si è parlato tanto di diritti di passo. Vorrei ora sottoporre la domanda inversa e cioè la cancellazione della servitù di passo a piedi o con autoveicoli. Nel caso specifico si tratta di una servitù MAI utilizzata dal fondo dominante da quando è stata costituita e cioè dall’anno 1970. Alla cadenza di ogni 15 anni circa ci ricordano con una raccomandata che

c’è questa servitù. Faccio presente che il fondo domi-nante ha un comodo e diretto accesso alla via pubbli-ca, ecco perchè questa servitù è inutile e quindi mai stata utilizzata.Però c’è e vorrei toglierla. Grazie molte per una Vo-stra risposta.Lettera Firmata

LEGGE/ L’esperto risponde Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazio-ne del diritto a casi con-creti al seguente indirizzo [email protected]. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse ver-ranno pubblicate sui suc-cessivi numeri del Gior-nale delle Giudicarie.

a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè

Dopo il primo volume riguar-dante il periodo dal 1945 al 1975, a distanza di poco più di due anni è nelle librerie il secondo “Dizionario dei fat-ti, dei personaggi, delle sto-rie del Trentino”, riferito al periodo 1976 – 2000, edito da Curcu & Genovese. Ne è autore il giornalista Mau-ro Lando che in 695 pagine ha racchiuso 685 voci in cui ha raccontato i principali fatti verificatosi nell’ultimo quarto del secolo scorso. Un periodo storico cruciale per le vicende trentine e delle quali sono tutt’ora presenti echi diffusi ed anche effetti concreti. Dalla lettura delle voci del Dizionario attraverso la nar-razione di fatti, i ricordi di

personaggi, le illustrazioni di storie è quindi possibile ricostruire quanto successo ne decenni passati, mante-nere viva la memoria stori-ca che via via si incammina verso l’appannamento, com-prendere le ragioni di larga

parte delle realtà politiche, economiche e sociali con cui si fanno i conti tutt’ora nel capoluogo, nelle città e nelle vallate del Trentino.Il metodo per la elaborazione delle quasi settecento pagine del Dizionario è stato quel-

lo della lettura e dell’esame delle pagine dei quotidiani, proprio perché oggetto del-la ricerca è “tutto quanto ha fatto cronaca”. E’ evidente che, dove è stato necessario, si è proceduto ad approfon-dimenti ulteriori. Ne è scaturito pertanto un li-bro che racconta e ricorda in voci da dizionario quanto è successo nell’ambito soprat-tutto provinciale con l’atten-zione rivolta a fatti politici, economici, amministrativi, urbanistici, giudiziari, artisti-ci. Non mancano episodi di vita comune, drammi, gioie, mobilitazioni, personaggi, avvenimenti che hanno se-gnato la vita e le opinioni dei cittadini. Va segnalato anche che due categorie di fatti non

sono state riportate, oppure lo sono in maniera meno dif-fusa: si tratta degli episodi di cronaca nera e degli avveni-menti sportivi. Sono due am-biti per i quali già esistono libri ad essi dedicati. Alla base di questo lavoro, al quale l’autore si è appli-cato in cinque anni di ricer-ca e lavoro, sta la volontà di contribuire a dare una risposta a frequenti quesiti che emergono nella comune conversazione, oppure nella individuazione dei contorni di episodi di un passato mol-to prossimo. Quesiti quali: “Perché si è deciso così?” “Ma come è andata a fini-re?” “Come è cominciato?” “Chi era?” Domande spesso inappagate per i confini ine-

ludibili della memoria stori-ca personale e per la indeter-minatezza della conoscenza generale. Quesiti che non sono sola-mente frutto della curiosità di chi gli episodi del passato prossimo ha in qualche modo conosciuto e poi dimentica-to, ma che esprimono anche un’esigenza di chi ora deve fare fronte alle conseguenze di quei fatti.Nelle 695 pagine del secon-do volume, nelle 685 voci riportate. nei 3430 nomi ci-tati, nei 1050 luoghi ricorda-ti queste domande trovano una risposta. Non vanno poi trascurate le 423 pagine del primo volume con le sue 613 voci, 2004 nomi e 915 luo-ghi indicati.

Fatti, persone e storie dal TrentinoE’ uscito il secondo volume (dal 1976 al 2000) del “Dizionario”

del giornalista Mauro Lando

Mauro Lando

Page 24: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 24 FEBBRAIO 2012

Sezione Poesia:Si classifica al primo po-sto assoluto la poesia “STE AGN” di LEDI AMISTA-DI.La naturalezza di uno sguar-do disincantato e colmo d’affetto per il tempo passa-to sono il motore sensibile di questo “canto nostalgi-co” dove emergono visioni di semplice e vera bellezza. Nella concezione del tempo e dello spazio ecco il rappor-to fra l’uomo, il paesaggio naturale, gli animali. In quel tempo non troppo lontano, il lavoro dell’uomo si esplica-va attraverso la cura e la pu-lizia fino nelle zone alte della montagna; così il dialogo fra le parti, nella Natura, veniva mantenuto dentro l’ordine che “teneva indietro le vol-pi”. A differenza dell’oggi dove ritroviamo persino le vipere a condividere spazi e luoghi troppo adiacenti.Nel ricordo, invece, rinver-discono le piccole scene gio-vanili, quando proprio du-rante lo sfalcio o la raccolta della foglia, o nel lavorare la terra, fuoriuscivano come diamanti, gli oggetti smarri-ti nella precedente stagione. Un’estasi di luce agli occhi

spalancati e la più inaspetta-ta “sorpresa bambina” capa-ce di commuovere. La stessa vibrante sensazio-ne che, questa volta ad occhi chiusi, è possibile immagi-nando la multiforme pittu-ra livida dei crocus sopra il prato, senza sapere se quella sia la folgore di primavera o già il silenzio assorto del-l’autunno.“Ste Agn” nel suo volgere un poco malinconico si chiude tuttavia nella fantasia pitto-rica dove i colori sembrano nuovamente restituire vita alla memoria, per un “ritor-no nel futuro”.

Sezione Fotografia:Si classifica al primo posto assoluto la fotografia “DOPO LA MESSA” di FRANCO ZENI.Ad una prima osservazione l’immagine si caratterizza per la pacatezza e tranquilli-tà, ma se ci soffermiamo con attenzione possiamo verifica-re diverse modalità interpre-tative. La forma qui diviene quasi sostanza ed i segni del-la composizione assumono una rilevanza che possiamo sottolineare come autentico “stile”. Necessariamente dap-prima siamo attratti dal rap-porto cromatico fra la grande

vastità del verde naturale e il candore luminoso del bianco della veste tonacale. Poi ecco il nero che variamente sembra interrompere il bianco, quasi a voler dialogare con il grigio omogeneo del cielo lontano, dietro la collina. La Natura appare immobile come avviene dopo il tem-porale e solo la traccia della stradicciola ancora inzuppata di pioggia, volgendo sinuosa in prospettiva accidentale rie-sce a modificare lo spazio per restituirgli la sua realtà. E’ la ripresa frontale di una azione semplice, con le suore raggruppate come “sorelle” unite dentro un unico destino, fissate mentre assieme affron-tano il cammino che “dopo la messa” le riconduce a casa. E quindi nel silenzio di una azione pervasa di messaggi spirituali possiamo ammirare la geometria e la proporzio-

ne che le linee e le masse ci riservano, ripercorrere stati d’animo ed immaginare di-sposizioni interiori di fede. Attraversata da contenuti prossimi al Neoclassicismo, possiamo scrutare la maestà della Natura, il fascino di gesti colmi di rispetto per una vita dedicata alla preghiera per il bene nel mondo. Nella sua figurazione infine troviamo non solamente forme e strut-ture compositive ma anche contenuti simbolici di umana solennità.

Sezione Pittura:Si classifica al primo posto assoluto il dipinto “INVER-NO ALLA FAGGETA DI DAMPON” di MARISA CAPELLA.Ecco il paesaggio rappresen-tato nella sua esistenza silen-ziosa ed ospitale. E’ questo un luogo assai riconoscibile

per la sensibilità dei ronco-nesi, il posto dove navigano i pensieri, dove sembra persi-stano le voci della Natura an-tica, ma anche i sospiri delle riflessioni di oggi. L’opera vive quasi intera-mente sul rapporto dei colori chiari, separati distintamente fra tonalità fredde d’inverno e i bagliori aranciati del sole prossimo a nascondersi al so-praggiungere della sera. La morbida linea della neve sembra frangersi fra candori luminosi e degradanti om-breggiature azzurrate che modulano come le onde del mare; le volumetrie dei tron-chi di contrasto muovono in verticale sezionando un fon-dale inondato dalle vibrazioni luminose. Nulla appare nella sua consistenza fisica men-tre solamente il bianco nella sua presenza/assenza sembra porsi con nettezza a descrive-re la realtà.. E’ questo il frammento di mondo alpino al quale ci stia-mo approssimando seguendo le tracce indicate dal cuore e lasciando riposare la mente. La struttura compositiva di-spone per un primo piano ad iniziare dalle pietre in basso a destra per poi proseguire verso il varco vuoto fra i fag-gi dove la crema della luce ancora riesce a non farsi tra-volgere dalle ombre verdeg-gianti poste di lato in forma di sipario che si chiude.La pittura leggera e sottil-mente impressionistica viene posta in essere con acque-rellature prive di contorno in una sorta di indefinitezza ovattata. E proprio la disposizione morbida di questa scena qua-si magica riesce a tradurre e riportare alla nostra sensibi-lità, stati d’animo impregnati di lirismo, dentro un recupero naturalistico così essenziale e indispensabile per il nostro benessere interiore.

Arte

Concorso Artistico “insegnare Roncone”

Organizzato dalla Biblioteca Comunale

La Biblioteca Comunale di Roncone isti-tuendo “Insegnare Roncone” ha voluto suggerire attenzione ad un tema significa-tivamente aderente allo svolgersi della vita della sua comunità, indicando nell’osser-vazione di un paesaggio, nello scorcio di un luogo naturale o urbano, nella presen-tazione di un personaggio, o nella descri-zione aneddotica, le modalità per fissare in forma artistica gli elementi maggiormente significativi della cultura e della storia al fine di assicurarli alla nostra memoria.La ricerca, possibile di ospitare varie forme espressive, è stata quindi affidata ad auto-ri partecipanti al concorso, nella consape-volezza che ogni opera presentata potesse contenere in sé, i caratteri di una creatività singolare, ma anche avesse la forza e la so-stanza per aiutare ad ampliare la coscienza che abbiamo della nostra storia e la perce-

zione del territorio che abitiamo. Il rapporto che gli uomini hanno mani-festato con e dentro il paesaggio sembra quindi essere il contenuto basilare di que-sta proposta intesa e voluta al fine di ma-nifestare il “sentimento di rispetto” per la Natura e la Comunità. Il numero di opere partecipanti alla prima edizione di “Insegnare Roncone” ha qua-lificato con positività la proposta culturale conclusasi con la mostra complessiva, la premiazione dei vincitori e l’anticipazio-ne della seconda edizione prevista per il 2012. Le opere, premiate in virtù di una so-stanziale aderenza ai significati e qualità estetica, sono state indicate e scelte dalla commissione composta da Ilaria Dorna, Pierangela Pellizzari, Vigilio Bonenti, Da-rio Gelmini, Alessandro Togni.

di Alessandro Togni

La poesia prima classificata: Ste Agn di Ledi Amistadi

Page 25: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 25

La pittura di Amedeo Mar-chetti è “l’unica” capace di attirare a sé un pubblico così numeroso ed eterogeneo e la verifica di questa affermazio-ne è possibile a margine della mostra che si è da poco con-clusa presso il Centro Studi Judicaria a Tione di Trento.Marchetti è certamente arti-sta riconosciuto anche a li-vello internazionale, ma che il suo carisma potesse muo-vere così tante persone non era così scontato, nemmeno per lui, e ancora meno per la direzione del Centro Studi Ju-dicaria e per il suo presidente Graziano Riccadonna rimasti per questo favorevolmente sorpresi. Nel giorno d’inau-gurazione alla quale hanno partecipato con uno splendi-do concerto anche Sabrina Schneider (soprano) accom-

pagnata al pianoforte dal mae-stro Corrado Baroni, erano presenti almeno 300 visitatori, e nei giorni seguenti d’aper-tura sono transitate dalle Sale Expo almeno 1000 persone completamente entusiaste. Anche in occasione della con-ferenza “Out Of The Blue” preparata in forma di indagine ed interpretazione dell’arte di

Marchetti, erano presenti non meno di 70 persone. Insomma, l’esposizione è stata davvero gratificante per l’autore, per gli organizzatori di Judicaria e per il pubbli-co che ha lasciato indirizzi di stima e di soddisfazione riempiendo tutte le pagine del libro delle firme … La sua pittura naif, il caratte-

re ingenuo ed istintuale che la attraversa, il modello formale assai vicino alla percezione comune, il battito dell’arte popolare e la meraviglia delle cose “folk” oggi ingiustamen-te superate e dimenticate, i notturni dell’inverno rischia-rato, i bagliori e le fantastiche visioni, hanno catturato il sen-timento di tutti, consegnando

emozione come solo le cose dell’arte più intensa sanno regalare. E’ una pittura colma d’in-canto e di innocenza, imma-ginifica e favolistica, con il tempo che sembra rallentare e disporsi al gioco per una trasformazione della realtà, dove ancora possono balena-re i sogni della fanciullezza, manifestarsi la commozione e la passione per le cose lon-tane, mai dimenticate.Eccole le ragazze di Amedeo mentre distrattamente ci osser-vano dal loro mondo ovattato di neve, eccole quasi immo-bili, semplicemente sedute, mentre brillano le stelle nel cielo blu delle notti invernali o mentre riposano dentro le case accanto alla stufa, mentre i pensieri navigano chissà in quale luogo sognato.

Il gusto dell’illustrazione ro-mantica quasi a voler riprende-re per continuare gli insegna-menti dei grandi del passato come Henry Rousseau, Liga-bue e Betty Swanwick della quale rimembra l’inclinazio-ne nostalgica e la freschezza compositiva. Questo è Amedeo Marchetti: con la sua pittura morbida non raggiunge solamente qualità ed intensità espressiva ma, nella più autentica accezione del pittoresco regala a tutti noi, il carattere leggero e la di-sposizione ad accogliere sola-mente le cose vere, nella bel-lezza; e se fra le essenze che pervadono la sua arte possia-mo indicarne una importante capace di restituire successo, questa è la “sincerità”. Gran-de Amedeo!Alessandro Togni

Aveva alle spalle i severi anni di studio a Fano, nelle Marche, durante gli anni dal 1941 al 1942; lunghi anni della fanciullezza e dell’ado-lescenza che, oltre alla fer-rea formazione del tempo, gli avevano lasciato in cuo-re quella salda nostalgia del paese natio che è propria di coloro che lo devono tempo-raneamente abbandonare per motivi o di studio o di lavo-ro. Nel secondo dopoguerra le difficoltà del tempo per as-sicurarsi il posto di lavoro in sede fissa come maestro ele-mentare; quindi la famiglia con la maestra Noemi Sarto-razzi, poi i figli, poi i lunghi anni di scuola ed il costante, ininterrotto, indefesso attac-camento alla storia della pro-pria terra: un impegno che ha contrassegnato nettamente la sua figura di Giudicarie-se. Un impegno che - dagli anni Sessanta/Settanta - ha

condiviso ininterrottamente con Silvia Marchiori di Sao-ne e con Ezio Scalfi di Tio-ne in quel nucleo di storici che sono passati alla storia come SPES: Silvia, Paolo, Ezio Scalfi con una sequenza anche di importanti pubbli-cazioni che restano a docu-mentazione del loro passag-gio fra noi.Mi sono trovato personal-mente coinvolto con loro durante la preparazione e la stampa degli “Statuti di Tio-ne: 1759/1757” nel 1974, e del primo volume “Le Re-

gole di Spinale e Manez” nel 1977. Con loro ho condivi-so altri studi e ricerche, ma sopratutto alla loro scuola (e dalla loro determinante amicizia) ho assunto l’entu-siasmo e la caparbietà che si devono avere nel saper e vo-ler sondare tutto ciò che sta alle nostre spalle e che può illuminare il nostro presen-te per meglio individuare il domani. Quella della SPES è stata una vera fucina, rima-sta accesa per troppi pochi anni, ma che ha riscaldato l’atmosfera culturale della

nostra comunità territoriale lasciando una traccia indele-bile di quanto da loro fatto e seminato. Oggi le Giudicarie sono più povere, ed è triste per me assumermi il compito di salutare anche questo inti-mo amico, dopo aver dovuto anche salutare sia Silvia che Ezio: persone che mi augu-ro possano far sentire il loro spirito anche alle generazio-ni future.Di Paolino porteremo il ri-cordo della sua tenacia, dei suoi entusiasmi, del suo ca-rattere focoso quando c’era

da difendere determinate posizioni culturali su argo-menti controversi e discussi: sapeva coraggiosamente im-porre il frutto dei suoi studi, delle sue analitiche ricerche, delle sue convinzioni basate su quanto stava via via sco-prendo nelle “vecchie car-te”; ma ugualmente la sua disponibilità e il suo saper stare con tutti. I suoi alun-ni porteranno con sè i suoi insegnamenti sempre legati alla più stretta scientificità professionale, sempre ali-mentati da una corretta vi-

sione di vita all’interno del proprio contesto sociale alla luce anche di quanto egli sa-peva “far passare” loro dal passato. Gli amici ricorde-ranno l’amico col quale era gratificante incontrarsi ed a sedersi, magari al bar, in ore ed ore di conversazioni sempre interessanti, sempre ricche di quello che egli an-dava via via scoprendo e di cui faceva parte chiunque sempre con immutato entu-siasmo. Ai figli il ricordo di un “uomo” ligio al dovere, vissuto sempre con la mas-sima rettitudine, soprattutto intellettuale, e fortemente legato alla “vita di famiglia” concepita e vissuta secondo i canoni ed i valori della più schietta e saggia tradizione popolare propria dei secoli passati.

Ciao, Bàito, dal Musón

Cultura

La notizia ormai è ormai di pubblico dominio: giovedì 20 gennaio è scomparsa un’altra

delle più eminenti personalità culturali delle Giudicarie, quel Paolino da Preór che aveva sempre voluto essere chiamato con lo scotùm di famiglia: él Bàito! Ottimo e prezioso maestro elementare in vari paesi, in particolare a Breguzzo ed a Tione, aveva saputo sostanziare ed ar-ricchire la formazione scolastica dei propri alunni dotan-

doli dell’attaccamento al loro territorio attraverso

la conoscenza geografica e storica che gli scaturiva non solo dal suo sentirsi giudicariese a tutti gli effetti, ma so-prattutto dal continuo studio che ha perseguito per tutta la vita sui documenti degli archivi per carpirvi l’essenza della vita secolare del Trentino e delle Giudicarie, con particolare riguardo a Preore, Ràgoli, Regole di Spinale e Manéz e Tione.

Una vita per la culturaIL RICORDO

Paolo Scalfi Baito ha incarnato lo spirito dello studioso tenace e legato alla sua terra. Si è spento il 20 gennaio

di Mario Antolini Muson

Amedeo Marchetti, un successo meritatissimo

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Paolo Scalfi

Page 26: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 26 FEBBRAIO 2012 Società

L’iniziativa viene portata avanti dall’Associazione Geometri della Comunità delle Giudicarie che crede fermamente nell’utilità del servizio e che ancora di più, in un’epoca complessa e pie-na di difficoltà come quella attuale, vuole essere vicina alle necessità della gente.Il servizio come per gli anni precedenti viene offerto, è bene sottolinearlo, in forma del tutto gratuita e semplice, mettendo a disposizione una terna di professionisti, sele-zionata in forma quanto più varia ed assortita, in rappor-to alle diverse specializza-zioni ed alle diverse aree di provenienza.Attualmente si può contare su una trentina di professio-nisti aderenti all’iniziativa: un numero significativo che consente sia di coprire age-volmente i turni previsti che di garantire l’efficienza di un sistema pluralistico e traspa-rente di informazione.Affinando le passate espe-rienze e nell’ottica del mi-glioramento del servizio viene con quest’anno intro-dotta una importante novità che consiste nella tenuta del servizio anche in sede peri-ferica e precisamente presso il Comune di Storo in due distinte sessioni: il giorno 30 marzo ed il giorno 28 set-tembre 2012, dalle ore 9,00 alle ore 12,00.Tutte le altre sessioni si svol-geranno, come di consueto,

presso la sede della Comu-nità delle Giudicarie, che ancora una volta si è dimo-strata sensibile all’iniziativa, mettendo a disposizione un apposito ufficio nella pro-pria sede, alle date stabilite del 27 gennaio, 24 febbraio, 27 aprile, 25 maggio, 29 giu-gno, 27 luglio, 26 ottobre, 30 novembre 2012, dalle ore 9,00 alle ore 12,00.Sia alla Comunità di Valle che al Comune di Storo va in tal senso rivolto un doveroso ringraziamento per la dispo-nibilità offerta.

In definitiva, le sessioni pre-viste sono in totale n°10, cor-rispondenti sostanzialmente ad una cadenza mensile ove si escludano i mesi di agosto e dicembre, rivelatisi di scar-so utilizzo.L’accesso al servizio è com-pletamente libero e non ri-chiede alcun appuntamento.Molteplici ed assolutamente svariati sono gli argomen-ti sin qui trattati nelle varie sedute, con una prevalenza delle tematiche del risparmio energetico, delle agevolazio-ni fiscali, del rapporto di vi-cinato e delle problematiche dell’edilizia in genere.A garanzia della professio-nalità messa in campo, viene

compilata apposita scheda, in forma anonima, che anno-ta principalmente gli accessi al servizio, i contenuti della consulenza e la zona di pro-venienza del richiedente.Viene altresì richiesta la compilazione da parte degli utenti di un semplice que-stionario anonimo rivolto a comprendere il gradimento

dell’iniziativa.A scanso di equivoci ed a tacitazione di possibili retro pensieri, un punto importan-te è bene sottolinearlo:in nessun caso e per nessuna ragione è ammessa una qual-sivoglia captazione di incari-chi nell’ambito del servizio in oggetto. Ad onor del vero bisogna anche riconoscere,

come questi anni di attività dimostrano, che il problema in sé non si pone realistica-mente in quanto i cittadini che accedono al servizio, sono mossi in prevalenza dalla necessità di confronto, di dialogo e di informazio-ne alternativa e/o integra-tiva e non già dall’esigen-za della formazione di un

parere in ordine alla figura professionale a cui rivolger-si. L’intero concetto del servi-zio è imperniato, come det-to in apertura, sul legame al territorio dell’intera catego-ria dei Geometri e non già al vantaggio di alcun singolo, mirando a mettere in evi-denza il pregio ed il valore che tradizionalmente lega il cittadino alla figura del Geo-metra, definito nell’occasio-ne con termine assolutamen-te appropriato di AMICO.

“Amico geometra” torna la consulenza gratuita Sulla scorta delle positive esperienze degli anni

scorsi viene riproposta anche per il corrente anno 2012, l’iniziativa nata con il patrocinio del Collegio

Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati della pro-vincia di Trento, finalizzata a consolidare il tradizionale

rapporto dei Geometri con il territorio ed a fornire al cittadino, in forma del tutto gratuita, un primo suppor-to informativo per la gestione di qualsiasi problematica tecnica rientrante nell’ambito delle proprie competenze professionali.

L’iniziativa è patrocinata dall’ordine provinciale

Si conferma per il quarto anno consecutivo l’apprezzata iniziativa presso la sede della Comunità di Valle

Il Giornale delle Giudicariemensile di informazione e approfondimento

Anno 11 n° 2 - febbraio 2012Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie”

via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di TrentoDirettore responsabile:

Paolo MagagnottiCaporedattore:

Roberto BertoliniComitato di redazione:

Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo GottardiHanno collaborato:

Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Massimo Caldera,

Denise Rocca, Alessandro Togni, Andrea TomasiniAlberta Voltolini, Marco Zulberti

Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a [email protected]

Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a:

[email protected], redazione

via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento

Stampa: Sie S.r.l. - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

Page 27: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 27 Società

“Ho capito che nella vita devo fare quello che mi spetta, poi il resto si muove di con-seguenza, ma il primo passo lo devo fare io. Non sono le cose che vengono verso di me, sono io che devo andare verso di esse”. Con questa citazione di George Bernards Shaw, e una di quelle nitide foto che catturano l’allegria dei bambini afri-cani, si apre la home page di Africa Rafiki che si occupa di volontariato in Kenya. Dopo undici anni, l’associazione ha con-cluso nei giorni scorsi il suo importante lavoro nella capitale keniota e si prepara a nuove sfide in altri territori del continente africano. Fondata nel 2000 per sostenere il lavoro di padre Franco Cellana, originario della Val di Ledro e responsabile a Nairo-bi della parrocchia Consolata Shrine, nel quartiere Westlands, in questo decennio si è occupata di sanità, educazione e lavoro per i quartieri più poveri di una metropoli che conta 4,5 milioni di abitanti.I tre slum Suswa, Deep Sea e Maasai, dove si è concentrato il lavoro dell’asso-ciazione, sono agglomerati di baracche di fango e cartone, separate da anguste stra-dine piene di buchi e immondizia dove l’emergenza sanitaria ha portato i medici volontari a lavorare a domicilio in condi-zioni disastrose: gli zaini pieni di medi-cinali e la fioca luce delle pile tascabili. Oggi, grazie al lavoro dei volontari giu-dicariesi, esiste un dispensario con acqua corrente, medicinali e qualche attrezzatura permanente gestito da una piccola equipe medica. In questi 11 anni di impegno i vo-lontari sono riusciti a cambiare drastica-mente il livello di vita della popolazione: una al giorno, per poco più di 250 euro l’una, sono sorte nelle fatiscenti bidonville africane, al posto delle fragili baracche di fango appoggiate una all’altra come tes-serine del domino, delle piccole casette di legno e lamiere zincate, due metri per tre, dipinte di verde e marrone, “i colori della terra e dell’erba” raccontano i volontari; e poi sono seguiti gli allacciamenti all’ac-quedotto cittadino, la messa in opera degli impianti fognari, la predisposizione delle docce e dei servizi igienici.Le infrastrutture sono necessarie, ma non bastano, hanno pensato ad Africa Rafiki, bisogna lavorare anche sugli spiriti, ed è nato un laboratorio artigianale dove gio-vani e adulti potessero trovare uno sbocco occupazionale e affrancarsi dalla miseria. Agli adolescenti che sopravvivono di fur-

tarelli e colla da sniffare, il dramma afri-cano, i volontari offrono un pasto vero alla settimana. Ci sono anche i bambini, ovun-que, tutti ossa e sporcizia: per loro, i figli degli slum, poverissimi perfino secondo i canoni di un continente del Terzo Mondo e rifiutati dalle scuole pubbliche, sono sta-ti costruiti una scuola capace di ospitarne fino a 600 e due asili per 300 bimbi.Racconta l’assessore del comune di Co-mano Terme Achille Onorati, volontario dal 2008 e appena rientrato da Nairobi: “in questi dieci anni si è fatto tanto, e non si finirebbe mai a guardar bene, ma ci sono zone nel nord del paese che hanno bisogno di infrastrutture simili, per questo l’associazione sposterà la propria opera a nord, seguendo padre Franco”.

IL FUTURO IN ARRIVO...I volontari hanno già effettuato i sopral-luoghi nelle nuove aree del nord dove sposteranno la loro opera, nel territorio dei fratelli dei più conosciuti Maasai, i Samburu. Una tribù nomade di guerrie-ri-pastori dai lineamenti eleganti, fieri e poverissimi, che popolano una savana arida e inospitale eppure di una bellez-za struggente. Il regalo più prezioso una pecora, la risorsa più rara l’acqua. Le donne camminano per chilometri solo per raccoglierne qualche secchio e si occupano in toto della gestione della fa-miglia, i bambini pensano al bestiame, i maschi adulti sono guerrieri. Tutto qui, una vita dura, spartana, dove mancano scuole, ospedali, canalizzazioni e fogna-ture, ma libera dalla schiavitù del tempo che scorre. “Quello che non manca as-solutamente è il tempo” - racconta Ser-

gio - se succede un imprevisto nessuno si agita, basta sedersi sotto un albero e aspettare, prima o poi, più poi che prima, qualcuno passerà e darà una mano”. Le giornate sono scandite dal giorno e dalla notte, nessuno sa quando è nato, “a che serve saperlo?” hanno chiesto i Sambu-ru ai volontari. In Africa, in effetti, non esiste maggiore età per votare e sposarsi, nessun impegno improrogabile, nessuna scadenza da non mancare. Sarà per que-sto che sorridono, nonostante condizioni di vita al limite. Un mondo incredibile, difficile da capire per noi, ma diversis-simo anche rispetto al caos urbano de-gli slum di Nairobi. Nella savana dei Samburu si muovono 10.000 persone in 5.000 chilometri quadrati di territorio, a Nairobi lo slum di Kibera stipa anche 95.000 persone in un solo chilometro quadrato. Nei territori rurali dei Samburu da un de-cennio opera padre Airo, che ha prepara-to l’arrivo dei volontari di Africa Rafiki. L’associazione progetta di alleviare il problema dell’acqua, magari con un poz-zo, poi si pensa ad un asilo, per i bambini, che funzioni di sera perché di giorno sono impegnati a portare le pecore al pasco-lo. “L’intenzione è di portare quelle che consideriamo delle necessità primarie – spiega Sergio Armani - non vogliamo assolutamente cambiare il loro modo di vivere, anche se siamo consapevoli che qualche conseguenza se costruiamo delle strutture stabili sarà inevitabile. Ci con-forta la loro gratitudine; a padre Airo, per ringraziarlo del suo lavoro, hanno regala-to una capra, il più prezioso dei doni per un Samburu”.

Solidarietà sulla linea Giudicarie-Kenya Africa Rafiki si occupa da 12 anni di solidarietà internazionale

“La storia di Africa Rafiki è quella di una serie di situa-zioni di sofferenza dalle quali sono nate molte altre situazioni di speranza”. Così racconta il presidente

di Africa Rafiki, Sergio Armani, comandante del corpo dei vigili

del fuoco di Tione. E proprio da un incendio, nel ‘93 nel quale morì un volontario e un altro rimase gravemente ustionato, inizia l’amicizia di padre Franco Cellana con Sergio Armani e i suoi vigili, molti dei quali sono oggi membri dell’associazione.

di Denise Rocca

Page 28: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

pag. 28 FEBBRAIO 2012 Sport

Notevole, come in ogni occasione, l’impegno dei volontari e dei collabora-tori della Pro Loco di Bol-beno, che hanno garantito uno svolgimento della gara e una organizzazione del-l’insieme impeccabile, ad esempio l’includere nei 20 euro di iscrizione anche il pranzo (primo, secondo e dolce), skipass giornaliero per l’impianto e ingresso gratuito nel campo primi passi “Bolbenolandia”. La gara, divisa per catego-rie che andavano dai più ai meno giovani, divisi tra maschi e femmine, ha oc-cupato tutta la mattinata e i vincitori sono stati premia-ti nel primo pomeriggio durante la cerimonia di pre-miazione, nella quale sono intervenuti oltre alle auto-

rità del posto, il presidente della Pro Loco di Bolbeno Roberto Marchetti, il pre-sidente dello sci club Bol-beno Michele Ballardini e il sindaco Diego Chiodega, anche il presidente del-la Federazione delle Pro Loco trentine Armando Pederzolli e l’assessore al turismo Tiziano Mellarini. Proprio quest’ultimo ha speso molte parole di elo-gio per la giornata e per il lavoro dei volontari di Bol-beno, puntando sull’esem-pio positivo che queste

persone danno, promuo-vendo il territorio grazie al loro impegno; manifesta-zioni di questo tipo sono al tempo stesso un bene per le pro loco e un bene per le valli intere.La vittoria alla Pro Loco più numerosa è andata a Tione, che ha vinto una giornata sulla neve a Pinzolo con skipass e pranzo presso il rifugio al Doss del Sabion; per la Pro Loco più veloce, Bolbeno ha vinto in casa, aggiudicandosi una trasfer-ta in pullman fuori provin-cia. Ricchi premi anche per gli altri partecipanti.Un evento riuscitissimo, il che garantirà sicuramen-te una replica per l’anno prossimo.

Aldo Gottardi

Pro loco in gara a BolbenoLe “Coste” di Bolbeno non mentono mai! Un altro ap-puntamento all’insegna dei grandi numeri per l’impianto sciistico “più basso d’Italia”: domenica 22 gennaio ha in-fatti avuto luogo a Bolbeno la gara di slalom gigante del Campionato Provinciale Pro Loco del Trentino, organiz-zata dalla Pro Loco di Bolbeno e dalla Federazione Tren-

tina delle Pro Loco, nella quale sono stati rappresentati 17 Comuni trentini. Un affluenza massiccia, 250 iscritti alla competizione e 100 altre persone che hanno accom-pagnato e partecipato al pranzo in compagnia, allo Snow Food La Contea, per un totale di circa 350 partecipanti alla festa: un successone.

L’edizione svoltasi tra l’8 e il 15 gennaio 2012, è stata l’edizione del ritrovato Valentino Rossi che si è presentato sulle nevi di Madonna di Campiglio con la voglia di portare la Ducati alla vittoria, dopo un’annata delu-dente. Freme con il piede sul-l’acceleratore anche Fernando Alonso per il quale la Ferrari sta preparando una nuova auto in grado di condurre il campione spagnolo al titolo piloti. Per Fe-lipe Massa, il 2012 sarà invece l’anno della verità. La scuderia di Maranello gli ha rinnovato la propria fiducia, ma il possibile nuovo contratto del brasiliano

dipenderà dai risultati della pri-ma parte della stagione. Infine, per Nicky Hayden la settimana campigliana sulla neve è stata un toccasana per riprendersi da un infortunio. L’edizione 2012 è stata davve-ro speciale: gli incontri ufficiali tra scuderie e stampa accredi-tata (attraverso numerosissimi contatti il nome di Madonna di Campiglio è rimbalzato in tut-to il mondo) e le anticipazioni tecniche sulla prossima stagio-ne dei motori si sono mescolati con gli appuntamenti sportivi sulla neve, le lezioni di sci (non per Valentino, campione anche

sullo snowboard), le suggestive fiaccolate, il caloroso sostegno dei tifosi e la grande voglia di vincere delle Rosse di Maranel-lo e Borgo Panigale. Ancora una volta, il laghet-to ghiacciato di Madonna di Campiglio è stato il palcosce-nico ideale per la spettacolare chiusura di Wrooom. Valentino Rossi, Fernando Alonso, Felipe Massa, Giancarlo Fisichella e Marc Genè sono stati i prota-gonisti delle gare di kart e Fiat 500 che hanno entusiasmato il pubblico accorso in gran nume-ro per salutare i piloti di Ducati e Ferrari. Nicky Hayden, con-valescente da un infortunio, ha ceduto il volante a “Uccio” Sa-lucci, amico e collaboratore del campione di Tavullia. Valentino ha vinto la gara di kart ed è ar-rivato secondo in quella delle auto alle spalle di Felipe Massa e davanti a Fernando Alonso.“Bello, bello davvero”, ha com-mentato brevemente Valentino. “Con i kart mi alleno sempre d’estate ed è stato fantastico girare sul ghiaccio, anche per-ché quest’anno era molto più freddo dell’anno scorso e ha

tenuto bene. Felipe (Massa) è stato più veloce in macchina ma è stata una serata grandiosa, mi sono divertito moltissimo”.Tra i momenti più originali del-l’edizione 2012 è da segnalare la sorpresa del terzo giorno, quando due inaspettate “sciatri-ci” si sono presentate sulle piste di Madonna di Campiglio. Una color rosso-bordeaux guidata da Fernando Alonso, l’altra blu

pilotata da Felipe Massa. Due Ferrari F F, dalle linee eleganti e sinuose, si sono cimentate in uno spettacolare quanto origi-nale slalom tra i paletti delle pi-ste da sci di Madonna di Cam-piglio, iniziando, al taglio del traguardo, il countdown verso, dopo Wrooom, l’evento spor-tivo del 2012 nella “Perla del-le Dolomiti”: la 3-Tre, gara di Coppa del Mondo di sci alpino

che si disputerà il 18 dicembre prossimo. Dopo sette di anni di assenza, il circo bianco della World Cup farà nuovamente tappa nella “Perla delle Dolomiti”. Sul ce-lebre Canalone Miramonti si riaccenderanno i riflettori e i grandi campioni dello sci alpi-no torneranno ad animare con le loro imprese sportive l’inver-no nella località turistica.

Arrivederci Wrooom: indimenticabile 22ª edizione Per il 22° anno consecutivo, nella seconda set-

timana di gennaio, Madonna di Campiglio ha ospitato Wrooom, il F1 e MotoGp Press

Ski Meeting che ad ogni edizione richiama nella

“Perla delle Dolomiti” i più grandi campioni del mondo dei motori, gli staff tecnici delle scuderie Ferrari e Ducati, i giornalisti sportivi dei media più importanti.

Grande affluenza e divertimento per la prima edizione della gara sciistica fra i sodalizi di tutto il Trentino

Madonna di Campiglio

Premiazione gara Pro Loco

I piloti Ducati Hayden e Rossi

Alonso, Montezemolo, Domenicali e Massa dopo lo “slalom” con le Ferrari - Foto MediaCenterFerrariFernando Alonso - Foto MediaCenterFerrari

Premiazione gara Pro Loco

Page 29: Giornale delle giudicarie febbraio 2012

FEBBRAIO 2012 - pag. 29

Presentata al grande pubbli-co la seconda edizione della “Ciaspingo Val Rendena”, la manifestazione sportiva de-dicata agli appassionati delle “ciaspole” che si terrà a Ma-donna di Campiglio, nella suggestiva piana di Campo Carlo Magno, domenica 18 marzo 2012, con partenza di mattina alle 10. Un appuntamento “imperdibi-le” per gli amanti dello sport, della natura e della bellezza delle Dolomiti, per le fami-glie che hanno l’occasione di trascorrere una sana giornata all’aria aperta con i propri fi -gli all’insegna del movimen-to e del divertimento, per gli atleti che hanno la possibilità di mettersi alla prova su un bellissimo percorso di circa 6 chilometri. Tra chi le “ciaspole” le ha cal-zate per gareggiare, lo scorso

anno c’era stata grande bat-taglia con Filippo Barizza a fare da lepre e Antonio Mo-linari ad inseguire insieme ad Alessandro Rambaldini, mentre tra le donne Maria

Grazia Roberti aveva avuto la meglio su Mirella Berga-mo e, anche nell’edizione 2012, la corsa per le prime posizioni si preannuncia en-tusiasmante e ricca di emo-zioni. Passando, poi, a chi la “Ciaspingo” la vive con calma e partecipa al raduno, non avrà diffi coltà a “per-dersi” nell’incantevole pae-saggio di neve e abeti, che si susseguono fi no a Malga Mondifrà dove si effettua il giro di boa per poi tornare al centro Fondo.Nata da un’idea di Ugo Cao-la, organizzatore, alcuni anni fa, della “Caspitrekking”, l’iniziativa è stata ripresa nel 2005 dallo Sci Club Campo Carlo Magno presieduto da Michele Maturi. Nelle prime edizioni “festa tra amici”, la “Ciaspingo” è diventata, negli ultimi anni, un punto di rife-rimento per turisti e residenti che hanno accolto con crescen-te entusiasmo la proposta. In coda alle gare e ai raduni pro-posti durante tutta la stagione invernale dalla Val Rendena, è l’occasione per salutare la fi ne dell’inverno e l’arrivo della primavera. Le iscrizioni dei

gruppi dovranno pervenire entro il 16 marzo, quelle dei singoli entro le ore 9 del 18 marzo (il giorno della gara presso il campo gara del Cen-tro Fondo Campo Carlo Ma-gno). L’iscrizione è gratuita per i bambini fi no a 10 anni compiuti accompagnati da un adulto. Chi partecipa alla gara non competitiva è tenuto a pagare la quota di 10 euro (senza noleggio racchette da neve) o 13 euro (con noleg-gio); alla gara competitiva 13 euro (senza noleggio) oppure 16 (con noleggio). Montepre-mi di 2.000,00 €.La CiaspinGo è gemella-ta con la Ciaspolada. Per i gruppi superiori alle 8 unità verrà stilata una classifi ca combinata tra le due mani-festazioni e sarà premiata la partecipazione ad entrambe le gare con ricchi premi. Fino al 29 febbraio i resi-denti nelle Giudicarie po-tranno iscriversi al prezzo agevolato di 13 euro (anzi-chè 18), che comprende ol-tre al noleggio ciaspole, un gadget (una maglietta per-sonalizzata) e il pasta party. Un’occasione straordinaria di trascorrere con la famiglia un weekend di sport, diverti-mento e solidarietà.Per informazioni: 3921681567 www.sportvalrendena.it

Sport

II edizione CiaspinGo val Rendena, gemellata con la Ciaspolada

La manifestazione affiancherà alla gara agonistica un raduno per tutti

Una bella serata di festa, in un contesto particolare per le mountain bike. Unica gara nel genere, la 3 Tre bike conferma il suo appeal e regala a quanti arrivati nella bella piana di Ca-risolo una serata di sport e divertimento. A farla da padrone il Team Geopietra Zaina Biciclette che ha avuto la meglio su U.C. Fpt , Team Saxe, 24 ore di Stevenà e Team Val Rendena. I ragazzi bresciani guidati da Tiziano Massardi si sono presi una rivincita su Gianfranco Mariuzzo vincitore per ben sette volte della 24 ore Val Rendena lasciandolo alle loro spalle con un giro di distacco. Ottima prestazione del Team Saxe capitanato Walter Maestri che ha tenuto alto l’onore della Val Rendena portando a casa un 4 posto di tutto rispetto. Tra i solitari un esuberante Cristian Gallina del Team Corsetti ha superato, dopo una battaglia entusiasmante, Alberto Zam-belli, grande protagonista dell’endurance nazionale, e vin-citore nel 2011 della maglia tricolore solo in quel di Idro. A seguire Simone Arici, Sergio Cavalleri e Luciano D’Aniello. Tra le ragazze un’inarrestabile Giuliana Massarotto dell’Asd Pedali di Marca Team Performance ha dimostrato di andare bene anche sulla neve e di trovarsi a suo agio in Val Rendena. Dopo la bella vittoria a settembre in solitaria della 24 ore val rendena si è imposta con 71 giri su Sandra Lever e Paola Tessari. Nei Team da tre componenti cavalcata vincente del Val Rendena che ha rifi lato ben 7 giri allo skatenateam Lady. Un manto nevoso perfetto, duro, compatto ha garantito per tutta la durata della gara un’ottima guidabilità della mtb tanto che i battistrada sono riusciti a girare con medie intorno ai 35 km/h. Giro veloce per Filippo Giuliani, che è riuscito a coprire il percorso di 1,3 km in 1’38” nonostante le molte curve inserite nell’anello innevato.Ottima l’organizzazione che ha regalato una giornata indimenticabile ai 150 bikers che hanno deciso di iniziare sulla bella neve della Val Ren-dena la stagione endurance 2012. “Sono molto soddisfatto” commenta Michele Maturi presidente del C.O. “perché no-nostante le diffi coltà siamo riusciti a realizzare un’ottima manifestazione; un grazie agli sponsor, alle amministrazioni comunali che ci stanno seguendo e a tutti i volontari, senza dimenticare il determinate aiuto dell’Us Carisolo e della Pro Loco che hanno lavorato giorno e notte per garantire che tut-to si svolgesse nei migliori dei modi”.

Successo per la 3 Tre bike, notturna sulla neve

Il 29 febbraio chiudono le iscrizioni agevolate A Carisolo

Ma non solo sport in val Rendena: Ciaspin-Go fa rima con solidarietà. La simpatica manifestazione raccoglierà infatti fondi per Anffas Trentino; aldilà del contributo eco-nomico sarà un modo per sensibilizzare gli sportivi verso un mondo del bisogno a volte sconosciuto e per contribuire, in una giorna-ta di divertimento, a fi nanziare chi si occupa con grande cura e dedizione dei disabili.Un progetto che ha coinvolto numerosi eser-cizi commerciali, aziende e liberi profes-sionisti delle giudicarie che hanno deciso di partecipare attivamente alla raccolta fondi donando dei preziosi premi per una lotteria: una crociera per due persone nel Mediter-raneo, un tavolo in granito, una coppia di orologi Crystal, 50 quintali di legna di fag-gio, una motosega Stihl, una mountain bike, sci alpinismo, sei giorni skipass a Madonna di Campiglio e a Pinzolo, sono solo dieci

dei 50 fantastici premi in palio. Alla lotte-ria, organizzata per poter sostenere Anffas, si potrà partecipare acquistando i biglietti del valore di un euro.www.sportvalrendena.it

Quando sport fa rima con solidarietà

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pag. 30 FEBBRAIO 2012 La Posta

LA POSTA

Sig. Amistadi, vorrei cono-scere il suo parere su una questione che mi sta a cuore. Ormai credo che capiti a tut-ti, ogni giorno suonano alla porta stranieri con l’intento di vendere qualcosa, ma più che altro per chiedere l’ele-

mosina. Mi sono stufata e così cerco di resistere, non mi faccio trovare, non rispondo, ma quelli insistono fino a far-mi paura, vivo sola e non mi sento così sicura. Poi, però, verso sera, nel ripassare la mia giornata, mi vergogno

un po’ della mia mancanza di solidarietà, di accoglienza, che è un dovere per i cristiani e per me che sono particolar-mente devota....

Margherita di Storo

Capisco le sue ragioni e le rispondo con franchezza. Non so se ha letto quanto ha raccontato un quotidiano locale: nei giorni scorsi, a Trento, si sono dati il cam-bio, i mendicanti rumeni si sono trasferiti in un’altra città e qui ne sono arrivati di nuovi. Questo ci fa capire come dietro a questa povera gente ci siano organizzazio-ni criminali che riducono in schiavitù donne, bambini, sciancati, quali strumen-ti per impietosire la gente e raccogliere grandi som-me. E’ un ‘business’ anche l’accattonaggio. Ho letto da qualche parte che in alcuni paesi dell’Est ci sono medici pronti a tagliare ai bambini un braccio o una gamba. Un piccolo invalido è una mi-niera d’oro e anche da adul-to, mostrando il moncheri-no, continuerà a raccogliere molte più offerte. Ricordo, quand’ero a Trento, di es-sere rimasto colpito da una famiglia di storpi, agli ordini di una vecchia megera, che, verso mezzogiorno, si mette-vano sui crocicchi vicino alla Regione, (facevano davvero pena), e scucivano anche a me, quasi quotidianamente, piccole elemosine. Poi un giorno me li sono visti sani

come un pesce, eccetto uno davvero invalido, a man-giare bistecche in una oste-ria fuori città. Da allora ho chiuso il rubinetto e non me ne pento. Più o meno la stes-sa cosa succede con quelli che bussano alla porta. Per fortuna non ci sono invalidi, ma gente che dice di mori-re di fame, anche se ad una prima occhiata non sembra-no né patiti, né sofferenti. Così, più per paura che per solidarietà, molti regalano l’euro che sommato ad altri euro in una giornata porta-no ad un guadagno spesse volte superiore a quello di un nostro operaio che si fa il mazzo sul cantiere tutto il giorno. E sono anch’essi organizzati da clan sospetti. Al mio paese li vedo scaricati da un pulmino fuori dal cen-tro a metà mattina, per poi essere raccolti verso il tar-do pomeriggio, ad una ora definita, dallo stesso mezzo con l’autista gongolante. Quello che vendono sono, di solito, cose di nessun con-to, che servono da alibi per giustificare l’accattonaggio, casa per casa, di per sé ille-gale. Devo ammettere che ci sono anche delle eccezioni. Alcuni sono dei commer-cianti che tentano un lavoro

legittimo per poi mettere in atto una attività propria del tutto regolare. Ma quelli si conoscono e rifiutano orgo-gliosamente ogni elemosina. Con queste premesse, e le assicuro che mi sono negli anni informato, io mi sento in dovere di non dare niente a nessuno, non voglio con i miei oboli incrementare la delinquenza, e non mi sen-to per questo un cattivo cri-stiano. La carità cristiana la ritengo una cosa seria, non va fatta per aumentare, ma per alleviare il male nel mondo. Credo che la nostra coscienza potrebbe trovare conforto se, invece, fossimo un po’ più larghi di manica nell’aiutare i numerosi ra-gazzi giudicariesi sparsi, in missione, in tutto il mondo, assolveremmo ad un nostro dovere di vicinanza con gli eroici conterranei, e saremo sicuri che quel poco o tanto che riusciremo ad inviare, verrebbe usato, questo sì, per alleviare le miserie della po-vera gente da loro assistita, per dar loro un tozzo di pane ed un minimo di speranza per il futuro. Questo è il mio pensiero e spero che sia con-diviso. Adelino Amistadi

Elemosina? Meglio aiutare chi si prodiga per gli altri

Vi sono tanti missionari e volontari giudicariesi impegnati qui e in giro per il mondo. La loro azione va sostenuta.

Spett. RDG, mi da fastidio quando sento dire che, se qualcosa non funziona, sia tutta colpa della Provincia. La scuola non funziona, la bu-rocrazia imperversa, le Comunità sono latitanti, le leggi provinciali sono penalizzanti ed in gran parte inapplicabili, tutta colpa della Provincia. Ma non sarebbe ora di renderci conto che la colpa è soprattutto nostra che non sappiamo scegliere gli amministratori capaci? Sono i consiglieri che fanno le leggi e, poi, applicate dalla burocrazia. La Provincia è solo una mac-china che ha bisogno di buoni conduttori, e la burocrazia funziona se si fanno buone leggi e viene controllata da buoni amministratori. Per me scaricare tutto sulla Provincia, è un modo neanche tanto furbo per scaricare le responsa-bilità sugli altri. Proviamo a pensarci e stiamo più attenti e consapevoli quando votiamo. Giovanni di Tione

Lei parla come un libro stampato. Sotto-scrivo, le ultime elezioni, seppur limitate alla Comunità, confermano le sue conside-razioni. Complimenti. (a.a.)

La qualità dei nostri amministratori

Anche quest’anno nel cor-so del mese di dicembre (4/8/9/10/11/18 ) si sono svolti i mercatini nel sug-gestivo borgo di Rango nel Comune di Bleggio Supe-riore. Da una stima delle presenze avute nel corso delle giornate previste, si parla di oltre 40.000 visi-tatori provenienti da tutta Italia.Infatti, bastava girare tra gli androni della piccola frazione che si potevano sentire le parlate più di-sparate: milanesi, brescia-ni, toscani, liguri, romani, napoletani e pure siciliani tutti sorpresi e incanta-ti dalla bellezza di questi mercatini che tanto si di-

stinguono dalle solite ca-sette in legno che si è abi-tuati a vedere in giro dalle altre parti (Trento, Bolza-no in primis). E in effetti è qui la novità e la forza di questa manifestazione che nel corso degli anni sta avendo un sempre maggio-re successo collocandosi, ormai, a pieno titolo nel circuito dei mercatini più belli a livello nazionale. Incuriosito da così tanti visitatori provenienti da tutta Italia, ho chiesto ad alcuni di loro come avesse-ro scoperto questo piccolo mercatino incastonato ai piedi del monte Cima Sera e le risposte sono state di-verse: chi su internet, chi

su riviste e giornali, chi attraverso delle agenzie di viaggio che organizzavano visite ai mercatini trentini e chi, invece, per l’imman-cabile passaparola sempre efficace. Certo che da “bleggiano doc”, mai avrei pensato fino a qualche anno fa di vedere nel mio comune una fiumana di gente accalcarsi lungo le strade per visitare questa frazione che nel pe-riodo natalizio assume dav-vero un fascino tutto parti-colare. Certo non bisogna scordare chi sono stati gli artefici di questo, oserei chiamarlo, piccolo mira-colo e mi riferisco all’ex sindaco Attilio Caldera che

ha fatto di tutto per inserire Rango nel prestigioso club dei Borghi più belli d’Ita-lia (non dimentichiamoci che nel 2009 questa pic-cola frazione ha ospitato con grande successo pure il Festival nazionale dei Borghi!), l’APT di Comano Terme attraverso l’allora Presidente Rosanna Pari-si e il suo staff che si sono fatti in quattro per sostene-re e far conoscere Rango in giro per l’Italia, il gruppo “Valorizzazione Rango” che con invidiabile pas-sione ogni anno organizza i mercatini ed altre inizia-tive all’interno del Borgo stesso. Mi auguro che con la stessa tenacia e passio-

ne (a dire il vero fin’ora non proprio mostrata) l’at-tuale Amministrazione di Bleggio Superiore sosten-ga questa vera risorsa che non è solo una risorsa per la comunità bleggiana ma per le intere Giudicarie e non solo. La conferma di tutto ciò l’abbiamo avuta anche quest’anno quando l’As-sessore provinciale Tiziano Mellarini, ospite fisso devo dire della manifestazione, ha avuto parole di elogio e oserei di re di stupore per come nel corso degli anni questi mercatini siano di-ventati davvero un’attrat-tiva di primissimo ordine da inserire sicuramente tra

i fiori all’occhiello delle bellezze della nostra Pro-vincia. Non ho dubbi che anche la neo Presidente dell’APT, Iva Berasi, peraltro pure lei “bleggiana doc”, non farà mancare il proprio sostegno ad una realtà or-mai consolidata che potrà rappresentare in futuro, in un momento di crisi come quella che stiamo vivendo, un volano non indifferen-te che andrà sfruttato nel migliore dei modi al fine di non disperdere ciò che con tanta fatica si è riusciti a costruire nel corso degli anni.

Massimo Caldera

Mercatini di Natale a Rango: una risorsa da sfruttare

Una risorsa da far crescere

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FEBBRAIO 2012 - pag. 31

Ho letto l’articolo sull’ulti-mo numero e mi preme fare al cune precisazioni:

1) La struttura la utilizziamo quando riceviamo e ritro-viamo per strada dei gatti abbandonati e pertanto di-venuti randagi. Dei gatti su citati ne abbia-mo affi dati a famiglie circa 90 e continuiamo a fare la nostra opera nonostante tut-to, i gatti per mancanza di riscaldamento sono tenuti in casa dalle volontarie del-l’Apag. La struttura non ha alcun sigillo, è aperta e fi n-tanto che l’amministrazione non ci metterà a disposizio-

ne un’altra struttura come avviene in tutto il Trentino, noi resteremo li non abbia-mo dove andare. C’è anco-ra da chiarire che l’incen-dio citato è accaduto per lo scoppio di una canna fuma-ria quando in quella strut-tura abitavano extracomu-nitari. La struttura è un po’ fatiscente perchè il Comune non ha mai fatto manuten-zioni, si ricorda che sotto il rifugio c’è un magazzino co-munale, deposito, ancora in funzione.2) Il rifugio di Stele ci è stato affi dato dall’allora sindaco Zubani perchè la colonia era stanziata alle spalle della

Despar a Tione, gli abitan-ti hanno chiamato persino i carabinieri del Nas che han-no constatato che era tutto in ordine, la colonia sempre su richiesta del sindaco fu trasferita a Stele dove risie-de attualmente e consta di circa 40 esemplari.3) Le spese veterinarie sono state fatte per scelta del Comune, come sempre per scelta dell’attuale Ammini-strazione, dietro nostra se-gnalazione, adesso portiamo i gatti ritrovati per le visite e cure ai Veterinari dell’Apss di Tione. E comunque a par-te le visite e le cure il Comu-ne ha sostenuto spese per

la sterilizzazione di 5 gatti, per Legge spetta al Sindaco provvedere al controllo del randagismo. 4) A chiarimento della spe-sa per energia elettrica non chiamerei salatissimo un conto di 5.817 euro in tre anni considerato che l’ammi-nistrazione Comunale elar-gisce contributi con diversi zeri a varie associazioni lo-cali, abbiamo l’elenco, men-tre a noi Apag ci ha riservato nel 2011 un contributo di 200 euro, unico e solo nella vita dell’associazione, 10 anni. .5) Riguardo alla convenzio-ne da noi richiesta più volte e negata chiedevamo pochi euro a gattino per la sola permanenza mangiare e cure, prima dell’affi damento e che i gatti attualmente vengono mantenuti dall’associazione con le tessere dei soci che lo scorso anno sono stati 200

moltiplichiamo per la quota che è di 11 euro ed il totale è fatto e non basta per tutto ciò che facciamo per loro.Noi continueremo il nostro cammino perchè si rispetti-no le leggi per la protezione di Animali d’Affezione che valgono anche per l’attuale amministrazione di Tione di Trento. Ci preme segnalare che fi no alla Giunta Zubani, il Comu-ne non ha speso un centesi-mo per eventuali ritrovamen-ti di cani, forse non conviene ricordarlo perché è davvero esosa la spesa pretesa da un’associazione fuori Tione per la cattura dei cani.In conclusione invitiamo il cronista a visitare Stele così si rende conto di che struttu-ra si parla prima di scrivere articoli “per sentito dire” Gf.Pampo V/pres.Apag.Tione

Grazie delle precisazioni, sig. Pampo. In realtà, non si ravvisa in esse niente in contrario rispetto a quan-to scritto nell’articolo. In quanto all’incendio, infat-ti, non mi pare sia stato scritto nel pezzo chi fosse il responsabile, né impor-tava ai fi ni dell’articolo; in quanto all’aggettivo “sa-latissima”, sta a ciascuno il giudicarla. Per quanto riguarda l’eventuale visi-ta alla struttura, non oc-corre: la conosciamo già benissimo, come del resto cerchiamo di conoscere tutte le cose delle Giudi-carie di cui ci occupiamo.

Apag, alcune precisazioniIn merito all’articolo sul gattile apparso sullo scorso numero

Spazio aperto/lettere“Egr. Signor Amistadi, sia-mo seri una volta tanto! Ab-biamo letto con grande stu-pore, ed anche disappunto,la risposta data a Lorenzo....ci sentiamo quindi in dove-re di replicare perchè diret-tamente coinvolti in qualità di pubblici dipendenti....le diamo atto che avere un lavoro come il nostro può essere una fortuna, non un privilegio, ma ci permet-tiamo di dissentire riguar-do al fatto che i dipendenti pubblici sono gli ‘ultimi che dovrebbero scioperare’....nei nostri lunghi (30/35anni) da dipendenti della pubblica amministrazione ‘privile-giati’( impiego ottenuto per altro sostenendo un rego-lare concorso) riteniamo di avere svolto il nostro lavoro sempre con responsabilità e correttezza, sia nei confronti dell’Amministrazioni che si sono via via avvicendate, sia dei colleghi, sia dell’utenza. La P.A, ha certamente molte delle caratteristiche nega-tive da Lei evidenziate, ma le colpe e mancanze che lei addossa ‘ai burocrati, gran-di e piccoli’, non vanno ri-versate, sulla maggioranza dei pubblici dipendenti, in quanto essi sono semplici esecutori materiali di diret-tive provenienti dall’alto e

si trovano sempre ‘in prima linea’ con l’utente fi nale. E’ ora che i politici la fi nisca-no di scaricare le colpe e le responsabilità di loro erra-te decisioni sui dipendenti e contingenze esterne....Lo sciopero a cui abbiamo ade-rito (forse il secondo della nostra attività lavorativa) oltre che per solidarietà e

come noi altre persone, è stata l’espressione di una protesta nei confronti del-l’ennesima (peggiorativa) riforma pensionistica. Noi riteniamo che quarant’an-ni di lavoro, con regolare versamento dei contributi, rappresentino un traguardo più che suffi ciente per po-ter pensare al godimento di

una meritata pensione per i rimanenti 15720 di vita....Un altro punto che andrebbe analizzato è quello riguar-dante l’aumento medio delle buste paghe dei dipendenti pubblici; è chiaro che fi no a quando i massimi livelli ed alti dirigenti periodicamen-te si alzano lo stipendio e le indennità di importi ‘pesan-

ti’, mentre quelli di quadri ed impiegati stanno fermi, le percentuali che lei cita sono vere...”.

Segue poi la storia dei polli, un ultima malignità, ed un cordialmente (per fortuna!) da Ivonne, Laura,Graziella, Luciana,Giulia, M.Grazia e Linda.

A questo punto c’è ben poco da dire, riconfermo l’impres-sione che non abbiate compiu-tamente capito il senso vero né della lettera di Lorenzo, né della mia risposta. La preoc-cupazione che ci accomuna-va era rivolta alla situazione critica in cui volge l’Italia e il diffi cile compito del gover-no di cercare di portarci fuori dalla situazione drammatica in cui siamo. Con gli operai in fase di licenziamento, i pensionato costretti a rubare nei supermercati per soprav-vivere, e milioni di famiglie che stentano ad arrivare alla fi ne del mese, posso capire le dimostrazioni e gli scioperi dei camionisti alla fame, dei forconi, o dei cassa integra-ti, ho molte più diffi coltà, e le ho espresse, a capire lo sciopero dei pubblici dipen-denti che, per lo meno, sono garantiti e ben pagati. Voi avete, con questa vostra, le-gittimamente difeso il vostro orticello ed i vostri interessi, per carità!, io, però, che non ho orticelli da coltivare, ho il diritto e soprattutto il dove-re di difendere gli interessi di tutti. Tutti dobbiamo fare la nostra parte per uscire dalla ‘zona mortale’ in cui ci troviamo, dobbiamo tutti dare una mano per salvare la barca, non per affondarla! (a.a.)

Sciopero e dipendenti pubblici, “siamo seri!”

Ho ricevuto una lettera singolare che esprime dissenso ri-spetto a quanto da me affermato in risposta a Lorenzo nel numero di gennaio. Una lettera piccata, che non entra nel merito della questione, ma se la prende con il sottoscritto per aver osato dare a ragione al nostro lettore che esprime-va perplessità circa la partecipazione allo sciopero da par-te dei dipendenti pubblici in un periodo di diffi coltà come quello attuale per la nostra economia. Essendo abituato a ben di peggio, non me la prendo più di tanto, ma vorrei prima di passare alla lettura della lettera, sgombrare il cam-po da insinuazioni calunniose di cui abbonda. Io non sono un baby pensionato, anzi, sono regolarmente in pensione, come tutti quelli della mia età, né credo di essere stato re-sponsabile, quale politico, di chissà quali incrementi della macchina burocratica provinciale che, anzi, ho combattuto

con energia, durante tutta la mia breve carriera, e continuo a farlo. A dir il vero, ho contribuito, sia come Assessore, sia come Presidente, ad organizzare al meglio il personale del Comprensorio, oggi Comunità, per offrire ai Giudicariesi servizi solleciti ed effi cienti, augurandomi ed illudendomi che rimanesse immune dai “vizi capitali” della burocrazia provinciale. Non vorrei, però, fare di tutta l’erba un fa-scio, e non ho problemi a testimoniare che i nostri pubblici dipendenti, svolgono, per gran parte, ottimamente il loro lavoro con intelligenza, buon senso e responsabilità. Ma il nostro Lorenzo poneva altri problemi, molto più attua-li e condivisibili, e con quelli, e non altri, ho concordato dandogli ragione. Leggiamo insieme la lettera di cui sopra, troppo lunga per essere pubblicata per intero, nei suoi pas-saggi più signifi cativi.

Questo spazio è aperto a tutti. Per richiede-re la pubblicazione delle lettere scrivere a [email protected].

Botta e risposta sulla lettera del mese scorso

Sullo scorso numero del Giornale delle Giudicarie, trattando il tema delle attivi-tà economiche a Tione, nuovi negozi o cambiamenti di gestione, ho tralasciato di inserirne una, e con questo articolo, oltre che scusarmi con i diretti interessa-ti, vorrei risolvere questa mancanza.Il negozio in questione è il Sanit Point, che da qualche anno vende articoli orto-pedici e sanitari per disabili, per riabili-tazione o per cure terapeutiche, oltrechè

offrire noleggio di apparecchiature e strumenti per particolari usi e/o terapie, essendo convenzionato A.S.L.. Questo negozio, da sempre nella sede in via Le-gione Trentina davanti alle scuole ele-mentari e medie, ha da circa un anno cambiato gestione: Sanit Point infatti ora è gestito da Marina Tavolini, che prose-gue con qualità e cortesia l’attività ini-ziata da Nadia Malpocher.Aldo Gottardi

Nuovi negozi a Tione: un’aggiunta

Da alcuni mesi ormai, il Giornale delle Giudicarie viene distribuito in 15.450 copie a tutte le fami-glie e le aziende delle Giudicarie con il servizio Postazone. Qualo-ra non vi arrivasse, segnalatelo al postino della vostra zona.

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