FONDAZIONE INTERNAZIONALE FATEBENEFRATELLI ROMA · Biostimolazione cutanea non invasiva con...
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ANNO ACCADEMICO 2007 – 2008
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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INDICE
PARTE GENERALE
INTRODUZIONE…………………………………………..…...………………………5 Capitolo 1 – INVECCHIAMENTO CUTANEO………….…………………………..7 1.1 FISIOLOGIA E BIOCHIMICA………………………………………..…………………………7 1.2 CLINICA DELL’INVECCHIAMENTO CUTANEO……………………..…………...……….17 1.3 QUANTIFICAZIONE DELL’INVECCHIAMENTO CUTANEO CON METODICHE NON INVASIVE……………………………..……………………………..………………………………...22 1.4 L’ULTRASONOGRAFIA……………..………………………………………………………..29 Capitolo 2 - LA BIOSTIMOLAZIONE CUTANEA……………...……….………..32 Capitolo 3 – CHE COS’E’ REXON-AGE...........................................................45 3.1 LA RISONANZA QUANTICA MOLECOLARE…………………………..…...……………..45
3.2 DESCRIZIONE DEL PRODOTTO……………………………………………....…………..48
3.3 DATI TECNICI………………………………………………..…………………………..……51
3.4 FUNZIONAMENTO DELL’APPARECCHIO…………………………………....…………..52
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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PARTE SPERIMENTALE
INTRODUZIONE……………………………………..……………….………………72 OBIETTIVO DELLO STUDIO.............................................................................74 MATERIALI E METODI…………………………………………………..…..………75 RISULTATI………………………………………..…………………..……..………..80 CONCLUSIONI...................................................................................................85 BIBLIOGRAFIA..................................................................................................87
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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PARTE GENERALE
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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INTRODUZIONE
La pelle è l’organo più esteso e visibile del corpo umano, e rappresenta il primo
strumento di contatto col mondo esterno, determinando in gran parte la
percezione della nostra fisicità agli occhi degli altri. E’ sulla pelle, inoltre, che il
tempo segna in modo particolare il suo divenire, e quindi essa diventa la spia più
evidente della nostra età, oltre che del benessere dell’organismo nella sua
totalità.
Per questo le imperfezioni cutanee del viso e del corpo rappresentano un
notevole problema di natura non esclusivamente estetica, ma anche psicologica
e sociale, in particolare in un contesto socio-culturale caratterizzato da una
tendenza ad un allungamento della vita, ma anche da un conseguente
invecchiamento della popolazione.
La cute è soggetta al deterioramento morfo-funzionale connesso ai fenomeni
dell’invecchiamento generale somatico, che riguardano l’insieme degli organi e
dei tessuti e la totalità degli individui (“chronoaging”).
Contemporaneamente, è interessata anche da eventi involutivi che la
coinvolgono, in modo elettivo, per via della sua collocazione esterna, quale
organo di rivestimento: la responsabilità principale è attribuibile alle alterazioni
cumulative prodotte dai raggi solari, per cui si parla di fotoinvecchiamento
(dermatoeliosi o “photoaging”).
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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I due processi coesistono, in diversa proporzione, nei vari individui, intrecciando
e sovrapponendo i loro effetti.
La ricerca scientifica, nel campo della medicina estetica, ha fatto grandi passi
avanti nello studio dei processi biologici che sottendono i meccanismi che sono
alla base dell’invecchiamento cutaneo. Grazie alla conoscenza di tali
meccanismi oggi siamo in grado di offrire trattamenti di vario genere che
permettono di rallentare il processo di invecchiamento cutaneo e in generale di
migliorare l’aspetto della cute deteriorata.
Accanto ai prodotti topici e ad interventi più o meno invasivi che sono ad oggi
disponibili per ridurre inestetismi comuni, quali rughe e rilassamento della cute
del viso, si è diffuso negli ultimi anni l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali
ideate per trattare queste imperfezioni.
Il vantaggio che offrono queste nuove tecnologie rispetto ai classici metodi
utilizzati in medicina estetica per stimolare la rigenerazione di proteine della
matrice extracellulare del derma, la cui riduzione sarebbe la principale
responsabile della perdita di tonicità ed elasticità della cute, è da ricondurre ad
una minore invasività e quindi una migliore compliance da parte del paziente al
trattamento.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Capitolo 1 - INVECCHIAMENTO CUTANEO
1.1 FISIOLOGIA E BIOCHIMICA
Per invecchiamento cutaneo si intende l’insieme delle alterazioni biochimiche,
biologiche, strutturali, funzionali della cute legate all’età.
Si è soliti distinguere la senescenza cosiddetta “fisiologica”, determinatesi con il
normale fluire cronologico degli anni nel soggetto sano, da quella “non
fisiologica” e/o precoce, a patogenesi estremamente variegata (genetica,
iatrogena, da radiazioni ionizzanti, endocrina, etc.). Tuttavia, pur nel rispetto
delle peculiarità presenti nelle diverse condizioni cliniche capaci di sottendere
questo processo, si può tranquillamente sostenere che esistono modificazioni
anatomo-funzionali presenti in tutti i casi di senescenza, comunque prodottasi,
strumentalmente evidenziabili.
L’invecchiamento cutaneo è ormai ben conosciuto nei suoi aspetti clinici,
istopatologici e, spesso, eziologici. Inoltre, anche alcuni meccanismi
patogenetici, come il ruolo dei radicali liberi, sono stati ormai ben delineati.
Non altrettanto possiamo dire riguardo alla nostra conoscenza sui molteplici
aspetti fisiologici e biochimici che compongono il complesso dei processi che
determinano l’invecchiamento cutaneo, che non è possibile ridurre
semplicisticamente alle alterazioni molecolari indotte dai radicali liberi.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Per avere un quadro sufficientemente esaustivo dell’invecchiamento della pelle,
è fondamentale sia analizzare gli stessi meccanismi che determinano
l’invecchiamento organico generale dell’individuo, sia prendere anche in esame
le particolarità metabolico-strutturali della cute umana.
Ad esempio, la diminuzione nella sintesi di collagene di tipo I, soprattutto in aree
particolari del viso come le palpebre, è correlata primariamente all’età; tuttavia,
studi recenti hanno evidenziato come anche la radiazione ultravioletta abbia
effetti sulla deposizione di elastina e collagene, o modulando la trascrizione di
tali proteine, costituenti principali della matrice extracellulere del derma, o
interferendo con eventi post-trascrizionali.
Il cronoinvecchiamento ritarda la riparazione delle ferite, alterando la risposta
infiammatoria, l’espressione di molecole di adesione (ICAM) endoteliali e di
metalloproteinasi della matrice. I danni del fotoinvecchiamento si rifletterebbero,
invece, principalmente sul DNA mitocondriale.
Lo studio dell’invecchiamento è diventato negli ultimi anni uno dei settori in cui
più si concentrano gli sforzi dei ricercatori. La ragione è che in tutti i paesi
industrializzati si assiste ad un progressivo invecchiamento della popolazione:
solo 20 anni fa le persone con più di 70 anni erano 330 milioni, nel 2020 saranno
più di un miliardo, e si stima che nel 2030 le persone al di sopra degli 85 anni
aumenterà fino a moltiplicarsi per sei in alcune nazioni occidentali.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Tutto questo spinge la medicina ad avere maggiore impegno nella terapia delle
malattie croniche e nella prevenzione dei fenomeni negativi legati
all’invecchiamento.
Anche tenendo conto delle variazioni individuali, l’invecchiamento si manifesta
come una progressiva degradazione delle capacità di tutti i diversi sistemi.
I principali bersagli di questo processo sono il sistema cardio-vascolare,
l’apparato respiratorio, i reni e le vie urinarie, il tessuto muscolare, la pelle, il
sistema nervoso centrale, la vista, l’udito.
In realtà, questi effetti macroscopici dell’invecchiamento sono l’ovvia
conseguenza di processi complessi di carattere genetico, biochimico e
fisiologico che sinergicamente compongono sia il cronoinvecchiamento sia il
cosiddetto “fotoinvecchiamento”. Quest’ultimo è in realtà, così per la cute come
per gli altri organi e sistemi corporei, il semplice risultato di quanto l’ambiente
determina come logorio e danneggiamento nel corso della vita dell’individuo.
Il cronoinvecchiamento (o l’invecchiamento di per sé senza gli influssi negativi
ambientali) è oggi ricondotto principalmente a due poli teoretici. Nel primo si
iscrivono le teorie “programmatiche”, che vedono la senescenza quale risultato
di una programmazione genetica propria di ciascuna singola cellula che
compone l’individuo.
Il secondo raggruppa le teorie che vedono nell’invecchiamento il risultato di
errori e danni che si accumulano nel corso della vita dell’individuo.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Una terza teoria considera, invece, la riduzione dell’efficienza del sistema
immunitario, e quindi la maggiore predisposizione alle malattie infettive, quale
fulcro della senescenza.
Le teorie del processo stocastico-degenerativo sono decisamente più numerose.
La prima è quella del cosiddetto danno ossidativo: le reazioni metaboliche che
prevedono l’intervento dell’ossigeno producono particolari molecole, chiamate
radicali liberi, particolarmente reattive, capaci di distruggere le membrane
cellulari e quindi di comprometterne le funzioni vitali.
I radicali liberi sono composti dell’ossigeno, ma anche di altri elementi o
molecole come il radicale ossidrile, che hanno un elettrone spaiato. Questi
recuperano l’elettrone che manca loro da altre molecole che, a loro volta,
divengono instabili. In questo modo può stabilirsi una reazione a catena dalla
quale scaturiscono nuovi composti, alcuni del quali tossici. I principali bersagli di
queste reazioni sono le proteine, le membrane cellulari, gli acidi nucleici.
In effetti, i fenomeni di perossidazione sono contrastati nell’organismo da una
serie di reazioni uguali e contrarie, nelle quali intervengono i cosiddetti
antiossidanti: vitamine C, A ed E, ed enzimi come la superossidodismutasi, la
catalasi e la gluatatione perossidasi. Sfortunatamente questi meccanismi
difensivi non riescono a eliminare completamente i radicali liberi, e quindi con il
passare del tempo il danno prodotto dai radicali liberi non degradati dagli
antiossidanti naturali si accumula fino a compromettere le funzioni cellulari.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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L’assottigliamento della cute, come molti altri fenomeni degenerativi legati alla
morte cellulare, viene ritenuto un effetto dell’azione di molecole killer, cioè di
alcune sostanze che sono un segno dell’azione dei radicali liberi: lipofuscina,
perossido di idrogeno e altre.
Un’altra teoria, invece, ritiene che un danno particolarmente grave sia dovuto
alla formazione di crosslinking nelle molecole di collagene e di DNA. L’accumulo
di queste proteine alterate, più stabili, alla lunga comporta una diminuzione
progressiva della sintesi di nuovo collagene e DNA, compromettendo la
funzionalità di cellule e tessuti.
Nel corso dell’invecchiamento, si avrebbe, inoltre, un’aumentata deposizione di
collagene, che ostacolerebbe gli scambi gassosi necessari al normale
metabolismo cellulare.
Un’altra teoria ipotizza che nel corso degli anni si producano piccole mutazioni
genetiche spontanee o indotte da radiazioni che, andando a sommarsi,
compromettono anch’esse le funzioni cellulari.
Inoltre, errori molecolari possono accadere anche successivamente, durante la
sintesi proteica: se tali errori coinvolgono proteine che regolano la sintesi di
enzimi, tutte le molecole la cui sintesi è regolata da tali enzimi, saranno, a loro
volta, alterate.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Anche alterazioni cromosomiche, la cui insorgenza sembra accentuarsi in età
senile, determinerebbero un aumento progressivo di molecole “errate” da un
punto di vista strutturale e funzionale.
La teoria del consumo metabolico invece, presuppone che, nel corso degli anni,
i processi catabolici prevalgono su quelli anabolici, con una riduzione delle
molecole strutturali e funzionali dell’organismo.
L’accumulo dei prodotti del catabolismo e di prodotti insolubili, come lipofuscine
e alcuni sali di calcio, per di più, contribuisce ulteriormente al deterioramento
delle funzioni cellulari.
Le teorie della senescenza programmata possono coesistere anche con quelle
del danno e dell’errore, in quanto l’invecchiamento è un fenomeno complesso
che non può essere ricondotto ad una sola causa, ma ad una molteplicità di
processi.
La più antica di queste teorie è quella metabolica, secondo cui la longevità è
inversamente proporzionale alla velocità del metabolismo. Anche il numero di
mitosi cui le cellule possono andare incontro nel corso della vita dell’individuo
sarebbe predeterminato.
La teoria del blocco delle mitosi, ipotizza, invece, il blocco di un numero sempre
maggiore di cellule labili in fase G1. Tale blocco impedirebbe l’entrata in fase S
e, quindi, la sintesi di DNA, ed in fase M con conseguente invecchiamento del
patrimonio cellulare dell’organismo.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Un’altra possibilità, individuata dalla teoria del “pleiotropismo antagonistico”, è
che alcuni alleli che risultano utili per l’individuo nella giovinezza abbiano effetti
dannosi in età matura.
L’invecchiamento della pelle è un fenomeno complesso, determinato in parte
dagli stessi meccanismi responsabili dell’invecchiamento organico generale
dell’individuo, in parte da fattori intrinseci ed estrinseci-ambientali che incidono
sulle particolarità metabolico-strutturali della cute umana.
Se la nostra conoscenza sull’eziopatogenesi dell’invecchiamento cutaneo è
spesso limitata al campo delle ipotesi, molti degli aspetti fisiologici, biochimici,
clinici ed istopatologici sono stati ben caratterizzati, almeno quando ci riferiamo
al fotoinvecchiamento.
Anche se molti dei segni attribuiti al cronoinvecchiamento e al
fotoinvecchiamento sono spesso sovrapponibili, essi sono eventi biologicamente
differenti, come differenti sono i meccanismi fisiologici cutanei su cui essi
agiscono, e la conseguente espressione clinica.
Con il termine fotoinvecchiamento (o photoaging o dermatoeliosi) si intende il
complesso delle alterazioni cutanee indotte dall’esposizione solare cronica e
prolungata che vanno a sommarsi con le modificazioni determinate dall’età.
La radiazione solare raggiunge la pelle dopo aver attraversato l’atmosfera che,
grazie allo strato di ozono, trattiene le radiazioni con lunghezza d’onda minore
dei 290 nm, quindi i raggi cosmici, i raggi gamma, i raggi X e gli UVC.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Le radiazioni ultraviolette in grado di raggiungere la crosta terrestre, UVB (290-
320 nm) ed UVA (320- 400 nm), pur essendo dotate di minor energia, sono
comunque responsabili per fenomeni quali il fotoinvecchiamento e la
fotocarcinogenesi.
La cute è capace di filtrare in parte la radiazione residua, che penetra in
profondità in misura inversamente proporzionale all’energia.
La cheratina dello strato corneo assorbe la maggior parte degli UVB che tuttavia
ossidano i gruppi SH a gruppi SS, con conseguente ipercheratosi protettiva.
Esistono, inoltre, molecole denominate cromofori, come gli acidi nucleici, le
porfirine, i caroteni, la melanina, che esercitano un’ulteriore azione filtrante sui
raggi ultravioletti, assorbendone l’energia e passando ad uno stato eccitato
durante il quale si possono avere modificazioni chimiche tali da alterare
strutturalmente e funzionalmente tali molecole. Un esempio è la formazione di
dimeri tra le basi azotate del DNA che porta ad un blocco della replicazione.
Si può supporre che i danni imputabili alla dermatoeliosi siano dovuti in parte ad
un’azione diretta della radiazione solare, ed in parte ad un’insufficiente
riparazione operata dai componenti cellulari cutanei.
Il meccanismo lesivo dei radicali liberi nell’invecchiamento cutaneo, ad esempio,
non consiste semplicemente in un danno a DNA, proteine e fosfolipidi di
membrana, ma anche in una riduzione dell’attività di enzimi con funzione
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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antiossidante o dei “free radical scavengers”, quali citocromi, carotenoidi, acido
ascorbico, tocoferolo, glutatione.
Gli effetti della radiazione ultravioletta, inoltre, si riflettono sia sulla densità, sulla
maturazione, sul metabolismo, sulla morfologia di cellule cutanee, sia sulla
deposizione dei costituenti della matrice extracellulare (elastina, collagene,
glicosaminoglicani, proteoglicani) o modulandone la trascrizione, o interferendo
con eventi post-trascrizionali.
Nelle categorie di individui esposti al danno attinico cronico, si riscontrano
alcune caratteristiche tipiche della dermatoeliosi ben distinguibili dalle
manifestazioni del cronoinvecchiamento.
Le alterazioni macroscopiche più evidenti coinvolgono tutti gli strati della pelle:
l’epidermide che si presenta acantosica, secca, desquamata; la “grenz zone”
(l’area immediatamente sottostante l’epidermide) in cui il collagene di neosintesi,
prodotto in seguito alla proliferazione e all’attivazione dei fibrobalasti, assume
una disposizione prevalentemente orizzontale; il derma, la cui sostanza
fondamentale costituita da proteoglicani (come dermaton solfato, eparina
solfato), glicosaminoglicani (come l’acido ialuronico) può mostrare modificazioni
di varia entità in base al danno attinico; il plesso vascolare superficiale
orizzontale, i cui vasi sanguigni appaiono dilatati e tortuosi (teleangectasie
sparse).
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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La radiazione ultravioletta è in grado di raggiungere lo strato basale, quindi le
alterazioni da essa provocate sono riscontrabili su vari tipi cellulari.
Nelle aree fotoesposte si verifica un’anomala maturazione dei cheratinociti, un
incremento nella densità dei melanociti, che assumono un aspetto ipertrofico e
dendridico in corrispondenza delle macchie solari.
I mastociti, anch’essi di numero aumentato per effetto della fotoesposizione
cronica, liberano mediatori in grado di indurre uno stimolo proliferativi sui
fibroblasti dermici. Questi ultimi si presentano, quindi, più numerosi, più grandi,
più attivi e con un reticolo endoplasmatico di dimensioni maggiori.
L’aumento delle cellule infiammatorie e dei mastociti porta al rilascio di proteasi, i
cui effetti si riflettono sul collagene e sull’elastina del derma: questi subiscono un
continuo rimaneggiamento, acquisendo, talvolta, una disposizione diversa da
quella originale che, come già accennato, per il collagene è prevalentemente
orizzontale.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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1.2 CLINICA DELL’INVECCHIAMENTO CUTANEO
L’invecchiamento cutaneo è legato sia a fattori intrinseci che sono
geneticamente predeterminati e quindi non modificabili, che a fattori estrinseci
condizionati dal tipo di vita, soprattutto dalla fotoesposizione.
Con il passare degli anni si modificano le principali funzioni della cute: la
funzione barriera, la pigmentazione, la produzione di sebo e sudore, la
cheratinizzazione, la termoregolazione e la funzione immunitaria.
La cute subisce profonde modificazioni strutturali che interessano le sue diverse
componenti.
A livello dell’epidermide si osservano riduzione delle mitosi, tendenza alla
cheratinizzazione precoce, dislocazione irregolare dei melanociti, riduzione delle
cellule di Langerhans.
La membrana basale subisce un progressivo appianamento con scomparsa
delle creste epiteliali e delle papille del derma.
Nel derma si osserva una complessiva perdita di spessore e rarefazione del
supporto vascolare, le fibre collagene sono frammentate, le fibre elastiche
disorganizzate, la sostanza fondamentale tende all’omogeneizzazione;
fibroblasti, mastociti e cellule di Langerhans sono presenti in misura minore.
In conseguenza delle suddette modificazioni, con il passare degli anni si
osservano la diminuzione del tono e dell’elasticità, l’assottigliamento, la
secchezza, la comparsa di discromie e di rughe.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Tra le lesioni particolari riscontrabili sulla superficie cutanea osserviamo:
• Pseudocicatrici stellari: localizzate soprattutto sul dorso delle mani e sugli
avambracci, spesso legate a microtraumi: si presentano come striature
biancastre irregolari di aspetto cicatriziale;
• Porpora senile di Bateman: chiazze di tipo purpurico dovute alla fragilità
dei piccoli vasi, in seguito al crollo dell’impalcatura connettivale di
sostegno in aree più esposte ai traumi (dorso mani, avambracci, gambe);
• Lesioni pigmentate: il rallentamento del turnover cellulare ha come
conseguenza la dislocazione disordinata dei melanociti nello strato
basale ed una irregolare distribuzione della melanina. Dal punto di vista
clinico possiamo osservare aree discromiche con superficie liscia e
contorni più o meno irregolari, lentiggini senili, soprattutto sul dorso delle
mani ed avambracci, ben delimitate a superficie liscia e cheratosi
seborroiche, dette anche “verruche senili” che possono assumere una
netta colorazione bruno-nerastra.
L’esposizione al sole rappresenta una accelerazione del normale processo di
invecchiamento, e colpisce le zone fotoesposte in maggiore misura nei soggetti
con incarnato chiaro.
Il danno dei raggi solari si esplica soprattutto a livello dell’epidermide, in
particolare sul materiale nucleico dei cheratinociti ed a livello del derma dove
colpisce particolarmente le fibre elastiche, che degenerano (elastosi solare).
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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La cute reagisce inizialmente con un aumento della sua attività: si osserva
marcata acantosi dell’epidermide, iperproduzione del tessuto elastico,
ispessimento del derma, con un atteggiamento di tipo ipertrofico; in seguito
avviene il crollo della matrice connettivale di supporto.
Nei confronti del semplice aging la cute foto-invecchiata presenta delle
caratteristiche particolari: ispessimento e ruvidezza, marcata perdita di elasticità,
colorito giallastro, lesioni discromiche evidenti, eventuali cheratosi attiniche e
maggior profondità delle rughe, che appaiono fisse e marcate.
Esistono alcuni aspetti tipici del photoaging cutaneo che si identificano in modo
preciso:
• Cute citrina di Milian: chiazze di cute giallastra di aspetto quadrellato, con
evidenza degli sbocchi follicolari, soprattutto sulla fronte e sulle tempie;
• Cute losangica della nuca: accentuazione marcata dei solchi cutanei sulla
nuca (pelle da marinaio), con presenza di rughe profonde e parallele che
si intersecano fra loro disegnando delle losanghe;
• Elasatosi a cisti e comedoni di Favre e Racouchot: disseminazione di
piccole cisti e comedoni raggruppati su una cute in preda ad elastosi, in
sede temporo-zigomatica;
• Eritrosi interfollicolare di Leder: disseminazione di piccole papule su una
cute eritemato-teleangectasica, localizzata soprattutto in sede sternale e
sul collo;
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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• Cheratosi attinica: legata alla proliferazione displastica dei cheratinociti,
compare nelle zone fotoesposte e si presenta come una crostosità
aderente su una base eritematosa: se si stacca sanguina ed è possibile
la sua evoluzione in senso tumorale.
Le rughe rappresentano il primo segno visibile dell’atrofia cutanea e sono legate
al danno a carico delle fibre collagene ed elastiche. Si tenga presente che la
cute, non essendo dotata di strutture muscolari proprie, si modella sulle
contrazioni dei muscoli sottostanti. Con il passare del tempo, a causa delle
alterazioni a carico del tono e dell’elasticità, la cute non è più in grado di
rilasciarsi, pertanto restano incise le prime depressioni, che man mano si
approfondiscono: nascono così le rughe, che si rendono particolarmente
sgradevoli quando compaiono sul viso.
Le rughe, secondo la classificazione ufficiale, si distinguono in:
• Rughe lineari: reversibili all’inizio, più marcate nei soggetti più emotivi e
più espressivi Si manifestano più precocemente nel sesso femminile e
nei soggetti che più usano la mimica facciale. Si tratta di rughe dinamiche
direttamente correlate alla contrazione dei muscoli mimici sottostanti.
Kligman ha paragonato queste linee a quelle che si formano in un guanto
in seguito ad un uso prolungato. Si distinguono le perioculari, le
infraoculari dette anche di corrugamento, le perilabiali o da fumo a
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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disposizione verticale situate al di sopra del labbro superiore ed attorno
alla bocca, e trasversali della fronte legate all’espressione.
• Rughe glifiche: la cute ad ogni età, compresa quella neonatale, presenta
in superficie una sorta di tramatura composta da linee che si intersecano
tra loro: la cosiddetta tessitura cutanea. Nel bambino essa è poco
osservabile ad occhio nudo, ma con il passare del tempo diventa più
evidente e più incisa sulla cute. Le rughe glifiche si possono considerare
come una accentuazione della normale pieghettatura cutanea e si
manifestano soprattutto sulle guance.
• Grinze: decorrono obliquamente attraverso le rughe lineari, sono
reversibili all’inizio e sono condizionate da posizioni prolungate assunte
dal viso. Tipiche quelle del sonno, condizionate dalla posizione assunta
durante la notte.
• Pieghe naso-labiali: si presentano come incisure profonde situate tra il
bordo esterno delle labbra e le ali del naso. Sono delimitate dalle masse
muscolari (muscoli periorali e masseteri): la cute in eccesso cede,
risentendo anche della forza di gravità.
• Increspature: si tratta di pieghettature che compaiono sulle braccia, sulle
cosce e sui fianchi, e sono condizionate dall’invecchiamento cronologico,
che provoca la retrazione progressiva della rete elastica e del collagene
del derma.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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1.3 QUANTIFICAZIONE DELL’INVECCHIAMENTO CUTANEO CON
METODICHE NON INVASIVE
Le metodiche non invasive furono sviluppate in guisa di prototipi a cavallo tra gli
anni ‘70 e ’80, per fornire ai dermatologi e ad altri ricercatori di discipline affini
ulteriori informazioni sulle proprietà biologiche della pelle. I relativi dispositivi
sono successivamente comparsi sul mercato per il monitoraggio delle funzioni
cutanee al fine di valutare i diversi parametri correlati con la biologia della pelle.
Il pregio principale di tali metodiche consiste nella possibilità di oggettivare la
valutazione clinica e il giudizio del medico, fornendo dati numerici che
consentono di eseguire elaborazioni statistiche, di comparare trattamenti diversi,
di quantificare le funzioni cutanee.
Vengono presentate alcune tra le più importanti metodiche impiegate in
dermatologia e cosmetologia, cui usualmente si ricorre per valutare l’entità
dell’invecchiamento cutaneo.
• TEWL E IDRATAZIONE
Il sistema più semplice per valutare la funzione barriera della pelle consiste nel
quantificare il grado di idratazione e la perdita transepidermica d’acqua (TEWL).
I dispositivi di capacitanza sono impiegati per misurare la conduttanza della
pelle, che è proporzionale al grado di idratazione dello strato corneo.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Sul mercato esistono numerosi modelli prodotti da altrettante ditte, i quali
differiscono per caratteristiche tecniche (frequenza di lavoro), pur misurando tutti
indistintamente la quantità d’acqua contenuta nello strato corneo in un
determinato momento.
D’altro canto, la quantità d’acqua che evapora dalla superficie della pelle per
disperdersi nell’ambiente può essere misurata con l’ausilio degli evaporimetri. Lo
strumento è composto da una sonda che a sua volta consta di due igrosensori
che misurano il flusso di vapor acqueo diretto dalla pelle (strato corneo) verso
l’ambiente o il grado di umidità nel suo immediato intorno. Tale flusso è detto
perdita transepidermica d’acqua (TEWL).
Questo parametro si riduce con l’età, e costituisce un importante indice di
funzionalità dell’organismo. Esso è utilizzato in farmacologia e in altri campi di
ricerca relativi alla pelle allo scopo di valutare il danno della barriera e di
prevedere il grado di penetrazione percutanea.
La TEWL risulta più elevata nei neonati; dalla seconda alla quinta/sesta decade
di vita il valore si mantiene pressoché costante, fino a calare bruscamente dopo i
60 anni d’età. Questo andamento ben si correla con i cambiamenti che si
verificano a carico della funzione di barriera in concomitanza con il processo di
invecchiamento; sono state inoltre osservate un’aumentata resistenza alla
penetrazione e una ridotta suscettibilità all’irritazione cutanea.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
24
La secchezza cutanea, peggiorata dal progredire dell’età, può a sua volta
contribuire a questa condizione.
Quando la cute è secca, una minore quantità d’acqua evapora dalla sua
superficie. Il confronto tra un gruppo di soggetti giovani e uno di soggetti più
anziani mostra livelli diversi di TEWL: sussiste un decremento uniforme di tale
parametro in tutte le sedi corporee indagate nel gruppo più anziano.
• MICROTOPOGRAFIA CUTANEA
La profilometria, unitamente alla valutazione delle proprietà meccaniche,
costituisce la metodica più rilevante nell’apprezzamento del grado di
invecchiamento della pelle.
Prima dell’avvento della profilometria, la valutazione di tale parametro spettava a
microtopografia o score clinico. Lo score clinico si basa sulla scala numerica di
Beagley-Gibson, i cui valori di riferimento sono compresi tra 1 e 6, in funzione
dell’entità del danno cutaneo. Una pelle giovane normale presenta linee primarie
(orizzontali) e secondarie (verticali) che nei loro punti di intersecazione formano
“stelle” caratteristiche di una pelle sana.
L’invecchiamento è caratterizzato da una perdita progressiva di linee
secondarie, mentre le primarie diventano preponderanti e via via più marcate ed
evidenti. Il grado 6 corrisponde ad una completa perdita della regolarità della
tramatura cutanea.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
25
La profilometria si esegue su repliche cutanee di silicone, così da evitare le
curvature della pelle in vivo; numerosi apparecchi forniscono informazioni sul
grado di rugosità e sulla microtopografia cutanea:
1. la profilometria meccanica sfrutta un dispositivo dotato di uno stilo che
legge la superficie della replica e invia i dati ad un computer attraverso un
trasduttore. Il profilo che se ne ricava può essere analizzato in modi
diversi. E’ prassi consolidata utilizzare i parametri ISO Ra e Rz nella
descrizione del rilievo cutaneo;
2. in profilometria ottica si procede alla registrazione dell’immagine della
replica cutanea attraverso una macrocamera connessa ad un computer.
La superficie della replica viene illuminata a un angolo compreso tra 28 e
32 gradi per incrementare l’ombreggiatura della superficie stessa: quanto
più è elevato il numero di ombre, tanto più numerose sono le rughe
presenti sulla replica.
Il Coefficient of Developed Skin Surface (CDSS) è un altro utile parametro
impiegato per descrivere l’entità di rugosità di una superficie. La pelle rugosa ha
un CDSS più elevato rispetto alla pelle levigata. Inoltre, il CDSS aumenta nel
corso del processo di invecchiamento, in particolare in corrispondenza delle sedi
fotoesposte, come ad esempio il viso.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
26
• VALUTAZIONI MECCANICHE
La valutazione delle proprietà meccaniche della pelle costituisce una fonte
importante di informazioni circa la biologia cutanea.
Alla pelle possono essere applicate forze di varia natura: di suzione, torsionali e
pensionali. In generale, l’applicazione di una forza alla pelle comporta la sua
deformazione, che può essere registrata e analizzata attraverso differenti
modelli matematici, a seconda del test impiegato.
La deformazione della pelle coinvolge lo strato corneo, l’epidermide e il derma in
funzione delle forza applicata e delle dimensioni della sonda; pertanto, diverse
strutture possono essere investigate relativamente alle loro proprietà
meccaniche.
Sottoponendo la pelle a cicli successivi di deformazione e rilassamento, si ricava
un grafico da cui è possibile calcolare diversi parametri, quali la distensibilità
immediata, la distensibilità ritardata, la distensibilità totale e l’elasticità.
Nella letteratura scientifica esiste tutta una serie di parametri che sono stati
caratterizzati: i più significativi sono comunque la distensibilità e l’elasticità,
correlate alle proprietà del derma.
Le dimensioni della sonda e la forza applicata sono determinanti, dal momento
che in funzione delle loro caratteristiche è possibile indagare differenti livelli della
pelle, come ad esempio lo strato corneo, o l’epidermide e il derma.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
27
Per quel che concerne le indagini relative all’invecchiamento, sonde e forze
devono essere utilizzate al fine di coinvolgere tutte le strutture dei diversi strati
della pelle.
• COLORIMETRIA
La tecnica colorimetrica consente di valutare il colore della pelle. Si basa sulla
diffusione di un fascio di luce generato da una lampada a xenon sulla pelle, e
sulla misura della riflettanza della pelle stessa. Il colore cutaneo è descritto
attraverso i parametri L*, b*, a*, definiti dalla Commission Internationale de
l’Eglarage (CIE). Il parametro L* rappresenta la luminosità cutanea, che spazia
tra il bianco e il nero; il parametro b* descrive i colori compresi tra il blu e il giallo;
il parametro a* è indicativo del grado di eritema, e quindi dei colori dell’asse
rosso-verde.
Combinando questi parametri è possibile quantificare il colore totale della pelle.
Il colore cutaneo si modifica significativamente con l’età, come dimostrano le
differenze rilevabili tra gruppi di età diverse. I trattamenti cosmetici intesi a
migliorare la luminosità della pelle e la qualità dello strato corneo, e ad attenuare
il grado di pigmentazione possono essere monitorati per mezzo di misure di
riflettanza.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
28
La profilometria e la misura delle proprietà meccaniche della pelle costituiscono
un utile strumento di indagine nel distinguere l’invecchiamento cronologico dal
fotoinvecchiamento.
Nello stesso soggetto, la pelle fotoesposta, in confronto a quella protetta, mostra
una significativa riduzione del numero di rughe, accompagnata da una riduzione
della profondità media della singola ruga e del CDSS. Pertanto, le aree
fotoesposte mostrano un minor numero di rughe rispetto alle fotoprotette; in ogni
caso, l’effetto dell’invecchiamento cronologico è prevalente; quindi, ci si aspetta
che un soggetto più anziano esibisca un maggior numero di rughe rispetto a uno
più giovane.
D’altro canto, l’elasticità cutanea e le altre proprietà meccaniche peggiorano
progressivamente con l’età e mostrano un insulto cumulativo da crono e
fotoinvecchiamento; in questo caso, le sedi fotoesposte mostrano scarse
proprietà meccaniche quando confrontate con le sedi non esposte.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
29
1.4 L’ULTRASONOGRAFIA
L’idea di ottenere informazioni basandosi sulla riflessione di onde (meccaniche o
elettromagnetiche) risale ai primi lavori di Daniel Colladen, un fisico svizzero che
cercò di misurare per primo la velocità del suono in acqua nel 1882, e di Lord
Rayleight, che pubblicò nel 1877 i suoi studi sulla teoria di propagazione dei
suoni.
Pierre e Jacques Curie nel 1880 scoprirono le proprietà piezoelettriche di alcuni
cristalli, aprendo la strada alla possibilità tecnica di realizzare trasduttori per
suoni e ultrasuoni.
La seconda guerra mondiale diede un particolare impulso agli studi in questo
campo, con la realizzazione del primo ecografo A-mode nel 1950
contemporaneamente da parte di L. Leksell in Svezia e J.C. Turner in Inghilterra.
La diagnostica con ultrasuoni sfrutta l’analisi degli echi riflessi dai tessuti
corporei, quando questi sono irraggiati con onde meccaniche di frequenza
appropriata.
E’ possibile analizzare diversi parametri fisici relativi all’onda ultrasonora, quali
ampiezza, fase o frequenza; le diverse possibili analisi consentono di ottenere,
quindi, diverse informazioni relative al tessuto oggetto di studio.
La diagnostica con ultrasuoni è una tecnica con una notevole componente
interattiva: sia l’operatore, che il paziente, che i trasduttori, che
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
30
l’appparecchiatura nel suo complesso concorrono, in maniera più o meno
importante, alla qualità dell’informazione ottenuta.
A seconda delle differenti applicazioni cliniche, diverse soluzioni tecnologiche
sono state proposte e molti sono i problemi che debbono essere affrontati.
Le diverse esigenze portano ad effettuare importanti scelte soprattutto in termini
di frequenze impiegate, le quali possono variare, a seconda delle applicazioni, in
un range che varia da 2 a oltre 50 Mega Hertz (MHz); esistono anche
applicazioni particolari, oggi ancora confinate al campo della ricerca, con
frequenze ancora più alte, oltre il Giga Hertz (GHz).
L’ecografia è basata sull’impiego degli ultrasuoni, che sono vibrazioni acustiche
di frequenza molto elevata (superiore a 20.000 Hertz), non percepibili
dall’orecchio umano; sono generati in maniera pulsante da un trasduttore
piezoelettrico, che viene posto sulla parete addominale, e si propagano nei
tessuti da esaminare lungo un fascio sottile “a collo di bottiglia” che mantiene
coesione per un tratto più o meno lungo, a seconda della frequenza del
trasduttore: a frequenze più elevate corrispondono minori profondità raggiungibili
dal fascio parallelo e viceversa.
A seconda delle densità del tessuto che incontrano nel loro cammino, gli
ultrasuoni si riflettono e si rinfrangono in modo diverso ritornando verso il
trasduttore che li ha generati.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
31
Gli ultrasuoni così riflessi, detti echi, vengono trasformati a livello del trasduttore
in impulsi elettrici, amplificati, elaborati elettronicamente e resi visibili sullo
schermo di un tubo a raggi catodici ove l’immagine può essere fotografata
mediante Polaroid o con altri sistemi di registrazione collegati con il ricevitore;
oggi il sistema più usato adopera una stampante termica che riproduce su carta
sensibile, istantaneamente, l’immagine ultrasonica ottenuta.
L’impiego degli ultrasuoni è stato introdotto in dermatologia nel corso degli ultimi
dieci anni, dopo la messa a punto di sonde ad alta frequenza (20 MHz).
Il C-Scan, scanner computerizzato a ultrasuoni di 20 MHz di frequenza, è in
grado di fornire una rappresentazione a sezione incrociata della pelle.
Con C-Scan è possibile visualizzare il derma, lo strato sottocutaneo e la fascia
muscolare; d’altro canto, non è possibile a queste frequenze differenziare
l’epidermide dallo strato corneo, mentre si possono apprezzare lo spessore
cutaneo e le strutture comprese nel derma.
L’invecchiamento cutaneo e l’elastosi solare sono evidenziabili in una banda non
ecogenica subepidermica (SENEB), vale a dire una banda nera in cui il
materiale elastosico, essendo omogeneo, non riflette gli ultrasuoni.
La SENEB aumenta con l’età, particolarmente in corrispondenza delle sedi
fotoeposte.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
32
Capitolo 2 - LA BIOSTIMOLAZIONE CUTANEA
L’invecchiamento cutaneo determina la disorganizzazione delle strutture portanti
della cute di tutta la superficie corporea, insieme all’ipotrofia dei tessuti
sottocutaneo e muscolare. Questo a sua volta provoca il cedimento, per forza di
gravità, della cute in eccesso con formazione di pieghe, solchi, rughe.
Le conseguenze, a carico della cute del viso, sono: l’aumento dello spazio tra
naso e labbro superiore, che appare abbassato e ridotto di volume; il labbro
inferiore è assottigliato e gli angoli labiali infossati; le aree delle sottocommissure
delle labbra sono sottolivellate e, insieme all’approfondimento dei solchi naso-
genieni, conferiscono al volto un’espressione malinconica. La ridotta
estroflessione labiale superiore appiattisce i filtri nasali, mentre l’arco di Cupido
appare mal definito. La cute dell’arcata mandibolare può presentare un
cedimento, con formazione di pieghe tra questa regione ed il mento. Le sottili
pieghe da espressione mimica, come quelle periorbitali, frontali e glabellari,
diventano sempre più evidenti.
L’intervento di “rimodellamento” del volto consiste, nei limiti del possibile, nel
prevenire e nel ridurre gli effetti del cedimento cutaneo e nel reintegrare il
volume dove è ridotto, per mezzo della biostimolazione cutanea e della
correzione degli inestetismi.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
33
La biostimolazione consiste nell’iniettare nel derma della cute del viso sostanze
idonee a prevenire i danni dell’invecchiamento fisiologico e/o fotoindotto e a
restituire compattezza, turgore ed elasticità alla cute invecchiata.
Tali sostanze sono la glucosamina solfato (ormai poco utilizzata) e,
essenzialmente, l’acido ialuronico.
Chiaramente, il successo dell’intervento è condizionato non soltanto dall’età del
soggetto, ma anche dalle condizioni cutanee all’inizio dell’intradermoterapia e
dalla gestione del miglioramento ottenuto.
• La Glucosamina solfato
La biostimolazione cutanea iniettiva loco-regionale con glucosamina solfato ha
lo scopo di assicurare alla pelle un turgor valido, una buona elasticità, una
buona luminosità.
In quanto precursore dell’acido ialuronico, la glucosamina solfato trova
indicazione nella prevenzione e, entro certi limiti, nella correzione
dell’invecchiamento cutaneo fisiologico e/o fotoindotto del volto.
In altri termini, fornendo il precursore sembrerebbe possibile moderare, nel
tempo e nella quantità, la perdita di aminozuccheri e la conseguente involuzione
della sostanza fondamentale connessi alla senescenza e/o al photoaging.
La glucosamina è un aminozucchero naturalmente presente nell’organismo sotto
forma di glucosamina fosfato. La biosintesi della glucosamina fosfato viene
realizzata dai fibroblasti e dai condrociti a partire dal glucosio.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
34
Per intervento di una glucochinasi il glucosio viene fosforilato a glucosio-6-
fosfato (G-6-P). Dal G-6-P per intervento di una isomerasi si forma fruttosio-6-
fosfato (F-6-P). Il F-6-P va incontro ad aminazione con la glutamina che funge
da donatore di aminogruppi ed energia.
Si forma così la glucosamina-6-fosfato che per intervento dell’enzima
glucosamina-6-fosfato acetilasi va incontro ad acetilazione formandosi N-acetil-
glucosamina-6-fosfato. La N-acetil-glucosamina-6-fosfato per intervento di una
mutasi viene trasformata in N-acetil-glucosamina-1-fosfato.
Dalla N-acetil-glucosamina-1-fosfato per intervento dell’enzima N-acetil-
fosforilasi si forma N-acetilglucosamina. Dalla N-acetilglucosamina ha origine la
sintesi di ialuronato, cheraton-solfato, eparon-solfato.
Sempre dalla N-acetilglucosamina per intervento dell’enzima N-acetil-
glucosamina-4-epimerasi si forma N-acetil- galattosamina da cui si formano
condroitin-4-solfato, condroitin-6-solfato, dermaton-solfato.
I glucosaminoglicani (GAG) sono costituiti da unità disaccaridiche che possono
formare lunghe catene molecolari. Vengono di norma classificati, a seconda
della presenza o meno di gruppi solfato, in GAG solforati (GAGs) e GAG
asolforati (GAG).
I GAG nel derma e a livello cartilagineo svolgono funzioni essenziali.
Per la loro elettronegatività i GAG fissano i cationi per cui:
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
35
1. contribuiscono alla buona viscosità del tessuto connettivo (alla
base del turgor dermico) e della cartilagine articolare;
2. regolano il microcircolo comportandosi come una sorta di resina
scambiatrice di ioni;
3. stabiliscono rapporti con le proteine fibrose (elettropositive)
determinando la formazione di proteoglicani (PG);
4. contrastano le cariche positive degli enzimi litici (elastasi, proteasi,
ialuronidasi, glucuronidasi);
5. hanno la capacità di solvatarsi con l’acqua.
I GAG legandosi alle proteine, danno luogo alla formazione di complessi
macromolecolari ad alto peso molecolare definite proteoglicani (PG).
I PG sono molecole di grosse dimensioni costituite da una catena proteica
centrale (core) a cui si legano in modo covalente una o più catene di
glucosaminoglicani.
Per quanto riguarda i risultati ottenuti con la terapia intradermica distrettuale a
base di glucosamina solfato, oggettivamente, si evidenzia un miglioramento
dell’idratazione, dimostrato da un aumento del turgore che rende meno visibili le
piccole rughe, mentre la cute è meno opaca e appare più “luminosa”.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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• L’acido ialuronico
Con l’acido ialuronico entriamo nell’ambito dei Presidi Farmaceutici o Medical
Devices, ossia di sostanze prodotte dall’industria farmaceutica ma destinate ad
un uso non propriamente terapeutico.
L’acido ialuronico è stato identificato, per la prima volta, nel 1934 da Karl Meyer,
che lo isolò dall’umor vitreo dell’occhio. Due decenni più tardi, lo stesso autore,
ne individuò la struttura chimica.
Fin dall’inizio è apparsa chiara l’importanza che questo singolare poliglucide
assume quale elemento costitutivo ubiquitario della matrice intercellulare del
tessuto connettivo, oltre che come componente dell’umor vitreo, del cordone
ombelicale e del liquido sinoviale.
L’acido ialuronico (HA) o Ialuronano, è un carboidrato complesso, appartenente
alla categoria dei mucopolisaccaridi, più modernamente denominati
glucosaminoglicani (GAGs); esso è un polisaccaride lineare costituito da una
sequenza di unità disaccaridiche di N-acetil-glucosamina e di acido glucuronico.
A differenza di tutti gli altri GAGs, che contengono gruppi solfato, hanno
dimensioni contenute, e formano complessi glico-protidici (proteoglicani), l’acido
ialuronico non contiene zolfo, non ha una componente polipeptidica e raggiunge
pesi molecolari fino a mille volte superiori, arrivando a contenere oltre 25.000
disaccaridi.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
37
Contrariamente alle catene proteiche, che spesso tendono ad avvilupparsi in
conformazioni globulari, le sequenze polimeriche dell’acido ialuronico, più rigide,
assumono una disposizione distesa.
L’HA non ha subito modificazioni strutturali durante l’evoluzione, è l’unico
glucosaminoglicano strutturalmente identico sia nel mondo animale sia nei
microrganismi a differenza degli altri elementi del tessuto connettivo, come il
collageno, che variano da specie a specie.
Anche la sintesi è rimasta immodificata e, anziché all’interno della cellula,
avviene sulla membrana cellulare da dove passa rapidamente nello spazio
intercellulare, a differenza delle altre molecole che sono sintetizzate nel
compartimento citoplasmatico e solo successivamente sono secrete nello spazio
intercellulare; fra queste, i proteoglicani che si legano reversibilmente all’acido
ialuronico a formare grossi complessi capaci di trattenere enormi quantità
d’acqua responsabili del turgore e dell’elasticità della cartilagine, del cordone
ombelicale, della camera anteriore dell’occhio, della cute.
I gruppi carbossilici recati dall’acido glucuronico, conferiscono al poliglucide un
comportamento acido: al pH tessutale fisiologico, essi risultano interamente
dissociati.
L’acido ialuronico esprime, pertanto, una fortissima valenza anionica, in grado di
attirare uno sciame di cationi: questa elevata espressione di cariche, cui si
aggiunge la presenza dei numerosi gruppi ossidrili, esercita un formidabile
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
38
richiamo per le molecole bipolari dell’acqua, e permette di intrappolare
un’enorme nuvola di idratazione.
La sintesi dell’HA è modulata da vari fattori di crescita come l’IGF-1, il PDGF, il
TGF-b, mentre gli effetti cellulari sono mediati da tre recettori specifici: CD44,
RHAMM, ICAM.
Attraverso l’interazione con questi ed altri recettori, l’acido ialuronico modula
varie funzioni, come la proliferazione e la fagocitosi cellulare, il trasporto di
molecole tossiche, l’angiogenesi e la migrazione di cheratinociti e fibroblasti
nella riparazione di ferite, ed infine ha attività antinfiammatoria.
Nell’uomo l’HA cutaneo ha la massima concentrazione nel neonato, per poi
ridursi abbastanza rapidamente costituendo, mediamente, lo 0.030% in peso fra
19 e 47 anni, lo 0.015% a circa 65 anni, che si riduce allo 0.007% intorno a 75
anni.
L’emivita dell’HA, che varia secondo i distretti, è piuttosto breve a livello cutaneo,
poiché varia fra le 12 e le 24 ore.
Nella matrice dei tessuti connettivi, gran parte dell’acido ialuronico si trova
combinato con i proteoglicani a formare aggregati glicoproteici di dimensioni
“mostruose”.
Sui lunghissimi filamenti di acido ialuronico si fissano, in senso ortogonale, le
core proteins dei proteoglicani: tali assi peptidici, a loro volta, fanno da supporto
per le brevi catene poliglucidiche degli altri GAGs.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
39
I complessi macromolecolari così costituiti, grazie alla loro spiccata idrofilia ed
alla conformazione piana, occupano, nella sostanza intercellulare, un
grandissimo spazio (oltre il 90%), in rapporto alla minuscola massa (meno
dell’1%), dando vita ad un gel poroso ad alta viscosità che condiziona il volume
ed il turgore della matrice, le conferisce elasticità e resistenza alla
compressione, fa da impalcatura alle altre componenti istologiche, agevola il
passaggio di elementi cellulari mobili, permette il flusso dei nutrienti e dei
prodotti di scarto, modula il transito delle citochine e dei fattori ormonali.
L’HA è presente anche nell’epidermide, nel piccolo spazio intercellulare fra i
cheratinociti, e una delle sue funzioni, a livello dermo-epidermico, anche in
considerazione della sua breve emivita, è quella di protezione contro le
radiazioni ionizzanti.
Analisi morfologiche su colture di condrociti e fibroblasti di derma umano, ricavati
da biopsie ed esposte all’azione dei radicali liberi dell’ossigeno, hanno
evidenziato la presenza di tipici vacuoli, che in gran parte scompaiono con
l’aggiunta di acido ialuronico a basso PM: numerosi studi lo indicano come il più
efficace fra i free radicals scavengers.
La maggior parte degli effetti biologici dell’HA, sia in vitro sia in vivo, varia in
funzione del peso molecolare e della concentrazione. L’attività antiossidante,
l’aumento della proliferazione cellulare, la fagocitosi, avvengono con composti a
peso molecolare intermedio, vale a dire inferiori o uguali al milione di Dalton.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
40
L’alta concentrazione ne aumenta la viscosità e quindi l’elasticità e ne prolunga il
tempo d’attività biologica.
Tutte le attività dell’HA, mediate da recettori di superficie in gran parte ancora
non noti, avvengono attraverso interazioni fra cellule connettivali e impalcatura
intercellulare, e tramite variazioni dell’attività chimica di molecole regolatrici delle
varie funzioni in risposta ad eventi fisiologici e patologici.
In condizioni fisiologiche l’acido ialuronico è completamente ionizzato, e quindi in
grado di influenzare i flussi ionici e, di conseguenza, la comunicazione
intercellulare attraverso i canali ionici di membrana.
In condizioni patologiche, come nei processi infiammatori cutanei, la
concentrazione dell’acido ialuronico aumenta con aumento dell’igroscopicità.
Quando si creano aree di aumentata idratazione è temporaneamente indebolito
l’ancoraggio delle cellule alla matrice extracellulare, che esalta i processi di
migrazione e divisione cellulare.
Nell’eventualità di processi flogistici o degenerativi, che alterino l’integrità
strutturale dell’HA, nella matrice extracellulare si producono danni che si
traducono in artrosi, fibrosi, ritardo della guarigione di ferite, invecchiamento
cutaneo fotoindotto.
L’acido ialuronico, che permette d’interferire con il processo di senescenza della
cute del volto, sia in fase preventiva sia in quella di reintegrazione, può essere
prodotto attraverso biotecnologie o ottenuto per estrazione da tessuti animali.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
41
• Acido ialuronico sale sodico
Nel 1997 è stato messo in commercio un acido ialuronico iniettabile in grado di
interferire con il processo di senescenza della cute del volto, sia in fase
preventiva sia in quella di biostimolazione.
L’acido ialuronico sale sodico è una molecola estratta dalle creste di gallo e dalle
caratteristiche particolari. E’ un sale sodico, viscoelastico, ottenuto senza alcuna
manipolazione chimica, quindi perfettamente identico a quello naturale di tutte le
specie animali, e perciò privo di potere immunogeno.
Ha peso un peso molecolare di circa un milione di Dalton, ed una
concentrazione pari all’1.8%.
Una volta iniettato nel derma l’attività di questa molecola si esercita attraverso:
1. un’azione biologica di stimolo della proliferazione e della migrazione dei
fibroblasti, e di neosintesi indiretta di collagene, elastina ed acido
ialuronico; inoltre è un potente antiossidante;
2. un’azione fisica dovuta al potere idratante ed alla viscosità della molecola
che restituisce turgore alla cute.
Questa notevole biointerattività dipende dallo specifico peso molecolare e
dall’alta concentrazione.
Numerosi studi hanno dimostrato che gli effetti biologici dell’HA, fra gli altri la
potente azione antiossidante necessaria per un vero effetto anti-invecchiamento
e di biostimolazione, avvengono con preparati a peso molecolare non elevato.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
42
L’elevata concentrazione, 40-70 volte quella del derma normale, è utile per
garantire la presenza in loco di HA biologicamente attivo e quindi l’essenziale
interazione con i fibroblasti per un tempo prolungato, vale a dire quello
necessario perché l’HA esogeno raggiunga la concentrazione ottimale che ne
permette l’eliminazione.
E’ stato dimostrato che il distacco dei fibroblasti dalla matrice e l’inizio del
processo di mitosi richiedono un aumento notevole della concentrazione di acido
ialuronico, anche se l’effetto diretto mitogeno dell’HA non è ancora stato
dimostrato.
Con l’elevata concentrazione, di conseguenza, aumenta anche la durata
dell’attività antiossidante e di scavenger sui radicali liberi dell’ossigeno, attività
legata allo specifico peso molecolare, particolarmente utile nell’invecchiamento
cutaneo che si caratterizza per la diminuzione dei livelli di agenti antiossidanti.
L’elevata concentrazione, contemporaneamente, esalta la viscoelasticità del
materiale iniettato con aumento temporaneo del turgore e della distensione
cutanei.
Da quanto detto è chiaro che questa sostanza non è un filler, cioè non serve alla
correzione di rughe e solchi, ma è in grado di indurre un processo di
biostimolazione.
Lo scopo del suo impiego è quello di:
1. prevenire i danni da invecchiamento fisiologico e/o fotoindotto;
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
43
2. restituire compattezza, turgore ed elasticità alla cute, comunque
invecchiata, grazie alle sue particolari caratteristiche.
Può essere associato, in tempi diversi, alla correzione delle rughe con i filler.
Sia l’acido ialuronico che la glucosamina solfato si distribuiscono, con ago da 30
G o da 32 G, nel derma intermedio con iniezioni lineari, cioè infiggendo l’ago per
tutta la sua lunghezza secondo linee parallele distanziate di 5-10 mm, e
iniettando durante l’estrazione. Tali linee d’iniezione possono essere intersecate
da altre a formare una sorta di rete al fine di ottenere una distribuzione
omogenea.
Per trattare con più precisione piccole zone e per completare il trattamento
lineare può essere utile la tecnica a micropomfi. Tale metodo consiste
nell’infiggere l’ago fino a scomparsa del becco di flauto, quindi nell’iniettare una
quantità di sostanza tale da provocare un lieve sbiancamento cutaneo e perciò
la formazione di un piccolo pomfo. I micropomfi devono essere il più possibile
contigui. Questo metodo consente di trattare con precisione piccole zone e di
completare il trattamento lineare.
Le regioni che si giovano della biostimolazione sono, ovviamente, quelle in cui il
cedimento cutaneo del viso è più frequente ed evidente, cioè le gote, la regione
periorbitale, la regione periorale e la regione del collo.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
44
La quantità di sostanza da iniettare per ogni regione è minima, ma deve essere
ben distribuita.
Gli schemi di trattamento, secondo le Linee Guida della SIM, sono i seguenti,
tenendo comunque presente che il numero e la cadenza delle sedute possono
variare secondo l’età dei soggetti, le condizioni della cute, il risultato ottenuto.
Per la glucosamina solfato:
• fase d’attacco: quattro sedute distanziate di una settimana;
• fase di controllo: quattro sedute, una ogni quindici giorni;
• fase di mantenimento: sedute mensili.
Per l’acido ialuronico:
• fase d’attacco: una seduta o due distanziate di quindici giorni, dopo un
mese:
• fase di controllo: una o due sedute distanziate di uno-due mesi;
• fase di mantenimento: sedute ogni due-tre mesi o più in base al risultato
ottenuto.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
45
Capitolo 3 - CHE COS’E’ REXON-AGE
3.1 LA RISONANZA QUANTICA MOLECOLARE
Il principio della risonanza quantica molecolare si fonda sulla teoria secondo la
quale i legami molecolari , sottoposti ad una certa frequenza, reagiscono
scindendosi. Infatti assumendo che l’energia sia racchiusa in quanti, e che
l’energia di ogni quanto dipenda dalla frequenza, è stato inizialmente teorizzato
che proprio dalla frequenza dipendesse la relazione tra energia somministrata e
processi molecolari indotti. E’ stato scoperto che, quando l’energia dei quanti
somministrati è diversa dall’energia di legame delle molecole interessate, queste
entrano in vibrazione: conseguenza di ciò è un grande aumento di calore,
prodotto macroscopico di un’impennata nell’energia cinetica molecolare, e la
rottura successiva dei legami molecolari.
In seguito si è capito che esisteva una frequenza alla quale energia quantica ed
energia molecolare si sarebbero equivalse. In questo caso, al posto della
vibrazione, le molecole entrano in risonanza, i legami si spezzano e i tessuti
vengono incisi, ma senza aumento di calore.
Tutte questa acquisizioni inizialmente sono state utilizzate per la realizzazione di
un bisturi elettronico a risonanza quantica molecolare, il Vesalius, in grado di
tagliare e coagulare ad una temperatura inferiore ai 45°, grazie al quale il danno
termico degli interventi chirurgici, cioè la necrosi susseguente all’ustione, è
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
46
scomparso. Questo è stato però solo l’inizio. Infatti ciò che si è rivelato
veramente interessante è come le molecole, sottoposte ad uno spettro di
frequenze un po’ più ampio e con una più bassa densità di energia, si
allontanino le une dalle altre senza infrangersi, deformando la cellula e dando
origine a fenomeni molecolari che confluiscono in un’accelerazione dei processi
rigenerativi. Andando ad agire sulle cellule staminali adulte, si può quindi
teoricamente invertire il rapporto sfavorevole tra il tasso di nascita e di morte
cellulare, che sta alla base dell’invecchiamento.
Partendo dai risultati del Vesalius, è stato realizzato il Rexon-age,
un’apparecchiatura capace, utilizzando frequenze leggermente diverse, di
indurre una rigenerazione dei tessuti biologici stimolando l’attività delle cellule
progenitrici.
I meccanismi biochimici che sottendono questi processi di rigenerazione
tessutale non sono ancora del tutto noti. Dai primi studi, in cui diversi tipi cellulari
sono stati sottoposti a campi elettrici, è emerso come l’applicazione degli
elettrodi coincida con una depolarizzazione, cioè una modificazione elettrica
della membrana. A questa segue, nelle cellule nervose e muscolari, il rilascio di
una certa quantità di ione calcio nel citoplasma, non sufficiente a inviare uno
stimolo o ad innescare una contrazione, ma idoneo a determinare l’espressione
di alcuni geni nel nucleo. Nei fibroblasti del tessuto connettivo si assiste ad
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
47
un’omologa attivazione dei geni, seppur mediata da passaggi diversi, e così
anche nelle cellule staminali miogeniche.
Sintetizzando, possiamo dire che, nelle cellule osservate, ad una modificazione
fisica indotta dal campo elettrico fanno seguito risposte diverse, specifiche al tipo
cellulare preso in esame, ma convergenti, tutte, in un aumento temporaneo
dell’attività cellulare.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
48
3.2 DESCRIZIONE DEL PRODOTTO
Rexon-Age è un’apparecchiatura di nuova concezione e destinato ad essere
applicato primariamente nel campo della Medicina Estetica, che attraverso
l’impiego di correnti a bassa potenza ed altissima frequenza, promuove una
stimolazione dei tessuti cutanei e muscolari.
Il cuore del sistema risiede nello specifico spettro di frequenze utilizzate. Questo
si basa sul principio della Risonanza Quantica Molecolare, sviluppato e
brevettato dalla Telea Electronic Engineering s.r.l.
Diversamente da altre apparecchiature in commercio, che si limitano a produrre
un semplice riscaldamento del tessuto trattato, Rexon-Age promuove una
stimolazione cellulare in modo del tutto peculiare, mantenendo bassa la
temperatura del tessuto, ed evitando pertanto gli eventuali rischi ed effetti
collaterali che un eccessivo aumento di temperatura potrebbe comportare.
Di fatto, la temperatura della cute trattata non supera mai i 42-43° C.
E’ importante sottolineare questa differenza che contraddistingue il Rexon-Age
dagli altri dispositivi in commercio, che utilizzano correnti a radiofrequenza, siano
esse monopolari o bipolari.
Infatti, i diversi dispositivi medici attualmente disponibili sul mercato, sebbene
anche molto diversi da un punto di vista tecnico, si ispirano al medesimo
principio di funzionamento, che consiste nel perseguire un innalzamento di
temperatura dei tessuti (alcuni più moderato, altri invece particolarmente
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
49
intenso), con la finalità di incrementare le reazioni metaboliche ed in particolare
stimolare la produzione di proteine della matrice extracellulare, collagene in
primis.
Il Rexon-Age utilizza uno spettro di frequenze tale da ridurre al minimo il
trasferimento di energia termica, nella ricerca di quella risonanza con i legami
molecolari che permette invece un’interazione a livello cellulare.
La terapia praticata con il Rexon-Age è assolutamente non invasiva.
Non provoca alcun dolore, non necessita d’alcun prodotto analgesico, né di
sistemi esterni di raffreddamento della cute.
Durante il trattamento, il paziente sperimenta unicamente una leggera
sensazione di calore nella zona di cute sottostante la piastra di trasmissione. La
durata del trattamento varia dai 10 ai 20 minuti, in funzione dell’ampiezza delle
zone trattate e dei parametri di terapia definiti dal medico.
Come conseguenza visibile, viene riacquistato un turgore ed un’elasticità propri
del tessuto più giovane.
I trattamenti estetici con Rexon-Age sono finalizzati alla riduzione delle rughe del
viso (guance, contorno occhi, fronte e collo) ed alla tonificazione dei tessuti in
altre zone del corpo, quale ad esempio l’addome.
Ottimi risultati si sono osservati anche nel trattamento dell’acne e della cellulite.
Notevoli risultati si ottengono nell’impiego del Rexon-Age per terapie antalgiche.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
50
Da quanto ampiamente documentato, emerge con chiarezza che le micro-
correnti ad alta frequenza prodotte dal Rexon-Age, sono in grado di risolvere
con grande rapidità ed efficacia dolori causati da infiammazioni, stiramenti
muscolari, distorsioni articolari, contusioni, etc..
Sono stati altresì verificati importanti risultati nel miglioramento della circolazione
linfatica.
Rexon-Age dispone di 5 canali d’uscita. Ad ogni canale può essere collegato un
elettrodo di trasmissione, che viene poi fatto aderire alla zona di cute da trattare.
Il generatore del Rexon-Age produce una corrente a bassa intensità ed altissima
frequenza. Lo spettro utilizzato raggiunge frequenze di 64 MHz.
La corrente ad alta frequenza è trasmessa al paziente attraverso l’intera
superficie di contatto dell’elettrodo di trasmissione.
La corrente utilizzata è di tipo monopolare, ed essendo a frequenza
estremamente elevata, si chiude a terra, senza necessità d’impiego d’alcuna
piastra neutra a contatto con il paziente.
Ogni canale, e pertanto ciascun elettrodo di trasmissione ad esso collegato,
viene attivato singolarmente; cioè viene messo in funzione un solo canale alla
volta. Non vi è quindi alcun rischio d’interazione tra i diversi elettrodi.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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3.3 DATI TECNICI
Tensione d’alimentazione: 230 V
Frequenza d’alimentazione: 50/60 Hz
Potenza massima assorbita dalla rete: 250VA
Potenza massima in uscita: 40W/1500 Ohm
Frequenza in uscita: spettro in frequenze da 4 MHz a 64 MHz (spettro
brevettato)
Grado di protezione contro ingresso di liquidi: IPX0
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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3.4 FUNZIONAMENTO DELL’APPARECCHIO
AMBIENTE DI UTILIZZO
Il Rexon-Age può essere utilizzato in un qualsiasi ambulatorio medico a norma
per quanto riguarda l’impiantistica elettrica.
Viene raccomandato di non utilizzare sul paziente altre apparecchiature
elettromedicali contemporaneamente al Rexon-Age, al fine di evitare eventuali
interferenze tra queste, e di non utilizzare il Rexon-Age in ambiente chirurgico o
nelle vicinanze di apparecchiature di supporto vitale (Critical Care).
INDICAZIONI PRE E POST TRATTAMENTO
Non è necessario seguire uno specifico protocollo, o attenersi a particolari
precauzioni nei giorni antecedenti il trattamento.
Sarà sufficiente che il paziente si presenti dal medico con la pelle detersa e
libera da prodotti cosmetici.
Similmente, data l’estrema delicatezza della terapia, il paziente potrà da subito
riprendere le normali attività.
Non è prevista l’adozione d’alcuna precauzione post-trattamento.
POSIZIONAMENTO ELETTRODI
Gli elettrodi di trasmissione monouso sono da applicarsi sulla superficie cutanea
da trattare.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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DESCRIZIONE SCHERMATE PROPOSTE DA TOUCH SCREEN
All’accensione, il monitor del Rexon-Age visualizzerà la schermata di Menù qui
di seguito riportata.
Digitando la funzione “Test” verrà visualizzata la seguente schermata.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
54
La schermata propone dati tecnici relativi alle misure effettuate dal
microprocessore su alcuni parametri misurabili dal dispositivo. La presente
schermata non deve essere utilizzata nella normale attività di terapia svolta dal
Medico.
Digitando da Menù iniziale la funzione “Setup”, apparirà la seguente schermata
Nel riquadro “Code Mem”, si potrà inserire il codice paziente al fine di richiamare
i parametri di terapia precedentemente definiti per tale paziente. Una volta
inserito il codice paziente, si darà conferma premendo il tasto “Enter” e
successivamente uscendo dalla schermata premendo il tasto “Exit”.
E’ possibile modificare l’intensità del segnale sonoro emesso dal Rexon-Age
durante l’impiego. Si dovrà semplicemente inserire un numero tra zero (nessun
emissione sonora) e 20 (intensità sonora massima), in riferimento al riquadro
“Sound Vol”.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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IMPOSTAZIONE CICLO DI TRATTAMENTO
Digitando la funzione “Start” dal Menù iniziale, sarà visualizzata la seguente
schermata, attraverso la quale si procederà ad impostare i parametri di
trattamento.
E’ possibile utilizzare fino ad un massimo di 5 canali per trattamento.
Ad ogni canale può essere collegato qualsiasi modello d’elettrodo; cioè, i canali
sono assolutamente equivalenti tra loro.
I canali, e pertanto gli elettrodi, lavorano uno per volta ed in modo indipendente
tra loro.
In fase di programmazione del trattamento, al medico è richiesto di impostare,
attraverso l’apposito touch screen, la potenza, la durata ed il tipo di elettrodo da
utilizzarsi per ciascun canale; infine è possibile definire il numero di cicli.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Dalla schermata di “Start”, si prema il tasto “Edit”, al fine di programmare i
parametri di terapia. In basso a destra sarà visualizzata una nuova schermata
(foto di seguito riportata) che deve essere utilizzata per programmare, uno ad
uno, i singoli canali.
Digitando i tasti CH 1, CH 2, CH 3, etc…si attiveranno rispettivamente i canali 1,
2, 3 etc…
Ciascuno di questi potrà essere programmato, inserendo i parametri relativi alla
potenza, al tempo e al tipo di elettrodo.
Premendo il tasto “Enter”, si passerà in sequenza da un campo al successivo e
contemporaneamente si darà ordine al Software di acquisire il valore appena
digitato.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
57
Una volta terminata la programmazione, si prema il tasto “Exit” per uscire dalla
finestra di programmazione.
La potenza è espressa in mjoule/cm2/sec; pertanto indica la potenza trasmessa
per unità di superficie dalla piastra di trasmissione.
E’ importante pertanto prestare attenzione affinché il tipo di elettrodo selezionato
sia corretto (in caso contrario, si avrebbe un sovradosaggio di energia, qualora
si selezionasse un elettrodo di dimensioni maggiori di quello realmente
utilizzato).
Non è possibile selezionare una potenza per unità di superficie superiore a 200
mjoule/cm2/sec.
Per ogni elettrodo deve essere impostata la durata d’erogazione della potenza.
E’ possibile selezionare un tempo fino ad un massimo di 180 secondi.
Per ciascun canale è richiesto di selezionare il tipo di elettrodo che verrà
collegato.
Si selezionerà il numero 1 nel caso in cui s’intenda utilizzare la piastra “Eye
Contour”, numero 2 per l’elettrodo “Medium Size”, numero 3 per l’elettrodo
“Large Size”.
Qui di seguito si riporta, per ciascuna piastra, una foto esemplificativa e le
relative misure.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
58
Elettrodo “Eye Contour” (6 x 2,5 cm) identificato sulla schermata di
programmazione con il numero 1
Elettrodo “Medium Size” (8 x 4 cm) identificato sulla schermata di
programmazione con il numero 2
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Elettrodo “Large Size” (9 x 5 cm) identificato sulla schermata di programmazione
con il numero 3
E’ possibile limitare il trattamento ad un unico ciclo, oppure selezionare fino ad
un massimo di 9 cicli. Selezionando più cicli, il trattamento sarà ripetuto più
volte, in modo identico alla prima.
Una volta impostati i parametri di trattamento, ed usciti dalla schermata di
programmazione, si prema il comando d’avvio; il Rexon-Age procederà
autonomamente fino al termine del programma predefinito.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
60
INDICAZIONE SUI PARAMETRI DI TRATTAMENTO PER TRATTAMENTO
ESTETICO.
Di seguito viene riportato, come riferimento di massima, un’indicazione dei
parametri d’impiego consigliati, in funzione sia del tipo d’elettrodo che della zona
del viso o del corpo sul quale il trattamento viene praticato.
Si tenga presente, tuttavia, che il Rexon-Age è uno strumento in grado di offrire
ampie possibilità di personalizzazioni e grande flessibilità nelle scelte
terapeutiche.
Sulla base dell’esperienza acquisita nell’impiego della macchina, viene lasciata
a discrezione del medico, caso per caso, la scelta dei parametri più opportuni da
adottare.
Quale linea guida fondamentale nella scelta dei parametri terapeutici, deve
essere tenuto in debito conto la sensazione da parte del paziente.
In particolare è importante, al fine di ottimizzare il trattamento, che il paziente
dichiari di avere avvertito un calore sopportabile durante la durata d’erogazione
della potenza. La sensazione di calore avvertita dal paziente deve essere
leggermente crescente, raggiungendo il punto massimo al termine del periodo
impostato.
Tale livello massimo di sensazione di calore deve comunque rimanere al di sotto
della soglia di dolore.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
61
E’ altresì molto importante tenere in debita considerazione che la sensibilità al
calore e/o al dolore può essere anche molto diversa da paziente a paziente.
Pertanto, a parità di parametri di terapia, diversi pazienti potrebbero riferire di
avvertire sensazioni anche significativamente diverse tra loro.
Alla luce di questo, il protocollo d’impiego qui di seguito riportato deve essere
considerato come un’indicazione di massima, che tuttavia il medico potrà
eventualmente personalizzare ad ogni paziente.
Elettrodo “Eye Contour” – identificato sulla schermata di programmazione con
numero 1
Energia: 70 mj/cm2/sec
Tempo: 60 sec
Numero di cicli : 4
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Elettrodo “Medium Size” – identificato sulla schermata di programmazione con
numero 2
Energia: 80 mj/cm2/sec
Tempo: 60 sec
Numero di cicli : 4
Elettrodo “ Large Size” – identificato sulla schermata di programmazione con
numero 3
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Energia: 120 mj/cm2/sec
Tempo: 60 sec
Numero di cicli : 4
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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INDICAZIONE SUI PARAMETRI DI TRATTAMENTO PER TERAPIA
ANTALGICA.
Come anticipato precedentemente, il Rexon-Age può essere utilizzato con
estrema efficacia nel trattamento del dolore provocato da un’ampia varietà di
patologie. Tra queste, sono stati in particolare verificati ottimi risultati nel
trattamento di dolori causati da distorsioni articolari, stiramenti muscolari,
contusioni, infiammazioni, ecc...
Rilevanti, inoltre, sono alcuni risultati ottenuti nel miglioramento della micro-
circolazione sanguigna e linfatica (edema linfostatico).
Come già sottolineato, ciascun paziente ha un diverso grado di sensibilità al
calore ed una diversa soglia di dolore, pertanto i protocolli qui di seguito riportati
devono essere considerati come punto di riferimento; di volta in volta, in
occasione della prima seduta terapeutica, il medico valuterà quali parametri
impostare, in funzione della sensazione al calore percepito dal paziente.
Naturalmente, durante le eventuali sedute successive, potranno essere utilizzati
gli stessi parametri di trattamento individuati come ottimali.
Qui di seguito vengono riportati, relativamente alle zone principali del corpo,
alcuni protocolli d’impiego per terapie antalgiche, che si consiglia di utilizzare
come indicazione di massima.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Zona Energia Tempo N° cicli
Spalla 120 mj/cm2/sec 60 4
Gomito 120 mj/cm2/sec 60 4
Polso 140 mj/cm2/sec 60 4
Cervicale 120 mj/cm2/sec 60 4
Zona lombare 120 mj/cm2/sec 60 4
Anca / Coscia 120 mj/cm2/sec 60 4
Ginocchio 120 mj/cm2/sec 60 4
Caviglia 120 mj/cm2/sec 60 4
Piede 140 mj/cm2/sec 60 4
MISURE D’EMERGENZA E PROTEZIONE
In ogni momento il medico, o suo assistente, può intervenire agendo sul
comando di “Stop”, presente sul display a cristalli liquidi, interrompendo
l’erogazione della potenza.
Agendo sul comando di “Start” l’operatore potrà riprendere la terapia dal punto in
cui è stata sospesa.
Inoltre, il paziente stesso è dotato di un comando di “Stop”, che in qualsiasi
momento può utilizzare per fermare la macchina. Tale funzionalità è stata
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
66
concepita sia al fine di garantire il massimo grado di sicurezza per il paziente,
che come supporto psicologico, abilitando quest’ultimo ad interrompere il
trattamento qualora lo ritenesse necessario.
Una volta sospesa la terapia agendo sul comando a disposizione del paziente,
questa potrà essere ripresa solo da parte dell’operatore, agendo sul comando di
“Start” del display. La terapia riprenderà dal canale successivo.
Si sottolinea, a tale proposito, che la terapia non prevede l’utilizzo né di creme
analgesiche né di supporti di raffreddamento esterni; non viene pertanto alterato
in alcun modo il grado di sensibilità del paziente. Ad un eventuale stimolo di
dolore o calore eccessivo, il paziente è in grado di reagire interrompendo
l’emissione di corrente.
POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI
Come già anticipato, Rexon-Age è da ritenersi un dispositivo particolarmente
sicuro. Quali effetti collaterali si sono registrati esclusivamente arrossamenti
cutanei, destinati in genere a scomparire nell’arco di 24 ore.
In rari casi è stata registrata la comparsa di bollicine sulla cute, che tuttavia
svaniscono in pochi giorni.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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ISTRUZIONI DI IMPIEGO CON MANIPOLO
Oltre che attraverso l’utilizzo degli elettrodi adesivi, la terapia con il Rexon-Age
può essere svolta con l’uso di un manipolo a mano, appositamente sviluppato,
quale mezzo per trasmettere l’energia prodotta dal dispositivo al tessuto
biologico.
L’intera seduta terapeutica può essere svolta unicamente con il manipolo a
mano, in alternativa all’impiego degli elettrodi adesivi, così come, invece,
entrambe le modalità possono essere utilizzate in sinergia nell’ambito della
stessa seduta.
Utilizzando il manipolo, viene attivato soltanto il canale nero; pertanto nella
schermata di programmazione tutti i canali, ad esclusione del nero, dovranno
riportare il numero “zero” nella colonna relativa all’impostazione del tipo di
elettrodo. Il canale nero dovrà invece riportare il numero 4, relativamente
all’opzione “electrode code”.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Impiegando il manipolo, si imposterà un’energia tale per cui il paziente
percepisca un calore di buona intensità che rientri tuttavia nell’ambito della
piacevolezza.
Il calore percepito non deve essere mai fastidioso; nel qual caso si dovrà ridurre
l’intensità dell’energia erogata (solitamente l’energia d’impiego varia tra i 120 mj
ed i 170 mj, in funzione della tolleranza del paziente).
Qualora il manipolo venga utilizzato in alternativa all’impiego degli elettrodi
adesivi, si consideri di impostare un tempo di circa 15 minuti per l’intero viso.
Qualora il manipolo sia invece utilizzato al termine di una seduta svolta con gli
elettrodi adesivi, e pertanto in sinergia con questi, si consideri di impostare un
periodo di circa 5 minuti.
PRECAUZIONI D’USO
Il Rexon-Age utilizza una corrente ad alta frequenza monopolare, che si chiude
direttamente a terra senza l’ausilio di piastra neutra. E’ quindi importante che il
paziente sia coricato su un normale lettino medico con supporto metallico.
Qualora il letto fosse in materiale isolante (ad esempio legno), la corrente ad alta
frequenza avrebbe difficoltà a chiudersi verso terra e pertanto ne verrebbe
impedita la trasmissione. Naturalmente questo non costituirebbe alcun rischio
per il paziente, ma sarebbe compromessa l’efficacia della terapia.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
69
Non avendo a disposizione dati clinici a riguardo, viene sconsigliato l’utilizzo del
dispositivo sulle seguenti categorie di pazienti:
a) Donne in stato di gravidanza
b) Pazienti che presentano cardiopatie
Si consiglia inoltre di non utilizzare il Rexon-Age in caso di pazienti portatori di
Dispositivi Medici Impiantabili Attivi (pacemaker e apparecchi acustici). Questa
limitazione è solo a scopo preventivo non esistendo ancora studi in merito a
possibili interazioni tra Rexon-Age e tali Dispositivi Medici.
ELETTRODI DI TRASMISSIONE MONOUSO
Gli elettrodi di trasmissione ricoprono una considerevole importanza, dal
momento che sono il mezzo attraverso il quale l’energia elettrica prodotta dal
Rexon-Age viene trasmessa al tessuto biologico. E’ pertanto di fondamentale
importanza che questi trasmettano la corrente ad alta frequenza in modo quanto
più uniforme possibile su tutta la loro superficie.
Gli elettrodi sono monouso. Si invita pertanto il medico ad impiegare elettrodi
nuovi ad ogni applicazione. In caso contrario, elettrodi già usati non potrebbero
garantire le ottimali caratteristiche elettriche e fisiche.
Gli elettrodi sono costituiti da:
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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• Pellicola di PU, dello spessore di 0,25 mm ± 0,1 mm (superficie esterna
della piastra)
• Fitta rete in fibra di carbonio dello spessore di 0,1 mm ± 0,05 mm
• Gel conduttore adesivo dello spessore di 1,0 mm ± 0,2 mm (in contatto
con la cute del paziente)
• Cavetto di collegamento elettrico in fibra di carbonio ricoperto da isolante,
di sezione: 2,0mm ± 0,1mm
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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PARTE SPERIMENTALE
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
72
INTRODUZIONE
La Medicina Estetica pone continuamente al vaglio prodotti e apparecchiature in
grado di offrire nuove opportunità nel campo del ringiovanimento cutaneo
offrendo la minima invasività ma il massimo in termini di efficacia.
E’ in questa ottica che si è andata sviluppando negli ultimi anni la teoria della
Risonanza Quantica Molecolare come metodo alternativo per creare una
biostimolazione nelle cellule dei tessuti dermici, con lo scopo di promuovere un
miglioramento della tonicità ed elasticità della cute.
La Risonanza Quantica Molecolare utilizza uno specifico spettro di frequenze
grazie al quale l’energia viene trasferita al tessuto biologico solo in minima parte
sotto forma di energia termica, nella ricerca di quella risonanza con i legami
molecolari che permette un’interazione a livello cellulare, differenziandosi così
da altri dispositivi che utilizzano correnti a radiofrequenza (monopolari o bipolari)
che promuovono un innalzamento della temperatura nei tessuti con la finalità di
incrementare le reazioni metaboliche e stimolare quindi la produzione di proteine
della matrice extracellulere.
La teoria della Risonanza Quantica Molecolare trova la sua attuazione in un
innovativo dispositivo medico chiamato “Rexon-Age”, destinato ad essere
applicato primariamente nel campo della Medicina Estetica.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
73
L’azione rivolta ai tessuti non è invasiva né traumatica. Rexon-Age non farebbe
altro che stimolare ed accelerare processi che normalmente avvengono nei
tessuti stessi.
Il Rexon-Age dispone di 5 canali d’uscita. Ad ogni canale può essere collegato
un elettrodo di trasmissione, che viene poi fatto aderire alla zona di cute da
trattare.
Il generatore del Rexon-Age produce una corrente a bassa intensità ed altissima
frequenza. Lo spettro utilizzato raggiunge frequenze di 64 MHz.
La corrente ad alta frequenza è trasmessa al paziente attraverso l’intera
superficie di contatto dell’elettrodo di trasmissione.
La corrente utilizzata è di tipo monopolare, ed essendo a frequenza
estremamente elevata, si chiude a terra, senza necessità d’impiego d’alcuna
piastra neutra a contatto con il paziente. Pertanto è importante che il paziente
sia coricato su un normale lettino medico con supporto metallico.
Ogni canale, e quindi ciascun elettrodo di trasmissione ad esso collegato, viene
attivato singolarmente; cioè viene messo in funzione un solo canale alla volta.
Non vi è quindi alcun rischio d’interazione tra i diversi elettrodi.
Oltre che attraverso l’utilizzo degli elettrodi adesivi, la terapia con il Rexon-Age
può essere svolta con l’uso di un manipolo a mano, appositamente sviluppato,
quale mezzo per trasmettere l’energia prodotta da dispositivo al tessuto
biologico.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
74
OBIETTIVO DELLO STUDIO
L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare gli effetti prodotti dalla
Risonanza Quantica Molecolare, ed in particolare dal macchinario Rexon-Age, a
livello del derma e di quantificarne l’entità.
Anche se Rexon-Age è un macchinario versatile, che puo’ essere utilizzato per
trattare sia il viso che il corpo, abbiamo deciso di concentrare il nostro studio su
un unico distretto cutaneo. Così abbiamo scelto di studiarne gli effetti come
biostimolante sulla cute del volto.
Sappiamo che uno dei fenomeni connessi all’invecchiamento cutaneo è la
riduzione dello spessore del derma. Con la biostimolazione, di tipo invasivo o
non invasivo, generalmente otteniamo, tra i vari effetti, un aumento dello
spessore dermico, grazie alla riattivazione dei fibroblasti che stimolano la
produzione di elastina, collagene ed acido ialuronico.
Con il presente studio abbiamo voluto testare la reazione del derma alla
biostimolazione effettuata con la Risonanza Quantica Molecolare, ed in
particolare abbiamo voluto valutare e quantificare con la metodica ecografica,
l’eventuale variazione dello spessore dermico.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
75
MATERIALI E METODI
Nel presente studio abbiamo considerato 12 pazienti di sesso femminile, di età
compresa tra 40 e 65 anni.
Criteri di esclusione sono stati:
• Pregressi interventi chirurgici al volto
• Pregressi impianti di filler
• Contemporaneo trattamento con altre procedure di medicina estetica
• Utilizzo di trattamenti farmacologici sistemici o topici in atto o nei giorni
precedenti l’inizio della sperimentazione
• Attuale presenza di patologie di tipo dermatologico
• Stato di gravidanza
• Presenza di cardiopatie
Le pazienti sono state tutte trattate seguendo il protocollo suggerito dalla casa
produttrice, e cioè effettuando 2 sedute settimanali per 4 settimane consecutive.
Durante ogni seduta sono stati applicati sulla cute del viso, detersa e priva di
prodotti cosmetici, dapprima gli elettrodi adesivi di tipo 1 (“eye-contour” di 6 x 2,5
mm) e di tipo 2 (“medium size” di 8 x 4 mm), impostando il programma ad una
potenza compresa tra 70 e 120 mJ/cmq/sec, per una durata di 60 secondi per
ogni ciclo, con una ripetizione di 4 cicli per ogni canale collegato al rispettivo
elettrodo.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Infine la seduta è stata completata con l’applicazione del manipolo a mano da
parte dell’operatore su tutto il viso ad una potenza di 120-160 mJ/cmq/sec per
circa 15 minuti.
La potenza degli elettrodi e del manipolo sono stati modulati di volta in volta su
ciascuna paziente a seconda della sensazione soggettiva di calore che veniva
riferita, attenendoci alle direttive della casa produttrice che descrive il
funzionamento ottimale dell’apparecchiatura quando il paziente avverte una
sensazione di gradevole tepore sulla cute.
Complessivamente ogni seduta ha avuto una durata di circa 35 minuti.
Per valutare e quantificare gli effetti dell’azione di Rexon-Age ci siamo avvalsi
dell’esame ecotomografico, utilizzando un ecografo Toshiba Xario dotato di una
sonda lineare multifrequenza.
Abbiamo deciso di effettuare delle scansioni longitudinali a livello dell’arco della
mandibola e della prominenza dell’osso zigomatico, così da poter garantire la
riproducibilità delle misurazioni, impostando l’apparecchio in modo da
visualizzare distintamente la struttura del derma.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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Figura 1: Scansione longitudinale a livello dell’osso zigomatico
Figura 2: Scansione longitudinale a livello della mandibola
Siamo andati quindi a misurare lo spessore dermico valutando la distanza tra la
linea iperecogena superficiale dell’epidermide e la linea iperecogena profonda
del derma.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
78
La distanza è stata misurata sia come distanza massima tra i margini esterni che
come distanza minima tra i margini interni delle due bande iperecogene.
Figura 3: Misurazione dello spessore dermico di zigomo e mandibola
Figura 4: Misurazione dello spessore dermico della mandibola
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
79
La valutazione ecografica delle pazienti è stata effettuata prima dell’inizio del
trattamento (tempo 0), e poi a distanza di 1, 2 e 4 mesi dall’inizio del
trattamento, per un totale di 4 valutazioni, di cui la terza a distanza di un mese, e
la quarta a distanza di tre mesi dalla fine del trattamento.
Il razionale di tali misurazioni a distanza dalla fine del trattamento risiede nel
fatto che sembrerebbe che l’azione di Rexon-Age continui anche a distanza di
tempo dalla fine del suo utilizzo, e che gli effetti maggiori si manifestino dopo
circa 4 mesi.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
80
RISULTATI
In tutte le pazienti valutate è risultata una buona compliance al trattamento, per
cui in tutti i casi è stato possibile svolgere l’intero ciclo di sedute.
Quasi tutte le pazienti hanno riferito di aver riscontrato un miglioramento
generale dell’aspetto della cute del volto già dopo le prime sedute.
In particolare hanno riferito un aumento della compattezza cutanea e molte
hanno riferito una maggiore luminosità.
In molti casi è stato notato addirittura uno schiarimento del colorito cutaneo.
Altre pazienti non hanno riscontrato differenza nell’aspetto del volto al termine
del trattamento.
In nessun caso sono state rilevate reazioni avverse o effetti collaterali.
Dal punto di vista ecografico abbiamo ottenuto i seguenti risultati:
1. Per quanto riguarda la valutazione a livello della mandibola abbiamo
rilevato un aumento in valore assoluto dello spessore dermico (valutato
complessivamente come variazione della distanza dei margini esterni e di
quelli interni del derma) di 0,10 mm a distanza di 1 mese, 0,15 mm a
distanza di 2 mesi e di 0,28 mm a distanza di 4 mesi dall’inizio del
trattamento, pari ad una variazione del 20,6%.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
81
Tabella 1: Media delle variazioni assolute a livello della mandibola.
Media variazioni assolute - Mandibola (mm)
0,28
0,150,10
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
1 2 4
Tabella 2: Media delle variazioni in percentuale a livello della mandibola.
Media variazioni % - Mandibola (mm)
7,8%11,3%
20,6%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
1 2 4
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
82
2. A livello dello zigomo abbiamo ottenuto un aumento complessivo in
valore assoluto dello spessore dermico di 0,05 mm a distanza di 1 mese,
0,05 mm a distanza di 2 mesi e di 0,19 mm a distanza di 4 mesi dall’inizio
del trattamento, pari ad una variazione del 12,2%.
Tabella 3: Media delle variazioni assolute a livello dello zigomo.
Media variazioni assolute - Zigomo (mm)
0,19
0,050,05
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
1 2 4
Tabella 4: Media delle variazioni in percentuale a livello dello zigomo.
Media variazioni % - Zigomo (mm)
2,9% 3,2%
12,2%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
1 2 4
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
83
3. Complessivamente, accorpando i risultati ottenuti nei due distretti cutanei
valutati, possiamo dire che con l’utilizzo di Rexon-Age abbiamo ottenuto
a distanza di 4 mesi dall’inizio del trattamento un aumento dello spessore
dermico di 0,23 mm, pari ad un ispessimento del 16%.
Tabella 5: Media delle variazioni assolute per l’insieme di zigomo e mandibola.
Media variazioni assolute - Zigomo e Mandibola (mm)
0,23
0,100,08
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
1 2 4
Tabella 6: Media delle variazioni in percentuale sull’insieme di zigomo e mandibola.
Media variazioni % - Zigomo e Mandibola (mm)
5,2%6,9%
16,0%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
1 2 4
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
84
4. Dall’analisi dei grafici è evidente come effettivamente l’azione di Rexon-
Age continui anche dopo la fine del ciclo di trattamento e raggiunga la
massima espressione a distanza di 3 mesi dal termine di questo.
5. Sul totale delle paziente che hanno partecipato allo studio abbiamo
ottenuto un risultato positivo nel 91,7% dei casi. Nel restante 8,3% dei
casi non abbiamo rilevato, dal punto di vista ecografico, alcuna variazione
dello spessore dermico.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
85
CONCLUSIONI
In definitiva Rexon-Age ha mostrato un’ottima tollerabilita’ da parte delle pazienti
ed una buona efficacia nel contrastare i segni dell’invecchiamento cutaneo,
provocando un discreto incremento dello spessore dermico della cute del volto,
e, da un punto di vista obiettivo, un miglioramento generale dell’aspetto della
pelle.
Inoltre i tempi relativamente brevi di trattamento e l’assenza di effetti collaterali,
rendono l’utilizzo di questa apparecchiatura agevole e sicuro in mani esperte.
Sarebbe stato molto interessante proseguire le valutazioni ecografiche per un
periodo più lungo, per monitorare le variazioni dello spessore dermico a lungo
termine, e valutare così anche la durata di questi effetti nel tempo, ma ciò non è
stato possibile.
I dati preliminari che il nostro studio ci ha permesso di ottenere, ci incoraggiano
a guardare con fiducia verso queste tecnologie innovative e poco invasive in
grado di offrire ai nostri pazienti delle valide alternative ai metodi classici di
biostimolazione attualmente utilizzati per combattere i segni del tempo che
passa.
In particolare queste nuove tecnologie trovano un’ottima indicazione in tutti quei
pazienti che mostrano una scarsa compliance ai trattamenti più invasivi, e che
invece desiderano trasformare la seduta di trattamento presso lo studio del
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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medico estetico in un piacevole momento in cui prendersi cura della propria
persona.
Biostimolazione cutanea non invasiva con risonanza quantica molecolare: valutazione ecografica
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