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FIAC Forum Internazionale Azione Cattolica ATTI II Congresso Internazionale sull’Azione Cattolica Città del Vaticano, 27 aprile 2017

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FIAC Forum Internazionale Azione Cattolica

ATTI II Congresso Internazionale sullAzione Cattolica Citt del Vaticano, 27 aprile 2017

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INDICE

Santa Messa - Omelia del Card. Pietro Parolin ............................................... 3 APERTURA DEI LAVORI Presentazione della giornata EMILIO INZAURRAGA .............................................. 8 LAzione Cattolica dove sei tu (testo del video) ......................................... 11 1 SESSIONE Con la bussola dellEvangelii Gaudium: lAzione Cattolica scuola di discepoli missionari Introduzione ZNOB NIRAGIRA ....................................................................... 12 Interventi S.E. Mons. EDUARDO GARCA ............................................................................ 14 STELLA MORRA .................................................................................................. 21 MOMENTO CON IL SANTO PADRE FRANCESCO Saluto di S.E.R. Cardinale Kevin J. Farrell....................................................... 27 Saluto di Emilio Inzaurraga con la presentazione di alcune realt significative ........................................ 28 Discorso del Santo Padre Francesco .......................................................... 31 2 SESSIONE Siamo missione, laici che camminano insieme Introduzione MATTEO TRUFFELLI ....................................................................... 47 Interventi S.E.R. Cardinale CARLOS OSORO SIERRA ............................................................. 50 ANTONIO MUOZ VARO ..................................................................................... 54

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3 SESSIONE Evangelizzatori con Spirito. Pedagogia dellAC, scuola di santit Introduzione OANA TUDUCE ............................................................................. 58 Testimonianze Lei Lei Win (Myanmar) .................................................................................. 60 Thrse Ndour Diop (Senegal) ...................................................................... 61 P. Marcelo de Len (Uruguay) ....................................................................... 63 Suor Rosaria Carpentieri (Italia) .................................................................... 65 Oana Tuduce (Romania) ................................................................................ 66 4 SESSIONE Con tutti e per tutti Introduzione RAFAEL CORSO ............................................................................. 69 Interventi Uno sguardo sul mondo SANDRO CALVANI .................................................... 72 Strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri

Michel ROY ................................................................................................. 78 Per una cultura di non violenza e di pace DON SALVATORE NICITERETSE .......... 84 La centralit della famiglia con Amoris Laetitia

FRANCO MIANO e GIUSEPPINA DE SIMONE ......................................................... 91 Meditazione Vespri S.E.R. Cardinale KEVIN J. FARRELL ..................................... 96 5 SESSIONE Azione Cattolica en salida esperienze missionarie nella citt ................ 98

Partecipanti: Paesi e Organismi Internazionali.............................................. 95

Programma dopo ..................................................................................... 101

Preghiera per il II Congresso Internazionale sull'Azione Cattolica .............. 104

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Omelia del Card. Pietro Parolin

SANTA MESSA Basilica di San Pietro, 27 aprile 2017

Signori Cardinali, Cari confratelli nellEpiscopato e nel Presbiterato, Cari amici dellAzione Cattolica, Cari fratelli e sorelle in Cristo,

Questa celebrazione eucaristica apre il II Congresso Internazionale del Forum Internazionale dellAzione Cattolica (FIAC), dal titolo: Azione Cattolica missione. Con tutti e per tutti, a cui seguir la XVI Assemblea Nazionale dellAzione Cattolica Italiana. Sono giornate intense, che vi vedono riuniti per celebrare i 150 anni della fondazione dellAzione Cattolica Italiana e per riflettere sulla sua missione, individuando le questioni alle quali assegnare la priorit e le scelte da compiersi per il futuro della sua vita ed attivit. Avrete la gioia di condividere fraternamente momenti di preghiera e di riflessione, di incontrare il Santo Padre Francesco, al quale vogliamo assicurare fin dora la nostra fervente preghiera per il suo viaggio apostolico in Egitto. Avrete modo cos di riaffermare la fedelt al Signore, alla Chiesa e al Sommo Pontefice e toccare con mano la fecondit e la perenne giovinezza della Chiesa, rigenerata dallo Spirito Santo e confermata nella verit e nellunit dallinsegnamento e dallazione del Successore di Pietro.

Insegnamento e azione sono strettamente connessi. La fruttuosit dellagire si radica in una formazione attenta ed approfondita e la missione, per suscitare vivo interesse ed essere pienamente coinvolgente, postula un costante lavorio dello spirito temprato dalla preghiera, dalla meditazione, dal dialogo e da buone letture.

Daltro canto per, gli insegnamenti ricevuti trovano la loro verifica e il loro approdo nella concretezza dellimpegno, quando si trasformano in azione solidale e nellideazione di numerose opere di bene. La formazione infatti non costituisce un obiettivo fine a se stesso in cui rilassarsi e

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compiacersi. Essa non pu rimanere improduttiva, gratificando lintelletto senza muovere i cuori, senza far nascere il coraggio indispensabile a rischiare qualcosa di s promuovendo nuove iniziative, sempre perfettibili e criticabili, nella consapevolezza che si potrebbe fare meglio e di pi.

Si avverte dunque la necessit di quella che pu a ragione definirsi una sempre rinnovata azione cattolica. C bisogno di crescita nella fede e nella formazione umana e cristiana e che tale formazione si irrobustisca donandola, agendo insieme agli altri, uscendo dal proprio guscio protetto per prendere il largo, con le armi del Vangelo, della cultura e della carit, come discepoli disposti ad approfondire il loro discepolato.

Il Santo Padre Francesco, incontrandovi tre anni fa vi ha perci esortato a rimanere con Ges, ad andare per le strade e a gioire ed esultare sempre nel Signore (Discorso allAzione Cattolica Italiana, 6 maggio 2014). Se mettete in pratica questo consiglio diverrete credibili testimoni della novit cristiana e della vitalit della vostra associazione.

Oggi, gioved della seconda settimana di Pasqua, la lettura tratta dagli Atti degli Apostoli ci descrive la situazione dei discepoli condotti davanti al Sinedrio a causa della coraggiosa testimonianza che essi avevano dato di Ges Risorto. Anchessi sono rimasti con Ges e lo hanno seguito, anchessi hanno gioito ed esultato nellincontro con il Cristo Risorto e si sono incamminati per le strade del mondo per donare quanto avevano ricevuto. Gli Apostoli perci, ricolmi della gioia pasquale e memori delle parole e dei gesti del Signore, piuttosto che obbedire alle ingiunzioni umane, trovano la forza di obbedire al comando divino e vengono di conseguenza accusati di insegnare in nome di Cristo e di aver riempito Gerusalemme di tale insegnamento (cfr. AT. 5.28).

Volesse il Cielo che Gerusalemme e tutta la terra fosse riempita da questo insegnamento! Che risuonasse forte nei crocevia della storia e nelle piazze reali e mediatiche del nostro tempo lannuncio che Cristo risorto e vive in eterno presso il Padre ed intercede per noi, che credere a Lui e mettere in pratica il Suo insegnamento significa sciogliere le catene dellasservimento al male e trovare autentica liberazione, che obbedire a Lui la via per non obbedire alle pulsioni egoistiche e autodistruttive, le

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quali quando non vengono sanate dalla calda luce che emana da Cristo portano rovina a s, al prossimo e alla societ.

Linsegnamento di Cristo per molto diverso da una qualsiasi filosofia. Esso viene davvero imparato se diventa capace di trasformare lesistenza, se diventa vita. Dio Padre infatti non ha fatto scendere dal cielo un libro di massime da adorare, ma ha inviato il Suo unico Figlio per noi. Chi crede in Lui, come abbiamo ora ascoltato nel brano dellEvangelista Giovanni (cfr. Gv 3.36), ha la vita eterna, perch si appropria dellopera di salvezza di Cristo, permettendo che questa dispieghi tutti i suoi benefici effetti sulla sua esistenza. Chi invece si rinserra in se stesso e non si apre a Cristo rimane intrappolato nelle cose della terra, rimane confinato in una visione priva di cielo, di futuro, di eternit e di gioia.

Ogni cristiano dunque invitato ad imitare il Signore, a farsi prossimo verso chiunque incontra e in modo del tutto speciale ad essere testimone di resurrezione attraverso la carit verso gli ultimi, coloro che portano le croci della malattia, dellindigenza, dellesclusione, della persecuzione, della solitudine. Siamo dunque chiamati non solamente ad aderire con lintelletto alla verit rilevata, e testimoniata degli Apostoli, ma a divenire buoni samaritani per chiunque incappato nei briganti e si trova sul ciglio della strada mezzo morto (cfr. Lc 10.30). Credere nel Figlio di Dio significa necessariamente porsi sulla sua scia, imitare per amore Suo quello che Egli fece in obbedienza al Padre e per amor nostro.

Il discepolato, la paziente formazione che esso necessariamente comporta, levengelizzazione e la carit che vivifica ogni dimensione dellessere cristiano, si implicano a vicenda. Per essere in stato di missione con tutti e per tutti, come recita il motto del vostro congresso, necessario essere radicati nel futuro definitivo, avere sempre davanti agli occhi la meta, la gioia che ci sta dinnanzi e che ci stata donata senza alcun nostro merito, ma solo per grazia sovrabbondante.

La Chiesa si espande per attrazione. Lo Spirito Santo ne il protagonista principale ed Lui che fa nuove tutte le cose, soffiando con dolcezza e potenza il Suo alito di vita. Ogni battezzato per anchegli unto di Spirito Santo e la Chiesa risulta certo pi attraente quando i discepoli lasciano trasparire una serena testimonianza di fede aperta alla concretezza

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dellazione, quando fiorisce la solidariet e si vivono in armonia momenti di approfondimento formativo e di azione, che fanno nascere anche nei pi lontani il desiderio di avvicinarsi per scoprire quale sia la forza segreta che rende capaci di uno stile di vita che si vorrebbe far proprio.

Levangelizzazione e la missione diverranno tanto pi efficaci quanto pi sar percepita questa specificit. Quella di unesistenza rischiarata da una grande luce e capace a sua volta di rischiarare altri, pur nella percezione e nel riconoscimento dei limiti delle persone, pur nella certezza che le realizzazioni umane non saranno mai immuni da imperfezioni.

LAzione Cattolica ha scritto le migliori pagine della sua storia quando ha tenuto saldamente unite queste realt, quando la formazione si approfondita e rivelata nellazione, coraggiosa e pronta, quando ci si posti in uscita per comunicare al prossimo la bellezza di essere cristiani, quella bellezza di cui si era fatta concreta esperienza nella liturgia, nel raccoglimento, nella riflessione orante, nello studio di un insegnamento che pi vissuto e pi sar sperimentato come vero e consolante.

Vi auguro, cari amici, di fare in questi giorni una gioiosa esperienza di Chiesa, di assaporare la brezza dello Spirito Santo che non cessa di soffiare e che ci invita ad essere testimoni di resurrezione e della vita buona che sgorga dal Vangelo. Molti nel nostro tempo appaiono disorientati e senza bussola proprio perch, pur avendolo vicino, fanno molta fatica a riconoscere nel Signore Ges lunica perenne fonte di verit e di vita.

Siate dunque per chiunque incontrerete sul vostro cammino come un limpido segnale che conduce a Cristo, unoccasione per far scoprire quanto sia bello e avvincente attraversare le gioie e le prove della vita nellamicizia e nel discepolato di Ges.

Vi sia di aiuto e di guida la Santa Vergine Maria. Ella, dopo aver custodito nel suo grembo Ges, ha custodito e meditato nel suo cuore (cfr. Lc 2.18) gli avvenimenti che lo riguardavano ed ha occasionato il Suo primo miracolo a Cana di Galilea. Ella vi custodisca nellamicizia con il Suo divin Figlio e vi impetri da Lui la forza e laudacia di essere discepoli e missionari della sua resurrezione.

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APERTURA DEI LAVORI

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PRESENTAZIONE DEL II CONGRESSO INTERNAZIONALE SULLAC

EMILIO INZAURRAGA*

Benvenuti!

Cari amici, fratelli e sorelle nella fede e nella vocazione comune di battezzati, tutti discepoli missionari, siamo venuti da diversi Paesi, realt, ministeri e servizi per condividere una giornata nella quale vogliamo mettere in comune una proposta per vivere il nostro essere discepoli missionari nella realt di oggi, partendo da un dono concreto che lo Spirito ha dato alla Chiesa, la nostra Madre dal cuore aperto, ospedale da campo per quanti sono feriti nel nostro mondo.

Grazie ad ognuno di voi per il tempo che avete dedicato e che sta gi dando i primi frutti, nella gioia di conoscerci e generando una corrente di fraternit, celebrata nellEucarestia con cui abbiamo iniziato la giornata e che desideriamo si irradi verso lesterno con quella forza trasformatrice che d linvito di Ges a seguirlo in mezzo al popolo.

Avendo imparato e sperimentato che un dono cresce quando si condivide, vogliamo, in questo contesto dellaula sinodale, mettere in comune il dono che abbiamo ricevuto e creare un momento di fede, di incontro, di fratellanza, di missione, che ci aiuti ad arricchire unesperienza vissuta e che, nel discernimento, possa diventare il cammino di molti laici che cercano di maturare nella fede e di mettere i propri talenti ed energie comunitariamente a servizio della Chiesa e della societ.

La presenza di Cardinali, Vescovi, sacerdoti e religiosi per noi motivo di gioia. Questo cammino non lo facciamo solo noi laici, ma lo facciamo insieme, tutti siamo parte del popolo fedele! Con voi e affinch la buona novella di Ges arrivi a tutti, vogliamo camminare testimoniando la bellezza del Vangelo, che non cerca adepti, ma persone pienamente realizzare nellamore di Dio, che amore e servizio ai fratelli.

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Nel corso di questa giornata, rifletteremo sulla nostra identit, sulle sfide e le possibilit, sul paradigma missionario dellAC.

LAzione Cattolica missione, questo esprime il titolo del nostro Congresso. Questo il nostro DNA, il profilo essenziale del nostro dono. LAC, come la Chiesa, si rinnova e resta fedele alla sua identit se si mette al centro la missione, se esce. UnAC in uscita, che seppur con le sue fragilit ed i suoi peccati, non si rinchiude in spazi intimisti, ma esce per incontrare e cerca in in ogni occasione opportuna e non opportuna la strada, a volte dritta e a volte a zig-zag per mettere in comune, vivere e proporre la fecondit trasformatrice e costruttrice del Vangelo e la sua ricchezza di umanit nuova, con tutti e per tutti, privilegiando chi si sente emarginato, i pi deboli e dimenticati della popolazione per favorire strutture di bene, di solidariet, di giustizia e di pace.

Cos, come ci insegna Papa Francesco, Io sono una missione

Con tutti e per tutti, con tutte le persone (popolarit), in tutti i luoghi (capillarit), in ogni circostanza (corresponsabilit). UnAC popolare, capillare e corresponsabile.

su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere s stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. L si rivela linfermiera nellanimo, il maestro nellanimo, il politico nellanimo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri. (EG 273).

Condivideremo cinque sessioni e lincontro con Papa Francesco. Delle cinque sessioni, quattro si svolgeranno allinterno con esperti e testimoni e con uno spazio per le domande, e una fuori, con esperienze missionarie, in uscita.

Saranno come delle pennellate che cercheranno di lasciare il segno di qualcosa di molto pi bello che c dietro ogni testimonianza e del molto che chiamato a germogliare, ad essere fedele e a rinnovarsi, presente nella vita delle nostre comunit alle diverse latitudini del pianeta. La nostra mappa sar la Evangelii Gaudium, insieme alle encicliche Laudato s e Amor Laetitia, che traducono per loggi gli orientamenti del Concilio Vaticano II e che vogliamo seguire assumendole pienamente.

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La presenza del Santo Padre sar il momento per rinnovare il nostro impegno, il nostro s; lo ascolteremo come padre e pastore e gli offriremo la nostra giornata come preghiera sincera che lo accompagni nel suo viaggio in Egitto da amico, messaggero di pace e pellegrino.

Vorrei anche ricordare con gratitudine coloro i quali hanno condiviso il nostro cammino ed oggi ci incoraggiano dal cielo.

Al caro Servo di Dio Cardinal Eduardo Pironio, ispiratore del FIAC, che trentanni fa nella prima Assemblea, alla presenza di pochi Paesi affermava con entusiasmo: Lo Spirito di Dio sta rinnovando lAzione Cattolica allinterno di una Chiesa mistero di comunione missionaria.

A Mons. Mansueto Bianchi, che ha accompagnato lACI e il FIAC come assistente fino alla sua morte avvenuta lo scorso anno, e al quale Papa Francesco affid questo Congresso. Lui ci accompagna dal cielo e continua a dirci Credo che lAzione Cattolicapu e deve rappresentare una strada maestra in questa nuova identit della Chiesa, pulitamente evangelica e genuinamente popolare.

Ai tanti laici, Santi, Beati, Servi di Dio, e testimoni fedeli che ci hanno preceduto nel cammino e incoraggiano la nostra vocazione missionaria.

Cari amici, il II Congresso Internazionale sullAzione Cattolica ha inizio. Ringraziando ognuno di voi per la vostra presenza, lo affidiamo al cuore materno di Maria, prima discepola missionaria: guidi il nostro impegno in questa feconda storia che sempre ci spinge ad andare in avanti.

Buon lavoro.

*Coordinatore Segretariato FIAC

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LAzione Cattolica dove sei tu

Testo del video di presentazione del Congresso

Una presenza discreta. A volte nascosta. Un cenno, un sorriso, uno sguardo.

Ges l, in disparte o mescolato tra la folla. Come nei pannelli di un anonimo maestro fiammingo raffiguranti le opere di misericordia.

Ges l, a indicare uno stile, una strada. Di discrezione, di ascolto, di condivisione. La strada che lAzione Cattolica tenta di percorrere nella vita quotidiana e nelle periferie della storia. Perch lAC dove sei tu: nelle marce della pace in Burundi; nella campagna contro la tratta delle persone in Argentina; nellaccoglienza degli immigrati nelle diocesi italiane; nelle scuole inter-etniche a Sarajevo; nella ricerca della convivenza tra i popoli in Terra Santa; nella cura del creato in Austria; negli incontri di spiritualit con i bambini e con gli anziani, con i giovani e le famiglie...

LAzione Cattolica ha il tuo volto. Quello di Gianni, di Francesca, Joseph, Martin, Paul, Chiara... figli di questa epoca, di una cultura globalizzata, di un mondo che sembra a portata di tap e in cui, per paradosso, crescono la solitudine e la distanza dal prossimo. LAC ha il volto, i tanti volti di una Chiesa in uscita. Una Chiesa che considera la missione al cuore del popolo non come un ornamento o unappendice, un momento tra i tanti dellesistenza, ma come qualcosa che non posso sradicare dal mio essere.

Rigenerare la propria fede in Ges crocifisso e risorto, condividere le domande e le preoccupazioni del quotidiano, discernere in profondit con criteri evangelici sono, allora, i tre impegni dellAzione Cattolica. Per illuminare, benedire, vivificare, guarire, liberare.... A immagine di quel Ges che oggi, come ieri sulle strade di Galilea, sceglie i margini e le periferie della storia

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I SESSIONE

Con la bussola dellEvangelii Gaudium: lAzione Cattolica scuola di discepoli missionari

Introduzione

ZNOB NIRAGIRA * La finalit che ci guida in questo II Congresso quella di proporre oggi l'AC come strumento efficace per la missione della Chiesa, Popolo di Dio, formando laici maturi, discepoli missionari, corresponsabili nella Chiesa, mistero di comunione missionaria, e nella societ.

Fin dagli inizi del cristianesimo i laici hanno accompagnato l'opera di evangelizzazione assumendo il loro impegno battesimale. Il riferimento esemplare quello di Aquila e Priscilla, i quali hanno collaborato attivamente con l'Apostolo Paolo nell'evangelizzazione.

Oggi pi di ieri le sfide ecclesiali e sociali richiedono un'evangelizzazione in profondit, a seguito della crisi che ha fortemente destabilizzato la societ in Occidente, riecheggiando nel mondo intero in ragione della dominazione del suo modello sociale ed economico. Per questo c bisogno urgente dell'impegno di ogni battezzato ad essere ovunque discepolo missionario.

L'esperienza dell'AC italiana e la diffusione dell'Azione Cattolica nel mondo per iniziativa di Papa Pio XI provano a sufficienza la necessit di associarsi per collaborare a questa opera.

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in questa prospettiva che, in Africa e altrove, nata l'Azione Cattolica, la quale in alcuni paesi prende il nome di Movimenti di Azione Cattolica; essi sono descritti come forma di collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico e sono stati fecondi per il regno di Cristo.

Queste forme di apostolato giocano un ruolo importante nel dinamismo delle Chiese particolari dell'Africa. Assicurano la catechesi per i ragazzi e promuovono iniziative a favore dei poveri negli ospedali, negli orfanotrofi, nelle prigioni. Rileviamo anche come da questi Movimenti di Azione Cattolica provengono vocazioni, ministri dell'Eucaristia, catechisti.

Senza queste Associazioni, numerose parrocchie e diocesi sarebbero come il Nuovo Testamento senza gli Atti degli Apostoli e le Lettere di san Paolo. Esse sono vere scuole di formazione permanente alla fede responsabile e alla santit.

Il Concilio Vaticano II indica l'importanza dell'Azione Cattolica per la vita della Chiesa e ne definisce l'identit attraverso le quattro note che la caratterizzano: (1) il fine apostolico; (2) la collaborazione con la gerarchia; (3) l'organicit e (4) la laicit (AA n.20).

Questa identit si incultura nelle diverse realt e porta ad un'Azione Cattolica una e diversa, di cui questo Congresso vuol essere il riflesso fedele.

Nella Chiesa di oggi, con lEvangelii Gaudium come bussola, l'AC vuole rivedere la sua azione al fine di impegnarsi per una vera conversione pastorale che le consenta di vivere e di assumere una Chiesa in uscita.

Per aiutarci in questa riflessione, contiamo sul contributo di (1) S.E. Mons. Eduardo Garcia, Vescovo di San Justo in Argentina, Assistente ecclesiastico del FIAC e Assistente nazionale dell'AC Argentina e (2) su quello di Stella Morra, una teologa in contatto permanente con la realt dei laici, il cui ultimo libro si intitola Dio non si stanca mai, un libro che illumina la riflessione sulla misericordia di Dio.

Prepariamoci ad ascoltarli.

*Rappresentante MAC Burundi

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INTERVENTI

S.E. MONS. EDUARDO GARCA*

Con la nostra Chiesa Madre di Roma a fare da cornice, in questo luogo cos significativo per tutti i cattolici, come Azione Cattolica vogliamo unirci al sogno di Papa Francesco, lavorando per la trasformazione missionaria della Chiesa. Il suo sogno ambizioso ed entusiasmante, ci vede impegnati personalmente e comunitariamente nel recuperare la freschezza originaria del Vangelo, trovando nuove strade e metodi creativi, senza rinchiudere Ges dentro schemi noiosi. Il sogno missionario del Papa arrivare a tutti. Il sogno del Papa ha una finalit programmatica e implica una conversione pastorale e missionaria, che non pu lasciare le cose cos come sono e una riforma delle strutture ecclesiali, affinch diventino tutte pi missionarie.

Come Azione Cattolica ci sentiamo chiamati a vivere con sempre pi forza una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia che riempie il cuore e la vita intera di chi incontra Ges perch siamo sicuri che non ci pu essere Vangelo senza gioia.

Con queste premesse, in questo Congresso non ci possiamo dimenticare di un altro profondo sognatore che diede inizio e incoraggi i primi passi del FIAC, e che oggi sarebbe lieto di vederci qui riuniti:

Azione Cattolica: da dove vieni?

Tutto ha radici, una storia che ci indica un cammino, una meta. LAzione Cattolica ha una storia forgiata dal cammino millenario della Chiesa. I laici hanno sempre fatto apostolato, si sono sempre sentiti impegnati nella costruzione del regno in modi diversi, con differenti incarichi e occupandosi di diverse realt. Nel Vangelo, troviamo i 72 uomini e le

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donne che accompagnavano Ges, cos come nel libro degli Atti e nelle Lettere troviamo la testimonianza di uomini e donne che assistevano generosamente gli Apostoli nella loro missione.

A partire da l, il cammino della Chiesa stato segnato da uomini e donne che si sono assunti con consapevolezza e responsabilit il loro impegno battesimale, immersi nella vita di tutti i giorni, impregnando del Vangelo fatto carne la vita e la cultura.

Non tuttavia dallinizio della vita della Chiesa che esistono forme associate di apostolato laicale. Tutti i cambiamenti sono avvenuti verso la met del XIX secolo.

Azione Cattolica: chi sei?

La Chiesa universale inizia a sentire la necessit di organizzazioni laicali per affrontare le nuove sfide pastorali proprie dellepoca moderna, e ha cos inizio un processo associativo anche sotto limpulso dei Papi, a partire da Pio IX. Si soliti ricondurre la nascita dellAzione Cattolica nei diversi paesi del mondo, come associazione ecclesiale ufficialmente costituita, allenciclica Ubi Arcano del 1922, nella quale essa richiamata esplicitamente come modello dellapostolato laicale.

Nella nostra storia pi recente vediamo che la Chiesa conciliare ha cercato di essere fedele al messaggio dei suoi maestri; lAzione Cattolica non rimasta ai margini e lo stesso Concilio Vaticano II parla esplicitamente dellAzione Cattolica in tre occasioni: Christus Dominus, Apostolicam Actuositatem, Ad Gentes.

Sono quattro le note che ci definiscono, sono la nostra lettera di presentazione e la nostra identit pi profonda:

1. Come Azione Cattolica abbiamo lo stesso obiettivo apostolico generale della Chiesa: Fine immediato di tali organizzazioni il fine apostolico della Chiesa, cio l'evangelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza, in modo che riescano ad impregnare dello spirito evangelico le varie comunit e i vari ambienti. (AA. 20a)

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2. LAzione Cattolica unassociazione essenzialmente laicale: I laici, collaborando con la gerarchia secondo il modo loro proprio, portano la loro esperienza e assumono la loro responsabilit nel dirigere tali organizzazioni, nel ponderare le circostanze in cui si deve esercitare l'azione pastorale della Chiesa e nella elaborazione ed esecuzione del loro programma di azione. (AA. 20b)

3. Con lazione evangelizzatrice come fine, lAzione Cattolica ha una sua organizzazione: lorganizzazione un principio costitutivo dellAzione Cattolica e del suo modus operandi nella Chiesa. Diceva Paolo VI che si pu fare il bene in molte maniere, ma nellAzione Cattolica questa la forma caratteristica di fare il bene, che richiede una disciplina, che si articola in pi livelli. Lorganizzazione le permette di arrivare a tutti ed in tutti i momenti della vita.

4. LAzione Cattolica lavora sotto la superiore direzione della gerarchia: fin dal principio lAzione Cattolica ha vissuto e si sentita Chiesa in cammino, scuola di santit, luogo di catechesi permanente, luogo di formazione di dirigenti per ogni ambito della vita ecclesiale e sociale, semenzaio di vocazioni. Sempre fedele alla Chiesa e da essa maternamente accompagnata. Prova di questo sono le menzioni dei Papi e dei pastori fin dal suo inizio con Pio IX.

Nel periodo post-conciliare gli insegnamenti di Papa Paolo VI hanno avuto una notevole importanza. In particolar modo interessante quella frase di Paolo VI che dice che lAzione Cattolica occupa non un posto storicamente contingente, bens motivato teologicamente nella struttura ecclesiale.

Sulla stessa linea Giovanni Paolo II ha riaffermato che la Chiesa ha bisogno dellAzione Cattolica, perch ha bisogno di laici pronti a dedicare la propria esistenza allapostolato e a stabilire, soprattutto con la Comunit diocesana, un vincolo che lasci unimpronta profonda alla sua vita e nel suo cammino spirituale, laici fermento del Vangelo nel tessuto delle

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relazioni umane e nelle istituzioni, nel territorio e nei nuovi luoghi della globalizzazione, per costruire la civilt dell'amore. 1

Anche Benedetto spingeva ad andare avanti quando diceva: Questa sua vocazione resta valida ancor oggi. Vi incoraggio pertanto a proseguire con generosit nel vostro servizio alla Chiesa. Assumendone il fine apostolico generale, in spirito di intima unione con il Successore di Pietro e di operosa corresponsabilit con i Pastori, voi incarnate una ministerialit in equilibrio fecondo tra Chiesa universale e Chiesa locale, che vi chiama ad offrire un contributo incessante e insostituibile alla comunione.

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Questi pastori hanno saputo riconoscere i segni dei tempi, cercando di leggere e rileggere il cammino dellAzione Cattolica alla luce della chiamata di Dio; sempre mano nella mano con la Chiesa, portatrice di una buona novella, chiamata ad illuminare la vita reale degli uomini e delle donne di questa terra.

Azione Cattolica: dove vai?

Insieme a tanta ricchezza, che da molti non stata colta, Dio ci ha regalato la grazia di Papa Francesco. Il ministero di Francesco il ministero della Chiesa che acquisisce nella sua persona la forza dellurgenza. Parafrasando la Scrittura, Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti,

Cosa ci dice questo magistero, cosa ci dice la sua persona, cosa ci dicono i suoi gesti, a noi come Azione Cattolica? Non possiamo cadere nella vanitosa tentazione di pensare che ci siano delle parole speciali per noi, cosa che ci poterebbe in definitiva a ridurre o diluire il suo messaggio.

ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi in modo diretto

1 Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai partecipanti della XI Assemblea dellAzione Cattolica Italiana (26/04/2002) 2 Discorso del Santo Padre Benedetto XVI incontro con lAzione Cattolica Italiana,in occasione del 140 (04/05/2008)

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Se siamo coerenti con lessenza del nostro ruolo ecclesiale dobbiamo riconoscere che non abbiamo un carisma cos particolare, bens la particolarit della nostra missione quella di essere Chiesa e costruire la Chiesa da e come essa la costruisce e la realizza in ogni Chiesa particolare e come Chiesa universale. Diocesanit, vicinanza, misericordia, perdono, missione, amore ai pi poveri ed emarginati sono alcune delle parole che devono etrare a formar parte del nostro vocabolario abituale.

Vogliamo far nostra la proposta di Papa Francesco nella Evangelii Gaudium. Su questa linea, possiamo applicare con tranquillit le richieste del Papa alla nostra vita associativa.

Nel suo costante discernimento la Chiesa [e lo stesso si pu dire per lAzione Cattolica] pu anche giungere a riconoscere consuetudini proprie non direttamente legate al nucleo del Vangelo, alcune molto radicate nel corso della storia, che oggi ormai non sono pi interpretate allo stesso modo e il cui messaggio non di solito percepito adeguatamente. (EG 43)

Come Chiesa abbiamo bisogno di guardare a noi stessi non con la nostalgia di un passato che non torner, n da un punto di vista sociologico o a partire da illusioni evasive. Abbiamo bisogno di uno sguardo credente che ci collochi nella nostra originaria missione evangelizzatrice e missionaria.

La cosa pi urgente rispondere ai desideri, alle ricerche, ai bisogni ed alla speranza della Chiesa e da l arricchire il nostro assetto e il nostro cammino associativo. E necessario che la chiamata allevangelizzazione rivoltaci da Francesco illumini la nostra prassi pastorale abituale. Il processo di apostolato missionario deve illuminare il processo di crescita dei membri della nostra associazione. La missione devessere lobiettivo presente e trasversale di tutte le nostre proposte ed azioni.

LAzione cattolica come un cuore missionario () Mai si chiude, mai si ripiega sulle proprie sicurezze, mai opta per la rigidit autodifensiva. Sa che egli stesso deve crescere nella comprensione del Vangelo e nel discernimento dei sentieri dello Spirito, e allora non rinuncia al bene possibile, bench corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada. (EG 45)

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Questa la nostra mistica. Grazie alle parole di Santa Teresa di Calcutta possiamo entrare ancor pi profondamente nella nostra identit: Lordinario non pu soddisfarci. Ci che buono per gli altri, non sufficiente per noi. Non contenti con il bene comune, bens con il coraggio di affrontare tutti i pericoli con animo sereno, disposto in ogni momento a qualsiasi sacrificio, a portare avanti qualsiasi compito o lavoro; in ogni momento dobbiamo impegnarci per avvicinarci il pi possibile al nostro Re che muore di sete.

Con gioia e allegria riconosciamo che lAzione Cattolica ha potuto andare avanti fedele alla sua missione nonostante le difficolt che le si sono presentate in ogni momento storico. Uno sguardo sereno alla nostra storia ci permette di riconoscere che in ogni epoca il punto di partenza stato diverso. Il contesto sociale, spirituale ed ecclesiale hanno marcato il ritmo del nostro cammino.

Viviamo un cambio di epoca a livello globale. Tra le contraddizioni proprie di questo momento storico assume rilevanza limpegno con la vita dei fratelli. Benedetto XVI ha detto, allinizio della V Conferenza Episcopale Latinoamericana di Aparecida, che la Chiesa cresce per attrazione e non per proselitismo. La vita dedicata allannuncio del Vangelo e lapostolato sono in questo momento la luce che rende attraente la vita dei figli della Chiesa. Questo non mette da parte n sminuisce la formazione, la spiritualit e il sacrificio. Al contrario lapostolato generoso e missionario allettante. Come missionari, nel riscontro con la realt ci scopriamo bisognosi di parlare della nostra speranza e sar necessaria la ricerca di quella formazione vitale di cui abbiamo bisogno e che molto pi che semplice erudizione. La complessit e la vastit del lavoro da svolgere fa s che riconosciamo la povert delle nostre forze e che, solo nellincontro di preghiera, supplica e adorazione con il padrone delle messi potremo rafforzarci per uscire ed annunciare, senza timori, complessi o filtri, il Messaggio della Vita con abbondanza. Tutto questo richiede il sacrificio ascetico di mettere al primo posto il regno, sacrificio volto non alla proprio vanagloria ma affinch la buona novella risplenda in tutto ed in tutti.

necessario che gli uomini e le donne di questo tempo vedano in noi un Vangelo vivo. necessario che la nostra passione per Cristo e per luomo

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sia allettante per i giovani, affinch desiderino unirsi al nostro lavoro e alla nostra spiritualit.

Per questo vogliamo affermare per lAzione Cattolica ci che Evangelii Gaudium dice della Chiesa: unAzione Cattolica in uscita unAzione Cattolica con le porte aperte. Occorre uscire verso gli altri per giungere alle periferie (cfr. EG 46)

In uscita non vuol dire in fuga. Usciamo perch non si pu contenere n rinchiudere dentro quattro muri, n in poche formule o prescrizioni ci che abbiamo visto e sentito. La missione dellAzione Cattolica si serve delle sue strutture ma non le sue strutture. Se cerchiamo di imbrigliare forme e metodi umani, la novit della vita in Cristo con il dinamismo che viene dallo Spirito, semplicemente trover altre vieni per la sua realizzazione. I nostri piani, programmazioni, richieste ed esigenze sono al servizio degli uomini e delle donne di questo tempo con le loro ferite, angosce e speranze. Essi reclamano un Vangelo inclusivo e non esclusivo, con lo stesso atteggiamento del Signore che non venne per chi era apparentemente giusto ma per i peccatori, perch tutti avessero la vita e lavessero in abbondanza. Oggi sentiamo con gioia che molti uomini e donne lontano dalla Chiesa, e molti che formalmente non appartengono ad essa, hanno alzato la voce per confermare che nelle parole e nei gesti del Papa trovano ci che per molto tempo avevano cercato. Rallegrarci e gioire per questo tempo di grazia necessario ma insufficiente. Da una profonda e gioiosa conversione pastorale, tocca a noi metterci in sintonia con il suo essere misericordioso e con la sua radicalit evangelica che, tuttaltro che rigida, presenza amorevole del Padre della vita nel mezzo mondo.

Dobbiamo sentire con forza come chiamata e come sfida le parola di chi oggi conduce la barca di Pietro: Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perch le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per levangelizzazione del mondo attuale, pi che per lautopreservazione. (EG 27)

* Vescovo di San Justo Argentina; Assistente Ecclesiastico del FIAC; Assistente nazionale AC Argentina

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STELLA MORRA *

Reggere le parole e la Parola C un ruolo, nei riti liturgici solenni, che sempre mi colpisce come una immagine bella: quello del ministrante che regge il libro, spesso appoggiandolo sulla propria fronte, perch colui che presiede possa leggere. Del libro i suoi occhi vedono (possiedono!) solo la copertina, il retro per lui chiuso e senza significato! Ma questo servizio rende possibile che chi presiede proclami ad alta voce, cos che le sue orecchie e quelle di tutta lassemblea possano ricevere il dono delle parole, e cuore e mente esserne nutriti.

Mi piace immaginare cos lAzione Cattolica: gente che sa reggere il libro delle parole del mondo perch la chiesa lo legga, gente che sa reggere il Libro della Parola (con la P maiuscola) perch il mondo lo legga ma soprattutto gente che sa reggere il grande libro della storia perch uomini e donne, credenti o meno, possano continuamente insegnarsi a vicenda a meglio riconoscere le opere di misericordia che Dio opera per tutti noi.

Gente, dunque, che non mette la propria identit nel controllo e nel possesso che esercitano gli occhi, ma nella fatica delle mani e della mente e nella gratitudine delle orecchie: ragioni del cuore e passione di intelligenza per un servizio che ci renda tutti, dentro e fuori le chiese, sempre pi popolo dandoci una lingua, una memoria e una identit condivisa.

Come dice Evangelii Gaudium al numero 87, infatti: sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po caotica che pu trasformarsi in una vera esperienza di fraternit, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. [] Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene.

Vorrei provare a indicare brevemente alcuni tratti per i quali lAzione Cattolica, a causa delle quattro note indicate da Mons. Garcia che sono la

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sua identit conciliare, pu essere motore decisivo e luogo proprio di servizio ad un libro da leggere insieme.

Ragioni del cuore Il nostro cuore in genere chiaro e buono: nessuno nel fondo del suo cuore pu cancellare il desiderio di amore, di pace e di bont che lo animano. E la gente di Azione Cattolica, poi, ha cuore grande e passioni generose.

Ma in un tempo di transizioni culturali e di sfide come quello che il nostro oggi della salvezza, in questo tempo complesso, siamo chiamati a trovare ragioni del cuore: gesti e parole, forme concrete comprensibili e comunicabili, motivabili, che non siano solo motivate da buone intenzioni, ma anche ragioni, davvero, cio qualcosa che anche gli altri possano vedere e comprendere, ricevere e riconoscersi in esse un libro leggibile, appunto.

Ne vorrei indicare solo tre, che mi sembrano tipiche dellAzione Cattolica e particolarmente urgenti:

- ricordare che ogni persona che incontriamo un soggetto di dignit e di storia, non un tu destinatario di qualcosa che io decido, ma un io che incontra un altro io, con la sua sensibilit, la sua vita, le sue parole: chi ci legge, sta in piedi! E non solo nelle relazioni personali, ma nei modi, nei tempi, nelle organizzazioni, nelle proposte, nel nostro agire come organizzazione (e come Chiesa!). Di fronte a noi non c gente o lontani; piuttosto accanto a noi stanno persone, tessute della stessa materia che la mia. Dovremmo chiederci sempre: se ci che proponiamo fosse proposto a me, che effetto mi farebbe?

- ricordare che ogni persona portatrice di una storia e che condividere davvero una storia richiede tempo, pazienza, rispetto, cose fatte insieme, fiducia che cresce: la parole scambiate sono solo una dimensione, ma nessuno (nemmeno noi!) cambia la propria vita perch ha capito. Cambiamo quando e perch la nostra vita viene riconosciuta, accolta, amata e da dentro se stessa pu dunque lasciar fiorire il meglio possibile. Anche in questo caso non si tratta solo di rapporti personali, sempre indispensabili, ma di farne una scelta di stile

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organizzativo; dovremmo chiederci sempre: quale risultato sto cercando davvero?

- ricordare che la vita e la benevolenza stancano. Sembra unosservazione banale, ma non lo secondo me: abituarsi a dormire tranquilli e a vivere senza risparmiarsi, contemporaneamente, mi sembra il nome necessario oggi per avere una giusta misura di s e offrire unesperienza di gratuit e benedizione di cui il mondo ha cos bisogno. Siamo stanchi, a volte nervosi e arrabbiati, e cos le persone intorno a noi, perch vivere dispendioso. Ma noi siamo ricchi di famiglia! Colui che ha detto venite a me voi che siete affaticati e oppressi il nostro patrimonio e stare con Lui ci consente di ritrovare la benevolenza necessaria. Ma dovremmo chiederci sempre: quale esperienza di gratuit, di sovrabbondanza, di ricevere senza pagare, offre ci che proponiamo?

In questi tratti (e molti altri, ovviamente) una organizzazione di laici come lAzione Cattolica diventa decisiva per aiutare le chiese a realizzare laboratori strutturali di stile e per farsi memoria vivente per tutti delle ragioni del cuore del mondo che vanno riconosciute, accolte, condivise.

Passioni dellintelligenza Accanto a questo, il nostro tempo ci chiede passioni dellintelligenza; cio una capacit di ragione e ragioni che non si limitino al gi detto della teologia classica, n tanto meno si rifugino in logiche autoreferenziali di accademia, teorizzazioni che diventano inevitabilmente ideologiche, ma piuttosto assumano la passione e il desiderio di uscire dal puro sentire, che ridiano voce ad una ragione umana e vitale, che nasce dalla vita e dalla pratica e ad esse ritorna efficacemente.

Abbiamo bisogno di studiare, parlare e capire di pi e non di meno in tempi di transizione, abbiamo bisogno della fatica di una consapevolezza anche razionale per germinare culture che ci facciano popolo, una vera cultura della misericordia e della benedizione che identifichi il popolo fedele tra i popoli senza separarlo, ma rendendolo sale e lievito che si disperde senza perdersi.

luogo davvero delicato questo, sospeso tra un settarismo caldo e rassicurante, ma autoreferenziale, inconsapevole e manipolabile e un

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accademicismo perennemente inquieto e teorico, esatto , ma elitario e annegato nelle distinzioni, sostanzialmente paralizzato.

Ritrovare le passioni di unintelligenza popolare e vitale sfida che un soggetto collettivo, consapevole di s e per definizione inclusivo pu cercare di affrontare per il bene di tutti.

Anche qui solo tre brevissime tracce:

- pensare luoghi e tempi. Dobbiamo inventare e sperimentare i modi per superare una distinzione spaziale (una per tutte: dentro la chiesa, fuori dalla chiesa) e dare forma al nostro essere laici che entrano e escono e dunque abitano le soglie. Come si pu smettere di pensare che ci siano cose religiose e cose no e invece sperimentare che la vita, tutta la vita, la materia prima della fede? In societ e culture che hanno scoperto come valore la distinzione tra spazio pubblico e privato e riconoscono la legittima pluralit religiosa nello spazio pubblico, quali modi e forme che non accettino n una privatizzazione radicale della fede, n le possibili tentazioni di diverse forme di neo-fondamentalismo? Come sapr lAzione Cattolica diventare un luogo pubblico inclusivo di questo tipo?

- di conseguenza a questo, come rendere visibile e sperimentabile un servizio qualificato ai valori primari e inclusivi (su cui ci si pu ritrovare tutti) della giustizia, della pace, dellaccoglienza, della cura della casa e del bene comune? Collaborare con tutti, certo Ma, ad esempio, siamo consapevoli che la sinodalit non solo una sfida di gestione della chiesa al suo interno, ma potrebbe diventare anche un laboratorio e una profezia di modelli di autorit e collaborazione, di forme concrete del vivere insieme e del governo per un mondo tentato di populismi e in crisi di democrazia? Come sapr lAzione Cattolica essere un laboratorio di una specifica forma di democrazia ecclesiale, seme di sinodalit e speranza per la convivenza civile?

- ritessere pratiche e pensieri. Sperimentiamo continuamente la distanza tra fede detta e vita concreta, tra le parole religiose e quelle quotidiane, tra le forme dello spirito (arte, poesia, musica) e le forme della cultura di massa e della globalizzazione, tra popolare e elitario Abbiamo davvero bisogno di imparare a creare ponti, non solo tra le persone, le societ e le culture, ma anche allinterno di

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ognuno, ritrovando pratiche quotidiane che esprimano e conformino pensieri veri, gesti elementari che ognuno possa fare e che insieme sono performative della vita e delle parole. Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra stessa unit interiore. Come sapr lAzione Cattolica essere consapevole luogo di elaborazione di culture nuove e per tutti?

Quattro note dal passato per il futuro Come gi stato ricordato, lAzione Cattolica ha un posto non storicamente contingente, ma teologicamente motivato nelle struttura ecclesiale ed chiamata a realizzare una forma di ministerialit laicale (PAOLO VI, Discorso alla III Assemblea Generale dellACI, 25 aprile 1977). Le sfide che siamo andati indicando hanno provato a mostrare come questo sia vero oggi: davvero lAzione Cattolica il soggetto che non pu mancare (insieme agli altri) se si vuole prendere sul serio le domande che questo tempo ci pone.

Dal Concilio abbiamo ricevuto limportante eredit di quattro note identificative: lassunzione del fine apostolico generale della chiesa; il carattere laicale, anche nelle responsabilit di decisione; la forma organizzata, come corpo organico; la collaborazione primaria con la gerarchia. Ora queste note non sono solo un talento da sotterrare e conservare per il ritorno del padrone di casa: sono piuttosto un bene da trafficare, spendere, impegnare, per moltiplicarlo e farlo fruttificare.

Assumere il fine apostolico della chiesa: una chiesa che oggi si pensa in uscita, attenta alle periferie reali e esistenziali ci trova laici che abitano strutturalmente una soglia, che sono cittadini consapevoli di due culture, che non possono essere autoreferenziali e ripiegati su di s pena negare se stessi.

Il carattere laicale: siamo gente che crede che la vita, a causa della creazione! dunque per un motivo teologico, ha in s il proprio cuore pulsante, quellimmagine di Dio che la rende sacra e preziosa, senza bisogno di ricevere aggettivi dallesterno, di essere etichettata o ammaestrata. Ogni vita, la nostra e laltrui, anche quando confusa o ferita: anzi forse di pi in quel momento. Ogni vita va accompagnata

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perch possa far fiorire il seme prezioso che contiene, secondo il suo ritmo e il suo passo.

La forma organizzata: siamo gente che scommette sulla disciplina e sulla caoticit della fraternit, che sa che ogni sentimento e impulso chiede di essere ricevuto, e poi anche vagliato, che fedelt al dono ricevuto e creativit fantasiosa non sono contrari, ma reciproci e questo forse uno dei luoghi di testimonianza pi urgenti.

La collaborazione con la gerarchia: se i pastori ricordano a se stessi che a volte camminano davanti al proprio popolo, a volte mescolati a loro, a volte dietro seguendolo, noi scommettiamo sullessere realt di collegamento, sul fare avanti e indietro tra gli uni e gli altri, ben conoscendo la fatica e il dovere di sincerit che questa doppia fatica richiede Cammineremo il doppio, e a volte sar difficile chiedere di rallentare a chi corre o di affrettarsi a chi si attarda con schiettezza e libert siano i fratelli o i pastori! Ma aiutare un popolo a camminare tutto insieme la nostra gioia

Vorrei concludere con una breve poesia di Derek Walcott che mi piacerebbe considerare il nostro reciproco augurio in questa occasione E gi il suo titolo (Amore dopo amore) un programma.

Tempo verr in cui, con esultanza,

saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio,

e ognuno sorrider al benvenuto dellaltro e dir: siedi qui. Mangia.

Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo io. Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore

a se stesso, allo straniero che ti ha amato per tutta la tua vita, che hai ignorato

per un altro e che ti sa a memoria. Dallo scaffale tira gi le lettere damore,

le fotografie, le note disperate, sbuccia via dallo specchio la tua immagine.

Siediti. festa: la tua vita in tavola.

* Teologa, Pontificia Universit Gregoriana

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Momento con il Santo Padre Francesco

Parole di saluto al Santo Padre di S.E.R. Cardinale Kevin J. Farrell *

Santo Padre,

con gioia e gratitudine La saluto e La ringrazio per aver accettato di prendere parte personalmente al Secondo Congresso Internazionale del Forum Internazionale di Azione Cattolica.

Sono qui presenti Sua Eccellenza Monsignor Edoardo Horacio Garcia, Assistente ecclesiastico del FIAC, il Dottor Emilio Inzaurraga, Coordinatore del Segretariato del FIAC, e i delegati delle Associazioni e delle Federazioni di Movimenti di Azione Cattolica provenienti da vari continenti.

Prendono parte ai lavori del Congresso diversi Cardinali e numerosi Vescovi che con la loro presenza manifestano lo speciale sostegno dei pastori della Chiesa nei confronti dellapostolato dellAzione Cattolica nei vari paesi del mondo.

Lei ha indicato pi volte come elemento essenziale per lAzione Cattolica lo spirito missionario. Con questo Congresso Internazionale i membri dellAzione Cattolica vogliono riflettere insieme per capire come vivere concretamente questo spirito missionario. In un Suo discorso allAzione Cattolica, che tutti ricordano, Santo Padre, ha voluto darci tre parole chiave: rimanere, andare, gioire. Rimanere in Ges, andare ai confini e vivere la gioia dell'appartenenza cristiana. Tutte le Associazioni di Azione Cattolica del mondo sentono vivamente questo desiderio di andare ai

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confini, di essere discepoli appassionati di Ges che vogliono uscire dai recinti chiusi delle vecchie abitudini e dei vecchi schemi, per incontrare gli uomini e le donne che ancora stanno aspettando il messaggio del Vangelo e testimoniare loro con gioia lamore del Padre manifestato nel suo Figlio Ges.

Santo Padre, nel predisporci ad ascoltare le parole che vorr rivolgerci, vogliamo esprimerLe la nostra vicinanza e assicurarLe la nostra preghiera in vista dellimportante viaggio apostolico in Egitto che affronter nei prossimi due giorni. La Sua instancabile testimonianza di fratellanza, di pace e di dialogo sono un magnifico esempio di come vivere concretamente il tema del Congresso di oggi: Azione Cattolica missione, con tutti e per tutti. Davvero in Lei vediamo lautentico spirito missionario, che con tutti cammina e soffre, e per tutti si fa portatore della luce e della consolazione del Vangelo.

La ringraziamo per questo e chiediamo di cuore la Sua benedizione.

* Prefetto Dicastero per i laici, la famiglia e la vita

Saluto di Emilio Inzaurraga Con la presentazione di alcune realt significative

Caro Papa Francesco, lAzione Cattolica del mondo intero vuole testimoniarle la nostra vita quotidiana in mezzo al Santo Popolo fedele di Dio, ognuno le consegner un regalo, frutto dellesperienza vitale della fede e della fraternit. Bambini I bambini dellAzione Cattolica di Malta, Romania, Italia, Argentina e Terra Santa, in rappresentanza delle diverse realt di AC nel mondo, le portano un libro realizzato con le loro lettere ed i loro disegni; hanno lavorato sui sei verbi che ci propone nella Evangelii Gaudium 273: illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare, con limpegno a crescere parlando con altri bambini della gioia della fede e della cura della casa comune.

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Malta Una famiglia dellAC di Malta, composta da tre generazioni: I nonni: Michael e Berandette Polidano e Josef e Imelda De Bono I loro figli e genitori dei bambini: Joseph e Daniela De Bono I bambini: Gabriel, Francesca, Luke Sono testimoni della fede che si trasmette in famiglia, cos come ci ha raccontato tante volte che faceva sua nonna Rosa con Lei. Le portano una tovaglia come simbolo della tavola familiare dove si celebra la vita, si condivide il pane, si mette da parte il rancore per vivere il perdono, si riceve lamico e chiunque abbia bisogno dellabbraccio della solidariet. Lampedusa Salvatore Scibetta, presidente dellAC della diocesi di Agrigento, dove si trova Lampedusa, viene con il parroco Don Carmelo La Magra, le portano un Nuovo Testamento e Salmi in inglese, che trovarono nella stiva di un barcone. I migranti ,Santo Padre, fanno di tutto per portare con s qualche oggetto personale, pertanto sono costretti a scegliere ci che per loro vale di pi: le foto dei loro cari, oggetti o testi sacri. Non sappiamo come sia andata a finire per la persona che port con s questo libro, sappiamo solo che una delle pagine, sgualcite dal viaggio, fu attentamente ripiegata sul Salmo 55, che comincia cos: Porgi orecchio alla mia preghiera, o Dio, non essere insensibile alla mia supplica. Dammi ascolto, e rispondimi; mi lamento senza posa e gemo, per la voce del nemico, per l'oppressione dell'empio; poich riversano iniquit su di me e mi perseguitano con furore. Queste parole descrivono esattamente i sentimenti e le preghiere dei migranti che giungono l e in altre parti del mondo tutti i giorni e probabilmente di quanti sono vittime delle nuove schiavit moderne.

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Africa Centrale Il sacerdote dellAfrica Centrale Ludovic Berthin, segretario generale della Commissione Episcopale dellApostolato Secolare, le porta labbraccio del suo popolo, dopo la sua visita nel 2015 che ha lasciato unimpronta molto importante nellimpegno per il dialogo interreligioso ed ecumenico e linizio di un cammino capace di riconciliare il cuore. Con questo saluto rinnoviamo limpegno a vivere in mezzo ai nostri popoli, alla nostra cultura e alla religiosit popolare, per crescere insieme e scoprire Dio, che abita nelle case, nelle strade, nelle piazze, promuovendo la carit, la fratellanza e il dialogo per porre fine alla vergogna della guerra e della povert. Betlemme La famiglia di Vincenzo Bellomo e Carol Abu Akleh con Antonio e Lea, i loro gemelli di 4 anni, viene dalla terra di Ges, insieme a Mons. Giacinto Marcuzzo, e le portano insieme a Farah Kmosh a nome di tutti, segnalibri realizzati dalle giovani sarte Rafedin. Sono tutti diversi, simbolo delle nostre diversit; li useremo nelle nostre Bibbie, nella Parola che abbiamo imparato ad ascoltare nelle nostre parrocchie, luoghi di crescita nella vita cristiana, nel dialogo, nellannuncio, nella carit generosa, nelladorazione e nella celebrazione, spazio comune dove ci stato insegnato a dare la vita, a lavorare per la giustizia e per la cura della nostra casa comune. Ma c dellaltro. I bambini hanno saputo del Suo viaggio in Egitto e la vogliono aiutare mostrandole come si fa il Segno della Croce in arabo Santo Padre, sono segni piccoli ma concreti della nostra vita missionaria che si espande silenziosamente nella realt di tutti i giorni dove siamo corresponsabili nella missione evangelizzatrice e nellaudacia di portare la Buona Novella nella politica, nelleconomia, nella cultura, nelleducazione, nellarte, nella scienza, partendo dalla famiglia, dai ragazzi, dai giovani, dagli adulti e dagli anziani, insieme ai nostri pastori che speriamo ci accompagnino nella nostra ricerca e stimolino la nostra creativit! Caro Papa Francesco, preghiamo con Lei e per Lei!

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO FORUM INTERNAZIONALE DELL'AZIONE CATTOLICA (FIAC) *

[* le parti rientrate si riferiscono alla trascrizione del discorso integrale]

AULA DEL SINODO Gioved, 27 aprile 2017 Cari fratelli e sorelle, Vi saluto in occasione della celebrazione di questo Congresso internazionale di Azione Cattolica, che ha come tema: Azione Cattolica in missione con tutti e per tutti. Mi piacerebbe condividere con voi alcune preoccupazioni e considerazioni

Vi parler del carisma dellAC, poi di alcune linee di azione, poi dei soggetti, chi sono gli agenti e i destinatari, dello stile che deve avere lAC e del progetto. Mi permetter di uscire dal testo perch questi sono appunti che mi permettono di dire quello che sento, come mi aiuta parlare spagnolo, ma in Piazza parler in italiano3

.

Carisma ricreazione alla luce di Evangelii gaudium Il Carisma. Come possiamo riformulare il carisma alla luce dellEvangelii Gaudium (EG) lEG il quadro di riferimento di tutta lazione apostolica oggi nella Chiesa, come lo stata lEvangelii Nuntiandi (EN) nel suo momento, lEN resta valida, il documento migliore del post-concilio che anche oggi continua a indicare la via allazione della Chiesa. La EG una traduzione un poco aggiornata, per ci che fondamentale sta l, nellEN: questo un dovere di giustizia verso un documento che non ha perso la sua attualit. Come riformulare il carisma alla luce dellEG nel contesto odierno?

3 Riferimento alla celebrazione dei 150 anni dellAzione Cattolica Italiana in Piazza San Pietro, domenica 30 aprile 2017

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html

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Storicamente lAzione Cattolica ha avuto la missione di formare laici che si assumessero la propria responsabilit nel mondo. Oggi, in concreto, la formazione di discepoli missionari. Grazie per aver assunto decisamente la Evangelii gaudium come magna carta. Il carisma dellAzione Cattolica il carisma della stessa Chiesa incarnata profondamente nelloggi e nel qui di ogni Chiesa diocesana che discerne in contemplazione e con sguardo attento la vita del suo popolo e cerca nuovi cammini di evangelizzazione e di missione a partire dalle diverse realt parrocchiali.

Non un progetto di proselitismo, perch andrebbe contro il Vangelo. E qui faccio mie le parole di Benedetto XVI: la Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione, mi addolora molto vedere certi agenti pastorali, laici consacrati, sacerdote, vescovi che stanno utilizzando il proselitismo, mentre per attrazione la frase geniale di Benedetto XVI che bussola per il nostro cammino.

LAzione Cattolica ha avuto tradizionalmente quattro pilastri o zampe: la Preghiera, la Formazione, il Sacrificio e lApostolato. A seconda del momento della sua storia ha poggiato prima una zampa e poi le altre. Cos, in un certo momento, a essere pi forte stata la preghiera o la formazione dottrinale. Date le caratteristiche del momento, lapostolato deve essere il tratto distintivo ed la zampa che si poggia per prima.

Non si negano le altre tre, per la prima sfida uscire, prima lapostolato, poi vengono le altre. Lapostolato missionario ha bisogno della preghiera, della formazione, del sacrificio, ha bisogno delle altre tre, quando si esce ci si rende conto che, se non si hanno, il lavoro che si fa superficiale e non d frutto. Questo appare molto chiaro nel documento di Aparecida4

4 Riferimento al Documento conclusivo della V Conferenza Generale dellEpiscopato Latinoamericano e dei Caraibi Aparecida, Brasile - 2013

che ha influito molto su EG sono stato l e ho dovuto studiarlo. C un dinamismo integratore nella missione che suppone la preghiera, la formazione e il sacrificio, ma la missione che integra, luscire.

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html

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E questo non va a detrimento delle altre realt, ma, proprio al contrario, ci che le provoca. Lapostolato missionario ha bisogno di preghiera, formazione e sacrificio. Ci appare chiaramente ad Aparecida e nella Evangelii gaudium. C un dinamismo integratore nella missione

Che cosa vi chiedo? Vi chiedo di formare, formare gente, uomini e donne, ragazzi e ragazze

Formate: offrendo un processo di crescita nella fede, un percorso catechetico permanente orientato alla missione, adeguato a ogni realt, basandovi sulla Parola di Dio, per animare una felice amicizia con Ges e lesperienza di amore fraterno. Pregate: in quella santa estroversione che pone il cuore nei bisogni del popolo, nelle sue sofferenze e nelle sue gioie. Una preghiera che cammini, che vi porti molto lontano. Cos eviterete di stare a guardare continuamente voi stessi.

Evitate questa preghiera attorcigliata che non ti spinge fuori, che non per la missione, che non si incarna. E pregate molto. Per alcuni noioso pregare e a volte lo . Santa Teresina si addormentata pi volte davanti al tabernacolo, per santa, si metteva davanti a Ges e non si muoveva, e questo a Ges piace, e questo rende il cuore forte, lo rende pi apostolico pregate, guardando alla missione.

Sacrificatevi: ma sacrificatevi non per sentirvi pi puliti, il sacrificio generoso quello che fa bene agli altri. Offrite il vostro tempo cercando come fare perch gli altri crescano, offrite quello che c nelle tasche condividendolo con quanti hanno meno, offrite generosamente il dono della vocazione personale per abbellire e far crescere la casa comune.

C un test che sono solito fare con i bambini, con i pi piccoli: Se hai due caramelle e arriva un amico, che cosa fai? A volte, molto raramente, la risposta Le metto in borsa per dopo; la maggioranza dice Ne do una e tengo laltra. bene condividere per il bene degli altri. Seconda domanda: Se hai una caramella e viene un tuo compagno, che cosa fai? La mangio in fretta mi risponde

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html

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qualcuno; altri, la maggioranza, rispondono La divido a met, met per me e met per te e alcuni, pochi, mi dicono La regalo, ne ho gi mangiata una. Come sono la mia preghiera e il mio sacrificio? Conservo la caramella nella borsa, condivido o rinuncio perch laltro labbia? Il sacrificio bisogna viverlo in funzione del servizio, in funzione dellevangelizzazione. Se oggi mi hanno invitato a visitare gli anziani di una casa di riposo, e se proprio oggi c una partita di calcio, un classico che non mi posso perdere in televisione, che cosa faccio? Siate concreti con le domande e con le proposte sul sacrificio.

Il sacrificio non deve essere artificiale o narcisista, deve essere come quello di Ges che si impegnato per gli altri, lunico significato cristiano del sacrificio: per rinnovare limpegno di evangelizzare.

Rinnovare limpegno evangelizzatore diocesanit parrocchie Questo un punto per me molto chiaro: tempo fa durante una visita pastorale come Papa, in una riunione con i parroci, mi chiedevano quale era il carisma della congregazione cerano anche religiosi fondata da San Pietro ovvero dei sacerdoti diocesani! Qual il carisma del sacerdote diocesano? La mia risposta stata la diocesanit. la stessa risposta che do a voi. Qual il primo carisma, limpegno primo evangelizzatore che sta nel carisma dellAC, qual il primo impegno evangelizzatore del carisma dellAC? La diocesanit, ovvero essere inseriti nella diocesi. Con un capo, il Vescovo.

La missione non un compito tra i tanti nellAzione Cattolica, il compito. LAzione Cattolica ha il carisma di portare avanti la pastorale della Chiesa. Se la missione non la sua forza distintiva, si snatura lessenza dellAzione Cattolica, e perde la sua ragion dessere. vitale rinnovare e aggiornare limpegno dellAzione Cattolica per levangelizzazione, giungendo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, in tutte le periferie esistenziali, veramente, non come una semplice formulazione di principi.

Mi piace usare la parola periferie perch sono i luoghi pi pericolosi dello stato sociale. Di solito pensiamo che la periferia sono i poveri, i pi

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poveri e solitamente cos. Ma le periferie sono anche il pensiero, gli agnostici, Io sono disponibile ad arrivare fin l? Ad ascoltare, a parlare nelle periferie difficili? Questo significa ripiantare.

Ci implica ripensare i vostri piani di formazione, le vostre forme di apostolato e persino la vostra stessa preghiera affinch siate essenzialmente, e non occasionalmente, missionari.

Sono missionario al sabato, un

pochino, e poi? E voi dellAC siete essenzialmente e non occasionalmente missionari. Anche in situazioni difficili e a volte rischiose

Abbandonare il vecchio criterio: perch si sempre fatto cos. Ci sono cose che sono state davvero molto buone e meritorie, che oggi sarebbero fuori contesto se le volessimo ripetere.

E qui vi dico una frase che non bisognerebbe usare mai: Si sempre fatto cos. Questa una brutta frase. Bisogna sempre cambiare perch cambiano i tempi, quello che essenziale non cambia mai: lannuncio di Ges Cristo, latteggiamento missionario, la preghiera, la necessit di pregare, la necessit di formarsi, la necessit di sacrificarsi .. questo non cambia, bisogna trovare come farlo. Il si sempre fatto cos ha fatto e fa tanto danno alla Chiesa, come anche la rigidit cio quando si determinano le cose e non si ha la libert. Prendete il capitolo 23 del vangelo di San Matteo e leggete quello che Ges dice ai rigidi. Quando in una diocesi, in una parrocchia, in un centro, in un gruppo di AC viene la tentazione della rigidit, leggetelo, questo quello che Ges vi sta dicendo in quel momento. La parola chiave che Ges dice ai rigidi ipocriti A volte bisogna abbandonare il vecchio criterio perch non serve, e utilizzare il messaggio e la realt dellAC con i criteri che oggi sono necessari e che servono.

LAzione Cattolica deve assumere la totalit della missione della Chiesa in generosa appartenenza alla Chiesa diocesana a partire dalla Parrocchia.

LAC non un satellite. Non siete quelle monadi ecclesiastiche che talvolta ci sono nella Chiesa gruppi che dicono noi abbiamo la

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nostra spiritualit, noi , chiusi su s stessi e auto-centrati. Questo non latteggiamento dellAC che ha unappartenenza. LAC appartiene alla diocesi. UnAC che non diocesana magari una buona cosa - ma non AC. UnAC che non si incarna nella parrocchia non AC. Questo chiaro, anche se alcuni dicono Padre, mi sembra per che la parrocchia sia passata di moda

La missione della Chiesa universale si aggiorna in ogni Chiesa particolare con il proprio colore; parimenti lAzione Cattolica acquista vita autentica rispondendo e assumendo come propria la pastorale di ogni Chiesa diocesana nel suo inserimento concreto a partire dalle parrocchie.

Ogni Chiesa diocesana ha una linea pastorale, un piano pastorale, le direttive del Vescovo, elaborate con il Consiglio Pastorale, e lAC si inserisce in questa linea e si incarna nelle parrocchie. La parrocchia non passata di moda, ci saranno modalit diverse di essere parrocchia la Chiesa ha sempre cercato il modo. La parrocchia non passata di moda semplicemente perch non passata di moda la diocesanit. Il vescovo si fa vicino al popolo di Dio attraverso la parrocchia.

LAzione Cattolica deve offrire alla Chiesa diocesana un laicato maturo che serva con disponibilit i progetti pastorali di ogni luogo come un modo per realizzare la sua vocazione. Dovete incarnarvi concretamente.

Dovete incarnarvi nel luogo in cui vivete, questo cattolico. La prima eresia della Chiesa lha combattuta lapostolo Giovanni, levangelista, appena morto e risorto il Signore. Dopo alcuni anni inizia leresia secondo la quale il fatto che Dio si sia fatto carne scandaloso. Giovanni molto chiaro in proposito: chi nega che il Verbo si fatto carne lAnticristo. Se un movimento ecclesiale non si incarna nella realt ecclesiale della diocesi, attraverso la parrocchia, nel modo che gli proprio, rischia di entrare in questa linea di non essere cristiano, per non dire che l'Anticristo. Quando ci si imbatte in questi gruppetti che si alimentano in se stessi, anche con molto studio, ma che vivono per

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loro si potrebbero dire che sono santi eretici gnostici ma non sono cattolici. E unAC che pretenda di stare chiusa, che non si incarni, seguendo le vie del Verbo per redimerci, sar azione molto buona ma non cattolica. Incarnati sempre! Per incarnati non significa l dove voglio io ma dove vuole la Chiesa, nella diocesi, nella parrocchia.

Questo criterio dellincarnazione non vale solo per linculturazione, che laltro aspetto dellincarnazione, ma vale anche per lorganizzazione, per come si organizza la Chiesa.

Non potete essere come quei gruppi tanto universali che non hanno una base in nessun posto, che non rispondono a nessuno e vanno cercando ci che pi li aggrada di ogni luogo.

Questi gruppi sono orbitali, orbitano dentro la Chiesa vero, siamo nellepoca dei satelliti e anche la Chiesa li ha, ma lAc non deve essere questo. Vi chiaro? Se non siete radicati, incarnati, in realt concrete e la realt concreta la diocesi, la parrocchia non va bene. Padre, ma esiste anche lAC universitaria . Certo, incarnatevi l, ma sempre attraverso il vescovo, non in un gruppo che hai costituito tu. La diocesi il criterio dellincarnazione. La parrocchia un gran criterio, un altro livello di incarnazione, e quando ci sono altri luoghi pi originali richiesti dalla realt pastorale che non sono nella parrocchia, come la pastorale universitaria, occorre incarnarsi nel vescovo, il vescovo insostituibile. Senza Vescovo non c AC, senza diocesanit non c AC. A volte pu succedere nella spiritualit, in alcune congregazioni religiose. Ricordo una madre generale che voleva cambiare la congregazione con suggerimenti universali, uno dei quali era di non andare in cappella la mattina ma immergersi nella natura. Piuttosto panteista! A volte esiste uno stile disincarnato, forme moderne di gnosticismo, e ci non aiuta La concretezza un criterio che dovete avere, la nostra fede concreta, il Verbo si fatto carne, concretamente. Quando andremo in cielo, dovremo rendere conto del protocollo con il quale saremo giudicati, molto concreto, che si trova in Matteo 25. Un protocollo molto concreto. Quando recitiamo il credo, affermiamo cose

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concrete, non c un solo articolo del Credo che non sia concreto. Quando alla fede manca la concretezza non cattolica. Ci che cattolico sempre concreto. Si pu avere una corruzione della concretezza? S, ma un cammino di peccato che pure concreto. Cercate nel Credo unaffermazione che non sia concreta o nei criteri del giudizio universale qualcosa che Ges esige da noi e che non sia concreta. Cercate nelle Beatitudini, che sono il progetto di vita, qualcosa che non sia concreto. E se alla fine delle beatitudini qualcuno crede che si tratti di un cammino ideale, Ges le conclude in modo molto concreto: beati quando vi perseguiteranno, quando vi giudicheranno, quando vi martirizzeranno. Ges spazza via qualsiasi illusione sulla sofisticazione di ci che cattolico.

Vi chiaro? Appartenenza, diocesanit, il Vescovo, in generale la parrocchia e, nel caso di una AC specializzata, il Vescovo sempre il punto di riferimento.

Agenti Tutti senza eccezioni

Chi sono gli agenti dellAc? Il presidente del gruppo, il segretario, gli incaricati dei diversi livelli? Tutti.

Tutti i membri dellAzione Cattolica sono dinamicamente missionari

Tutti sono agenti. LAzione Cattolica questo desiderio di andare in missione.

I ragazzi evangelizzano i ragazzi, i giovani i giovani, gli adulti gli adulti, e cos via. Niente di meglio di un proprio pari per mostrare che possibile vivere la gioia della fede. Evitate di cadere nella tentazione perfezionista delleterna preparazione per la missione e delle eterne analisi, che quando si concludono sono gi passate di moda o sono superate.

Quanti archivi di curie diocesane o di istituti religiosi sono pieni di piani pastorali che, una volta finiti di elaborare, erano gi superati

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Lesempio Ges con gli apostoli: li inviava con quello che avevano. Poi li riuniva e li aiutava a discernere su ci che avevano vissuto.

Quando Ges mand i 72 discepoli non avevano il Denzinger5

sotto braccio. Avevano appena unesperienza di Ges, conoscevano lessenziale del messaggio cristiano, conoscevano le beatitudini e tornavano per raccontare che con quel poco anche i demoni si arrendevano. la forza della predicazione, la forza della testimonianza con quello che si ha in quel momento o che necessario in quel momento

Che sia la realt a dettarvi il tempo, che permettiate allo Spirito Santo di guidarvi. Egli il maestro interiore che illumina il nostro operato quando siamo liberi da preconcetti e condizionamenti. Simpara a evangelizzare evangelizzando, come simpara a pregare pregando, se il nostro cuore bendisposto. Tutti potete andare in missione anche se non tutti potete uscire nelle strade o nelle campagne. molto importante il posto che date alle persone anziane che sono membri da lungo tempo o che sincorporano. Si potrebbe dire: possono essere la sezione contemplativa e intercessore allinterno delle diverse sezioni dellAzione Cattolica. Sono loro a poter creare il patrimonio di preghiera e di grazia per la missione. Come pure i malati. Questa preghiera Dio lascolta con tenerezza speciale. Che tutti loro si sentano partecipi, si scoprano attivi e necessari.

Dobbiamo fare unAC per ogni situazione speciale? Coinvolgete tutti, tutti hanno una missione nel mondo e, se avete un cuore evangelizzatore, potete inserire tutti e ciascuno. E qui voglio fermarmi ancora su un punto che ho a cuore da un po di tempo: gli anziani. Viviamo in una cultura dello scarto dove domina la filosofia dellusa e getta: quando qualcosa non funziona o non produce, si scarta. Cos gli anziani arrivano fino a un certo punto e poi vengono scartati, non servono

5 Heinrich Denzinger, Enchiridion dei simboli e delle definizioni che sono stati emanati in materia di fede e di costumi dai concili ecumenici e dai Sommi Pontefici

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Va di moda sbarazzarsi di loro a volte necessario un ricovero per malattia o per cure particolari, cerchiamo una casa di cura e ce li lasciamo. In questo modo scartiamo una ricchezza della famiglia. Anche i giovani sono scartati oggi vi do un esempio, la disoccupazione. Qui in Italia sono disoccupati il 40% dei giovani con meno di 25 anni, il 47% in Croazia, in Spagna credo che arrivino al 50%, e cos in tutti i paesi dEuropa. E perch? Perch non servono, non c lavoro e si scartano. Non che diciamo li scartiamo ma, di fatto, che cosa fa un giovane senza lavoro? Si ammala, o si suicida ( preoccupante vedere le statistiche sui suicidi giovanili) o cade nelle droghe o si arruola nel terrorismo o nella criminalit cercando un ideale o qualcosa da fare. E anche i bambini sono scartati perch non si tiene conto di loro, a meno che non siano molto intelligenti e si cerca una scuola speciale bilingue o trilingue perch un giorno diventino dirigenti. Tutto diventa sempre pi piccolo, una specie di imbuto, si scarta sempre pi gente in modo da dare forma a questo imbuto. Oggi credo che sia importante, e ve lo affido come impegno, il dialogo dei bambini pi piccoli con le persone anziane e affido allAC in modo speciale di trovare il modo di farlo nella parrocchia. Non passa tutto per questa scelta ma trovate il modo. Quando prego, il brano di Gioele 3,1 mi tocca molto, uno dei segni del regno che gli anziani torneranno a sognare e i giovani profetizzeranno. Profetizzeranno e realizzeranno, porteranno avanti i sogni degli anziani. Noi abbiamo tolto agli anziani la capacit di sognare perch sono noiosi, perch non ci aiutano e ai pi giovani abbiamo tagliato le radici. Questa davvero una cosa urgente e credo che lo Spirito oggi chieda alla Chiesa che aiuti questo dialogo, che i bambini si avvicinino agli anziani, facciano loro domande, li facciano parlare e tutto ci porter frutto nel cuore di un bambino, di un giovane, sar una profezia che cercheranno di realizzare, di portare avanti e sar un rinnovamento. Non si pu dare frutto se la radice molto debole o non esiste, secca. E noi stiamo tagliando le radici. Vi affido seriamente questo compito. Tenendo c onto che tutti possono farlo e che questo dialogo importante. Lho visto in alcune chiese particolari: gruppi di giovani cominciano ad andare nelle residenze per anziani, negli ospedali, a suonare la chitarra, a cantare con le persone anziane e poi si mettono a parlare e si accorgono che devono tornare, che l c una ricchezza, che bisogna alimentarla. Ve lo raccomando in modo speciale.

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Destinatari Tutti gli uomini e tutte le periferie necessario che lAzione Cattolica sia presente nel mondo politico, imprenditoriale, professionale, ma non perch ci si creda cristiani perfetti e formati, ma per servire meglio. indispensabile che lAzione Cattolica sia presente nelle carceri

comprese quelli con ergastolani, perch ogni detenuto ha bisogno di un orizzonte, non di sbarre o di un muro L AC pu dare orizzonti, lavorare per il reinserimento,

negli ospedali, nelle strade, nelle baraccopoli, nelle fabbriche. Se cos non sar, sar unistituzione di esclusivisti che non dicono nulla a nessuno, neppure alla stessa Chiesa.

Su questo punto siate severi: la concretezza. Impegnarsi in concreto nelle periferie pi concrete. Vi racconto un aneddoto su una periferia concreta, difficile. Lo ha fatto un vescovo, per tutti i laici possono seguirne lesempio. Nella sua diocesi si era tenuta una manifestazione organizzata da una persona giovane, una manifestazione contro la Chiesa, una specie di processione invece di cantare canti da processione, cantavano cose abbastanza forti contro la Chiesa, contro il Papa e i vescovi, anche con gesti volgari, offensivi, blasfemi. Il vescovo ha visto che l cera una periferia, ha verificato chi era il capo e, dopo aver pregato, lo ha chiamato al telefono dopo qualche giorno e lo ha invitato a colazione. Ovviamente il capo non diventato cattolico, non ha detto al vescovo confessami o dammi la comunione, ma hanno parlato del nonno, della nonna, si ricordato delle sue radici. Quello che ha fatto questo vescovo, andare alle periferie, un modello di quello che lAC deve fare. Non aver paura di niente. Neppure di quelli che ti stanno di fronte per strada e che ti dicono di tutto. Per questo bisogna pregare, chiedere luce, chiedere aiuto allo Spirito Santo per fare il passo necessario. Che cosa chiedo allAC?

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Voglio unAzione Cattolica tra la gente, nella parrocchia, nella diocesi, nel paese, nel quartiere, nella famiglia, nello studio e nel lavoro, nella campagna, negli ambiti propri della vita. in questi nuovi areopaghi che si prendono decisioni e si costruisce la cultura. Snellire i modi dinserimento. Non siate dogane. Non potete essere pi restrittivi della stessa Chiesa n pi papisti del Papa. Aprite le porte, non fate esami di perfezione cristiana perch cos facendo promuoverete un fariseismo ipocrita. C bisogno di misericordia attiva. Limpegno che assumono i laici che aderiscono allAzione Cattolica guarda avanti. la decisione di lavorare per la costruzione del regno. Non bisogna burocratizzare questa grazia particolare perch linvito del Signore viene quando meno ce lo aspettiamo; non possiamo neppure sacramentalizzare lufficializzazione con requisiti che rispondono a un altro ambito della vita della fede e non a quello dellimpegno evangelizzatore. Tutti hanno diritto di essere evangelizzatori. Che lAzione Cattolica offra lo spazio di accoglienza e di esperienza cristiana a quanti, per motivi personali, si sentono cristiani di secondordine. In che modo possiamo fare questo? Modo In mezzo al popolo

Quando dico popolo, si potrebbe confondere con la parola populismo ma io mi riferisco alla gente, al popolo di Dio. Si pu parlare di Popolo come unidea, una categoria logica e allora si parla di populismi o, ideologicamente, di strati popolari. Popolo per una categoria mitica, il popolo il popolo, la gente. Nel vangelo vediamo che la folla seguiva Ges, lo seguiva la gente i discepoli, certamente, per sempre la gente, il popolo perch piaceva, oltre al fatto che guariva gli infermi, piaceva il suo modo di parlare, con autorit

Il modo dipende dai destinatari. Come ci ha detto il Concilio e preghiamo spesso nella Messa: attenti e condividendo le lotte e le speranze degli uomini per mostrare loro il cammino della salvezza. LAzione Cattolica non pu stare lontano dal popolo, ma viene dal popolo e deve stare in mezzo al popolo. Dovete popolarizzare di pi lAzione Cattolica.

http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/index_it.htm

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E questo che cosa significa? Che dobbiamo andare a cercare gente che non fa parte delllite della societ? No, non lo dico in senso sociologico perch questa ideologia del popolo. Lo dico in senso mitico. Dovete fare unAzione cattolica pi del popolo santo e fedele di Dio.

Non una questione dimmagine ma di veridicit e di carisma. Non neppure demagogia, ma seguire i passi del maestro che non ha provato disgusto per nulla. Per poter seguire questo cammino bene fare un bagno di popolo. Condividere la vita della gente e imparare a scoprire quali sono i suoi interessi e le sue ricerche, siano quali sono i suoi aneliti e le sue ferite pi profonde; e di che cosa ha bisogno da noi. Ci fondamentale per non cadere nella sterilit di dare risposte a domande che nessuno si fa.

Quali sono le domande che si fa questo popolo? Qual la domanda che si fa questa gente? Le mie risposte devono essere frutto di una domanda reale perch a volte andiamo con il discorso preparato e rischiamo di dare risposte a domande che nessuno ci fa. Questo atteggiamento fondamentale per non cadere nella sterilit.

I modi di evangelizzare si possono pensare da una scrivania, ma solo dopo essere stati in mezzo al popolo e non al contrario.

Vai, cammina, tieni contatti concreti, dopo s, siediti alla scrivania e fai il piano pastorale, cos pu andare bene

UnAzione Cattolica pi popolare, pi incarnata, vi causer problemi, perch vorranno far parte dellistituzione persone che apparentemente non sono in condizioni di farlo: famiglie in cui i genitori non si sono sposati in Chiesa uomini e donne con un passato o un presente difficile ma che lottano, giovani disorientati e feriti. una sfida alla maternit ecclesiale dellAzione Cattolica; ricevere tutti e accompagnarli nel cammino della vita con le croci che portano sulle spalle. Tutti possono partecipare a partire da ci che hanno e con quel che possono. Per questo popolo concreto ci si forma. Con questo e per questo popolo concreto si prega.

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Aguzzate la vista per vedere i segni di Dio presenti nella realt, soprattutto nelle espressioni di religiosit popolare. Da l potrete capire meglio il cuore degli uomini e scoprirete i modi sorprendenti con cui Dio agisce al di l dei nostri concetti.

C una sapienza nella gente di buona volont, nella gente che si guadagna il pane tutti i giorni per i propri figli. Ci sono molte tentazioni e c molto peccato, per c tanta sapienza che ci pu insegnare molto. Ricordo una volta che, confessando una notte a Lujn, una notte di pellegrinaggio, cera in coda un giovane di 22-23 anni, robusto, capelli lunghi, pearcing al naso, pieno di salute. Era un operaio specializzato, figlio di madre single, una signora delle pulizie a ore in varie abitazioni. Questa donna aveva fatto studiare il figlio che aveva frequentato la scuola tecnica ed era diventato operaio specializzato. Questo giovane si era messo in una situazione ingarbugliata e cominciava a sentire molta angustia e un giorno ne ha parlato con sua madre che gli ha detto: Senti, figlio mio, tra pochi giorni c il pellegrinaggio a Lujn, vai e chiedi alla Vergine Maria che cosa fare. Questa sapienza. E tu che cosa hai fatto? gli ho chiesto e lui mi ha risposto: Sono stato con la Vergine e aveva gli occhi umidi perch aveva pianto sono stato l davanti alla Vergine e adesso far questo, questo La sapienza della gente, la mamma non sapeva che cosa doveva fare il figlio, per gli aveva indicato dove andare. C molta sapienza nel nostro popolo, molta sapienza da integrare. Aguzzate la vista per vedere i segni di Dio presenti ovunque nella realt.

Pr