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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzione Scelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta Curva di offerta dell’impresa e di mercato Economia Politica I 6. Teoria della produzione e offerta in concorrenza perfetta Giuseppe Vittucci Marzetti 1 Corso di laurea in Scienze dell’Organizzazione Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Universit` a degli Studi di Milano-Bicocca A.A. 2015-16 1 Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Universit` a degli Studi di Milano-Bicocca, Via Bicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: [email protected] Giuseppe Vittucci Marzetti Economia Politica I 1/44

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Economia Politica I6. Teoria della produzione e offerta in concorrenza perfetta

Giuseppe Vittucci Marzetti1

Corso di laurea in Scienze dell’OrganizzazioneDipartimento di Sociologia e Ricerca SocialeUniversita degli Studi di Milano-Bicocca

A.A. 2015-16

1Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Universita degli Studi di Milano-Bicocca, ViaBicocca degli Arcimboldi 8, 20126, Milano, E-mail: [email protected]

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Layout

1 Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneImpresa, funzione di produzione e produttivita dei fattoriCosti di produzione nel breve periodoCosti medi e scala di produzione nel lungo periodoCosti di produzione nel lungo periodo

2 Scelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfettaIpotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

3 Curva di offerta dell’impresa e di mercatoCurva di offerta di breve periodo e lungo periodo dell’impresaCurva di offerta di mercatoDeterminanti dell’offertaSurplus del produttore

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Teoria della produzione

Produzione (Production)

Processo di trasformazione degli input, o fattori produttivi (productionfactors), in output (bene o servizio che crea un’utilita presente o futura).

La teoria della produzione analizza gli aspetti economici dellaproduzione:

scelte relative ai piani di produzione:

tecniche produttive;input;output.

determinanti della struttura dei costi.

Nella teoria microeconomica standard:

l’agente di riferimento e l’impresa;la relazione tra input e output e rappresentata da una funzione di

produzione, che associa ad ogni combinazione di input il massimooutput ottenibile a tecnologia data.

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L’impresa nella teoria microeconomica standard

Il modello dell’impresa nella teoria non e costruito, come molti credono,per spiegare o prevedere il comportamento delle imprese concrete; e invececostruito per spiegare e prevedere cambiamenti nei prezzi osservati...pereffetto di particolari mutamenti di situazioni...In questo nesso causale,l’impresa e solo un legame teorico, una costruzione mentale che aiuta aspiegare come si va dalla causa all’effetto.

(Machlup, 1967)

Impresa (firm) come:

centro di trasformazione tecnica, rappresentata da una funzione diproduzione.

agente economico individuale, coincidente con l’imprenditore, conobiettivo di massimizzazione del profitto.

agente economico perfettamente razionale, in grado di:

conoscere l’insieme dei piani di produzione alternativi;attribuire a ciascun piano di produzione un risultato atteso in terminidi profitto;scegliere tra questi piani sulla base del criterio del massimo profitto.

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Funzione di produzione

Funzione di produzione (Production function)

Funzione che associa ad ogni combinazione di input (o fattori produttivi)x = (x1, x2, . . . , xn) il massimo output del bene i (qi ) ottenibile conquella combinazione a tecnologia data: qi = f (x).

La funzione di produzione incorpora l’efficienza tecnica:ad ogni combinazione di input e associato il massimo outputottenibile dato e costante lo stato della tecnologia (technology).

La funzione di produzione costituisce pertanto la frontieratecnologica dell’insieme di produzione.

L’impresa sceglie la combinazione di input e il livello di output talida massimizzare i profitti, essendo dati:

l’insieme delle combinazioni di input e output tecnicamente efficienti,sintetizzato dalla funzione di produzione;i prezzi di input e output.

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Esempio di funzione di produzione

Supponiamo che per la produzione di bottiglie di vetro occorrano:

fornace (K);silice (M);petrolio (E);lavoro (L).

f (K ,M ,E , L) = qV

Se si possono ottenere 300 bottiglie in un giorno impiegando almeglio:

1 fornace;150 Kg di silice;18 litri di petrolio;4 lavoratori.

si avra:f (1, 150, 18, 4) = 300

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Breve periodo e lungo periodo

Breve periodo: arco temporale in cui la quantita di fattori produttividi fatto impiegata puo essere modificata solo per alcuni fattori(fattori variabili), mentre per altri la quantita impiegata non puoessere modificata (fattori fissi).

Es.: nella produzione di vetro possiamo supporre che un mese sia untempo sufficiente per l’assunzione di nuovi lavoratori, che quindisono fattori produttivi variabili, ma non per l’installazione di unanuova fornace, che quindi e un fattore fisso.

Lungo periodo: arco temporale sufficientemente ampio affinche tuttii fattori produttivi possano essere modificati.Nel lungo periodo tutti i fattori produttivi sono variabili e nonesistono fattori fissi.

Curva del prodotto totale: funzione di produzione di breve periodo,che mette in relazione la quantita totale di output con la quantita diinput variabile.

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Produttivita media e marginale

Produttivita media (average productivity), o prodotto medio(average product) di un fattore: rapporto tra quantita di output (qi )e quantita del fattore impiegata nella produzione (xk ): qi/xkProduttivita marginale (marginal productivity), o prodottomarginale (marginal product) di un fattore: variazione dell’outputconseguente a una variazione unitaria dell’input variabile, costanti glialtri fattori: MPk = ∂qi

∂xk.

Tabella: Produttivita del lavoro nella fabbrica di bottiglie di vetro

Numero dilavoratori

Numero di bottiglie al giorno

complessive(produzione totale)

per lavoratore(produttivita media)

del lavoratore aggiuntivo(produttivita marginale)

1 30 30 302 100 50 703 200 66,7 1004 300 75 1005 350 70 506 360 60 107 360 51,4 0

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Legge dei rendimenti decrescenti

Principio della produttivita marginale decrescente, o legge dei rendimentidecrescenti dei fattori (law of diminishing marginal returns)

La produttivita marginale di un fattore diminuisce al crescere del livelloassoluto del suo impiego, costanti gli altri fattori, almeno dopo un certolivello di impiego del fattore stesso.

Applicato al lavoro il principio implica che la produttivita marginale dellavoro diminuisce al crescere del livello assoluto di impiego del lavoro,almeno a partire da un certo livello di impiego:

L ↑ ⇒∂qi∂L

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Produttivita marginale e allocazione efficiente

Per l’allocazione efficiente di un fattore produttivo tra impieghialternativi:

cio che rileva e la produttivita marginale del fattore nei diversiimpieghi e non quella media;occorre assegnare il fattore (od ogni unita del fattore laddove lostesso sia divisibile) a quell’impiego in cui la produttivita marginaledel fattore e piu alta.

Assumendo che:

il fattore sia perfettamente divisibile;in nessuno degli impieghi alternativi il prodotto marginale del fattoresia sempre piu elevato degli altri;

la regola implica che, nell’allocazione efficiente, il prodotto marginaledi un fattore e lo stesso in tutti i diversi impieghi.

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Costi di produzione nel breve periodo

Nel breve periodo, il costo totale (Total Cost, TC ) di un’impresa ela somma di:

costi fissi (Fixed Cost, FC): costi invarianti al variare dellaproduzione in quanto sostenuti per remunerare i fattori fissi (es. costiper impianti, locali, ecc.);costi variabili (Variable Cost, VC): costi varianti al variare dellaproduzione in quanto sostenuti per remunerare i fattori variabili (es.materie prime, energia, ecc.).

TC = FC + VC

Dalla legge dei rendimenti decrescenti segue che i costi variabili nelbreve periodo, dopo un certo livello, tendono a crescere in modo piuche proporzionale rispetto all’output.

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Costo medio e marginale

Costo medio (Average Cost, AC) di un’unita di output uguale alrapporto tra costo totale e quantita prodotta:

AC =TC

q=

FC

q︸︷︷︸

AFC

+VC

q︸︷︷︸

AVC

Il costo medio puo essere visto anche come la somma di:costo medio fisso (Average Fixed Cost, AFC);costo medio variabile (Average Variable Cost, AVC).

Costo marginale (Marginal Cost, MC) uguale al rapporto fra lavariazione dei costi totali e la variazione della produzione:

MC =∆TC

∆q=

∆VC

∆q

In termini piu formali, il costo marginale e la derivata della funzionedi costo rispetto alla quantita:

MC =dC (q)

dq≡ C ′(q)

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Costo medio e marginale

La curva di costo marginale incontra la curva di costo medio (totalee variabile) nel suo punto di minimo:

d

dq

C (q)

q=

C ′(q)q − C (q)

q2= 0 ⇒ C ′(q) =

C (q)

q

La curva di costo medio e:

crescente, se il costo marginale e minore del costo medio;decrescente, se il costo marginale e maggiore del costo medio.

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Costi fissi, variabili, totali e medi nella fabbrica di bottiglie

di vetro

LavoratoriBottiglieal giorno

Costofisso

Costomediofisso

Costovariabile

Costomediovariabile

Costototale

Costomedio

Costomarginale

q FC AFC VC AVC TC AC MC

FC/q VC/q FC + VC TC/q ∆TC/∆q

0 0 50 0 501 30 50 1,667 28 0,933 78 2,600 0,9332 100 50 0,500 60 0,600 110 1,100 0,4573 200 50 0,250 95 0,475 145 0,725 0,3504 300 50 0,167 130 0,433 180 0,600 0,3505 350 50 0,143 160 0,457 210 0,600 0,6006 360 50 0,139 186 0,517 236 0,656 2,6007 360 50 0,139 211 0,586 261 0,725

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Funzione di costo di breve periodo nella fabbrica di

bottiglie di vetro

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Costo medio e marginale nella fabbrica di bottiglie di vetro

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Costi medi e marginali di breve periodo

AC = TCq = FC

q + VCq = AFC + AVC

MC = ∆TC∆q

q

AFC = FCq

AVC = VCq

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Dal breve al lungo periodo

Nel lungo periodo tutti i fattori (e quindi i costi) sono variabili.

Diverse curve di costo medio di breve periodo possono esserecostruite per diversi livelli dei fattori di produzione fissi (es. numeroe dimensione degli impianti).

La scelta del livello di fattori di produzione fissi diventa la scelta dellacurva dei costi medi di breve periodo economicamente piu efficiente.

Nel lungo periodo l’impresa utilizzera sempre e solo la combinazionedi fattori fissi che consente di produrre al minimo dei costi medi.

La curva dei costi medi di lungo periodo e quindi costituitadall’inviluppo delle curve di costo medio di breve periodo: ciascunpunto sulla curva dei costi medi di lungo periodo e tangente ad unae una sola curva dei costi medi di breve periodo, perche individua ilcosto minimo per produrre il corrispondente livello di output.

L’andamento della curva dei costi medi di lungo periodo dipendedella relazione tra scala di produzione e costi.

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Rendimenti di scala

Rendimenti di scala (returns to scale): rapporto di proporzionalita travariazione di input e output.

costanti (constant returns): ad un aumento (diminuzione) degliinput segue un aumento (diminuzione) proporzionale dell’output

f (λx1, . . . , λxn) = λq

crescenti (increasing returns): ad un aumento (diminuzione) degliinput segue un aumento (diminuzione) piu che proporzionaledell’output

f (λx1, . . . , λxn) > λq

decrescenti (decreasing returns): ad un aumento (diminuzione) degliinput segue un aumento (diminuzione) meno che proporzionaledell’output

f (λx1, . . . , λxn) < λq

Alla base dei rendimenti di scala sono fattori di ordine tecnico, statisticoe organizzativo.

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Fattori alla base di rendimenti crescenti di scala

All’origine di rendimenti crescenti di scala vi sono (Morroni, 1992):

fattori tecnici, collegati alla tecnica di produzione adottata o allecondizioni materiali della produzione, connessi a:

legge dei volumi (Babbage, 1835). Es. forni o tubature di volume 2kcostruiti con meno materiale del doppio di volume k ;economies of threshold dimension: presenza di fasi della produzioneindivisibili costanti per qualsiasi volume di produzione;economies of superior techniques: utilizzo di tecniche piu efficientiprima non adottate a causa della scala tecnica minima richiesta;

fattori statistici : maggiore il volume di produzione, minore inproporzione la quantita di scorte necessaria per esigenze impreviste(economies of massed reserves) (Robinson, 1931).

fattori organizzativi :vantaggi cooperativi team production (Smith, 1776; Marx, 1867);maggiore specializzazione di lavoro e capitale (Smith, 1776);maggiore possibilita di attivazione di processi in linea (lineproduction process) (Georgescu-Roegen, 1970);fattori legati all’amministrazione e ai servizi alla produzione.

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Economie di scala

Economie di scala (economies of scale): relazione tra aumento delvolume di produzione (o dimensione dell’impianto) e diminuzione delcosto medio unitario di produzione.

Rendimenti di scala crescenti vs. Economie di scala

rendimenti di scala: relazione tra output e input “fisici”;economie di scala: relazione tra output e costo medio unitario;

Rendimenti di scala crescenti in genere associati ad economie discala, ma possibile:

economie di scala senza rendimenti di scala (economie di scala

monetarie). Es.: l’impresa ottiene sconti in caso di grandi ordini diacquisto di input;rendimenti di scala senza economie di scala. Es.: aumento costodegli input piu che compensa i risparmi in termini fisici.

La presenza di elementi della produzione indivisibili, tale da generarecosti fissi, conduce alle cosiddette economie di impianto (economiesof plant), derivanti dall’aumento della produzione per volumi chesono sotto la capacita produttiva ottima.

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Rendimenti di scala decrescenti

...la possibilita di un utile di monopolio offre un potente incentivo allacontinua e illimitata espansione dell’impresa, la cui forza deve esserebilanciata da una forza egualmente potente che provochi un’efficienzadecrescente in proporzione allo sviluppo dimensionale, se deve esserci unqualche margine di concorrenza.

(Knight, 1933)

Un problema...di cui dobbiamo riconoscere l’esistenza e quello dei limitialla dimensione dell’impresa. Un modo di porlo e questo: perche la grandeimpresa non e in grado di di fare tutto cio che fa la piccola impresa e anchedi piu? Se potesse farlo, i mercati non sarebbero piu necessari.

(Williamson & Bhargava, 1972)

Rendimenti di scala decrescenti dovuti all’esistenza di vincoli cheimpediscono a qualche fattore produttivo di aumentare nelleproporzioni ottimali.

Capacita organizzativa delle imprese ipotizzata limitata: al cresceredella dimensione aumenta lo spreco di risorse collegato a problemiorganizzativi, stante la natura di fattore fisso della funzione direttiva.

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Problema informativo e perdita di controllo

nell’organizzazione gerarchica

C’e una grande quantita di prove che quasi tutte le strutture organizzativetendono a produrre false immagini nei soggetti preposti alle decisioni e che,piu estesa e l’organizzazione, piu e probabile i vertici si muovano in mondidi pura immaginazione. Questa e forse la ragione fondamentale persupporre che, in definitiva, vi siano rendimenti di scala decrescenti.

(Boulding, 1966)

L’espansione dell’organizzazione aumenta i livelli gerarchici e generaproblemi informativi:

riproduzione seriale con perdite/distorsioni concomitanti diinformazioni rilevanti riguardanti:

dati di base che influiscono sulle condizioni operative;direttive impartite.

assumendo pieno impiego iniziale, gestione delle info generate dallenuove parti solo al costo della perdita di dettagli delle precedenti.

Perdita di controllo anche con perfetta consonanza degli obiettivi.Legge del controllo decrescente: piu ampia l’organizzazione, piudebole il controllo del vertice (Tullock, 1965; Downs, 1966).

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Curva dei costi medi di lungo periodo con rendimenti di

scala costanti

q

AC

Long-run AC

AC ′

AC ′′

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Curva dei costi medi di lungo periodo con

economie/diseconomie di scala

q

AC

Long-run AC

AC ′

AC ′′

AC ′′′

AC ′′′′

q∗

Economie di scala Diseconomie di scala

q∗: scala minima efficiente, ovvero piu basso livello di produzione alquale le economie di scala si esauriscono.

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Andamento dei costi e scala minima efficiente nel lungo

periodo

Long-run AC

q∗

Long-run MC

q

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Misurare le economie di scala

Costo medio decrescente (crescente) osservabile solo con costomarginale inferiore (maggiore) al costo medio.

Indice delle economie di scala: rapporto tra costo medio e marginale

S =AC

MC=

C (q)/q

C ′(q)

S > 1: economie di scala;S < 1: diseconomie di scala.

Indice pari all’inverso dell’elasticita di costo rispetto all’output:

ηC =dC (q)

C (q)/dq

q=

dC (q)

dq

q

C (q)=

C ′(q)C(q)q

=1

S

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Ipotesi sul comportamento dell’impresa

Nell’approccio standard, dati i vincoli:tecnologici, rappresentati dalla funzione di produzione;economici, rappresentati dai prezzi di fattori di produzione e output;

l’impresa sceglie:la combinazione di fattori produttivi;il livello di output;

tali da massimizzare i suoi profitti (attesi).Date:

funzione di costo, C(q): funzione che, dati i prezzi degli input,associa ad ogni livello di output il costo minimo che e necessariosostenere per la sua produzione;funzione dei ricavi, R(q): funzione che associa ad ogni livello dioutput i ricavi ottenibili;

l’impresa sceglie il livello di output a cui il profitto (la differenza traricavi e costi) e massimo:

maxq

(

R(q)− C (q))

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Concorrenza perfetta

L’analisi del problema di massimizzazione del profitto risultaparticolarmente semplice in concorrenza perfetta (perfect competition).

Un mercato perfettamente concorrenziale presenta le seguenticaratteristiche distintive:

1 Perfetta omogeneita dei beni/servizi offerti : i beni offerti dalleimprese nel mercato sono identici sotto l’aspetto merceologico efunzionale, e quindi perfetti sostituti ⇒ nessun consumatore edisposto a pagare un prezzo piu alto ad un’impresa per un certobene che puo ottenere da un’altra impresa ad un prezzo piu basso.

2 Numerosita degli agenti economici : nel mercato e presente unnumero elevato di imprese e consumatori, e ciascunoproduce/domanda una quota trascurabile del totale. ⇒

variazioni nella produzione di una singola impresa o nella domanda diun singolo consumatore determinano variazioni trascurabili delprezzo;imprese e consumatori assumono come dato il prezzo di mercato,sono cioe price-taker.

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Concorrenza perfetta

3 Assenza di barriere all’entrata: non esistono barriere di tipoeconomico, legale o tecnologico che impediscono a chiunque lodesideri di entrare nel mercato producendo il tipo di bene/servizioscambiato sul mercato.

4 Informazione perfetta: imprese e consumatori nel mercatoposseggono tutte le informazioni rilevanti per operare le propriescelte in modo consistente con i propri obiettivi.In particolare non vi sono asimmetrie informative.

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Scelta di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

In un mercato perfettamente concorrenziale, l’impresa affronta unacurva di domanda per il suo prodotto perfettamente elastica:al prezzo dato il mercato riesce ad assorbire qualsiasi quantitaofferta dall’impresa.

Il prezzo di mercato (p) e dato e invariante alla quantita offertadall’impresa i (qi ), e la funzione dei ricavi e:

R(qi) = p × qi

Il problema di massimizzazione del profitto diventa:

maxqi

[

p qi − C (qi )]

Condizione necessaria:

p − C ′(q∗i ) = 0 ⇒ p = C ′(q∗i )

L’impresa sceglie di produrre quella quantita in corrispondenza dellaquale il prezzo eguaglia il costo marginale.

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Ipotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Scelta di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

AC

MC

qiq∗i

p

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Ipotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Scelta di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

La quantita offerta dall’impresa (q∗i ) e funzione monotona:

non decrescente del prezzo del prodotto ⇒ all’aumentare del prezzodel prodotto la quantita offerta cresce, o al limite rimane costante;non crescente dei costi variabili ⇒ all’aumentare dei costi variabili laquantita offerta decresce, o al limite rimane costante.

Profitto generato dall’impresa nel livello di produzione ottimale q∗i :

p q∗i − C (q∗i ) = q∗i

(

p −C (q∗i )

q∗i

)

= q∗i (p − AC (q∗i ))

ovvero profitto unitario – pari alla differenza tra prezzo e costi meditotali, valutati in q∗i – per il numero di unita prodotte.

La regola di espandere la produzione fino a quando il prezzo emaggiore dei costi marginali garantisce:

la massimizzazione del profitto, se p > AC(q∗

i );la minimizzazione delle perdite, se p < AC(q∗

i ).

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Ipotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Scelta di produzione nella fabbrica di bottiglie di vetro

Nell’esempio della fabbrica di bottiglie di vetro, quando il prezzo e:(a) 0,7 e per bottiglia, l’impresa:

sceglie di produrre 350 bottiglie, impiegando 5 lavoratori;realizzando un profitto pari a: (0, 7− 0, 6) × 350 = 35 e al giorno.

(b) 0,5 e per bottiglia, l’impresa:

sceglie di produrre 300 bottiglie, impiegando 4 lavoratori;realizzando una perdita (profitto negativo) pari a:(0, 5− 0, 6)× 300 = −30 e al giorno.

Nel caso (b), poiche nel breve periodo l’impresa deve comunquesostenere costi fissi pari a 50 e al giorno, all’impresa convienecomunque produrre per ridurre le perdite.

Nel breve periodo l’impresa decide di fermare la produzione soloquando il prezzo scende sotto il minimo dei costi variabili medi(nell’esempio delle bottiglie di vetro, pari a 0,433).

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Ipotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Chiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Nel breve periodo, l’impresa chiude solo quando il prezzo scende aldi sotto del minimo dei costi medi variabili:

Condizione di chiusura di breve periodo (short run shutdown

condition):p < min(AVC)

Punto di chiusura di breve periodo (short run shutdown): minimo deicosti medi variabili.

Nel lungo periodo, l’impresa esce dal mercato solo se il prezzo scendeal di sotto del minimo dei costi medi totali di lungo periodo (LAC ):

Condizione di uscita dal mercato (long run exit condition):

p < min(LAC)

Punto di uscita dal mercato (long run exit): minimo dei costi meditotali di lungo periodo.

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Ipotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Offerta e chiusura dell’impresa nel breve periodo

AC

MC

q

AFC

AVC

p

q∗

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Ipotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Profitto nel breve periodo

AC

MC

qi

AFC

AVC

p

q∗i

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Ipotesi sul comportamento dell’impresaConcorrenza perfettaMassimizzazione del profitto e scelta di produzione dell’impresaChiusura dell’impresa e uscita dal mercato

Offerta e uscita dal mercato nel lungo periodo

LAC

LMC

qiq∗i

p

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Curva di offerta di breve periodo e lungo periodo dell’impresaCurva di offerta di mercatoDeterminanti dell’offertaSurplus del produttore

Curva di offerta di breve periodo e lungo periodo

dell’impresa

La curva di offerta di breve periodo dell’impresa:

coincide con il tratto della sua curva di costo marginale di breveperiodo (MC) al di sopra della curva del costo medio variabile (AVC);e sempre inclinata positivamente per la legge dei rendimentidecrescenti dei fattori.

La curva di offerta di lungo periodo dell’impresa:

coincide con il tratto della sua curva di costo marginale di lungoperiodo (LMC) al di sopra della o lungo la curva del costo mediototale di lungo periodo (LAC);e inclinata positivamente solo laddove le diseconomie di scalaprevalgono sulle economie di scala;e perfettamente orizzontale in caso di rendimenti di scala costanti.

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Impresa, funzione di produzione e struttura dei costi di produzioneScelte di produzione dell’impresa in concorrenza perfetta

Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Curva di offerta di breve periodo e lungo periodo dell’impresaCurva di offerta di mercatoDeterminanti dell’offertaSurplus del produttore

Curva di offerta di mercatoLa curva di offerta di mercato e data dalla somma orizzontale dellecurve di offerta delle singole imprese, essendo la somma di tutte lequantita offerte dalle imprese al prezzo corrispondente:

Qs(p) =∑

i

qsi (p)

Q s : quantita complessivamente offerta sul mercato del bene;p : prezzo del bene;qsi : quantita offerta del bene da parte dell’impresa i .

0 3 6 9 12 15 18 210

10

20

30

40

50

60

70

80

q1

p

0 3 6 9 12 15 18 210

10

20

30

40

50

60

70

80

p

q2

0 3 6 9 12 15 18 210

10

20

30

40

50

60

70

80

p

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Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Curva di offerta di breve periodo e lungo periodo dell’impresaCurva di offerta di mercatoDeterminanti dell’offertaSurplus del produttore

Determinanti dell’offerta

Tecnologia: la curva di offerta si sposta verso destra al diffondersidel progresso tecnologico, che sposta verso l’esterno la frontiera.

Prezzi degli input: l’aumento (diminuzione) dei prezzi degli inputsposta verso sinistra (destra) la curva di offerta.

Numero dei fornitori : l’aumento del numero di fornitori tende aspostare verso destra la curva di offerta.

Aspettative: le aspettative sui movimenti futuri dei prezzi incidonosulla quantita di prodotto che i venditori immettono sul mercato.Es. Aspettative di diminuzioni future del prezzo del prodottopossono aumentare l’offerta attuale a prezzo dato, spostando lacurva di offerta verso destra.

Variazioni dei prezzi degli altri prodotti : aumenti dei prezzi diprodotti potenzialmente producibili da parte dei produttori del benepossono incentivare tali produttori a modificare la produzionespostando verso sinistra la curva di offerta del bene.

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Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Curva di offerta di breve periodo e lungo periodo dell’impresaCurva di offerta di mercatoDeterminanti dell’offertaSurplus del produttore

Surplus del produttore

Surplus del produttore (Producer surplus)

Differenza fra il prezzo di riserva del produttore per il prodotto, pari ingenerale al costo marginale, e il prezzo effettivamente corrisposto.

Per ogni livello di prezzo, il surplus totale del produttore e datodall’area ricompresa tra:

la curva di offerta, che per ogni data quantita individua il prezzo diriserva del produttore (la disponibilita ad accettare);la retta di prezzo, che misura il prezzo effettivamente corrisposto alproduttore per l’unita.

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Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Curva di offerta di breve periodo e lungo periodo dell’impresaCurva di offerta di mercatoDeterminanti dell’offertaSurplus del produttore

Surplus del produttore

Q

p

Q∗

p∗

D

S

pmin

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Curva di offerta dell’impresa e di mercato

Curva di offerta di breve periodo e lungo periodo dell’impresaCurva di offerta di mercatoDeterminanti dell’offertaSurplus del produttore

Esempio di calcolo del surplus del produttore

Curva di offerta:

Q = max

(

0,−20 +2

3p

)

Prezzo minimo: pmin = 30;

Prezzo di mercato: p∗ = 60 ;

Quantita di equilibrio:

Q∗ = −20 +2

3p∗ = −20 +

2

360 = 20

Il surplus, dato dall’area del triangolo compreso tra la curva diofferta e la retta di prezzo, risulta pari a:

(p∗ − pmin)Q∗

2=

(60− 30)× 20

2= 300

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