Durante l’inaugurazione dell’Hotel Fontanella, a Moschetta, ha · 2017. 7. 28. · Nel tardo...

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DOMENICA02 LUGLIO 3www.larivieraonline.com CONTROCOPERTINA

JACOPO GIUCA

Nel tardo pomeriggio di sabato 24 giu-gno è stato inaugurato, a Moschetta, ilFontanella Hotel, una struttura ricetti-va che, adiacente al MuseoArcheologico Nazionale e al ParcoArcheologico di Locri, si presentacome un nuovo punto di riferimentoper coloro che desiderano trascorrerele vacanze nel nostro bellissimo com-prensorio. All’evento erano presentinon solo molte autorità, tra cui il sin-daco di Locri Giovanni Calabrese, ilcapogruppo PD in consiglio regionaleSebi Romeo e il vicepresidente dellaRegione Calabria Antonio Viscomi,ma anche una nutrita folla di cittadini.Proprio prendendo spunto dalla follaradunata dinanzi all’ingresso dell’al-bergo, Viscomi ha preso la paroladicendosi felice di essere padrino del-l’evento.«Sono felice non solo l’inaugurazionedella struttura - ha affermato il vice-presidente della Regione - ma perchévedo nella folla accorsa questa sera ungrande senso di una comunità».Come già affermato in altri discorsiistituzioni, Viscomi ha ribadito anchein questa occasione che il problemadella nostra regione e l’assenza disenso di comunità, motivo per il qualela buona riuscita dell’inaugurazione,

ha affermato, l’ha reso felice per tremotivi.«Anzittutto - ha affermato Viscomi -perché, in qualità di figlio di un fale-gname capisco cosa implichi realizza-re qualcosa per libera iniziativa priva-ta. Nella nostra Regione, infatti, nonsono le istituzioni, le leggi o i sussidi acreare occupazione, ma l’impresa. Perquesta ragione la capacità di fareimpresa non significa imparare a fareuna cosa qualunque, ma essere pre-senti sul territorio e niente può farlomeglio di questo albergo. La strutturaricettiva, infatti, è in grado di unirenatura e cultura, le due cose che cihanno diviso tra noi e con il resto delmondo per decenni e che dobbiamorecuperare per poter ritrovare questaunità perduta.«Il secondo motivo che mi rende feli-ce è vedere concretizzati in mattonesoldi pubblici, cosa che nella nostraRegione spesso non capita facendomialzare dal letto quasi tutte le mattinecon l’impressione che ogni sforzo percambiare le cose sia vano.«Terzo motivo di felicità, il più impor-tante, è la consapevolezza che la nutri-ta presenza di oggi è il primo passoverso il raggiungimento di un obiettivoimportante: riscoprire la nostra iden-tità. Moschetta è una frazione di circa1.000 abitanti, perfetto esempio che di

come il nostro territorio non sia com-posto da città con un centro storico euna periferia, ma un sistema policen-trico nel quale è necessario riscoprirequali elementi della nostra identità edella nostra cultura possiamo offrire almondo come elementi innovativi, bellie significativi. In Regione si fannospesso riunioni che elencano le nostrebellezze, ma raramente riusciamo afar emergere come catturare le perso-ne. In qualunque libro di economia c’èscritto che la sana competizione nonavviene mai tra due imprese, ma tra iterritori, affermazione che implica lanecessità di cambiare logica nel nostroagire.«Ahimè ognuno di noi pensa di avereragione su ogni cosa, di essere al cen-tro del mondo, di essere indispensabi-le all’esistenza, ma non è così.Dobbiamo cominciare a fare gioco disquadra, lavorare insieme sulle cose.La Locride è un territorio magnifico,ma da un punto di vista urbanisticonon saprei distinguere dove si trovi ilconfine tra Locri e Siderno, Gerace eAntonimina. Come si può allora con-tinuare a lavorare facendo questogenere di distinzioni burocratiche eamministrative? Quello su cui dobbia-mo iniziare a ragionare è come ristrut-turare il sistema amministrativo perpromuovere il territorio e la sua cre-

scita. In Calabria ci sono 409 comuni,anzi 405, perché alcuni centri dellaPresila hanno deciso di unirsi,Rossano e Corigliano voteranno afine anno per conseguire lo stessoobiettivo e tanti altri stanno pensandoa come sistemare l’assetto ammini-strativo per competere in un contestodi globalità complessa. Dobbiamoragionare su come realizzare la strut-tura amministrativa in grado di farcicompetere veramente sul mercato,nella consapevolezza che essa è l’unio-ne, che la forma di imprenditorialità ingrado di farci risollevare la testa e larete e quella culturale è che siamocomunità.«La vostra dimostrazione di esserecomunità questa sera è un punto dipartenza - ha affermato in conclusioneil vicepresidente della Regione - Uso iltermine “comunità”, ma se fossi uneconomista direi “capitale sociale”,l’unico in grado di far funzionare lecose. Essere una comunità significapercepire il successo di questo albergonon come il successo di una famigliama di tutti, così come la sconfitta nondeve essere percepita come quella delsingolo ma come quella di tutta lacomunità.«Riuscendo a essere comunità faremoun primo passo per cambiare davverole sorti di questa Regione».

Durante l’inaugurazione dell’Hotel Fontanella, a Moschetta, hapreso la parola il vicepresidente della Regione Calabria Antonio

Viscomi, come sempre molto incisivo nei propri interventi. Il suo discorso,infatti, non si è semplicemente concentrato sul successo della famiglia Simone,che ha aperto la bellissima struttura, ma sul senso di comunità che ha spintotanta gente a partecipare alla giornata di festa, e che potrà e anzi dovràessere alla base della rinascita della nostra Regione.

Viscomi ha affermatodi partecipare

con felicitàall’inaugurazione per

tre motivi: perchél’Hotel Fontanella

crea occupazione, èla concretizzazionedi fondi pubblici e il

primo passo verso lariscoperta dellanostra identità.

Viscomi«Il senso di Comunitàsalverà la Locride»

società

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A partire dai riferimenti all’unitarietà della ‘ndranghe-ta individuati nelle sentenze che ormai fanno parte delnotorio giudiziario, da quella del 1970 sul summit diMontalto alle sentenze delle operazioni denominate“Bellu Lavuru” ed “Armonia” sino alle sentenze“Olimpia”, ai più recenti approdi raggiunti con ilmaxiprocesso “Il Crimine”, si sottolinea come, nono-stante la stabilità della suddivisione orizzontale dellefamiglie di ‘ndrangheta, i vertici di tale struttura cellu-lare hanno progressivamente riconosciuto l’esigenzadi regolamentazione dei rapporti reciproci e di coor-dinamento dei rispettivi interessi, facendo ricorso,dapprima, a strutture temporanee quali la convoca-zione di tribunali di mafia, “summit”, convocazionirituali dei vertici delle cellule ‘ndranghetiste, e via viapreso atto della indispensabilità della creazione diorganismi stabili costituiti da cerchie ristrette di coor-dinamento e di indirizzo per superiori esigenze dicoordinamento e regolamentazione.Le indagini che hanno portato ai procedimenti“Olimpia” hanno individuato una ’ndrangheta qualestruttura organizzata in maniera frazionata ed auto-noma, con una configurazione c.d. “ad alveare”, in cuiciascuna cosca o locale era sovrana sul suo territorio estringeva con le altre, alleanze che non indebolivano,ma anzi consacravano l’indipendenza di ciascun orga-nismo criminale, in assenza di una struttura sovra-ordinata chiamata a gestire unitariamente gli interessidell’associazione complessivamente intesa.Ma gli esiti dei più recenti, principali procedimentiavviati dai magistrati inquirenti reggini, hanno portatoad una “decisa rivisitazione” di quelle conclusioni e,quindi, dei criteri e parametri probatori con cui con-frontarsi.hanno consentito di approfondire in maniera esausti-va “la questione fondamentale dell’unitarietà dell’or-ganizzazione” (cfr. relazione n. 2/10, redatta il23.2.2010 dalla Suprema Corte di Cassazione a com-mento del d.l. n. 4/2010) e di affermare con certezzaquello che si era solo intuito nelle sentenze pronuncia-te negli anni passati: la ndrangheta è un’organizzazio-ne unitaria, divisa in tre distinti mandamenti (tirreni-co, di Reggio Centro e jonico), facenti capo ad unorganismo di vertice, denominato la “Provincia”, cheha il compito di coordinare l’attività dei vari locali e didirimerne le controversie. Le “cariche della Provincia” (Capo-Crimine, Capo-Società, Contabile, Mastro Generale, Mastro diGiornata) hanno durata temporanea e vengono con-ferite a vari esponenti appartenenti ai tre mandamen-ti nel mese di Settembre, in occasione della festa perla Madonna di Polsi. L’organo collegiale di vertice dell’associazione deno-minata ‘ndrangheta (“la Provincia”) coordina nonsolo l’attività dei locali operanti in Calabria, ma anchequella delle articolazioni territoriali che hanno sede inaltre regioni italiane o addirittura all’estero.Dal territorio calabrese, la ‘ndrangheta si è da tempoproiettata verso i mercati del centro-Nord Italia, versol’Europa, il Nord America, il Canada, l’Australia.L’infiltrazione e la penetrazione in questi mercati hacomportato la stabilizzazione della presenza di strut-ture ‘ndranghetiste in continuo contatto ed in rappor-to di sostanziale dipendenza con la casa madre reggi-na. L’efficacia della ricostruzione operata nell’ambitodelle operazioni Crimine e Infinito al fine di descrive-re la ndrangheta quale organizzazione unitaria egerarchica, e dunque caratterizzata da un processoevolutivo di tipo piramidale, è stata riconosciuta danumerosi provvedimenti cautelari e sentenze, alcunedelle quali già definitive.

GIUDIZIARIA

L’evoluzionedella

’ndranghetada

“alveare” a“piramidale”

Estate nella Locride

Chi ha avuto modo di passeggiaresulle vie del centro storico di ReggioCalabria ha potuto, sin da subito,notare un armonioso ordine e unapulizia, tutto sommato, al di sopradegli standard degli ultimi anni. Lequadrate viuzze del centro storicoreggino compongono un quadrettoda vera città turistica, con il giustomix tra verde, spazi aperti e viabilità.La mano dell’ultima amministrazio-ne, in tal senso, è tangibile e negarel’evidenza sarebbe sintomo di un’in-giustificata quanto insondabile pre-sunzione. Ma Reggio non è solo il centro sto-rico, Reggio non è solo il suo splen-dido lungomare, Reggio non è solole millenarie chiese incastonate nelliberty anni ’10. Reggio è anche – esoprattutto – la più grande cittàdella Calabria, con una conurbazio-ne che nulla ha da invidiare, in quan-to a grandezza, alle grandi metropo-li italiane. La “Grande Reggio”,nella visione urbanistica dei primianni ’20, si estende da Catona, quar-tiere limitrofo al comune di VillaSan Giovanni, fino a Bocale,coprendo un’immensa area, com-presi i borghi aspromontani, di 239km quadrati. Al di là dei confini del

centro bello e gentile, c’è una perife-ria brutta e cattiva, una periferiafatta di discariche a cielo aperto,strade dissestate, degrado generalee, soprattutto, una reiterata inciviltàdi una pigra cittadinanza. Dai pressidi Santa Caterina, percorrendo ilviale Europa, l’area circostantel’Ospedale Morelli, la zona del vialeAldo Moro, della zona industriale diVia Padova, fino alle adiacenzedell’Aeroporto Tito Minniti, il qua-dro che emerge è un quadro didegrado esagerato, un disordine cherende la periferia reggina come laseconda faccia di una città che, neisuoi centrali confini, appare lussu-reggiante. Ancora una volta, paretrionfi la politica efficiente solo lad-dove serva, oppure solo laddovealtri possano vedere, perché il turi-smo, per dire, non arriva certamen-te nel quartiere Gebbione. Tra unabuca nell’asfalto e una pubblica illu-minazione spenta, è possibile imbat-tersi in piccole discariche – comequella che si vede in foto –, le qualiaumentano giorno dopo giorno seb-bene le nuove politiche comunali dismaltimento rifiuti, all’avanguardiasì, ma con qualche limite, evidente-mente. La Reggio periferica si pre-

senta come una creatura anarchica,diversa dalla Reggio che vediamo apochi passi dal Museo ArcheologicoNazionale. La Reggio della periferiaè stata sedotta, riempita di doni incampagna elettorale, per poi essereabbandonata al suo mesto destino.La politica degli ultimi tre anni haindubbiamente, seppur con qualchelimite, smosso uno stallo che andavaavanti da anni, tuttavia pecca ancoranella cura del fondamentale, nellacura della qualità della vita dei suoicittadini. Vedere nutriti quartieriperiferici della città affogare nellaspazzatura, nel degrado urbanistico,è segno che qualcosa di più puòessere fatta, perché se è vero che unlibro si giudica dalla copertina, èanche vero che, leggendolo, ci siaccorga facilmente quanto questopossa essere sgradevole. Basta met-ter il naso al di là delle due fiumarecittadine, per capirlo. Non tutti, aReggio Calabria, sono tipi da coper-tina. L’apparenza è bella se è l’anti-camera di un progetto serio e com-pleto. L’apparenza fine a se stessa èsolo l’anticamera del fallimento.

Antonio Cormaci

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Non tutta Reggioè da copertina

Il CST a confronto con isindaci per ilCalendario Unicodegli eventi

Al di là dei confinidel centro bello e

gentile, c’è unaperiferia brutta e

cattiva, unaperiferia fatta didiscariche a cielo

aperto, stradedissestate, degrado

generale e,soprattutto, una

reiterata inciviltàdi una pigra

cittadinanza.

Mercoledì pomeriggio, al Porto delle Grazie, il Centro Servizi Turistici, presiedu-to da Annamaria Crupi, ha incontrato il Comitato dei Sindaci della Locride persensibilizzare i primi cittadini sulla necessità di presentare ai turisti un territoriopulito e ordinato e organizzare il sempre più necessario Calendario Unico delleManifestazioni dell’estate locridea.Durante l’incontro gli assessori al turismo, i presidenti delle Pro Loco e i rappre-sentanti delle organizzazioni turistico-culturali sono stati invitati dal Presidentedel consorzio Pro Loco Agostino Santacroce a comunicare le date dei principalieventi di ogni paese per evitare il loro accavallamento.Il Presidente di Jonica Holiday Maurizio Baggetta ha sottolineato la necessità di

dare seguito alla campagna pubblicitaria che il Paese ha fatto all’estero per incre-mentare gli introiti turistici presentando strutture ricettive consone agli standardeuropei, mentre il Presidente dell’Assocomuni Rosario Rocca ha sottolineatol’importanza della coesione tra amministrazioni e operatori turistici per affronta-re le principali problematiche che affliggono oggi il settore nel nostro compren-sorio. Per raggiungere questo obiettivo con maggiore semplicità, Rocca ha invita-to i colleghi a utilizzare al meglio il Tavolo permanente di confronto già attivo aLocri, mentre l’Amministratore Unico del Porto delle Grazie Giorgio Sotira si èdetto disponibile ad aderire a qualunque proposta possa migliorare l’offerta turi-stica comprensoriale.

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EMERGENZA AMBIENTALE

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Ne ho sentite e lette tante questa set-timana. E buona parte avrei volutonon sentirle, nè leggerle, nè pensa-re che siano state anche solo lonta-namente pensate. Dobbiamo crea-re le condizioni ideali affinchè par-tecipare a una manifestazione perla difesa della salute, dell’ambientee del futuro:

a) non ci provochi bruschi abbassamenti di pressio-ne per via dell’ora calda in cui è stata programmata; b) sia abbastanza “allettante” da rinunciare a infra-dito, mare e sole per due ore al massimo;c) non significhi dimenticare che dietro vi sianodelle verità non dette che nascondano responsabiliintoccabili che in tempi sospetti vennero protetti daqualcuno;d) non sia una mossa strategica della politica permettere in ombra problemi ben più gravi.Scendere in piazza semplicemente per salvarsi nonbasta. Non è sufficientemente valido. Bisogna fareopera di persuasione perchè c’è chi non è sensibile aqueste tematiche. E poi, altra incombenza imprescindibile, bisognacapire su chi puntare il dito. Stanare i colpevoli. Cosìfacendo si dà solo l’opportunità a questioni cosmeti-che di gettare fumo su quelle cosmiche. È così cheagisce il fanatismo anticonformista cieco e ad oltran-za. Che va isolato, tenuto alla larga. Anche perchèarriva tardi: lo sapevamo già che ci sono responsabi-li rimasti nell’ombra e senza aver bisogno di dircelo.Le briciole di chi ha mangiato a discapito della salu-te dei cittadini sono lì palesemente colpevoli. Ci èsembrato ridicolo gridare la crociata addosso a qual-cuno, rimettendo per l’ennesima volta sottosopra lecarte per qualcosa che si è già consumato, che è unaripetizione all’infinito e senza soluzione. Effimera,identica, monotona e per cui è già stato perso trop-po tempo e con cui non si è riuscito a fare tropporumore: l’acqua della doccia ha spruzzato lo spec-chio, la saponetta ha colpito il bordo del lavabo maalla fine ha concluso il suo atterraggio su un tappetodi gomma. Se la politica locale sta mettendo in atto una strate-

gia per distrarre da altro, poco importa adesso.Intanto sfruttiamo l’occasione, ora che ce l’abbiamodalla nostra parte; dopo provvederemo a smasche-rarla, se ci sarà da smascherare, e a risolvere gli altriproblemi, se ci sarà da risolverli.Rivangando il passato non si vince nè battaglia, nèguerra. Quello su cui bisogna concentrarsi adesso èche - come riportato nella relazione dell’ASP diReggio Calabria (non da giornalisti allarmisti e incerca di visibilità) in seguito al sopralluogo ispettivoigienico sanitario - ci sono delle sostanze pericolosecontenute in dei fusti completamente deterioratiche, se malauguratamente finissero intrappolate trale fiamme che potrebbe divampare all’improvviso,vista la presenza di sterpaglie nell’area e le alte tem-perature estive, provocherebbero ingenti danni persalute e ambiente. Dalle analisi chimiche è emersoche le sostanze contenute nei fusti appartengonoalla categoria degli intermedi organici per l’industriafarmaceutica: sono altamente tossiche e presentanocaratteristiche di forte emanazione di gas nocivi(nella tabella A vengono riportate le sostanzeinfiammabili riscontrate, mentre nella tabella B lesostanze cancerogene). A questo bisogna aggiunge-re che il capannone e la tettoia dove sono stoccati ifusti hanno una copertura in eternit in completostato di abbandono, e nel piazzale esterno c’è unalasagna multistrato di cemento-amianto. La bonificadell’intera area necessita l’utilizzo di metodiche par-ticolari e mezzi tecnici adeguati, primo tra tutti unoscrubber con camera depressurizzata in grado diaspirare, durante le fasi della movimentazione deicontenitori, tutti i gas che eventualmente dovesserofuoriuscire. Il costo stimato per la bonifica si aggiraintorno a un milione di euro. Se il 18 luglio rinunce-remo a infradito e polemiche e scenderemo in piaz-za semplicemente per salvarci, dai piani alti potreb-bero avvertire lo “scruscio” e autorizzare in tempirapidi la bonifica. Serve una scarica adrenalinica diindignazione contro l’assalto al paesaggio e alla salu-te.La politica, parte della cittadinanza e il giornalismoche quando avrebbero dovuto non denunciaronohanno fallito, questo lo sappiamo e lo risappiamo.Adesso dovremmo fare in modo di non fallire anchenoi.

Ex Bp Vietato fallire

Tabella A. Sostanze Infiammabili

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www.larivieraonline.com EMERGENZA AMBIENTALE DOMENICA02 LUGLIO 07

Ex Bp Vietato fallire

Siderno: L’8 luglio tutti in piazza per disinnescare una “bomba ecologica”

Il conto alla rovescia è iniziato. L’8 luglio Siderno scenderà in piazza persalvarsi. Istituzioni, associazioni, comitati, movimenti, partiti e stampa non man-cheranno alla manifestazione indetta dal sindaco di Siderno Pietro Fuda. Ma è di estrema importanza che l’intera comunità della Locride manife-sti al loro fianco in difesa della propria salute e del proprio futuro. L’area della ex BP di Siderno nasconde una “bomba ecologica” che vadisinnescata al più presto: 900 tonnellate di prodotti chimici si stannorapidamente disperdendo con enorme danno per l’ambiente e per la salu-te dei cittadini. Tutti abbiamo diritto a un ambiente salubre e alla tutela della salute. La grande preoccupazione tra le famiglie per la presenza di patologietumorali che si registra nel nostro territorio non può lasciarci indifferen-

ti. Tutti dobbiamo essere attori consapevoli della vita e del futuro deinostri parenti e concittadini. È necessario che questo inferno venga rimosso al più presto! Vogliamo che la Regione Calabria, il Ministero dell’Ambiente e ilMinistero della Salute intervengano e assumano i dovuti provvedimentiper la bonifica immediata dei siti inquinati. Ma affinché le nostre richieste vengano ascoltate e accolte serve la vocedi tutti. Il corteo “Siderno salvati!” partirà alle ore 11:00 da Piazza Municipio e sidirigerà verso Piazza Portosalvo dove seguiranno interventi che illustre-ranno in breve i pericoli che i cittadini di Siderno e della Locride devonoassolutamente scongiurare.

Tabella b.Sostanze cancerogene

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DOMENICA02 LUGLIO 08www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

Henry John Woodcock, il magistratonapoletano indagato per violazione disegreto d’ufficio dopo che aveva sma-scherato il Giglio magico dell’ex pre-mier Matteo Renzi durante l’inchiestaConsip dal penalista Bruno Larosa, tra ipiù importanti del foro napoletano.Larosa, nato a Locri da una famiglia ori-ginaria di Antonimina, è figlio di uno sti-mato veterinario oggi purtroppo scom-parso, mentre la mamma vive ancoranella Locride. Quello di Larosa non èun nome qualunque nell'ambiente: èstato allievo di Franco Coppi, già avvo-cato dell'ex premier Silvio Berlusconi eora difensore di Luca Lotti, ministro perlo Sport, in un altro filone dell'inchiestaConsip, quello sulla fuga di notizie e,insieme al suo maestro ha difeso ancheMarco Milanese, ex braccio destro diGiulio Tremonti, nel processo del Mosedi Venezia.

InchiestaConsip: è di Locri l’avvocatodifensore diWoodcock

Da Casignanaa Sarabanda:

Zizìvince il

programma di Enrico Papi

talenti

Riparte la sfidaMaracujia - Le Club

e l’estate si fasubito bollente

Esplode l’estate e, come di consueto, si rinnova lo scontro traMaracuja e Le Club. Questa volta la contesa è partita sui socialnetwork e ha visto protagonisti Mario Spataro Francesco Barbaro.Alla gioia del primo per il raggiungimento dei 2.000 “Mi piace” sullapagina Facebook del Maracujia, infatti, Barbaro ha risposto giovedìcon una diretta Instagram (che scompare dopo 24 ore) nella qualefaceva i complimenti allo staff del locale di Caulonia ma, sottoli-neando di essere stato parte di quello staff fino a pochi mesi fa,ricorda che parte del merito di questo successo è da ascrivere anchea lui. A suo volta Spataro ha risposto con due brevi diretteInstagram, nelle quali, lanciando gli hashtag #lafamiglianonsiinfa-ma e #cicciobtornaconnoi, ha ribadito scherzosamente di non spu-tare nel piatto in cui ha mangiato fino a poco fa e, sottolineando chemanca a tutti i suoi ex colleghi, lo ha invitato a tornare con loro.

Fabrizio Micò, speaker radiofonico origi-nario di Casignana, vince Sarabanda 2017,a Zizi la coppa dello show di Enrico Papi.L'operazione nostalgia di Sarabanda 2017si è conclusa dopo tre puntate, in un'acce-sa finale che ha visto la vittoria di FabrizioMicò, detto Zizi. I finalisti delle due prece-denti serate, Luca Diomedi e Micò, si sonoscontrati con il vincitore di questa puntata,il mitico Coccinella. A sorpresa, quest'ulti-mo è stato eliminato e il 7X30 finale havisto scontrarsi i due sfidanti della nuovaedizione.Nel 7X30 finale, abbiamo vistoLuca/Shazam e Fabrizio/Zizi, che già ave-vano dimostrato le loro doti vincendo leprime due puntate. Lo scontro è stato alcardiopalma, con tutte e sette le risposteindovinate dai due campioni. La coppia siè infine sfidata allo spareggione, con cin-que brani a testa. Alla fine, a ricevere lacoppa è stato Zizi: "Questa è una rivincita,voglio dire ai ragazzi a casa: non arrende-tevi mai".A lui l’abbraccio di tutta la comunità locri-dea e i complimento del sindaco diCasignana Vito Antonio Crinò.

Ha visto baci di giovani innamorati, ha assistito ai loro liti-gi, alle loro promesse. La pensilina dell'Hotel Miramare èil simbolo della movida di Marina di Gioiosa e non solo.Lunedì scorso il responsabile del settore Tuteladell'Ambiente e del Territorio del Comune di Marina diGioiosa ha ordinato la sua demolizione, entro 90 giorni.L'immobile, infatti, occuperebbe abusivamente un'areademaniale marittima di 439 mq. In particolare, si fa riferi-mento all'area di 70 mq, oggi destinata a deposito, a dueelevazioni, un tempo ricevitoria e gioco del lotto; all'areadi 121 mq a due elevazioni attualmente destinata a bar;all'area di 240 mq di un fabbricato sopraelevato alla sotto-stante strada del lungomare destinato a pista da ballo esala ristorante; all'area di 8 mq consistente in un'appendi-

ce alla suddetta struttura sopraelevata. L'ordinanza arrivadopo alcuni accertamenti della Guardia Costiera diSiderno, che ha stabilito l'assenza di concessioni demania-li per l'occupazione delle aree suddette. Una vertigine. Una brusca realtà per i gioiosani. In quellaterrazza sul mare, una balera sotto le stelle almeno fino aiprimi anni '80, hanno fatto tappa artisti del calibro diMina, Rita Pavone, Caterina Caselli, Little Tony, MinoReitano e tantissime coppie hanno brindato al giorno piùbello della loro vita. Era il locale "in" di quella che è statala Bella Epoque di Marina di Gioiosa: nei mitici anniSettanta ha visto i giovani della Locride scatenarsi al ritmodegli indimenticabili twist e rock and roll. Erano quelli glianni del boom della musica leggera, nazionale o di impor-

tazione, con brani che segnavano lo scorrere delle stagio-ni con la classica canzone invernale legata al Festival diSanremo e con i successi estivi che uscivano dal"Cantagiro" o da "Un disco per l'estate". Il Miramare diMarina di Gioiosa non mancò a quel fiorire di balli cheiniziarono a tenere banco nelle classiche feste in alterna-tiva al ballo del mattone. Il Miramare era la tappa obbli-gata del divertimento da Catanzaro a Reggio Calabria.Negli anni '80 perse parte della sua magia quando si deci-se di coprire la suggestiva terrazza sul mare così da rende-re possibili le feste anche nelle serate di pioggia. Ma nono-stante quell'antiestetico intervento il Miramare ha conti-nuato ad essere parte integrante dello skyline di Marina diGioiosa e a segnarne la storia.

A Marina di Gioiosavogliono abbattereun pezzo di storia

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DOMENICA02 LUGLIO 10www.larivieraonline.com ATTUALITÀ

JACOPO GIUCA

Ivertici dell’Assocomuni lo avevanoannunciato non nascondendo la spe-ranza che potesse rivelarsi risolutivo,invece l’incontro tra sindaci dellaLocride e il Direttore Generaledell’ASP di Reggio CalabriaGiacomino Brancati si è rivelato unconflitto in grado di far saltare più diuna coronaria. Oggetto del contende-

re, anzitutto, l’atteggiamento tenuto daBrancati, che si è presentato con un’ora diritardo a un appuntamento che era stato pro-grammato con largo anticipo per le 17, quindile sue dichiarazioni così generiche da risultarequasi inappropriate. Dribblando del tutto l’ar-gomento del giorno (le criticità dell’Ospedaledi Locri) il DG si è soffermato solo sul suo dif-ficile compito di riportare alla normalitàun’ASP che, stando alle dichiarazioni rilascia-

te, negli anni ha costituito un vero e proprio“buco nero” per la sanità calabrese, e si sareb-be addirittura offeso quando il segretario pro-vinciale della UIL, Nuccio Azzarà, gli ha fattonotare di non aver compreso quali interventiha deciso di approntare per salvaguardare lasalute dei locridei.Ultimo ad arrivare, Brancati avrebbe volutoessere il primo ad andarsene tra lo strepito e ifischi di una folla accorsa nella Sala Consigliodel Comune di Locri per ascoltare parole disperanza ma, in ultima analisi, insultata dalmanager (“Se non mi avete capito si vede cheil livello è questo”).Solo l’insorgere del sindaco padrone di casaGiovanni Calabrese, poi tacciato di essere il“cialtrone che ha organizzato questa imbosca-ta”, ha impedito al commissario di levare letende dando a Seby Romeo e a un piccologruppo di sindaci l’assist per convincerlo arimanere. A partire da quel momento, a ren-

dere pan per focaccia al DG ci ha pensato ilvescovo Francesco Oliva che, dopo aver espli-citato come le dichiarazioni di Brancati nonfossero state in alcun modo esaustive, gli hafatto capire di considerarlo niente più di untramite per consegnare la richiesta d’aiuto deicittadini a chi di dovere, pregandolo al contem-po di mettere da parte le diatribe istituzionalinell’interesse del popolo, giustamente delusodal trattamento che gli viene riservato.All’esito del match, i primi cittadini hanno sta-bilito in piena autonomia di recarsi inPrefettura a Reggio Calabria il prossimo 4luglio per invocare a gran voce la riattivazionedel Tavolo Tecnico Sanità Locride, rimarcandoanch’essi l’inutilità della presenza in aula diBrancati.Resta il fatto che, dal confronto, ne siamo usci-ti “cornuti e bastonati”, considerato che non

solo Giacomino si è permesso di non darerisposta a esigenze che dovrebbero esseregarantite dall’articolo 32 della CostituzioneItaliana, ma si è addirittura prodigato a sottoli-neare come non ritenesse la platea degna diessere presa in considerazione, prendendo peri fondelli, di fatto, non soltanto i sindaci impe-gnatisi a organizzare l’incontro, ma tutti i resi-denti del comprensorio. Novello Pilato,Brancati si è lavato le mani dei nostri problemilasciando trapelare un insofferente “arrangia-tevi” che ha lasciato così shoccato il presidentedel Comitato dei sindaci Rosario Rocca daimpedirgli di avere una reazione immediatadinanzi allo scontro che stava avendo luogodinanzi ai suoi occhi.Inutile affermare, a questo punto, che faccia-mo nostri gli appelli che Giovanni Calabrese,24 ore dopo lo scontro, ha rivolto a mente fred-da al Ministro della salute Lorenzin e al gover-natore della Calabria Mario Oliverio, ai quali è

stato chiesto rispettivamente il commissaria-mento dell’ospedale (richiesta che condividia-mo non per favore nei confronti del commissa-riamento in sé, che consideriamo sempre dan-noso, ma perché le competenze nella suagestione sono sempre state nebulose) e larimozione dell’immobile Brancati dal proprioincarico.Il succedersi di commissari straordinari senzaobiettivi di medio periodo cui Brancati haimputato le difficoltà dell’ASP Reggina, infat-ti, si conferma anche con la sua presenza, ren-dendo l’immobilismo sanitario del nostro com-prensorio una questione più politica che socia-le. Nonostante anni di battaglie, manifestazio-ni, tavoli tecnici e interventi urgenti per ripor-tare la situazione alla normalità, siamo ancoraal punto di partenza e il funzionamento di unservizio che dovrebbe essere considerato

essenziale e per il quale la cittadinanza onestacontinua a pagare le tasse, viene ciclicamenteaffidato a persone che danno l’impressioneche il settore sia solo una gallina dalle uovad’oro per la quale vale la pena lucrare sulla vitadi gente “il cui livello è questo”. Per tali ragio-ni ci troviamo in accordo con la nota stampadiffusa giovedì dal Segretario Territoriale diFSI Emanuela Barbuto solo in minima parte:se è infatti vero che la politica (quella regiona-le e nazionale) si sarebbe dovuta muovere piùtempestivamente per salvaguardare il dirittoalla salute, non ci troviamo d’accordo nel defi-nire l’attacco a Brancati strumentale, conside-rata l’oggettiva indolenza con la quale ha pro-grammato gli interventi a tutela di una sanitàche, a quest’ora, doveva essere bella che sana-ta, a maggior ragione se prendiamo per buonele dichiarazioni rilasciate al “Quotidiano delSud” dal parlamentare PD DemetrioBattaglia, che sostiene che all’Azienda

Sanitaria, negli ultimi anni, sarebbero arrivati252 milioni per sanare il debito che l’affligge,ma ne sarebbero stati usati all’incirca 35. Comeha giustamente affermato Rocca in aperturadell’incontro di lunedì pomeriggio «Siamostanchi di ascoltare promesse. Pretendiamorisposte concrete e certe anche nella tempisti-ca degli interventi».Ecco, dare la possibilità ai nostri sindaci di aiu-tarci a uscire dal pantano e accogliere le istan-ze di Giovanni Calabrese sarebbe un buonpunto di partenza.Altrimenti (se anche ci riservavamo il lusso disperare ancora) sarà definitivamente paleseche le istituzioni vogliono la Locride morta.Letteralmente.Almeno ci venisse spiegato il perché di tantoodio…

Annunciato come risolutivo, l’incontro tra sindaci dellaLocride e Giacomino Brancati, organizzato con entusiasmo da

Rosario Rocca, si è rivelato una catastrofe. L’indolenza e gli insulti velatiriservati dal Direttore Generale dell’ASP alla platea della Locride hannofatto andare su tutte le furie più di un astante, dimostrando che le sortidell’Ospedale di Locri stanno a cuore solo a chi è costretto a ricoverarvisi.

sanità

Ci vogliono morti!

Casus bellil’intervento di Azzarà,

che ha affermato dinon aver capito qualiinterventi Brancatiavrebbe approntato

per l’Ospedale. Secco ilDG: “Se non avete

capito si vede che illivello è questo”.

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LA COPERTINA

pieno creati dall’economia della legalizzazione sonostati 18.005. Non bisogna immaginare la marijuanasolo come la pianta dello sballo. Si commetterebbe ungrosso errore. E la Calabria non può permettersi diperdere altre occasioni. Le potenzialità delle coltiva-zioni di cannabis e delle possibili applicazioni vannooltre a quelli ricreativi. Sono nati progetti per lo svilup-po del biodisel dalla canapa, come ha fatta la societàExtreme biodisel. Con la canapa si può creare carta osi possono produrre vestiti e cosmetici. In Italia ladiscussione sulla legalizzazione ha ritrovato slanciodopo il caso Easyjoint. Non si tratta della classica erbache viene spacciata, bensì di un prodotto legale e pro-dotto in laboratorio. Il contenuto di Thc è molto piùbasso, circa lo 0,6%. È entrata in commercio da pocoe alla sua presentazione alla Fiera di Bologna ha fattoil botto. Ordini esplosi e il sistema paypal della picco-la startup produttrici in tilt. Come sempre si alzano lebarricate, sia tra gli “hippies” radicali sia tra i conser-vatori. I luoghi comuni e i qualunquismi si sprecano.Leggendo le dichiarazioni la marijuana è il diavolo enello stesso tempo è l’acqua santa. Tra i miti che siusano per demonizzare o santificare la legalizzazionedella marijuana e degli oppiacei leggeri si usano moltiargomenti. C’è chi sostiene che aumenteranno i tossi-ci per le strade, chi che ci sarà un’impennata degli inci-denti. La legalizzazione delle droghe leggere è vera-mente il male o con una regolamentazione attentapuò diventare una spinta per dei territori? Cosa c’è dimeglio dei numeri per cercare di capirlo. Nel 2014 ilColorado è stato il secondo stato in America ad averlegalizzato non solo le droghe per uso medicale, maanche quelle per scopo ricreativo. Il Dipartimento diSalute pubblica dello Stato ha diffuso nel 2016 unostudio sui cambiamenti avvenuti nella società da quan-do la marijuana è diventata fruibile senza paura diconseguenze. In particolare sono state verificate ipotenziali danni per la salute. Tra i dati incoraggianti,per la Commissione americana, c’è la tendenziale sta-bilita nel numero di persone che hanno fatto uso dimarijuana. La percentuale di adolescenti che hadichiarato di far uso di questo tipo di stupefacenti èrisultato in linea con la media nazionale. L’istitutonazionale per ù controllo delle droghe sostiene checirca il 9,5% degli americani abbia fumato marijuanae circa uno su 3 mostra sintomi di dipendenza. Unaltro report del British Medical Journal ha evidenzia-to come almeno il 13,3% degli statunitensi abbiafumato almeno una volta. In Colorado le persone di18 anni e più che facevano uso mensilmente, giornal-mente o con molta frequenza di marijuana sono statemeno del 6% prima dell’introduzione della nuovalegge. Nel 2015, quindi dopo l’entrata in vigore delnuovo emendamento, la percentuale è salita appenadello 0,3%. Possono sembrare dei dati elevati, stiamoparlando di milioni di persone. Eppure sono moltimeno di coloro che hanno bevuto alcolici nello stessoperiodo. I bevitori sono stati il 21,8% della popolazio-ne del Colorado e i fumatori il 15%. Sono tre sostan-ze che possono provocare danni alla salute, perchéquesto è fuori discussione. Anche lo studio delDipartimento federale ha mostrato la tendenza a unincremento dei casi di ictus e di difficoltà di concentra-zione tra chi ha dipendenza da cannabis. Si tratta didati ancora da verificare e da implementare. Bisognaperò tener bene a mente che queste conseguenzedipendono da un abuso prolungato e incontrollatodella sostanza.

LIBERA C’è un n ai cala Si chiam potrebb incredib MARIA

Nonostante lanostra terrapossa vantare

eccellenze invidiate in tutto

il mondo la calabria non

decolla. E dare laresponsabilità

solo alla ‘ndrangheta

sarebbe riduttivo

eleonora aragona

Avere la materia prima e le condizioni nonbasta, nella vita ci vuole mestiere. LaCalabria ha dimostrato questo principioin così tante situazioni che lo ha reso unaverità. Il chilometro più bello d’Italia convista sullo Stretto che non decolla. Unporto da far invidia a Genova e Triestecon delle caratteristiche naturali che teo-

ricamente lo metterebbero in competizione con i piùgrandi del mondo. Ma pratica e teoria differisconomolto spesso in questo profondo Sud. E infatti il portoristagna come una grande pozzanghera. I giovani chesono costretti a emigrare perché sul territorio manca-no opportunità. E così si perdono la passione e laforza. Non si tratta solo dei famigerati cervelli in fuga.Andare all’estero, conoscere altri pezzi di mondo, fareesperienze è quanto ciascuno di noi dovrebbe fare.Deve essere una scelta, però, e non l’unico modo percrearsi un’opportunità di vivere e lavorare con dignità. Perché fare un elenco dei fallimenti della Calabria?Perché troppo spesso è una Regione che si crea gran-di aspettative, che si autoelogia per delle caratteristi-che uniche al mondo. “Abbiamo il mare e la monta-gna”. “La soppressata calabrese è unica e invidiata nelmondo”. E la lista è lunga: il caciocavallo di Ciminà, ilbergamotto, il suino nero, le spiagge. Ma se ci sonotutte queste eccellenze perché non si decolla. Dare laresponsabilità solo alla ‘ndrangheta sarebbe sminuireil problema. È anche una mancanza di mestiere. Tra ipiù bravi a vittimizzarsi e a lagnarsi, ma poco propen-si a mettersi giù e sgomitare per ottenere ciò in cuipotrebbero emergere. Non sempre e non tutti. Legeneralizzazioni sono semplificazioni che raramenterispecchiano le realtà. I casi citati sopra sono la dimo-strazioni che idee e mestiere hanno anche bisogno disupporto e di qualcuno che creda nei progetti.Credere in qualcosa però non è solo pontificare, èlavoro duro, ricerca, finanziamenti e politica. InCalabria manca anche questo. Anche questa può sem-brare una lunga pontificazione sul sesso degli angeli.In realtà non lo è. Forse è più un monito. C’è un nuovoprogetto che fa gola ai calabresi e alla politica locale.Si chiama marijuana legale e potrebbe essere unarisorsa incredibile per una terra depressa. Lo dimo-strano i dati. Lo dimostrano esperienze come quellaamericana e olandese. In Calabria c’è il microclimaideale? Sì, ma l’Olanda produce in serra e lo scorsoanno solo in tasse ha prodotto ricavi per 400 milioni dieuro solo dai coffee shop sparsi per la nazione. Il mer-cato della marijuana in Olanda si stima valga 3.2miliardi di dollari. Le entrate dello Stato del Colorado,secondo territorio americano ad aver legalizzato lamarijuana per scopi ricreativi, ha dichiarato di averincassato in tasse quasi 41 milioni di dollari (datiNdarc). Il dipartimento dell’economia dello Conteaha registrato una crescita molto rapida dell’economiastatale e la disoccupazione è calata. In California, lavera patria americana dell’economia dell’erba, nel2015 l’industria della cannabis ha prodotto 2 miliardi e

100 milioni di dollari. Nel 2020 si stimache questa cifra arrivi a 6

miliardi e mezzo. Il businessdelle coltivazioni ha prodotto ricavi

per 2,3 miliardi di dollari. Gli impiegatidirettamente nella produzione e raccolta

delle piante sono stati nel 2015 12.591. Se si conside-rano, invece, tutti i posti di lavoro a tempo

Delle tre varietà di Cannabis, è quellache raggiunge le dimensioni più imponenti,oltre ad essere, probabilmente, la piùpopolare. Sono piante originarie dellezone più interne dell'Equatore, nei Paesicompresi tra i 30 gradi nord e 30 gradi

sud della linea equatoriale. Le foglie dellepiante di Cannabis sativa sono più allun-gate e filiformi, spesso paragonate a dita.

Normalmente si distingue per le dimensionipiù contenute e le forme più cespugliose.Questa varietà di Cannabis è originariadelle zone subtropicali più impervie, inpaesi come Pakistan e Afghanistan. Di

tutte le varietà di Cannabis esistenti, lefoglie delle piante di Indica si contraddis-tinguono sicuramente per la loro forma,

molto più tozze rispetto alle altre.

È entrata in scena solo pochi anni fa,innovando la coltivazione della Cannabis.Cresce in natura nelle regioni climatichepiù rigide al mondo, nei paesi situati nonoltre i 50 gradi nord dell'Equatore (tracui Russia e Cina).La caratteristica prin-cipale della varietà Ruderalis è la propri-

età di fiorire senza essere stimolatadalla variazione del fotoperiodo.

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A TUTTI nuovo progetto che fa gola bresi e alla politica locale. ma marijuana legale e

be essere una risorsabile per una terra depressa.

22,1milioni

gli europei che nell’ultimo anno hannofatto uso di cannabis

tra questi

16,6milioni hanno

15/34 anniIn Italia ha fatto usodi cannabis almeno

una volta

31,9%38,6%uomini 25,4%donne

Ne ha fatto uso nell’ultimo anno

9,2%11,9% uomini 6,6%donne

Fonte: Relazione europeasulla droga 2016

dell’Osservatorio europeodelle droghe e delle tossi-

codipendenze

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Ciao, gisella

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La comunità di Siderno è rimasta sgomenta di fronte all'assurda e prematura scom-parsa di Gisella Costa. La donna, ex consigliere comunale, si è spenta domenicascorsa presso gli ospedali Riuniti di Reggio, in cui era stata ricoverata, dopo esserecaduta da cavallo. Siderno ha perso una donna in gamba, affabile, di grande e sin-cera umanità, una mamma stupenda, sempre impegnata nel sociale: Gisella Costaera, infatti, volontaria AIL, l'associazione italiana che promuove e sostiene la ricer-ca scientifica per la cura delle leucemie, dei linfomi e del mieloma. Chi l'ha cono-sciuta non può non essere stato contagiato dal suo perenne sorriso e dal suo animobuono, sempre rivolto verso il bene. Gisella Costa ha continuato a compiere gesti distraordinaria umanità anche dopo la sua scomparsa. La donna, infatti, aveva espres-so in passato la volontà di donare gli organi e grazie a questa sua lodevole decisio-ne sarà possibile salvare altre vite.

L'ultimodono

di GisellaCosta

Calcio a 5: il presidente

dell’asd sensationlascia la presidenza

Con la presente, io sottoscritto ANGIO’ Matteo,nato a Messina il 17/09/1962 e residente a GioiosaJonica, in Viale Stazione n°14, C.F.NGAMTT62P17F158J, Presidente della ASD SEN-SATION C/5, per i motivi esposti in seguito, rassegnole proprie dimissioni con effetto immediato. Avendosempre creduto nei valori umani e sportivi e rispet-tando sempre le regole ed i convenevoli con laF.I.G.C., le altre società i calciatori propri e quelliavversari, deluso da alcuni comportamenti che nonmi vedono consenziente, ho maturato tale decisione. 1. Mi vedo nell’ultimo Comunicato Ufficialedel G.S. n° 1016, in merito alle fasi finali delCampionato Juniores, comminare una multa comeSocietà, (in primis segnalata per la squadra avversariacon C.U. n°1015, il Palermo e poi con errata corrige anoi), per delle proteste dei tifosi nella gara a Palermo,dove i nostri tifosi erano in 5/6 e oltre 200 gli altri, mala cosa più grave e che dai filmati che abbiamo acqui-sito, non risulta in alcun modo durante le gara, alcu-na protesta plateale nei confronti della terna arbitra-le, mentre si può ben vedere che sono i palermitani acontestare gli arbitri, (noi eravamo in vantaggio edabbiamo anche vinto). Visto che la mia Società si èsempre contraddistinta per la sportività e la lealtà,non sempre riconosciuta dal G.S., (anche un sempli-ce fumogeno ci è stato fatto pagare caro ed amaro),stanco di questi continui errori, non voglio pensarediversamente, mi vedo costretto a formalizzare uffi-cialmente le dimissioni, con la speranza che chi didovere, controlli con più oculatezza i vari eventi.

2. Parlando sempre di lealtà e correttezza, misento di dover “denunciare” alcuni comportamentinon del tutto lineari e signorili da parte sia dellaSocietà Futsal Polistena, che di un nostro tesserato,che ha manifestato l’intenzione di potersi trasferireproprio a Polistena. Nessun problema, i nostriresponsabili tecnici hanno intavolato con entrambiuna trattativa che potesse risolvere e agevolare il pas-saggio del ragazzo, ma sia lo stesso, che la società cita-ta, non hanno voluto sentire di trovare un accordo,(nessuno chiedeva la luna, ma una società che ha datoal tesserato la visibilità e la conoscenza, si aspettavaun riconoscimento, non per forza economico o setale, libero di condizionamenti). Presunzione dall’unae dall’altra parte…. ( chi si sente proprietario del car-tellino e chi dice che tratta solo ed esclusivamente conil titolato). Purtroppo io non mi trovo con questerealtà, inoltre avrei gradito da parte sia della societàFutsal Polistena, che del nostro tesserato, almeno unasegnalazione allo scrivente, in qualità di Presidente,cosa mai avvenuta. Visto che in questa società civile,(non sportiva in questo caso), si continua con variepresunzioni e senza il rispetto dei ruoli o delle regole,non trovandomi assolutamente in accordo con quan-to citato, ribadisco la volontà di mettermi da parte emagari costituire un punto fermo e di partenza per leeventuali prossime situazioni, che mi auguro possanosvolgersi con la correttezza e la lealtà che spesso tantidi noi, con tale frasi si riempiono la bocca. Con la speranza che l'associazione SENSATION C/5,possa raggiungere traguardi migliori di quelli avutisino ad oggi, vi porgo i miei saluti.

Il 20 giugno è accaduto un evento che i telegiornali non hanno,secondo me, sviluppato adeguatamente. Con molta probabilità sipensa che gli italiani siano più interessati alle vicende di Coronae di Belen. Orbene, il Papa è andato a Barbiana, ad onorare DonLorenzo Milani. I servizi televisivi e giornalistici non hanno evi-denziato ciò che Papa Francesco ha detto. I gesti simbolici, quan-do compiuti con sincera vicinanza, senza ipocrisie, hanno grandevalore e rilevanza. Migliorano e indirizzano il sentire comune.Papa Francesco (com'è sublime chiamare per nome un Papa) èun uomo leale con cui cercare soluzioni sociali. E' un "combat-tente" a tutto campo, che non si risparmia e non manca di pren-dere posizioni nette, coerentemente con il suo trascorso di uomoe religioso. Le religioni sono una necessità per molti dei viventiumani terreni, e io rispetto la loro volontà, cercando l'equidistan-za. Parto sempre dal presupposto che dentro le svariate catego-rie sociali, trovo persone piacevoli con cui condividere pensieri,parole e situazioni, al di là delle credenze politiche o di religione.Ho vissuto e vivo amicizie che superano gli steccati dell'apparte-nenza, della razza e il pensiero contrapposto. Rifiuto la limitataomologazione imposta dalle ideologie e mi approccio al convive-re in modo obiettivo e senza farmi teleguidare da questo o quel-lo. Aspiriamo tutti quanti alla innovazione politica e sociale ?Allora andiamo oltre e comportiamoci di conseguenza. Ricordoquando il Preside, allora Professore, Filocamo, un altro “rivolu-zionario” come Don Milani, mi aiutò nella stesura della tesinaper gli esami di maturità: i libri della scuola di Barbiana. Mi è

rimasta vivida nella mente l'espressione scandalizzata dei com-missari. Da allora ho sempre amato questo “piccolo” Grandeprete e mi sono emozionato leggendo le parole che PapaFrancesco ha detto. Finalmente anche tutta la Chiesa, grazie aPapa Francesco, ha detto SCUSACI. La Chiesa del tempo lomanda in una sorta di “confino” a Barbiana, una piccola localitàsui monti del Mugello, mascherando la punizione con una pro-mozione (promoveatur ut amoveatur): diventa parroco di unacappella sperduta tra i boschi; 124 abitanti in tutto, un angolosperduto molto lontano dall’Italia del boom economico. ABarbiana non c'è la strada, non c'è la luce, non c'è l'acqua; vicinoalla parrocchia vivono solo una manciata di famiglie sparse tra imonti. Appena arrivato, Don Milani fa un gesto simbolico: acqui-sta un posto nel piccolo cimitero di montagna. Ed è proprio aBarbiana che Don Milani fa la sua esperienza più forte; costrui-sce dal nulla e nel nulla la sua scuola. Per convincere i genitori amandarvi i propri figli il parroco utilizza ogni mezzo, persino losciopero della fame. Quella di Barbiana è una scuola diversa,all'avanguardia; si studiano le lingue straniere, l’inglese, il france-se, il tedesco e persino l’arabo. Si organizzano viaggi di studi elavoro all’estero. Egli stesso tiene lezioni di recitazione per farsuperare le timidezze dei più introversi e costruisce una piccolapiscina per aiutare i montanari ad affrontare la paura dell’acqua.

continua Tonino Carneri

Il letale ed anacronistico ossimoro del Palazzo – 21

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POLITICA

Dopo le lezioni amministrative gran parted’Italia s’è consegnata alla “destra”.Probabilmente, agli occhi degli elettori, la“Sinistra”, quantomeno l’attuale sinistra, èdiventata insopportabile.

La “Sinistra”Sventolabandiera biancaILARIO AMMENDOLIA

Nel 1960, Genova città medaglia d’oro dellaResistenza insorse impedendo che si tenesse il con-gresso del MSI, una formazione neo fascista, e deter-minando così la caduta del governo Tambroni.Oggi Genova non è stata espugnata, non s’è svoltanessuna epica battaglia intorno alla città ligure.Genova s’è consegnata alla “destra”. Probabilmente,agli occhi dei genovesi, la “Sinistra”, quantomeno l’at-tuale sinistra, era diventata insopportabile.Mi sono sempre domandato cosa ha spinto i manife-stanti di Genova e di altre città a offrire la loro vita innome della democrazia e della Costituzione? Non ho risposte da dare ma solo un episodio da rac-contare, apparentemente di poco conto e che invececontiene una storia di straordinaria dignità.Sul finire degli anni Sessanta ero giovanissimo segre-tario della Camera del Lavoro. Ricordo tanti operaiche, in quegli anni, hanno costituito lo zoccolo duro diaspre lotte, e li ricordo così bene che potrei citarli auno a uno con il loro nome. Saprei quasi dipingere iloro ritratti.Uno di loro, ogni mattina si alzava alle quattro, tantodi estate che d’inverno, per andare sul cantiere e pre-parare la “fornace” per sciogliere il bitume.

Non sgarrava mai di un minuto.Arrivarono le elezioni politiche e l’impresario delladitta in cui lavorava, affisse all’entrata del cantiere uncartello “Divieto di parlare di politica sul cantiere. Èseveramente proibito entrare portando sulla macchi-na simboli di partito”.Faceva una sola eccezione: per se stesso. Lui avevacollocato un simbolo gigantesco del suo partito sulretro della sua automobile.L’operaio volle che gli attaccassimo il simbolo con lafalce e il martello sulla sua vecchia 127 rossa. Il con-fronto fu teso, la sfida ardua ma, alla fine, l’impresariocomprese che non gli conveniva forzare la mano efece togliere il simbolo della Dc dalla sua macchina.Era una questione di principio e di dignità.Ma cosa ha spinto un padre di quattro figli, tutti intenera età, a rischiare il posto di lavoro per una que-stione di principio?Non fu il solo a scrivere pagine di straordinaria dignitàe di grande coraggio. E io ancora mi domando: cosaspingeva quegli operai a rischiare tutto ciò che aveva-no?Solo un piccolo passo e da operai sarebbero diventatio disoccupati o emigranti. Non avevano letto Marx, Gramsci o Marcuse. Nullasapevano dei principi del socialismo storico.

Ritengo che il segreto si trovi tutto in un piccolo par-ticolare: erano - o comunque si sentivano - i PROTA-GONISTI.Non combattevano per un “capo” né per un partitoErano convinti, e probabilmente si illudevano, di esse-re i costruttori di un nuovo mondo.Oggi probabilmente - e lo dico con amarezza - nonsarebbero andati a votare oppure avrebbero votatoper il datore di lavoro, per il medico di famiglia, per un“amico”.Oggi la “politica” ti chiede il voto e solo quello! Eppure ci sono persone di ogni età che vorrebberodare molto di più perché sono e si sentono intelligen-za, passione, creatività, dubbi, speranze.Dopo le lezioni amministrative, gli stati maggiori deipartiti, continuano a parlare di formule: “PD+ForzaItalia”, “PD+MDP+Pisapia+Sinistra”, “Prodi+Pisapia+D’Alema”.Immaginate gli ammalati mangiati vivi dalle zanzarenegli ospedali calabresi quanto si possono entusia-smare per una di queste formule.Loro mangiati vivi e gli interessi per gli sprechi allasola ASL di Reggio che aumentano senza più control-lo.Non cambierà nulla, né con le formule né con gli slo-gan.

È vero non siamo tutti uguali! C’è a chi piace portarela sella e chi muore non potendola sopportare.Credo però che gli eredi – in linea storica – dei fatti diGenova o degli operai di cui ho parlato, e che furonoprotagonisti del loro tempo, chiedano ancora e più diprima di essere artefici del loro destino.Se avessi la possibilità di parlare con qualcuno cheabita nell’Olimpo della “politica” calabrese e italianadirei: so bene che nessuno ha la bacchetta magica enon tutti i problemi si possono risolvere. Ma, proprioper questo motivo, non limitatevi a chiedere il voto.Ogni uomo dignitoso aspira a essere protagonista delproprio futuro. Non è lecito che qualcuno si arroghi ildiritto di decidere (e male) per tutti altrimenti si umi-lia la democrazia e si ferisce la Costituzione. Si usurpala “sovranità popolare”, si costringono le persone asentirsi estranei alla politica.Occorre che venga ripristinata la linfa costante dal“basso” verso “l’alto” e dall’alto verso il basso.Attenti: non è “caduta” solo Genova ma ovunquesventola bandiera bianca. Probabilmente anche all’in-terno di ognuno di noi.Se quel che resta della Sinistra, non ritornerà a esserePopolo andrà incontro all’estinzione e non sarà ungran male.

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www.larivieraonline.com DOMENICA02 LUGLIO 17

…che acquistata sotto il 50 per cento di scon-to non è in saldo, al massimo una promozio-ne per la clientela affezionata. L’acquistare in saldo è per professionisti, sesiete semplicemente alimentati dal deside-rio di comprare una borsa a metà prezzo,

lasciate stare, accontentatevi di raccogliere irimasugli o gettatevi sui nuovi arrivi, perché per com-

prare in saldo ci vuole esperienza, pazienza, determinazio-ne, una connessione rapida, caffè, e soprattutto, un complice.Prima di ogni cosa bisogna fare un giro dei negozi, in avanscoper-ta, per capire quali sono i prezzi non scontati. Puntare due, treoggetti per negozio, confrontarli con i prezzi su internet (questo lopotete fare anche mentre siete in missione, ma la vostra connessio-ne deve essere veloce), per poi fare un secondo giro appena quelnegozio parte con i saldi. Se il prezzo è più vantaggioso delle variesvendite Privalia o Amazon, allora acchiappare quella borsa, quel-la maglietta, quel pc, il tablet o il frigo, sarà la vostra missione.Fallire significherà dover tentare l’anno a venire, e che sarete per-seguitati dal senso di sconfitta. È in questo momento che il compli-ce si rivela in tutta la sua importanza: che sia vostro cognato che hagià messo il frigo sul carrello per caricarlo in auto, o l’amica che viporta le taglie mentre siete nello spogliatoio, o il marito con il metroa nastro che misura la larghezza della scarpiera, il complice deveessere veloce e soprattutto, non deve essere interessato al vostrostesso acquisto, altrimenti si distrarrà, o peggio, potrebbe nascereun litigio se il pezzo che state cercando è l’ultimo in assortimento. Il vero professionista dei saldi sa bene che il momento miglioreper acquistare on-line è di notte. È finalmente ritornato disponi-

bile l’accappatoio taglia XXXXL da Bon

Prix? Non fatevelo fregare, buttatelo subito nel carrello e siate bencerti di aver messo la spunta a “ricordami” per non dovervi auten-ticare: nel frattempo qualcun altro potrebbe rubarvi l’accappatoioda sotto al naso.Naturalmente la vostra postepay deve essere ben fornita, per chi laricarica solo quando è certo di poter fare un acquisto, i saldi sonofuori portata. Oppure quei venti euro che ci sono rimasti sarannol’unica possibilità di comprare una maglietta firmata. Per tanti sonol’unico momento in cui si può comprare qualcosa a un prezzoaccettabile, che non sia un fantastilione di verdoni per una pochet-te. I saldi insomma sono per cuori forti, gambetoniche e mani prensili. Chi si stanca subi-to sotto al sole o non riesce a camminarea lungo, è escluso tout court.In saldo non troverete nétaglie extralarge né extra-small, perché chi non ha il corpoconformato alle taglie in saldo, è un*reiett* nella società del benessere, e nonha diritto di beneficiare dei saldi. A tutti imaschi che hanno un 36 di piede e alledonne che indossano la 54, rivolgiamoun caldo invito: astenersi dal saldo pernon cadere in uno stato depressivo.Sappiate che tutto per voi costeràsempre di più e sarà sempre più diffi-cile da trovare. In saldo, per voi(noi)al massimo c’è la tavoletta grafica. Capitalismo dixit.

Quella tuamaglietta fina...

Saldi.. saldi... saldi

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CULTURA

SILVANA NIUTTA

La Spending review, consiste nella revisio-ne della spesa pubblica, per riallocare lerisorse secondo una graduatoria delle prio-rità degli obiettivi dell’azione pubblica.L’intento dichiarato è un’analisi dei capito-li di spesa per migliorare la gestione e ilcontrollo della Pubblica Amministrazione(leggi in seguito PA). Di fatto, si è pratica-to un taglio alla spesa pubblica, considera-to dai profani dell’economia un fattorepositivo, però nient’altro è stato che iltaglio lineare della spesa destinata ai servi-zi pubblici: sanità, istruzione, trasporti pub-blici e tutte le prerogative di mantenimen-to del Welfare State (politiche rivolte albenessere dei cittadini). Dal 2006, ognigiorno i titoli dei quotidiani e i TG hannofatto una campagna denigratoria sui varisettori della PA, dove a loro dire si annida-vano i peggiori scansafatiche e lavativi,spesso anche assunti con concorsi dettatidal clientelismo. In effetti, grossi tagli linea-ri sono stati fatti nella sanità pubblica, nellascuola pubblica, nella ricerca scientifica,nelle pensioni, nei trasporti pubblici, aidipendenti pubblici e ai loro contratti equant’altro al servizio del cittadino, perfavorire un riversamento della spesa a van-taggio di gestioni private o peggio ancoracon l’obbligo di bandire gare di appalti alivello europeo per consistenti acquisti oaffidamento di lavori e servizi pubblici agrosse corporations, multinazionali. IlMinistero dei lavori pubblici è stato sman-tellato (oggi, Ministero delle Infrastrutturee dei Trasporti, per la gestione di investi-menti pubblici, tagliati ai servizi di cuisopra e indirizzati alla realizzazione digrandi opere spesso inutili, decreto SbloccaItalia: TAV, TAP, Ponte sullo Stretto e cosìvia), così come le Province che assicurava-no opere di manutenzione e servizi sul ter-ritorio. Il primo tentativo di razionalizzazione dispesa si verificò nel passaggio delle pensio-ni dal sistema retributivo a quello contribu-tivo, dopo che il Tesoro ha abbandonato lafunzione di emettere moneta dello Statoattraverso la Banca d’Italia, acquistandolaa debito dalla BCE. Lo scopo nascosto diquesta conversione pensionistica, ingrassa-re le grosse Assicurazioni, tramite un siste-ma sulle pensioni, prima integrativo e poi

totale. Il “progetto” è stato sposato anchedal sindacato e dal partitone della c.d. sini-stra centrista, con il ritornello “non ci sonopiù soldi per le pensioni e per gli stipendidei dipendenti pubblici”, contemporanea-mente la crisi del 2008, con il fallimentodella banca Lehman Brother (Too big tofail, troppo grande per fallire), i cui deriva-ti speculativi furono spalmati sulle bancheeuropee e perfino negli enti pubblici,imbottiti poi di titoli tossici. Si parlò di out sourcing, esternalizzazionedi lavori e servizi prima svolti da impiegatidella PA e poi affidati a cooperative oagenzie private, financo straniere. Leprime esternalizzazioni sono stati i bidelli,

servizi di pulizie affidati a imprese privateche hanno assunto lavoratori con contrattiprecari e a poche ore sottopagate, sonoseguiti i fabbri, i giardinieri, gli elettricisti,gli idraulici, per le manutenzioni degli sta-bili pubblici, prima svolti da personaleassunto con contratto pubblico. Poi fotoco-pie, cancellerie, arredi, acquisti editorialiper biblioteche e uffici pubblici, attraversol’istituzione della CONSIP (centrale diacquisti per la PA), con il bando di gare agrosse imprese “amiche”, e del MePA(mercato elettronico della PA). Gli affida-menti di beni e servizi per gare di appaltohanno ucciso numerose piccole e medieimprese (PMI).

Il taglio della spesa pubblica ha bloccatoanche il turn over, la sostituzione, median-te nuove assunzioni, del personale che hacessato il rapporto di lavoro. Di fatto, conla revisione della spesa si è realizzato untaglio dei dipendenti pubblici nella PA,quindi, riduzione drastica del personaledella PA e conseguentemente riduzionedei servizi pubblici ai cittadini. Anche ilblocco delle assunzioni visto di buonocchio dall’opinione pubblica secondo ilmantra del Pensiero unico. Queste scelte effettuate dai governi degliultimi anni non hanno realizzato alcunrisparmio per le casse dello Stato, marispondono ai dettami della Troika

(Commissione Europea, BCE e FMI).Questi tagli non stanno a significare che larazionalizzazione della spesa vada nelladirezione giusta, cioè per rendere più effi-ciente la PA, ma sono scelte politiche cheincidono su servizi essenziali al cittadino enon sui privilegi di una becera classe politica che destina risorse a grandiopere, spesso inutili, o a banche fallite acausa di prestiti concessi agli “amici” e nongarantiti, o peggio, a speculazioni e sperpe-ro dei risparmi dei cittadini. Abbiamo sen-tito parlare spesso della Troika a partire dalgoverno Monti, che ha introdotto con undecreto l’art. 81 (incostituzionale) sulpareggio di bilancio in costituzione -da cuila revisione della spesa non può prescinde-re e potrebbe essere meglio indirizzata- eche ha sostituito con un colpo di mano ilgoverno Berlusconi, questo sia pure mal-destro, ma pur sempre democraticamenteeletto. Un governo che, secondo le notiziecircolanti in quel periodo, stava degene-rando nel malcostume e poco si interessa-va del rilancio della politica economica eindustriale del Paese. Il che è vero, avendoemanato una miriade di leggi ad personame grazie al potere mediatico “libertino”,Berlusconi, ha la responsabilità di aver can-cellato il senso critico di due generazioni,con un palinsesto di modelli e di program-mi spazzatura che hanno svuotato moltedelle menti potenzialmente intellettuali delnostro Paese e che, invece, avrebberopotuto contribuire al suo ammodernamen-to. Oggi, questo governo non trova una man-ciata di miliardi da investire nella creazio-ne di posti di lavoro, mentre per salvare lebanche spregiudicate trova invece 17miliardi, di cui 5 e mezzo regalati a BancaIntesa, cui sono state vendute ad 1 soloeuro le banche venete. Lo Stato si è accol-lato, invece, i crediti deteriorati che faràsanare dai contribuenti, mediante l’imposi-zione di altri balzelli. Per non dimenticaregli altri 20 miliardi tra bonus di 80 euro ebonus ai 18enni, che sommati fanno la“modica” cifra di 37 miliardi, una piccolafinanziaria di un governo che avrebbepotuto certamente investire e rilanciarel’occupazione nel nostro Paese, dove ladisoccupazione giovanile, in special modoal sud, tocca il 50%.

Glossario degli inglesismi adottati nelle discussioni politiche e in economia (2° parte)

fa scatenare i

Tantissimi calabresi si sono ritrovati ieri all'Arena Romana di Padova per il concerto di PeppeVoltarelli. In occasione del concerto è stato presentato "Stornelli calabresi", il nuovo singolo trattoda "Voltarelli canta Profazio" (Squilibri Editore), ultimo album del cantante calabrese, vincitoredella Targa Tenco 2016 nella categoria "Interpreti di canzoni non proprie" (già vincitore nel 2010con "Ultima notte a Malà Strana" come miglior album in dialetto) che il critico Federico Guglielmidefinì "operazione discografica necessaria". Lo scorso gennaio Peppe Voltarelli ha concluso la sua tournée tra Stati Uniti, Canada e Argentina,e in Uruguay ha girato un videoclip prima del suo rientro: "Abbiamo deciso, insieme ad AnnaCorcione autrice dell'artwork dell'album, di concludere il nostro viaggio in Uruguay alla scopertadi una città bellissima come Colonia del Sacramento che conserva un centro storico oggi patrimo-nio Unesco. Clima estivo feste sulla riva del Rio de la Plata lunghe camminate per il centro allascoperta delle radici italiane che da più di un secolo popolano il paese uruguaiano. I nostri amiciargentini Marina Belinco, ufficio stampa musicale, e Nicolas Tolcachier, autore televisivo e sceneg-giatore, sono state le nostre guide ci hanno mostrato gli angoli più preziosi della città uruguayana,concludendo spesso le nostre giornate bevendo mate sulle note di Alfredo Zitarrosa".

Peppe VoltarelliCalabresiin Veneto

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DOMENICA02 LUGLIO 19www.larivieraonline.com

La grande solidarietà del Kiwanis club riempie di gioia la Locride

L’ex V C della MicheleBello: una classeche lascia ben sperare per il futuro

Un giugno davvero intenso per il club Kiwanis “Magna Grecia “LuigiGiugno”. Infatti in meno di 20 giorni sono state portate a compimento 2importantissime iniziative che hanno raggiunto grandi obiettivi all’inse-gna della solidarietà e dell’amicizia, valori a cuore dei Kiwaniani, non perniente quest’anno il motto del Governatore del Distretto Italia SanMarino, è “col cuore e con l’anima”Il Kiwanis organizzazione mondiale di volontari, impegnati a cambiare ilmondo, un bambino ed una comunità alla volta. Questa è la mission, chesi esprime attraverso il motto: "Serving the Children of the world".Dedicare parte del proprio tempo e delle proprie energie al servizio deibambini, sapendo che anche un piccolo gesto può cambiare la vita, puòcambiare il mondo!, fa sentire utile il Kiwaniano. La grande famigliakiwaniana, ogni anno nel mondo, dona più di 18 milioni di ore di volon-tariato e investe più di 107 milioni di dollari in beneficenza sponsorizzan-do più di 150.000 progetti (service) per l’infanzia. Il service è, dunque, ilcuore di ogni club del Kiwanis International, in qualsiasi parte del mondosi trovi. In questa ottica e con questo spirito il Kiwanis club Magna Grecia“Luigi Giugno” in collaborazione con l' "Antica Gelateria Caffè Strati" diSiderno del socio Enrico Cusenza, ha proposto la manifestazione“Gelato a primavera”.Grande successo della manifestazione che si è svolta l’1 giugno u.s., dovegli alunni accompagnati dai docenti e da alcuni volontari si sono recatipresso la gelateria, anche questa volta i Kiwaniani hanno donatomomenti di gioia ai bambini che hanno partecipato. Con l’occasione èstata organizzata una raccolta di beneficienza presso le scuole finalizzataall'acquisto di una giostrina per bambini disabili da donareall’Amministrazione Comunale di Siderno.Tutti bambini sono stati omaggiati di un buono gelato da consumare

presso la “Antica gelateria Strati”. Doveroso ringraziare per la disponibi-lità e sensibilità verso la manifestazione, il Dirigente dell’Istituto com-prensivo Michele Bello-Gesumino Pedullà-Agnana il dott. Vito Pirruccioe la Vicaria dott.ssa Vittoria Romeo unitamente ai volontari dei RangersInternetional delegazione di Siderno di cui il Presidente RiccardoMarzano.Domenica 18 giugno u.s. invece si è svolta un'altra importante manifesta-zione organizzata dal Club Kiwanis Magna Grecia “Luigi Giugno”“Diamo un calcio al tetano materno e neonatale”, giunta ormai alla terza

edizione.L’adesione è stata grande e la solidarietà ha animato i protagonisti deltriangolare di calcio che ha visto di fronte le squadre degli ordini deiDottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Locri e quelle dell’asso-ciazione degli Architetti 2001 e del Calcio Forense, degli Avvocati delForo di Locri. Lo scopo dell’iniziativa è stata la raccolta fondi per soste-nere il progetto “Eliminate” che vede il Kiwanis International impegna-to insieme all'UNICEF nel debellare il tetano materno e neonatale, unamalattia mortale che ogni anno toglie la vita a quasi 49 mila bambiniinnocenti e a moltissime mamme. La manifestazione calcistica si è svol-ta presso lo stadio comunale “Filippo Raciti” di Siderno, promossa dalclub Magna Grecia “Luigi Giugno” presieduto dal dott. GiuseppeBelcastro e dal Chairman dell’evento arch. Alessandro Ciprioti. Presentealla manifestazione anche il Luogotenente della Divisione 13 Calabriaarch. Giuseppe Luciano, che ha espresso grande compiacimento al club(di cui fa parte) per la lodevole iniziativa. L’evento che ha avuto il soste-gno del Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Nicola Irto, èstato sponsorizzato dal socio e titolare dell’agenzia Unipol-SaiAssicurazioni di Marina di Gioiosa Jonica Francesco Pugliese e patroci-nato dal Comune di Siderno. Un pomeriggio all’insegna del divertimen-to facendo “service” i rappresentanti degli ordini professionali sono scesiin campo mettendo in mostra più che le loro qualità tecniche, quellemorali che sono state l’elemento caratterizzante del triangolare per ilprogetto Eliminate. A vincere è stata la solidarietà. A conclusione dellaserata i partecipanti insieme ai soci del club hanno degustato unApericena offerta dal socio e sposor della serata Dott. FrancescoPugliese titolare dell’Agenzia Unipol-Sai nei locali dell’Hotel ristorante“Sabbia d’oro” di Marina di Gioiosa Jonica.

Ogni tanto una buona notizia sul fronte educa-zione, in grado di riunire assieme i valori dellascuola e della famiglia, che si intreccianomagnificamente e lasciano ben sperare in unfuturo di educazione e soddisfazioni per i gio-vani che crescono e formeranno la nostrasocietà.Una bella esperienza di vita, in cui i valoriappresi a scuola e quelli impartiti dalla famiglia

convergono. È il risultato, visibile nell'educa-zione e nel rispetto delle regole, di un gruppodi undicenni.Cinque anni insieme. Accomunati dalla vogliadi imparare, di conoscersi e di volersi bene.Una classe in cui non si conosce prepotenza eprevaricazione (alla faccia del bullismo); laclasse che ogni genitore desidera per il propriofiglio, una classe formata da bambini felici digodersi l'età più bella insieme!

Bambini che non solo nella propria classe, maanche in gita d'istruzione si sono distinti con illoro comportamento esemplare: cose, queste,che gratificano e al contempo emozionano. Trai tanti, il momento più emozionante, l’ultimogiorno di scuola elementare, quando sono statele maestre a fare i complimenti agli alunni peril loro impegno, la loro dedizione, la loro edu-cazione e quindi per gli ottimi risultati raggiun-

ti, ringraziando e compli-mentandosi anche con lefamiglie per le regole di vitaimpartitegli e per l'educazio-ne riscontrata.Grazie alla maestra Teresa,alla maestra Silvia e allamaestra Mariangela, ai geni-tori sempre attenti e soprat-tutto "presenti“ne, ovvia-mente, ai bambini, veri pro-tagonisti nel regalarci conti-nue emozioni.Si potrebbero quasi definiredegli eroi, per tutto quelloche si sente dalle cronachedi oggi giorno, ma sono solodei comuni e bravi ragaz-zi…. I ragazzi della V C,della scuola elementareMichele Bello.I 5 anni si sono conclusi conun magnifica serata dove,maestre, alunni e genitori,hanno festeggiato tutti assie-me. Calautti Renato,Chianese Erica, CiminielloRose, Circosta Giorgia,

Commisso Alessandra, Commisso Francesco,Ferraro Antonio, Fiorenza Giulio, FragomeniAdriana, Gimondo Elena, Lizzi Veronica,Longo Silvana, Maremmano Chiara, PanettaAntonio,Pezzano Irene, Politaki Niccolò, PucciGiada, Riccio Sara, Sansalone Sara, StalteriMattia, Terranova Manuel, Tropiano Federicae Vumbaca GiandomenicoA voi tutti…BUONA VITA!

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I FRUTTI DIMENTICATIA CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Il limone è originario della Cina, dove era conosciuto già nel 1000 circaa.C. oppure dell’India, da cui gli arabi lo mediarono e lo diffusero nei paesidel Mediterraneo da loro conquistati ed è arrivato in Europa, secondoquello che si tramanda , in seguito alla conquista araba della Sicilia, attor-no al X secolo d.C. ; dalla Sicilia si sarebbe diffuso nelle zone temperated’Italia e poi altrove.Stranamente però, possiamo ammirare in un affresco di Pompei l’imma-gine chiara ed inequivocabile di un limone e dato che la città fu distruttada un terribile eruzione del Vesuvio nel 79 d.C . sicuramente i romani ave-vano conosciuto tale pianta e forse l’avranno pure coltivata, ma raramen-te, in quanto non è citata nelle opere letterarie.Nell’Italia meridionale, l’area più vocata per la sua coltivazione, ci sonovarietà di agrumi simili al limone, tra cui la limetta dolce (citrus limetta) ;addirittura ci sono incroci tra limetta aspra e quella dolce dove gli spicchidolci s’intervallano a quelli aspri.Per quanto riguarda il limone rappresentato in foto esso è inusuale emolto grosso, in quanto può superare il kg di peso e non è cedro in quan-to il suo albedo ( la parte spugnosa presente sotto la buccia),ossia la partecompresa tra buccia e polpa non supera il cm di spessore, che è più spes-so degli altri tipi di limoni che però sono molto più piccoli.In riferimento al presente non sappiamo con precisione da quale area essoprovenga, dove sarà presente in modo rilevante o meno, possiamo soloricordare che più di trent’anni addietro un maresciallo dei carabinieri fu insevizio presso la stazione di Bianco, forse era d’origine calabrese, ed ad uncerto punto entrò in amicizia, per via del suo interesse, al mondo dellanatura ed in particolarità per quello delle piante in via d’estinzione, con ildefunto Francesco Mezzatesta, che amava concentrare nei suoi campi lepiante rare della tradizione calabrese.Egli era stato per tanto tempo in servizio in un paese del Cilento, la parteoccidentale della Lucania che fu aggregata in tempi non molto lontani allaprovincia di Salerno , quindi ora parte sudorientale della provincia di

Salerno stessa; ancora gli abitanti delle comunità attorno al Vallo di Diano, al Vallo della Lucania e al Golfo di Policastro si sentono più vicini ai luca-ni e parlano un dialetto affine a quello delle comunità della provincia diPotenza.Egli successivamente aveva prestato servizio nelle comunità dell’AltoTirreno cosentino nelle aree della riviera dei Cedri, che va da Tortora finoA Belvedere dove vengono coltivati i cedri i cui frutti, ogni anno, i rabbi-ni di molte comunità d’Italia e non, vengono a scegliere con molta cureper celebrare la Festa delle Capanne o Sukkot; essi devono essere perfet-ti , non avere il minimo difetto ed inoltre devono corrispondere ad unacerta calibratura.Un giorno il maresciallo portò a Francesco un frutto del limone particola-re, sicuramente uno scelto con molta cura in quanto doveva assolvere lafunzione di sbalordire; esso era particolarmente grosso e pesava un chiloed ottocento grammi.Ed in effetti il buonanima di Francesco restò senza parole, letteralmentescioccato e chiese se per caso non fosse un frutto di cedro, ma ebbe l’assi-curazione che si trattava di un limone.Chiese allora che gli procurasse qualche innesto e gentilmente il mare-sciallo dei carabinieri lo esaudì in questo suo ardente desiderio e fece inmodo di andare o andò di proposito nel paese dove cresce il tipo di limo-ne che produce questi frutti portentosi.E così il limone dal frutto enorme fu impiantato nel campo dei fratelliFrancesco e Bruno Mezzatesta in contrada Lacco del Muro nel comunedi Bianco, dove è presente con qualche esemplare e quando poiFrancesco si trasferì a Portigliola, dopo il suo matrimonio, propagò anchein quella comunità il limone dal frutto sbalorditivo.Il frutto nonostante le grandi dimensioni, è molto delicato, ha una polpasuccosa, tendente al bianco, anziché al giallo ed è meno intensamenteaspro rispetto agli limoni.

Il periodo storico compreso tra il mese giugno e l’8 set-tembre 1943, data dell’armistizio con gli Alleati, fu parti-colarmente drammatico per l’Italia e per il Meridione.Il 10 luglio del 1943 gli angloamericani sbarcarono inSicilia e pian piano avanzarono in tutta l’isola, occupan-dola.Nel frattempo, la crisi del regime fascista si fece semprepiù acuta, tanto che il Gran Consiglio del Fascismo, il 24luglio 1943, esautorò Mussolini che il giorno successivovenne arrestato per ordine di re Vittorio Emanuele III.Fu nominato primo ministro Pietro Badoglio.Anche per i paesi della Calabria jonica, l’Estate del 1943fu terribile a causa dei quotidiani bombardamenti effet-tuati dagli Alleati, che avevano costretto la popolazionedei paesi di marina a ritirarsi verso l’interno.Tra luglio e settembre la costa jonica calabrese subì varibombardamenti; in provincia di Reggio Calabria partico-larmente colpiti furono i centri di Bianco, Bova Marina,Bovalino, Melito Porto Salvo, Locri, Pellaro, GioiosaJonica, Roccella Jonica, Siderno.Fino al 2 settembre 1943 i bombardieri inglesi sganciaro-no bombe lungo la linea ferrata, su fabbriche, strade,ponti, colpendo anche case di civile abitazione e causan-do morti tra la popolazione civile.Il 3 settembre 1943, a Cassibile, il generale Castellanofirmò la resa dell’Italia presso il quartier generale degliAlleati. Lo stesso giorno truppe angloamericane e cana-desi sbarcarono in Calabria a Villa San Giovanni, Archie Reggio, mentre contemporaneamente i Tedeschi ini-ziarono la ritirata verso Castrovillari.Sui piani d’Aspromonte l’avanzata degli Alleati venneosteggiata con coraggio dalla divisione Nembo del Regioesercito italiano.Il 5 settembre, i comandi militari alleati - britannici inparticolare - constatata l’impossibilità di avanzare facil-mente lungo il Tirreno, dove i Tedeschi avevano distrut-to, ritirandosi, ponti e strade, e data la difficoltà di valica-re l’Aspromonte, inviarono le avanguardie lungo la sta-tale jonica 106. Queste si fermarono presso Bova, CapoSpartivento e Brancaleone, dove nello stesso giorno 5settembre 1943 vennero raggiunte dalle truppe canadesi.Il generale inglese Montgomery ordinò allora di raggiun-gere Catanzaro.La sera del 7 settembre 1943, le truppe del XIII Corpod’armata britannico occuparono Nicotera sul Tirreno,Taurianova nell’interno e Siderno Marina sul Jonio; inquest’ultimo paese, durante l’occupazione tedesca eraschierata la 29 ̂divisione Panzergrenadier.L’8 settembre 1943, alle ore 19.45, Pietro Badoglioannunciò per radio alla Nazione la firma della resaincondizionata dell’Italia. Era la fine della guerra accan-to alla Germania nazista e l’inizio della Resistenza. Contemporaneamente i Tedeschi iniziarono l’operazio-ne definita “Alarico”, che prevedeva il disarmo dell’eser-

cito italiano e l’occupazione militare dell’Italia.Tra l’8 e il 9 settembre l’Esercito italiano, senza direttive,si sciolse in poche ore e tragica fu la situazione di moltimilitari, sia soldati che ufficiali, che si ritrovarono a dovercombattere con i Tedeschi che fino al giorno prima ave-vano al fianco in qualità di alleati.Buona parte dei soldati italiani si sbandarono anche pernon finire prigionieri dei Tedeschi e numerosi sbandatidel Regio Esercito invasero le strade d’Italia e delMezzogiorno ed a piedi cercarono di far ritorno a casa;buona parte di loro per sfuggire ai rastrellamenti deiTedeschi si nascosero presso conventi, monasteri, santua-ri e ricoveri di fortuna.Anche il Santuario di Maria Santissima della Montagnadi Polsi, che già dava assistenza a persone anziane e airagazzi poveri che ivi studiavano, dopo l’8 settembre del1943 accolse numerosi ufficiali e soldati del RegioEsercito ormai “sciolto” che erano sbandati, dando loroassistenza, vitto e alloggio.Per cui ben presto le provviste già scarse vennero menoe il Superiore del Santuario mariano, l’arciprete donAntonino Pelle, si premurò di scrivere nel dicembre del1943 una lettera al Prefetto di Reggio Calabria, affinchélo stesso provvedesse di rifornire il Santuario di Polsi divettovaglie e quant’altro serviva per dare assistenza acoloro che ivi venivano assistiti, compresi i soldati.Nella lettera - che di seguito si riporta - si legge:Abbazia del Santuario di PolsiAll’Eccellentissimo Signor Prefetto di Reggio CalabriaEccellenza, in qualità di Superiore dell’Abbazia del Santuario di Polsi,

Comune di S. Luca, espongo quanto segue.Il Santuario di Polsi, sito ai piedi di Montalto, dista dalla fer-rovia quaranta chilometri; da otto secoli esercita in quellemontagne non solo attività religiosa per cui da luglio a set-tembre vi è un afflusso di parecchie decine di migliaia di pel-legrini dalle tre provincie di Calabria e dalla Sicilia, ma unagrande attività assistenziale durante l’inverno.È stato sempre considerato come il piccolo S. Bernardodella Calabria; vive di questua sempre autorizzata dallaRegia Questura. Quest’anno la questua che si effettuava daluglio a settembre non ebbe luogo per gli avvenimenti bellicie versa in strettissime condizioni economiche. Vi era unadiscreta provvista di patate e poco grano, prodotti del luogo;ma per il troppo afflusso di soldati ed ufficiali del R. Esercitosbandati furono consumanti sei quintali di pane, dieci quin-tali di patate e circa un quintale di olio oltre gli ortaggi ecarne delle mandrie dell’Abbazia.Tutto fu dato gratuitamente. Così le nostre modeste riservefurono consumate.Dato lo scopo assistenziale del Santuario, prego l’EccellenzaVostra venga in aiuto con generi alimentari per i pochi vec-chi ricoverati, per i figlioli poveri che ivi studiano.La convivenza è di oltre cinquanta persone se si considerache ivi ogni giorno vengono assistiti i passeggeri, iCarabinieri Reali e guardie campestri che ivi trovano ospi-talità quando per ragioni di servizio perlustrano quelle loca-lità, non potendo ritornare alle proprie sedi.Voglia l’Eccellenza Vostra accogliere quanto sopra esposto egradisca i ringraziamenti più sentiti, assicurando che faremopreghiere alla Madonna della Montagna per la vostra salu-te e prosperità della vostra famiglia.

Polsi 31 Dicembre 1943Devotissimo Arciprete Antonino Pelle Superioredell’Abbazia del Santuario di Polsi(Fonte: Archivio di stato di Reggio Calabria, fondoPrefettura u.v., busta 68 San Luca)La richiesta dell’Arciprete di Polsi venne sostenuta puredal sindaco di San Luca che il 18 febbraio 1944 inviò unamissiva al Prefetto di Reggio Calabria in modo che prov-vedesse ad aiutare il santuario nella sua opera di soste-gno ai pellegrini e ai soldati sbandati viste le disagiatecondizioni economiche.Nella missiva del sindaco di San Luca si legge: Eccellenza Prefetto Reggio Calabria - Con riferimento allanota sopra indicata riferisco a V.E. Quanto appresso. IlSantuario di Polsi, piccola frazione di questo Comune,com’è a conoscenza di V.S. è situato alla falde del Montaltoe dista da questo centro Km. 20 di ia mulattiera. Esso cheviveva esclusivamente di elemosina mediante questua cheogni anno veniva effettuata dagli eremiti, è venuto ora a tro-varsi in una disagiata condizione economica causata daglieventi bellici che per poco non portò alla chiusura del con-vento. Solo una volontà superiore a quella dell’uomo hapotuto ancora far tenere aperte le porte del convento e dareil solito asilo ai tanti viandanti che costretti da necessitàattraversano quel remoto luogo.Invi ogni pellegrino ed ogni agente di P.S. veniva accolto erifocillato e nessuno poteva abbandonare il Santuario senzaprima ricevere il ristoro di una calda pietanza. L’Abbaziache viveva di elemosine non lesinava di dare assistenza assi-stenza a quanti ne avevano bisogno.Ma il terrore della guerra mise anche un fermo a quella cheera l’abbondanza del convento. Quel poco di economia cheancora vi esisteva è stata messa religiosamente a disposizio-ne dei nostri soldati sbandati durante le giornate che ebberoinizio dal 3 settembre 1943 e che quotidianamente attraver-savano quella località per raggiungere il posto cui erano staticomandati. Cosicché ora, il santuario, è venuto a mancaredi tutto, Vive esclusivamente con la razione di pane che pre-leva da questi esercenti e lascio perciò considerare all’E.V. ilsacrificio cui vanno giornalmente incontro i religiosi che loabitano. Quindi la richiesta avanzata dal Superiore delSantuario è fondata sotto ogni riguardo e merita la conside-razione del caso anche per un omaggio alla SS. Vergine diPolsi che Regina di quella montagna invita al più granderispetto e devozione. All’E.V. che come ogni buon calabreseè di animo generoso e di una religione che nessun eventoriuscirà a spezzare, non rimarrà indifferente alla parola diaiuto che il Priore del Santuario vi rivolge. Ciò costituirebbeuna grande atto magnanimo e di giustizia da parte dell’E.V.in quanto una eventuale assegnazione di generi alimentari aquesta Abbazia solleverebbe dalla terribile crisi economica ilpersonale religioso del convento. Restituisco l’esposto. IlSindaco.

Domenico Romeo

Citrus Limon ( L.) Osbeck / Famiglia Rutacee

Limone gigante di?

DOMENICA02 LUGLIO 21www.larivieraonline.com CULTURA E SOCIETÀ

L’attività di assistenza del Santuariodella Madonna di Polsi ai soldati sbandati della seconda guerra mondiale

Page 22: Durante l’inaugurazione dell’Hotel Fontanella, a Moschetta, ha · 2017. 7. 28. · Nel tardo pomeriggio di sabato 24 giu-gno è stato inaugurato, a Moschetta, il Fontanella Hotel,

Signore di culturaTre donne indispensabili per lo svilup-po di arte e cultura nel nostro territorio:Rossella Agostino, Anna Lia Paravati eMargherita Milanesio.

Nel nome del padreIl sindaco di Roccella JonicaGiuseppe Certomà siede alladestra… del vescovo della diocesidi Locri-Gerace Francesco Oliva.

Iniziative salutisticheFausto Certomà e il nutrito gruppo del

Fitwalking promuove la buona salute sulCorso di Siderno con tanto di riconoscibi-

lissime magliette rosse.

Così lontani, così viciniMario Diano abbraccia un caro

amico da molti anni lontano dallasua Locride d’origine ma che, in 42anni, non ha mai rinunciato a un’e-

state nel nostro comprensorio!

Un fisico invidiabileTra le strade diRoghudi il sindacoPierpaolo Zavettieriimpenna con la bici-cletta dimostrando ilgrande atletismoche lo contraddistin-gue.

Un calore che unisceIl nuovo primo cittadi-no di Bovalino,Vincenzo Maesano,viene “battezzato” daun affettuoso abbrac-cio ad opera del colle-ga di Bianco AldoCanturi.

Gli amici della Pinetacolpiscono ancora

Bruno d’Agostino tornaalla ribalta per le strade diSiderno, riunendo attornoa sé Gli amici della Pineta

con l’avvocato Romeo,Cosimo d’Agostino e tanti

altri.

Gioioso sindacoSara Femia

accompagnafuori dall’altare ilsuo neomaritoSalvatore Fuda,

sindaco diGioiosa Ionica,questa settima-na finalmente

convolato anozze! Auguri!

Cambio di bandiera?Giovanni Calabrese fa

capolino tra Seby Romeoe Barbara Panetta. Sistarà avvicinando perparlare di sanità… o

discutere di una migra-zione tra le frange PD?

Bellezza sovieticaCarina Albanese, lo scor-so 21 giugno, ha vinto il

concorso “Star World”,una gara di bellezza svol-

tasi a Mosca, in Russia.Vorremmo darvi maggio-

ri dettagli ma il cirilliconon sappiamo leggerlo.

Vade retroIl prete dell’Ospedale di Locri sisobbarca il difficile incarico disalvare l’anima del grande pro-fessionista Rinaldo Nicita.L’opera non sarà semplice, ma ilSignore sarà sempre al suo fian-co!

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ConVersando... Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

Oltre che di santi, poeti e navigatoril’Italia può essere definita una terra divulcani. L’attrattività sacrale e mitica diquesti luoghi sembra cedere il passo ainteressi più terreni, a una maggioreconsapevolezza delle opportunità chequeste aree, a fortissima vocazione viti-vinicola, rappresentano. C’è un filo checollega la pianta di Dionisio da nord asud della penisola e che unisce territo-ri diversi tra loro per latitudine e micro-climi, ma capaci di esprimere vini digrande carattere e dalla marcata mine-ralità: quelli prodotti con uve cresciutesu terreni vulcanici. Ingrediente segre-to e comune denominatore è la com-posizione dei suoli che, figli delle diffe-renti attività dei vulcani, sono ricchi diminerali come potassio, fosforo, zolfo,calcio, sodio, magnesio e microele-menti. Foriere di nettari di assolutoriferimento in fatto di qualità e di pecu-

liarità, partendo danord, le aree cono-sciute per la loroproduzione sono:T e r l a n o(Bolzano), Soave(Verona),l’arealedella denomina-zione LessiniDurello (a caval-lo tra Verona eVicenza), quelladel Gambellara(al confine tra ledue province),Colli Euganei(Padova), Pitigliano

(Grosseto), Orvieto(Terni), Montefiascone(Viterbo), Castelli Romani(Roma), Roccamonfina eGalluccio (Caserta), CampiFlegrei e Vesuvio (Napoli),Vulture (Potenza). Lasciandola Penisola scopriamo i suolivulcanici dell’arcipelago delleEolie (Messina), dell’Etna

(Catania), diP a n t e l l e r i a

(Trapani) e di Mogoro (Oristano). I lcarattere “vulcanico”, si fa sentire giànella fase olfattiva: grande finezza eimportanti ed eleganti persistenze mapoca intensità. Il frutto gioca nelleretrovie, perché è più evanescente ecosì le note speziate. La seduzione diun vino che nasce dalla lava continuaanche al palato: prima acidi, poi salini,meravigliosamente freschi e piacevoli,velati eppure equilibrati, profilo che faprevedere ottime capacità di tenuta neltempo. Uno stile enologico inimitabile,panorami mozzafiato, geologia, storiae mito: un habitat dall’inesauribileforza creativa per il cuore e per il gusto.

I Vini figlidel fuoco e della terra

Nella stagione cinematografica a cavallo tra 2014 e 2015, l’at-tenzione cine-mediatica del web è stata catalizzata da un biz-zarro progetto di Hollywood che affidava la regia di un film sulproprio mondo ad un regista messicano. Si trattava diAlejandro G. Inarritu che, abbastanza estroso, fantastica-va di svilupparlo tutto in un mastodontico piano-sequenza di due ore. Nacque così Birdman, che scrittodallo stesso regista, vinse le quattro statuette più

importanti agli Oscar del 2015.La storia, ambientata nelle quinte del St. James Theatre di Broadway,parla di una ex star di Hollywood decaduta dopo il successo riscosso conla trilogia “Birdman” di cui lui, ovvero Riggan Thompson, - ovveroMicheal Keaton- era il protagonista. Riggan, per rilanciarsi e scrollarsi didosso l’etichetta di “non più divo”. decide di produrre uno spettacolo tea-trale tratto da un romanzo di Raymond Carver “Whatwe talkaboutwhenwe talk about love” di cui lui sarebbe stato anche regista, sce-neggiatore e protagonista. Nei tre giorni di anteprime,Riggan deve fare i conti con un nuovo arriva-to, Mike Shiner, -ovvero Edward Norton- che incarna l’attore ideale.Shiner recita nella vita e vive nella scena e la sua stravaganza destabilizzala troupe. Altri nodi al pettine di Riggan sono i problemi mentali (eglicrede di essere dotato di superpoteri), economici e familiari. Un criticodel New York Times pronto a stroncare lo spettacolo e soprattutto il pro-prio ego –incarnato dal suo vecchio personaggio, Birdman- che gli com-pare durante delle allucinazioni, oltre ad umiliarlo, cerca di persuaderloa tornare un prodotto dello star system.Dopo una serie di figuracce, per Riggan arriva il giorno della prima, nellaquale con una performance sublime, convince anche la critica. Speciequando nell’ultima scena, che prevede il suicidio del protagonista, Riggansostituisce la pistola giocattolo con una vera e si fa saltare il naso. Appresa

la notizia, la figlia, che va a trovarlo nella sua stanza d’ospedale e trova illetto vuoto vicino alla finestra aperta, temendo il peggio si sporge e guar-da verso il basso. Poi, sentendo il richiamo di un rapace guarda al cielo esorride. Birdman è un film che parla dell’ego nel mondo e di come può cambia-re la nostra vita. Non a caso il protagonista fa l’attore, che è il mestieredell’ego per eccellenza, e vive ad Hollywood, o più precisamente aBroadway, l’ambiente più egocentrico di quest’industria. E non a casotecnicamente il film rappresenta un esercizio di stile, pieno di virtuosismiautocelebrativi come autocelebrativa è la sua stessa struttura: la regia inBirdman è più che mai la manifestazione dell’ego di Inarritu. Non sono casuali le immagini, inserite quasi come intruse nella narrazio-ne, delle comete in fiamme nei momenti di esaltazione di Riggan e quel-le delle meduse marce spiaggiate nei momenti di massimo terrore dellostesso. Non è un caso che Micheal Keaton in persona abbia avuto la stes-sa carriera di Riggan Thompson, essendo stato iniziato al mondo diHollywood grazie a Batman. E fortemente volute sono l’immagine e lafotografia del film, curate dal leggendario Emmanuel Lubezki, l’unico ingrado di imprimere indelebilmente il proprio Io nel film attraverso le luci.In particolare se ne ricordano quelle delle scene nei sobborghi diTimesSquare e l’illuminazione nei corridoi del teatro. Non è un caso chele scene salienti siano accompagnate da una sequela di virtuosismi allabatteria, così da rappresentare l’ego anche nell’esecuzione musicale. Edinfine non è un caso che il secondo titolo del film sia “le inaspettate virtùdell’ignoranza”. Infatti,soltanto in una storia in cui l’ego degli uomini èvisto come la loro croce e delizia,proprio l’ignoranza – intesa come anta-gonista dell’ego- può assicurare all’individuo la serenità consentendoglicosì di manifestare le sue inaspettate virtù.

Domenico Giorgi

Birdmano l’imprevedibile virtù dell’ignoranza

BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Una bimba scende a mare col suo cagnolino. Giocano un pochinosulla spiaggia e poi lei decide di provare un gioco nuovo: lo trascina inmare e lo mette sotto l’acqua, così, per vedere cosa succede. Il canecerca di uscire fuori ma lei lo tiene giù. Lo guarda curiosa. Il canemuore dopo lunghissimi minuti, e lei continua a giocare. Un bambinova a mare coi genitori e si annoia un po’, non sa che fare. Decide allo-ra che il suo gioco sarà quello di pescare dei pesci. Prende il secchiel-lo e la maschera e si avventura in mare. Prende una decina di pesci eli lascia dentro al secchiello, nell’acqua del mare. Poi arrivano gli amicie si scorda dei pesci. I genitori intanto sono rilassati sotto l’ombrello-ne. L’acqua si scalda e a poco a poco si fa insopportabile. I pesci muoio-no uno dopo l’altro, senza rumore alcuno. Una storia è vera, l’altra èinventata. Decidete voi. La differenza tra le due è che un cane puòalmeno provare a difendersi, i pesci invece moriranno in silenzio per-ché non sono molto “di compagnia”. La morale della favola è che glianimali non sono giochi: né cani, né pesci, né uccelli e così via.Nessuno ha il diritto di torturarli. Esistono tanti giochi da fare a mare,non è un lodevole insegnamento quello di restare indifferenti allamorte di altri esseri viventi. Ricordiamoci che un domani i bimbisaranno grandi, cerchiamo di dare loro un esempio amorevole, cheporteranno con loro e tramanderanno ai loro figli. E chissà forse, undomani potremo essere fieri di noi.

Dei cani e dei pesci

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