DIMAGRIRE IN MODO SANO Libera Università del Rubicone 17, 24 Febbraio, 3, 10 marzo 2011 A cura di...

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DIMAGRIRE DIMAGRIRE IN MODO SANOIN MODO SANO

Libera Università del RubiconeLibera Università del Rubicone17, 24 Febbraio, 3, 10 marzo 201117, 24 Febbraio, 3, 10 marzo 2011

A cura diDott.ssa Lisa GamberiniDott.ssa Lisa Gamberini

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Lezione 4Lezione 4Sommario

I FATTORI COGNITIVO-EMOTIVI CHE INFLUENZANO LA PERDITA DI PESO:

• IL DIALOGO INTERNO

• I PENSIERI SABOTANTI

• LE RISPOSTE UTILI

• LE EMOZIONI DISTURBANTI

• LA FAME NERVOSA

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L’Aspetto più prettamente “Psicologico” del Dimagrimento fa riferimento

a…

ASPETTI COGNITIVI Pensieri, Aspettative, Convinzioni, Senso di Autoefficacia, Dialogo Interno

ASPETTI EMOTIVI Riconoscimento e Gestione delle Emozioni, Stati d’Animo Disfunzionali ed Eventi Stressanti

IMMAGINE CORPOREA Vissuto di sé e del proprio corpo, conseguenze comportamentali e relazionali

AUTOSTIMA, ASSERTIVITA’, AUTOEFFICACIAFiducia in sé stessi, Capacità di Comunicazione e Relazione

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GLI ASPETTI COGNITIVIGLI ASPETTI COGNITIVIIl Dialogo InternoIl Dialogo Interno

Cos’è: caratteristiche ed azioneProvenienza: esperienze + ambiente Viene filtrato dalle Credenze Acquisirne consapevolezza e controlloImparare a convertirlo“Sono stanco, ho lavorato molto ed ho fame” è una semplice descrizione di

come ci si sente.

Un esempio di Dialogo Interno è: “E da questa mattina che sono in mezzo ai problemi, non ne posso più! Non

vedo l’ora di arrivare a casa e mangiare così mi rilasso!” → E’ diretto verso di sé, contiene un elemento affettivo forte e

spinge all’azione

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Trasformare il Dialogo Interno Trasformare il Dialogo Interno Negativo in Dialogo Positivo Negativo in Dialogo Positivo

In un Percorso di Dimagrimento è fondamentale rendere il Dialogo Interiore un nostro “ALLEATO”

Fasi del Percorso:

Conoscerne l’esistenza e l’importanza

Imparare ad individuarlo

Comprendere come funziona: - Da dove proviene - In che direzione porta

Avviare un processo di Conversione: - Rompere il vecchio schema - Creare un nuovo linguaggio

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I Facilitatori del dialogo interno I Facilitatori del dialogo interno positivopositivo

• Parlarsi in prima persona “Io sono..”

• Utilizzo di aggettivi positivi “Sono capace di..”

• Inserimento di emozioni positive “Mi dà piacere..”

• Uso di Frasi motivanti “Mi considero in grado di farcela”

• Induzione all’azione “Ho mangiato troppo, camminerò di più”

• Impiego di auto-rinforzi “Oggi posso proprio dirmi che sono stato bravo/a”

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Vantaggi ed efficaciaVantaggi ed efficacia

Ha un potente effetto motivazionaleSoprattutto se pronunciato ad alta voce o messo per iscritto e poi riletto

Incrementa notevolmente i risultatiSeguire una dieta senza lavorare sul dialogo interno porta a risultati effimeri (o talora addirittura all’insuccesso)

Rende l’individuo padrone di sèsvincolandolo dalla dipendenza dal dietologo

Può spezzare il circuito dell’alimentazione automatica

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I PENSIERI “SABOTANTI”I PENSIERI “SABOTANTI”

Definiamo “Sabotanti” tutti quei Pensieri che allontanano dall’Obiettivo di Controllo del Peso

In che modo rendono più difficile stare a Dieta?

• Incoraggiano a mangiare (Pensieri Autorizzanti: “Solo per questa volta, cosa vuoi che sia…”)

• Minano la fiducia in sè stessi (“Tanto sono una persona debole/incostante, non ce la farò mai”)

• Autorizzano a non tenere conto delle indicazioni ricevute (“Non è indispensabile che segua alla lettera ciò che mi ha detto di fare..”)

• Promuovono ricadute ed abbandoni (“Questo week-end ho esagerato, ormai ho mandato tutto all’aria, tanto vale lasciar perdere”)

• Aumentano il livello di stress (“Devo essere perfetto o sarà tutto inutile”, “Devo assolutamente arrivare a quel peso entro….”)

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Alcuni Esempi…

• “So che non dovrei mangiarlo ma non me ne importa”

• “Non fa niente se lo mangio, è solo per questa volta…”

• “A questo cibo proprio non posso resistere”

• “Lo mangio! non sono capace di controllarmi”

• “Se nessuno mi vede mangiare non conta davvero”

• “Se mangio velocemente, forse sarà come non averlo fatto”

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• “Non posso essere scortese, non posso rifiutare ciò che mi viene offerto”

• “Ho avuto una giornata molto dura, me lo merito proprio”

• “Sono triste/angosciato…devo mangiare!”

• “Non posso stare a dieta quando sono stressato!”

• “Se cedo alla tentazione è colpa mia perché sono debole”

• “Se sento un languorino significa che ho fame…perché non dovrei mangiare?”

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• “Oggi è andato tutto storto….mi merito qualcosa per tirarmi su”

• “Stare a dieta è faticoso, non voglio continuare”

• “Tanto non perderò mai peso…”

• Fino ad ora ho sempre fallito, perché questa volta dovrebbe essere diverso?”

• “Ho mangiato qualcosa che non dovevo, tanto vale saltare la dieta per il resto della giornata”

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LE RISPOSTE UTILILE RISPOSTE UTILI

Sono Frasi che, inserite nel Dialogo Interiore…

- AIUTANO A COMBATTERE I PENSIERI “SABOTANTI”

- IMPEDISCONO LA MESSA IN ATTO DI COMPORTAMENTI DISFUNZIONALI

- REGALANO EFFICACIA E FIDUCIA IN SE’ STESSI

NB. Possono Divenire Automatiche!

→ Modificare stabilmente il Dialogo Interiore, la percezione del Mondo e di Sè Stessi

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Alcuni esempi:

• “Non ho veramente bisogno di mangiarlo, ho fatto da poco il mio spuntino…”

• “Forse sto solo cercando un alibi per sentirmi legittimato/a a mangiare. Troverò un’alternativa costruttiva a questo comportamento…per esempio….”

• “Tra 2 ore è ora di cena, anche se ho un po’ di fame posso aspettare…Nel frattempo posso senz’altro fare qualcos’altro di utile o interessante…”

• “Ho un leggero languorino, ma devo ricordare che la Fame non è un’urgenza, posso sopportarlo”

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• Devo essere sincero/a, ho veramente fame? o sto rispondendo con il cibo ad un bisogno diverso?

• “Stare a dieta per me è importante, dimagrire mi porterà molti vantaggi; di fronte ad essi resistere è in fondo un sacrificio veramente piccolo”

• “Ricorrere al cibo per fronteggiare lo stress/le emozioni negative mi darà un piacere solo momentaneo, non risolverò il mio vero problema, anzi, aggraverò il mio sovrappeso”

• “Posso sicuramente trovare un modo per consolarmi che non ostacola il dimagrimento”

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• “Di certo c’è solo che con il vecchio metodo ho fallito: in fondo non mi costa nulla fare un esperimento”

• “Se fino ad ora non sono stato capace di controllarmi posso imparare a farlo da ora in poi”

• “E’ vero, in passato non ho raggiunto/mantenuto il mio obiettivo…ma avuto a disposizione i giusti strumenti? Sono stato seguito con attenzione?”

• “Un piccolo errore non compromette il mio percorso e quanto di buono ho fatto fino ad ora, se mi rimetto subito in carreggiata”

NB. Queste stesse cose “dette” dall’Operatore sono utili, ma acquisiscono un’efficacia molto maggiore se entrano a far parte del Dialogo Interno della persona

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COME NASCONO:COME NASCONO:L’EVENTO SCATENANTEL’EVENTO SCATENANTE

I Pensieri “Sabotanti” nascono in corrispondenza di un “Evento Scatenante”, che può essere di svariata natura:

STIMOLI AMBIENTALI: La vista e l’odore del cibo

STIMOLI BIOLOGICI: Fame, sete, smanie di cibo

STIMOLI MENTALI: Pensare al cibo, leggere una ricetta

STIMOLI EMOTIVI: Stati d’animo spiacevoli (tristezza, rabbia, ansia)

STIMOLI SOCIALI : Occasioni sociali in cui si viene sollecitati a mangiare

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Se si riescono ad Individuare gli Stimoli che evocano Pensieri “Sabotanti”….

- Si può MINIMIZZARE L’ESPOSIZIONE AD ESSI- Si può MODIFICARE LA PROPRIA RISPOSTA…

Si può ad esempio: Modificare l’ambiente in cui si mangia Imparare a tollerare la fame Imparare a gestire le smanie di cibo Pensare al cibo in modo diverso Parlarsi in maniera più funzionale Gestire le emozioni in modo produttivo Essere assertivi nel dare priorita’ all’Obiettivo

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PENSIERI DISFUNZIONALI E PENSIERI DISFUNZIONALI E DISTORSIONI COGNITIVEDISTORSIONI COGNITIVE

Cosa sostiene ed alimenta i Pensieri Sabotanti?

I Pensieri Disfunzionali che l’individuo fa su di Sé e sul Mondo derivano:

- dalle CREDENZE sviluppate nel tempo

- da Modi “Sbagliati” di osservare la realtà e di ragionare chiamati DISTORSIONI COGNITIVE

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LE DISTORSIONI COGNITIVELE DISTORSIONI COGNITIVE

PENSIERO TUTTO O NULLA Considerare una realtà o un comportamento o completamente presente o assente, passare da un estremo all’altro senza possibilità di sfumature flessibili.

Es. “Ho fatto uno sgarro alla dieta, tanto vale che stavolta esageri” oppure “per oggi la dieta non la faccio più”.

Pensiero funzionale: “Ho commesso un errore ma nulla è compromesso. Se riprendo subito la dieta posso fare in modo che il danno rimanga circoscritto”.

Es. “O mi proibisco di mangiare la cioccolata o ne mangio una tavoletta intera”.

Pensiero Funzionale: “Se imparo a non eccedere nella dose potrò concedermi i miei alimenti preferiti anche se devo perdere peso”.

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AFFIBBIARSI UN'ETICHETTA NEGATIVA Es.“Ho commesso un errore, sono un debole, un incapace”.

Pensiero funzionale: “Non è giusto che giudichi me stesso in base ad un singolo atto; si tratta solo di un errore, che non pregiudica la mia possibilità di agire correttamente in seguito”.

SMINUIRSI Se si fa qualcosa di buono considerarlo facile o scontato, se si fa qualcosa di sbagliato valutarlo la prova della propria incapacità. Bisogna imparare a riconoscersi i propri meriti e ad auto-gratificarsi.Pensiero Funzionale: “Sono riuscito a….sono stato bravo!” “Non sono riuscito a…; peccato, ma mi servirà da esperienza per far meglio la prossima volta”

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ESAGERARE Considerare ogni minima difficoltà qualcosa di insuperabile. Es. “Stare a dieta è faticoso, riuscire a dimagrire è veramente impossibile”! Es. “(Tutti) I sacrifici richiesti dallo stare a dieta sono insostenibili….”Pensiero Funzionale: “Stare a dieta è difficile, ed a volte mi scoraggio un po’, ma è del tutto normale; se non mi perdo d’animo posso ottenere dei buoni risultati”.

GENERALIZZARE Parlare in termini di “mai” o di sempre” e far divenire un evento particolare una norma generale. Ogni singolo errore va a minare l’intero programma divenendo principio e profezia di una catena di errori futuri.Es. “Sbaglio sempre, non ne azzecco mai una”. Es. “Sono veramente spaventosa con queste cosce grosse”.Pensiero Funzionale: “In questa occasione ho commesso un errore” “Ci sono parti del mio corpo che vorrei migliorare, ma in compenso di me mi piace…”

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AVERE UN’ ATTENZIONE SELETTIVA Cogliere solo gli aspetti negativi del proprio comportamento, interpretandoli come conferma di incapacità/disvalore, ignorando quelli positivi o mantenendone circoscritto il valore.

Es. “Ho seguito la dieta tutta la settimana, oggi ho trasgredito quindi ho mandato tutto a monte”.

Pensiero Funzionale: “Questa settimana ho avuto solo un momento di debolezza…sto migliorando!”

INFERENZA ARBITRARIA Tendenza a collegare gli eventi esterni a sé stessi pur in assenza di motivi plausibili o sufficienti.Es. “Ridono di me perché ho il sedere grosso”

Pensiero Funzionale: “Chissà per quale motivo ridono così tanto, beati loro!”

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• PERSONALIZZAZIONE Attribuirsi la responsabilità di tutti gli eventi negativi. Es.“Se le amiche mi hanno detto di no è sicuramente perché non sono interessante”.

Pensiero Funzionale: “Siamo alla fine della giornata e probabilmente le mie amiche sono stanche; usciremo insieme un’altra sera ”.

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Come pensano le persone Come pensano le persone naturalmente magre?naturalmente magre?

SANNO DISTINGUERE TRA FAME E DESIDERIO DI CIBO

HANNO UNA BUONA TOLLERANZA ALLA FAME ED ALLE SMANIE DI CIBO

HANNO UNA PERCEZIONE REALISTICA DI QUANTO MANGIANO

INTERROMPONO IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE AI PRIMI SEGNALI DI SAZIETA’

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NON USANO ABITUALMENTE IL CIBO PER CONSOLARSI

TROVANO PIACEVOLE FARE ATTIVITA’ FISICA SIA DAL PUNTO DI VISTA FISICO CHE PSICOLOGICO

QUANDO AUMENTANO DI PESO NON SI DEMORALIZZANO E SI ATTIVANO PER PORVI RIMEDO

CREDONO NELLE PROPRIE CAPACITA’ E NON MISURANO IL VALORE DI SE’ DAL PESO E DALL’ASPETTO FISICO

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NON SI FOCALIZZANO SU IDEE DI INGIUSTIZIA MA PENSANO A FARE IL MEGLIO PER SE’

NON INTERROMPONO LA DIETA DOPO AVER PERSO PESO

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GLI ASPETTI EMOTIVI GLI ASPETTI EMOTIVI L’importanza della dimensione emotivaL’importanza della dimensione emotiva

Fra le 3 dimensioni che influenzano il Comportamento Alimentare (Comportamenti-Pensieri-Emozioni)

la COMPONENTE EMOTIVA ha un ruolo di ASSOLUTA CENTRALITÀ

Molti percorsi di dimagrimento compiuti da persone ben informate e consapevoli non hanno pieno successo perché si

bloccano di fronte ad un “disagio indefinito” o alla cosiddetta “Fame Emotiva”

Il Lavoro sulle Emozioni è il più complesso, per la forza-profondità-implicazioni-scarsa accessibilità

delle emozioni stesse ma spesso è quello risolutivo

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IL POTERE DESTABILIZZANTE IL POTERE DESTABILIZZANTE DELLE EMOZIONIDELLE EMOZIONI

Emozioni troppo forti possono risultare non gestibili e causare uno stato di temporanea “confusione”

→ minor Controllo Razionale (Perdita di Controllo) → Comportamento disordinato,

disfunzionale

Nella Sequenza Stimolo-Azione l’Emozione ha un effetto disorganizzante che pregiudica la Fase di Bilancio

ed Elaborazione della Risposta

→ Le Contromisure messe in atto per contrastarne l’effetto sono in genere inefficaci e fanno spesso ottenere il contrario

di quanto si desidererebbe.

“Il Cibo è una risposta alimentare ad un problema non Il Cibo è una risposta alimentare ad un problema non alimentarealimentare”

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TENSIONI EMOTIVE E NUTRIZIONETENSIONI EMOTIVE E NUTRIZIONE

IN CHE MODO IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE SI COLLEGA ALLE EMOZIONI?

Sequenza Stimolo-Risposta:

1.Stimolo2.Pensiero : Interpretazione+Dialogo Interiore

3.Emozione4.Pensiero: Bilancio ed Elaborazione della Risposta

5.Comportamento

NB. Nonostante sia istintivo pensare il contrario il Pensiero precede l’Emozione!

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“Non sono gli avvenimenti a turbare gli uomini, ma l’idea che essi se ne fanno” (Epitteto)

NON E’ LO STIMOLO CHE CONTA MA LA SUA INTERPRETAZIONE!

Il medesimo avvenimento:

Sarà vissuto in modo diverso da ciascun individuo in base a Personalità, Esperienze e Schemi Mentali applicati

Sarà classificato come negativo ma affrontabile oppure disastroso ed insuperabile in base alla valutazione di sé e

delle proprie risorse→ Scatenerà Emozioni e Comportamenti differenti

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LEGAME PENSIERO-EMOZIONELEGAME PENSIERO-EMOZIONE

Attenzione!I Pensieri Sabotanti generano Emozioni sabotanti!

Le Emozioni che possono indurci a mangiare sono dunque innescate dalle Interpretazioni e dai Ragionamenti attivati

dagli avvenimenti che viviamo.

Tutto ciò che produce “Stress”, se non ben gestito, espone al rischio di disfunzionali ripercussioni sul comportamento

alimentare! NB. Anche eventi che non riguardano direttamente il peso/cibo

Tali emozioni sono il frutto di un Monologo Interiore “Irrazionale” (improntato a distorsioni cognitive:

esagerazione, drammatizzazione, catastrofismo) Sostituendo ad esso un Dialogo Interiore più Funzionale le

Emozioni corrispondenti diventeranno meno angoscianti e dunque più gestibili.

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Perché si ricorre al cibo in condizioni di Perché si ricorre al cibo in condizioni di “Stress”?“Stress”?

CIBO E GRATIFICAZIONECIBO E GRATIFICAZIONE

Mangiare risulta “confortante” perché elicita emozioni positive:

1.Abbassa la concentrazione dei Marcatori biologici dello Stress (es.Adrenalina, Cortisolo)

2.Alza quella di Marcatori che svolgono un’azione acquietante (es.Endorfine e Dopamina)

3.Svolge un Ruolo di Gratificazione Psicologica4.Si ricollega a vecchi ricordi/condizionamenti

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Umore e Stato Emotivo sono regolati da specifici Neurotrasmettitori (es.Serotonina, Beta-Endorfine) che vengono

influenzati dall’assunzione di zuccheri

Ogni volta che introduciamo Carboidrati l’organismo risponde con una maggiore produzione di: - Serotonina (effetto rilassante-antidepressivo) - Beta-Endorfine (miglioramento

autostima, riduzione del dolore)

L’intervento dell’insulina, tuttavia, volto a stabilizzare la glicemia, va a smorzare anche il positivo effetto sull’umore

Per ricreare la sensazione di pace divengono necessarie sempre maggiori quantità di zuccheri, processo che in alcune persone può

dare luogo ad una sorta di dipendenza (Craving)

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Mangiare è una Buona Soluzione?Mangiare è una Buona Soluzione?EFFETTI NEGATIVI EFFETTI NEGATIVI

DELLA RISPOSTA-CIBODELLA RISPOSTA-CIBO

Sul momento il cibo “sembra” procurare sollievo.

In realtà tale comportamento si rivela poi controproducente e distruttivo in quanto:

1. Si rende responsabile di un Aumento di Peso2. Rischia di causare nel tempo Danni alla salute

3. Genera ulteriore Tristezza, Ansia, Tensione Emotiva 4. Indebolisce l‘Autostima della persona, facendola sentire

debole, impotente, incapace di raggiungere l’obiettivo5. Non risolve il problema sottostante

NB. IL CIBO E’ UNA RISPOSTA ASPECIFICA! DI FRONTE ALLO STRESS E’ NECESSARIO ATTUARE

RISPOSTE SPECIFICHE!

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QUALI SONO LE EMOZIONI QUALI SONO LE EMOZIONI “SABOTANTI”?“SABOTANTI”?

E' possibile individuare una serie di Emozioni che più frequentemente hanno ricadute sul cibo

CONSENTIRNE L’ACCESSO ALLA COSCIENZA rappresenta il 1° passo per iniziare ad innescare un

cambiamento e regalare all’individuo un maggior controllo su di sé

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1. IL PENSIERO DEPRESSO1. IL PENSIERO DEPRESSO

Tristezza, scarsa autostima, apatia, pessimismo sono gli stati d’animo che più frequentemente portano ad un'alimentazione incontrollata, impulsiva o compensativa.

→ Lavorare sui sintomi depressivi migliora le possibilità di condurre con efficacia un percorso di Controllo del Peso

2. L’ANSIA2. L’ANSIALa “Fame Ansiosa” è una delle principali conseguenze della tensione emotiva

L’individuo non riesce più a fronteggiare gli stress in maniera efficace o avverte un’inquietudine ed un disagio che non sa come placare e che avverte come “urgente”

Attenzione! L’Ansia può essere confusa con Fame e Nausea!

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3. LA NOIA3. LA NOIA

I momenti di inattività, così come lo svolgimento di lavori/attività scarsamente interessanti e stimolanti producono un “vuoto” di tempo o in termini di sensazione interiore (insoddisfazione) che molto spesso si tenta di tamponare mangiando.

4. LA SOLITUDINE4. LA SOLITUDINE

Il cibo diventa compagnia, conforto, senso di calore e di rassicurazione, ma costituisce in realtà mezzo di sfogo di pensieri che si rivelano auto-distruttivi (sia rispetto ai propri obiettivi di peso che alla propria autostima)

Genera sovente un Circolo Vizioso: La solitudine porta ad un'iperalimentazione compensativa che conduce al sovrappeso→ il sovrappeso alimenta aspetti di timidezza, imbarazzo e la tendenza quindi ad isolarsi dagli altri

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5. LA RABBIA5. LA RABBIA

Per chi è in preda a vissuti di Rabbia il Cibo assume spesso una Funzione “Rilassante” Il cedere all'impulso ad alimentarsi ha 2 scopi:- Cercare un effetto acquietante (es.serotonina)- Impedire l'esplosione di collera esprimendo l’aggressività in modo “più accettabile”

6. INSODDISFAZIONE AFFETTIVA6. INSODDISFAZIONE AFFETTIVA

La presenza di insoddisfazioni in campo affettivo/sessuale può generare tensioni emotive che si pongono alla base di una “Fame Nervosa” in cui il cibo va ad attuare una Compensazione (naturalmente fittizia) del senso di vuoto, frustrazione o solitudine avvertitiAnche qui esiste il rischio di un Circolo Vizioso: allo stesso tempo infatti il porre una barriera di grasso tra sé e l'altro può consentire alla persona di giustificare le proprie difficoltà relazionali

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Riassumendo dunque:

Troppo spesso il Cibo diviene il mezzo per:- Mettere a tacere le emozioni sgradevoli (che però rimanendo irrisolte porteranno nuovamente in futuro ad alimentarsi in modo incongruo)- Avere un controllo su qualcosa quando si sente di non averlo sul proprio mondo interiore o sull'ambiente.

LE PERSONE NATURALMENTE MAGRE invece:- Esprimono le loro emozioni in modo sano ed appropriato- Le gestiscono mantenendole entro il contesto che le riguarda - Si attivano per la risoluzione del problema

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FAME NERVOSA COME “SEGNALE”

Partendo dal presupposto che Ogni sintomo è un “Messaggio”

La “FAME NERVOSA” (NB! e conseguentemente il Sovrappeso) può dunque

assumere molteplici significati:

1. Può essere una espressione esteriore di una inquietudine interiore

2. Può costituire un anestetico emotivo3. Può esprimere un bisogno di accudimento o di approvazione, un grido lanciato

agli altri per attirarne l'attenzione4. Mezzo per costituire una barriera difensiva rispetto agli altri o alle

emozioni

Se si è troppo impegnati a “liberarsi” dei propri sintomi non se ne potrà scoprire il vero significato

NB. Una corretta lettura da parte dell’Operatore potrà indirizzare la persona verso una corretta risoluzione del proprio problema

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PERCHE’ LAVORARE SU EMOZIONI E FAME NERVOSA

Rischio d’instaurazione di un CIRCOLO VIZIOSO:

- Le Emozioni Negative mal gestite provocano un'alimentazione smodata

- Questo causa un aumento di peso (e talora danni alla salute)- Questo causa un calo di Autostima- Il sentire di non valere e di non avere il controllo di sé porta a

rivolgersi ancora di più al cibo per trovare consolazione

Questa spirale va fermata!

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STIMOLARE UNA RIFLESSIONE:GESTISCO MALE LE EMOZIONI?

• NON IDENTIFICO L’EVENTO O I PENSIERI STRESSANTILa persona non riesce ad identificare il fattore di stress o ad analizzare in profondità il problema che la preoccupa. Può essere abbastanza semplice identificare la situazione che ha generato stress, è invece più difficile mettere a fuoco i Pensieri Disfunzionali che determinano la reazione all’evento.

• PERCEPISCO MALE LE EMOZIONILa persona può rivelarsi incapace di riconoscere, descrivere o esprimere le emozioni che la disturbano (Alessitimia). Es. non avverte collera o tristezza ma un malessere diffuso che le rende difficile l’identificazione dei fattori di stress.

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• NON SO COME COMPORTARMILa persona identifica correttamente il fattore di stress e le emozioni che la turbano ma non sa come fronteggiarle né come risolvere le difficoltà incontrate.

• CIBO COME UNICA FONTE DI SODDISFAZIONEAll’interno di un’ampia gamma di possibili attività confortanti la persona sceglie sempre il cibo in maniera stereotipata ed automatica, non pensando che possono esistere delle alternative o non dandosi la possibilità di sperimentarle (Lavoro sulle Attività Distraenti).

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• IL CIBO NON MI CONFORTA PIU’ MA…La persona ha focalizzato il ricorrere al cibo come negativo e controproducente > non ha più ad avere pensieri positivi sugli alimenti, che sono percepiti come “cattivi” > falliscono nell’obiettivo di dare piacere e conforto > stimolano un Dialogo Interiore Negativo (> rimproveri ed emozioni negative: senso di colpa, tristezza). > ma non riescono a neutralizzare quelle che avevano spinto alla ricerca del cibo.

>> Nonostante la persona non ne tragga conforto, tuttavia, l’impotenza sperimentata e l’assenza di speranza data dall’incapacità di trovare alternative utili (Attività Distraenti) porta a rifugiarsi ancora più nel cibo o non riuscire a smettere di mangiare.

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• LA VITA NON E’ ALTRO CHE UN PROBLEMA DI PESO La risposta data al problema emotivo (assumere Cibo) anziché

portare sollievo diventa un Attivatore: genera un pensiero negativo centrato sul peso e sulle conseguenze negative che avrà sulla vita quotidiana> Il problema verrà “spostato” dalla causa originaria al peso ed alla fine l’individuo finirà per ritenere che il suo principale problema sia il peso (“sto male perché sono in sovrappeso” e non “sono in sovrappeso perché sto male”), e per far ruotare tutta la sua vita intorno ad esso ed agli sforzi per dimagrire.

(Utile Ristrutturazione Cognitiva)

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FORNIRE UN AIUTO CONCRETOCOME POSSO IMPARARE A GESTIRE LE

EMOZIONI?

OSSERVA L’EMOZIONE- Fermati ad osservare la sua presenza- Staccati da essa, prendine le distanze

SPERIMENTA LA TUA EMOZIONE- Lasciati attraversare- Come un’Onda, essa arriva e se ne va- Non tentare di bloccarla- Non tentare di eliminarla- Non cercare di aggirarla- Non trattenerla- Non amplificarla- Non rimuginarci sopra

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• ACCETTA LA TUA EMOZIONE- Accettala per quello che è- Capisci da dove viene ma non giudicarla

• NON AGIRE DI FRONTE ALL’EMOZIONE- Insegna a te stesso/a che non è necessario agire di fronte ad

un’Emozione- Aspetta che se ne vada da sola (o ricorri ad

un’Attività Distraente se non riesci a tollerarla)- Decidi come agire in modo più razionale una volta che si è attenuata/è

passata: l’ansia disorganizzante iniziale si trasformerà in sana preoccupazione e questo consentirà di prendere in esame varie opzioni comportamentali, scegliendo la più efficace.

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• FAI L’OPPOSTO DI CIO’ CHE TI SUGGERISCE- Hai Paura? Fai ciò che hai

paura di fare.

- Provi - in maniera giustificata - un Senso di Colpa o di Vergogna? Cerca di riparare alla trasgressione, scusati con eventuali persone offese, accetta le conseguenze di ciò che è accaduto in modo positivo e vai avanti, impegnati a non commettere più quell’errore in futuro

- Provi - in maniera ingiustificata - un Senso di Colpa o di Vergogna? Affronta direttamente le cose che ti suscitano questo stato d’animo, non evitarle

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- Ti senti Triste o Depresso/a? Affronta questo vissuto, non evitarlo, agisci! Fai le cose

che ti fanno sentire bene, e competente: questo avrà una positiva ricaduta sull’umore.

- Sei in preda alla Rabbia? Non rimuginare su ciò che è successo e sulle persone coinvolte continuando ad incolparle; concentrati su altre persone per cui provi simpatia ed empatia. Quando la rabbia sarà sfumata torna a rifletterci con più calma, distribuendo equamente ed onestamente le responsabilità e pensando a cosa puoi fare cocretamente per migliorare la situazione, nell’immediato e nel futuro.

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La Gestione delle Emozioni negative comporta sempre uno stato di Frustrazione che va sopportato

E’ importante sapere che:La migliore Risposta di Coping potrà non avere all’inizio la stessa

efficacia del cibo nel ridurre lo stato d’animo negativotuttavia

Nel tempo la acquisirà, ed in modo più efficace e duraturo

Spezzerà quel Circolo Vizioso per cui la persona sfoga la propria frustrazione nel cibo > ingrassa > insoddisfazione

> rifugio nel cibo sempre maggiore

E’ un’abilità che tornerà molto utile nella vita

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Attenzione! È importante sapere che:

Inizialmente quando emozioni e sentimenti vengono portati in superficie c'è il rischio che i sintomi (e dunque il ricorso al

cibo) peggiorino…

…ma nel momento in cui questi contenuti possono essere ascoltati ed espressi i sintomi calano... perchè non c'è più

bisogno della loro azione di soffocamento, stordimento, allontanamento o consolazione

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I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTAREI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Attenzione!Alcune delle persone che chiedono un aiuto per una condizione di

sovrappeso potrebbero soffrire di veri e propri Disturbi del Comportamento Alimentare

Anche se non è specifica competenza dell’Operatore trattarli è necessario saper riconoscere i casi sospetti ed indirizzarli verso un

Consulto Specialistico

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ALIMENTAZIONE COMPULSIVA ED ABBUFFATE

Smanie di CiboForte appetizione per il cibo accompagnata da tensione psico-corporea

E’ un comportamento che rientra nella “Normalità”

AbbuffateAssunzione di elevate quantità di cibo in poco tempo associate alla

sensazione di perdere il controllo

NB! Le Abbuffate possono risultare associate a veri e propri Disturbi del Comportamento Alimentare:

Bulimia NervosaDisturbo da Alimentazione Incontrollata

In questi casi è indispensabile un intervento “Terapeutico”

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BULIMIA NERVOSA

Nella Bulimia Nervosa le Abbuffate sono spesso accompagnate da Comportamenti di Compenso (vomito auto-indotto, uso di

lassativi/diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo)

Diagnosi: 2 episodi alla settimana

E’ presente la restrizione alimentare

Eccessiva importanza data alla magrezza per la valutazione di sé

Può anche esserci una condizione di normopeso

Insorgenza tipica: preadolescenza-adolescenza

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DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA

Si caratterizza per la presenza di episodi ricorrenti di Abbuffate

(Senza Condotte di Compenso o solo occasionalmente)

Incapacità generale di regolare l’alimentazione (sia durante che al di fuori delle Abbuffate)

Diagnosi: 2 “giorni” alla settimana (NB! Le A. possono anche durare tutto il giorno)

Insorgenza tipica: tarda adolescenza, inizio terza decade

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Bassi livelli di restrizione alimentare

Condizione di sovrappeso visibile

Rispetto ai soggetti in sovrappeso senza disturbo:Alimentazione caotica

Elevato introito di cibo sia durante che fuori dai pasti

Maggiore durata del pasto stesso

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ANORESSIA NERVOSA

Talora può accadere che una persona Normopeso/Sottopeso avanzi una richiesta di Dimagrimento.

Attenzione! E’ necessario saper valutare se ci troviamo di fronte ad un

caso di Anoressia

In tal caso tale richiesta va scoraggiata (indirizzando la persona verso uno specialista) oppure, se accolta, va inserita in un Programma di “Gestione del Peso” e non di “Perdita di Peso” che collude con la patologia dell’individuo.

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Sintomi e caratteristiche distintive:

Elevato Livello di Restrizione Alimentare (entro cui possono saltuariamente verificarsi Abbuffate)

Negazione della sensazione di fame

Rifiuto di mantenere il Peso entro valori normali

Ricerca ossessiva ed inarrestabile di Magrezza

Intensa ed irrazionale paura di ingrassare o di essere grassi

Eccessiva influenza di peso e forme corporee sull’autostima

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Immagine Corporea Negativa, Distorsioni dell’IC

Condotte di Eliminazione(Uso di Lassativi/Diuretici, Digiuno)

Iperattività(Esercizio Fisico Eccessivo, Impegno instancabile in molteplici attività)

Scomparsa del Ciclo Mestruale, Ipotermia

Negazione del Problema/Rifiuto dell’aiuto

Insorgenza tipica: preadolescenza/adolescenza