Didascalie Informa - n. 9 settembre 2011

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didascalie PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Rivista della scuola in Trentino 08/02/2006 AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 n.9 settembre 2011 n. 9 settembre 2011 Inserto a cura di: Mario Caroli Interventi di: Norma Borgogno, Mario Caroli, Grazia Modugno, Anna Tava Inaugurato il nuovo anno scolastico da sei diverse sedi sul territorio SCUOLA E COMUNITÀ il doier LA CAMPANELLA SCUOLE INFANZIA i dati le sedi il calendario ISTRUZIONE FP i dati dirigenti scolastici GLI INCONTRI Cfp/Upt Cl Ist. “Martini” Mezzolombardo I. C. Trento 6

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DOSSIER: " SCUOLA E COMUNITÀ Inaugurato il nuovo anno scolastico da sei sedi diverse sul territorio"

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In. 9 settembre 2011

didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

n. 9 settembre 2011

n. 9 settembre 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Norma Borgogno, Mario Caroli, Grazia Modugno, Anna TavaInaugurato il nuovo anno scolastico da sei diverse sedi sul territorio

SCUOLA E COMUNITÀ

il dossier

la campanella

scuole infanzia

i datile sediil calendarioistruzione – fp

i datidirigenti scolastici

gli incontri

cfp/Upt clesIst. “martini” mezzolombardo

I. c. Trento 6

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II n. 9 settembre 2011

DIDASCALIE Rivista della scuola in TrentinoPeriodico mensileAnno XX, numero 9 settembre 2011

Rivista promossa dallaProvincia Autonoma di Trento(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745dell’11.1.1992

Direttore responsabile:Giampaolo Pedrotti

Coordinatore:Mario CaroliE-mail: [email protected]

In redazione:Norma BorgognoManuela Saltori (segreteria)

In questo numero:Norma Borgogno, Carlo Bridi, Andrea Canevaro, Mario Caroli, Marta Dalmaso, Italo Fiorin, Rolando Iriti, Fabiano Lorandi, Grazia Modugno, Marina Borlotti Nardelli, Natalija Ilic, Francesco Pisanu, Daniele Siviero, Anna Tava, Sara Turrini, Michela Ventura, Ugo Virdia, Antonella Valer, Cinzia Villotti

Redazione: Via Gilli 3,38121 Trentotel. 0461/497268 - 69fax 0461/497267

Realizzazione e StampaLitografia Effe e Erre - Trento

Per richiedere la rivista Didascalietelefonare o mandare un fax o scrivere a:Redazione Didascalie,Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38121 TrentoE-mail: [email protected]

Le foto di questo numero sono di:archivio Didascalie e fornite dai diretti interessati, archivio Ufficio stampa Pat

In copertina in alto: educattori e insegnanti di sostegno nei lavori di gruppo del Seminario promosso da Consolida e Area Bes Dipartimento Istruzione, Uni-versità e Ricerca (vedi servizio alle pagine 3-5); sempre in alto, a destra, la copertina del libro di Carla Melazzini recensito da Fabiano Lorandi nel Segna-liamo (vedi pagine 40-42); in basso, la copertina e un’immagine del dossier interno dedicato all’inizio del nuovo anno scolastico 2011/2012 (vedi pp. 17-32)

SOMMARIO

la notizia: L’intervento dell’assessore Dalamaso a inizio anno 1bisogni educativi speciali/Consolida: Il Seminario 3-5 /Centro Formazione Insegnanti: La formazione con Canevaro 6-9dalle scuole/I.C. Pergine 2: Una luminosa certezza 10-11ipRase/La ricerca: Un curricolo locale 12-16

il dossieR

il dossierLa campanellaScuole e dirigenti scolastici Scuole dell’infanzia: tre sedi

Il calendario Istruzione e formazione professionale Cfp-Upt Cles “Martini” Mezzolombardo I. C. Trento 6

SCUOLA E COMUNITÀInaugurato il nuovo anno scolastico da sei sedi diverse sul territorio

Inserto a cura di: Mario Caroli Interventi: Norma Borgogno, Mario Caroli, Grazia Modugno, Anna Tava

Inserto 17-32

la scuola al museo/strumenti: La scheda sulle Guide 37segnaliamo/il libro: Carla Melazzini, maestra di strada 40-42 /l’iniziativa: Zandonai per le scuole 43offeRta vaRia/le opportunità: gebi e la scuola blingue 44

Periscopio 45ACAV 46Assfron 47Fondazione Aida 48Il gioco degli specchi terza di copertina

offeRta vaRia/il convegno: CIDI Trento quarta di copertina

In. 9 settembre 2011

didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

n. 9 settembre 2011

n. 9 settembre 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Norma Borgogno, Mario Caroli, Grazia Modugno, Anna TavaInaugurato il nuovo anno scolastico da sei diverse sedi sul territorio

SCUOLA E COMUNITÀ

il dossier

la campanella

scuole infanzia

i datile sediil calendarioistruzione – fp

i datidirigenti scolastici

gli incontri

cfp/Upt clesIst. “martini” mezzolombardo

I. c. Trento 6

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1n. 9 settembre 2011

LA NOTIZIA

L’INTERVENTOScuola inclusiva e radicata nel territorio

Un messaggio di “normalità” alla nostra comunità educativa

Negli ultimi tempi è ormai abitudine che la scuola italiana e, per la sua parte, anche la scuola trentina, salutino l’inizio del nuovo anno scolastico all’insegna di qualche novità, con tutto quello che ogni no-vità comporta: incertezza e fatica, ma anche aspettative e fiduciosa laboriosità.Personalmente sono convinta che non possiamo rinunciare a questa dimensione di cantiere costante-mente aperto, perché è un’importante caratteristica di una scuola che vuole e sa stare responsabilmen-te dentro un contesto in rapida trasformazione.Mi piacerebbe tuttavia associare il saluto e l’augurio per questo nuovo anno scolastico ad un messaggio di “normalità” rivolto alla nostra comunità educativa, pensando in particolare al grande e insostituibi-le valore dell’impegno quotidiano di insegnanti, dirigenti ed operatori scolastici, studenti, famiglie, as-sociazioni, enti e soggetti che circondano (molto spesso anche fisicamente ed affettivamente) le nostre scuole. Gli interventi normativi di riforma sono importanti e talvolta necessari, ma è nella quotidiani-tà vissuta con passione e competenza che si esprime e concretizza la vera innovazione della scuola, che accompagna la crescita, lo sviluppo e il consolidamento delle tante esperienze di qualità presenti nel nostro sistema scolastico e formativo.

La scuola non ignora le difficoltà della crisi

Il nuovo anno scolastico inizia in un periodo di profonda preoccupazione per il nostro paese, per la crisi che lo attanaglia e per le prospettive di ripresa che sembrano ancora troppo lontane. In questa si-tuazione, anche il governo provinciale si sta impegnando per un utilizzo ancora più rigoroso e mirato delle risorse, ma per noi è molto importante poter dire e dimostrare che la nostra scuola rimane una priorità: siamo riusciti a garantire ancora una volta personale stabile con nuove e consistenti immissio-ni in ruolo, con dirigenti scolastici assegnati in tutti gli istituti, anche periferici, senza ricorrere a situa-zioni precarie di reggenza; abbiamo sciolto in modo condiviso con le organizzazioni sindacali qualche nodo complesso come la gestione del recupero legato all’unità di lezione di 50 minuti, consentendo maggiore flessibilità e un utilizzo più ampio delle risorse con lo scopo di migliorare l’offerta per nostri gli studenti. Sul piano normativo abbiamo dei punti fermi nei nuovi Piani di studio provinciali, sia per il primo ci-clo, con il consolidamento della sperimentazione, che per il secondo ciclo, con la certezza del Regola-mento già approvato e l’elaborazione definitiva delle Linee guida anche per le materie di indirizzo nel triennio.

La scelta simbolica delle sedi per la prima “campanella”

Quest’anno inaugurerò ufficialmente il nuovo anno scolastico in due istituti periferici (Cles e Mez-zolombardo) ed in uno della città (Trento 6); un centro di formazione professionale, un istituto su-periore ed un comprensivo del primo ciclo. Anche quest’anno, come nel passato, la scelta delle sedi

L’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, è intervenuta con un editoriale pubblicato dal quotidiano “Il Trentino” il primo giorno di scuola, lunedì 12 settembre 2011, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico per la scuola primaria, secondaria e forma-zione professionale. Riproponiamo l’intervento nella versione integrale.

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n. 9 settembre 2011

viene accompagnata da una moti-vazione forte, che potrei sintetizza-re nello slogan “integrazione e le-game col territorio”. Integrazione, come aspetto importante di una

scuola inclusiva, quale la nostra vuol essere; legame col territorio, come nostra responsabilità e capacità collettiva di dare risposte adeguate ai bisogni che ogni territorio esprime, senza mai dimenticare la di-mensione più ampia, provinciale, nazionale, europea e ormai planetaria nella quale i nostri giovani vi-vono ogni giorno e con la quale dovranno sempre più misurarsi.

Liberare nuove energie per l’integrazione

Nel nuovo anno scolastico possiamo proseguire il lavoro e liberare nuove energie anche in queste due direzioni. Già gli importanti appuntamenti di questi ultimi giorni in tutta la provincia sul tema dei Bi-sogni Educativi Speciali promossi dal Dipartimento, dal Centro di formazione di Rovereto, da Conso-lida e da altri soggetti hanno richiamato con forza l’urgenza di proseguire nel percorso avviato con una maggiore attenzione qualitativa e non solo quantitativa all’uso delle risorse e al coinvolgimento di tutta la comunità, accanto al personale specializzato, che resta comunque riferimento prezioso.Puntiamo ad una scuola sempre più inclusiva anche per l’attenzione al numero sempre crescente di stu-denti stranieri, sempre più “nati in Italia”. Le scuole potranno continuare a contare sul supporto quali-ficato del Centro “Millevoci”, sui nuovi 80 facilitatori linguistici che hanno appena concluso un lungo percorso di formazione accanto ad altri 35 facilitarori esterni; ma anche sul nuovo progetto del Centro di Rovereto per rispondere a situazioni di emergenza, con l’attivazione di tutti i docenti in una logica di educazione interculturale, con le nuove Linee guida in arrivo per costruire curricoli interculturali e non solo risposte episodiche d’inserimento, all’interno dei nuovi Piani di studio.

Radici in Trentino e apertura internazionale

Sul legame col territorio e l’apertura al mondo, ulteriore sviluppo è previsto nell’insegnamento delle lingue straniere con le esperienze veicolari del CLIL che passano da 26 a 31 nelle elementari, da 17 a 23 nelle medie e da 13 a 20 nelle superiori; accanto al rafforzamento delle due scuole bilingui con l’a-rea tedesca e l’area inglese e l’importante novità dell’avvio del nuovo liceo linguistico dal 1 settembre 2012. Ma nel legame col territorio va ricordato il significativo aumento dei Protocolli Scuola/Impre-sa da 18 a 41.

La filiera della conoscenza in una struttura rinnovata

Infine, il nuovo anno scolastico è anche il primo con il Dipartimento della filiera della conoscenza, Istruzione-Università e Ricerca, che, accanto alla nuova delega alla Provincia autonoma per l’Universi-tà, sicuramente porterà nuova linfa e nuovi spazi di riorganizzazione e qualificazione anche per l’istru-zione, con innovative progettualità per la valorizzazione delle eccellenze.Guardiamo quindi con fiducia e con grande senso di responsabilità al lavoro che ci attende: il mio sa-luto e il mio augurio più sincero di buon inizio va agli studenti ed alle loro famiglie, a tutto il persona-le e a tutti i soggetti che a vario titolo sono coinvolti, agli organi di informazione e a tutta la comunità trentina, che segue da sempre con vera partecipazione le sorti della nostra scuola.

Marta DalmasoAssessore provinciale all’istruzione e allo sport

Trento 12 settembre 2011

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3n. 9 settembre 2011

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

il seminario

Un appuntamento importante quello offerto dalla collaborazione tra Con.Solida e l’Area BES del Dipartimento Istruzione Università e Ri-cerca realizzato mercoledì 7 settembre 2011 nell’aula magna di via Gil-li. Un seminario di approfondimento, il primo seminario provinciale sulle “Pratiche dell’integrazione. Soggetti, linguaggi e luoghi” in cui scuola e cooperazione sociale si sono incontrate per fare rete nell’ac-compagnare persone con bisogni educativi speciali. Tra insegnanti di sostegno ed educatori le presenze hanno superato le 250 unità.

INTEGRAZIONESoggetti, linguaggi e luoghi

Confronto a più voci

Il seminario ha registrato una stra-ordinaria partecipazione di inse-gnanti ed educatori - arriva alla fine di un lavoro di avvicinamen-to tra mondo della scuola e mondo delle cooperative sociali, un lavo-ro che la struttura BES e il Cen-tro Risorse Integrazione hanno cu-rato in questi anni. In particolare il Centro, nato nel 2009 e parte in-tegrante del lavoro complesso del lavoro sui bisogni educativi specia-li, ha avuto la possibilità di com-piere azioni nei confronti di enti esterni alla scuola che erogano ser-vizi a favore dell’integrazione e dell’inclusione scolastica e sociale degli studenti con bisogni educa-tivi speciali.

Nel corso del 2010 alcune coope-rative hanno richiesto l’interven-to dei nostri operatori per illustra-re il regolamento BES a gruppi di loro educatori. In questo modo è stato possibile diffondere nei loro confronti le innovazioni nella pro-gettazione dei percorsi d’inclusio-ne degli studenti con BES, dalla centralità del ruolo del consiglio di classe alla figura del docente refe-rente. Sulla base di questa storia di collaborazione siamo stati contat-tati da Consolida per svolgere un focus group preparatorio del loro convegno, Saperi condivisi, che si è svolto il 15 maggio 2010 e che è stato da apripista rispetto al semi-nario di settembre.

Gli educatori

La conoscenza reciproca ed il con-tatto diretto hanno favorito la co-struzione di una rete con for-ti modalità partecipative. Così, gli educatori hanno fatto esperienza di un confronto di merito e di un cli-ma di reciprocità entro uffici del-la provincia. Questo ha permesso a noi di capire come le cooperati-ve sociali operino con professiona-lità nei confronti delle loro risorse umane, curandone l’aggiornamen-to, la formazione e la supervisione e alle cooperative di comprende-

re gli indirizzi pedagogici che sono alla base dell’integrazione a scuola. La conoscenza dello sguardo speci-fico degli educatori, che nelle no-stre realtà sono soggetti collocati nel territorio, ci può aiutare a co-gliere aspetti dello studente come persona nel percorso di vita, e quin-di non solo nel suo percorso scola-stico. Il confronto a più voci che si è sviluppato ha permesso una mag-giore condivisione della validità del ruolo “a tutto tondo” degli educa-tori, ben oltre l’integrazione di uno o più singoli studenti.Un’occasione importante per favo-rire una visione che eviti l’espor-tazione del problema del singolo ragazzo dalla classe all’educato-re esterno, facendo, invece, della stessa classe un luogo di inclusio-ne. L’utilizzo durante i lavori, da parte di tutti i relatori, della paro-la “educatore” al posto di “assisten-te educatore” ha avuto il merito di sottolineare la valenza educati-va del compito. Questa sottolinea-tura vale a maggior ragione per gli assistenti educatori provinciali. L’incontro - ospitato presso l’au-la magna del palazzo dell’Istruzio-ne e con gli interventi dell’assesso-re Marta Dalmaso e del dirigente generale Marco Tomasi conferma la volontà del Dipartimento Istru-zione di guardare a questi temi en-tro la prospettiva di uno sviluppo dell’integrazione dei ragazzi e della maggiore cooperazione tra diver-se figure professionali, per meglio condividere i compiti educativi, il che comprende anche il pieno sup-porto agli educatori provinciali. Il bilancio positivo della giornata, ol-tre che dai numeri, si è evidenziata nelle facce e nelle parole di apprez-zamento di tanti partecipanti.

(D. S.)

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4 n. 9 settembre 2011

LA SFIDAObiettivo per tutti: inclusione

Allo stesso tavolo si sono riuniti esperti e rappresentanti istituzio-nali, le cooperative e gli insegnan-ti coordinatori BES, presentati da Francesco D’Amico di Con.soli-da, per illustrare i processi di col-laborazione e i progetti che hanno realizzato per l’attività formativa, accompagnando i ragazzi con BES nell’esperienza. Il convegno, rivol-to ad insegnanti ed educatori del-le cooperative sociali e figure pro-fessionali impegnate nella scuola, è stato un’occasione per mettere a confronto metodologie, pratiche didattiche ed organizzative inclu-sive della scuola e dei contesti che ruotano attorno ad essa. Quale il senso dell’integrazione? È impor-tante lavorare in sinergia per poter portare gli alunni con bisogni edu-cativi speciali a partecipare piena-mente alla vita scolastica e per fare in modo che riescano a sviluppare le competenze individuali nel mi-glior modo possibile.

Il Dipartimento come punto di riferimento

Ha aperto i lavori Marco Toma-si, dirigente generale, che ha sot-tolineato come sia da ritenere una fortuna aiutare i ragazzi a crescere, in questo momento così delicato

sia per la scuola che per le famiglie. Ma i Bisogni Educativi Specia-li vanno affrontati ascoltando, fa-cendo domande, ponendo conti-nua attenzione e tenendo conto delle potenzialità. Tomasi ha pre-sentato quindi Marco Rossi Doria, che succede a Chiara Ghetta, e che si occuperà con attenzione sempre maggiore dei bisogni dei bambi-ni e ragazzi in difficoltà, supporta-to dal Dipartimento, pronto anche a recepire suggerimenti, proposte di miglioramento, perché ci si avvici-ni di più al mondo della scuola. Ha concluso invitando i presenti a fare in modo che la scuola e il Diparti-mento siano un punto di riferimen-to non burocratico per la soddisfa-zione nostra e delle famiglie.

Scuole e cooperative sociali assieme

“Sono in posizione di accompagna-mento e ascolto” ha esordito Mar-co Rossi Doria, che da molti anni si occupa di uguaglianza e diver-sità sottolineando come sia proprio questo che lo appassiona: come fare a dare uguali diritti a persone di-verse? In termini concreti presta-re attenzione a luoghi, pratiche, soggetti. Per Silvano Deavi, pre-sidente di Con.solida, la collabora-zione con le scuole e l’integrazione fra soggetti diversi è la chiave indi-spensabile per formare cittadini, è un’operazione di welfare partecipa-to. Proprio ora che le risorse sono in contrazione il bambino con Bi-sogni Educativi Speciali rappresen-ta un’occasione unica per immagi-nare il contesto di crescita dove il mondo adulto ha la passione per il

futuro, così che le risorse di ciascu-no diventino occasione per sé e per l’intera collettività.

Linguaggi e persone

Per Elisabetta Montagni, pedago-gista, la diversità è il modo in cui si manifesta la realtà e la soggetti-vità non va cancellata. Per questo molta attenzione va posta ai lin-guaggi che vengono abitualmente utilizzati perché la diversità non è la differenza e ogni singola perso-na ha un’identità differente. Il lin-guaggio insomma non è neutro. Quando si usano le parole è im-portante aver presente l’orizzonte attraverso cui si esplicano le stesse. Parlando di BES ci sono orizzonti che hanno più un aspetto sanitario, che ha come priorità trovare spazi appositi con persone che si dedica-no sulla specificità, e orizzonti più sociali, inseriti in un contesto cul-turale. Due orizzonti estremi con in mezzo moltissime sfaccettatu-re: importante è capire la direzio-ne nella quale ci stiamo muoven-do. L’inclusione è l’ottica dei due orizzonti. Mentre ogni ragazzo af-fronta momenti di riuscita e fragi-lità: la difficoltà della persona spes-so si riconosce con l’etichetta BES. Per tutti l’obiettivo è l’apprendi-mento. La classe diventa così il luo-go in cui si rimuovono gli ostacoli

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per l’apprendimento, perché facili-tare le cose ai ragazzi non è lavora-re al ribasso. I segnali di integrazio-ne e inclusione devono valere per il gruppo di ragazzi e per quello dei i docenti, gli alunni mostrano fragili-tà ma sono tutti alla pari.

Il consiglio di classe

Ha preso poi la parola Chiara Ghetta, figura di sistema uscen-te, che si è occupata delle norme sull’integrazione: regolamento e li-nee guida. Innanzitutto per biso-gno educativo speciale si inten-de quel bisogno che si esprime in una particolare condizione di “fun-zionamento” della persona, che le rende difficile il percorso scolastico (art. 74 del Regolamento). Un biso-gno educativo speciale si evidenzia in situazioni e comportamenti che le istituzioni scolastiche e formative sono invitate a leggere con attenzio-ne al fine di individuare gli studen-ti che necessitano di interventi spe-cifici. I destinatari degli interventi sono infatti gli studenti che hanno una situazione di disabilità certifi-cata dalla legge 104/92, chi presen-ta un dsa o chi si trova in situazione di svantaggio. La scuola è un osser-vatorio privilegiato rispetto alle si-tuazioni di disagio che coinvolgo-no gli studenti e le loro famiglie, è luogo di accompagnamento ai pro-cessi di crescita e di integrazione so-ciale, in dialogo con gli altri sogget-ti presenti nel territorio. Primo tra tutti il consiglio di classe, che è pro-prio il luogo della progettualità che ha come soggetti prioritari di riferi-mento proprio i docenti e perché è la sede dove si prendono le decisio-ni in cui va concordata l’attivazione e la personalizzazione. Fondamen-tale è individuare il docente refe-rente nel consiglio di classe. Il mo-mento di rischio è individuato nella valutazione e nelle ripetenze, e nella comunicazione con le famiglie.

Le esperienze concrete

Con la tavola rotonda, modera-ta dal giornalista Paolo Ghezzi, si è entrati nel vivo delle esperien-ze concrete di integrazione scola-stica. La presentazione stessa è sta-ta strutturata in modo tale che prendessero la parola i responsa-bili dell’area BES delle istituzioni scolastiche e i portavoce di alcune cooperative sociali. Si sono alter-nati Lucia Castelli coordinatrice BES ENAIP Trentino e Filippo Si-meoni della cooperativa “Il Ponte”, Maria Teresa Lever coordinatrice BES I.C. Riva 1 ed Elisabetta To-masi di Kaleidoscopio, Nadia Bor-toli per l’I.C. del Chiese e Cristina Fuoli di “Grazie alla Vita”. Da tutti è emerso che l’integrazione si rea-lizza sia dentro che fuori la scuola. Sono importanti i progetti unici allo scopo di educare, cioè saper cogliere le competenze dei bambi-ni, si deve puntare sul linguaggio, sulla comunicazione e soprattutto sull’accoglienza.

I laboratori

Nel pomeriggio si sono svolti i la-boratori, suddivisi per ordine di scuola a cui era assegnato un tema diverso. La riflessione rispettiva-mente verteva su “i luoghi” per la primaria, con riferimento alla pre-senza all’interno e all’esterno della classe, “i linguaggi” per la secon-daria di I grado, occupandosi di parole e significati nuovi e alla se-

condaria di II grado e ai centri di formazione professionale è tocca-to occuparsi dei soggetti, cioè de-gli attori della scuola. I portavoce hanno riferito all’assemblea il con-fronto dell’esperienza ed il messag-gio che ne è emerso è stato comun-que positivo soprattutto perché per la prima volta insegnanti ed educatori delle cooperative han-no lavorato assieme. Fondamenta-le per fare l’integrazione è accoglie-re ma soprattutto collaborare con il territorio che a sua volta deve es-sere portato dentro la scuola.

Le conclusioni

Il punto della situazione in fase fi-nale è spettato a Marco Rossi Do-ria che ha sottolineato come le ri-sposte siano buone perché c’è un grande bisogno: fondamentale è che gli insegnanti e gli educato-ri lavorino assieme. Ma come ci si mette d’accordo? Utilizzando un linguaggio concordato, mettendo in atto reti soprattutto tra le per-sone e gestendo nei migliori dei modi le informazioni sui ragazzi-ni e la comunicazione delle stes-se. Importante è assumere la pro-spettiva sia di chi sta dentro che di chi sta fuori dalla scuola, perché quest’ultima è ancora rigida. È in-tervenuta anche l’assessore Marta Dalmaso che ha rimarcato come sia importante lavorare tutti assie-me: insegnanti, educatori, coope-rative per far fronte alle difficoltà. La qualità della scuola passa attra-verso la valorizzazione degli stru-menti, degli spazi, delle forze per-ché tutti possano avere un proprio ruolo di valore.

Norma Borgogno

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CENTRO fORMAZIONE INSEGNANTI bes

FORMAZIONEPercorso assieme a “Grillo Parlante”

La giornata e la proposta

La giornata di formazione pro-mossa dal Centro di Formazione di Rovereto e dall’équipe il Grillo Parlante, con la partecipazione di Andrea Canevaro e Italo Fiorin ha visto la partecipazione di un’ottan-tina di insegnanti di ogni ordine di scuola. “Apprendere nelle classi dif-ficili” era il tema conduttore della giornata che si è composta di mo-menti di lavoro dei docenti parte-cipanti e di momenti di dialogo tra i relatori e i partecipanti, in un cli-ma di attenzione e attiva partecipa-zione. La giornata si proponeva da un lato, di riflettere sulla percezio-ne delle situazioni “difficili”, dall’al-tro di presentare e dare avvio ad un progetto di più lunga durata. Per

Mercoledì 7 settembre 2011, presso l’aula Magna dell’Istituto “Don Milani” di Rovereto, si è tenuto un convegno dal titolo “Apprendere nelle classi difficili. Come costruire relazioni e apprendimenti nella co-munità di classe”. L’obiettivo dell’iniziativa era di progettare e costru-ire situazioni didattiche inclusive e di benessere e fornire consulenze per gestire i casi di emergenza. Hanno partecipato Andrea Caneva-ro, dell’Università di Bologna, Italo Fiorin, della LUMSA di Roma, come esperti, a cui si è affiancata l’equipe il Grillo Parlante e che ha visto anche l’intervento dell’assessore all’istruzione Marta Dalmaso.

creare le strutture per la partecipa-zione degli alunni soggetti all’ap-prendimento il progetto presenta-to durante la giornata e che verrà sperimentato in cinque scuole del-la Provincia di Trento che vorranno aderire, propone l’utilizzo delle tec-niche della pedagogia istituzionale e del metodo della comunità di ri-cerca come strumenti di azione di-dattica nella classe. Queste tecniche possono creare sistemi di mediazio-ne - strumenti, situazioni, processi - dove le persone -gli alunni- si sen-tono motivate a rispettare le regole e imparare a gestire i conflitti, men-tre il metodo della comunità di ri-cerca, oltre a sviluppare il pensiero critico e creativo, permette di lavo-rare tenendo conto dei diversi livelli di apprendimento degli alunni.

Canevaro: classi difficili e partecipazione dei soggetti

“Parliamo di “classi difficili”: è un termine che in questo periodo di cri-si è presente nello scenario scolasti-co in misura rilevante e abbastanza preoccupante” ha detto Canevaro. “Parliamo delle difficoltà che pos-sono avere gli insegnanti a tene-re una disciplina favorevole all’ap-prendimento. Mancano a volte due dimensioni importanti: la dimen-sione motivazionale e quella cogni-tiva. Ne parliamo cercando di ca-pire la differenza che esiste tra due possibili linee: la prima che esige il controllo assoluto e l’altra che esi-ge la partecipazione. Noi lavoriamo su questa seconda linea e cerchia-mo di rendere responsabili i sog-getti della classe difficili. I soggetti, non il soggetto della partecipazio-ne all’apprendimento e, dicendo “i soggetti”, già si dice qualcosa di im-portante: non c’è uno stereotipo del ragazzo difficile. Ci sono dei sog-getti diversi, uno diverso dall’altro, che devono avere anche delle ragio-ni personali per partecipare, facili-tate da un organizzazione che favo-risca la partecipazione.”Sull’organizzazione io faccio spes-so riferimento, come punto di par-tenza, dall’organizzazione del tem-po. Il tempo sotto controllo di chi apprende è importante. Gene-ralmente non si bada a questo. Il tempo lo ha in testa l’insegnante, c’è l’ora, la definizione di ora come unità di misura più importante, ma non si dice “dobbiamo lavora-re per un quarto d’ora su questo tema”.Invece proponiamoci di organiz-zare il tempo in modo tale che i soggetti possano avere un minimo di controllo. E questo è solo un

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esempio di una delle strutture che permette a chi apprende di sentir-si in una struttura che permette di partecipare e gli dà motivazioni e conoscenze.

Gli obiettivi del progetto

Destinatari del progetto sono gli insegnanti a cui in primis si rivol-ge il percorso di formazione. Sono destinatari del progetto allo stesso tempo anche gli alunni delle loro classi, poiché il progetto mira an-che all’avviamento dei processi di cambiamento nel gruppo clas-se. Favorire la partecipazione e il desiderio di cambiamento negli alunni e nelle classi, nonché ne-gli insegnanti e nei consigli di clas-se coinvolti è il primo obiettivo del progetto. In secondo luogo si propone di favorire e condivide-re all’interno della scuola la rifles-sione sulla percezione delle classi e degli alunni “difficili”, e rinforza-re l’identità degli insegnanti relati-vamente alle situazioni “difficili” e alla loro lettura, favorendo l’acqui-sizione di competenze per la dia-gnosi didattica e pedagogica de-gli alunni. Infine, si vuole favorire l’apprendimento di nuove abilità per la costruzione di comunità di ricerca e la gestione delle tecniche della pedagogia istituzionale nelle classi. Il progetto prevede livelli di-versi di partecipazione e offre agli insegnanti che hanno partecipato all’incontro di settembre di Rove-reto due diverse modalità di pro-secuzione.

Sperimentazione: cinque classi di cinque diversi istituti

Tutti gli insegnanti che vorranno potranno partecipare ad ulteriori tre incontri formativi (con caden-za bimestrale) che si terranno pres-so i singoli istituti dove si effettua la sperimentazione dell’altra opzio-ne. Per cinque classi di cinque di-versi istituti (della scuola media o del biennio della scuola superio-re) sarà invece possibile la parteci-pazione all’intero percorso di spe-rimentazione in classe del metodo e delle tecniche, di progettazione partecipata delle attività, l’utilizzo dello sportello di consulenza e di dialogo. In particolare si prevedono (indicativamente, perché il proget-to verrà adattato in modo flessibile ai contesti dei diversi istituti, inse-gnanti, consigli di classe): incontri formativi con il consiglio di classe con cadenza mensile, attività diret-ta del formatore esterno nella clas-se per un totale di un’ora in setti-mana durante tutto l’arco dell’anno in compresenza con il coordinato-re o un altro insegnante, la possi-bilità di usufruire di uno sportel-lo di consulenza individualizzata a singoli docenti e ai consigli di classe, anche in collaborazione con Andrea Canevaro. Per favorire l’ac-compagnamento dei docenti e una loro sempre maggiore autonomia l’attività diretta del formatore ester-no in classe è prevista fino a gen-naio. Egli poi passa la “staffetta” al docente, mentre l’esperto diventa osservatore. Tale modalità di col-

laborazione formatore/insegnante permette di sviluppare in modo at-tivo e partecipato la formazione de-gli insegnanti o docenti disponibili: le loro competenze di lavorare con il metodo della comunità di ricer-ca e con le tecniche della pedagogia istituzionale, a partire dalle osserva-zioni degli insegnanti sull’interven-to diretto dal formatore. Le classi/scuole che potranno aderire al pro-getto intero saranno selezionate te-nendo conto della disponibilità ad aderire del maggior numero possi-bile di insegnanti del consiglio di classe e della condivisione del pro-getto da parte del Dirigente della scuola.

L’équipe “Il grillo parlante”

“Apprendere nelle classi difficili” è stato progettato e verrà realizza-to dall’équipe “Il grillo parlante”, costituita da esperte, la cui forma-zione di insegnanti e formatrici si è consolidata in un’esperienza plu-riennale di lavoro in entrambi que-sti ambiti. L’equipe si è formata in-torno alle riflessioni sulle situazioni che, percepite come di difficile ge-stione e problematiche per il per-corso di apprendimento delle clas-si, mettono in difficoltà i docenti e l’istituzione stessa delle scuole. Il dialogo con Canevaro su que-ste riflessioni ha portato alla con-creta ipotesi progettuale, condivisa e sostenuta dal Centro per la For-mazione Insegnanti di Rovereto, che è stata presentata nella giorna-ta del 7 settembre, e che si propo-ne come “sperimentazione” duran-te quest’anno scolastico per poterne poi valutare l’efficacia e l’eventuale estendibilità su più ampia scala in un secondo momento.

équipe “Il Grillo Parlante”Natalija Ilic, Michela Ventura,

Antonella Valer

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DALMASO: “La risposta non sia solo più risorse e più figure”

“Seguo con molto interesse questi momenti formativi. Sono temati-che che dobbiamo esplorare con tutte le nostre risorse e tutte le mo-dalità possibili. Il mio interesse è legato a diverse ragioni.A: Mi sono misurata da insegnan-te con questo lavoro, che vuol dire passione ma anche frustrazione.B. In più occasioni sono sollecita-ta da insegnanti, dirigenti ecc. sul-la fatica nel lavorare con le fragilità e sulle difficoltà nella gestione del-la classe. Difficoltà, che portano a chiedere meno alunni per classe e più risorse. Mi arrivano anche se-gnalazioni positive in altre realtà a parità di condizioni. Non sotto-valutiamo le richieste, ma la solu-

RIFLESSIONISpunti per andare avanti

Accanto alle motivazioni del progetto ed alla cronaca della giornata, nelle due pagine precedenti, riportiamo in questo spazio alcuni stral-ci dall’intervento dell’assessore Marta Dalmaso e, dalle conclusioni di Andrea Canevaro e Italo Fiorin. Nei lavori della giornata sono stati presentati anche spezzoni dal film La scuola di Daniele Luchetti (ri-preso da due noti libri di Domenico Starnone) e da Freedom Writers di Richard LaGravenese, anche questo tratto da un libro che racconta la storia vera di un’insegnante e della sua classe di studenti problema-tici di un liceo californiano.

zione unica non può essere solo la richiesta di più risorse e di più fi-gure. Se ci sono esperienze positive a parità di risorse, allora pensiamo-ci, con l’aiuto di esperti e persone che ci possono far tirare fuori pro-spettive magari non pensate prima e non previste.

FIORIN: “Parole-chiave che sollecitano l’adulto ad apprendere”

Alcune parole-chiave che mi han-no maggiormente sollecitato.Provocazione. Tutti l’abbiamo percepita guardando queste classi che provocavano gli adulti; mi ve-niva in mente il film “La famiglia” di Scola, credo, con gli adulti che fanno finta che il bambino con ci sia, lo oltrepassano con lo sguardo: non esiste! Come se questo ragazzo volesse prendere l’adulto, scuoter-lo e dirgli: Guardami! Chi appren-de è l’adulto.Provocazione ha dentro “vocazio-ne”. Quindi l’insegnante, chi è? A cosa è chiamato? Non è una pro-fessione stabile nel tempo, cambia, ci sono tanti tratti di questa pro-fessione non immobile. Galim-berti su “Io donna” riferiva della domanda di un professore su un ragazzo trasferito dal sud perché

sottratto alla propria famiglia per problemi drammatici. Che fare? Non riesco a coinvolgerlo, gli ho dato il tema e lo ha consegnato in bianco. Diceva: professore non si arrabbi con me, non ce l’ho con lei, ma la mia testa è altrove e ap-pena posso scappo. Il professore diceva: sono un docente di mate-matica, pagato anche poco, cosa faccio di fronte a questo messag-gio? Non poteva ignorare quello che stava intercettando: il bisogno profondo del ragazzo. Cosa può fare la matematica in casi così? C’è grande distanza tra ciò che propo-neva la scuola e ciò che la vita pro-poneva. Magari (la risposta) che facesse della vita il contenuto.Chiudo con un piccolo flash sulla mia esperienza. Quando comin-cio le lezioni di didattica genera-le e pedagogia, chiedo agli studen-ti di raccontare la didattica come l’hanno conosciuta attraverso gli insegnanti che hanno avuto e di dire cosa li ha colpiti tanto. Rispo-sta: nel bene e nel male è sempre la relazione che li ha colpiti. Una studentessa raccontava: “Andavo alla scuola materna, la maestra mi ha detto di disegnare ed io ho di-segnato una casa verde, la maestra mi ha strappato il foglio, poi anco-ra… la terza volta vado in castigo”. All’università la ragazza ha scrit-to: “Io voglio diventare insegnante perché le case sono verdi.”Comunità di pratica nella scuo-la. A fine giornata di formazione, stiamo passando da un lavoro co-mune ad una prospettiva di lavoro. Nel filmato, di fatto l’insegnante è solo, ma anche quando è solo ri-esce a ricavare risorse… Nel libro Costruire comunità nella scuola (au-tore americano), trovo domande precise: che idea abbiamo di scuo-la, tanti punti di vista diversi che,

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messi insieme, ci danno una co-munità di idee e, desiderabile, una comunità di pratica nella scuola. Una ricerca nata insieme e proble-matizzata con riflessione confron-to. Bruner diceva: negoziazione dei significati, che vuol dire pro-blematizzare il percorso di crescita di una comunità, all’interno della quale una solitudine si supera. An-che qui oggi, si comincia a creare una comunità che ci consente di stare dentro il cambiamento, den-tro l’innovazione.

CANEVARO: “Non temiamo di farci sorprendere dai soggetti”

Cosa ci stiamo a fare? Per incon-trarci, ma siccome incontrarsi è difficile bisogna avere dei media-tori, anche il professore di mate-matica che deve insegnare mate-matica… ma bisogna rimettere in gioco la materia così come l’ha in-segnata, anche se non può mettere da parte la ragione per cui è lì (in-segnare matematica).La paura, tanto negli insegnanti che negli studenti.Ho fatto una piccola ricerca sul “rischio” con ragazzi sui 14/16 anni, modellata su una cosa fatta dai medici del lavoro della Fiat dei tempi duri sul rischio che correva-no gli operai. Facciamo lo schema della giornata tipo, della settima-na, del mese a rischio… È venuto fuori che il rischio maggiore è de-terminato in famiglia quando non c’erano i coetanei; le vere zone a ri-

schio non sono emer-se “possiamo andarci perché siamo nel grup-po”, invece in famiglia la maggioranza si sen-tiva a rischio. Stacco generazionale. Adul-to come nemico che mi mette a rischio (ho paura di un adulto che

mi giudichi…). Nel filmato, gli adulti origliavano, l’attenzione non era alla modalità ed al contenuto della comunica-zione. Es. l’autismo (ne parliamo con tutti, ma non con gli autistici per capire cosa ne pensano loro, che sanno parlare, che forse ascoltano, che possono prestare attenzione an-che se hanno comportamenti sco-ordinati; le orecchie ce l’hanno e so che sto parlando con loro senza ma-lintesi, senza pregiudizi negativi ma anche elementi di positività.Un’esperienza quest’anno: percor-so di formazione con un gruppo di marginali (università della margi-nalità, consulenti della marginali-tà…) un anno di formazione, per-sone profondamente marcate dalla marginalità. Io dovevo trattare il tema della “proattività”, avevo Do-natella, credevo che dormisse, ho saputo dopo che aveva guai agli occhi, la luce le dava fastidio, ma

era attenta, mi ha chiesto di parla-re di Kant… Lezioni di eleganza straordinarie. Un lunedì, facciamo giro di parola su una cosa bella e una cosa brut-ta. Daniela (prostituta, sieropositi-va, laureata…) ha visto a Rimini un episodio brutto (negri pestati) che è diventato bello (i passanti han-no riordinato le cose, solidarizzato, comprato qualcosa da lei e poi an-dati via). Un ragazzo di destra con-testa i comportamenti non giusti dei negri, lei resta in silenzio e poi dice: “ho pensato che loro fossero l’anello più debole di una catena, tu forse hai pensato in modo diverso.”Abbiamo bisogno di valutare su elementi che possono sorprender-ci, senza andare sullo scontato per-ché non vogliamo che i soggetti ci sorprendano. Dobbiamo mettere in moto un’organizzazione La pe-dagogia istituzionale: costola nel-la scuola di qualcosa già presente in alcune comunità psichiatriche… creare strutture nell’organizzazione che permettano di fare loro il per-corso terapeutico basato sulla co-municazione, il tempo strutturato a partire dalle cose possibili e pian piano accostando anche quelle che sembravano impossibili.

sintesi a cura di Mario Caroli

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DALLE SCUOLE

I. C. “Freinet” Pergine 2

“Non lasciate mai che i bambini falliscano; fateli riuscire rendendoli fieri delle loro opere. Li condurrete in capo al mondo.” Dieci anni fa l´intitolazione del nostro Istituto al maestro francese Célestin Freinet (1896-1966), famoso ancora adesso per la sua opera educativa in tut-ta Europa. Oggi un libro a più mani, anzi a più età, nel quale bam-bini e ragazzi, insegnanti e preside hanno voluto rinnovare la cono-scenza di Freinet raccontando se stessi e le proprie esperienze di vita nella loro scuola. Il piacere di rileggere pagine sempre fresche di vita-lità, come L´educazione del lavoro, I detti di Matteo e La scuola del po-polo, e di scriverne con gli allievi; accanto, il desiderio di ritornare alla pedagogia e alla relazione didattica, dopo molti anni in cui continue emergenze e il susseguirsi di dubbie riforme ha distratto l´attenzione dal mestiere di insegnare, che della scuola dovrebbe essere il cuore.

IL LIBRO “Una luminosa certezza”

I ragazzi al centro della scuola

Freinet riletto da insegnanti e al-lievi dell´Istituto Freinet, dun-que, come impegno di fedeltà ad un Progetto di Istituto che pon-ga i ragazzi al centro della scuola, come voleva il grande pedagogo europeo cui abbiamo voluto ispi-rarci e cui vogliamo riferirci an-cora, nel nostro quotidiano edu-care. Crescere alunni responsabili

e competenti implica la possibili-tà di crescerli consapevoli della re-altà che li circonda. Se è vero che la scuola da sola non può più es-sere profondamente incisiva nella vita dei giovani, è vero anche che è il luogo più importante di in-tegrazione e di educazione e per questo deve fare sintesi delle pro-poste e delle energie che sul terri-torio vengono messe in campo in questo senso. E questo è partico-larmente rilevante in un momen-to storico in cui proprio il valo-re della scuola viene messo in crisi dalla perdita di ruolo e dalla sfi-ducia dell’opinione pubblica fatta spesso di giudizi sommari e affret-tati che non nascono da un’analisi approfondita della situazione. In una società che sembra non aver bisogno di maestri e in cui i valo-ri della scuola, accoglienza, inclu-sione, rispetto, opportunità per tutti, paiono allontanarsi sempre più da quelli che si affermano nel-la società -competizione, succes-so, affermazione di sé- si fa sem-pre più urgente il bisogno di una scuola che “pensa”, che riflette sul proprio mandato e si interroga sulle proprie linee pedagogiche e didattiche.

Il progetto

Il progetto è nato dalla considerazio-ne che i ragazzi dell’Istituto Com-prensivo “Freinet” Pergine 2 pro-venienti da molte località diverse e anche dall’estero e non conoscono il pensiero del maestro cui la loro scuola è intitolata. Si tratta di un percorso che ha visto coinvolte sia la scuola primaria che quella secon-daria, in una dimensione interdisci-plinare. I singoli plessi dunque han-no pianificato e realizzato iniziative che, pur differenti per percorsi di-dattici, hanno avuto l’obiettivo co-mune di aumentare la consapevo-lezza degli alunni ed il loro senso di appartenenza. I diversi percorsi sono stati talora frutto della collaborazio-ne con le diverse istituzioni e le as-sociazioni della realtà locale. Tutto è poi confluito nella mostra realiz-zata presso Palazzo Ippoliti nel cen-tro storico di Pergine, aperta dunque a tutta la cittadinanza. Nell’occasio-ne della sua apertura un allievo per ciascun plesso ha simbolicamen-te composto il grande logo in legno dell’Istituto Freinet con i personaggi colorati che lo rappresentano, come a dire che ciascuno, nella propria pe-culiarità, contribuisce a creare l’iden-tità della nostra scuola. A dieci anni esatti di distanza, era proprio il 25 maggio, è stato ripe-tuto questo gesto a significare che stiamo camminando sulla stessa strada e ancora ci stiamo ispirando a questo grande maestro.

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I. C. “Freinet” Pergine 2

La presenta-zione del libro

Presso la Sede Cen-trale della Cassa Ru-rale, la presentazione del libro “Una lumi-nosa certezza” com-posto di due volu-metti, “Con un raggio di sole” scritto dai bambini della scuola primaria e “L’albero por-terà i suoi frutti”, scritto dai ra-gazzi della secondaria di I grado. I bambini, guidati dalla maestra Sil-vana Dellai, hanno saputo com-mentare e illustrare il pensiero di Freinet con la freschezza delle loro menti e l’apertura del cuore rive-lando una profondità e un’origi-nalità che davvero ci fa fermare a pensare. I ragazzi più grandi han-no raccontato la loro esperienza di studenti, rileggendola con sguardo critico e sincero; hanno detto la loro idea sulla scuola, sul mondo che li circonda, su loro stessi con la voglia di “lasciare una traccia di noi e del nostro passaggio nella scuola, dei nostri sentimenti, dei nostri stati d’animo e dei nostri pensieri, una traccia visibile agli altri e positiva”. I loro pensieri sono stati raccolti dagli insegnanti durante l’anno scolastico, ma sono

DUE LIbRI IN UNO

una luminosa certezza. Il libro è diviso in due parti:Con un raggio di sole…È il sottotitolo del primo libro, re-alizzato dai bambini e dalle bam-bine della scuola primaria di Ma-drano, “L. Senesi” di Canale, “Collodi” di Susà, “G. Rodari” di Pergine, guidati dalla maestra Silvana. I coordinatori del pro-getto sono stati Sara Turrini, Sil-vana Dellai, Giuseppe Berlanda. In ogni pagina si trova una frase scritta da Freinet e le riflessioni e i disegni dei bambini che ne sca-turiscono. Lo scopo di questo libro è quello di fare in modo che i bam-bini dell’Istituto Comprensivo “Freinet” Pergine 2 ricordino, impari-no e raccontino Freinet. L’intento, come ha spiegato nella prefazione il preside Gianfranco Pedrinolli è quello di “regalare il libro ai nuo-vi alunni che si iscriveranno a questa scuola, perché tutti conoscano Freinet”. “La scuola non è una fermata. È la via che si apre sull’oriz-zonte del conquistare. Andate incontro al mattino”. L’albero porterà i suoi fruttiQuesto il sottotitolo del secondo libro. Questa parte è stata realizza-ta dagli allievi e alle allieve della scuola secondaria di primo grado “T. Garbari”. In ogni pagina la frase scritta da Freinet, il confronto con il suo pensiero, e le riflessioni e le esperienze degli studenti accom-pagnate dalle loro foto, documentazione del loro lavoro a scuola. Il Preside nel ringraziarli: “E a noi non resta che sederci accanto a loro, ascoltarli, pensare e lavorare assieme per ricercare nella profondità del suolo la linfa che nutrirà i frutti”.

anche nati grazie al confronto di-retto all’interno dell’assemblea del Parlamento degli studenti. Dunque, ragazzi che parlano di sé, che parlano di pedagogia e si con-

frontano con gli adulti tra le mura della scuola e al di fuori: un’espe-rienza che ha arricchito tutti e che ci ha fatti sentire più uniti sulle tracce di Freinet.

Sara Turrini coordinatrice del progetto

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la ricerca

Tutto il territorio…

I risultati della ricerca sono sta-ti presentati e discussi il 28 mag-gio 2011 in un Seminario di studio presso il Centro Congressi di Lava-rone ed ha visto il coinvolgimento, anche in termini organizzativi, di: Istituto Comprensivo Folgari/Lava-rone/Luserna, Iprase con le tre rispet-tive amministrazioni comunali, la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, la Cassa rurale di Folgaria, la Provincia autonoma di Trento, l’I-stituto comprensivo Pergine I e l’agen-zia “Formazione Lavorto”.In premessa, il senso del seminario e del progetto.

IL CURRICOLOCostruito dalla comunità

Ci siamo occupati già altre volte di legame tra scuola e territorio, con servizi che riportavano esperienze delle scuole o di singole classi nel-le quali questo legame emergeva con evidenza. In questo numero del-la rivista, riferiamo di una ricerca realizzata dall’Iprase, in collabo-razione con l’Istituto Comprensivo Folgaria/Lavarone/Luserna, sulla costruzione di un Curricoloo di storia e cultua degli altipiani con riferimenti alla lingua cimbra e veicolare di lingua tedesca. Una ricerca, che s’intreccia con le altre azioni dell’Iprase/Fondo Sociale Europeo per sostenere l’innovazione nel sistema scolastico e formati-vo del Trentino. Ricerca e Report finale, curati da Francesco Pisanu dell’Iprase.

territorio è in grado di interpreta-re di sé stesso e della propria gen-te quindi la matrice sulla quale è possibile proporre iniziative mirate alla cultura e, di conseguenza, alla costruzione del processo di valoriz-zazione del proprio luogo di vita.In questo gioco delle parti, nel-la prospettiva di una auspicata re-ciproca legittimazione si richiede, ai diversi soggetti, l’impegno e la volontà di definire interventi inte-grati e ben equilibrati. Il semina-rio è una occasione per la nascente Magnifica Comunità degli Altipia-ni Cimbri per presentare una pri-ma prospettiva del possibile lavoro da svolgere sulle politiche giovani-li, per i comuni e le loro bibliote-che raccontare l’offerta di attivi-tà, per la scuola una occasione per meglio strutturare e legittimare i

Molte le iniziative che istituzioni, enti locali e soggetti del privato ri-volgono a bambini, ragazzi, giova-ni, adulti, genitori. Per tradizio-ne su fronti diversi di attenzione: istruzione, cultura, economia. Un territorio li contiene tutti.Per la scuola il territorio può di-ventare un laboratorio in cui ri-conoscere e sperimentare saperi e allevare le prime pratiche di vita comune.Per i soggetti del privato, per i processi stessi dell’economia, è il luogo dal quale partire per qual-siasi sviluppo possibile e, reponsa-bilmente, tornare. Gli enti loca-li sono la rappresentazione che il

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la ricerca

propri piani di studio sul currico-lo locale che include l’attenzione e il sostegno a minoranze storiche e nascenti, per il privato individuare prospettive e strategie occupazio-nali nei confronti dei giovani del-la comunità.Il seminario offre un momento per riconoscersi a vicenda e, ciascuno, fare la propria parte.” (m.c.)

Il dIrIgente

Ugo Virdia, dirigente scolastico I. C. Folgaria, Lavarone, Luserna

Il trasferimento degli alunni del-la scuola di minoranza linguistica cimbra di Luserna ha comporta-to, già dall’anno scolastico 2006-07, l’attivazione nei plessi di Lava-rone di percorsi di insegnamento della lingua e cultura cimbra sup-portata dall’introduzione del tede-sco veicolare.Nei mesi di settembre-ottobre 2009, a seguito di azioni di con-fronto con i docenti dentro la scuola e tra la scuola e i tre Sin-daci della Comunità, i responsabili del Kulturinstitut Lusern, i parte-cipanti al Tavolo Mocheno Cim-bro, e, in parallelo, con lo studio di norme e con l’analisi dei verba-li di riunioni svolte nel corso degli anni, vengono riconosciute come strategiche le seguenti questioni:• l’estensione dell’impegno all’ap-

prendimento della lingua e cul-tura cimbra con un maggiore coinvolgimento dei due plessi della scuola secondaria e della primaria di Folgaria;

• una maggiore efficacia dell’inter-vento sul veicolare tedesco rispet-to agli obbiettivi di apprendimen-to previsti dal framework europeo delle lingue con un maggior svi-luppo delle competenze di comu-nicazione orale;

• il passaggio da una situazione di sperimentalità degli interventi su lingua e cultura cimbra ad una più strutturale incardinata nel si-stema scolastico, il che comporta la necessità di definire i contenu-ti degli interventi in coerenza con i piani di studio dell’Istituzione scolastica, quindi lo studio delle modalità per garantire la presen-za di operatori stabili, qualificati e istituzionalmente legittimati.

Nell’anno scolastico 2009/2010 si è a tal fine provveduto, grazie all’IPRASE, ad avviare la ricer-ca oggetto di questa pubblicazio-ne sostenuta da un finanziamento dell’Ufficio minoranze linguistiche della Regione, svolta in collabora-zione con Cassa Rurale di Folgaria e Formazione Lavoro. Oltre al compito di garantire la questione minoranza linguistica, la ricerca si è poi estesa alla trat-tazione di tutto il curricolo loca-le che la scuola pratica da sempre con iniziative più o meno coordi-

nate tra di loro. Il modello dei pia-ni di studio ha costituito un prin-cipio ordinatore che ha permesso alle diverse iniziative di presentarsi con una loro organicità e struttu-razione verticale. La ricerca ha per-messo di approfondire alcune di-scipline, quelle tradizionalmente più collegate allo studio del terri-torio, altre potranno costituire og-getto di lavoro successivo.Curricolo di storia e cultura de-gli altipiani cimbri e, più in gene-rale, tutto il curricolo locale, sono un riferimento per il confronto, la condivisione e la costruzione dell’offerta formativa con gli ope-ratori del territorio che si è cercato, in una prima azione, di coinvolge-re nella stessa ricerca.L’obiettivo è la sensibilizzazione di tutta la Comunità di Valle, in par-ticolare delle figure che assumono particolari ruoli di responsabili-tà nella gestione delle risorse uma-ne della Comunità, genitori com-presi, all’investimento in cultura e istruzione.

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il progetto

Il gruppo di lavoro

Francesco Pisanu, ricercatore area educativa, IPRASE TrentinoAnnamaria Lunelli, insegnante scuola elementare, IC Folgaria, Lavarone e LusernaChiara Corradi, insegnante scuola elementare, IC Fol-garia, Lavarone e LusernaFranca Cavasin, insegnante scuola media, IC Folgaria, Lavarone e LusernaSonia Sartori, insegnante scuola media, IC Folgaria, Lavarone e LusernaUgo Virdia, dirigente scolastico, IC Folgaria, Lavaro-ne e LusernaPer il materiale in cimbro sulle UdL raccolte nella pri-ma fase di progetto:Fiorenzo Nicolussi Castellan (Kulturinstitut Luserna)Per la parte sui curricoli locali:

CONTENUTIStoria, cultura, lingua, identità

Da Report del Progetto di ricerca Curricolo di storia e cultura degli altipiani con riferimenti alla lingua cimbra e veicolare di lingua tedesca, curato da Francesco Pisanu, ricercatore Iprase che ha lavorato in stretto collegamento con l’Isti-tuto Comprensivo Folgaria/Lavarone/Luserna, ri-prendiamo in forma sintetica e divulgativa alcuni passaggi fondamentali sulle motivazioni, le varie fasi del lavoro ed alcuni risultati, che ovviamente verranno pubblicati dall’Iprase nella versione fina-le integrale.

Cristiana Pauletti, consulente di ricerca (coordina-mento e stesura curricoli)Federica Ricci-Garotti, professore associato di lingua e traduzione - lingua tedesca, Università di Trento (su-pervisione scientifica)Per la realizzazione del focus group nel piano di ascol-to del territorio:Giorgio Pasolli, esperto di processi formativi, Forma-zione LavoroPer la raccolta dei materiali delle unità di lavoro:Francesca Bartolini, insegnante scuola elementare, IC Folgaria, Lavarone e Luserna.

Le motivazioni: curricolo locale come “oggetto di confine”

L’area Trentina e Alto Atesina, riunite all’interno del-la Regione Autonoma Trentino Alto-Adige, si ritrova, nella sua complessità territoriale, a dover gestire al me-glio il bilanciamento ottimale tra diversità e omogenei-tà culturali. L’area degli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, ora ricondotta all’interno della Magnifica Co-munità degli Altipiani Cimbri, è una delle zone pre-senti in regione dove, all’interno di una linea di svilup-po che parte da un passato ormai lontano nel tempo, è sicuramente possibile attuare una ottimale integrazio-ne tra i differenti aspetti precedentemente sottolineati.Quali potrebbero essere gli strumenti per creare un le-game maggiore tra elementi di tipo storico, culturale, ambientale e linguistico, da una parte, e elementi edu-cativi e formativi dall’altra, nell’ottica dell’integrazio-ne di una comunità al proprio interno, e nei confronti delle altre comunità confinanti e dei contesti più ampi di appartenenza?Il progetto “Curricolo di storia e cultura degli altipia-

ni con riferimenti alla lingua cimbra e veicolare di lingua tedesca” si situa pro-prio nell’ambito di queste proposte inte-grative, utilizzando una maggiore foca-lizzazione sull’ambito educativo, e nello specifico nell’utilizzo dei curricoli loca-li per il primo ciclo di istruzione come “oggetto di confine” (Wenger, 1998). Il curricolo locale può fungere da “og-getto di confine”, nel senso sociologi-co del termine, proprio perché consente di collegare differenti comunità, consen-tendo a gruppi di diversa natura e pro-venienza, anche professionale, di lavo-rare e attivarsi su compiti comuni, con obiettivi e pratiche altrettanto comuni. Come si vedrà, questo progetto è riusci-

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to ad attivare, per la preparazione e la rea-lizzazione della propo-sta di curricolo locale, un discreto numero di

differenti comunità: insegnanti, testimoni privilegia-ti sul territorio, istituzioni, centri di ricerca, persone comuni, ecc. Nella sua apparente semplicità è proprio questa la logica che guidato le attività del progetto, dal-la sua fase di progettazione, fino alla completa realizza-zione sul territorio.

LE FASI: LE bASI SU CUI IMPOSTARE IL CURRICOLO

FASE 1Raccolta e codifica unità didattiche di lavoro/appren-dimento legate alle caratteristiche storico, culturali e linguistiche e ambientali del territorio (su diverse di-scipline).Prodotto finale: Archivio di attività didattiche pertinen-ti rispetto alla tematica di progetto, con schede descritti-ve e materiale allegato a supporto della loro realizzazione.FASE 2Realizzazione di uno studio dei modelli organizza-tivi per quanto riguarda gli insegnamenti veicolari e di lingua cimbra.Prodotto finale: Proposta di modello organizzativo da sperimentare sul territorio.FASE 3Organizzazione e Realizzazione di un piano di ascol-to sul territorio sulle caratteristiche della cultura, sto-ria e lingua locale.Prodotto finale: Report di analisi sulle interviste e sul fo-cus group ad uso degli operatori educativi e formativi e dei decisori locali.FASE 4Formare ed elaborare una proposta di curricolo di sto-ria e cultura degli altipiani con riferimenti alla lingua cimbra e veicolare di lingua tedesca.Prodotto finale: Proposta di curricolo verticale locale, con approfondimenti su tre aree curricolari, cioè storia, geografia e scienze, con in allegato strumenti per valuta-zione formativa (rubriche) e monitoraggio delle attività in classe (schede di osservazione).CONCLUSIONIQuesta serie di informazioni dovrebbero costituire la base di conoscenza “situata” sulla quale poi impostare un lavoro di adattamento e sperimentazione del curri-colo di storia, cultura e lingua locale, sensibile alle spe-cificità del contesto locale (e in linea con quanto pro-posto dai piani di studio provinciali della PAT).

Il territorio… riscoprire il territorio

La sezione del progetto dedicata al piano di ascolto sul territorio si è concretizzata attraverso la realizzazio-ne di una serie di interviste individuali e di un focus group. Le interviste hanno avuto come target di inter-vistati esponenti dell’ambito culturale e sociale, men-tre il focus group ha coinvolto principalmente espo-nenti dell’ambito economico e imprenditoriale.Questa serie di informazioni dovrebbero costituire la base di conoscenza “situata” sulla quale poi impostare una parte del lavoro di adattamento dei curricoli loca-li alle specificità della cultura locale.La finalità principale di questa raccolta dati sul territo-rio è la raccolta di rappresentazioni, opinioni e in-formazioni sul contesto locale degli altipiani (dal punto di vista culturale, storico, naturalistico e lin-guistico), da parte di una serie di testimoni privile-giati, che possono dare il loro punto di vista grazie al vissuto personale e professionale sul territorio. A breve raggio, poi c’è la raccolta di informazioni sulle stesse tematiche per alimentare la fase della redazione di una proposta di curricolo locale di storia, cultura e lingua cimbra con riferimenti al veicolare tedesco. Questa se-rie di informazioni dovrebbero, dunque, costituire la base di conoscenza “situata” sulla quale poi impostare una parte del lavoro di adattamento dei curricoli loca-li alle specificità della cultura locale.

… l’istituto comprensivo che “non com-prende” sul territorio

Davvero tanti gli spunti (per tutta la comunità, ma per la scuola innanzitutto) dalle interviste e dalla rac-colta delle informazioni.Il primo aspetto sottolineato da uno degli intervistati, per esempio “è legato a quanto la scuola possa essere uno specchio della realtà locale, nelle sue varie modu-lazioni”. Forse involontariamente l’intervistato coglie, in maniera appropriata, la dissonanza tra etichetta “istituto comprensivo”, e situazioni in cui questo agire “comprensivo” appunto non si è realizzato pienamente, per la scuola, sul territorio. In questo caso si parla di difficoltà di scambio e di interazione tra gli studenti appartenenti ai diversi plessi sparsi sul territorio, che, allo stato delle cose non hanno piena possibilità di conoscersi e frequentarsi, per considerar-si, nell’evolvere dell’età dello sviluppo, come facenti parte pienamente della stessa comunità. Questo è un elemento sul quale la scuola potrebbe agire maggior-mente, sia dal punto di vista verticale (integrazione e continuità tra i vari bienni) che da quello orizzontale

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(stessa integrazione e continuità tra gli studenti appar-tenenti ai diversi plessi dell’istituto). Secondo gli in-tervistati questa strategia, se portata a regime potreb-be migliorare i futuri rapporti tra le popolazioni delle diverse aree dell’altipiano.”

… il ruolo strategico della scuola

Altri spunti riguardano ancora il ruolo strategico della scuola, come ente mediatore nella migliore co-noscenza del territorio, per i ragazzi e relative fami-glie, e nella migliore condivisione e diffusione degli assunti di base dello stesso territorio. Ad esempio il discorso su usi e costumi, oppure sulla questione lin-guistica, potrebbe trovare una soluzione ottimale pro-prio grazie al ruolo di mediazione da parte della scuo-la; un’ipotesi di un ruolo attivo degli studenti nella fruizione del territorio da parte dei turisti (ad esempio come guide), per mettere insieme esigenze di appren-dimento di contenuti sul territorio e messa in pratica dei contenuti stes-si; un contesto in cui la scuola può fungere da “facilitatore” per l’ac-quisizione dei fondamentali di “so-pravvivenza” all’interno del territo-rio (ad esempio per quanto riguarda la vita in un contesto montano).

… i tanti fili con l’am-biente, la storia

“[…] cosa vuol dire che c’era una segheria veneziana, perché Lavaro-ne, ma penso anche Folgaria, per

trent’anni si è data a Venezia? Perché?”. Ecco questa riscoperta delle connessioni, a livello storico e socia-le, della costellazione di antiche occupazioni sul terri-torio può essere, secondo gli intervistati, un modo ot-timale di riprendere un discorso attuale sul rapporto tra dotazioni del territorio, linee di sviluppo e attivi-tà educativa.In buona sostanza, le categorie individuate nel per-corso di raccolta delle informazioni e ricostruzione del tessuto territoriale, diventano utili per future at-tività di approfondimento; ma, da un punto di vista operativo, l’ambito educativo e formativo (rappre-sentato sostanzialmente dalla scuola) può usufrui-re di una serie di informazioni che, adeguatamente rimodulate, possono poi diventare prassi curricola-re locale (in sostanza la finalità principale di questo progetto).

… punti di vista differenti nella perce-zione dello stesso territorio

Uno degli esiti principali è stata la conferma dei diver-si punti di vista dei tre centri territoriali sulle caratte-ristiche del territorio. I tre centri considerati (Folgaria, Lavarone, Luserna) in questo caso in base alle paro-le prodotte dagli intervistati, utilizzano un linguaggio differente (in termini di contenuti e di modalità) per descrivere il proprio territorio. Se rappresentati su un piano cartesiano bidimensionale, si situano in zone differenti dello stesso piano, a tratti in situazioni op-poste. La tematica della “frammentarietà” del territo-rio, emersa dalle stesse interviste, può essere conside-

rata a questo livello quasi come un dato strutturale.Altri i punti che restano aperti, che possono essere considerati di rilie-vo. Tra questi sicuramente il discor-so linguistico, legato alla questione cimbra, in una prospettiva di rinno-vamento e attualizzazione; il discor-so storico, per quanto riguarda la prima guerra mondiale, il fenomeno dell’emigrazione, gli usi e le tradi-zioni e le attività produttive del ter-ritorio, passate e presenti.Interessante entrare nel merito e ra-gionare sulla “traduzione operativa” in termini di curricolo e di interven-ti didattici nelle classi, nell’istituto e “sul territorio”.

(sintesi divulgativa a cura di M. C.)

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Inserto a cura di: Mario CaroliInterventi di: Norma Borgogno, Mario Caroli, Grazia Modugno, Anna Tava

Inaugurato il nuovo anno scolastico da sei diverse sedi sul territorio

SCUOLA E COMUNITÀ

il dossierla CamPanellascuole infanzia i datile sediil calendarioistruzione – fpi datidirigenti scolasticigli incontriCfp/Upt ClesIst. “martini” mezzolombardoI. C. Trento 6

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Il nuovo anno scolastico 2011/2012 per circa 86 mila studenti in Trentino, dai bambini del-le scuole dell’infanzia a quelli delle superiori e del-la formazione professionale è stato inaugurato dall’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, con incontri significativi in sei di-verse sedi della provincia: tre scuole dell’infanzia, un istituto comprensivo di scuola primaria e se-condaria di primo grado, un centro di formazione professionale ed un istituto d’istruzione superio-re: alla scuola dell’infanzia equiparata di Bon-do e Breguzzo, alla scuola equiparata di Storo ed a quella provinciale di Dro; al Centro di For-mazione professionale UPT di Cles, nella nuova sede dell’Istituto “Martini” di Mezzolombardo e presso la scuola media “Manzoni” dell’Istitu-to comprensivo Trento 6. Dappertutto sono sta-ti coinvolti soggetti istituzionali del territorio, am-ministratori locali e rappresentanti dei genitori.

LA CAMPANELLAIl “via” da Bondo e Breguzzo a Trento città

GIOVEDì PRIMO SETTEMbRE: SCUOLE DELL’INFANzIA

8,30: scuola equiparata “Giuseppina Bonazza” di Bondo e Breguzzo (Associazione “Coesi”)10,00: scuola equiparata di Storo (Federazione pro-vinciale scuole materne) 11,30: scuola dell’infanzia provinciale di Dro

In tutt’e tre gli appuntamenti scelti per augurare un buon anno scolastico 2011-2012 a tutte le scuole dell’infanzia del Trentino l’assessore ha insistito su due concetti forti, anche a nome del governo provincia-le: “Vogliamo ribadire all’inizio di questo nuovo anno scolastico il nostro impegno a continuare a sostene-re un servizio di qualità nelle scuole dell’infanzia del Trentino, mantenendo anche per il futuro un inve-stimento di risorse importante, che finora ha dato ri-sultati lusinghieri anche nel confronto col resto d’Ita-lia. Un impegno, che non è certo banale se ribadito in questa fase di crisi e di riconosciute difficoltà econo-miche. Del resto – ha aggiunto l’assessore – non c’è speranza e fiducia nel futuro se non si creano solide fondamenta, a cominciare dal servizio per i più picco-li. Siamo orgogliosi di questa qualità, che nel contem-po ci carica di ulteriori responsabilità a non rallentare

il dossier

l’attenzione e l’impegno per questo comparto.”Il secondo concetto che l’assessore ha voluto rimar-care da Breguzzo a Storo a Dro, riguarda “la necessi-tà di fare squadra attorno a questi bambini, che oggi più che mai hanno tanto bisogno di tutti noi adulti.” Un appello, rivolto simbolicamente a tutte le realtà territoriali delle scuole dell’infanzia del Trentino, che ha assunto toni particolari proprio perché pronuncia-to in tre realtà diverse, che hanno visto la partecipa-zione massiccia e significativa di rappresentanti delle scuole, di genitori e personale educativo e non docen-te, ma anche di rappresentanti delle rispettive ammi-nistrazioni comunali e della Comunità di Valle.

breguzzo

Breve visita alla scuola e poi al sentiero Arnò, lega-to al progetto “Storia e vita di un torrente”, simbolo dell’unificazione delle due realtà (Breguzzo e Bondo) in un’unica scuola dell’infanzia, elemento di coesione tra i due paesi. Ad accogliere l’assessore il presidente della scuola, Diego Bonazza, assieme al presidente di Coesi Roberto Avanzi, i sindaci dei due paesi e l’as-sessore Paolo Pasi per la Comunità di Valle, la coor-dinatrice della scuola (Daniela Dagostin), assieme al personale, ai genitori ed ai bambini.

Storo

Nella scuola equiparata di Storo, con sindaco e as-sessore all’istruzione del Comune, il Presidente del-la Federazione provinciale Scuole Materne, Giuliano

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Baldessari, altre autorità, personale della, genitori, bambini e il decano don Francesco che ha benedetto una nuova sezione della scuola.

Dro

L’assessore ha incontrato bambini, genitori e persona-le della scuola provinciale di Dro, nello stesso edificio anche un asilo nido aperto quest’anno. Onori di casa da parte della giunta comunale di Dro al completo, col sindaco Vittorio Fravezzi, il coordinatore peda-gogico Giuseppe Pesenti ed il personale educativo e non docente. Da tutti, rimarcata l’importanza della sinergia e della condivisione, da parte della Provincia e degli enti locali intermedi, di investire sull’infanzia, di coinvolgere l’intera comunità per mettere a disposi-zione delle famiglie una scuola accogliente e aperta, e di far partecipare tutte le componenti anche nelle fasi lavorative per ristrutturare o costruire ex novo gli spa-zi idonei: come è stato fatto nella comunità di Dro.

LUNEDì 12 SETTEMbRE: SCUOLA PRIMARIA, SECONDARIA E FORMAzIONE PROFESSIONALE

8,30: Centro di Formazione professionale UPT di Cles10,00: Istituto “Martini” di Mezzolombardo 11,30: scuola media “Manzoni” dell’Istituto com-prensivo Trento 6

“Integrazione e legame col ter-ritorio”, le parole chiave che hanno caratterizzato l’inau-gurazione ufficiale del nuovo anno scolastico per scuola pri-maria, secondaria e superiore e per la formazione professio-nale in Trentino. Tre sedi di-verse, con un filo conduttore comune che rimanda alla mo-tivazione della scelta; due isti-tuti in periferia (Cles e Mez-zolombardo) ed uno in centro città a Trento, nei quali l’asses-sore, assieme al dirigente ge-nerale del Dipartimento Istru-zion, Università e Ricerca ha partecipato a momenti intensi con gli studenti, gli insegnan-ti, i dirigenti e il personale del-le tre scuole, ma dappertut-to anche con i rappresentanti

del territorio e dell’intera comunità scolastica, presenti in modo significativo. Nelle tre sedi sono stati ripresi i temi dell’integrazione, della solidarietà, del legame con-vinto col territorio, ma anche dell’internazionalizzazio-ne e del confronto “con il mondo che c’è ormai dentro ogni scuola”.

Cles CFP/UTP

Incontro con gli studenti e l’intera comunità scolasti-ca del Centro UPT di Cles. A fare gli onori di casa, il

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direttore del Centro, Walter Iori, il presidente e il di-rettore dell’Ente UPT, Ferruccio Pisoni e Maurizio Cadonna, il Presidente della Comunità di Valle, Ser-gio Menapace, il sindaco di Cles, Maria Pia Flaim assieme agli assessori comunali alla cultura e all’istru-zione ed all’ex assessore Provinciale all’istruzione, Lu-igi Panizza, per l’associazione di solidarietà che sta ultimando la costruzione di una scuola in Kenia. Mo-mento particolarmente toccante, il breve racconto del viaggio di alcuni profughi giunti in Trentino dal Nord Africa ed ora a contatto con la scuola di Cles. “Una realtà molto motivata e vivace” – ha detto l’assessore nel suo saluto conclusivo – che fa percepire bene il la-voro dei docenti faticoso, ma anche bello e affascinan-te; una scuola, che certamente sa come formare ragaz-zi oggi a scuola e futuri cittadini, che sapranno essere al posto giusto anche domani per fare la propria par-te nella società”.

Mezzolombardo istituto “M. Martini”

Saluto dell’assessore agli studenti delle prime classi nella nuova sede di via Perlasca n. 4. Breve visita al nuovo edificio e dimostrazione di momenti didatti-ci degli studenti, presente il nuovo dirigente scolasti-co Paolo Rasera assieme alla vicaria Tiziana Gulli, ai collaboratori ed alcuni docenti, al sindaco di Mez-zolombardo, Annamaria Helfer e all’assessore all’i-struzione, Roberto Guadagnini. “La struttura è ben importante”, ha detto l’assessore rivolta agli studen-ti, “ma vale davvero poco se non ci sono studenti, in-

segnanti e tutti gli altri operatori scolastici a render-la viva. Voi, studenti, approfittatene di questi spazi e mettetevi pienamente in gioco. Però – ha concluso – pensate anche a chi è meno fortunato di voi”.

Scuola secondaria 1° grado “Manzoni” IC Trento 6

Dall’aula magna della scuola secondaria di primo grado “Manzoni” di Corso Buonarroti a Trento, l’as-sessore ha inaugurato simbolicamente il nuovo anno scolastico 2011/2012 per tutti gli studenti, le loro famiglie, gli insegnanti e il personale tutto; ma agli insegnanti ha rivolto un pensiero particolare, rico-noscendo “il lavoro impegnativo, forte e svolto con entusiasmo ogni giorno nelle classi”. Un lavoro pre-zioso, ma ancora più prezioso – ha detto Dalmaso – è quello che ho toccato con mano oggi nelle tre scuole visitate e l’importanza di una scuola che non è sola, perché sente attorno l’affetto e la partecipazio-ne di tutta la comunità. Alla scuola spesso chiedia-mo tanto, ma è giusto che ognuno faccia la sua par-te, con la convinzione che si fa molto di più quando si fa squadra”.Un richiamo alla presenza ed al legame col territorio, che ha trovato riscontro nelle parole di rappresentan-ti delle tre circoscrizioni a Trento, espresse per tutti da Melchiorre Redolfi.La dirigente scolastica di Trento 6, Elina Massimo as-sieme a insegnanti, personale amministrativo ed ope-ratori dell’Associazione Area (APPM), del Polo So-ciale Centro e dei genitori ha presentato brevi stralci di progetti realizzati negli ultimi tempi, tra i quali an-che un “TG Manzoni” sul tema del bullismo, realiz-zato dai ragazzi: l’episodio vero e proprio, l’interven-to del dirigente scolastico, la riflessione e le due strade possibili: perseverare o capire e cambiare, due strade che lasceranno segni inevitabili anche nelle altre fasi di crescita del ragazzo/bullo. “Assaggi piccolissimi, ma molto significativi - ha com-mentato Marta Dalmaso - che ci hanno fatto capire come in questa scuola ci sia la maturità di guardare in faccia anche le cose brutte e individuare vie d’uscita positive, senza scappare dai problemi”.Tornando alla visione complessiva della scuola, in que-sto inizio d’anno, l’assessore ha confermato l’importan-za di continuare ad investire sulla scuola, “però non ci nascondiamo le difficoltà del momento e la necessità di fare anche noi la nostra parte sull’uso delle risorse nella scuola, magari affrontando i problemi in modo diverso e trovando strategie innovative nuove”. (m.c.)

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bAMbINI ISCRITTIAnno Scolastico

Differenza numerica2010-2011 2011-2012

PROVINCIALI 5.902 5.982 +80EQUIPARATE 10.025 10.072 +47TOTALE 15.927 16.054 +127

dati

bAMbINI STRANIERIArea provenienza Numero bambini stranieri Percentuale sul totale stranieri

Est europeo 1126 55,74%- di cui dall’Albania 385

- di cui dalla Romania 298- di cui dalla Macedonia 144

Africa 583 28,86%- di cui dal Marocco 324- di cui dalla Tunisia 135- di cui dall’Algeria 73- di cui altri paesi 51

Asia 232 11,48%Sud America 50 2,48%

Altre provenienze 29 1,44%Totale 2.020 100.00%

Scuole dell’infanzia della provincia di TrentoDati a.s. 2011/2012

ISCRITTI AL SERVIzIO DI PROLUNGAMENTO D’ORARIOSono 8.243 (sui complessivi 16.054) i bambini iscritti al servizio di prolungamento d’orario che è offerto fino a tre ore ulteriori rispetto alle sette ore giornaliere di servizio scolastico. Per l’anno scolastico 2011/2012 il servizio di prolungamento orario è richiesto dal 51,35% del totale degli iscritti alla scuola dell’infanzia.

PERSONALE INSEGNANTE

Di sezioneSupplementari(per situazioni

disagio e handicap)

Per situazioni di complessità

Per prolungam. d’orario Totali

a tempopieno

a tempopieno

a temporidotto

a temporidotto

a orario ridotto 824

Scuoleprovinciali 558 50 32 8 176 1.337

Scuoleequiparate 932 93 53 8 251

TOTALE 1.490 143 85 16 427 2.161

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BReGUZZO

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DRO

STORO

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il calendario

Appesa al muro scorre l’allegria dentro un calen-dario che racconta di giochi e feste, le feste di tut-ti, per conoscersi e capirsi, e i giochi di posti lon-tani oppure vicini, ma un po’ nascosti dietro le montagne. È un calendario multiculturale e mul-ticolorato quello arrivato in tutte le scuole dell’in-fanzia provinciali per accompagnare un anno sco-lastico e dare spunti per parlare del tempo che va, contandolo in giorni e mesi puntellati di eventi religiosi e laici in cui le persone si ritrovano in un pensiero comune a molti o a tutti. Un calenda-rio costruito sull’anno scolastico, da settembre ad agosto; è l’anno che si vive a scuola, con le vacanze che lo concludono, fino al prossimo inizio.

GIOCANDO I MESIMulticulturale e multicolorato

Riferimento quotidiano

La realizzazione di un calendario interculturale, che scandisse il tempo scolastico delle scuole dell’infan-zia e fosse comprensibile ai bambini di 3-6 anni è il frutto di una riflessione maturata da tempo nell’Uf-ficio di coordinamento pedagogico generale. L’idea: raccogliere alcune esperienze già in atto nelle scuole e progettare uno strumento didattico interculturale che fosse fruibile con piacere dai bambini e nel con-tempo utile per gli insegnanti. Le attività didattiche della scuola dell’infanzia sono scandite dal ritmo del-le stagioni, dalle feste e dalle ricorrenze legate alle tra-dizioni popolari. L’uso del calendario nelle sezioni è una prassi diffusa come approccio ai simboli numeri-ci, acquisizione della scansione temporale giornaliera e mensile, e riconoscimento dei momenti importanti della propria vita. Un calendario diventa quindi pun-to di riferimento quotidiano, veicolo di cultura e por-tatore di emozioni.

Rispettare le diverse culture

Ma i calendari costruiti a scuola o reperiti dai vari for-nitori mancano pur sempre di qualcosa, sfugge qual-che festa importante o le ricorrenze istituite dall’Onu per riflessioni di portata universale, cose che anche i bambini possono comprendere. L’Ufficio di coordina-mento pedagogico generale ha perciò voluto costrui-

re un calendario che fosse il più possibile completo e quindi rispettoso delle diverse culture che nella scuola arrivano con i pro-pri sentimenti: ogni bam-bino e bambina infat-ti porta con sé la propria storia personale e familia-re. Oggi la presenza di fa-miglie provenienti da Paesi diversi diventa stimolo per allargare le conoscenza e per dar forma ad un dialogo che può valorizzare gli uni e gli altri. Insomma, abbia-mo voluto un prodotto “colto” ma insieme “caldo”, perché abbraccia tradizioni e riconosce le emozioni, e l’umano desiderio di festeggiare ciò che si ritiene dia significato alla propria vita. Tutto questo in quella al-legra cornice di gioco che è comune a tutti i bambi-ni del mondo.

I contenuti

In ogni pagina del calendario c’è un gioco, una fila-strocca e dell’azione inserita nell’ambiente d’origine del gioco, illustrato con le caratteristiche sia stagio-nali del mese e quelle tipiche del posto da cui arri-va quel contributo: un minareto, una vetta alpina.... I nomi dei mesi sono scritti in italiano e nella lingua del Paese o Valle rappresentata. Cose da riconoscere e da commentare. C’è il richiamo a tradizioni vicine: la Val di Fassa, la Valle dei Mòcheni e l’Altopiano Cim-bro; e quelle lontane (le più presenti nelle nostre scuo-le): Romania, Albania, Pakistan, Macedonia, Magh-reb, Sud America. La presenza dell’Inghilterra e della Germania ricorda la sperimentazione dell’apprendi-mento delle lingue europee, inglese e tedesco, in nu-merose scuole dell’infanzia.

Le collaborazioni

La progettazione è stata un lavoro di gruppo, coordi-nato dall’Ufficio nelle varie fasi operative, dalla proget-tazione alla realizzazione, con l’occhio attento ai vari livelli interpretativi: quello dei bambini, degli adul-ti, della società. Perché questa è un’azione certamente pratica, utile, ma più ancora è un messaggio di aper-

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tura all’altro che non toglie però identità, anzi la presenta con uno forte spaccato territoriale legato alle usanze del territorio. Le scuo-le dell’infanzia provinciali hanno fornito i materiali relativi alle espe-rienze in campo interculturale e gli Istituti culturali delle minoranze linguistiche presenti sul territorio trentino hanno raccontato le loro tradizioni, che lo scorrere del tem-po non ha cancellato e ci fa piacere ricordare. Le fila-strocche straniere sono state tradotte dalla Cooperati-va Città Aperta. Alessandro Martinelli, direttore del Centro Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo In-terreligioso, ha curato la descrizione delle festività di tutte le religioni presenti in Trentino. Le tavole pit-toriche sono di Nella Valentini, insegnante di scuola dell’infanzia e illustratrice, che ha dato poetica rappre-sentazione alle parole e ai sentimenti.

La grafica: un progetto scolastico

Infine, ma naturalmente in contemporanea, gli inse-gnanti e gli studenti delle classi quarte del Tecnico grafico multimediale dell’Istituto Pavoniano Arti-gianelli per le Arti grafiche di Trento, come proget-to scolastico, hanno realizzato la grafica del calenda-rio cercando le modalità per rendere la “lettura” il più semplice possibile per i bambini. I professori, Marco Franceschini, Remigio Decarli e Daniele Fortarel con la classe quarta del Tecnico grafico multimediale si sono impegnati perché l’aspetto grafico divenisse ac-cattivante e l’impostazione fosse esaustiva ma sempli-ficata. “Giocando i mesi” è per i bambini della scuola

dell’infanzia ed è stato costruito da ragazzi di diciotto anni che hanno corrisposto ad un incarico che si-mulava concretamente il mondo del lavoro: un committente con delle esigenze da soddisfare, da ca-pire per corrispondere al meglio. I referenti del progetto e l’illustratri-ce hanno avuto più incontri con la classe per esplicitare le necessità del fruitore dell’oggetto, l’infanzia:

quindi numeri grandi, magari simili a come li scrivo-no i bambini, simboli semplici per riconoscere i gior-ni in cui si sta a casa e le festività... Gli studenti han-no posto domande, cercando di ricordare quella loro “lontana” età, poi hanno progettato alcune variabili di pagina, fra le quali è stata scelta quella più confa-cente. Per loro un’esperienza che li sollecitati su vari fronti, per noi il rapporto con il loro entusiasmo cre-ativo.

Il senso del calendario

L’Ufficio di coordinamento pedagogico prepara nu-merosi strumenti a sostegno del dialogo intercultura-le: dai libri con le storie dei diversi Paesi ai documenti in più lingue, alle iniziative formative per insegnanti e genitori. Gli insegnanti elaborano ogni anno progetti legati alla realtà scolastica andando ad esplorare costu-mi e ritualità degli utenti, con grande sensibilità per una serena integrazione. Il calendario arriva in conte-sti che sanno cogliere la portata educativa di tali con-tributi. “Giocando i mesi” è destinato a tutte le sezioni delle scuole dell’infanzia provinciali e ai nidi d’infan-zia, dove gli insegnanti e gli educatori potranno, gi-rando la pagina ad ogni inizio mese, richiamare l’at-tenzione dei bambini sui versi, il gioco, le feste che appaiono. Sarà bello trovarsi dentro il tempo che par-la molte lingue, racconta diverse storie. Il calendario è anche un segno d’augurio per il nuovo anno scolasti-co e continuamente ricorda il valore della conoscenza reciproca che può sostenere la collaborazione e la con-divisione educativa. E crediamo potrà anche suggeri-re occasioni di incontro o tradursi in spunti operativi per percorsi mirati all’incontro fra scuola e famiglia. “Giocando i mesi” sta nei sogni che il mondo della scuola coltiva: un dialogo che intrecci culture e reli-gioni per formare le nuove generazioni ad una convi-venza pacifica.

Anna Tava, Grazia ModugnoUfficio di coordinamento pedagogico generale

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dati

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

Primaria Secondaria di 1° grado Secondaria di 2° grado Formazione Professionale

2009/2010 2010/2011 2011/2012

Fonte:Anagrafe unica degli studenti della Provincia Autonoma di Trento al 1 settembre 2011.Il dato è comprensivo di tutti gli studenti del sistema educativo di istruzione e formazione del Trentino, formazione professionale (com-preso 4° anno) e scuole paritarie comprese

ISCRIZIONI 2009/2010 2010/2011 2011/2012 Var. % anno prec.Primaria 26.757 27.038 27.118 0,30%Secondaria di 1° grado 16.510 16.708 16.886 1,07%Secondaria di 2° grado 20.001 20.149 20.458 1,53%Formazione Professionale 4.556 4.981 5.240 5,20%TOTALE 67.824 68.876 69.702 1,20%

NUMERO DI ISCRITTI NEGLI ULTIMI TRE ANNI PER TIPOLOGIA DI SCUOLA

ISCRIZIONI ALLA SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO PER INDIRIZZO

ARTISTICO 5%

ISTITUTO PROFESSIONALE 5%

LICEO CLASSICO 4%

LICEO LINGUISTICO 8%

LICEO SCIENTIFICO 19%

PEDAGOGICO/SCIENZE SOCIALI 10%

TECNICO 29%

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE PROVINCIALE

20%

2011/2012

PRESENZA ALUNNI STRANIERI (VALORI ASSOLUTI)

2009/2010 2010/2011 2011/2012ITALIANA 23.841 23.954 23.778STRANIERA 2.916 3.084 3.340TOTALE 26.757 27.038 27.118

Primaria

ITALIANA 14.548 14.722 14.934STRANIERA 1.962 1.986 1.952TOTALE 16.510 16.708 16.886

Secondaria di 1° Grado

ITALIANA 18.620 18.749 18.952STRANIERA 1.381 1.400 1.506TOTALE 20.001 20.149 20.458

Secondaria di 2° Grado

ITALIANA 3.733 4034 4190STRANIERA 823 947 1050TOTALE 4.556 4.981 5.240

Formazione Professionale

ITALIANA 60.742 61.459 61.854STRANIERA 7.082 7.417 7.848TOTALE 67.824 68.876 69.702

TOTALE

Istruzione e formazione professionale 2011-2012Studenti

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PRESENZA ALUNNI STRANIERI (VALORI PERCENTUALI)

ALUNNI STRANIERI2009/10 2010/11 2010/12 % anno prec.

NATI ALL'ESTERO 1.397 1346 1287 -4,38%NATI IN ITALIA 1.519 1738 2053 18,12%TOTALE 2.916 3.084 3.340 8,30%

Primaria

NATI ALL'ESTERO 1.509 1434 1310 -8,65%NATI IN ITALIA 453 552 642 16,30%TOTALE 1.962 1.986 1.952 -1,71%

Secondaria di 1° Grado

NATI ALL'ESTERO 1.199 1207 1279 5,97%NATI IN ITALIA 182 193 227 17,62%TOTALE 1.381 1.400 1.506 7,57%

Secondaria di 2° Grado

NATI ALL'ESTERO 774 872 935 7,22%NATI IN ITALIA 49 75 115 53,33%TOTALE 823 947 1.050 10,88%

Formazione Professionale

2009/10 2010/11 2010/12NATI ALL'ESTERO 48% 44% 39%NATI IN ITALIA 52% 56% 61%Primaria

NATI ALL'ESTERO 77% 72% 67%NATI IN ITALIA 23% 28% 33%Secondaria di 1° Grado

NATI ALL'ESTERO 87% 86% 85%NATI IN ITALIA 13% 14% 15%Secondaria di 2° Grado

NATI ALL'ESTERO 94% 92% 89%NATI IN ITALIA 6% 8% 11%Formazione Professionale

2009/2010 2010/2011 2010/2012ITALIANA 89,10% 88,59% 87,68%STRANIERA 10,90% 11,41% 12,32%Primaria

ITALIANA 88,12% 88,11% 88,44%STRANIERA 11,88% 11,89% 11,56%Secondaria di 1° Grado

ITALIANA 93,10% 93,05% 92,64%STRANIERA 6,90% 6,95% 7,36%Secondaria di 2° Grado

ITALIANA 81,94% 80,99% 79,96%STRANIERA 18,06% 19,01% 20,04%Formazione Professionale

ITALIANA 89,56% 89,23% 88,74%STRANIERA 10,44% 10,77% 11,26%TOTALE

PERSONALE DOCENTEDATI DI INIZIO ANNO RIFERITI AL 01/09 DEI RISPETTIVI ANNI SCOLASTICI

PERSONALE ATA

Nota:La colonna “Non ruolo” riporta il personale con contratto a tempo determinato assunto dal Servizio Gestione risorse umaneLa colonna “Cattedre residue” corrisponde alla somma delle cattedre rimaste libere dopo le nomine del Servzio Gestione risorse umane e delle disponibilità residue su spezzoni di orario ricondotte a cattedre (24 ore per la scuola primaria e 18 ore per la scuola secodaria di 1° e 2° grado)

I docenti di ruolo, rispetto ad un organico di diritto di 5819, nonostante i pensionamenti, sono 5867I contratti a tempo determinato, firmati dallo SGRUF al 31 agosto 2011, sono stati 1002 e risultano esaurite quasi tutte le gra-duatorie provinciali tra cui quella della scuola primaria di sostegno.L’apparente calo del numero totale dei docenti va ricondotto alla riduzione di esoneri, utilizzi, assegnazioni provvisorie ecc.

Nota: Situazione di fatto al 01/09/2011

Rispetto all’a.s. 2009/2010, si registra un incremento del numero di contratti in essere da 2065 a 2078

Ruolo Non Ruolo Ruolo Non Ruolo Ruolo Non RuoloIstituti Comprensivi 1.000 130 1.111 138 1.085 166Istituti Superiori 777 59 709 66 708 80I.F.P. 25 7 31 10 30 9

1.802 196 1.851 214 1.823 255TOTALE

a.s. 2011-12

2.0781.998 2.065

a.s. 2010-11a.s. 2009-10

Primaria 2.604 479 65 2.567 503 128 2.569 444 73Secondaria di 1° Grado 1.448 247 152 1.406 302 260 1.456 202 161Secondaria di 2° Grado 1.891 389 97 1.838 383 204 1.842 356 85

5.943 1.115 314 5.811 1.188 592 5.867 1.002 319TOTALE

2011/12

RuoloNon

Ruolo al 31/8*

Cattedre residue al

31/08*

2009/10 2010/11

7.058 6.999

Ruolo Non Ruolo al 31/8*

6.869

Cattedre residue al

31/08*Ruolo Non Ruolo

al 31/8*

Cattedre residue al

31/08*

Page 30: Didascalie Informa - n. 9 settembre 2011

28 n. 9 settembre 2011

dirigenti scolastici

Con tre distinte delibere (19-28-31 agosto 2011), la Giunta provinciale ha approvato gli incarichi dei dirigenti scolastici per il nuovo anno 2011/2012: rotazioni, conferme degli incarichi ancora in vigo-re, rinnovi per un altro triennio e nuovi incarichi ai vincitori dell’ultimo corso-concorso provincia-le, assegnazioni in dipartimento. Tutte le sedi sono state coperte senza alcuna reggenza su più sedi. Ri-portiamo la situazione al primo settembre 2011.

LA MAPPANomi e sedi a. s. 2011/2012

Istituti comprensivi di scuola primaria e secondaria di 1° gradoAla “A. Bresciani”: Alessandra SigheleAldeno – Mattarello: Antonietta DecarliAlta Val di Sole: Cinzia Salomone PasquaAlta Val Vallagarina: Maria Pia VeladianoAltopiano di Piné: Lidio MiatoAltopiano della Paganella: Stefano ChesiniArco: Lorenzo PierazziAvio: Patrizia LuccaBassa Anaunia: Marco RuscelliBassa Val Di Sole “G. Ciccolini”: Cesare Marino RuattiBorgo Valsugana: Michele RosaBrentonico: Daniela DepentoriCavalese: Marco FelicettiCembra: Roberto TrolliCentro Valsugana: Clara De BoniChiese “Don L. Milani”: Alberto ParisCivezzano: Antonella ZanonCles “B. Cles”: Alfredo RomantiniDro: Paola BortolottiFolgaria, Lavarone, Luserna: Sandra SandriFondo: Massimo GaburroGiudicarie Esteriori: Daniela BellabarbaIsera – Rovereto: Giuseppe SantoliI.C. Scuola Primaria e Secondaria “Ladino Di Fassa”: Mirella FlorianLavis: Loris TauferLevico Terme: Daniela FruetMezzocorona: Nicola CetranoMezzolombardo: Andrea BezziMori: Elia PeriniPergine 1: Lucia PredelliPergine 2 “C. Freinet”: Gianfranco PedrinolliPredazzo - Tesero - Panchià - Ziano: Candida PizzardoI.C. Scuola Primaria e Secondaria “Primiero”: Alessan-dro BonesiniRevò “C. A. Martini”: Teresa PeritiRiva 1: Giovanni Kral

Riva 2 “L. Pizzini”: Valentina ZanollaRovereto Est: Paolo GoffoRovereto Nord: Domenico CaropreseRovereto Sud: Laura ZollerStrigno e Tesino: Romano NeslerTaio: Massimiliano RossiTione: Dario GelminiTrento 1: Maria Luisa BrioliTrento 2 “Johannes Amos Comenius”: Maria Silva BoccardiTrento 3: Linda SegataTrento 4: Vigilio MattiviTrento 5: Agostino ToffoliTrento 6: Elina MassimoTrento 7: Stefano KirchnerTuenno: Sandra LuciettoVal Rendena: Fabrizio PizziniValle Dei Laghi: Laura De DonnoValle Di Ledro: Maurizio CaproniVigolo Vattaro: Sara TurriniVilla Lagarina: Marina Martinelli

Istituti di istruzione secondaria di 2° gradoIst. Istruzione “A. Degasperi” Borgo Valsugana: Pao-lo PendenzaIst. Istruzione “Weisse Rose” Cavalese: Lorenzo BiasioriLiceo “Bertrand Russel” Cles: Tiziana RossiITCG “A. Pilati” Cles: Alessandra PasiniIst. Istruzione “M. Martini” Mezzolombardo - s.s. Ossana: Paolo RaseraIst. Istruzione “M. Curie” - Pergine Valsugana s.s. Levico I.P.S.C.T.: Sandra BoccherRiva del Garda “A. Maffei”: Antonia ZamboniLiceo classico “G. Floriani Riva del Garda”: Elena RuggieriLiceo classico “A. Rosmini Rovereto “: Francesco Car-mine De PascaleIst. Istruzione “F. Filzi” Rovereto: Marta OberITCG “F. e G. Fontana” Rovereto: Flavia AndreattaI.T.I. “G. Marconi” Rovereto: Maurizio BaronciniIst. Istruzione “Don Milani “ Rovereto: Daniela SimoncelliIst. Istruzione “D.L. Guetti” Tione: Severino PapaleoniLiceo classico “G. Prati” Trento: Maria PezzoLiceo scientifico “G. Galilei “ Trento : Flavio DalvitLiceo scientifico “L. Da Vinci” Trento: Alberto TomasiIst. Istruzione “A. Rosmini” Trento - s.s. Trento: Ma-tilde CarolloITC “A. Tambosi” Trento: Francesca CarampinITG “A. Pozzo”” Trento: Donatella RauziITI “M. Buonarroti” Trento: Paolo DalvitIPSSCT “L. Battisti” Trento: Marina PoianIstituto d’istruzione delle artiL.A.”A. Vittoria” Trento – L. M. “F. A. Bonporti” Trento - “F.Depero”Rovereto: Silvio CattaniConservatorio di Musica “F. A. Bonporti” Trento - s.s. RIVA del GARDA: Cosimo ColazzoIstituto di formazione professionale Alberghiero Rove-reto: Federico SamadenIstituto di formazione professionale Servizi alla Persona e del Legno: Schelfi Andrea

NB: L’Istituto comprensivo Ladino e quello del Primiero comprendono anche il 2° ciclo

Page 31: Didascalie Informa - n. 9 settembre 2011

29n. 9 settembre 2011

In pensione, in dipartimento e…

In pensione dal 1 settembre 2012: Maria Rita Alterio, Franco Brunelli, Paolo Caspani, Ivana Pulisizzi, Italo Pancheri, Giovanna Sirotti, Fran-ca ZappiniIncarichi presso il Dipartimento Istruzione, Uni-versità e Ricerca:Area di supporto alla valutazione del sistema scolasti-co e formativoLaura Froner - in aspettativa parlamentareEnrica Rigotti - dalla graduatoria dei vincitori corso/concorsoArea di supporto tecnico dipartimentaleRoberto Pennazzato – (in attesa di utilizzo presso Isti-tuzioni scolastiche all’esterodal Ministero degli Affari Esteri) Area di supporto alla riforma del sistema scolasticoManuela Broz , Beatrice De Gerloni, Crescenzo Latino, Mario Turri

Nuovi incarichi dalla graduatoria cors-concorso

Daniela Bellabarba, Domenico Caroprese, Stefano Chesini, Laura De Donno, Daniela Depentori, Tere-sa Periti, Marina Poian, Alfredo Romantini, Marco Ruscelli, Sara Turrini, Maria Pia Veladiano, Valenti-na Zanolla.

Per il nuovo anno scolastico 2011-2912, nel con-ferimento degli inarichi dirigenziali, ce ne sono tredici che sono “nuovi” del tutto, in quanto si tratta di vincitori dell’ultimo corso-concorso per dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche e formative della Provincia autonoma di Trento bandito con la delinera n. 1629 del 6 luglio 2009 e concluso a fine luglio 2010. Al termine del per-corso di selezione e formazione, come previsto dal bando di concorso, erano stati venticinque i can-didati dichiarati idonei, dei quali i primi sei hanno ricevuto l’incarico lo scorso anno, tredici in questa tornata, per gli altri ancora un po’ d’attesa…

INCARICHII dirigenti di nuova nomina

Zanolla Valentina

Veladiano Maria Pia

Turrini Sara

Ruscelli Marco

Romantini Alfredo

Rigotti Enrica

Poian Marina

Periti Teresa

Depentori Daniela

De Donno Laura

Chesini Stefano

Caroprese Domenico

Bellabarba Daniela

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30 n. 9 settembre 2011

UPT Cles

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mezzolombardo

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32 n. 9 settembre 2011

Trento 6

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33n. 9 settembre 2011

DALLE SCUOLE

strumenti

Quest’anno proponiamo uno sguardo d’assieme sulle offerte formative dei musei rivolte alle scuo-le e che coprono i campi della storia, della cultura, delle scienze naturali e naturalistiche, dell’arte. Per vari motivi di scelte redazionali, non è stato possi-bile realizzare quest’anno il consueto numero mo-nografico della rivista dedicato, appunto, all’offerta dei musei. Con questo spazio di sette pagine, co-munque, pensiamo di fornire uno strumento agevo-le per orientarsi sul panorama delle opportunità for-mative museali del Trentino, tenendo ben presente che sui rispettivi siti sono consultabili e scaricabili le brochure contenenti le attività didattiche 2011/12.

LE GUIDESchede informative per i docenti

FONDAzIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINOl’officina della stoRia, il nome consolidato del cata-logo della guida che presen-ta le attività della Fondazio-ne Museo storico del Trentino per l’anno scolastico 2011-12, mirate sullo stretto legame tra storia, memoria e territorio, tra le quali spicca il Labora-torio di formazione storica, che punta non solo a fornire conoscenze storiche ma anche a porre in relazione la storia con il presente fornendo così strumenti di edu-cazione alla cittadinanza.la novità: lo spoRtello. Gli insegnanti che si rivol-gono al Laboratorio di formazione storica troveranno da quest’anno un servizio di sportello rinnovato e po-tenziato che, oltre ad offrire sostegno alla formazione storica, potrà essere luogo di incontro e di scambio di idee, progetti, competenze tra insegnanti e operatori. Il Laboratorio valuta e segue progetti speciali proposti dagli insegnanti. Lo Sportello si rivolge anche agli stu-denti, come supporto per le loro ricerche e tesine (su indicazione degli insegnanti). le attività: Laboratori sui documenti legati al mestie-re dello storico; Musei nascosti e Itinerari multimediali; Percorsi territoriali e cittadini, Percorsi didattici nelle mo-stre temporanee e Percorsi di educazione alla cittadinanza.le tematiche: L’ottocento trentino, Trento e la sua sto-ria, Storie d’emigrazione, La Grande guerra, Il primo

dopoguerra e il fascismo, La seconda guerra mondiale e la Resistenza, Il secondo dopoguerra, Il Trentino contem-poraneo: autonomia, società, territorio.Un’attenzione particolare merita lo spazio espositivo delle Gallerie di Piedicastello nelle quali sarà allestita la mostra “Ritorno sul Don”.INFO Museo Storico del TrentinoTel 0461230482/ 264660Referente Laboratorio di formazione storica: Cristi-na Pasolli Mail: [email protected]: www.museostorico.it

MUSEO STORICO DELLA GUERRA Roveretole pRoposte della sezione didattica del Museo della Guerra sono ricche e diffe-renziate in base all’età degli studenti, al tema affronta-to e alle modalità di lavoro proposte: laboratori, per-corsi nel museo, escursioni tra trincee e monumenti, ma anche progetti persona-lizzati, esperienze da vivere nell’arco di una o più giornate nel corso dell’anno sco-lastico. Il Museo copre un arco temporale che va dal Medioevo all’età contemporanea.la novità: I laboratori dedicati alla storia del castello sono stati rinnovati e arricchiti grazie all’apertura dei tor-rioni Malipiero e Marino, del terrapieno e dei cunicoli in-terni (da poco restaurati e non ancora aperti al pubblico), soprattutto per le scuole secondarie di I e II grado.La mostra “Libia. Una guerra coloniale italiana”, visi-tabile fino al giugno 2012, ha portato alla creazione di un laboratorio dedicato al colonialismo italiano tra Italia liberale e fascismo. Si arricchisce anche la proposta per le scuole della Vallaga-rina: incontri in classe, visite al Museo, escursioni sul ter-ritorio e lavori con i documenti, per coinvolgere gli stu-denti in un percorso di scoperta partecipato e stimolante.INFO Museo Storico Italiano della Guerra Castello di RoveretoTel 0464 438100 Fax 0464 423410Referente sezione didattica: Anna PisettiSegreteria didattica: Laura Casarotto RomerMail: [email protected]: www.museodellaguerra.it

1

MUSEO STORICO ITALIANO DELLA GUERRAPROPOSTE DIDATTICHE 2011-2012

Page 36: Didascalie Informa - n. 9 settembre 2011

34 n. 9 settembre 2011

MUSEO DIOCESANO TRIDENTINOI Servizi educativi del Museo Diocesano Tridentino lavo-rano da anni in stretta sinergia con la scuola per promuove-re l’educazione al patrimonio storico artistico e culturale. Le attività proposte dal museo si allineano alle indicazioni dei Piani di studio provinciali e nazionali. Prevedono obiettivi formativi comuni e obiet-tivi differenziati per i cittadini in formazione che sono i destinatari privilegiati dell’azione educativa del Museo. le attività elaborate intendono favorire l’avvicina-mento degli alunni all’istituzione museale e alle pro-blematiche connesse alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio trentino, risorsa che permette di approfondire la conoscenza della sto-ria locale e, al contempo, acquisire procedure e meto-dologie dell’indagine storica, artistica e archeologica.la novità: oltre al nuovo sito internet www.museo-diocesanotridentino.it; Museo ... in fabula, Il mio ABC del museo per la scuo-la primariaReliquie e culto dei santi, dalla chiesa al museo per la scuola secondaria di I e II gradoDal 19 settembre al 7 novembre la mostra “Una sto-ria a ricamo”, che oltre a presentare questo nuovo lin-guaggio artistico, si occupa della dispersione dei beni culturali.

INFO Museo Diocesano Tridentino Piazza Duomo 18 - 38122 Trento Tel. 0461/234419 - Fax. 0461/260133 Referente Servizi Educativi: Chiara Leveghimail: [email protected]: www.museodiocesanotridentino.it

CASTELLO DEL bUONCONSIGLIO Creare esperienze dirette a promuovere la conoscenza, l’interpretazione e la rielaborazione artistica, al fine di sviluppare e consolidare il senso di appartenenza a un territorio e di responsabilità nella sua tutela e salvaguar-dia: questo l’intento dei Servizi Educativi del Castel-lo del Buonconsiglio. La volontà è quella di progettare momenti di esplorazione, di confronto, di formazione e di orientamento nei molteplici e complessi messaggi sottesi a un bene culturale, dando vita ad attività emoti-vamente e cognitivamente significative. Rendere visibili i beni culturali e vivibile il museo perché luogo di ani-mazione, di esperienze creative, di cambiamento cultu-rale e di riflessione critica sul presente.

Sempre moltissime le pRopo-ste didattiche del castello del Buonconsiglio, in rete con castel Thun, Beseno e Stenico, ma che propone anche Villa Margon. Percorsi di visita, di ricerca che si concludono con attività di tipo laboratoriale per dare spazio alla rielaborazione, in chiave crea-tiva, delle conoscenze acquisi-te durante l’attività, in parte-nariato condivisi ed elaborati congiuntamente, tra istituzio-ni scolastiche e culturali, e che consentono di inserire l’espe-rienza museale nella program-mazione educativa della scuola, progetti in rete perchè il museo collabora con altre istitu-zioni culturali e museali in un’ottica di promozione e va-lorizzazione del patrimonio culturale del territorio pro-vinciale. e l’offerta di uno sportello di consulenza.la mostRa da non perdere “Le grandi vie della ci-viltà” sulle relazioni e scambi fra il Mediterraneo e il Centro Europa dalla preistoria alla romanità: un per-corso che per le scuole diventa strumento didattico per affrontare tematiche come il viaggio nell’antichi-tà, la circolazione di merci e saperi, linguaggi e stili di vita che si intrecciano.novità peR il 2012: Mostra sul tema del torneo (esta-te-autunno 2012) nelle sedi di Castel Beseno e Ca-stello del Buonconsiglio verrà allestita un’esposizione sul duello, il torneo e le armi cavalleresche. Il Landli-bell_1511 (14 dicembre 2011-4 marzo 2012) “Il Libel-lo del Paese”, un accordo tra l’imperatore Massimiliano d’Asburgo, i principi vescovi di Trento e di Bressanone e i quattro ceti tirolesi per il diritto a provvedere in ma-niera autonoma alla difesa militare del territorio, è l’oc-casione per immergersi nella storia del Trentino.Crearte: nel 2011 la 1ª edizione del concorso d’arte per giovani sguardi. Una giornata dedicata ai giova-ni visitatori e all’insegna della creatività e della libertà espressiva per guardare i castelli (Buonconsiglio, Be-seno, Thun, Stenico) da nuove prospettive. Sabato 26 maggio 2012 la nuova edizione!

INFOServizi educativi del Museo Castello del Buonconsiglio Responsabile: Francesca Jurman Referente area scuola: Roberta Opassi Educatori museali esperti: Chiara Facchin e Giorgia Sossass Tel 0461.492811 - Fax 0461.492268web: www.castellodelbuonconsiglio.it - www.legran-dive.it

Museo Diocesano Tridentino - Percorsi di ricerca per la scuola, anno scolastico 2011 - 2012

proposte

2011 - 2012Castello del Buonconsigliomonumenti e collezioni provinciali

castelli da scoprire

serviziservizieducativi

educativi

Page 37: Didascalie Informa - n. 9 settembre 2011

35n. 9 settembre 2011

SOPRINTENDENzA bENI LIbRARI, ARCHIVISTICIE ARCHEOLOGICIL’obiettivo dei Servizi Educa-tivi del Settore Beni archeolo-gici della Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e ar-cheologici è quello di far cono-scere il patrimonio archeologi-co trentino, che è al centro di tutte le proposte educative e il punto di partenza per svilup-pare competenze, saperi e abi-lità trasferibili e trasversali a diverse discipline, per organiz-zare processi di apprendimen-to e per promuovere una fruizione ragionata del bene archeologico.le attività sono strutturate come laboratori di ricerca: i ragazzi, partendo dalle fonti (reperti in originale o in copia e strutture quali la Tridentum romana e le aree archeologiche sul territorio), analizzano, interrogano, confrontano, raccolgono dati, comprendono proces-si tecnologici, quindi riassumono ed espongono risul-tati. Un’occasione di apprendimento diversa, ma non separata e completamente avulsa da quanto normal-mente svolgono in classe, andando adeguatamente ad inserirsi nel curricolo scolastico.i laboRatoRi e i peRcoRsi didattici si svolgono a Trento presso le Aule didattiche della Soprintenden-za per i Beni librari, archivistici e archeologici in Via Aosta 1, l’area archeologica del S.A.S.S. (Spazio Ar-cheologico Sotterraneo del Sas) in Piazza Cesare Bat-tisti, l’area archeologica di Palazzo Lodron (in piazza Lodron), presso il Museo Retico di Sanzeno. Centro per l’archeologia e la storia antica della Val di Non e il Museo delle Palafitte di Fiavè.

INFOServizi Educativi della Soprintendenza per i Beni li-brari, archivistici e archeologici Via Aosta 1, TrentoReferente: Luisa Moser Tel: 0461.492150- fax: 0461.492160mail: [email protected]: www.trentinocultura.net/archeologia.asp

VERSO IL MUSEO DELLE SCIENzE Nuova veste per le tre guide del Museo Tridentino di Scienze Naturali, ognuna dedicata al target di riferi-mento: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di

1°grado, superiori e gruppi over 14. Il nuovo catalo-go è veramente diverso, frutto di una vera e propria ri-cerca tra fattori conosciuti e l’offerta di novità, nel ri-spetto delle indicazioni dei Piani di Studio orientate verso le nuove forme di apprendimento. le novità iniziano con il nome: Museo delle Scienze, un anticipo del Muse che aprirà al pubblico nel 2013 ma che già vive nelle proposte educative ai docenti. In via sperimentale sono stati trasformati i catalo-ghi cartacei, strutturandoli in una presentazione ge-nerale dei Servizi Educativi e delle linee guida, che propongono percorsi didattici, per passare poi ad una descrizione delle diverse tipologie di attività of-ferte e delle tematiche disciplinari trattate. Le sedi territoriali sono presentate con le peculiarità ben evi-denziate, i progetti speciali in corso vengono indica-ti sinteticamente e rimangono evidenziate le pagine per i docenti, con l’elenco dei momenti formativi a loro dedicati. le attività. Sono segnalati i titoli e le caratteristi-che principali; per una descrizione più dettagliata si fa riferimento alle informazioni riportate sul sito web dove è stato creato il “Trovattività”, pratico strumento per selezionare la proposta giusta, che meglio rispon-de alle esigenze del singolo utente (http://www.mtsn.tn.it/servizi_educativi/default.asp). L’ obiettivo è che si instauri una modalità diversa di consultazione del catalogo e che si inizi ad apprezzare la dinamicità delle nuove pagine web dove sono segnalate ed evidenziate le novità e gli eventi temporanei.Da febbraio 2011 è on-line la nuova pagina dei Ser-vizi Educativi. È stata rinnovata per presentare con più chiarezza e dinamicità le iniziative educative. Ma la nuova pagina è qualcosa di più, è un esperimen-to per il futuro. Tanti sono infatti i cambiamenti che da qui a qualche anno coinvolgeranno il Museo del-le Scienze: un nuovo nome, una nuova casa e, ovvia-mente, anche un nuovo sito web. È giusto arrivarci as-sieme, passo dopo passo. L’avventura parte anche da questo catalogo, rivisitato per essere integrato con la sua controparte digitale.Più di 200 le attività, 10 discipline tematiche, 7 sedi

PROPOSTE DIDATTICHE ANNO SCOLASTICO 2011-2012

Provincia autonoma di TrentoSoprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologiciSettore Beni archeologici

A scuola con l’archeologia

Sede di riferimento

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Museo delle Scienze

il Museo per la Scuola2011-2012

il Museo Tridentino di Scienze Naturali

aderisce al progetto “Amici della Famiglia”

della Provincia Autonoma di Trento

2011-2012

www.mtsn.tn.it

AstronomiaBiologia

Botanica

Energia

GeologiaPreistoria

Zoologia

Fisica e Matematica

Scienzae Teatro

Mostretemporanee

Museo delle Scienze

il Museo per la Scuola

superiorigruppi over 14

Catalogo

2011-2012

www.mtsn.tn.it

il Museo per la Scuola

legenda

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Museo delle Scienze

www.mtsn.tn.it

il Museo per la Scuola

2011-2012

il Museo delle Scienze

aderisce al progetto “Amici della Famiglia”

della Provincia autonoma di Trento

legenda

Sede di riferimento

www.mtsn.tn.it

Catalogo

il Museo per la Scuola

2011-2012

infanzia

Museo delle Scienze

AstronomiaBiologia

BotanicaEnergia

GeologiaPreistoria

ZoologiaFisica

e Matematica

Scienzae TeatroMostre

temporanee

Catalogo

2011-2012

www.mtsn.tn.it

AstronomiaBiologia

BotanicaEnergia

GeologiaPreistoria

ZoologiaFisica

e Matematica

Scienzae Teatro

il Museo per la Scuola

Mostretemporanee

Catalogo

2011-2012

www.mtsn.tn.it

AstronomiaBiologia

BotanicaEnergia

GeologiaPreistoria

ZoologiaFisica

e Matematica

Scienzae Teatro

il Museo per la Scuola

Mostretemporanee

primaria esecondaria di 1° gradoMuseo delle Scienze

Page 38: Didascalie Informa - n. 9 settembre 2011

36 n. 9 settembre 2011

territoriali, laboratori pensati per scuole di ogni ordi-ne e grado. Da visitare il sito web del Museo.

INFOServizi Educativi del Museo delle ScienzeReferente: Marina Galetto da telefonia fissa 848 004 848 - da telefonia mobile 0461 228502web: www.mtsn.tn.it

MUSEO CIVICO DI ROVERETOAccattivante già nei colori la sfida che raccoglie la se-zione didattica del Museo Civico è quella di realiz-zare “luoghi” dove l’iden-tità degli studenti è vissu-ta dal sentirsi unici e come tali positivamente diversi da tutti gli altri. Ecco al-lora l’aula didattica, l’os-servatorio astronomico, il planetario, palazzo Alber-ti a Rovereto, Lego Education Innovation Studio al museo Civico, Sperimentarea: il Bosco della città e l’Area Test, i Lavini di Marco e le orme dei dinosau-ri, la Villa Romana di Isera, Castel Corno, Orto dei Semplici, Giardino Botanico Alpino di Passo Coe, Maso S.Giuseppe e l’ Antica segheria veneziana di Terragnolo.la novità: Il Museo Civico è punto di riferimento eu-ropeo per le rassegne di documentaristica scientifi-ca: in primavera l’istituzione accende i riflettori sulla scienza con Discovery on Film, mostra del film scien-tifico e tecnologico, mentre in autunno sposta l’arche-ologia dalle sue vetrine al grande schermo con la Ras-segna Internazionale del Cinema Archeologico.Grazie a queste rassegne il Museo Civico ha un archi-vio di documentari unico di oltre 3000 unità.Per le scuole sono previste molte attività, come la co-struzione di percorsi ad hoc utilizzando i film in ar-chivio, che le produzioni permettono di usare a scopo didattico, nonché la possibilità di rivedere conferenze, documentari e incontri.Ultima nata, la web tv della scienza www.sperimen-tare.tv, con documentari, interviste, news, accompa-gnata da poco dai canali tematici. Presto in rete i ca-nali dedicati alla Formazione e all’innovazione: uno strumento innovativo a disposizione delle scuole, che possono anche documentare le proprie attività ed esperimenti riproponendoli sulla web tv.

le tematiche proposte: scuola dell’infanzia, geologia-paleontologia, archeologia, archeologia sperimentale, astronomia, robotica, botanica-biologia-zoologia-ge-netica, percorsi naturalistici, passeggiate con la terra, percorsi storico-artistici, musica teatro natura, speri-mentarea, biodiversità, manifestazioni-eventi.

INFOMuseo Civico di RoveretoBorgo Santa Caterina 41 - 38068 Rovereto (TN)Tel. 0464 452800 Fax 0464 439487Coordinatore sezione didattica: Nello Favawww.museocivico.rovereto.tn.it - [email protected]

MART - Museo d’arte contemporanea e modernaDavvero intensa l’attività espo-sitiva nelle sedi del Mart (Mar-tRovereto e Casa d’Arte Futu-rista Depero) per il 2011 con una conseguente, articolata se-rie di proposte educative che valorizzano la natura dell’ar-te moderna e contemporanea, occasione per innovative atti-vità ed esperienze artistiche e creative, ma anche sociali e tra-sversali, volte a favorire la ri-flessione e la comprensione di forme significative della cultura del presente.le pRoposte. Per il 2011-12, dopo la sperimentazione, il Mart propone a docenti e studenti degli istituti supe-riori un moodle, una piattaforma web pensata per per-mettere la creazione e la gestione di attività on-line con grandi possibilità di interazione. Le potenzialità sono estremamente interessanti. La filosofia di moodle, in-fatti, implica un approccio costruttivista e sociale all’e-ducazione, rendendo possibile il confronto su esperien-ze pedagogiche ed estetiche, la progettazione di nuove iniziative, il lavoro in forme collaborative. Tutte le clas-si degli istituti superiori che partecipano alle attività del Mart possono richiedere l’iscrizione al sito e partecipa-re a forum e attività on-line, continuando l’esperienza estetica e artistica nell’ambiente della rete. A questo si aggiungono le proposte di Workshops in foreign languages.Oltre alle proposte, il consolidato rapporto di collabo-razione tra Mart e scuola favorisce ogni anno la realiz-zazione di numerosi progetti didattici che nascono da richieste, idee o input di istituti o singoli docenti. L’A-

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rea Scuola della Sezione didattica, che compie ben 27 anni, supporta e accompagna lo svolgimento di pro-getti sperimentali con attività e laboratori nelle sedi del museo e direttamente nelle scuole coinvolte (an-che in tedesco, inglese, francese o cimbro). È sempre possibile incontrare, su appuntamento, lo staff dell’A-rea Scuola per individuare ambiti di ricerca e di atti-vità scuola-museo, per progettare percorsi comuni ed avviare sperimentazioni da inventare insieme!Infine, il progetto “RoveReto. musei peR le scuo-le” nasce proprio dall’idea di unire l’offerta didatti-ca dei musei di Rovereto (Mart, Casa d’Arte Futurista Depero, Museo Storico della Guerra, Museo Civico e Campana dei Caduti) e della Biblioteca Civica, pro-ponendo la possibilità di costruire, con i docenti stes-si, progetti che intrecciano gli ambiti specifici dei sin-goli musei: arte, storia, scienza, design, archeologia, robotica... (Tel. 0464 430363 www.visitrovereto.it).

INFOMart Sezione didatticaCorso Bettini, 43 - 38068 Rovereto (TN) tel 0464 454172 fax 0464 454172Referente sezione didattica area scuola: Carlo [email protected]: [email protected]: www.mart.trento.it

MUSEO DEGLI USI E COSTUMI DELLA GENTE TRENTINA S.MICHELE ALL’ADIGEi peRcoRsi didattici del Museo sono appro-fondimenti monote-matici esplicitamente studiati e preparati per scuole di ogni ordine e grado. Durante l’attività si visitano alcune sale del Museo relative ad un tema specifico e ci si avva-le di strumenti quali la visione di documenti filmati, la manipolazione degli oggetti e il gioco di simulazione di una specifica tecnica, oltre a laboratori manuali e crea-tivi. I ragazzi imparano concetti e tecnologie vedendo gli oggetti e soprattutto facendo esperienza concreta.Ricchi di novità i percorsi didattici proposti dal Mu-seo degli Usi e costumi della gente trentina, creato per preservare un patrimonio culturale, un mondo di tra-dizioni, tecniche, saperi che rivivono grazie all’offerta didattica. Salti nel passato con giochi, filastrocche alla scoperta di tradizioni come l’arte dell’intreccio o la co-

struzione delle stufe a olle e l’arte della ceramica alla scoperta dei mestieri di oggi e di ieri, come l’artigiano orafo e la scoperta dei gioielli del mondo contadino.Percorso didattico a cui la guida porge sempre atten-zione sono gli aspetti della narrazione popolare con le leggende alpine di Giovani Sebesta, quelle del Salvanèl e dell’om pelos, delle anguane e il teatro di figura che con il burattinaio Luciano Gottardi racconta il museo.le mostRe: La ruota del tempo, Dovevano in estate le mucche?, La via del legno.le novità. Per i più piccoli Museo in forma di castello; ticche-tacche gran-gran; Giocamuseo e Alla scoperta del-le fiabe di Giuseppe Sebesta. Per i più grandi si punta alla scoperta dei mestieri di ieri e di oggi con Chi ha arte, ha parte; Il Gioiello, Al contadino non far sapere… e San Michele son io.

INFOServizi educativi del Museo degli Usi e Costumi del-la Gente TrentinaVia Mach, 2 - 38010 San Michele All’Adige (TN) tel. 0461 650314 - fax 0461 650703Referente per la didattica: Lorenza Corradinimail: [email protected]: www.museosanmichele.it

CASTELLO DI AVIOIl Castello di Avio è un bene gestito dal FAI, Fondo Ambiente Italiano. Il FAI propo-ne nel periodo autun-nale, alle classi prime della Scuola Primaria e Secondaria di I e II grado, speciali visite e attività di scoperta allo scopo di favorire la cono-scenza tra gli alunni in un clima di positiva collaborazio-ne. Gli alunni intraprendono un percorso di conoscenza che favorisce l’assunzione di responsabilità e la socializza-zione, con esperienze che coinvolgono i comportamenti e le relazioni, e attività multidisciplinare in cui il sapere si misura con il fare, si rinsalda la motivazione.l’attività di accoglienza è facilitata da percorsi ani-mati ed esperienze interattive, visite in costume, la-vori di gruppo con ruoli ben definiti, giochi di squa-dra, laboratori per fare esperienze multisensoriali e di drammatizzazione.peRcoRsi geneRali di visita: La storia e l’arte del Castel-lo di Avio, Dame e cavalieri al castello: visita animata in costume per la scuola dell’infanzia e primaria, Alla sco-perta di un castello medioevale: il Castello di Avio: visi-tattiva per la scuola secondaria di I e II grado.

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peRcoRsi tematici: L’incanto degli Affreschi percorso che porta a una rielaborazione pratica di un proprio piccolo affresco e Il codice aviense: realizzazione pratica di un manoscritto medievale, in cui confluiscono testi di varia natura elaborati dagli studenti.

INFOCastello di AvioRivolgersi al personale della Proprietà: tel. e fax 0464 684453mail: [email protected] aiServizi Educativi FAItel. 02 467615285, fax 02 48193631mail: [email protected]: www.faiscuola.it

MAG - MUSEO ALTO GARDAIl Museo Alto Garda, accan-to alla valorizzazione delle sue collezioni, offre molte-plici spunti per la conoscen-za del territorio dell’Al-to Garda, che si traducono in un ventaglio di proposte didattiche differenziate per metodo e contenuti. L’azio-ne didattica si modella sotto forma di progetto, espressio-ne dell’attività di ricerca che caratterizza il Museo. Le proposte del Museo si fonda-no infatti sulla convinzione che l’esperienza sia la base di ogni conoscenza e quell’imparare facendo della linea pe-dagogica inaugurata da John Dewey viene assunto come presupposto che rende protagonisti i bambini, i ragazzi e gli insegnanti e sono distinte per ordini di scuola.le novità: le proposte di quest’anno sono caratteriz-zate da percorsi nuovi, fra i quali soprattutto i labo-ratori, da una diversa scansione cronologica e dall’in-troduzione delle attività grafico-espressive che fanno capo al Contemporaneo. Rimane ancora di grande in-teresse la proposta dei Progetti su misura.Nella convinzione dell’importanza della pluralità dei saperi per l’educazione al patrimonio, i percorsi offro-no agli insegnanti l’opportunità di pensare il territorio e i suoi beni culturali come una risorsa per fare didat-tica e per innovarla.A breve saranno proposti anche i nuovi progetti per le scuole materne che saranno impostati alla luce del-la felice esperienza di INvento che ha portato un cen-tinaio di bambini grandi a fare laboratorio al museo.

INFOMuseo Riva del Gardapiazza C. Battisti, 3/A - 38066 Riva del Gardatel. 0464 573869 - fax. 0464 573868Referente: Monica Ronchini mail: [email protected]

GALLERIA CIVICA G. SEGANTINI - ArcoAll’interno del MAG la Galleria Civica G. Segantini, allestita nelle sale del seicentesco Palazzo dei Panni di Arco, si connota, per la specificità progettuale del Museo Alto Garda, come uno spazio di pensiero e di confronto sulla realtà del paesaggio interpretato da ar-tisti che hanno vissuto nel passato questi luoghi dalle caratteristiche naturali così peculiari e come punto di osservazione e di ricerca per artisti contemporanei che con la loro interpretazione suggeriscono tracce utili ad una comprensione sempre maggiore del territorio.

INFOGalleria Civica G. SegantiniVia Segantini, 9 – 38062 Arco.tel 0464-583653/583619; fax: 0464 583615mail: [email protected]; web: www.galleriacivica-arco.it

APPAl’agenzia pRovinciale per la protezione dell’ambiente ha recentemente pubblicato la “Nuova Guida alle attività della Rete trentina di educa-zione ambientale per lo svi-luppo sostenibile per l’anno scolastico 2011-2012”. Più di 110 proposte, tra cui 30 per-corsi didattici presso le scuole e oltre 80 attività di animazio-ne presso gli 11 centri di espe-rienza della Rete e 8 mostre itineranti interattive, offerte gratuitamente al mondo della scuola trentina. gli educatoRi ambientali della Rete trentina di educa-zione ambientale dell’Agen-zia provinciale per la protezio-ne dell’ambiente riprendono dunque le loro attività rivol-te al mondo della scuola tren-tina. E lo fanno aggiornando

Soggetti proponenti:

Archivio Storico F. Caproni di Arco

Biblioteca Civica B. Emmert di Arco

Biblioteca Civica di Riva del Garda

Comune di Arco - Ufficio Ambiente

Comune di Nago-Torbole

MAG - Museo Alto Garda

Museo delle Scienze di Trento

Servizio Attività Culturali Intercomunale di Arco e Riva del Garda

SMAG - Scuola Musicale dell’Alto Garda

Villino Campi Riva del Garda - APPA

Proposte per le scuole

2011-2012

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la Guida, strumento per sviluppare percorsi didatti-ci, di ricerca e di sviluppo locale rivolti agli studenti e che offre ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado un quadro complessivo dell’offerta didattica sui temi dell’educazione ambientale nella nostra provincia.la guida si presenta come un doppio catalogo: da un lato la “Guida alle attività della Rete trentina di educa-zione ambientale per lo sviluppo sostenibile” dell’Agen-zia stessa, con più di 100 proposte, e dall’altro le “Pa-gine gialle delle attività di educazione ambientale”, una raccolta di più di 250 proposte formative offerte da circa 60 soggetti che a diverso titolo si occupano di educazione ambientale.

INFOAPPA -Agenzia provinciale per la protezione dell’am-bientePiazza Vittoria, 5 a Trentotel. 0461 497739Referente per la didattica: Lucia Rigotti mail: [email protected]: www.appa.provincia.tn.it/educazioneambientale

PARCO NATURALE ADAMELLO bRENTAil paRco diventa luogo ideale per attività educative e didattiche sui temi dell’ecologia, delle strate-gie di conservazione, del mante-nimento delle conoscenze sulle tradizioni e dei valori storico-culturali di un territorio, dell’at-tuazione di politiche condivise e partecipate per lo svi-luppo sostenibile. le pRoposte. Da settembre a giugno sono in atto propo-ste di educazione ambientale avviate dalla sezione educa-zione ambientale del Parco. Sono suddivise in tre sezio-ni: Case del Parco, visite guidate alle case del Parco; Vivere il Parco, attività stanziali nelle foresterie e la casa natu-ra Villa Santi; Il Parco a scuola, incontri in classe e uscite sul territorio. Si rivolgono alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria, alla secondaria di 1° grado e di 2° gra-do. Tutte le proposte sono consultabili sul sito. Per l’anno scolastico 2011-12 prosegue il progetto “Qualità Parco per gli istituti scolastici” rivolto alle scuole del Parco. L’iniziativa vuole promuovere una cultura ambientale volta a migliorare gli impatti de-terminati dalle scelte di ogni cittadino, al fine di ri-spettare e stimolare comportamenti in equilibrio con la natura. Inoltre per tutte le scuole del Parco con-venzionate viene proposto il “Curricolo verticale di educazione ambientale” dalla prima classe della scuo-

la primaria alla terza classe della scuola secondaria di 1° grado.la novità: Ali: gli uccelli del parco. Il progetto permet-terà di avvicinarsi al mondo degli uccelli attraverso la conoscenza delle loro caratteristiche, la scoperta degli ambienti in cui vivono e la consapevolezza dell’impor-tanza della loro conservazione. Da sperimentare.

INFO Parco naturale Adamello BrentaVia Nazionale, 24 38080 Strembo (TN)tel. 0465 806666 - fax 0465 806699mail: [email protected] - web: www.pnab.itReferente attività didattiche: Chiara Scalfi

FATTORIE DIDATTICHELe fattorie didattiche sono aziende agricole che accolgo-no gli alunni delle scuole, so-prattutto i più piccoli per far conoscere l’ambiente agrico-lo, l’origine dei prodotti ali-mentari, la vita degli animali. In fattoria didattica si “impa-ra facendo” per far compren-dere il legame fra l’origine dei prodotti agricoli e la loro finalità : la nostra nutrizio-ne. Una visita alla fattoRia didattica trentina rap-presenta un’occasione per un contatto caldo e diretto con gli animali, le piante, gli spazi aperti, i mestie-ri degli agricoltori ed il mondo delle tradizioni rura-li dense di emozioni, per un viaggio alla scoperta del-la vita nel mondo contadino. Vi è l’opportunità di un contatto diretto con uno straordinario laboratorio na-turale a disposizione di tutti con lo slogan“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo”.Sono attive 42 fattorie dislocate nelle varie valli del Trentino:Val di Sole, Val Rendena, Valle del Chiese, Terme di Co-mano, Garda Trentino, Rovereto e Vallagarina, Val d’A-dige, Valle dei Laghi, Val di Non, Val di Fiemme, San Martino - Primiero – Vanoi, Valsugana, Altipiani di Fol-garia, Lavarone e Luserna, Altopiano della Paganella.

INFOAssociazione Agriturismo TrentinoVia J. Aconcio, 13 38122 Trentotel. 0461 235323 fax. 0461 235333mail: [email protected]: www.fattoriedidattichetrentine.it - www.agriturismotrentino.com - www.visittrentino.it

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SEGNALIAMO

il libro

MAESTRI DI STRADADiario “splendido e complesso” di Carla Melazzini

La ragioni di un titolo

Credo di aver colto, solo alla fine della lettura, almeno un paio delle diverse ragioni relative al perché Cesare Moreno, il cura-tore del volume, abbia voluto titolarlo Insegnare al principe di Danimarca.La prima è che gli spazi, i luoghi non solo fisici, in cui sono av-venute e tutt’ora si realizzano le attività del progetto, sono la-boratori in cui si costruiscono tenerezze e si generano apparte-nenze agli altri, secondo le regole di una grammatica condivisa, perché vissuta e pensata assieme da adulti e ragazzi.Spazi e luoghi di costruzione sociale, di coesione tra pari e tra generazioni e classi sociali di provenienze diverse. Il modello educativo e didattico praticato prevede che non solo si trasmet-ta e si recuperi il sapere, ma che lo si organizzi. Modello secon-do il quale il rapporto tra apprendimento e insegnamento è vi-sto non tanto dalla parte del maestro ma da quella del ragazzo; dove l’esperienza di apprendimento è comune a tutti, docenti e discenti. Lo dice più volte l’autrice nel corso della sua narrazione. Ad un certo punto in maniera mirabile “Come sempre accade le cose migliori nascono dalla riflessione e dalla riparazione degli errori: non solo nelle relazioni tra le persone, ma nel processo di qualun-

Scheda

Insegnare al principe di Danimarca – Insieme a Cesare Moreno, suo marito, e ad altre persone, Carla Melazzini ha pro-mosso e condotto per undici anni il “Pro-getto Chance”: chiamato impropriamen-te progetto, perché è stato una vera scuola impegnata a svolgere il programma previ-sto per la licenza di terza media per giova-ni che l’hanno abbandonata. I ragazzi vi si iscrivono volontariamente… Oltre agli insegnanti ci sono educatori e genitori “so-ciali”… Nel 2000 si costituì, grazie a una donazione del Presidente della Repubblica Ciampi, l’associazione Onlus “Maestri di Strada”…Il luogo di questa esperienza è la periferia orientale della città, Barra, Ponti-celli, San Giovanni a Teduccio…

Carla Melazzini è nata in Valtellina nel 1944, ha studiato a Pisa alla fine degli anni ’60, ha vissuto a Napoli. È morta il 14 dicembre 2009

Carla Melazzini, Insegnare al principe di Danimarca, a cura di Cesare More-no, Sellerio editore Palermo, Palermo 2011, pagine 258, € 14,00

La Sellerio ha recentemente pubblicato una splendida, ancor-ché complessa, narrazione di un’esperienza didattica ed edu-cativa di Carla Melazzini, insegnante nelle scuole superiori di Napoli ma soprattutto maestra di strada. Si tratta del re-soconto lucido, razionale, ma partecipato emozionalmente, del lavoro fatto dall’autrice e dai suoi colleghi all’interno di Chance, il progetto finalizzato al recupero dei bambini e dei ragazzi che abbandonano la scuola e avviato alla fine degli anni ’90 nel centro storico oltre che in alcune zone della pe-riferia di Napoli. Premetto che è possibile approcciarsi al te-sto con categorie interpretative diverse. L’opera è classificabi-le sotto più generi letterari (compresenti al suo interno e che spesso si sovrappongono) quali il diario e la biografia pro-fessionale, il saggio di natura sociologica e antropologica. In questa recensione privilegio la chiave di lettura pedagogica, lasciando poi ai lettori scoprire e verificare gli altri aspetti di-sciplinari.

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SEGNALIAMO

il libro

que apprendimento, che si impara sbagliando non è un proverbio con-solatorio per gli erranti ma il prin-cipio epistemologico di base”.Inoltre il denominatore comune che caratterizza la partecipazione a questa esperienza di scuola da parte degli insegnanti come de-gli allievi, è costituito dall’intrec-cio forte e dal legame stringen-te tra tempo cognitivo e tempo emotivo.

Il racconto che dà senso all’evento

La seconda ragione è che risul-ta evidente nelle modalità con cui si concretizza l’esperienza pe-dagogica, che davvero la capaci-tà di narrare e quindi di costrui-re una storia - come dice Bruner - permette di dare un senso, un significato (o di ritrovarli) ad un comportamento, ad un evento. La strutturazione delle esperienze di insegnamento/apprendimento avviene soprattutto attraverso la narrazione che costituisce anche la modalità del ricordo e della ge-stione dei conflitti. Mimmo, il giovane napoletano che vive il tradimento della madre con la stessa irredimibile sofferen-za di Amleto, rielabora attraverso la narrazione il proprio conflitto parentale. Altri ragazzi di Chance danno forma di parola scritta alle emozioni in un processo quasi te-rapeutico di riscatto del proprio dolore e delle proprie paure. Tutti principi di Danimarca sono i protagonisti del libro, perché il destino degli adolescenti (non solo di quelli napoletani) è far propria la domanda esistenziale

del shakespeariano to bee or not to bee ed assumersi la risposta affer-mativa, con il rischio che ne con-segue.

Melazzini: la dimensione civile ed etica nel suo lavoro

In questo senso emerge con forza la dimensione civile ed etica nel la-voro di Carla Melazzini. Respinge con indignazione ed asprezza, ver-rebbe da dire, la facile eugenetica in cui tanti insegnanti ed educato-ri cadono nell’appiattire il proprio sguardo sui ragazzi cogliendo pri-ma di tutto i difetti e le mancanze invece che i talenti e le abilità.Il rapporto educativo implica la gestione della relazione con l’al-tro e nella costruzione della rela-zione è di fondamentale impor-tanza il rispetto del soggetto più debole, perché è bene ricordarsi che la relazione educativa per sua natura è asimmetrica. Quando un adulto entra in relazione con un ragazzo, in contesti educativi, poi non è più innocente ma asso-lutamente responsabile dei suoi processi di crescita e di emanci-pazione e per dirla con l’autrice anche della co-costruzione della sua felicità.Melazzini ce l’ha molto chiaro questo, sembra quasi iscritto nel-la sua mappa genetica di insegnan-te e con ogni probabilità di donna. La sua azione pedagogica è im-prontata al prendersi cura degli al-tri. Risulta però altrettanto libera da intenti manipolatori, di con-trollo o modifica della persona in modo non concordato, chiarito e negoziato.

Seduzione o costrizione: strategie educative autoritarie

Spesso gli insegnanti decidono di usare la seduzione o la costrizione. Entrambe sono strategie autorita-rie.Con la prima l’insegnante lega completamente a sé gli studen-ti, alla sua personalità seducen-te e li alleva alla fiducia acritica. È il rischio presente nel professo-re del film L’attimo fuggente. A vol-te l’insegnante/l’educatore misura il proprio successo esclusivamente in base all’amore e alla dipendenza dei suoi allievi da lui.Con la seconda pretende di am-maestrare attraverso la paura. E’ il caso della cosiddetta pedago-gia nera praticata per lungo tem-po anche nella nostre aule e in qualche situazione, ahinoi, anco-ra oggi.Ciò non accade nella vita profes-sionale della Melazzini e dei suoi colleghi perché prima di tutto in-segnare, per loro, è un impegno civile, politico nel senso nobi-le del termine e cioè contribuire a formare persone e cittadini per-ché “ad una società che fosse civile spetta persuadere che la cultura sen-za specificazioni, intesa priorita-riamente come fiducia nella proprie capacità di conoscere, è un guada-gno primario di valore assoluto, per i propri cittadini e per se stes-sa. E che avesse il coraggio di usare il proprio sistema educativo, senza risparmio di mezzi, per condurre tutti i propri membri a superare la soglia di quel limbo oltre il quale si può intravedere la possibilità di una scelta”

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Chance e il richiamo a don Milani

Riecheggiano in queste parole sug-gestioni che rimandano a don Mi-lani. “Il frutto della selezione è un frutto acerbo che non matura mai” si legge in Lettera a una professo-ressa. Coloro che lavorano in Chance raccolgono i frutti della selezione, spesso darwinista socialmente, fat-ta da altri loro colleghi. E spesso riescono a farli maturare in situa-zioni complesse, difficili, tragiche come quelle dei quartieri napoleta-ni in cui vigono le ferree leggi del-la camorra. Nella parte finale del libro che, a tutti gli effetti può essere conside-rato un vero e proprio testamen-to etico professionale di Carla Me-lazzini, scomparsa purtroppo nel dicembre del 2009, si legge “Se proprio vogliamo considerare una persona come una pianta, allora le sue radici stanno dentro di essa, e trasportano i succhi nutritivi di co-loro che l’hanno generata e educa-ta, cioè tirata fuori. Se le radici sono sufficientemente buone, la pianta si deve alzare ed espandere il mondo circostante…Chiunque si prendes-se la briga di venire in questi quar-tieri a verificare la maledizione di certi cognomi, che ricorrono di ge-nerazione in generazione, sempre gli stessi scritti sui tabelloni dei boccia-ti scritti in nero sui manifesti fune-bri recanti la sigla “è mancato all’af-fetto dei suoi cari” riservata ai morti ammazzati, costui si leverebbe il vi-zio di elogiare il radicamento”. Da che mondo è mondo chi ha la for-tuna di sviluppare un’identità suffi-cientemente forte e autonoma cerca di sfuggire ai lacci di ogni ghetto so-

Le parole per dirlo

Era dal tempo della Lettera a una professoressa che non leggevamo pa-gine così emozionanti. Come allora, si parla di ragazzi che frequenta-no una scuola speciale, e di chi se ne prende cura. Non siamo nell’esilio di una canonica del Mugello, qui, ma in quartieri popolari e popolosi di Napoli dov’è in vigore il Sistema; alle cronache piace chiamarli “il trian-golo della morte”.L’autrice, Carla melazzini, è, nella scrittura come nella vita, del tutto aliena da retorica e dall’indulgenza facile. Così, commozione, intelligen-za e poesia stanno in questo libro con l’asciutta naturalezza con cui può sbucare un fiore meraviglioso dalla creap di un muro in rovina. Senza compiacersi dell’idea che la rovina sia necessaria ai fiori, e ne venga ri-scattata.Ne troverete di fiori in queste pagine, e di ragazzini fiorai, e anche di ro-vine. Uno lo anticipiamo qui, è un tulipano finto, così come l’ha raccon-tato – salvo qualche errore di scrittura – una bambina che era stata boc-ciata in seconda elementare: “C’era una volta un fiore che non voleva essere un fiore, allora la fata dei fiori disse: “Se tu vuoi diventare un nes-sere umano io ti accontenterò ma se non ti paice, ti dovrai rassegnare per-ché non potrai più essere un fiore”. Il fiore accettò e la fata lo toccò con la bacchetta e lo trasformò in un essere umano. Il fiore si rese conto che la vita era difficile. La fata allora lo fece diventare un tulipano finto, per non farlo morire, poi scomparì per sempre”. Carla ha chiesto a un compa-gno di classe: “Secondo te che cosa ha voluto dire Concetta con il suo rac-conto?”. “Che il fiore non voleva morire e così la fata lo ha fatto diventare immortale”. “Però l’ha trasformato in un tulipano finto! È meglio essere una persona umana e morire o essere un fiore finto e non morire mai?”. “È meglio morire”.

ciale, culturale o etnico che sia. Solo così è possibile conservare e traman-dare le qualità migliori.”

C’è speranza se questo accade nei Quartieri spa-gnoli di Napoli

Alla fine della lettura mi è venu-to da pensare “c’è speranza se que-sto accade nei Quartieri spagnoli di Napoli”. Un richiamo con ogni evidenza al celebre diario di espe-rienze scolastiche del maestro Ma-rio Lodi.

Comuni a distanza di più di cin-quant’anni sono l’impegno, la missione di un insegnamento nel quale strategicamente le attività sono motivate dall’interesse invece che dal voto, la collaborazione sta al posto della competizione, si pra-tica il recupero invece della sele-zione, si promuove l’atteggiamen-to critico invece della ricezione passiva, la norma nasce dal basso come esigenza comunitaria invece che dall’imposizione della discipli-na fondata sull’autorità.

Fabiano Lorandi

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l’iniziativa

La casa editrice Emanuela Zandonai Editore lancia in questi giorni un progetto di collaborazione tra con Itas Assicurazioni che offre agli studenti delle classi quinte che frequentano un liceo la possibilità di avere in omaggio un libro edito da Zandonai. Scopo dell’iniziativa: “incentivare la lettura e la passio-ne per conoscenza”. L’assessore Dalmaso apprezza il progetto, ma ci sarà solo un contatto diretto tra casa editrice e i dirigenti dei singoli istituti superiori del Trentino.

LEGGEREZandonai per gli studenti

La proposta

Nella lettera indi-rizzata all’assessore, Emanuela Zandonai anticipa “un’impor-tante azione finaliz-zata ad “incentivare la lettura e la passio-ne per la conoscen-za tra gli studenti di una selezione delle classi quinte della no-stra Provincia”. Nel-le prossime settimane – scrive l’editrice – prenderemo contatto con i dirigenti scolastici dei diver-si Licei della Provincia autonoma di Trento per domandare loro la possibilità di distribuire gratuita-mente un volume omaggio del ca-talogo Zandonai ad ogni studen-te delle classi quinte: un’ampia selezione di titoli e autori che sappia incontrare le diverse esigenze de-gli studenti ed aprire nuovi scenari e nuo-ve curiosità, dalla sto-ria alla filosofia, dalla musica al viaggio.” Un progetto che “na-sce direttamente dal-la mission della casa editrice, che fin dalla sua nascita nel 2007

ha dedicato la massi-ma attenzione all’e-splorazione dell’idea di confine e alla lette-ratura classica e con-temporanea dei paesi nati dalla dissoluzio-ne della Yugoslavia e dell’Europa centrale”.Il sostegno da parte del Gruppo Itas As-sicurazioni, specifica Emanuela Zandonai, si conretizzerà del-la personalizzazione dei volumi “con un segnalibro e un ade-

sivo dedicato all’importanza della lettura nella formazione dei futu-ri cittadini.” Lo slogan scelto per il segnalibro è “Leggere fa bene. Ve lo possiamo assicurare”, ov-viamente con un chiaro richiamo

alle assicurazioni. Nella risposta, l’as-sessore Dalmaso scri-ve di apprezzare l’i-niziativa e augura “il successo che merita e rafforzi nei nostri stu-denti l’interesse e l’a-more per la lettura”. Un’iniziativa “tanto più apprezzabile in un momento in cui l’at-tività del leggere - in-tesa come momento di approfondimento

e di riflessione, come occasione di incontro e dialogo, di estensio-ne di orizzonti tempo-rali e spaziali - rischia di soccombere dentro un universo mediatico che non sempre aiuta i

nostri giovani a mettersi in relazio-ne con l’altro in modo significativo e attento. Anche la scelta di propor-re la letteratura di paesi quali quel-li dell’Europa centrale e della Yugo-slavia, ricchi di storia e di cultura, ma assai poco conosciuti da noi, può rappresentare un’occasione di confronto e di comparazione tra re-altà diverse ma unite nella comune appartenenza all’Europa”.

I libri

La selezione dei titoli è stata pen-sata per rispondere alle diverse esi-genze degli studenti dell’ultimo anno delle superiori. Per questo i titoli sono stati raggruppati in per-corsi ideali, utili a indirizzare me-glio le scelte dei ragazzi:- Le avventure del pensiero- Un posto chiamato Italia- Incroci del destino- Incontro con la Nuova Europa- Storia e storie.Tra gli autori, Honoré de Balzac, Boris Pahor, Carlo Cazzola, Filip David ed altri. (m.c.)

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44 n. 9 settembre 2011

OffERTA VARIA

aGeBI

GENITORIAGEBI, per un’educazione

L’AGEBI – Associazione genitori per un’educazione bilingue, con oltre 200 soci, ha come scopo prin-cipale lo stimolare la pubblica opinione, le istituzione scolastiche con tutti i suoi protagonisti e l’ammini-strazione provinciale sull’importanza di creare cittadini sempre più plurilingui. Il punto di partenza per rag-giungere questo obiettivo non può che essere un adeguato apprendimento scolastico il più precoce possibile.INFORMAZIONI: consultare il sito www.agebi.it o iscriversi alla newsletter.

Altre proposte Mostra bibliograficaComprende 150 volumi suddivisi tra libri per alun-ni, genitori ed insegnanti ha già fatto tappa in 7 Isti-tuti comprensivi e prossima-mente farà tappa in Toscana, a Civezzano e, in gennaio, è stata richiesta ad Innsbruck.Seminario autunnale L’EUREGIO, composto dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dal Land Tirolo, ha approvato una mozione in cui si è po-sta il programma ambizio-so di raggiungere l’“Obiet-tivo bilinguismo 2020”. Per capire meglio gli obiettivi, gli strumenti ed i program-mi delle tre province per ri-spettare l’impegno preso or-ganizzeremo un seminario.Vacanza studioNell’estate 2012, per il quin-to anno consecutivo, si orga-nizzerà una vacanza/studio familiare in Allgau. Bambi-ni della primaria e delle me-die, ma anche i fratelli più piccoli e grandi; frequente-ranno almeno una settima-na di full immersion in una classe delle scuole pubbli-che della bassa Baviera. Nel 2010 sono state oltre 70 le famiglie che hanno aderito all’iniziativa con oltre 120 i bambini coinvolti.

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a L‘associazione AGEBI - Associazione Genitori per un Educazione Bilingue - lo Europe Direct

Trentino (Fondazione Edmund Mach) con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento , indicono un concorso per le classi dell’obbligo degli Istituti scolastici del Trentino:

LingU.E. in Trentino sui temi:

“Il volontariato” o

“L’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni”

Il concorso prevede la realizzazione da parte degli studenti di un video amatoriale , della durata massima di 5 minuti, con l’utilizzo di una delle 23 lingue ufficiali dell’ UE ad esclusione dell’italiano Termine per le adesioni : 31 gennaio 2012 Consegna video: 31 marzo 2012 Premiazione: 9 maggio 2012 in occasione della Festa dell’Europa . Saranno premiate le classi 1^, 2^ e 3^ classificata per ogni categoria: - scuola primaria, - secondarie di primo grado, - secondarie di secondo grado del biennio obbligatorio. Per le classi iscritte al concorso è previsto un momento formativo curato da Europe Direct Trentino. Maggiori informazioni sulla realizzazione del video ed il regolamento del concorso saranno consultabili sul sito www.agebi.it oppure scrivendo a [email protected] . .

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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45n. 9 settembre 2011

periscopio

Dal 22 al 29 ottobre 2011 Periscopio ha organizzato una “open week” durante la quale le consuete attività di studio, aperte al pubblico nel cuore della città di Trento, si alterneranno a momenti di riflessione, di ap-profondimento culturale e di divertimento, per condividere con quanti vorranno il traguardo dei nostri 10 anni. La manifestazione intende essere un’occasione di riflessione sui motivi fondanti e sulle ragioni di una presenza che continua nel tempo.

TUTTI A BORDO L’open week per i dieci anni

Convegno “Studiare: missione impossibile?”.

Sala della Tromba, via Cavour, 27 - Trento.

Sabato 29 ottobre 2011 ore 10.00

Il rapporto tra i ragazzi e lo studio è spesso conflittuale. Lo sanno bene le famiglie, gli insegnanti,

i ragazzi stessi. La radice di questo disagio deriva dal venir meno delle condizioni essenziali che

rendono possibile lo studio, in primis quelle relazionali.

Il convegno, nel decimo anniversario dell’attività di Periscopio, vuole presentare alcuni tentativi

di risposta a questo bisogno, approfondire le condizioni che rendono possibile lo studio (sia a

scuola che in ambente extrascolastico), stimolare relazioni virtuose tra politiche sociali, soggetti

territoriali e famiglie.

Programma:

ore 10.00

Saluto introduttivo

Ugo Rossi

Assessore alle politiche sociali della Provincia Autonoma di Trento

ore 10.15

Periscopio: dieci anni di viaggio

Marcello Sottopietra

Presidente dell’Associazione Periscopio

ore 10.40

Domus coop: un esempio da Forlì di aiuto allo studio

Massimo Fabbri

Responsabile dei servizi educativi di Domus coop.

ore 11.00

Le condizioni dello studio a scuola, in famiglia, in ambiente extrascolastico

Rosario Mazzeo

Insegnante, dirigente scolastico, studioso dei processi e della metodologia dell’insegnamento-

apprendimento, della valutazione formativa, dell’organizzazione scolastica.

ore 11.30

Bisogni, risposte, territorio e politiche sociali: quali sinergie?

Stefano Gheno

Professore di psicologia sociale presso l’Università Cattolica di Milano, socio di diverse società

scientifiche e professionali e autore di oltre 50 pubblicazioni nell’ambito delle discipline psico-

pedagogiche e organizzative.

ore 12.00

Dibattito

ore 12.30

Aperitivo e breve presentazione della mostra “Il lavoro e l’ideale”

Moderatore: Antonio Girardi giornalista

Presentazione del progetto “D.S.A: Dislessia serve aiuto?”. Sala della Tromba, via Cavour, 27 - Trento. Mercoledì 26 ottobre, ore 20.45

Le famiglie dei ragazzi dislessici sono spesso in difficoltà non solo nell’accompagnare il proprio figlio nel percorso scolastico ma anche a individuare gli interlocutori a cui potersi rivolgere sul territorio. A partire dall’avvio del nuovo progetto di accompagnamento allo studio per ragazzi dislessici affidato a Periscopio, si vogliono evidenziare opportunità, strumenti operativi, luoghi e strutture a disposizione delle famiglie. Programma: ore 20.45 La nuova legge provinciale sulla dislessia: quali sostegni per i ragazzi e le famiglie Marta Dalmaso Assessore all’istruzione e sport della Provincia Autonoma di Trento

ore 21.05 I servizi per la famiglie della Provincia Autonoma di Trento Paolo Rebecchi Presidente del Forum Trentino delle Associazioni per la Famiglia

ore 21.25 Il progetto “D.S.A:Dislessia Serve Aiuto?”: obiettivi e strategie Marcello Sottopietra Presidente dell’Associazione Periscopio ore 21.45 Presentazione dei partner di progetto e delle loro attività - Centro studi Erickson

Giorgia Sanna - pedagogista - Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale del Dipartimento di Scienze della Cognizione e della Formazione – Università di Trento Camilla Lenti - psicologa - Associazione Italiana Dislessia – sede di Trento Colombo Deborah - Presidente ore 22.15 Dibattito e chiusura lavori

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46 n. 9 settembre 2011

OffERTA VARIA

aCaV

GENITORIAGEBI, per un’educazione

INFOAssociazione Centro Aiuti Volontari Via Sighele, 3 – 38122 Trento, el. 0461 935893Web: www.acavtn.itEsperte: Elisabetta Bozzarelli, Maria FlorettaPer il nostro intervento non chiediamo soldi alla scuola. Se c’è la disponibilità, accettiamo volentieri contri-buti liberi per la costruzione di pozzi per le scuole o per la fornitura di sementi e attrezzi agricoli alle fami-glie. Delle iniziative sostenute con le scuole forniamo poi la documentazione fotografica.

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47n. 9 settembre 2011

OffERTA VARIA

aSSFROn

L’ONU per il 2011

Fin dalla sua costituzione ASSFRON ha scelto di divulgare nella scuola il tema indicato annualmente dall’O-NU. Così il 2010 era l’anno del-la biodiversità, ed il 2011 l’anno per la foresta e le popolazioni afri-cane. Che il problema della distru-zione delle foreste sia grossissimo, lo dimostrano i dati contenuti nei vari documenti dell’ONU divulgati per l’occasione: ogni anno sono distrut-ti 350 milioni di ettari di verde, 13 milioni di ettari di foreste, con gra-vi conseguenze sul clima, sulla perdi-ta di biodiversità, sulla stessa vivibili-tà del pianeta. Se sparissero le foreste saremmo investiti da gas serra rila-sciati dai 500 miliardi di ton di car-bonio, che le foreste preservano. Se le cose non dovessero cambiare, se-condo la Banca Mondiale, entro il 2050 ben 230 milioni di ettari di foresta potrebbero sparire. Secon-

ASSFRON - Associazione Scuola senza Frontiere ha presentato l’intenso programma di attività che sarà attuato nell’arco dell’anno scolastico 2011-2012 all’interno della scuola trentina. Secondo tradi-zione l’associazione segue nelle proprie attività di informazione e sen-sibilizzazione le indicazioni dell’ONU che ha riservato il 2011 ai temi della foresta, delle popolazioni africane e, in collaborazione con il Consiglio d’Europa, al tema del volontariato.

FORESTE30 ettari per l’Uganda

do il direttore esecutivo di Green-peace ogni 2 secondi viene distrut-ta una superficie di foresta grande come un campo di calcio. Egli af-ferma inoltre che: difesa dell’eco-logia = lotta alla povertà. Secondo il WWF negli ultimi 25 anni il 10% delle aree boschive esistenti sul pia-neta, è andato distrutto, e secondo il recente Report dell’ONU, la perdita maggiore di foresta si è avuta nell’A-frica Sub sahariana dove vivono 800 milioni di persone.

La proposta concreta

Il programma di quest’anno è stato presentato dalla presidente Marina Borlotti Nardelli e dal segretario Carlo Bridi e prevede il coinvol-gimento di circa 200 classi della scuola trentina. E’ previsto anche un sussidio video realizzato ad hoc da Carlo Bridi. ASSFRON, pun-

ta anche su una proposta concreta nelle scuole: la riforestazione di 30 et-tari in una delle zone più povere del Pianeta qual è la Karamoja (Uganda), in collaborazione con l’As-sessorato alla Solidarietà Internazionale. Alle scuo-le dove esiste una sensibi-lità nei confronti di queste tematiche verrà proposta un’adozione di una scuo-la ugandese a fianco della

quale piantare una piccola foresta. Il progetto è in fase d’avvio con la presenza in Karamoja della volon-taria Angela Baldo. La presidente ha ricordato anche i numeri dello scorso anno scolasti-co, nel quale il segretario Carlo Bri-di esperto di queste tematiche ha incontrato in ben 289 classi 5890 studenti per parlare di biodiversi-tà. La proposta di collaborazione è a costo zero per la scuola, in quan-to l’opera del nostro esperto è offer-ta gratuitamente. Al progetto è col-legato anche un concorso su queste tematiche rivolto a tutte le scuole del Trentino, organizzato con il pa-trocinio delle Presidenze dei Con-sigli Regionale e Provinciale, ed in collaborazione con Religion Today che valorizzerà i migliori filmati.

Le collaborazioni

Il progetto si realizza grazie alla col-laborazione dell’Assessorato alla So-lidarietà Internazionale, del Consor-zio dei Comuni e della Fondazione Cassa di Risparmio, istituzioni rin-graziate da Marina Borlotti Nar-delli. Parole di apprezzamento per l’iniziativa sono state espresse dall’as-sessore alla Solidarietà Internaziona-le Lia Giovanazzi Beltrami che so-stiene il progetto, dal vice presidente del Consiglio regionale Marco De-paoli, di quello provinciale Claudio Eccher, dal presidente del Consiglio delle Autonomie Marino Simoni.

Marina Borlotti Nardelli, presidente

Carlo Bridi, segretario

Associazione Scuola senza Fron-tiere - ASSFRONPiazza Leonardo da Vinci 238122 TrentoC.F. 96085970224Cell. 3356625182www.scuolasenzafrontiere.it -www.scuolasenzafrontiere.info

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48 n. 9 settembre 2011

OffERTA VARIA

Fondazione aIDa

TEATROLe stagioni 2011/2012

“Le stagioni dei Teatri 2011/2012” è il tito-lo della terza stagione culturale del Teatro Valle dei Laghi presentata giovedì 1° settembre nella sala don Lorenzo Guet-ti della Cassa Centrale Banca. Più di sessanta gli appuntamenti, di cui una decina, nello specifico, rivolta alla scuola. Alla Fondazione AIDA è affidata la gestione del teatro con un coinvolgimento e rete con le re-altà esistenti e storicamente radicate sul territorio: corali, filodrammati-che di teatro amatoriale, bande, associazioni, enti, biblioteche e mani-festazioni: www.teatrovalledeilaghi.it

La rassegna della Valledei Laghi

La rassegna culturale 2011-2012 del Teatro Valle dei Laghi ospite-rà più di 60 appuntamenti divisi nelle rassegne di prosa, danza, fa-miglie a teatro, teatro scuola e ci-nema rivolte a bambini, ragazzi ed adulti. Un calendario ricco e va-riegato che offre, fino a maggio 2012, appuntamenti che spaziano dalla prosa al teatro per i ragazzi e le scuole, dalla danza alla musica e al cinema accomunati da un uni-co obiettivo: consolidare il Teatro Valle dei Laghi quale centro cultu-rale che abbia nelle premesse la si-nergia di associazioni ed enti locali e nei risultati la compartecipazione a esperienze diverse e significative che si rivolgono ad adulti, giova-ni, ragazzi e al mondo della scuola.La programmazione è quindi l’e-sito tangibile di una sfida intra-

presa oltre due anni fa, creare un polo culturale per tutta la comuni-tà della Valle dei Laghi attraverso un “fare insieme” risolto in dialo-ghi tra istituzioni e territorio.Meri Malaguti, direttore organizza-tivo della Fondazione AIDA, ha pre-sentato il ricco calendario che spa-zia dalla prosa al teatro per i ragazzi e per le scuole, dalla danza alla musica e al cinema che mira a consolidare il teatro come centro culturale.

Salgari incontra la Valle dei Laghi

Nel 2011 ricorre l’anniversario dei cent’anni dalla morte di Emilio Salgari, (Verona 21/08/1862 - To-rino 25/4/1911), giornalista e scrit-

Il programma per le scuole Inizio sempre alle ore 10.00Alice e i diritti delle meraviglie, venerdì 18 novembre. Teatro d’attore, 60’; dai 6 anni.Il corsaro nero. Il sogno di Salgari, martedì 22 novembre. Teatro d’atto-re, 60’; dai 7 anni.Neve, lunedì 12 dicembre. Teatro d’attore, 60’; dai 5 anni.Storie di gnomi coraggiosi, martedì 13 dicembre. Teatro d’attore e figu-ra, 60’; dai 3 anni.Il tamburo di latta, venerdì 20 gennaio. Giornata della memoria, teatro d’attore, 60’; dai 13 anni.La bella addormentata, mercoledì 25 gennaio. Attore, burattini, pupazzi, ombre, 50’; dai 3 anni. Giocagiocattolo, lunedì 6 febbraio. Teatro d’animazione su nero, teatro d’attore, 50’; dai 3 anni.I ragazzi della via Paal, giovedì 16 febbraio, teatro d’attore, 50’; dagli 8 anni.Pierino e il lupo, lunedì 5 marzo. Teatro d’attore, 50’; dai 4 anni.Hansel e Gretel, lunedì 19 marzo. Teatro d’attore e figura, 50’; dai 5 anni.

tore d’avventura tra i più letti e tra-dotti in tutto il mondo. Dal 1 al 10 ottobre la Fondazione Aida e la Commissione Culturale Interco-munale Valle dei Laghi con il con-tributo della Provincia Autonoma di Trento rendono omaggio all’o-pera dello scrittore veronese presen-tando un cartellone di 11 eventi tra spettacoli, letture e una mostra de-dicati presso le Biblioteche e i tea-tri dei Comuni di Calavino, Cave-dine, Lasino, Padergnone, Terlago e Vezzano. Gli spettacoli teatrali in programma sono le due produzioni per i ragazzi allestite da Fondazione Aida: “Il Corsaro Nero: il sogno di Salgari” e “Salgari, il mare in soffitta”. Da non perdere la mostra “Sotto coperta! Emilio Salgari: la scrittura come immagine”, forma-ta da 64 pannelli si compone di materiali inediti, fotografie, dise-gni, manifesti e altro ancora.

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n. 9 settembre 2011

OffERTA VARIA

Il gioco degli specchi

Il Festival di novembre

Nella nona edizione del Festival che prende il nome di “La Patria ri-Trovata”, si vuole ripensare l’Italia nell’anno della sua unità nazionale; ritrovando la memoria del suo pas-sato di emigrazione e di conquista coloniale, riflettendo su un presen-te e sulla realizzazione dei princi-pi fondamentali della Costituzio-ne e prospettando un futuro in cui al patto civile si uniscono nuovi cit-tadini. Molti autori e studiosi sa-ranno coinvolti in diversi appunta-menti per le scuole, ma anche per il pubblico interessato. Numerosi sono gli eventi in programma. L’i-naugurazione si terrà presso la bi-blioteca comunale di via Roma a Trento nella mattinata di lunedì 7, accompagnata da letture per le clas-si. Come in passato numerosi gli scrittori ospiti, le attività didattiche proposte per gli studenti, i momen-ti di formazione per formatori.

I seminari

In sintesi gli incontri della setti-manaRibka Sibhatu, Gabriele Del Gran-de, Milton Fernandez, Karim Me-tref; Proiezione del documentario Aulò con il regista Simone Brio-ni, Letture interpretate con Mas-simo Lazzeri e Andrea Brunello;

Il Gioco degli Specchi è un’associazione che da anni si dedica ad attivi-tà legate al fenomeno migratorio e all’accoglienza di lungo periodo con l’obiettivo di stimolare la conoscenza reciproca, il dialogo ed uno scam-bio tra le persone che compongono la società. Da anni organizza corsi d’italiano per adulti stranieri, gratuiti e di vari livelli e propone diverse attività per le scuole, dalla mostra dei libri in viaggio agli incontri per gli insegnanti in cui suggerisce percorsi didattici interculturali. Anche quest’anno l’associazione presenta la sua consueta settimana di Festival, densa di attività e proposte, che si tiene dal 7 al 14 novembre.

ACCOGLIENZAMigrazione, festival e attività didattica

Mostra mercato del libro guidata da Silvia Camilotti; Incontro con Caterina Pastura, editore Mesogea; Incontro con Teresa Porcella, edi-zioni Motta junior; Storia e geo-grafia delle migrazioni con Flavia Cristaldi (Univ La Sapienza) e Mi-chele Colucci (storico).Fra gli altri appuntamenti si terran-no interessanti seminari dal tito-lo “Dall’integrazione all’inclusione. Le logiche del confine e del sentie-ro” con Roberta Bonetti (antropo-loga), e questi incontri vedranno la partecipazione di Vinicio Ongi-ni (Ministero dell’Istruzione) che ha ideato, in collaborazione con la casa editrice Sinnos, la collana “Mappamondi” di testi bilingui per bambini e ragazzi, e il 28 novem-bre di Andrea Canevaro (Università di Bologna) che ha condotto e co-ordinato numerose ricerche in Ita-lia e all’estero, curando in partico-lare le problematiche riguardanti la diversità, la disabilità e l’integrazio-ne; Serata al teatro S. Marco con gli autori ospiti, musica e danza.

Il programma annuale

Il programma aggiornato e tutte le proposte che l’associazione offre anche al di fuori del Festival sono disponibili al sito www.ilgiocode-glispecchi.org. Le iniziative sono tutte gratuite e ad ingresso libero. Ma l’associazione fa proposte an-nuali ed è ente accreditato presso il Servizio sviluppo e innovazione del sistema formativo scolastico e che gli insegnanti coinvolti nei vari incontri possono richiedere il rico-noscimento di crediti formativi.Fornisce alle scuole interessate i li-bri che ha selezionato sui temi della migrazione e dell’intercultura, pro-ponendo: libri in viaggio: mostra bi-bliografica itinerante aggiornata al 2010; si compone di circa 200 libri, la metà dei quali destinata a bambi-ni e ragazzi e si caratterizza per il ca-rattere plurilingue e interculturale e piccole mostre bibliografiche a tema concordate con insegnanti o scuole (donne migranti, emigrazione italia-na, bambini e intercultura).Inoltre organizza anche: incontri-conferenze, da tenere a scuola in con-comitanza con le esposizioni di libri; incontri con gli insegnanti per for-nire proposte didattiche che partano dall’oggetto libro; approfondimen-ti tematici per bambini o ragazzi.

Cinzia Villotti

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n. 9 settembre 2011

LE SFIDE DEL MESTIERE DI INSEGNANTE

ProfProfProfessioneProfessione

L ’ i n c o n t r o è v a l i d o c o m e a g g i o r n a m e n t o p e r g l i i n s e g n a n t i

Le ragioni della riflessione

Gli insegnanti si interrogano sul loro ruolo che sta cambiando in una società

dove appare in crisi la fiducia nella capacità dell’istruzione e della formazione di incidere sul futuro delle persone.

Disorientamento e percezione del mancato riconoscimento sociale dell’importanza del proprio operato

si sommano alle difficoltà indotte dall’evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione,

dai mutamenti nel mondo del lavoro, dal dover rispondere efficacemente al proliferare di nuovi bisogni e diritti.

Il loro lavoro quotidiano, inoltre, sembra oggi essere più faticoso anche per un crescente disagio manifestato

degli allievi, specie in età adolescenziale, con ricadute sia sul versante relazionale che didattico/formativo.

Per poter far fronte a queste autentiche sfide, i saperi professionali devono necessariamente arricchirsi e ampliarsi

e l’acquisizione di nuove competenze disciplinari, relazionali e

comunicative diventa una necessità per contribuire a formare cittadini consapevoli,

in grado di reggere le sfide della complessità.

L’incontro vuole essere un tentativo di riflettere su queste tematiche

per delinearne i contorni e riuscire meglio ad affrontarle.

Incontro di approfondimento rivolto ad insegnanti

di scuola secondaria di primo e secondo grado operanti negli istituti scolastici della Piana Rotaliana.

Relatore:

Giuseppe Bagni

presidente nazionale CIDI

Mercoledì

5 ottobre 2011

ore 14.30 – 17.00

Aula Magna dell’Istituto Agrario

Fondazione Edmund MachSan Michele all’Adige

d i T r e n t o

LE SFIDE DEL MESTIERE DI INSEGNANTE

d i T

Per le iscrizioni telefonare alla Segreteria didattica dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige al numero 0461 615213 o inviare una email al Cidi di Trento.

Incontro promosso dal

[email protected], con il patrocinio della

Comunità di Valle

Rotaliana-Königsberg

Hanno aderito:

Istituto di Istruzione “Martino Martini” di Mezzolombardo

Istituto Comprensivo di Mezzocorona

Istituto Comprensivo di Mezzolombardo

Hanno aderito:

Istituto di Istruzione “Martino Martini” di Mezzolom

Insegnanti