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La nostra battaglia per i buoni contratti Diario terziario TURISMO COMMERCIO SERVIZI APRILE di ROBERTA MANIERI T urismo, servizi, pulizie e multiservizi, farmacie private e comparto termale, il 6 maggio sarà sciopero di un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori. Il 28 maggio incroceranno le braccia gli addetti della grande distribuzione organizzata. Sono baristi, camerieri, cuochi, operatori del comparto pulizia e sanificazione, attività ausiliarie e facility management, addetti alle mense, receptionist, impiegati delle agenzie di viaggio, lavoratori dei fast food, professionisti, operatori del comparto termale, farmacisti e distribuzione moderna. Tante e diversificate professionalità, un unico obiettivo: il rinnovo del contratto nazionale del proprio settore. Nella maggior parte dei casi, un rinnovo dai tempi lunghi contrassegnato da interruzioni e mobilitazioni. Molti settori sono in attesa da diversi mesi, alcuni da anni ormai. Come quello termale, dove il contratto è scaduto il 30 giugno 2011. È per questo che Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti Uil hanno indetto lo sciopero intersettoriale unitario per l’intero turno di lavoro con presidi e mobilitazioni a livello locale il 6 maggio. Le dinamiche del confronto sono spesso le stesse: volontà delle controparti di rinnovare il contratto nazionale, ma con pochi margini di trattativa, e continui – spesso estremi – tentativi di smantellamento normativo con il fine di ridurre i costi diretti e indiretti del lavoro. Intanto, però, le condizioni dei lavoratori, in questi anni, non fanno che peggiorare. “Una situazione inedita e drammatica allo stesso tempo, vista anche la lunga assenza di un accordo per la maggior parte dei settori”, commenta la segretaria generale della Filcams Cgil, Maria Grazia Gabrielli. “La fase di rinnovo contrattuale – osserva – è un appuntamento da sempre complesso. Pesa la forte crisi economica, l’andamento dei mercati, ma soprattutto l’assenza di una ripresa che tarda ad arrivare nonostante i proclami del governo: tutti elementi che hanno influenzato i tavoli di trattativa degli ultimi anni. Una condizione che le aziende e le loro associazioni di rappresentanza hanno utilizzato e tradotto nella destrutturazione dei contratti con l’unico obiettivo di rispondere alla competitività da costo. Da qui l’impronta comune a intaccare la clausola sociale, la malattia, gli inquadramenti, gli orari, solo per evidenziare alcuni temi dirimenti che hanno segnato le contrapposizioni sui diversi tavoli contrattuali”. Essere senza contratto vuol dire non avere un quadro di riferimento normativo e un sistema di relazioni riconosciuto tra le parti. Oltre, ovviamente, al mancato adeguamento delle retribuzioni ferme ormai da molto tempo. “Per la maggior parte di questi settori – prosegue Gabrielli – il contratto nazionale è l’unico strumento che può regolare i rapporti di lavoro e il profilo salariale; tra l’altro, maggiori disponibilità economiche rappresentano la salvaguardia vera del potere d’acquisito. Riconoscere una retribuzione dignitosa per il lavoro che si svolge potrebbe contribuire anche a muovere i consumi”. Lo scontro sul salario è reso molto più complicato dai competitor che operano nello stesso settore e creano un effetto dumping: lavoratori che, a parità di mansioni, si trovano un riconoscimento salariale diverso in virtù dell’azienda in cui operano o del contratto nazionale preso a riferimento caso per caso. Una situazione non più sostenibile che falsa le condizioni di mercato tra imprese e divide i lavoratori, producendo effetti negativi. Per questa condizione – che coinvolge tutti i settori e rischia di indebolire anche i contratti nazionali già sottoscritti – è necessaria una forte solidarietà. Maggio sarà dunque un mese di mobilitazione. Per la prima volta, nella giornata del 6, ci sarà uno sciopero intersettoriale che copre molti dei settori della Filcams per oltre un milione e mezzo di lavoratori. La ritrovata unità sindacale è stata, ed è, un punto di forza in questa battaglia. “Dopo la stagione delle divisioni – sottolinea Gabrielli – è sicuramente importante viaggiare insieme, avere obiettivi comuni di tutela dei lavoratori e dell’occupazione. Abbiamo cercato di proporre punti di mediazione, avanzamenti e aperture per dare risposte alle esigenze delle controparti e avvicinare le distanze, senza però trovare una sponda veramente disponibile alla discussione”. Il comune filo conduttore delle parti datoriali è invece il tentativo di destrutturare il contratto nazionale, svilire il confronto e le organizzazioni sindacali. In altre parole, procedere ai rinnovi riducendo diritti e tutele, senza SEGUE A PAG. 2 Maggio sarà un mese di mobilitazione. Il 6 la protesta inedita: sciopero intersettoriale per turismo, servizi, pulizie e multiservizi, farmacie private e comparto termale. Il 28 incroceranno le braccia gli addetti della grande distribuzione organizzata

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La nostrabattaglia per ibuonicontratti

Diario terziarioT U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z I

APRILE

di ROBERTA MANIERI

Turismo, servizi, pulizie emultiservizi, farmacieprivate e comparto termale,il 6 maggio sarà sciopero diun milione e mezzo di

lavoratrici e lavoratori. Il 28 maggioincroceranno le braccia gli addetti dellagrande distribuzione organizzata. Sonobaristi, camerieri, cuochi, operatori delcomparto pulizia e sanificazione,attività ausiliarie e facilitymanagement, addetti alle mense,receptionist, impiegati delle agenzie diviaggio, lavoratori dei fast food,professionisti, operatori del compartotermale, farmacisti e distribuzionemoderna. Tante e diversificateprofessionalità, un unico obiettivo: ilrinnovo del contratto nazionale delproprio settore. Nella maggior parte deicasi, un rinnovo dai tempi lunghicontrassegnato da interruzioni emobilitazioni. Molti settori sono in attesa da diversimesi, alcuni da anni ormai. Come quellotermale, dove il contratto è scaduto il 30

giugno 2011. È per questo che FilcamsCgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e UiltrasportiUil hanno indetto lo scioperointersettoriale unitario per l’intero turnodi lavoro con presidi e mobilitazioni alivello locale il 6 maggio. Le dinamichedel confronto sono spesso le stesse:volontà delle controparti di rinnovare ilcontratto nazionale, ma con pochimargini di trattativa, e continui – spessoestremi – tentativi di smantellamentonormativo con il fine di ridurre i costidiretti e indiretti del lavoro. Intanto,però, le condizioni dei lavoratori, inquesti anni, non fanno che peggiorare. “Una situazione inedita e drammaticaallo stesso tempo, vista anche la lungaassenza di un accordo per la maggiorparte dei settori”, commenta lasegretaria generale della Filcams Cgil,Maria Grazia Gabrielli. “La fase dirinnovo contrattuale – osserva – è unappuntamento da sempre complesso.Pesa la forte crisi economica,l’andamento dei mercati, masoprattutto l’assenza di una ripresa chetarda ad arrivare nonostante i proclamidel governo: tutti elementi che hannoinfluenzato i tavoli di trattativa degli

ultimi anni. Una condizione chele aziende e le loro associazioni dirappresentanza hanno utilizzato e

tradotto nella destrutturazione deicontratti con l’unico obiettivo di

rispondere alla competitività da costo.Da qui l’impronta comune a intaccare laclausola sociale, la malattia, gliinquadramenti, gli orari, solo perevidenziare alcuni temi dirimenti chehanno segnato le contrapposizioni suidiversi tavoli contrattuali”. Essere senza contratto vuol dire nonavere un quadro di riferimentonormativo e un sistema di relazioniriconosciuto tra le parti. Oltre,ovviamente, al mancato adeguamentodelle retribuzioni ferme ormai da moltotempo. “Per la maggior parte di questisettori – prosegue Gabrielli – il contrattonazionale è l’unico strumento che puòregolare i rapporti di lavoro e il profilosalariale; tra l’altro, maggioridisponibilità economiche rappresentanola salvaguardia vera del potered’acquisito. Riconoscere unaretribuzione dignitosa per il lavoro chesi svolge potrebbe contribuire anche amuovere i consumi”. Lo scontro sulsalario è reso molto più complicato daicompetitor che operano nello stessosettore e creano un effetto dumping:lavoratori che, a parità di mansioni, sitrovano un riconoscimento salarialediverso in virtù dell’azienda in cui

operano o del contratto nazionale presoa riferimento caso per caso. Unasituazione non più sostenibile che falsale condizioni di mercato tra imprese edivide i lavoratori, producendo effettinegativi. Per questa condizione – che coinvolgetutti i settori e rischia di indebolireanche i contratti nazionali giàsottoscritti – è necessaria una fortesolidarietà. Maggio sarà dunque unmese di mobilitazione. Per la primavolta, nella giornata del 6, ci sarà unosciopero intersettoriale che copre moltidei settori della Filcams per oltre unmilione e mezzo di lavoratori. Laritrovata unità sindacale è stata, ed è,un punto di forza in questa battaglia.“Dopo la stagione delle divisioni –sottolinea Gabrielli – è sicuramenteimportante viaggiare insieme, avereobiettivi comuni di tutela dei lavoratorie dell’occupazione. Abbiamo cercato diproporre punti di mediazione,avanzamenti e aperture per darerisposte alle esigenze delle controparti eavvicinare le distanze, senza peròtrovare una sponda veramentedisponibile alla discussione”. Il comunefilo conduttore delle parti datoriali èinvece il tentativo di destrutturare ilcontratto nazionale, svilire il confrontoe le organizzazioni sindacali. In altreparole, procedere ai rinnovi riducendodiritti e tutele, senza • SEGUEA PAG. 2

Maggio sarà un mese di mobilitazione. Il 6 la protesta inedita: sciopero intersettoriale per turismo, servizi, pulizie e multiservizi, farmacie private e comparto termale. Il 28 incroceranno le braccia gli addetti della grande distribuzione organizzata

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2 Diario terziarioTURISMO COMMERCIO SERVIZI

N el 2015 sono quasi470mila gli iscritti allaFilcams, categoria punto

di riferimento per le lavoratrici e ilavoratori del terziario, turismo eservizi. Continua, quindi, il trenddi crescita che ha registrato unaumento del 2,43% rispetto al2014. Tra le regioni più grandi,sono l’Emilia Romagna e laToscana ad aumentaresignificativamente il numero deiloro iscritti, mentre tra le piùpiccole si evidenzia il FriuliVenezia Giulia e la Valle d’Aosta.Una crescita ancora piùimportante per la categoria, se sitiene conto del calo dell’1% degliiscritti giunti alla Filcams daipatronati Inca attraverso ilsupporto ai lavoratori e allelavoratrici nelle tante pratichelegate a procedure di mobilità,sostegno al reddito, maternità.“La crescita della categoria –afferma Daria Banchieri,segretaria organizzativa dellaFilcams Cgil nazionale – è fruttodel grande impegno profuso sui

territori e delle tante iniziative dimobilitazione, come gli scioperiper il contratto del Terziario –Federdistribuzione e DistribuzioneCooperativa – oltre che del fortepresidio tanto dei luoghi di lavoroquanto delle piazze”. Oltre al Nidil,la Filcams è infatti l’unicacategoria in crescita, a confermadei cambiamenti dell’attualemercato del lavoro sempre più incrisi in settori come industria eedilizia. L’aumento delle tessere

comporta un maggior impegnonelle strutture territoriali, le qualicon difficoltà riescono, grazie allavoro incrociato dei gruppidirigenti e dei delegati, adaffrontare le nuove sfide: “Lenostre deleghe sono povere –spiega ancora Banchieri – perchéprovengono da lavoratori conbassi salari e con contratti dipoche ore, come le pulizie o glistagionali. Le sedi territorialidevono quindi organizzarsi per

riuscire a dare risposta a tutto e atutti”.Un equilibrio difficile tra la tenutaeconomica e l’impegno dellerisorse professionali. Per questo laFilcams cerca di supportare leattività territoriali investendo suprogetti mirati in risposta allediverse esigenze. Sono circacinquanta quelli avviati su tutto ilterritorio nazionale su diversitemi, dal reinsediamento, ai varisettori, ma anche su temitrasversali come i lavoratorimigranti. Con obiettivi chiari everificabili. “I progetti – spiega lasegretaria organizzativa – vengonomonitorati e valutati a fine anno,cosi da poter pianificare di volta involta le attività e gestire al megliole risorse”. La crescita dellacategoria rispecchia le attualiesigenze dei lavoratori: in unmondo del lavoro in continuomovimento, l’inclusione di nuovefigure professionali e l'attenzioneverso i settori più frammentatisono i punti di forza della Filcams Cgil. •

Circa mezzo milione di iscritti per la sigla di categoria, in continuo

aumento. Daria Banchieri:“È frutto del grande impegno profuso

sui territori e delle tante iniziative di mobilitazione”. Avviati quasi

80 progetti in tutto il paese

DALLA PRIMA

VERSO IL 6 MAGGIO

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

VENETO

VALLE D'AOSTAUMBRIA

TRENTINO

TOSCANASICILIA

SARDEGNAPUGLIA

PIEMONTEMOLISE

MARCHE

LOMBARDIALIGURIA

LAZIO

FRIULI V. GIULIA

E. ROMAGNA

CAMPANIA

CALABRIA

BASILICATA

ALTO ADIGE

ABRUZZO

Somma dati Cgil anno precedente

Somma dati Cgil

I DATI DEL 2015

dare risposte dal puntodi vista salariale.Il rischio è che illavoratore, stretto nellamorsa del ricattodovutaall’indispensabilità delposto di lavoro e delsalario, ceda semprepiù alle pressioniaziendali e alla fine siarrenda accettandopiccole concessionitemporanee. Ma senzala condivisione di unprogetto a lungotermine, senzaconquiste che dianorespiro nel rispetto enel miglioramento didiritti e tutele, il futurodel mondo del lavoro èsempre più fragile. “Nelprogetto di revisionedella contrattazioneavviato, il governo nonpuò non tener contodell’importanzastrategica del contrattonazionale – concludela segretaria generaledella Filcams –. Comegià manifestato in piùoccasioni, la Cgil èdisponibile apartecipare a un tavolodi confronto per unapiù ampia riflessionesulla contrattazione everificare l'attualecongruità di alcunielementi e parametripartendo dalleproposte che ilsindacato ha condivisounitariamente neldocumento sul nuovomodello di relazioniindustriali.Certamente, noncondividiamo leesigenze di riportaretutto allacontrattazioneaziendale e di secondolivello, cheescluderebbe e quindidiscriminerebbe unaparte consistente delmondo del lavoro”.Prosegue quindi lamobilitazione. LaFilcams è pronta acontinuare la battagliaper i diritti deilavoratori e per i buonicontratti.•

[TESSERAMENTO]

Una Filcams che cresce

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“La passione ha un solocolore, anche nelsindacato”. È con

questo slogan che la Filcams CgilToscana ha accompagnato lalunga campagna delle elezioniper il rinnovo delle Rsu diUnicoop Firenze. In Toscana,Unicoop Firenze, è la primaazienda privata per numero diaddetti: 7.550 dipendenti, 104negozi, 2 sedi e 3 magazzini,all’interno della quale la Filcamsvanta circa 3mila iscritti. Il 7 e 8aprile scorsi è andato al votoquasi il 77 per cento degli aventidiritto. “Un numero altissimo,una grande prova di democraziae partecipazione”, ha affermatosoddisfatta Cinzia Bernardini,segretaria generale della FilcamsCgil Toscana. È la prima votazione cherecepisce l’accordo sulla

rappresentanza siglato il 28luglio dell'anno scorso dalleorganizzazioni sindacali con ladistribuzione cooperativa,fondamentale per misurarel’effettivo grado dirappresentatività dei sindacati.La Filcams si è confermata ilprimo sindacato in azienda, unarisposta importante al granlavoro di delegati e funzionariche in questi anni con impegno ededizione è riuscito a definireaccordi significativi per lelavoratrici e i lavoratori. Su 183delegati da eleggere, 143 sonoandati alla Filcams Cgil, 20 allaUiltucs Uil, 11 alla Fisascat Cisl e9 alla Usb.“Siamo soddisfatti – spiegaBernardini – per i risultatiraggiunti, i lavoratori confermanola fiducia nella Filcams che risultadi gran lunga il primo sindacato

con il 74,5 per cento dei votiespressi, oltre 4.500. Ringraziamoi lavoratori per la fiducia, i nostridelegati sapranno meritarsela. Ilvoto ci carica di responsabilità, laprima sfida sarà il rinnovo delcontratto integrativo aziendale. Anome della Filcams Cgilregionale, voglio ringraziare tutti ilavoratori che hanno partecipatoal voto e quelli che hanno scelto laCgil”. La Filcams vuole continuarea essere protagonista erappresentare al meglio ilavoratori e per raggiungere gliobiettivi prefissati: “Solo uniti conil sostegno delle lavoratrici e deilavoratori – conclude Bernardini –si può continuare il cammino perla difesa e la conquista dicondizioni migliori e per ilrispetto della dignità del lavoro”.Il risultato è ancora piùsignificativo se si tiene conto del

contesto generale. Il contrattonazionale di lavoro delladistribuzione cooperativa non èancora stato rinnovato enonostante la ripresa dellatrattativa dopo gli scioperi del 7novembre e 19 dicembre 2015,ancora non si è arrivati a unasoluzione concreta. In occasionedell’ultimo incontro del 19 aprile,le imprese cooperative hannopresentato al tavolo di trattativale medesime richieste, conl’obiettivo chiaro di appiattireverso il basso il trattamentoeconomico dei lavoratori,annullando di fatto le miglioricondizioni previste dalprecedente contratto dellacooperazione. Le Coop hannoinoltre richiesto che il contrattopreveda lo stesso arco di vigenzae gli stessi aumenti salariali delcontratto di Federdistribuzione.

Una richiesta che – a pochi giornidalla rottura del tavolo ditrattativa con le imprese dellaGdo – rappresenta unacontraddizione rispetto allamanifestata volontà di volerprocedere, se possibile convelocità, al rinnovo del contrattonazionale. Filcams, Fisascat eUiltucs hanno ribadito la nettacontrarietà a equiparare ilcontratto della cooperazione aquello di Confcommercio, ipotesi che porterebbe a unarretramento nel trattamentonon solo economico, ma a unaperdita netta di diritti e salarioper le lavoratrici e i lavoratori delsettore. Il confronto è statoaggiornato al 12 e 13 maggio, maè evidente che il riavvio dellatrattativa sconterà la difficoltà dipartire da posizioni chiaramentemolto distanti. •

Ora più forzaper il rinnovo del

contratto nazionale

[ UNICOOP FIRENZE ]La Filcams è il primo sindacato

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Èvero che siete nella cosiddettacatena di montaggio moderna?Sì. A differenza di quello che uno

può pensare guardando dall'esterno, èuna catena di montaggio a tutti glieffetti. Ci sono tempi da rispettare intutte le postazioni (cucina, cassa, drive)e per evitare che tutto si interrompa ènecessario non sforare. In più, adifferenza delle classiche catene dimontaggio, da noi si aggiunge lanecessità di spostarsi non camminando,ma correndo. Cosa che aumentanotevolmente il rischio di infortuni. Ec'è anche un altro elemento diversorispetto alla classica catena dimontaggio, cioè il rapporto con il clienteche rende più complicata la gestione deitempi senza far notare alcuna difficoltàa chi si ha di fronte.

Nel passato a lavorare nei fast food eranosoprattutto i giovani studenti che permettere da parte qualche soldoaccettavano part-time di poche ore. È ancora così?L'incidenza del part-time è ancora moltoforte. Anzi, in questi ultimi anni inMcDonald’s si usa solo questo tipo dicontratto; il full-time ce l'hanno solo iresponsabili. Sono ancora gli studenti, perla maggior parte, a scegliere questatipologia di lavoro, ma a differenza deglianni passati si aggiungono altre figure tracui laureati, lavoratori con curriculum dialta professionalità e soprattutto personedi ogni età. Altro fattore da tenere inconsiderazione è che, sempre a differenzadegli anni precedenti, non c’è più turn-over; è molto difficile ormai trovarequalcuno che decide di dimettersi perandare a fare altro, soprattutto perché nonè cosi facile avere alternative.

Per la tua esperienza diretta, quali sono le

difficoltà del lavoro più frequenti? Ce ne sono varie: il lavoro meccanico, laretribuzione non sempre adeguata allemansioni che si svolgono e i turni dilavoro. A differenza di altri ambienti, neifast food, o più in generale nel settore delturismo, il lavoro su turni è sempre piùdiffuso. Lavorare dalla mattina presto, lasera tardi o anche tutta la notte non è perniente facile. I turni fatti senza una verarotazione a lungo andare portanol'organismo a sentirsi sempre stanco, e iltempo libero, di conseguenza, serve solo afarti riposare. Altro elemento di difficoltà èsicuramente lo stipendio molto basso.Molti lavoratori dei fast food sono studentifuori sede che devono anche pagarsi tuttele spese per mantenersi. Inoltre, c'è chi hainiziato come studente e ora ha unafamiglia. Con una retribuzione di 600-700euro mensili, quando va bene, non èsempre facile, soprattutto se si vive in cittàcome Milano e Roma dove il costo dellavita è molto alto.

Come si potrebbero migliorare le vostrecondizioni?Basterebbe considerare i lavoratori comeessere umani e non solo come numeri ocome macchine. La politica di questemultinazionali presenti nel nostro paese,ma anche di molte piccole realtà, è soloquella del profitto. I dipendenti nesubiscono le conseguenze, si ritrovano incondizioni al limite, con una mole di lavorosempre più alta e sempre meno personale.Questo, oltre a essere motivo di stress,diventa anche un problema di sicurezza sullavoro a cui si dedica meno attenzione acausa dei ritmi di lavoro imposti.

Quali sono le difficoltà per il sindacato?In questa fase storica sono tante: lagiovane età dei lavoratori, spesso allaprima occupazione; l’influenza

dell’azienda, che vorrebbe semprerisolvere i problemi in casa. In molti casi,poi, i dipendenti preferiscono resistere aogni tipo di abuso per cercare dimantenere il posto. Questa logica,purtroppo, è sempre più diffusa e oltre aessere motivo di difficoltà per ilsindacato, lo è prima di tutto per loro.

Il 6 maggio è sciopero per il contrattonazionale. I lavoratori si stannopreparando? Che tipo di partecipazionesi prevede?È sicuramente una data moltoimportante per gli addetti dei fast food,ma non solo. Insieme ad altri lavoratori disettori diversi, i dipendenti del turismosono senza contratto da oltre tre anni,ma se questo non bastasse, ad aggravarela situazione sono proprio le

organizzazioni datoriali che ormai non sirendono neanche disponibili a unconfronto serio e costruttivo. Dopo gliscioperi fatti in precedenza, siamoalmeno riusciti a ottenere da parte di Fipela revoca della disdetta al contrattonazionale, anche se continuano aproporre e sostenere la riduzione didiritti e salario. I lavoratori dei fast food sistanno preparando e siamo sicuri che,come negli altri scioperi, anche questavolta riusciremo a farci sentire. In alcuniterritori siamo sicuramente piùorganizzati che in altri, ma in generalesiamo certi che lo sciopero avràun'adesione molto ampia e sicuramente, se la situazione nondovesse avere una svolta decisiva, siamopronti a continuare la nostra lotta in futuro. •

APRILE

[ L’INTERVISTA]

Nella catena dimontaggio2.0

Quello del fast food oggi non è più un impiego temporaneo a cui aspirano solo giovani

studenti. Sono sempre di più i laureatidisposti ad accettare pessime condizioni.

Ne parliamo con Salvatore, addetto McDonald's e delegato sindacale

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Con oltre 350mila dipendentiassistiti e circa 20 milioni dieuro erogati per oltre

200mila prestazioni sanitarie,Cadiprof sta diventando un modellodi riferimento nel panoramanazionale dei fondi sanitariintegrativi, ma anche un punto diriferimento per la cura, laprevenzione e l'assistenza socio-sanitaria degli addetti degli studiprofessionali. Operativa dal 2005, laCassa di assistenza sanitariaintegrativa per i dipendenti deglistudi professionali è istituita dalcontratto collettivo nazionale dilavoro siglato da Confprofessioni edalle organizzazioni sindacali disettore Filcams Cgil, Fisascat Cisl eUiltucs. Dal 2009 fino all’ultimo rinnovo delcontratto degli studi professionalisiglato nel 2015, l’iscrizione aCadiprof è stata estesa anche aicollaboratori e i praticanti cheoperano negli studi professionali e,con apposita contribuzione, aidatori di lavoro professionistititolari e (nei tempi definiti dal Ccnl)anche non titolari. Un risultatoimportante di contrattazioneinclusiva con il riconoscimento didiritti e prestazioni alle lavoratrici eai lavoratori, al di là delle tipologiecontrattuali.La Cassa, negli ultimi anni, hasaputo interpretare nel migliore deimodi la propria funzione sociale al

servizio della salute di una semprepiù ampia fascia di lavoratori in unafase economica del paesedecisamente negativa. Sulla scortadelle proiezioni statistiche, ha cosìaffinato le proprie politiche diassistenza sanitaria integrativa,calibrando le prestazioni sullecaratteristiche degli iscritti. L’attività si sviluppasostanzialmente attraverso i duepilastri della salute negli studi: ilPiano Sanitario e il PacchettoFamiglia. Nell’ambito del Piano Sanitario sipossono raggruppare due grandifamiglie di prestazioni: la primaraccoglie i ricoveri per grandiinterventi chirurgici, la gravidanza,gli interventi chirurgiciambulatoriali e le prestazionispecialistiche; l’altra grandefamiglia del Piano Sanitario sifocalizza invece sulle visitespecialistiche e ticket peraccertamenti diagnostici,prevenzione, trattamentifisioterapici riabilitativi dainfortunio e malattia. A partire dal 1° settembre 2009, alPiano Sanitario è stato affiancato ilPacchetto Famiglia, un vero eproprio piano di intervento socio-sanitario a supporto dellamaternità, della famiglia e dellavoro, appositamente studiato sullecaratteristiche demografiche dellapopolazione degli studi. Nel 2014

sono state erogate oltre 10milaprestazioni per un valore che sfiora i4 milioni di euro. Il Pacchetto siarticola su quattro aree diintervento: assistenza pediatrica,frequenza degli asili nido,assistenza di un familiare nonautosufficiente e grandi eventi.Nell’area dell’assistenza pediatricaè previsto il rimborso delle spese pervisite mediche, analisi, prodottifarmaceutici e presidi sanitari (dallatte artificiale, agli omogeneizzatifino ai pannolini) per ciascun figlionel primo anno di età. Per gli addettidi studio alle prese con le rette degliasili nido, il Pacchetto Famigliaeroga un rimborso pari al 20% dellerette pagate per la frequenza al nidopubblico o privato. Sul fronte dellanon autosufficienza, il Pacchettoprevede un “assegno di cura” chepuò essere utilizzato per ciascunfamiliare (figlio, fratello, genitore)non autosufficiente. La Cassa interviene anche nei casi digrandi eventi con il rimborsoparziale delle spese sostenute daldipendente. Più recentemente sonostate aggiunte nuove garanzie qualila procreazione medicalmenteassistita, l'assistenza pediatricaaggiuntiva e la paternità. E tra lenovità del Pacchetto Famiglia, sonostati inseriti l’implantologia,l’ortodonzia e il rimborso dellespese di sostegno psicologico agliiscritti e ai loro familiari. •

Direttore responsabileGuido Iocca

Proprietà della testataEdiesse srlVia di Porta Tiburtina,36-185 Roma

Ufficio abbonamenti [email protected]/44888201- 06/44888296Ufficio vendite06/44888230 - [email protected] e impaginazione Massimiliano Acerra, Cristina Izzo, Ilaria Longo

Inserto d’informazione della Filcams CgilVia L.Serra, 31, 00153 Roma, tel. 06/5885102 e-mail: [email protected] - www.filcams.cgil.it

A cura di Roberta Manieri Ufficio Stampa Filcams Cgil nazionaleTel 06/58393127 - cel 3494702077 e-mail: [email protected]

Chiuso venerdì 29 aprile 2016

EditoreEdit. Coop.società cooperativa di giornalisti,Via dei Frentani 4/a, 00185 - Roma

Registro Tribunale di Roma n. 301/2004 del 19/7/2004Iscrizione R.O.C. 2743

Diario terziarioT U R I S M O • C O M M E R C I O • S E R V I Z I

G li agenti di commercio ele ditte mandatariehanno eletto i propri

rappresentanti in senoall’assemblea di Enasarco, lafondazione che gestisce laprevidenza e il welfare delsettore. Alle operazioni di voto,che si sono svolte con urnaelettronica (esclusivamenteonline) tra il 1° e il 14 aprilehanno partecipato 25.488agenti, l’11,34 per cento dei224.410 aventi diritto al voto. LaFilcams Cgil, che si è presentatada sola con una propria listacomposta in massima parte dacandidati agenti erappresentanti, ha ottenuto702 voti e un seggio; entradunque per la prima volta conl’avallo dei propri elettorinell’assemblea dell’ente chenelle prossime settimane dovrà eleggere il consiglio diamministrazione.Agenti Per Enasarco, listaformata da Fisascat Cisl, Usarci,

Fiarc, Fnaarc e Anasf (incoalizione con Confcommercio,Confindustria, Confcooperativee Confesercenti per la parterappresentante le dittemandatarie) ha ottenuto 13.556voti e 21 seggi. Ilraggruppamento Per EnasarcoPer Il Tuo Welfare formato daUiltucs e compagini di agentifuoriusciti da associazioni storiche delsettore (es. Usarci) ha ottenuto2.545 voti e 4 seggi; AdessoBasta, formato da Ugl Terziario,

Federagenti, Simedia eAssonova ha ottenuto 8.645voti e 14 seggi. I 20 seggidestinati alle ditte mandatariesono stati assegnati (con 4.487voti, pari all’8,01% dei 55.949aventi diritto al voto) alla listaunitaria Imprese per Enasarco,composta da candidati delleassociazioni di categoriaConfcommercio, Confesercenti,Confcooperative eConfindustria. Una riflessione merita lapartecipazione degli agenti al

voto: l’11 per cento degli iscrittiall’ente si è sentito in dovere dipartecipare per dare a Enasarcoun nuovo governo. Unapercentuale comunqueinteressante considerando la“prima volta” e la modalitàstessa di voto, che mostra ampimargini per condividere unesercizio democraticoimportante che può diventarein linea con la platea diriferimento degli aventi diritto.La Filcams Cgil non erapresente negli organi di

gestione di Enasarco, e dasempre aveva postopoliticamente il problema diintrodurre il voto comeelemento imprescindibile dipartecipazione e conseguentelegittimazione dei soggetti che– scelti dagli agenti e dairappresentanti – sonodemandati alla gestione dellafondazione. Il risultato ottenutodalla Filcams va quindi letto inquest’ottica di rinnovamento,un risultato utile a continuare erilanciare la nostra attività nelsettore, tanto di orientamento eindirizzo politico quantoorganizzativo e gestionale.L’impegno, ora, sarà quello divigilare sull’operato dellanuova dirigenza, contribuendocon proposte concrete (e, si spera, condivise) almiglioramento delle condizioniper agenti e rappresentantisui temi delle modifiche alregolamento, della formazione,del welfare. •

[AGENTI DI COMMERCIO ]

Eletta l’assemblea di EnasarcoLa Filcams – che si è presentata

da sola con una propria lista composta in massima parte da

candidati agenti e rappresentanti –ha ottenuto 702 voti e un seggio

Dodicimila consulenti, oltre 100milaprofessionisti datori di lavoro e più di

350mila dipendenti assistiti. Sono i numeri diCadiprof, la Cassa di assistenza sanitariaintegrativa per i dipendenti degli studiprofessionali, istituita dal Contratto CollettivoNazionale di Lavoro degli studi professionali.Operativa dal 2005, in 10 anni (dato 2014) gliiscritti sono passati da 50mila a oltre 350mila.I tassi di adesione più consistenti si registrano inLombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagnache rappresentano circa il 75% dei dipendentiiscritti e oltre il 70% degli studi. Le statistiche diCadiprof offrono un’immagine giovane edinamica della popolazione degli studiprofessionali: circa il 90% degli iscritti alla Cassasono donne, la maggior parte concentrata nellafascia d’età che va da 26 a 45 anni. Nell'ultimoanno sono stati erogati circa 20 milioni di europer oltre 200mila prestazioni. •

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L’identikit di Cadiprof

[ FONDI SANITARI ]Cadiprof, il welfare è di casa negli studi professionali