DEMETRA - Istanti di luce

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Centro Studi Psicosomatica DEMETRA ISTANTI DI LUCE Per una integrazione psicosomatica n° 0 febbraio 2012 Associazione Demetra, via Cavini 7/f - 31100 Treviso tel. 0422 401853 Associazione Il Labirinto, via Meneghini 3 - 33077 Sacile (PN) tel. 348 3578 838 Copia ad uso esclusivo dei soci dell’associazione Stampato in proprio: via Cavini 7/f - 31100 Treviso

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Per una integrazione psicosomatica. UNO SGUARDO VITALE n° 0, Febbraio 2012

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Centro Studi

Psicosomatica

DEMETRA ISTANTI DI LUCE

Per una integrazione psicosomatica

n° 0 febbraio 2012

Associazione Demetra, via Cavini 7/f - 31100 Treviso tel. 0422 401853

Associazione Il Labirinto, via Meneghini 3 - 33077 Sacile (PN) tel. 348 3578 838

Copia ad uso esclusivo dei soci dell’associazione Stampato in proprio: via Cavini 7/f - 31100 Treviso

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DEMETRA ISTANTI DI LUCE Per una integrazione psicosomatica.

UNO SGUARDO VITALE

n° 0 febbraio 2012

Responsabile editoriale: Valter Carniello Gruppo di Redazione:

Anna Villa, Susanna Rubatto, Cristina Paladin

DEMETRA ASSOCIAZIONE CULTURALE Via Cavini n° 7/F - 31100 Treviso Tel. 0422 401853

email: [email protected] - www.convegnodemetra.it

Copia ad uso esclusivo dei soci dell’Associazione. Stampato in proprio: via Cavini 7/f - 31100 Treviso

L’immagine in copertina è di Francesca Della Toffola, tratta dalla raccolta “I colori della mente” in The black line series ed. Punto Marte, stampato presso Eurostampa, Verona2009. “Il progetto nasce dalla riflessione sul mito di Ulisse, instancabile viaggiatore ma soprattutto uomo pensante. Da una parte lo spazio aperto da esplorare, dall’altra lo spazio protetto in cui rifugiarsi e ritrovarsi. In questa dicotomia gli spazi gareggiano. Le colonne d’Ercole appaiono nuovamente erette, così simili a quella linea nera che unisce e divide lo spazio”.

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SOMMARIO

Pag. 4 EDITORIALE Anna Villa - Presidente Ass. Demetra Pag. 6 LA VISIONE PSICOSOMATICA Valter Carniello Pag. 9 UNA NUOVA DISCIPLINA: L’ECOBIOPSICOLOGIA Susanna Rubatto Pag. 11 LE VERITÀ DEL CORPO Anna Villa Pag. 14 ANGOLO NATURA Cristina Paladin Pag. 16 BIBLIOGRAFIA Pag. 17 NOTE BIOGRAFICHE Pag. 18 NEWS - DEMETRA

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EDITORIALE

Anna Villa - Presidente Associazione Demetra

È con grande emozione che mi accingo a scrivere queste righe per presentare una nuova iniziativa dell’Associazione Demetra. Dopo 13 anni di attività è nato al nostro interno il desiderio di comunicare, di mettere per iscritto le riflessioni e gli approfondimenti che ci hanno accompagnato in questo lungo periodo. Gli intenti e i contenuti che ci hanno messo in movimento sono peraltro condivisi dal Centro Studi di Psicosomatica “Il Labirinto”, con cui è nata di recente una proficua collaborazione. Dal 1998 l’Associazione Demetra opera nell’ambiente e nel territorio trevigiano per offrire una visione della persona che sia comprensiva della totalità, della complessità e delle mille sfaccettature che la compongono, abbracciando con lo sguardo contemporaneamente gli esseri umani e l’ambiente in cui vivono. È un grande passo per noi aprirci alla divulgazione del nostro pensiero anche attraverso la stampa e contiamo che questo diventi un ulteriore passo di incontro con chi condivide i nostri intenti. Siamo consapevoli che la nostra

posizione corrisponde solo a un punto di vista, ma ci piace considerarci parte di una realtà in fermento che, in una sorta di collegamento a rete, persegue l’intento comune di creare una cultura vitale. Ciò per noi significa occuparci dell’Umano, della sua storia evolutiva, del suo essere intessuto e impastato di valenze biologiche e vicende ambientali. Ci sta a cuore la salute psicofisica di ogni uomo e donna e crediamo che per raggiungerla e mantenerla non debbano andare disperse le forze personali, collettive e globali, che costituiscono i fondamenti di una vita vivibile e realizzabile anche nel nostro attuale contesto Occidentale. Su queste basi ci accingiamo ad esporre il nostro punto di vista, uno sguardo duplice che integri l’apporto scientifico, in particolare delle Scienze della Complessità, con le esperienze di vita, i vissuti, le storie individuali e sociali della nostra epoca e del nostro contesto territoriale. La scelta di chiamarci Demetra Istanti di Luce, per una Integrazione Psicosomatica non è casuale, è il

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nostro modo per sottolineare il tentativo di fare luce, anche per un solo istante; fare chiarezza per quanto è possibile, su alcuni aspetti della vita personale e collettiva, in accordo con le scienze della complessità e con gli studi Ecobiopsicologici dell’Associazione Nazionale Aneb di Milano. L’apporto che Demetra e il Labirinto vogliono dare è frutto dell’esperienza maturata in questi anni fatti di incontri con le persone, di condivisione con le loro vite, di offerte formative e informative che si sono avvalse del contributo di esperti nei campi delle scienze Biologiche e Psicologiche. Intenti del periodico sono: informare, fare collegamenti multidisciplinari, offrire contenuti scientifici significativi, proporre momenti formativi e informativi, affrontare questioni di salute nell’ottica psicosomatica, riflettere, aprire la mente. Forse sono intenti ambiziosi, ma abbiamo voglia di cimentarci e di coinvolgere quanti sono in sintonia con noi e con i nostri desideri. Questo è il numero zero del periodico UNO SGUARDO VITALE. Nel primo articolo Valter Carniello ci conduce in un interessante percorso che approfondisce la visione della Medicina Psicosomatica; Susanna Rubatto ci aiuta a districarci nei

meandri dell’Ecobiopsicologia; la sottoscritta comincia una serie di riflessioni sulle Verità del Corpo a partire dal corpo vissuto; Cristina Paladin ci conduce per mano a contatto con piante e frutti per coglierne il significato profondo e simbolico. A tutto ciò si aggiungono informazioni relative ad attività in programmazione, convegni, suggerimenti di film interessanti e molto altro. Non ci resta che lasciare l’approdo e affrontare il mare aperto, auguro a tutti noi e a tutti voi un buon lavoro e una buona lettura.

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LA VISIONE PSICOSOMATICAValter Carniello

A parlare di psicosomatica nel 2012 si corre il rischio di scivolare verso un pensiero banale o quanto meno misticheggiante. Banale, perché nell’affrontare temi che evidenziano l’unicità tra corpo e mente, può far scadere in una lettura semplicistica che pone lo stress e i suoi correlati fisici come unica fonte dei disturbi che mettono in relazione corpo e mente; misticheggiante, perché affrontare il tema dell’olismo o dell’armonia uomo-natura, può far fare un salto in una visione della vita unicamente pregna di spiritualità che spiega il divenire.

Noi qui intendiamo affrontare il tema della psicosomatica, più propriamente della medicina psicosomatica, attraverso un approccio olistico che tenga in considerazione le scoperte scientifiche con i suoi addentellati nella biologia e nella fisica, nella teoria sistemica e nella teoria della complessità e via via fino ai dinamismi psichici e alle interazioni con il corpo. Evidenziando che non vi è separazione fra uomo e ambiente, fra mente e natura, fra corpo e psiche, facciamo riferimento a F. Capra che considera come queste polarità facciano parte di una serie di relazioni costruite su un modello a rete (si rimanda al concetto di rete della vita definita come trama costituita da reti, cioè organismi viventi che interagiscono con altri organismi viventi in una struttura dove ogni punto è collegato ad altri).

In riferimento alle malattie o alla prevenzione delle stesse, ci proponiamo di consolidare le basi che cercano di superare la visione meramente oggettiva della sofferenza, per aprirci ad una dimensione soggettiva dell’uomo sofferente. Crediamo che trattando a 360° le ragioni della persona che soffre, si possano evidenziare le risorse positive della stessa, al punto da attivare quel processo interno dell’organismo che risponde all’omeostasi (tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità interna delle proprietà chimico-fisiche di un organismo vivente, per il quale tale stato di equilibrio deve mantenersi nel tempo).

Si tratta di valorizzare sia lo studio e l’analisi dei fenomeni naturali, sia gli elementi emotivi, le componenti affettive, le influenze ambientali, gli stili di vita dell’essere umano che si ammala, per una visione della salute e della malattia come uno stato naturale della vita in armonia con l’intero ecosistema. Si tratta di evidenziare come “l’obiettività dell’indagine medica” possa riconoscere in un modello olistico gli addentellati non solo della biologia, ma anche del mondo inconscio, fino alla relazione con quelle condizioni primordiali presenti nell’inconscio collettivo chiamate archetipi, capaci di ordinare le

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immagini arcaiche proprie di un’epoca o di tutta l’umanità. La confusione che attualmente domina anche parte dell’approccio

olistico - dove si ritrovano modelli terapeutici che spaziano dall’aspetto scientifico al misticismo, dalla new age alla psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), dalla psicofarmacologia all’erboristeria, fino a comprendere altre tecniche più o meno raffinate per rafforzare la coscienza - nasce dal non riuscire ad affrontare il significato profondo della relazione tra la materia vivente, in particolare il corpo, e i prodotti della coscienza collettiva o la stessa psiche.

Ecco allora, a partire da queste considerazioni, dipanarsi il metodo ecobiopsicologico che studia il rapporto che intercorre fra l’aspetto filogenetico della natura (l’aspetto eco) sedimentata nell’evoluzione biologica dell’uomo (l’aspetto bio) e ritrovata nei simboli della sua psiche (l’aspetto psicologico) una scienza sistemico-complessa, capace di legare in un continuum unitario tanto gli aspetti informativi ricavati dall’ambiente naturale, quanto i loro riflessi biologici e psicologici presenti nell’uomo .

L’attuazione di questo metodo psicosomatico, che considera l’uomo centro e non periferia del mondo delle malattie, può impedire la parcellizzazione di specializzazioni sempre più specifiche e permettere di integrare le parti biologiche con gli aspetti simbolici, per ritrovare un linguaggio più comprensibile del corpo e dei suoi apparati.

Da questa rapida introduzione emergono parole chiave, che è necessario qui tradurre, per rendere fruibili i concetti complessi o quanto meno nuovi nel panorama quotidiano. Ecco allora che per metodo olistico intendiamo un metodo unitario, che non sia solo la somma dello studio della mente e del corpo, ma sia la tendenza a formare visioni integrate che sono più complete della somma delle parti, tanto da far emergere proprietà nuove.

Oggi nelle riviste alla moda quando si parla di psicosomatica si prendono modelli operativi diversi e si assommano fra di loro credendo di aver attuato la totalità. Facciamo un esempio, l’ulcera: l’internista conosce l’importanza dell’acidità della mucosa gastrica, ma sa anche che lo stress ha la sua valenza e nella cura proporrà farmaci che oltre all’antiacido abbiano valenze ansiolitiche per acquietare la psiche. Lo psicologo affronterà i conflitti psichici e, considerando il paziente anche nelle sue lesioni anatomiche, riterrà di avere in mano la chiave che rende lui stesso uno specialista dell’integrazione e via via il neurologo affronterà il tema con antidepressivi e ansiolitici proponendo al paziente il passaggio dal gastroenterologo. Di questi esempi se ne potrebbero raccontare a iosa. Tutte azioni professionali specialistiche che, se analizzate una ad una, dimostrano una specifica competenza e correttezza, ma che non prendono in considerazione la totalità della persona ammalata. Non è questo l’olismo che intendiamo.

Affrontare il tema di una persona che si ammala d’ulcera ci obbliga a

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chiederci per quale motivo avviene ciò, come mai proprio ora, e a capire il linguaggio dell’organo colpito e relazionarsi con un linguaggio analogo affinché l’altro ci comprenda (l’ulceroso usa parole corrosive, mentre nell’asmatico si esprime il soffio o nell’iperteso la concitazione). Si tratta di cercare i rimandi di quella lesione anche negli altri aspetti del paziente, ad esempio nel paziente ulceroso il linguaggio verbale è ricco di metafore gastriche: una cosa sgradevole gli “dà il vomito”, “non riesce a digerirla”, “gli sta sullo stomaco”. Le sue relazioni familiari mettono in gioco il rapporto tra dipendenza e autonomia, nelle relazioni sociali gli è richiesto un cambiamento e l’unica via che gli sembra possibile è il trattenere “per non rovinare tutto” ecc. In sintesi, non ha senso studiare il fenomeno “malattia” affrontandolo unicamente nelle singole parti che lo compongono, ma è indispensabile studiarne e comprenderne anche i rapporti.

Alla luce di queste premesse cercheremo di evidenziare, nel susseguirsi delle pubblicazioni, un programma psicosomatico per recuperare l’anatomia e la fisiologia del corpo per capire il linguaggio dei sintomi, facendoci domande sulla materia e sul suo divenire in chiave simbolica e analogica. Individuando perciò, come scienza della complessità, i legami tra le varie scoperte scientifiche, siano esse biologiche, psicologiche o sociali. Cercheremo di evidenziare in questo modo una realtà che si esprime non solo con un linguaggio oggettivo e causale, ma con una sintassi simbolica dove i poli opposti possono coesistere come facce di un’unica realtà.

Ecco allora dipanarsi una “buona pratica” che coinvolge nel suo divenire l’operatore con le sue peculiarità personali e professionali, la persona con le sue caratteristiche biologiche, psichiche, relazionali e l’ambiente con i propri aspetti sociologici, culturali, ecologici. Questo sarà uno degli obiettivi che questa rubrica “La visione psicosomatica” si pone nel prosieguo delle pubblicazioni, una nuova concezione del mondo (weltanschaung) che richiede la riscoperta del linguaggio dei simboli e delle analogie vitali.

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UNA NUOVA DISCIPLINA: L’ECOBIOPSICOLOGIA

Susanna Rubatto

Mai come nell’attuale contesto storico le persone si ritrovano spesso affaticate nel far fronte ai moltissimi input provenienti dalle diverse fonti di comunicazione (giornali, televisione, web e tutte le realtà sociopolitiche) e dal tentativo di gestione o di controllo degli effetti che sentono sortire in se stesse a vari livelli: mentale, fisico, emotivo... Dalla sensazione di frammentarietà si è passati ad accettare la definizione dell’odierno contesto in cui viviamo come “società liquida” (Zygmunt Bauman, 2000), nella quale l’individuo stenta a trovare punti ideali di riferimento -per la troppa, quindi dispersiva, o la scarsa, quindi inafferrabile, offerta di modelli di riferimento-. Di conseguenza molti di noi sentono l’esigenza di riappropriarsi della propria identità, di quella sensazione di essere centrati nella propria vita e nelle relazioni, con la capacità di sapersi definire come soggetti agenti e non come soggetti passivi di una comunità che, facilitando maggiormente la virtualità delle relazioni a discapito di una comunicazione autentica, rischia di alienare la percezione e l’ascolto di sé.

In questa situazione ciò che tende a scardinare le sicurezze faticosamente raggiunte da ciascuno nella propria vita, sono quegli eventi “imprevisti” che sempre più sono invece rimossi dai modelli di vita che ci vengono proposti. Tutto ciò che “disturba” il nostro equilibrio psicofisico non è indagato nelle sue ragioni, ma accantonato o, al più, curato principalmente nell’aspetto sintomatico. Temi come il dolore (sia fisico, sia psichico) la morte, l’abbandono, la malattia, il disagio, temi che interferiscono con il concetto corrente di stare bene o, meglio, di benessere, non sono più visti come parte integrante delle nostre crescite di esseri umani, non sono occasioni di rilettura del nostro senso del vivere, ma sono spesso avvertiti come elementi di intralcio ad un percorso che pensiamo di essere noi a controllare totalmente.

La crisi collettiva ed individuale che è penetrata nelle vite di ciascuno, fino a toccarci nei bisogni fondamentali, ci trova frequentemente impreparati ad affrontare i cambiamenti, facendoci sentire privi di strumenti per leggere adeguatamente ciò che succede dentro e fuori di noi. Come il vecchio ordine delle cose pare disgregarsi, così sentiamo l’esigenza di un nuovo equipaggiamento per decodificare una realtà sempre più complessa.

L’ECOBIOPSICOLOGIA[1] legando tra loro l’ambiente fisico, il corpo umano e le sue manifestazioni psicologiche in un quadro unitario, prova a dare una risposta non più astratta ai dilemmi dell’uomo attuale. Il suo

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approccio metodologico, pur fondandosi sulle discipline psicoanalitiche, integra anche le nuove medicine, l’approccio orientale di una visione unitaria dell’uomo, l’attenzione al linguaggio del corpo, lo studio della biologia che trova gli addentellati tra leggi ambientali e leggi fisiologiche. Da queste connessioni nasce una scienza sistemico-complessa che concepisce l’uomo, nella salute come nella malattia, un soggetto indivisibile, dotato di un corpo e di una mente non separati tra loro e nemmeno dall’ambiente (naturale e sociale) nel quale si trova. L’ecobiopsicologia, quindi, reputa la persona come una realtà complessa, da valutare nella sua specifica ed unica individualità, ma senza slegarla dalla sua rete sociale, culturale e naturale.

In tale ottica la malattia, ma anche ciò che viene ritenuta una fase di crisi, è perciò considerata come un evento che può acquistare nuovo significato e nuovo senso nel percorso della propria vita. Essa è valutata dall’ecobiopsicologia come un “linguaggio” che possiede un suo proprio alfabeto, fatto di simboli da interpretare all’interno di questo sistema a “rete”, in modo da poter dare una lettura nuova al sintomo non vedendolo più ancorato alla riduttiva idea di sola causa-effetto. La malattia è dunque accolta, specificatamente per ogni individuo, come un’occasione di conoscenza profonda di sé e, a volte, anche di riscatto.

Nelle prossime pubblicazioni avremo modo di approfondire ed esplicirtare meglio gli aspetti e i temi del nostro metodo che per ora abbiamo solo accennato.

[1] L’Ecobiopsicologia è una disciplina nata nei primi anni ‘80 dall’esperienza clinico psichiatrica e dall’elaborazione concettuale del dott. Diego Frigoli, fondatore nel 1985 dell’ANEB (Associazione Nazionale di Ecobiopsicologia) e poi della relativa Scuola di Psicoterapia con sede a Milano. L’ecobiopsicologia si propone come una scienza sistemico-complessa che, in accordo con le più recenti acquisizioni delle scienze della complessità, la psicoanalisi junghiana e lo studio dell’archetipo del Sé, è capace di legare in un continuum unitario tanto le informazioni dell’ambiente naturale, quanto i loro riflessi biologici e psicologici presenti nell’uomo, per riscoprire quell’ideale sapientia naturalis, che è il codice espressivo della saggezza della vita.

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LE VERITÀ DEL CORPO

Anna Villa

Il corpo è la materia attraverso la quale si esprime il nostro essere vivi e incarnati. Abitualmente ci occupiamo del corpo per curarne l’estetica, la tonicità, l’elasticità, per nutrirlo, renderlo presentabile, servircene per realizzare un’attività, un viaggio, per prendere qualcosa, stringere una mano, toccare. Il corpo ci preoccupa quando si ammala e ce ne prendiamo cura per velocizzare la guarigione o prevenire disagi e malattie stagionali. Allo stesso tempo il corpo ci è molto presente e ci deve seguire e assecondare nei nostri intenti, possibilmente senza disturbare e danneggiarsi. Il corpo è la materia di cui è impastato l’essere animale e l’umano ne è l’espressione più evoluta quanto a consapevolezza e opportunità. Le scienze mediche e biologiche ci hanno permesso di conoscere i funzionamenti e le sottili sinergie di cellule, molecole, tessuti e organi. La filogenesi ci ha resi edotti dei passaggi fondamentali e necessari affinché dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari, dal mondo acquatico a quello aereo, le specie si evolvessero fino all’uomo e alla sua statura eretta. Le scienze umane ci hanno illuminato sul valore del corpo come istanza significativa e dialogante con la psiche. L’occasione che abbiamo in questo contesto e con questi articoli sulle Verità del Corpo è di poter di volta in volta soffermarci sugli aspetti legati alla corporeità e coglierne il valore, la funzione, l’intrinseco filo che la collega al mondo psicologico e fonda le nostre esistenze. Alexander Lowen, fondatore della Bioenergetica1, afferma come il corpo sia strettamente connesso alla nostra identità e sostiene che l’identificazione con il corpo sia il fondamento della vita personale. Il corpo può essere fonte inesauribile di conoscenze, da un lato conoscenza di un sapere individuale che raccoglie il percorso ontogenetico, inscritto nel nostro sistema nervoso, e le esperienze di vita, dall’altro di un sapere collettivo che si esplicita nelle tradizioni, stili di vita, miti e riti delle diverse etnie e culture popolari. Il sapere filogenetico riconosce secondo le leggi di Natura l’affermarsi e il condensarsi dell’energia vitale in un tempo dilatato. Maria Pusceddu, biologa e psicoterapeuta2 ci invita a studiare le

1 A. Lowen, Il tradimento del corpo, Ed. Mediterranee, Roma, 1967, p.10.

2 M. Pusceddu, Gioco di specchi “Riflessioni” tra Natura e Psiche, P.E.Persiani, Bologna,

2010, p.270/271.

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leggi di Natura e la filogenesi per leggerne i significati, per andare nel profondo, indietro nel tempo fino alle strutture archetipiche fondanti. Tutto ciò per percepire dentro di noi la complessità e la compenetrazione di spazi e tempi diversi dell’essere. È la coscienza delle cellule e la loro capacità di scambiarsi messaggi significativi che mantiene funzionante il nostro corpo, sconvolgente capacità di tenere conto di una quantità incredibile di informazioni per decidere se vivere o morire. La complessità del corpo e il suo funzionamento ci riportano per analogia alla complessità della vita stessa che si esplica nelle sue molteplici funzioni, dagli aspetti infrarossi della materia a quelli ultravioletti dello psichismo e della spiritualità. Con l’Ecobiopsicologia3 affermiamo che, se i sistemi viventi interagiscono in una struttura a rete con altri sistemi, significa che la trama della vita è fatta di reti all’interno di reti. Per comprenderne il linguaggio che li collega facciamo riferimento all’Analogia Vitale che esprime quella modalità attraverso cui la Coscienza Cosmica in espansione lega tra loro le forme della realtà naturale componendole in insiemi più vasti e comprensibili solo se considerati con i criteri della complessità, in particolare attraverso lo studio della non-linearità. Quotidianità ed esperienza sensibile ci riportano al corpo vissuto e percepito; è nel tempo del presente che ritroviamo come Corpo e Mente siano le due polarità in cui abitualmente ci riconosciamo come esseri umani. Come le polarità giorno-notte, sole-luna, caldo-freddo, luce-ombra anche corpo-mente si attraggono, si agganciano e si incontrano. E il luogo dell’incontro diventa il luogo magico in cui è racchiusa tutta la forza della vita. Nella visione unitaria di C.G. Jung4, che vede gli opposti in relazione e non in contrapposizione, tutto ciò che si oppone diventa un aspetto di una stessa realtà. Così mente e corpo non sono più lontani, ma luoghi indivisibili della realtà umana. Percepire e riconoscere le sensazioni, le emozioni, i vissuti significa riconoscere la vitalità del corpo e l’attendibilità delle sue reazioni; integrando tutto questo si creeranno le fondamenta dell’identità personale. Corpo quindi come soggetto per manifestare la dimensione vitale e non come oggetto da usare, dominare e addomesticare.

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3 ANEB, Corso monografico annuale, Milano, 2011/2012. Evoluzione e Trasformazione. Le immagini Alchemiche: la visione Ecobiopsicologica, 15 Gennaio 2012. 4 C.G.Jung, Due testi di psicologia analitica, Psicologia dell’Inconscio 1917/1943, Volume VII,

Boringhieri, Torino, p.110.

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ANGOLO NATURA Il nocciolo

Cristina Paladin

L’evoluzione e la fretta con cui viviamo la nostra quotidianità ci portano a

gettare uno sguardo molto superficiale alle piante che popolano il nostro giardino o che troviamo nelle nostre città, considerandole, al massimo, soltanto da un punto

di vista puramente estetico o funzionale. Questo spazio nasce dal desiderio di ritrovare quell’appartenenza profonda,

dentro e fuori di noi, che ci lega alla Madre Terra: fatta di ritmi, di stagioni, di cicli...

I nostri avi tenevano in grande considerazione il significato simbolico e le

proprietà delle piante e dei loro frutti accomunandoli a divinità oppure attribuendo loro contenuti magici e simbolici trascendendo la materia di cui essi erano costituiti

e la loro funzione pratica ed estetica. Imparare a leggere i messaggi dei loro simboli è come proiettarsi in un mondo antico, per cogliere ulteriori significati oltre

a quelli che conosciamo abitualmente.

L’intento di questa rubrica, sarà quello di offrire spunti per percepire il legame misterioso che collega la pianta e il suo frutto, la sua storia e il suo utilizzo,

e scoprire il piacere di assimilare gli alimenti attraverso il cucinare, il trasformare e il mangiare.

La MELA La mela è il frutto del melo. Essa

ha origine in Asia Centrale. La maturazione naturale varia da fine agosto

a metà ottobre. Esistono circa 7000 varietà di mele

di diversa origine in tutto il mondo,

differenti per colore, consistenza, sapore e contenuti nutrizionali. Alcune di queste varietà, disponibili in Italia, sono varietà

tradizionali. Sono rare le piante che più del melo sono legate a miti e simbolismi, la cui universalità testimonia la diffusione e l'importanza di questo albero presso i

popoli antichi.

La mela è il frutto per eccellenza. Con la sua forma sferica ha suggerito all’uomo la totalità del cielo e della terra: una specie di simbolo del massimo potere

terrestre e divino insieme. Nella tradizione irlandese, la mela è il frutto che assicura l’immortalità: tagliata a metà (orizzontalmente) rivela una stella a cinque punte, il

pentagramma pentagonale o stellato, si collega al simbolismo del numero cinque e può richiamare la figura umana a gambe e braccia aperte come l’Uomo Vitruviano

di Leonardo.

Nella mitologia scandinava la mela è il cibo degli dei. Nella tradizione

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ebraico-cristiana il suo frutto è il "frutto proibito", simbolo della conoscenza e poi,

dopo essere stato colto dall'albero della conoscenza, della caduta dell'uomo. La mitologia greca racconta come Gea, la grande madre terra, diede una mela ad Era,

sposa di Zeus, come dono nuziale auspicio di fecondità. Zeus ne possedeva

addirittura un proprio albero personale ed Ercole, sottoponendosi alle "fatiche", fu costretto a sottrarre le mele d’oro proprio da quella pianta presidiata dalle Esperidi.

Una mela donata da Paride ad Afrodite (che promise al giovane la bella Elena, moglie di Menelao, come sposa) fu il "pomo della discordia" che scatenò la guerra

di Troia. Nel dipinto di Lucas Cranach il Vecchio “La vergine sotto il melo” (1530

San Pietroburgo, Ermitage) il melo alle spalle della Madonna può assumere il significato di redenzione.

La forza dei molteplici simboli che la mela evoca può amplificarsi se questo frutto viene sottoposto al fuoco. La regolazione della potenza del fuoco e il tipo di mela usato per creare insieme ad altri ingredienti qualcosa di cui cibarsi, possono offrire, a chi si accosta come “ricercatore”, effetti molto gradevoli e differenti, percezioni gustative e sensazioni tattili e anche interrogativi e riflessioni che possono portare a nuove comprensioni fino a creare, nel ricercatore stesso, stati di coscienza modificati. Per comprendere profondamente il valore di quanto stiamo dicendo possiamo appellarci alle componenti allusive dell’alchimia. L’Alchimia, scienza empirica del passato, è stata un fenomeno culturale così intenso da interessare nel corso della sua storia, le arti, la letteratura, la scienza, la politica, il costume. Essa è stata studiata come sistema scientifico, sistema filosofico e religioso, sistema di conoscenza magico–esoterico e dimensione dell’immaginario. Si proponeva di trasformare i “metalli vili” in “metalli nobili”, allusivamente, stava ad indicare la trasformazione della coscienza dell’individuo che si orienta alla dimensione di totalità. Nel suo percorso alchemico, l’alchimista doveva seguire le regole di Natura, per trovare le corrispondenze analogiche tra il mondo naturale e l’uomo, al fine di delineare la scoperta del Sé. Proprio per avvicinarsi ad un analogo processo in chi desidera cimentarsi, proponiamo ora una ricetta che offra la possibilità di trasformare la “materia mela” e gli altri ingredienti in qualcosa di gustoso, e avvicinare ciascuno a quel mistero alchemico che solo il fuoco può attivare. Ricetta: Torta di mele e yogurt 270 g di yogurt, 3 mele, 3 uova, 150 g di zucchero, 150 g di farina, 90 g di mandorle tritate, mezzo bicchiere d’olio d'oliva. Lavorate la farina, le mandorle tritate, metà dello zucchero e 1 uovo. Lasciate riposare mezz'ora, tirate la sfoglia sottile e stendete la pasta in una teglia che avrete foderato con carta da forno. Distribuitevi sopra le mele tagliate a fettine e cuocete per un quarto d'ora in forno preriscaldato a 180°. Mescolate lo yogurt con le altre due uova ben battute, lo zucchero rimasto, versate sulla torta e rimettete in forno per quaranta minuti. Servite tiepido o a temperatura ambiente. Buona degustazione!

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BIBLIOGRAFIA

LA VISIONE PSICOSOMATICA D. Frigoli, Fondamenti di psicoterapia ecobiopsicologica, Armando Editore, Roma,

2007. D. Frigoli, G. Cavallari, D. Ottolenghi, La Psicosomatica. Il significato e il senso

della malattia, Xenia, Milano, 2000. F. Capra, La rete della vita, Bur Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano, 1997.

UNA NUOVA DISCIPLINA: L’ECOBIOPSICOLOGIA Z. Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma Bari 2002.

D.Frigoli, Ecobiopsicologia. La psicosomatica della complessità, M&B, Milano

2004.

LE VERITA’ DEL CORPO

Lowen, Il tradimento del corpo, Ed. Mediterranee, Roma, 1967, p.10.

M. Pusceddu, Gioco di specchi “Riflessioni” tra Natura e Psiche, P.E.Persiani,

Bologna, 2010, p.270/271. ANEB, Corso monografico annuale, Milano, 2011/2012. Evoluzione e

Trasformazione. Le immagini Alchemiche: la visione Ecobiopsicologica, 15

Gennaio 2012.

C.G.Jung, Due testi di psicologia analitica, Psicologia dell’Inconscio 1917/1943,

Volume VII, Boringhieri, Torino, p.110.

ANGOLO NATURA

N. Julien, Il linguaggio dei simboli, Ed. Arnoldo Mondadori, Milano, 1997.

J. Chevalier e A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli, Ed. RCS Rizzoli Libri S.p.A.

Milano, 1986. L. Impelluso, La natura e i suoi simboli – Piante , fiori e animali, Ed. Mondadori

Electa S.p.A., Milano, 2003.

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NOTE BIOGRAFICHE

ANNA VILLA

Psicologa-Psicoterapeuta ad orientamento junghiano e psicosomatico. Vive e lavora a Treviso come

libera Professionista. Nel 1996 fonda l’Associazione Culturale Demetra, di cui è Presidente, che

opera nel territorio trevigiano dal 1998 con iniziative teorico-pratiche volte all’integrazione

psicosomatica. Nell’associazione Demetra ha proposto negli anni Corsi per le donne sui temi del

Femminile attraverso la Tecnica Psicomotoria e le fiabe. Propone serate di Danze Rituali come

esperienze di Espressione, Movimento e approfondimento personale di tematiche Inerenti la

Consapevolezza di sé. È docente della Scuola di Psicoterapia dell’ANEB, Associazione Nazionale di

Ecobiopsicologia con sede a Milano.

CRISTINA PALADIN

Diplomata in Servizio Sociale all’Università di Trieste.

Diplomata Counselor in Psicosomatica Ecobiopsicologica all’ANEB di Milano. Lavora da anni

nell’ambito sociale.

SUSANNA RUBATTO

Laureata in lettere all’Università Ca’ Foscari (VE). Diplomata Counselor in Psicosomatica

Ecobiopsicologica all’ANEB (MI). Svolge la propria attività a Treviso.

VALTER CARNIELLO

Psicologo e Psicoterapeuta con la specializzazione ad indirizzo psicosomatico. Si occupa di ipnosi e

ne studia le applicazioni cliniche. Da diversi anni segue l’impostazione ecobiopsicologica. Nel 1997

fonda l’Associazione culturale IL LABIRINTO. Lavora a Sacile e a Treviso, privatamente e per le

Aziende Sanitarie.

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11° CONVEGNO 2012 ASSOCIAZIONE CULTURALE DEMETRA

LUNEDÌ 05 MARZO Ore 21.00 PRESENTAZIONE DEL FILM:

“IN UN MONDO MIGLIORE” di SUSANNE BIER presso il Cinema Edera Piazza Martiri Belfiore 2 – Treviso; Costo ingresso: € 6,00

MERCOLEDÌ 07, 14 MARZO DUE LABORATORI DI ESPERIENZE PSICOCORPOREE:

“DALLA LUCE ALL’OMBRA DALL’OMBRA ALLA LUCE” Conducono: Dott.ssa LAURA ZANARDO e Dott.ssa ANNA VILLA

MERCOLEDÌ 21 MARZO LABORATORIO CREATIVO FOTOGRAFICO:

“DALLA LUCE ALL’OMBRA DALL’OMBRA ALLA LUCE” Conduce: FRANCESCA DELLA TOFFOLA Fotografa

www.francescadellatoffola.it

Orario 20.30 – 23.00 presso la palestra della scuola elementare di S. Elena di Silea (TV); Costo: € 15,00 a serata + € 15,00 (Tessera Associativa)

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11° CONVEGNO 2012 ASSOCIAZIONE CULTURALE DEMETRA

DOMENICA 18 MARZO

INCONTRO CON LA SCRITTRICE:

Ore 17.00 Dott.ssa MARIA PUSCEDDU

Biologa, Psicoterapeuta presenta il libro:

GIOCO DI SPECCHI “Riflessioni” tra Natura e Psiche. presso Libreria Ubik Marton, Corso del Popolo, 40 – Treviso. INGRESSO GRATUITO

SABATO 24 MARZO 2012

Ore 14.30 Apertura Convegno Dott.ssa Anna Villa, Presidente Associazione Demetra Dott.ssa Laura Zanardo Dott. Enrico Marignani

Ore 15.15 Dott. DIEGO FRIGOLI Psichiatra-Psicosomatista, Presidente ANEB

“LE METAMORFOSI ARCHETIPICHE: AMORE E DOLORE NELLA MALATTIA”

Ore 16.15 Dott. GIORGIO CAVALLARI Psichiatra-Psicosomatista, Direttore Scientifico ANEB

“IL SEME DEL CAMBIAMENTO NEL TERRENO DELLA PATOLOGIA”

SEDE : Istituto Professionale M. Alberini Via Franchini 1 Lancenigo di

Villorba(TV)INGRESSO GRATUITO

Per informazioni e iscrizioni: 0422.401853 da Lunedì a Venerdì dalle 8.00 alle 8.30; 0422.591435 da Lunedì a Venerdì dalle 19.30 alle 21.00; 348.6719578 da Lunedì a

Venerdì ore pasti

email: [email protected] - www.convegnodemetra.it

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L

L’Associazione Culturale Demetra opera nel territorio trevigia no dal

1998. Le sue proposte mirano a sensibilizzare, formare e informare quanti manifestino interesse nella ricerca personale, individuale e sociale in ordine all’integrazione corpo-mente secondo una visione olistica della persona inserita in un suo contesto ambientale, in relazione con il mondo esterno circostante. L’Associazione ritiene che l’integrazione corpo-mente possa rispondere alla necessità esistenziale di benessere e di unità personale di cui ogni essere umano ha diritto e che questa si raggiunga attraverso la graduale acquisizione di consapevolezza, la maturazione della Coscienza. Negli anni sono state attivate esperienze corporee come Psicomotricità, Danze Rituali, Yoga, Teatro-Danza, Bioenergetica, Psicodramma Corporeo, e sono stati proposti Seminari di approfondimento e Convegni divulgativi su tematiche Psicosomatiche e Psicologiche di interesse generale e specifico per favorire la riflessione e una maggior conoscenza delle più recenti acquisizioni scientifiche inerenti a queste materie. Il Direttivo dell’Associazione è formato da Anna Villa e Laura Zanardo, psicologhe-psicoterapeute e da Enrico Marignani, avvocato. Le attività dell’Associazione sono sempre seguite con interesse; i suoi soci raggiungono il numero di 450 e nel corso degli anni la partecipazione, soprattutto ai Convegni, ha visto mobilitarsi tutto il territorio del Triveneto. Fin dall’inizio Demetra collabora con l’ANEB, Associazione Nazionale di Ecobiopsicologia che ha sede a Milano.

www.convegnodemetra.it

IL LABIRINTO nasce nel 1997 a Sacile (PN) con lo scopo di diffondere

la cultura e la ricerca nell’ambito della medicina psicosomatica. Le attività

didattico culturali dell’Associazione toccano punti fondamentali come: i disturbi psicosomatici, l'identità, la personalità, l'incidenza del mondo degli affetti sulla

salute psicofisica. Per affrontare nella loro globalità la salute e la malattia, è conveniente

ampliare la prospettiva d’intervento, cogliendo l'importanza dell'integrazione di

tutte le parti della persona: psichica, corporea, relazionale ecc. Un'altra caratteristica peculiare dell’Associazione è lo studio e l'utilizzo

di tecniche a mediazione corporea e l'ipnosi clinica. Nel corso degli anni si sono organizzati numerosi corsi di formazione in tecniche ipnotiche rivolte a medici e

psicologi, anche in collaborazione con l’Istituto di Ipnosi Clinica Bernheim di Verona.

L’Associazione Il Labirinto ha sede a: Sacile (PN) in via Meneghini, 3

tel. 348 3578 838 e_mail: [email protected]