David Lynch The Air is on Fire

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Cartella stampa La mostra David Lynch, The Air is on Fire è stata ideata e realizzata per iniziativa della Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi.

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David Lynch The Air is on Fire Press Kit Italiano

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Cartella stampa

La mostra David Lynch, The Air is on Fire è stata ideata e realizzata per iniziativa della Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi.

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Ufficio stampaLa Triennale di MilanoAntonella La Seta, responsabileDamiano GullìMarco Martello

Tel. 02 72434 241/205Fax 02 [email protected]

Tutte le immagini e i testi sono scaricabili dal sito www.triennale.it/press

DAVID LYNCHThe Air is on Fire

Curatore / Chief Curator:Hervé ChandèsAssistenza curatoriale / Curators: Hélène Kelmachter, Ilana ShamoonProgetto espositivo / Exhibition DesignCoordinator: Patrick DutertreSuono / Sound Design: Dean Hurley con/ with Renzo MozziSupervisione delle opere / Registrars:Corinne Bocquet, Alanna Minta JordanValutazione delle schede di conservazione / Condition Reports:Chiara MartinelliInstallazione / Installation: Gilles Gioan Adattamento dell’allestimento /Adaptation of the Exhibition Design:Nick BelloraComunicazione visiva / VisualCommunication: Cristina ChiappiniPatinatura / Patina: Céline Miquélis Strutture allestitive metalliche / Porticos,display cases, and trigger stations:Fabien Vienne, Gaëtan Bousigué – ReplicartScenografia / Set: les ateliers du théâtre MarignySculture (poltrona e divano) / Armchairand couch sculptures: Joël LagarnaudieStruttura metallica delle sculture /Structure of metal sculptures:Nicolas Thibault Moquette e tappeti / Carpets and rugs:Enia TecsomStampa dei Distorted Nudes / Printing ofDistorted Nudes: Epson Poltroncine / Armchairs:TMA Teatro. Comunità. UfficioCornici / Framing:Florence Diemer, Valérie PietralungaMontaggio allestimento / Installation:Arché allestimenti, Koiné

Illuminazione / Lighting:MarzoratimpiantiMontaggio del neon / Neon installation:ClodTrasporti / Shipping: Crown Fine Arts,Borghi InternationalAssicurazioni / Insurance: AllianzPromozione / Promotion: Maxima.Comunicazione EsternaTraduzioni / Translations: Riccardo Caccia

La mostra David Lynch The Air is onFire è stata ideata e realizzata periniziativa della Fondation Cartier pourl’art contemporain di Parigi

In copertina: Distorted Nude

01: Do you want to knowwhat I really think?

02: This man was shot 0,9502seconds ago.

03: Distorted Nude04: Distorted Nude05: Distorted Nude06: Senza titolo07: Senza titolo08: Particolare della mostra09: Senza titolo10: Senza titolo11: Senza titolo12: Senza titolo

01, 02, 07, 11, : Collezione FondationCartier pour l’art contemporain di Parigi Tutte le immagini © David Lynch.

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David LynchThe Air is on Fire

Triennale di Milano9 ottobre 2007 – 13 gennaio 2008

La Triennale di Milano presenta DavidLynch, The Air is on Fire, una mostraideata e realizzata per iniziativa dellaFondation Cartier pour l’art contemporaindi Parigi e dedicata ai molteplici aspettidell’arte di David Lynch. Per la prima volta in Italia il regista espone dipinti, fotografie, disegni, film sperimentali e creazioni sonore. Il pubblico avrà dunque l’occasione discoprire e rivisitare l’arte di David Lynchalla luce di opere inedite, installate in unambiente concepito da lui stesso.

Nato nel 1946 nel Montana, David Lynchtrascorre l’infanzia a disegnare e dipingere. Nel 1965 parte alla volta diFiladelfia, per studiare le belle arti pressola Pennsylvania Academy of the FineArts. Qui scopre la sua passione per leimmagini in movimento: un giorno, mentre si trova solo nel suo atelier, vede una leggera brezza animare dolcemente gli oggetti incollati sulla tela cui sta lavorando.Sei mesi dopo questa esperienza, portaa termine il suo primo cortometraggiosperimentale. Così è nata la vocazione di uno dei registi più talentuosi delmondo, il più giovane – a tutt’oggi – traquelli insigniti di un Leone d’oro per l’insieme della sua opera: una consacrazione ottenuta nel settembre del 2006 al termine della proiezione del

suo ultimo film, INLAND EMPIRE (2006),alla Mostra del cinema di Venezia. Lungol’intero corso della sua carriera di registacinematografico, David Lynch non ha maismesso di dipingere, disegnare, fotogra-fare e realizzare animazioni; ha addiritturaesteso alla composizione musicale e allacreazione sonora il campo delle sueesplorazioni artistiche.

The Air is on Fire prende vita dallo studiodi David Lynch, affollato di dipinti, daarmadi pieni di faldoni d’archivio neri eda interi scaffali di cartelle etichettate,contenenti innumerevoli disegni. Questaautocollezione, conservata in modoeccelente, risale agli anni del liceo e non era mai stata esposta in Italia prima d’ora. Rivelate al direttore della FondationCartier, Hervé Chandès, tutte questeopere saranno riunite in un allestimentocreato dallo stesso David Lynch: quadrisospesi a grandi montanti metallici rivestiti di tende, film d’animazione proiettati in una sala cinematografica inminiatura che si richiama a Eraserhead(1977), il disegno di un salotto trasforma-to in una scena a grandezza naturale.Questi ambienti vengono a costituire unapersonalissima scenografia, dove il visitatore può entrare in contatto con unnuovo aspetto dell’immaginario di DavidLynch, in un’atmosfera che appartiene a lui solo.

I dipinti, le fotografie e i disegni di Lynchevocano le sue esperienze infantili, i suoifantasmi di adolescente, le sue preoccu-pazioni d’adulto. Il tema ricorrente della casa, con le sueinquietanti risonanze, affiora in quadricupi, dalla consistenza organica e misteriosi nel messaggio. “L’humournoir”di Lynch non manca di affacciarsi

perfino nei suoi dipinti più seri, propriocome viene a portare il sollievo salvificodel riso nei suoi film più sconcertanti. Le sue fotografie catturano contesti eclimi svariati, dai più sensuali e onirici ai più tenebrosi e perturbanti. I suoi nudi, a colori o in bianco e nero,sviluppano l’archetipo femminile secondoLynch: creature dall’aria provocante, conlabbra e unghie dipinte di rosso vivo. Le sue fotografie in bianco e nero di paesaggi industriali esplorano la geome-tria delle forme architettoniche e cattura-no l’atmosfera fuori dal tempo dei luoghiabbandonati dall’uomo. La serie deiDistorted Nudes presenta fotomontaggidigitali realizzati a partire da fotografieerotiche che risalgono agli anni 1840-1940: David Lynch ne fa scaturire creature che, sebbene ancora umane,assumono forme ed espressioni irreali. I suoi schizzi e disegni, infine, esprimonol’aspetto più intimo della sua arte.Esposte per la prima volta in Italia, que-ste opere conservate dall’adolescenza eregolarmente consultate da Lynch pertrarne ispirazione gettano una luce stra-ordinaria e scevra di ogni censura sulsuo processo creativo. Svelano le fontid’ispirazione dell’artista e mettono in evidenza le linee di forza che attraversa-no l’intera sua opera.

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Davide RampelloPresidente Triennale di Milano

Sono molto felice che inizi oggi unanuova collaborazione con la FondationCartier pour l’art contemporain di Parigi,istituzione culturale che considero tra lepiù attive e vivaci d’Europa. Si tratta diun inizio davvero prestigioso, con lamostra The Air is on Fire, omaggio, e alcontempo creazione, di un artista totalecome David Lynch.

The Air is on Fire merita l’attenzione delgrande evento per almeno due motivi: èla prima monografica dedicata a unartista tuttora attivissimo, quindi nonsolo momento di rappresentazione dellesue creazioni pittoriche, fotografiche,cinematografiche e televisive ma anchemetaforico manuale d’istruzioni sui suoiprogetti futuri. Ed è curata e allestitadallo stesso Lynch, perciò nuova operaessa stessa, nella quale si materializzanoed acquistano volume l’immaginario e itemi cruciali del suo percorso artistico.

La mostra ha il pregio di far conoscereun David Lynch assolutamente inedito edai talenti articolati, soprattutto per ilpubblico italiano abituato a incrociarlosolo nei lavori per lo schermo, cinematografico e televisivo. Invece nelpercorso proposto scopriamo l’artistaalle prese con la creatività nei momentipiù impensati, negli schizzi tratteggiatisu fazzoletti di carta o nei taccuini per gliappunti, fino ai complessi percorsi visiviinseguendo la luce sui corpi femminilidelle damigelle erotiche di metàOttocento.

Ai visitatori consiglio di farsi catturaredall’apparente casualità dell’esposizione,divertendosi a cercare, nella molte opereesposte, la cifra, i temi ricorrenti e leinquietudini che popolano i grotteschisogni di questo generoso artista.

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Hervé ChandèsDirettore della FondationCartier pour l’art contemporain

The Air is on Fire è la mostra più importante mai consacrata all’opera di David Lynch. Sin dagli anni trascorsi all’Accademiadi belle arti di Filadelfia, David Lynch ha dedicato, senza sosta, una parte consistente della sua attività creativa allearti plastiche. Presentata a Parigi dal 3marzo al 27 maggio 2007 e poi a Milanodal 9 ottobre 2007 al 13 gennaio 2008, la mostra riunisce tutte le forme espressive di un artista proteiforme cheha sempre perseguito, sin dall’infanzia, il desiderio di essere pittore.

Allestita da David Lynch, The Air is onFire presenta un gran numero di opererealizzate tra il 1960 e oggi: quadri,fotografie e oltre 500 tra disegni, schizzie altre annotazioni, conservati con cura,ma apparentemente senza rispettarenessun principio organizzativo, all’internodi due classificatori neri. Mentre i suoiprimi cortometraggi sono proiettati inuna piccola sala che sembra ispirarsi alfilm Eraserhead (1977), Lynch trasformaun disegno in uno spazio nel quale ilvisitatore può entrare.

Nel catalogo concepito da Xavier Barral,sono pubblicate gran parte delle opereesposte. Fatta eccezione per i dipinti,esse sono riprodotte intenzionalmentesenza titolo e senza datazione, eliminando qualsiasi classificazionecronologica, nel rispetto dei desideri dell’artista. I disegni sono riprodotti agrandezza naturale, tranne quando indicato diversamente. Le fotografiesono tutte presentate nello stesso formato (stampe originali da 28 x 35 cm)fatta eccezione per i Distorted Nudes,realizzati per la prima volta in due formati- 30 x 30 cm. e 160 x 110 cm - per gliscopi della mostra. Alcune immagini tratte dai suoi film, evocano l’universocinematografico di David Lynch.

Il 15 dicembre 2006 David Lynch ha registrato i suoi ricordi, le sue impressioni e alcuni aneddoti, in compagnia di Kristine McKenna,sfogliando le pagine della bozza diquesto catalogo. Il lettore è caldamenteinvitato ad ascoltare la registrazione,pubblicata sotto forma di due CD, mentre guarda le immagini. Una conversazione tra Andrei Ujica,cineasta e storico del cinema, e BorisGroys, storico dell’arte, filosofo e teorico,offre una messa in prospettiva dell’artedi David Lynch. Il ritratto fotografico acolori di David Lynch è uno dei tre realizzati da William Eggleston in occasione dell’incontro tra i due artisti,da me organizzato. La fotografia è statascattata il 12 dicembre 2006, di pomeriggio, nel giardino della casa diDavid Lynch, a Hollywood.

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Conversazione con David LynchTrascrizione della conversazione sulcatalogo tra David Lynch e KristineMcKenna

David Lynch: Questa serie [pp. 56-57] èstata disegnata su scatole di fiammiferi.Mi piacciono molto le serie. Non so come tutto sia cominciato, ma untempo vi erano molti più fiammiferi cheaccendini e, dal momento che le scatoleerano neutre, vi si poteva disegnaresopra. Alcuni di questi sono dittici. Era piacevole fare questi disegni sullescatole di fiammiferi.Kristine McKenna: Quante ne ha realizzate? Quelle presenti alla mostrasono le migliori?DL: No, no, sono tutte quelle che restano. Alcune sono andate perse: non ricordo quante ne feci.KM: Quindi lei appartiene a quella categoria di persone che disegnano sututto ciò che hanno a portata di mano?DL: Sì.KM: Quelli alle pagine 58 e 59 sono tovaglioli di carta?DL: Al ristorante Bob’s Big Boy avevano(ma credo ci sia ancora) un contenitoredi tovaglioli di carta fatto in metallo cromato. Bastava allungare una mano,prendere un tovagliolo e cominciare adisegnare. Io portavo il mio materiale, i miei evidenziatori di colori diversi, ordinavo un caffè e un milk-shake edecco i disegni che facevo.

KM: A pagina 71 abbiamo il disegno diun interno che mi fa pensare al salottodei conigli di INLAND EMPIRE.DL: Sì, è simile. Mi piacciono queste piccole stanze: ho fatto una serie di disegni di questo tipo. Questo è uno, ma ci sono anche dei tappeti. In questomomento mi piacerebbe molto disegnaredelle lampade. E anche delle poltrone,ma forse sto esagerando!KM: Cosa le piace di questi internicoperti di tappeti [pp. 72-73]? Ricordanol’art déco degli anni Trenta e Quaranta.DL: Direi piuttosto anni Quaranta…Non saprei. Non mi piacerebbe abitare in interni simili, ma mi piacerebbeambientarvi un film. Amo entrare in questo genere di universo.A pagina 75 c’è un altro interno incompiuto.KM: Con un nudo disteso…DL: Su un divano. È del periodo in cuiabitavo a Filadelfia. L’atmosfera è quelladi Filadelfia. La dimensione delle finestre,è Filadelfia; anche la lampada è diFiladelfia.KM: A proposito di Filadelfia, perché hagirato Six Men Getting Sick al dodicesi-mo piano di un vecchio edificio di quellacittà?DL: L’edificio era di proprietà della miascuola, che lo aveva messo a mia dispo-sizione affinché potessi utilizzarlo comestudio per realizzarvi il mio progetto.Questi disegni [pp. 76-77] sono stati rea-lizzati su cartoncini da 10 x 15 cm. Ne hopersi molti di questi… Li disegnavo conuna matita dalla punta molto fine. L’ideaera di fare disegni molto piccoli, poi difotografarli e quindi ingrandirli.KM: Si ricorda a quale periodo risalgono?DL: Credo agli anni Settanta.KM: Quelli alle pagine 78 e 79 sono piùgrandi o dello stesso formato?DL: Il formato è lo stesso. Quello a pagi-

na 78 si intitola Mr. Jim’s Home by theSea (La casa sul mare di Mr. Jim). Si trattava di una serie costituita dadiversi disegni, ma non so dove sianofiniti. C’era Mr. Jim Mentally ProjectsThree Floating Mice (Mr. Jim proiettamentalmente tre topolini fluttuanti), Mr.Jim Does Three Magic TrickSimultaneously (Mr. Jim esegue trenumeri magici simultaneamente), cosedel genere.Alle pagine seguenti abbiamo dei cartoncini da 10 x 15 cm. No, in realtàquello di sinistra è 10 x 15, ma quello didestra ha un altro formato. Quanto alsoggetto, non saprei che dirle.KM: Quindi per diversi anni lei ha lavorato soltanto su formati piuttosto piccoli, come questi.DL: Assolutamente. Le tele di grandidimensioni costavano care, quindi mirifugiavo nei piccoli formati.

Trascrizione della conversazionesul catalogo tra David Lynch e KristineMcKenna – critico d’arte, giornalista econservatrice –, registrata il 15 dicembre2006 a Los Angeles.

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Sull’arte di David LynchColloquio tra Boris Groys e Andrei Ujica

Andrei Ujica: I cineasti le cui radici affondano nella pittura sono sempre statiuna minoranza. È noto, i cineasti vengono semmai dalla letteratura,soprattutto dalla prosa, a volte dal teatro,qualcuno dalla poesia, il che dimostracome il cinema sia essenzialmente un’arte narrativa. Sebbene i registi la cui fonte creativa risieda nella pittura costituiscano il gruppo meno numeroso,il loro ruolo nella storia del cinema èperò, tutt’altro che trascurabile. Ne abbiamo le prove più sorprendentinell’opera di Murnau, che ha fatto studidi storia dell’arte e il cui apporto fondamentale è stato quello di trasferireal cinema uno stile derivato dalle arti plastiche, in particolaredall’Espressionismo; oppure nel lavoro di Tarkovskij, che ha sempre aspiratoardentemente a divenire pittore. Se poi non ha assecondato il suo desiderio, tranne che come semplicehobby, se non ha potuto esaudire la suaaltra grande aspirazione, diventare poeta,è stato soltanto perché suo padre eraentrambe queste cose. Per dare sfogoalle sue voglie, ha dovuto trovare unmedium sostitutivo. Così ha concepito un cinema fondamentalmente pittorico epoetico. Mi pare opportuno rammentarein questa sede un’altra specificità delcinema: l’enfasi posta sull’elemento plastico, comporta necessariamente

l’attivazione dell’elemento lirico.David Lynch fa parte di questa tradizione, sebbene in modo assoluta-mente singolare: non è né un transfugadella teoria, né un pittore mancato. Al contrario, fin dagli inizi ha svolto un’at-tività nell’ambito delle arti plastiche chenon ha mai interrotto fino ad oggi. In gioventù si è però trovato, un bel giorno, davanti a un bivio che ha portatola sua opera cinematografica in primopiano e, all’inverso, ha spinto la suaopera plastica lungo sentieri nascosti.

Boris Groys: Credo che a questo punto,proprio a partire dagli inizi, sia importantecercare di precisare meglio le cose, interrogarsi sulla tradizione delle arti plastiche nella quale si colloca DavidLynch. Osservando l’opera di DavidLynch, sia quella degli esordi che quellarecente, si coglie chiaramente, dal miopunto di vista, il contesto storico-artisticonel quale essa si evolve. Vale a dire l’artemoderna europea del XX secolo, quelladegli artisti che, cogliendo l’aspetto tragico e inquieto dell’uomo, hanno voluto rappresentarlo – penso soprattuttoagli artisti espressionisti e surrealisti.Questi ritenevano che l’essere umano si trovasse in stato di pericolo di fronte

all’inumano – un pericolo al tempo stesso esterno e interno. I loro temi sipotevano ricondurre alla dissoluzionedella figura umana nell’inumano, l’attaccodall’esterno o l’esplosione dell’interno,ciò che fa andare in mille pezzi il corpoumano. Quell’arte che gli artisti emigratiche, negli anni Trenta e Quaranta, fuggivano l’Europa minacciata dal nazismo, hanno portato in America.Questi artisti hanno portato, nei lorobagagli, la comprensione della fragilitàdella natura umana e dei pericoli cheincombono su di essa. Questa comprensione entrava in rotta di collisione con l’ottimismo diffusoovunque in America, in quel periodo, unottimismo che faceva affidamento su unafede arcaica nella bontà immanente dellanatura incontaminata – compresa lanatura umana – e nella possibilità di trovare la felicità sulla terra. Al contrario, la tradizione espressionistae surrealista, nell’ambito della modernitàartistica, considerava l’essere umanocome vittima di un conflitto primigeniocon se stesso e con il mondo.

Estratto dal catalogo della mostra

Boris Groys, filosofo, e Andrei Ujica,cineasta, insegnano entrambi allaHochschule für Gestaltung di Karlsruhe,istituto diretto dal filosofo PeterSloterdijk, che riunisce un ineditogruppo di teorici dei media,dell’immagine e dell’arte.

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Polish Night Music

A Milano come a Parigi, un'esclusiva performance musicale di David Lynche Marek Zebrowski per celebrare l'apertura della mostra The Air is On Fire

Notte... scialbe stazioni ferroviarie, fab-briche polacche, silenziosi alberghi doves'incontrano viaggiatori solitari... Questesono le immagini e le suggestioni narrati-ve che pervadono le atmosfere di PolishNight Music, collaborazione musicale trail regista americano David Lynch e il pia-nista e compositore di origine polaccaMarek Zebrowski.

Nato come una serie di registrazioni instudio, Polish Night Music si è in seguitotrasformato in performance musicali dalvivo, articolate in eventi unici in variecittà: al Consolato polacco di New York,all'Hammer Museum di Los Angeles, allaFondation Cartier pour l'art contemporaindi Parigi (come parte dell'inaugurazionedi The Air is on Fire), a Lódz, in Polonia,ed ora a Milano presso la Triennale dovei due artisti si sono trovati nuovamenteinsieme grazie al coinvolgimento e alcontributo di Cartier Italia.

Zebrowski e Lynch si sono conosciuti inPolonia, in occasione del CamerimageFilm Festival di Lódz, e hanno incomin-ciato a lavorare insieme nel corso dell'or-ganica evoluzione dell'ultimo film diLynch, INLAND EMPIRE. Zebrowski hasvolto dapprima le funzioni di traduttoreper la lavorazione di un nutrito gruppo discene ambientate a Lódz e parlate inpolacco: ma, dopo la scoperta del lorocomune interesse per la sperimentazionee improvvisazione musicali, Lynch hainvitato Zebrowski (americano di originipolacche che vive a Los Angeles) nel suostudio di Hollywood per prendere parte auna serie di esperimenti musicali. Da queste collaborazioni iniziali, ispiratedai loro legami unici e singolari con laPolonia, sono emersi un linguaggio musicale ben definito e quella tessiturainconfondibilmente moderna che ha dato vita a Polish Night Music.

Le sessioni in studio di registrazione e lesuccessive performance dal vivo, le unee le altre caratterizzate dalla liberaimprovvisazione, sono in genere avviateda Lynch con un frammento narrativo, ungrappolo di immagini inteso come unasorta di piano focale mentale. CosìZebrowski descrive il procedimento:“Nella prima prova di registrazione, chiesia David: Devo pensare a qualcosa in particolare, pensarlo nei termini di unascena? Ci pensò un po' su e poi rispose:'Sì', e mi disse: 'E' notte: c'è unastrada buia che si snoda attraverso lacampagna polacca… C'è un'auto cheprocede lentamente: puoi vederne le lucidei fanali… E c'è un'altra macchina chela segue…'” Un altro frammento narrativo, tratto dal concerto di New YorkCity, illustra bene il progredire in sottigliezza delle descrizioni: “La neve,illuminata dai lampioni, cade di notte

attraverso gli alberi neri e senza fogliame.Le desolate fabbriche di Lódz si ergonovuote e silenziose. Resta soltanto lamemoria delle macchine…” Partendo daquesta immagine, Lynch distende con ilsuo sintetizzatore Korg un sinuoso lettomusicale sopra il quale il pianoforte diZebrowski costruisce una complessitàformale, una struttura musicale cucitaall'interno e all'esterno del tessuto tonaledi Lynch. L'essenza della musica stanella collisione spontanea cui l'improvvi-sazione conduce. Ogni pezzo possiedeinevitabilmente una forma conversativa,eppure ciascun brano riesce ad emergereevocando la sua storia singolare e unica.

“(La Polonia) è un paesaggio che continua a restare per me familiare e insieme del tutto straniero” spiegaZebrowski. “Ogni volta che ci vado, qualcosa mi sorprende… e penso che,per David, la Polonia rappresenti senzadubbio il procedimento della scoperta.”“Non sappiamo che cosa accadrà…”afferma semplicemente Lynch. Da qualche parte in questo ignoto esistel'esperienza di una notte polacca e questi concerti offrono l'opportunità diavventurarvisi per un viaggio…

Dean Hurley, ottobre 2007 Dean Hurley è un designer e ingegneredel suono, che ha collaborato con DavidLynch tanto per il paesaggio sonoro dellamostra The Air is on Fire quanto per illungometraggio INLAND EMPIRE.Attualmente Dean gestisce lo studio didoppiaggio e registrazione di Lynch,Asymmetrical Studio in Los Angeles, CA.

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Il CatalogoDavid LynchThe Air is on Fire

La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo nel quale si riflette la varietà e l’ampiezza deicampi di interesse di questo artista.Questo libro propone un percorso attraverso un folto numero di opere,commentate da David Lynch nel loroordine di apparizione nel libro sottoforma di une conversazione con la giornalista americana Kristine McKenna(in inglese sul CD). Inoltre, esplorando i legami tra arte e cinema nelle storia dell’arte del XX secolo e più precisamen-te nel corpus lynchiano, un ricco colloquio tra Boris Groys et Andrei Ujicaoffre un’illuminazione teorica sulla costruzione dell’ opera di questo talen-tuoso regista, pittore, scultore, fotografo.

D a v i d L y n c h

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La Triennale di Milano

Consiglio d'Amministrazione Davide Rampello, PresidenteGianluca Bocchi, Mario Boselli, Paolo Caputo, Silvia Corinaldi RusconiClerici, Maria Antonietta Crippa, Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Carla Di Francesco, Carlo Edoardo Valli

Collegio dei Revisori dei contiSalvatore Percuoco, PresidenteMaria Rosa Festari, Andrea Vestita

Direttore GeneraleAndrea Cancellato

Comitato scientificoSilvana Annicchiarico, design, modaAldo Bonomi, industria, artigianato, societàFausto Colombo, arti decorative e visive,nuovi media, comunicazione e tecnologiaFulvio Irace, architettura e territorio

Collezione permanente del designSilvana Annicchiarico, conservatoreGiorgio Galleani, Roberto Giusti,Giuseppe Utano

Settore Affari GeneraliAnnunciata Marinella Alberghina, Elena Cecchi, Franco Romeo

Settore Biblioteca, Documentazione,ArchivioTommaso Tofanetti, Michela Benelli, Elisa Brivio, Claudia Di Martino, Cristina Perillo, Elvia Redaelli

Settore IniziativeLaura Agnesi, Roberta Sommariva, Nick Bellora, Carla Morogallo, ViolanteSpinelli Barrile

Settore Servizi Tecnici AmministrativiMarina Gerosa, Pierantonio Ramaioli,Anna Maria D’Ignoti, Giuseppina Di Vito,Isabella Micieli, Paola Monti, FrancoOlivucci, Alessandro Cammarata, Xhezair Pulaj

Ufficio Marketing e ComunicazioneLaura Benelli, Valentina Barzaghi, MariaChiara Piccioli, Olivia Ponzanelli

Ufficio StampaAntonella La Seta Catamancio, Damiano Gullì

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Triennale di Milano

Mostre in corso

David LynchThe Air is on Fire9 ottobre 2007 - 13 gennaio 2008

Mostre in programmaannisettantaIl decennio lungo del secolo breve27 ottobre 2007- 30 marzo 2008A cura di Gianni CanovaAllestimento di Mario Bellini

Venti di StrisciaTriennale di Milano10-25 novembre 2007

Triennale Design MuseumInaugurazione 6 dicembre 2007

Triennale Bovisa

Mostre in corso

Victor Vasarely 4 ottobre 2007 - 27 gennaio 2008a cura di Andrea Busto e Cristiano Isnardi

Pink Pavillion di Gaetano PesceDal 3 ottobre 2007Struttura permanente destinata ad accogliere laboratori per bambini legatialle mostre in corso in Triennale Bovisa.

Mostre itineranti

Il Design Italiano100 oggetti della collezionepermanente del design italiano

10- 24 ottobre 2007Lalit Kala AkademyNew Delhi, India

dal 16 novembre 2007Chhatrapati Shivaji Maharaj MuseumMumbai

dal 12 dicembre 2007Cii Nid Design SummitBangalore

dall’8 gennaio 2008Nid CampusAhmedabad

Città MetafisicheCittà di fondazione dall'Italiaall'Oltremare 1920-1945.25 settembre - 22 ottobre 2007MUAR - Museum of Architecture Mosca, Russia

Bruno Munari:vietato l’ingresso agli addetti al lavoro25 ottobre 2007 - 27 gennaio 2008La Triennale di Milano TokyoShiodomeitalia Creative Center, Tokyo

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