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24-01-202088
DE
fi vVnV~. la Repubblica
RECENSIONED'AUTORE
ENRICODEAGLIO
Torino ai tempidel piomboe del fuoco
NEL ROMANZO D'ESORDIO MARTABARONE RIEVOCA LA TRAGICA VITA
DI SUO PADRE NEGLI ANNI 70
N UNA TORINO che adessoè "nuova", perché la Fabbri-ca non c'è più —ma nei caffèresiste sulle pareti «la luce
torbida delle carte dei cioccolatini» -una giovane donna va alla ricerca disuo padre morto di cancro quando erabambina. Chi è stato Leonardo Baro-ne? Un terrorista di Prima Linea, unmedico idealista diventato operaio, unmilitante della super dogmatica egrottesca Unione dei Comunisti Italia-ni (marxisti-leninisti), un infame, uningenuo, un eroe della democrazia?Forse era solo uno dei tanti immigratiarrivati speranzosi nella grande cittàche lo ha respinto, ma poi lo ha seppellito concentinaia di volti vecchi e tristi al Crematorio,dove sono accompagnate, alla fine, tutte le vitesconfitte dalla Fabbrica.
Marta Barone, traduttrice e autrice di libri perragazzi, qui al suo esordio letterario - e che ful-minante esordio! - si muove con competenza efinezza sciasciana tra la crudeltà delle carte giu-diziare che si sono occupate di suo padre e le
I
CITTÀ SOMart
PP. 29
MMERSAa BaroneBompiani6 euro 18
memorie di un'adolescenza letteraria, fino a tra-sformarsi in cronista hard-boiled nella descri-zione dei famosi anni di piombo. Quando FranceSoir titolava: «Dans le rues de Turin - la terreur»e L.B. (il padre) correva scalzo per le vie di pietra,inzuppato di sangue non suo, dopo «il terribileNatale di via degli Artisti» (di cui naturalmentenon svelerò l'orrore). Chi guidava quella cittàverso la sua distruzione, tra suicidi nelle soffitte,cittadelle segrete dove si conservavano schede ditutti, pallidi falò ai cancelli della Fabbrica con-
dannata a morte, ragazzini che porta-vano il mitra sotto il loden? Probabil-mente il Fato, di cui L.B. è stato un pro-tagonista, un testimone, un fantasma.E qui passano, come le feuilles mor-
tes, angoli di città che L.B, quando eraancora in vita, indicava distrattamentealla figlia: il bar dell'Angelo Azzurro dacui uscì il corpo carbonizzato di Rober-to Crescenzio, per esempio, o l'ambula-torio del Cit Turin, dove le case libertysfoggiano leoni e draghi sulle facciate,dove venne «crocifisso con proiettili» ilfamoso professore che applicava elet-trodi sulle creature difficili. Come il dol-ceAlbertino, un ragazzo anche lui, comeL.B., simbolo della città sommersa.
Valeva la pena vivere la vita tragica di L.B? Sì,ricordano alla figlia i suoi amici. Non derideteloperla sua ideologia: anche lui,nel suo estenuante,immane, inutile lavoro in difesa degli schiavi nelsottosuolo, è stato felice. Oggi, in superficie,Tori-no sembra pacificata, ma come la mitica e favolo-sa Kitez assediata dai tartari, la sua parte piùintima si è solo inabissata nel lago, e capita, ognitanto, a un fortunato viaggiatore... Q
igs Torino ai tempi®
del piombo
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11-01-202028GLIE
9JTT0. SOIdh1f.R5A— limar
CRISTINA DE STEFANO*
Scoopbook
La voce dell'esordioNelle valanghe di email che noi scout letterari riceviamo
ogni mese c'è qualcosa di più frequente del messaggio
intitolato "Libro dell'anno", ed è quello che annuncia "Esordio
dell'anno". Non avete idea di quanti esordi dell'anno
riceviamo. Questo di Marta Barone era l'ennesimo e arrivava
a novembre: pessima postazione. Però—meraviglia! — aveva
una cosa, che sempre di più tendo a dimenticare, leggendo
tanti testi tutti un po' uguali e al servizio della trama: una voce.
Questa scrittrice — 32 anni, traduttrice letteraria — aveva una
voce, nata di certo dal lungo studiare i grandi, e un modo
tutto suo di camminare perla città, il nostro paesaggio di
umani: «A volte l'aria si muoveva per un'improvvisa apertura
di vento», «Forse per il cielo che si stava di nuovo facendo
plumbeo, le facciate delle case sembravano sempre più
bianche, di una fluorescenza lattea». E anche se il suo
romanzo (Città sommersa, Bompiani, in uscita il 22 gennaio)
ha una storia con al centro un mistero e un protagonista,
Leonardo Barone, o meglio L. B. per mettere distanza tra lei
e quello che era suo padre — idealista comunista incapace
di stare al mondo — la sensazione che ho avuto leggendolo
— d'un fiato, fino a che gli occhi si chiudevano, e poi subito
all'alba per finirlo — è stata soprattutto quella di camminare
per le vie di un' insospettabile Torino operaia che oggi non
esiste più. E visto che Marta Barone è una vera autrice,
questa città sommersa brilla come la mitica Kitez, inabissatasi
davanti ai tatari per salvare le sue chiese dalle cupole d'oro.
* CRISTINA DE STEFANO SCRITTRICE, DIRIGEUN'AGENZIA EUROPEA DI SCOUTING LETTERARIO
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17-01-2020IIL FOGLIO
RA MO r
Marta Barone si immerge neglianni Settanta e ricostruisce conamore il romanzo di L. B.: uomo
onosco mio padre senza capirlo. O for-se è il contrario. Capisco mio padre
senza conoscerlo. E' qualcosa di intenso,misterioso, sciamanico, e soprattutto fati-coso. Esiste, tra me e lui, una specie dibarriera, che si fa sentire e vedere quandoparliamo ma sparisce quando ci guardia-mo, naturalmente da lontano, che non sodire se sia una frontiera, e se sia superabi-le semplicemente aspettando il mio turnoe pagando la dogana. Con mio padre è dif-ficile distinguere un muro da un valico, unabbraccio da una morsa, un saluto da uncommiato, una preoccupazione da un'ac-cusa, una domanda da un'aggressione. Soquando mente, però. E so quando sta male.E so quando sta bene. E so quando vieneferito. Mi sono domandata se sarà semprecosì, o se questo sapere e questo conosce-re, che sono una specie di chiaroveggenza,finiranno come finiscono sempre le scorte,falliranno come falliscono sempre le pre-visioni. E tutte le volte che me lo sono do-
mandata, ho cerca-to mio padre nellecose soltanto sue,ho sbirciato nel suoportafogli, nellasua agenda, nei li-bri che ha letto eche mi sono sem-pre sembrati unabiblioteca clande-stina, con tuttequelle coste consu-mate e pagine in-giallite e Toni Ne-gri e Bianciardi e
Victor Serge. Non ricordo una volta in cui,durante queste ricerche, non mi sia parsoun estraneo. Sbagliavo, era solamente unostraniero.
L'uguaglianza e la vicinanza tra te e lostraniero la capisci se smetti di cercare, inlui, tracce di te. Ho cercato, in mio padre,non mio padre, ma tracce di me. Pensavi almio futuro, papà, mentre leggevi "La vitaagra"? Dove stavo, io, papà, nelle sottoli-neature rosse o in quelle blu, nelle frasiindimenticabili o in quelle importanti?Quale poesia di Pasternak ti ha reso il ge-nitore che sei? Mi immaginavi quando ave-vi vent'anni? Ma come cazzo è possibileche tu, proprio tu, abbia messo un cuoreaccanto a quel verso di Eluard che fa "Noici ameremo tutti e i nostri bambini ride-ranno / della leggenda nera in cui piangeun solitario"?La storia del romanzo di Marta Barone,
"Città sommersa" (Bompiani) comincia apagina 71, quando Marta incontra una del-le donne che suo padre ha amato e scopreche militava in Servire il popolo - "li avevo
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solo sentiti nominare come una setta di fa-natici, quasi comici nel loro integralismoinsensato". E da lì in poi capisce che perconoscere suo padre, sapere la sua storia,qualcosa di vero, non deve cercare il geni-tore, ma l'uomo. Deve smetterla di cercarsinella vita di lui, di seguire le tracce che inlui ha lasciato. Devi perdere l'orientamen-to per capire chi è tuo padre: è il senso, oforse il risultato, di ogni pagina di questolibro.
Il padre di Marta Barone, Leonardo Ba-rone, è morto quando lei era già adulta, enata per la seconda volta da due anni - cosìracconta lei, d'essere nata quando sua ma-dre l'ha partorita, nel 1987, e quando s'ètrasferita a Milano, da sola. Non ha vissutocon lui che per pochi anni, poi lui è andatovia di casa, e lei lo ha frequentato senzaregolarità, con diffidenza. Ha iniziato a in-dagare su di lui dopo che una notte di Na-tale ha riletto la memoria difensiva di unprocesso che lo aveva visto imputato perpartecipazione a banda armata, a Torino,negli anni Settanta (questo è un libro per-fetto per capire la nebbia di quegli anniformidabili, e cos'è successo quando s'è al-zata e le cose sono tornate visibili, nette; èun libro perfetto per capire com'è statol'incontro tra la generazione che è cresciu-ta nella nebbia e quella che è cresciutasenza nebbia, dovendo e volendo sempreaffrontare le cose per come erano e nonper come si sognava che fossero; un libroperfetto per capire cos'è, per i millennial,essere figli). Prima di quella notte, sapevapoco: lui era un medico, e stava sempredalla parte degli operai, e si era ritrovato asoccorrere un uomo ferito, che però avevaassassinato qualcuno. Legge le carte delprocesso, Marta, adulta, e capisce che devesapere, e deve farlo soprattutto perché luinon avrebbe voluto che lei sapesse. Ho let-to in molte recensioni di questo libro cosìcomplesso e intenso, storico e intimo, cheracconta "la scomparsa del padre". Direidi no. E non solo perché, leggendolo, hocapito che i padri scomparsi sono quelliche hai davanti agli occhi, e sei tu a farliscomparire, con la tua smania di rintrac-ciarti in loro. Questo è un libro sulla scis-sione che è la paternità. E racconta moltolucidamente a cosa serva conoscere il pro-prio padre: a liberarlo da quello che ciaspettavamo che fosse per noi, ed estin-guere, così, ogni debito, ogni servitù di pas-saggio. "Questo libro esiste perché non c'èpiù l'uomo", eppure, senza questo libro,Leonardo Barone sarebbe morto dopo cheè morto. E invece è vivo, noi lo possiamoleggere e lui ci può aiutare.
Simonetta Sciandivasci
IL FGLIO
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Quotidiano
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16-01-2020140GRILlA
GRAZI I'cult
PROTAG ONISTh nateUN'AUTRICE VISTA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEL FIGLIO, PERSONAGGI REALI O REALISTICI
E UNA GRANDE SCRITTRICE ALLA PROVA DELLE STORIE BREVI: ECCO I TITOLI SCELTI DA GRAZIA
DI Valeria Parrella
Biograficoso IO le leLucia Berlin, La donnache scriveva racconticome titola una suaraccolta, bellezza rara,simile a Elizabeth Taylor,ebbe una vita strepitosa.Passò attraverso ogniStato degli Stati Unitid'America, attraversomolti lavori, tra cui lacameriera e la docenteuniversitaria, attraversotre matrimoni e quattrofigli. E proprio uno diloro, Jeff, che offre aquesta bella edizioneincompiuta di scritti ilcorredo fotografico deglianni trascorsi con lamadre. Unatestimonianza preziosa,composta attorno a unbicchiere di vino, in casesempre nuove, per lequali dire ogni volta"Welcome home",benvenuta a casa.
WELCOME HOMELucia Berlin,Bollati Boringhieri,pag. 192, € 20
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Poeticovrr 01r 111r
Non è solo il mémoir diuna persona, è proprio ilmémoir di una cittàsevera e commovente,rigida e piena di desiderisopiti, sommersi appunto,come Torino. Una Torinoche parte con la fabbricaal centro della sua vita,piena di emigrazionee di grigio, ma anchericca di speranza per legenerazioni a venire e peruna possibile rivoluzionerossa, che poi finiràsommersa anch'essa daglianni di piombo. Quellascrittura che apparefredda, quel calcolo chel'io narrante compie perricostruire l'immagine delpadre, in realtà contienetutto il dolore e tutto lostile, che è quello che hail solco scavato dascrittori come Arpino,Pavese e Fenoglio.
CITTÀ SOMMERSAMarta Barone,Bompiani, pag. 304,€18
Americanor r vDiviso in stagioni e incapitoli, e ispirato in partea eventi reali accaduti il23 marzo 2008 aWeston, nello Statoamericano del Wisconsin,Nicolas Buthler torna aoccuparsi, in questoromanzo, di unargomento che gli riescebenissimo, ovvero laspiritualità in ogni suaforma, dalla più sempliceal fanatismo estremo. Quiil libro si ambienta in unclima in cui si pensa cheaffidandosi al Diomonoteista si può tutto,anche dimenticare lascienza e la medicina. Equello che accade aShiloh che vuole andare avivere con il pastore diuna chiesa intransigente,in un'America rurale chepare arretratissima.
UOMINIDI POCA FEDENicolas Buthler,Marsilio, pag. 272,€17
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Al femminile
Nella magnificatraduzione di AlessandraShomroni, arriva l'ultimolibro di David Grossman,famoso per essere unpremio Pulitzer dallapenna raffinata, e famosocome uomo per esserepromotore di unasoluzione pacificadell'annoso conflitto traPalestinesi e IsraelianiAncora in un kibbutz, cioèun villaggio colonico, siambienta questo belromanzo, e ancora in unafamiglia che, in occasionedel 90° compleanno diVera, si ricongiunge. Ilviaggio più complicatodovrà farlo Nina, non soloperché parte dall'Artico,dove ormai vive, ma ancheperché porta con sé,dentro di sé, un bagaglioingombrante.
LA VITA GIOCACON MEDavid Grossman,Mondadoripag. 300, € 20
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Prezioso
Con l'introduzione diSalman Rushdie, che fusuo grande amico, e latraduzione a quattromani di Susanna Basso eRossella Bernascone,questo libro, il primo didue volumi, raccoglie lestorie brevi di AngelaCarter. II raccontoCamera di sanguecontiene i suoi scrittifemministi, declinaticome fiabe di cuicambiano invio, motto efinale. E Fuochi d'artificioparla della sua esperienzain Giappone che, a suodire, le cambiò laprospettiva sull'esseredonna. Entrambi i volumisono un bellissimo regaloper i suoi lettori piùfedeli.
NELL'ANTRODELL'ALCHIMISTAAngela Carter, Fari,pag. 350, € 17,50
•► trascurabileMr passabile CCr amabile~rr formidabileWCCCC irrinunciabile Fo
to ATTILIO MARASCO, CLAUDIO SFORZA
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ANNI DI PI'BOT.«VI RACCONT MIO PADRE-CHE CNELLA«Il ragazzo corre nella notte.Corre attraverso la città, corre nel-la città senza fine. Domani compi-rà ventotto anni, è in pigiama, hai piedi scalzi, ed è tutto coperto disangue non suo». Il ragazzo, poidiventato uomo, è L.B.: il medicooperaio, Leonardo Barone, nato aMonte Sant'Angelo i126 dicembredel 1945. A scrivere queste paroleè sua figlia Marta. Torinese classe1987, traduttrice e consulente edi-toriale, autrice di libri per ragazzi,debutta nella letteratura per adul-ti con Città sommersa, in libre-ria dall'8 gennaio per Bompiani.«Avrei voluto che questa storiame la raccontasse lui», recita laquarta di copertina. «Avrei volutoavere il tempo di sentirla. Ma inun certo senso sono consapevoleche il libro esiste perché non c'èpiù l'uomo». Gli occhi del ragaz-zo, ritratto da bambino, si intrave-dono tra le righe della copertina.Sembrano guardarti attraversouna grata. Quella storia, intrisa
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Tonno, 1979: la polizia_. >. presidia la caserma
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Marta Barone,trentenne,ha ricostruito la vitadi Leonardo Barone,un ragazzo del '68,poi medico operaio,condannatoper banda armata.Un lavoro di archiviolungo e difficileper ricomporreuna verità dolorosa.«Avrei volutosentirladalla sua voce»
di ricordi e cronaca, parte dallascoperta tardiva di un documen-to processuale, una memoria di-fensiva presentata in Cassazione,segnata da una frase lapidaria:partecipazione a banda annata.Questo, apparentemente il fattoedatante, è invece solo un tassel-lo che sparisce in un vortice piùcomplesso. E solo una delle lastredi una lanterna magica che com-pone quella che l'autrice descrivecome la «fantasmagoria sull'uo-mo che era mio padre prima chediventasse mio padre». Si va dalla"battaglia di Valle Giulia" nel '68a Roma alla politica extraparla-mentare degli Anni 7o a Torino,dalla militanza fino alla violenzache porta alla rovina, riviste dauna trentenne in cerca di rispo-ste. Barone si muove con maestriatra date, ricostruzioni, materiali ememorie di chi le ha raccontato lapropria storia e quella del padre«difficilissimo». E ricostruisce
P. da un lato con grazia scene in-
SETTE CORRIERE.IT
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tense, dolorose, dall'altro con unapproccio dissacrante momentidiversi della vita del suo protago-nista, anche descritto «tra sobried eleganti mobili» con la «stessamisura di assurdità di un pingui-no all'Ermitage». Torino non è loscenario attorno a lui, ma è dentrodi lui. È lui la città sommersa. «Èun'opera letteraria, non è un me-moir, né la difesa di certe idee»,spiega l'autrice. «Se è un romanzopolitico? Solo nella misura in cui
parla di disperati. Dei veri dispe-rati che sono entrati nella Storia».Quando ha davvero deciso discrivere questo libro?
«Sei anni fa, quasi per caso. Poici sono voluti quattro anni, e poialtri due di scrittura senza sosta,perché il materiale prendesse for-ma. Perché le mie pagine, primasolo uno sfogo, diventassero let-teratura».Ha maneggiato documenti d'ar-chivio, ricordi e rivelazioni. Che
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Un fratebenedice lasalma di LorenzoCutugno, agentedi custodia delcarcere di Torino:1'11 aprile 1978venne colpitoalle gambeda CristoforoPiantone e NadiaPonti e uccisocon un proiettilealla testa da unterzo brigatista.Vincenzo Acella
metodo ha usato?«Mi ha ispirato quello di Danilo
Kis: quando i documenti veri sonotalmente più folli del reale vannoutilizzati così come sono. La me-moria difensiva era già di per séima commedia dell'assurdo, terri-ficante».Come si è relazionata con suopadre, e con il dolore, rispetto aciò che stava raccontando?
«Scrivere a volte mi è costatomolto. Abbiamo avuto un rappor-to così sofferto, sgradevole talvol-ta. Ho deciso di lavorare nelle suecrepe. Era più interessante scopri-re cosa c'era dentro di lui inveceche tormentarsi sulle cose andatemale. Resuscitare "il ragazzo" èstato esaltante, commovente».Quando è riuscita a scriveredavvero tutta la sua storia?«Quando la nostra distanza è
diventata incolmabile. Quando hasmesso di essere solo mio padreed è diventato il mio personag-gio, il ragazzo che corre. Sono leprime pagine che ho scritto. C'èanche però un distacco tra me e ilnarratore. Mi consideravo risoltae invece c'è una sottotrama doveanche io subisco un'evoluzioneprofonda».È la più giovane di tutti ma è lei
s a caricarsi del peso più grande.Ovvero raccontare ma ancheordinare tasselli, rintraccia-re persone, custodire i lorosegreti. Ne è stata consapevoleda subito?«Come scrivo nel libro, prima
quando il gioco si faceva duro ioandavo a leggere da qualche par-te. Quando scoprii chi fu il pentitoche nominò mio padre mi fermai.Invece, poi, ho deciso di prenderesu di me tutto il peso, la sporciziama anche la luce che c'è in questoracconto».C'è un episodio che non siintreccia con la sua storia,
SETTE.CORRIERE.IT 44
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l'attentato alla Saa di Torino del'79. Perché ha deciso di citarlo?«È il più feroce, la sua simbo-
logia è la più esplicita. Una deci-mazione. È il primo attacco in unascuola. Non volevo un elenco deidelitti e delle stragi, ma era im-possibile non ricordarlo».Il mese scorso l'anniversariodella strage di Piazza Fontanaha nuovamente sollevato ildibattito su quanto e cosasappiano le nuove generazionidegli Anni 7o. I giovanissimi,ma anche i trentenni come lei.«Sanno poco i giovani, ma
anche molti adulti. Non c'è maistoricizzazione in questo Paese. Igiornali fanno la loro parte: neglianniversari si ricordano le stra-gi in modo sensazionalistico. Siparla sempre di vittime in modosuperficiale senza spiegare comesi è arrivati a quell'evento».Come pensa che la sua ge-nerazione si relazioni con lamemoria?
«Il nostro Paese non la rispetta,né rispetta la propria storia. Pergli Anni 7o c'è stata un'eliminazio-ne del racconto che non sia soloquello del terrore. La lotta anna-ta è diventata attraente anche perchi legge. Agata, un personaggiodel libro, mi dice: "Non sai, nonsai che tempi erano quelli. Ci han-no cancellati. Sono rimasti sologli assassini"».Come mai c'è ancora così pocaletteratura prodotta dai suoicoetanei su questo periodo?
«Solitamente si è più affascina-ti dal proprio tempo. Ma mancaanche la conoscenza. L'avvocato
Carlo Taormina ha definito le sar-dine un movimento che replica levarie articolazioni comuniste chehanno generato le Brigate Rosse.Non ci si può permettere di direuna frase così, soprattutto per ipiù giovani».
SOCIETA
«Del terrorismosanno poco i giovanima anche moltiadulti... Per gliAnni 70 c'è stataun'eliminazione delracconto. Si parlasempre di vittime inmodo superficiale»
Un personaggio dei libro ledice: "Quando parlerai di Ser-vire il popolo. Tu sei di un altromondo. Tu guardi a queste cosecon sbalordimento, con ironia.Ed è comprensibile. Ma non es-sere soltanto ironica. È troppofacile. Abbi pietà". Quanto è dif-ficile per una trentenne capirequegli uomini, cosa li ha portati
a fare determinate scelte?«Molto. Quel mondo dimen-
In alto. scontri perte strade di Torinonel 1977. Quisopra, la scrittriceMarta Baronee la copertinadei suo libroCittò sommersa,Bompiani
ticato a volte viene però anchegenericamente disprezzato. È em-blematico un sms di un ragazzoal programma radio Fahrenheitper l'anniversario del '68: "Sietepoi diventati tutti ricchi giorna-listi borghesi. Siete diventati ciòche odiavate. E poi avete distruttonoi". È un vittimismo collettivo.Per molti è andata così. Ma peraltri no. È a loro che volevo darvoce».Come pensa che chi ha invecevissuto intensamente queglianni vedrà, o giudicherà, lafigura di suo padre?
«Era un fallito? Da certi pun-ti di vista sì. Un eroe? Anche. Unantieroe? Anche. È colui che nonè caduto? Anche. È tutto ciò con-temporaneamente. La sua storiapuò essere condannata, così comeritenuta parte del suo tempo. Nontemo il giudizio degli altri. Miinteressa lui. Io ho già giudicato,sono l'unica ad averne diritto».
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SETTE CORRIERE.IT
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LA STAMPA
TORINOSUDONttlAtt'
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Da: Rassegna StampaA: Manuela MelatoOggetto: LA VOCE DELL"ESORDIOData: mercoledì 8 gennaio 2020 11:53:28Allegati: AYFUCHP1.tif
Data Testata Pag. Articolo (in allegato) Rubrica27/12/2019 Elle 28 LA VOCE DELL'ESORDIO Bompiani
mailto:[email protected]:[email protected]:////c/AYFUCHP1.tif
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02-202070marieclaire
Libri Wowdi Marta Cervino
- Dovevo prendere attoche non lo conoscevobene come credevo,
che forse nonlo conoscevo affatto"
MARTA BARONE
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PAGLNE DA DECIFRAREQuanto conosciamo davvero i nostri genitori? Quantol'immagine che abbiamo di loro coincide con quelloche sono stati una vita prima, prima ancora di noi?Questo libro è la storia di un padre che una figliaconosce poco («avevamo vissuto in case diverse peroltre vent'anni») e comincia a scoprire dopo la suamorte, quando si imbatte in un faldone di carteprocessuali (era stato condannato e poi assolto perpartecipazione alla banda armata Prima Linea).Da lì inizia un viaggio a ritroso, fatto di incontri,racconti dei compagni di un tempo, ritagli di giornale,scoperte. C'è tanto in questo memoir profondo eintimo. Ci sono ricordi di infanzia in contrappunto.Pezzi appuntiti come schegge di vetro. C'è la militanzacomunista in Servire il Popolo, gli ideali, gli scioperi, ladecisione di mollare medicina e lavorare in fabbrica,gli Annidi piombo. C'è una Torino rabbiosa e cupa.ll crollo del sogno, una nuova vita. C'è un ragazzo checi sembra di vedere correre nella notte e cheimpariamo un po' a conoscere. E c'è una figlia che simette in gioco e che riesce, almeno un po', adaccorciare la distanza. ****
CITTÀ SOMMERSA di Marta Barone (Bompiani, € 18)
70 mc febbraio
LE AFFACCIATEdi CATERINA PERALI(Neo. Edizioni, € 14)
Nina passa le notti acontare i chiodi delle travisul soffitto: dopo annidi superlavoro, di aperitivimancati per le troppe orein ufficio, la sua aziendal'ha licenziata. In questigiorni sospesi che non sacome occupare (e di cuinessuno deve sapere),conosce meglio un'alterae anziana vicina di casae le sue due amiche, tredonne dalla vita impetuosa.Un libro su questo tempoprecario e sulla faticadi ricominciare, che cispinge a rivedere i framedella nostra vita. ***
ludthSdialanskyImenrtario di aknnc
cose perdute
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30-01-202024
TeRáNncnnui
LA CITTÀ SOMMERSA Marta Barone ricostruisce la vita di suo padre
Luigi, il medico operaionella Torino di piombo
Chi era davvero Luigi, il medico operaiosempre alle prese con qualcuno da salvare,condannato al carcere per partecipazionea banda armata? E perché di quel tempo - anniprima della nascita dell'unica figlia - non ha maivoluto parlare? In una Torino fondale della lottapolitica quotidiana con le sue fatiche e le sue gioie,della rabbia, della speranza e del dolore, infinedella violenza, Marta Barone, torinese classe 1987,ricostruisce la storia del padre e di un'epoca.Non è soprattutto di parole superflue e silenzi cheè fatta la vita con chi abbiamo amato, quandocerchiamo di ricordarla? Si narra che sulle spondedel lago Svetlojar, perso nelle foreste della regionedi Niznij Novgorod, a nord del Volga, si trovasse lafavolosa città di Kitez. Quando i tatari arrivaronoper conquistarla attraverso un sentiero segretorivelato da un traditore, la città s'inabissò nel lagoe scomparve lentamente di fronte agli occhi stupe-fatti degli invasori. L'ultima cosa che brillò sull'ac-qua prima di affondare insieme a tutto il resto fu lacupola dorata della chiesa. Per dieci giorni e diecinotti i tatari cercarono di ritrovarla, ma invano. Sinarra anche che Kitez viva ancora, sott'acqua,segreta, con tutti i suoi abitanti. E può capitare aiviandanti fortunati, dicono le cronache tarde degliscismatici, di intravederne i contorni bianchi e orosotto la superficie del lago, e di udire il suonosordo delle sue campane.La leggenda di Kitez è il titolo del primo capitolo di"Città sommersa" (Bompiani, 18 euro), una chiavedi lettura di quanto Marta Barone vuole raccontarenelle pagine del suo libro. Lei sotto l'acqua del lagoimmaginario scopre suo padre e sotto la patina delnarrare i ricordi che ricostruisce del genitorescomparso, ricava una rivelazione e un vero atto diriappropriazione di se stessa. Le pagine del volu-me descrivono di una giovane donna a cavallo deisuoi trentanni e nel suo costruirsi un percorso nelmondo. Marta, si fa io narrante e scopre se stessa,una vicenda giudiziaria di suo padre è la scintillache la porta a voler approfondire la vita del genito-re. Un padre impegnato nella politica attiva, medi-co e operaio, leader di innumerevoli battagliepolitiche e sociali, impegnato negli ultimi anni divita ad aiutare persone in difficoltà e con disagio
psichico. Riscopre o per meglio dire vivifica unpassato coperto di polvere e regala al lettore paroledense anche della storia d'Italia. Non è un roman-zo sul terrorismo e gli anni di piombo ma èindiscutibile che molti episodi raccontati grazie aqueste pagine tornano dirompenti all'attenzionedi chi legge. Un uomo Leonardo Barone che hacreduto fino in fondo alle sue idee vivendole senzarisparmiarsi. Questo volume non è un peana o unmero omaggio alla figura del padre né tantomenouna biografia. Come già scritto all'inizio di questerighe, la Barone riesce a riappropriarsi del proprioio mediante il lavoro di collazione di ricordi eracconti della figura paterna che ha avuto unadecent life."Avrei voluto che questa storia me la raccontasselui. Avrei voluto avere il tempo di sentirla. Ma inun certo senso sono consapevole che il libro esisteperché non c'è più l'uomo".Ricchi i riferimenti al mondo dei libri e allaletteratura, mirabili ad esempio le pagine dedicatealle sue letture, dove scorrono titoli e autori quasia comporre un suo personale canone. "Leggevosenza sosta. Avevo la testa che traboccava di voci.Era meraviglioso". Numerosi inoltre i rimandistorici alla lotta operaia, alle condizioni del prole-tariato e agli ultimi della società in quel periodo: imigranti meridionali in cerca di lavoro sfruttati eghettizzati. Una disamina lucida sugli anni dipiombo e dell'antagonismo. Passeggia la Barone eil vagare tra le strade di Torino, Milano passandoper la Puglia le permette di afferrare, assimilare eriflettere. "La solitudine era una dimensione nuo-va; come una cattedrale completamente vuota incui ogni passo aveva un'eco sproporzionata".Si rende conto di come ogni persona che si incon-tra e ogni momento, sia un unicum patrimonio dichi lo vive, che ne definisce la propria integritas.Una trama che ammalia con una scrittura ricercatache fa scorrere velocemente le pagine. Moltissimele riflessioni e i passi che si ha voglia di sottolinea-re per rileggerli e rifletterci. Questo libro non è, perfortuna, catalogabile in un sottogenere precisodella narrativa. Il lettore viene avvinto e conqui-stato dal racconto del percorso della scrittrice,rimanendone estasiato.
Francesco MorraThrillernord,ït
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La novità
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Marta Barone è nataa Torino nel 1987 eha studiato lettera-ture comparateall'università di To-rino. Ha pubblicatotre libri per ragazzicon Rizzoli e Mon-dadori. Traduttrice econsulente editoria-le per Einaudi, Bom-piani, Mondadori,Rizzoli, Add Edito-re. Dal 2017 curatri-ce dell'opera di Ma-rina Jarre. Ha inse-gnato letteraturecomparate in un li-ceo di Como.
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Luigi', il medico operaionelle Torino di lombo
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25-01-202013
la Repubblica
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Chi P davveromio padre
Nel romanzo d'esordio di Marta Baroneuna figlia ripercorre gli anni di piombo
Tra rivelazioni e verità ambigue
di Giovanni Pacchiano
I1 Sessantotto egli anni di piom-bo rivisitati nel.romanzo di Mar-ta Barone (tori-nese, 32 anni, al-le spalle tradu-
zioni e romanzi per ragazzi), Cit-tà sommersa.Una storia raccontata con sti-
le volutamente neutro mescola-to a non pochi momenti lirici dinotevole effetto. La vediamo,all'inizio, nel 2013, spaesata inuna Milano che non conosce,dove si è trasferita a lavorare,leggendo dattiloscritti per glieditori, camminare a lungo,strade che si succedono allestrade, contemplando col buionella mente le facciate di edificiche nascondono realtà ignote.Restano “immagini sparse, scol-legate tra di loro e prive di qual-siasi significato apparente» aldi là di un breve interesse. Cosìcome ignota le era stata fino al2013 la gran parte dell'esistenzadel padre, Leonardo, morto nel2011 di un cancro, e scollegate leimmagini che di lui conserva,anche perché troppo pochi an-ni L.B. ha vissuto in famiglia pri-ma di andarsene senza troppecerimonie.Lo vedrà ancora, bambina,
nelle vacanze: complicatedall'ambivalenza fra estraneitàe desiderio. Lei crede, a torto, dinon aver diritto alla nostalgia.Ma succede che un giorno,
VOTO*** *
nell'estate della sua partenza,la madre decida di far ordine incasa e buttar via la roba vec-chia.Spuntano libri, fumetti, foto-
grafie, esami clinici. Spuntanoanche carte di L.B. che riguarda-no il suo processo. Le vuole ve-dere?Dice di no. Tuttavia, ritornata
a Torino per le vacanze di Nata-le, ecco Marta sfogliarle e trova-re la memoria difensiva scrittadall'avvocato del padre in Cas-sazione.E così ricomincia qui, a 26 an-
ni, la seconda nascita della fi-glia. Arrestato nel 1982 per par-tecipazione a banda armata, ac-cusato di far parte di Prima Li-nea, gruppo da cui lui è «a di-stanza siderale», L.B. è prosciol-to in Cassazione con formulapiena per non aver commesso i.
1VIa la figlia, così priva di slan-ci, fino ad allora, per il padre,adesso vuol saperne di più. Ini-ziando una laboriosa ricerca,rintracciando vecchi amici e co-noscenti, tra cui l'avvocato del-la Cassazione, frugando negli ar-chivi dei giornali, che la portavia via a ricostruire per spezzo-ni le tante tessere del passato diL.B: dagli studi di medicina a Ro-ma, interrotti e poi ripresi diver-si anni dopo, al carisma intellet-tuale negli anni universitari,all'entrata in Servire il popolo,che lo manda come funzionarioa Torino, al matrimonio con la
Marta Barone
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Bompianipagg.304euro 18
prima moglie, Agata, all'impe-gno politico e alla concreta soli-darietà nei confronti degli im-migratr dei disoccupati e dellapovera gente senza un tetto, al-le speranze e agli ideali dellacontestazione che si sfaldano apoco a poco divenendo pura pa-rodia.Sino a quando hanno princi-
pio attentati, sparatorie, san-gue, morte, terrore, da parte dibande armate, rosse o nere chefossero, e rivalse cruente dellapolizia.Una Torino dilaniata e livida
campeggia nella ricostruzionedi Marta. L'ingenuità del padrelo porta a curare un ferito di cuinon conosce l'identità, che gliviene portato in studio. Di quil'incriminazione. Angoscia. To-rnio, «città oscura» che L.B,«non era riuscito a capire». «Mapoi visse ancora, si ricostruì, eamò di nuovo», «e fece tanto al-tro».
Città sommersa è un libro indi-spensabile. Ma nel libro non c'èsolo la vita di L.B. Né la sola sto-ria di un Paese in quei tragici an-ni.Perché siamo di fronte a un
viaggio negli inferi (non a casecompare più volte un appello allettore di conio dantesco), e c'èsoprattutto lei, «la figlia sbaglia-ta», la vera protagonista, unDante senza Virgilio che lo gui-di, un Marcel che ritrova il sen-so del Tempo e della vita attra-verso una nuova e imprevistaverità.9RIPPCOU]iOM1£ FlS~~V~i.~
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BIOGRAFICO / MARTA BARONE
Difficile far pace con un padre che non c'è piùe che anche "prima" c'era stato davvero pocoLa scrittrice ricostruisce la vita del genitore, medico operaio a Torino e poi condannato per "banda armata"
NADIA TERRANOVA
Scrive Marta Baroneche Città sommersaha due inizi: uno è lasua nascita e l'altro
l'autunno dei suoi ventisei an-ni. Nel primo c'è una donnacon un buco in testa, che ave-va avuto un incidente tredicianni prima di partorirla e siera portata dietro un'ininter-rotta assunzione di antiepilet-tici e una fossetta nel cranio ri-coperta e nascosta, nel tem-po, da capelli sottili. Una don-na che «dorme sempre dall'al-tro lato, perché le fa ancoramale la testa che non c'è» e haconosciuto Leonardo, da cuisi separerà presto e che mori-rà nel 2011; in quello spazioè nata Marta, che oggi scrivequesta storia nata dal para-dosso: avrebbe dovuto esse-re raccontata dal padre, mapuò essere raccontata soloperché il padre non c'è più.
Il secondo incipit è il trasfe-rimento di Marta dalla Tori-no dove è nata e cresciuta ver-so una Milano fatta di insisti-te raffiche di vento, boccheche urlano dai capitelli di ab-baini, ringhiere illuminateda un sole rapsodico, bambi-ni che fissano cortecce di albe-ri e improbabili marinai russidentro le lavanderie: in quelpaesaggio frammentato e as-soluto come un film ancora damontare, la ragazza che haperso il padre trascorre intere
giornate senza parlare connessuno. Qui i due incipit si le-gano, perché tutti noi nascia-mo, cresciamo, vediamo i no-stri genitori ammalarsi e mori-re, ma solo quando lo spaziodella nostra mente diventa ra-refatto l'agglomerarsi di indi-zi comincia a diventare la pos-sibilità di un racconto.Quando, a Natale di
quell'anno, Marta torna a To-rino e il ventisei dicembre ilpadre non può festeggiare isuoi sessantotto anni («c'èsempre qualcosa di assurdonel pensare all'età che avreb-be qualcuno che non può piùaverne una»), bisogna chetra lei e l'uomo con il quale hatrascorso in fondo poco tem-po quando era in vita, l'uomoche ha odiato in una continuaguerra che non escludeva l'a-more, si compia infine un ap-puntamento. La questionenon è chi erano i nostri genito-ri prima di noi, ma: esistonodavvero i nostri genitori pri-ma di noi? Forse sono solomanifestazioni oniriche, co-me il sogno di Buñuel citatodall'autrice: il padre è a tavo-la con la famiglia, sa che èmorto, ma alla madre e allesorelle sussurra «non possia-mo assolutamente dirglielo».
Città sommersa è un'altraversione di quel bisbiglio,una storia di spettri che svelaquanta estraneità nascondaogni lessico famigliare e nonnasconde quanta fatica serva
Traduttrice e consulente editorialeMarta Barone ( Torino 1987) ha pubblicato tre libri per ragazzi. Hastudiato Letterature comparate all'Università di Torino. I titoli:«Miriam delle cose perdute» (Mondadori) e «I giardini degli altri»(Rizzoli). Vive e lavora tra Como e Milano
per attraversare al contrario isilenzi delle relazioni, sedall'altra parte c'è qualcunoche non può più rispondere.Poi, certo: è la storia di un uo-mo che è stato condannatoper «il reato di partecipazio-ne a banda armata», un uo-mo che la figlia non chiamamai con il nome di battesimoe le carte processuali indica-no, un po' comicamente emolto letterariamente, come«il Barone», perché ci sono co-gnomi che si prestano più dialtri all'avventura. Che cosa èsuccesso davvero al Barone,chi era il giovane medico cheavrebbe o non avrebbe cura-to i feriti degli attentati di Pri-ma Linea, che faceva parte diServire il popolo, ricordatocome quello che, nella sini-stra extraparlamentare, nonè mai diventato un capo maera il più intelligente di tutti?Quali erano le sue colpe, lereali posizioni e responsabili-tà rispetto a certi delitti, masoprattutto: di che sostanzaerano fatti il suo animo, lasua personalità, i suoi deside-ri, le sue paure?
Nello sguardo lucido e altodella narratrice, Prima Lineaè solo uno fra i fantasmi diquell'uomo, un fantasmaneanche tanto diverso daglialtri: il primo matrimonio,l'ultima malattia, le origininel Gargano e la vita prima aRoma e poi in Piemonte. Tut-to, nella vita del Barone, è sta-to poco detto, poco narrato
ma vissuto con un'intensitàmisteriosa e inafferrabile. Co-sì, quello che poteva essereun giusto ma ordinario ro-manzo di ricostruzione, gra-zie alla splendida scritturadell'autrice diventa piuttostouna ben più interessante mol-tiplicazione di viatici in cui ilpadre esiste con le iniziali, L.B., come se tutto il libro fosseun trafiletto di cronaca con-servato dentro un bellissimolibro di letteratura. Città som-mersa è un luogo in cui le rela-zioni sono imprevedibili:Marta si confida con una tra-duttrice ebrea francese cheha vissuto in Israele e poi a Pa-rigi perché ogni storia è sem-pre una migrazione, parlacon un avvocato come fosseuno psicoanalista perché iruoli, nell'ascolto, non sonoscontati e «i fatti non sarannomai i fatti», le tracce lasciatedalle persone che abbiamoamato non somigliano ai giu-dizi che diamo di loro e di noistessi. Quelle tracce, invece,sono fotogrammi: due gattiraccattati chissà dove e por-tati a una bambina all'uscitadi scuola, un braccio lentig-ginoso appoggiato al fine-strino di un'auto, un padre euna figlia che si arrampica-no di notte, alla luce di unatorcia, su un vulcano attivoa guardare meravigliati la-pilli e lava, a scrutarne il mi-stero. Chissà se sanno la ve-rità: sono loro, il mistero. —
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Marta Barone«Città sommersa»Bompianipp. 304, C 15.30
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15-01-202083VANITY FAIR
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INDAGINE SU MIO PADREPRIMA DI ME
Un genitore scomparso, con un passato in una banda armata.In Città sommersa, Marta Barone si mette sulle tracce del papà
Quante figlie si metterebbero, comevere investigatrici, sulle tracce di unpadre mancato da poco e accu-sato nel 1979 di «reato di parte-cipazione a banda armata»? MartaBarone, classe 1987, traduttrice e autricedi libri per ragazzi, esordisce nella narra-tiva per grandi con una storia personaleche le ha richiesto anni di incontri, inter-viste, consultazione di faldoni e docu-menti e chissà quanto altro.Un padre, il suo, Leonardo (a volte
solo L.B.), militante del Pcim-1, il Parti-to comunista italiano marxista-leninista,uomo coltissimo, laureato in Medici-na, che si mise al servizio di un ideale edei lavoratori-schiavi della Torino dellaFabbrica e delle agitazioni, e la cui vi-ta venne sconvolta da un terribile fattodi sangue, la tragedia del Natale del 1973 in via Artisti 13(«Quale forma poteva prendere una persona dopo una cosadel genere?», si chiede la figlia).
Città sommersa (Bompiani, pagg. 320, € 18) è un'inchie-sta privata, piena di amore per i libri e la lettura, che, conun lessico a volte rétro mimetico dei tempi che racconta, ri-corda la «segreta dolcezza» del Manuel Vilas di In tutto c'èstata bellezza, anche se epurato dell'eccesso di tormento. Alcentro della ricerca non c'è una «verità», quanto piuttosto
di LAURA PEZZINO
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