"Dalle Periferie di Rosa alle nostre periferie"

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Antologia prodotta per il concorso del Venerini Day contenente i diversi elaborati della Scuola Secondaria Paritaria di 1°Grado "Rosa Venerini" di Ancona.

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MAESTRE PIE VENERINI

Scuola Infanzia, Primaria, secondaria I Grado Paritarie Via Matteotti, 21 - 60121 ANCONA Tel. 071.200519 - Fax 071.2076462

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1. EDUCARE PER LIBERARE: Rosa maturò il suo progetto nella preghiera e riuscì a coinvolgere nel suo disegno altre due amiche che spalancarono il loro cuore e la loro mente a tutte quelle ragazze povere e senza istruzione che vivevano in una situazione di disagio molto grave, sia socialmente che come persone perché erano prive d’istruzione e tutti potevano spadroneggiare su di loro. Santa Rosa ricorda così l’inizio di questa missione così preziosa e straordinariamente liberante: “Non ci pareva vero quanto eravamo tutte e tre contente nel dare inizio all’opera del Signore…” La prima scuola di Rosa fu povera, come le figlie del popolo che la frequentavano, fu profetica nella sua iniziativa, organizzò, infatti, progetto educativo a tempo pieno dove l’attenzione e la formazione della persona era al primo posto.

Voleva che fossero brave donne di case, autonome e creative al massimo. Le donne, le ragazze e le bambine ebbero nel catechismo scritto direttamente da Rosa una luce nuova che poteva sconfiggere l’ombra dell’ignoranza e ridare dignità alla persona.

2. ACCOGLIERE I POVERI:

Santa Rosa è stata educata dalla famiglia ad avere un’attenzione veramente straordinaria per chi non ha e si trova nel bisogno. Questo principio sano, bello e significativo l’ha accompagnata per tutta la vita e l’ha portata a compiere gesti unici e straordinari,

come liberare dal peso più grande di lei una bambina che trasportava delle tavole, senza timore di critiche fuori posto. Anche i poveri, quando bussavano alla sua porta, erano sicuri di trovare una risposta d’amore. Alla sua scuola andava spesso un uomo bisognoso e chiedeva con arroganza l’elemosina. Le Maestre un giorno dissero a Rosa: “Non diamo più nulla a questa persona così maleducata!” Ma Rosa sempre dal cuore grande e generoso rispose: “ Sono proprio queste le persone che dobbiamo aiutare, perché non sanno chiedere e quindi non hanno nulla da nessuno...” Che formidabile lezione di vita!

3. CURARE CHI E’ SOLO ED ABBANDONATO

Rosa con il suo amore raggiungeva le persone

più sole ed abbandonate… Forse aveva imparato dal padre ad amare coloro che

soffrono, ad interessarsi a loro, a rimboccarsi le maniche per mettersi a servizio degli ultimi. Nella sua vita Rosa, nonostante i tanti impegni, trovava il tempo per accudire una donna inferma, lasciata in balia di se stessa. Era una donna forestiera, malata e trascurata da tutti… Rosa era unita a lei da un forte legame di amore gratuito.. Ella ogni giorno

andava nella sua povera casa e si faceva serva: la puliva, riordinava la casa,

medicava le sue piaghe, la confortava, la nutriva, la imboccava… R

Rosa per ben dieci anni non mancò mai a questo appuntamento. Le persone che soffrivano o sono sole ed abbandonate erano la sua preoccupazione primaria e si prodigava con un amore straordinario ed una attenzione veramente squisita… Il tutto veniva prodigato con il massimo rispetto e tanta riservatezza, per questo motivo veniva accolta, come un vero dono piovuto dal cielo.

O Santa Rosa Liberaci da ciò che ci soffoca, soprattutto dall’ignoranza, non da quella di non saper leggere o scrivere, ma da quella spirituale che ne abbiamo tanta. Molte volte ci allontaniamo da Gesù e dai suoi insegnamenti, che invece dovrebbero essere il fulcro di ogni cosa che facciamo o pensiamo. Aiutaci, quindi a comprendere gli altri, ad essere più disponibili nell’aiutarli, come facevi tu con tutti, senza venir meno alla tua meravigliosa opera. Pietro Toppi - classe I A Fa’, o Santa Rosa, che seguiamo un’educazione saggia, un’educazione vera,

un’educazione che rifletta intorno a noi gioia, amore e speranza. Sii tu la nostra maestra di vita, la tua attenzione e premura per i giovani ha fatto storia; le tue parole risuonano ancora tra noi, incidile in noi, affinché possiamo diventare come te e sbocciare nel nostro giardino, emanando bellezza e profumo. Alexandra Gitto - Classe II A

O Santa Rosa, liberaci dall’ignoranza che ci affligge. Togli dal nostro cuore ogni scoria di male, dona alle nostre menti che spesso sono ottuse: non comprendono e non si aprono alle diversità. Fa’ che la luminosità del tuo cuore ci inondi di amore e di affetto da riversare su quanti ci sono accanto: ammalati e sani. Dona una luce speciale a quanti impugnano armi e si comportano male. Rendici creature aperte al dono e capaci di vivere in armonia con tutti. Matteo Burini - classe I A

Santa Rosa, prega per noi,

che ricorriamo a te, nella speranza di diventare giovani consapevoli,

amanti della giustizia e della verità. Santa Rosa,

educaci all’amore per le cose belle, vere e giuste;

insegnaci il valore del sacrificio e dell’impegno.

Santa Rosa, prendici per mano,

conduci ognuno di noi sulla retta via,

facci diventare un aiuto ed una spalla su cui contare sempre.

Santa Rosa, aiutaci ad ispirarci alla tua vita, rendici riconoscenti ogni giorno.

Marta Angelici - classe II A

Santa Rosa, liberaci da tutto ciò che non piace a Gesù. Donaci la pace e apri il nostro cuore verso che coloro che hanno bisogno di aiuto, si trovano in difficoltà, sono deboli e fragili. Sostieni e libera le ragazze sfruttate. Insegnaci a saper aiutare i poveri e ad essere generosi con loro. Fa’ di noi strumenti e testimoni della Parola di Dio, perché tutti imparino a voler bene a Gesù. Anna Cardinali, Luisa Mandrelli

Santa Rosa, aiuta tutte le persone che soffrono. Tendi la tua mano alle famiglie in crisi. Sostieni i bambini che vivono nella miseria. Stai vicino a tutte le persone che stanno lottando contro malattie terribili: come il cancro ed altre situazioni gravi. Sii il sostegno dei ragazzi diversamente abili. Prega il papà e per tutti gli immigrati. Volgi il tuo sguardo e la tua tenerezza anche su tutti noi ragazzi Michela Sama - classe I A

Santa Rosa ,

aiutami ad essere generosa ed altruista. Liberami dall’ignoranza di oggi:

l’arroganza e dall’egoismo, la gelosia e l’antipatia,

la malinconia e l’incontentabilità. Fa’ di me una creatura secondo il Cuore di Gesù,

che mi ama e vuole che ami tutti.

Vittoria Guidoni - Classe I A O Rosa, tu hai rivoluzionato, cambiato la vita di molti, permesso un’istruzione… Anch’io vorrei fare qualcosa di grande, rimanere nella storia… Insegnami tu a vivere nella gioia e a leggere bene nel mio cuore. Aiutami a giustificare il mio sogno e guidami a saperlo realizzare. Non permettere che io abbia ostacoli (anche se è inevitabile) che io mi trovi in difficoltà e qualche volta mi senta persa. Accompagnami nel cammino della vita, perché se sono qui oggi, è grazie a te, al tuo coraggio, al tuo spirito. Illumina il mio andare di ogni giorno e non abbandonarmi mai. Gioia Piersanti - Classe III A

UN’ALA DI RISERVA

Voglio ringraziarti,

Signore,

del dono della vita.

Ho letto che gli uomini sono

angeli con un'ala

soltanto: possono volare

solo rimanendo abbracciati.

Vivere è abbandonarsi come

un gabbiano

all'ebbrezza del vento:

vivere è assaporare

l'avventura della libertà,

vivere è stendere l'ala,

l'unica ala con la fiducia di

chi sa di avere

nel volo un partner grande

come te.

Ma non basta saper volare

con te. Signore;

tu mi hai dato il compito di

abbracciare

anche il fratello e aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali

che non ho aiutato a distendersi. Non farmi

più passare indifferente vicino al fratello,

che, rimasto con l'unica ala inesorabilmente

impigliata nella rete della miseria e della solitudine

si è ormai persuaso di non essere più degno di volare

con te. Soprattutto per questo fratello sfortunato

dammi. Signore, un'ala di riserva.

(Mons. Tonino Bello, Vescovo)

La vita è bella, Signore

La vita è bella Signore,

e voglio coglierla

come si colgono i fiori in un mattino di primavera.

Ma so, mio Signore,

che il fiore nasce

solo alla fine di un lungo inverno…

Perdonami Signore, se a volte,

non credo abbastanza nella primavera della

vita,

perché, troppo spesso,

mi sembra un lungo inverno

che non finisce mai di rimpiangere

le sue foglie morte

o i suoi fiori scomparsi.

Eppure con tutte le mie forze

credo in Te, Signore, …

Dammi abbastanza fede,

ti supplico, Signore,

per aspettare la Primavera,

e nel momento più duro dell'inverno,

per credere alla Pasqua trionfante…

Era Pasqua ieri,

ma è Pasqua anche oggi,

quando un bambino divide le sue caramelle,

dopo avere in segreto lottato

per non tenersele tutte lui.

Quando i ricercatori scoprono

il rimedio che guarisce

e il medico riaccende la vita

che senza di lui si spegneva.

Quando le porte della prigione si aprono,

perché la pena è terminata,

e quando già nella sua cella

il carcerato divide le sigarette con i compagni.

Quando l'uomo dopo un lungo sforzo

trova lavoro

e porta a casa un po' di denaro guadagnato.

(...)

La vita è bella,

perché è la tua stessa Vita offerta per noi...

ma dobbiamo farla fiorire…

Oh sì Signore,

fammi scoprire ogni giorno, sempre di più,

che la vita è bella!

(Michel Quoist)

I RAGGAZZI DELLA Scuola Secondaria di I Grado hanno voluto regalare un momento

bello e significativo ai bambini della scuola dell’Infanzia. Hanno condiviso con loro

alcuni giochi e si sono divertiti insieme creando un’atmosfera bella ed un clima sereno e

piacevole per ambo le parti. E’ stata un’esperienza forte e significativa.

Ecco il racconto di alcuni protagonisti:

L’incontro si è svolto in palestra ed è stato aperto dal canto “La coda del serpente”. A me è capitato un bimbo simpaticissimo, che appena mi ha vista mi ha detto: “Ciao, io sono Giovanni ed ho cinque anni!” Questa frase mi è rimasta impressa. Insieme a questi bambini abbiamo ballato e cantato, ma la cosa più bella è che ho visto negli occhi di ogni singolo bambino la gioia di condividere con noi questi giochi ed anche noi ragazzi più grandi eravamo contenti e le maestre erano tutte molto serene e distese nel vederci realizzare un momento di condivisione così gioioso (Anna Lamura) E’ stato molto bello e significativo giocare alla “Discoteca”: i più piccoli imitavano i più grandi. I piccoli erano attentissimi e ripetevano perfettamente quanto veniva loro indicato. La gioia di queste creaturine era veramente grande. I loro occhi brillavano di tenerezza. (Chiara Paladini)

Con i bimbi abbiamo giocato, ballato e ci siamo divertiti un mondo. E’ stato molto bello ritrovarci con queste creature dolci e sincere, mi sono sentito grande e responsabile nei loro confronti. Un’esperienza che mi ha coinvolto e toccato. (Antonino Pio Leto)

(2Cor. 9,7)

Il Natale è stato vissuto all’insegna della condivisione e della solidarietà, facendo

propria l’espressione “Apriamo il cuore e doniamo con generosità!” L’albero della

portineria si è arricchito di tutto un po’: doni originali e squisiti che hanno rallegrato la mensa

dei poveri, di quelli che a Natale altrimenti avrebbero avuto la tavola squallida come ogni giorno. E’ stato bello vedere la gioia con cui bimbi, ragazzi e genitori hanno deposto ai piedi dell’albero doni preziosi e compiuto questo gesto d’amore. Questo cammino di dono e di altruismo ha avuto il suo apice con la celebrazione Eucaristica, il 23 dicembre 2014 nella vicina Chiesa di San Domenico, in cui alunni, docenti e genitori hanno vissuto un momento di condivisione molto carico di significato….

(2Cor. 19,27)

Dalle periferie di Rosa

alle nostre…

in compagnia dei Nonni…

L’Albero: il tronco, i rami raffigurano i Nonnini, i fiori sbocciati

pronti a dare frutto, siamo noi “il futuro”

Un piccolo “Grande “ dono …………..

Scambio di affetto reciproco!!!

Nonostante tutto i Nonni ci sostengono sempre!!!

Un “grande” pensiero da parte dei Nonni.

Un ultimo scatto prima di salutare i Nonnini!

Il giorno 18 marzo 2015, i bambini della prima classe si sono uniti alla classe seconda e in palestra si sono dilettati con dei giochi di palla, insieme a un gruppo di giovani portatori di handicap. I bambini erano curiosi e impazienti di vivere questo momento speciale e la conoscenza di questi ragazzi ha alimentato il loro entusiasmo. La palla, come un filo rosso, univa i giovani ospiti e gli studenti nei giochi. Da insegnante, è stato bello osservare la naturalezza con cui i bambini hanno partecipato all’esperienza e la gioia negli sguardi dei ragazzi appena conosciuti. Ad avvicinare le due realtà, quella dell’infanzia e quella della disabilità, sono stati senz’altro la spontaneità e la semplicità nell’approcciarsi all’altro e alle attività proposte.

UNA PALLA PER UNIRE

Il giorno 18 marzo 2015, i bambini della prima classe si sono uniti alla classe seconda e in palestra si sono dilettati con dei giochi di palla, insieme a un gruppo di giovani portatori di handicap. I bambini erano curiosi e impazienti di vivere questo momento speciale e la conoscenza di questi ragazzi ha alimentato il loro entusiasmo. La palla, come un filo rosso, univa i giovani ospiti e gli studenti nei giochi. Da insegnante, è stato bello osservare la naturalezza con cui i bambini hanno partecipato all’esperienza e la gioia negli sguardi dei ragazzi appena conosciuti. Ad avvicinare le due realtà, quella dell’infanzia e quella della disabilità, sono stati senz’altro la spontaneità e la semplicità nell’approcciarsi all’altro e alle attività proposte.

classe I primaria

Il gioco ci ha avvicinato

e l’amicizia abbiamo creato.

Insieme ci siamo divertiti

e accolti ci siamo sentiti.

Anche se siamo diversi

nei giochi non ci siamo persi.

Abbiamo conosciuto tanti amici

ed eravamo molto felici.

A rispettarci abbiamo imparato

e un po’ di bene ciascuno ha donato.

Insieme stiamo bene, piccoli e grandi,

anche se abbiamo diversi anni.

Loro ci hanno ben accolto

e a ginnastica ci siamo divertiti molto.

Quando abbiamo giocato con la media

nessuno è stato seduto sulla sedia,

ci hanno protetto, ci hanno guidato

e tanti giochi ci hanno insegnato.

Con noi sono stati educati

e noi ci siamo sentiti amati.

Anche adesso quando li incontriamo

loro ci sorridono e noi salutiamo.

La bontà e la tenerezza

sono indispensabili

per star bene insieme

“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo.

Non è tanto quello che diamo, ma quando amore mettiamo nel dare.” (M.T. di Calcutta)

La giornata che abbiamo vissuto insieme ai ragazzi del centro sportivo è stata una bellissima esperienza che ci ha arricchiti moltissimo e vorremmo riportare le nostre impressioni mettendo a confronto ciò che ci aspettavamo e ciò che invece abbiamo visto lasciando che questo incontro parlasse al nostro cuore.

“IMPRESSIONI D'AMORE”

“Oggi in palestra abbiamo giocato con

dei bambini che avevano dei problemi, io

provo un pochino di pena per loro ma da

un altro lato trovo gioia. […] sono stata

bene con loro. Mi hanno fatto pensare un

po' ad una squadra!”

“...anche se quei ragazzi avevano dei

problemi io mi sono divertito”

“Stando con loro mi hanno fatto capire

che se sono così stanno bene, e io sono

molto contenta per loro. […] mi hanno

fatto pensare e vedere che sono delle

persone intelligenti. A me sono piaciuti

tanto.”

“...questa esperienza mi ha fatto capire

che non siamo tutti uguali.”

“Questi ragazzi mi hanno fatto pensare a

dei ragazzi come noi che hanno qualche

problema e noi li dobbiamo aiutare. A

quasi tutti noi questi ragazzi sembravano

normali...è stata una esperienza bella.”

“...mi hanno fatto capire che non devo

essere gelosa se sono meno brava di un

mio compagno perché non sono l'unica”

“Finito il primo gioco ne abbiamo fatti

altri tre bellissimi...mi hanno fatto capire

che non tutte le persone sono uguali a

noi.”

“Dopo questa esperienza posso dire di

aver capito che la gente non è sempre

perfetta perché siamo umani.”

“Oggi in palestra c'erano dei ragazzi con

qualche problema ma erano lo stesso

molto simpatici...[...] in fin dei conti loro

non erano così male, io mi sono divertita

ed è stata una semplice e normale e,

soprattutto bella, lezione di ginnastica.

“Io mi sono così divertito a giocare con

loro che mi hanno fatto chiedere: - Perché

persone così non ci sono tra noi? - A me

hanno fatto morire dal ridere...

“ ...Anche se quella ragazza era un po'

strana mi sono detta: - mi sembra che

voglia esprimere qualcosa.”

“Io ero molto spaventata da tutto ma

erano tutti gentili con me e quindi, per

me, è stata una bella esperienza”

“ ...però anche se certi pensano che siano

diversi da noi non è vero perché sono

come noi, ma hanno solo un po' di

problemi.

“...per me è stata una cosa bellissima

perché ho aiutato i ragazzi e le ragazze a

giocare.”

Come è bello farsi

dono reciproco…

L’incontro con i ragazzi del Gruppo sportivo “Adriatico Giants” ha rappresentato per noi un intenso momento di reciproco scambio, che ci ha arricchiti da un punto di vista umano e sociale. L’impegno e la tenacia da loro dimostrati per raggiungere dei traguardi in tutti i campi della vita, incluso il gioco di squadra, costituiscono per noi un esempio da seguire e ci stimolano ad utilizzare le nostre capacità in maniera completa e costruttiva

Come è bello

incontrarsi

accogliersi

e donarsi

reciprocamente

Amore,

quello che viene da Gesù

con la “A” maiuscola

C’è più gioia nel dare che

nel ricevere

ROSA VENERINI MAESTRA DI VITA

ROSA, LA SANTA CON IL CUORE, GRANDE CHE GUARISCE OGNI DOLORE.

BUONA, CON OGNUNO DI NOI SE LO APPREZZATE, ANCHE CON VOI.

PER LEI, ESISTE, SOLO IL SIGNORE, CAPACE DI FARE VERO L'AMORE. HA AIUTATO TANTI AMMALATI

E TANTI ANCORA DEVE AIUTARE. CHI CI CREDE DA LEI AVRA'

UN SORRISO PER TUTTI E LA PIETA'. SE NON SI AVVERA, PAZIENZA VERRA', PERCHE' LENTA, LENTA CI AIUTERA'.

SANTA ROSA E' LA MIGLIORE PERCHE' DA SPAZIO AD OGNI COLORE.

ROSA VENERINI DOLCE E' IL SUO CUORE,

GENTILE E' IL SUO ANIMO LIETO E CALMO,

BUONO E' IL SUO INTENTO E LE SUE SCUOLE SI MOLTIPLICANO A CENTO. LE SUE SUORE FONDARONO QUESTA SCUOLA

SEGUENDO LA SUA PAROLA; LA RICORDEREMO SEMPRE

PER IL SUO PENSIERO POTENTE.

AMIAMO ROSA VENERINI SANTA ROSA, HA INSEGNATO CON ABILITA'

ALLE BAMBINE, LA VERITA'. SAN FRANCESCO TU HAI IMITATO,

E I TESORI HAI ABBANDONATO. HAI AIUTATO LE POVERELLE,

E LE SUORE SON TUE SORELLE. AL CIELO HAI RIVOLTO IL TUO VISO

E ALLE BAMBINE HAI DATO IL SORRISO. DAVANTI ALLA CROCE HA PREGATO, E CON IL TUO ATTO CI HAI SALVATO.

QUESTA SCUOLA HAI INVENTATO E IO DA TE HO TANTO IMPARATO.

UN'AZIONE CHE CAMBIO' LA SUA VITA SANTA ROSA, HAI INSEGNATO ALLE BAMBINE

TANTE COSE ANCHE QUELLE PICCOLINE. LA TUA BONTA' E' STATA PREMIATA, HAI FATTO COSE INIMMAGINABILI:

HAI FORMATO BAMBINE ABILI. HAI IMITATO SAN FRANCESCO

CHE E' SEMPRE STATO ARZILLO E FRESCO. LA PAROLA DI DIO HAI ASCOLTATO COSI' LA VITA TI HA ILLUMINATO.

I CUORI DELLE BAMBINE HAI APERTO ANCHE SE HAI UN PO' SOFFERTO. IO SONO UNA TUA AMMIRATRICE

PERCHE' DELLE POVERELLE SEI STATA ISTRUTTRICE. IL MIO CUORE HAI CAMBIATO

E MI HAI GUIDATO... E' STATA DAVVERO LA MANO DEL FATO.

DAVANTI ALLA CROCE HAI PREGATO E UNA NUOVA SCUOLA HAI FONDATO

Saper

accogliere

dona

gioia

e pace

nel cuore

Sabato, 28 febbraio 2015, noi ragazzi della classe III abbiamo realizzato

un’uscita diversa dal solito, non siamo andati in un museo, ad una mostra o a

vedere qualche opera artistica, abbiamo raggiunto il centro “Don Gnocchi” di

Falconara (AN), che ospita ragazzi portatori di handicap. Appena arrivati, c’era

solo un’educatrice ed ragazzo disabile, poi man mano ne sono arrivati altri.

L’impatto iniziale è stato un po’ forte, perché nel giro di poco ci siamo trovati

circondati da ragazzi in carrozzina. La cosa che mi ha colpito era

l’atteggiamento premuroso dell’educatrice dimostrava loro un sacco di bene,

come se fossero tutti suoi figli, infatti si faceva chiamare zia Pina. Lei li

guardava per come sono veramente, persone con i loro talenti, certamente

diversi dai nostri. Per farci capire questo, cioè che ogni persona vale per quello

che è, abbiamo fatto un gioco: dovevamo mimare ed indovinare i talenti propri di

ognuno. Abbiamo notato che noi avevamo il dono di saper cantare e ballare, di

essere bravi a scuola, di saper cucinare… ma abbiamo visto che anche gli altri

ragazzi avevano dei doni come il saper essere affettuosi e pazienti…

Ultimato il gioco abbiamo suonato il flauto e cantato una canzone e loro hanno

gioito con noi. Più passava il tempo e più ci sentivamo a nostro agio e guardandoli

non pensavo più a quanto erano stati sfortunati a nascere con quei problemi,

perché erano molto più allegri e felici loro di tante altre persone sane, ma che

non sanno dare un senso alla propria vita. Alla fine abbiamo fatto un gioco tutti

insieme, dove ci siamo divertiti un sacco sia malati che non. Quando siamo usciti

da lì, ho capito che la malattia si può affrontare in due modi: avendo sempre

paura e chiedendosi continuamente cosa uno può aver fatto di male per

meritarsi una simile punizione oppure guardando “questo ostacolo” come uno

slancio per leggere la vita da un punto di vista diverso, come un dono.

Maria Paolella

E’ veramente strano riuscire a capire questo mondo così particolare, imparare a

cogliere il bello delle loro esistenze, a capire il loro linguaggio. La cosa che

colpisce è la loro dolcezza, la loro pazienza, il loro essere attenti e partecipi su

quanto avviene attorno a loro.

La loro testimonianza è stata una lezione molto significativa: noi che abbiamo

tutto non ci accontentiamo mai, ci manca sempre qualcosa; loro sono felici pur

nei loro problemi, disagi e difficoltà e noi spesso non lo siamo.

Abbiamo impresso nella mente e nel cuore le loro stupende immagini e le

porteremo sempre con noi.

Evelyn Peruzzi

Mi ha profondamente colpito la tenerezza con cui questi ragazzi vengono

accuditi: Pina, l’educatrice dal cuore grande, sprigionava dal suo volto, dai suoi

occhi una carica materna unica ed eccezionale. Con che tenerezza si accostava a

queste creature e ci ha aiutato a scoprire in loro tante bellezze e ricchezze che

diversamente non saremmo riusciti a cogliere.

Per me è stata un’esperienza che ha lasciato un segno profondo e mi

accompagnerà nel corso della vita. Queste persone con noi sono state

eccezionali, ci hanno persino offerto dei pensierini – ricordo. Si sono scolpiti

nella mia mente e non li dimenticherò.

Stefano Panichi

Questi ragazzi parlavano con gli occhi e con tutta la forza del loro essere. Mi

hanno dato una grande lezione: siamo tutti uguali!

Luca Speciale

I nostri amici della “Don Gnocchi” esteriormente non riescono a muoversi come

noi, a parlare e a dialogare come noi, ma hanno una ricchezza straordinaria di

sentimenti e all’interno del loro corpo pulsa un cuore ricco di amore e di tanta

pazienza. Quando ci lamentiamo per qualcosa, dovremmo ricordare sempre

queste persone straordinarie.

Andrea Nicolli

Prima dell’incontro con i ragazzi della “Don Gnocchi” pensavo di essere infelice

perché non ho un padre presente come gli altri, ma quando ho visto i loro volti e i

loro occhi che sorridevano ed accoglievano chiunque allargasse le braccia verso

di loro, ho cambiato idea. Ho avuto una lezione di vita unica.

Milena Masci

A contatto di quelle creature ho provato una sensazione di tenerezza e di

dolcezza che mi ha fatto scoprire il grande cuore racchiuso dentro quel corpo

immobile. Dal loro volto si coglieva un’unica espressione: “Quanto Dio ci vuole

Bene!” Che stupendo ammonimento!

Sujoy Saju Saha

La lezione di vita è stata molto importante e significativa: devo imparare a non

lamentarmi sempre e soprattutto quando mi capita una giornata “nera”. E’

fondamentale che riporti alla mente questi ragazzi dal volto sereno e

sorridente.

Andrea Junior Angeli

Mi ha tanto colpito il fatto che questi ragazzi, nonostante il cuore ed il cervello,

come il nostro, non hanno la libertà di potersi muovere a loro piacimento, perché

incatenati in un corpo limitato. Questo mi ha fatto riflettere e ragionare tra me

e me. Erano felici nel vederci suonare, giocare… come se fossero in mezzo a noi

a fare le stesse cose. Questa esperienza mi ha aiutato a capire quanto devo

essere grata al Signore per la mia vita libera e sana.

Francesca Piersigilli

Di fronte a questa cruda realtà una luce mi ha coinvolto, quella dei loro occhi

radiosi e folgoranti. Nel vederli così sereni, mi sono posta un sacco di domande e

mi ha fatto fare un serio e profondo esame di coscienza. Troppo spesso non ci

rendiamo conto di ciò che abbiamo, senz’altro il tesoro più prezioso: la vita sana.

Tania Castelletti

Il video visto in classe ci ha presentato un giovane senza braccia e senza gambe

che è riuscito a sorridere alla vita e a realizzarsi nonostante i suoi handicap. Ho

avuto la stessa lezione alla “Don Gnocchi” di fronte a quei ragazzi formidabili,

che amano la vita. Uscita da quell’edificio mi sono sentita leggera, libera: il

calore dei loro sorrisi, aveva fatto di me una creatura nuova.

Alison Jean Compra

Il 28 febbraio 2015, di

fronte ai ragazzi del

Centro “Don Gnocchi”

ho riportato alla mente

la parabola dei Talenti.

Guardando quei ragazzi

ho riflettuto molto:

nonostante i loro mille

e gravi impedimenti, si

destreggiavano nel

migliore dei modi…

Hanno ricevuto pochi

talenti, ma li sanno

sfruttare al centesimo,

molto più e meglio di noi. Tornando al Signore, nella simbologia della parabola, ne

avranno guadagnati, senz’altro, il triplo. Loro, nonostante tutte le loro difficoltà,

sono felici, più di noi, che non ringraziamo mai il Signore per i tanti doni ricevuti.

Toccanti sono state le parole dell’educatrice Pina: “Quando pregate pensate a

noi… quando sarete più grandi ricordatevi di loro e veniteli a trovare… la vostra

presenza è la loro felicità”.

Vittorio Burchiani

Ho provato un senso di frustrazione di fronte a quei ragazzi, perché , a volte,

noi ci lamentiamo per cose futili e non pensiamo mai a quanto siamo fortunati…

Non fermiamo l’attenzione sul fatto che esistono persone a cui il Signore ha

messo po’ più di sassolini lungo la loro strada e nonostante questo, non si

lamentano, addirittura sorridono. L’educatrice ci ha fatto capire che ognuna di

queste persone ha un suo talento, anche se piccolo. Io che vedo sempre in

relazione a me il bicchiere mezzo vuoto, ho capito che devo essere felice per ciò

che ho ed imparare a dire grazie al Datore di ogni bene.

Luca Viezzoli

Questa visita ha suscitato dentro di me un mondo di “perché”. Guardandoli ho

iniziato a riflettere sul fatto che loro, abituati ad avere meno di noi, hanno

talmente tanta forza, voglia di vivere, anche se sono diversamente abili.

Noi siamo talmente abituati ad avere che attribuiamo la felicità alle cose che

possediamo, invece basta un piccolo gesto per donare gioia, per regalare

serenità. Ad esempio: un “mi scusi!” o un “grazie!”, un sguardo luminoso, un

sorriso… sono i doni più belli e significativi. Quei ragazzi nel loro piccolo ci hanno

donato tutto questo e sono loro immensamente grata.

Lucrezia Frizzo

In questi ragazzi, oltre la voglia di vivere, ho notato il desiderio di comunicare e

di esprimere i loro sentimenti più belli e profondi, anche semplicemente con dei

gesti. Io spero tanto di aver lasciato nei loro cuori un sorriso.

Osservandoli, ho notato tanta tenerezza, avevano uno sguardo bello, sereno,

gioioso che ti coinvolgeva e trasmetteva qualcosa di straordinario dentro.

Sara Ferretti

L’Educatrice ci ha raccontato una cosa molto commovente: un ragazzo, una volta,

era arrabbiato con lei e con gli occhi le ha fatto capire che era infastidito

perché lei aveva litigato con il marito e si lamentava per questo. Con gesti e

soprattutto con l’atteggiamento le ha dimostrato che non era giusto comportarsi

così, perché lei aveva una famiglia e quindi doveva apprezzare questo

grandissimo dono. E’ proprio vero, come ha detto l’Educatrice che i ragazzi del

Centro parlano con gli occhi e ti penetrano profondamente. Sono grata per

questa esperienza che mi ha dato tantissimo. Quei volti sono impressi in me.

Maddalena Campagnoli

“Quanto meno abbiamo, più diamo.

Sembra assurdo, però questa è la

logica dell'amore.”

(Madre Teresa di Calcutta)

PERCHE’

Ero arrivata con il cuore leggero, con pochi pensieri in testa, non avrei immaginato. Eppure negli occhi assenti, traspariva una gioia misteriosa. Il primo impatto è stato difficile, pensare ad una vita imprigionata in un corpo, non potersi esprimere come tutti, non poter giocare come tutti, non potersi divertire come tutti. Sono tornata ed ho ripensato alla mia vita: “Quante cose mi mancano!?” Molti, tanti, tutti… vedo sempre ciò che non ho, che non c’è. Mai quello che ho: posso parlare, posso giocare, posso divertirmi, posso camminare, posso tante cose, ho tante possibilità. E quei ragazzi come me,

abbandonati dal mondo, chiusi nei loro pensieri, nel loro universo. Hanno, però, una speranza, affidarsi alle mani di Dio. Quando qualcosa non va secondo i nostri progetti, quando abbiamo una giornata storta, quando crediamo di avere un problema, c’è sempre una cosa bella, pensiamo a quelli le cui giornate sono sempre storte, che hanno problemi e che i nostri piccoli passi sarebbero per loro grandi e soddisfacenti vittorie. E allora, perché il mondo va al contrario? Perché sulla terra c’è così tanta sofferenza? Chi decide chi deve nascere in un modo o nell’altro? Ditemi se è giusto? Perché quei poveri ragazzi devono rimanere imprigionati per tutta una vita in quel corpo? Ma questa è vita? Riflettendo e leggendo con occhio diverso la realtà dico: sì è vita perché dono di Dio, me lo hanno rivelato quei volti sereni.

Gioia Piersanti

I CINQUE SENSI… DELLA VITA

Brividi, da aver freddo in un’afosa giornata di primavera… Ho sentito Urla, di gente povera di movimento, ma ricca di amore… Ho sentito Occhi, che parlavano e comunicavano… Ho visto E tutto quel fracasso faceva contrasto con il profondo silenzio che sentivo in me. L’anima mia piangeva,

il mio corpo era immobile, quasi inerme. Il gusto amaro dell’aria, mi faceva immobilizzare. Udito, olfatto, gusto, tatto, vista… concentrati Tutti i miei sensi erano in quella piccola stanza calda. Me ne vado consapevole, guardando il sole e sentendomi infinitamente fortunata… Saremo Testimoni anche per loro portando un po’ di gioia nel loro cuore.

Giulia Maria Sica

Come è

bello

aprirsi

a chi è

solo

e soffre

VOGLIA DI VIVERE Sembrano fragili, come una foglia in autunno, ma dentro ognuno di loro c’è una forza spaventosa. Non sappiamo cosa sia, forse l’amore di Dio, che li travolge e li culla. Il loro cuore è una terra senza fine, sempre aperto,

pronto ad amare, pronto a gioire, pronto a superare ogni difficoltà. Proviamo a capirli, guardiamo i loro occhi, perdiamoci nella loro immensità, prendiamoli per mano e viaggiamo sempre con loro, nostri fratelli.

Francesca Ippoliti

“Non è tanto

quello che

facciamo, ma

quanto amore

mettiamo nel

farlo. Non è

tanto quello che

diamo, ma quando

amore mettiamo

nel dare.”

(Madre Teresa di Calcutta)

Sabato, 7 marzo 2015, sono venuti in palestra dei ragazzi con handicap del gruppo sportivo “Adriatico Giants”… Ero emozionata e curiosa di conoscere questo nuovo gruppo: all’inizio avevo un po’ di paura, mi sono fatta avanti stringendo la mano a Caterina. Dopo un po’ mi sono accorta che la situazione era tranquilla: erano solo dei ragazzi e ragazze un po’ diversi da noi, erano molto affettuosi. Ci siamo messi tutti in cerchio e ci siamo passati la palla. Vicino a me c’era un ragazzo disabile di nome Giacomo: era simpatico, gli piaceva il calcio e tifava per il Lazio. Successivamente abbiamo giocato a fare canestri, con noi c’era una ragazza disabile di nome Dalia, aveva i capelli ricci, gli occhi che le brillavano e ci sorrideva felice, c’era Ilenia e sempre Giacomo che era bravissimo a fare canestri, ne ha fatti tantissimi, noi lo guardavamo sorpresi. Abbiamo anche giocato a basket con lo stesso gruppo ed abbiamo vinto. E’ stata un’esperienza unica che non dimenticherò mai.

Camilla Tazioli

L’esperienza di gioco con il gruppo “Adriatico Giants” è stata molto bella e significativa. Ho provato un’emozione molto profonda ed ho condiviso con loro un

momento ricco di emozioni. In qualche momento ho dovuto riconoscere che in alcuni giochi erano molto più bravi di me. Il loro sorriso si è impresso nel mio cuore.

Caterina Lamponi

Caro Diario, io, sabato, 7 marzo, ho fatto un’esperienza straordinaria, perché insieme alla mia classe siamo scesi in palestra ed abbiamo trovato un gruppo sportivo in divisa, che ci ha sorpreso. All’inizio ci sono sembrati ragazzi come noi, poi abbiamo capito che avevano dei problemi nel parlare. C’era una ragazza che mi stava vicino e mi sorrideva con gioia ed amore, quel suo atteggiamento così sereno toccava profondamente. Ci siamo anche presentate ed abbiamo fatto amicizia e mi ha detto che si chiama Livia. E’ una ragazza bella, intelligente, molto gentile e graziosa. C’è una cosa che vorrei dire a tutti, una cosa che parte dal mio cuore: “La diversità non esiste e non esisterà mai, non importa se abbiamo dei problemi fisici o mentali, siamo tutti essere viventi, a cui Dio ha donato la vita” Bisogna saper sorridere loro, è necessario consolarli, star loro vicino, perché se ci mettessimo nei loro panni e tutti ci lasciassero in disparte, sarebbe veramente orribile. L’esperienza è stata favolosa, caro diario… La tua

Vittoria Guidoni

Cari Ragazzi del Gruppo sportivo “Adriatico Giants” , io spero che vi siate divertiti con noi in palestra sabato, 7 marzo, anche se siamo stati insieme solo per un’ora, per noi è stato un momento molto bello e significativo. Per noi incontrarvi è stato molto importante perché abbiamo scoperto che siete veramente eccezionali e bravissimi. Ho visto nei vostri occhi molta gioia, tutto il vostro essere diceva che eravate contenti e questo ci ha incoraggiato a condividere con voi anche altri momenti.

Quel giorno avevo dimenticato l’occorrente per fare ginnastica, però vedendovi ho scoperto in me tanto desiderio di stare con voi, di stringere le vostre mani, di palleggiare con voi, di dimostrarvi che ero felice di starvi vicino. Eravate bravissimi a giocare a palla, molto più bravi di noi, soprattutto nel fare i canestri… Avete degli istruttori fantastici, che vi allenano, vi vogliono bene e vi regalano tutto il tempo per essere come gli altri, anzi in alcune cose meglio. Bravissimi! Un caro saluto… Ciao

Luisa Mandrelli

IO PENSO… Io penso che siamo tutti uguali,

perché la diversità non esiste.

Dio lo ha detto,

Dio lo ha scritto.

Io penso che dovremo tener presenti

tutte quelle persone che sono sole,

che soffrono e che non hanno

nessuno

a cui donare affetto.

Io penso che dovremo metterci

nei panni delle persone diversamente

abili

e pensare come potremo prenderla

noi.

Io penso che dovremo appoggiare,

consolare, abbracciare e sorridere

a queste persone.

Io penso che dovremo un po’ meno

ripiegarci su noi stessi

e aprirci un po’ di più agli altri.

Michela Sama

PERSONE DIVERSE DA NOI Sono intorno a noi,

ma non ce ne rendiamo conto.

Vogliono amore,

ma non ce ne rendiamo conto.

Ci vogliono bene,

sono persone come noi:

accettiamole!

Noi abbiamo i nostri problemi,

i nostri difetti, loro hanno i loro,

non siamo così diversi:

accettiamoli!

Anche loro vogliono essere amati.

Aiutiamoli, non lasciamoli soli.

Loro sono chiamati disabili, diversi,

ma in realtà sono persone come noi:

capaci di amare.

Chiara Galeazzi

Caro Diario,

sabato, 7 marzo, ho vissuto una bella, forte ed indimenticabile esperienza con dei ragazzi disabili. Giocando con loro ho potuto capire che non sono diversi da noi. Sono gentili ed educati. Appena sceso in palestra ero un po’ sconcertato, ma poi ho

subito preso confidenza e stavo ottimamente bene

con loro, perché sono ragazzi unici e straordinari, carichi di una volitività unica. I ragazzi erano tutti in divisa e davanti alle loro magliette rosse spiccava la scritta “Adriatico Giants” il nome della loro squadra. Mi ha colpito fra tutti un bambino del loro gruppo, molto piccolo, di nome Matteo, che mentre facevamo “tutti liberi” ha centrato ben dieci canestri senza fallirne uno. L’ho guardato ammirato e stupito. Caro diario, che portento! Alla fine abbiamo disputato una partita: sono tutti dei veri campioni, bravissimi. Posso dedurre da questa esperienza che questi ragazzi non sono poi così diversi da noi… siamo noi che dobbiamo guardarli con occhi diversi, ma soprattutto accoglierli con un cuore veramente grande. Diario, io ora ti lascio, incidi bene questa esperienza e ricordala di tanto in tanto anche a me, perché voglio veramente cambiare atteggiamento con chi ha qualcosa meno di me. Ciao… il tuo

Matteo Burini

ESPERIENZA DI SABATO, 7 MARZO 2015

Inizialmente, devo ammetterlo, tra questi ragazzi disabili, non mi sentivo a mio agio, ero imbarazzata. Li osservavo, li guardavo

attentamente, dentro di me provavo una strana sensazione: non mi facevano pena, non li vedevo con disgusto, non mi allontanavo

da loro. Pensavo: “Perché disprezzare delle persone esattamente uguali a noi?” Il più piccolo, Matteo, era dolcissimo. Il fatto che

mi ha colpito di più è che sorrideva sempre, ma un sorriso vero, un sorriso che nei nostri volti non si vede spesso. Matteo si

divertiva a giocare con noi! Vedevo negli occhi di tutte quelle persone, tanta felicità. Sono stata davvero bene, nonostante fossi a

contatto con una realtà davvero diversa dalla mia. Non riesco ad immaginare come si possa vivere così, senza avere la possibilità di

uscire, se non accompagnato, di prendere spesso farmaci, proprio non ci riesco e vorrei provare ad immedesimarmi nei loro panni,

cercare di riflettere profondamente. Posso dire di aver vissuto un’esperienza particolare che mi ha cambiata dentro radicalmente.

Sono andata ad un ritiro del gruppo “I Cercatori del Graal” di cui faccio parte e abbiamo visto un video che mostrava un ragazzo

senza braccia e senza gambe… Gli animatori ci hanno legato mani e gambe ed hanno cercato di farci provare le stesse sensazioni del

ragazzo del video… è stato difficile, ma anche bello… Questa esperienza si collega con quella vissuta sabato che ugualmente porterò

sempre con me.

Anna Tansella

Sabato ho conosciuto un gruppo sportivo straordinario, tra cui c’era Giacomo che era bravissimo e non falliva un canestro. Siamo

stati vicino a loro, abbiamo condiviso la loro gioia e il loro gusto di dare il massimo di se stessi. Mia madre mi ha insegnato che

nelle persone non bisogna guardare l’esterno, ma possibilmente leggere il cuore, perché è la ricchezza interiore che conta.

Jhaslene Jean Compra

Di questi ragazzi straordinari mi è piaciuto molto il fatto che facevano esercizi ginnici meglio di noi, pur non avendo le nostre

possibilità. Hanno evidenziato una forza di volontà straordinaria.. Se noi ci accorgiamo che le cose non ci riescono al primo colpo, ci

avviliamo e cediamo le armi, invece loro hanno dimostrato una resistenza unica ed una capacità di darsi eccezionale. Tutto questo

mi ha fatto molto riflettere.

Carlo Luciani

Osservando attentamente questi ragazzi, dall’aspetto un po’ fragili, ho provato in un primo momento compassione, quasi un senso di

tenerezza. Successivamente mi sono dovuto ricredere perché erano bravissimi e negli esercizi ginnici si destreggiavano meglio di

noi. Avevano una capacità di concentrazione veramente grande. Mi hanno toccato profondamente e si sono scolpiti in me come

esempio.

Gabriele D’Andrade Corsa

Abbiamo ricevuto da questi ragazzi tanti messaggi di vita ed insegnamenti: come saper sorridere, saper accogliere, rendersi

disponibile verso chi ti sta vicino… Ho capito che non è bello prendere in giro per dei limiti, dobbiamo al contrario aprire gli occhi

sulle qualità che tutti possiedono. Abbiamo trascorso con loro una bella esperienza ed abbiamo capito che quando ci va storta una

cosa, non dobbiamo lamentarci.

Chiara Paladini e Sirio Scarpini

Dio, pur nella diversità dei talenti, ci ha creati tutti uguali, siamo noi che a volte attribuiamo etichette sbagliate a qualcuno: sabato

in palestra abbiamo scoperto di avere tante doti in comune, pur nella diversità che è normale. E’ un gruppo sportivo fantastico: i

ragazzi giocano meglio di noi ed hanno una destrezza ginnica formidabile. Impariamo da loro ad essere sereni e gioiosi

Alexandra Gitto

Ho dialogato con queste persone e si sono rivelate simpatiche e cordiali. Il loro impegno nel gioco mi ha sorpreso e commosso.

Facevano dei canestri così precisi, come dei veri campioni… Abbiamo solo da imparare tantissimo da loro. Osservandoli così sereni e

volitivi ho provato sensazioni

fortissime dentro di me:

mi hanno manifestato

una voglia di vivere

bellissima. Il loro

esempio e la loro

vitalità le porterò

sempre con me,

come ricordo.

Roberto Principi

Carissimo Diario Ho da raccontarti una esperienza completamente nuova. Sabato 7 marzo, all’ora di approfondimento siamo scesi in palestra ed abbiamo giocato e palleggiato con il gruppo sportivo “Adriantico Giants” , portatori di handicap. All’inizio avevo quasi timore ad avvicinarmi, avevo paura di far loro male, invece è stato bello condividere tutto con loro. Erano ragazzi favolosi, gioiosi, sorridenti, cordiali, con cui era molto semplice e facile fare amicizia. C’erano due bambini, molto piccoli, ma tanto carini e teneri. Giocando insieme a loro, provavo un certo dispiacere dentro per tutte le volte che questi ragazzi vengono portati in giro, invece hanno delle potenzialità e ricchezze interiori, veramente grandi. Avevano un’abilità ginnica molto ben radicata e negli esercizi erano padroni di quello che facevano. Mi faceva sorridere e gioire la loro destrezza ed abilità: facevano dei canestri strepitosi. Hanno dei problemi, non possiamo nasconderlo, però sono bravi a dare il meglio di loro stessi. Sorprendono tutti con la loro voglia di fare e volontà di darsi totalmente. Ci hanno comunicato tanta voglia di vivere e a non arrenderci di fronte alle difficoltà. Questa esperienza anche se breve, ci ha fatto comprendere che nel mondo non tutti sono fortunati. Noi abbiamo tutto e spesso ci lamentiamo, dovremmo, di fronte a loro, provare un po’ di vergogna. La vita è un dono, vero caro diario, e guai se non la viviamo in pienezza. Il sorriso e la giovialità di questi ragazzi si è stampata in noi e non la dimenticheremo con facilità. Grazie, diario, che ci hai offerto la possibilità di rientrare in noi stessi e riflettere.

Aurora, Naomi, Ylenia, Maria Teresa, Francesco

QUEL GIORNO di Romano Toccaceli

Quel giorno mi resi conto che anche se sono malati hanno voglia di vivere come noi. Sono proprio fortunato…

Giocai con loro, mi divertii tanto: erano bravi, come dei geni, li ammiravo come fossero eroi. Quanta volitività era in loro.

QUANTA VOGLIA DI SORRIDERE Sorridi piano, perché temi che troppa vita spezzi l’incantesimo che un sospiro di felicità sia troppo. Anche loro sorridono, guardandoti con occhi sinceri, che si fidano. C’è un muro

e c’è un velo a separarci, siamo uguali, seppure così diversi. Così lontani, ma vicini, sorridendo abbracciamo la vita

Marta Angelici

SORRIDERE ALLA VITA Sorrido alla vita, come mi hanno sorriso, accetto una sconfitta, come mi hanno insegnato, credo nella speranza come hanno fatto loro; non ho più paura, grazie a loro che mi hanno fatto capire cos’è la vita,

che mi hanno fatto aprire gli occhi sulle sconfitte. Devo imparare ad affidarmi al coraggio, che mi indica la strada e mi apre alla speranza. La vera sconfitta è la paura, il timore di andare avanti: grazie a loro sono cambiato Matthieu Chiagano

PICCOLE CREATURE…

In una stanza piccolina, stavamo lì con queste piccole creature, il sorriso stampato sul volto, trasmettevano gioia e tenerezza: tutti diversi e tutti simpatici. Tra palle che volavano, persone che si spostavano, file che si cambiavano e persone che si capivano. Una esperienza indimenticabile,

tra giochi, chiacchiere e risate: mi sono divertita un mondo e di certo lo rifarei. Una giornata fantastica completamente diversa dalle altre. Molto meglio al 100%! Una vicenda che fa ragionare, con questi ragazzi nati per vivere e tanta voglia di vita da donare. Giorgia Bellucci

CONTINUO E NON PIANGO

E’ proprio da quel giorno che mi dissi, voglio guardare con occhio nuovo i diversi, che sono come noi, colmi di tanta voglia di vivere, di gioire e giocare felici. Sorridono al mondo, alla vita, a tutti, Dai loro occhi si sprigiona luce e amore. Mi hanno stupito e sono contento, di averli conosciuti ed ammirati per tante abilità che io non ho. E’ stata una bella esperienza. Antonino Pio Leto

La Grande Fame

Nel mondo si sente un certo brusio, sono i pianti di chi la fame patisce,

quelli che muoiono per mancanza di un pezzo di pane: ora io dico che basta anche un solo piccolo granellino

per dar loro speranza.

Poi ci sono gli altri che hanno un’altra fame, loro vorrebbero sapere qualcosa di più,

quindi ora noi preghiamo Cristo Signore e gli diciamo:

Santo, il mio Signore, guarda e benedici Tutti coloro che soffrono per la fame, ma soprattutto

per carenza di amore. Tu ci hai detto: “Chiedete ed otterrete…” e noi siamo

qui a bussare alla tua porta.

Ci hai anche detto: “Abbiate fede quanto un granellino di senape

e sposterete le montagne…” Questa è una grande montagna,

ma con te riusciremo ad abbatterla.

Gesù, la montagna da spostare è la fame, il macigno da rotolare è l’’apatia e l’indifferenza

La trave da rimuovere dai nostri occhi è la cecità:

liberaci Signore ed insegnaci a saper vedere e condividere

Francesco Maggio - classe III A

CARTA D’IDENTITÀ

Nome: Charles

Cognome: Dickens data di nascita: 1812

Luogo di nascita:Portsmouth (Inghilterra) Luogo di morte: Londra

Data di morte: 1870

disabilità: epilessia

perché famoso/professione: romanziere ed autore sia di opere umoristiche come Il circolo

Pickwick, che di opere sociali come Oliver Twist, David Copperfield, Tempi Difficili, Canto di Natale

CARTA DI IDENTITÀ Nome: Isaac / Isacco

Cognome: Newton Luogo di nascita: Woolsthorpe by

Colsterworth(Inghilterra) Data di nascita: 25 Dicembre 1642

Luogo di morte: Londra Data di morte: 20 Marzo 1727

Disabilità: Epilessia Perché famoso: Fu un fisico. Fu il primo a dimostrare che le leggi della natura governano il movimento della Terra e degli altri corpi celesti, si appassionò allo studio della fisica con la caduta di una mela sulla sua testa.

CARTA DI IDENTITÀ

Nome: Ludwig Cognome: van Beethoven

Luogo di nascita: Bonn (Germania) Data di nascita: 16 dicembre 1770

Luogo di morte: Vienna Data di morte: 26 marzo 1827 Disabilità: ipoacusia-sordità

Perché famoso/ professione: noto compositore

e pianista. Figura fondamentale della musica colta occidentale, è considerato uno dei più grandi

compositori di tutti i tempi. Nonostante i problemi di ipoacusia che si manifestarono prima ancora d'aver compiuto i trent'anni, egli continuò a comporre, condurre e suonare, anche dopo essere diventato sordo del tutto. Beethoven ha lasciato una produzione musicale straordinaria per forza espressiva e per la capacità di evocare emozioni

CARTA D’IDENTITÀ

Nome: Napoleone Cognome: Bonaparte

Luogo di nascita: Ajaccio (Corsica) Data di nascita:15 agosto 1769

Luogo di morte: isola di sant’Elena nell’ oceano atlantico

Data di morte:5 maggio 1821 Disabilità: epilessia

Perché è famoso/professione: Napoleone Bonaparte è famoso grazie al suo titolo di generale francese, primo console e re di Francia dal febbraio 1804. È stato protagonista delle vicende geo-politiche europee degli inizi del 1800 ed è tuttora universalmente noto come uno dei più grandi generali della storia.

CARTA D’IDENTITÀ

Nome: Thomas Alva

Cognome: Edison

Luogo: Milan (Ohio)

Data di nascita: 11 febbraio 1847

Luogo di morte: West Orange (New

Jersey)

Data di morte: 18 ottobre 1931

Disabilità: sordità

Perché famoso/professione: inventò la Motion Pictures Patents, cioè

un’unione di nove delle più celebri case cinematografiche con cui creò

una vera e propria compagnia. Inoltre egli è molto noto anche per il fatto

di aver migliorato, commercializzato e diffuso l’idea della lampadina ad

incandescenza(molti pensano che il vero inventore sia stato lui, però si

sbagliano perché anche altre delle “invenzioni” di Edison, sono dei

miglioramenti di altre già pensate). Fu un grande imprenditore, con ben

1093 brevetti a suo nome.

CARTA DI IDENTITA’ Nome: Alex

Cognome: Zanardi Data di nascita: 23 Ottobre 1966

Luogo di nascita: Bologna Data di morte:

Luogo di morte: Professione: Pilota di Formula 1

Disabilità: Ha perso le gambe in un incidente

CARTA D’IDENTITÀ

Nome: Alexander Cognome: Graham Bell

Luogo di nascita: Edinburgo, Scozia

Data di nascita: 3 marzo 1847

Luogo di morte: Cape Breton Island, Nova Scotia, Canada.

Data di morte: 2 agosto 1922 Disabilità: asma

Perché è famoso/Professione: è l’inventore del telefono; è anche noto

come uno dei fondatori della società National Geographic.

CARTA DI IDENTITÀ

Nome : Andrea Cognome : Bocelli

Luogo di nascita : Lajatico (PI) Data di nascita : 22 settembre 1958 Disabilità : cieco per una caduta da

bambino

Perché famoso : è uno dei cantanti italiani più conosciuti a livello commerciale sia in Europa

che in America. Bocelli proviene da una educazione vocale ed impostazione della sua

voce di natura accademica, e nonostante questa

sua preparazione, è diventato famoso al pubblico

come cantante di musica leggera (e infatti nella maggioranza delle sue prestazioni si produce così), in quanto non riusciva ad affermarsi come tenore lirico. Ha venduto

oltre 80 milioni di album nel mondo. È tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi. Il 2 marzo 2010 il suo nome è stato inserito

nella Hollywood Walk of Fame per la sua attività nel campo della musica internazionale.

CARTA D’IDENTITÀ Nome: Nicholas

Cognome: Vujicic Luogo di nascita: Melbourne

Data di nascita: 4 dicembre 1982 Disabilità: a causa di una rara malattie genetica è nato

senza arti superiori ed inferiori Perché famoso/ Professione: Nick Vujicic è un

predicatore ed uno speaker motivazionale; è famoso per la sua disabilità soprattutto per la sua straordinaria fede in Dio e, nonostante i problemi che ha avuto e che ha tuttora, rimane sorridente e felice. È il direttore di Life without limbs, organizzazione per disabili australiana NOTE: In un incontro recente ha conversato con dei

giovani, cosa che a lui piace molto fare e si ha la possibilità di vedere di cosa parla nel video “Coraggio di vivere”

CARTA D'IDENTITÀ

Nome: Peter Cognome: Longstaff Luogo di nascita: Norfolk (Inghilterra) Data di nascita:1967 Disabilità: è nato senza braccia Perchè famoso/professione: Peter Longstaff è nato senza braccia poiché alla madre è stato prescritto il

farmaco talidomide durante la gravidanza, ma egli non ha mai considerato se stesso come un essere con minori

possibilità di altri. Ha lavorato per lungo tempo come allevatore di maiali, guidando perfino il trattore. Si è poi iscritto ad un corso di arte e fotografia, presentando nel 2009 i suoi lavori realizzati solo con l’uso dei piedi alla Royal College of Art di Londra nel 2009.

CARTA D'IDENTITÀ

Nome: Simona

Cognome: Atzori Luogo di nascita: Milano

Data di nascita: 18 giugno 1974 Disabilità: è nata senza arti

superiori Perché famoso/professione: pittrice, ballerina classica e contemporanea. È autrice di vari libri e conduce spesso incontri motivazionali perché lei stessa afferma “desidero comunicare agli altri le emozioni che vivo e trasmettere quel desiderio che c’è dentro ognuno di noi di rendere la propria vita degna di essere vissuta”.

CARTA DI IDENTITÀ

Nome: Stephen William Cognome: Hawking Luogo di nascita: Oxford

Data di nascita: 8 gennaio 1942 Disabilità: è malato di SLA (sclerosi

laterale amiotrofica) Perché è famoso/professione: è un fisico, matematico, cosmologo e astrofisico, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri e l'origine dell'universo

CARTA DI IDENTITÀ

Nome: Stephen Cognome: Wiltshire

Data di Nascita: 24 Aprile 1974 Luogo di Nascita: Londra

Disabilità: Stephen Wiltshire è affetto da Autismo

Perché è famoso/ professione: Wiltshire è famoso per la sua arte, straordinari lavori in cui l’artista memorizza i paesaggi nei minimi dettagli. Per questo motivo viene chiamato “Human Camera”, ossia una memoria fotografica unica e immensa. Ha difficoltà nel parlare, nel linguaggio e vive in una sua piccola e particolare dimensione. Riesce a riprodurre paesaggi e città nei minimi particolari e ha ricevuto un premio MBE per i servizi nel mondo dell’arte nel 2006. Ha studiato Belle Arti presso City & Guilds Art College di Londra.

(Autore dell’opera: Otto Dix)

Cosa suscita in te

questa immagine? Esprimi sentimenti ed emozioni provate

o sotto forma di riflessione o di poesia…

RIFLESSIONI: Io ho conosciuto una ragazzina a scherma che non aveva più i quattro arti, ho cercato al sua storia su internet e mi ha fatto piangere, perché spiegava che lei all’età di 11 anni aveva perso braccia e gambe a causa di una meningite. Lei ha avuto ed ha un sacco di problemi ma continua a sorridere e non è mai giù di morale, ha anche inventato delle speciali protesi per tenere il fioretto. È un vero esempio per me. (Vittoria Guidoni) Riflettendo sul quadro mi viene da pensare che anche noi (la mia classe)abbiamo dei compagni che purtroppo hanno dei problemi, ma noi cerchiamo di aiutarli anche se a volte sono maneschi o “perdono il controllo” di ciò che fanno e finiscono per danneggiarsi da soli. (Pietro Toppi) Io so che la persone sporca nel quadro non è il protagonista del dipinto, ma le persone che lo ignorano, quelle sono le vere persone infelici e sporche, sporche nel cuore… (Edith Straniero) Quando esco per fare una passeggiata mi capita di vedere persone come quella del quadro, mi fanno pena perché anche se hanno qualche spiccio letto sono comunque contente perché almeno qualcuno li ha capiti e gli ha dato una piccola possibilità per rifarsi una vita (Giada Guadagnini)

UN UOMO SOLO

Il povero uomo urla ai passanti "Fiammiferi! Fiammiferi!...

Tutti fuggono e nessuno lo ascolta. La situazione ti intenerisce il cuore:

non ha gambe, non ha mani. Quanta solitudine, quanta depressione!

Vende fiammiferi, non cose preziose per potersi comprare qualcosa da mangiare.

E' un uomo dal cuore dolce e gentile.

Alessandro Papa - classe I A

COME UN SASSOLINO

Povero come un chicco di grano, inutile come un sassolino.

Sono un minuscolo granchietto in mezzo ad un mare di ingiustizia.

Senza gambe, senza braccia, senza amore, senza una vita normale.

La vita è un dono effuso da un grande amore,

da accogliere con cuore grande. Sono anch'io un dono d'amore con una vita tutta da scrivere.

Camilla Tazioli - classe I A

EMARGINATO

Emarginato, trasandato,

abbandonato: è l'uomo in fondo alla strada,

incapace i muoversi, con problemi fisici e psicologici.

L'emarginato è lì, senza potere,

nessuno lo ascolta, nessuno lo guarda,

lui è solo. Andrebbe aiutato, ma nessuno lo fa.

Andrebbe sorretto, ma nessuno si avvicina.

Rimane solo per sempre. Chiara Galeazzi - Classe I A

UMILE MENDICANTE Io, inutile mendicante,

spoglio come un albero d'inverno, solo in un mare di ingiustizia. Senza gambe e senza braccia, ma soprattutto senza amici,

senza amore. Tutti corrono via da me.

A volte mi chiedo che forse sono meno

di un sassolino... Io sono paragonabile ad un fiore appassito

in un prato di fiori belli e colorati. Io vivo nella povertà,

mi scambiano per un muro, ma anch'io ho un cuore,

in me pulsano sentimenti di tenerezza e bontà.

Chiedo pietà, nessuno mi ascolta, nessuno mi vede.

La mia vita è legata ad un marciapiede,

senza nessuno che si interessa a me. E' necessario ricordarsi che tutti siamo uomini

con un cuore e dei sentimenti Michela Sama - classe I A

IO SONO UN POVERETTO

Io sono un poveretto, fiammiferi vendo.

Né braccia, né gambe io ho. Al freddo e al gelo

io trascorro le mie giornate e mi riparo dietro un muro di pietra.

Io cerco di parlare con la mia lieve e sottile voce, ma le persone, osservandomi,

scappano in fretta. Anche il cagnolino di un ricco signore,

confonde la mia natura. Solo un giorno,

un’anziana signora di buon cuore, in cambio di due fiammiferi,

un soldo mi ha dato. Sono come un piccolo fiore appassito

in un grande prato di margherite… Sono solo un poveretto…

Rebecca Bruni - classe I A

L’UOMO SENZA DIGNITA’ Guardate quel povero signore,

gettato per la strada come un rifiuto, costretto a vendere fiammiferi.

Era partito sano, forte e robusto, quando lo rividi rimasi scioccato.

Aveva perso il dono di camminare ed anche quello di toccare:

tutti i suoi amici lo abbandonarono, tranne io…

Le sue parole vagano nel vento, come uccelli migratori…

Tutti lo lasciano solo con la sua scatola di fiammiferi

quasi sempre piena.

Nicola Paolucci - classe I A

IO: VENDITORE DI FIAMMIFERI

Subito fui rifiutato, dalla gente benestante,

che passava, non si degnava di guardarmi.

Un cane mi scambiò per pianta, quasi mi fece i bisogni addosso.

Vendevo fiammiferi, cercando di parlare,

ma le mie parole erano come il nulla,

non udibili alle loro orecchie: ero il fiammiferaio invisibile

Senza arti, sopravvissuto dalla guerra,

mi ritrovo abbandonato da tutti a vendere fiammiferi,

ad aspettare che qualcuno abbia pietà di me,

capendo che sono un umano, come tutti

Costanza Fraternale - classe I A

IMMENSAMENTE ME Triste come la pioggia,

solo come la notte, inutile come un filo d’erba,

spoglio come un albero d’inverno. Un giorno padrone del mondo,

il giorno dopo solo un inutile mendicante: senza braccia e gambe.

Vivo la vita come un automa: pochi mi vedono e pochi mi ascoltano,

il resto delle persone come il vento veloce, se ne vanno. Non chiedo di essere apprezzato,

ma soltanto di essere capito, forse anche per me c’è un infinito.

Caterina Lamponi - classe I A

RIFLESSIONI:

In tutte la classi abbiamo ulteriormente approfondito il tema della “periferia”, intendendola non solo come una situazione di emarginazione per motivi fisici ma anche sociali. Abbiamo allora visionato il quadro di Otto Dix intitolato “Venditore di fiammiferi”, che rappresenta un reduce della Grande Guerra privo degli arti superiori ed inferiori, che vende fiammiferi ai bordi di un marciapiede, nella completa indifferenza dei passanti. L’immagine ci ha ricordato tutte le persone che vengono emarginate ogni giorno e che ci capita di vedere per le strade o fuori dai supermercati … spesso anche noi ci comportiamo come passanti distratti ed indifferenti, mentre dovremmo essere generosi, aperti e con meno pregiudizi verso chi è diverso…. Tante persone si lamentano di questi soggetti emarginati, pensando che siano degli effetti collaterali della nostra società, come se fosse colpa loro, come se avessero scelto loro una vita così. L’immagine ricorda le tante persone che vengono emarginate ogni giorno, costrette a vivere una vita colma di disprezzo e sdegno provenienti da coloro che li circondano e non capiscono le loro potenzialità (Marta Angelici) Dopo aver visto questa immagine mi sono comparse in testa milioni di emozioni…..TRISTEZZA, per un uomo lasciato a vivere con quel minimo che di giorno in giorno può ricavare; DISPREZZO, verso quelle persone che gli voltano le spalle e che non hanno neanche un minimo di pietà, ma soprattutto disprezzo per me, si, perché a volte io sarei una di quelle persone, semplicemente per paura; RABBIA per i comportamenti incoscienti dell’essere umano; PIETÀ per quest’uomo con una disabilità così importante, a cui servirebbe qualcuno con cui stare, con cui vivere. (Giorgia Bellucci)

Persone come quella del quadro sono state generate perché hanno una missione come tutti e ci insegnano cosa vuol dire “accettare”: la loro missione è compiuta ma devono insegnarla anche alale generazioni future perchè questo è il nostro compito: AMARE (Alexandra Gitto) Le emozioni che mi suscita il quadro sono molte e di tristezza, amarezza e molto dispiacere per queste persone che sono esseri viventi come noi , ma per la nostra incoscienza e piccolezza le facciamo sparire da tutte le città del mondo credendo che esistano solo persone sane e fortunate come noi (Carlo Luciani) Questa immagine suscita in me un senso di pena, tristezza, anche di dolore. L’ignoranza delle persone che passano vicino a quest’uomo ma ha lasciato senza parole. Lo guardo e non smetto di pensare a quanto siamo sfacciati, chiusi ed egoisti…f orse ancora non ci siamo resi completamente conto che siamo tutti uguali e che non c’è motivo di vergognarsi (Anna Tansella) Quest’immagine mi ha fatto ricordare un evento fantastico che ho vissuto qui a scuola uno dei sabati scorsi: ho giocato a basket con i miei compagni e con delle persone che hanno un handicap; ho visto come erano contenti di essere insieme a noi in quel momento, lì ho visto come è la vera identità dell’uomo e voglio rivivere esperienze simili! (Anna Lamura)

TRISTEZZA

Un buco nero, profondo,

ostile, raccapricciante,

senza luce, senza via d’uscita.

Freddo, disperazione,

non ho più lacrime da piangere, né voce per gridare.

Forse sarebbe meglio lasciarsi morire, per non soffrire più,

ma anche questo pensiero non mi dà sollievo. In fondo la gente ha molto motivi per ignorarmi

e disprezzarmi, per lasciarmi qua a morire di fame,

di freddo, di malinconia.

Comincia a piovere, i fiammiferi si bagnano,

non ho più niente da vendere, rimango così sotto la pioggia

e aspetto che arrivi il sole, così i fiammiferi si asciugheranno…

Mi guardo intorno e vedo solo cemento,

macchine, persone

e pioggia. Mi lascio di nuovo avvolgere dal buco nero

e aspetto la sua lieta visita, che squarcerà le tenebre

e mi ridarà vita.

Aurora Schettini - Classe II A

IN UN PICCOLO MONDO

In un mondo piccolo dove c’è paura e dolore,

in un mondo a sé pieno di perché…

Dove le persone ti pestano e per loro sembri un albero.

Un mondo meschino, ma pieno d’amore

in cui sorridi grazie al Signore

e ringrazi di averti donato la vita,

non importa come: ricca o povera, corta o lunga,

ma pur sempre una cosa bella.

Maria Teresa Martini - classe II A

QUANTA TENENEREZZA!

Mi fanno proprio schifo le persone che non aiutano chi ha bisogno.

Vedo queste scene in prima persona e suscitano in me rabbia e ribellione.

Vorrei far capire loro, che la vita è un dono,

non importa se siamo sani o malati, liberi o mutilati.

Siamo tutti figli di Dio che ci ama di amore infinito.

Romano Toccaceli - Classe II A

LA SPERANZA

Come il ceppo di un albero veniva ignorato da tutti, stava tutto il giorno solo,

seduto per la strada, continuando a sperare, attendeva una persona

che lo aiutasse, una persona con un cuore grande

che tendesse una mano verso di lui e sperava ancora,

con quei pochi fiammiferi rimasti nella scatola per anni.

Matthieu Chiagano - Classe II A

VENDITORE FIAMMIFERI

Un venditore di fiammiferi in strada, un venditore unico e raro,

che soffre per l’indifferenza di tutti. Le sue spalle sono schiacciate da pesi enormi:

burle, parolacce, offese, cattiverie… Il suo cuore è chiuso nel suo dolore

per mancanza di amore e di attenzioni. E’ lì ad aspettare che qualcuno si accorga di lui,

che acquisti qualche fiammifero per poter mettere qualcosa sotto i denti.

Quale lezione di vita: impariamo a guardarci intorno

e a saper accogliere chi è nel bisogno.

Antonino Pio Leto - classe II A

RIFLESSIONI:

L’opera mi fa pensare alla povertà in generale, a quei ragazzi della mia età e anche più piccoli che lottano tutta la vita per un pezzo di pane mentre ci sono persone che, come me, sono molto più fortunate e non donano neanche qualche centesimo. Quei soldi anzi li spendono inutilmente per comprarsi vestiti costosi per apparire più belli e ricchi. Se fossi il protagonista del quadro l’atteggiamento della gente attorno che mi ignora mi farebbe sentire esclusa e questo mi farebbe diventare molto più chiusa in me stessa e quindi restare sola a vita (Lucrezia Frizzo) La tristezza è ovunque e tinge le giornate di strani colori per poterci aiutare a godere e sfruttare al massimo le cose belle della vita. Questa idea mi è stata ispirata da un sacerdote durante la giornata spirituale a Loreto del 30 marzo, il quale ha detto: “per godere del fatto di stare in piedi devi prima cadere…” (Evelyn Peruzzi) Ho compreso che Otto Dix non voleva usare questo dipinto per mostrare la sua bravura nel dipingere in modo realistico, affinché la gente vedendolo pensasse subito che era proprio un bel quadro…per me voleva aprire gli occhi alle persone e renderle meno indifferenti davanti a chi p diverso e più sfortunato di noi (Maria Paolella) La povertà fa parte del grande mondo della diversità, molti considerano i poveri persone da evitare e da no prendere in considerazione…non sanno che i poveri sono i più ricchi , perché l’importante non è avere vestiti firmati o oggetti costosi, ma avere un cuore abbastanza grande da poterci mettere tutti (Alison Compra)

…al posto di quei fiammiferi che ha in mano posti in una scatola, io vedo la speranza; quest’uomo vende una nuova possibilità di vita, anche se lui sembra non averne. (Milena Masci) A volte le persone “giudicano un libro dalla copertina”, perché magari il poveraccio che ti chiede i soldi sul marciapiede potrebbe essere molto più ricco di quanto sembri. È un po’ quello che vuol dire Rosa, che non bisogna emarginare quelli che si reputano diversi ma anzi aiutarli a capire le loro difficoltà a farli trasferire dalle “periferie” alla “città”. (Luca Viezzoli) Se fossi stata uno dei passanti non so cosa avrei fatto, probabilmente sarei passata davanti a lui guardandolo in modo strano e forse disprezzandolo ma sicuramente dopo essere andata via mi sarei sentita in colpa perché le persone povere hanno bisogno di aiuto e supporto. (Sara Ferretti) In questa immagine possiamo intuire la reazione dell’uomo a una sofferenza visiva, da qui capisco che l’aiuto che possiamo dare a persone del genere anche se piccolo è significativo ed essenziale (Francesco Maria Maggio)

L’IMPERFEZIONE DI NOI STESSI

In questo mondo la gente va di fretta e non si accorge di ciò che ha intorno.

Chi è diverso viene escluso da questa società perbenista, che crede di essere perfetta,

nella sua imperfezione. Chi non accetta la diversità,

non può star bene in questo mondo. Ci stiamo impegnando per capire

che alcune persone non sono classificabili con poche e scarne parole: invalidi, incapaci, diversi…

Una persona non va giudicata dalle sue limitazioni

fisiche o mentali o economiche. Lasciamo spazio a chi vorrebbe parlare,

ma non riesce, impariamo a leggere

le sue espressioni, i suoi occhi, il suo volto… Questa parte della società, troppo spesso non voluta,

esiste e bussa al nostro cuore.

Gioia Piersanti - classe III A

DIVERSO

Solo ed escluso, come un qualcosa

posato in un angolo e dimenticato. La dignità di un emarginato

si dissolve e vola via, la gente passa,

non curante di lui, solo e piccolo,

nell’immensità. Paura del diverso, timore di aiutare,

in quel covo di sentimenti, è difficile estrarre la pietà.

Regna l’indifferenza, arma tagliente e pericolosa.

Francesca Ippoliti - classe III A

FIAMMIFERI

Gelo d’inverno, calura d’estate, paralisi eterna e solitudine.

Del fiammifero è venditore, immobile e privo di arti.

Persone che fuggono alla sua vista, o milite ignoto sopravvissuto!

Ormai privi di senso parla miti lontani e storie dimenticate,

ignorate da tutti e da tutto. Le gambe degli uomini lo evitano,

la vivacità dei bambini lo beffeggia, i cani sghignazzanti lo usano

in modo improprio. Mai più potrà correre libero,

i suoi cari accarezzare neanche, fiammiferi inutili e preziosi lo accompagnano.

Eccolo qui, l’uomo dimenticato, distrutto, relegato ad una via di periferia…

Una speranza egli ha, intrisa nel suo spirito, camminare, vivere, correre libero

e di nuovo gioire nel Regno dell’Eternità.

Vittorio Burchiani - Classe III A

LE PAROLE CHE NON HO

Nessuno mi sente, nessuno mi vede, tutto mi scavalca.

Ho aiutato e lottato per la mia patria, sono sopravvissuto al freddo e al gelo.

Ora non ho altro che fiammiferi,

parole e tristezza.

Vorrei guardare il cielo e chiedere aiuto o pietà.

O Signore, non ti chiedo felicità, ma semplicità.

Non ti chiedo amici, ma una madre che mi curi.

Non ti chiedo una bella casa, ma un tetto sotto cui stare.

Dammi l’amore, quello che solo tu sai donare,

o Dio, mio Padre.

Giulia Maria Sica - Classe III A

SABATO, 18 APRILE 2015

ALLA PALESTA DEL CONERO – PALAVERDE

VIA FRATELLI ZUCCARI (Pietralacroce)

TEMA: “Dalle periferie di Rosa alle nostre periferie”

1. Canto: Cerchio d’amore (Ore 09.00)

2. Presentazione in sintesi lavoro svolto:

Infanzia

Classe I Primaria

Classe II Primaria

3. Ascolto Flauti “Sally Garden” – Scuola Sec. I Grado

4. Presentazione in sintesi lavoro svolto:

Classe III Primaria

Classe IV Primaria

Classe V Primaria

5. Canto: Mi alma canta

6. Presentazione in sintesi lavoro svolto:

Classe I Sec. I Grado

Classe II Sec. I Grado

Classe III Sec. I Grado

7. Canto : Una famiglia

8. Intervento Card. S. Em.za Edoardo Menichelli (Ore 10.15)

9. Merenda

10. Partita a basket gruppo sportivo “Adriatico Giants” e i nostri ragazzi

11. Conclusione (Ore 12.30)

Che bella mattinata! Eravamo lì riuniti, avvolti da una grande gioia, più trascorreva il tempo e più ci sentivamo uniti. Abbiamo imparato ad ascoltarci gli uni e gli altri e a comprenderci fino in fondo. Quei ragazzi del gruppo sportivo hanno lasciato un segno indelebile: è stata una giornata meravigliosa. Le nostre voci, attraverso il canto e la musica esprimevano tutto quello che avevamo nel cuore: gioia, fratellanza, amore, condivisione… (Francesca Ippoliti)

Una giornata da non dimenticare; ogni classe ci ha fatto riflettere su quanto noi possiamo dare a questi ragazzi meno fortunati di noi e quanto loro possono dare a noi: nonostante alcune anomalie loro danno sempre il massimo.. Che grande lezione di vita abbiamo ricevuto! (Vittorio Burchiani)

I ragazzi del gruppo sportivo “Adriatico Giants” sanno trasmettere un amore unico e non puoi fare a meno di accoglierli e avvicinarti a loro con lo stesso amore (Sara Ferretti)

E’ stato molto bello ascoltare e capire con quanto impegno tutte le classi avevano lavorato su questo meraviglioso tema “Dalle periferie di Rosa alle nostre periferie” ognuno nel suo stile e nella sua proprietà espressiva. La condivisione sorprende ed arricchisce. E’ stata una giornata bella e veramente perfetta, divertente ed educativa. (Gioia Piersanti)

Mentre giocavamo e cantavamo mi sentivo come se fossimo un’unica famiglia, come se quell’unico cuore carico d’amore pulsasse in tutti nonostante l’apparente differenza ed era proprio quello che ci legava l’uno all’altro e ci faceva sentire bene. (Lucrezia Frizzo)

O cerchio

massimo!

O cerchio

Massimo! (Santa Rosa Venerini)

I Flauti con la musica “Sally

Garden” hanno la forza di

travolgere

e coinvolgere, guidati dalla nostra maestra di musica Lucia Galli La giornata con canti, musiche, discorsi il cui argomento principale è stato sempre l’integrazione tra noi e queste persone disabili che molte volte, anche involontariamente, si tende di allontanare e ghettizzare, è stata molto bella e significativa. Questa esperienza ci ha aiutato a capire che queste persone non vanno evitate, ma comprese e aiutate perché, pur non riuscendo ad esprimersi bene, dentro di loro sono molto più ricchi di amore e cordialità di noi (Riccardo Marchegiani

E’ stato molto bello ascoltare e capire con quanto impegno tutte le classi avevano lavorato su questo meraviglioso tema “Dalle periferie di Rosa alle nostre periferie” ognuno nel suo stile e nella sua proprietà espressiva. La condivisione sorprende ed arricchisce. E’ stata una giornata bella e veramente perfetta, divertente ed educativa. (Gioia Piersanti)

E’ stata una giornata piacevole e formativa, mi ha colpito personalmente nel profondo, perché all’inizio, guardando i portatori di handicap seduti, pensavo come si potessero divertire a giocare con noi, dato che non potevano correre o muoversi come gli altri, ma poi ho visto la gioia di quel bambino quando ha segnato il canestro ed è andato ad abbracciare l’istruttore, lì ho capito quanto sono più bravi di noi. (Luca Viezzoli)

I genitori osservano compiaciuti… I nonnini godono della presenza ed il dono dei bimbi dell’Infanzia

Sabato abbiamo vissuto un’esperienza davvero fantastica, ci siamo diverti molto, ma ciò che mi ha colpito è stato il discorso del Cardinale Mons. Edoardo Menichelli; ha donato in parole semplici e significative i cinque principi fondamentali per vivere bene: RISPETTARE, ASCOLTARE, AMARE , PERDONARE, ASPETTARE L’ULTIMO… (Sara Piersigilli)

Il discorso del Cardinale mi ha veramente conquistato, i cinque punti vitali che ci ha indicato mi hanno fatto riflettere, quello che mi ha colpito di più è stato il perdono, perché penso che sia una delle cose più difficili da compiere, ma se trovi la forza per concretizzarlo, ti rendi conto che il perdono è il più grande regalo che si possa fare (Luca Viezzoli)

Abbiamo avuto la grande gioia di poter incontrare ed ascoltare il nostro Cardinale, che per farsi sentire vicino al gruppo sportivo “Adriatico Giants” ha indossato la loro maglietta. Ci ha parlato con il cuore e ci ha rivolto un discorso interessante e profondo, basato sul perdono e sul rispetto (Gioia Piersanti)

Ho ascoltato con molto interesse il discorso del Cardinale e mi ha colpito molto tra le indicazioni che lui ci ha dato “aspettare l’ultimo”, perché troppo spesso l’egoismo non ci fa vedere oltre noi, invece c’è sempre qualcuno che in qualche modo ha bisogno di essere atteso ed aiutato. (Sujoy Saha)

Ho seguito con molto impegno e partecipazione il discorso del Cardinale che con poche parole, anzi verbi, ci indicato la vera strada della vita: rispettare, amare, ascoltare, perdonare, aspettare… Mi è rimasto impresso che questi infiniti, noi dobbiamo trasformarli in “presente” per renderli produttivi ed efficaci: dobbiamo perciò dirci: io rispetto, io amo, io ascolto, io perdono, io aspetto l’ultimo… Siamo tutti figli di Dio e siamo tutti “magnifici”. Una persona “diversa” è, come noi, un capolavoro di Dio. (Vittorio Burchiani)

Sono sempre belle e forti le Parole del nostro cardinale, perché ti entrano nel cuore e non escono più… Mi ha colpito molto quando ha chiesto a due bambini cosa significava perdono perché non tutti riescono a capire bene il significato e a perdonare veramente (Sara Ferretti)

Il momento più toccante è stato quando è arrivata Sua Eminenza il Cardinale. Ci ha fatto un discorso basato in modo particolare sul perdono e sul rispetto. Sono state parole forti ed incisive, mi sono rimaste nel cuore. (Lucrezia Frizzo)

Mentre giocavamo e cantavamo mi sentivo come se fossimo un’unica famiglia, come se quell’unico cuore carico d’amore pulsasse in tutti nonostante l’apparente differenza ed era proprio quello che ci legava l’uno all’altro e ci faceva sentire bene. (Lucrezia Frizzo)

Abbiamo trascorso un sabato carico di emozioni profonde. Ciò che personalmente mi ha fatto sentire più forte questo stare insieme è stato

quando abbiamo creato un grandissimo cerchio umano: grandi e piccoli sani e meno… Osservare questa grande sfera in movimento in quell’immensa palestra mi ha commosso con brividi forti. Eravamo tutti un cuor solo ed anima sola, senza rivalità. E’ stato un vero e proprio cerchio d’amore (Giulia Maria Sica) I ragazzi del gruppo sportivo “Adriatico Giants” sanno trasmettere un amore unico e non puoi fare a meno di accoglierli e avvicinarti a loro con lo stesso amore (Sara Ferretti)