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Criterio Unico

di Divisibilità

(Primo Fondamentale Modello Generale)

__________

Gianluca R. M. Pisano

Prima Edizione

© 2010

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Sommario

__________

1. Prefazione 5

2. Introduzione 6

3. La scrittura posizionale in base dieci 8

4. I criteri di divisibilità eterogenei 10

5. Criterio Unico di Divisibilità

Primo Fondamentale Modello Generale 16

6. Caratteristiche del

Criterio Unico di Divisibilità 24

7. Proprietà del

Criterio Unico di Divisibilità 28

8. Considerazioni 36

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Criterio Unico di Divisibilità

Dedicato a Ornella…

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…indi l’essere e il non essere si generano l’un l’altro

il difficile ed il facile si completano a vicenda

lungo e corto si foggiano a vicenda

alto e basso si invertono a vicenda

sòno e tono si accordano a vicenda

prima e dopo si seguono a vicenda…*

Estratto da: La regola celeste – Lao Tse – RCS Sansoni Editrice

S.p.A., Firenze – Titolo originale Tao Tê Ching

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Prefazione a cura dell’autore.

È stata semplice curiosità, o forse qualcosa di più: il tentativo

di trovare una efficace descrizione dell’operazione matematica

di divisione, al fine di poter individuare con semplicità la

primalità di un qualunque numero intero, cioè la sua

indivisibilità.

Un percorso da me iniziato circa dieci anni fa, nell’anno 2000.

Durante la realizzazione di un programma informatico

potenzialmente in grado di migliorare le prestazioni di calcolo

dei personal computer, Stefano Contessa, amico e collega di

studi universitari, mi chiese dell’importanza dei numeri primi,

domanda che scatenò quella semplice curiosità di cui parlavo.

In seguito mi resi conto che la possibilità di poter effettuare

operazioni di divisione mirate e sintatticamente coerenti

assumeva un ruolo cruciale, ma i limiti imposti dalle leggi

informatiche e dall’hardware a disposizione rendevano

necessaria la ricerca di una risoluzione in altri lidi.

Dopo un gran numero di tentativi inutili, mi accorsi che il mio

primo passo doveva essere la scoperta di ordini alternativi a

quelli già conosciuti presenti nella disposizione dei numeri

naturali, perciò si rendeva necessaria almeno la rivisitazione

dei tradizionali criteri di divisibilità. La loro diversità, ciò che

chiamo eterogeneità dei criteri di divisibilità, a sua volta mi

indusse a formulare la seguente domanda:

Esiste un criterio unico di divisibilità che segua una regola

generale omogenea, semplice da trovare, per tutti i possibili

infiniti divisori?

Il desiderio di rispondere a questo interrogativo mi ha

condotto, verso la fine dell’anno 2007, alla scoperta di ciò che

oggi mi accingo ad illustrare.

Manduria, 01/10/2010

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1. Introduzione

In Aritmetica i criteri di divisibilità sono algoritmi che

permettono di verificare la divisibilità di un numero per un

fattore, senza eseguire la divisione esplicita.

Consistono in una serie di operazioni da effettuare sulle cifre

che compongono il numero, operazioni che dovrebbero

apparire talmente semplici da poter essere eseguite

mentalmente o, comunque, essere più rapide della divisione

canonica.

Dati due numeri naturali a e b diversi da 0, per verificare

se b divide a, è necessario svolgere la divisione completa al

fine di calcolare il resto r, poiché b divide a se e solo se

r è uguale a 0.

La divisione è tuttavia un’operazione lunga e operativamente

tortuosa, con una discreta probabilità di errori di calcolo.

E' perciò utile poter disporre di criteri di divisibilità intesi come

condizioni necessarie e sufficienti affinché un numero sia

divisibile e praticamente più semplici dello svolgimento della

divisione completa, che consentano eventualmente di

distinguere la nullità del resto della divisione a prescindere dal

suo svolgimento.

Per questo motivo un criterio di divisibilità per un numero

naturale b diverso da 0 dovrebbe essere una condizione,

indicata con c ed applicata al numero naturale a, che soddisfa

due richieste:

1. b divide a se e solo se la condizione c è verificata su a;

2. la verifica della condizione c è discretamente più semplice

e rapida dello svolgimento della divisione completa di a

per b.

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È utile considerare che stabilire se un numero sia divisibile da un altro, o se un numero naturale sia primo e in caso contrario

trovare i suoi divisori primi, è di solito un problema difficile,

per il quale non disponiamo di metodi generali tranne

sostanzialmente quello di svolgere la divisione completa.

Più di duemila anni fa i matematici greci dimostrarono che

ogni numero intero non primo può essere scritto come prodotto

di numeri primi.

Da allora un metodo generale rapido ed efficiente per

individuare i numeri primi con cui si costruiscono gli altri

numeri continua a eludere i matematici. Ciò che manca è

l’equivalente della spettroscopia, (1) che permette ai chimici di

stabilire quali elementi della tavola periodica sono i costituenti

di una sostanza composta. (2)

Si conoscono tuttavia alcuni criteri di divisibilità, la maggior

parte dei quali correlati alla scrittura posizionale in base dieci.

Taluni criteri permettono anche di conoscere il resto della

divisione mentre altri si limitano alla verifica di divisibilità.

____________________

(1) Branca della Fisica che studia gli spettri elettromagnetici emessi o

assorbiti dagli atomi e dalle molecole e, in senso più ampio, quella

parte della Fisica moderna che studia e classifica i livelli energetici di

ogni sistema quantistico. Nel 1860 G. Kirchhoff enunciò una legge

fondamentale della spettroscopia che sostiene che ogni gas assorbe le

radiazioni della stessa lunghezza d’onda che è in grado di emettere.

Questa legge, fondata su principi generali della termodinamica,

permise a Kirchhoff di interpretare le righe di Fraunhofer e il

raffronto della posizione di queste righe con gli spettri emessi dai gas

incandescenti gli consentì di riconoscere l’esistenza di elementi

chimici in corpi celesti non soggetti ad analisi diretta.

(2) Estratto da: L’Enigma dei Numeri Primi – Marcus Du Sautoy

Edizione Mondolibri S.p.A., Milano, pag. 414.

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2. La scrittura posizionale in base dieci

La scrittura dei numeri si avvale della convenzione che ogni

cifra posta a sinistra di un’altra è di ordine immediatamente

superiore all’ordine di questa.

Si nota quindi che ogni cifra ha un valore assoluto, che è la

quantità di unità, ed un valore relativo che varia al variare del

posto che essa occupa nel numero. Il nostro sistema di

numerazione decimale, che utilizza dieci simboli cioè le dieci

cifre arabiche 0, 1, 2, 3,…9, (3) è quindi un sistema posizionale,

poiché ogni cifra ha un valore particolare dipendente dalla

posizione occupata all’interno del numero. (4)

Nella scrittura posizionale in base dieci per esempio il numero

1365 equivale a:

1 · 1000 + 3 · 100 + 6 · 10 + 5 · 1

vale a dire

1 · 103 + 3 · 102 + 6 · 101 + 5 · 100

In generale dividendo un numero naturale a per 10, si ottiene

il quoziente q, cioè il numero formato dalle cifre di a senza

l’ultima cifra a destra, quella delle unità, mentre il resto r è

proprio tale ultima cifra.

____________________

(3) Nonostante originarie dell’India, le cifre arabiche, o arabe, furono

introdotte in Italia nel 1200 circa dal mercante e matematico

Leonardo Pisano o da Pisa, detto Fibonacci (da filius Bonaccii), che

le apprese infatti dagli Arabi. Egli scrisse il Liber Abaci, uno dei più

importanti libri antichi di Aritmetica che si conosca.

(4) L’Assemblea generale dell’Unione Internazionale di Fisica,

riunitasi ad Amsterdam nel 1949, stabilì che i grandi numeri si

possono dividere in classi, ma queste non devono essere separate da

punti o virgole.

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Ciò introduce il basilare criterio di divisibilità, semplice e particolarmente noto, qui riportato per esemplificare ciò che si

intende per condizione c, e come intervengono sia il criterio di

divisione che la scrittura posizionale in base dieci dei numeri.

Un numero naturale a è divisibile per 10 se e solo se l’ultima

cifra a destra nella sua scrittura posizionale in base dieci, cioè

la cifra delle unità, è 0.

Osserviamo che, in questo caso, la condizione c è dichiarata

nelle parole l’ultima cifra a destra nella sua scrittura

posizionale in base dieci è 0.

Per la dimostrazione è sufficiente ricordare che a è divisibile

per 10 se e solo se il resto della divisione di a per 10 è 0 e

che, nella scrittura posizionale in base dieci, l’ultima cifra a

destra di a sia proprio tale resto.

Esempio:

1365 = 1360 + 5 cioè

1365 = 10 · 136 + 5 non divisibile da 10.

Analogamente un numero naturale a è divisibile da 100 se e

solo se sono nulle le ultime due cifre a destra nella sua scrittura

posizionale in base dieci poiché queste sono il resto della

divisione di a per 100.

Ciò vale anche per 1000, 10000, ..., 10n, se sono nulle le ultime

3, 4, ..., n, cifre a destra nella sua scrittura posizionale in base

dieci.

Esempio:

1365 = 1300 + 65 cioè

1365 = 100 · 13 + 65 non divisibile da 100.

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3. I criteri di divisibilità eterogenei

L’aspetto eterogeneo dei criteri di divisibilità si evidenzia con

la risposta che taluni riservano alla domanda:

Esiste un criterio unico di divisibilità che segua una regola

generale omogenea, semplice da trovare, per tutti i possibili

infiniti divisori?

La risposta alla domanda è semplice, ed è no! Le motivazioni

sono complesse e coinvolgono alcune questioni fondamentali di

teoria dei numeri (una delle branche più profonde e

impegnative di tutta la matematica...): le varie tecniche sono

applicazioni della teoria delle congruenze, propria della

cosiddetta aritmetica modulare. (5)

È quindi evidente che l’apparente assenza di una regola

generale omogenea dà luogo all’eterogeneità dei criteri di

divisibilità finora scoperti, qui di seguito riportati in una breve

descrizione:

Criterio di divisibilità per 2.

Un numero naturale a è divisibile da 2 se e solo se la

cifra delle unità nella sua scrittura posizionale in base dieci

è 0 oppure pari, vale a dire 2, 4, 6, 8.

Esempio: 54 è divisibile da 2 perché la cifra delle unità è

pari, cioè 4.

510 è divisibile da 2 perché la cifra delle unità è

0.

____________________

(5) La risposta, comunicata all’autore tramite mail, proviene da un

illustre matematico.

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Criterio di divisibilità per 3.

Un numero naturale a è divisibile da 3 se e solo se la

somma delle cifre nella sua scrittura posizionale in base

dieci è un multiplo di 3. La procedura può essere reiterata.

Esempio: 123 → 1 + 2 + 3 = 6

615 → 6 + 1 + 5 = 12

e reiterando

1 + 2 = 3

Criterio di divisibilità per 4.

Un numero naturale a è divisibile da 4 se le ultime due

cifre a destra nella sua scrittura posizionale in base dieci

sono 0 oppure multiplo di 4, o le ultime due cifre sono tali

che la sua penultima è dispari e l’ultima è 2 o 6, oppure

la sua penultima cifra è pari e l’ultima è 0, 4, 8.

Esempio: 728 è divisibile da 4 poiché le ultime 2 cifre

sono 2 e 8, cioè 28, multiplo di 4.

136 è divisibile da 4 poiché la cifra delle unità è

6 e la cifra delle decine è dispari.

Criterio di divisibilità per 5.

Un numero naturale a è divisibile da 5 se e solo se la

cifra delle unità nella sua scrittura posizionale in base dieci

è 0 oppure 5.

Esempio: 125 è divisibile da 5 poiché la cifra delle unità è

5.

320 è divisibile da 5 poiché la cifra delle unità è

0.

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Criterio di divisibilità per 6.

Un numero naturale a è divisibile da 6 se e solo se è

divisibile da 2 e da 3.

Esempio: 930 è divisibile da 6 poiché è divisibile

simultaneamente da 2 e da 3.

Criterio di divisibilità per 7.

Un numero naturale a è divisibile da 7 se nella sua

scrittura posizionale in base dieci il numero, che si ottiene

sottraendo il doppio della cifra delle unità dal numero

formato con le rimanenti cifre è 0 oppure multiplo di 7.

In alcuni casi, come 14 e 119, il risultato è negativo perciò

si considera in valore assoluto. La procedura può essere

reiterata.

Esempio: 63 → 2 · 3 – 6 = 0

182 → 2 · 2 – 18 = -14 o ㅣ14ㅣ

e reiterando

2 · 4 – 1 = 7

Criterio di divisibilità per 8.

Un numero naturale a è divisibile da 8 se e solo se nella

sua scrittura posizionale in base dieci le ultime tre cifre a

destra sono uguali a 0 oppure divisibili da 8 .

Esempio: 13000 è divisibile da 8 poiché le ultime 3 cifre

a destra sono uguali a 0.

2168 è divisibile da 8 poiché le ultime 3 cifre

a destra sono divisibili da 8.

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Criteri di divisibilità per 9.

Un numero naturale a è divisibile da 9 se e solo se la

somma delle cifre nella sua scrittura posizionale in base

dieci è divisibile per 9. La procedura può essere reiterata.

Esempio: 1827 → 1 + 8 + 2 + 7 = 18

e reiterando

1 + 8 = 9

Criterio di divisibilità per 11. (6)

Un numero naturale a è divisibile da 11 se e solo se nella

sua scrittura posizionale in base dieci la differenza tra la

somma delle cifre di posto pari e la somma delle cifre di

posto dispari è 0 oppure multiplo di 11. La procedura

può essere reiterata.

Esempio: 1342 → (1 + 4) – (3 + 2) = 0

Criterio di divisibilità per 13.

Un numero naturale a con più di due cifre è divisibile da

13 se e solo se nella sua scrittura posizionale in base dieci

la somma del quadruplo della cifra delle unità con il

numero formato dalle rimanenti cifre è 13 o multiplo di 13.

Esempio: 169 → 16 + 4 · 9 = 52

e reiterando

5 + 4 · 2 = 13

____________________

(6) In qualunque base B, i criteri di divisibilità indicati sopra per 9 e

11 possono essere generalizzati al criterio di divisibilità per B - 1 e

B + 1.

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Criterio di divisibilità per 17.

Un numero naturale a con più di due cifre è divisibile da

17 se e solo se nella sua scrittura posizionale in base dieci

la differenza, in valore assoluto, fra il numero ottenuto

eliminando la cifra delle unità e il quintuplo della cifra

delle unità è 0 oppure 17 o un multiplo di 17.

Esempio: 153 → 15 - 5 · 3 = 0

391 → 39 - 5 · 1 = 34

e reiterando

3 - 5 · 4 = -17 o ㅣ17ㅣ

Criterio di divisibilità per 19.

Un numero naturale a è divisibile da 19 se e solo se il

doppio della sua ultima cifra, cioè la cifra delle unità,

sommato alla cifra delle decine è uguale ad un multiplo di

19. Si continua in questo modo fino ad esaurire tutte le

cifre di a. La procedura può essere reiterata.

Esempio: 437 → 7 · 2 + 3 = 17

17 · 2 + 4 = 38

8 · 2 + 3 = 19

Criterio di divisibilità per 10n – 1.

Il criterio descritto per il numero 19 si può generalizzare ai

numeri interi che hanno 9 come cifra delle unità, cioè a tutti

gli interi nella forma 10n – 1 e cioè 9, 19, 29, 39, ecc. Invece

di moltiplicare per 2, come nel caso del 19, si moltiplica per n.

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Criterio di divisibilità per 25.

Un numero naturale a è divisibile da 25 se e solo se nella

sua scrittura posizionale in base dieci lo è il numero

formato dalle ultime 2 cifre a destra, cioè 00, 25, 50, 75

Esempio: 3175 è divisibile da 25 poiché il numero

formato dalle ultime 2 cifre a destra, cioè 75, è

divisibile da 25.

Criterio di divisibilità per 125.

Un numero naturale a è divisibile da 125 se e solo se nella

sua scrittura posizionale in base dieci lo è il numero

formato dalle ultime 3 cifre a destra, cioè 000, 125, 250,

375, 500, 625, 750, 875.

Esempio: 13875 è divisibile da 125 poiché le ultime 3

cifre a destra sono divisibili da 125.

Criterio di divisibilità per 1001.

Il criterio è simile a quello per 11, solo che le cifre sono

sottratte tra loro a gruppi di tre.

Esempio: 171171 : 1001 → 171 - 171 = 0

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4. Criterio Unico di Divisibilità

Primo Fondamentale Modello Generale

Il Criterio Unico di Divisibilità non è eterogeneo, piuttosto lo si

può definire come un modello generale di criterio di divisibilità

semplicemente omogeneo, valido per qualunque possibile

divisore e che, per mezzo della condizione indicata con c e

applicata al numero naturale a, soddisfa i due requisiti

precedentemente esposti:

1. b divide a se e solo se la condizione c è verificata in a;

2. la verifica della condizione c è discretamente più semplice

e rapida dello svolgimento della divisione completa di a

per b.

Per comprendere la semplicità del Criterio Unico è sufficiente

ricordare il principio di funzionamento dei quasi leggendari

orologi ad acqua o, con un po’ più di difficoltà, immaginare un

numero come fosse strutturato in un pallottoliere dinamico, che

si ricorda cioè del possibile divisore che conferma la

condizione di divisibilità.

Questa visione di movimento descrive la caratteristica di un

numero naturale a generato dalla somma reiterata di singole

unità che a loro volta generano decine, che a loro volta

generano centinaia, ecc.

La serie dei numeri naturali è l’insieme di tutti i numeri

naturali ordinati in modo che ciascuno sia seguito dal suo

successivo.

È proprio per questo particolare meccanismo di azione che il

possibile divisore, anch’esso interpretabile come un numero

naturale b generato dalla somma reiterata di singole unità che

a loro volta generano decine, che a loro volta generano

centinaia, ecc., è legato strettamente ad a.

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Poiché la scrittura posizionale in base dieci utilizza appunto dieci cifre è vero che un gruppo di dieci unità forma una nuova

unità di ordine superiore.

Così dieci unità realizzano una decina evidenziando appunto

due entità distinte, ma collegate, che possono dare forma ai

numeri naturali a e b:

1. le unità, U;

2. le decine, D.

Nonostante il concetto possa essere esteso ad altre entità e per

di più ad altre scritture posizionali dei numeri, questo studio

illustra esclusivamente le proprietà del legame tra le due

grandezze U e D, cioè unità e decine, da sole sufficienti alla

realizzazione del primo fondamentale modello generale di

Criterio Unico di Divisibilità valido per qualunque divisore.

È inoltre opportuno considerare la condizione di divisibilità di

un numero naturale a non come una condizione passiva di

divisibilità di a, bensì come la capacità di un numero naturale

b di colmare pienamente la distanza che lo separa da a.

Il Criterio Unico, di cui qui si tratta, prende in considerazione

il numero di unità U mancanti a qualunque divisore per

raggiungere la sua più vicina grandezza di paragone, in questo

caso la sua più vicina decina D.

Per questo motivo siffatto Criterio Unico può essere chiamato

Primo Fondamentale Modello Generale.

Riconosciuti i due termini di comparazione, cioè le due

grandezze U e D, è possibile compilare un elenco delle

distanze o intervalli, cioè le quantità di unità U che separano i

possibili divisori b dalle loro decine più vicine D:

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10 2 8

10 3 7

10 4 6

10 5 5

10 6 4

10 7 3

10 8 2

10 9 1

10 10 0

10 11 1

10 12 2

10 13 3

10 14 4

10 15 5

20 16 4

20 17 3

20 18 2

20 19 1

20 20 0

20 21 1

20 22 2

20 23 3

20 24 4

20 25 5

30 26 4

30 27 3

30 28 2

30 29 1

30 30 0

30 31 1

30 32 2

30 33 3

30 34 4

30 35 5

40 36 4

40 37 3

40 38 2

ecc.

D

(decina di riferimento) b

(divisore) U

(unità)

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Il numero delle unità U del relativo divisore b è il coefficiente

delle decine D di un numero naturale a sul quale si applica il

criterio di divisibilità e il numero delle decine di riferimento D

del medesimo divisore b è il coefficiente della quantità di unità

U del numero naturale a.

Il metodo è simile a quello che si utilizza nel bilanciamento

delle reazioni chimiche (7) le quali sono vincolate alla legge

fenomenologica conosciuta come Legge di conservazione della

massa. (8)

È necessario pertanto distinguere le unità U e le decine D di

un divisore b, e le unità U e le decine D del numero naturale a:

Ub = quantità di unità di b;

Db = quantità di decine di b;

Ua = quantità di unità di a;

Da = quantità di decine di a;

Si considerano dunque i seguenti prodotti:

Ub · Da

Db · Ua

___________________

(7) Per bilanciare una reazione chimica occorre adoperare i

coefficienti di bilanciamento al fine di mantenere costante il numero

degli atomi che prendono parte alla reazione.

(8) Nel XVIII secolo il chimico e naturalista francese Antoine Laurent

Lavoisier scoprì che in una reazione chimica la massa complessiva

dei reagenti è uguale alla massa complessiva dei prodotti. Questa

osservazione venne resa pubblica come Legge della conservazione

della massa che in Fisica si ripresenta come Legge di conservazione

dell’energia.

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Per verificare la condizione di divisibilità tra b e a è necessario determinare la somma o la differenza dei due

prodotti, cioè:

Ub · Da ± Db · Ua

Se la decina di riferimento Db è minore di b allora si utilizza

la differenza che, se b riesce a colmare pienamente la

distanza che lo separa da a, è uguale a 0 oppure a b o ad

un multiplo di b; se invece Db è maggiore di b si utilizza la

somma che, se b riesce a colmare pienamente la distanza che lo

separa da a, è uguale a b o ad un suo multiplo.

Perciò:

con Db < b

Ub · Da - Db · Ua = 0, b o multiplo di b

con Db > b

Ub · Da + Db · Ua = b o multiplo di b

se e soltanto se sussiste la condizione di divisibilità tra il

divisore b ed il dividendo a.

Naturalmente qualora il risultato sia maggiore di 0 oppure di b

si reitera il procedimento sul numero ottenuto riutilizzando i

coefficienti del divisore b.

Esempio: 182 : 13 → 3b · 18a - 1b · 2a = 52

e reiterando

3b · 5 - 1b · 2 = 13

3b · 1 - 1b · 3 = 0

329 : 47 → 3b · 32a + 5b · 9a = 141

e reiterando

3b · 14 + 5b · 1 = 47

quindi 182 è divisibile da 13 e 329 da 47.

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Qui di seguito è riportata una tabella esemplificativa per tutti i possibili divisori.

Dato a formato da Da e Ua, applicando alle parti il

Criterio Unico, b divide pienamente a se:

2 8 Da + 1 Ua = 2; 4; 6; 8

3 7 Da + 1 Ua = 3; 6; 9

4 6 Da + 1 Ua = 4; 8

5 5 Da + 1 Ua = 5

6 4 Da + 1 Ua = 6

7 3 Da + 1 Ua = 7

8 2 Da + 1 Ua = 8

9 1 Da + 1 Ua = 9

10 0 Da ± 1 Ua = 0

11 1 Da - 1 Ua = 0

12 2 Da - 1 Ua = 0

13 3 Da - 1 Ua = 0

14 4 Da - 1 Ua = 0

15 5 Da - 1 Ua = 0

16 4 Da + 2 Ua = 16

17 3 Da + 2 Ua = 17

18 2 Da + 2 Ua = 18

19 1 Da + 2 Ua = 19

20 0 Da ± 2 Ua = 0

21 1 Da - 2 Ua = 0

22 2 Da - 2 Ua = 0

23 3 Da - 2 Ua = 0

24 4 Da - 2 Ua = 0

25 5 Da - 2 Ua = 0

26 4 Da + 3 Ua = 26

27 3 Da + 3 Ua = 27

28 2 Da + 3 Ua = 28

29 1 Da + 3 Ua = 29

30 0 Da ± 3 Ua = 0

ecc.

b (divisore)

Ub Db

(coefficienti di a)

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22

La precedente tabella può essere ampliata e riordinata, con solo i divisori b dispari ordinati per numero di unità, escluso il

5 ed i suoi multipli:

11 1 Da - 1 Ua = 0

21 1 Da - 2 Ua = 0

31 1 Da - 3 Ua = 0

41 1 Da - 4 Ua = 0

51 1 Da - 5 Ua = 0

61 1 Da - 6 Ua = 0

ecc.

13 3 Da - 1 Ua = 0

23 3 Da - 2 Ua = 0

33 3 Da - 3 Ua = 0

43 3 Da - 4 Ua = 0

53 3 Da - 5 Ua = 0

63 3 Da - 6 Ua = 0

ecc.

7 3 Da + 1 Ua = 7

17 3 Da + 2 Ua = 17

27 3 Da + 3 Ua = 27

37 3 Da + 4 Ua = 37

47 3 Da + 5 Ua = 47

57 3 Da + 6 Ua = 57

ecc.

9; 3 1 Da + 1 Ua = 3 ; 6; 9

19 1 Da + 2 Ua = 19

29 1 Da + 3 Ua = 29

39 1 Da + 4 Ua = 39

49 1 Da + 5 Ua = 49

59 1 Da + 6 Ua = 59

ecc.

b (divisore)

Ub Db

(coefficienti di a)

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23

Riassumendo, con solo i divisori b dispari ordinati per numero di unità escluso il 5 ed i suoi multipli, si può riscrivere

sinteticamente:

(-) (+)

1 Da ± 1 Ua = 0; 11 3; 6; 9

1 Da ± 2 Ua = 0; 21 19

1 Da ± 3 Ua = 0; 31 29

1 Da ± 4 Ua = 0; 41 39

1 Da ± 5 Ua = 0; 51 49

1 Da ± 6 Ua = 0; 61 59

3Da ± 1 Ua = 0; 13 7

3Da ± 2 Ua = 0; 23 17

3Da ± 3 Ua = 0; 33 27

3Da ± 4 Ua = 0; 43 37

3Da ± 5 Ua = 0; 53 47

3Da ± 6 Ua = 0; 63 57

Con questo prospetto si può affermare che, se sono false tutte le

uguaglianze e se a è dispari non multiplo di 5 e a < 632,

allora b non divide pienamente a che perciò è un numero

primo. (9)

____________________

(9) Un numero maggiore di 1 si dice primo se è divisibile soltanto per

se stesso e per 1, diversamente si dice composto.

“The problem of distinguishing prime numbers from composite

numbers and of resolving the latter into their prime factors is known

to be one of the most important and useful in arithmetic. It has

engaged the industry and wisdom of ancient and modern geometers

to such an extent that it would be superfluous to discuss the problem

at length... Further, the dignity of the science itself seems to require

that every possible means be explored for the solution of a problem

so elegant and so celebrated.”

Karl Friedrich Gauss, Disquisitiones Arithmeticae, 1801

Estratto da: Primes is in P - Manindra Agrawal, Neeraj Kayal, Nitin

Saxena - Department of Computer Science & Engineering Indian

Institute of Technology – Kanpur - INDIA

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24

5. Caratteristiche del Criterio Unico di Divisibilità

I primi 3 divisori minori di 5, cioè 2, 3 e 4, hanno la prima

decina, vale a dire 10, come decina di riferimento perciò, come

già visto in precedenza, i coefficienti Db e Ub da applicare su

a per la verifica di divisibilità sono:

10 2 8

10 3 7

10 4 6

Da cui:

2 8 Da + 1 Ua = 2; 4; 6; 8

3 7 Da + 1 Ua = 3; 6; 9

4 6 Da + 1 Ua = 4; 8

Esempio: 24 : 2 → 8 · 2 + 1 · 4 = 20

e reiterando

8 · 2 + 1 · 0 = 16

8 · 1 + 1 · 6 = 14

8 · 1 + 1 · 4 = 12

8 · 1 + 1 · 2 = 10

8 · 1 + 1 · 0 = 8

Il numero 24 è anche divisibile da 4 difatti:

24 : 4 → 6 · 2 + 1 · 4 = 16

e reiterando

6 · 1 + 1 · 6 = 12

6 · 1 + 1 · 2 = 8

Db (decina di riferimento)

b (divisore)

Ub (unità)

b (divisore)

Ub Db

(coefficienti di a)

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25

È quindi evidente, nell’esempio precedente, che, poiché il numero 8 è il più grande multiplo di 2 e di 4 e minore di 10, il

Criterio Unico per 8 determina anche quelli per 2 e 4, infatti, se

applichiamo per esempio al numero 38, non divisibile ne da 8

ne da 4, il Criterio Unico per 8 al fine di verificare la

divisibilità per 2, si ha:

Esempio: 38 : 2 → 2 · 3 + 1 · 8 = 14

e reiterando

2 · 1 + 1 · 4 = 6

che soddisfa la condizione di divisibilità per 2 se si prendono in

considerazione, come possibile risultato, i multipli di 2 minori

di 10.

Ciò accade anche per il numero 4. Difatti, utilizzando il

Criterio Unico per 8 al fine di verificare la divisibilità per 4, si

ottiene:

Esempio: 52 : 4 → 2 · 5 + 1 · 2 = 12

e reiterando

2 · 1 + 1 · 2 = 4

che soddisfa la condizione di divisibilità per 4 se si prendono in

considerazione, come possibile risultato, i multipli di 4 minori

di 10.

Analogamente si comporta il Criterio Unico per 9 il quale

vincola quello per 3, infatti, utilizzando il Criterio Unico per 9

allo scopo di verificare la divisibilità per 3, si ha:

Esempio: 78 : 3 → 1 · 7 + 1 · 8 = 15

e reiterando

1 · 1 + 1 · 5 = 6

che soddisfa la condizione di divisibilità per 3 se si tengono in

considerazione, come possibile risultato, i multipli di 3 minori

di 10.

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26

La condizione del 5 è speciale poiché il coefficiente da applicare a Da è uguale al divisore stesso:

5 5 Da + 1 Ua = 5

Esempio: 75 : 5 → 5 · 7 + 1 · 5 = 40

e reiterando

5 · 4 + 1 · 0 = 20

5 · 2 + 1 · 0 = 10

5 · 1 + 1 · 0 = 5

È questa l’unica condizione di equilibrio coerente presente nel

metodo che permette di poter utilizzare la differenza anziché la

somma e simultaneamente ridurre il numero di operazioni,

come si evince confrontando l’esempio predente:

5 Da - 1 Ua = 0

Esempio: 75 : 5 → 5 · 7 - 1 · 5 = 30

e reiterando

5 · 3 - 1 · 0 = 15

5 · 1 - 1 · 5 = 0

La condizione del 10 e dei suoi multipli è un’altra condizione

di equilibrio ma rappresenta anche la condizione limite. È

comunque vera e, per ovvi motivi, permette di utilizzare

ugualmente somma o differenza:

Esempio: 80 : 10 → 0 · 8 - 1 · 0 = 0

oppure

0 · 8 + 1 · 0 = 0

b (divisore)

Ub Db

(coefficienti di a)

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27

Come già visto, il Criterio Unico utilizza le operazioni di somma e sottrazione per confrontare le grandezze del divisore

Ub e Db con quelle del dividendo Da e Ua conformemente

al procedimento usato nei criteri eterogenei convenzionali per

3 e 11:

Criterio di divisibilità per 3.

Un numero naturale a è divisibile da 3 se e solo se la somma

delle cifre nella sua scrittura posizionale in base dieci è un

multiplo di 3. La procedura può essere reiterata.

Criterio di divisibilità per 11.

Un numero naturale a è divisibile da 11 se e solo se nella

sua scrittura posizionale in base dieci la differenza tra la

somma delle cifre di posto pari e la somma delle cifre di posto

dispari è 0 oppure 11 o multiplo di 11. La procedura può

essere reiterata.

Di fatto, nel Criterio Unico il modo del 9 vincola quello del 3

se si prendono in considerazione, come possibile risultato, i

multipli di 3 minori di 10:

1 Da + 1 Ua = 3; 6; 9

Il modo per 11 è identico al suo criterio eterogeneo:

1 Da - 1 Ua = 0

Queste similitudini determinano l’appartenenza dei criteri

eterogenei di 3 e di 11 al modello del Criterio Unico, poiché

essi, nella loro descrizione, solo in apparenza sono privi dei

coefficienti che invece, nella realtà del computo, sono presenti.

Analogamente accade per il processo di reiterazione del

calcolo e per la considerazione del valore assoluto che, a

conferma di quanto esposto, già presenti nei criteri eterogenei

convenzionali, sono necessari anche nel Criterio Unico.

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28

6. Proprietà del Criterio Unico di Divisibilità

La varietà dei criteri eterogenei fa trasparire la sensazione che

l’esame del fenomeno abbia perso di vista l’aspetto quantitativo

descritto invece chiaramente nel Criterio Unico, tanto da farlo

somigliare all’algoritmo adoperato in Chimica per il

bilanciamento delle reazioni chimiche.

Questo aspetto è da solo sufficiente a spiegare il motivo per cui

il Criterio Unico è valido anche con altri sistemi di scrittura

posizionale dei numeri.

Infatti, scrivendo per esempio in base 8, si nota che il criterio

di divisibilità per 5 è identico al Criterio Unico per 7 in base

10, e quello per 7 + 4 in base 8 è identico a quello di 13 in

base 10: (10)

Criterio per 710 → 3 Da + 1 Ua = 710

perciò 58 → 3 Da + 1 Ua = 58

Esempio: 25 in base 10 è uguale a 31 in base 8

cioè 2510 = 318

318 : 58 → 3 · 38 + 1 · 18 = 128

e reiterando

3 · 18 + 1 · 28 = 58

che soddisfa la condizione di divisibilità per 58 cioè 510 del

numero 318 cioè 2510.

____________________

(10) La base 8 utilizza solo otto cifre cioè 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 perciò il

numero 11 in base 10 è uguale a 13 in base 8, equivalente a sua volta

a 7 + 4 se si considera il limite imposto dalle cifre contenute nella

scrittura in base 8.

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29

Criterio per 1310 → 3 Da - 1 Ua = 0

perciò 138 → 3 Da - 1 Ua = 0

Esempio: 33 in base 10 è uguale a 41 in base 8 cioè

3310 = 418 e 1110 = 138

418 : 138 → 3 · 48 - 1 · 18 = 138

e reiterando

3 · 18 - 1 · 38 = 0

che soddisfa la condizione di divisibilità per 138 cioè 1110 del

numero 418 cioè 3310.

Come già visto alla nota (6), in qualunque base B, i criteri di

divisibilità convenzionali per 9 e per 11 possono essere

generalizzati al criterio di divisibilità per B - 1 e B + 1.

Nel Criterio Unico tale caratteristica risulta estesa anche agli

altri divisori, perciò, come osservato nel precedente esempio in

base 8 dei numeri 58 e 138, cioè 510 e 1110, si può

affermare che in qualunque base B, i criteri di divisibilità per 7

e per 13 possono essere generalizzati al Criterio Unico di

divisibilità per B - 3 e B + 3.

In generale, il Criterio Unico è valido in qualunque base di

scrittura numerica ed i coefficienti necessari all’algoritmo

sono calcolati sulle grandezze U e D della base di scrittura

utilizzata.

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30

Nel Criterio Unico vale la regola generale per la quale è possibile verificare la condizione di divisibilità di un numero

naturale a per uno o più fattori di b utilizzando il Criterio

Unico per b.

Per esempio, volendo verificare la condizione di divisibilità per

7 del numero 91 è possibile utilizzare il Criterio Unico per 42

di cui 7 è uno dei fattori:

Criterio per 42 → 2 Da - 4 Ua = multiplo di 7

Esempio: 91 : 7 → 2 · 9 - 4 · 1 = 14

che soddisfa la condizione di divisibilità per 7:

14 : 7 → 3 · 1 + 1 · 4 = 7

Un’altra caratteristica della suddetta regola generale è la

capacità di verificare la condizione di divisibilità di un numero

naturale a per uno o più fattori di b finanche nella

condizione in cui a < b.

Per esempio, volendo verificare la condizione di divisibilità per

7 del numero 35 è possibile utilizzare il Criterio Unico per 91

di cui 7 è uno dei fattori:

Criterio per 91 → 1 Da - 9 Ua = multiplo di 7

Esempio: 35 : 91 → 1 · 3 - 9 · 5 = - 42 o ㅣ42ㅣ

e reiterando

1 · 4 - 9 · 2 = - 14 o ㅣ14ㅣ

che soddisfa la condizione di divisibilità per 7:

14 : 7 → 3 · 1 + 1 · 4 = 7

Il risultato dell’algoritmo del Criterio Unico è sempre

considerato in valore assoluto.

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31

Le due regole sopra esposte di solito semplificano discretamente le operazioni necessarie alla verifica della

condizione di divisibilità, o meglio offrono la possibilità di

affermare che un numero naturale a è semplicemente

divisibile senza specificare da quale divisore.

Per esempio, volendo verificare la condizione di divisibilità per

7 oppure 17 o 37 del numero 48433 è possibile utilizzare il

Criterio Unico per 4403 di cui 7, 17 e 37 sono i fattori primi:

Esempio:

48433 : 4403 → 3 · 4843 - 440 · 3 = 13209

3 · 1320 - 440 · 9 = 0

Perciò, il numero 48433 è divisibile dai fattori del divisore

utilizzato, cioè 4403.

È significativo ciò che si evince da questo esempio, cioè la

quantità limitata di operazioni necessarie che invece sarebbero

state più numerose con il metodo tradizionale di divisione.

È altresì possibile capovolgere l’ordine degli operandi, anche se

in questo specifico caso non è conveniente dal punto di vista

semplificativo delle operazioni necessarie:

Esempio:

4403 : 48433 → 3 · 440 - 4843 · 3 = - 13209

3 · 1320 - 4843 · 9 = - 39627

3 · 3962 - 4843 · 7 = - 22015

3 · 2201 - 4843 · 5 = - 17612

3 · 1761 - 4843 · 2 = - 4403

cioèㅣ4403ㅣche soddisfa la condizione di divisibilità di uno o

più di uno dei fattori di 48433.

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32

Il bilanciamento tra le grandezze considerate nel Primo Fondamentale Modello Generale può essere esteso e applicato

al legame esistente tra il numero di unità U mancanti a

qualunque divisore per raggiungere la sua nuova più vicina

grandezza di paragone, in tale ulteriore caso le sue più vicine

centinaia C.

Riconosciuti i nuovi termini di comparazione, cioè le due

grandezze Ub e Cb è possibile compilare un elenco delle

distanze o intervalli, cioè le quantità di unità Ub che separano i

possibili divisori b dalle loro centinaia più vicine Cb :

…. … …

100 97 3

100 98 2

….. … …

300 301 1

300 313 13

Per cui, applicando il Criterio Unico alle grandezze Ua e Ca di

un numero naturale a si ottiene:

97 3 Ca + 1 Ua = 97

98 2 Ca + 1 Ua = 98

301 1 Ca - 3 Ua = 0

313 13 Ca - 3 Ua = 0

Esempio: 291 : 97 → 3 · 2 + 1 · 91 = 97

686 : 98 → 2 · 6 + 1 · 86 = 98

903 : 301 → 1 · 9 - 3 · 3 = 0

2191 : 313 → 13 · 21 - 3 · 91 = 0

che soddisfano la condizione di divisibilità per 97, 98, 301 e

313.

Cb (centinaia di riferimento)

b (divisore)

Ub (unità)

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33

Perciò questa estensione, che può essere chiamata Secondo Metodo Generale, semplifica maggiormente il calcolo

numerico poiché permette di verificare la condizione di

divisibilità di un numero di n cifre con il computo operato su

numeri di n – 1 cifre. (11)

La proprietà può essere ulteriormente sviluppata prendendo in

considerazione le migliaia, centinaia di migliaia, ecc. come

nuove grandezze, rendendo possibile la verifica della

condizione di divisibilità di numeri particolarmente grandi che

non possono cioè essere interamente scritti adoperando

programmi applicativi informatici come, per esempio, Excel di

Microsoft Office.

____________________

(11) L’Informatica affronta la risoluzione di tale problematica tramite

lo studio delle possibili diverse rappresentazioni, o codifiche, dei

numeri, tra le quali una delle più note è la rappresentazione in

complemento a due dei numeri negativi. Queste codifiche sono utili

al fine di impegnare meno bit per eseguire i calcoli con il computer

(dall’inglese binary digit cioè cifra binaria, intesa come unità minima

di informazione). Ciononostante gli algoritmi necessari per le

operazioni aritmetiche risultano particolarmente macchinosi.

Fondamenti di Informatica Uno – Angelo Meo, Marco Mezzalama,

Federico Peiretti, Rosellina Meo – UTET Libreria S.r.l. – via P.

Giuria, 20 – 10125 Torino

Esercizi di fondamenti di Informatica – Michela Meo, Rosa Meo,

Marco Mezzalama – Consorzio Nettuno – pag. 57

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34

In Aritmetica la divisione è definita come l’operazione inversa della moltiplicazione poiché, dati il prodotto di due numeri ed

un fattore, consente di trovare l’altro fattore. (12)

Perciò, volendo sapere se per esempio 169 è divisibile da 13,

sviluppando la divisione si ottiene:

Esempio: 169 : 13 = 13

39

0

che soddisfa la condizione di divisibilità per 13.

Il numero 169 è però semplice da dividere poiché il valore

posizionale delle sue cifre rende comodo il computo, cosa che

non avviene con altri numeri:

Esempio: 117 : 13 = ?

In questo caso si procede per tentativi moltiplicando il divisore

per un numero tale che il prodotto ottenuto sia minore, in caso

di resto, o uguale all’ipotizzato quoziente.

Il Criterio Unico permette invece di verificare la condizione di

divisibilità senza procedere per tentativi e senza determinare il

quoziente:

Esempio: 117 : 13 → 3 · 11 - 1 · 7 = 26

e reiterando

3 · 2 - 1 · 6 = 0

che soddisfa la condizione di divisibilità per 13.

____________________

(12) Tratto da: Scienze Matematiche – Aritmetica – Mario Mariscotti

Petrini editore – Torino, 1982 – pag. 139

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35

Qualora non sussista la condizione di divisibilità, il Criterio Unico permette in alcuni casi di conoscere facilmente il resto r

della divisione.

Esempio: 95 : 7 → 3 · 9 + 1 · 5 = 32

e reiterando

3 · 3 + 1 · 2 = 11

r = 11 - 7 = 4

che corrisponde al resto della divisione di 95 per 7.

Esempio: 119 : 13 → 3 · 11 - 1 · 9 = 24

e reiterando

3 · 2 - 1 · 4 = 2

r = 2

che corrisponde al resto della divisione di 119 per 13.

Perciò in questi casi:

1. Se l’algoritmo utilizzato richiede la somma come

operazione di confronto tra le grandezze U e D, il resto

r è la cifra ottenuta dalla differenza tra il divisore b

adoperato e la cifra, maggiore di b ma minore di un suo

multiplo, conseguita alla fine della reiterazione del calcolo.

2. Se l’algoritmo utilizzato richiede la differenza come

operazione di confronto tra le grandezze U e D, il resto

r è uguale alla cifra ottenuta alla fine della reiterazione del

calcolo.

La procedura di cui al primo punto è l’ulteriore conferma

dell’appartenenza dei criteri convenzionali di 3 o 9 e di 11 al

modello del Criterio Unico, poiché la proprietà di tali criteri è:

il resto della divisione di un numero per 3 o per 9 è uguale al

resto della divisione per 3 o per 9 della somma delle cifre del

numero dato.

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36

7. Considerazioni

È utile introdurre il concetto di equazione chimica:

Una equazione chimica consiste di simboli e formule che

rappresentano una reazione chimica. Per esempio la

equazione:

Zn + 2 HCl = ZnCl2 + H2 ↑

è la reazione tra lo zinco metallico e due molecole di acido

cloridrico, che danno una molecola di cloruro di zinco e una

molecola di idrogeno gassoso… (13)

…l’equazione si equilibra segnando gli opportuni coefficienti,

avanti agli elementi o composti, in maniera che il numero

totale degli atomi nel membro di sinistra, sia uguale al numero

totale degli atomi nel membro di destra. In genere il

coefficiente 1 non si segna. (14)

Il Criterio Unico, in virtù delle corrispondenze prima descritte,

sembra contenere i criteri convenzionali di 3 o 9 e di 11, ma

sarebbe meglio dire che essi rappresentano il punto di partenza

dello sviluppo del Criterio Unico, cioè sono gli estremi di ciò

che può essere definito intervallo fondamentale.

Oltre a ciò, come già notato in precedenza, i criteri

convenzionali di 3 o 9 e di 11, nella loro descrizione,

appaiono solo privi dei coefficienti che invece, nella realtà del

computo, sono presenti.

____________________

(13) Tratto da: Mario Giordani – L’avvenire è nella Chimica – Angelo

Signorelli – Editore – Roma – Volume primo, pag.76

(14) Anche nel bilanciamento delle reazioni di ossido-riduzione si

adotta il medesimo algoritmo per il calcolo dei coefficienti delle

cariche elettriche degli atomi coinvolti nella reazione.

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37

Immaginando un periodo storico in cui i discepoli della scuola pitagorica seguivano il Maestro Pitagora tra Crotone e

Metaponto, ascoltando i suoi meravigliosi insegnamenti

sull’armonia dei rapporti musicali, sull’astronomia, sulla

filosofia e anche sui comportamenti nella vita pratica e,

stimando le precedenti considerazioni, compresa la valutazione

dell’algoritmo da un punto di vista quantitativo e alchimistico,

è lecito supporre che siffatto Criterio Unico di Divisibilità sia

già stato scoperto in epoca remota ma sia stato anche

dimenticato nel corso del tempo. (15)

La semplicità è infatti la chiave di lettura del Criterio Unico,

palesata soprattutto nel rintracciamento dei coefficienti

necessari all’algoritmo ma anche nella formula di

bilanciamento utilizzata, cionondimeno significati profondi

sono nascosti nelle proprietà di tale criterio che, promettendo

nuove sorprese, offre un panorama un po’ più decifrabile

dell’affascinante e multiforme trama dei numeri naturali.

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(15) Con semplici sassolini Pitagora dimostrava il suo teorema: infatti

con 3, 4 e 5 sassolini, o 5, 12, 13 ed anche 7, 24, 25 sassolini, egli

costruiva triangoli rettangoli perfetti. Era così possibile verificare che

32 + 42 = 52 e 52 + 122 = 132 e 72 + 242 = 252.

Esistono poi reperti archeologici che evidenziano come i popoli

antichi già studiassero i numeri ed i loro rapporti: la tavoletta della

Plimpton Collection, conservata presso la Columbia University,

testimonianza della civiltà babilonese risalente al periodo compreso

tra il 1900 ed il 1600 a.C., riporta tre colonne di numeri che possono

essere interpretati come lati di triangoli rettangoli ed i relativi

rapporti tra essi.

E ancora, narra la leggenda che migliaia d’anni fa, nella Piramide di

Cheope, i Sacerdoti d’Ammone portarono alla luce, tra i preziosi ed

aurei manufatti del sovrano, alcuni logori papiri ricchi di arcaiche

conoscenze che svelavano i misteri dell’essere umano, raffiguranti la

Forza della Vita in semplice forma geometrica.

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Un ringraziamento particolare a

mio fratello Carlo e a mia madre Aldina,

per il loro sostegno

e per le lunghe ore di conversazione

senza le quali non avrei potuto completare

questo lavoro.

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