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Corso di Laurea in Chimica Università Dipartimento ‘La Sapienza’ di Chimica Presentazione La scelta di un Corso di Laurea è un problema di non facile soluzione perché comporta la necessità di conciliare esigenze diverse (interesse personale per gli argomenti trattati, adeguata qualificazione professionale, prospettive di lavoro, ecc.) non sempre strettamente correlate tra loro, e pertanto richiede riflessione e chiarezza di idee. Convinti che una scelta consapevole presuppone una corretta e, per quanto possibile, completa informazione, abbiamo predisposto questo documento di presentazione del Corso di Laurea in Chimica con la speranza di aiutare quegli studenti che, conseguita la Maturità, si apprestano a scegliere il loro percorso universitario. Dall'anno accademico 2001-2002 presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" è operante un sistema didattico noto con il termine ‘3+2’, che trae ispirazione dal ‘Processo di Bologna’ condiviso da molti Paesi europei. Esso prevede un primo livello di apprendimento triennale seguito da un biennio di specializzazione: il corso di Laurea triennale prevede l’acquisizione di 180 crediti formativi universitari (CFU), mentre il secondo ne prevede 120, portando così il totale a 300 CFU. In seguito è possibile accedere alla Scuola di Dottorato, di durata triennale, per conseguire il titolo di Dottore di Ricerca. In linea di principio, il sistema 3+2 doveva permettere ed incoraggiare un’uscita verso il mondo del lavoro anche dopo il conseguimento del titolo triennale. Dopo otto anni di applicazione del sistema 3+2 secondo l’ordinamento ministeriale 509, dal 2009-2010 si è passati al nuovo ordinamento 270. Quest’ultimo stabilisce che i 180 CFU della Laurea Triennale e i 120 CFU della successiva Laurea Magistrale rappresentino due fasi d’istruzione separate anche se giustapposte e logicamente concatenate. Impone, inoltre, una verifica della preparazione in ingresso sia al triennio sia al biennio di specializzazione, come sarà spiegato più avanti. L’istituzione di un nuovo percorso 3+2 secondo l’ord. 270 ha condotto a una semplificazione e a un miglioramento rispetto ad alcune scelte che avevano ispirato l'attuazione del modello 3+2 secondo l’ord. 509, almeno per come era stata realizzato in questa sede. In particolare la formazione fornita dalla Laurea Triennale si è rivelata poco utile per l'inserimento di giovani laureati nel mondo del lavoro ‘chimico’. Il sistema industriale del centro-Italia non ha mostrato di gradire o di saper utilizzare la figura professionale del laureato triennale, e ha chiesto piuttosto maggior attenzione alla costruzione di solide basi al sapere chimico, per formare una figura di laureato più maturo ed affidabile. Per rispondere a questa esigenza del mondo industriale, e per venire incontro alle richieste manifestate dall'utenza studentesca, si è preferito istituire una Laurea Triennale con forte enfasi sui contenuti di base, contando sul fatto che la maggior parte degli studenti continua poi gli studi nel successivo biennio, dotato di caratteristiche più applicative. Si ritorna inoltre ad un’offerta didattica organizzata in semestri, abbandonando la scelta trimestrale che si è rivelata errata: il numero dei corsi, che era di 33, scende così a 19. 1

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Corso di Laurea in Chimica Università Dipartimento ‘La Sapienza’ di Chimica

Presentazione

La scelta di un Corso di Laurea è un problema di non facile soluzione perché comporta la necessità di conciliare esigenze diverse (interesse personale per gli argomenti trattati, adeguata qualificazione professionale, prospettive di lavoro, ecc.) non sempre strettamente correlate tra loro, e pertanto richiede riflessione e chiarezza di idee.

Convinti che una scelta consapevole presuppone una corretta e, per quanto possibile, completa informazione, abbiamo predisposto questo documento di presentazione del Corso di Laurea in Chimica con la speranza di aiutare quegli studenti che, conseguita la Maturità, si apprestano a scegliere il loro percorso universitario.

Dall'anno accademico 2001-2002 presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" è operante un sistema didattico noto con il termine ‘3+2’, che trae ispirazione dal ‘Processo di Bologna’ condiviso da molti Paesi europei. Esso prevede un primo livello di apprendimento triennale seguito da un biennio di specializzazione: il corso di Laurea triennale prevede l’acquisizione di 180 crediti formativi universitari (CFU), mentre il secondo ne prevede 120, portando così il totale a 300 CFU. In seguito è possibile accedere alla Scuola di Dottorato, di durata triennale, per conseguire il titolo di Dottore di Ricerca. In linea di principio, il sistema 3+2 doveva permettere ed incoraggiare un’uscita verso il mondo del lavoro anche dopo il conseguimento del titolo triennale.

Dopo otto anni di applicazione del sistema 3+2 secondo l’ordinamento ministeriale 509, dal 2009-2010 si è passati al nuovo ordinamento 270. Quest’ultimo stabilisce che i 180 CFU della Laurea Triennale e i 120 CFU della successiva Laurea Magistrale rappresentino due fasi d’istruzione separate anche se giustapposte e logicamente concatenate. Impone, inoltre, una verifica della preparazione in ingresso sia al triennio sia al biennio di specializzazione, come sarà spiegato più avanti.

L’istituzione di un nuovo percorso 3+2 secondo l’ord. 270 ha condotto a una semplificazione e a un miglioramento rispetto ad alcune scelte che avevano ispirato l'attuazione del modello 3+2 secondo l’ord. 509, almeno per come era stata realizzato in questa sede. In particolare la formazione fornita dalla Laurea Triennale si è rivelata poco utile per l'inserimento di giovani laureati nel mondo del lavoro ‘chimico’. Il sistema industriale del centro-Italia non ha mostrato di gradire o di saper utilizzare la figura professionale del laureato triennale, e ha chiesto piuttosto maggior attenzione alla costruzione di solide basi al sapere chimico, per formare una figura di laureato più maturo ed affidabile.

Per rispondere a questa esigenza del mondo industriale, e per venire incontro alle richieste manifestate dall'utenza studentesca, si è preferito istituire una Laurea Triennale con forte enfasi sui contenuti di base, contando sul fatto che la maggior parte degli studenti continua poi gli studi nel successivo biennio, dotato di caratteristiche più applicative. Si ritorna inoltre ad un’offerta didattica organizzata in semestri, abbandonando la scelta trimestrale che si è rivelata errata: il numero dei corsi, che era di 33, scende così a 19.

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In questa presentazione, dopo qualche "notizia utile" e prima dell’illustrazione dei Corsi di Laurea, è sembrato doveroso sottolineare l'importanza che la Chimica (e quindi il chimico) ha in ogni settore ed in ogni momento della nostra vita. Nella sezione "Chi è chimico, che cosa è chimica" si è cercato di confutare alcuni luoghi comuni che troppo spesso presentano la Chimica come qualcosa di "estraneo" se non addirittura di negativo (‘inquina, puzza, produce veleni’, ecc.). In linea generale il chimico studia la composizione, la struttura e le trasformazioni della materia (inorganica ed organica) e cioè tutto quello che ci circonda, al fine di migliorare la qualità della nostra vita, anche combattendo scelte politiche improvvide o motivate solo dal lucro oppure quei cattivi comportamenti e la mancanza di senso civico che, purtroppo, accompagnano spesso l’attività dell'uomo.

Lo sviluppo della chimica procede di pari passo con il progresso del genere umano (niente chimica = niente cibo, medicine, vestiti, trasporti, comunicazioni, …, preistoria)

La presentazione dei Corsi di Laurea inizia con la descrizione della struttura e dell'organizzazione della Laurea Triennale in Chimica. Questo primo livello di Laurea potrebbe già consentire di entrare nel mondo produttivo e/o dei servizi, ma costituisce soprattutto il gradino intermedio per proseguire gli studi (Laurea Magistrale e poi Dottorato di Ricerca). Nella seconda parte della presentazione sono illustrate le due Lauree Magistrali in ‘Chimica’ ed in ‘Chimica Analitica’.

Alla fine del documento è riportata una breve panoramica dei potenziali sbocchi lavorativi del Chimico, oltre a una sommaria elencazione dei principali temi di ricerca coltivati attualmente nel Dipartimento . Il Presidente del Consiglio d’Area Didattica in Scienze Chimiche (CAD-SC) e tutti i docenti sono a disposizione per fornire ulteriori chiarimenti ed informazioni. Buono studio!

Carlo GalliPresidente del CAD-SC (2007-2013)

tel. 06-49913386, E-mail: [email protected]

http://www.chem.uniroma1.it/persone/carlo-galli

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INDICE

Notizie utili 4

Il Dipartimento di Chimica 5

- Mappa della Città Universitaria 8

Un po’ di storia 9

Chi è Chimico, che cosa è Chimica 11

Il Corso di Studio secondo l’ordinamento D.M. 270 14

Offerta Didattica del CAD-SC: 15

- Laurea triennale in Chimica, L-27 15

1) Introduzione 15

2) Il Corso di Laurea 15

3) Norme di Carattere Generale 17

4) Quadro dei Corsi Previsti 19

5) Lettera alle Matricole 20

- Lauree Magistrali, LM-54 24

1) Introduzione 24

2) Le Lauree Magistrali in Chimica 24

3) Norme di Carattere Generale 26

4) Quadro dei corsi previsti 27

Competenze del Chimico nei diversi ambiti lavorativi 29

Le Ricerche in Chimica nel Dipartimento 33

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Notizie utili

Sezione del sito web dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per gli studenti

http://www.uniroma1.it/didattica/sportelli/infostud /

per informazioni riguardanti: modalità d’iscrizione, descrizione dell’offerta formativa, accesso a INFOSTUD, pagamento delle tasse, borse di studio, agevolazioni per casi particolari, numeri telefonici delle Segreterie, ecc…

La Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali (SMFN) (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/) comprende vari Corsi di Laurea, fra i quali quelli in Chimica ed in Chimica Industriale.

La Segreteria Amministrativa per gli Studenti della Facoltà di SMFN si trova nel palazzo delle Segreterie, Scala B, secondo piano.

La Presidenza della Facoltà di SMFN si trova nello stesso Palazzo, Scala C, terzo piano. Il Consiglio di Area Didattica in Scienze Chimiche (CAD-SC) ha una Segreteria ubicata

all’interno del Dipartimento di Chimica, Edificio Cannizzaro (o Vecchio Edificio Chimico), piano terra, stanza 004.

Segreteria Didattica del CAD-SCStanza 004, tel. 06-49913364. Orario di apertura: Lunedì, Mercoledì e Venerdì 10–12

Segretario del CAD: Dott. Rodolfo Mirabella, E-mail: [email protected]

Le lezioni si tengono nelle Aule e Laboratori dell’Edificio Cannizzaro (secondo edificio a destra rispetto all’entrata principale dell’Università su P.le A. Moro) e del Caglioti (o Nuovo Edificio Chimico) vicino all’entrata laterale di Via C. de Lollis).

La Direzione del Dipartimento di Chimica e la sua Segreteria sono situate al piano terra dell’Edificio Cannizzaro. Sito web del Dipartimento: http://www.chem.uniroma1.it/

All’interno della Città Universitaria si trovano anche: un’agenzia di banca, un Ufficio Postale (Roma 62), tre Bar – Tabacchi, chioschi per la vendita di libri di testo, un posto di Polizia e la Cappella Universitaria.

Accanto alla Città Universitaria, in Via C. De Lollis, sono ubicate: la Mensa Universitaria, la Casa dello Studente e gli uffici ADISU, che erogano contributi e sussidi per gli studenti.

Informazioni specifiche sugli aspetti didattici del Corso di Laurea in Chimica si possono reperire nella pagina specifica del sito dipartimentale (http://www.chem.uniroma1.it/)

Gli Avvisi per gli studenti, gli orari delle lezioni e degli esami sono affissi anche nelle bacheche dei due edifici Cannizzaro e Caglioti o presso la Segreteria Didattica del CAD-SC.

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Il Dipartimento di Chimica

Il luogo in cui si studia Chimica all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” è il Dipartimento di Chimica (http://www.chem.uniroma1.it/), che si trova all’interno della Città Universitaria, Piazzale A. Moro n. 5, 00185 Roma.

Il Dipartimento di Chimica è articolato in due edifici, la cui anonima denominazione di Vecchio Edificio di Chimica (VEC) e di Nuovo Edificio di Chimica (NEC) è stata messa da parte, in quanto i due edifici sono stati intitolati rispettivamente a Stanislao Cannizzaro e a Vincenzo Caglioti.

Stanislao Cannizzaro

Nasce a Palermo il 13 luglio 1826. Frequenta corsi di Medicina e Scienze a Palermo fra il 1841 ed il 1845. E’ chiamato da Raffaele Piria all’Università di Pisa nel 1845. Nel 1847 partecipa alle rivolte contro i Borbone, ripara in Francia e lavora a Parigi con M.E. Chevreul.Dal 1851 è Professore di Chimica Fisica e Meccanica ad Alessandria nel Collegio Nazionale. In questi anni sintetizza la cianamide e mette a punto la disproporzione della benzaldeide (detta poi Reazione di Cannizzaro).Dal 1855 insegna Chimica Generale all’Università di Genova, ove propone il suo metodo per la determinazione approssimata dei Pesi Atomici (detta poi Regola di Cannizzaro). Dal 1861, caduti i Borbone, insegna all’Università di Palermo, dove compie studi su molecole aromatiche.Nel 1866 propone il nome di ossidrile per il gruppo –OH, e distingue le proprietà dell’ossidrile fenolico da quello alcolico.Nominato Senatore del Regno d’Italia nel 1871, si trasferisce a Roma dove fonda, in Via Panisperna, il Regio Istituto Chimico, che sarà trasferito nell’attuale Città Universitaria nel 1935. In questo Istituto hanno studiato e si sono laureati chimici illustri come G. Bargellini, L. Francesconi, G. Ciamician.Cannizzaro è Socio dell’Accademia dei Lincei dal 1873. Nel 1886 fonda il Laboratorio Chimico dei Tabacchi, trasformato poi in Laboratorio Chimico delle Gabelle. Muore a Roma il 10 maggio 1910.

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Edificio Cannizzaro (VEC)

Vincenzo Caglioti

Nasce a Soriano Calabro (CZ) il 26 maggio 1902 ed in Calabria acquisisce la prima formazione fino alle scuole superiori. Si laurea in Chimica all’Università di Napoli nel 1924, dove operavano studiosi come F. Giordani, Carrelli, Bakunin, Caccioppoli e Majorana. Nella stessa Università ha inizio la sua carriera.Si trasferisce a Roma, dove perfeziona i suoi studi nel campo della chimica strutturistica, approfondendoli poi con alcuni soggiorni in varie Università tedesche. Vince un primo concorso alla cattedra di Chimica Generale presso l’Università di Firenze. Vince un secondo concorso per la stessa cattedra all’Università di Roma, che resterà la sua sede definitiva. Inizia la sua attività didattica e scientifica nell’Istituto di Via Panisperna, e successivamente contribuisce in modo determinante all’attuale sistemazione delle strutture chimiche nella nuova Città Universitaria. E’ uno dei padri fondatori della moderna chimica inorganica italiana, e la sua scuola è ricca di allievi che hanno diffuso il suo insegnamento in varie discipline chimiche.Nel 1957 l’Accademia dei Lincei gli assegna il premio nazionale per la Chimica per i suoi studi nel campo della chimica strutturistica e dei composti di coordinazione, fondamentali per le applicazioni della chimica in campo industriale.Dal 1959 al 1965 è presidente del Comitato Nazionale per le Scienze Chimiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ed è poi Presidente del CNR dal 1965 al 1972. Porta un vivace impulso allo sviluppo del CNR come centro propulsore della ricerca italiana. Promuove la revisione degli organi del CNR e la creazione delle Aree di Ricerca. Sono gli anni in cui nasce anche il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (CNEN), trasformato poi nell’attuale Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA).Durante il suo mandato alla guida del CNR nasce un Gruppo Nazionale per le Ricerche Spaziali, con lo scopo di rappresentare l’Italia nei programmi comunitari ELDO ed ESA. Muore nel 1998.

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Edificio Caglioti (NEC)

Le Aule didattiche del Dipartimento di Chimica, distribuite fra piano terra e primo piano dell’edificio Cannizzaro, e in vari piani del Caglioti, sono distinte ed indicate nel primo caso con le lettere dell’alfabeto (A-H), e nel secondo caso con numerazione romana (I-VIII). Offrono una capienza che va dai 20 ai 400 posti a sedere, e quindi sono adatte sia per corsi numerosi sia per piccole classi. Le aule E e F, attrezzate come aule informatiche, ospitano le esercitazioni su computer.

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I Laboratori di Chimica Generale ed Inorganica, Chimica Analitica, Chimica Fisica, Chimica Organica offrono agli studenti la possibilità di esercitarsi in modo indipendente ed autonomo, oppure a piccoli gruppi insieme con il docente, su apparecchiature sofisticate.

In ciascuno dei due edifici esiste una sala studio per gli studenti.

La Biblioteca del Dipartimento di Chimica, intestata a G. Illuminati, è anch’essa suddivisa in due sezioni: la principale si trova nel Cannizzaro, l’altra nel Caglioti. La Biblioteca ospita un buon numero di riviste scientifiche nazionali ed internazionali, collane scientifiche su vari argomenti, numerosi trattati e testi di studio sia in italiano sia in altre lingue. Quasi tutti i testi adottati per le materie di insegnamento nel Corso di Laurea sono in dotazione alla biblioteca, ed esiste perciò un servizio prestiti. Esiste la possibilità di usare postazioni per effettuare ricerche bibliografiche in rete, come anche un servizio gratuito di recapito di articoli scientifici presenti in biblioteche di altre sedi universitarie italiane.

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Mappa della Città Universitaria

http://www.uniroma1.it/

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Un po’ di storia

Nell'anno accademico 1934-35, presso la Regia Università di Roma, la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali già consentiva il conseguimento delle Lauree in Chimica, Matematica, Fisica, Scienze Naturali. I corsi strettamente riguardanti la Chimica erano tenuti nella sede dell'Istituto Chimico, in Via Panisperna 89/B. In quell'anno Preside della Facoltà era S.E. Nicola Parravano, Accademico d'Italia, a cui è intitolata la Sala di rappresentanza dell'odierno Dipartimento.

In quell’anno avvenne il trasferimento nella nuova sede dell'Istituto Chimico, costruita nel perimetro dell'attuale Università, adiacente al grande Policlinico.

L'Istituto Chimico nella Città Universitaria (Foto d'epoca).

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Nel Museo di Chimica sono conservati i piani di costruzione dell'edificio, modernamente concepito, che prevedeva servizi centralizzati di scarico delle acque reflue, di gas, di acqua calda e fredda, di acqua sotto pressione, di aria sotto pressione ed inoltre, per ogni laboratorio, quadri di distribuzione di corrente continua a 24 V ed alternata monofase e trifase. Sul tetto erano costruiti cassoni per consentire la continuità dell'alimentazione idrica e nel sottosuolo erano localizzate ed ispezionabili le condotte di alimentazione dei servizi ed una cisterna, che consentiva l'utilizzo in riciclo di una certa quantità di acqua. Le cappe aspiranti ed i banchi chimici erano realizzati con materiali antiacido ed in legno massello, rispettando pienamente le allora vigenti normative. Erano previsti ampi spazi per il Museo, per i magazzini di distribuzione centralizzata dei prodotti e della vetreria, e per le Officine delegate alla progettazione ed alla costruzione di nuove apparecchiature o arredamenti. I Laboratori didattici erano già presenti con ampi spazi per il lavoro degli studenti.

Pianta della Città Universitaria - 1938

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Un'ala dell'edificio chimico subì qualche danno durante gli eventi bellici, nel drammatico bombardamento dello scalo ferroviario di San Lorenzo alla fine della seconda guerra mondiale, ma fu presto rimessa in condizioni operative.

La struttura unitaria, col tempo (siamo negli anni '50), si suddivise in quattro Istituti, che furono organizzati dal Titolare della rispettiva principale Cattedra di Insegnamento: nacquero allora l'Istituto di Chimica Analitica, l'Istituto di Chimica Fisica, l'Istituto di Chimica Generale ed Inorganica e l'Istituto di Chimica Organica. All'inizio degli anni '60 si formò un gruppo di Chimica Industriale, col nascere del corrispondente Corso di Laurea. Nell'edificio presero forma alcuni Centri di studio costituiti come convenzione fra l’Università e il CNR.

Negli anni '70 fu creato il Servizio Generale Chimico, che cominciò a curare alcuni servizi, come l'Amministrazione generale dell'edificio, la Biblioteca, le grandi apparecchiature di uso comune ed i servizi didattici. Si realizzò inoltre la struttura del Nuovo Edificio Chimico, che ospita alcuni servizi didattici ed una parte degli afferenti agli Istituti Chimici. Nel 1982 fu deliberata la realizzazione dell'attuale struttura di tipo dipartimentale.

Nel 1986 fu creato il Museo di Chimica, che occupa alcuni spazi al piano terreno del vecchio edificio chimico. Il Museo è aperto alle visite delle scolaresche delle scuole superiori come anche a specifiche mostre o manifestazioni. Nel 2010 il Museo è stato intitolato a Primo Levi.

Museo di ChimicaPrimo Levi (1919-1987)

Telefono/Fax: (+39) 06 4991 3167Email: [email protected] web: http://www.chem.uniroma1.it/museo/menu.htm

Direttore: prof. Mario BarteriResponsabile: dott.ssa Maria Giuliana Troiani

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Chi è Chimico, che cosa è Chimica

Il medio evo è stato spesso considerato come un periodo oscuro nella storia dell’umanità: tempo di streghe, maghi ed inganni. Generalmente tali false credenze sono figlie dell’ignoranza della materia di cui si tratta. In tempi più recenti tale periodo è stato rivalutato, ed in questo senso lo sviluppo delle scienze ha contribuito notevolmente a fornire una diversa lettura di quegli anni.

In quel periodo l’uomo andava alla ricerca dell’ “Elisir di lunga vita”, della “Pietra Filosofale” e di tutto ciò che avrebbe potuto offrirgli i beni più ambiti: la gioventù, la salute e la ricchezza, che rappresentano ancora oggi speranze e ambizioni dell’intera società.

Gli sforzi che sono stati effettuati allora, agli albori della ricerca scientifica, si indirizzano oggi in modo molto più consapevole e mirato allo studio della struttura della materia, della sua composizione e delle sue trasformazioni.

La Chimica gioca un ruolo centrale nel panorama delle scienze, e la sua capacità di interfacciarsi con altre discipline ha condotto a risultati di grande rilievo. Basti pensare all’interazione con la Medicina, e alla possibile comprensione dell’azione patogena o del meccanismo terapeutico dei farmaci a livello molecolare, tutte cose che richiedono informazioni che solo la Chimica può fornire in modo scientificamente valido e non empirico. Oppure all’interazione con la Fisica o con l’Ingegneria, che ha portato alla sintesi di nuovi materiali dalle caratteristiche rivoluzionarie (polimeri conduttori, dispositivi optoelettronici, microtubuli) o che hanno contribuito a miniaturizzare componenti elettroniche e a rendere possibili le imprese spaziali. O all’interazione con l’Informatica, che agevola il chimico nello studio di sistemi complessi quali macromolecole o liquidi attraverso approcci computazionali, o che gli consente di studiare la struttura elettronica di raggruppamenti di pochi atomi, o quella di molecole di dimensioni rilevanti, oppure anche di intermedi a vita breve.

L’elisir di lunga vita inseguito nel passato trova oggi una corrispondenza nella preparazione di farmaci o di ‘parti di ricambio’ dell’organismo di qualsiasi tipo, prodotti e controllati dalla competenza del chimico nel rispetto della salute dei pazienti. Analogamente gli alimenti e la loro genuinità, come anche i processi di produzione fin dalle materie prime possono essere controllati e certificati mediante analisi effettuate da chimici. Anche il riciclo dei prodotti di scarto, finalizzato al recupero di materiali rinnovabili o alla produzione di energia, rappresenta uno scenario in cui il chimico può portare le sue competenze specifiche. Non bisogna dimenticare i contributi della Chimica allo studio e alla salvaguardia dei beni culturali, che tanta importanza hanno per la storia e la cultura italiana, nonché per la sua industria turistica.

La pietra filosofale medioevale evidentemente non è vista oggi come ciò che trasforma qualsiasi materiale in ricchezza (oro), ma è assimilabile alla capacità di dominare le trasformazioni della materia alla ricerca di nuovi materiali dalle caratteristiche innovative.

Nonostante i notevoli contributi portati al miglioramento delle condizioni di vita umane, la Chimica ed il chimico sono a volte visti con diffidenza se non con paura da un’opinione pubblica non bene informata, ricalcando in ciò un atteggiamento non molto dissimile da quello riservato allo stregone nel medioevo. Se una maggior consapevolezza degli aspetti scientifici nell’opinione pubblica sarebbe auspicabile, è certamente compito dei chimici informare in modo corretto ‘gli altri’ sui vantaggi derivanti da un buon uso della Chimica, ma anche sui rischi che un uso improprio della Chimica può comportare.

Volendo semplificare al massimo, si può immaginare che il professionista chimico debba riuscire a rispondere a tre tipi di domande fondamentali che gli possono essere rivolte: ‘Quanto’, ‘Come’ e ‘Perché’. La prima domanda è quella posta da chi vuole conoscere la composizione di una qualsiasi sostanza, sia essa solida, liquida o gassosa. In questo caso è l’anima analitica del chimico ad essere sollecitata alla ‘misura’. La seconda domanda è quella rivolta da chi vuol sapere come trasformare una sostanza in un’altra, per esempio convertendo una materia prima abbondante in un prodotto ad alto valore aggiunto. E’ l’anima sintetica del chimico a dover emergere in questa

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’trasformazione’. Infine, ci si può sentir chiedere perché una certa trasformazione avvenga rapidamente e un’altra no, oppure perché la natura abbia scelto alcuni colori o sapori o forme in cui manifestarsi, oppure se sia possibile comprendere o prevedere il comportamento di sostanze incognite. In questo terzo caso è l’anima ‘indagatrice’ del chimico che è messa specificamente alla prova.

Può essere bello ed opportuno concludere questa presentazione ricordando alcuni passi tratti da libri di Primo Levi il quale, prima di diventare scrittore, fu chimico. A Primo Levi è stato intitolato il Museo di Chimica, ospitato nell’edificio Caglioti.

<E’ propria del chimico l’abitudine a penetrare la materia, a volerne sapere la composizione e la struttura, a prevederne le proprietà ed il comportamento… La chimica è l’arte di separare, pesare e distinguere> (da ‘L’altrui mestiere’)

<Il mestiere del chimico…lo porta a montare e smontare costruzioni molto piccole. Ci dividiamo in due rami principali, quelli che montano e quelli che smontano, e gli uni e gli altri siamo come ciechi con le dita sensibili. Dico come ciechi perché appunto le cose che noi manipoliamo sono troppo piccole per essere viste, anche con i microscopi più potenti; e allora abbiamo inventato diversi trucchi intelligenti per riconoscerle senza vederle…. Tante volte, poi, abbiamo l’impressione di essere come elefanti ciechi davanti al banchetto di un orologiaio, perché le nostre dita sono troppo grossolane di fronte a quei cosetti che dobbiamo attaccare o staccare> (da ‘La chiave a stella’)

<A me interessavano di più le storie della chimica solitaria, inerme e appiedata, a misura d’uomo, che con poche eccezioni è stata la mia: ma è stata anche la chimica dei fondatori, che non lavoravano in équipe ma soli, in mezzo all’indifferenza del loro tempo, per lo più senza guadagno, e affrontavano la materia senza aiuti, col cervello e con le mani, con la ragione e la fantasia> (da ‘Il Sistema Periodico’)

Utili informazioni sulla CHIMICA si possono reperire anche nel seguente sito divulgativo:

http://www.whatischemistry.unina.it/it/home.html

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trasformare indagare misurare

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Il Corso di Studio secondo l’ordinamento D.M. 270

La struttura del percorso didattico in Chimica, in accordo con l’ultima riforma universitaria (D.M. 270), si articola in vari cicli:

Laurea triennaleIl Dipartimento di Chimica della Facoltà di SMFN offre tradizionalmente sia una Laurea in Chimica sia una in Chimica Industriale triennali, entrambe appartenenti alla Classe L-27.Le due Lauree triennali forniscono un’analoga preparazione di base, comune all’80%, differendo per soli 4 insegnamenti su 19. Il prim’anno è caratterizzato da un’identica offerta didattica, per consentire un eventuale passaggio incrociato al secondo anno senza alcun problema. Il titolo di studio consente la prosecuzione degli studi nel biennio Magistrale, o nei Master di primo livello, oppure nei futuri corsi di Laurea Magistrale per l’insegnamento. Attraverso l’iscrizione all’albo professionale come Chimico junior (concorso d’abilitazione) è possibile l’inserimento nel mondo lavorativo nei ruoli di informatore tecnico-scientifico, o nei laboratori di analisi chimiche, o come responsabile tecnico nella gestione di strumentazione industriale o infine nella valutazione di problemi di sicurezza e di rischio chimico.

Lauree magistraliIl Dipartimento di Chimica offre due Corsi di Laurea Magistrale biennali della Classe LM-54:in Chimicain Chimica Analitica.Il titolo di studio consente l’accesso al Dottorato in Scienze Chimiche attraverso un concorso, o ai Master di secondo livello. Consente l’iscrizione all’albo professionale come Chimico, l’inserimento nella ricerca fondamentale o applicata, le attività professionali e di sviluppo tecnologico in vari contesti (vedere al termine).

Dottorato di RicercaRappresenta il completamento della formazione del ricercatore, ed è titolo indispensabile per l’accesso ai concorsi a Ricercatore Universitario o per Enti di Ricerca. Per ulteriori informazioni: (http://www.chem.uniroma1.it/formazione/dottorato)

MasterPossono essere di primo livello (annuali) dopo il titolo triennale, oppure di secondo livello (biennali) (http://www.chem.uniroma1.it/formazione/master-di-secondo-livello) dopo il titolo magistrale. Sono a pagamento, rappresentano un’alternativa al dottorato e hanno intento applicativo.

Gli Studi ed il Futuro

LAVORO

• Ricerca

• Industria

• Laboratori analisi

• Libera professione

• Insegnamento

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Offerta Didattica del CAD-SC

- Laurea triennale in CHIMICA, Classe L-27

1) IntroduzionePer accedere al corso di Laurea in Chimica triennale (corso a numero aperto) è richiesto un

diploma di scuola secondaria superiore, o di altro titolo conseguito all'estero e riconosciuto idoneo. Non è previsto un numero programmato; è però richiesta una verifica del possesso di capacità logico-matematiche adeguate ad una proficua frequenza dei corsi di una laurea scientifica. A tal fine la Facolta’ di Scienze MFN (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/ Cosa offriamo / Orientamento) propone un test obbligatorio (ma non selettivo) per l’immatricolazione, che si svolge ai primi di settembre (notizie sul sito d’Ateneo: http://www.uniroma1.it/didattica/sportelli/ciao).

1.2. Differenze fra Laurea in Chimica o in Chimica IndustrialeL’Università 'La Sapienza' offre tradizionalmente sia una Laurea in Chimica sia una in

Chimica Industriale, entrambe appartenenti alla classe L-27 dell’ord. 270.Il percorso didattico in Chimica ha lo scopo di fornire agli studenti una solida preparazione

teorica di base, in aggiunta alla pratica delle operazioni fondamentali di laboratorio, che li renda capaci di affrontare vari aspetti della chimica moderna, mirando alla formazione di una figura professionale duttile di chimico ‘ricercatore’.

Il percorso didattico in Chimica Industriale è invece rivolto alla formazione di una figura professionale maggiormente in grado di trasporre un processo chimico verso un ambito industriale/applicativo. La differenza con la Laurea in Chimica è la formazione, prevalentemente indirizzata a promuovere conoscenze nei contesti applicativi (materiali, ambiente, industria, energia). Le differenze fra i due percorsi di Laurea, però, si percepiscono meglio nel biennio specialistico, mentre a livello triennale essi coincidono all’85%.

L'immatricolazione ad una delle due Lauree triennali (Chimica o Chimica Industriale) è da considerarsi equivalente, poiché gli insegnamenti del primo anno sono gli stessi. Pertanto lo studente al momento dell’iscrizione al secondo anno potrà decidere di passare dall’uno all’altro percorso con il riconoscimento automatico dei crediti acquisiti al prim’anno. Al secondo anno i due percorsi didattici differiscono per 1 solo esame, e al terzo anno solo per 3. Al termine del triennio lo studente potrà scegliere liberamente di proseguire con le Lauree Magistrali in Chimica o in Chimica Industriale dato che la formazione triennale è stata comune.

2) Il Corso di Laurea2.1. Obiettivi formativi e sbocchi professionali

Il corso triennale ha lo scopo di fornire agli studenti una solida preparazione teorica e sperimentale che li renda capaci di affrontare vari aspetti della chimica moderna, ad esempio lo studio della struttura e proprietà delle molecole, la sintesi di nuovi composti di interesse industriale, farmacologico e biomedico, l’utilizzo di metodi di analisi chimica in campo industriale, ambientale e sanitario. Contenuti più professionalizzanti saranno acquisiti con le successive Lauree Magistrali.

I laureati triennali devono a) maturare capacità nella scelta e utilizzo delle metodiche sperimentali, nella raccolta ed analisi di dati, nell'utilizzo di strumentazione scientifica, b) essere in grado di utilizzare efficacemente almeno una lingua dell'Unione Europea, oltre all'italiano, nell'ambito chimico e per lo scambio di informazioni, c) possedere adeguati strumenti informatici per la comunicazione e la gestione dell'informazione scientifica, d) essere capaci di lavorare in gruppo, di operare con sufficiente autonomia e di inserirsi agevolmente negli ambienti di lavoro.

I laureati triennali potranno trovare lavoro nei laboratori di analisi chimiche, o ricoprire ruoli di informatore tecnico-scientifico, o avere responsabilità tecnica nella gestione di strumentazione

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industriale o nella valutazione di problemi di sicurezza e di rischio chimico. Il titolo garantisce la possibilità di partecipare a concorsi statali in cui sia richiesto il primo livello di Laurea in Chimica.

Requisito per il conseguimento del titolo triennale è l’acquisizione di 180 crediti formativi universitari (CFU), maturati attraverso il superamento di 19 esami, dell’attività di Tirocinio e della Prova Finale. Il CFU rappresenta l’unità di misura dell’impegno dello studente. Ogni insegnamento ha un numero di CFU adeguato alle richieste conoscitive e all’impegno temporale previsto. Nel percorso didattico sono previsti insegnamenti di tipo teorico, esercitazioni numeriche o di laboratorio.

2.2. Conoscenze richieste per l’accessoLe immatricolazioni si aprono a metà luglio (http://www.uniroma1.it/studenti/) e terminano ai

primi di Novembre. Non è previsto un numero programmato, ma è richiesta una verifica del possesso di adeguate capacità logico-matematiche. A tal fine la Facoltà di Scienze MFN aderisce al test unico per la valutazione dei saperi minimi (test obbligatorio ma non selettivo) che si svolge (inizio di Settembre) in tutte le sedi universitarie nazionali. Il test propone 25 domande di matematica di base (a livello di Scuola media superiore) da completare in 90 minuti. Una raccolta dei test proposti negli ultimi anni è disponibile sui siti web dell’orientamento d’Ateneo (http://www.uniroma1.it/didattica/orientamento/guida-dello-studente / ) e della Facoltà di SMFN (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/ Cosa offriamo / Orientamento / Prove d’ingresso). Non sono tenuti a sostenere il test d’ingresso gli studenti in possesso di altra laurea o diploma universitario, e i diplomati di scuola media superiore che abbiano sostenuto e superato, entro il mese di giugno, le prove di valutazione presso gli Istituti di istruzione di Scuola Superiore aderenti alla Conferenza dei Presidi di Scienze (ConScienze), purché in possesso del relativo attestato; in particolare, per la zona di Roma le prove di valutazione presso l’Istituto ITIS Galileo Galilei.

Il sostenimento del test consente l'immatricolazione; però, in caso di esito non positivo (= valutazione inferiore alla soglia riportata nel bando), saranno assegnati obblighi formativi aggiuntivi (ofa) che dovranno essere assolti entro il primo anno. Sono previsti pre-corsi di matematica che si svolgeranno nella seconda metà di Settembre, prima dell'inizio delle lezioni; tali corsi sono aperti a tutti gli immatricolandi alla Facoltà ma sono fortemente raccomandati ai portatori di ofa, per aiutarli a sanare le carenze emerse nella preparazione matematica di base. Ulteriori forme di assolvimento degli ofa sono precisate nei regolamenti dei singoli CAD. Quello di Chimica, ad esempio, prevede che la prima settimana di lezioni del primo corso di matematica al I semestre (Istituzioni di Matematiche I) sia dedicata ad un ripasso dei concetti di matematica di base. In seguito i portatori di ofa potranno avvalersi dell’ausilio di tutori, indicati in bacheca, per consigli su come impostare lo studio in modo efficace. Il regolamento di tutta la Facoltà di SMFN impone ai portatori di ofa l’obbligo di superare l’esame del primo corso di matematica (Istituzioni di Matematiche I) entro il termine del primo anno (fine di settembre). In caso contrario tali studenti dovranno iscriversi come ‘ripetenti’ al prim’anno fino all’assolvimento dell’obbligo; nel frattempo, però, essi potranno sostenere anche gli altri esami previsti dall’ordinamento al prim’anno.

Si ribadisce che l’immatricolazione non sarà consentita a chi che non abbia sostenuto il test d’ingresso.

Inoltre, il CAD-SC nella seduta del 29/01/2007 ha deliberato quanto segue: “Visto il significato scientifico e culturale dell’art. 6 del R.D. del 4/6/1938 che permette, su domanda, ad uno studente di frequentare due corsi e sostenere due esami di insegnamenti di altra Facoltà onde arricchire il proprio curriculum degli studi, si delibera che l’applicazione del suddetto art. 6 possa essere richiesta soltanto da studenti che abbiano acquisito almeno 21 CFU negli insegnamenti del Corso di Laurea in Chimica”.

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3) Norme di Carattere Generale3.1. Organizzazione didattica dei corsi

La durata nominale del Corso di Laurea è di 6 semestri, pari a 3 anni. Ogni anno di corso è articolato in due periodi didattici semestrali, ciascuno di lunghezza approssimativa pari a 14 settimane. L’inizio delle lezioni è fissato per il primo giorno utile di Ottobre. Di norma le lezioni e i laboratori si svolgono dal lunedì al venerdì nell’intervallo orario 8-19 (http://www.chem.uniroma1.it). Il primo semestre termina intorno alla terza settimana di Gennaio; segue un intervallo temporale (Febbraio) dedicato agli esami (anticipo sessione estiva). Il secondo semestre inizia ai primi di Marzo, per terminare con la seconda settimana di Giugno. La sessione d’esami (appello estivo) comprende Luglio e Settembre. La successiva sessione d’esami di Febbraio (appello invernale) rappresenta anche l’ultima sessione utile di ogni anno accademico.

Il percorso didattico prevede l'acquisizione di una solida preparazione di base sia in materie chimiche (chimica analitica, chimica fisica, chimica inorganica e chimica organica) sia in quelle dell’ambito fisico-matematico. Ogni insegnamento ha un numero di CFU adeguato alle richieste conoscitive e all’impegno temporale previsto. Il singolo CFU è costituito da 25 ore di impegno globale, suddivise tra didattica frontale e studio personale dello studente. La percentuale di didattica frontale rispetto al totale è diversa a seconda della tipologia del corso ma, in linea di massima, è di 8 ore per le lezioni teoriche e di 12 ore per le esercitazioni numeriche e di laboratorio. I corsi hanno un numero di CFU multiplo di 3, con valor minimo pari a 6, eccezion fatta per l’accertamento della lingua straniera (3 CFU) che rilascia un’idoneità. Quest’ultima può essere sostenuta in qualsiasi momento del triennio. Gli studenti hanno a disposizione anche 12 CFU di attività didattica a libera scelta fra tutti i corsi dell’offerta triennale dell’Ateneo, purchè coerenti con l’indirizzo formativo, in aggiunta al tirocinio (9 CFU) e alla prova finale (9 CFU).

I 180 CFU di attività didattica richiesti per la Laurea triennale appartengono ai settori scientifico-disciplinari (SSD) previsti dalla Classe L-27, e sono così ripartiti:

a) Attività formative di base (MAT, FIS, CHIM)b) Attività formative caratterizzanti la classe di laurea (CHIM, BIO)c) Attività formative affini ed integrative (CHIM)d) Altre attività formative distribuite fra:

- attività formative autonomamente scelte dallo studente (extra-curricolari)- conoscenze di lingua straniera, informatiche, tirocini, ecc.- prova finale.

Il laureato triennale acquisirà le capacità di apprendimento e le competenze chimiche fondamentali richieste a tutti i laureati della Classe, necessarie per poter continuare ed approfondire gli studi nel successivo biennio di specializzazione, o in altri corsi di istruzione superiore offerti dai sistemi scolastici nazionale o internazionale.

Tutte le attività formative che consentono l'acquisizione di crediti devono essere valutate, ed i CFU relativi sono acquisiti attraverso il superamento dell’esame, come riportato dal Manifesto degli Studi d’Ateneo (http://www.uniroma1.it/sites/default/files/allegati/Manifesto2012_2013_0.pdf). La valutazione è effettuata da commissioni d’esame che comprendono il responsabile dell'attività formativa. La votazione è espressa in trentesimi, con eventuale lode.

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3.2. Verbalizzazione degli esamiCon l’introduzione della verbalizzazione elettronica nell’Ateneo (A.A. 2008-2009) gli studenti

ricevono informazioni sulle date d’esame attraverso l’interfaccia informatica del sistema. Gli studenti accedono ad INFOSTUD attraverso il loro sito che fornisce le necessarie informazioni (http://www.uniroma1.it/infostud). Eventuali ulteriori avvisi riguardanti le date d’esame sono riportati nella bacheca del CAD. Gli esami non possono svolgersi durante i due periodi didattici semestrali.

3.3. FrequenzaLa frequenza dei corsi non è obbligatoria. Poiché il Corso di Laurea ha carattere applicativo

con attività pratiche in laboratorio, è però richiesto che lo studente frequenti i laboratori e le eventuali prove in itinere.

Sulla base dei numeri di immatricolati nei recenti A.A. si ritiene opportuno attivare un doppio canale (A-L e M-Z) per i corsi dei primi due anni, mentre al III anno lo sdoppiamento sarà previsto solo in caso di necessità. Lo studente che, per vari motivi, non riesce a seguire l’orario delle lezioni del suo canale può seguire le lezioni del canale parallelo, ma al termine dovrà sostenere gli esami dei corsi con i docenti del canale di pertinenza nominativa.

3.4. PropedeuticitàNon sono previste formali propedeuticità tra i corsi; tuttavia si raccomanda che gli esami

indicati come ‘I corso’ siano sostenuti prima dei corrispondenti esami indicati come ‘II o III corso’. Lo studente sarà ammesso alla frequenza del III anno se avrà acquisito almeno 72 CFU entro la sessione invernale del febbraio del II anno (ultima sessione utile del II anno). In caso contrario egli dovrà iscriversi al II anno ripetente; infine, per poter sostenere gli esami dei corsi del III anno è necessario aver superato tutti quelli del I anno.

3.5. Trasferimenti e riconoscimento di creditiAgli studenti provenienti da previgenti ordinamenti della Laurea in Chimica, e che vorranno

passare alla nuova Laurea di ord. 270, saranno riconosciuti i crediti già acquisiti negli esami di insegnamenti con la stessa o analoga denominazione, basandosi su una tabella di equipollenze (esposta nel sito web). Alcuni insegnamenti richiedono un colloquio integrativo perché il vecchio esame (di ord. 509) possa essere considerato equivalente al nuovo (ord. 270). Nel caso di provenienza da CAD diversi da Chimica, dove non siano stati acquisiti CFU con esami di profitto, l’iscrizione avverrà necessariamente al primo anno di corso. In tutti gli altri casi, la Commissione Didattica del CAD esaminerà la domanda di passaggio, valuterà il curriculum di studi pregressi del richiedente e, dopo gli opportuni riconoscimenti, gli assegnerà un piano di studi individuale per il completamento del percorso di Laurea. Crediti acquisiti in insegnamenti di ordinamenti precedenti che non hanno più corrispondenza nell’ord. 270 potranno essere computati tra quelli a libera scelta del candidato, fino al massimo previsto di 12 CFU.

3.6. Tirocinio e prova finale di LaureaFase terminale del triennio è il tirocinio formativo; esso dura circa due mesi e può essere

interno o esterno. Il tirocinio interno prevede lo svolgimento di un’attività sperimentale presso un laboratorio universitario; la tematica è concordata con un docente (tutore) che ne certifica l’avvenuta esecuzione (9 CFU di idoneità; modulo). Il tirocinio esterno si svolge in enti di ricerca pubblici o industriali riconosciuti dall’Ateneo; un tutore universitario si fà garante del livello qualitativo dell’attività e ne certifica lo svolgimento. Le domande di ammissione all’attività di tirocinio devono essere preventivamente approvate dal CAD (modulo da ritirare in Segreteria Didattica).

La prova finale prevede una relazione scritta sull’attività svolta nel tirocinio, che lo studente elabora autonomamente ed illustra oralmente di fronte ad una Commissione universitaria di Laurea. Per essere ammesso a sostenere la prova finale lo studente deve aver superato tutti gli esami previsti

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dall’ordinamento triennale (compresa la prova di conoscenza della lingua straniera) ed aver ottenuto l'idoneità di frequenza al tirocinio. Il superamento della prova finale attribuisce 9 CFU; la valutazione che la Commissione esprime sulla prova apporta un incremento al voto di base dello studente (media dei voti riportati negli esami pesata per i CFU) al fine di determinare la votazione di Laurea. In riconoscimento di un cammino scolastico di breve durata, la votazione può essere ulteriormente incrementata di un numero di punti deciso dal regolamento del CAD. La votazione è espressa in centodecimi, con eventuale attribuzione della lode (con parere unanime), ed è comunicata al candidato nel corso della proclamazione.

Le date per il conseguimento della Laurea sono fissate da calendario. Le formalità amministrative devono essere assolte in varie fasi presso le Segreterie Studenti e del CAD secondo le modalità previste ed esposte in bacheca, a partire dai 60 giorni antecedenti la data della sessione di Laurea. L’ultimo esame di profitto può essere verbalizzato al più tardi un mese prima della seduta di Laurea.

4) Quadro dei Corsi Previsti

ann

o

sem

estr

e

Laurea triennale in CHIMICAL-27

Insegnamenti CFU SSD attività

I Chimica generale ed inorganica con laboratorio 12 CHIM/03 di base

I Istituzioni di matematiche I 9 MAT/05 di base

Lingua straniera (idoneità) 3 altre

Chimica Inorganica I 6 CHIM/03 di base

II Istituzioni di matematiche II 6 MAT/05 di base

Fisica I 9 FIS/01 di base

Chimica Analitica I con laboratorio 9 CHIM/01 di base

Crediti di attività al I anno 54

II Chimica Fisica I con laboratorio 9 CHIM/02 caratterizzante

I Fisica II 9 FIS/01 di base

Chimica Organica I 9 CHIM/06 caratterizzante

Chimica Analitica II con laboratorio 9 CHIM/01 caratterizzante

Chimica Fisica II 9 CHIM/02 caratterizzante

II Chimica Inorganica II 9 CHIM/03 caratterizzante

Chimica Organica II con laboratorio 9 CHIM/06 caratterizzante

Crediti di attività al II anno 63

III Chimica Fisica III con laboratorio 9 CHIM/02 affine

I Biochimica 6 BIO/10 caratterizzante

Chimica Organica III con laboratorio 9 CHIM/06 affine

II Chimica Analitica III con laboratorio 9 CHIM/01 affine

Tirocinio (Idoneità) 9 altre

Prova finale 9 altre

Corsi a libera scelta (al III anno) 12 altre

Crediti di attività al III anno 63

TOTALE CREDITI 180

Il sito del Dipartimento (http://www.chem.uniroma1.it/didattica/chimica/insegnamenti) riporta gli orari dei corsi e fornisce dettagli sui programmi e sui libri di testo adottati nei vari insegnamenti.

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Crediti a libera scelta Gli studenti devono seguire insegnamenti, ed acquisirne i relativi crediti per 12 CFU, utilizzando a loro libera scelta corsi attivati dall’Ateneo purchè coerenti con l’indirizzo formativo. Ai sensi dell art. 29, c. 4, del Manifesto generale degli Studi dell’Ateneo "in nessun caso è ammessa la frequenza ed il sostenimento degli esami per insegnamenti di Laurea Magistrale da parte di studenti iscritti alla Laurea triennale".

5) Lettera alle Matricole

Test d’immatricolazione (auto-valutazione)L’analisi statistica dei risultati dei test d’immatricolazione degli anni scorsi, i quali in larga

misura rispecchiano i risultati ottenuti all’esame di Maturità dallo studente, rivela una stretta correlazione tra il punteggio ottenuto nella prova di ingresso e il successo nella futura carriera universitaria, sia in termini di superamento degli esami del primo anno, in particolare degli esami di Matematica, sia di permanenza nel Corso di Laurea (abbandoni).

Andamento del punteggio medio al test vs. voto di diploma,senza riferimento al tipo scuola o alla sede di maturità.

Test d’immatricolazione

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Pertanto ciascuno studente, sulla base del risultato ottenuto nel test, potrà valutare ragionevolmente la sua probabilità di superare senza particolari difficoltà l’impatto del primo anno del Corso di Laurea, prendendo decisioni consapevoli al fine di evitare un inutile dispendio di tempo e di denaro

Consigli per lo studio (il metodo)La scuola superiore, molto spesso, non fornisce più agli studenti il metodo per studiare. Può

essere difficile impararlo a vent’anni, e questo è all’origine dell’elevato tasso di abbandoni al primo anno di studi universitari. Le matricole si cullano nell’idea di non avere più l’assillo giornaliero dei compiti a casa, le interrogazioni, la verifica della presenza e lo stress dei compiti in classe; questo li porta a perdere tempo e a rimandare lo studio al momento dell’esame. E’ invece la raggiunta maturità che deve far scattare nello studente, soprattutto se di un corso di laurea scientifico, lo stimolo autonomo a frequentare le lezioni e i laboratori tutti i giorni, a rivederne subito dopo gli appunti presi per fissare le idee e approfondirle sui testi consigliati (post-studio). Sarebbe addirittura consigliabile dare una prima scorsa sul libro agli argomenti che saranno trattati il giorno successivo (pre-studio), per trarre il maggior profitto dall’ascolto delle lezioni.

Iscritti vs Abbandoni

A.A.

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

n. s

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0

100

200

300

400

500

600

700

% di abbandoni sulla base degli iscritti al II anno

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64%

31%29%21%

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50

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250

2009-2010

2010-2011

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nn

o

I a

nn

o

II a

nn

o

II a

nn

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200 immatricolati all'A.A. 2009-2010

esami del I anno

0 1 2 3 4 5 6 7

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0

10

20

30

40

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II semestre

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esiti agli esami

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Sarebbe anche molto utile sforzarsi di partecipare attivamente, intervenendo con domande di chiarimento in classe (superando la naturale timidezza di esporsi ‘agli altri’), perché spesso tali chiarimenti si rivelano utili per tutta la classe e consentono al docente di calibrare meglio il suo ritmo didattico ed il programma. Seguendo questo metodo, la preparazione all’esame si costruirà progressivamente durante il periodo di lezioni, con minor sforzo e maggior efficacia

Aspettative (e dopo?)Dovete essere ben consapevoli del fatto che il corso di laurea in Chimica rappresenta un

percorso impegnativo. La passione stempera le difficoltà, ma senza di essa lo studio vi sarà pesante. Scegliete Chimica perché vi piace, non perché sperate in una futura collocazione lavorativa di successo. Al lavoro penserete dopo, ora pensate allo studio. Spesso ‘il lavoro’ è quello che lo sforzo di fantasia e di creatività del singolo è in grado di immaginare e di realizzare. Da questo punto di vista, e a causa della serrata competizione nazionale ed internazionale, risulterà vincente colui che sarà stato capace di costruire, con pazienza e concentrazione, solide basi al suo sapere chimico, e le potrà spendere in scenari diffici o magari inopinati (vedere più oltre).

Bisogna segnalare in tutta onestà che, nell’ambito per percorso didattico 3+2 (Processo di Bologna), è stata largamente disattesa l’aspettativa ministeriale che la formazione fornita dalla Laurea triennale potesse già consentire un soddisfacente inserimento nel mondo del lavoro ‘chimico’. Il sistema industriale non ha mostrato di gradire o di saper utilizzare la figura professionale del laureato junior, e ha chiesto maggior attenzione alla costruzione di solide basi al sapere chimico per formare una figura di laureato più maturo ed affidabile, quale quella che è possibile costruire nell’arco di un quinquennio. Infatti, la maggior parte (80%) dei laureati triennali continua lo studio nel biennio successivo, e l’uscita nel mondo del lavoro è minoritaria e spesso caratterizzata da lavori part-time e non di ambito chimico. Nel vigente ord. 270 si è data maggior attenzione ad impartire contenuti di base al triennio rispetto a quanto si era fatto con il precedente ordinamento.

Laureati triennali in Chimica,1 anno dopo la Laurea

lavorano

diso

ccup

ati

studiano

lavorano

disoccupati

studiano

Laureati specialistici in Chimica,3 anni dopo la Laurea

Occupazione post-Laurea

15%

9%

76%

44%

30%

26%

Soddisfazione lavorativa (scala 1-10): 6.6 8.2

Dati AlmaLaurea

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1 anno dopo la LT, il 15% che lavora:

0 1 2 3 4

%

0

10

20

30

40

50

60

70

par

t-tim

e

senz

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tr.

t. d

et.

3 anni dopo la LS, il 44% che lavora

0 1 2 3 4 5

%

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10

20

30

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60

70

part-tim

e

t. de

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t. in

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r.

Lavoro post-Laurea

(guadagno medio: 677 €) (guadagno medio: 1300 €)

55% u45% d

45% u55% d

Dati AlmaLaurea

25

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- Laurea Magistrale in CHIMICA (su 3 curricula), Classe LM-54

- Laurea Magistrale in CHIMICA ANALITICA, Classe LM-54

1) IntroduzioneIl conseguimento del titolo biennale di Laurea Magistrale (LM) richiede l’acquisizione di 120

CFU.

2) Le Lauree Magistrali in Chimica2.1. Conoscenze richieste per l’accesso

Per l'accesso ai Corsi di LM è necessario essere in possesso dei 180 CFU di un diploma di Laurea triennale o di titolo equivalente, conseguiti entro la data indicata nel Manifesto degli Studi d’Ateneo, e dei requisiti curricolari indicati dal regolamento didattico. Non è previsto un numero programmato di immatricolandi. E' invece richiesta una buona conoscenza: a) della chimica di base nelle sue quattro aree, b) dei fondamenti fisico-matematici, c) dei fondamenti di biochimica. In accordo con lo schema Eurobachelor e con i requisiti minimi fissati dall’Ateneo, e per consentire un agevole accesso ai laureati triennali in Chimica Industriale, è richiesto che gli immatricolandi abbiano acquisito nel loro curriculum di provenienza almeno:

12 CFU nelle discipline matematiche (MAT/01-MAT/09, INF/01), 12 CFU nelle discipline fisiche (FIS/01-FIS/08),

52 CFU nelle discipline chimiche (CHIM/01-12) e/o in quelle dei processi (ING-IND/25 - ING-IND/26),

3 CFU nella biochimica (BIO/10), 12 CFU complessivi per attività relative alla lingua straniera, alla prova finale e al tirocinio.

Prima dell’inizio dei corsi (autunno), una commissione del CAD valuterà il curriculum del candidato all’iscrizione, per verificare l’adeguatezza della preparazione acquisita al primo livello. In caso di possesso dei requisiti sopra riportati (valutando eventuali affinità tra SSD), l’ammissione alla Laurea Magistrale sarà garantita in modo automatico. Nella prima quindicina di Settembre gli immatricolandi dovranno ritirare un modulo presso la Segreteria del CAD (o stamparlo dal sito), compilarlo e riconsegnarlo, manifestando così la loro scelta per: a) il tipo di LM (Chimica o Chimica Analitica), b) l’indirizzo curricolare, nella LM di Chimica, c) i corsi liberi.

Gli studenti non in possesso dei crediti minimi sopra indicati saranno eventualmente sottoposti ad un colloquio di verifica delle conoscenze richieste. In caso di non superamento del colloquio, tali studenti potranno iscriversi a corsi singoli come previsto dal Manifesto degli Studi d’Ateneo, e sostenerne i relativi esami. Tale integrazione della loro preparazione sarà pregiudiziale alla successiva immatricolazione alle Lauree Magistrali di Classe LM-54, affinchè essi possano inserirsi agevolmente nel percorso di studio biennale e progredirvi con successo. Il ricorso alla frequenza di corsi singoli è possibile anche per coloro che abbiano conseguito la Laurea triennale dopo la scadenza prevista dal Manifesto d’Ateneo (in genere, la terza settimana di Dicembre), nell’attesa dell’immatricolazione possibile solo nel successivo anno accademico (dopo la verifica dei requisiti d’ingresso).

2.2. Obiettivi formativi e sbocchi professionaliLe due Lauree biennali della Classe LM-54 privilegiano la formazione del chimico nella

prospettiva della ricerca di base, e forniscono competenze teoriche, metodologiche, sperimentali ed applicative nelle aree fondamentali della chimica, al fine di costruire un laureato duttile e pronto per l'inserimento lavorativo. Estendono e rafforzano i saperi di base offerti con la Laurea in Chimica triennale (Classe L-27). Il laureato di secondo livello acquisirà solide competenze chimiche professionalizzanti che sono comuni a tutti i laureati della classe LM-54 e che sono richieste dal

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mondo industriale; saprà integrarle con i contenuti specialistici specifici dell'offerta didattica della sede grazie alla sua maturità nell'organizzare autonomamente un percorso di studio e di apprendimento.

La Laurea Magistrale in Chimica prevede 9 insegnamenti semestrali per 72 CFU. I laureati sviluppano un'autonoma capacità di comprendere ed apprezzare argomenti di avanguardia della ricerca chimica, sia relativamente alla sintesi di nuovi materiali, sia per l'impiego delle tecniche spettroscopiche più avanzate, sia per la valutazione computazionale di proprietà chimiche e biochimiche non direttamente accessibili, o per l'individuazione di relazioni struttura-proprietà in campo chimico, biochimico o delle macromolecole biologiche, o infine per approfondire la conoscenza nei campi della catalisi enzimatica, biomimetica e supramolecolare. La sede romana, sulla base della disponibilità di docenti, propone tre curricula: curriculum inorganico – chimico-fisico (ICF), curriculum di chimica organica e biomolecolare (CSB), curriculum di chimica dei sistemi biologici (CSB). Il primo curriculum tratta della preparazione e della caratterizzazione chimico-fisica e strutturale di nuovi materiali inorganici ed organici, illustra gli aspetti più moderni delle tecniche spettroscopiche e della chimica computazionale; il secondo curriculum approfondisce le conoscenze negli aspetti della reattività e della sintesi organica, illustra le proprietà ed il ruolo delle sostanze organiche e organometalliche in vari scenari, affronta la catalisi enzimatica e supramolecolare; il terzo curriculum riguarda la chimica organica degli organismi naturali ponendo in evidenza aspetti di rilievo della chimica-fisica e della chimica inorganica delle macromolecole biologiche e dei metalloenzimi. I tre curricula prevedono 72 CFU di contenuti caratterizzanti, 12 CFU a libera scelta, 3 CFU del tirocinio d’orientamento e 33 CFU per la prova finale sull’attività di Tesi.

La Laurea Magistrale in Chimica Analitica prevede 11 insegnamenti semestrali per 72 CFU; non propone curricula interni. Privilegia l’offerta didattica nei settori a) dell’analitica strumentale più moderna che si situa all’interfaccia fra biologia e medicina; b) dell’analitica merceologica; c) delle tecniche di analisi per la valutazione della sicurezza e protezione dell’ambiente. L’offerta formativa è completata dai 12 CFU a libera scelta, dai 3 CFU del tirocinio d’orientamento e dai 33 CFU per la prova finale sull’attività di Tesi.

I laureati nei corsi di LM svolgeranno attività di promozione e sviluppo dell'innovazione scientifica, nonché di gestione e progettazione delle tecnologie. Potranno esercitare attività professionale in ambiente pubblico o privato, assumere funzioni di elevata responsabilità nei settori industriali della sintesi e caratterizzazione di nuovi materiali, nei settori della salute e dei farmaci, dell'alimentazione, dell'ambiente, dell'energia, dei beni culturali e della pubblica amministrazione, applicando in autonomia le metodiche disciplinari acquisite. Sapranno svolgere e coordinare attività di indagine e gestione nei settori della sicurezza, della protezione ambientale e della qualità industriale. Potranno dirigere laboratori di ricerca per la progettazione di farmaci e derivati chimici. Potranno ricoprire incarichi di responsabilità in industrie e società di servizi nel settore delle tecnologie informatiche che forniscono supporto computazionale alle attività di ricerca in ambito chimico. Potranno dirigere laboratori industriali o di ricerca che operano nel campo della biochimica applicata, delle biotecnologie o della chimica analitica clinica. Potranno iscriversi all’albo professionale come Chimico e svolgere attività professionale autonoma previa superamento dell'esame di abilitazione previsto dall'Ordine.

Il titolo garantisce la possibilità di partecipare a concorsi statali in cui sia richiesta la LM, e di accedere ai livelli superiori di istruzione universitaria (Dottorato di Ricerca, Master) in ambito nazionale o internazionale. Sarà possibile accedere ai ruoli di docenza nelle scuole medie e superiori o nell’Università, condizionati al conseguimento di ulteriori requisiti e al superamento di prove concorsuali secondo la normativa vigente.

2.3. Tesi e prova finale di LaureaLa Tesi nel corso di LM è la conclusione di un periodo di attività di ricerca da svolgere sotto la

guida di un docente-relatore presso un laboratorio universitario o in enti pubblici o privati

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riconosciuti; un relatore interno si farà garante del livello qualitativo dell’attività svolta in laboratori extra-universitari. La preparazione della Tesi si svolge nel secondo anno di corso, occupandone circa i tre quarti del tempo. Le domande di ammissione all’attività di Tesi devono essere preventivamente approvate dalla Commissione Tecnico Istruttoria del CAD. La conclusione dell’attività è certificata da una dichiarazione scritta del relatore, che attribuisce i 3 CFU di idoneità connessi a tale fase (tirocinio d’orientamento).

La prova finale prevede la stesura di un documento originale (Tesi), che raccoglie i risultati conseguiti dal candidato nel corso della sua attività sotto la supervisione del relatore; il documento è elaborato autonomamente dal candidato ed illustrato oralmente di fronte ad una Commissione universitaria di Laurea. Per essere ammesso a sostenere la prova finale lo studente deve aver superato tutti gli esami previsti dall’ordinamento biennale ed aver ottenuto l’idoneità nel tirocinio d’orientamento. Il superamento della prova finale attribuisce i 33 CFU previsti. La valutazione che la Commissione esprime sulla prova apporta un incremento al voto di base dello studente (media dei voti riportati negli esami del biennio pesata per i CFU) al fine di determinare la votazione di Laurea. La votazione è espressa in centodecimi, con eventuale attribuzione della lode (con parere unanime).

Le date per il conseguimento delle Lauree sono fissate da calendario annuale. Le formalità amministrative devono essere assolte in varie fasi presso le Segreterie Studenti e del CAD secondo le modalità previste ed affisse in bacheca, a partire dai 60 giorni antecedenti la data della sessione di Laurea. L’ultimo esame di profitto può essere verbalizzato al più tardi un mese prima della seduta di Laurea.

3) Norme di Carattere Generale3.1. Organizzazione didattica dei corsi

Ogni anno di corso del biennio è articolato in due periodi didattici semestrali, intervallati da una finestra temporale dedicata agli esami (Febbraio, poi Luglio-Settembre e infine Febraio). Valgono le indicazioni già riportate per la Laurea triennale.

L’offerta didattica relativa agli insegnamenti delle LM comprende un totale di 120 CFU riferiti ai SSD previsti dalla Classe LM-54; tali crediti sono ripartiti in:

a) Attività formative caratterizzantib) Attività affini ed integrativec) Altre attività formative distribuite fra:

- attività formative autonomamente scelte dallo studente (corsi extra-curricolari)- ulteriori attività formative, orientamento, tirocini, ecc.- prova finale.

3.2. FrequenzaPoiché i corsi di LM hanno carattere prevalentemente applicativo e professionalizzante, con

attività pratiche in laboratorio, è necessario che lo studente sia quanto più possibile assiduo nel seguire lezioni, laboratori ed eventuali prove in itinere.

3.3. PropedeuticitàNon sono previste propedeuticità.

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4) Quadro dei Corsi previsti4.1. Manifesto della Laurea Magistrale in Chimica

Lo schema didattico prevede 33 CFU di insegnamenti comuni ai 3 curricula (indicati in corsivo negli schemi), 12 CFU a libera scelta, 3 CFU per il tirocinio d’orientamento e 33 CFU per la prova finale sull’attività di Tesi. Ogni curriculum si diversifica dagli altri per ulteriori 39 CFU di insegnamenti caratterizzanti, portando il totale a 120 CFU per ogni curriculum. In alcuni casi è possibile esercitare un’opzione fra due insegnamenti proposti, aventi stesso SSD e numero di CFU.

Curriculum ‘Inorganico-Chimico Fisico’ (ICF)Insegnamento SSD CFU tipologiaAmbiente e Salute opp. Spettrom. di Massa + Lab CHIM 01 9 Caratt. comuneStrutturistica Chimica Diffrattometrica CHIM 03 6 Caratt. comuneChimica Fisica IV CHIM 02 9 Caratt. comuneChimica Organica IV CHIM 06 9 Caratt. comune

Metod. Sintesi e Caratterizzazioni Materiali Inorganici con Lab. CHIM 03 9 caratterizzanteSpettroscopie di Superficie e Laboratorio CHIM 03 9 affine e integr.Elettrochimica opp. Dinamica reazioni chimiche CHIM 02 6 caratterizzanteChimica Fisica V opp. Lab. Meccan. Quant. Dinam. Molecolare CHIM 02 9 affine e integr.Caratterizzazione spettroscopica in Chim. Organica CHIM 06 6 caratterizzanteCorsi a libera scelta - 12 altretirocinio d’orientamento - 3 altreprova finale - 33 altre

Curriculum ‘Chimica Organica e Biomolecolare’ (COB)Insegnamento SSD CFU tipologiaAmbiente e Salute opp. Spettrom. di Massa + Lab CHIM 01 9 Caratt. comuneChimica Fisica IV CHIM 02 9 Caratt. comuneStrutturistica Chimica Diffrattometrica CHIM 03 6 Caratt. comuneChimica Organica IV CHIM 06 9 Caratt. comune

Chimica Organica V CHIM 06 9 affine e integr.Sintesi Organica con Laboratorio CHIM 06 9 affine e integr.Elettrochimica CHIM 02 6 caratterizzanteMetodi Fisici in Chim. Org. + Eserc. opp. Chimica Bio-organica CHIM 06 9 caratterizzanteChimica Bio-inorganica CHIM 03 6 caratterizzanteCorsi a libera scelta - 12 altretirocinio d’orientamento - 3 altreprova finale - 33 altre

Curriculum ‘Chimica dei Sistemi Biologici’ (CSB)Insegnamento SSD CFU tipologiaAmbiente e Salute opp. Spettrom. di Massa + Lab CHIM 01 9 Caratt. comuneChimica Fisica IV CHIM 02 9 Caratt. comuneChimica Bio-inorganica CHIM 03 6 Caratt. comuneChimica Organica IV CHIM 06 9 Caratt. comune

Chimica Fisica Biologica CHIM 02 9 caratterizzanteElettrochimica CHIM 02 6 caratterizzanteSpettroscopia dei Sistemi Biologici CHIM 02 9 affine e integr.Biochimica II BIO 10 6 affine e integr.Chimica Bio-organica CHIM 06 9 caratterizzanteCorsi a libera scelta - 12 altretirocinio d’orientamento - 3 altreprova finale - 33 altre

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4.2. Manifesto della Laurea Magistrale in Chimica AnaliticaLo schema didattico prevede un solo curriculum con 11 insegnamenti che mirano ad

approfondire la specializzazione nel settore CHIM/01 (42 CFU); vi aggiunge 30 CFU di altri SSD, 12 CFU a scelta libera, 3 CFU per il tirocinio d’orientamento e 33 CFU per la prova finale della Tesi, portando il totale ai 120 CFU.

Insegnamenti CFU SSD tipologia

Chim. Analitica Strum. 1 + Lab. 9 CHIM/01 Caratterizz.

Chim. Analitica Strum. 2 + Lab. 9 CHIM/01 Caratterizz.

Ambiente e salute 9 CHIM/01 Caratterizz.

Spettrometria di massa + Lab. 9 CHIM/01 Affine

Metodologie NMR in Chim. Analit. + Lab. 6 CHIM/02 Caratterizz.

Chimica dei materiali polimerici 6 CHIM/03 Caratterizz.

Analisi Organica 6 CHIM/06 Caratterizz.

Chimica merceologica e degli alimenti 6 SECS/P13 Affine

Chimica dell’ambiente 6 CHIM/12 Caratterizz.

Chemiometria opp. Chim. Analitica Forense 6 CHIM/01 Caratterizz.

Corsi a libera scelta 12 altre

Tirocinio d’orientamento 3 altre

Prova finale di Tesi 33 altre

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Competenze del Chimico nei diversi ambiti lavorativi

Ricerca

Settore pubblico

Marketing

Pianificazione Assistenzatecnica

Vendite

Laureati in Chimica

Sbocchi professionali

La maggior parte delle piccole e medie aziende italiane ha necessità di affrontare e

risolvere un gran numero di problemi nuovi ed attuali nei quali il chimico ha competenze e può applicare la sua professionalità. In modo sommario, essi possono essere: Ricerca e sviluppo di nuovi prodotti o processi per l’industria chimico-farmaceutica Caratterizzazione strutturale di reagenti e prodotti Sintesi di nuovi materiali ed invenzione di nuove reazioni o processiSviluppo/utilizzo di fonti di energia ‘pulite’ Sicurezza ed igiene del lavoro Garanzia e qualità per i prodotti alimentari Ambiente - territorio - ecologia Consulenze e perizie Certificazioni e valutazione di rischi Formazione e Marketing Insegnamento Accanto a questi, oggetto specifico della libera professione sono tutte le attività alle quali la firma di un chimico iscritto all’Ordine garantisce il riconoscimento giuridico come indicato da Decreto Ministeriale. La professione del chimico riguarda tutte le applicazioni della Chimica, ma in modo prioritario e tradizionalmente: ANALISI CHIMICHE a qualunque scopo destinate: le attività analitiche del chimico si riferiscono alle operazioni che comportano controlli ed analisi relativi alla trasformazione, composizione e identificazione della materia, sia essa organica (e quindi anche derivante dal. corpo umano) o inorganica. Tali attività comprendono:- analisi chimiche varie: terreni, acque, aria, inquinanti, cosmetici, psicofarmaci, in ambienti di vita e di lavoro, ecc; fra gli scenari meno comuni in cui le analisi sono richieste non vanno dimenticati quelli in condizioni estreme, come nel corso di esplorazioni marine, spaziali o vulcanologiche, o in seguito al dissesto idrogeologico o per l’esposizione a radiazioni;- analisi biochimiche, chimico-cliniche e tossicologiche (salute ed igiene);- analisi chimico-merceologiche (bevande, alimenti freschi o conservati, mangimi, gomma e materie plastiche, tessuti, leghe);- la valutazione dell’impatto ambientale e la bonifica di siti inquinati;- analisi nel comparto dei Beni Culturali, dal restauro del manufatto all’individuazione di condizioni ottimali per la sua conservazione in musei o biblioteche.

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Tutte le precedenti attività e prestazioni fanno parte della Chimica Applicata e Strumentale e come tale comportano l’uso di procedimenti chimici qualitativi e quantitativi e/o di determinazioni strumentali attraverso tecniche titrimetriche, spettrofotometriche, conduttimetriche, cromatografiche, elettrochimiche, microscopiche, radiochimiche, istochimiche, elettroforetiche, spettrometriche di massa, ecc. Tra le mansioni di tutela ambientale meno note che un chimico può svolgere, vi sono quelle nei porti per accertamenti su navi, con rilascio del certificato di non pericolosità o di sicurezza. INDUSTRIA CHIMICA E RICERCA: ricerca di processi chimici innovativi, sviluppo di energie alternative o immagazzinamento dell’energia, progettazione, realizzazione e collaudo di impianti chimici e/o parti degli stessi, sviluppo di nuovi materiali, studio della catalisi nelle sue varie forme. In tale ruolo il Chimico si interessa del “Progetto di processo” che, di-versamente dal progetto di ingegneria, comprende lo studio della reazione, la sua ottimizzazione (nuovi scenari di ‘chemical economy’), la sua trasposizione su scala industriale ed i calcoli delle esigenze chimico-funzionali e termodinamiche dell’impianto per la trasformazione chimica prevista, o in funzione di processi competitivi che con essa possono interferire (corrosione, esplosioni, ecc.). Sono compresi aspetti riguardanti la sicurezza del processo e dell’impianto, l’impatto ambientale, l’adeguato smaltimento dei rifiuti o l’ottimizzazione del loro re-impiego. Il ruolo del Chimico in questi ambiti puo essere di:- responsabilità del laboratorio dove avviene l’attività di sintesi o di caratterizzazione del prodotto;- responsabilità tecnica e sorveglianza delle lavorazioni concernenti manipolazioni o trasformazioni chimiche che comportano pericoli per l’incolumità personale o per l’ambiente, e che possono provocare danni all’economia pubblica e privata;- responsabilità tecnica dei laboratori chimici negli stabilimenti industriali, nelle aziende commerciali, nelle Pubbliche Amministrazioni e comunque di tutti i laboratori o reparti di essi, aperti al pubblico e nei quali si svolgono attività di natura chimica.La responsabilità tecnica e la certificazione per laboratori, stabilimenti (o parti di essi), parti di officine, ecc., in cui avvengono lavorazioni e/o produzioni di natura chimica deve essere affidata al chimico, regolarmente abilitato ed iscritto all’Albo. Secondo la recente normativa REACH, ogni produttore o importatore di sostanze chimiche deve saper valutare i rischi che il materiale/processo può comportare, e prevedere l’adeguata gestione dei rifiuti di produzione, il loro eventuale recupero e riciclo. In conclusione, il Chimico aiuta a comprendere i vantaggi e le prospettive delle innovazioni, orientando la realizzabilità dei progetti, le reazioni del mercato e la sostenibilità ambientale dei processi, al fine del raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Sono ora illustrati alcuni degli scenari di applicazione della professionalità del chimico, che possono essere meno noti alla maggioranza delle persone. 6.1. Il Chimico e la gestione dei rifiuti

Nel campo dei rifiuti, un tema molto attuale, il chimico può svolgere qualificata opera di consulenza in numerosi settori, come nell’analisi e nella distinzione fra i diversi tipi di rifiuti e nella bonifica di siti inquinati, con relativa certificazione di impatto ambientale. Più in generale, il compito del chimico ambientale è individuare la presenza di agenti nocivi nell’ambiente e studiare le interazioni chimico/biologiche che avvengono in esso. Di grande interesse è lo sfruttamento dei rifiuti per la produzione di energia (biogas, combustione). 6.2. Il Chimico come perito del giudice (Chimica Forense)

Il magistrato, in cause civili o penali, ha necessità di ricorrere all’accertamento tecnico da parte di un esperto. Molto spesso il quesito posto al consulente è di natura chimica o tossicologica, come nel caso degli stupefacenti o degli esplosivi, o per l’accertamento della genuinità di un alimento o della sua adulterazione. La risposta a tali quesiti implica il ricorso a metodi analitici ufficiali, e soprattutto richiede serietà e competenza professionale da parte del chimico abilitato, iscritto all’Albo professionale, che firma l’analisi o la perizia, poiché essa ha riconoscimento giuridico. Naturalmente il chimico può fungere anche da consulente tecnico delle parti, oltre che del giudice, oppure svolgere il suo ruolo nei reparti tecnici dei Carabinieri e della Polizia.

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6.3. Il Chimico come Direttore Tecnico

La legge riserva al chimico l’incarico di Direttore Tecnico in numerosi casi in cui la sua competenza professionale è indispensabile per garantire la sicurezza del processo, l’uniformità ed innocuità del prodotto, il rispetto dell’ambiente, la tutela del consumatore (normativa REACH). Il Direttore Tecnico assume quindi una responsabilità non indifferente, perchè deve rispondere sia verso gli organi di vigilanza sia verso la proprietà: in entrambi i casi la sua responsabilità è diretta e personale.

Il Direttore Tecnico è necessario nelle aziende industriali, artigianali o commerciali o di servizi per le quali specifiche normative prevedano la figura di un professionista responsabile: impianti di trattamento di scarichi o rifiuti o di detenzione e utilizzo di gas tossici, magazzini di prodotti farmaceutici o chimici, stabilimenti di produzione di fertilizzanti, mangimi o fitofarmaci, produzione di esplosivi o trasporto di merci pericolose, per la raffinazione del petrolio, per produzioni alimentari o dietetiche. 6.4. Il Chimico nell’Industria

Numerose sono le industrie che hanno tradizionalmente bisogno di un chimico: industrie chimiche per la produzione di materie prime; industrie metallurgiche; industrie galvaniche e galvanotecniche; industrie alimentari; industrie biotecnologiche; industrie cosmetiche, di fragranze ed aromi; industrie farmaceutiche e di agrofarmaci; industrie dei fertilizzanti; industrie elettroniche e di sensori; industrie di adesivi e sigillanti; industrie delle materie plastiche e delle fibre; industrie per la produzione di carta e affini; industrie dei coloranti, pigmenti, inchiostri e pitture; industrie di detergenti e prodotti per l’igiene e la pulizia; industrie petrolchimiche e di biocarburanti; industrie rivolte allo studio di energie alternative; industrie automobilistiche, ecc. In tutte queste aziende il chimico può occuparsi non solo del processo e del prodotto, o della sua formulazione, ma anche delle problematiche legate all’inquinamento, alla sicurezza e allo smaltimento. Non va infine trascurato un altro settore lavorativo legato alle realtà industriali, che è quello del marketing. Sia la vendita di un prodotto chimico che sia più rispondente alle esigenze del cliente/utilizzatore, sia l’informazione del cliente sulle caratteristiche ed i vantaggi offerti da nuovi prodotti (product manager) sono scenari dove la competenza e professionalità del chimico può risultare preziosa.

6.5. Il Chimico negli enti pubblici e privati di ricercaQuesta attività spesso costituisce una delle maggiori aspirazioni del chimico, perché lo

mette in grado di realizzare in pieno le aspettative che aveva al momento della scelta del suo percorso universitario.

L’ambiente ideale per la ricerca è naturalmente l’Università. Per l’inserimento nella carriera universitaria è irrinunciabile partecipare al concorso per il Dottorato di Ricerca. Attualmente esistono diverse possibilità: Dottorato in “Scienze Chimiche”, in “Processi Chimici”, in “Scienza dei Materiali”. Il Dottorato di Ricerca dura tre anni, ed il conseguimento del titolo avviene attraverso il superamento di un esame nazionale, con presentazione e discussione di un elaborato frutto dello studio di ricerca condotto nel triennio. Dopo il Dottorato di Ricerca, e in attesa di poter partecipare ad un concorso per l’immissione in ruolo come Ricercatore Universitario, è possibile restare nell’ambito universitario usufruendo di un assegno di ricerca o di un contratto di collaborazione. E’ giusto segnalare, però, che le opportunità lavorative offerte dall’ambiente universitario sono molto limitate numericamente.

Al di fuori dell’Università esistono altre possibilità di lavoro per l’aspirante ricercatore: il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’ENEA, gli Istituti Zooprofilattici, le Stazioni Sperimentali, l’Istituto Superiore di Sanità, l’ISPESL, e naturalmente le grandi Aziende Chimiche, prime fra tutte quelle farmaceutiche, dei materiali plastici, degli adesivi.

Il ruolo del chimico nel comparto di ricerca può richiedere: l’invenzione di una nuova reazione o l’ottimizzazione di una preesistente; lo sviluppo di un nuovo procedimento o processo; la sostituzione di un procedimento (o reagente) inquinante con uno più rispettoso dell’ambiente; il controllo di qualità e di struttura dei reagenti e dei prodotti; l’ideazione di nuovi materiali dalle caratteristiche innovative; lo sviluppo di catalizzatori; la progettazione di strumentazione originale. Nei campi di ricerca all’interfaccia con la Medicina o la Biologia è sempre più frequente per il chimico far ricorso alle biotecnologie, oppure a metodi di simulazione per trattare fenomeni complessi, quali le interazioni fra farmaco e recettori, o per fare previsioni di efficacia farmacologica dovuta a complementarietà strutturale.

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6.6. Il Chimico nella Pubblica Amministrazione

Contrariamente a quanto molti credono, anche nella Pubblica Amministrazione c’è spazio per il chimico. Il chimico è necessario nei laboratori delle Dogane, dell’UTIF (imposte di fabbricazione), della Polizia Scientifica o della Guardia di Finanza, del RIS dei Carabinieri, delle ASL, presso il CONI, INCA (lst. Naz. Conserve Alim.), CRI, INAIL, Poste, Ferrovie dello Stato, Monopoli di Stato, ARPA e ANPA, ISPESL, Istituto Superiore di Sanità, ACEA.

Diversi Ministeri (Ambiente, Sanità, Industria, Lavoro, Beni Culturali) hanno necessità di utilizzare le conoscenze del chimico, dovendo emanare norme riguardanti processi e prodotti chimici. Gli stessi Vigili del fuoco utilizzano conoscenze e competenze chimiche.

Nei vari Enti il chimico può operare sia nei laboratori sia nei settori amministrativi o negli uffici legislativi, nei quali è richiesta la specifica competenza di Chimica.

Negli uffici preposti alla tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, siano essi regionali, provinciali o comunali, i chimici gestiscono la disciplina relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento, occupandosi di autorizzazioni e controlli degli scarichi delle attività produttive e civili, oppure si interessano dell’inquinamento atmosferico o del suolo. Importante è inoltre l’azione di prevenzione volta ad evitare l’insorgere di problemi igienico-sanitari collegati ad attività chimiche (http://www.chem.uniroma1.it/formazione/rischio-chimico). 6.7. Il Chimico nella Scuola

Uno sbocco lavorativo tradizionale del chimico è l’insegnamento. Spesso in questo importante settore il chimico soffre la concorrenza di laureati in altre materie scientifiche perché, ad esempio, la riforma dei programmi delle scuole medie ha accorpato la Chimica con la Biologia. E’ pur vero che, mentre i biologi affrontano esami di Chimica nel loro curriculum universitario, questo non è altrettanto vero per i chimici. Esistono in ogni modo gli Istituti professionali dove lo spazio didattico del chimico è più salvaguardato e riconosciuto. L’importanza di una buona didattica di Chimica nelle scuole superiori è fondamentale per stimolare l’entusiasmo dei giovani verso la nostra disciplina (http://www.chem.uniroma1.it/~plschimica/index.html). Infatti, dovrebbero essere questi giovani a costituire le future matricole del Corso di Laurea in Chimica. L’attività della Società Chimica Italiana (http://www.soc.chim.it/) in questa direzione è stata importante perché, attraverso i Giochi della Chimica, si sono motivati sia gli studenti sia i docenti delle scuole superiori ad un cimento ‘addizionale’ nella materia chimica, a tutto beneficio di una didattica più mirata e stimolante.

Come considerazione finale, mi sento di aggiungere che spesso ‘il lavoro’ è quello che lo sforzo di fantasia e di creatività del singolo è in grado di immaginare e di realizzare. Da questo punto di vista, e a causa della serrata competizione nazionale ed internazionale, risulterà vincente colui che sarà stato capace di costruire, con pazienza e concentrazione, solide basi al suo sapere chimico, e le potrà spendere in scenari diffici o magari inopinati.

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Le ricerche in Chimica nel Dipartimento

Linee di ricerca

Chimica analitica

1. Alimenti - Composti di coordinazione - Termoanalisi - prof. Stefano Materazzi 2. Ambiente e sicurezza alimentare - prof.ssa Alessandra Gentili 3. Biosensori, immmunosensori e termoanalisi di matrici biofarmacoalimentari-ambientali e di

beni culturali - prof. Mauro Tomassetti 4. cromatografia accoppiata alla spettrometria di massa in campo alimentare, farmaceutico,

ambientale - dott.ssa Francesca Buiarelli 5. Metodologie innovative e avanzate per il controllo dell'ambiente, della salute e dello stato di

conservazione dei BBCC - prof. Luigi Campanella 6. Metodologie per l’analisi di contaminanti organici ambientali - prof. Lelio Zoccolillo 7. Sintesi di colonne capillari monolitiche e loro aplicazione in elettrocromatografia capillare -

prof.ssa Antonella Messina 8. Studio finalizzato al controllo analitico di 'sistemi ad elevata complessità' - prof. Antonio

Magrì 9. Sviluppo di bioreattori ad enzima immobilizzato in chimica analitica - prof.ssa Anna Maria

Girelli 10. Sviluppo di metodi analitici per il monitoraggio del particolato atmosferico - dott.ssa Silvia

Canepari 11. Sviluppo e messa a punto di metodi chemiometrici innovativi per risolvere problemi analitici

- dott. Federico Marini 12. Sviluppo e validazione dei metodi analitici per il Controllo di Qualità nel campo

farmaceutico. - prof.ssa Renata Jasionowska 13. Termodinamica e formazione di complessi in soluzione acquosa - prof.ssa Maria Rosa Festa 14. Workplace and Environmental Air Monitoring and Health Effects - prof. Alessandro

Bacaloni

Chimica fisica

1. 1 Studio di materiali innovativi per lo sviluppo di generatori elettrochimici - prof.ssa Stefania Panero

2. Architetture molecolari basate su DNA e peptidi per applicazioni nanotecnologiche - dott.ssa Anita Scipioni

3. Celle solari a colorante - DSSC - prof. Franco Decker 4. Crescita di nanotubi di carbonio e loro applicazioni - dott. Alessandro Latini 5. Determinazione della struttura di liquidi ionici mediante calcoli teorici - dott. Enrico Bodo

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6. EDXD: Studio di Sistemi Ordinati Disordinati - prof.ssa Claudia Sadun 7. Effetti elettronici del sostituente - dott.ssa Anna Rita Campanelli 8. Elettrochimica di strati monomolecolari su superfici - prof. Franco Decker 9. Elettrocromismo e finestre intelligenti - prof. Franco Decker 10. Film sottili di materiali inorganici di interesse tecnologico - dott. Alessandro Latini 11. High Temperature Physical Chemistry (HTemPC) - prof. Guido Gigli 12. LAB-ON-CHIP - prof. Cesare Manetti 13. Metabolomica - prof. Cesare Manetti 14. Metabolomica basata su spettroscopia RMN di sistemi biologici - dott. Alfredo Miccheli 15. stabilizzazione di nanotubi a base di carbonio in matrici acquose. - prof. Camillo La Mesa 16. Studi RMN di interazione di molecole ad attività biologica con macromolecole - prof.

Maurizio Delfini 17. Studi strutturali di molecole biologicamente attive - prof.ssa Maria Enrica Di Cocco 18. Studio strutturale di sistemi disordinati - prof.ssa Paola D'Angelo 19. Termodinamica chimica di materiali nanostrutturati ad alta temperatura - prof. Daniele

Gozzi 20. Transizioni di fase in tempo reale mediante EDXD - prof. Ruggero Caminiti 21. Vescicole Cat-anioniche - prof. Camillo La Mesa

Chimica industriale

1. Materiali polimerici nanostrutturati per il rilascio di molecole bioattive ed acidi nucleici in cellule eucariotiche - dott.ssa Cleofe Palocci

2. Nanoparticelle stimolo sensibili di copolimeri a blocchi e graffati da polimerizzazioni radicaliche controllate - dott. Giancarlo Masci

3. Polymer Physics and Physical Chemistry - prof. Lucio D'Ilario 4. Preparazione di nanocompositi magnetici per il rilascio mirato di principi attivi - prof.ssa

Antonella Piozzi 5. Produzione di bio-olio ed energia mediante microalghe - dott.ssa Francesca Pagnanelli 6. Sintesi e caratterizzazione di polimeri per applicazioni biomediche - prof.ssa Antonella

Piozzi 7. Sviluppo di processi biotecnologici per il trattamento e la valorizzazione di rifiuti e scarti -

dott.ssa Francesca Pagnanelli 8. Valorizzazione materie prime secondarie - prof. Luigi Toro

Chimica inorganica

1. Calcoli quantomeccanici semiempirici e ab-initio - dott. Simone Morpurgo 2. Formazione e caratterizzazione di interfacce metallo-organiche per applicazioni in

elettronica e sensoristica - prof.ssa Valeria Di Castro

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3. Interazioni di biomolecole con interfasi - dott. Mauro Giustini 4. Macrocicli tetrapirrolici di tipo porfirazinico: Sintesi, Struttura, Reattività - dott.ssa Maria

Pia Donzello 5. Molecole funzionali su superfici: produzione e caratterizzazione spettro/microscopica - prof.

Robertino Zanoni 6. Polimeri nanostrutturati funzionalizzati e loro applicazioni tecnologiche - prof.ssa Maria

Vittoria Russo 7. Storia della Chimica e sue relazioni con l'Epistemologia, la Didattica e la Museologia - dott.

Franco G. Calascibetta 8. Supramolecular Chemistry via crystal engineering of bioinorganic/bioorganic compounds -

prof. Gustavo Portalone 9. Zeoliti, zeotipi ed ossidi mesostrutturati per applicazioni catalitiche - prof. Giuliano Moretti

Chimica organica

OO OO

O O OO

HOH2C CHO CO2H

1. Amminazione in chimica organica - prof. Lucio Pellacani 2. Caratterizzazione, attività e studio dei metaboliti di microfunghi su carta; applicazioni nel

campo dei Beni Culturali - dott.ssa Antonella De Mico 3. Catalisi Organometallica: processi di formazione di legame C-C - dott. Mauro Bassetti 4. Chimica Bio-organica - prof. Armandodoriano Bianco 5. Chimica delle Sostanze Organiche Naturali - prof. Armandodoriano Bianco 6. Complessi Metallo-salofen in Chimica Supramolecolare - prof.ssa Antonella Dalla Cort 7. Interazioni Host-Guest ed Effetto Template - prof. Paolo Mencarelli 8. Meccanismi di reazione di interesse chimico o biochimico - prof. Carlo Galli 9. Membrane e Liposomi - dott.ssa Giovanna Mancini 10. Progettazione di Recettori per Riconoscimento Molecolare e Catalisi Supramolecolare -

prof. Luigi Mandolini 11. Proprietà e reattività di radicali e radicali ioni - prof. Osvaldo Lanzalunga 12. Sintesi Asimmetrica di Molecole con Stereocentri Multipli via Organocatalisi - dott. Marco

Bella 13. Sintesi di composti biologicamente attivi - dott.ssa Patrizia Gentili 14. Sintesi di composti organici bioattivi - prof. Rinaldo Marini Bettolo 15. Sintesi di derivati di eterocicli di interesse biologico e farmaceutico - prof.ssa Maria

Antonietta Loreto 16. Sintesi di derivati spiranici e studio della bioattività - utilizzo come antitumorali - dott.ssa

Antonella De Mico 17. Sintesi di molecole di interesse biologico attraverso reazioni catalizzate da metalli - dott.

Andrea D'Annibale

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