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OEDEMATHERAPY Diamagnetoterapia per il trattamento degli edemi post – traumatici degli arti CTU mega 18 pompa diamagnetica

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OEDEMATHERAPYDiamagnetoterapia per il trattamento degli edemi post – traumatici degli arti

CTUmega 18 pompa diamagnetica

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Argomenti:

Edema : meccanismi , cause

e modalità di intervento

Diamagnetoterapia:

meccanismi di azione e

applicabilità terapeutica

Campi magnetici ed

elettromagnetici:

assorbimento dei CEM e

interazione con i tessuti

biologici

Protocolli di lavoro: come

generare un protocollo di

lavoro con la CTU Mega 18

Trattamenti: esecuzione di

trattamenti

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EDEMA

L’acqua è il costituente principale dell’organismo; il contenuto in

acqua del corpo umano corrisponde al 60-65 % del peso corporeo

nell’uomo e al 55-60% nella donna. La quantità di acqua totale tende

a diminuire con l’età; nel bambino e nell’adolescente, infatti, l’acqua

totale costituisce una quota maggiore.

L’acqua totale è distribuita in due compartimenti:

Intracellulare

Extracellulare intravasale

extravasale/interstiziale

Il volume di questi compartimenti è determinato in gran parte dalla

pressione osmotica dei suoi soluti. In condizioni normali il volume

dei diversi compartimenti è mantenuto entro ben determinati valori,

anche se c’è uno scambio costante, dalla pressione osmotica dei vari

soluti (proteine plasmatiche, Na+, K+). Le membrane biologiche,

infatti, si comportano come delle membrane semipermeabili.

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EDEMA

Lo scambio di liquido tra plasma sanguigno e liquido

interstiziale è regolato dalla legge di Starling.

Legge di Starling: la quantità di liquido che filtra all’esterno

all’estremità arteriolare dei capillari equivale all’incirca alla

quantità di liquido che viene riassorbita all’estremità

venulare.

Secondo l’ipotesi di Starling, infatti, il bilancio normale dei

liquidi è mantenuto da due gruppi opposti di forze:

1) Quelle che causano USCITA di liquido dal letto vascolare:

a. pressione idrostatica intravasale

b. pressione osmotica del liquido interstiziale

2) Quelle che causano ENTRATA di liquido nel letto vascolare:

a.pressione osmotica delle proteine plasmatiche (pressione

oncotica)

Questo è vero per circa il 90% del liquido. Il restante 10%

viene drenato dai vasi linfatici per poi tornare nel circolo

sanguigno.

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EDEMA

Quando la pressione idrostatica non è più bilanciata dalla

pressione colloido-osmotica si verifica un'ostruzione

linfatica, aumenta la permeabilità vascolare e si verifica un

accumulo di liquido negli interstizi che, se non risolto,

provoca edema (dal greco οίδημα, gonfiore) .

Gli edemi costituiscono una delle complicazioni più comuni dei

traumi, specie quando questi abbiano interessato o direttamente o

per vicinanza un distretto articolare. Insorgono sia primitivamente ed

indipendentemente dall'eventuale trattamento, alle volte già poche

ore dopo il trauma, sia in un secondo tempo dopo la rimozione

dell'eventuale apparecchio di immobilizzazione e sono sempre

caratterizzati da una scarsa tendenza alla risoluzione spontanea.

Dal punto di vista clinico gli edemi post-traumatici investono gli arti

specie nei segmenti distali e nelle parti declivi, dorso della mano e del

piede, spazi retro e sottomalleolari

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EDEMA Il primo stadio è quello che segue a breve distanza la tumefazione iperemica indotta dal

trauma.

Il passaggio dal tumore post-traumatico allo stato di edema è per lo più graduale: la

consistenza dei tessuti diminuisce, la cute diviene pallida, fredda, lucida, talora

subcianotica; il normale profilo dell'arto è mutato, le salienze ossee sono ridotte o

scomparse, l'aumento dei diametri segmentari dell'arto può essere anche notevole; siamo

cioè in presenza del cosiddetto edema molle, ove il dito che palpa lascia la classica impronta

a scodella.

Dopo 30-40 giorni ( secondo stadio) l'aspetto clinico della regione edematosa è già

differente: la cute appare sempre lucida, ma più biancastra, fredda, di consistenza lardacea

al taglio. La compromissione dei tessuti paraostali è causa di ipersensibilità dolorosa alla

pressione, in particolar modo là ove è minore lo spessore dei tessuti molli interposti fra

scheletro e cute (malleoli, cresta tibiale, dita, epifisi distale del radio dell'ulna). A tale

sintomatologia dolorosa concorrono di solito anche turbe della calcificazione scheletrica

(alisteresi diffusa, atrofia lacunare epi-metafisaria) che con la stasi circolatoria hanno stretti

rapporti di interdipendenza reciproca.

Il terzo stadio è caratterizzato, infine, da una consistenza duro-elastica dei tessuti

edematosi: cute e sottocutaneo appaiono infiltrati, sclerotici, non più sollevabili in pliche,

scarsamente scorrevoli sui piani sottostanti. L'arto è uniformemente ingrossato, pallido,

poco dolente

ma funzionalmente deficitario per una diminuzione anche notevole della forza muscolare e

per una rigidità più o meno accentuata delle sue articolazioni, specie di quelle direttamente

interessate dall'edema.

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EDEMAIl liquido interstiziale degli edemi post-traumatici è inizialmente un trasudato, con

peso specifico inferiore a quello del plasma e del

siero e con un contenuto minimo di proteine e di elementi morfologici. M.

PASQUALI-LASAGNI

Col tempo tuttavia questo trasudato è soggetto a progressive modifiche fisico-

chimiche che rendono meno evidente la sua distinzione da un essudato.

Essenzialmente si osserva un aumento degli elementi corpuscolati, specie dei

linfociti, e del contenuto proteico (RONDONI): la costituzione del liquido

interstiziale viene cioè ad essere direttamente influenzata dal complesso di

quelle alterazioni di tipo reattivo che il persistere dello stato edematoso

determina nei tessuti.

In questi difatti il prolungato stimolo meccanico della pressione idrica interstiziale

e l'insorgere di disturbi metabolici cellulari ipossiemici, secondari al protrarsi

della stasi umorale, sono fonte di particolari alterazioni locali a carattere

degenerativo. « Le fibre connettive ed elastiche si rigonfiano, modificando le loro

affinità tintoriali, si frammentano, scompaiono; le cellule si dilatano, presentano

vacuoli endoprotoplasmatici e finiscono per subire una degenerazione ialina e

grassa » (LUSTIG e GALEOTTI).

Il circolo vizioso edema-alisteresi-edema, una volta instaurato, è di difficile

risoluzione e può facilmente assumere una notevole importanza nosologica,

costituendo una sindrome clinica post-traumatica a se stante e ad evoluzione del

tutto indipendenti dal trauma iniziale, alla base della quale trovarsi appunto una

perturbazione della normale idrodinamica capillare e tissurale. Come espressione

più grave di questa particolare condizione nosologica possiamo considerare

l'atrofia di SuDEck.

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TERAPIA DEGLI EDEMILa terapia degli edemi post-traumatici ha assunto uno sviluppo ed

una importanza notevoli da quando sono stati evidenziati i rapporti

di questi con le rigidità articolari ed è stata posta in luce la

possibilità di prevenire, curando tempestivamente la alterazione

circolatoria, molte limitazioni funzionali residue negli arti

traumatizzati.

Attualmente tale terapia può considerarsi senz'altro un elemento

indispensabile nel trattamento delle lesioni traumatiche degli arti.

Gli obiettivi immediati che essa si pone sono, essenzialmente:

A) La normalizzazione del tenore idrico dei tessuti edematosi;

B) La normalizzazione dello squilibrio vasomotorio che è alla base

del ristagno liquido tissurale.

In altri termini: efficace drenaggio dei liquidi in eccesso nei tessuti e

contemporaneo allontanamento o neutralizzazione di quelle cause

meccaniche, nervose, chimiche ecc. che sono responsabili degli

spasmi o della paralisi vasale, dell'aumento della permeabilità

capillare, dell‘eccessiva idrofilia dei tessuti.

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DIAMAGNETOTERAPIA

I materiali con proprietà ferromagnetiche sono quelli che

in presenza di un campo magnetico reagiscono generando

una forza di attrazione rispetto ad esso. I materiali più noti

sono il ferro, il nichel, il cobalto.

I materiali con proprietà paramagnetiche

sono quelli che in presenza di un campo magnetico

restano neutri. Esempio più noto è la plastica.

I materiali con proprietà diamagnetica sono quelli che posti in presenza di un campo magnetico reagiscono generando una forza di repulsione. Le sostanze diamagnetiche più note sono: l’acqua, l’argento, il rame.

Proprietà ferromagnetica

Proprietà paramagnetica

Proprietà diamagnetica

La Diamagnetoterapiabasa la sua attività sui meccanismi di repulsione dovuti alle forze diamagnetiche.

Spieghiamo:

La materia esibisce 3 fondamentali proprietàmagnetiche:

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DIAMAGNETOTERAPIA - AZIONI

La Diamagnetoterapia permette di

utilizzare 4 specifici strumenti per

Innescare meccanismi di azione diretti

nei tessuti:

Spostamento liquidi

Stimolazione endogena

Pain Control

Impianto molecolare

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DIA – Movimentazione liquidi

La struttura elettronica dei materiali diamagnetici, quali i liquidi corporei, sottoposta all’attività di un campo magnetico genera una forza di repulsione magnetica, ossia una movimentazione delle componenti molecolari nel verso opposto al campo.

L’alta intensità dei campi Diamagnetici del sistema CTU- Mega 18, fino a 2 Tesla, e la velocissima variazione di campo determinano effetti positivi sia sulla matrice sia extra cellulare che sui liquidi intra cellulari.

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Per effetto della repulsione diamagnetica, l’acqua presente nei compartimenti extracellulari che è libera di fluire negli interstizi intercellulari, viene violentemente allontanata dal sito di applicazione del campo.

La movimentazione dei liquidi extracellulari agevola il riassorbimento degli edemi, dei gonfiori e dei versamenti post traumatici , l’eliminazione delle scorie e stimola la circolazione linfatica ed i fenomeni ad essa collegati.

L’azione principale sulla

matrice extra cellulare è

quella di drenaggio

L’azione sui liquidi intracellulari è quella di catalisi delle reazioni chimiche, cioè di favorire ed accelerare le reazioni chimiche cellulari.

Il campo magnetico, infatti, agisce sui liquidi intracellulari, confinati all’interno della membrana cellulare, incrementando la loro mobilità. L’aumento dell’agitazione molecolare incentiva l’attività biochimica delle cellule ed i meccanismi metabolici mitocondriali e lisosomiali.

Ne consegue una benefica accelerazione di tutte le attività energetiche cellulari: scambi ionici, eliminazione delle scorie, respirazione cellulare.

DIA – Movimentazione liquidi

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Ogni campo magnetico variabile che attraversa un conduttore induce una corrente elettrica.

Il corpo umano è un conduttore, per cui il campo magnetico

generato dal sistema CTU Mega 18 genera nel corpo umano

una corrente elettrica.

La velocità di variazione del campo magnetico e l’alta

l’intensità che contraddistinguono il campo del sistema

CTU Mega 18 generano una biostimolazione cellulare del

Tutto particolare.

Infatti, la velocità di variazione del campo magnetico nella

CTU Mega 18 è altissima (nell’ordine di 1 milli secondo) e

l’intensità del campo è di circa 2 Tesla.

Queste caratteristiche tecniche e tecnologiche permettono

di eccitare e ricostituire le fibre nervose e muscolari anche a

profondità molto elevate.

DIA – Biostimolazione endogena

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La stimolazione determinata attraverso i campi

Diamagnetici è molto differente dalla

stimolazione classica per diversi motivi:

la stimolazione diamagnetica è di tipo cellulare. Questo è

importante soprattutto per i tessuti con infiammazione e

lacerazioni dove è necessario ripristinare le attività vitali

cellulari senza determinare dolore o assuefazione al

Trattamento

la stimolazione diamagnetica è sia molto superficiale che

molto profonda, quindi particolarmente indicata per gli

organi interni e profondi dove la stimolazione elettrica

classica non può arrivare.

a stimolazione diamagnetica è di tipo endogena ( sviluppata direttamente all’interno del tessuto e non dall’esterno verso l’interno come con la stimolazione elettrica normale).La stimolazione diamagnetica è di tipo isotropa ( omogenea per tutto il tessuto investito dal campo magnetico).

DIA – Biostimolazione endogena

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Target di stimolazione:

MUSCOLO LISCIO: fino a 50 Hz

MUSCOLO STRIATO: fino a 100 Hz

TESSUTO NERVOSO FIBRE LENTE: fino a 1000Hz

TESSUNO NERVOSO FIBRE VELOCI: fino a 5000Hz

AZIONE CELLULARE: fino a 7500Hz

AZIONE DI MEMBRANA: fino a 10.000Hz

PAIN CONTROL: 300 KHz

DIA – Biostimolazione endogena

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Dunque,

Con il sistema CTU Mega 18 la

somministrazione e l’impianto delle molecole

attive dei medicinali avviene per spinta

meccanica, ossia per l’accelerazione che il

campo magnetico imprime alle molecole.

Se le molecole non presentano proprietàdiamagnetiche, per la loro somministrazione ènecessario utilizzare uno speciale vettore diamagnetico.

DIA – Impianto Molecolare

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C

P

C

P

Dispositivo standard CTU Mega 18 Dispositivo standard CTU Mega 18

C= concentrazione del principio

P= profondità di impianto

C= concentrazione del principio

P= profondità di impianto

DIA – Impianto Molecolare

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Spieghiamo:

Tulle le molecole che per loro natura presentano proprietà diamagnetiche, sottoposte all’intensità del campo magnetico della CTU Mega 18, ricevono una forte accelerazione nella direzione opposta al CM (quindi vengono spinte verso il tessuto cutaneo). La spinta è tale che esse abbattendo la barriera cutanea vanno ad impiantarsi ad una profonditàche è direttamente proporzionale alla forza impressa alle molecole.

Nessuna corrente elettrica viene utilizzata, nessuna assuefazione ai medicinali, massima selettività di impianto.

Principio attivo Indicazione

Diclofenac sodico Patologia infiammatoria

Piroxicam Patologia infiammatoria

Ketoprofene Patologia infiammatoria

Ketoprofene sale di lisina Patologia infiammatoria

Ketolorac Trattamento post operatorio

Lisinaacetilsalicilato

Reumatismo articolare. Sindromi dolorose post traumatiche

Principio attivo Indicazione

Idrocortison(emisuccinato sodico) Potere mineralcorticoide 1

Prednisolone acetato Potere mineralcorticoide 0

Metilprednisolone Potere mineralcorticoide 0

Betametasone Potere mineralcorticoide 0

Desametasone Potere mineralcorticoide 0

Fans

Cortisoidi

DIA – Impianto Molecolare

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La diatermia è una tecnica di trasferimento energetico in modalità resistiva e capacitiva.

Più specificatamente riesce a generare calore nei tessuti viventi, provocando un innalzamento termico sia in profondità che in superficie.

Tra gli effetti del riscaldamento e della conseguente biostimolazione, primo fra tutti è la vasodilatazione, condizione caratterizzata da un aumento del calibro dei vasi sanguigni, che intensifica l’apporto di sangue nel distretto interessato al trattamento e in generale, l’apporto di liquidi extracellulari.

capacitivo

resistivo

DIA – Diatermia Capacitiva - Resistiva

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Nelle normali condizioni operative, lo spostamento liquido indotto nel processo diatermico subisce una battuta d’arresto. Infatti, in seguito alla perfusione sanguigna, l’accumulo di liquidi che prima diveniva sempre più preponderante, cessa di aumentare a causa degli equilibri pressori che si instaurano a livello cellulare e per il limite fisico di confinamento meccanico dei comparti esterni.

Accumulo di liquidi a seguito della perfusione sanguigna. Non avendo possibilità di essere drenato, l’afflusso di liquidi si blocca

DIA – Diatermia Capacitiva - Resistiva

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Per mantenere attivi gli effetti della diatermia utilizziamo la combinazione con la Pompa Diamagnetica:

Infatti la forza repulsiva generata grazie ai campi diamagnetici potenzia l’effetto drenante determinato con la diatermia, inducendo il movimento dei liquidi e l’allontanamento dai tessuti con vasodilatazione.

Il risultato è un meccanismo diatermico sempre attivo senza battuta di arresto, e l’intensificazione delle già note proprietà terapeutiche indotte dall’uso esclusivo della diatermia, potenziandone le caratteristiche antinfiammatorie oltre che riabilitative.

Meccanismo diatermico senza battuta di arresto, grazie all’attività drenante dei campi DIA

DIA – Diatermia Capacitiva - Resistiva

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immaginiimmagini

L’impedenza è il canale attraverso cui

l’energia viene trasferita ai tessuti

cellulari. Se l’impedenza di un singolo

tessuto non coincide con quella del

dispositivo si generano dispersioni

indesiderate. L’impedenza del tessuto

varia da punto a punto dipendendo da

molteplici fattori sia elettrici che

fisiologici. La CTU Mega 18 consente di

monitorare le differenze di impedenza

nel tessuto consentendo di adeguare un

corretto trasferimento energetico che

elimina le dispersioni ed eleva

l’efficienza di trasferimento.

DIA – IMPEDENZA

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Una corrente elettrica alternata applicata agli organismi

viventi evidenzia due strutture biologiche di differente

comportamento fisico:

i fluidi intra ed extra cellulari, che si comportano come

conduttori resistivi (R in figura);

le membrane cellulari, che si comportano come

conduttori reattivi (Xc in figura).

Scomponendo il parametro fisico Z in vettori, otteniamo

due moduli - resistenza R e reattanza Xc - il cui rapporto

trigonometrico costituisce l'angolo di fase AP.

Secondo la legge di Ohm, tutte le sostanze offrono una

resistenza al passaggio della corrente elettrica e questo

vale anche per il corpo umano.

In realtà il comportamento impedenziometrico del corpo

è molto più complesso.

In collaborazione con

DIA – Impedenza

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I tessuti non grassi sono altamente conduttivi, contenendo

acqua ed elettroliti, e oppongono una limitata resistenza.

I tessuti grassi, ossei e comunque con limitato contenuto

idrico oppongono maggiore resistenza al passaggio della

corrente.

La membrana cellulare, data la sua peculiare struttura chimica,

ha un comportamento diverso: essa contempla infatti un

doppio strato fosfolipidico non conduttivo, posto tra due strati

di molecole proteiche, conduttive. Il doppio strato fosfolipidico

rende le cellule elementi reattivi che “trattengono all'interno le

cariche”, ovvero si comportano come condensatori, quando ad

esse viene applicata tale corrente elettrica alternata.

DIA – Impedenza

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L’impedenza elettrica, per la sua estrema

variabilità, in senso assoluto ha poco significato.

Infatti, a meno che non ci si trovi di fronte a valori

all’estremo della scala, cioè bassissimi o altissimi,

normalmente non si può giungere ad alcuna

conclusione. L’impedenza invece assume valore

diagnostico quando subisce variazioni.

(misurare l’impedenza su un arto affetto da

patologia e confrontandolo con il contro laterale

sano, è possibile darle significato ; altresì può

essere significativo il tempo entro il quale durante

la terapia si ottengono variazioni di impedenza)

Il vantaggio con la CTU Mega 18 è che la corrente

utilizzata è la stessa che si utilizza per la lettura

dell’impedenza; ciò significa che non si inietta altra

corrente all’interno del tessuto e che l’impedenza

letta sarà solamente quella dei tessuti sottoposti a

terapia.

DIA – Impedenza

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DIA – Impedenza

Registra le variazioni di impedenza

cutanea in fase di trattamento

Consente di monitorare l’andamento

della seduta di trattamento

Permette di valutare i benefici dei

trattamenti eseguiti

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Indicazione delle variazioni di

impedenza cutanea

DIA – Impedenza

F= distanza del manipolo attivo rispetto alla piastra neutra

0=20

1=50

2=80

3=100

P= potenza impostata

0=0

0,5=01

1=02

1,5=03

2=04

2,5=05

3=06

3,5=07

4=08

4,5=09

5=10

10=11

20=12

30=13

40=14

50=15

60=16

80=17

100=18

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Movimentazione Liquidi Fase 1.

Fase 2.

Fase 3.

Biostimolazione Endogena

Pain Control

Impianto molecolare Fase 4.

METODOLOGIA

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METODOLOGIA – FASE 1

Movimentazione Liquidi

AZIONE INTRACELLULARE

azione di catalisi delle reazioni chimiche

Stimolazione del sistema immunitario incrementando la capacità del sistema di difesa

Azione defibrosante

Iperemia locale con ossigenazione e rigenerazione dei tessuti

Stimolazione della produzione di ATP

Riduzione dei radicali liberi

Riduzione del dolore e delle infiammazioni

20 % - mantenimento

40% - azione secondaria

Danno già stabilizzato e in fase di recupero

60% - cronico

80% - cronico /acuto

100% - acuto

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METODOLOGIA – FASE 1

Movimentazione Liquidi

AZIONE EXTRACELLULARE

Drenaggio

Drenaggio linfatico con conseguente disintossicazione dei tessuti

Trasporto di nutrienti e metaboliti per normalizzare e stimolare l’azione ci coordinazione delle funzioni dell’organismo

Ripristino del corretto metabolismo intra ed extracellulare

Alcalinizzazione con conseguente ripristino del terreno fisiologico

Eliminazione delle infiammazioni

20 % - mantenimento

40% - azione secondaria

60% - cronico

80% - cronico/acuto

100% - acuto

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Effetti primari:

-Aumento del flusso ematico periferico

-La risoluzione dello spasmo muscolare

-Accelerazione della trasmissione dello stimolo nervoso

-Azione antiedemigena ed antiflogistica

-Effetto antidolorifico ed antinfiammatorio

-Normalizzazione della conducibilità elettrica

-Effetto antalgico

-Miglioramento dell’osteogenesi

-Azione a livello della membrana degli osteoblasti e sull’effetto piezoelettrico dell’osso

-Stimolazione e normalizzazione di produzione e deposizione del collagene con maggior ordinamento ed orientamento strutturale

-Stimolazione dell’irrorazione vascolare

-Aumento della mineralizzazione e riattivazione delle cellule in quiescenza

-Aumento della resistenza ossea

-Aumento dell’attività elettrica nel focolaio di frattura

-Risoluzione dell’edema

-Azione batteriostatica

-Accelerazione dei processi di guarigione dei tessuti molli

Questi effetti si traducono in:

Accelerazione dei processi di guarigione

Stabilizzazione del tessuti traumatizzati

Rafforzamento dei tessuti muscolari

Riparazione dei tessuti nervosi

Eliminazione del dolore

Miglioramento dell’afflusso ematico

Rafforzamento dei tessuti vasali

Risoluzione dell’edema

METODOLOGIA – FASE 2

Biostimolazione Endogena

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METODOLOGIA – FASE 2

Biostimolazione Endogena

TARGET TERAPEUTICI

Muscolatura di postura

Muscolatura veloce

Stimolazione fibre nervose mieliniche

Stimolazione fibre nervose

a-mieliniche

Stimolazione tessuti resistenti: ossa – tendini -cartilagini

Azione sui tessuti lesi ed ulcerosi

Mantenimento – cronico - acuto

Durante la fase di biostimolazione è necessario intervenire su tutti i tessuti interessati dalla patologia.

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METODOLOGIA – FASE 3

Pain Control

Il programma è specifico per la terapia

antalgica.

Vengono utilizzate frequenze al di sotto

dei 300 KHz, quindi ad esempio 200 – 250

KHz le quali agiscono e stimolano le

terminazioni nervose amplificando e

rendendo più immediato l’effetto

antalgico del trattamento.

Stabilizzazione – dolore cronico – dolore acuto

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METODOLOGIA – FASE 4

Impianto molecolare

Peso atomico molecolare

Velocità di impianto

Profondità di impianto

I farmaci che possono essere veicolati sono tutti quelli che presentano principi attivi con proprietàdiamagnetica.

Nel caso in cui non si conoscessero tali caratteristiche del farmaco è possibile utilizzare l’acqua ( o un gel ) come vettore per il trasporto delle molecole negli strati di tessuto

La parametrizzazione è effettuata sulla base della profondità di impianto, dimensione molecolare e velocitàdi impianto.

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METODOLOGIA – FASE 4

Impianto molecolare

Modalità di applicazione del farmacoSe il farmaco è in forma di crema o gel va messo direttamente sulla cute nella zona da trattareSe il farmaco è in forma liquida la procedura prevede l’ utilizzo di garze o dischi di cotone idrofilo da imbibire con il farmaco. Il tessuto va poi posizionato sulla zona da trattare e il manipolo viene massaggiato/posizionato al di sopra della garza

Stratificazione farmacologiaLa stratificazione dei farmaci viene fatta selezionando in ordine di farmaco che si intende veicolare più in profondità nel tessuto, quindi dalla profondità verso la superficie.E’ possibile veicolare anche mix di farmaci nel caso se ne ritenesse l’utilità

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METODOLOGIA – FASE 4

Impianto molecolare

NSAID

Active PrincipleCommercial

NameProperty

Molecular Weight

Water-Soluble CTU Parameterisation

Diclofenac Voltaren Anti-Inflamatory 296.148 u.m.a Yes 400 PA

Piroxicam Feldene Anti-Inflamatory 331,348 u.m.a Yes 400 PA

Ketoprofene Flezen Anti-Inflamatory 146,16 Yes 200 PA

Ketolorac Artrosilene Anti-Inflamatory Yes 400 PA

CORTISONE

Active PrincipleCommercial

NameProperty

Molecular Weight

Water-Soluble

CTU Parameterisation

Hydrocortisone Flebocortid Anti-Inflamatory 349 u.m.a Yes 400 PA

Prednisone Acetate Merticortelone Anti-Inflamatory 360.444 u.m.a Yes 400 PA

Betametasone Celestine Anti-Inflamatory Yes 400 PA

Desametasone Soldesan Anti-Inflamatory Yes 400 PA

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METODOLOGIA diatermia

Diamagnetoterapia e diatermia :

Quando vanno utilizzate

CONTEMPORANEAMENTE?

Generare l’effetto « push – pull»

Quando è necessario accelerare il processo di

drenaggio

Quando è necessario vascolarizzare e

reidratare i tessuti prima della fase di

drenaggio

Per aumentare l’effetto antalgico ed

antinfiammatorio nei tessuti con lesioni ed in

fase acuta

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METODOLOGIA diatermia

Regolazione della distanza rispetto alla piastra neutra

Regolazione della frequenza

Regolazione della potenza

Nel caso di utilizzo di due neutri la

distanza è da considerarsi come quella

che intercorre tra le due piastre ed il

manipolo attivo

LF= bassa frequenza maggiore

profondità

HF= alta frequenza più superficiale

La potenza deve essere regolata sulla

base delle variazioni di impedenza e

quindi in base alla recettività dei tessuti

che tende a modificarsi nel tempo del

trattamento

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Metodica a doppia placca di ritorno per ottenere:

•Bilanciamento energetico

Con bilanciamento energetico si intende una erogazione

simmetrica delle radiofrequenze,

molto utile nel caso in cui si debbano trattare specifiche zone

del corpo quali la schiena.

•Espansione dell’area di energizzazione

L’espansione dell’area da energizzare consente di ridurre

sensibilmente i tempi di trattamento

nel caso in cui si debbano trattare grandi aree del corpo.

•Uniformità di erogazione

Elettro

do

attivo

Placche

neutre

anteriori

alla coscia

Ad esempio dovendo trattare una

gamba interamente il

posizionamento della doppia

placca di ritorno come indicato in

figura, consente di energizzare

tutta la zona senza dover spostare

la placca di ritorno.

In particolare riceverà la

medesima energia tutta l’area

compresa tra le due placche di

ritorno.

Placche

neutre nella

parte

anteriore

della gamba

METODOLOGIA diatermia

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L’uniformità di energizzazione è una metodica applicativa molto valida che consente di mantenere uniforme l’energia

erogata nei tessuti senza avere, come accade con le metodiche classiche, zone del corpo che ricevono maggiore

energia perché più vicine alla placca di ritorno, e zone che ricevono minore energia perché si trovano più distanti

dalla placca di ritorno.

1 placca di ritorno

2 placche di ritorno

Il calore e quindi l’energia è maggiore nella zona

vicina alla placca di ritorno, tende a diminuire quando

ci si allontana dalla placca di ritorno.

Con due placche di ritorno la trasmissione

dell’energia si mantiene uniforme in tutta la zona

trattata.

METODOLOGIA diatermia

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F 1 Mov. Liquidi % min.

Intracell. 80% 10

Extracell. 100%

F. 2 Biostim. target pwr. min.

M. Liscio

M. Striato

F.n.veloce

F.n.lenta

Cellulare x 5 10

S.membrana

F. 3 Biostim. pwr. min.

Pain Control x 5 5/7

F. 4 – opz.Impianto m. P.A. Hz mm

Molecola d.d.mol. 5 20

RF con fasi 1. 2. 3. HF LF min.

Cap.

Res. x 10 con F2

Edema osseo% min.

80% 10

100%

Linfedema arti inf.

target pwr. min.

x 5 10

pwr. min.

P.A. Hz. mm

HF LF min.

x 10 con F1

% min.

100% 10

60%

target pwr. min.

x 5 5

x 5 5

pwr. min.

x 5 5

P.A. Hz. mm

d.d.mol 5 2

HF LF min.

Ulcera

METODOLOGIA - riassumendo…

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CREMA La scelta della crema conduttrice deve essere fatta secondo oculati criteri: se non si sta usando un prodotto con principio attivo che quindi ci vincola ad un particolare presidio, si deveusare una crema neutra che risponda a severi criteri.Le creme neutre:Devono soddisfare requisiti di conducibilità elettrica,

Non devono elettrolizzarsi anche a forti densità di corrente,

Non devono avere valori di pH incompatibili con gli elettrodi usati,

Devono garantire un lento assorbimento per prolungare lo scorrimento,

Devono avere un controllato valore di viscosità cinematica e dinamica

La viscosità ed integrità strutturale della crema deve mantenersi fino a temperature puntuali molto superiori a 40°C.

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ESECUZIONE DEL TRATTAMENTOI Iniziare il Drenaggio dei Liquidi della parte anteriore dell’arto

inferiore posizionando il manipolo dell’apparecchiatura sulla

caviglia.

II Da questa sede procedere lungo l’arto in senso

longitudinale con modalità a scansione, proseguendo

lateralmente al ginocchio, lungo la coscia fino a raggiungere

le Stazioni linfatiche inguinali.

III Eseguire la medesima procedura nella parte posteriore

dell’arto, posizionando il manipolo nella pianta del piede,

proseguendo e passando per il Cavo popliteo fino a

raggiungere le Stazioni linfatiche della Piega glutea.

E’ opportuno suddividere la parte anteriore e quella

posteriore di ciascun arto in modo tale da sviluppare 2 o 3

percorsi di drenaggio secondo la dimensione dell’arto stesso.

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ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO

I Iniziare il Drenaggio dei Liquidi della parte anteriore

dell’arto superiore posizionando il manipolo

dell’apparecchiatura sul palmo della mano

II Da questa sede procedere lungo l’arto in senso

longitudinale con modalità a scansione fino alle Stazioni

linfatiche della zona ascellare

III Proseguire con l’esecuzione della medesima

procedura nella zona posteriore dell’arto, posizionando

il manipolo a livello del polso e proseguendo verso l’alto

lateralmente al gomito, fino a direzionare il manipolo

verso le Stazioni linfatiche ascellari.

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ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO

Per eseguire un Drenaggio completo ed efficace, è necessario suddividere la

zona di lavoro addominale in due sezioni: quella superiore all’ombelico e

quella inferiore e poi ciascuna di queste nella sezione di destra e di sinistra, in

modo da lavorare su quattro quadranti veicolando i liquidi verso le Stazioni

linfatiche più vicine.

I Posizionando il manipolo nell’area centrale dell’addome, eseguire dei

movimenti a scansione verso l’alto orientando poi il manipolo verso l’esterno

destro della zona addominale, fino a raggiungere le Stazioni linfatiche ascellari.

Eseguire la stessa modalità nel quadrante di sinistra, in modo tale da ricoprire

tutta la superficie addominale superiore in modo organico e organizzato.

II Con lo stesso metodo di lavoro, eseguire il Drenaggio dei Liquidi della zona

inferiore addominale. Posizionare il manipolo a livello dell’ombelico ed

eseguire dei movimenti a scansione verso l’esterno destro della zona

addominale, fino a raggiungere le Stazioni linfatiche inguinali.

Eseguire la stessa modalità nel quadrante di sinistra, in modo tale da ricoprire

tutta la superficie addominale in modo organico e organizzato.

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ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO

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ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO

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CONTROINDICAZIONI E COMPETENZE RICHIESTE

Prima di effettuare la terapia è utile accertarsi che non vi sianocontroindicazioni al trattamento.

Controindicazioni assolute al trattamento:Portatori di pace maker cardiacoDonne in gravidanzaTumoriEpifisi fertiliNeoplasieClips su aneurismi ( vasi sanguigni), aortaValvole cardiache , distrattori della colonna vertebralePompa di infusione per insulina o altri farmaciProtesi del cristallino

Inoltre bisogna effettuare un anamnesi preliminare del paziente al fine di rilevare:

stati fisiologici inadatti per la presenza di materiale ferromagnetico nell’area del corpo

da sottoporre al trattamento.

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CONTROINDICAZIONI E COMPETENZE RICHIESTE

Procedura di verificaLa procedura di verifica è utile per verificare e confermare la possibilità di poter eseguire il trattamento di diamagnetoterapia in zone con protesi di cui non si conosca la natura.La procedura consiste in un lento avvicinamento alla zona con protesi metallica per verificarne stati di inadeguatezza o meno.

Intolleranza ai trattamenti

Non sono adducibili nessun tipo di intolleranza o manifestazioni sgradevoli a seguito

delle sedute di diamagnetoterapia. Eventuali problemi possono insorgere

dall’abbinamento del dispositivo con medicinali inopportuni

Competenze richieste

La Pompa Diamagnetica CTU Mega 18 è un dispositivo destinato ad essere utilizzato da

personale medico e/o fisioterapico. Può essere utilizzata in ambito ambulatoriale,

fisioterapico, ospedaliero, riabilitativo in genere.

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Regione mediale coscia dx

3 medioCentro Vasae-Tech ,gruppo di ricerca “Mathematics for

Technology”,Dipartimento di Matematica , Università di Ferrara.

Dipartimento Scienze Chirurgiche – U.O. Chirurgia Vascolare, Università

di Ferrara.

Oedema Center - Nola ( NA ).

Linfedema CEAP-L C4

arto inferiore destro

M. S. aa. 23

RISULTATI

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PRIMA

DOPO 20 SEDUTE

RISULTATI

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RISULTATI

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RISULTATIPrima della terapia Dopo 40gg

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RISULTATI

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RISULTATI

Prima del trattamento

7 gg dopo

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Risultati

Centro Vasae-Tech ,gruppo di ricerca

“Mathematicsfor Technology”,Dipartimento

di Matematica , Università di Ferrara.

Dipartimento Scienze Chirurgiche – U.O.

Chirurgia Vascolare, Università di Ferrara.

Oedema Center - Nola ( NA ).

prima Dopo 8 sedute

prima Dopo 10 sedute

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Risultati

prima Dopo 22 sedute

prima Dopo 16 sedute

Centro Vasae-Tech ,gruppo di ricerca

“Mathematicsfor Technology”,Dipartimento

di Matematica , Università di Ferrara.

Dipartimento Scienze Chirurgiche – U.O.

Chirurgia Vascolare, Università di Ferrara.

Oedema Center - Nola ( NA ).

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CAMPI ELETTROMAGNETICI

CE - campo elettrico

CM - campo magnetico

CEM - campo elettromagnetico

Corrente elettrica

Corrente magnetica

Flusso magnetico

Radiazioni elettromagnetiche

QUESTI SCONOSCIUTI!!!

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CAMPI ELETTROMAGNETICI

Fanno parte tutti di uno stesso

fenomeno, quello dei

CAMPI ELETTROMAGNETICI

e obbediscono tutti alle stesse leggi

Le EQUAZIONI DI MAXWELL

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Disegno di tony dell’ondaDisegno di tony dell’onda

CAMPI ELETTROMAGNETICI

La luce e le radiofrequenze sembrano

cose completamente differenti.

In realtà sono solo i nostri sensi che li

fanno apparire differenti .

ESSE SONO LO STESSO FENOMENO

Che si esprime in

CAMPO ELETTRICO E

CAMPO MAGNETICO

Tra di loro intrinsecamente collegati .

Ciò che però differenzia la luce dalle

radiofrequenze è la FREQUENZA .

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CAMPI ELETTROMAGNETICI

Alle basse frequenze la distinzione tra

CE e CM assume rilevanza

Alle alte frequenze invece il legame tra

CE e CM diventa così forte che si parla

indistintamente di CEM.

Le Rf e quindi anche le diatermie

rientrano nei campi ad alta frequenza e

quindi si parlerà anche in questo caso di

fenomeni legati ai CEM

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PERICOLOSITA’ DEI CEM Radiazioni ionizzanti e Radiazioni non ionizzanti

Pericolosità dei CEM

Il CEM ha la caratteristica di godere della proprietà

del dualismo onda – particella.

L’energia associata alla singola particella è

E =h·ʋdove h è la costante di Plank e ʋ è la frequenza.

Ciò significa che più elevata è la frequenza, maggiore

è l’energia associata alla singola particella.

La pericolosità è determinata proprio dalla frequenza

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PERICOLOSITA’ DEI CEM Radiazioni ionizzanti e Radiazioni non ionizzanti

La pericolosità dei CEM è determinata

dal fatto che questa elevata energia può

raggiungere livelli tali da rompere i

legami chimici delle molecole

Legame covalente semplice

( se pensiamo alla molecola di H2O la rottura dei legami può

determinare ozono ; ossigeno monoatomico ; se pensiamo ad

altre condizioni si può arrivare alla modificazione del DNA)

RADIAZIONI IONIZZANTI

E

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

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Radiazioni non Campi a bassissima Fz 0 Hz – 50 Hz oltre 6000 Km

Ionizzanti Sistemi DIA

Campi elettromagnetici 50 Hz – 100 kHz oltre 3 Km

a bassa frequenza

Magnetoterapia

Radiazioni ad alta 100 kHz – 300 GHz 1mm – 3 Km

Frequenza

Trasmissioni radio

Marconi terapia / Radar terapia

Infrarossi > 300 GHz 780 nm – 1 mm

Trattamenti fisioterapici

Luce visibile 380 nm – 780 nm

Trattamenti di fototerapia

Raggi ultravioletti 10 nm – 380 nm

Trattamenti abbronzanti

Radiazioni raggi X e meno di 10 nm

Ionizzanti radiazione gamma

Diagnosi clinica / Sterilizzazione biologica

Tipo di radiazione Frequenza Lunghezza d’onda-

+

P

e

r

i

c

o

l

o

s

i

t

à

d

e

ll

a

r

a

d

i

a

z

i

o

n

e

Campi magnetici non ionizzanti – sicurezza del dispositivo

PERICOLOSITA’ DEI CEM Radiazioni ionizzanti e Radiazioni non ionizzanti

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ASSORBIMENTO DEI CEM Come viene assorbita l’onda EM?

3 meccanismi:

Meccanismo Magnetico ( definito

anche perdita per Isteresi )

Si manifesta solo nei materiali magnetici

quindi non ricorre nel caso dell’ATR

Meccanismo risonante ( detto anche

per picchi di assorbimento)

Ne manca uno da inserire

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ASSORBIMENTO DEI CEM Interazione con i tessuti biologici

Meccanismo Elettrico ( perdite per

effetto Joule – per correnti di Focault)

Si manifesta solo nei materiali

conduttori, dipende dalla corrente che

attraversa i tessuti, quindi dalla

resistività o conducibilità dei tessuti.

Trasmissione energetica per Effetto

Joule – principio del condensatore

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Grazie per l’attenzione!