Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

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C orriere O rtofrutticolo 10 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVI Nuova serie Ottobre 2012 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI Piraccini e la sfida del brand che dà valore al biologico PAG.23 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR FIERE Reportage di Macfrut: tra luci ed ombre PAG. 27 FILIERA Interprofessione, Battelli promette il rilancio PAG. 48 ESTERO Ancora poca Italia sugli scaffali russi PAG. 63 PRODOTTI Mele e pere, campagna non priva di rischi PAG. 71

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Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

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CorriereOrtofrutticolo10M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Ottobre 2012

euro 6,00

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PROTAGONISTIPiraccini e la sfida del brandche dà valore al biologico PAG.23

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• FIEREReportage di Macfrut:

tra luci ed ombre PAG. 27

• FILIERAInterprofessione, Battelli

promette il rilancio PAG. 48

• ESTEROAncora poca Italia

sugli scaffali russi PAG. 63

• PRODOTTIMele e pere, campagna

non priva di rischi PAG. 71

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Si chiama legge di stabilità, si legge en-nesima stangata sulle spalle e nelle ta-sche degli italiani. Tra i tagli e l’au-mento annunciato delle aliquote IVA,l’effetto - non ci vuole un Nobel dell’e-conomia per capirlo - sarà di deprime-re ancora di più consumi che sono giàabbastanza depressi. Quindi un effettodestabilizzante per un obiettivo che stamolto a cuore al mondo dell’ortofrutta:

l’aumento, o almeno la ripresa dei consumi. Quindi nelmedio termine dimentichiamoci la ripresa dei consumi.L’altro grande tema per l’ortofrutta è l’export, un temacruciale per tutto l’agroalimentare italiano se è vero chepersino Barilla - e sottolineo Barilla - che già oggi fa il50% di export si propone di portare la quota di fatturatoverso l’estero almeno al 70%. Quindi esportare di più co-me imperativo categorico per tutti. Su questo tema al-l’ultimo Macfrut sono state dette cose interessanti, so-prattutto per bocca del ministro Catania, vero protagoni-sta “politico” della kermesse.Intanto una sorpresa: non siamo più i primi produttoridi ortofrutta in Europa. Lo si è scoperto al convegno or-ganizzato dalle centrali cooperative più due terzi delmondo agricolo (Confagricoltura e Cia, Coldiretti comesi sa “balla da sola”). Le slides di Ersilia di Tullio di No-misma non lasciano dubbi. Dati 2011, l’Italia produce (invalore) il 18% dell’ortofrutta Ue (con patate e agrumi)contro il 19% della Spagna; dietro, staccata, la Franciacol 12%. Con gli spagnoli è un testa a testa (11,3 miliardidi euro contro 11,5) ma, come nella finale degli Europeidi calcio, vincono loro. Come stravincono loro sul fronteexport dove non c’è gara: Madrid esporta tre volte noi.Spacchettando il settore, noi siamo primi in ortaggi e pa-tate (17% contro il 13%) mentre la Spagna primeggia nel-la frutta con gli agrumi (28% contro il nostro 22%). Se la dimensione fosse tutto ai fini della competitività, laSpagna non dovrebbe surclassarci nell’export: la loro di-mensione media aziendale è di 2,8 ettari contro i nostri1,9. E la Francia dovrebbe battere tutti con 5,2 ettari. Ma,si sa, per esportare servono organizzazione e sistema-Paese, e qui noi facciamo cilecca. Poi sono venute fuori altre notizie: la spinta all’aggrega-zione si è esaurita, visto che siamo sempre fermi al 30%o poco più di produzione aggregata. Perché? MaurizioGardini ricorda che “da almeno 15 anni mancano se-gnali chiari per incentivare le aggregazioni” e che da Ro-ma e da Bruxelles, nonostante i proclami, non si è spin-to molto su questo tema. Mario Guidi (Confagricoltura)ha insistito: non basta la volontà delle imprese. “Serveanche la volontà politica. Serve una politica che si occu-pi del costo del lavoro, delle problematiche fitosanitarie- che in realtà sono barriere commerciali - e di una spin-ta verso l’internazionalizzazione”. Tutto verissimo, manoi aggiungiamo: se i processi di aggregazione sono fer-

mi , la responsabilità è anche dell’alto tasso di conflit-tualità del mondo agricolo. Le cooperative si stanno fati-cosamente aggregando nell’Aci (Alleanza cooperativeitaliane) ma in agricoltura siamo fermi agli assetti deitempi della Guerra fredda. Qui i muri di Berlino devonoancora cadere; la casta agricola per ora resta tutta al suoposto. Il ministro Catania si è equamente suddiviso traColdiretti e “resto del mondo” e ha parlato chiaro in en-trambe le sedi. “Inaccettabile” il calo dei consumi per ilpaese culla della Dieta mediterranea. Scarsa qualità che disamora il consumatore? Grande col-pa è della Gdo che ha piegato le caratteristiche del pro-dotto alle proprie esigenze logistico-organizzative. Sullebarriere fitosanitarie “stiamo lavorando sodo” con tre mi-nisteri. Si può incentivare l’aggregazione su base nazio-nale “ma in sintonia con le regole comunitarie. Ci sonostrade nuove da percorrere: l’Interprofessione “era a pez-zi e oggi si sta rimettendo in marcia”. La Gdo prima hafatto le barricate sull’art.62 “ma ora sta dando segnali po-sitivi di collaborazione col mondo produttivo”. Come di-re: va colta questa disponibilità, il mondo agricolo si diauna mossa. Il “buco nero” dell’aggregazione dell’offertasi chiama Mezzogiorno dove si produce metà dell’orto-frutta italiana: è evidente - dice Catania - che per far fareun salto di qualità a tutto il settore, dobbiamo riorganiz-zare quella parte del Paese”. E alla Coldiretti che presenta la sua frutta “firmata” dagliagricoltori ricorda che l’origine italiana non è tutto, ser-ve recuperare valore aggiunto e qualità. A tutti, agricol-tori e coop, Catania ha rivolto un invito ad “avviare per-corsi comuni e trovare in ogni caso delle soluzioni, purin uno scenario difficile”. Come dire, non lamentatevi so-lo, lavorate insieme e qualcosa di positivo uscirà. Puòpiacere o meno questo ministro “tecnico” , un po’ rigidoe algido di carattere, ma dopo i tanti “politici” che si so-no alternati al ministero, capaci solo ragionare in otti-che regionali o di predicare banalità e fare promesse avuoto, sentiamo che sono tornati finalmente buon sen-so, competenza e concretezza. Servirà?

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✍ Lorenzo Frassoldati

Catania sveglia la casta agricolaEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3O t t o b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

MONTI ‘CATTIVO’: NON AMA IL MONDO AGRICOLO“Il premier Mario Monti affossa la concertazione e ignora ilvalore delle forze sociali”. Duro comunicato della Cia nazio-nale contro il premier. “L’intero governo e il premier, in testa,ignorano il valore del settore primario. Un confronto serionon è mai decollato”. Ci sono “ostilità e disinteresse nei con-fronti delle organizzazioni del mondo agricolo che negli ulti-mi mesi sono state inspiegabilmente escluse dagli incontriconvocati a Palazzo Chigi”. Beh il problema forse è un altro:mancavano le seggiole per fare sedere la folla di rappresen-tanti del mondo agricolo. *

PUNTASPILLI

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L’ultimo Macfrutha confermato al-cuni segnali positi-vi ed alcuni punticritici che già sierano intravistinelle ultime edi-zioni. Il primo, trai segnali positivi,è la conferma che

lo spostamento del periodo aiutala manifestazione perché finesettembre-ottobre sono sufficien-temente lontani da Fruit Logisti-ca ed al tempo stesso rappresen-tano il momento d’avvio dellecampagne commerciali di diversiprodotti di punta dell’ortofrutti-coltura italiana : mele, pere, kiwi,agrumi ecc. che dunque possonotrovare in questo appuntamentoun importante momento per lapianificazione dei programmi difornitura con i clienti internazio-nali. In secondo luogo, si confer-ma come le fiere nazionali ( Mac-frut Cesena /Fruit Attraction Ma-drid) stiano trovando nuovo spa-zio, Ciò è dovuto al fatto che FruitLogistica crescendo ha acquisitoun ruolo di vetrina globale delcomparto, perdendo però la fun-zione di luogo di incontro “obbli-gato” per gli operatori europeiche potevano incontrarsi anchesenza particolari pianificazioni.Di qui le potenzialità nuove perquelle manifestazioni destinatead approfondire la situazione di

un dato Paese produtto-re/mercato locale di interesse in-ternazionale, che possono pro-porsi come integrative rispetto aBerlino. Infine l’elemento in po-sitivo principale che ha caratte-rizzato questa edizione di Mac-frut è senz’altro legato agli eventidi presentazione di proposte in-novative promossi dalle aziende.Si è avuta dall’esterno la perce-zione che le imprese abbiano uti-lizzato la fiera come medium percomunicare ed amplificare leproprie ricette per affrontare lacrisi. Di qui il fiorire di proposteinnovative: di prodotto (Pera Fal-staff); di processo (proposta di al-lungamento della shelf life dellaIV gamma), di alleanze impren-ditoriali: (nel Biologico: Brio +Alce Nero), nella Logistica (Eure-pack), di format di valorizzazio-

ne della frutta (e della fiera) co-me la Frutteria di Almaverde o ilprogetto Frutylife di Alimos, so-lo per ricordare le principali. Senza dubbio guardando Macfrutcon gli occhi di un potenziale vi-sitatore straniero la presenza ditante proposte da parte delleaziende ha trasmesso l’idea di untessuto imprenditoriale italianovivo e reattivo. Gli eventi azien-dali sono stati per la prima voltapiù numerosi della convegnisti-ca istituzionale ed hanno contri-buito a riempire di appuntamen-ti la fiera. Sul fronte politico-isti-tuzionale d’altronde, la presenzadel ministro Catania ed il realiz-zarsi di alcuni importanti conve-gni di filiera (fragola, albicocco epomodoro) hanno contribuito agarantire una folta presenza divisitatori. Un’edizione dunque

Luci e ombre del Macfrut 2012

ontroeditorialeC CorriereOrtofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.it4 O t t o b r e 2012

✍ ClaudioScalise*

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che ha visto prevale-re nettamente l’a-spetto “relazionale”a quello più diretta-mente commerciale.Su questo fronte in-fatti, anche senten-do un po’ le opinio-ni degli operatori,questa edizione havisto una presenzasicuramente signifi-cativa della distribu-zione moderna ita-liana, ma pochibuyer stranieri ed inparticolare europei. Ciò, a mioavviso, è dovuto proprio al fattoche Macfrut ha un posiziona-mento ancora ambiguo da questopunto di vista.È un argomento già trattato in al-cuni articoli precedenti ma amio avviso rimane valido. Lo ri-sottolineo in un’ottica di suppor-to alla manifestazione e non conintento disfattista. Il tema è il se-guente: qual è il target di riferi-mento di Macfrut? O per render-lo ancora più evidente: perché unespositore dovrebbe essere pre-sente al Macfrut? Se provassimo a rispondere inmodo franco ed approfondito aquesta domanda forse individue-remmo gli elementi su cui foca-lizzarci. Innanzitutto risulta evi-dente come siano differenti i tar-get a seconda che io sia un pro-duttore di macchinari, di semen-ti/ piante o di ortofrutta da con-sumo. Dunque chiediamoci: èpossibile far convivere all’inter-no di unica manifestazione fieri-

stica medio-piccola queste diffe-renti esigenze? Si tratta di analiz-zare bene la situazione. Franca-mente non ho sufficienti compe-tenze per esprimermi sugli altridue pezzi della filiera. Posso dire che se fossi un buyerdi una importante catena distri-

butiva deciderei diandare a visitareuna fiera solo se ve-nissero soddisfattealcune condizioni:1. Il Paese/l’area diriferimento dovreb-be costituire una zo-na di approvvigio-namento attuale opotenziale di forteinteresse per la miacatena.2. La fiera mi do-vrebbe offrire unospaccato rappresen-

tativo dell’offerta complessiva diquel Paese in modo da arricchirela mia conoscenza e le potenzia-lità di ampliamento del mio par-co-fornitori.3. La logistica intesa come ricet-tività, layout e razionalità deipercorsi espositivi dovrebbe favo-rire la possibilità di vedere nelminor tempo possibile il mag-gior numero di potenziali inter-locutori.Con grande onestà intellettualee con il più assoluto spirito co-struttivo, credo che Macfrut (an-cora?) non soddisfi appieno que-sti requisiti. In generale: qualestrada intraprendere - specializ-zarsi su una fase o mantenere lafiliera - dipenderà dagli obiettivie dal posizionamento che Mac-frut si vorrà dare. Non è una scel-ta facile. Ma dalla chiarezza concui il “prodotto Macfrut” si posi-zionerà sul mercato dipenderan-no le sue reali potenzialità di suc-cesso futuro.

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Redazione:Mirko Aldinucci (coordinatore)

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ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chivende al pubblico, oltre ai settori con-nessi (dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formida-bile, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGRICOLA GLORIA DUE copertina IAPOFRUIT pagina 42APO SCALIGERA pagina 37AWETA SISTEMI pagina 33CA’ NOVA pagina 16CLAUSE ITALIA pagina 7CONSERVE ITALIA pagina 64COOP SOLE pagina 30GF GROUP pagina 11INTERPOMA copertinaIIIIPACK-IMA pagina 61

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE ATTUALITÀ DI SETTORE

A N N O X X V I - N u o v a s e r i eO T T O B R E 2 0 1 2

S O M M A R I O

Tutto Macfrut: la fiera ai raggi X PAG.27 Le famiglie riducono i consumi PAG.32

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

Cesab celebra i 70 anni e cercail carrello più datato 21

Impermeabili e silenzione le nuove macchine Cgm 21

BIOLOGICO NEWSEtica e controlli argomenti cloudi un Sana con margini di crescita 56

Tutele e redditi, UPbio fa il punto 58

DISTRIBUZIONEIpermercati… in apneaUn format che ha perso appeal 59

Distribuzione flash 60

QUARTA - QUINTA GAMMAAiipa: «Con la shelf life più lungavantaggi per tutta la filiera» 61

In copertina - ProtagonistiSuccesso (bio)logico 23

Primo Piano - MacfrutPromossa. Con riserva 27

Primo Piano - MacfrutL’articolo 62 “spacca” la filiera 29

Primo Piano - Macfrut iniziative 30

ATTUALITÀ

EDITORIALECatania sveglia la casta agricola 3

CONTROEDITORIALELuci e ombre di Macfrut 4

BORSINO DELL’ORTOFRUTTAAlbertini, Mineo, Pèes, Manzan, Fedagro 10

GENTE & FATTILa frutta a cubetti di Noberascosi erge a protagonista del web 12

Philippe Binard al Geen Med ForumPresiederà il seminario sull’Est Europa 13

Chiaquita, Lonergan presidentePremiata “Prendi la gialla” 14

Melinda per l’Emilia, entra nel vivola raccolta fondi per il sisma 15

NOTIZIARIOPac, le coop agroalimentari:lottare contro i tagli di budget 17

La crisi “rivaluta” il ruolo del settore primario tra i giovani 17

Sicuri i prodotti ortofrutticoli:irregolari solo tre su mille 18

Tempi dimezzati per il via liberaai marchi d’origine 18

Sisma in Emilia, Gardini chiedeuna proroga delle tasse 18

A settembre volano i prezziall’origine di frutta e verdura 19

Meno agrofarmaci nei campi 19

Nunhems punta su Balzac F1,peperone rosso prismatico 20

Poche ma buone le nocciolecuneesi, Turchia in ripresa 20

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w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Sana cresce, ma può migliorare PAG.57 Russia, made in Italy marginale PAG.63

Ortofrutticolo

JUNGHEINRICH pagina 1LA COSTIERA pagina 19MELAPIÙ pagina 72MELINDA copertinaIVROSARIA pagina 22SGM PORTO GENOVA pagina 2SYNGENTA pagina47-49TOYOTA pagina 53UNITEC pagina 71VALFRUTTA FRESCO pagina 26VOG pagina 5

INSERZIONISTI

Primo Piano - MacfrutCarrello della spesa più leggeroLe famiglie tagliano frutta e verdura 32

Primo Piano - MacfrutAlce Nero entra nel fresco “bio” 34

Primo Piano - MacfrutSostenibilità driver semprepiù importante nel punto vendita 36

Primo Piano - Macfrut«Regole chiare» 38

Primo Piano - MacfrutSalubrità e sicurezza: Frutylifein scena a Roma, Berlino e Parigi 39

Primo Piano - Macfrut AziendeUnitec: «Investire in tecnologieaiuta a contrastare la crisi» 40

Primo Piano - Macfrut AwardOscar per l’innovazione, vinconola pera rossa e un pocker di “big” 43

Primo Piano - Macfrut ProdottiDolce, resistente e… snackla fragola ideale del futuro 44

Primo Piano - Macfrut ProdottiAlbicocca, si rischia l’eccesso di offerta 46

«Oi, un fallimento» - «Lo rilanceremo» 48

Buone prospettive per il kiwi

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NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Parla Claudio GamberiniLa decima “puntata” della nostra ru-brica “Protagonisti” è dedicata a unuomo di punta della grande distribu-zione italiana, Claudio Gamberini, cheparla di articolo 62, gestione dell’orto-frutta, rapporti di filiera...

☛ Imballaggi riutilizzabiliLa crisi si fa sentire anche nel settoredei contenitori? Fino a che punto?Come reagiscono le aziende? Inchiestatra gli operatori del packaging per ca-pire la situazione attuale e anticiparele aspettative per il 2013

☛ CertificazioniAmpio servizio dedicato alle certifica-zioni: le principali realtà di settorespiegano quanto siano importanti nelcomparto ortofrutticolo e quali siano inuovi orizzonti per chi intenda esserecompetitivo in Italia e all’estero

Raccolti giù, ma non in Veneto 50

“Monitoraggio” per JintaoJingold oltre le 6 mila tonnellate 51

Fragole, asparagi e ortaggiBilancio in attivo per Apofruit 52

Veneto Ortofrutta: 150 milioni di euro 54

MONDO

SCHEDA PRODOTTOMELE Mele, ottimismo per quotazioni ed export. «Speriamo che la Gd gestica bene il prodotto» 71

Dal 15 al 17 novembre Interpoma analizzacommercio e nuova geografia produttiva 74

Da Belfiore (Verona) il lancio di Meladigemarchio rivolto alla distribuzione 76

PERE Pere verso una stagione complessa: raccolti a picco, calibri modesti e l’incognita “promozioni” 77

Via libera all’Organismo interprofessionale Gestirà il 70% del “made in Italy” 79

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

MONDORussia chiama Italia, ma gammae assortimento non soddisfano 63

Dall’Ucraina per presentare i Mercatie stringere partnership 66

La Spagna scopre la Russia come mercato leader extra Ue 68

Andalucia e Murcia sott’acqua 68

Mondo flash 70

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“+” e “-” dell’ortofrutta corriereOrtofrutticoloI

☛ Elena Eloisa AlbertiniSempre più donne protagoniste nell'ortofrutta.Elena Eloisa Albertini è la nuova coordinatricedel Comitato di prodotto arance dell’OrganismoInterprofessionale. Agronoma, 46 anni, produt-trice di agrumi biologici nel Catanese, la Alberti-ni è consigliera della OP cooperativa AgrinovaBio 2000. È inoltre membro del Consiglio nazionale di

Legacoop Agroalimentare. “L’obiettivo del miomandato – spiega la Albertini – è quello di lavo-rare insieme a tutta la filiera per trovare delle in-tese tra la produzione, la distribuzione e l’indu-stria”. Soddisfazione è stata espressa da Davide Vernoc-chi, in rappresentanza del Settore ortofrutticolo

dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Su

IL BORSINO

www.corriereortofrutticolo.it10 o t t o b r e 2012

☛ Fabio MineoÈ entrato a far parte del Consiglio di Ammini-strazione di Simba ora formato da Raffaella Orse-ro, presidente, Alessandro Canalella, amministra-tore delegato, Antonio Orsero, Daniele Gazzano eFabio Mineo, consiglieri. Mineo, 44 anni, lom-bardo, approda in Simba dopo aver maturato ol-tre 10 anni di esperienza nel settore e oggi riceve la de-

lega riguardante la strategia di approvvigiona-mento del prodotto e il coordinamento di tutte leattività in origine, dove è prevista la sua assiduapresenza. “Questa nomina, in linea con le strategie azien-dali, è volta al rafforzamento della nostra struttu-ra già presente nei mercati di approvvigionamen-

to dei nostri prodotti”, commenta Canalella. Su

☛ Christian PèesI dirigenti della Cogeca - Confederazione dellecooperative agricole europee - hanno eletto aBruxelles all’unanimità Christian Pèes (Francia)nuovo presidente, dopo le dimissioni di PaoloBruni. Christian Pèes dirige un’azienda cerealico-la e suinicola nel sud ovest della Francia. È anche presidente di Euralis, una cooperativa cereali-cola francese leader a livello mondiale. Prendendo la

parola dopo l’elezione, Christian Pèes si è dettoonorato di essere stato eletto ed ha lodato il lavo-ro svolto dalla presidenza precedente. I dirigentidella Cogeca hanno poi eletto all’unanimità duenuovi vice presidenti: Thomas Magnusson (primovicepresidente dell’LRF, la Federazione degli agri-coltori svedesi) e Maria Antónia Figueiredo (se-

gretario generale aggiunto della Confagri, la Confedera-zione delle cooperative agricole portoghesi). Su

☛ Paolo ManzanBoom del radicchio in provincia di Treviso: indieci anni la produzione è più che raddoppiata.La raccolta è passata da 4800 tonnellate a ben 10mila 300 (dato Istat 2011). Gli ettari a radicchiooggi superano i 1.150. “Sono dati eccezionali - commenta Paolo Man-zan, presidente del Consorzio di tutela del radicchiorosso Igp di Treviso e del variegato di Castelfranco - chesorprendono e lasciano felicemente stupiti. Conferma-

no che, quando ci si impegna su un prodotto pun-tando sulla qualità e sulla identità, si fa centro. Intempo di così pesante crisi economica, l’orticol-tura e l’agricoltura in generale si dimostrano ca-paci di reggere e di sviluppare posti di lavoro. Un radicchio tanto pregiato non può essere delo-calizzato, è tutto nostro, appartiene alla nostra

terra. I produttori dovrebbero di questo essere coscien-ti e aderire più compatti e convinti”. Su

☛ Fedagro VeronaAzzerato dalla votazione di martedì 16 ottobre il consi-glio direttivo di Fedagro Verona, l'organismo che rap-presenta i grossisti che operano all'interno del Merca-to scaligero. Sia il presidente uscente Graziano Brunosia la vice Monica Zordan non sono riusciti a prendereil numero minimo di voti per restare in consiglio. Co-me loro, altri sei componenti del consiglio uscente. All'insegna del rinnovamento quindi, il risultato an-che se, a fianco di volti vecchi e nuovi, è entrata nel di-rettivo una figura nota nel mondo dei grossisti, non so-lo di Verona, Giuseppe Giomaro, che aveva retto la pre-

sidenza della categoria per lunghi anni in passato. Inordine di preferenza, il nuovo consiglio direttivo di Fe-dagro Verona è così composto: Andrea Saturnini, Mas-simo Boarini, Luciano Grandi, Giuseppe Giomaro, Ja-copo Montresor, Michele Parisi, Matteo Mosca, Giusep-pe Pighi e Pietro Cavazzoli. In tempi brevi, all'internodel direttivo sono stati nominati presidente e vice pre-sidente. In forza della sua esperienza, Giomaro è stato elettopresidente, vice Saturnini. Il mondo dei grossisti a Ve-rona appare bisognoso di rilancio. Sospendiamo il giu-dizio. Né su né giù

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Seguiamo la nostra frutta passo passo. Da quando la raccogliamo in piantagione e per tutto il suo viaggio. Per questo, quando passa dalle nostre mani alle vostre, la qualità è così alta. Insieme la distribuiamo in tutti i punti vendita, dai più grandi ai più piccoli, perché

s ia sempre v ic ina . La st iamo facendo conoscere al pubblico con una grande campagna pubblicitaria in televisione, stampa e manifesti. Così oltre che essere la più buonasarà anche la più richiesta. Seguite il furgoncino F.lli Orsero, scegliete la qualità.

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FATTI

Noberasco dedica un sito internetparticolarmente divertente allanovità dell’autunno, lo snack100% frutta a cubetti Fruttime. Inlinea con le caratteristiche delprodotto il sito www.fruttime.it.Il nuovo sito, dal layout graficofresco e colorato, si apre con duegrandi novità: un filmato e un

gioco virale. Enfasi sulla natura-lità assoluta del prodotto, neisuoi quattro gusti, Albicocca,Frutti di bosco, Pera, Prugna e in-troduzione alle occasioni di con-sumo: questi sono i principali te-mi dello spot, per il momentoesclusivamente web, ma prestoanche in tv. Protagonisti sono i quattro coloridei prodotti e il claim è “100%frutta sempre con te”: Fruttime,infatti, è uno snack salutistico,dalla confezione particolarmenteaccattivante che sta comodamen-te in tasca.Esclusivamente web, invece, l’at-tività “Faccia da cubo”, che per-mette agli utenti di diventare pro-tagonisti di una sfrenata danzacaraibica tutta da ridere, da con-dividere e viralizzare attraverso isocial network; un gioco moltocontagioso che in pochi click per-mette di caricare foto personalied animare un balletto che sisvolge su uno sfondo tutto “al cu-bo”.Il sito internet è concepito per ac-cedere alle piattaforme social Fa-cebook e Youtube.E questo, si sottolinea dalla sededell’azienda piemontese, è solol’inizio: tante sono le attività sor-prendenti che Noberasco ha inserbo per il consumatore non so-lo utilizzatore di internet.

La frutta a cubetti di Noberascosi erge a protagonista del web

Dopo il recente restyling del marchio AD Chini, leader nella trasfor-mazione delle mele ha pensato al restyling del sito che si rinnovacompletamente nella grafica e nei contenuti ed é visibile online al-l’indirizzo www.adchini.it. Nella home page compaiono quattro icone personalizzate che intro-ducono all’azienda, ai prodotti, alla qualità che contraddistingue l'a-zienda e al carattere naturale degli snack Chini. In alto a destra si tro-vano sette menu a tendina comprendenti FAQ, eventi, news, informa-zioni sull’azienda, contatti, newsletter e comunicazione.Quest’ultima area, in particolare, è dedicata a giornalisti e collabora-tori, ma anche a chi è curioso di scoprire le ultime novità Chini gra-zie ai comunicati stampa, alla rassegna stampa, alle schede tecnicheaggiornate, alla possibilità di scaricare le immagini di tutti i prodotti,il catalogo, il logo e la rassegna video.È possibile inoltre iscriversi alla newsletter per essere aggiornati sul-la novità e sulle attività dell’azienda trentina. Le sezioni news ed even-ti si possono anche trovare in basso ad ogni pagina in una sezione de-dicata, colorata e ben in evidenza, dove leggere tutte le più interes-santi ultime notizie. Presto verrà ulteriormente ampliato con nuoviservizi interattivi, come l’e-commerce, che permetteranno un reci-proco avvicinamento tra l'azienda e il suo pubblico.

E Ad Chini “trasforma” anche...la sua vetrina online

È on line il nuovo sito internet del Gruppo Apofruitwww.apofruit.it.Il sito, indicizzato su tutti i principali motori di ri-cerca, offre una panoramica completa e dinamicadei prodotti delle società del Gruppo Apofruit Italia,Canova e Mediterraneo Group con chiare e detta-gliate descrizioni delle loro caratteristiche. Il nuovosito è stato arricchito di una sezione dedicata ai so-ci produttori e di uno spazio dedicato al progetto“Frutta nelle Scuole”. È inoltre presente il collega-mento al canale Youtube di Apofruit, con numerosi

contributi filmati relativi al Gruppo, dalle confe-renza stampa al progetto “Frutta nelle scuole”. Visono inoltre tutte le puntate di Macedonia, il formatdella cooperativa Apofruit Italia dedicato al mondodell’ortofrutta.Il viaggio nel sito non manca di offrire interessantilink sulle aziende che fanno parte di MediterraneoGroup e, nella sezione dedicata a Canova S.r.l., so-cietà del gruppo Apofruit per la commercializzazio-ne dei prodotti biologici, è stato realizzato uno “spa-zio” tutto dedicato al mondo del biologico.

Multimediale e ricco di spunti il nuovo sito internet di Apofruit

www.corriereortofrutticolo.it12 O t t o b r e 2012

&GE

NTE

Page 15: Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

CorriereOrtofrutticolo &GENTEa cura di M

irko Aldinucci

FATTI

www.corriereortofrutticolo.itO t t o b r e 2012 13

Philippe Binard, direttore gene-rale di Freshfel Europe, presie-derà a Granada, nell’ambito delquinto Green Med Forum, il se-minario sui rapporti tra il baci-no di produzione ortofrutticoladel Mediterraneo e i mercati disbocco dell’Europa Orientale edella Russia. Il seminario segnerà uno dei mo-menti più significativi del GreenMed Forum in programma dal 21al 23 novembre prossimi.L’appuntamento si svolgerà nelPalazzo dei Congressi di Granadanella tarda mattinata di giovedì22 novembre. Binard introdurràl’argomento con una relazionedi scenario sui traffici commer-ciali Mediterraneo-Est Europa-Russia. Il direttore generale diFreshfel Europe (nella foto sotto)sarà affiancato da due relatori inrappresentanza di Associazionidegli esportatori di Paesi Medi-terranei e da alcuni esponenti di

grandi società di importazionerusse e dell’Est Europa.Il dibattiuto sarà aperto a tutti ipresenti. Al Forum stanno ade-rendo buyers russi (sia di Moscache di San Pietroburgo), ucraini,croati, ceki, tedeschi. Negli in-contri business to bussiness chesi svolgeranno a Granada nei po-meriggi del 21 e 22 novembresarà possibile incontrarli.Le adesioni al Forum sono anco-ra aperte, per informazioni:www.greenmedforum.eu

Philippe Binard al Green Med ForumPresiederà il seminario sull’Est Europa

Anche aranciate e limonate etutte le bibite a base di agrumicon nomi di fantasia avrannol'obbligo, come i succhi, di con-tenere il 20% di frutta. Lo prevede un emendamento“bipartisan” approvato al dl sa-nità, presentato da vari deputa-ti della commissione Agricoltu-ra. La ratio è “Mai più arancia-te senza arance”.Con questa norma, quindi, nonsolo i succhi di frutta (come giàprevisto nel decreto) ma anchele bevande analcoliche a basedi frutta con nomi di fantasiadovranno contenere questaquantità minima. Le commis-sione ha accolto l’emendamen-to (firmato dai deputati dellacommissione agricoltura diPdl, Pd, Udc e Pt, primo firma-tario il presidente Paolo Russo)che riscrive il comma 16, quel-lo appunto che prevedeva di in-nalzare dal 12 al 20% il quanti-tativo minimo di “contenuto disucco naturale” per le bevandeanalcoliche “vendute con il no-me di uno o più frutta a succo(quali l'uva, l'arancio, il limo-ne, il mandarino, la ciliegia, illampone, la pesca e simili) orecanti denominazioni che atali frutta si richiamino”.

20% di arancenelle bevande

La crisi aguzza l’ingegno. Ed èdavvero singolare l’idea avuta aFirenze dall’imprenditrice Do-nella Faggioli che ha aperto unlocale dove si pagherà barattan-do il pasto con ortofrutta e altriprodotti. L’osteria “l’è maiala”, terminedialettale che indica una situa-zione difficile da affrontare, haun look da taverna tradizionalee può ospitare massimo 40 per-sone.In un’intervista la proprietaria,Donella Faggioli, ha detto diaver aperto il locale “per venireincontro a chi, in tempi di ri-strettezze non vuole comunquerinunciare a qualche cena fuo-ri, offrendo la possibilità di pa-gare in beni reali anziché con isoldi”.Il baratto potrà essere effettuatotramite beni legati alla terra(frutta o verdura) o tramite pez-zi di artigianato. Ovviamenteperò, se si vuole, è possibile an-che pagare in maniera classica.Chi vuole barattare, anziché pa-gare il conto con i soldi, devechiamare prima il locale e co-municare ciò che si intende of-frire. A quel punto, si apre unatrattativa per definire il menù.Bella idea, anche dal punto divista del marketing...

Il pasto? Si paga in frutta

Page 16: Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

FATTIGE

NTE

&

Edward Lonergan è il nuovo pre-sidente e amministratore delega-to di Chiquita Brands Internatio-nal. Da lunedì 8 ottobre ha presoil posto di Fernando Aguirre cheaveva già annunciato le sue di-missioni. Al suo attivo oltre trent’anni d’e-sperienza in diverse società disettore oltre a essere stato ammi-nistratore delegato e presidentedi un gruppo di prodotti per lapulizia.“Sono onorato ed entusiasta diavere l'opportunità di guidareChiquita, una società solida e conprodotti di alta qualità”, ha di-chiarato Lonergan. Dopo aver conquistato i cittadinie pendolari di Milano - dove lascorsa primavera ha campeggiatoper più di un mese - la campagna“Prendi la gialla” ideata da Ar-mando Testa per Chiquita si è in-tanto aggiudicata nella categoriaposter la nona edizione del Press& Outdoor Key Award, il galà del-la comunicazione promosso daMedia Key Events. Utilizzandouno dei simboli della quotidia-nità degli abitanti e pendolari diMilano - come la linea gialla del-la metropolitana - il gioco di pa-

role “Prendi la gialla” ha postol’accento su uno dei plus che ilconsumatore riconosce comeunici della banana Chiquita: labrillantezza del suo colore. Oltrealla tabellare classica con i poster6x3, il piano ha incluso le pensi-line, i maxi poster luminosi e lafilo tranviaria.

O t t o b r e 201214 www.corriereortofrutticolo.it

Chiquita, Lonergan presidentePremiata “Prendi la gialla”

L’assemblea del 15 ottobre di Infomercati è stata caratterizzata da undocumento presentato unitariamente dai Mercati di Verona (Verona-mercato) e Padova (Maap) a sostegno della chiusura di una esperien-za, appunto quella del Consorzio Infomercati, giudicata estremamen-te negativa a livello gestionale ed economico. Il “buco” che i 33 soci sono chiamati a ripianare è infatti di un milio-ne 292 mila euro a cui vanno aggiunti i 170 mila euro della gestione2012. Il documento è stato firmato dal presidente di Verona ErminiaPerbellini e dall’Ad di Padova, Giancarlo Daniele.Resta il problema del debito da ripianare, con posizioni molto diver-sificate tra i Mercati aderenti al consorzio. Hanno versato la loro quo-ta Bolzano, Piacenza, San Benedetto, Bergamo, Trieste, Forlì, Rimini,Treviso, Firenze e Cagliari; hanno riconosciuto il debito e sottoscrittoil piano di rientro Roma, Torino, Napoli, Parma, Catanzaro, Milano eBologna; hanno riconosciuto il debito Novara e Vittoria. Per MercatiAssociati ci sarà una partita di compensazione; Fedagro Mercati nelprossimo direttivo deciderà che posizione assumere.

«Infomercati va chiusa»Padova e Verona all’attacco

L’Andmi organizza per sabato 10 novembre alla fie-ra di Rimini, nell’ambito della rassegna Ecomondo,un incontro dal titolo “I mercati per uno svilupposostenibile”. Questo il programma: 10.30-10,50 Relazione introduttiva, Pietro Cerniglia-ro - Presidente Associazione Nazionale DirettoriMercati all’Ingrosso (ANDMI)10.50-11,20 La situazione nei mercati e nei centriagroalimentari italiani,Dario Caccamisi - DirettoreCentro Studi e Formazione dell’ANDMI11.20-11,50 Mercati e città sostenibili: il processoN.O.WA.S.T.E., Giuseppe Lo Bianco - presidente del-l’Istituto di Ricerca,Sviluppo e Sperimentazione sul-l’Ambiente e il Territorio (IRSSAT)

11.50-12,05 Esperienza del Centro Agroalimentaredi Bologna, Alessandro Bonfiglioli - DirettoreCAAB di Bologna12.05-12,30 Nuovi sistemi di imballaggio per ridurrel’impatto ambientale: dal sistema a perdere al siste-ma a rendere, Giuseppe Palma - Federpesca12.30-12,50 La distribuzione efficiente dell’ultimomiglio quale opportunità di sviluppo per i mercati, Massimo Marciani - Presidente FIT Consulting srl.

12.50-13.10 L’esperienza del Centro Agroalimentaredi Roma per la compatibilità ambientale nello svi-luppo dei servizi alle imprese, Mauro Ottaviano -Direttore Operativo della Società di Gestione CAR13.10-14.00 Dibattito e conclusioni

Centri agroalimentari e sviluppo sostenibileIl 10 novembre convegno Andmi a Rimini

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FATTIa cura di M

irko Aldinucci

GENTE &CorriereOrtofrutticolo

Melinda per l’Emilia è un’inizia-tiva di raccolta fondi a favore del-le popolazioni colpite dal terre-moto in Emilia che coinvolgeràtutti: soci produttori, dipendenti,Clienti del Consorzio, consuma-tori ed altri operatori del settoreortofrutticolo. Il progetto è iniziato durante lemanifestazioni Arcadia, del 23-24Giugno 2012 e Melissa del 21 e 22luglio 2012, devolvendo gli interiincassi delle vendite dei prodottidurante le manifestazioni, ha poivisto i lavoratori dipendenti ed isoci produttori del Consorzio rac-cogliere fondi da dedicare all'Asi-lo Nido Parrocchia dei Santi Fi-lippo e Giacomo Apostoli di Fi-nale Emilia.Il Progetto sta proseguendo oracon una serie di altre iniziativeche coinvolgeranno tutte le com-ponenti del mondo Melinda. Tra queste trova uno spazio im-portante il mondo web ed in par-ticolare i Social Media. Dal 10 set-tembre al 31 ottobre, il ConsorzioMelinda coinvolge gli utenti Fa-cebook, le food blogger e le nu-merose community di cucinacon specifiche attività interatti-ve, mirate ad incrementare ilcontributo destinato al popoloemiliano.Inoltre, durante la manifestazio-ne Pomaria (la tradizionale sagradelle mele che si svolgerà a Ca-sez, in Val di Non, il prossimo 13-14 Ottobre), chiunque lo vorràpotrà contribuire alla raccoltafondi, acquistando i dolci creatidalle blogger Melinda e realizzatidallo chef stellato Christian Ber-tol.Sempre in occasione di Pomaria,i soci del Consorzio offriranno leproprie mele che saranno vendu-te al pubblico da un gruppo didettaglianti emiliani ospitati perl'occasione in Val di Non. Al rica-vato delle vendite, Melinda ag-giungerà un contributo di pariimporto.

15O t t o b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Melinda per l’Emilia, entra nel vivola raccolta di fondi per il sisma

Il 15 novembre 1962 veniva fon-data a Parete, in provincia diCaserta, la Cooperativa Sole: adistanza di 50 anni e 1 giorno,ossia il 16 novembre 2012, l’im-portante realtà campana cele-bra il traguardo del mezzo seco-lo con un incontro cui parteci-peranno Paolo De Castro, PaoloRusso (presidente della com-missione Agricoltura della Ca-mera) e Vito Amendolara (con-sigliere delegato all’agricolturadella Regione Campania). Invi-tato anche il ministro delle Po-litiche Agricole Mario Catania,mentre il presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano ha

inviato un telegramma di augu-ri e congratulazioni. Del tuttomeritate perché, come tiene aprecisare lo stesso Pietro PaoloCiardiello, direttore del sodali-zio, “restare sul mercato così alungo è difficile ovunque, figu-riamoci in una realtà comples-sa e ricca di problematiche co-me il Mezzogiorno”. Coop Solece l’ha fatta e ce la sta facendo,a ritmo di crescita del 10% an-nuo, grazie allo stretto legamecon i 102 soci conferitori, allacapacità di fare sistema e allar-gare la rete di relazioni. OggiCoop Sole dà lavoro a 12 dipen-denti fissi e a circa 170 stagio-nali.

I 50 anni di Coop Sole

Al Caab di Bologna è entrato infunzione il 24 agosto scorsouno dei più grandi impianti fo-tovoltaici su edificio in Italiaper la produzione di energia dafonte rinnovabile, finanziato erealizzato da Unendo Energia. Si tratta di una esperienza pilo-ta, realizzata su edifici di pro-prietà pubblica, capace di ero-gare un’enorme quantità dienergia che sarà consumata sulposto. L’impianto produce 6.000 kWp,6.600.000 kWh e l’investimentoè di 15 milioni di euro. Sono 25mila i pannelli solari utilizzatiper una superficie di 70.000 me-

tri quadri. Signifcicativo il ri-sparmio emissioni CO2: 3.500tons/anno, equivalenti a 475volte il percorso della circonfe-renza terreste di un’auto diesel.Circa 3 milioni di Kwh sarannoconsumati per alimentare ilCaab e le aziende insediate ; 3,3milioni di Kwh potranno ali-mentare strutture dell’area eveicoli elettrici per il trasporto. La costruzione di questo grandeimpianto, e in tempi record (1mese e mezzo) è stata possibilegrazie alla partnership con CPLConcordia, multiutility dell’e-nergia. Il prossimo obiettivo delCaab è arrivare a 11.000 metriquadrati di fotovoltaico.

Fotovoltaicorecord al Caab

Page 18: Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

CANOVA srl

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Page 19: Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

“Occorre lottare con tutte le no-stre forze per mantenere le risor-se finanziarie oggi a disposizionedell’agricoltura. C’è bisogno diuno sforzo comune di tutte le or-ganizzazioni europee per far ca-pire all’opinione pubblica e ai le-gislatori europei quanto sia utilesostenere l’agricoltura per conse-gnare alle prossime generazioniun futuro sostenibile dal punto divista ambientale e sopratutto pergarantire la sicurezza degli ap-provvigionamenti alimentari al-la popolazione mondiale che è incontinua crescita demografica”.Lo ha dichiarato Mariano Corsi-ni, in rappresentanza dell’Allean-za della Cooperative Agroalimen-tari, partecipando al Congressodegli agricoltori europei promos-so dal Copa-Cogeca di Budapest.Sono settimane decisive per il fu-turo della riforma della PoliticaAgricola Ue e l’attenzione è ov-viamente in questo momento tut-ta rivolta al negoziato sulle pro-spettive finanziarie, nel quale, haspiegato Corsini “non possiamopermetterci alcun passo falso”.La delegazione dell’Alleanza del-le Cooperative Agroalimentarievidenzia come nella tre giornidi Budapest “siano emersi puntidi vista importanti sulla visionedel futuro agricolo dell’Unioneeuropea”. “In particolare siamosoddisfatti - commenta Corsini -per la presa di posizione sul rie-quilibrio del valore all’internodella catena alimentare e per larichiesta di una normativa strin-gente a livello europeo. Tuttavia,anche se l’Europa si impegnassecon una regolamentazione, lamiglior ricetta a nostro avviso re-sta sempre quella della crescitacompetitiva delle aziende agrico-le che passa attraverso l’aggrega-zione in Op e cooperative, gli in-vestimenti strutturali e l’interna-zionalizzazione”.

Pac, le coopagroalimentari:lottare contro i tagli al budget

www.corriereortofrutticolo.itO t t o b r e 2012 17

NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

Rischio slittamento al 2014 perla nuova Politica agricola comu-ne (Pac) dell’Unione Europea.Lo ha annunciato il presidentedella Commissione PoliticheAgricole del Parlamento Euro-peo, Paolo De Castro, in collega-mento da Bruxelles durante laConferenza regionale per l’Agri-coltura.“Se il negoziato sulla Politicaagricola comunitaria - ha spie-gato De Castro - non si conclu-derà entro luglio 2013, il rinvioal 2104 è certo, ma non ci saran-no ricadute negative per le im-prese: tutto sarà prorogato di un

anno”. “Il ritardo c’è - ha conclu-so De Castro - e lo slittamento èdunque verosimile. In tal casosarà prolungata di un anno an-che l’efficacia del Psr-Program-ma di Sviluppo Rurale 2007-2013”.

De Castro: potrebbe slittare al 2014la nuova Politica agricola comune

Nel nostro Paese, fino a 10-15 an-ni fa, i giovani scappavano nellecittà per cercare lavoro in fabbri-ca. Adesso tutto questo si sta mo-dificando, un po’ a causa dellacrisi del comparto industriale, unpo’ perché sta cambiando la cul-tura. Oggi molti giovani restanoin campagna, la produzione agri-cola non è vista più come un’atti-vità residuale o poco qualificata”.“L’agricoltura sta tornando a esse-re considerata un settore fonda-mentale, è una delle attività piùbelle”. Così il Ministro delle poli-tiche agricole alimentari e fore-stali, Mario Catania, intervenen-do nel corso della trasmissione“Uno Mattina”, in onda su RaiUno.“Il nostro settore agroalimentare,tra mille difficoltà, investe, pro-duce, esporta. Negli ultimi diecianni la crescita dell’export è statadel 90%, a fronte dell’andamentodi altri settori che si trovano in-torno al 40%. Questo la dice lun-ga su quanto il sistema agroali-mentare può dare all’economia

nazionale. Anche in questa fasedifficile l’agroalimentare mostrauna tendenza estremamente po-sitiva e ha riscontri ottimi suquasi tutti i mercati mondiali. Bi-sogna dire che i consumi delle fa-miglie si sono attestati, a causadella difficile situazione econo-mica, su livelli bassi, oggi c’èun’attenzione estrema da partedi una fascia di consumatori chenon sono in condizione di sce-gliere prodotti senza pensare alloro valore. Registriamo un ritor-no ad acquisti più mirati in ter-mini di quantità, insomma sispreca di meno”.“Il limite del settore - ha spiegatoil Ministro - è l’estrema fram-mentazione delle aziende, oltreal fatto che la filiera soffre per imolti passaggi che troviamo dalproduttore al consumatore. C’èda dire, comunque, che il settoreè vitale”.

La crisi “rivaluta”il settore primarioagli occhi dei giovani

Page 20: Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

CorriereOrtofrutticoloNotiziario

La frutta, la verdura, il miele, lecarni, il latte, i formaggi italianisono totalmente sicuri. Lo sottoli-nea Confagricoltura analizzandoi dati del ministero della Salutedella “Relazione annuale al Pia-no Nazionale Integrati 2011”, suicontrolli sulla sicurezza alimen-tare.La relazione - spiega l’Organiz-zazione degli imprenditori agri-coli - raccoglie i risultati dei con-trolli svolti dalle varie Ammini-strazioni coinvolte nelle attivitàdel ‘Piano nazionale’, in partico-lare quelli relativi ad alimenta-zione umana, mangimi, sanità e

benessere ani-male, sanità del-le piante, sotto-prodotti, zoono-si nell'uomo enell’ambiente.Ben il 99,7% deicampioni di or-tofrutticoli, ed il99,8% dei pro-dotti di origine

animale sottoposti a controllo so-no risultati in regola. Le stessepercentuali di regolarità si sonoriscontrate in settori particolariquali i cereali, gli oli, il vino, glialimenti per l’infanzia.“I dati - osserva ancora Confagri-coltura - sono significativi perchéi controlli sono numerosi, supe-riori a quelli di altri settori, e ri-guardano un’azienda agricola sutre”. “La percentuale di irregolaritànegli ortofrutticoli ha subito unaprogressiva diminuzione passan-do dal 5,6% del 1993 al 0,3% del2011, a dimostrazione - concludeConfagricoltura - dell’impegnocostante degli agricoltori nel ga-rantire la sicurezza alimentare,innovando ed aggiornando le tec-niche produttive e utilizzandocon estrema accortezza agrofar-maci e medicinali animali”.

O t t o b r e 201218 www.corriereortofrutticolo.it

Sicuri i prodotti ortofrutticoli:solo tre su millesono irregolari

Tempi dimezzatiper il via libera ai marchi d’origine

Sisma in Emilia,Gardini chiedeuna prorogadelle tasse

Lo scorso anno i Nac hanno se-questrato 3.500 kg di prodottiortofrutticoli, lattiero caseari egastronomici con falsi marchiDop/Igp; individuato 6 quinta-li di limoni provenienti dall’Ar-gentina commercializzati co-me Igp nazionali e 1.300 kg dipizze evocanti falsamente Mar-chi Igp. “La stretta vigilanza delNucleo Antifrodi Carabinieri(Nac), con la sua attività di in-telligence e ispettiva sulla trac-ciabilità, sulle denominazionid’origine e sul made in Italy staportando a risultati significati-vi, a tutela dei consumatori edei produttori”, il commento diConfagri. “Riteniamo fondamentale chei Nac proseguano anche nellalotta alle frodi internazionali,in sinergia con l’Interpol, per-ché è enorme il danno com-merciale e di immagine cheproducono all’estero la contraf-fazione e l’agropirateria”.

Ma Dop e Igp“calamitano” le frodi

Una proroga della sospensionedel pagamento delle tasse “chepassi attraverso una selezione diaziende e di abitazioni realmen-te colpite dal sisma”. Lo ha chie-sto il presidente di Confcoopera-tive Emilia-Romagna e di Feda-gri-Confcooperative MaurizioGardini nel corso del suo inter-vento, in rappresentanza dell’Al-leanza delle Cooperative Agroali-mentari, durante la visita del Mi-nistro dell’Agricoltura Mario Ca-tania i territori colpiti dal sismadel 20 e 29 maggio.L’attuale sospensione dei paga-menti, prorogata al 30 novembre“non consentedi far fronte allereali esigenze diuna fase così de-licata qualequella della ri-costruzione”.Il presidenteGardini ha elo-giato “il buonlavoro fin quisvolto di intesa tra le organizza-zioni, le parti sociali e la regioneEmilia Romagna, grazie al qualesi è riuscito a fronteggiare l’e-mergenza e a porre le basi peruna efficace risposta alla rico-struzione”. Quanto agli stanzia-menti decisi dal Governo (gli 8miliardi della Legge 122 del 1agosto 2012, che vanno ad ag-giungersi ai 130 milioni circa dirisorse stanziate con la misura126 del Piano di Sviluppo Rura-le), si tratta secondo Gardini di“risorse importanti che vannoutilizzate al meglio e in tempibrevi”. Gardini ha infine lanciato un in-vito a istituzioni, banche, impre-se ed organizzazioni imprendito-riali affinché “ciascuno faccia ipropri sforzi al fine di dare rapi-dità ed efficienza alla ricostru-zione”.

Il Parlamento dell’Unione Euro-pea ha approvato il cosiddetto“pacchetto qualità”, provvedi-mento con cui dovrebbero essereintrodotte diverse importanti no-vità: le tempistiche per ottenereil riconoscimento di marchi d'o-rigine come Dop, Igp e Stg, suiprodotti dovrebbero dimezzarsi.Viene inoltre introdotta un'eti-chetta specifica per i prodotti dimontagna.

Page 21: Corriereortofrutticolo Ottobre 2012

L’indice Ismea dei prezzi all’ori-gine dei prodotti agricoli tocca asettembre quota 136,6 (l’indice ècalcolato in base 2000=100), fa-cendo registrare un aumento del4,7% su base mensile e del 7,9%su base annua. All’origine di que-sto picco una serie di incrementicongiunturali che hanno interes-sato sia il comparto delle colturevegetali sia quello zootecnico.Per l’aggregato delle coltivazioniha fatto registrare infatti una cre-scita mensile dei prezzi del 6,2%,con aumenti superiori alla me-dia per ortaggi (+15%), frutta(+13,6%), oli (+9,6%) e vini(+7,9%). Nei settori ortofrutticoli, spiegaIsmea, i rialzi risentono della di-versa composizione del paniererispetto ai mesi estivi, mentre sulrimbalzo dell’olio hanno incisole tensioni sui mercati spagnoli.Passando al confronto su basetendenziale (settembre 2012 susettembre 2011), le rilevazionidell’Istituto indicano variazionisignificative per le colture vegeta-li (+13,8%).Incrementi a due cifre si rilevanoanche per cereali (+13,9%), or-taggi (+17,9%) e per la frutta(+12,3%) che risente, in partico-lare, dei rincari di mele e pere, diriflesso al calo della produzione.

www.corriereortofrutticolo.itO t t o b r e 2012 19

NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

Agrofarma - Associazione nazio-nale imprese agrofarmaci che faparte di Federchimica - esprimela sua soddisfazione dopo aver ri-levato la diminuzione dell’utiliz-zo di fitofarmaci in agricolturadell’1% nel 2011 rispetto al 2010, edel 3,6% negli ultimi 10 anni.I costanti investimenti in ricercae sviluppo da parte delle aziendedel settore, pari a circa il 6% delloro fatturato complessivo, sonoesplicito segnale dell’adozione ditecnologie sempre più avanzate erispettose dell’ambiente, chehanno permesso una costante ri-

duzione delle dosi d’impiego. Nelventennio 1990-2010, infatti, si èregistrato un calo del 32% nelconsumo nazionale di agrofar-maci, passando dalle 141.200 ton-nellate del 1990 alle 95.830 del2010. Secondo i dati pubblicatisono sempre le regioni setten-trionali a distribuire la maggiorquantità di prodotti fitosanitari(50,9%) precedendo il meridione(37,1%) e il centro Italia (12%),dati piuttosto in linea con quantorilevano l’anno precedente sul2010. Gli insetticidi si riduconodel 2,1%, gli erbicidi del 14,4%.

A settembrevolano i prezzi all’origine di frutta e verdura

Meno agrofarmacinei campi

Il suolo come bene comune e risorsa preziosa per l’agricoltore, da tu-telare e preservare dalle minacce derivate dal suo sfruttamento; èquesto il commento di Assofertilizzanti - Associazione nazionale pro-duttori di fertilizzanti che fa parte di Federchimica- all’indomani del-la presentazione del rapporto del Ministero dell’agricoltura sulla con-dizione del consumo del suolo e dell’agricoltura in Italia.L’allarme lanciato dal Ministero si fonda anche sulla consapevolezzache una sempre crescente cementificazione possa conseguire in per-dita di fertilità, di produttività, bellezza e cultura. Dal 1971 al 2010, infatti, è stato perso il 28% della superficie agricolautilizzata, un’area grande come la Lombardia, la Liguria e l’EmiliaRomagna: ed è proprio in queste regioni che, negli ultimi 50 anni, èstato registrato il maggior incremento di popolazione. Il 46% degli italiani è preoccupa-to dal rischio che l’agricolturanon riesca a produrre cibo a suf-ficienza per tutti.

In 40 anni l’Italia ha perso il 28% della Sau E ora si teme per la carenza di materia prima

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Un ibrido dal ciclo medio preco-ce, con una produzione molto ab-bondante e continua per tutto ilciclo colturale, dal frutto regola-re, consistente e molto pesante.Sono queste alcune delle caratte-ristiche principali che contraddi-stinguono Balzac F1, il peperonerosso prismatico Nunhems.Dal punto di vista colturale, lapianta si presenta forte e compat-ta, con fogliame coprente di colo-re verde scuro. Le tolleranze alla partenocarpiae al cracking si coniugano conuna produttività elevata e costan-te. Balzac F1 è ideale per la colti-vazione in serra e tunnel con tra-pianto invernale, primaverile edi inizio estate in tutti gli arealipiù vocati d’Italia.Il frutto di Balzac F1 ha la polpamolto spessa, di colore verde in-tenso che vira fino al rosso pie-no. I frutti sono portati pendentie ben scalati sulla pianta. Gio-vanni Orioli, sales specialist Pe-perone Nunhems, ha aggiunto:“Balzac F1 è un peperone dall’ot-timo peso specifico, con unifor-mità di pezzatura anche nei pal-chi alti, con frutto tri-quadriloba-to e superfice molto liscia. Le ca-ratteristiche di uniformità e pe-santezza durante tutto il ciclocolturale, rendono Balzac F1 lasoluzione ideale sia per la produ-zione, sia per la grande distribu-zione”. La gamma Nunhems comprende28 specie e circa 2.500 varietà.

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Si avvia alla conclusione la cam-pagna di raccolta delle nocciolenel Cuneese, tra i prodotti simbo-lo dell’agricoltura locale. Neinoccioleti più a valle, rileva Con-fagricoltura, si registrano rese incalo anche del 30%.Sui terreni posti ad altitudinimaggiori invece la situazione èdiversa, con produzioni in au-mento anche del 20%, soprattuttose in presenza di noccioleti ingiovane età e potati in manieraoculata. La qualità della produ-zione si conferma su buoni livel-li, mentre sotto l’aspetto cromati-co si hanno nocciole leggermen-te più giallastre a causa del caldointenso dell’estate.Per quanto riguarda le indicazio-ni di prezzo, le quotazioni sonoaltalenanti ma superiori a 200euro al quintale. Gli umori deiproduttori tuttavia sono discor-danti perchè i noccioleti situatinelle zone alte hanno buone pro-duzioni con rese superiori alloscorso anno, mentre coloro cheper ubicazione hanno noccioletinei fondovalle e in zone basse ha-no risentito maggiormente del-l’anomalo andamento climaticodell’anno in corso.La pioggia è stata provvidenzialesoprattutto per le piante che ma-nifestavano stati di sofferenza allimite della sopravvivenza, spe-cie laddove il terreno è più pove-ro o situato in zone più esposte.Chi è riuscito a completare la rac-colta prima delle piogge ha unprodotto con un’umidità relativaottimale. Le nocciole piemontesidevono tuttavia fare i conti conl’aumentata concorrenza dellaTurchia che prevede raccolti indeciso rialzo rispetto allo scorsoanno, quando invece il Paese sulBosforo, principale produttoremondiale di nocciole, registròuna delle annate meno floridedell’ultimo decennio.

Nunhems punta suBalzac F1,peperone rossoprismatico

Poche ma buonele nocciolecuneesi, Turchia in ripresa La varietà di aglio bianco pia-

centino, denominata “Pallavici-no” è stata iscritta nel registronazionale delle varietà dei pro-dotti sementieri. La “Pallavicino” è frutto di unattento lavoro di selezione ope-rato nell’ambito del ConsorzioA.Bi.Pi. di Monticelli d’Ongina(Piacenza) a partire dall’agliotradizionale della zona, il“Bianco Piacentino”. “La nostrapriorità - spiega Davide Catta-

dori presidente di A.Bi.Pi. - è dipoter garantire al consumatorela varietà che da tempo vienecoltivata nel territorio piacenti-no e, quindi, l’origine del pro-dotto”.“L’iscrizione nel registro nazio-nale delle varietà è motivo digrande soddisfazione per ilConsorzio A.Bi.Pi., che da subi-to ha creduto in questo obietti-vo: ora il nostro Consorzio figu-ra tra le pochissime aziende ita-liane ad aver ottenuto un rico-noscimento di questo tipo”.A parlare è ancora Cattadori,che aggiunge: “Siamo orgogliosidi apprendere che il Ministeroha riconosciuto la qualità e l’o-rigine del nostro aglio, e auspi-chiamo che ciò rappresenti peri produttori del territorio un’oc-casione di farsi ulteriormenteapprezzare”.

Aglio “Pallavicino”nel registro varietà

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Cesab Carrelli Elevatori Spa rag-giunge quest’anno il traguardodei 70 anni.Fondata il 10 dicembre del 1942,rimasta per quasi 60 anni in ma-ni emiliane (Gruppo Maccafer-ri), Cesab divenne in pochi de-cenni l’indiscusso leader italianodel mercato dei carrelli elevatori.Ulteriormente consolidatasi ne-gli anni Novanta, anche grazie al-la collaborazione con Pininfari-na che ha portato al lancio delleggendario modello Blitz, dal2000 è entrata nella sfera di con-trollo Toyota, all'interno dellaquale non rappresenta solamenteuno stabilimento produttivo, maanche e soprattutto un polo tec-nologico di eccellenza.Da quando Cesab (prima in Ita-lia) ha prodotto il suo primo car-rello elevatore elettrico nel 1951,lo stabilimento di Borgo Panigaleha continuamente esteso, aggior-nato ed innovato la propria gam-ma, realizzando prodotti spesso

riconosciuti “indistruttibili” perla grande affidabilità sempre di-mostrata. Questa fama è stata an-cor più rinforzata dall'introdu-zione del Toyota Production Sy-stem (Tps) a partire dal 2001, cheha consentito un’ulteriore evolu-zione dello stabilimento produt-tivo. Distribuito in Italia attraver-so la consolidata rete BT/Cesab,la più vasta rete commerciale ita-liana con oltre 60 organizzazionidi vendita e assistenza, il mar-chio Cesab sta registrando unaforte crescita anche in Europa.Toyota Material Handling Italiavuole sì celebrare l’anniversariodel marchio ma anche riuscire adimostrarne la meritata fama: èstata avviata una ricerca per ri-trovare il carrello Cesab più vec-chio ancora funzionante. Perinformazioni, visitare il sito:www.cesab-history.eu/it

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Cesab celebrai 70 anni e va a caccia delcarrello più antico

Impermeabili e silenziose le nuove macchineCgm

Due giorni densi di appuntamenti e convegni sullaproduzione, la commercializzazione, il consumo ele prospettive della pataticoltura in Italia: li prevedela sedicesima edizione dell’Incontro Nazionale sul-la Patata in programma a Bologna l’8 e il 9 novem-bre nell’ambito della fiera agricola Eima, che sisvolge nel capoluogo emiliano nello stesso periodo.Organizzato dal Centro di Documentazione per laPatata di Bologna (Cepa), l’evento, che è stato pre-sentato al Macfrut da Augusto Renella e LucianoTorreggiani, rispettivamente coordinatore e presi-dente del Cepa, vedrà la partecipazione di numero-si rappresentanti delle istituzioni ed autorevoli pro-fessionisti ed esperti che si confronteranno sull’at-tualità e sui futuri scenari del settore pataticolo ita-liano. Un comparto che conta una produzione an-nua di circa 1,7 milioni di tonnellate per una su-perficie coltivata di oltre 60.000 ettari. Grazie aduna buona tradizione produttiva, basata su moder-

ne tecniche di colti-vazione, la produzio-ne pataticola italianapresenta un livelloqualitativo decisa-mente elevato. L’incontro si incentrerà proprio sulla “Competiti-vità della produzione italiana di patata”. Un tema che sarà affrontato in tutte le sue diversesfaccettature. La due giorni sarà condotta da duegiornalisti d’eccezione, il noto gastronauta DavidePaolini di Radio 24 - Il Sole 24 Ore e Michele Mira-bella, noto volto televisivo di Rai 3. All’appuntamento bolognese faranno da corniceuna speciale Mostra Fotografica ed una interessanteMostra Pomologica, nonché l’unico Museo dellameccanizzazione agricola nella pataticoltura e unagrande riproduzione in scala della diffusione geo-grafica della pataticoltura in Italia.

A Bologna l’8 e il 9 novembrela 16ma edizione dell’Incontro nazionale sulla patata

Resistenti all’acqua e silenziosi:sono i nuovi carrelli frontalielettriciCAT della gamma EP13-20(C)PN(T) presentati da CGM.I nuovi carrelli hanno già rac-colto consensi da parte di moltiutilizzatori.Grazie all’impiego di organimeccanici sigillati o dotati digrado di protezione IP54, e invirtù di una rumorosità di soli66-67 dB(A), i nuovi carrellifrontali elettrici CAT della gam-ma EP13-20(C)PN(T), presentatial mercato dalla CGM, si presta-no in modo ideale alle applica-zioni negli ambienti più umidi opolverosi e assicurano il massi-mo comfort per l’operatore.Commercializzati in Italia da al-cuni mesi ad opera di CGM, di-stributore unico di CAT LiftTrucks, i nuovi carrelli hannogià raccolto consensi da parte dimolti utilizzatori. La famigliaEP13-20(C)PN(T) comprende intutto 14 modelli.

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Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Ricca di vitamine A, B, PP e C,Ricca di vitamine A, B, PP e C,ideale come coadiuvante dellaideale come coadiuvante dellacura degli stati influenzalicura degli stati influenzali

Ricca di antiossidantiRicca di antiossidanticontro l'invecchiamentocontro l'invecchiamento

Effetti benefici sullamicrocircolazione

Una sferzatadi energia,ideale per chipratica sport

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Finanziato con i contributi della Comunità Europea.Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

● Antonio Felice

Otto domande a Renzo Piraccini,nato a Cesena, il 6 gennaio 1950.Una carriera da “civil servant”della cooperazione e, in fondo,della Romagna. Un manager cheavendo la cooperazione nel dna,aveva detto no a Raffaello Orsero,che l’avrebbe voluto con sé ad Al-benga, nel primo gruppo privatoitaliano dell'ortofrutta. Dal 2011Renzo Piraccini avrebbe dovutoessere un pensionato ma non gliè stato concesso: il colosso Apo-fruit non potendo fare a menodel suo uomo-organizzazione,l’ha richiamato quest’anno inservizio permanente effettivo.Che un manager come lui sia unprotagonista del settore ortofrut-ticolo italiano non c’è bisogno loscriva qualcuno. Il dato è cosìscontato che pensavamo di la-sciarlo fuori da questa rubricache vorrebbe indicare i nuoviprotagonisti. Poi, alla fine, abbia-mo dovuto arrederci: di Renzo,anche questa rubrica, non può fa-re a meno. Per più di una ragio-ne. Ma principalmente perché èancora un innovatore come ce nesono pochi. E perché sta vincen-do una delle sue partite più diffi-cili: il biologico. Ci ha creduto

quando nessuno ci credeva. Eadesso sono gli altri a venirglidietro. Dovevamo scegliere qual-cuno del biologico e la scelta èstata inevitabile. Ecco le nostredomande e le sue risposte.

Dopo una lunga carriera di succes-so, non ancora finita, nella coope-razione ortofrutticola, si è lanciatonel biologico. Ora, se si chiedeva,almeno fino a un paio di anni fa,ai grandi imprenditori dell'orto-frutta del nostro Paese che cosapensassero del biologico la rispostaera un’alzata di spalle, o una paro-la buttata lì come un soffio: “Fesse-rie”. O peggio: “Un imbroglio bello ebuono”. Lei invece, che poco ha dainvidiare a quei grandi imprendito-ri sotto il profilo professionale, ci siè buttato fino al collo in questa sfi-da del bio, ci ha creduto. Perché?Quale la motivazione?La base di ogni attività imprendi-toriale è la creazione del valore.Nel settore ortofrutticolo questo èparticolarmente difficile perchél’ortofrutta è per gran parte una

“commodity” e non si percepisceil valore creato lungo la filiera.Penso alla nostra attività quoti-diana: ritiriamo meloni, pomo-dori o pere che, dopo aver subitomolte manipolazioni e molti co-sti (confezionamento, refrigera-zione, logistica), sono uguali acome il produttore ce li ha porta-ti. Strade per creare valore nonne abbiamo molte e il bio è unadi queste. Ma non il bio “commo-dity” ma il bio come marca - e daqui è nata la strategia di Alma-verde Bio - per creare distintivitàsul mercato e valore per i produt-tori e la filiera. Poi lavorandocisopra mi sono progressivamenteconvinto che il bio è anche por-tatore di valori che condividoprofondamente: prodotti più sa-ni, maggiore rispetto per l’am-biente ma anche un approcciopiù moderno al tema dell’ali-mentazione e della salute. Man-giare meno ma mangiare meglio.

Proviamo a dire chi è Piraccini. Uncreativo, un ottimista, uno speri-

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Da 37 anni nel settore, manager di punta della cooperazione romagnola, Renzo Piraccini racconta

come e perché si è lanciato nell’organic. Con ottimi risultati

SSuucccceessssoo ((bbiioo))llooggiiccoo

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CorriereOrtofrutticoloPR

OTAG

ONIS

TI mentatore che lancia sfide nuove agetto continuo, nello stesso tempoperò prudente, equilibrato, capacedi fermarsi per lasciar passare uncollaboratore che deve crescere, al-la fine forse pure geloso delle suecreature (è umano). In definitivanon si capisce bene chi vinca traquesti Piraccini. Forse ce n'è un al-tro ancora: una specie di frizioneche ogni tanto stacca il motore dal-l'acceleratore?Credo che in ognuno di noi con-vivano diverse anime. Il Piracci-ni padre, il Piraccini marito, ilPiraccini manager sono molto di-versi tra loro ma in fondo sonosolo aspetti diversi di una stessapersona. Ma anche all’internodell’attività professionale ci sonomolte facce. Bisogna far convive-re le nuove idee e i nuovi proget-ti, che in genere sono sempre af-fascinanti ma non subito redditi-zi dal punto di vista economico,con i principi della sana gestio-ne. I conti debbono tornare, sem-pre. Le attività che perdono nonsono mai strategiche, per nessu-no. Alla base di ogni progetto cideve essere sempre la creazionedel valore, l’efficienza e la sanagestione. Verso la fine della pro-pria attività professionale - e iosono sicuramente in questa fase a62 anni e dopo 37 anni di lavoro- ritengo che un manager possadare ancora il meglio se è capacedi coniugare l’esperienza e la cre-dibilità che gli hanno dato le co-se che ha fatto con le nuove sfideche il mercato ogni giorno gliimpone. E poi in fondo sono co-me un allenatore di una squadradi calcio: definisco la strategiama poi sono i giocatori che fannola partita. Ed io ho la fortuna diavere in squadra dei grandi gio-catori. E sicuramente privilegioil gioco d’attacco.

Afferma che il bio ha un mercatoenorme. Eppure è una nicchia.Dunque, che cosa vuol dire?Il biologico rappresenta in Italiauna quota inferiore al 2% delmercato alimentare. Il settorecresce ma si tratta ancora di unanicchia. Le potenzialità sono evi-

denti se consideriamo che in al-tri paesi si supera l’8% della spe-sa alimentare, con settori che ar-rivano al 20%. Numerose indagi-ni evidenziano come almeno il30% dei consumatori italiani di-mostri interesse per i prodottibio ma poi questa esigenza non sitrasforma in un atto di acquisto.Questa sproporzione tra mercatopotenziale e mercato reale è laconferma che non si colgono leopportunità di questo settore. Inparticolare mentre nei negozispecializzati il trend di crescita ècostante, in GDO i dati sono con-trastanti, a forti crescite spessoseguono repentini cali. Ritengoche la causa principale sia una“banalizzazione” del biologicoche sugli scaffali non ha grandeappeal. Non mi sembra giusto ge-neralizzare perché ci sono ancheesempi virtuosi, ma nel bio spes-so la moderna distribuzione hadistrutto valore anziché crearlo.

In due-tre avete messo in piedi unamarca del biologico italiano che inpochi anni ha saputo aggregaregrandi aziende alimentari. Lei af-ferma che una marca si regge sul-l'innovazione e, infatti, AlmaverdeBio lancia idee innovative tutte fi-nalizzate lì: avvicinare il biologicoal consumatore, mettere il biologi-co a disposizione di tutti. Parlandoin generale, ci sono idee che vannoe altre che alla prova dei fatti nonfunzionano. Non le dispiacerebbeche qualcun altro alla fine facessetesoro di quanto state facendo inAlmaverde prendendo le idee buo-ne senza aver faticato a sperimen-tarle?Almaverde Bio Italia srl consorti-le, la società proprietaria delmarchio che lo concede in licen-za esclusiva ai partner, non ha fi-nalità di lucro. Deve investire leroyalty in pubblicità e promozio-ne e non può fare statutariamen-te profitti. Le iniziative che pro-muove hanno lo scopo di renderenoto il marchio, di dargli visibi-lità, di connaturarlo con uno sti-le di vita sano e moderno. Non acaso il claim del marchio è: vo-lersi bene. I progetti devono esse-

re “belli da pensare” non necessa-riamente devono riscuotere suc-cesso commerciale. Cosa moltodiversa sono le iniziative impren-ditoriali dei licenziatari che han-no come scopo fondamentalequello di vendere, di fare margi-ne commerciale. Ritengo che ave-re scorporato la parte istituziona-le/patrimoniale in un contenito-re (il consorzio) rispetto alla par-te commerciale/gestionale (lesingole imprese licenziatarie) siauno dei motivi di successo di Al-maverde Bio. Gli obiettivi alla ba-se di questo progetto erano due :costruire una marca nota nel bioe avere costi pubblicitari sosteni-bili. Se grandi imprese di marcacome Saclà o Fileni si riconosco-no, per quanto riguarda il biolo-gico, in questo progetto significache ce l’abbiamo fatta. Non erafacile nè scontato. Ci sono tantepersone che devo ringraziare,perché il merito del successo èpiù loro che mio: il primo è Pao-lo Pari, il direttore di Almaverde

Copertina

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

Bio, che realizza le cose megliodi come io le penso e l’altro è Pi-no Calcagni che è stato il primo acredere nel progetto e a sostener-lo.

La concorrenza oggi. Sempre piùspietata. Anche nel biologico. Nonvi fanno paura le marche privatedelle grandi catene? Non sarebbepiù comodo produrre biologico perloro?In ortofrutta la private label è labase dell’attività e per il gruppoApofruit è circa il 60% del fattu-rato. Anche nel biologico produ-ciamo per la marca privata, nonho preclusioni ideologiche. Manel bio la marca privata non fun-ziona bene, non ha sufficienteappeal nei confronti del consu-matore e questo è uno dei motiviper cui in GDO il biologico nonottiene i risultati sperati.

Terz’ultima domanda: cosa pensadella globalizzazione (dentro e fuo-ri dal nostro Paese)?

La globalizzazione è la realtà delmercato con cui ci dobbiamoconfrontare, non è una ideologiané un concetto astratto. Ognigiorno per vendere i nostri pro-dotti, sia sul mercato interno cheinternazionale, dobbiamo farcipreferire rispetto ad altri fornito-ri o ad altre zone di produzione.Questo porta ad una competizio-ne esasperata, spesso neanchetanto corretta, che certamentecomporta più problemi che op-portunità. Ma questo è lo scena-rio. Mi sento di fare due conside-razioni su questo tema: per glo-balizzarsi servono imprese gran-di, molto grandi. Il problema del-le dimensioni ridotte delle im-prese è certamente un limitestrutturale del sistema ortofrutti-colo italiano. Qui piccolo è bellonon vale e ne dovremmo trarre ledovute conseguenze. Il secondoaspetto riguarda la competenza:non è possibile che Cina, Corea egli altri stati del mondo trattinoper l’import in Europa conBruxelles e per quanto riguardal’export - e tutte le problematicheconnesse come le barriere fitosa-nitarie - ogni paese della Ue deb-ba confrontarsi direttamente inbilaterale con ognuno di questi.Stiamo pagando cara, in terminidi mancato export sul mercatointernazionale, questa imposta-zione sbagliata. Anche su questo,come per molti altri temi, è au-spicabile che l’Europa diventil’interlocutore unico.

Penultima domanda: che futuro hala cooperazione agricola (dentro efuori dal nostro Paese)?La cooperazione rappresenta unaforma di aggregazione estrema-mente importante in tutto l’a-groalimentare. Non solo in Italiama anche in Europa le impresepiù grandi ed efficienti di moltefiliere sono spesso cooperative osocietà di capitali controllate dacooperative. Ritengo che la coo-perazione sia una forma moder-na di impresa che ha nel suo dnaalcune caratteristiche distintiveche possono rivelarsi molto pre-ziose anche per il futuro: lo stare

insieme e la solidarietà come va-lore. La sfida è come coniugarequesti concetti con l’efficienza,la rapidità decisionale e l’accessoal mercato dei capitali. Per que-sto credo che forse occorrerà ade-guare il modello per essere piùattrattivi verso imprenditori didimensioni medio- grandi o i for-nitori di capitale . Non c’è unaformula societaria che garantiscail successo imprenditoriale. Cre-do che alcune attività sia megliofarle insieme ad altri piuttostoche da soli, che sia più facile rag-giungere risultati positivi se sicoopera.

Ultima domanda: che futuro hal'ortofrutta italiana?Ritengo che l’ortofrutta conti-nuerà, ancora per molti anni, adessere uno dei comparti più im-portanti della economia italiana.Alcune filiere si ridimensione-ranno ma altre, mi auguro, si svi-lupperanno. E’ necessario che ca-piamo che la produzione locale akm zero e la capacità di compete-re sui mercati internazionali so-no due elementi che possono, an-zi, devono coesistere, se vogliamoche la nostra ortofrutta abbia unfuturo, che i nostri agricoltori ab-biano un reddito dignitoso. Peralcune tipologie di impresa agri-cola dovremo anche favorire ilrapporto diretto con il mercato oil consumatore ma per crescerenel mercato globale, per le gran-di colture meccanizzabili - mele,kiwi, agrumi e molte altre specie- occorrono grandi ed efficientistrutture di commercializzazio-ne. Mi auguro che le scelte che laUnione Europea farà sulla politi-ca agricola comune dei prossimianni siano lungimiranti. Nonvorrei che ripetessimo errori delpassato, penso alla riforma delsettore bieticolo saccarifero checi ha visto ridimensionare un set-tore strategico. Sull’ortofrutta cisono tutte le condizioni perchéquesto ridimensionamento nonci sia. Certo anche qui, il futuro ènelle nostre mani e nelle scelteche sapremo fare.

[email protected]

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CorriereOrtofrutticolo PRIMO PIANO P

● Mirko Aldinucci

Macfrut, tutto sommato, è riusci-to a tenere la crisi fuori dal qua-riere fieristico cesenate, propo-nendo iniziative interessanti egarantendo un discreto businessalle aziende presenti. Ma, diconoin molti, sconta ancora un gap diinternazionalizzazione. Per Carlo Bianchi, coordinatoredi Fruitimprese, è “positivo lo spi-rito della fiera, che vuole mante-nersi punto di riferimento per ilsistema ortofrutticolo nazionalee luogo di incontro fra speciali-sti, con visite della Gdo naziona-le, case sementiere, aziende delpackaging. La presenza del Mini-stro dell’agricoltura è stataun’importante dimostrazione diinteresse da parte del governoverso il settore e ha assicuratogrande visibilità mediatica alMacfrut. Significativa anche lapartecipazione dell’assessore al-l’Agricoltura dell’Emilia Roma-gna Tiberio Rabboni”.“Buona - annota ancora Fruitim-prese - la presenza degli operato-ri commerciali italiani compresii buyers della Gdo nazionale. An-cora scarsa, invece, quasi assente,la Distribuzione Moderna euro-pea: una lacuna che limita l’e-

vento fieristico, la cui una con-notazione è quasi esclusivamentenazionale”. “I convegni - concudeBianchi - sono stati troppo nume-rosi e, svolgendosi in contempo-ranea, poco partecipati. Da ri-considerare, a nostro avviso, laprogrammazione, prendendo ad

esempio Asia Fruit Logistica o ilPma in cui, per favorire l’affluen-za, i convegni si svolgono a fierachiusa e trattano pochi ma im-portanti argomenti”.“Macfrut - esordisce RaffaeleSpreafico della Spa di Dolzago -si è ormai consolidato come pun-

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MACFRUT

Gli espositori del Macfrut di Cesena esprimonoun giudizio sostanzialmente positivo sulla rassegna,

ma molti evidenziano la carenza di interlocutori stranieri

PPrroommoossssaa.. CCoonn rriisseerrvvaa

Da sinistra in alto, in senso orario: Raffaele Spreafico, Carlo Bianchi, EdoardoRamondo, Paolo Renzo Mauti, Gerhard Dichgans e Giancarlo Minguzzi

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CorriereOrtofrutticolo

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MAC

FRUT

Primo piano

to di incontro dell’industria ita-liana con il canale retail e tradi-zionale. Il livello di professiona-lità della partecipazione è au-mentato nelle ultime edizioni,gli elementi di approfondimentogarantiti dalla convegnistica so-no di crescente interesse e pro-fessionalità. Per noi, insomma, ilbilancio è positivo”. “Siamo particolarmente soddi-sfatti - dichiara Edoardo Ramon-do, Ad di T18 - di aver partecipa-to all’evento con l’azienda sicilia-na Ferrisi, leader nella produzio-ne di pomodoro cuore di bue ecostoluto, con cui collaboriamoda oltre 50 anni. Interessanti icontatti con buyers internaziona-li: oltre a rafforzare la presenzadi prodotti T18 in Francia sonostate avviate relazioni con laSvizzera e la Polonia che hannoancora una volta confermato l’in-teresse del mercato europeo perla qualità ortofrutticola italiana”.Giancarlo Minguzzi, presidentedell’omonima società consortiledi Alfonsine e presidente di Frui-timprese Emilia Romagna, asso-ciazione che riunisce le grandiimprese private commerciali del-l’ortofrutta per un fatturato di700 milioni di euro/anno e il 60%di export, ha avuto una buonaimpressione della fiera cesenate“sia in termini di affluenza che diincontri commerciali soprattuttoda parte dei buyer italiani, menodi quelli stranieri”. “La presenza poi del ministro Ca-tania per due giorni consecutiviha confermato che vi é molto in-teresse da parte delle istituzioni eche la Romagna é il fulcro dellafrutticoltura italiana. In generalesi può dire che si é invertito iltrend negativo degli ultimi anni”.Per Renzo Piraccini, numerouno di Apofruit Italia “il miraco-lo ancora una volta si è ripetuto:una città di provincia, una strut-tura fieristica oggettivamentenon all’altezza di una esposizio-ne di alto livello, una situazioneeconomica difficile - tutti ele-menti che suscitavano grandepreoccupazione - mescolati insie-me hanno fatto uscire una gran-

Un Mario Catania superstarquello protagonista per duegiorni a Macfrut. Ha iniziatopartecipando al convegno diColdiretti “L’ortofrutta firmatadagli agricoltori italiani”, poi èintervenuto all’appuntamentoconvegnistico di Cia e Confagri,quindi ha girato gli stand strin-gendo mani e confermando disaperne molto di più dei suoipredecessori. “Sull’articolo 62 sono ottimista,ho molte speranze”, ha detto.“Sarà però importante che tuttele organizzazioni accompagni-no l'attuazione della norma.Qualcosa poi si muove sul fron-te del valore al produttore: alcu-ni attori della Gd iniziano a ra-gionare in modo diverso su que-sti problemi anche per aiutareil produttore a bypassare alcuniproblemi. Spero questo derivianche da quello che abbiamomosso noi con l’art. 62 dopo unaspro confronto con la Gd neimesi scorsi. L’iniziativa di Col-diretti, attraverso il marchioFai, è particolarmenteinteressante ma il marchio deveandare al di là dell’italianità delprodotto anche perché già lanormativa comunitaria imponela comunicazione al produttore.Fai deve comunicare in terminidi valore aggiunto e qualità”.Catania si è poi soffermato sul-l’andamento dei consumi, scesinegli ultimi 15 anni: “Un assur-do nel Paese della dieta mediter-ranea. Perché assistiamo a que-sta discesa? Un po’ a causa dellaproduzione troppo frammentatama anche per colpe della Gdche ha cercato di piegare il pro-dotto alla sua logistica e a pro-prie esigenze facendo violenzaal prodotto e facendo disamora-re il consumatore”.Il ministro dell’Agricoltura hapoi dichiarato come la partitaimportante da giocare siasull’innalzamento della qualità.

Altro nodo, quello della regola-mentazione europea: “Il sistemaItalia deve farsi qualche doman-da in più. Il livello di produzio-ne associata è fermo da 10 annie questo non va bene. La regola-mentazione a Bruxelles peròcontinua a incepparsi: assistia-mo a un continuo stop and gosulla Pac per esempio.Bisognerà tornare ad aprire unconfronto in Italia sulla questio-ne e poi andare a parlarne inParlamento europeo”.Ulteriore punto trattato l’export,con i dati 2011 definiti “modera-tamente positivi”. “Non è abba-stanza, non è sufficiente”, ha ta-gliato corto Catania. “Le poten-zialità del settore sono moltomaggiori, dovremmo prenderecome riferimento quello che hasaputo fare il vino in termini dimarketing, oltre che di export”. “Se mi si chiede se l’aggregazio-ne dell’offerta è una rispostaper l’ortofrutta italiana - ha det-to ancora il Ministro - non pos-so che rispondere sì. Nello stes-so tempo è evidente che nonpuò essere l’unica risposta. Pen-so al Mezzogiorno dove ci sonocondizioni di mercato particola-ri. È evidente che ci dobbiamooccupare di riorganizzare quellaparte del mondo produttivo delPaese”.E la cooperazione? “Deve man-tenere le sue caratteristiche pe-culiari per non correre ilrischio di proseguire nel percor-so di omologazione con leimprese private”. (M.Ald.)

Due giorni da superstar. Il Ministro Cataniasprona e stuzzica il settore: «Ha ampi margini»

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CorriereOrtofrutticoloM

ACFRUTPRIMO PIANO P

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L’articolo 62“spacca” la filiera

Tra i temi trattati a Cesena gli effetti della normativa che dal 24 ottobre ridefinisce i rapporti tra produzione

e distribuzione, con quest’ultima fortemente critica

de edizione di Macfrut 2012. Co-se da migliorare ce ne sono mala formula ha retto. Mi sembrache gli operatori percepiscano,ora più che mai, l’importanza diavere una fiera per la filiera or-tofrutticola italiana. E certamen-te una Fruit Logistica così gran-de e dispersiva crea opportunitàinteressanti per fiere a dimen-sioni “più umane” come Mac-frut”.“È andata molto bene, abbiamoavuto elogi e consensi”, com-menta Massimo Pezzuolo diOPO Veneto, che ha partecipatoattivamente alla ideazione e pro-gettazione di “Piazza Lusia”.“Davvero tanti i contatti utili”.“Dopo una partenza sottotono -spiega Gerhard Dichgans delVog - il secondo giorno la fiera èentrata nel vivo. Abbiamo avutonumerosi contatti e quest’anno,rispetto alle edizioni precedenti,è stata forte la presenza di opera-tori del settore provenienti dal-l'estero. Siamo stati particolar-mente lieti di incontrare partnere clienti, che si sono dimostratiparticolarmente interessati. Par-ticolarmente interessante la sca-letta dei convegni e dei congres-si. Ho apprezzato la loro qualitàe la attualità dei temi trattati”.Paolo Renzo Mauti, ammini-stratore delegato di Fruttital, ri-conosce a Macfrut di aver offertoalla società ligure la possibilitàdi incontrare molti dei principa-li clienti e alcuni nuovi poten-ziali contatti. “Interessanti -commenta - alcune soluzioni tec-nologiche e di packaging viste inesposizione in fiera”.L’amministratore delegato diSimba Alessandro Canalelladefinisce la fiera romagnolaappena conclusa come “un’otti-ma opportunità per condivide-re con i partner le strategie disviluppo del marchio “F.lli Or-sero” e i progetti futuri”. “Con-testualmente - aggiunge - abbia-mo colto l’occasione per pre-sentare e illustrare il nostropiano media per l’ultimo tri-mestre del 2012”. [email protected]

È uno dei temi caldi e a Macfrut se n’è parlato in lungo e in largo, so-prattutto nella giornata inaugurale: l’articolo 62 che diventa operati-vo il 24 ottobre punta a stabilire un rapporto fornitore-cliente più “ri-gido” con tempi massimi di pagamento, obbligo di contratto scritto, di-vieto di imporre condizioni gravose o retroattive. Nel momento in cuiscriviamo manca solo un regolamento attuativo, al vaglio del Consi-glio di Stato. Favorevoli i produttori mentre il mondo della distribuzio-ne è in subbuglio. La Regione Emilia ha organizzato un convegno sui rapporti di forni-tura nella filiera. “L’Italia non dev’essere lasciata sola in questo per-corso - ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emi-lia-Romagna Tiberio Rabboni - altrimenti i grandi gruppi internazio-nali, frenati da queste normative, potrebbero decidere di rivolgersi al-trove”. In Europa l’interesse per le nuove norme italiane è comunquealto. Lo ha testimoniato il ricercatore Roberto Della Casa (“inglesi estatunitensi guardano con interesse al nostro articolo 62”) e Carlo Sac-chetto, capo della segreteria tecnica del ministro: “Il percorso europeoper dei rapporti di fornitura equi è, ad oggi, impantanato. Proprio perquesto la nostra normativa potrebbe essere la base di partenza per un’i-niziativa comunitaria”.Anche all’affollatissimo convegno “Art. 62 - transazioni commercialidella filiera agroalimentare” promosso da ConsulenzaAgricola.it si èparlato delle nuove regole. Il settore agricolo e zootecnico, è stato det-to, deve anche considerare che a sua volta è acquirente di prodotti agri-coli (mangimi, foraggi, etc.) che dovrà pagare entro i termini di 30 o60 giorni. Mentre diversi gruppi, sia della DO sia della GD, stanno allungando itempi dei pagamenti dei fornitori: da un lato i retailer potrebbero es-sere convinti che all’ultimo momento otterranno una qualche sorta diproroga. Oppure, come comincia ad affacciarsi alla mente di molti ac-count e dirigenti di impresa, questo atteggiamento potrebbe essere ri-volto ad accumulare liquidità per poi, all’entrata in vigore della nor-ma, proporre dilazioni o rinegoziazioni dello scaduto. ●

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Il consumatore italiano sarebbesempre più orientato verso ilconsumo di prodotti ortofruttico-li nazionali. Questo almeno èquanto emerso al convegno pro-mosso da Coldiretti Emilia Ro-magna, “L’ortofrutta Firmata da-gli Agricoltori Italiani”. Secondo idati presentati dall'economistaGian Luca Bagnara, nel primo se-mestre 2012 sono auzmentati ivolumi di acquisto delle prugne(+14%), delle nettarine (+13%),delle angurie (+6%) e delle fra-gole (+3%), mentre sono dimi-nuiti gli acquisti di frutta esotica(-11% in quantità e -6% in valore).� Nel settore delle pesche e nettari-ne, produzioni simbolo dell’agri-coltura emiliano romagnola, iprezzi e gli acquisti al consumo -secondo i dati presentati da Ba-gnara - hanno premiato il pro-dotto di qualità elevata, mentrehanno penalizzato le produzionidi qualità più scarsa. �I prezzispuntati al consumo non si sonoperò tradotti in un deciso vantag-gio per il prezzo pagato ai pro-duttori. “Una filiera troppo lun-ga, con passaggi prolungati, contre, quattro intermediari dal pro-duttore al distributore finale - hadetto il presidente di ColdirettiEmilia Romagna, Mauro Tonello- appesantisce il prezzo finale delprodotto ortofrutticolo a scapitodel primo anello della filiera. Daqui nasce il progetto FAI, che sipropone di tagliare i troppi pas-saggi del cibo dal campo alla ta-vola che alimentano le specula-zioni ma anche gli sprechi”. FAIcommercializzerà solo prodottinazionali.

FAI

Brand degli agricoltoriProgetto Coldiretti

È stato il Ministro Mario Cataniaad inaugurare allo stand del Csola nuova banca dati on line lan-ciata in anteprima al Macfrut edisponibile in versione “open”all’indirizzo internethttp://nuovo.csoservizi.com//La banca dati on line di Cso, at-tiva dal 1999, rappresenta oggiun punto di riferimento per co-noscere i dati e le informazionipiù aggiornate sul settore.I servizi on line, nella nuova ver-sione del sito presentano unamaggiore interattività e unaapertura ai socialnetwork. Lanuova banca dati on line contie-ne informazioni sui consumi,previsioni di produzione, anda-mento del mercato e delle pro-duzioni sia frutticole che ortico-le; disponibili inoltre numerosicontenuti media, una sala stam-pa virtuale, immagini video e fo-to in continuo aggiornamento adisposizione del sistema produt-tivo ma anche dei consumatoriinteressati a conoscere cosa cista dietro un prodotto acquistatoal supermercato.“I servizi on line - ha dichiaratoPaolo Bruni , Presidente di Cso -interpretano il bisogno semprepiù forte dell’Italia di fare siste-ma coinvolgendo tutti i protago-nisti della filiera”.“In questi anni - ha detto MarioTamanti, consigliere delegatoCso - sono stati fatti passi da gi-gante sul fronte della fruibilitàdelle informazioni e Cso è unpunto di riferimento in Italia.Dal 2004 ad oggi la banca datiCso ha registrato oltre un milio-ne di visitatori unici”.

CSO

Nuova e più esaustivala banca dati on line

Union Camere Emilia-Romagnae Aster hanno presentato, nel-l’ambito di Macfrut 2012 la reteEnterprise Europe Network, reteeuropea a supporto della compe-titività ed innovazione delle pic-cole e medie imprese. Nata nel2008 su iniziativa della Commis-sione Europea, offre un sistemaintegrato di servizi per supporta-re le aziende nell’individuarenuovi partner commerciali e tec-nologici all’estero e per favorirel’innovazione e il trasferimentotecnologico, grazie al coinvolgi-mento delle Camere di Commer-cio, Agenzie di Sviluppo regiona-li e Centri Tecnologici, per un to-tale di 600 punti di contatto in 49paesi attraverso l’Europa. “L’evento odierno - ha spiegatonella sua introduzione AlbertoZambianchi, presidente della ca-mera di Commercio di Forlì-Ce-sena - dà alle imprese presenti aMacfrut la possibilità di entrarein contatto con operatori stranie-ri e stipulare delle collaborazioniinternazionali. Parallelamenteconsente alle aziende stranieredi ampliare la conoscenza delmercato ortofrutticolo e delle op-portunità di business presenti inItalia”. “Iniziative come queste hanno loscopo di contribuire in manieraconcreta ad ottimizzare le politi-che pubbliche a sostegno del set-tore agro-alimentare e favorirel’internazionalizzazione delleimprese emiliano-romagnole.L’apertura ai mercati esteri è difondamentale importanza perfavorire l’uscita dalla crisi dell’a-groalimentare”.

ASTER

Enterprise Europe,network per l’estero

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Nell’ultimo anno una famiglia sutre ha alleggerito il carrello ali-mentare e il 41,4% dei nuclei fa-miliari che hanno ridotto gli ac-quisti ha ammesso di aver dimi-nuito gli acquisti di frutta e ver-dura. Colpa dei prezzi al consu-mo troppo variabili, dell’educa-zione a una sana alimentazionenon ancora radicata, della mino-re capacità di spesa che induce aconsiderare la frutta un “lusso” ea comprare cibi dal basso costoma dall’elevato contenuto calori-co. È quanto emerge da un’anali-si di Confagricoltura, Cia-Confe-derazione italiana agricoltori, Fe-dagri-Confcooperative, Legacoopagroalimentare e Agci-Agrital,presentata in occasione di Mac-frut 2012 a Cesena Fiere. Così, nel 2011, ogni famiglia haacquistato 5 chili in meno di frut-ta, 3 chili in meno di verdura e 1chilo in meno di ortaggi surgela-ti, portando a un calo complessi-vo dei quantitativi del 2,6 percento tendenziale, per un totaledi 8,3 milioni di tonnellate - spie-gano le organizzazioni. In realtà,però, la crisi dei consumi di orto-frutta parte da più lontano: inundici anni, infatti, gli acquistisono diminuiti del 23 per cento,passando dai 450 chili a famigliadel 2000 ai 347 chili del 2011.Vuol dire che in poco più di undecennio si sono persi per stradaoltre 100 chili per nucleo familia-re, con conseguenze dirette sulladieta degli italiani e soprattuttosui redditi dei produttori. Oggiinfatti la spesa annua per l’orto-frutta si attesta mediamente so-pra i 13 miliardi e i prezzi al con-sumo, anche con i consumi in di-scesa, aumentano invece di dimi-nuire (rispettivamente +5,8% lafrutta e +4,8% i vegetali freschiin termini tendenziali ad agosto,ultimo dato disponibile), con ilrisultato che gli agricoltori nonne traggono alcun vantaggio. È

evidente che oggi il settore ha bi-sogno di un vero piano di ristrut-turazione che si fondi su una vi-sione strategica.Oggi l’export di frutta e verdura,compresa l’ortofrutta trasforma-ta, vale 6,7 miliardi di euro l’an-no, ma considerato che entro iconfini nazionali si consumameno del 25% di quel che si pro-duce, è evidente che bisognaorientarsi verso un forte incre-mento della capacità di esporta-zione. Tanto più, è stato detto alconvegno, che la domanda mon-diale, sostenuta proprio dai paesiBric, è passata da 70 a 170 miliar-di di dollari in pochi anni. Perfarlo, però, occorre agire sullaframmentazione di tutte le com-ponenti della filiera, sulla fortepolverizzazione dei soggetti e sul-la mancanza di innovazione.E poi bisogna lavorare sulla do-manda interna, cercando di recu-perare quel calo dei consumi diortofrutta ampliato dalla crisieconomica. È necessario anchefrenare il progressivo abbandonodei principi della dieta mediter-ranea a favore del consumo di“junk food” da parte dei più pic-coli e investire di più su una cul-tura alimentare che privilegi l’or-tofrutta in un’ottica di prevenzio-ne e tutela della salute. ●

Carrello della spesa più leggeroE si rinuncia a frutta e verdura

Confagricoltura, Cia, Fedagri, Legacoop e Agci, unitein un convegno, lanciano l’allarme: consumi in costante

frenata, urgono politiche di rilancio della domanda

“Il problema numero uno perl’ortofrutta italiana è la man-canza di equilibrio tra la do-manda e l’offerta. Non c’è ar-ticolo 62 che tenga fino a chel’offerta resterà frammentatarispetto ad una domandaestremamente concentrata. Èper questo che a nostro avvi-so l’aggregazione è e restauna necessità per tutelare iredditi dei produttori. Ma an-che per rafforzare la competi-tività delle nostre imprese or-tofrutticole sia sul mercatointerno che su quellointernazionale”. Lo ha detto

il presidente di Fedagri-Conf-coopeative Maurizio Gardininell’ambito della tavolarotonda “Filiera OrtofruttaItaliana”.A rendere molto più difficilel’accesso ai mercati, in parti-colare quelli extra-UE, è lapolverizzazione delle aziendeagricole italiane: nel compar-to ortofrutticolo le nostre im-prese hanno infatti unadimensione media moltocontenuta pari a 1,9 ettaricontro i 5,2 della Francia e i2,8 della Spagna.

Filiera.“Pesa” la scarsa aggregazione

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Pinzimonia, Delicata, Cremoso,Coccola, Generoso, Vellutata, Pic-colino, Giusta, Trottola, Esmeral-da, Rugginella, Montanara, Croc-chia, Rossella, Spicchia e Candi-do: queste le sedici referenze topdi gamma con le quali Alce Neroentra nel mercato del fresco bio-logico presentandosi a Macfrut,mai come quest’anno sensibile albiologico. Coltivate dagli agricoltori diBrio, socio dell’azienda da giu-gno 2011 puntando ad offrire sulmercato varietà d’eccellenza del-l’ortofrutta biologica, Alce Neroha scelto nomi di fantasia, cheevocano le caratteristiche orga-nolettiche, sensoriali o le pecu-liarità d’uso dei singoli frutti eortaggi. Così la Pinzimonia è una carotacon ciuffo che arriva da Sicilia,Emilia Romagna, Lazio e Abruz-zo: dal sapore dolce e croccante, ètagliata con il ciuffo corto (4-5centimetri), ed è priva del fittoneinterno. La Vellutata è inveceuna pesca tabacchiera che pro-viene dalla Calabria dove vienecoltivata utilizzando un attentodiradamento dei frutti che neconsente una migliore crescita.La Giusta è la banana biologicaFairTrade Alce Nero, frutto del la-voro di cooperative di produttoriin Costa Rica e Santo Domingo. Sette gli ortaggi della gamma (ca-rota, zucchina, patata, finocchio,cipolla rossa, pomodoro cuor dibue e pomodoro datterino) e no-ve i frutti (arancia, fragola, bana-na, avocado, pesca, albicocca, uvarossa, mela granny smith e melarugginosa) tutti coltivati secondoi disciplinari dell’agricoltura bio-logica che prevede attente prati-

che agricole utili ad ottenere l’e-saltazione delle caratteristicheorganolettiche e di sapore deiprodotti. La linea “top” dell’ortofrutta bio-logica di Alce Nero si affianca aduna più classica ma completagamma di frutta e verdura biolo-giche. “Gli agricoltori della storica coo-perativa Primavera di Verona e diBrio completano con questa li-nea non solo la nostra propostadi biologico italiano ma anche lanostra possibilità di incidere conpiù forza nell’estensione e nel-l’organizzazione dell’agricolturabiologica nel nostro paese”, hadetto il presidente di Alce Nero eMielizia, Lucio Cavazzoni.Per Andrea Bertoldi, amministra-tore delegato di Brio SpA, “quellache proponiamo è una filieracorta, che porta frutta e verdurabiologica dal produttore allo scaf-fale. Unendoci ad Alce Nero vo-gliamo lanciare un messaggio:per ottenere buoni risultati oc-corre mettersi insieme con altrerealtà che condividono i medesi-mi valori”. Presente dal 1978 nel settore delgrocery biologico (sono oltre 250le referenze attualmente in ven-dita nei negozi specializzati enella grande distribuzione), AlceNero amplia così il raggio delleopportunità riservate a chi sce-glie i suoi prodotti. Per farlo, puòcontare su un partner di ricono-sciuta qualità ed esperienza co-me la veronese Brio e la coopera-tiva Primavera che la controlla,una delle più importanti aziendedi produzione e commercializza-zione di ortofrutta biologica inEuropa.

Ccpb srl e il Consorzio il Bio-logico erano presenti alla ras-segna di Cesena con uno spa-zio espositivo. “Ci pare vi siauna maggiore attenzioneall’importanza della sostenibi-lità come volano per lo svilup-po della frutticoltura naziona-le”, sottolinea il Ccpb in un co-municato. “Come organismo di controlloe certificazione sappiamo chequesta è la strada che garanti-sce la qualità dei prodotti fina-li e dei sistemi produttivi”. Lino Nori (a destra nella foto),presidente del Consorzio ilBiologico sottolinea come“spesso la sostenibilità è solouna bella parola, a MacFrutabbiamo visto invece congrande piacere tanti progettiche prendono concretezza”. Unprogresso che, fa notare anco-ra Nori, “vede protagonisti nonsolo nuovi operatori finora di-stanti da politiche sugli impat-ti ambientali, ma anche colo-ro che da anni lavorano nelbiologico”.Fabrizio Piva (foto a sinistra),Ad di Ccpb Srl, spiega che“Macfrut è un’occasione perriaffermare il ruolo della certi-ficazioni a favore di un settore,quello ortofrutticolo, che inquesti anni i consumatorihanno vissuto come elementodi naturalità. Non a caso ilbiologico agroalimentare è co-stituito per il 30,4%dall’ortofrutta”. Ccpb ha ora avvicinato allacertificazione biologica e diproduzione integrata l’impattoambientale verificato.

Temi emergenti. Sviluppo compatibile

Alce Nero entra nel fresco “bio”

Sfruttando la partnership con Brio, socio da giugno 2011,lancia sul mercato sedici referenze top di gamma.

Organizzazione e filiera corta gli ingredienti dell’operazione

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IMBALLAGGI RIUTILIZZABILI, C’È EUREPACK

SPAZI ESPOSITIVI PIÙ ACCATTIVANTI CORNER FRUTTERIA GRIFFATO ALMAVERDE

CATANIA TRA GLI STAND DELLA FIERA APPLAUSI ALLA CAMPIONESSA IDEM

T18 “SPOSA” L’AZIENDA SICILIANA FERRISI TALK SHOW SULL’UVA CON FRUITIMPRESE

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● Salvo Garipoli Raffaello Bernardi *

In un contesto di mercato in con-tinua evoluzione emergono nuo-vi stili di acquisto e consumo. Iltema della sostenibilità nell’acce-zione del rapporto con il territo-rio, attraverso le sue peculiari de-clinazioni, rappresenta uno deglielementi di più concreta valoriz-zazione dell'ortofrutta in store.Lo scenario dei consumi dome-stici ci presenta l’acutizzarsi diuna crisi strutturale del sistema:- In generale, il potere di acquistodelle famiglie nel secondo trime-stre del 2012 è in calo del 4,1% ri-spetto al secondo trimestre del2011, mentre la propensione alrisparmio è pari all'8,1% (fonteISTAT)- I dati sugli acquisti domestici diortofrutta (AT Giugno 2012 vs ATGiugno 2011) registrano un -1,1%a volume a fronte di un +1,6% avalore (Fonte: Osservatorio con-sumi ortofrutticoli di Macfrut)- Dal 2006 al 2011 ogni famigliaha ridotto i propri acquisti di or-tofrutta di circa 12 kg, per unacontrazione totale del mercatointerno pari a 299.000 tons. Dal punto di vista qualitativo, ilmercato presenta dinamiche chevedono:- L’affermarsi della distribuzionemoderna come canale di riferi-mento per gli acquisti di ortofrut-ta (57% a volume; 60% a valore).- Il consolidarsi del ruolo strate-gico del reparto e dell’offerta or-tofrutticola nel processo di sceltadel luogo di acquisto da parte delconsumatore finale.- Le performance di segmenti dimercato, in particolare dei pro-dotti premium e del biologicoche, proprio nell’ultimo anno,manifestano trend positivi in de-cisa controtendenza con i dati ge-nerali di scenario. Muovendo da queste premesse

nel corso dell’ultima edizione diMacfrut, SG Marketing ha presen-tato un proprio studio condottosul consumatore italiano, voltoad indagare il “ruolo della soste-nibilità nel processo di acquistodei prodotti ortofrutticoli”.L’indagine consumer ha visto lapartecipazione, via web, di oltre600 consumatori e responsabiliacquisti; il campionamento è sta-to effettuato per quote rappresen-tative della popolazione italianasulla base dei dati ISTAT per areaterritoriale, genere, età e titolo distudio. L’immagine che l’analisi ci con-segna è quella di un consumatoreche manifesta una rinnovata au-tonomia decisionale orientata aibenefici intrinseci dei prodottiortofrutticoli, ai processi di pro-duzione rispettosi dell’ambientee al valore dell’acquisto. In generale, il consumatore mo-stra una spiccata sensibilità versoi temi inerenti la sostenibilità;nelle scelte di tutti i giorni assu-mono un connotato fondante:- l’economicità: la riduzione de-gli sprechi, il miglioramento del-

le condizioni di vita e la ricercadi prezzi equi, con più del 68% diaccordo ciascuno, rappresenta-no, in ordine di importanza, iprimi item segnalati:- l’ambiente: il rispetto dell’am-biente con il 67.9% costituisce laquarta tematica segnalata, a cuiaffiancare la rilevanza riservataal risparmio idrico (64.3%) qualespecifica organica. La cosa interessante è che tale ge-nerica propensione al “sostenibi-le” si traduce, per il campione in-tervistato, in tangibile fattore discelta dei prodotti ortofrutticoli. Se al primo posto, infatti, il con-sumatore pone gli elementi di-stintivi classici della freschezza edel prezzo, molto importanti ri-spettivamente per il 70% ed il60,4%, il rispetto della saluteumana e i benefici funzionali(58,5% il primo e 54,2% il secon-do), insieme al rispetto per l’am-biente (51%), rappresentano ele-menti che, aggiunti all’italianità(49%) e alla connotazione territo-riale nell’accezione di local(45%), completano il profilo diuno shopper che fa del proprio

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Sostenibilità driver sempre più importante per le famiglie

Indagine tra 600 consumatori e responsabili d’acquisto:emerge una rinnovata attenzione ai benefici intrinseci

degli ortofrutticoli. Ma la comunicazione non è all’altezza

* cash & carry; spacci aziendali, porta a porta, in regalo

+ 0,2

+ 0,7

0,9

+ 0,4

+ 0,4

1,0

56,6% 59,5%

Fonte: elaborazione SG Marketing su dati Osservatorio dei Consumi Ortofrutticoli delle famiglie italiane di MACFRUT

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benessere il driver fonda-mentale nella scelta, acqui-sto e consumo del prodottoortofrutticolo. Tale sensibi-lità è maggiormente spic-cata tra le donne, mentre ilcampione degli uomini at-tribuisce maggiore signifi-catività al ruolo della mar-ca e al livello di servizio aggiun-to. Grazie all’indagine è stato,inoltre, possibile sondare la pre-senza di aree strategiche rilevan-ti; sotto questo aspetto, l’analisidella domanda potenzialmenteattivabile in presenza di valori“aggiunti” comunicati al variaredel prezzo ha evidenziato che:- Esiste una quota percentuale diintervistati che va dal 55% al 72%disposta a pagare fino al 15% inpiù in presenza di prodotti chepresentino connotati specifici re-lativi alla sostenibilità. Le carat-teristiche attinenti alle peculia-rità dei territori di produzione sa-rebbero in grado di intercettare

la preferenza di oltre il 60% delcampione.- L’impegno delle insegne versoprogrammi a supporto di am-biente, economia e territorio èconsiderato dagli intervistati unelemento qualificante e distinti-vo (84,1% di molto + abbastanzaimportante). - La presenza di prodotti sosteni-bili in termini economici, am-bientali e sociali risulta nel com-plesso non adeguatamente perce-pita all’interno dei punti venditanormalmente frequentati dai ri-spondenti all’indagine, segnoevidente dell’esistenza di un con-temporaneo gap di comunicazio-

ne e di offerta. Di fronte ad un consumato-re che si confronta con ilprocesso di scelta, acquistoe consumo in relazione al“sé” ed all’”ambiente cheabita”, l’impegno concretoda parte della produzione edella distribuzione deve an-

dare nella direzione della sempli-ficazione e del sostegno alla do-manda, a partire dal punto ven-dita. Esistono delle aree di valorizza-zione dell’offerta ortofrutticolaconcretamente attivabili. In que-sto contesto, il ruolo della comu-nicazione diventa tanto più fun-zionale al mercato quanto più èin grado di rendere percepibilicaratteristiche, percorsi e valori,mettendo al centro il consumato-re e i suoi bisogni. Il territorio è una delle possibilideclinazioni tangibili, probabil-mente la più “naturale”.

*Sg Marketing

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APO SCALIGERA

61%

38%

28%

15%

QUOTA DI DOMANDA POTENZIALE INTERCETTABILE ALVARIARE DEL PREZZO PER FATTORI DI SOSTENIBILITÀ

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“Regole chiare e inequivocabili, misure di sostegnopiù efficaci, e maggiore attenzione per la tutela am-bientale e la salvaguardia del reddito dei produttori”.Queste le richieste di Italia Ortofrutta Unione Na-zionale sull’OCM ortofrutta.Se ne è parlato al Macfrut di Cesena, durante il con-vegno organizzato dall’Unione su “Esigenze e propo-ste dell’ortofrutta organizzata nel quadro complessi-vo di riforma degli strumenti di sostegno”. Un patri-monio, quello dei fondi di esercizio, di circa 413 mi-lioni di euro, con un incremento - per quanto ri-guarda le somme ricevute dall’Italia - pari al 36% nelperiodo 2002/2010.Nel suo breve intervento di saluto, Carmelo Vazzana,vice presidente vicario di Italia Ortofrutta, tra i prin-cipali ispiratori del nuovo soggetto associativo, ha ri-cordato le tappe del percorso da cui è nata l’attualeUnione, parlando di un processo evolutivo che oggicostituisce valore per ciascun Associato.Ad aprire i lavori, il presidente di Italia Ortofrutta,Ibrahim Saadeh, che ha ribadito l’importanza del-l’Ocm per il settore ortofrutticolo e la centralità, inessa, del ruolo delle Organizzazioni di Produttori edelle funzioni loro attribuite. Il numero uno dell’U-nione ha richiamato l’attenzione sull’attuale mo-mento, di approfondimento e riflessione, il cuiobiettivo è “migliorare la futura Ocm ortofrutticolaper renderla ancora più aderente alle esigenze e aibisogni dei produttori e di tutto il sistema ortofrutti-colo”. Un’evoluzione, ha proseguito, che dovrà pun-tare a stabilizzare il reddito delle imprese agricole.Per Saadeh, “quello ortofrutticolo rimane un model-lo da imitare nell’ambito della definizione dellenuove regole della Pac”. Proprio per questo, secondoItalia ortofrutta, l’Ocm è e dovrà essere sempre piùpolitica di sostegno virtuosa che premi i modelli diagricoltura competitiva in grado di reggere il con-fronto con i mercati.Del medesimo avviso, il direttore dell’Unione, Vin-cenzo Falconi, che ha richiamato l’attenzione sul-l’opportunità - in questa delicata fase di scrittura de-finitiva della PAC - di rafforzare la competitività del-le OP e di perseguire obiettivi maggiori, se necessa-rio anche attraverso la creazione di nuovi strumentidi sostegno. In particolare, Falconi ha individuatocinque aree - prevenzione e gestione delle crisi, de-

marcazione tra Piani di Sviluppo Rurale e OCM, mi-sure di sostegno accoppiato, tutela dell’ambiente eRete Ortofrutticola - e, per ognuna di esse, ha sugge-rito correttivi e possibilità di miglioramento. Si va,ad esempio, dalla necessità di definire regole dicomplementarietà e coerenza tra OCM e SviluppoRurale, la cosiddetta “demarcazione”, alla revisionedel Fondo Mutualistico in modo da renderlo stru-mento di sostegno con durata poliennale e valenzaanticiclica, dalla possibilità di applicare un gree-ning in regime semplificato o al totale esonero daesso all’istituzione di una “Rete Ortofrutticola Na-zionale” di cui facciano parte, oltre agli operatori,anche le amministrazioni del settore.Un tema, quello della Rete Ortofrutticola, sul qualeil dottor Giuseppe Blasi, Capo Dipartimento dellepolitiche europee e internazionali e dello svilupporurale presso il Mipaaf, ha dichiarato sostanziale di-sponibilità del dicastero. Blasi ha raccolto pure altresollecitazioni di ITALIA ORTOFRUTTA: sul tema del-l’ammissibilità dei costi legati alla Gestione Ecolo-gica Imballaggi (GEI), ad esempio, ha annunciato ilricorso alla Corte di Giustizia da parte dell’Italia pernon penalizzare il settore con spese giudicate noneleggibili al sostegno.L’onorevole Paolo Russo, Presidente della Commis-sione Agricoltura alla Camera dei Deputati, haespresso apprezzamento per la fusione da cui è nataItalia Ortofrutta, giudicandola “elemento di moder-nità” e non mera aggregazione tra soggetti simili.Allo stesso modo, ha notato l’assenza di richieste difondi, una serie di proposte concrete e la domandadi “norme chiare e intellegibili”, chiedendosi, adesempio, se in Italia valga la pena di avere 21 diffe-renti Piani di Sviluppo Rurale. La conclusione dei lavori è stata affidata a GianniPetrocchi, Delegato di Consiglio Italia Ortofrutta.Nel compendiare le relazioni ascoltate, Petrocchi hainvitato la platea a non sottovalutare che, in un mo-do o nell’altro, “la riforma della PAC avrà ripercus-sioni sul settore ortofrutticolo”. Petrocchi si è dettorammaricato e sorpreso dall’iniziativa della Com-missione in tema d’imballaggi ecosostenibili. Ciònonostante, ha subito chiarito che le OP dell’Unioneproseguiranno il loro impegno verso il rispetto e latutela ambientale. (E.Mùr.)

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«Regolechiare»Pac e Ocm al centro

di un convegno organizzatoda Italia Ortofrutta

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Come promuovere il consumo difrutta e verdura di qualità, pre-ziose per una dieta sana ed equi-librata, in mercati importantiquali Italia, Francia e Germania?Come rassicurare i consumatorisulla loro salubrità, sicurezza eaffidabilità? Per rispondere aquesta esigenza è nato “Fruitylife,Frutta e verdura, sana e sicura”,un progetto coordinato da Ali-mos - cooperativa che riunisceenti pubblici, unioni di produtto-ri e gruppi cooperativi del settoreagroalimentare e che vede coin-volti nel progetto Alegra, Apo-fruit Italia, Conor, Naturitalia eOrogel Fresco - e cofinanziatodalla Unione Europea e dal Mini-stero delle Politiche Agricole eForestali. L’iniziativa è declinatain diverse attività di informazio-ne e promozione - che coniuganoal tono divulgativo un pizzico diironia - destinate ai consumatorie ai retailer dei tre Paesi coinvol-ti. La prima novità arriva dal web:www.fruitylife.eu, un sito inter-net ricco di informazioni e noti-zie sulla filiera ortofrutticola eu-

ropea, sulla tracciabilità dei pro-dotti e sulla sicurezza alimentare.A corredare le informazioni, tan-ti link istituzionali e un’ampiasezione dedicata alle ricette: ideee suggerimenti per assaporare iprodotti più diffusi, propostisempre in base al principio dellastagionalità.Oltre al sito internet, per stringe-re ancor di più il legame con iconsumatori, i promotori delprogetto puntano sui socialnetwork. Proprio su Facebook eTwitter (ma anche su youtube),

infatti, saranno veicolati tre vi-deo realizzati per promuovere ilprogetto Fruitylife in rete.La campagna di informazione esensibilizzazione sulla qualità ela sicurezza della frutta e verdurae di promozione dei consumi èun progetto articolato che si svi-lupperà nel triennio 2013-2015 inItalia, Francia e Germania, perun budget complessivo di 1,5 mi-lioni di euro. Il programmaFruitylife punta a raggiungere iconsumatori soprattutto attraver-so attività mirate sul web e sui so-cial media, senza peraltro trascu-rare il retail. Tra le prime inizia-tive messe in campo, infatti,campagne di informazione e pro-mozione diretta in negozi, super-mercati e nelle strutture della ri-storazione collettiva, dove saran-no allestiti spazi ad hoc nell’areariservata all’ortofrutta. Nel mate-riale informativo che verrà distri-buito, spicca il folder con il ca-lendario dell’ortofrutta. L’obiettivo di fondo è quindi ras-sicurare i consumatori sul fattoche l’ortofrutta europea è sicura,affidabile e controllata. ●

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“È fondamentale acquisire fin da piccoli delle sa-ne abitudini alimentari. Ecco perché Frutta nellescuole rappresenta un programma davveroimportante che non solo si rivolge agli alunnidelle scuole primarie, ma offre validi strumentianche agli insegnanti e alle famiglie”. Così il Mi-nistro delle politiche agricole alimentari eforestali, Mario Catania, dal MacFrut di Cesena,ha annunciato l’avvio della IV edizione delprogramma comunitario coordinato dal Mipaaf ecofinanziato dall’Ue, per un totale di 35 milionidi euro. Per l’anno scolastico 2012-2013, “Frutta nellescuole” coinvolge un totale di 1.050.000 alunni e6.600 istituti di tutta Italia, pari a circa il 40% del-la popolazione scolastica complessiva. I prodotti

saranno gustati in tutti gli otto lotti regionali,privilegiando quelli stagionali, di qualità (Biolo-gico, DOP, IGP) e del territorio.Almeno una volta a settimana, e per almeno 42volte durante tutto l’anno scolastico, la merendadi metà mattina dei bambini sarà sostituita dafrutta fresca o da spremute e centrifughe prepara-te al momento. Una particolare attenzione èriservata anche all’impatto ambientale di questainiziativa, che si avvale dell’utilizzo di contenito-ri e confezioni biodegradabili o riutilizzabili Inol-tre, per aumentare l’efficacia del programma, sa-ranno realizzate misure di accompagnamento,già sperimentate nelle edizioni precedenti, comele visite alle fattorie didattiche, ai mercati degliagricoltori e la coltivazione di orti scolastici.

Oltre un milione di studenti e 6.600 istituti coinvoltiIl quarto atto di Frutta nelle scuole privilegia prodotti stagionali e Igp

Salubrità e sicurezza: Frutylife in scena a Roma, Berlino e Parigi

Il progetto promozionaleè promosso da Alimos conil contributo Ue e Mipaaf

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“La crisi c’è. E colpisce du-ro. Ma proprio questo è ilmomento giusto per inve-stire in tecnologie ponendole basi della “ripartenza” eaumentando la competiti-vità anche nei confronti deimercati emergenti. Urge,però, un cambio di menta-lità”. Un Angelo Benedetti senzapeli sulla lingua quello cheal Macfrut si è presentatodavanti ai giornalisti perparlare delle novità di Uni-tec, che a Cesena ha espostouna gamma di macchine esistemi innovativi finalizza-ti a migliorare capacità, de-licatezza, qualità e a risparmiaremanodopera. “In Italia si ponegrande attenzione al costo dell’in-

vestimento e si pretendono tempirecord per la consegna dei mac-chinari”, ha sottolineato Benedet-

ti. “Non è facile lavorare inqueste condizioni ma Uni-tec, all’avanguardia sulfronte della ricerca e svi-luppo, settori seguiti dauna quindicina di nostricollaboratori, riesce a ri-manere competitiva ed an-zi ha aumentato il fatturatonegli ultimi anni”.Ma l’Italia dell’ortofruttapuò uscire dalla crisi? Co-me? “Smettendola di pian-gersi addosso. Per troppotempo tante realtà, soprat-tutto a monte della filiera,non hanno lavorato per ilmercato ma seguendo altrelogiche. Dobbiamo punta-

re su innovazione e creatività,che non mancano certo nel no-stro Paese”.A Cesena Unitec ha presentatouna gamma di macchine e siste-mi innovativi, accumunati dall’o-biettivo di fornire agli operatoridel settore di compiere passiavanti nei processi di lavorazionein termini di maggiore capacità,delicatezza, qualità e risparmio dimanodopera. La novità numero uno presentatada Unitec è il sistemaUNI_SLM_APRICOT VISION(candidato al premio innovazio-ne “Oscar Macfrut 2012”) checonsente un’accurata selezionedelle albicocche sovra mature e dialtri frutti. In vetrina ancheUNI_BOX, macchina in grado dimigliorare l'organizzazione dellavoro negli stabilimenti di confe-zionamento di frutta e verdura;UNICAL_700, calibratrice elettro-nica dedicata alla lavorazione del-le mele, caratterizzata da una tec-nologia in grado di preservarequesti frutti durante le fasi d’in-gresso e di scarico; ed infineUNI_ONE LF JOLLY, macchinache adotta una tecnologia di cali-bratura estremamente versatile,adatta a svariati frutti. (M.Ald.)

Primo piano

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Unitec: «Investire in tecnologie contromisura ideale alla crisi»

L’azienda di Lugo di Romagna presenta nuove soluzioni. Benedetti:

servono innovazione e creatività

Unicredit, presente con uno stand a Macfrut, ha dedicato le sueenergie agli incontri “B2B” (Business to Business) volti a favorirel’export di prodotti ortofrutticoli locali in Polonia e in Russia.Un’iniziativa denominata “Agrifood Cesena”, che ha consentito ac-cordi importanti fra diverse decine di produttori e buyers interna-zionali, garantendo ai partecipanti un’assistenza finanziaria sicurae precisa. Grazie a questo progetto, infatti, le aziende aderenti potranno esse-re seguite dai team di esperti operanti nelle banche del Gruppo deiPaesi dell’Europa Centro Orientale. Il servizio prevede una consu-lenza a 360 gradi sugli aspetti di natura economica, merceologica,fiscale e legislativa dei due paesi target, e sostegno concreto all’atti-vità di export. UniCredit è presente con 1.030 sportelli in Polonia con BankPekao SA (seconda banca del Paese) e con 123 in Russia conUniCredit Bank ZAO (terza banca privata del Paese). La quota diesportazioni verso mercati ad alto tasso di crescita - come quellorusso e quello polacco - è ancora ridotta, pur registrando un buontrend di crescita. Ad esempio la provincia di Forlì-Cesena nell’ulti-mo anno ha aumentato del 24% l’export, verso la Polonia, di fruttae ortaggi lavorati e conservati (dati Istat - II trimestre 2012 vs II tri-mestre 2011). Sono ottime, inoltre, le previsioni riguardanti lo svi-luppo del mercato dei prodotti biologici: secondo l’Ice nei prossimianni tale segmento crescerà del 200%, con grosse potenzialità perle aziende italiane.

Export in Russia e PoloniaIncontri B2B e servizi dedicati di Unicredit

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ACFRUT AZIENDEPRIMO PIANO P

Pomodori sugliscudi in occa-sione del Toma-to Excellent2012, premiodedicato allemigliori varieta di pomodoroprodotte in Si-cilia giunto allaseconda edizio-ne.Ogni varietà inconcorso è stata sottoposta al giu-dizio di una Commissione Tecni-ca Esaminatrice e di una Com-missione Nazionale Giudicatriceoltre che da una CommissionePanel Test (novità rispetto allaprima edizione) che nelle lorovalutazioni hanno tenuto presen-ti le caratteristiche organoletti-che, l’adattabilità nel territorio,le resistenze genetiche, la compe-titività nazionale e internaziona-le.Monsanto l’ha vinto nella catego-ria grappolo, con Ventero. Il pre-stigioso premio e frutto di un la-voro di squadra e di partnershipche Monsanto ha stretto con iprincipali produttori di pomodo-ro siciliani.Il grappolo rappresenta una veraalternativa al ciliegino per svi-luppare produzioni a forte valoreaggiunto, offrendo produttivita eminori costi di gestione.Riconoscimento anche perNunhems i cui pomodori ibridiMarimba e Marinda, rispettiva-mente un insalataro e un costo-luto, si sono aggiudicati il primoposto nelle loro categorie all’in-terno dello stesso “Tomato Excel-lent”.Soddisfatto Rosario Tumino, Sa-les Specialist Nunhems per il po-modoro da mercato fresco dellaSicilia che ha commentato: “Sitratta di un riconoscimento chepremia il nostro impegno nel po-modoro da consumo fresco.

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MONSANTO - NUNHEMS

Il top dei pomodori al Tomato Excellent

“Vieni a dire la tua”: con questoslogan Bestack, il Consorzio cheraggruppa i fabbricanti di Carto-ne Ondulato per ortofrutta, hainvitato i frequentatori di Mac-frut a partecipare all’iniziativavolta a sensibilizzare l’utilizzo dimateriali rinnovabili e riciclabi-li. Durante la manifestazione èstato creato un set fotograficocon la presenza di Writers crea-tori di una sceneggiatura in verostile “street art”.Centinaia sono state foto scattatedurante la tre giorni di fiera,compresi gli alunni delle scuoleelementari e blogger incuriositi.

Oltre tremila le persone che du-rante la prima settimana hannointeragito con la pagina Face-book di “Martina e il ConsorzioBestack” dove sono presenti tuttigli scatti dell’iniziativa.La pagina è in continuo aggior-namento e sarà la portavoce an-che degli studi e delle ricerchescientifiche in ambito ambienta-le che il Consorzio ha sviluppa-to. Tanti “Mi Piace”, perfino daSpagna e Germania per questanuova pagina.“Un modo per avvicinare gliesperti del settore ai temi dellanostra ricerca ai quali occorredare la massima visibilità oltreche iniziare a sviluppare una re-te di contatti in grado in futurodi contribuire a fare un poco dicultura scientifica in tal senso”,il commento di Claudio Dall’A-gata.

BESTACK

Lo stand diventaset fotografico

Grande affuenza nello stand diUnaproa allestito per la campa-gna “Nutritevi dei colori della vi-ta”. Anche Mario Catania, mini-stro per le Politiche Agricole,Generi alimentari e Forestali, èpassato allo stand per assapora-re le ricette dello chef FrancescoPesce per una sana e nutrientecolazione a base di frutta e ver-dura.Il ministro, accompagnato dalpresidente di Unaproa Ambro-gio De Ponti, si è intrattenutocon il pubblico che per tutta lagiornata ha affollato lo spazio aipiedi del Palatino.

Qui le famiglie hanno ricevutotutte le informazioni utili sulleproprietà nutrizionali dei pro-dotti ortofrutticoli, anche sottoil profilo della sicurezza alimen-tare. Per tutti assaggi di frutta everdura. Distribuite gratuita-mente bustine pronte per l’usocon carote, mele e uva. E poi sac-chetti con insalata, prugne, susi-ne, succhi di frutta e zuppe. Tan-to divertimento per i più piccolicon clown e giocolieri. Preziosianche i suggerimenti dei nutri-zionisti in ambito alimentarevolti a stimolare comportamentipiù salubri e prevenire squilibrinutrizionali. L’evento si inserisce nella cam-pagna “Nutritevi i colori dellavita”, programma di diffusionedelle informazioni sulle pro-prietà nutrizionali dei prodottiortofrutticoli.

UNAPROA

Tappa fortunata per i “Colori della vita”

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ACFRUT AWARD

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Gli Oscar di Macfrut per l’Inno-vazione e la Ricerca incoronanola pera Falstaff “Abate rossa” edinoltre i prodotti di SormaGroup, Bonduelle, La Linea Verdee Cm SrlI visitatori e gli espositori dellafiera hanno assegnato il premioa quella che è già stata ribattezza-ta “Abate Rossa” per la sua somi-glianza con la Abate Fétel, la cul-tivar più diffusa in Italia. A diffe-renza di quest’ultima, però, laFalstaff si distingue per la stabilecolorazione rossa ed un saporecaratterizzato da aromi speziati,come vaniglia e cannella. A riti-rare il premio generale dei visita-tori, l’ultimo giorno di fiera, èstato Walter Faedi, dell’Unità diricerca per la frutticoltura diForlì del CRA (Consiglio per la ri-cerca e la sperimentazione inagricoltura).Gli altri Oscar Macfrut, giunti al-la terza edizione, sono andati co-me di consueto a quattro diversecategorie di prodotti, ognuno aivertici della propria categoriaper capacità d’innovazione. Per la categoria Macchine e tec-nologie per la selezione e il con-fezionamento è risultata vincitri-ce la WD4-125 del Gruppo Sorma:una macchina pesatrice ad altis-sima precisione (accuratezza algrammo), particolarmente indi-cata per gli agrumi, che consenteun significativo abbattimento deicosti di manutenzione. La com-missione di esperti l’ha ritenutain grado di velocizzare sensibil-mente i processi aziendali, au-mentando dunque la produtti-vità, grazie ai suoi quattro nastriindipendenti (ognuno con ca-pienti tazze a rivestimento inter-cambiabile), in grado di pesarefino a 100 confezioni da un chilo-grammo in un minuto.Nel settore packaging e materialid’imballaggio ha prevalso la nuo-va confezione amica dell’am-

biente “Agita & gusta” di Bon-duelle che fa affidamento su unpackaging ottagonale eco-friendly, in grado di conservarein modo ergonomico, e offrire almeglio al consumatore, una por-zione di verdure, cereali o pinzi-monio di quarta gamma. La par-ticolare forma della confezionepermette di ridurre l’impatto am-bientale dell’imballaggio stesso.Oltre a semplificare la vita alconsumatore, dato che il conte-nuto è pronto all’uso in quattrosemplici mosse. Tra i sementi e i prodotti orto-frutticoli freschi, la commissionedi esperti ha premiato il frappè

fresco “Dimmi di sì” della LineaVerde. Un prodotto che si distin-gue dagli altri per la sua assolutafreschezza, nel solco già imboc-cato da anni da La Linea Verdecon le sue linee di spremute fre-sche, frullati e zuppe di alta qua-lità. Anche per questo prodottol’attenzione alle materie prime èassoluta, ma in questo caso allafrutta migliore (presidio di salu-brità) si uniscono i benefici dellatte, rappresentando così unapiacevole novità per il banco fri-go del reparto ortofrutta.Trionfatore della categoria Logi-stica e servizi è risultato infine ilRovesciatore Cm165 Flap Fpr del-la società Cm Srl. Si tratta di una macchina piccolae decisamente pratica, con duebenne simili a quelle dei carrellielevatori unite tra loro da un cor-po compatto. Ed è questa sua pra-ticità ad aver convinto la giuria.La sua adattabilità ai diversi for-mati, infatti, permette un agevolesvuotamento dei cassoni di diver-se dimensioni, anche di quellimolto più grandi di lui. ●

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Oscar per l’innovazione, vinconola pera rossa e un poker di “big”

Visitatori ed espositori scelgono l’“Abate” Falstaff mentrenelle quattro categorie del premio, alla sua terza edizione,

sorridono Sorma, Bonduelle, La Linea Verde e Cm Srl

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ACFR

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Anteprima di Macfrut all’inse-gna della fragola con il prestigio-so “International Strawberrymeeting” che nella giornata dimartedì 25 settembre ha riunitoin Sala Europa esperti e studiosidi tutto il mondo per confrontar-si sul tema della fragolicoltura efare il punto sugli andamenti dimercato, ma anche sulle novità ele difficoltà di tutto il processoproduttivo, dai momenti che pre-cedono la raccolta sino alla ven-dita del prodotto finito. Strutturato in due momenti di-stinti, il simposio nella mattina-ta ha dato spazio ai protagonistieuropei della grande distribuzio-ne organizzata, mentre nel po-meriggio esperti dei paesi in cuila produzione di fragole è princi-palmente affermata. La difficoltàdi trovare il giusto equilibrio traqualità e prezzo, la consapevolez-za di avere a che fare con un con-sumatore sempre più attento acome e quanto spende, quindisempre più esigente in materiadi caratteristiche organolettichee qualitative del prodotto, sonoelementi che accomunano le di-verse esperienze europee chia-mate a confrontarsi nella matti-nata di martedì.Anticipata dall’intervento delprof. Carlos Crisosto (Uc Davis,California) che ha illustrato lenovità in materia di tecnologieed esperienze post-harvest, la ta-vola rotonda, moderata da Rober-to Della Casa, docente dell’Uni-versità di Bologna, ha visto i pro-tagonisti confrontarsi su alcunedelle criticità nel commercio del-la fragola, che sempre più neces-sita di garanzie dal punto di vistadelle quantità, a cui solitamentesi risponde diversificando le va-rietà con conseguente allunga-mento del periodo di commercia-bilità del prodotto.Così mentre Stephen Dallman(Total Wordfresh) racconta della

necessità di commercializzare unfrutto che sia più dolce e quindipiù in linea con le aspettative delconsumatore, Jan Engelen (Vei-ling Hoogstraten, Belgio) e Gor-dan Tolevski (Edeka, Germania),sottolineano, nei rispettivi inter-venti come la vera sfida consistanell’adattarsi ai bisogni di unconsumatore che, da un lato, si fasempre più attento e la cui vita,dall’altro lato, si fa sempre piùcomplicata e ha quindi sempremeno tempo per mangiare. Lequantità consumate diminuisco-no e assumono sempre più lesembianze dello snack.Portabandiera della Gdo italianaAlessandro Giannetti di Coop Ita-lia, che ha sostenuto come ilmercato della fragola cresca diun 3-4% all’anno in termini diquantità, grazie al raggiungimen-to di obiettivi prioritari di salu-brità e gusto del prodotto, ma an-che al ripensamento del packa-ging al fine di garantire al consu-matore la possibilità di mantene-

re intatto il prodotto nel tragittopunto vendita-casa”.Nel caso di Coop si ha a che farequasi esclusivamente con prodot-to italiano “ricorriamo a fragoledi importazione, solitamente dal-la Spagna, solo per far fronte aipicchi di offerta” conclude Gian-netti. Dal confronto con la Gdo èemersa la necessità di trovare for-mule di mercato in grado di pre-miare le produzioni di qualità, adiscapito di chi si cura solo dellaquantità. Un tentativo di rendericonoscibile la qualità attraversol’utilizzo di un brand è quella deiSolarelli, linea di qualità di Apo-fruit, raccontata da Walter Buc-cella. L’incontro tra le due realtàha messo in luce come da un latoci siano consumatori sempre piùattenti a come spendono i proprisoldi e a quello che mangiano,che diventano sempre più esigen-ti sulle qualità del prodotto cheportano a casa e sempre più “af-famati” di informazioni sull’of-ferta che trovano nei supermer-

Primo piano

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Dolce, resistente e... snack la fragola ideale del futuro

L’International strawberry meeting ha riunitoa Cesena esperti e studiosi di tutto il mondo

per un interessante confronto produttivo e commerciale

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ACFRUT PRODOTTIPRIMO PIANO P

cati, così come all’altra estremitàdella filiera si consolida un baga-glio di conoscenze e tecnologieche di anno in anno migliora ilprodotto.Manca, come ha sottolineato nelsuo intervento Walther Faedi, unmeccanismo in grado di valoriz-zare i virtuosi della produzione,che ha suggerito: “se la barbabie-tola viene pagata sulla base delgrado zuccherino, non si puòpensare ad un metodo equivalen-te per valorizzare le fragole quali-tativamente superiori?”.Le relazioni pomeridiane hannocontribuito ha fare una panora-mica dello stato dell’arte dellacoltivazione della fragola che purcrescendo a livello mondiale, ri-mane stabile in Europa e in caloin Italia, seppur con qualche se-gnale di ripresa. Su tutti i Paesi coinvolti, la Cinaemerge per la capacità nell’incre-mentare la propria produzione,sino ad affermarsi, negli ultimianni, tra i principale paesi pro-duttori ed esportatori di fragolenel mondo, con una produzioneche nel 2010 ammontava a 2 mi-lioni di tonnelate. E se sul pano-rama mondiale la leadership ri-mane agli Stati Uniti, in Europa èla Spagna il principale produtto-re, con un fatturato che nella sta-gione 2011/2012 ammonta a404,10 milioni di euro, in aumen-to del 18% rispetto alla stagioneprecedente. Segue nella classificala Turchia.La produzione italiana diminuitanegli ultimi dieci anni del 15% edel 41% negli ultimi venti, co-mincia a mostrare qualche segnodi ripresa (+4%). A registrare gliincrementi più significativi sonodue importanti aree produttive: ilmetapontino e l’agro-versano inCampania. Il confronto tra espe-rienze diverse ha messo in evi-denza come sia sempre più diffu-sa la tendenza ad orientarsi versotecniche di coltivazione che pri-vilegiano sempre più tecnichenon in campo, sotto serra o tun-nel, sebbene sia ancora ampia-mente diffusa la tecnica a tuttocampo. ●

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Significativo riconoscimento per la ricerca varietale in fragolicol-tura italiana. A Lovanio, in Belgio, nel corso della Bio Week 2012,si è svolto un panel test di frutti di fragola su un campione di 306consumatori selezionati in base all’età ed il sesso. Sono stati fattiassaggiare frutti di 5 varietà di fragola (Darselect, Clery, Elsanta,Candiss e Elianny) sia da produzione biologica che convenzionalee sono stati valutati l’aspetto, il profumo, il sapore, l’aroma e laconsistenza del frutto. I frutti della varietà Clery - frutto dellaricerca del CIV - sono risultati in media i più buoni con unpunteggio superiore a 6 su una scala da “non buono” (1) a “moltobuono” (9). Inoltre i frutti di Clery da agricoltura biologicaprimeggiano anche nelle intenzioni di acquisto dei consumatori. “L’exploit della Clery in questo importante panel test è l’ulterioreconferma - commenta Mauro Grossi, presidente CIV - della bontà edell’efficacia del programma breeding fragola del CIV, attivo dal1984 su quattro linee di ricerca: fragole per ambienti a clima tem-perato mediterraneo, per ambienti a clima continentale, rifiorentie varietà adatte alla trasformazione industriale. Il nostro obiettivoè sempre stato quello di puntare solo su tecniche classiche (assolu-tamente no Ogm) e su nuove varietà che garantiscano produzionielevate e frutti di ottima qualità, assieme ad una naturale rusticitàe vigoria delle piante, per offrire al mercato nazionale e a quelliinternazionali produzioni di alta qualità e in sintonia con la natu-ra, col massimo della eco-sostenibilità”.La Clery, varietà precoce, è diventata la più diffusa nella sua cate-goria nel nord Europa. E’ leader in Francia e Germania e tra le più

coltivate nei paesi dell’Est. Riscuote grande successo anche in Bel-gio e Olanda per le coltivazioni in serra e fuori suolo. All’estero staavendo anche grosso successo in Quebec, in Canada, dove vienecoltivata con tecniche moderne dai migliori produttori. Quest’an-no se venderanno oltre 70 milioni di piantine, prodotte nei vivaiferraresi del CIV (facenti capo ai gruppi Mazzoni e Salvi) oppureda vivaisti licenziatari in specifiche zone del Paese. Un’altra varietà di fragole frutto della ricerca CIV, la Jolie, è statainserita nei programmi di acquisto delle più importanti catene di-stributive inglesi, Tesco, Asda e Marks & Spencer, a conferma dellaleadership europea della ricerca CIV in fragolicoltura. Il 95% dellepiante di fragola prodotte nei vivai di Ferrara è destinato all'esportazione, con volumi crescenti a due cifre percentuali e conse-guenti positive ricadute sull'occupazione provinciale

La varietà Clery “targata” Civsi fa onore in Belgio nella Bio Week 2012

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Competitività economica dell’al-bicocco in diverse regioni italia-ne, francesi, spagnole e greche aconfronto grazie a uno studiorealizzato dall’Universita di Bolo-gna con la collaborazione del Csoe il cofinanziamento della Regio-ne Emilia Romagna. I risultatimostrano buone performancedella produzione italiana mamette sull’avviso: occorre pru-denza negli impianti per non ec-cedere nell’offerta.“Il settore dell’albicocco in Euro-pa - dichiara Carlo Pirazzoli - staattraversando una fase positiva,certamente confermata, oltre chedagli interessanti risultati emersidalle elaborazioni, anche dall’en-tusiasmo che accompagna questaspecie fra gli operatori del com-parto frutticolo nazionale edestero. La conseguenza di tale en-tusiasmo è, anche alla luce dellacrisi che coinvolge le altre prin-cipali specie frutticole europee,l’espansione della coltura, peral-tro agevolata dal calendario diraccolta non particolarmenteesteso e, quindi, suscettibile diampliamento”.Proprio i consumi rappresentanouna delle principali leve su cuiagire, al fine di consentire almercato di recepire l’atteso au-mento di offerta senza incorrerein pericolose crisi ed inevitabiliconseguenti cali dei prezzi. Laproduzione oggi in Europa rag-giunge le 520.000 tonnellate. El’Italia è il primo produttore. Sulfronte consumi i dati dell’ultimodecennio (fonte Gfk Italia) evi-denziano una modesta tendenzaalla crescita, non superiore al-l’1,5% su base media annua, confrequenti oscillazioni. Positivoinvece l’aumento che si riscontranei consumi dei mesi di fine esta-te, prerogativa all’espansione del-le cultivar a maturazione tardiva.Quanto all’export, occorre sem-pre più confrontarsi con un’acce-

sa concorrenza proveniente daivicini paesi competitori. I datidel biennio 2010-2011 (fonte Eu-rostat) sono certamente incorag-gianti in questo senso, poichél’export italiano è quasi raddop-piato rispetto ai volumi commer-cializzati nel periodo che va dal-l’inizio del millennio al 2009,senza contemporanee flessioniin termini di prezzo. Resta tutta-via forte la pressione competitivadi Francia, Spagna e Grecia: inparticolare, la Francia detieneancora una quota superiore a unterzo dei volumi complessiva-mente esportati dall’Ue, per unvalore superiore al 40%. Al contempo, l’export complessi-vo dei Paesi comunitari eviden-zia una crescita piuttosto limitatain volume (+3,5% su base mediaannua nel decennio 2002-2011) eancora minore in valore (+0,8%nel medesimo periodo), segno di

una tendenza all’impoverimentodei mercati di destinazione. In termini organolettici, partico-lare attenzione va posta al rap-porto dolcezza/acidità, più ap-prezzata la prima in Italia e la se-conda nel Nord Europa, mentrein termini estetico/visivi, più dialtri frutti, nell’albicocca è ap-prezzata la colorazione più delcalibro e della forma. Infine, unaspetto qualitativo determinanteper l’albicocco è quello tecnolo-gico, connesso alla lavorabilitàdelle cultivar, al fine di garantireche sulla tavola dei consumatoriarrivi un prodotto integro e nondanneggiato. Per il futuro dell’al-bicocco appare determinante lacreazione di un sistema Paesecoordinato, con la definizione diun’articolata logistica, dal confe-zionamento, al trasporto fino al-la distribuzione. ●

Primo piano

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Albicocca, il rischioè un’offerta eccessiva

Il frutto “tira” e in Europa aumentano le superfici: urge un coordinamento

Melone ai raggi X in un meeting organizzato dall’Areflh a Macfrut.All’incontro erano presenti le tre delegazioni, spagnola, italiana efrancese. La campagna 2012 presenta risultati assai diversi nelle di-verse aree europee vocate (le maggiori zone di produzione in Euro-pa sono Castilla-La Mancha, l'Emilia Romagna e il sud e centro-ovest della Francia): buona in Spagna dopo tre anni disastrosi, dif-ficile in Italia e catastrofica in Francia durante la seconda partedella stagione. Il melone viene ancora considerato come unprodotto standard dalla distribuzione e gli sforzi sulla qualità nonsono valutabili. Da una parte si è riscontrata la necessità di avereorganizzazioni professionali e interprofessionali più forti e, dall’al-tra, si è proposto di attuare un programma di promozione a livelloeuropeo di qualità distintive dei meloni Piel de Sapo per laSpagna, Cantalupe per la Francia e Brodé per l’Italia, sia per soste-nere il mercato interno dei diversi Paesi sia per l'export.

Melone, Areflh tira le somme della campagna e pensa a promozioni diversificate

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GRAFFITIIl viola che piace

Syngenta Crop Protection S.p.A.Syngenta Seeds S.p.A.

Via Gallarate, 139 - 20151 Milano

www.syngenta.it

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“L’Oi nazionale non funziona.Non è operativa e non riesce aportare a termine gli obiettivi. Alsuo interno ha organismi con in-teressi troppo contrastanti tra lo-ro”. Danila Bragantini (a sinistranelle foto a fianco del titolo) titola-re dell’omonima azienda di SanMartino Buon Albergo e vicepre-sidente di Fruitimprese, non usamolti giri di parole nel dare ilproprio punto di vista sull'organi-smo interprofessionale naziona-le. “Come si possono mettere as-sieme organismi che di fatto nonhanno punti in comune come as-sociazioni di categoria (Coldiret-ti, Cia e Confagricoltura), grandedistribuzione e consumatori e co-sì via?”.“Così come è costituita l’Oi nonha ragione di esistere”, aggiungeBragantini. “Mi sono infatti oppo-sta al suo riconoscimento. È for-mata da soggetti che non lavora-no direttamente sul campo e chequindi non conoscono nelprofondo le dinamiche del mer-cato. Proprio a causa della suacomposizione l’organizzazioneinterprofessionale non riesce adoperare come vorrebbe”.Bragantini invece vede con favorela costituenda Oi Pera. “Il proget-to imbastito in Emilia Romagnaper l’Oi Pera credo sia stata unabuona idea, realizzata con perso-ne competenti e operative, checonoscono nei dettagli i problemidel settore. Credo possa essere ilgiusto strumento per risolvere lequestioni che hanno finora impe-dito di far decollare il compartodella pera (in primis il cronicoindividualismo del nostro siste-ma) e quindi di dare buone op-

portunità di crescita e sviluppoalla pericoltura italiana, che fi-nalmente potrà avere l’opportu-nità di affrontare il mercato piùunita”. “Sappiamo - la replica di NazarioBattelli (nella foto a destra) presi-dente di Ortofrutta Italia - che lareputazione dell’Organismo in-terprofessionale nazionale non èstata delle migliori. Nel tempo èstato creato un circolo non vir-tuoso con pochi accordi e gestitimale dalla pubblica amministra-zione. Oggi stiamo lavorando perricomporre l’organismo e rilan-ciarlo”. Battelli, presidente da giugno,pur ammettendo le difficoltà delpassato annuncia come “oggi labase associativa dell’Oi si sia ri-compattata, con il fine di valoriz-zare la filiera. Siamo convinti -aggiunge il neo presidente dell’Oinazionale - che l’organismo inter-professionale possa dare un vali-do contributo al settore e non es-sere una pesante sovrastrutturache invece di semplificare i pro-cessi li appesantisca. E di certo isuoi componenti non sono allaricerca di un posto al sole ma in-tendono lavorare per il bene delcomparto ortofrutticolo”. Bragan-tini ha affermato che l’Oi nazio-nale abbia al proprio interno or-ganismi con interessi troppo con-trastanti tra loro. Su questo puntoBattelli replica sottolineando co-me “l’Oi proprio per essere rico-nosciuto deve rappresentare i di-versi interessi delle varie compo-nenti. Ed su questo punto chel’organismo interprofessionaledeve dare il suo prezioso contri-buto”. (E.Zan.)

Attualità

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«Oi, un fallimento»«La rilanceremo»Botta e risposta Bragantini-Battelli sul ruolo

dell’organismo interprofessionale. Il neo-presidente: stiamolavorando per ricomporlo valorizzando le diverse anime

Discreto il bilancio dei primisei mesi 2012 della bilanciacommerciale. Che evidenziaun leggero aumento dei flussidi esportazione dei prodottiortofrutticoli ma un calo invalore. Il saldo è di circa 395milioni di euro con un incre-mento del 27,1 % rispetto allostesso periodo del 2011. Complessivamente daGennaio a Giugno 2012 l’Ita-lia ha esportato circa 1 milio-ne e 970 mila tonnellate(+0,5%) per un valore di 1miliardo e 824 milioni di eu-ro (-4,4%).In aumento i flussi di ortaggi(+0,4%), frutta fresca(+4,4%) e frutta secca(+4,9%); in flessione gliagrumi (-11,1%). In valore segno negativo pertutti i comparti ad eccezionedella frutta secca che ha fattoregistrare un incremento del21,9%.Per quanto riguarda leimportazioni l’Italia haimportato circa 1 milione e740 mila tonnellate diortofrutticoli (-3,6%) per unvalore di 1 milione e 430 mi-la euro (-13,4%). Tra i singoli comparti incre-mento in volume solo per gliagrumi (+27,8%). per gli al-tri andamento negativo:ortaggi (-0,1%), frutta fresca(-17,6%), frutta secca (-18,5%)e frutta tropicale (-8,7%).

Esportazioni, discretoil primo semestre

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Si prospetta quest’anno una buo-na raccolta per il kiwi sia per laqualità che per la richiesta delmercato. Fondamentale, però,non anticipare la raccolta pernon danneggiare i prodotti. La produzione si presenta in ca-lo: le stime Cso dicono -25%, conalcune robuste eccezioni comenel Veronese, dove si prevede un+20% per una superficie di 2.244ettari, stabile sul 2011. I dati sono stati presentati nelcorso del convegno “Kiwi 2012-2013 stime di produzione e com-mercializzazione” te-nutosi a Verona a ini-zio ottobre.Nel 2011 il raccolto na-zionale ha segnato471.870 tonnellate eora le stime sono su352.175 tonnellate. IlPiemonte accusa unpesante -75% da129.200 a 31.700 ton-nellate a causa del ge-lo. Il Lazio dovrebbe ridurre ilraccolto del 19% da 159.460 a128.877 tonnellate a causa soprat-tutto della batteriosi. Il Veneto è accreditato di +17%con 87.600 tonnellate rispetto al-le 75mila del 2011, nonostante un-1% di superficie da 3.620 a 3.574ettari. Il Veronese è quarto perproduzione e superficie, con il9.5% nazionale, preceduto da La-tina, Cuneo e Ravenna.In Emilia Romagna le previsioniindicano -21% con 74.800 tonnel-late contro le 94.100 del 2011. A livello di macroaree, nell'emi-sfero nord solo la Grecia con+5% (100mila tonnellate) e Ca-lifornia +15% (30.950) sono in

positivo rispetto al 2011. Corea -25%, Portogallo -10, Spagna -17 eFrancia - 8. In Grecia la superfi-cie aumenta da 4.500 e 6.700 etta-ri secondo i dati Eurosat ed è inespansione costante oltre a unaproduzione quasi esclusivamentedestinata all’export passata dapoco più di 30mila tonnellate nel2007 a 100mila nel 2011.L’Italia nel 2011 ha esportato358.667 tonnellate, +7% rispettoal 2010 principalmente nell'Ue(241.727 tonnellate). Tra i paesiextraeuropei la Russia è il cliente

migliore, 26.626 ton-nellate; Nordamerica+27%, 23.002; Suda-merica +51, 19.177;Medioriente +98,17.789, Oceania +12,6.413. Africa +133 %a 10.857 tonnellate.A livello internazio-nale potrà avere ri-percussioni, a medioe breve termine l’epi-

demia di batteriosi che ha intac-cato il 56% della superficie a kiwiin Nuova Zelanda. L’auspicio ora è che la raccoltaanticipata non rovini il mercato.Il decalogo, sulla base di un rego-lamento comunitario, stabilisceche non si può mettere sul mer-cato frutta con un grado zucche-rino inferiore a 6,2 gradi brix al-la raccolta, e a 11 gradi brix alconsumo. La raccolta, inoltre,non può iniziare prima del 10 ot-tobre e la commercializzazionenon prima del 15, quando si spe-disce all'estero. Il limite diventail 15 novembre per la vendita inItalia. Il calibro minimo, infine,è 65 millimetri. ●

O t t o b r e 201250 www.corriereortofrutticolo.it

Buone prospettive per il kiwiRaccolti giù, ma non in Veneto

Le previsioni Cso indicano una flessione produttiva del 25% in Italia, con il Veronese in controtendenza (+20%)Appelli affinché la raccolta anticipata non rovini il mercato

La missione in Corea deglioperatori ortofrutticoli italia-ni, organizzata negli scorsigiorni dal Cso, sta dando iprimi risultati. Giudicato molto positivo l’in-contro organizzato da Federi-co Milanese, responsabile in-ternazionalizzazione di Cso:“Abbiamo incontrato i buyersortofrutta di Emart, la princi-pale catena distributivacoreana che detiene oggi il40% del mercato nazionale”.“C’è molto interesse - sottoli-nea Milanese - per il kiwi ita-liano; attualmente Emart im-

porta solo da Cile e Nuova Ze-landa e le prospettive per lenostre imprese sono moltobuone”.La missione del Cso ha con-templato anche unaconferenza di presentazionedelle aziende italiane socie acui hanno preso parte i prin-cipali importatori coreani.La Corea ha prodotto 14.700tonnellate di kiwi nella cam-pagna scorsa e l’export com-plessivo italiano di kiwi haraggiunto il 75% del totaleprodotto.

Corea, Emart attrattadal made in Italy

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Valorizzare al massimo la produ-zione di kiwi giallo della varietà“Jintao” commercializzata con ilmarchio “Jingold” e, contempora-neamente, tutelare le aziendeche con serietà rispettano i pro-tocolli ed i regolamenti consorti-li: con questo obiettivo il Consor-zio Kiwigold ha avviato un rigo-roso programma di controlli e vi-gilanza sulla produzione e lacommercializzazione di questofrutto.“A tale proposito - sottolinea ilpresidente Patrizio Neri - abbia-mo affidato ad alcuni ispettoriesterni al Consorzio il compito divigilare costantemente sulla pro-duzione ed il commercio di que-sta varietà di kiwi eseguendo ap-posite verifiche presso le aziendeagricole produttrici situate nellearee più vocate al fine di verifica-re il reale rispetto dei regolamen-ti vigenti in materia di tutela deibrevetti nel settore vegetale”. “In quest’ottica - prosegue Neri -il Consorzio sta adottando tutte lemisure necessarie per reprimereogni caso di infrazione della nor-mativa internazionale commessodalle imprese agricole o daglioperatori della filiera commer-ciale. Apposite ispezioni vengo-no effettuate anche sui principa-li mercati all’ingrosso dove piùvolte sono state purtroppo indivi-duate confezioni contraffatte diJingold contenenti frutti di altrevarietà con il tentativo di elevar-ne il valore beffando il consuma-tore”. “La nostra azione repressiva - af-ferma Patrizio Neri - si basa suquanto stabilito dalla legge se-condo la quale possono essere og-getto di un'azione giudiziaria peril risarcimento del danno tutticoloro che, senza esserne autoriz-zati, anche solo per negligenza,producono o commercializzanoabusivamente kiwi Jintao”.Le aspettative per la campagna

2012-2013 sono decisamente posi-tive. “Il nostro Consorzio - dichia-ra il direttore, Alessandro Fornari- sta ultimando la commercializ-zazione del kiwi Jingold di origi-ne cilena e verso la fine di otto-bre avvierà il collocamento delleprime partite di prodotto italia-no”.La produzione italiana di kiwiJingold dovrebbe attestarsi que-st’anno sulle 6.100 tonnellate, in

leggero aumento rispetto al rac-colto 2011. “Un segnale positivo -sottolinea Fornari - alla luce del-la generale contrazione produtti-va registrata dalla produzione dikiwi a livello nazionale. Un altroelemento favorevole, che lasciaben sperare è la migliore distri-buzione dei calibri, legata princi-palmente all’impollinazione otti-male”. “Le forze messe in campo dalConsorzio e dai produttori percontrastare questa temibile batte-riosi - conclude Fornari - sono in-genti, dalle tecniche di gestioneagronomica dei frutteti fino agliinvestimenti nella ricerca. Tuttociò ha senza dubbio migliorato inostri processi e ci ha rafforzatoconsentendo oggi a Jingold di es-sere il kiwi a polpa gialla leaderdell’emisfero nord”. ●

51O t t o b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Jintao... monitorata. E il marchioJingold supera le 6 mila tonnellate

Il Consorzio Kiwigold affida a ispettori esterni il compito di vigilare su produzione e commercializzazione del frutto.

Lieve incremento dei raccolti, ottimismo per i prezzi

Si completa l’organigramma del ConsorzioKiwifruit of Italy, il nuovo soggetto costituitoda alcune delle principali strutture italianedel settore con l’obiettivo di definire normeminime di qualità comuni per la produzionee la commercializzazione del kiwi e realizzarecampagne promozionali coordinate. Ad affiancare il presidente Alessandro Fornari è stato chiamato, inqualità di vice presidente, Simone Spreafico (nella foto),amministratore delegato alle attività di produzione ed esportazionedella società Spreafico Francesco & F.lli di Dolzago (Lecco), checon oltre 25.000 tonnellate è uno dei principali attori italiani emondiali nella produzione e commercializzazione del kiwi. “L’obiettivo del Consorzio - spiega Spreafico - è aumentare costante-mente il livello qualitativo dei frutti migliorandone l’immaginenei confronti dei clienti e dei consumatori. Stiamo mettendo incampo importanti azioni concrete quali l’impegno volto a contra-stare la raccolta anticipata”.

Simone Spreafico vicepresidentedel Consorzio Kiwifruit of Italy

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CorriereOrtofrutticolo

Tempo di bilanci per i soci diApofruit. Nei giorni scorsi si so-no svolte le assemblee di liquida-zione dei prodotti primaverili dei3.800 soci. Si tratta, in prevalenza, di fragole,asparagi e prodotti orticoli di ser-ra - conferiti alla grande coopera-tiva ortofrutticola tra marzo egiugno 2012 - per un totale di5.200 tonnellate che rappresenta-no per i soci un valore di oltre 7milioni di euro. Una cifra che se-gna un aumento del monte liqui-dazioni del +6,6% rispetto all’an-no passato.Il prodotto prevalente è rappre-sentato dalla fragola, produzionestrategica per la cooperativa. Laproduzione fragolicola di Apo-fruit è suddivisa tra due aree, laBasilicata (con 1.550 tonnellatedi varietà Candonga, commercia-lizzata col marchio di qualità So-larelli) e l’Emilia-Romagna (con1.060 tonnellate, di cui il 12% bio-logiche). La produzione della Ba-silicata è stata liquidata ai soci adun prezzo medio di 1,80 euro alKg, mentre la produzione dell’E-milia-Romagna ad una media di1,70 euro al kg in coltura protettae 1,67 in pieno campo. Le fragolea produzione biologica sono stateliquidate ai soci al prezzo di 2,68euro al kg. “Nel complesso - è la valutazionedi Walter Buccella, direttore com-merciale di Apofruit - l’andamen-to di mercato della fragola è stato,pur con differenziazioni impor-tanti durante il periodo di raccol-ta, complessivamente positivopremiando in termini di risultatieconomici le varietà che espri-mono elevate caratteristiche or-ganolettiche. Il 20% della nostraproduzione complessiva vieneesportata e gran parte della pro-duzione romagnola è particolar-mente finalizzata al mercatoestero. Il forte ritardo di matura-zione delle produzioni in Europa

ha consentito di esportare a prez-zi interessanti fino alla fine dimaggio”.Alla produzione delle fragole diApofruit si aggiungono le 6.500tonnellate della cooperativa Soledi Caserta, che commercializza lapropria produzione attraverso lacontrollata Mediterraneo Group.Ciò fa sì che con 10.000 tonnella-te di fragole, commercializzate inun arco temporale di dieci mesi,il gruppo Apofruit si riconfermail leader italiano in questa coltu-ra. Risultati in linea con le aspettati-ve anche per gli asparagi e i po-modori dei soci siciliani di Apo-fruit. Per gli asparagi si è regi-strata una raccolta leggermenteritardata, ma il risultato è statocomunque migliore rispetto al-l’anno passato (circa 10 centesi-mi in più al kg). Per le produzio-ni di ortaggi in Sicilia va eviden-ziato il positivo risultato ottenutosia in termini economici che diaumento dei quantitativi prodot-ti. Determinante rimane la pro-grammazione produttiva evitan-do surplus che sarebbero stati pe-nalizzanti in termini di risultatieconomici.

“La crisi economica persiste -commenta il presidente di Apo-fruit Italia Mirco Zanotti - ma cre-do che questi risultati, che sonola prova di come l’innovazionepossa incidere positivamente suibilanci, possano portare soddisfa-zione ai nostri soci. Naturalmen-te occorre ricordare che ai prezzidel listino vanno aggiunti i con-tributi Ocm, pari, nella fragola enegli ortaggi, al 5% del valore del-la liquidazione, e il contributoper la certificazione Global Gapdi altri 4 centesimi”.Le assemblee sono state ancheuna occasione per fare una pri-ma analisi, con i produttori asso-ciati, della campagna estiva chesi sta concludendo e in particola-re dei risultati di pesche e netta-rine. Benché non ancora definiti-vi per i produttori, si profilanoprezzi più remunerativi rispettoal 2011. Un’anticipazione confor-tata dal buon andamento dellevarietà precoci.Nel prosieguo della campagna ilmercato si è assestato su livellipiù bassi anche se l’offerta scarsadi calibri medio-grossi ha portatoa dei risultati positivi per i fruttidi buona pezzatura, mentre nonhanno trovato le condizioni dimercato per un’adeguata remu-nerazione ai soci i frutti di cali-bro piccolo. Ciò porterà ad unaaccentuata differenziazione neirisultati economici dei produtto-ri con risultati positivi per chi haconferito un prodotto di buon ca-libro e delle varietà più pregiate,mentre i risultati saranno proba-bilmente insufficienti a coprire icosti di produzione per chi haavuto un prodotto di calibro pic-colo. ●

A ttualità

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Fragole, asparagi, ortaggi in serra I conti tornano in casa Apofruit

Le assemblee di liquidazione evidenziano risultati nel complesso positivi per le produzioni primaverili,

mentre l’estate ha gratificato solo i calibri medio-grandi

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CorriereOrtofrutticolo

Aop Veneto Ortofrutta nel primo semestre di quest’anno ha registratouna lievitazione dell’attività e potrebbe arrivare a fine 2012 con un fat-turato aggregato di 150 milioni di euro, di cui più 100 milioni derivatidei soci. Dal 2009 vi è stato un tasso di crescita del 20%. Ma le incognite non mancano: le recenti modifiche normative del-l’Ocm hanno limitato l’operatività e la strategicità delle Aop. Tale situa-zione ha incrementato il carico burocratico con i relativi vincoli. IlConsiglio di amministrazione ddi Veneto Ortofrutta, riunitosi a ZeroBranco (Treviso) ha discus-so sulla opportunità o me-no di continuare “insieme”l’attività, dal momento chei vantaggi dello “stare insie-me” potrebbero venire me-no o comunque essere ridi-mensionati. Conclusione unanime: èbene continuare il viaggio insieme, valorizzando il patrimonio di cono-scenze e di relazioni acquisito. Si tratta di rilanciare le ragioni dello sta-re insieme e le motivazioni di azioni condivise sul fronte promoziona-le, commerciale, strategico, dei servizi, della logistica, della ricerca del-le risorse e delle esportazioni. L’esperienza fatta è ritenuta più che sod-disfacente e fruttuosa. Un bilancio molto positivo. L’Aop Veneto Ortofrutta, presieduta da Fausto Bertaiola, dalla sua costi-tuzione è cresciuta con continuità tanto ad arrivare a rappresentare il40% dell’ortofrutticoltura organizzata della regione. ●

A ttualità

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Veneto Ortofrutta a 150 milioni di euro

È la previsione del fatturato aggregato per l’anno in corso.Il trend di crescita, dal 2009, è del 20%. Preoccupano

le limitazioni derivanti dalle modifiche all’Ocm

Prosegue il processo di inter-nazionalizzazione di Naturi-talia, che ha avviato l’espor-tazione di pesche e nettarinein India.Un mercato che mostra cre-scente interesse per i prodot-ti di qualità e sul quale Natu-ritalia esporta già da alcunianni anche interessanti volu-mi di Kiwi a polpa verde ed apolpa gialla di marcaJingold, quest’ultimodistribuito grazie ad unaccordo di collaborazione si-glato con il Consorzio Kiwi-gold. I quantitativi di pesche e net-tarine indirizzati in India daNaturitalia sono stati speditivia aerea e sono ‘atterrati’ aBombay, dove vengono com-mercializzati prevalentemen-te sul canale Horeca. Naturi-talia conta di espandere neiprossimi mesi la propria pre-senza sul mercato mediorien-tale ed asiatico, con le produ-zioni tipicamente autunno-invernali come pere, mele ekiwi, che rappresentano ilfiore all’occhiello dell’ampiagamma offerta coerente conla filosofia che fin dalle ori-gini ha impegnato l’aziendanella ricerca di nuovi merca-ti ed al fine di incrementareulteriormente gli sbocchicommerciali per garantire al-le realtà associate unaadeguata remunerazione at-traverso la migliore valorizza-zione dei prodotti conferiti.E i Paesi eemrgenti sono oggicome non mai una dellepriorità.

Pesche Naturitaliain India

Op “Fungorobica e Piccoli Sapori” ha presentato la gamma di sotto-bosco produzione 2012 con more, mirtilli, lamponi, ribes e fragole. L’Op, nata da diversi produttori di funghi e piccoli frutti in Trenti-no che hanno unito esperienza, risorse e molto impegno per offrireil migliore servizio, qualità e innovazione, con questa gamma disottobosco punta essenzialmente su due focus: la filiera corta,eliminando tutti i passaggi intermedi che allungano i tempi dallaraccolta al consumo e incidono economicamente ad ogni anellodella catena; la territorialità, poiché i piccoli frutti di questa gam-ma sono espressione diretta del territorio da cui provengono, cheper vocazione e tradizione si esprime anche tramite il suo sottobo-sco. Plus della Op è il controllo totale della filiera, dalla produzio-ne al confezionamento fino alla commercializzazione, assicurandoai consumatori la massima qualità, dimostrata anche dallecertificazioni per la produzione integrata, Global Gap.

L’Op Fungorobica e Piccoli Saporipresenta la gamma di “sottobosco”

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www.corriereortofrutticolo.itO t t o b r e 2012 55

Con il recente avvio del Mercatoagroalimentare di Catania si è for-se conclusa una fase nel processodi ammodernamento e rilocalizza-zione dei mercati all’ingrosso. Fa-se che si è sviluppata per circa unquarto di secolo, essendo stata av-viata dalla legge 41/86 diventata difatto operativa con gli anni ’90.Il Piano mercati generato da que-sta legge finanziaria ha consentitoe stimolato, direttamente o indi-rettamente, l’ammoderna-mentodella rete dei mercati italiani mag-giormente significativi (ad ecce-zione di Milano). E non ha riguar-dato solamente le strutture e lanuova localizzazione ma anchel’organizzazione e, soprattutto, lagestione. Pare giusto sottolineareche la forma giuridica di gestioneimposta dalla legge 41/86 era, perl’epoca (e forse ancorta oggi), for-temente innovativa in quanto ba-sata sulla società consortile mistaa partecipazione maggioritariadelle componenti pubbliche (Co-muni, Provincie, Regioni, Cameredi commercio) ma con l’obbliga-toria presenza (seppure in quotaminoritaria) delle rappresentanzeeconomiche private: tutto ciò al fi-ne di contemperare l’efficacia del-la funzione pubblica con l’effi-cienza delle imprenditorialità pri-vata.Il Piano mercati realizzato fino adoggi ha il grande merito di avereportato il nostro Paese allo stessolivello degli altri Paesi più evolutiin questo settore. E non è un casoche l’esperienza italiana sia statatrasferita in altri Paesi soprattuttonell’est europeo (Minsk, Mosca,Varsavia, Budapest, Bucarest, Var-savia, Croazia, Albania, ecc.).Purtroppo dopo una prima fase diintenso dibattito culturale volto adefinire le linee di progettazione,realizzazione ed avvio dei nuovi

mercati è seguita una fase di pro-gressivo spegnimento di interesseda parte, soprattutto, delle pubbli-che istituzioni. Via via che le nuove strutture mer-catali venivano realizzate si spe-gneva il diffuso e vivace interesseed ora può dirsi che, in generale,sia cessato, sia nel nostro Paese siaanche a livello internazionale: for-se a causa della crescente preva-lenza della Grande distribuzione?È giunto pertanto il momento diriflettere sulla esperienza matura-ta in Italia e negli altri Paesi e ve-rificare la funzione che i mercatiall’ingrosso possono ancora eser-citare oggi e nel futuro.In effetti il processo di rinnova-mento attuato nel nostro Paese hariguardato soprattutto la politicainterna, ossia struttura e gestionedel mercato all’ingrosso, non cu-randosi troppo del collegamentoche queste strutture possono averecon l’esterno: da un lato le azien-de produttrici nazionali e, dall’al-tro lato, la rete di vendita al detta-glio rappresentata soprattutto daimercati rionali.La nuova funzione che i mercatiall’ingrosso debbono avere è pro-prio questa: evolversi verso piat-taforme logistiche che accentranole produzioni tipiche locali di va-rie provenienze, integrandole coni prodotti di importazione, per poiapprovvigionare la rete di vendita

al dettaglio configurandosi anchecome basi per l’ultimo miglio.Funzione peraltro portata avantida tempo dal WUWM (WorldUnion Wholesale Markets).Questa funzione stimola poi altredue possibilità: il raggiungimentodi una massa critica di prodottimisti utili anche per l’esportazio-ne e il rispetto ambientale sia tra-mite l’utilizzazione di mezzi eco-logici nell’ultimo miglio sia con larazionale utilizzazione degli im-ballaggi e, più in generale, di tuttii rifiuti. Senza escludere l’utilizza-zione delle grandi superfici coper-te per l’installazione di pannellisolari.Tutto ciò risulta, peraltro, in lineacon l’impegno a superare l’attualefase di crisi economica globale.Per stimolare l’avvio di questanuova fase di sviluppo dei mercatiall’ingrosso occorre impostareuna nuova politica per il settorecapace di aggregare le diversecomponenti, pubbliche e private,comunque interessate.E sono proprio gli enti gestori deimercati all’ingrosso il “primo mo-tore” che deve impostare e svilup-pare questa nuova politica di svi-luppo attraverso il coinvolgimentoanche delle componenti esterne.Pare opportuno rilevare che l’im-postazione della forma di gestioneindicata dalla legge 41/86 – societàconsortile mista a maggioranzapubblica ma con l’obbligatoriapartecipazione, seppure in quotaminoritaria, delle componentiprivate maggiormente significati-ve - era lungimirante perché giàallora il legislatore aveva intuitoche il coinvolgimento nella so-cietà di gestione di tutte le compo-nenti pubbliche e private interes-sate era il giusto modo per “fare si-stema”.

*segretario generale Andmi

● Marco Sibani*

Ai Centri agroalimentari dopo il Piano di ammodernamento serve ora una politica di sviluppo

Mercatie dintorni

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

Il convegno organizzato da Feder-Bio su “Il futuro possibile del si-stema di controllo e certificazio-ne del biologico”, tenutosi lunedì10 settembre, e la successiva tavo-la rotonda sono stati probabil-mente i momenti più alti del Sa-na 2012, un’edizione da archivia-re senza note negative particola-ri. Il convegno è partito dall’in-dagine “Gatto con gli stivali”, conla ricostruzione della truffa daparte del colonnello Bruno Biagidella Guardia di Finanza di Vero-na, che ha messo in evidenza laconoscenza approfondita deimeccanismi del settore da partedegli indagati, che hanno saputocogliere le debolezze del sistemadi controllo non solo a livello na-zionale, ma anche sul versanteinternazionale, fronte quest’ulti-mo sul quale sono tuttora apertele indagini, in particolare in Pae-si extra UE.“Sono soddisfatto - ha commenta-to Paolo Carnemolla, presidenteFederbio - perché il convegno èstata la prima occasione di con-fronto fra tutti i protagonisti delsettore biologico, del sistema dicontrollo e delle istituzioni sullafrode più rilevante che abbia maiinteressato il nostro settore e haposto le basi per iniziare final-mente a migliorare e innovare ilfunzionamento del sistema dicertificazione. E per richiamarealla necessità di recuperare sensoetico e di responsabilità da partedelle imprese e degli organismidi controllo. È stata anche l’occa-sione per confermare l’impegnoassoluto di FederBio a fianco del-le autorità inquirenti e della ma-gistratura per espellere dal biolo-gico qualsiasi forma di delin-quenza, assumendosi in primapersona la responsabilità di de-nunciare e di costituirsi parte ci-vile come è accaduto con il pro-cesso sulla frode Gatto con gli Sti-vali”.

Gli interventi durante la tavolarotonda, da quello del presidentedi Assobio Andrea Bertoldi, aquelli di Fabrizio Piva, coordina-tore della Sezione soci Organismidi controllo e certificazione diFederBio, di Emilio Gatto, diret-tore generale ICQRF del ministe-ro dell’Agricoltura, di FrancescoSantini di Accredia, di RobertaChiarini dell’assessorato agricol-tura della Regione Emilia Roma-gna, di Ermando Montanari, pre-sidente del giurì di autodiscipli-na di FederBio, di Michele Mo-netta, vice presidente di UpBio,hanno evidenziato tre aspetti in-tesi come i mezzi per definire ilfuturo del biologico italiano: eti-ca della responsabilità, lavoro ecollaborazione da parte dell’inte-ro sistema, innovazione.Etica della responsabilità - si leg-ge in un testo diffuso da FederBio- si traduce nel riconoscimento enel rispetto da parte di tutti colo-ro che operano nel settore delbiologico dei valori e delle regole,per agevolare una vera crescita ditutto il settore. Lavoro e collabo-razione vuol dire impegno daparte di ciascuno per gettare le

basi di un vero sistema, collabo-rativo, pro-attivo, responsabile epreparato ad affrontare ogni sin-golo gradino della crescita. Ilconcetto di innovazione è invececollegato a una necessità praticae reale di rendere il più traspa-renti possibile le procedure peridentificare in breve tempo le si-tuazioni critiche e per poterleagevolmente ricostruire.Come sottolineato da JochenNeuendorff della “Anti Fraud Ini-tiative”, un sistema di controllo ecertificazione deve agevolare ilcomparto attraverso semplifica-zione e più efficienza, concen-trando le sue attività sugli opera-tori più a rischio senza opprime-re con adempimenti e burocraziagli operatori onesti.A chiusura del Sana, gli organiz-zatori hanno espresso fiducia peril futuro. Non gli diamo torto. Macertamente non basta. Il Sana habisogno di qualche idea forte. Lacreatività delle aziende parteci-panti, la creatività di un settoregiovane e “fresco” come il bio do-vrebbero tradursi in una maggio-re creatività della fiera stessa, chea Bologna trova la sua giusta col-

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Etica e controlli argomenti clou di un Sana con margini di crescita

Il convegno organizzato da FederBio sul futuro delle certificazioni punto più alto di un’edizionemigliore di quella 2011 ma non priva di pecche

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

Blocazione. Bologna, città che hasempre dato all’Italia una marciain più, una connotazione di sim-patia, di socievolezza, di gioia edi arte di vivere e di creare (mu-sica, poesia, socialità appunto)dovrebbe trasmettere al Sanaqualche cosa di più. Bologna èl’indiscussa capitale del bio ita-liano: e allora, perché non inve-ste di più nel Sana?Circa la formula della rassegna,c’è pure qualche riflessione da fa-re. Se il tempo delle fiere cam-pionarie, dove si trovava di tutto,è finito già da molti anni, forsevarrebbe la pena di considerareconclusa anche l’esperienza della‘campionaria del biologico’. E’vero che il Sana ha dei padiglioniche raccolgono separatamente al-cuni grandi ambiti di attività delsettore: l’alimentazione bio, lacosmesi bio, il wellness eccetera,ma nell’alimentazione tutto simescola per cui si trovano unoaccanto all’altro prodotti e mer-ceologie molto diverse tra loro.Un motivo di crescita del Sana edi crescita del settore stesso sa-rebbe di creare dei saloni specia-lizzati all’interno della manife-stazione, come per esempio: il Sa-lone dell’ortofrutta biologica, ilSalone dell’olio biologico, il Salo-ne del miele biologico, il Salonedel vino biologico eccetera. Ognuno di questi ambiti dovreb-be sviluppare iniziative business,seminari e altro, accanto all’a-spetto espositivo. Il rischio per il“Sana-campionaria” è che i singo-li settori si sgancino per collegar-si ad altre rassegne. E ciò potreb-be capitare in tempi brevissimi e,in parte, sta già accadendo: pen-siamo all’aspetto bio dentro ilMacfrut di Cesena e dentro al Vi-nItaly di Verona. Il Sana deve re-cuperare terreno nella specializ-zazione.Peraltro la rassegna bolognese hacercato positivamente di svilup-pare l’aspetto dell’internaziona-lizzaione organizzando la presen-za di buyers provenienti dall’este-ro. Un altro punto indispensabi-le, su cui gli organizzatori hannolavorato: la scelta e la ricerca di

espositori rigorosamente in rego-la con le certificazioni dei loroprodotti e servizi per garantire alvisitatore esclusivamente il verobiologico. Ricca la convegnistica, nel corsodella quale è stato presentato unmercato online dedicato al biolo-gico. Si tratta del progetto Tele-maticBio, realizzato dalla Borsamerci telematica italiana S.c.p.A.(Bmti) in partnership con Sinabe Ismea e con il patrocinio delMinistero delle Politiche agrico-le. TelematicBio è un mercato te-

lematico sperimentale per la ne-goziazione di prodotti ortofrutti-coli biologici freschi prodotti inItalia. Nasce con l’obiettivo dipromuovere i prodotti biologicinella ristorazione collettiva e neiconfronti del cittadino-consuma-tore e di incentivare i processi diacquisto diretto verso le aziendeagricole riducendo al minimo leintermediazioni. La nuova piat-taforma telematica consente agliacquirenti di entrare in contattodiretto con i venditori per acqui-stare tutti i prodotti ortofrutticolifreschi certificati biologici. Lapossibilità di rivolgersi a dei “fa-cilitatori”, che hanno la funzionedi agevolare la messa in contattodelle due parti, rende la negozia-zione ancora più semplice. Tra le osservazioni mosse agli or-ganizzatori, puntuale quella delconsorzio CCPB: “Ci piacerebbeche il Sana fosse organizzato inun periodo più lontano dalle fe-rie estive e in giorni della setti-mana più consoni al visitatoreprofessionale. La fiera è migliora-ta, ma si può fare ancora di più”.(A.F.)

(fonte: GreenPlanet.net)

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“Il biologico si conferma un comparto capace di andare in contro-tendenza e crescere nei momenti di crisi anche nel mercato inter-no. L’incremento dei consumi del 6% registrato nel primosemestre del 2012 dimostra come gli italiani scelgano sempre dipiù e con fiducia il prodotto bio. Si tratta di un settore che vale 3miliardi di euro e che ha delle potenzialità ancora inespresse perla nostra agricoltura. Tre famiglie su quattro ormai acquistano pro-dotti biologici, si tratta di una tendenza sempre più radicata che èentrata nelle abitudini alimentari degli italiani a cui dovremmo ri-spondere con una maggiore offerta di prodotto nazionale”.Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari eforestali Mario Catania commentando i dati Ismea sul consumo diprodotti biologici in Italia, elaborati in occasione della fiera SanaSecondo le rilevazioni dell’Ismea, infatti, per i prodotti biologici ilconsumo continua a registrare progressi. L’anno scorso gli acquistidelle famiglie italiane nella Gdo erano cresciuti del 9%. E nel pri-mo semestre 2012 è proseguito il trend, con un incremento dellaspesa bio del 6,1% rispetto alla prima metà del 2011. Il bio italianovale, al consumo, circa tre miliardi di euro. Il nostro Paese è quar-to nella graduatoria europea, dietro Germania, Francia e RegnoUnito, e sesto a livello mondiale.

«Settore dinamico e in controtendenza»Il Ministro Catania decanta le lodi del bio

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

Sistema di certificazione e reddi-to dei produttori biologici e bio-dinamici sono stati i due temi at-torno ai quali si è sviluppata l’As-semblea nazionale di UPBio,Unione Nazionale dei produttoribiologici e biodinamici, tenutasiil 10 ottobre a Roma.Considerata la continua crescitache da diversi anni caratterizza ilmercato dei prodotti bio, sia inItalia che in Europa, si presentasempre più urgente, infatti, unavalutazione dell’at-tuale sistema di certi-ficazione per offrireai consumatori unarisposta sempre piùconcreta alla neces-sità che li avvicina eli fidelizza al biologi-co. Il workshop “Bio, lacertificazione chevorrei” ha messo inevidenza la necessitàdi un sistema piùflessibile e meglio organizzato,che tuteli l’intero comparto e chetuttavia non gravi esclusivamen-te sui produttori.“Riteniamo che sia giunto il mo-mento di una rifondazione dellacertificazione bio - ha sottolinea-to Michele Monetta, vice presi-dente di UPbio -.Considerata lasituazione, UPBio ritiene neces-sario pensare ad un ente unico”. Al ministero i produttori chiedo-no inoltre: analisi tecniche-eco-nomiche sull’efficienza del siste-ma di certificazione, in particola-re, una idonea griglia di indicato-ri per valutare l’efficacia del si-stema di controllo attraverso leinformazioni che gli organismidi controllo consegnano alle Au-

torità competenti pubbliche; unagestione informatica univoca chenon generi un appesantimentoburocratico e un notevole incre-mento dei costi per l’intero siste-ma produttivo; e in ambito inter-nazionale una garanzia sullacondivisione di regole comuni.Richieste immediate anche agliOrganismi di controllo e di certi-ficazione: la diminuzione deicontrolli burocratico-ammini-strativo a favore di quelli storici-

agronomici; tecnicicontrollori non pre-cari, e forse anchemal pagati in diversesituazioni; individua-zione di chiare moda-lità di retribuzioneall’ispettore.Oltre al tema certifi-cazione la crescitadel comparto del bioimpone una riflessio-ne sul reddito dei pro-duttori, fatta durante

il workshop pomeridiano “Bio, lacommercializzazione che vorrei”.“I prezzi alla produzione per iproduttori biologici italiani sonoin continua diminuzione, salvoche nelle situazioni in cui la fi-liera è chiusa direttamente dalproduttore, cioè nella vendita di-retta, per lo più in azienda o almercatino”, ha commentatoIgnazio Cirronis (foto sopra), pre-sidente di UPBio. “La nostra proposta a tutela delreddito dei produttori è una retedi 20 punti vendita nei capoluo-ghi regionali gestita dalle orga-nizzazioni regionali di produtto-ri biologici e che si rivolgono di-rettamente agli acquirenti pre-senti sul territorio”. ●

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Un mercato online dedicatoal biologico. Si tratta del pro-getto TelematicBio, realizzatodalla Borsa merci telematicaitaliana S.c.p.A. (Bmti) inpartnership con Sinab eIsmea e con il patrocinio delMinistero delle Politicheagricole alimentari e foresta-li, presentato in occasionedel Sana.TelematicBio è il mercato te-lematico sperimentale per lanegoziazione di prodotti or-tofrutticoli biologici freschiprodotti in Italia. Nasce conl'obiettivo di promuovere iprodotti biologici nella risto-razione collettiva e nei con-fronti del cittadino-consuma-tore e di incentivare i proces-si di acquisto diretto verso leaziende agricole riducendo alminimo le intermediazioni.Appello per il CrabSalvare il CRAB, uno dei po-chi punti di riferimento perla ricerca nell'agricolturabiologica". Questo l'appellodi AIAB in merito all'immi-nente chiusura del CRAB,Centro di Riferimento perl'Agricoltura Biologica, chedal 2002 si occupa dipromuovere e divulgare lepratiche dell'agricoltura bio-logica attraverso la realizza-zione di attività sperimenta-li, didattiche e divulgative.Il Centro ha avuto la capacitàdi avvicinare la realtà conta-dina al mondo della ricerca.

TelematicBio lancia il mercato on line

Certificazioni e redditiUPbio fa il punto

L’assemblea nazionale dell’Unione dei produttoribiologici e biodinamici lancia una proposta: creare una rete

di 20 punti vendita regionali gestiti a livello locale

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

Ipermercato addio? La crisi stamodificando anche i piani dellagrande distribuzione, che sembraintenzionata ad abbandonare,seppur gradualmente, la formadell’iper. Alla fine di quest’annole nuove aperture di ipermercati,aree di commercio con metraturesuperiori ai 4.500 metri quadri,saranno solo 10 contro le 37 del2011.Solo Coop ne sta dismettendo seiin Toscana oltre a progettare ditrasformare gli ipermercati in su-perstore in alcune Regioni delsud Italia come la Sicilia, la Pu-glia e la Campania. Lo riporta unservizio del quotidiano La Repub-blica.Un’altra importante catena di-stributiva nazionale come Conadha cambiato anima al suo nego-zio extra large di Rimini mentre ifrancesi di Carrefour sono usciticon la loro insegna dagli iper-

mercati di Puglia e Basilicata. Ta-le tendenza è confermata anchedai dati relativi alle superfici divendita e da quelli relativi al fat-turato. Per la prima volta, infatti,quest'anno le superfici di venditadegli iper sono rimaste pressochéinvariate rispetto al 2011 (+0,3%)a fronte di una crescita relativa ai6 anni precedenti del 32%. In ter-

mini di vendite, invece, a frontedi un aumento dei volumi delvenduto nei superstore, si è assi-stito ad una contrazione del-l’1,4% negli iper, il che corrispon-de ad un calo del fatturato pari al2,4%. Anche i piani di Carrefour con-fermano tali trend, pensando an-ch'essi a una riduzione degli spa-zi di vendita e ripensando il pro-dotto. Pino Zuliani, direttore diConad, ha dichiarato che “la crisivera è sugli iper di grandi dimen-sioni”.Unica voce fuori dal coro è quel-la di Auchan che, al contrario, as-sicura che per loro l’ipermercatoresterà il futuro. ●

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Ipermercati... in apneaUn format che ha perso appeal

Nel 2012 soltanto 10 le aperture; nel 2011 eranostate 37. E tanti chiudono

Il 2012 dovrebbe presentare la peggiore variazio-ne negativa della spesa reale pro capite della sto-ria della Repubblica (oltre il -3%): è la stimaeffettuata da Confcommercio, che spiega cometra il terzo trimestre del 2007 e il secondo trime-stre di quest’anno i consumi procapite degli ita-liani sono diminuiti in termini reali del 6,5%.All’interno di questo perimetro fortemente reces-sivo, solo pochissimi settori di spesa (la telefoniae l’informatica) e solo un canale di distribuzione,il discount, tengono i livelli di fatturato reale del2011. Nel primo semestre del 2012, infatti, lagrande distribuzione nel complesso ha registratoin termini tendenziali un modesto incremento(+0,1%), contro una flessione del 2,6% del fattu-rato delle imprese operanti su piccole superfici.A tenere un profilo di crescita più dinamico neiprimi sei mesi dell’anno sono solo i discount(+1,8%) ed i supermercati (+1,4%). È del tuttoevidente che al netto di un’inflazione di poco su-periore al 3%, il potere di acquisto del sistemacommerciale si sia ovunque ridotto. Crisi e calo

dei consumi si ripercuotono sui piccoli esercizial dettaglio il cui stock, pari a poco più di 757mi-la unità nel 2011, è in diminuzione rispetto al2010 (-0,1%); in flessione anche il fatturato diquesta tipologia distributiva (-2,6% nei primi seimesi del 2012), mentre cresce quello dei discount(+1,8%) e dei supermercati (+1,4%).Molise (-1,9%), Friuli Venezia Giulia (-1,1%) e Li-guria (-0,9%), le regioni che, nel complesso, regi-strano le maggiori "perdite" di esercizi.Prosegue lo sviluppo delle medie e grandi super-fici, con minimercati e supermercati che aumen-tano prevalentemente al Centro e al Sud eipermercati e grandi magazzini in espansione alNord; rilevante, nel sistema distributivo italiano,il ruolo di altre tipologie di vendita che hannoraggiunto ormai un elevato livello di diffusione,come il commercio ambulante (oltre 175 milaimprese di cui quasi la metà al Sud), le impresedi e-commerce (+19% rispetto al 2010), e la ven-dita attraverso i distributori automatici (oltre duemilioni di macchine installate in Italia).

L’anno nero dei consumi: mai così in basso nella storia della RepubblicaSi salvano i discount, tra i settori tengono solo telefonia e informatica

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

Opo Veneto ha messo a puntoconfezioni di verdure miste conl’obiettivo di attirare l’attenzionedei giovani consumatori. Ne sono stati curati i colori, ilpackaging, la praticità e la fun-zionalità. Sono “cassettine” daicolori vivaci e stuzzicanti desti-nate soprattutto alla Gd, che con-tengono ortaggi essenziali, di usoquotidiano, pronti per l’uso. Mol-to pratiche per il trasporto, graziea un simpatico manico. Nellapreparazione si è molto attentialla qualità, all’igiene e alla pro-porzione tra varietà di ortaggi.

O t t o b r e 201260 www.corriereortofrutticolo.it

OPO VENETO

Cassettine di verdure per catturare i giovani

Conad e Unifrutti hanno inau-gurato a Addo, nella regione diPorth Elisabeth in Sud Africa,una scuola materna per i figlidei lavoratori della vallata di SunDay Valley realizzata in collabo-razione con l’associazioneThembalethu. L'associazioneopera per contenere gli effettidell’Aids e sconfiggere la povertàin molti Paesi sudafricani. Lascuola è stata intitolata a Vitalia-no Brasini, figura storica di Co-nad, amministratore delegato diCommercianti Indipendenti As-sociati, scomparso due anni fa.

CONAD

Scuola in Sudafrica con Unifrutti

La crisi economica che ha fattoridurre drasticamente gli acqui-sti, anche nel settore alimentare,sta mettendo al tappeto l’interocomparto della grande distribu-zione organizzata siciliana. Nella sola provincia di Catania,quella che ha in Sicilia il tasso dipresenze più alte di grande cen-tri, lavorano in queste strutturequasi cinquemila persone. Le al-tre province siciliane che rischia-no di essere travolte da questacrisi sono quelle di Siracusa e Ra-gusa, ma anche a Palermo, cheha ancora pochi centri.

SICILIA

Crisi travolgenteLa Gdo abbandona

Il gigante australiano della Gdo Woolworths ha aumentato le proprievendite del 95% nell’anno finanziario 2011-2012 espandendo conte-stualmente la rete di vendita sul territorio.Il direttore generale di Woolworths, Tjeerd Jegen, ha affermato che ilgruppo ha un approccio innovativo di marketing con l’introduzione, ri-velatasi vincente, di applicazioni per smartphone e ultimamente ancheper liPad, denominate “click then collect at store”, che danno la possi-bilità di effettuare l’acquisto on line tramite smart app, con la possibi-lità poi di ritirare personalmente l’acquisto presso un vicino punto divendita.Nell’anno 2011-2012 il gruppo ha aperto 38 nuovi supermercati, por-tando il numero totale a 872, oltre a 20 negozi Dan Murphy (catena disupermercati dedicata alla vendita di soli alcoolici), che hanno aiutatoa incrementare le vendite online. Il numero delle applicazioni svilup-pate dal gruppo e scaricate dagli utenti per acquisti online ha raggiun-to i 2,3 milioni. Una ricerca su mille acquirenti online realizzata daparte di Frost & Sullivan e PwC appena pubblicata rileva che i consu-matori stanno incrementando il numero delle transazioni on line perl’acquisto di prodotti alimentari e alcolici, anche se abbigliamento cal-zature gioielli e altri accessori dominano, per ora, l’e-commerce.Il 55% dei consumatori intervistati ha indicato il prezzo quale ragioneprincipale degli acquisti on line. La ricerca prevede che in Australia ilconsumo di beni acquistati on line crescerà del 17,6% raggiungendo 16miliardi di dollri australiani nel 2012 e quota 26,9 milioni nel 2016.

AUSTRALIA

Exploit di Woolworths: boom di vendite aperti 38 supermercati e 20 negozi

Difficoltà crescenti per i gigantiinternazionali della grande di-stribuzione organizzata in Cina.La francese Carrefour, pionieradel mercato nel 1995, ha investi-to su una catena locale di forni-tori che le hanno consentito diaprire 206 ipermercati in 64 cittàcinesi ma sembra imminente lavendita dei suoi negozi in Cina. Anche Wal-Mart - che ha costrui-to la sua leadership mondialecon un'impeccabile logistica - haaffermato di voler ridurre, se nondimezzare, l'apertura di nuovipunti vendita. Dopo averne raggiunto 370 sul-l’intero territorio cinese, il colos-so statunitense ha riconsideratol’impegno ed anche la tipologiadi intervento.Non vanno meglio le cose per Te-sco, infine: ha già chiuso alcunipunti vendita.

CINA

Carrefour, Wal Marte Tesco soffrono

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CorriereOrtofrutticolo

QUARTA - QUINTA GAMM

AQ

“La IV Gamma italiana è cresciu-ta vertiginosamente, sino a di-ventare il primo mercato in Eu-ropa per volumi e per valore ge-nerato. Ora è venuto il momentodi consolidare le fondamenta, in-tervenendo sul nodo dell’effi-cienza del sistema di produzionee distribuzione. Crediamo ferma-mente che la nostra proposta diintroduzione della shelf life mi-nima garantita per il Fresco con-fezionato pronto al consumo pos-sa migliorare ulteriormente ilsettore.” Lo ha dichiarato Umber-to Galassini, Coordinatore AiipaIV Gamma.Le parole del Coordinatore di Aii-pa IV Gamma, Gruppo che all’in-terno di AIIPA rappresenta le im-prese che operano nel settore de-

gli ortofrutticoli freschi pronti alconsumo, sintetizzano la portatadella proposta ufficializzata alconvegno “La IV Gamma cambiamarcia. Qualità e shelf life mini-ma garantita per un mercatosempre più a misura di Gdo”, te-nutosi a Macfrut 2012 alla pre-senza di Mario Catania, Ministrodelle Politiche Agricole, Alimen-tari e Forestali.Il convegno ha visto gli interven-ti del Coordinatore di AIIPA IVGamma Umberto Galassini, delmembro della Commissione Tec-

nica di Aiipa IV Gamma, dottorLuca Sgardiolo, del Responsabiledi Aiipa IV Gamma, DomenicoStirparo nonché i contributi por-tati da esperti del settore tra cuiRoberto Della Casa, Docente del-l’Università di Bologna - Facoltàdi Economia di Forlì, AndreaGhiselli, Dirigente di Ricerca Cra(ex Inran) e Gian Carlo Colelli,Docente dell’Università di Fog-gia, Dipartimento di ScienzeAgrarie, degli Alimenti e del-l’Ambiente.Fulcro del convegno al Macfrut èstata la proposta di introdurre inItalia la shelf life minima garan-tita per gli ortofrutticoli freschipronti al consumo: una nuovastrategia di produzione e com-mercializzazione già adottata

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Aiipa: «Con la shelf life più lungavantaggi per tutta la filiera»

L’associazione propone di estendere la data

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CorriereOrtofrutticoloQuarta - quinta gamma

con successo in altri paesi euro-pei, tra cui Francia, Spagna e Re-gno Unito, e che per il sistema di-stributivo italiano si annunciacome un cambiamento epocale.In sintesi, la shelf life minimagarantita consiste nella produzio-ne di un quantitativo di prodottofinito leggermente superiore alprevisionale di vendita e con unadata di scadenza incrementata diun giorno (ad esempio, passandoda 6+1 a 7+1) che va a costituireil margine cui attingere per farfronte a ordinativi in consegnasuperiori alle quote previste, ga-rantendo nel contempo al clienteil rispetto della shelf life minimacontrattualizzata. Il prodotto fini-to non consegnato viene conser-vato ad una temperatura di 4 gra-di presso lo stabilimento del pro-duttore per 24 ore e poi a 10 gra-di, aumentandone la durabilitàrispetto alla situazione attuale incui il prodotto viene conservatosempre a 10 gradi. Il vantaggio della proposta stu-diata da Aiipa IV Gamma risiedein un incremento del livello disoddisfazione di tutti gli attoricoinvolti, dal produttore al distri-butore, ottenuto attraverso un si-stema di produzione e commer-cializzazione più fluido ed effi-ciente. Nello specifico, per leaziende produttrici i vantaggiconsistono nell’ottimizzazionedella produzione e dei turni di la-voro, con evidenti benefici in ter-mini di efficienza produttiva, so-stenibilità di processo e costanzadegli standard qualitativi. Per i retailer i vantaggi riguarda-no, invece, una minore criticitàdella fase di ricevimento sia intermini di puntualità che di cor-rispondenza tra fornitura e quan-titativo ordinato. Inoltre, il distri-butore può contare sul migliora-mento della gestione della catenadel freddo e sulla disponibilità diprodotto con shelf life più lungae standard qualitativi certi.A supporto della proposta sullashelf life minima garantita, LuigiSgardiolo della CommissioneTecnica di AIIPA IV Gamma hacitato al convegno i risultati degli

studi effettuati da giugno 2011 su-gli aspetti microbiologici e mer-ceologici della shelf life minimagarantita. Le analisi sono state ef-fettuate non solo sui prodotti piùrappresentativi del mercato ita-liano, ma anche su referenze dinicchia e su merceologie che

vengono commercializzate singo-larmente o destinate a essere in-serite nei mix di insalata.“La proposta è stata formulata do-po una minuziosa ricognizionedelle problematiche tecniche,igienico-sanitarie e normative,ma anche ponderando attenta-mente interessi ed esigenze ditutti i protagonisti del mercato”,ha dichiarato Umberto Galassini,Coordinatore di Aiipa IV Gam-ma. “Ora si apre la fase del con-fronto con i nostri interlocutori,ma le attività di Aiipa IV Gammacontinuano”. ●

O t t o b r e 201262 www.corriereortofrutticolo.it

DimmidiSì La Linea Verdecontinua gli investimenti nelsegmento zuppe fresche eamplia la gamma con duenuove proposte: Farro conVerdure e Patate e Porri.DimmidiSì - Le ZuppeFresche Farro con Verdure èuna minestra di farro, un ce-reale ricco di fibre, di vitami-ne e di sali minerali e conpochi grassi; è molto trendye dal consumo in continuacrescita. Farro con Verdure èpreparata con cinque tipi diverdure, carote, patate,zucchine, cipolle e piselli edè perfetta per ottenere in mo-do semplice, e all’insegna delbenessere, un senso di sazietàcon poche calorie. DimmidiSì - Le ZuppeFresche Patate e Porri è unavellutata dal delicato gusto dipatate, profumata con discre-zione da porri e da unaleggera nota di noce moscata.Un piatto adatto ad un targetallargato di adulti e bambini.

Zuppe, DimmidiSìamplia la gamma...

La Linea Verde ha presentatoin anteprima al Macfrutun’assoluta novità di prodot-to: Dimmidisì il brodo frescodi verdure e Dimmidisì il bro-do fresco di carne e verdure.Un brodo fresco pronto all’u-so. Per la preparazione vengo-no utilizzate verdure fresche ecarne fresca di manzo. Il bro-do fresco Dimmidisì è confe-zionato in una pratica botti-glia richiudibile da 750 ml.Queste le caratteristiche vin-centi che fanno del BrodoDimmidiSì un prodotto inno-vativo che risponde alle esi-genze del consumatore mo-derno che ha sempre menotempo da dedicare alla prepa-razione dei cibi e che semprepiù desidera seguire una sanaalimentazione. Gli ingredien-ti base sono verdure e carnedi manzo, preparati secondoil metodo di cottura tradizio-nale, con olio extravergine dioliva, senza l’aggiunta di glu-tammato o conservanti.

...e proponeanche il brodo fresco

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CorriereOrtofruttIcolo MONDO

M

63O t t o b r e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

La recente edizione di WorldFruit Moscow (17-20 settembre)ha permesso di fare il punto sulmercato ortofrutticolo russo ag-giornando dati, contatti e im-pressioni. World Fruit ha mante-nuto le dimensioni degli ultimidue anni. È la terza fiera europeadopo Fruit Logistica di Berlino eFruit Attraction di Madrid ed èun riferimento indispensabileper il mercato russo. Esso ha mo-strato notevoli sviluppi nell’orga-nizzazione commerciale e nellavarietà della gamma di prodottiche vengono richiesti. Sono inforte crescita i prodotti confezio-nati, la quarta gamma, le confe-zioni miste mono-dose per sin-gle, in particolare a Mosca e SanPietroburgo, che sono di granlunga i mercati più evoluti. Difronte a questo scenario la quotadi mercato italiana, che varia trail 6 e l’8 per cento a seconda del-le località, della stagione e dei ca-nali di vendita, appare poco si-gnificativa. Il mercato russo oggiè anche più affidabile e sicuro diqualche anno fa, soprattutto infatto di assicurazioni e pagamen-ti, e questo lo rende ancora piùinteressante. Questo dato è uscitoconfermato anche dalle conclu-sioni di una missione economicache, a scavalco della fiera di Mo-sca, è avvenuta in Russia da partedi una delegazione dei Mercatiall’ingrosso di Padova e Verona,

Olga Ivanova, import manager di Fruity Mail e Sergey Kulikov buyer di Dixi;sotto Irina Fakhrieva di Arealfruit. In alto promozione sui muri di Mosca

World Fruit Moscow conferma il ruolo marginale del madein Italy mentre prendono piede i prodotti ad alto contenutodi servizio. Riuscita missione per Maap e Veronamercato

Russia chiama Italia, ma gamma e assortimento non soddisfano

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organizzata dal servizio Int.B Ser-vice del nostro gruppo editoriale.Vi hanno preso parte, tra gli altri,il presidente di VeronamercatoErminia Perbellini con il vicepresidente Gianni Dalla Bernar-dina, il direttore Paolo Merci e ilconsigliere d’amministrazioneAnnunciato Maccini, la titolaredi Primo Mattino Chiara Zuccari,il trasportatore Francesco Corsi ei padovani Giancarlo Daniele,amministratore delegato delMAAP con il direttore del merca-to Francesco Cera e il direttoredell’Associazione grossisti Alber-to Filippino.La delegazione non si è limitata avisitare World Fruit, ma ha com-piuto un sopralluogo al mercatomoscovita di Pokrovka (la primadelle cinque piattaforme logisti-che per il commercio ortofrutti-colo dislocate sulla circonvalla-zione di Mosca), ha visitato varieaziende ed ha compiuto una mis-sione a 90 km a sud di Mosca, aSerpukhov, per visitare la princi-pale piattaforma logistica dellaterza catena di supermercati rus-sa, la Dixi, forte di 1.300 puntivendita. Incontri sono avvenuticon responsabili e buyers delleaziende Tropic Group, Globus,Areal Fruit, Allianz-Ulisa, FruityMail, oltre che di Dixi.Vlada Zhukovskaya, che per Glo-bus si occupa delle importazionidall’Italia, ha ricordato che Glo-bus è il primo gruppo russo pervolumi di ortofrutta commercia-lizzati. In Italia comperano so-prattutto mele. Per i kiwi e altriprodotti comprano in Grecia, acausa dei prezzi vantaggiosi, maverso fine campagna acquistanodall’Italia per garantirsi la qua-lità. Fattore determinante è il prezzo.Globus è sul mercato da 18 anni eda qualche anno ha cambiato tut-to lo staff dei buyers oggi costi-tuito quasi interamente da giova-ni donne. Globus fa 400 milionidi dollari di fatturato annuo, hamolte sedi in Russia e lavora so-prattutto con i grossisti perchérealizza di più rispetto ai super-mercati. Il consumatore russo -ha

detto Vlada - guarda al prezzo, avolte anche alla qualità, mai allaprovenienza.Sta tuttavia nascendo, nelle gran-di città, un nuovo tipo di consu-matore, attento all’etichetta, chevuol sapere cosa mangia ed è at-tirato dal prodotto che offre unplus di servizio, come le confe-zioni miste mono-dose di ortaggi,che sono state osservate allaFruity Mail.Qui la buyer Olga Ivanova haspiegato che l’Italia e il prodottoitaliano incontrano simpatia eapprezzamento da parte di molticonsumatori che cercano nei no-stri prodotti la qualità del made

in Italy alimentare, tuttavia leaziende italiane non riescono agarantire i carichi misti con lagamma e l’assortimento richie-sto. La Fruity Mail sta cercandofornitori italiani soprattuto perprodotti di pregio (come i limonidi Amalfi) per i quali sono dispo-sti a spendere.Nei punti di vendita della grandecatena Dixi - ha affermato il re-sponsabile del dipartimento ac-quisti ortofrutta Sergey Kulikov -il prodotto italiano trova già ilsuo spazio (Alegra, Mazzoni, tragli altri fornitori) ma la disponi-bilità per la nostra ortofrutta èancora ampia. (A.F.)

Sopra, porzioni monodose di ortaggi baby nel magazzino di Mosca dellaFruity Mail. Sotto, il posteggio della Globus al Mercato moscovita Pokrovka

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● Antonio Felice

L’Ucraina sta facendo grandi pas-si avanti nella modernizzazionedel commercio ortofrutticolo e siapre sempre di più all’interscam-bio con l’estero, in particolare at-traverso l’azione della WMAP,l’Associazione dei Mercati all’In-grosso (Association of UkrainianWholesale Markets of Agricultu-ral Products). Partendo dall’esperienza del mer-cato Shuvar di Lviv (Leopoli),che già movimenta in un annooltre 600 mila tonnellate di pro-dotti freschi, la WMAP ha realiz-zato in pochi anni i nuovi merca-ti Stolychnyy nella capitale Kiev(225 mila tonnellate l’anno) eGospodar a Donetsk (34.500 ton-nellate) e sta realizzando altridue mercati, che saranno ultima-ti nei prossimi mesi, l’Hectare diOdessa, il grande porto sul MarNero, e lo Sichovyi di Zaporizhya,una città del sud-est tra Donetsk ela Crimea. Si tratta di strutture di concezio-ne avanzata, con standard euro-pei, aperte agli investimenti stra-

nieri attraverso diverse forme dicollaborazione. Se l’Ucraina è uncolosso nella produzione di caro-te, patate, cavoli e un produttore

di livello internazionale di melee di piccoli frutti, essa rappresen-ta anche un mercato di importa-zione con cifre in continuo au-

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Dall’Ucraina per presentarei Mercati e stringere partnership

Una delegazione della Wmap ha visitato a fine settembreVeronamercato, Maap e altre strutture venete; quindi, dopoun seminario al Macfrut, l’incontro con selezionate aziende

Alexey Chumak, direttore del Mercato Stolychnyy di Kiev. Sopra il titolo, da sinistra: Vladyslav Yatsko, direttore del Mercato Gospodar di Donetsk, PaoloMerci, direttore di Veronamercato, Zoryana Pastushchuk, manager del dipar-timento che coordina l'attività del WMAP, Alexey Chumak, Erminia Perbelli-ni, presidente di Veronamercato, Ihor Plotytsya, direttore del Mercato Shuvardi Lviv (di cui vediamo un padiglione nella pagina a destra) e Gianni DallaBernardina, vice presidente di Veronamercato

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mento. Nel 2011 l’Ucraina ha im-portato frutta per oltre 683 milio-ni di dollari, quest’anno questacifra si attesterà intorno al mi-liardo di dollari; per gli ortaggi leimportazioni sfioreranno a fineanno i 200 milioni di dollari: unatorta nella cui spartizione alcuniPaesi mediterranei come l’Italiahanno ancora un ruolo margina-le.Una delegazione della WMAP, or-ganizzata dall’Int.B Service delnostro gruppo editoriale, ha visi-tato l’Italia dal 26 al 29 settembre,con tappe a Verona, Padova, Ce-sena, Rimini, Chioggia e Venezia.Ne hanno fatto parte Alexey Chu-mak, direttore del Mercato Stoly-chnyy di Kiev, Ihor Plotytsya, di-rettore del Mercato Shuvar diLviv, Vladyslav Yatsko, direttoredel Mercato Gospodar di Donetske Zoryana Pastushchuk, managerdel dipartimento che coordinal’attività del WMAP. A Verona e Padova la delegazioneha visitato due mercati all’ingros-so italiani specializzati nelle atti-vità di esportazione. A Verona la delegazione ha in-contrato, oltre a diversi operato-ri, la presidente di Veronamerca-to Erminia Perbellini e il diretto-re Paolo Merci. A Padova gliucraini hanno partecipato a unincontro con l’ad del MAAPGiancarlo Daniele, il direttoreFrancesco Cera e il direttore del-l’Associazione grossisti AlbertoFilippino. Padova ha già avviato rapporticommerciali abbastanza intensicon l’Ucraina, con l’invio setti-manale di alcuni carichi misti.Verona intende entrare nel mer-cato ucraino con iniziative chesono allo studio. A Cesena, lamattina di venerdì 28 settembrela delegazione è stata protagoni-sta, nell’ambito di Macfrut, di unseminario sul mercato ortofrutti-colo dell’Ucraina al quale ha par-tecipato un gruppo selezionate diaziende italiane, tra le quali ilGruppo Fruttital e From, e haavuto successivi contatti con al-tre aziende tra cui Salvi, Apo-fruit, Pempa-Corer, Zani.

Durante il seminario, il direttoreChumak ha dato un’idea di quan-to sia grande il progetto portatoavanti dalla WMAP: in pratica,entro il 2015, è previsto che la ca-tena dei mercati all’ingrosso dinuova concezione coprirà per in-tero le 25 regioni dell’Ucraina.Chumak ha confermato l’apertu-ra verso forme di collaborazionecon gli operatori esteri illustran-do un’offerta che partendo dal-l’affermato mercato di Lviv sipuò espandere all’intera reteWMAP. È stata proposta la crea-zione di joint-venture al 50% conla stessa WMAP per avviare unflusso di importazione oppurel’apertura di una filiale ucrainadi un esportatore estero o un suoufficio di rappresentanza pressouna delle strutture WMAP. L’Associazione garantisce la for-nitura di tutta una serie di servi-zi per facilitare l’ingresso nel

mercato ucraino. I singoli merca-ti stanno avviando progetti inambiti come la vendita a distan-za, il web-market, la logistica in-telligente, le aree logistiche. Ladistribuzione dell’ortofrutta inUcraina è in forte evoluzione. Inegozi di vicinato non copronopiù del 10% mentre è forte il ruo-lo dei mercati rionali e degli stes-si mercati all’ingrosso (che ven-dono anche direttamente al pub-blico). I supermercati copronouna quota intorno al 15%; alle ca-tene nazionali si affiancano inse-gne come Auchan, Metro, Billa.In Ucraina crescono i consumi difrutta e parallelamente anchequelli di pesce di mare. Per questo la delegazione ha con-cluso la trasferta italiana con unavisita al mercato ittico di Chiog-gia dove ha incontrato lo staff di-rezionale.

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Patate 24,2 13,9 14,3 3,0Ortaggi 9,8 4,3 4,8 10,6Frutta e piccoli frutti 1,9 0,86 0,88 1,4

Ortaggi 132.949,6 42.237,1 133.200,4 106.087,0Frutta 217.347,2 95.049,6 683.446,4 493.905,1

Produzione 2011 2011 2012 diff. %(milioni tonn.) (primi 8 mesi) (primi 8 mesi)

Import-export Export Export Import Import(migliaia di $) 2011 2012 (6 mesi) 2011 2012 (6 mesi)

Ucraina - Produzione & Import export

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La Russia (da poco entrata nellaWto) è diventata il principalemercato al di fuori dell’UnioneEuropea per il comparto ortofrut-ticolo spagnolo. Secondo i dati diFepex, l’associazione che rag-gruppa gli esportatori ortofruttio-coli del Paese iberico, lo scorsoanno le esportazioni spagnole difrutta e ortaggi in Russia hannotoccato le 243.027 tonnellate,+47% sul 2010.Per quanto riguarda le verdurenel 2011 l'export della Spagnaverso la Russia ha registrato35.276 tonnellate di merce invia-ta, con un aumento del 48% sul2010 quando si erano fermate a23.877 tonnellate. Il risultato èstato raggiunto in particolaregrazie all'aumento di esportazio-ni di cetrioli, pomodori e lattuga.Per quanto riguarda la frutta so-no state inviate nel Paese russo207.751 tonnellate, rispetto alle141.259 tonnellate del 2010(+47%). Pesche, nettarine e man-darini sono stati i frutti spagnolimaggiormente importati dallaRussia. Nel 2011 la Russia ha rappresen-tato il 30% delle esportazioni to-tali della Spagna verso Paesi ex-tra-UE, per un complessivo di814.896 tonnellate. Anche nel2012 la Russia rimane la princi-pale destinazione per l'ortofruttaspagnola. Secondo gli ultimi datidel dipartimento dogana e agen-zia delle entrate, elaborati da Fe-pex, dal mese di febbraio le spe-dizioni sono aumentate del 50%rispetto agli stessi mesi del 2011,

per un totale di 47.362 tonnellate.Dopo l’integrazione effettiva del-la Russia nel Wto, la Fepex sipreoccupa di stabilire un'adegua-ta politica per mantenere la buo-na performance delle esportazio-ni ortofrutticole. Per supportare econtinuare a favorire le esporta-zioni, la fiera internazionaleFruit Attraction 2012 (Madrid, 24-26 ottobre) ha pianificato, in col-laborazione con ICEX, una seriedi incontri tra buyer internazio-nali, in particolare con la delega-zione russa. ●

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La Spagna scopre la Russia come mercato leader extra Ue

Nel 2011 export superiorealle 243 mila tonnellate,il 47% in più del 2010

Le regioni spagnole dell’Andalusia e della Murcia, tra le più importanti di Spagnaper il settore ortofrutticolo, sono state colpite da piogge torrenziali che hannodanneggiato gravemente il settore agricolo. Il maltempo ha provocato inondazioni epurtroppo anche delle vittime. Pesante il bilancio dei danni del compartoagroalimentare.Le prime informazioni mettevano in rilievo migliaia di ettari di agrumi e ortaggiandati interamente distrutti. Nella zona di Lorca (Murcia) 20.000 ettari di terre irri-gate sono stati sommersi dal fango e i raccolti sono andati perduti.

Andalusia e Murcia

sott’acqua,gravi

i dannial settore

Produzione agrumicola pre-vista in calo in Spagna. I pro-duttori di agrumi hanno ste-so le loro previsioni, pubbli-cate da Ailimpo su dati Fre-shfel. Per la stagione 2012-2013 la produzione di agrumiin Spagna dovrebbe attestarsisui 6,10 milioni di tonnellate,in calo del 5,74% rispetto allastagione scorsa, con un disa-vanzo di 372.000 tonnellatein totale. La produzione dimandarini arriverà a 2,08milioni di tonnellate, in calodel 13,1% rispetto al 2011-2012. Le clementine scende-ranno del 17,6% a 1,43 milio-ni di tonnellate, i mandarinisatsuma saliranno del 46,56%a 192.000 tonnellate. La pro-duzione di arance arriverà a3,10 milioni di tonnellate,con una crescita dell’1,97%rispetto al 2011-2012. La pro-duzione di limoni arriverà a870.000 tonnellate, indiminuzione del 12,1%rispetto all’anno scorso,mentre quella di pompelmiarriverà a 53.000 tonnellate,in aumento del 3,92%.

Agrumi iberici in calo del 5,7%

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Dole approccia ormai da un anno ilmercato nazionale con una strate-gia di comunicazione volta a evi-denziare le sue peculiarità sia neiconfronti degli interlocutori com-merciali che del consumatore fi-nale. L’azienda americana, infatti,che da sempre ha un comporta-mento originale nell’ambito deigruppi multinazionali nell’approccioal mercato nazionale è arrivata aconiare un nuovo e incisivo pay offdi campagna per il mercato ital-iano: “la frutta differente”. Perchédifferente? Perché sana, grazie auna ricerca d’avanguardia che per-mette a Dole di produrre con lemigliori tecniche in tutte le fasi del-la filiera, dalla coltivazione in cam-po fino al trasporto dalle zoned´origine ai mercati di consumo. Dacui sicura, perché tracciata, con-trollata e garantita dal campo alcliente finale attraverso il sistemadi qualità interno che verifica con-tinuamente i prodotti durante tutto ilprocesso. Negli ultimi anni, poi,Dole ha intensificato il suo impeg-no verso la sostenibilità nella suaaccezione ambientale e socialecon una serie di iniziative nellearee di produzione del CentroAmerica, quali Planet Dole e DaleFoundation, volte alla coltivazionedei fruttiferi con i mezzi più rispet-tosi dell´ambiente e della salute,con una gestione responsabile dei

terreni coltivati fino all´uso parsi-monioso dell´acqua e degli altrimezzi tecnici. Nei confronti di oltre14.500 propri collaboratori, infine,Dale Foundation, ha realizzato pro-grammi di assistenza sanitaria eformativa in Ecuador e Perù, Lafrutta Dole è pertanto differenteperché si caratterizza non solo treesse facili da ricordare ma per la

forte sottolineatura all’impegno del-l’azienda sui temi della salute edell’ambiente. Per vedere in det-taglio tutti gli aspetti tecnici delcontrollo della Supply Chain daparte dell’azienda è ora disponibileanche nella nostra lingua il nuovosito web Dole-Earth.com che per-mette ai consumatori italiani di sco-prire direttamente la tracciabilitàdel prodotto grazie al codice del-l'azienda agricola indicato sul-

l'etichetta del frutto. E’ un invito aviaggiare fino alla fonte del prodot-to che darà inoltre ai consumatoril'opportunità di apprendere di piùsui loro frutti preferiti tramite varicontenuti educativi e d'intratteni-mento, come una visita virtuale in-terattiva ad un'azienda agricola ocon diversi video sulla supply chaine sui programmi riguardanti la re-sponsabilità sociale e ambientale. Il marchio Dole, poi, segmenta ver-so l’alto la propria qualità con cri-teri qualitativi ancora più severi,proponendo un prodotto "extra",ovvero della categoria qualitativapiù elevata disponibile sul mercato.Questo miglioramento della qualitàè reso visibile da un restyling com-pleto della confezione, con unanuova grafica su fondo bianco attaa evidenziare il carattere premiumdel marchio e del prodotto.Ma le novità non finiscono qui."Questo ambizioso programmarappresenta per Dole e per i suoipartner distributivi in tutta Italiaun'opportunità unica di dimostrarela propria competenza in fatto difrutta e di conquistare la fiducia ela fedeltà dei consumatori, eviden-ziando i caratteri distintivi delle ba-nane Dole: frutta di alta qualitàprodotta in modo responsabile"dice Vittorio Grotta, Managing Di-rector di Dole Italia.

Aziende informano

Aziende informano

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Dole è differente

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Per non dipendere più dalla do-manda europea, l’India è andataalla ricerca di nuovi mercati peresportare uva. Per la stagione2013, prevede di andare alla ”con-quista commerciale” in particola-re di Nuova Zelanda e Canada. Lepotenzialità delle due nazioninon sono da sottovalutare vistoche i due Paesi potrebbero im-portare circa 18.000 tonnellate diuva indiana.Apeda (Agriculture & ProcessedFood Products Export Develop-ment Authority) ha iniziato acercare nuovi mercati dopo gliscarsi risultati ottenuti con laGermania.Tra gennaio e maggio di que-st’anno l’India ha esportato36.888 tonnellate di uva, qualcosacome il 63,47% in più rispetto al-la stagione passata.

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INDIA

Uva, Nuova Zelandae Canada nel mirino

L’Africa richiederà investimentiper 360 miliardi di dollari entroil 2040 per implementare la spi-na dorsale delle sue infrastruttu-re in tutto il continente, secondola ADB, Banca Africana di svi-luppo.La realizzazione di idonee infra-strutture in Africa, oggi le menosviluppate del mondo, aumente-rebbe la competitività del conti-nente nell'economia globale e ri-durrebbe il costo dello sviluppodegli affari. Nella conferenzainaugurale del New EconomicPartneship for Africa’s Develop-ment (Nepad) che si è tenuta aJoannesburg, Ralph Olaye, re-sponsabile dell' integrazione re-gionale per la ADB, ha affermatoche il deficit infrastrutturale at-tuale sta costando circa il 2% delPil annuale del continente.

AFRICA

360 miliardi di dollariper le infrastrutture

La Turchia secondo i dati dellaFao primeggia nella produzionedi nocciole, albicocche, fichi, ci-liegie, mele cotogne, semi di pa-pavero. Il Paese è al secondo po-sto al mondo per la produzionedi angurie, meloni gialli, fragole,porri, lenticchie, cetrioli, fagioli,castagne. La Turchia è inclusanelle top ten mondiale per 55prodotti agricoli: il Paese ha unruolo significativo nel mondodel commercio agricolo.

TURCHIA

Nella top ten globale per 55 prodotti

Accordo commerciale tra Cile e Ma-rocco. Asoex e Apefel, le associazionidegli esportatori ortofrutticoli cileni emarocchini hanno sottoscritto un'in-tesa volta a scambiarsi informazionisui rispettivi mercati, fornirsi suppor-to per missioni commerciali e visiteesplorative, condividere esperienze incampo tecnico e tecnologico.Il patto, a cui hanno partecipato an-che il viceministro marocchino del-

l'Agricoltura e l'ambasciatore cileno in Marocco, così come il segreta-rio generale di Apefel, è stato ufficialmente siglato tra Ronald Bownpresidente di Asoex, e Lahoucine Adardour presidente di Apefel. Per ilCile il Marocco rappresenta un'importante piattaforma logistica su cuiappoggiarsi per esportare i propri prodotti ortofrutticoli nell'immensocontinente africano, specie in Nord Africa. Ma attraverso questa intesa, ha sottolineato Bown “potremo anche - co-me si legge su Innovagro - promuovere e approfondire le relazionicommerciali di entrambi paesi, che si possono integrare molto benedata la nostra controstagionalità”.Si tratta anche di un passo importante verso la conclusione di un ac-cordo di libero scambio tra i due Paesi, i cui negoziati sono già inizia-ti.

CILE-MAROCCO

Accordo commerciale Asoex-ApefelScambio di informazioni e piattaforma logistica

Da gennaio alla fine di maggio,la Serbia ha esportato 37.000 ton-nellate di frutta fresca, 60.000tonnellate di frutta surgelata etra 7.000 e 7.500 tonnellate di ver-dura. Quasi tutta la produzionedi mele, 35 mila tonnellate, è sta-ta esportata in Russia, in lineacon le quantità esportate l’annoscorso. Inoltre, sono state inviateall'estero 1.400 tonnellate di fra-gole e di ciliegie. Per quanto ri-guarda la frutta surgelata - lam-poni, amarene, fragole, prugne,more e mirtilli - è stata esportatauna grossa fetta della produzione(60 mila tonnellate) anche senelle celle frigorifere sono rima-ste 13 mila tonnellate di lamponidell’anno scorso. Nei primi cin-que mesi del 2012 le importazio-ni di verdure sono state di 30 mi-la tonnellate (cavoli, pomodori,cetrioli, peperoni, cipolle).

SERBIA

Export ortofrutticolo,i dati dei primi 5 mesi

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CorriereOrtofrutticolo SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

Si respira un clima di fiducia nelcomparto melicolo grazie a volu-mi in calo e prezzi in risalita.Un ottimismo che si basa sulleprevisioni di Prognosfruit, chestima un calo del 9% del raccoltonell'Europa a 27 e del 7% rispettoalle media del triennio preceden-te e tra i più bassi degli ultimi 15anni. La riduzione generalizzata,che secondo Wapa (World Appleand Pear Association) sarà anco-ra più marcata rispetto ai datiPrognosfruit, è dovuta principal-mente alle gelate e alle abbon-danti piogge verificatesi duranteil periodo di fioritura.Secondo Luca Granata, direttoredel consorzio Melinda, “le previ-sioni di produzione negli altricontinenti lasciano presumereche con ogni probabilità il livellodi esportazioni di mele verso laEU27 dovrebbe attestarsi a livelliancora minori di quelli già con-tenuti degli ultimi anni".“Di conseguenza - sottolinea Gra-nata - il rapporto tra offerta (inconsiderevole calo) e prevedibileconsumo (costante o forse in li-mitata riduzione) dovrebbe de-terminare la formazione delprezzo a livelli decisamente mi-gliori di quelli registrati all'ini-zio della scorsa campagna com-

merciale. Ed in effetti le transa-zioni che si sono concluse tra fi-ne agosto e settembre hanno re-gistrato incrementi di prezzi del

20-30% rispetto a quelli veramen-te deludenti ed insostenibili chepurtroppo circolavano dodicimesi fa”.

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Mele, ottimismo per quotazioni ed export. «Speriamo che la Gd

gestisca bene il prodotto»Il sensibile calo dei raccolti, dentro e fuori la Ue,

dovrebbe garantire prezzi soddisfacentianche se c’è il rischio di esaurire anzitempo le scorte.

Caccia ai mercati emergenti e novità sul fronte varietale

MELE

numero 10 del 2012

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Da sinistra Luca Granata, Simone Pilati e Gerhard Dichgans

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SCHEDA PRODOTTOSPer quanto riguarda la produzio-ne di Melinda sono previsti caliin media del 15% sul 2011 con ri-duzioni più marcate in particola-re per Red delicious, Gala, Fuji eRenetta e leggermente inferioriper Golden. Molto soddisfacentela qualità dei frutti (assenza di di-fetti, colore e grado zuccherino).Sulle base dei dati di previsione edei primi esiti parziali della rac-colta in corso in Melinda preve-dono di disporre di una quantitàdi mele di prima categoria similea quella del 2011. Infatti se la pro-duzione sarà inferiore del 15%,“c'è da considerare l'incidenzadel prodotto grandinato, in ridu-zione dal 25% del 2011 all'attuale8% sul totale del raccolto”, preci-sa il direttore del consorzio tren-tino.Notizie assai incoraggianti anchesul fronte delle esportazioni.“L’export di Melinda sta crescen-do continuamente da 10 anni -sottolinea il manager del gruppocon sede a Cles - sia in termini diquantità annua esportata (che hasuperato le 60.000 tonnellate) siain termini di numero di destina-zioni raggiunte (attualmente 42).Alcune aree (Scandinavia, NordAfrica, Medio Oriente in primis)si stanno rilevando sempre piùinteressanti. Positivo anche losviluppo del’attività di From inRussia con un incremento dei vo-lumi pari a circa il 50% nel corsodei primi 3 anni di attività. Pre-vediamo che tale trend generaledelle nostre esportazioni si man-tenga anche nei prossimi anni”.Soddisfatto pure Simone Pilati,

direttore del consorzio La Trenti-na, che conferma un inizio di sta-gione da incorniciare. “L'equilibrio tra domanda e offer-ta per una volta premia i produt-tori”, commenta Pilati. “Final-mente stiamo raccogliendo glisforzi e gli investimenti effettuatidegli ultimi 5-6 anni”. Per quantoriguarda il mercato Pilati rivelacome “su Gala la risposta finorasia stata ottima, ovunque. Dal-l’Europa fino alla Scandinavia,per passare al Magreb e all'Ara-bia. Buone le prospettive pureper Golden su cui sta aumentan-do l'interesse”.Operatori fiduciosi anche in AltoAdige. L’associazione di coopera-tive della Val Venosta Vi.P e ilconsorzio Vog prevedono in me-dia cali produttivi attorno al 20%

(ma con picchi del -30,-40% peralcune varietà, come GrannySmith e Stark), con forti richiestedall’estero. “Quest’anno puntere-mo sulle aree strategiche e cer-cheremo di essere presenti su tut-ti i Paesi di riferimento (che sonooltre 40)", spiega Fabio Zanesco,direttore commerciale di Vi.P.“Ma visti i bassi volumi a disposi-zione ci sarà inevitabilmente unaselezione dei clienti. Daremoprecedenza a quelli storici. Cisarà di certo meno spazio per levendite occasionali. Stiamo co-munque notando una buona ri-chiesta generale, specie dai Paesiextra Unione Europea, a partiredal Sud America”.Non nasconde un certo ottimi-smo neppure Gerhard Dichgans,direttore di Vog, che conferma

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SCHEDA PRODOTTOSuna forte richiesta dall’estero.“La mancanza di prodotto estero,a partire dalla Francia, aiuterà lenostre esportazioni. Le difficoltàsemmai - commenta Dichgans -sarà spiegare ai clienti la partico-lare situazione di mercato e ilconseguente aumento delle quo-tazioni”. La forte richiesta di que-sto inizio di campagna, accompa-gnata da una scarsa produzione,rischia tuttavia di creare qualcheproblema di disponibilità di pro-dotto nella seconda parte dellastagione. “Abbasseremo i ritmi divendita per garantire la mercedurante tutto il calendario dicommercializzazione”, affermaDichgans. “Ad ogni modo - sotto-linea il direttore del consorzio al-toatesino - se da una parte non sidovrà avviare una speculazionesui prezzi, dall'altra invitiamo lagrande distribuzione, vista l’an-nata così particolare, a non effet-tuare promozioni sottocosto.Quest’anno sarebbe un’operazio-ne fuori luogo”.Vi.P e Vog, nel frattempo, stannoportando avanti un progetto perla produzione di una nuova va-rietà di mela, che è stata presen-tata in anteprima al Macfrut diCesena. Sulla nuova cultivar mol-ti dettagli sono ancora top secret.Al momento si sa che la nuovamela, il cui progetto è partito treanni fa in una collaborazione trai due gruppi altoatesini assiemeal centro di Laimburg, è il risul-tato di un incrocio tra Gala eBraeburn e che le prime produ-zioni partiranno fra tre anni conl'obiettivo di produrne circa 8mila tonnellate. L’anno prossimoci sarà la presentazione ufficiale.Per Marco Rivoira, dell'omoni-ma azienda cuneese di Verzuolo,l'annata si è presentata conaspettative positive. “La stagioneè caratterizzata da una mancanzadi prodotto generale, che riguar-da non solo l'Europa ma più omeno tutte le aree produttive delmondo, compreso quindi l'emi-sfero Sud". Secondo Rivoira “que-st’anno, vista la situazione, do-vremo dare uno scossone impor-tante al mercato dopo annate me-

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Nel 2012 la produzione melicola europea stimata sarà di 9.739.000 ton-nellate, con una riduzione di 924.000 tonnellate - pari a circa il 9% -rispetto al dato 2011. È quanto è emerso in occasione della 36ma edi-zione di Prognosfruit, la conferenza organizzata da WAPA, “World Ap-ple and Pear Association”.La situazione varia comunque molto da paese a paese: infatti, mentreper la vecchia Europa le previsioni sono di rallentamenti anche forti –per l’Italia si parla di un -13% rispetto al 2011, -24% per la Spagna e ad-dirittura -32% per la Francia - l’Europa dell’Est promette buoni risul-tati, che vanno dal +12% previsto per la Polonia al +39% dell’Unghe-ria. È in questo contesto di grande fermento che avrà luogo l’ottava edi-zione di Interpoma, l’unica fiera internazionale di settore in program-ma a Bolzano dal 15 al 17 novembre prossimi. Anche quest’anno nelcorso della manifestazione prenderà il via il congresso internazionale“La mela nel mondo”, appuntamento a cadenza biennale che quest’an-no vedrà, nella sua giornata d’apertura, una conferenza dedicata aun’analisi globale della produzione, della commercializzazione e delconsumo, nonché un focus sull’analisi della situazione economica del-le aziende nelle maggiori regioni produttrici di mele d’Europa.Reinhold Marsoner, direttore di Fiera Bolzano, ha spiegato: “L’attualecongiuntura economica ci impone riflessioni importanti sul futurodell’intero comparto della mela e sulle strategie da applicare nel pros-simo futuro. Interpoma 2012, con il congresso internazionale di alto li-vello che è stato organizzato, si configura come la sede ideale per di-scutere dei temi di maggiore attualità che riguardano il settore”.Kurt Werth, esperto in frutticoltura e responsabile per l’organizzazio-ne del congresso “La mela nel mondo”, ha aggiunto: “Nonostante in Eu-ropa si preveda un calo generalizzato di produzione, esistono eccezio-ni importanti all’interno di questo quadro, come è il caso della Polo-nia che continua a crescere. Da tenere in considerazione è anche lanuova geografia produttiva, che prevede produzioni crescenti anche inaltri Paesi dell’Est come Ucraina e Moldavia e certe aree nel Sud dellaRussia. Dall’altra parte, da qualche anno si registra un continuo au-mento della domanda nei paesi del Nordafrica e Medioriente. Qualesarà dunque il destino di una produzione di qualità come quella al-toatesina? Quali i mercati più interessati? Interpoma 2012 sarà un’oc-casione per toccare con mano tutte queste realtà e per comprendere leprossime dinamiche dei mercati”.L’edizione di Interpoma 2010 ha ospitato 354 espositori qualificati pro-venienti da 18 Paesi del mondo, i quali hanno potuto farsi conoscereda più di 14.240 visitatori, operatori professionali di 58 diversi Paesi.

Dal 15 al 17 novembre Interpoma analizzacommercio e nuova geografia produttiva

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diocri. Abbiamo molte aspettati-ve. C’è molta richiesta sul merca-to e anche nel 2013 prevedo prez-zi in ascesa. Basta pensare peresempio che finora (inizio otto-bre, ndr) su Gala, su cui registria-mo un calo produttivo del 20% ri-spetto al 2011, abbiamo aumenta-to le vendite del 50%. Vista lamancanza di prodotto generale -sottolinea Rivoira - la domandaproviene da tutte le direzioni, dalNord Africa, dal Sud America,dall'Arabia. A questi ritmi credoche a febbraio sia a rischio la di-sponibilità di mele “rosse”. A cer-ti prezzi (si sta vendendo a quota-zioni superiori del 20-30% rispet-to al 2011) credo sia giusto coglie-re le opportunità e sfruttare l'oc-casione”.Puntando l'attenzione sul gruppoRivoira, le esportazioni, che rap-presentano pressoché la totalitàdel venduto, sono indirizzate permetà nei mercati di tutta Europae per il restante 50% nei mercatiextraeuropei, tra cui in particola-re Medio Oriente, Nord Africa,Centro e Sud America.Domenico Paschetta, presidentedell'op cuneese Ortofruit Italia,realtà che lo scorso anno ha com-mercializzato circa 120 milaquintali di frutta (tra mele, pe-sche, nettarine, kiwi, albicocche,susine e ciliegie), cui vanno ag-giunti 30 mila quintali di prodot-ti orticoli e 15 mila quintali ulte-riori tra fragole e piccoli frutti,per un fatturato complessivo di

26 milioni di euro, conferma co-me il mercato delle pomacee nonsia stato intaccato dal morso del-la crisi, grazie in particolare "al-l'identikit commerciale del frut-to, soprattutto delle varietà rossecome la Gala”.“Su quantità, pezzature e calenda-ri varietali di raccolta - aggiungePaschetta - non sembrano essercistridori con la media delle ultimeannate”. Le gelate invernali e legrandinate estive tuttavia hannolasciato i loro strascichi sullequantità, seppure non in manie-ra sensibile".A livello commerciale “Ortofruitsi sta calibrando su un mercatosempre più a misura di Gdo, chericerca in modo sempre più at-tento e mirato il miglioramentoqualitativo dei prodotti dal puntodi vista organolettico, l’aumentodelle referenze territoriali conmarchio dedicato, la shelf life, laproduzione integrata. Questorappresenta a tutti gli effetti ilnuovo cantiere di crescita e inno-vazione della nostra OP - sottoli-nea il presidente di Ortofruit - sianella parte produttiva, sia nellaconduzione commerciale, che og-gi ci porta a riconoscerci in un80% di prodotto-mela di prima

categoria, facendo della qualitàpremium il nostro core-business,stimando altresì una previsionedi 50 mila quintali di prodotto to-tale conferito”.Circa il 60% del prodotto raccoltodall’Op piemontese prende la viadel mercato interno, a cui si af-fianca un “crescente interesse daparte delle catene distributiveestere, comprese quelle di Oltre-mare, con cui stiamo facendopartire un canale di vendita di-retta. Quest'anno, con la doman-da crescente dovuta alla generalescarsità di prodotto a livello mon-diale, punteremo a consolidare laricerca di nuovi sbocchi commer-ciali sia in Europa che negli altricontinenti”.La mancanza di prodotto è con-fermata pure nel Veronese, dove,a seconda delle varietà e degliareali i cali produttivi arrivano atoccare anche il 30%. SecondoGabriele Tibaldo, direttore del-l'Op Cop, Consorzio Ortofruttico-lo Padano, di San Giovanni Lupa-toto (Verona) i deficit produttiviriguardano in particolare Gala,Golden e soprattutto GrannySmith, con decrementi del 40%sul 2011. “A questo - sottolinea Ti-baldo - dobbiamo aggiungere al-

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Da sinistra Fabio Zanesco, Domenico Paschetta e Marco Rivoira

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SCHEDA PRODOTTOScuni problemi di qualità riscon-trati sul prodotto fresco a causa diattacchi da verme. La qualità del-le mele Gala non è eccelsa a cau-sa del caldo, così come su Goldenche a causa della presenza di rug-gine con ogni probabilità verràpenalizzata sui mercati esteri. Lasituazione invece è migliore sullevarietà Dal Lago e Granny. Sullastagione tuttavia c'è fiducia. Ilmercato si sta risvegliando e iprezzi sono accettabili. Anchel’industria sta mostrando notevo-le interesse al prodotto in parti-colare per Golden. Per i prossimimesi ci sono buone prospettive”.“Quello che manca, semmai, nelcomparto veneto (ma non solo) èuna efficace e costante promozio-ne del prodotto sul mercato - ag-giunge Tibaldo. Alle spalle man-ca un’azione concreta della poli-tica e un sistema in grado di ren-dere davvero efficiente la filiera”.Buone prospettive d'annata an-che in Campania, regno dellaMela Annurca. Secondo il presi-dente del Consor-zio MelannurcaIgp GiuseppeGiaccio quest’an-no la qualità dellafrutta è di buon li-vello con un rac-colto in leggeroanticipo rispettoalla media e cali-bri sopra alla me-dia. “Le quotazio-ni a inizio campa-gna sono partitesotto buoni auspi-ci - afferma Giaccio - con valorisuperiori di circa 20 centesimi alchilo rispetto al 2011, oscillandotra i 50 e i 65 centesimi al chilo-grammo. La speranza è che que-sti prezzi si mantengano su que-sti buoni livelli anche nei prossi-mi mesi". Le quantità conferma-no il trend nazionale, aumentan-do addirittura i cali: le prime sti-me parlano di una diminuzionesul 2011 del 30% della produzioneper la mela Annurca, consideran-do i raccolti dei soci del [email protected]

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È nato il marchio della mela di Belfiore (Verona). Si chiama “MelAdi-ge” ed è il frutto - è proprio il caso di dirlo - di un lavoro di collabora-zione durato oltre un anno tra produttori del paese, con la regia del-l’amministrazione comunale del paese scaligero. Gli “attori” del mar-chio della mela di Belfiore, sono in primis il Cob, Consorzio ortofrut-ticolo di Belfiore (che ha registrato il marchio), l’azienda agricola Van-zani Alessandro e figli, l’azienda agricola di Stefano Castello e l'azien-da agricola di Marino Brancaleon. I quattro produttori di mele belfio-resi, che hanno la possibilità anche di lavorare, conservare e commer-cializzare direttamente i pomi, hanno lanciato in questa stagione ilmarchio su 150 mila quintali di mele della varietà Granny Smith, grup-po Gala, Golden Delicius lucida, Golden Delicius Ruggine, Imperatore,Dallago e Red Chief. Le mele di Belfiore con il nuovo marchio vengono già da questa sta-gione commercializzate e confezionate dai quattro produttori in pa-delle, cassette, plateau e sacchetti. Il marchio “MelAdige” è un succes-so dell’eccellenza del prodotto locale e “per tutti i produttori di meledel paese che si assoceranno ai produttori fondatori”, avverte il sinda-co di Belfiore Davide Pagangriso, “perché adesso è importante faremassa critica e proporre sul mercato un prodotto sempre più selezio-nato e di qualità. Ecco perché sarà importante un po' per volta, crea-re un vero e proprio disciplinare di produzione del nostro marchio”,prosegue il primo cittadino, «affinché le diverse varietà di mele venga-no coltivate tutte nella stessa maniera e diventino così appetibili ri-

spetto ai marchi concorrenti”. “In primis MelAdige dovrà entrare nellecatene della grande distribuzione alimentare”, rimarca Pagangriso, “ein tal senso mi impegnerò in prima persona per far si che il nostro pro-dotto abbia il giusto riconoscimento da parte della grande distribuzio-ne”.Il Cob, Consorzio Ortofrutticolo di Belfiore, ha fatto un investimentoper il confezionamento delle mele di prima scelta nei sacchetti, ac-quistando una insacchettatrice”, aggiunge Pagangriso, “e per questoringrazio il presidente del Cob, Antonello Marconi, e il tutto il consi-glio di amministrazione della cooperativa”.Ma “MelAdige” potrebbe diventare il marchio della mela veronese? “Co-me no”, risponde il sindaco di Belfiore, “il secondo passaggio dopo illancio del marchio sarà proprio quello di proporlo agli altri altri pae-si produttori, quelli vicini a noi come Zevio, Ronco, Caldiero, affinchéquesto marchio faccia davvero da traino alla frutticoltura della nostraarea”.

Da Belfiore (Verona) il lancio di MelAdige, marchio rivolto alla distribuzione moderna

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Sarà un’annata complessa per lepere. Una stagione certamentecontrassegnata da una produzio-ne, scarsa, anzi scarsissima. Leprevisioni di quest’estate sonostate corrette e ribassate ulterior-mente. In Italia le stime aggiornate par-lano di cali che superano il 35-40% con punte vicine al 45% ri-spetto alla scorsa annata. Un fe-nomeno generalizzato che si ri-guarda in particolar modo le zo-ne più vocate, dall’Emilia Roma-gna in primis ma anche Veneto eLombardia. Ma il fenomeno, purcon alcune differenze, coinvolgeanche altri Paesi europei produt-tori come Belgio, Francia, Spa-gna e pure Olanda.Il fenomeno è confermato daMarco Salvi, a capo dell’omoni-ma azienda di Ferrara e presiden-te di Fruitimprese. La diminuzio-ne di quantitativi è generalizzataper tutte le varietà, “con decre-menti attorno al 35% per Wil-liam, su cui si è verificato un rac-colto scarso a causa principal-mente delle siccità che ha com-portato tra l’altro importantiquantità di prodotto dal calibropiccolo”. Secondo l’operatore emiliano ilcalo per la varietà Conference siaggira attorno al 30%, mentre perl’Abate, la regina della produzio-ne emiliano-romagnola e italia-na in generale, si stima almenoun -40%. “Per l’Abate fortunata-mente - precisa Salvi - i calibritengono. Le rese tuttavia sono inmedia di appena 150 quintali perettaro mentre in un’annata nor-male si arriva a 250-300 quintaliper ettaro. L’obiettivo principaleè quello di dare risultati al pro-duttore. Con calibri da 65 in supossiamo spuntare prezzo supe-riori rispetto al 2011. Lo sforzo

più importante ora è quello di farcapire alle grande distribuzioneorganizzata la necessità di valo-rizzare i calibri. Far comprendereinsomma alla Gdo la particolaris-sima annata che abbiamo difronte e non consentire politichedi prezzo che facciano abbassarele quotazioni”. “Le promozioni - aggiunge l’im-prenditore ferrarese - sono diven-tate strumenti sempre più impor-tanti che vanno sostenute solo seutilizzate in maniera responsabi-le. Quello che serve nello specifi-co è un maggior dialogo tra pro-

duzione e Gdo”, in un’annata chemolto probabilmente rimarràstorica.Nelle parole di Gabriele Ferri, di-rettore generale di Naturitalia,non si fatica a percepire una cer-to timore per le conseguenze cheil considerevole ammanco di pro-dotto e le dimensioni della fruttapotrebbe scatenare sul mercato.“I cali registrati sono preoccu-panti. Rispetto al 2011 - confermaFerri - stimiamo un -40% e un -15-16% rispetto alla media degli ulti-mi cinque anni. Il dato che com-plica notevolmente le cose è

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Pere verso una stagione complessa:raccolti a picco, calibri modesti

e l’incognita “promozioni” Cali in flessione del 35-40% in Italia

con gli operatori preoccupati che la grande distribuzionenon riconosca il giusto valore svendendo i frutti.

Fondamentale la “battaglia” per ampliare i mercati

Da sinistra Marco Salvi, Gabriele Ferri e Stefano Soli

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SCHEDA PRODOTTO Squello dei calibri, che sono netta-mente inferiori alla media”.“Sull’Abate per esempio - spiegail direttore di Naturitalia - i quan-titativi con calibri otto il 65 sonopoco più di un quarto (26-27%).Con quotazioni attorno a 1,30 eu-ro al chilo per calibri tra 65-70 e1,47-1,50 euro per i 70-75 (inizioottobre, ndr) non riusciamo acreare reddito ai produttori. Vor-remmo che queste quotazioni au-mentassero ma il mercato faticaa recepire gli input che arrivanodalla produzione. Il prodotto adogni modo è di alta qualità”. Ma illeitmotive rimane quello: “LaGdo deve rendersi conto dellabassissima produzione e dare l’a-deguato valore e prezzo alla pro-duzione”.“Mancando prodotto in tutta Eu-ropa si spera che la richiesta siapiù alta - aggiunge ancora Ferri -anche sui calibri piccoli”. Secon-do il manager emiliano-roma-gnolo nonostante la scarsità diprodotto la disponibilità di perenon dovrebbe essere un proble-ma, “almeno fino ad aprile, men-tre si potranno ave-re delle difficoltà amaggio. Ciò checonta però sarà ilprezzo, su cui servemaggiore attenzio-ne rispetto alle an-nate passate. Assi-steremo a una fortepressione sulla mer-ce con calibri piùpiccoli. Il rischio èche non ci sia unagiusta remunerazio-ne dei produttoriche invece vanno di-fesi. Tuttavia conuna giusta informa-zione alle catenedella grande distri-buzione sono con-vinto si possano ot-tenere comunquebuoni risultati. L’im-portante - concludeFerri - è non pensarea pressare il merca-to europeo ma anda-re alla ricerca di

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Grazie alla condivisione di oltre 30 imprese ed enti e del prezioso sup-porto della Regione Emilia Romagna, si è sancita la nascita dell’orga-nismo interprofessionale pera, che avrà sede legale a Ferrara e rappre-senterà circa il 70% della produzione commercializzata. L'O.I. Perasvolgerà attività finalizzate al miglioramento della produzione e delmercato.Tra le proprie funzioni ci sarà anche quella del coordinamento di atti-vità di valorizzazione volte ad accrescere la competitività del prodottoin un'ottica nazionale ed internazionale.Il presidente dell’OI pera sarà Gianni Amidei, direttore di Agrintesa,con un incarico di durata triennale. Il comitato di coordinamento saràcomposto da: sette rappresentanti della produzione, sette del commer-cio e sette della trasformazione.Al Cso è stato riconosciuta la funzione di segreteria tecnica. “Siamogiunti finalmente all’atto conclusivo - dichiara Tiberio Rabboni, asses-sore all’Agricoltura, Ambiente e Territorio della Regione Emilia Roma-gna - della nascita di un organismo interprofessionale che vede coin-volti tutti gli attori della complessa filiera ortofrutticola, in uno sfor-zo di collegialità e condivisione assolutamente inedito per il settore pe-ra. Mi auguro che questa esperienza importante costituisca uno stimo-lo anche per altri comparti che stanno vivendo problematiche analo-ghe”.L’Organismo Interprofessionale avrà la rappresentanza di tutte le com-ponenti della filiera, produzione, commercio e trasformazione. Peraderire all'OI pera si pagherà una quota di avvio e successivamente,sulla base delle attività messe in campo, annualmente saranno defini-

te quote di partecipazione ai pro-getti secondo criteri stabiliti dal Co-mitato di Coordinamento.Il presidente Gianni Amidei nel rin-graziare i soci per la fiducia accor-datagli ha dichiarato: “Sono orgo-glioso di questo incarico e ritengoche il settore abbia bisogno di rego-le certe. Ma le regole scritte non ba-stano, l’importante è che ci sia unimpegno forte a farle funzionare.Un impegno da parte di tutti e l’en-tusiasmo di contribuire a costruirestrumenti in grado di migliorare ilsettore”.“Stiamo entrando nel vivo della ope-ratività - ha detto Mario Tamanti-consigliere delegato di CSO - consa-pevoli che adesso inizia la sfida dimettere in campo progetti ed azioniconcrete a difesa della pericolturaitaliana, che proprio quest’anno re-gistra un importantissimo calo diproduzione. In questo momento,particolarmente importante per ilnostro settore, metteremo in campo,come Cso tutte le competenze tecni-che e il supporto necessario alla rea-lizzazione degli obiettivi dell'O.I”.

Via libera all’Organismo interprofessionaleGestirà il 70% della produzione made in Italy

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nuovi mercati extra Ue. In parti-colar modo sull’Abate si devonoportare avanti iniziative che neincentivino l’esportazio-ne suimercati emergenti, a partire dal-l’Asia. Quest’annata può essere lagiusta occasione per preparare ilterreno per le prossime stagioniin cui,grazie anche al contributodell’Oi pera, si potrà davverocreare un sistema Italia in gradodi esportare la nostra pera”.Per Stefano Soli, direttore com-merciale e marketing di ValfruttaFresco, “nonostante le aspettativesiano piuttosto buone è chiara ladifficoltà di fare una politicacommerciale che abbia una certacontinuità. A questo si unisceuna difficoltà nei consumi conpere in vendita su calibri medio-alti (70.75-80) al di sopra dei 2 eu-ro al chilo. Per questo servonoscelte commerciali strategiche enon speculative andando a pun-tare su quello che è l’aspetto fon-damentale della questione: crea-re una maggior concentrazionedell’offerta”. Sull’annata in corsoSoli conferma ad ogni modo al-cuni degli aspetti evidenziati da-gli altri colleghi, sottolineando

però come “sia necessario sele-zionare la clientela per garantireuna continuità ai nostri partnercommerciali storici. Da parte deinostri clienti – afferma Soli – c’èla presa di coscienza dell’anda-mento particolare di questa sta-gione. È anche per questo chequesto sarebbe il momento in cuile aziende dovrebbero seleziona-re la clientela, trasformare piùprodotto e attuare meno passaggidi filiera”. Secondo Soli con que-sta netta diminuzione di voluminella Gdo si assisterà a un minornumero di promozioni, seppur“quest’anno il mercato sia diffi-cilmente interpretabile e di nonfacile lettura”.Per Giampaolo Nasi, direttore diFruit Modena Group il mercato èpartito piuttosto bene con prezzimediamente buoni, con quota-zioni (a inizio ottobre) superioridel 35-40% rispetto al 2011 e valo-ri tra 1,25 euro al chilo per cali-bri 65-70, 1,50 euro per i 70-75 e1,60 euro per i calibri da 80. “Sul-l’Abate i cali sono stati del 45% -afferma Nasi - con qualità buonaper la zona di Modena, mentre aFerrara si sono avuti calibri più

piccoli e la presenza maggiore dirugginosità”. “I prezzi sono buonianche se non esagerati - com-menta il direttore di Fruit Mode-na Group, che - la speranza co-munque è che siano confermaticon il prosieguo della stagione,visto che lo scorso anno eranostati costantemente al di sotto deicosti di produzione”. Difficile ancora capire che dire-zione prenderà il mercato. “Dicerto vista la scarsità di prodottoprivilegeremo i clienti storici”.L’organizzazione, che fa parte diApo Conerpo commercializza ilprodotto quasi esclusivamente al-l’estero, dall’Europa (Germania,Francia, Regno Unito, Paesi del-l’Est), Nord Africa, Canada. “Suimercati asiatici quest’anno ci sa-ranno maggiori difficoltà, cosìcome sul mercato interno dove sifatica a spuntare prezzi remune-rativi)”. Fruit Modena Group nel 2011 hacommercializzato 87 mila ton-nellate di pere, mentre quest’an-no non dovrebbe superare le 55mila, di cui circa il 50% rappre-sentate dall’Abate.

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