COOPI News novembre 2010

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MIGLIORIAMO IL MONDO, INSIEME NOTIZIARIO SUI PROGETTI UMANITARI DI COOPI NEL MONDO COOPI NEWS Numero 3 novembre 2010 Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milano Insieme per 100.000 Salviamo 100 mila bambini dalla malnutrizione. Bilancio COOPI 2009 Investiamo per un mondo migliore. Regali di Natale La bontà che ripaga. Ciad, Ph. Alessandro Gandolfi/Parallelo Zero

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Notiziario trimestrale cartaceo di COOPI. More info: http://www.coopi.org

Transcript of COOPI News novembre 2010

Page 1: COOPI News novembre 2010

M I G L I O R I A M O I L M O N D O , I N S I E M E

N O t I z I A R I O S U I p R O G E t t I U M A N I t A R I D I C O O p I N E L M O N D O

COOPINEWSNumero 3

novembre 2010

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Insieme per 100.000 Salviamo 100 mila bambini dalla malnutrizione.

Bilancio COOPI 2009 Investiamo per un mondo migliore.

Regali di Natale La bontà che ripaga.

Ciad, Ph. Alessandro Gandolfi/Parallelo Zero

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Ecuador, Ph. Uberto Pedeferri.08.09 SPECIALEBilancio 2009. Investiamo per un mondo migliore

10.11APPROFONDIMENTOOra peschiamo insiemeUn mondo senza povertà è possibile?

14.15DAL CAMPO Ecuador. Il dramma dei rifugiati invisibiliSierra Leone. Una casa per i bambini disabili

16.17SOSTEGNO A DISTANZAFai felice un bambino: è Natale!

04 .07IN PRIMO PIANOLa Madonna di Goz BeidaInsieme per 100.000

12.13COOPI CLICK Foto missione in Ciad di Alessandro GandolfiFoto missione in Bolivia di Daniele Tamagni

20.21RELAZIONE CON I DONATORIShopping natalizio: facciamolo per bene!

18.19AZIENDE SOLIDALIAzienda responsabile? Natale solidale!

24MONDO COOPI

CONTATTISe sei un donatore o una donatrice, contatta l’Ufficio Relazione con i Donatori allo 02 30.85.057 oppure scrivi a [email protected] sei un’impresa, contatta l’Ufficio Relazioni con le Aziende allo 02 30.85.057 oppure scrivi a [email protected]

DONAZIONILe donazioni a favore di COOPI possono essere dedotte o detratte. Per poter usufruire della agevolazioni fiscali previste dalla legge, è sufficiente che, al momento della dichiarazione dei redditi, si alleghi la ricevuta delle donazioni (bollettino postale o estratto conto bancario), senza bisogno di altri attestati. Poiché COOPI è ONG - Organizzazione Non Governativa riconosciuta idonea ai sensi della legge n. 49 del 26/02/1987 - ma anche ONLUS - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale ai sensi del D. Lgs. n. 460/97 -, chi effettua una donazione può decidere liberamente il trattamento fiscale di cui beneficiare.

NOTIZIARIO DI INFORMAZIONESULLE ATTIVITÀ E PROGETTI DI COOPI

COOPINEWS

N ove m b re • N . 3 • A N N O 2 0 1 0

COOPINEWS

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In legge 46/2004) art. 1 comma 2 - DCB Milanotestata n. 685, registrata presso il tribunale di Milano il 23.12.94

REDAZIONEDirettore responsabile: Vincenzo Barbieri

Direttore esecutivo: Isabella Samà

Comitato di redazione: Lorenzo Bianchi Carnevale, Efrem Fumagalli, Ennio Miccoli, Barbara Nese, Francesco Quistelli, Isabella Samà

Redazione: Jacopo Brusca, Licia Casamassima, Francesca Castellari, Cecilia Cinelli, Valentina Iacovelli, Marta Medi, Diana Nahum, Nico porco, Isabella Samà, Ingrid tamborin.

Grazie a: Alessandro Gandolfi, tiziana prezzo, Daniele tamagni, Gianni Vaggi.

Ricerca iconografica: Laura CarbonaraFoto di: Archivio COOpI, Roberto Bianconi, Vincenzo D'Aversano, Alessandro Gandolfi, Roberto Goglio, Uberto pedeferri, Daniele persico, Daniele tamagni, Antonio zivieri

Progetto grafico: tosicampanini

Stampa: Gruppo poligrafica San Faustino

22.23DALL'ITALIAFashion for AfricaAppuntamenti per gli educatori e non soloCosa è successo in...

Da dove vengono i fondiFondi di donazioni e contributi

40%unione

europea

8%altri governi

2%altri proventi

34%organizzazioni internazionali

9%governo italiano ed enti locali

7%donazioni

private

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E D I TO R I A L E

Tutti conosciamo la metafora della buona cooperazione, per cui è meglio insegnare a pescare piuttosto che fornire i pesci. Forse non tutti i paesi ed i popoli dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS) stanno già raccogliendo pesci, ma certamente stanno imparando a pescare. Ormai da alcuni anni, la cooperazione sta cambiando o meglio cambia il rapporto fra i vari attori: i cosiddetti ‘beneficiari’ diventano sempre più i protagonisti diretti delle attività di cooperazione e sempre più i gestori dei progetti e degli aiuti. Quindi la cooperazione che deve fare?Mi pongo la domanda dal punto di vista soprattutto della cooperazione universitaria - che è ciò che conosco meglio -, ma anche un po’ pensando alle ONG, alla cooperazione decentrata e anche all’aiuto pubblico allo sviluppo.

Le ragioni del cambiamento Vedo quattro motivi principali nel cambiamento.Primo, sempre più i donatori danno risorse direttamente ai PVS o direttamente ai governi come “supporto al budget”, o perché enti e organizzazioni dei PVS possono fare domanda e diventare titolari diretti di progetti. Questa tendenza è sempre più forte per i progetti ed i programmi dell’Unione Europea. La presenza dei partners dei paesi ricchi è sempre meno essenziale e può anche diventare superflua - nei progetti di cooperazione universitaria con Africa e America Latina lo si vede benissimo.

Secondo, ci sono i nuovi donatori o paesi emergenti (BRICS - Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e questo modifica le regole del gioco ed i rapporti fra i tradizionali donatori dell’OCSE DAC (Development Assistance Committee) e i “beneficiari”. Più attori, più articolazione, maggiori possibilità di accesso a forme di “aiuto” differenti per i PVS. È chiaro che sta cambiando rapidamente la geografia dei PVS e forse avremo bisogno di dizioni più specifiche.Terzo, quanto detto al punto precedente per la prima volta apre davvero la strada alla cooperazione Sud-Sud: Brasile con Bolivia e Paraguay e così via. In questo c’è sicuramente molta ricerca del ruolo di “potenza regionale” da parte di alcuni paesi, ma il fenomeno è in atto.Quarto, dopo anni passati a parlare di "empowerment" e di "ownership" si sono convinti anche i popoli dei PVS. Anche gli slogan fanno breccia, soprattutto quando si realizzano le condizioni favorevoli, vedi i punti precedenti. I popoli del Sud del mondo sono ora fortemente convinti che l’iniziativa deve essere loro. Le idee hanno una loro forza e non possiamo che esserne lieti.E alla cooperazione cosa resta da fare?(continua a pag. 10)

Gianni Vaggi Università di Pavia

CO O P I N E W S

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ORA PESChIAMO INSIEME

Ciad, Ph. Antonio Zivieri. Ciad, Monti Lam, 2010. Un operatore di COOPI al lavoro con la gente del posto Archivio COOPI.

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La Madonna di Goz Beida

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di Alessandro Gandolfi, fotoreporter e fondatore dell’Agenzia ParalleloZero

La Madonna di Goz Beida è una ragazza di diciassette anni, che tiene stretta a sé una bimba che sembra nata da pochi mesi, ma in realtà ha 2 anni. Da qualche giorno, vive nel Centro nutrizionale di COOPI nell'est Ciad, dove i nostri medici si prendono cura di sua figlia, colpita da uno dei mali della povertà: la malnutrizione.

La Madonna di Goz Beida è una ragazza di diciassette anni, stretta in un velo giallo e austera come le vergini dipinte da Giotto. Fatma Hosman è seduta sul letto, tiene stretta a sé una bimba minuscola che sembra nata da pochi mesi. La piccola Marie ha due anni, ma ancora non cammina; pesa otto chili e non vuole saperne di mangiare, e così non è mai cresciuta. La Madonna di Goz Beida da qualche giorno vive nel centro nutrizionale di COOPI in est

Ciad, una savana brulla invasa da insetti e tagliata qua e là da sofferenti corsi d’acqua che s’ingrossano a dismisura durante le stagioni delle piogge. L’est Ciad è una terra dura, maltrattata dalle intemperie, soggetta a sbalzi meteorologici: mesi di aridità si alternano a violenti piogge, che impediscono la normale gestione dei terreni agricoli. È la carestia. I raccolti vanno persi e, se in Ciad si perde un ciclo agricolo, sono danni per tutti. Il cibo inizia

a scarseggiare, i bambini non mangiano, si ammalano, spesso muoiono. L’est Ciad è una terra dura anche perché l’uomo c’ha messo del suo. Dal vicino Darfur sudanese - il paese dei contadini Fur - una guerra lunga e sanguinosa ha spinto duecentocinquantamila persone a rifugiarsi oltreconfine. Guerra di religione fra cristiani e musulmani, s’è scritto a più riprese. C’è del vero, certo. Ma quella in Darfur è soprattutto una guerra fra poveri.

Ciad, Goz Beida. Centro nutrizionale terapeutico. Una sfollata ciadiana con il figlio malnutrito. Ph. Alessandro Gandolfi/Parallelo Zero.

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CO O P I N E W S

Poveri contadini stanziali e poveri allevatori nomadi che, di fronte all’avanzata del deserto, si sono ritrovati progressivamente senza terra. Non essendocene più a sufficienza per tutti, i contadini hanno iniziato a coltivare dove un tempo pascolavano le vacche degli allevatori e gli allevatori hanno iniziato a sconfinare con i loro animali nei campi coltivati dai contadini. Poi una parte ha avuto la meglio e i più deboli - i contadini - sono stati costretti a fuggire. Così il Ciad ha dovuto affrontare un’altra emergenza, quella dei rifugiati. Fatma Hosman è una di loro. Ha perso il marito in guerra, la piccola Marie è la sua unica figlia. Qui al centro nutrizionale i medici di COOPI stanno fornendo tutto l’aiuto possibile, ma non è facile: spesso mancano i soldi, a volte le medicine scarseggiano, quasi sempre le abitudini locali non aiutano. Qui si mangia una sola volta al giorno, da sempre. Qui si incide la pelle dei malati perché si pensa che il sangue, scorrendo, guarisca. Qui si brucia l’ano ai bambini con ferri roventi per cercare di fermare la diarrea. Lo si fa da sempre, in buona fede. Ecco perché c’è bisogno che COOPI rimanga qui a lungo: per aiutare, per insegnare, per dare speranza.

Che cos’è la malnutrizioneLa malnutrizione è una grave malattia, causata dall’insufficiente apporto di mi-cronutrienti, come vitamine e minerali, nella dieta alimentare.Qualcuno potrebbe pensare che la malnutrizione colpisca solo chi non ha la possibilità di mangiare, a causa di carestie, guerre, sotto-sviluppo, povertà. In re-altà, la malnutrizione affligge anche chi si alimenta, ma in maniera incompleta e insufficiente. Per questo motivo, viene chiamata anche “la fame nascosta”.Di fame, comunque sia, soffrono più di un miliardo di persone al mondo.Cosa significa questo?Che più di un miliardo di persone hanno una salute talmente precaria da com-promettere il loro rendimento; che sono talmente esposti alle malattie da mo-rire per patologie “banali” come la dissenteria; che hanno un’aspettativa di vita molto breve.Il problema diventa ancora più drammatico quando tocca i bambini.Ogni 5 secondi ne muore uno di fame. 1 bambino su 3 subisce ritardi fisici e psichici. Ogni due minuti un bambino diventa cieco.Dopo i 2 anni di età, i danni sono in gran parte irreversibili e spesso conducono alla morte.Questa malattia, che nel 90% dei casi colpisce l’Asia e l’Africa Sub-Sahariana, si manifesta inoltre come un circolo vizioso: le mamme denutrite hanno scar-se possibilità di dare alla luce figli sani, addirittura di condurre un parto sereno; le mamme denutrite, poi, non riescono a produrre il latte in quantità e qualità sufficienti per alimentare i piccoli; dunque, sono portate a sostituire il latte ma-terno con acqua, tè o altre bevande, non altrettanto nutrienti, anzi portatrici potenziali di infezioni mortali; alcune madri, infine, introducono lo svezzamento troppo presto - a volte addirittura nel primo mese di vita del bambino - e non conoscono la dieta appropriata che un bimbo deve seguire per crescere sano.Per questo motivo, gli studiosi ribadiscono che occorre intervenire nei pri-mi1.000 giorni di vita del bambino, un lasso di tempo che va dal concepi-mento al compimento del 2o anno di età. Ciò significa prendersi cura sia della madre che del figlio e, soprattutto, spezzare questo circolo di morte.

Ciad, Marò. Ospedale per partorienti nel campo rifugiati di Yaroungou. Ph. Alessandro Gandolfi/Parallelo Zero.

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6I N P R I M O P I A N O

Salviamo 100 mila bambini dalla malnutrizione

COOpI lancia l’operazione “Insieme x 100 mila”, perché crede che combattere la fame nel mondo sia il presupposto fondamentale e imprescindibile per ridurre la povertà nel mondo.Ci impegniamo da anni in questa direzione, svolgendo interventi legati alla nutrizione, attraverso un approccio rigoroso, orientato all’efficacia degli interventi e alla concretezza dei risultati.Attualmente, in questo settore, abbiamo 10 progetti in corso in diversi paesi, come il Ciad, la Repubblica Democratica del Congo, la Repubblica Centrafricana e la Sierra Leone. E garantiamo già assistenza di base ad oltre 100.000 bambini sotto i 5 anni di età.Ma la posta in alto è troppo grande, perciò ci siamo dati un nuovo obiettivo: vogliamo raddoppiare il numero dei bambini che sono beneficiari dei nostri interventi e salvarne altri 100.000 dalla malnutrizione.per farlo abbiamo bisogno del tuo aiuto.

di Marta Medi

Insieme possiamo farcela. Informati e sostieni subito il nostro progetto a Goz Beida (Ciad).

Come InterveniamoGli interventi di COOpI nel campo della malnutrizione si concentrano sui bambini che hanno fino ai cinque anni di età. Questa scelta nasce da studi e politiche condivise a livello internazionale: in particolare, si ritiene che la fascia d’età 0-2 anni sia estremamente importante per arginare i danni della malnutrizione.Quando le madri portano i figli al Centro nutrizionale di COOpI, ai bambini vengono misurati l’altezza, il peso e la circonferenza del braccio; viene così identificato lo stadio della malattia (severo o moderato) e quindi vengono stabilite le modalità di trattamento. Accanto a questi interventi clinici, il personale locale si adopera per sensibilizzare le madri sulle buone pratiche dell’alimentazione, affinché questi episodi non si ripetano in futuro e possano diffondere quello che hanno imparato nelle loro comunità. Inoltre forniscono ai pazienti una zanzariera trattata per scongiurare il rischio malaria.In generale, COOpI non interviene mai in sovrapposizione alle strutture sanitarie locali, ma in sinergia con esse.

I numeri del dramma1,02 miliardi: le persone malnutrite nel mondo.

26 milioni: i bambini malnutriti.

Oltre 2.5 milioni: i bambini che muoiono ogni anno di malnutrizione.

195 milioni: i bambini che hanno ritardi nella crescita causati dalla malnutrizione.

Il 90%: è la percentuale dei bambini malnutriti che risiedono in Asia e in Africa Sub-sahariana.

Meno di 1 su 10: è la proporzione di bambini che riescono a riceveve un apporto nutritivo adeguato da parte di organizzazione umanitarie.

Qui sotto: Ciad, Goz beida. Centro nutrizionale terapeutico, visita quotidiana dei medici COOpI che controllano lo stato di salute dei bambini malnutriti. ph. Alessandro Gandolfi/parallelo zero.

Ciad, Marò. Ospedale per partorienti nel campo rifugiati di Yaroungou. Una madre pesa il proprio bambino. Ph. Alessandro Gandolfi/Parallelo Zero.

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Contrastare la crisi nutrizionale in CiadDove: nei villaggi e nei campi sfollati dell'area diGoz Beida, al confine tra il Ciad e il Sudan-Darfur.Quando: da gennaio 2009 a dicembre 2011.Perché: Il tracollo finanziario avvenuto negli anni ‘80 ha fatto crollare vertiginosamente i prezzi delle materie prime. Se il mercato ha permesso una minima ripresa economica, la stessa ripresa non è stata possibile per lo Stato. I servizi sociali sono diminuiti, lasciando il 63% della popolazione in stato di povertà - di cui il 38% in condizioni di indigenza. Obiettivo: ridurre il tasso di mortalità dei bambini con meno di 5 anni, portandolo al di sotto di 208/1000 tra gli sfollati interni e gli abitanti nella regione Beneficiari diretti: 23.400 bambini sotto i 5 anni e 5.439 donne incinta o che allattano. Azioni: Nei villaggi e nei campi sfollati: screening, campagne di sensibilizzazione e visite a domicilio. Nei centri sanitari dove curiamo i casi di malnutrizione severa e moderata: monitoraggio della crescita, trattamenti terapeutici, formazione alle mamme su temi legati alla nutrizione, apporto nutritivo adeguato, formazione del personale locale, visite mediche a bambini e mamme.

FOCUS

DONA SUBITOOnline: www.insiemepercentomila.it

c/c postale: 990200 - intestato a: COOpI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.

c/c bancario: Banca popolare Etica - filiale di Milano - IBAN It 06 R 05018 01600 000000102369 - intestato a: COOpI -

Cooperazione internazionale - ONG ONLUS. Carta di credito: dal sito www.coopi.org oppure telefonando

al numero 02/3085057Causale: Insieme x 100.000

GRAZIE!

LA MALNUTRIZIONE UCCIDE PIù DELLA GUERRA.

AIUTACI A COMBATTERLA!Da anni combattiamo quotidianamente contro la malnutrizione, una malattia che miete vittime

soprattutto tra i bambini. Oggi ci siamo dati un obiettivo nuovo:

raddoppiare il numero di bambini che già salviamo. puntiamo a curare 100.000 nuovi bambini. per farlo, abbiamo bisogno del tuo aiuto.

ECCO COSA PUOI FARE:con 60 €

Compri 1 scatola di Plumpy nut (150 sacchetti da 90 g ciascuno per ricavare una pappetta

dal grande valore nutrizionale)

con 150 €Curi un bambino severamente malnutrito

per una settimana

con 450 €Formi le mamme e la comunità sulle buone

pratiche nutrizionali

con 1.000 €Effettui uno screening sullo stato nutrizionale della comunità

con 4.000 €Ristrutturi un centro nutrizionale

La malnutrizione uccide più della guerra.Aiutalo a combatterla.

Dal 1965 COOPI opera nel Sud del mondo con un approccio pragmatico e concreto per sconfiggere

la povertà. Oggi ci siamo assegnati una nuova missione: salvare 100.000 bambini dalla malnutrizione grazie al

tuo fondamentale aiuto. Possiamo farcela con un solido e sperimentato programma terapeutico nutrizionale

e soprattutto con le tue donazioni. Aiutaci a combattere il nemico più odioso. Insieme, possiamo vincere.

Il tuo aiuto può essere un prezioso alleato per salvare 100.000 bambini.

CO O P I - C o o p e r a z i o n e I n t e r n a z i o n a l e O N G O n l u s - v i a F. D e L e m e n e 5 0 - 2 0 1 5 1 M i l a n o - N . Ve rd e : 8 0 0 .1 1 . 7 7. 5 5

Sostieni l’operazione “Insieme X 100.000” C/C Postale n.990200on line sul sito www.coopi.org

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Bilancio 2009.Investiamo per un mondo migliore

SPECIALE8

Relazione della società di revisione, PKF S.p.a.

Al Comitato Direttivo dell’Associazione COOPI - Cooperazione Internazionale

1. Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio d’esercizio dell’As-sociazione COOpI - Cooperazione Internazionale chiuso al 31 dicem-bre 2009. La responsabilità della redazione del bilancio in conformità alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione compete ai membri del Comitato Direttivo di COOpI - Cooperazione Internazionale. È no-stra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione contabile. La presente relazione non è emessa ai sensi di legge, stante il fatto che COOpI - Cooperazione Internazionale non è obbligata al controllo contabile ex art. 2409 bis e successivi del codice civile (ora art. 14 del D. Lgs. del 27 gennaio 2010 n. 39).

2. Il nostro esame è stato condotto secondo i principi di revisione emanati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e raccomandati dalla Consob. In conformità ai pre-detti principi, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio d’esercizio sia vi-ziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle infor-mazioni contenuti nel bilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli amministratori. Riteniamo che il lavoro svol-to fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professionale. per il giudizio relativo al bilancio dell’esercizio preceden-te, i cui dati sono presentati ai fini comparativi secondo quanto richie-sto dalla legge, si fa riferimento alla relazione da noi emessa in data 26 giugno 2009.

3. A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio di COOpI - Cooperazione Internazionale al 31 dicembre 2009 è conforme alle norme che ne di-sciplinano i criteri di redazione; esso pertanto è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’Associazione chiuso a tale data. Milano, 24 giugno 2010 - pKF Italia S.p.A.

Fioranna Negri - Ivo Costa

PROVENTI Entrate progetti 37.008.563 32.392.321 Quote sociali 9.225 10.125 Donazioni 1.210.389 1.499.588 Rimborsi e proventi vari 517.005 480.370 Proventi finanziari 214.975 309.217 38.960.157 34.691.621

ONERI Oneri sostenuti per progetti 35.901.557 31.649.177 Personale e collaborazioni di sede 1.511.606 1.456.764 Oneri istituzionali 362.798 306.069 Oneri generali 469.266 682.790 Oneri finanziari 707.463 589.781 38.952.690 34.684.581 RISULTATO DI ASSOCIAZIONE 7.467 7.040

Rendiconto della gestione in euro 2009 2008

ATTIVO Immobilizzazioni nette 662.145 515.713 Crediti verso finanziatori 4.544.600 6.606.230 Crediti verso altri 634.052 684.333 Titoli - - Liquidità 4.678.823 7.180.724 Ratei e risconti attivi - - Risconti progetti in corso 16.395.971 16.606.718TOTALE ATTIvO 26.915.591 31.593.718

PASSIVO Fondo comune 109.422 109.422 Utile d’esercizio 7.467 7.040 TOTALE PATRIMONIO NETTO 116.889 116.462 Fondi per rischi ed oneri 961 161.256 Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato 100.909 135.794 Debiti verso banche 3.270.735 3.377.820 Altri debiti a breve 4.139.798 3.496.820 Ratei e risconti passivi 22.771 21.193 Risconti progetti in corso 19.263.528 24.284.373 TOTALE PASSIvO 26.915.591 31.593.718

Stato patrimoniale in euro 2009 2008

Unione europea 15.640.293 16.195.860 Organizzazioni internazionali 13.333.641 10.111.804 Governo italiano ed Enti Locali 3.667.907 2.383.700 Altri governi 2.976.939 2.975.081 Donazioni private 2.600.745 2.498.648 38.219.525 34.165.093 Altri proventi 740.632 526.528TOTALE 38.960.157 34.691.621

Donazioni e contributi in euro 2009 2008

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9

Da dove vengono i fondiFondi di donazioni e contributi

40%unione

europea

8%altri governi

2%altri proventi

34%organizzazioni internazionali

9%governo italiano ed enti locali

7%donazioni

private

Donazioni e contributi a COOPIin milioni di euro

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

5

10

15

20

25

30

35

40

Come sono utilizzati i fondiRipartizione

sede e attività

in italia

6%

94%

progetti

Impiego per area geograficaRipartizione

3,6%asia

e medio oriente

76%africa

5,5%italia

14,8%america latina e

centrale

21 Paesi 193 Progetti umanitari 98 Progetti d’emergenza 95 Progetti di sviluppo 8 Settori di intervento 4.900.000 Beneficiari diretti 1.891 Beneficiari di Sostegno a distanza 31 Progetti di Sostegno a distanza 162 Collaboratori espatriati

1.200 Collaboratori locali 63 Collaboratori in Italia 300 Volontari 25.000 Sostenitori in Italia 1.756 Donatori del Sostegno a distanza 4 Sedi regionali e 38.960.157 Bilancio

I numeri di COOPI nel 2009

CO O P I N E W S

Grazie di cuore!

Il tuo supporto è stato fondamentale

per raggiungere questi traguardi.

Continua a lottare insieme a noi:

contro la povertà, per migliorare il mondo.

p. Vincenzo Barbieri

Page 10: COOPI News novembre 2010

A P P RO F O N D I M E N TO

Ora peschiamo insieme

(inizia a pag. 3) In realtà, non tutti i pVS hanno la capacità di pescare: dipende dai paesi e dal tipo di interventi. Certamente per loro è difficile realizzare determinate infrastrutture molto pesanti; per la gestione dei progetti e dei fondi in genere forse va un poco meglio, ma sicuramente dovranno lavorare ancora molto. Una cosa però è certa: è il loro momento di provare e anche di sbagliare. Sbagliare nelle rendicontazioni all'Unione Europea, anche nella identificazione e conduzione dei progetti, forse anche nella definizione delle linee strategiche. Non c’è modo di imparare a pescare, se non hai la canna da pesca in mano e se non ti lasciano provare da solo.

E noi che ci stiamo a fare? Ci saranno un po’ meno capi progetto in giro per il mondo, l’assistenza tecnica sarà davvero quello che il termine indica e non altro, quindi meno invadente e presente con maggior discrezione e in modo più puntuale. Almeno tre cose dovremo fare.

Primo, advocacy nei paesi ricchi, e si sta facendo da anni.

Secondo, imparare a lavorare insieme, a fare le cose insieme, ma sempre più da pari a pari. Questo è meno facile, perché richiede una modificazione profonda degli

di Gianni Vaggi (Direttore del Master in Cooperazione allo sviluppo dello IUSS di Pavia)

La cooperazione sta cambiando, perché i cosiddetti beneficiari diventano sempre di più i protagonisti delle attività, i gestori dei progetti e degli aiuti. Serviranno ancora le Ong?

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atteggiamenti. tutti noi conosciamo aree sperdute dell’Africa in cui l’educazione primaria e la salute sono garantite dalla sola presenza di missionarie e missionari - grazie a loro si ‘salvano’ migliaia di storie umane, diventano adulte, alfabetizzate. Eppure spesso c’è una relazione autoritaria, o comunque di comando, con i popoli locali, e quindi questi sono subordinati. Il capo progetto espatriato che tiene la cassa e dà gli ordini. tutto questo è stato necessario e positivo, ma deve cambiare: siamo in una fase diversa del percorso di sviluppo. Attrezziamoci per questo.

Terzo. Attrezzarsi, ma come? La cono-scenza diretta resta fondamentale: nulla mai capiremo dello sviluppo e quindi della cooperazione se non attraverso l’incontro e l’esperienza diretta. Qui lo spazio per le ONG e anche per la cooperazione decentrata è enorme. Ognuno di noi può provare a riempire le righe che io qui non scriverò sulle tante modalità e possibilità di incontro e conoscenza, a partire da esigenze e bisogni concreti. Anche questo si sta già facendo, ma forse richiede qualche approfondimento e riflessione ulteriore e tanta, tanta mobilità delle persone.

Una cautela: questa nota non è una giustifi-cazione della riduzione degli aiuti, tutt’altro;

basta vedere quanto ancora siamo distanti da molti Obiettivi del Millennio. Con i bisogni restano i problemi dell’efficacia, coerenza e impegno di lungo periodo negli aiuti, ma cambierà il rapporto fra gli attori.

ConcludoLo so che non ho risposto alla mia doman-da, ma come dico spesso agli studenti: le domande sono sempre più importanti delle risposte, tranne che agli esami. Sono considerazioni abbastanza ovvie, che segna-lano che è in corso un cambiamento, asso-lutamente benvenuto; questo processo va prima di tutto compreso, poi va vissuto ed accompagnato.Forse riusciremo persino a dare un signi-ficato diverso alle espressioni noi e loro, a vivere in modo più maturo e consapevole la dimensione dell’alterità. L’altro da noi è una grande prospettiva sul futuro dell’uma-nità; qui si apre un discorso che dovrebbe coinvolgere amici che ben più di me conoscono questi temi. La cooperazione ci può aiutare a vivere con l’altro; a conoscere l’alterità, a poco a poco, a partire dall’opera-re concreto.

Ringrazio Catherine e Manolo a Dakar e Lucia a Betlemme: chiacchierare con loro mi ha molto aiutato. Vedere il St. Mary Lacor Hospital di Gulu, Nord Uganda, mi ha fatto capire quanto cammino si può fare insieme: grazie Cyprian, Emintone, Martin e Bruno.

Sudan/Darfur. Ph. Roberto Goglio.

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A P P RO F O N D I M E N TO

Un mondo senza povertà è davvero possibile?

Nell’Anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale ed in occasione dell’appuntamento Onu di verifica degli Obiettivi del Millennio, COOpI ha voluto organizzare un momento di riflessione e confronto aperto alla cittadinanza, il 18 settembre, a Milano, a cui hanno partecipato: Ferdinando Scianna, uno dei più noti fotoreporter italiani, membro dell’Agenzia Magnum; Gianni Vaggi, direttore del Master in Cooperazione allo sviluppo dell’Istituto Internazionale di Studi Superiori di pavia; Giovanni Gorga, public affairs manager di Guna spa; Claudio Ceravolo, vice presidente di COOpI.Ha moderato Rita Cenni, inviata di Oggi.

Claudio Ceravolo: “La cooperazione internazionale non ha un grande indotto economico, soprattutto se si confronta con l’ammontare delle rimesse dirette degli immigrati, di gran lunga l’afflusso di denaro più cospicuo verso il Sud del mondo - anche maggiore degli investimenti governativi. Ma quello che la cooperazione oggi fa non è appunto semplicemente far affluire denaro: è formare i beneficiari, creare autonomia, consapevolezza, orgoglio, dare le basi formative e concrete per fare in modo che questi aiuti economici non siano una sterile beneficenza, ma possano contribuire ad un vero cambiamento, ad una svolta, verso l’allontanamento da una condizione di povertà estrema”.

a cura di Laura Carbonara e Isabella Samà

Sradicare la povertà è quello che sogniamo. Ma realizzarlo è un’utopia o una realtà? Non poteva mancare questo interrogativo a “COOPI Insieme”, la festa della nostra associazione.

CO O P I N E W S

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Gianni Vaggi: “È un momento epocale, che stiamo vivendo proprio noi e proprio adesso. È il momento in cui i paesi del Sud del mondo si stanno appropriando della cooperazione, diventando attori e non più solamente beneficiari. Questo è il frutto di una politica di formazione portata avanti dalle ONG, una formazione che è la giusta rappresentazione di quello che oggi è diventato il primo obiettivo della cooperazione: la comunicazione. Adesso molti progetti sono gestiti autonomamente sul territorio, senza più l’intermediazione dell’Italia, di COOpI o di altri. Questo vuol dire che i beneficiari sbaglieranno come abbiamo sbagliato noi all’inizio. E se avranno bisogno di consigli e aiuto, li sosterremo con la nostra esperienza. Ma è tutto nelle loro mani”.

Giovanni Gorga: “La cooperazione non è una questione di business. Anche se a volte il business si interessa di cooperazione. È il caso di Guna, che, come sempre più aziende occidentali, ha capito che fare business non significa solo occuparsi di cifre, ma anche di persone. Da anni, perciò, investe nel Sud del mondo, formando personale locale, portando le proprie competenze, indirizzando anche

investimenti economici. tutto questo non per mero spirito caritatevole, ma perseguendo la finalità prima di un’azienda commerciale: fare profitto. Essenziale diventa appoggiarsi a Ong che operano sul territorio, come COOpI: queste fungono da mediatori e permettono di inserirsi nel territorio in modo corretto”.

Ferdinando Scianna: “L’impatto con l’assoluta povertà è sicuramente forte. Di fronte a tanta miseria, però, rimango consapevole di essere un fotografo e non un operatore umanitario. Se poi queste fotografie potranno aiutare, non lo so (e comunque lo credo poco). Basta sfogliare le riviste, dove servizi di fotoreportage duri e diretti vengono messi in pagina inframmezzati da pubblicità di oggetti di lusso. Completa miseria e benessere sfrontato. Sofferenza e superfluo accostati. Chi guarda non vuole essere coinvolto, ma rassicurato. Lui, in tutto questo, non è quel poveraccio che muore di fame, ma quello che può comprarsi un orologio al quarzo. Mi reputo realista, anche se molti mi considerano pessimista: non penso che un mondo senza povertà possa esistere. È la nostra natura. Non è malvagia. È semplicemente umana”.

Milano. COOPI Insieme. Da sinistra a destra: Ferdinando Scianna, Claudio Ceravolo, Rita Cenni e Gianni vaggi. Ph. Roberto Bianconi/Shoot4Change

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CO O P I C L I C K !12

Daniele Tamagni nasce a Milano nel 1975. Arriva alla fotografia, dopo la

laurea in Conservazione dei beni culturali e la specializzazione in

Storia dell’arte. Predilige i reportage a cavallo tra moda e sociale, tra cui il più famoso riguarda i "Sapeurs",

ossia i dandy di Brazzaville, in Congo. Tra i numerosi premi vinti, segnaliamo l'International Centre

of Photography Infinity Award nel 2010. A giugno, è stato in Bolivia, con

COOPI e Terna s.p.a.

Alessandro Gandolfi nasce a Parma nel 1970; dopo la laurea in filosofia, entra alla scuola di giornalismo di Urbino e diventa giornalista profes-sionista. Nel 2001 decide di dedicarsi al reportage fotogiornalistico da freelance; nel 2007, fonda - insieme a 3 colleghi - l'agenzia "Parallelo Zero". Nel febbraio 2010, vince il Best Edit Award del National Geographic; ad ottobre, parte con COOPI in Ciad.

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Ecuador. Il dramma dei rifugiati invisibiliScappano dalle violenze quotidiane, si rifugiano nel Paese vicino, ma sono respinti ai margini: si tratta dei rifugiati colombiani, che - stretti tra l’incudine e il martello - sopravvivono lungo le sponde dei fiumi che separano Colombia ed Ecuador. Invisibili, assistiti dal 2006 da COOPI. Lungo le loro tracce si è messa Tiziana Prezzo, inviata di SkyTg24, che ci regala questa testimonianza.

14DA L C A M P O

di Tiziana Prezzo (Sky TG24)

Un confine inesistente per migliaia di rifugiati invisibili: il dramma dei profughi colombiani in Ecuador si può sintetizzare così. Vivono lungo fiumi come il San Miguel che hanno una sponda in Colombia e l’altra in Ecuador e che, nei momenti maggiori di siccità, quasi si attraversano a piedi. Sono uomini, ma molto più spesso donne e bambini, che hanno lasciato nella terra di origine tutto quello che possedevano (abitazioni, terreni, animali), e che con sé hanno portato solo un fardello di orrore, paura e incertezza di cui difficilmente si libereranno mai.

“perché ha lasciato la Colombia?”, è la

domanda che ho posto a tutte le persone che ho incontrato. “per la troppa violenza”, è stata invariabilmente la risposta. Una violenza spesso gratuita e inaudita a danno di gente semplice e inerme. Di questa violenza poco o nulla si conosce in Italia. Si sa solo che nel sud della Colombia operano i guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). La realtà è però molto più complessa, con una molteplicità di soggetti armati in campo. perché questa è zona di traffici illeciti, in primis quello della cocaina. E accanto a narcotrafficanti senza scrupoli, chi pensa a fare “pulizia” nella zona sono anche e soprattutto i paramilitari, chiamati a fare il lavoro sporco che l’esercito regolare non può fare. In Ecuador spesso i rifugiati colombiani vivono ai margini della società, vittime di pregiudizi e discriminazioni. Nonostante il governo di Rafael Correa si sia dimostrato sensibile alla tematica, molti diritti

riconosciuti dalla nuova Costituzione a chi chiede asilo, come l’accesso all’assistenza medica e all’istruzione scolastica, restano sulla carta. È in questo difficile contesto che si muove COOpI, capace di fornire assistenza umanitaria direttamente a quasi 9 mila persone e indirettamente ad altre 18 mila.per circa tre settimane, ho lavorato a stretto contatto con il personale, locale e italiano, e sono rimasta molto colpita dalla serietà, dall’effettivo, profondo interesse per i problemi di questa gente. Ciò che più mi ha fatto piacere è stato constatare la ferma volontà a superare le difficoltà “sul campo” in maniera molto concreta, senza farsi soffocare da questioni burocratiche. Mi è capitato di riscontrare, in altre esperienze in giro per il mondo, come organizzazioni molto più grandi e con maggiori disponibilità di denaro siano rimaste vittime della loro stessa complessità. Mi è stato di notevole conforto, invece, vedere come i rifugiati vedano nel personale di COOpI un punto di riferimento capace di dare effettivamente una mano, per uscire da un tunnel dal quale a mala pena si intravvede la luce.

Ecuador. Archivio COOPI

Ecuador, Ph. Uberto Pedeferri

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CO O P I N E W S

Sierra Leone. Una casa per i bambini disabiliSabrina Munaò, responsabile Infanzia di COOPI, ha raccolto una storia straordinaria, durante la sua ultima missione in Sierra Leone: quella di Mama Melrose, che - da disabile - ha accolto con sè bambini disabili. Bambini abbandonati dalle famiglie a causa della loro condizione. COOPI è stata conquistata subito dal suo progetto e, come sapete, dal 2009 l’ha adottato nel suo programma di Sostegno a distanza.

DA L C A M P O15

a cura di Sabrina Munaò e Diana Nahum

La storia dell’orfanotrofio di Grafton inizia nel 2002, al termine della lunga Guerra Civile che ha devastato per oltre 10 anni la Sierra Leone.Fu in quel periodo, quando vivevo in un campo per sfollati in uno stato di estrema povertà e con tutti i miei problemi di persona disabile, che iniziai a prendermi cura di alcuni bambini del campo: due erano disabili e due erano stati abbandonati dalla loro famiglia.

Alla base, c’era un grande desiderio: quello di aprire un giorno un orfanotrofio dove rassicurare i bambini che soffrono o che sono stati abbandonati, sul fatto che non sono soli, ma che qualcuno si occupa di loro.poiché girava la voce che mi stavo prendendo cura dei bambini più vulnerabili, ogni volta che qualcuno trovava un bambino in difficoltà, lo portava da me, con la certezza che il piccolo avrebbe trovato un riparo sicuro.Successivamente, essendo il campo sovraffollato, il Governo decise di trasferire me e i miei bambini nella baraccopoli di Jui, dove si unirono a noi altri bambini.

per anni, abbiamo vissuto insieme in condizioni di estrema povertà. purtroppo non avevo medicine per curarli, poco era il cibo a disposizione e le condizioni igieniche in cui vivevamo erano pessime. Con mio grande dispiacere molti si ammalarono gravemente - alcuni addirittura morirono. tuttavia non mi scoraggiai; anzi, il desiderio di giustizia e dignità per i bambini più indifesi cresceva con forza sempre maggiore e continuai a fare del mio meglio, arrivando a tenere con me 24 bambini.per fortuna, nella primavera del 2007, l’associazione cristiana “Rainbow of Hope” venne a sapere della nostra situazione. Fu soprattutto la signora Maureen a darsi tanto da fare: si recò a Grafton e ottenne dai membri del villaggio la concessione di un pezzo di terra dove poter costruire una struttura per bambini disabili e orfani. Fu così che, a fine 2007, fu costruito l’orfanotrofio di Grafton, dove entrai subito con i miei 24 bambini.Nei mesi successivi, arrivarono nuovi bambini, raggiungemmo la cifra di 28 piccoli beneficiari e io fui nominata la Maman (ossia la gestrice) dell’orfanotrofio. Ci fu una vera e propria inaugurazione con una cerimonia ufficiale, in presenza del ministro degli Affari Sociali e di altre personalità politiche locali.Quando l’associazione cristiana dovette lasciare la Sierra Leone, rimasi senza alcun supporto, ma per fortuna, dopo poco, incontrai padre John, un religioso che garantì cibo ai bambini e il pagamento delle rette scolastiche.Nel 2009 iniziò, invece, la collaborazione con COOpI, che è stata fondamentale per l’orfanotrofio. Da allora, infatti, attraverso il Sostegno a distanza, l’organizzazione copre le spese per ogni aspetto fondamentale della vita dei bambini.Fino ad oggi, per esempio, i bambini si ammalavano spesso senza poter essere curati: io andavo a chiedere denaro in prestito per curarli, ma non sempre lo

trovavo. Oggi è COOpI che garantisce le cure mediche ai bambini.Inoltre, copre le rette, il materiale scolastico e l’acquisto di uniformi per tutti i bambini che possono andare a scuola. La loro riconoscenza è commuovente: lo dimostrano attraverso l’impegno con cui studiano e vanno a scuola - in particolare, Abdulai è sempre il primo della classe!Io e i miei bambini non dimenticheremo mai la festa di Natale che COOpI ha organizzato nel 2009: è stato un momento unico, la prima vera festa alla quale partecipavano i bambini e in cui tutti hanno potuto trascorrere un pomeriggio di gioia e divertimento. Spero di riuscire a ripeterla anche qest'anno.Il mio sogno di aiutare i bambini vittime degli stessi problemi di cui ho sofferto io (non solo la disabilità, ma anche e soprattutto l’abbandono e la discriminazione) si è avverato. E di questo sono davvero felice e orgogliosa, oltre che riconoscente a COOpI e a tutti coloro che mi hanno sostenuta. La condizione dei miei bambini è davvero migliorata. Ma c’è ancora moltissimo da fare 8inparticolare per migliorare la struttura in cui viviamo) e speriamo di riuscire a farlo insieme.

Sierra Leone, Grafton. Mama Melrose . Archivio COOPI

Sierra Leone, Grafton. Alcuni bambini dell'orfanotrofio. Archivio COOPI

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Fai felice un bambino: è Natale!

16S O S T EG N O A D I S TA N Z A

di Diana Nahum

... alla nonna un grembiule da cucina, allo zio un CD, ai bambini una playstation... A Natale, ricordati di fare un dono anche al bambino che sostieni a distanza (o ai bambini dei progetti di Sostegno a distanza)!

Se sostieni un bambino a distanza, cerca nell’elenco il desiderio che ha espresso insieme ai suoi compagni e partecipa al Fondo regali!

Se ancora non sostieni nessun bambino, scegli di farlo adesso: un gesto d’amore che darà un gran valore al tuo Natale, per tutto l’anno. Oppure partecipa anche tu al fondo regali.

UGANDA: bendaggi, materassi, scarpe...I missionari della Povertà vogliono cogliere l’occasione del Natale per acquistare alcuni prodotti urgenti, quali bendaggi e garze, che usano tutti i giorni per i loro 114 bambini portatori di handicap. Un rotolo di garza da 30 metri costa 230 € e una scatola di bendaggi costa 151 €. più se ne hanno, meglio è.partecipa con una donazione libera!Per i ragazzi del KKCC e della Duggan School, sono stati richiesti 20 materassi nuovi (21 € cad.), 45 coperte (11 € cad.) e 80 zanzariere (5 € cad.). per prevenire la malaria. A Nebbi, si vogliono regalare a ciascuno dei 49 ragazzi sostenuti a distanza, un paio di scarpe (12,5 € ) e un abito (8,5 €) nuovi.

SIERRA LEONE:materiale sportivo, giochiIn Sierra Leone lo sport, in particolare il calcio, è l’attività più diffusa. Il regalo più bello, per i bambini della scuola di Gbondu, di Gbaidu e di Massabendu, è la dotazione di nuovo materiale sportivo: palloni da calcio e da pallavolo (10 €), reti da pallavolo (13 €), porte da calcio (15 €), magliette e pantaloncini (15 €) per sentirsi appartenenti a una vera e propria squadra. L’orfanotrofio di Grafton è completamente sprovvisto di giochi per i bambini (quasi tutti portatori di handicap o con malattie cerebrali) che passano il tempo a cantare o scherzare tra loro. Bambole, giochi musicali, macchinine dal valore di circa 10 € cadauno è quanto vorremmo regalare loro per Natale.

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REPUBBLICACENTRAFRICANA: tavoli, un televisore, tute sportive, lenzuola e abiti nuoviAnche a Mbaiki si vorrebbero regalare 20 tavoli per far mangiare i bambini seduti a tavola anziché per terra, garantendo dignità e evitando le malattie dovute alla scarsa igiene. Ogni tavolo costa 60 € (spese di trasporto incluse).Gli 83 bambini di Bouchia percorrono ogni giorno molta strada per raggiungere la scuola. per questo si vorrebbe regalare loro un paio di scarpe nuove e un ombrello per proteggersi dal forte sole o dalla pioggia (in tutto 15 € ciascuno). presso il Chram, si recano tutti i giorni bambini portatori di handicap che attendono a lungo le sedute di fisioterapia o le visite per protesi, stampelle o tutori. per intrattenerli vorremmo acquistare una televisione con lettore DVD (850 €). Ogni donazione è preziosa per questo obiettivo!presso il centro St Charles de Louanga, ciascun bambino vorrebbe una tuta (8 €) da utilizzare durante gli sport e il tempo libero. Al centro St Joseph de Turin, 180 bambini necessitano di lenzuola nuove (13,5 € cad.) per coprirsi ma soprattutto proteggersi dalle zanzare.I bambini di Mongoumba chiedono dei vestiti nuovi, per essere ordinati non solo a scuola, quando indossano l’uniforme. A Mongoumba, per un abito nuovo sono sufficienti 8 €; infatti si acquista al mercato locale, dove si trovano sempre occasioni.

SENEGAL: tavoli, giochi, abiti nuoviAssorep. A Natale si vogliono acquistare dei tavoli, affinché i bambini possano mangiare dignitosamente anziché seduti a terra e soprattutto evitando il rischio di malattie quali diarrea, febbre tifoidea o vermi intestinali, dovuti alla mancanza di igiene. 1 tavolo e 1 vassoio per 4 bambini costano 30 €. In tutto ce ne servono, 60! Notre Dame de l’Espérance. Nel centro manca un luogo dove i bambini possano giocare e passare tempo insieme. per Natale, vorremo acquistare diversi giochi da tavolo con i quali i bambini possano divertirsi. Ogni donazione sarà preziosa per garantire ai bambini il diritto al gioco!Comité de defence des droits des enfants handicappés. Il centro ha richiesto un abito nuovo per ciascun bambino (30 €). Spesso, infatti, i bimbi non hanno indumenti in buono stato, soprattutto quelli portatori di handicap, che sono gli ultimi ai quali la famiglia pensa e per i quali non ci sono mai risorse per una vita dignitosa.

ETIOPIA: abiti nuoviIn tutti i progetti è emersa la stessa esigenza: un abito nuovo (25€) per ogni bambino. In Etiopia, infatti, i bimbi hanno solo l'uniforme per andare a scuola, un vestito che usano tutta la settimana e quello "buono" per le feste. Un abito in più contribuisce a promuovere l’igiene e la dignità della persona.

Partecipa anche tu, fai un dono per Natale ai bambini del Sud del mondo. 5, 10, 20 o 50 €: ogni contributo è prezioso!puoi utilizzare il bollettino di conto corrente postale allegato o fare la tua donazione tramite:c/c bancario IBAN It 94 L 05018 01600 000000512215 - intestato a COOpI c/c postale 305201 intestato a COOpI - Cooperazione Internazionale - ONG ONLUS Sostegno a distanzaCarta di credito sul sito www.coopi.orgCausale: regalo di Natale

PERù: kit per l’igiene personale, tute, giochiLa Sagrada Familia chiede per ogni bambino un kit (5 €) con spazzolino, dentifricio, sapone, asciugamano e biancheria intima; anche con l’obiettivo di insegnare una maggiore cura dell’igiene personale.La Casa de Panchita vorrebbe rafforzare le attività di sostegno scolastico rivolte alle bambine acquistando 30 nuovi libri (10 € cad.) per arricchire la biblioteca del centro. presso il centro CIMA, composto soprattutto da ragazzi, l’attività più amata è lo sport; pertanto si vorrebbero acquistare 10 palle (8 € cad.) e 20 magliette e pantaloncini (7 € a completo) per giocare a pallone e da usare durante i loro “tornei".L’Hogar San Camilo intende rafforzare i laboratori di lettura e di manualità che servono anche a stimolare le abilità e l’autostima dei bambini. per 15 libri nuovi e il materiale per le attività creative, servono 263 €. Una cifra facilmente raggiungibile con la solidarietà di tutti voi!

hAITI: giochiLa maggior parte dei bambini di Haiti, dopo il terremoto, hanno perso tutto: la casa, ma anche i loro giochi. Bambole, peluche, macchinine, palloni è quanto vorremmo regalare loro per Natale.Con 15 € a bambino, riusciamo ad acquistare un bel dono per tutti.

N.B.: La differenza di prezzo per uno stesso articolo dipende dal diverso costo della vita tra i vari paesi o fra capitale e villaggi.

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“DAL DIRE AL FARE”. Riflessioni emerse al VI Salone della responsabilità sociale d'impresa.Le pratiche responsabili non sono un lusso: rendono competitivi. È questo uno dei principali messaggi emersi alla sesta edizione di “Dal dire al fare, il Salone della responsabilità sociale d'impresa”, tenutosi il 28 e 29 settembre, presso l’Università Bocconi di Milano.Il prodotto interno lordo è sempre meno adeguato, per misurare il progresso della nostra società. Occorre integrare gli indicatori economici puri ad indicatori di benessere e di responsabilità sociale, che tengano conto della dimensione ambientale e della salute, dell’educazione e del lavoro, dei rapporti interpersonali e del ruolo sociale d’impresa. La Responsabilità sociale d’impresa (RSI) diventa quindi scelta strategica di sistema, capace di generare innovazione e sviluppo. Ma la RSI (o CSR, in inglese) va regolamentata o deve rimanere volontaria? Se ne è discusso nel “processo alla CSR” organizzato da Koinetica, prendendo spunto anche dalle proposte di legge presenti al momento in parlamento (Della Seta, Donaggio). A favore dell’obbligatorietà, si adduce il fatto che le istituzioni debbano svolgere il loro ruolo nel creare la cultura di responsabilità d’impresa e nell’incentivare le imprese (soprattutto le piccole e medie) ad adottare specifici indicatori di responsabilità sociale, attraverso un sistema premiante (defiscalizzazione). Ma il processo ha comunque sentenziato il “no” alla regolamentazione: i comportamenti responsabili fanno parte del “good management”, rappresentano una scelta strategica aziendale e quindi devono rimanere nella logica della volontarietà. Gli incentivi agli investimenti in RSI “drogherebbero” il mercato, inducendo a false pratiche, corsa alle certificazioni e all’adozione di strumenti e standard necessari con l’unico scopo di aver accesso agli sgravi fiscali.

Riflessioni e proposte sulla responsabilità sociale d’impresa

A Z I E N D E S O L I DA L Idi Licia Casamassima

Azienda responsabile? Natale solidale!

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AZIENDE RESPONSABILI = NATALE SOLIDALE

Fai gli auguri con COOPIBiglietti cartacei ed elettronici, classici e non solo: scorri il nostro catalogo nella sezione “proposte solidali” del sito www.coopi.org. I costi? per un biglietto elettronico: 0; per un biglietto cartaceo senza personalizzazione, 1 e; per un biglietto cartaceo con personalizzazione, dipende dal quantitativo.per ordinare? Direttamente dal sito oppure chiamandoci al tel. 02 3085057 - se occorre una personalizzazione, digitate l’int. 256 oppure contattate [email protected]; potete anche ordinare scrivendo ad [email protected].

Scegli i nostri regaliSi tratta di idee regalo che hanno un valore inestimabile: quello rappresentato dalle persone che li hanno prodotti, in Italia o nel Sud del mondo, con professionalità e dignità. trovi un estratto a pag. 20 e 21. Il catalogo completo è invece sul sito www.coopi.org, nella sezione “Sostienici/prodotti solidali”.

Al Salone “Dal Dire al fare”, Peter Lacy ha presentato lo studio di Accenture per il Global Compact delle Nazioni Unite, “A New Era of Sustainability” (giugno 2010). Si tratta di una indagine condotta sulle opinioni dei 766 CEOs (Chief executive officers), ossia dei capi delle aziende aderenti al Global Compact in tutto il mondo. Ecco qualche risultato interessante:● Il 93% dei CEOs ritiene che la sostenibilità sarà un elemento cruciale per il futuro successo del loro business;● Il 72% dei CEOs riconosce che “reputazione e qualificazione del brand” siano il principale fattore che porta l’azienda ad occuparsi di sostenibilità, seguito dalla riduzione dei costi (44%);● Il 58% dei CEOs identifica nei consumatori il gruppo di stakeholder più incisivo nell’influire sul proprio agire in termini di sostenibilità; seguono i dipendenti con il 45%;● Il 96% dei CEOs crede che gli investimenti in sostenibilità debbano essere pienamente integrati nella strategia e nelle operazioni aziendali.

CAPI AZIENDA, DITE LA VOSTRA!

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Dedicaci la cena aziendaleAppositamente pensata per le aziende è l’operazione tAVOLA SOLIDALE, un marchio che raggruppa una serie di locali, ristoranti, società di catering e agenzie di servizi di assoluta qualità che hanno scelto di sostenere COOpI nei progetti di lotta alla malnutrizione. Unico impegno per l’azienda: svolgere la cena di Natale aziendale presso uno dei locali aderenti all’iniziativa. Saranno i locali a devolvere il 10% dell’ammontare della cena alla campagna COOpI contro la malnutrizione "Insieme x 100.000".telefona direttamente al locale, prenota la cena aziendale e comunica l’adesione all’operazione tavola solidale a: [email protected] l’elenco dei nostri partner sul sitowww.coopi.org nella sezione “Sostienici/Aziende”.

Questo un assaggio:MilanoBlue Note; Food & Fashion Restaurant Café; Globe; Maison España; teatro 7; Speakeasy (locali e ristoranti); Detto Fatto; Olinda Catering (catering). RomaRistorante “Cotto”; Ristorante “Il viaggio”.TorinoKarmacola; Ristorante “Al Andalus”.FirenzeRistorante “Da que’ ganzi”Pisa Ristorante “La pergoletta”Pavia 7 Cotolette

Il particolareAnche il team di “Valori in Corso”, società di formazione, aderisce all'Operazione tavola Solidale, per personalizzare la vostra festa e trasformarla in un momento di condivisione, aggregazione e team building.

19Q UATT RO M E S I

di Francesca Castellari

BELGIOGiugno. Il 3 e 4 giugno, si è tenuta a Bruxelles l’assemblea annuale di EURAC, la rete di coordinamento delle grandi ONG internazionali che operano nei tre paesi dell’Africa Centrale (Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda). In tale occasione, è stata avviata una riflessione sulla riforma dell’esercito congolese, in relazione al conflitto nella regione dei Grandi Laghi. L’assemblea di EURAC si è svolta mentre giungeva da Kinshasa la notizia dell’assassinio di Floribert Chebeya, militante dei diritti umani e presidente di VSV (Voix des sans voix). L’emozione è stata tale da portare alla stesura di un documento che ha portato all’arresto di un Generale e alle dimissioni del Capo della polizia congolese.

KENYA Luglio. Si è concluso il progetto di emergenza idrica nel nord–est del Kenya. COOpI ha aiutato a fronteggiare la carestia, migliorando la disponibilità e l'accesso all’acqua nei distretti di Mandera West e Central: sono stati riabilitati e risanati pozzi, abbiamo formato diversi operatori di manutenzione, supportato la costituzione di gruppi di utenti e di associazioni comunitarie attive sul campo dell’igiene. Grazie al finanziamento dell’Unicef, il nostro lavoro ha dato beneficio a più di 29.000 persone, di cui l’80% sono stati donne, bambini ed adolescenti.

hAITIAgosto. È partito formalmente il progetto di Sostegno a distanza, in collaborazione con l'Istituto Saint paul Dalmas (gestito dalle suore di Saint paul de Chartres), che ospita 400 bambini dai 3 ai 13 anni, nel quartiere Cité aux Cayes, uno dei più poveri di port-au-prin-ce. per ora sono già oltre 80 i bambini sostenuti e speriamo di attivarne presto altri.

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Settembre. Grazie alla Cooperazione francese, abbiamo potuto avviare un importante progetto: dare da mangiare ai bambini più vulnerabili del Moyen plateaux, nella provincia del Sud Kivu. I bambini di cui ci stiamo occupando sono estremamente poveri: una parte sono fuori-usciti dai gruppi armati (erano impiegati come soldati); un’altra parte sono sfollati e rimpatriati. Quello che stiamo facendo è ripristinare i mezzi di sussistenza e di produzione a favore delle 1.000 famiglie di questi bambini vulnerabili, oltre ad assicurare il loro reinserimento comunitario.

ITALIAOttobre. Link2007, associazione che raggruppa 10 tra le più importanti Organizzazioni Non Governative italiane tra cui COOpI, l’11 Ottobre ha presentato a Milano l’Indice Glo-bale della Fame 2010, in contemporanea mondiale con Germania, Francia, Danimarca, Irlanda, Stati Uniti. Quest’anno è stata scelta Milano, sede dell’EXpO 2015, per illustrare al pubblico italiano i dati del rapporto che, annualmente, valuta i progressi e i rallentamenti dell’azione internazionale per contrastare la fame. Focus del rapporto: la malnutrizione infantile.

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Idee regalo COOPINatale● Ciondolo decorativo per l'Albero di Natale a forma di an-gelo/cuore/stella. Realizzato in bronzo e nikel, dal Perù. € 2● Presepe in ceramica dal villaggio Huamanga, in Perù. Dim.10x8x10cm (10x5x5cm). € 15● Candele profumate. € 9● Biglietto augurale. Vari soggetti. € 1● Panettone artigianale da 1 kg , in elegante confezione rea-lizzata a mano, prodotto dalla Cascina Granzetta, Siziano (PV), che ospita ragazzi in fase di recupero dalla tossicodi-pendenza. € 15

Dimenticatevi le corse dell’ultimo momento, le code ai negozi e lo stress di trovare il regalo adatto per tutti: guardate i prodotti del nostro catalogo e scegliete quelli che preferite. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche.

Shopping natalizio: facciamolo per bene!

20RELAZIONE CON I DONATORI

di Jacopo Brusca

Abbigliamento e accessori● Borsa. Realizzata con la passamaneria di riciclo o ton sur ton, nel Comune di Beni Bouyafrour, in Marocco. € 22● Borsa. Realizzata in pelle color marrone o nero, in Senegal. € 10● Borsa. Realizzata in macramé, nel Comune di Tafersit e Ben Taieb, Marocco. € 15● Borsa. Realizzata con sacchi di farina/riso e tessuti riciclati, usando tre tipi differenti di lavorazione (a filo orizzontale, verticale e a nodo), nel Comune di Ben Taieb, in Marocco. € 30 (piccola) - € 40 (grande)● Portafoglio. Realizzato in pelle, color marrone o nero, in Senegal. € 10 (piccolo) - € 12 (grande).● Sciarpa. Realizzata con tessuti tradizionali a righe nel Comune di Midar, in Marocco. € 28● Sciarpa Huypala. Realizzata in cotone con i colori dell'arcobaleno. € 8● Tunica. Realizzata con i tessuti tradizionali a righe, nel Comune di Midar, in Marocco. Taglia S. € 48● Cesto/portavaso. Realizzato a mano con tessuti riciclati, nel Comune di Beni Sidal Jabal, Marocco. € 30 (20x23 cm) - € 35 (25x23 cm) - € 40 (30x23 cm)

Gioielli ● Bracciale in macramè, proveniente dalla città di Tafersit e Ben Taieb, in Marocco. € 10● Collana in macramè di colore nero/rosso/violetto, con ciondolo in argento, proveniente dalla città di Tafersit e Ben Taieb, in Marocco. Lunghezza: 50 cm. € 35● Collana con semi di chacchas dipinti, provenienti dall'amazzonia peruviana. € 10● Collana di macramé con semi di huayruro dipinti, prove-nienti dall'amazzonia peruviana. € 10● Collana di semi di tagua dipinti, provenienti dall'amaz-zonia peruviana. € 10● Collana "tiko", cioè di perline fatte con strisce di carta ri-ciclata, proveniente dall' Uganda. Perline piccole e collana corta. Vari colori. € 5● Collana "tiko", cioè di perline fatte con strisce di carta ri-ciclata, proveniente dall' Uganda. Perline piccole e multico-lore. € 5 per la corta e € 7 per la lunga ● Collana "tiko", cioè di perline fatte con strisce di carta ri-ciclata, proveniente dall' Uganda. Perline grandi e collana lunga. € 10● Portachiavi con semi huayruro dipinti, proveniente dall'amazzonia peruviana. € 3

Per la casa● Copricuscino. Realizzato in tessuto colorato, in Uganda. € 8● Cuscino sedia. Realizzato in tessuto tradizionale a righe, nel Comune di Midar, Marocco. € 8● Tappeto. Realizzato in tessuto/filo riciclato a trame diffe-renti, nel Comune di Zaio, Marocco. Disponibile nelle ver-sioni 100x180 cm e 120x180 cm. € 110 ● Coperta. Realizzata in pura lana, a righe. Provenie dal Comune di Laazanan, Marocco. Disponibile nelle versioni 160x220 cm e 220x220 cm. € 85● Portafrutta. Realizzato in vimini e colorato con tinture tradizionali. Proviene dal Comune di Zaio, in Marocco. Disponibile nelle versioni: 10, 10, 25, 35 cm. € 22

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Promozionali COOPI ● Calendario da parete. "Ogni bambino ha diritto ad avere dei sogni". Formato: 30x46 cm. € 15● Calendario da tavolo. "Ogni bambino ha diritto ad avere dei sogni". Formato: 21x12 cm. € 8● Libro di fotoreportage. "Congo, la guerra infinita". Autori: Livio Senigalliesi e Raffaele Masto. Pagg. 48. € 10● Maglietta IO NON ME NE FREGO - da donna: colore nero (taglia S, M, L, XL) o rosso (taglia M, L, XL). € 8 - da uomo: colore nero (taglia M, L, XL, XXL) o rosso (taglia M, L, XL). € 8

Doni speciali: banchi, capre, matite, computer.Scegli di fare un regalo alle comunità che sosteniamo. per maggiori informazioni visita il sito www.natalesolidale.org

● MATITE COLORATE per una classe: 20 euro.

● 3 CAPRE per una comunità: 50 euro.

● 10 BANChI PER UNA CLASSE: 100 euro

● SOSTEGNO A DISTANZA per un anno: 300 euro

● FORMAZIONE per 5 operatori COOPI: 500 euro.

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COME DONARE:Carta di credito online: Tramite Banca Etica potrai fare una transazione in completa sicurezza direttamente dal sito www.coopi.org - oppure telefonando al numero 02/3085057

c/c postale: 990200 - intestato a: COOPI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.

c/c bancario: Banca Popolare Etica - filiale di Milano - IBAN IT 06 R 05018 01600 000000102369 intestato a: COOPI - Cooperazione internazionale - ONG ONLUS.

COOPI apre al Face to FaceStai facendo la spesa e mentre trascini il carrello verso la tua auto trovi un ragazzo con la pettorina di COOPI che ti sorride e ti chiede di fermarti un minuto per ascoltarlo? O semplicemente stai passeggiando per le vie del centro cittadino e incontri una ragazza che con la maglietta “Io non me ne frego” ti chiede un aiuto per le persone più povere del Sud del mondo?Niente di strano, significa soltanto che hai incontrato i dialogatori di COOPI: i dia-logatori sono operatori di COOPI che in punti nevralgici di Milano e Lombardia (piazze, fiere, centri commerciali, ecc.) coinvolgono persone alla causa di COOPI. Si relazionano con i passanti, informando, sensibilizzando e raccogliendo fondi per i progetti del Sud del mondo, attraverso donazioni periodiche con RID ban-cario, postale o con carta di credito.Dato che i primi risultati sono incoraggianti, COOPI ha deciso di estendere questa attività anche ad altre regioni. Per questo siamo alla ricerca di giovani e non che vogliano collaborare con noi in questa attività. Per informazioni, scrivere a [email protected] e inserire nell’oggetto “dialogatori”. Grazie!

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scorri l'intero catalogo di COOPI, sul sito www.coopi.org,

sezione "Sostienici/Prodotti solidali".Per informazioni: Ufficio Relazione

con i Donatori, tel. 02 3085057, e-mail: [email protected]

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Ph. Daniele Tamagni

22DA L L' I TA L I A

Appuntamenti per gli educatori e non solodi Valentina Iacovelli

tra le attività di informazione e sensibilizzazione realizzate da COOpI, rientra anche l'organizzazione di spazi di approfondimento, confronto e riflessione aperti alla cittadinanza e al territorio.

Il 23 settembre, COOPI ha organizzato il seminario “Intercultura e co-sviluppo nel mondo della scuola. Esperienze e buone pratiche di educazione allo sviluppo”, evento conclusivo della seconda annualità del progetto Fondazioni4Africa-Senegal. In questa circostanza, non solo è stata presentata l'esperienza, attraverso i

Fashion for Africadi Ingrid Tamborin

Si apre una nuova alleanza tra moda e solidarietà, grazie alla quale COOPI è già riuscita ad aprire un laboratorio di taglio e cucito in Senegal!

Dal 21 settembre al 5 ottobre 2010, COOpI ha inaugurato la seconda apertura di the Good Shop, il temporary shop solidale presso Corso Garibaldi 44, a Milano. L’iniziativa ha coinvolto le grandi maisons di moda italiane, invitate da Camera Nazionale della Moda Italiana con il fine di sostenere due progetti di COOpI, “Un futuro per le giovani mamme di ziguinchor in Senegal” e “D come sviluppo: il futuro della Sierra Leone è Donna”. Grazie a questa iniziativa, COOpI è riuscita a raccogliere gran parte dei fondi necessari per aprire un laboratorio di taglio e cucito per le giovani mamme dei bambini sostenuti a distanza nella provincia di Casamance, in Senegal, presso il centro di accoglienza di COOpI. La collaborazione con Camera della Moda continua quindi con successo e prosegue con l’asta benefica che si terrà in Gennaio 2011 con Christie’s Italia, successivo momento di grande impegno da parte delle griffe italiane. Quest’ultime infatti doneranno una borsa ad hoc, realizzata o resa pezzo unico per testimoniare continuità e contributo alla realizzazione dei progetti da noi sostenuti.Inoltre la casa di moda Cividini, che ha aderito a BAGS4AFRICA (vedi pagina 24), ha lanciato all’interno della preview primavera/Estate 2011 una mini collezione di quattro borse fashion for africa for Senegal, il cui ricavato andrà interamente in beneficenza per COOpI. COOpI è grata per l’impegno e per il sostegno che le case di moda hanno dimostrato all’interno del progetto FASHION FOR AFRICA for SENEGAL e spera che sia solo l’inizio di un lungo cammino insieme.

punti di vista dei diretti protagonisti (dall'Italia e dal Senegal), ma c’è stato anche un interessante confronto sul contributo dei migranti nello stimolare la conoscenza dell'altro e nell'accrescere la consapevolezza nel mondo della scuola.

La Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia sarà invece l'occasione per riflettere sulla condizione dell'infanzia nel mondo e condividere esperienze e strategie per tutelare efficacemente i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. A tale scopo, abbiamo organizzato una tavola rotonda aperta a tutta la cittadinanza, il 19 novembre, presso l’Acquario civico di Milano.La tavola rotonda sarà moderata da Mussi Bollini, capostruttura bambini/ragazzi e coordinamento cartoni RAI 3 e vedrà la partecipazione di professionisti come: Joseph Moyersoen, giurista e esperto di diritti dell'infanzia in programmi di

cooperazione internazionale; Rita Erika Fioravanzo, psicotraumatologa; Sabrina Munaò, responsabile Infanzia e Sostegno a distanza di COOpI; Chiara Caccia, insegnante, antropologa ed ex cooperante in progetti educativi;Marina Carta, esperta nell'ambito dell'integrazione di bambini e ragazzi migranti.L'appuntamento si concluderà con la lettura di testimonianze di bambini del Sud del mondo alternate ad un accompagnamento musicale da parte di artisti africani e da un piccolo buffet, con lo scopo di coinvolgere attivamente il pubblico e condividere i risultati concreti dei progetti di sostegno a distanza di COOpI.

per adesioni e informazioni: [email protected]. 02 3085057 int. 223

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CO O P I N E W S

23

Cosa è successo in...di Cecilia Cinelli

In questi mesi, è continuata l'attività a livello locale dei volontari delle sedi regionali COOPI e sono stati fondati due nuovi Gruppi Locali

In questi mesi, è continuata l'attività a livello locale dei volontari delle sedi regionali COOpI e dei Gruppi Locali, che hanno avuto modo di incontrarsi a Milano in occasione di COOPI Insieme, il 18 settembre scorso. È stato un momento importante di condivisione e di festa dove sono stati presentati anche i nuovi Gruppi Locali di Quartucciu (Cagliari) e di Milano.

COOPI LazioSettembre: presentazione della campagna sul riciclo cellulari, all'interno dell'Istituto Nazionale di Fisica; assemblea del consiglio direttivo di COOpI Lazio, durante il quale è stata rinnovata presi-dente Donatella Donato (in carica già da 3 anni).Ottobre: strike IO NON ME NE FREGO di fronte a palazzo Montecitorio, il 14 ottobre: i volontari di COOpI ricordano la manifestazione del 1987 a parigi, sensibilizzando i passanti e i parlamentari Italiani.N.B.: ad ottobre la sede di COOPI Lazio si è trasferita in Via Aniene, 26 - 00198

Follonica, Grosseto. La Nazionale italiana di Ginnastica Ritmica, assieme a Giulia Bianchini, non se ne frega. Archivio COOPI

Roma. Piazza Montecitorio. Strike contro la povertà. Alcuni volontari di COOPI Lazio assieme all'on. Federica Mogherini. Ph. Daniele Persico

Milano. COOPI Insieme. Incontro nazionale volontari. Ph. vincenzo Dell'Aversano/Shoot4Change

Brescia. Massaggi solidali. Ph. Brunella Pipolo

COOPI Toscana Agosto: partecipazione a Festambiente a Rispescia (GR), evento internazionale promosso da Festambiente; incontro con la Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica, in occasione del Gala Butterfly a Follonica (GR). Settembre - ottobre: partenza di Giulia Bianchini in Repubblica Centrafricana, per una missione sul Sostegno a distanza; organizza-zione del banchetto IO NON ME NE FREGO a pisa, in occasione della Giornata Mondiale contro la povertà (17 ottobre).

COOPI VenetoAgosto: partecipazione al festival “trattiamole bene. Donne Integrazione, Conflitti” in collaborazione con il CUI - Cittadini Uniti per l'Africa.Settembre: cena africana insieme al CUI, raccolta fondi, mostra, cibo e musica.Ottobre: evento “Immaginafrica”, in collaborazione con l'Universi-tà degli Studi di padova con intervento di Alessandra Soprano, responsabile Migrazioni di COOpI; corso di introduzione alla cooperazione.

COOPI BresciaOltre alle varie iniziative di massaggi solidali che contrad-distinguono da sempre i volontari di Brescia:Luglio - agosto: partecipazio-ni a feste locali (Radio Onda d'Urto); festa delle 100 Associazioni sul Lago di Garda a Salò; passeggiata notturna tra le vette della presolana, con lettura delle stelle.Settembre: conferenza alla Facoltà di Medicina dell'Università di Brescia.

COOPI Piemonte proseguono gli aperitivi e le cene solidali in collaborazione con i locali di torino.

Un ringraziamento a tutti i volontari che con il loro impegno continuano a sostenere

i progetti di COOPI e un caloroso benvenuto ai nuovi Gruppi Locali!

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24M O N D O CO O P I

di Domenico Porco

Dal 20 novembre - anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia - al 31 dicembre COOpI lancia "A tavola per bene", un'iniziativa che coinvolge i più im-portanti ristoranti di Milano e di alcune città italiane per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei bambini.I locali coinvolti inviteranno i loro clienti ad ordinare un piatto virtuale. Con solo 1 euro, ad esempio, si può ordinare il Lakh, miglio bollito con zucchero e latte. Una colazione molto nutriente e golosa, diffusa in Senegal. L'ordine ovviamente è vir-

tuale, ma la donazione andrà a favore dei progetti di Sostegno a distanza di COOpI, volti a garantire ai bambini cibo, salute, istruzione e protezione in Etiopia, Repubblica Centrafricana, Uganda, Senegal, Sierra Leone, Haiti e perù. trovi la lista completa dei locali che aderiscono su www.adottareadistanza.org/a_tavola_per_bene.html

GUNA CON NOI IN PARAGUAYGuna, azienda leader nel settore dell’omeopatia in Italia, continua a sostenere il progetto COOPI di me-dicina interculturale in Paraguay. Il contributo di quest'anno sarà utilizzato per la pro-duzione di un testo sulle erbe medicinali del Chaco, la regione dove è attivo il progetto, al fine di recuperare la tradizione indigena dei guaritori locali.

Omeopatia d'avanguardiawww.guna.it

PARTESA PER COOPIpartesa, società del Gruppo Heineken Italia, festeggia i suoi 20 anni di attività con una iniziativa che vede coinvolta COOpI: "partesa On the road 20". 20.000 km da percorrere partendo da Milano, pas-

sando per Amsterdam, lungo tutta l’America Latina fino ad Ushuaia, il paese più a sud del mondo. Il viaggio sarà “ad impatto zero” e “sensibile”, grazie a due progetti sociali finanziati dall’impresa, tra cui in perù, l’ampliamento dell’ambulatorio pediatrico presso la Sagrada Familia, casa di accoglienza sostenuta da COOpI.La spedizione è prevista a febbraio 2011.

ShOOT4ChANGE A COOPI INSIEMEShoot4Change è un'associazione internazionale di fotografi che vogliono contribuire a cambiare il mondo con un click! L'associazione non se ne frega della povertà ed ha appoggiato COOPI, realizzando gratuitamente il fotoreportage della festa "COOPI Insieme". Potete sfogliare le foto, collegandovi al sito www.shoot4change.net. Un sentito grazie a vincenzo Dell'Aversano e a Roberto Bianconi, autori degli scatti.

BAGS4AFRICA - La Perla

BAGS 4 AFRICAPer l’inizio del nuovo anno COOPI propone l’asta “BAGS FOR AFRICA” con l’intento di promuovere una moda solidale.L’iniziativa prevede il coinvolgimento di grandi maisons e stilisti italiani, tra cui i soci di Camera Nazionale della Moda Italiana, che si impegneranno a mettere all’asta un borsa della loro collezione o creata appositamente per l’occasione. Il ricavato dei pezzi battuti sarà interamente devoluto ai progetti di COOPI “Un futuro per le giovani mamme di Ziguinchor” in Senegal e “D come sviluppo. Il futuro della Sierra Leone è Donna”.L’asta si terrà nel gennaio 2011 a Milano, presso Palazzo Clerici (via Clerici 5), e sarà condotta da Clarice Pecori-Giraldi, Direttore Generale di Christie's Italia.Per informazioni: tel. 02 3085057; e-mail: [email protected].