CO2mmunity School | Risparmiare energia sarà un gioco da ragazzi! - II° lezione
Consigli per risparmiare Energia
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Consigli per risparmiare energia in casa
La produzione e il consumo dell’energia ricavata da fonti fossili (petrolio, gas naturale, carbone), che soddisfano attualmente quasi il 90% dei fabbisogni mondiali, sono tra le principali cause dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici. La maggior parte delle nazioni avanzate, Italia completa, hanno adottato iniziative a favore dello sviluppo delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico.
Il risparmio energetico attuato dai singoli consumatori può contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti, e nello stesso tempo tagliare la spesa energetica delle famiglie. Il consumo domestico rappresenta il 20% circa dei consumi finali nazionali di energia; di questo consumo, più del 75% deriva dall’utilizzo dei combustibili fossili per usi termici e il 20% dai consumi di energia elettrica, il 5% residuo è imputabile all’uso di legna e gas liquido.
È possibile risparmiare fino al 50% dell’energia scegliendo con oculatezza le apparecchiature che dobbiamo comprare e adottando alcuni semplici sistemi quando le utilizziamo.
IL RISPARMIO ENERGETICO È UN INTERESSE COMUNE:
• pagheremo bollette meno care
• parteciperemo allo sforzo nazionale per ridurre i consumi di combustibili fossili
• renderemo l’Italia meno dipendente dai paesi produttori per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico
• contribuiremo a ridurre le emissioni di gas inquinanti
• miglioreremo la qualità della nostra vita e del nostro ambiente
Risparmio energetico con l’illuminazione
Oggi, circa l’80% di tutta l’energia elettrica che consumiamo nelle nostre case serve ad illuminare. Ma questi consumi possono essere ridotti fino al 20%, semplicemente usando lampade più efficienti e distribuendo meglio le sorgenti luminose. A seconda
di quale lampada si sceglie cambiano notevolmente, oltre la qualità e la quantità di luce ottenuta, anche i consumi. Quindi, prima di scegliere quale lampada acquistare bisogna valutare:
• qual è l’ambiente da illuminare
• quali attività vi si svolgono
• per quante ore, in media, la lampada resterà accesa
Per ridurre i consumi di energia bisogna scegliere la lampada giusta per ogni esigenza. Le lampade ad incandescenza tradizionali sono le più economiche al momento dell’acquisto ma consumano molto e durano poco. Anche se sono ancora molto diffuse, il loro impiego è sconsigliato. In base alle condizioni di utilizzo, sono invece consigliate le lampade alogene, in particolare le alogene IRC a risparmio di energia che consumano fino al 50% in meno delle incandescenti tradizionali, e le lampade fluorescenti che nella versione integrate elettroniche fanno risparmiare fino al 70% di energia elettrica.
Di seguito riportiamo, per ogni tipo di lampada, le condizioni d’impiego consigliate:
Tipo di lampada
Condizioni di impiego consigliate
Ad incandescenza tradizionali
Sconsigliate. Dal 2011 ne sarà vietata la commercializzazione
Ad alogeni
Illuminazione localizzata e decorativa dove serve immediata disponibilità di luce, utilizzo discontinuo, accensioni e spegnimenti frequenti.
Fluorescenti compatte
I modelli comuni, senza regolatore di flusso (dimming), sono adatti per illuminare ambienti interni ed esterni, nei casi in cui vi è la necessità di un uso prolungato e senza accensioni e spegnimenti troppo frequenti.
Ma in commercio si trovano anche modelli particolari poco sensibili alle frequenti riaccensioni, che hanno il regolatore di flusso luminoso e la fotocellula che ne consente l’accensione automatica.
Fluorescenti tubolari
Illuminazione di ambienti interni ed esterni nei casi in cui vi è la necessità di un uso prolungato. La particolare estetica e le dimensioni di queste lampade ne condizionano le possibilità di impiego.
In generale, ad un maggior costo iniziale, per un determinato tipo di lampada, corrisponde un minor costo di gestione, dovuto a minori consumi e a una vita più lunga. È fondamentale adattare l’illuminazione alle diverse esigenze evitando gli errori più frequenti: cioè una quantità di luce insufficiente allo svolgimento di determinate attività come cucinare, leggere, cucire ecc. e una errata distribuzione delle fonti luminose che lasciano fastidiose zone d’ombra o che provocano abbagliamento.
Come determinare la quantità di luce necessaria in un ambiente? A questa domanda non si può dare una sola risposta. Cambia a seconda delle funzioni a cui è destinato l’ambiente. In generale, la soluzione migliore consiste nel creare una luce soffusa in tutto l’ambiente e intervenire con fonti luminose più intense nelle zone destinate ad attività precise come pranzare, leggere, studiare.
Alcuni consigli
• Innanzitutto, se vogliamo aumentare la luminosità e diminuire i consumi della luce artificiale, le pareti degli ambienti devono essere tinteggiate con colori chiari.
• Il lampadario centrale può fornire l’illuminazione “generale”, ma è necessaria un’illuminazione “localizzata” più intensa nelle zone destinate ad attività precise come pranzare, leggere, studiare.
• Il lampadario provvisto di molte lampade non è una soluzione vantaggiosa in termini energetici: una lampada ad incandescenza da 100 Watt fornisce la stessa illuminazione di 6 lampadine da 25 Watt, ma queste ultime consumano il 50% in più di energia elettrica.
• Conviene scegliere un lampadario centrale con una lampada sola, oppure, nel caso di un interruttore doppio se ne può installare uno a due lampade, una di potenza inferiore e una di potenza maggiore.
• Sculture e particolari oggetti possono essere illuminati o da un solo lato per avere un gioco d’ombre o da più punti per dare volume all’oggetto. L’illuminazione più idonea è quella data dalle lampadine alogene a bassissima tensione con riflettore dicroico in quanto consentono di dirigere la luce con grande precisione.
• Per i quadri l’illuminazione deve essere uniforme e può essere realizzata attraverso un tubo fluorescente che, oltre a consumare poca energia, riesce a valorizzare i colori degli oggetti che illumina come una lampadina ad incandescenza. Attenzione alla posizione, in modo che la sorgente non si ‘rifletta’ sul quadro o sul suo vetro o non finisca nel campo visivo dell’osservatore.
• Il televisore non va mai guardato al buio. Il televisore accesso all’interno di una stanza buia può provocare disturbi alla vista. Accendere una lampada a basso consumo all’interno della stanza è la soluzione ideale.
• Per leggere seduti sul divano, una persona di 60 anni ha bisogno di una
quantità di luce sei volte superiore a quella necessaria ad un giovane di 20 anni. È quindi utile mettere a fianco del divano una lampada da terra con variatore di luce (dimmer).
• Nella zona pranzo è meglio utilizzare una luce sospesa concentrata sul tavolo oppure una lampada da terra, con braccio curvo, che illumini il tavolo. Le lampadine a basso consumo sono l’ideale se la zona rimane illuminata per lunghi periodi, almeno dalle due alle tre ore consecutive.
• In cucina, oltre all’illuminazione generale, occorre prevedere luci sotto i pensili, sui piani di lavoro e sul piano di cottura da utilizzare solo dove e quando servono. Qui le lampade ad incandescenza possono essere sostituite dai tubi fluorescenti o dalle lampade alogene a bassissima tensione.
• In camera da letto, oltre all’illuminazione generale che può essere realizzata attraverso un lampadario, una piantana o applique murali, bisogna illuminare anche il comodino e l’eventuale scrivania presente.
• Per le scrivanie sono da preferire le lampade da tavolo con braccio orientabile, meglio se funzionanti con lampade alogene a bassissima tensione. La lampada deve essere posta circa 60cm al di sopra del piano di lavoro per evitare zone d’ombra e posizionata dal lato opposto della mano che scrive.
• Sui comodini servono invece lampade che consentano la lettura e che nello stesso tempo non disturbino un’eventuale altra persona che magari sta dormendo. La soluzione ideale è una lampada con fascio luminoso orientabile, del tipo quelle per le scrivanie. Un suggerimento: in camera da letto è utile prevedere un interruttore posto sopra il letto per lo spegnimento delle luci.
• Nei bagni sono sufficienti plafoniere o faretti a soffitto per l’illuminazione generale e appliques ad accensione separata, montati ai lati dello specchio e orientati verso il basso in direzione del viso, attenzione anche qui all’abbagliamento. Essendo il bagno un ambiente che richiede un’illuminazione istantanea e per breve tempo le lampade più adatte sono le alogene.
• Per i corridoi e le scale applique e plafoniere sono una valida soluzione. In questi locali è raro che la luce rimanga accesa per molte ore, mentre sono frequenti le accensioni e gli spegnimenti. È quindi opportuno orientarsi verso le lampade alogene. In questi luoghi è consigliabile l’impiego di interruttori a tempo, che si spengono automaticamente dopo un periodo prestabilito di tempo.
• Anche a livello condominiale si può risparmiare energia elettrica. Scale, cantine, garage sono locali dove la luce rimane accesa per lungo tempo: conviene utilizzare lampade fluorescenti e installare un interruttore a tempo regolato secondo le esigenze degli inquilini, che spegne la luce dopo un certo periodo. Il costo è molto contenuto ed il risparmio che ne deriva molto elevato.
• Per illuminare ingressi e scale esterne, visto che per ragioni di sicurezza
restano illuminati tutta la notte, l’ideale è l’uso di lampadine a basso consumo come le fluorescenti comandate da una fotocellula che ne regola l’accensione e lo spegnimento al variare dell’illuminazione solare. Meglio ancora è utilizzare lampade alimentate con pannelli fotovoltaici.
• Per illuminare giardini e vialetti conviene utilizzare apparecchi dotati di riflettore, che indirizzano il flusso luminoso solo dove serve. Essendo luoghi che spesso vengono illuminati tutta la notte, è consigliabile usare lampade a basso consumo come le fluorescenti, magari comandate da una fotocellula. Meglio ancora è utilizzare lampade alimentate con pannelli fotovoltaici.
La sicurezza, il risparmio e il rispetto per l’ambiente
Al momento dell’acquisto è bene accertarsi che la lampada sia prodotta in conformità con le norme di legge in materia di sicurezza. Deve avere il marchio IMQ o ENEC. In assenza di questi marchi è bene accertarsi che la lampada sia conforme alle norme europee della serie EN 60 598 sulla sicurezza elettrica. Il marchio di qualità può trovarsi sulla confezione, su un’etichetta verde applicata all’apparecchio o sulla targhetta delle caratteristiche tecniche, oppure, stampato sull’involucro. Oggi è più facile scegliere i prodotti che consumano meno in quanto le informazioni sono
più chiare ed in evidenza. Infatti dal 2002 una direttiva dell’Unione Europea ha reso obbligatorio esporre anche sulle lampade l’“etichetta energetica”, che indica l’efficienza energetica della lampada, il flusso luminoso, la potenza e la durata media di vita. Avvertenza: L’etichetta energetica delle lampadine per uso domestico è disponibile in due versioni: a colori e in bianco e nero. Deve essere stampata sugli imballaggi, ma dove ciò non è possibile può essere attaccata alla lampada o all’imballaggio stesso. L’etichetta è divisa in due settori, il primo riporta le classi di efficienza energetica. Una serie di frecce di lunghezza crescente e colore diverso, associate alle lettere dalla A alla G, permettono di confrontare i consumi delle diverse lampade. Un altro marchio significativo per il consumatore attento è l’Eco-‐label (ecoetichetta), un marchio europeo che indica che il prodotto ha un basso impatto sull’ambiente nelle diverse fasi di produzione, utilizzo e smaltimento. Ha per simbolo la margherita con le stelle come petali e la “E” di Europa al centro.
Risparmio energetico con gli elettrodomestici
Gli elettrodomestici possono funzionare meglio: non c’è bisogno di fare sacrifici o rinunce, basta adottare qualche piccolo accorgimento, in modo da consumare meno energia, risparmiando denaro e salvaguardando anche l’ambiente. La lavatrice La tecnologia si evolve a ritmo sempre più veloce: anni di studio e di lavoro hanno portato alla produzione di lavatrici che, rispetto a quelle vecchie, sono in grado di lavare il bucato utilizzando una minore quantità d’acqua, di detersivo e di energia elettrica. Infatti, fino a pochi anni fa l’unico tipo di lavaggio era quello dell’“ammollo”, in cui la biancheria veniva immersa in acqua con il detersivo e lavata soltanto con un movimento rotatorio del cestello. Ora nei nuovi modelli è stato introdotto il lavaggio “a pioggia” in cui i capi sono posti ad una duplice azione in quanto, oltre all’ammollo, vengono continuamente spruzzati dall’alto con acqua e detersivo.
Alcune macchine prevedono anche il riutilizzo dell’acqua di lavaggio che, attraverso un’apposita conduttura, viene riciclata e immessa nuovamente in vasca, passando attraverso la biancheria ed aumentando così l’eliminazione dello sporco. Diminuendo la quantità d’acqua è necessaria meno energia per portarla alla temperatura prescelta per il lavaggio ed è anche sufficiente una minore quantità di detersivo.
Per queste ragioni, al momento dell’acquisto, è sempre meglio preferire modelli di recente produzione, che ormai assicurano un consumo d’acqua e detersivo estremamente contenuti e di cui sono noti sia il consumo di energia che la capacità di lavare. Sappiamo già che, acquistando elettrodomestici di nuova concezione, è possibile lavare con una minore quantità d’acqua e di detersivo.
A proposito di detersivo: costa di più dell’energia elettrica usata nel ciclo di lavaggio. Infatti, per un bucato a 60°C si usano tra 1,2 e 1,5 kWh di elettricità per scaldare l’acqua e si consumano 120-‐150 grammi di detersivo in polvere; questo significa che spendiamo circa 0,26 Euro per l’energia elettrica e circa 0,31 Euro per il detersivo. Riducendo i consumi di detersivo, perché con le nuove lavatrici ne basta una minore quantità, possiamo ottenere un doppio vantaggio: diminuire le spese e contribuire al rispetto dell’ambiente. Lo scarico di detersivi nei fiumi e nei mari rappresenta infatti una delle maggiori cause dell’inquinamento delle acque.
Lavatrice
Consumi e costi per ciclo Costo totale annuo
Energia
Detersivo Energia + detersivo
kWh € g
€
Modelli a basso consumo
1.6 0,30 130
0,26 145,00
2.2 0,40
160 0,32
179,00
Modelli tradizionali
2.3 0,41 200 0,40 215,00
2.8 0,50
240 0,48
260,00
• Alcuni modelli hanno un basso volume d’acqua di lavaggio: 9/12 litri contro i 18/20
litri utilizzati dai modelli tradizionali.
• I consumi sono calcolati per un ciclo di lavaggio a 90°C.
• Il consumo di detersivo corrisponde ad un’acqua dura (25°F).
• Il costo totale annuo si riferisce ad un utilizzo medio di 5 cicli alla settimana.
È importante inoltre sapere che un bucato “perfetto” non dipende tanto dalla quantità di detersivo, quanto dalla “durezza” dell’acqua a cui questo viene miscelato. La presenza di calcio e magnesio nell’acqua utilizzata influenza in maniera determinante i risultati del lavaggio: per diminuire la quantità di calcio e magnesio i detersivi contengono nella loro formulazione particolari ingredienti che sono in grado di bloccare l’azione negativa dei componenti della durezza dell’acqua. Più alta è la durezza dell’acqua maggiore è la quantità di questi ingredienti, e quindi di detersivo, che deve essere dosata per ottenere risultati di lavaggio accettabili dal punto di vista della pulizia e dell’igiene. Quando si usa un’acqua “dolce” (minore di 15 gradi francesi) è sufficiente una dose di detersivo molto inferiore rispetto a quando si usa un’acqua “dura” (maggiore di 25 gradi francesi).
La lavatrice, da sola, è responsabile di una quota cospicua dei consumi elettrici delle nostre abitazioni; questo consumo è dovuto soprattutto al riscaldamento dell’acqua per il lavaggio, mentre solo una piccola percentuale serve ad azionare il motore. Alcune lavatrici possono essere alimentate direttamente con l’acqua calda: questa soluzione è particolarmente conveniente se è possibile collegare la lavatrice direttamente ad una fonte di acqua calda; in questo modo si risparmia energia elettrica e i tempi di lavaggio diminuiscono perché non bisogna aspettare che l’acqua si scaldi nella lavatrice. Ecco alcuni consigli per far funzionare meglio la lavatrice:
• Scegliere correttamente il programma: l programma a 90°C è ormai raramente necessario perché i detersivi di oggi assicurano un bucato “perfetto” a temperature più basse. Dovrebbe essere utilizzato esclusivamente per un bucato veramente molto sporco e con tessuti resistenti. Oltre al fatto che consuma molta elettricità per scaldare l’acqua e molto detersivo (circa il 20% in più perché, generalmente, questo programma
prevede anche una fase di prelavaggio) la temperatura elevata dell’acqua deteriora più rapidamente la biancheria.
• Preferire i programmi di lavaggio a temperature non elevate (40°-‐ 60°C): come già detto oggi esistono detersivi molto attivi anche a basse temperature, in grado di garantire ottimi risultati; inoltre i tessuti durano di più e i colori non sbiadiscono.
• Utilizzare la lavatrice solo a pieno carico oppure servirsi del tasto “economizzatore o mezzo carico” quando c’è poca biancheria da lavare. In questo caso però bisogna ricordarsi che “mezzo carico” non significa “mezzo consumo”. L’energia e l’acqua consumate per lavare poca biancheria si riducono ma non così tanto come si è portati a credere.
• Controllare la quantità di detersivo in base alla durezza dell’acqua, senza mai esagerare: ne serve sempre meno di quanto pensiamo; verifichiamolo con la tabella presente sulle confezioni di detersivo e in base allo sporco effettivo della biancheria.
• Non superare mai le dosi di detersivo consigliate dalle case produttrici, perché il detersivo incide molto sui costi del bucato e concorre all’inquinamento dell’ambiente.
• Staccare i collegamenti elettrici e idraulici se la lavatrice è destinata a rimanere a lungo inattiva e mantenere l’oblò leggermente aperto per evitare la formazione di cattivi odori.
Con le nuove tecnologie, ormai, il lavaggio di un bucato in lavatrice è diventato un’operazione estremamente semplice. Ci sono poi alcuni modelli programmati anche per l’asciugatura. Anzi, oggi si tende a sostituire questa operazione con macchine asciugatrici studiate appositamente. Attenzione però: per riscaldare l’aria necessaria all’asciugatura occorre molta energia. Esistono in commercio diversi modelli di asciugatrici per biancheria che adottano, principalmente, due sistemi: quello con scarico d’aria, adatto a locali bene aereati e quello con condensazione del vapore per locali non aereati. Questi sistemi operano in modo analogo, aspirando dall’esterno l’aria che viene riscaldata e immessa sulla biancheria, per sottrarre
umidità. La differenza nei due tipi sta nel modo di cedere all’ambiente l’umidità sottratta: nel primo caso riversando l’aria umida nel locale e, nel secondo, raccogliendo i vapori in un apposito contenitore da svuotare a fine ciclo, o direttamente in uno scarico.
ATTENZIONE PERÒ: per riscaldare l’aria necessaria all’asciugatura occorre molta energia e anche se con qualche variazione a seconda del sistema usato, il costo di questa operazione rimane elevato. Usiamo il sole appena è possibile, è gratis e non inquina e facciamo funzionare l’asciugatrice o il ciclo di asciugatura della lavatrice solo quando non possiamo fare altrimenti.
La lavastoviglie
La tecnica ha fatto notevoli passi avanti nel campo della progettazione e della produzione delle lavastoviglie per uso domestico. Oggi esistono apparecchi in grado di offrire risultati migliori rispetto alle vecchie lavastoviglie, con minori consumi di energia elettrica, di acqua e di detersivo.
Infatti, diminuendo la quantità di acqua necessaria per un ciclo di lavaggio (in dieci anni si è passati, in media, da 45 a 25 litri) occorre anche meno energia per portare l’acqua alla giusta temperatura ed è sufficiente una minore quantità di detersivo. Le lavastoviglie moderne hanno, inoltre, la possibilità di effettuare cicli ridotti o “rapidi”, che rappresentano un notevole risparmio di tempo (fino al 60%) e quindi di energia quando i piatti non sono tanto sporchi da costringere all’utilizzo del ciclo lungo.
In fase di acquisto è, quindi, senz’altro preferibile scegliere i modelli inseriti più recentemente sul mercato. È bene informarsi in tal senso, leggere accuratamente le caratteristiche tecniche di ciascun apparecchio, chiedendo spiegazioni al rivenditore e considerando che non è tanto importante il valore di massimo assorbimento (espresso in kW), quanto, soprattutto, il consumo effettivo di energia, espresso in kWh, che ci indica quanta energia elettrica viene realmente consumata dalla lavastoviglie in un determinato ciclo di lavaggio.
Un discorso a parte merita la capacità dell’apparecchio, il cosiddetto numero di coperti, che è riferito al numero di stoviglie che la macchina può contenere per ciclo di lavaggio. Cercate di scegliere il modello con la capacità che vi serve realmente.
Una lavastoviglie di grande capacità -‐ cioè con un numero di coperti troppo elevato rispetto alle nostre necessità -‐ verrà spesso utilizzata semivuota, mentre con un apparecchio troppo piccolo saremo costretti ad aumentare il numero dei cicli di lavaggio settimanali. In entrambi i casi sprecheremo acqua ed energia.
Oggi poi abbiamo una possibilità in più di scegliere quei modelli che ci consentono di ridurre i consumi; infatti, dal mese di giugno del 2000 anche sulle lavastoviglie -‐ come già sui frigoriferi e sulle lavatrici-‐ è applicata l’etichetta energetica, la quale permette di conoscere fin dal momento dell’acquisto, caratteristiche e consumi di ciascun modello di lavastoviglie.
Le lavastoviglie tradizionali per 10-‐12 coperti consumano, per il ciclo più lungo, circa 2,5 kWh; i modelli nuovi, invece, tra 1,4 e 1,8 kWh. I consumi risultano ridotti drasticamente quando si utilizzano i cicli cosiddetti “rapidi” (circa 0,7 kWh), in quanto diminuiscono i tempi di lavaggio e, di conseguenza, i consumi di elettricità.
Per un lavaggio completo i modelli più vecchi hanno bisogno di circa 40 g di detersivo, quelli più moderni solo di 20 g. Con una tabella mettiamo a confronto modelli a basso consumo, tecnologicamente più avanzati, con modelli tradizionali, ancora presenti sul mercato, evidenziando i consumi ed i costi (min. e max.) di energia elettrica e di detersivo per ciclo e per un anno di utilizzo con 7 cicli di lavaggio alla settimana.
Lavastoviglie
Consumi e costi per ciclo Costo totale annuo
Energia
Detersivo Energia + detersivo
kWh
€ g €
Modelli a basso consumo
1.4
0,25
20 0,05 111,00
1.8 0,32 30 0,07 147,00
Modelli tradizionali
2.5 0,45 40
0,10 202,00
3
0,54
50 0,12 244,00
• I consumi si riferiscono al ciclo di lavaggio più lungo.
• Il costo totale annuo si riferisce a un utilizzo medio di 7 cicli alla settimana.
Alcune lavastoviglie possono essere alimentate direttamente con l’acqua calda: questa soluzione è particolarmente conveniente se è possibile, ad esempio, collegare l’apparecchio direttamente ad uno scaldacqua a gas; in questo modo si risparmia energia elettrica, e tempi di lavaggio diminuiscono. Inoltre ogni macchina lavastoviglie è fornita di un impianto di decalcificazione, costituito da un dispositivo detto “addolcitore” che riduce la durezza dell’acqua evitando la formazione del calcare che, depositandosi sulle resistenze e sulle parti meccaniche, provoca un aumento dei consumi e un cattivo funzionamento della macchina. Per mantenere l’addolcitore sempre efficiente è necessario mettere regolarmente sale nell’apposito contenitore.
Più alta è la durezza dell’acqua utilizzata e più frequente la lavastoviglie segnalerà la richiesta di aggiunta di sale. È da notare che un lavaggio effettuato senza decalcificazione dà risultati meno soddisfacenti e le stoviglie appaiono opache. È importante quindi conoscere il grado di durezza dell’acqua.
La lavastoviglie è un elettrodomestico che si usa tutti i giorni o quasi. Per diminuire i consumi e risparmiare denaro basta quindi prendere l’abitudine ad usarla meglio, tutti i giorni. Ecco alcuni consigli che si possono seguire:
• Disporre le stoviglie correttamente nella macchina, avendo cura di asportare i residui più grossi delle pietanze per evitare il pericolo di intasamento del filtro con conseguente riduzione dell’efficacia del lavaggio.
• Utilizzare il ciclo intensivo solo nei casi in cui sia veramente necessario, quando cioè le stoviglie sono particolarmente sporche: lava in tempi molto lunghi, a temperature elevate, e quindi con grande consumo di energia.
• Usare il lavaggio rapido a freddo quando ci sono poche stoviglie da lavare. Questo ciclo consentirà di ultimare il carico a fine giornata, senza cattivi odori ed incrostazioni troppo dure sui piatti in attesa del lavaggio completo.
• Adottare il programma “economico” per le stoviglie poco sporche. È un ciclo di lavaggio a temperatura più bassa che, a volte, non prevede la fase di asciugatura consumando così meno energia.
• Utilizzare esclusivamente detersivi specifici per lavastoviglie e rispettare le dosi consigliate dalle case produttrici: una quantità maggiore di detersivo non lava di più, ma inquina di più!
• Far funzionare la lavastoviglie solo a pieno carico: il consumo di elettricità e di detersivo è uguale sia con l’apparecchio pieno che vuoto.
• Eliminare l’asciugatura con l’aria calda. La semplice circolazione dell’aria, aprendo lo sportello a fine lavaggio, è sufficiente ad asciugare le stoviglie e consente un risparmio di circa il 45% di energia, riducendo la durata del ciclo di almeno 15 minuti.
• Staccare i collegamenti elettrici e idrici in caso di lunghi periodi di inattività della lavastoviglie.
Frigorifero e congelatore
Acquistare un frigorifero può rivelarsi più difficile del previsto per la vasta gamma di soluzioni sia funzionali che estetiche presenti oggi sul mercato. Spie luminose, segnalazioni acustiche in caso di mancanza di corrente, sistemi elettronici che indicano la non corretta chiusura di una porta ed altri accorgimenti per un razionale e completo sfruttamento dello spazio, sono utili optionals per un elettrodomestico che, però, va scelto valutando correttamente le proprie esigenze e cercando, soprattutto, di evitare inutili sprechi di energia.
Un elemento fondamentale per questa scelta è la “capacità” del frigorifero, cioè lo spazio interno effettivamente utilizzabile. A questo proposito può essere utile la seguente tabella che, in linea di massima, stabilisce un rapporto tra il numero delle persone e la capacità dell’apparecchio.
Nucleo familiare Capacità media consigliata
1 persona
100 -‐ 150 litri
2 – 4 persone 220 -‐ 280 litri
Più di 4 persone 300 litri ed oltre
Dunque, anche un apparecchio di piccole dimensioni può essere sufficiente, purché lo spazio interno sia versatile, realizzato razionalmente e pratico. In ogni caso, un frigorifero di media capacità (220-‐280 litri) dotato di un congelatore da 50 litri, consuma mediamente 450 kWh all’anno sia pieno di alimenti che vuoto, ed i consumi annuali subiscono un aumento di 80-‐90 kWh per ogni 100 litri di capacità in più.
Inoltre, il frigorifero rimane sempre acceso e, di conseguenza, una piccola differenza di consumo tra un apparecchio ed un altro diventa, in un anno, una discreta somma sulla bolletta elettrica. Al momento di acquistare un frigorifero nuovo, occorre quindi fare molta attenzione e paragonare fra loro le prestazioni dei diversi modelli.
Indipendentemente dal tipo di congelatore, uno dei fattori che incide maggiormente sui consumi è l’isolamento delle pareti. I modelli più recenti sono dotati di un superisolamento, cioè di un forte spessore di poliuretano (9-‐10 cm) alle pareti. Anche se questo strato isolante va a diminuire leggermente lo spazio utile interno, è sempre conveniente scegliere un modello più isolato che uno meno isolato.
Basterà porre maggiore attenzione al confezionamento e al posizionamento dei pacchetti con gli alimenti. Inoltre, in caso di black-‐out della corrente elettrica, gli
apparecchi molto isolati hanno una maggiore autonomia di conservazione (fino a 72 ore). Anche le abitudini d’uso incidono molto sui consumi di energia elettrica. Aprire lo sportello di un congelatore significa, nella maggior parte dei casi, far ripartire il compressore dell’apparecchio, e quindi consumare energia. Ovviamente più si tiene aperto lo sportello, più si consuma.
Oggi poi abbiamo una possibilità in più di scegliere quei modelli che ci consentono di ridurre i consumi: infatti, da qualche tempo sui frigoriferi, congelatori e frigocongelatori è applicata una etichetta colorata con frecce e altri simboli, l’etichetta energetica, la quale permette di conoscere caratteristiche e consumi dei frigoriferi, valutando fin dal momento dell’acquisto il consumo annuo di ciascun modello.
Vediamo indicativamente quanto consumano i diversi modelli, precisando che i valori delle tabelle si riferiscono ai consumi a porte chiuse, e che questi possono anche raddoppiare in funzione del numero e della durata delle aperture.
Frigoriferi
Capacità media Consumi Costo totale annuo
litri kWh 24ore kW hanno €
Monoporta 150-‐480
0.6-‐1.9
220-‐695
40,00-‐125,00
Due porte
160-‐420
0.7-‐2.0
260-‐730
47,00-‐131,00
Più di due porte
270-‐330 1.3-‐1.7 474-‐620 85,00-‐112,00
Frigoriferi no-‐frost Capacità media Consumi Costo totale annuo
litri kWh 24ore kW hanno €
Due porte 230-‐470 1.1-‐6.2 402-‐2263 72,00-‐407,00
Congelatori Capacità media Consumi
Costo totale annuo
litri kWh 24ore
kW hanno €
Verticali 55-‐335 0.7-‐1.6 255-‐585
46,00-‐105,00
Verticali no frost 80-‐310 1.8-‐8.4 657-‐2520
118,00-‐454,00
Orizzontali 105-‐560 0.7-‐2.3 255-‐840
46,00-‐151,00
Alcune piccole attenzioni aiutano ad usare meglio frigoriferi e congelatori:
• Posizionare gli apparecchi possibilmente nel punto più fresco della cucina, lontano dai fornelli, dal termosifone e dalla finestra. Per il congelatore, una buona collocazione può essere la cantina o il garage.
• Lasciare uno spazio di almeno 10 cm tra la parete e il retro dell’apparecchio e, se questo è inserito nei mobili della cucina, assicuratevi che vi sia spazio sia sopra che sotto per una buona ventilazione.
• La regolazione del termostato deve avvenire secondo la temperatura ambiente: dunque varierà secondo le stagioni, seguendo anche le eventuali indicazioni del costruttore, ma evitando di raffreddare troppo (posizioni eccessivamente fredde sono inutili per la conservazione dei cibi, mentre i consumi energetici aumentano del 10/15%).
• Posizionare gli alimenti secondo le loro esigenze di conservazione ricordando che, generalmente, la zona più fredda del frigorifero è in basso, sopra i cassetti della verdura.
• Evitare di riempire eccessivamente il frigorifero e, specialmente se non è no-‐frost, cercare di lasciare un po’ di spazio a ridosso delle pareti interne per favorire la circolazione dell’aria.
• Non introdurre mai cibi caldi nel frigorifero o nel congelatore perché contribuiscono alla formazione di ghiaccio sulle pareti.
• Fare attenzione quando si apre il frigorifero, in modo da prelevare o mettere dentro velocemente i cibi: per fare prima, basta prendere l’abitudine di tenerli in ordine, sempre negli stessi scomparti, o in contenitori separati o in sacchetti con etichetta.
• Riportare la manopola del congelatore in posizione di “conservazione” dopo aver surgelato i cibi alla temperatura più fredda.
Forno
Rispetto ai forni a gas, i forni elettrici sono certo più comodi (mantengono costante la temperatura al loro interno), ma anche meno economici: tenendoli accesi 2 ore a settimana con una temperatura di 200 gradi, costano 26,00 Euro all’anno, contro le 13,00 Euro di uno a gas.
In ogni caso anche con un forno elettrico si può risparmiare:
• Effettuando il preriscaldamento solo quando è strettamente indispensabile.
• Evitando di aprire troppo spesso lo sportello e spegnendo il forno un po’ prima della fine della cottura.
• Il massimo del risparmio si ottiene con i forni a microonde, che dimezzano i tempi di cottura rispetto a quelli tradizionali.
• Pulirlo accuratamente dopo l’uso: è più semplice quando è ancora un po’
caldo e questo consente di utilizzare meno detergenti, riducendo così l’inquinamento ambientale.
Ferro da stiro
Regolare correttamente il termostato: spesso si può ottenere una stiratura migliore con temperature più basse.
Computer
• Spegnere il computer quando non viene utilizzato: un pc in standby arriva a consumare 20Wh;
• Accendere solo quando serve e spegnere dopo l’utilizzo tutti gli accessori esterni (stampanti, monitor, casse, scanner, ecc).
Apparecchi vari
• Spegenere le apparecchiature elettroniche quando non sono in funzione. Evitando anche lo stad-‐by per accensioni limitate, l’apparecchio continua a consumare corrente dai 4 ai 12 Wh; in un anno per ogni elettrodomestico si possono risparmiare dai 40 ai 130kWh di energia elettrica (che corrispondono ad una emissione di 55.5-‐93.6 kg di anidride carbonica;
• All’acquisto accertarsi che siano provvisti di un interruttore meccanico che ne consenta lo spegnimento completo;
• Preparare preventivamente gli spazi da pulire per ottimizzare l’utilizzo di aspirapolvere ed apparecchi di pulizia a vapore;
• Disinserire la spina quando non vengono utilizzati: i trasformatori possono continuare a consumare elettricità anche ad apparecchiatura spenta. Una buona soluzione sono le “prese elettriche multiple” dotate di interruttore.
Scheda di controllo
Riportiamo infine una scheda da utilizzare per rilevare i consumi che può essere utile a quanti vogliano avere un quadro esauriente dei propri consumi di elettricità, gas e combustibile per il riscaldamento.
Questo strumento permette di individuare ed eliminare eventuali aumenti improvvisi dei consumi energetici. Se i consumi non vengono annotati sistematicamente, ci si accorgerà delle anomalie solo all’arrivo della prossima bolletta.
Data/ora Lettura attuale Consumo
Consumo giornaliero* Osservazioni
Occorre annotare regolarmente (sempre alla stessa ora) i dati relativi ala lettura dei contatori di elettricità, gas, contabilizzatori. Analizzare anche le abitudini di consumo, riportandole nella colonna “Osservazioni” (ad es. riduzione dei consumi energetici quando si va in vacanza). Registrare anche altre informazioni utili come l’acquisto di nuovi apparecchi a basso consumo, il maggiore utilizzo nei periodi di festa, e simili.