CONGIUNTURA flash - UCIMA · 2016-05-23 · 2 Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro...

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Congiuntura flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Gennaio 2013 CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Gennaio 2013 L’economia italiana sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni. Si delineano i pre- supposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa. La sfiducia ha infatti compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali: gli acquisti di beni durevoli sono scesi molto più del reddito reale disponibile, gli investimenti sono ai minimi storici in rapporto al PIL e le scor- te sono bassissime. Contemporaneamente vengono meno o si allentano le tre cause del regresso: credit crunch, iper-restrizione dei bilanci pubblici e frenata della domanda globale. Basilare per la ripartenza è che si sollevi la cappa di paura creata dalla situazione politica interna; perciò è cruciale che l’esito delle imminenti elezioni dia al Paese una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, fornendo così un quadro chiaro che infonda fiducia nel futuro e orienti favorevolmente verso la spesa le decisioni di consumatori e imprenditori. Rimar- ranno deboli le costruzioni, per le quali vanno prese misure specifiche. Nel sistema globale l’incertezza politica si è quasi dissolta (all’appello manca il voto autunnale in Germania). Si registrano continui segnali di progresso, alcuni perfino nell’ Eurozona, grazie al “contagio positivo” innescato dalle decisioni dello scorso anno di BCE (che rimane però timida sui tassi) e governi. Ciò ha messo in moto un “ drammatico miglioramento” mondiale delle con- dizioni finanziarie e una ritirata dell’avversione al rischio, destinati a proseguire; ne beneficeranno soprattutto i PIIGS, stressati dal prosciugamento della liquidità. Tra gli emergenti, la Cina è ripartita; gli altri seguiranno. In USA, grazie alla potente azione della FED e ai coraggiosi deficit pubblici, è risorta l’edilizia residenziale, nei prezzi e nei volumi, e questo sosterrà fiducia e spesa dei consumatori; il manifatturiero riguadagna peso nel tirare lo sviluppo. Il mero annuncio della nuova politica economica in Giappone ha provocato scaramucce valutarie, con movimenti anche del 20% di alcuni tassi di cambio; fin qui l’unica vera vittima è la Corea, ma l’Area euro può subire danni col- laterali ingenti; urge più coordinamento. Le materie prime, specie il petrolio, fiutano il riavvio economico mondiale. L’attività industriale italiana è salita dello 0,4% in di- cembre su novembre; risulta così del 2,1% la diminuzione nel 4° trimestre (-6,2% nel 2012, stime CSC). Tale dina- mica è coerente con un calo del PIL nel 4° trimestre di nuovo marcato (-0,6% almeno), dopo il -0,2% nel terzo. Le prospettive immediate sono incerte. In dicembre il PMI manifatturiero segnala una minore riduzione degli ordini (44,3, da 42,2), interni ed esteri, e l’ISTAT rileva un mar- ginale miglioramento dei giudizi delle imprese manifattu- riere sulla domanda, ma anche che le loro attese a 3 me- si di ordini e produzione sono tornate a peggiorare (nel 4° trimestre -4,7, da -6,3). La ricostituzione delle scorte, valutate basse (saldo a -2, da 0), agirà da stimolo. L’indicatore anticipatore OCSE, migliorato per il 3° me- se di fila in novembre (+0,09% da +0,05%), delinea pro- spettive di ripresa del PIL nel secondo semestre 2013. A novembre il volume delle esportazioni mondiali è aumentato (+0,8% su ottobre), sostenuto anche dalla ripresa delle esportazioni americane (+2,1%). In dicem- bre i giudizi sugli ordini esteri globali, pur ancora in terri- torio recessivo, hanno rallentato la contrazione: 48,9 (46,6 in luglio). Anche l’export dell’area euro a novembre è cresciuto (+0,8% su ottobre). In controtendenza l’andamento delle esportazioni italiane (-1,2%) e tedesche (-1,4%). A di- cembre le esportazioni italiane registrano una riduzione in valore verso i paesi extra-UE (-0,4%). Prospettive positive sui mercati oltreconfine per il primo trimestre 2013 hanno indicato a dicembre le imprese ita- liane esportatrici (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore). -4 -3 -2 -1 0 1 2 -3.0 -2.5 -2.0 -1.5 -1.0 -0.5 0.0 0.5 1.0 1.5 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 PIL (scala destra) Anticipatore OCSE L'indice anticipatore OCSE è spostato avanti di 2 trimestri. Quarto trimestre 2012: media ottobre-novembre. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e OCSE. L'anticipatore OCSE vede la ripresa (Italia, variazioni %, dati trimestrali destagionalizzati) 30 34 38 42 46 50 54 58 78 82 86 90 94 98 102 106 110 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e MARKIT. Esportazioni mondiali Giudizi sugli ordini esteri globali (scala destra) Export mondiale: migliorano le prospettive (Dati mensili in volume, genn. 2008=100; 50=soglia neutrale)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Gennaio 2013

CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Gennaio 2013

L’economia italiana sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni. Si delineano i pre-supposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa. La sfiducia ha infatti compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali: gli acquisti di beni durevoli sono scesi molto più del reddito reale disponibile, gli investimenti sono ai minimi storici in rapporto al PIL e le scor-te sono bassissime. Contemporaneamente vengono meno o si allentano le tre cause del regresso: credit crunch, iper-restrizione dei bilanci pubblici e frenata della domanda globale. Basilare per la ripartenza è che si sollevi la cappa di paura creata dalla situazione politica interna; perciò è cruciale che l’esito delle imminenti elezioni dia al Paese una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, fornendo così un quadro chiaro che infonda fiducia nel futuro e orienti favorevolmente verso la spesa le decisioni di consumatori e imprenditori. Rimar-ranno deboli le costruzioni, per le quali vanno prese misure specifiche. Nel sistema globale l’incertezza politica si è quasi dissolta (all’appello manca il voto autunnale in Germania). Si registrano continui segnali di progresso, alcuni perfino nell’ Eurozona, grazie al “contagio positivo” innescato dalle decisioni dello scorso anno di BCE (che rimane però timida sui tassi) e governi. Ciò ha messo in moto un “drammatico miglioramento” mondiale delle con-dizioni finanziarie e una ritirata dell’avversione al rischio, destinati a proseguire; ne beneficeranno soprattutto i PIIGS, stressati dal prosciugamento della liquidità. Tra gli emergenti, la Cina è ripartita; gli altri seguiranno. In USA, grazie alla potente azione della FED e ai coraggiosi deficit pubblici, è risorta l’edilizia residenziale, nei prezzi e nei volumi, e questo sosterrà fiducia e spesa dei consumatori; il manifatturiero riguadagna peso nel tirare lo sviluppo. Il mero annuncio della nuova politica economica in Giappone ha provocato scaramucce valutarie, con movimenti anche del 20% di alcuni tassi di cambio; fin qui l’unica vera vittima è la Corea, ma l’Area euro può subire danni col-laterali ingenti; urge più coordinamento. Le materie prime, specie il petrolio, fiutano il riavvio economico mondiale.

  L’attività industriale italiana è salita dello 0,4% in di-

cembre su novembre; risulta così del 2,1% la diminuzione nel 4° trimestre (-6,2% nel 2012, stime CSC). Tale dina-mica è coerente con un calo del PIL nel 4° trimestre di nuovo marcato (-0,6% almeno), dopo il -0,2% nel terzo.

  Le prospettive immediate sono incerte. In dicembre il PMI

manifatturiero segnala una minore riduzione degli ordini (44,3, da 42,2), interni ed esteri, e l’ISTAT rileva un mar-ginale miglioramento dei giudizi delle imprese manifattu-riere sulla domanda, ma anche che le loro attese a 3 me-si di ordini e produzione sono tornate a peggiorare (nel 4° trimestre -4,7, da -6,3). La ricostituzione delle scorte, valutate basse (saldo a -2, da 0), agirà da stimolo.

  L’indicatore anticipatore OCSE, migliorato per il 3° me-

se di fila in novembre (+0,09% da +0,05%), delinea pro-spettive di ripresa del PIL nel secondo semestre 2013.

  A novembre il volume delle esportazioni mondiali è

aumentato (+0,8% su ottobre), sostenuto anche dalla ripresa delle esportazioni americane (+2,1%). In dicem-bre i giudizi sugli ordini esteri globali, pur ancora in terri-torio recessivo, hanno rallentato la contrazione: 48,9 (46,6 in luglio).

  Anche l’export dell’area euro a novembre è cresciuto

(+0,8% su ottobre). In controtendenza l’andamento delle esportazioni italiane (-1,2%) e tedesche (-1,4%). A di-cembre le esportazioni italiane registrano una riduzione in valore verso i paesi extra-UE (-0,4%).

  Prospettive positive sui mercati oltreconfine per il primo

trimestre 2013 hanno indicato a dicembre le imprese ita-liane esportatrici (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore).

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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

PIL (scala destra)

Anticipatore OCSE

L'indice anticipatore OCSE è spostato avanti di 2 trimestri.Quarto trimestre 2012: media ottobre-novembre.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e OCSE.

L'anticipatore OCSE vede la ripresa(Italia, variazioni %, dati trimestrali destagionalizzati)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e MARKIT.

Esportazioni mondiali

Giudizi sugli ordini esteri globali (scala destra)

Export mondiale: migliorano le prospettive (Dati mensili in volume, genn. 2008=100; 50=soglia neutrale)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Gennaio 2013

  La minore occupazione sta ulteriormente erodendo il

reddito disponibile delle famiglie, già sceso in termini reali dello 0,1% nel 3° trimestre (-1,9% nel 2°). Il tasso di risparmio è risalito dai minimi storici (8,9% da 8,1%), spinto all’insù dall’incertezza che frena la spesa.

  Consumi ancora in diminuzione. A dicembre sono scese

dell’1,0% mensile le immatricolazioni di auto (-2,7% nel 4° trimestre). I giudizi delle famiglie sul proprio bilancio sono peggiorati mentre le loro previsioni sulla propria situazione economica hanno recuperato dal minimo storico di luglio: saldo a -33, da -41 (ISTAT).

  I saldi invernali non decollano: la quota di consumatori

disposta a fare acquisti è inferiore di 8 punti percentuali rispetto al 2012 (60,5%) e la spesa media è più bassa del 12,5% (Confcommercio). Secondo l’indagine Confe-sercenti-Swg solo il 16% degli intervistati si attende un miglioramento delle condizioni economiche nel 2013 (era il 32% l’anno scorso). Per mantenere i volumi di ven-dita, le imprese riducono prezzi e margini.

  Per gli investimenti si è delineato un ulteriore calo con-

giunturale nel 4° trimestre. Un recupero nel 2013 inizia a intravedersi negli indicatori anticipatori.

  In dicembre sono peggiorati i giudizi sulle condizioni

per investire: -37,0 da -31,6 di settembre (Banca d'Italia-Il Sole 24 Ore). Frena le decisioni di spesa delle impre-se manifatturiere il calo della redditività, che sta avve-nendo però a un ritmo minore: in dicembre il relativo in-dice PMI è salito a 44,1 (da 40,5), massimo da 16 mesi.

  Secondo gli imprenditori gli ordini interni di beni stru-

mentali, che anticipano di tre mesi la dinamica degli ac-quisti di macchinari e mezzi di trasporto, dopo essere peggiorati nel 3° trimestre (-53,0 il saldo delle risposte, da -50,1) sono risaliti nel 4° (saldo a -51,0). Ciò getta le basi di un rilancio della spesa delle imprese in beni capi-tali nel corso già della prima parte del 2013.

  In novembre i disoccupati hanno superato i 2,8 milioni,

pari all’11,1% della forza lavoro (quota invariata rispetto a ottobre), mentre il numero delle persone attive è rima-sto quasi stabile (-44mila unità la variazione mensile). Rispetto al trimestre precedente, gli occupati sono invece diminuiti dello 0,4% (-80mila unità).

  Le imprese rivelano aspettative in peggioramento

sull’occupazione del trimestre in corso, con un aumento di 6 punti percentuali (dal 24,7% in settembre) della quo-ta di quelle che rivedono al ribasso il numero degli addet-ti (indagine Banca d’Italia-Il Sole-24 Ore).

  Dopo il picco registrato nel luglio scorso (equivalente a

390mila unità di lavoro standard), è diminuito il bacino di utilizzo della CIG. Il CSC stima che a dicembre siano sta-te utilizzate 340mila unità, l’1,0% in meno rispetto al me-se precedente. Uno sgonfiamento non riconducibile, pe-rò, a un miglioramento del quadro occupazionale, sem-mai alla perdita del lavoro da parte dei cassintegrati.

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Ricade l'occupazione(Italia, dati mensili destagionalizzati, migliaia)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT

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2008 2009 2010 2011 2012

Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

Attese sulla situazione economica della famiglia

Giudizi sul bilancio familiare

Famiglie: migliorano le attese (Italia, saldi delle risposte, dati mensili destagionalizzati)

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Gli ordini sono spostati avanti di un trimestre.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

Investimenti (macchinari e mezzi di trasporto)

Ordini interni dei produttori di beni di investimento (scala destra)

Investimenti in area di rimbalzo(Italia, miliardi di euro e saldi delle risposte, dati mensili destagionalizzati)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Gennaio 2013

  La BCE ha lasciato il tasso ufficiale fermo allo 0,75%

anche in gennaio: resta alla finestra per osservare il con-solidarsi dei miglioramenti in Eurolandia. Altre Banche centrali hanno tagliato: in Svezia a 1,00% in dicembre (da 1,25%), in Polonia a 4,00% in gennaio (da 4,25%). La FED è a 0,25% da oltre quattro anni.

  Restano nel cassetto gli acquisti di titoli della BCE, in

assenza di richieste dei paesi membri; ma la loro possibi-lità è bastata a calmare i mercati. La FED continua a comprare Mortgage Backed Security (+92 miliardi di dol-lari da settembre) e Treasury (+28); cresce la dimensione del suo bilancio (+124 miliardi).

  In Giappone il nuovo governo punta a rilanciare

l’economia con un ulteriore stimolo fiscale da 175 miliardi di euro. Per deprezzare lo yen e porre fine alla deflazio-ne (-0,5% annuo i prezzi core), il neo-premier Abe ha spinto la BOJ ad attuare una politica più espansiva, con raddoppio dell’obiettivo di inflazione al 2% e avvio dal 2014 di un programma illimitato nel tempo di acquisto di titoli al ritmo di 13 trilioni di yen al mese.

  Il contagio positivo che origina dal calo degli spread

sovrani (2,58% tra BTP e Bund decennali a gennaio, 5,34% a luglio) migliora lo scenario per le banche di Eu-rolandia. Il calo dei tassi sui BTP riduce il costo della raccolta in Italia: il tasso pagato sulle nuove obbligazioni è sceso a 3,33% a novembre (5,55% a inizio 2012) e an-drà sotto il 3% nei prossimi mesi. Aumentano i depositi in istituti dei paesi periferici (+6,6% annuo a novembre in Italia), cala la loro dipendenza dai prestiti BCE (che am-montano a 1.114 miliardi a gennaio, 1.210 in agosto), si riducono i fondi parcheggiati da banche dei paesi solidi (730 miliardi, da 887). Giova anche il rinvio di Basilea 3.

  Ancora non si sblocca, però, il credito in Italia. Il 30,5%

delle imprese lamenta peggiori condizioni nel 4° trimestre 2012 (26,1% nel 3°; indagine Banca d’Italia-Il Sole 24-Ore). I prestiti calano (-0,6% a novembre; -0,5% al mese da maggio), con tassi saliti al 3,6% (3,3% in agosto) e spread record sull’Euribor (+3,4 punti; +1,7 nella prima metà del 2011). Il 28,6% delle imprese prevede liquidità insufficiente nel 1° trimestre 2013 (31,1% nel 1° 2012).

  Rallenta sensibilmente la caduta dell’attività nell’Area

euro. In gennaio è aumentato l’indice PMI composito (a 48,2 da 47,2 in dicembre, massimo su 10 mesi), grazie all’attenuazione della contrazione nei servizi (48,3) e nel manifatturiero (47,5). Pesano ancora debolezza della domanda interna per la disoccupazione alta e crescente, dinamica negativa dei redditi e stretta dei bilanci pubblici.

  L’allentamento delle tensioni sui debiti sovrani ha ridotto

l’incertezza, alimentando la fiducia: salito il sentimento economico in dicembre (87,0 da 85,7). Nel manifatturie-ro in progresso le aspettative di produzione e i giudizi sugli ordini, soprattutto esteri, preludio al recupero della produzione (-0,3% mensile in novembre) nei mesi futuri.

  In gennaio la contrazione dell’attività manifatturiera ha

frenato in Germania (PMI a 48,8) ma ha accelerato in Francia (42,9). Anche in Svezia agisce da freno la cadu-ta delle esportazioni verso l’Area euro: in novembre giù la produzione (-1,5%); ma in dicembre su la fiducia delle imprese dal minimo triennale nel mese precedente (in discesa però i giudizi sugli ordini totali ed esteri).

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Attese di produzione spostate avanti di 3 mesi.Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat e Commissione europea.

Area euro: manifatturiero alla svolta(In volume, indice 2005=100, e saldi delle risposte)

Attese di produzione

Produzione (scala destra)

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Eurolandia

USA

Giappone

* Indice dei prezzi al consumo esclusi energia e alimentari. Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters, Eurostat, BLS.

Tassi reali: BCE espansiva, non come la FED(Tassi di interesse ufficiali meno inflazione core*, valori %)

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In calo il costo della raccolta bancaria(Italia, rendimenti %)

BTP a 10 anni

Obbligazioni bancarie*

* Nuove emissioni, titoli a tasso f isso; stime CSC da dicembre 2012.

Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Gennaio 2013

A cura di: G. Bargagli, A. Gambini, G. Labartino, M. Marianera, L. Paolazzi, C. Pensa, M. Pignatti, C. Rapacciuolo, M. Rodà e L. Romano.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 24 gennaio 2013.

  Segnali divergenti nel ciclo dei BRIC. Solo la Cina è in

netta ripresa: in gennaio il PMI manifatturiero è arrivato a 51,9, il massimo da 20 mesi. In dicembre l’export ha segnato un +14,1% annuo, da +2,9%, la produzione un +10,3%, da +10,1% e le vendite un +15,2%. Il PIL nel 2012 è salito del 7,8%, come stimato dal CSC.

  In India il PMI in dicembre è salito a 54,7, da 53,7. Ma

hanno deluso l’export, con un -1,9% annuo in dicembre, e la produzione, con un -0,1% annuo in novembre.

  In Brasile il PMI manifatturiero in dicembre è sceso a

51,1, da 52,2, con ordini esteri in salita dopo 21 mesi di cali. In novembre export e produzione sono andati anco-ra giù: il primo, -6,0% annuo, da -1,7% e la seconda -1,0%, da +2,5%. Ma le vendite al dettaglio hanno tenuto (+8,4%, da +9,1%). In Russia il medesimo PMI è calato in dicembre a 50,0, da 52,2 e la produzione ha segnato un +1,4% annuo, da +1,9%. In novembre male l’export (-4,0% annuo, da 0,0%) ma molto bene le vendite al dettaglio (+11,7%, da +11,4%).

  Il prezzo del petrolio resta su alti livelli (113,1 dollari al

barile in gennaio il Brent, 109,6 a dicembre), nonostante il boom produttivo negli USA. Ciò si spiega con il taglio dell’estrazione in Arabia Saudita, l’aumento dell’import cinese, lo stop produttivo di esportatori minori (Yemen, Australia) e le migliori attese per la ripresa globale.

  In euro, il prezzo del Brent è sceso dal picco di agosto

(-7,9%). La moneta unica si sta infatti rafforzando sul dollaro (1,34 a gennaio, da 1,23 a luglio 2012: +8,9%) e verso altre valute (+2,0% in termini effettivi nominali tra ottobre 2012 e gennaio 2013). Ciò riflette il venire meno dei rischi di dissolvimento dell’area euro e la politica mo-netaria iper-espansiva di FED e altre banche centrali.

  Prosegue la discesa dei prezzi dei cereali, che restano

elevati: mais -2,4% in dollari a gennaio (-13,9% dal picco di agosto), grano -7,9% (-13,9% da settembre). Crescono invece i prezzi di rame (+4,1% a gennaio su novembre) e cotone (+5,7%, poco sopra la media di lungo periodo).

  La crescita USA si consoliderà anche nei prossimi trime-

stri, secondo l’indicatore anticipatore OCSE (101,0 in no-vembre, da 100,8). In dicembre è salito il PMI sia nel ma-nifatturiero (a 50,7, tornato in area espansiva) sia nei ser-vizi (a 56,1). Evitato il fiscal cliff, presto si dissolverà an-che l’incertezza sull’innalzamento del tetto del debito. Ci sono le basi per la ripartenza degli investimenti privati.

  In dicembre l’incremento di ore lavorate (+0,3% mensile)

e salari orari (+0,3% in termini reali) ha sostenuto il red-dito disponibile (salito già dello 0,8% in novembre) e i consumi (+0,6% in novembre): in aumento oltre le atte-se le vendite al dettaglio (+0,5% in dicembre). Tuttavia il rialzo delle imposte agirà da freno nei prossimi mesi.

  La robusta ripresa del mercato delle case migliora i bi-

lanci familiari. Saliti in novembre contratti già firmati (+1,7%) e vendite di case nuove (+4,4%); giù in dicembre quelle di case esistenti (-1,0% ma +12,8% annuo); in de-ciso aumento i prezzi (+0,7% in ottobre, +4,3% annuo).

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Fonte: elaborazioni CSC su dati ISM.

In USA l'attività accelera(Indici ISM, 50 = soglia neutrale)

Manifatturiero

Non manifatturiero

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2011 2012

Fonte: elaborazioni CSC su istituti nazionali di statistica.

BRIC: solo in Cina chiari segni di rilancio(Produzione industriale, var. % annue su dati mensili)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Petrolio alto, rincara l'euro(Dollari e euro per barile; dollari per euro)

Petrolio, quotazione in dollari

Petrolio, prezzo convertito in euro

Dollaro / euro (scala destra)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Febbraio 2013

CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Febbraio 2013

L’economia globale sta riprendendo slancio, trainata da tutti i maggiori emergenti e dagli Stati Uniti. In Cina e Russia l’attività è tornata in piena espansione, mentre più altalenanti sono i dati di Brasile e India. In USA prosegue a ritmo discreto la creazione di posti di lavoro ed è robusta la crescita di terziario e manifatturiero; è ripartito il settore edilizio, tanto da fornire ormai un solido contributo all’incremento occupazionale. Anche nell’Euroarea si registrano segnali incoraggianti a inizio 2013, dopo la netta caduta del PIL nell’ultimo quarto del 2012, con miglioramento della fiducia tra le imprese e i consumatori; tuttavia, la disoccupazione resta in aumento e le dinamiche tendono ulteriormente a divaricarsi, con la Germania ormai ripartita e la Francia inve-ce in recessione ancora più marcata. Per l’Italia gli indici anticipatori confermano progressi nei mesi a venire sia nella domanda interna sia nell’attività economica generale, grazie all’andamento del manifatturiero, che beneficia della ripartenza degli ordini dall’estero; in difficoltà rimangono sia i servizi sia le costruzioni. Il qua-dro nel complesso è di estrema debolezza e fragilità: il mercato del lavoro è bruscamente peggiorato sul finire del 2012, con un forte calo di occupati; la fiducia delle famiglie è al minimo storico e gli acquisti ne ri-sentono (nuovo crollo per le auto in gennaio); la redditività delle imprese continua a diminuire; le condizio-ni per il credito sono divenute ancora più strette, per i timori delle banche riguardo alla solvibilità della cliente-la, timori che tendono ad autoavverarsi proprio per la riduzione della liquidità. Il rincaro delle materie prime, soprattutto petrolio, crea ulteriori difficoltà. L’euro si apprezza, spinto all’insù dalle differenti impostazioni delle politiche monetarie: superespansive quella americana e giapponese, sempre prudente quella della BCE, che ha in cantiere un meccanismo, sul modello inglese, per fornire prestiti alle banche finalizzati a divenire credito per le PMI. La risalita della moneta unica dai minimi del 2012 è positiva nella misura in cui quei minimi rispec-chiavano il rischio del suo stesso dissolvimento; ma già a questi livelli il cambio comincia a mordere.

  A dicembre le esportazioni italiane in volume sono ri-

maste stazionarie rispetto a novembre (nella media del 2012 si sono ridotte dello 0,5% rispetto al 2011). La di-minuzione delle vendite nei paesi UE (-3,6%) non è stata completamente compensata dall’aumento di quelle nei paesi extra-UE (+3,2%).

  Prospettive di miglioramento emergono dai giudizi sugli

ordini esteri tornati, a gennaio, in zona espansiva (50,6), riavvicinandosi ai livelli già toccati in ottobre (51,6). La composizione geografica, che, rispetto agli altri principali esportatori dell’UEM, ha una quota più bassa verso l’area euro in recessione (43,2%) e una più elevata verso alcune zone ad alto potenziale di crescita (OPEC, altri Europa), favorirà l’export italiano nel 2013, nonostante la penalizzazione del cambio forte.

  Il calo del PIL italiano nel 4° trimestre 2012 (-0,9% sul

precedente) è superiore alle attese, risente dell’anomalo dato del 3° e lascia al 2013 una variazione acquisita di -1,0% che costringe a rivedere all’ingiù le previsioni.

  La possibilità di recupero dal secondo semestre si intra-

vede nell’anticipatore OCSE, a dicembre in aumento per il 4° mese di fila (+0,11% da +0,09% di novembre).

  In gennaio attese di produzione stabili (ISTAT) e minor

arretramento dei nuovi ordini manifatturieri (voce PMI in area recessiva a 45,5, da 44,3) puntano per i prossimi mesi a una debole risalita dell’attività industriale, dopo il +0,2% stimato dal CSC per gennaio. Peggiora il quadro nei servizi: il PMI segnala una più forte riduzione di attivi-tà (43,9, da 45,6) e un netto calo, ma meno marcato, de-gli ordini (43,9 da 40,6).

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Gli ordini sono spostati avanti di tre mesi.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e Markit.

Esportazioni italiane

Giudizi sugli ordini esteri italiani (scala destra)

Per l'export si avvicina la ripartenza(Dati mensili in volume dest., gen. 2008=100, 50=soglia neutrale)

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2008 2009 2010 2011 2012 2013Le attese sono spostate avanti di tre mesi. Produzione gennaio 2013: stime CSC.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Indagine rapida.

Le attese tracciano un debole recupero della produzione (Italia, saldi e indice, dati mensili destagionalizzati)

Attese di produzione a 3 mesi (saldi delle risposte)Indice di produzione industriale (2005=100, scala destra)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Febbraio 2013

  Manca il credito per la ripresa: i prestiti alle imprese ita-

liane sono scesi ancora a dicembre (-0,2%; -4,8% dal picco di settembre 2011). I tassi pagati sono saliti al 3,7% (da 3,3% in agosto), con uno spread sull’Euribor che continua ad aggiornare record (+3,5 punti a dicem-bre da +0,6 nel 2007; +4,2 per le aziende più piccole).

  Si è accentuata nel 4° trimestre la stretta delle banche

nell’offerta di credito, anche se in minor misura rispetto ai periodi precedenti. In particolare, le banche riducono le somme concesse, elevano costi e richieste di garan-zie e accorciano le scadenze. Tutto ciò per i timori sull’andamento dell’economia, che così però peggiora.

  La domanda di credito delle imprese è caduta ancora

nel 4° trimestre, specie per finanziare investimenti, men-tre crescono le esigenze di fondi per ristrutturare il debi-to. A gennaio l’indicatore Crif segnala aumento delle ri-chieste, anche se per ammontari medi contenuti (64mila euro, con il 60% delle domande inferiore a 20mila euro).

  Si è accentuato il deterioramento del mercato del lavoro

italiano. Anche se negli ultimi tre mesi del 2012 si è regi-strato un tasso di disoccupazione costante all’11,2% (+0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente), è bruscamente accelerata la perdita di occupazione (-104mila unità a dicembre, dopo il -82mila a novembre). E sono emersi segni di scoraggiamento: la forza lavoro, la cui crescita aveva spinto in su il tasso di disoccupazio-ne nell’ultimo anno, ha invertito marcia: -0,4% mensile in dicembre.

  In gennaio le unità di lavoro equivalenti in CIG erano

350mila (1,4% della forza lavoro), stabili sul trimestre precedente.

  Il tasso di disoccupazione è alto nell’Eurozona (11,7%

della forza lavoro in dicembre), resta basso in Germania (5,3%) dove è in calo dal primo trimestre del 2009.

  La domanda interna ha accusato un nuovo arretramen-

to a inizio 2013. Le immatricolazioni di auto sono crol-late di un altro 8,2% in gennaio su dicembre. Alcuni indi-catori qualitativi segnalano però un rimbalzo nei mesi prossimi. Resta elevata l’incertezza.

  I giudizi degli imprenditori sugli ordini interni di beni di

consumo - che anticipano di un trimestre la dinamica della spesa delle famiglie - in gennaio sono saliti rispetto alla media di fine 2012: saldo a -37 da -38 (-40 nel 3° trimestre). La fiducia delle famiglie però è calata a 84,6 (da 85,7), minimo dall’inizio della rilevazione, a causa dei giudizi sul bilancio familiare e di quelli sull’opportunità di acquistare beni durevoli (intorno ai livelli di metà 2008).

  Il saldo degli ordini interni di beni di investimento è ri-

masto invariato sulla media del 4° trimestre 2012 (-51), quando era migliorato. La redditività nel manifatturiero è ancora in calo a gennaio (indice PMI a 43,3) ma in misu-ra meno intensa che a fine 2012.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.

Italia: si impenna la disoccupazione(In % della forza lavoro; dati trimestrali destagionalizzati)

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Prestiti erogati

Disponibilità a concedere prestiti* (scala destra)

* Bank Lending Survey, "ammontare del prestito", segno invertito,dati spostati avanti di 2 trimestri.Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia.

Credito alle imprese: la stretta delle banche(Italia, indice 1° trim.2010=100; indice cumulato 1° trim.2010=0calcolato sulle % nette di risposte delle banche; dati trimestrali)

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Spesa delle famiglie

Ordini interni dei produttori di beni di consumo (scala destra)

Gli ordini anticipano consumi in risalita(Italia, miliardi di euro e saldi delle risposte, dati trimestrali destagionalizzati)

Gli ordini sono spostati avanti di un trimestre. Primo trimestre 2103: gennaio.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Febbraio 2013

  La BCE non ha tagliato i tassi (0,75%) neppure a febbra-

io, nonostante lo spazio disponibile. Le banche di Euro-landia le hanno restituito a febbraio 12 miliardi del presti-to triennale di dicembre 2011 (137 miliardi già resi a gen-naio). La FED accelera gli acquisti di titoli: a febbraio +52 miliardi di dollari di Treasury e +83 di MBS.

  Terzo taglio in 4 mesi del tasso ufficiale in Polonia

(-0,25%, a 3,75%) e sesto da agosto in Ungheria (-0,25%, a 5,50%), che a febbraio, dopo 21 mesi, è tor-nata sui mercati internazionali con un bond denominato in dollari. La banca centrale danese a fine gennaio ha, invece, alzato il tasso a 0,3% (da 0,2%) per contenere i deflussi di capitali legati all’apprezzamento dell’euro.

  L’euro continua a rafforzarsi: nei confronti del dollaro è

giunto a 1,34 a febbraio (da 1,23 a luglio 2012, pari al +9,8%); verso lo yen si è apprezzato molto di più, arri-vando a quota 125 (da 97 a luglio, +29,3%). Lo yen è indebolito dalla nuova politica monetaria iper-espansiva.

  Tra i paesi UE non-euro l’anticipatore OCSE segnala

espansione dell’attività nei prossimi trimestri in Polonia e Regno Unito, rallentamento in Svezia.

  Nello UK il calo del PIL nel 4° 2012 non dovrebbe dar

luogo alla tripla caduta, dati i risultati in dicembre di pro-duzione industriale (+1,1% mensile da +0,2%) e prezzi delle case (+0,9% da +0,6%) e in gennaio di PMI (50,8 da 51,2) e fiducia dei consumatori (-26 da -29). Ma il calo delle vendite al dettaglio in gennaio (-0,6% mensile)segnala l’assenza di condizioni per una solida ripresa.

  In Polonia quarto aumento consecutivo del PMI in gen-

naio, seppur rimasto in area di contrazione (48,6 massi-mo da luglio 2012); bene gli ordini esteri. La svalutazio-ne dello zloty nei confronti dell’euro aiuta a compensare la debole domanda europea. La stabilità della corona svedese penalizzerà, invece, nel 2013 le esportazioni, che per il 70% vanno nell’UE: il surplus commerciale in dicembre è stato il più basso da agosto 2010.

  Nell’Area euro, dopo la caduta del PIL nel 4o trimestre

(-0,6% congiunturale), la contrazione dell’attività è in de-cisa attenuazione. In gennaio il PMI composito ha rag-giunto il massimo da dieci mesi (48,6 da 47,2), grazie sia alla componente manifatturiera (47,9) e a quella dei ser-vizi (48,6). Divergono sempre più le dinamiche delle due maggiori economie: è ripartita la locomotiva tedesca (54,4, massimo da 19 mesi), mentre si è accentuata la contrazione in Francia (42,7, minimo da 46 mesi).

  La produzione manifatturiera è tornata a crescere in di-

cembre (+1,0%). In gennaio è aumentata la fiducia delle imprese (saldo a -13,9 da -14,2): in miglioramento le atte-se di produzione, ancora deboli i giudizi sugli ordini totali e esteri. Più ottimiste le imprese tedesche (+2,5 punti la fiducia, +4,4 le attese), meno le francesi (-0,9 e -5,4).

  I consumi restano deboli (-0,8% le vendite al dettaglio in

dicembre) a causa dell’elevata disoccupazione e della bassa crescita dei redditi. In gennaio è salita però la fidu-cia dei consumatori (+2,4 su dicembre).

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit.

Si apre la forbice tra Germania e Francia(Indice PMI composito, 50=soglia neutrale)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.

Prospettive: OK in UK e Polonia, giù in Svezia(Indici anticipatori OCSE, trend di lungo periodo=100)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Dollaro / euro

Yen / euro (scala destra)

Euro in rialzo, sopratutto sullo yen(Unità di divisa estera per euro, dati mensili)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Febbraio 2013

A cura di: G. Bargagli, A. Gambini, G. Labartino, M. Marianera, L. Paolazzi, C. Pensa, M. Pignatti, C. Rapacciuolo, M. Rodà.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 20 febbraio 2013.

  Salgono i PMI manifatturieri dei BRIC in gennaio, tutti in

area di espansione. Fa eccezione l’India il cui PMI è sce-so a 53,2, da 54,7; Il 2013 si apre bene per l’export, con un +0,8% annuo dopo il -3,8% nel 2012, e per la dinami-ca dei prezzi all’ingrosso, con un +6,6% annuo da +7,2%; ciò ha consentito alla Banca centrale di tagliare i tassi di 25 pb, mossa che si potrebbe ripetere in marzo.

  In Brasile il PMI è balzato a 53,2 da 51,1. Mentre gli ulti-

mi dati riflettono ancora dinamiche negative, con l’export a -1,1% annuo in gennaio (-4,3% nel 2012) e la produ-zione a -3,6% in dicembre (-2,7% nel 2012).

  In Russia il PMI in gennaio è salito a 52,2 da 50,0, ma

ha deluso la produzione con -0,7% annuo in gennaio (+2,6% nel 2012). L’anno scorso ha chiuso con un PIL a +3,4% (stima preliminare), dal +4,5% del 2011. In Cina i numeri di gennaio sono molto positivi (PMI a 52,3, export a +25,5% annuo), ma andranno letti insieme a quelli di febbraio perché pesano molto le distorsioni causate dalle festività del capodanno cinese.

  Il prezzo del petrolio continua a salire: 117,6 dollari a

febbraio il Brent (da 109,6 a dicembre). La produzione è stata tagliata da Arabia Saudita e altri paesi OPEC e vari impianti in Libia e Algeria hanno subito blocchi forzati (a gennaio -1,2 milioni di barili al giorno l’estrazione del Car-tello rispetto al picco di agosto); anche le tensioni in Siria e Sudan creano problemi per l’offerta. Inoltre, c’è mag-giore ottimismo sulla crescita mondiale (specie Cina) e quindi sui consumi di greggio.

  L’economia USA è avvantaggiata da prezzi più bassi per

gas naturale e petrolio, conseguenza del boom dell’estrazione nazionale (shale oil). A febbraio il divario rispetto all’Europa per il gas è di 7,1 dollari per milione di BTU, per il petrolio di 20,9 dollari al barile.

  Terzo mese consecutivo di rincari per rame (+2,1% a

febbraio) e cotone (+4,3%). Si interrompe il calo del prezzo del mais (+1,4%, dopo -12,1% tra settembre e gennaio). Prosegue invece la discesa di grano (-4,6% a

febbraio) e acciaio (-5,5%).

  La crescita USA si consoliderà nei prossimi mesi, stando

all’indicatore anticipatore OCSE (101,0 in dicembre, da 100,9). In gennaio i PMI segnalano una robusta espan-sione dell’attività sia nel manifatturiero (53,1) sia nei ser-vizi (55,2). Ferma la produzione industriale (-0,1% su di-cembre), ma rivista al rialzo nei mesi precedenti.

  Il reddito disponibile è cresciuto del 2,8% reale mensile in

dicembre anche per anticipi di alcuni pagamenti in vista dell’aumento delle imposte nel 2013. In gennaio buon aumento del monte salari nominale (+0,4%), ma stabili le vendite al dettaglio (+0,1%).

  Segnali incoraggianti nel mercato del lavoro:

l’occupazione non agricola è aumentata di 157mila unità in gennaio e di 201mila in media nel 4o trimestre 2012. L’incremento dei nuovi cantieri (+8,9% la media trime-strale in gennaio sui tre mesi precedenti) sosterrà nel 2013 l’occupazione nelle costruzioni (+28mila a gennaio).

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Petrolio Europa (Brent) Petrolio USA (WTI)

Gas Europa (ICE, destra) Gas USA (Henry Hub, destra)

Nell'energia sale il vantaggio USA (Quotazioni, dollari per barile e per milioni di BTU, dati mensili)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit.

Tutti in espansione i BRIC(Indici PMI, produzione manifatturiera;

50=soglia neutrale)

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USA: più cantieri edili e più occupazione(Cantieri e occupati, migliaia e in % della forza lavoro, dati mensili)

Nuovi cantieri*

Occupati nelle costruzioni (scala destra)

* Dati annualizzati, media mobile a tre mesi, spostata avanti di 5 trimestri.Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Marzo 2013

CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Marzo 2013

Nel contesto globale si consolida il miglioramento. Mentre nel quadro interno si è accentuata l’incertezza e ciò rischia di prolungare la recessione. Negli USA la ripresa si è rafforzata, a cominciare dal mercato del la-voro e dal ritrovato slancio nell’attività sia nel manifatturiero sia nel terziario; l’edilizia residenziale dà una spinta all’espansione; la ricchezza netta delle famiglie è in deciso aumento. In Cina, e in minor misura negli altri maggiori emergenti, alcuni indicatori portano ancora i segni della fase di frenata, ma è sempre più evidente l’accelerazione in corso. Il Giappone si è lasciato alle spalle la contrazione e punta a crescere con più deci-sione; l’incremento di fiducia dei consumatori e degli investitori premia il nuovo corso impresso dal premier Abe. L’Eurozona resta in arretramento e persevera nella malagestione dei risanamenti, generando instabili-tà (vedi Cipro); la Germania fa meglio della media e resta ampio il divario con le altre economie, non più solo PIIGS: anche Francia e Paesi Bassi sono in difficoltà. Perfino l’esemplare Svezia, fuori dalla moneta unica ma molto integrata con essa, segna il passo. L’Italia è immersa nella caduta della domanda interna: i con-sumi inseguono, e provocano, la discesa del reddito famigliare; gli investimenti restano sospesi in attesa che si sciolgano i dubbi sulle prospettive; su entrambi si stringe la morsa della riduzione del credito. In assen-za di una politica che indichi le priorità e la rotta, il rischio è che tutti gli attori stiano sulla difensiva e che il gioco per il Paese sia a somma negativa. Per sbloccare lo stallo occorrono scelte nette che iniettino liquidità nel sistema (pagamento arretrati PA), restituiscano competitività (giù il costo del lavoro, a iniziare dai giovani) e mettano in moto investimenti pubblici. L’unica cosa che non serve, anzi va evitata perché dannosa, è una manovra correttiva: i conti pubblici sono i migliori della UE. Dall’estero fluiscono nuovi ordini e ciò conforta le attese di recupero nella seconda metà del 2013, anticipato dal leading OCSE. Il Governo in carica ha i poteri per agire di fronte all’emergenza conclamata della più grave crisi economica della storia d’Italia.

  L’attività industriale italiana è diminuita dello 0,2% in

febbraio su gennaio (stime CSC); risulta così dello 0,1% la variazione acquisita nel 1° trimestre 2013 (-2,2% nel 4° 2012). Tale dinamica è coerente con un più contenuto calo del PIL a inizio anno, dopo il -0,9% di fine 2012.

  Gli indicatori congiunturali segnalano ancora debolezza dell’attività nei mesi prossimi. In febbraio nel manifattu-

riero si è accentuata la riduzione degli ordini totali (PMI a 42,8, da 45,5), ma quelli esteri salgono (51,5 da 50,7). L’ISTAT ha rilevato tra le imprese manifatturiere un mar-ginale miglioramento delle attese a 3 mesi di ordini e pro-duzione; l’aumento delle scorte, per il secondo mese di fila, potrebbe però frenare l’incremento della produzione.

  L’indicatore anticipatore OCSE, migliorato per il quinto

mese in gennaio (+0,11% da +0,10%), preannuncia una risalita del PIL non prima dell’estate.

  A dicembre il commercio mondiale è diminuito dello 0,5% rispetto a novembre (+2,2% nella media 2012). Nei primi due mesi del 2013 i giudizi sugli ordini esteri glo-bali si sono stabilizzati (49,4 a gennaio e 49,5 a febbra-io) su livelli prossimi alla soglia neutrale e comunque al di sopra di quelli registrati nei mesi estivi (46,6), prean-nunciando una migliore dinamica degli scambi globali nella prima metà del 2013.

  A gennaio le esportazioni italiane in volume sono cre-sciute dello 0,7% rispetto a dicembre; i mercati extra UE hanno guidato l’aumento (+2,8%). Prospettive positive vengono anche dai giudizi sugli ordini esteri delle im-prese manifatturiere, che a febbraio hanno registrato il secondo aumento consecutivo (PMI a 51,5).

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L'anticipatore OCSE preannuncia un recupero(Italia, variazioni %, dati trimestrali destagionalizzati)

PIL

Anticipatore OCSE

L'indice anticipatore OCSE è spostato avanti di due trimestri. Primo trimestre 2013: gennaio .Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e OCSE.

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2011 2012 2013Gli ordini sono spostati avanti di tre mesi.Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT, CPB e Markit.

Esportazioni italianeDomanda mondialeGiudizi sugli ordini esteri italiani (scala destra)

Si consolidano le prospettive di ripresa delle esportazioni italiane(Dati mensili in volume dest., genn. 2011=100, 50=soglia neutrale)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Marzo 2013

  In gennaio l’occupazione è calata di 97mila unità rispet-to a dicembre (-0,4%), dopo la perdita di 123mila unità nei due mesi precedenti. È una rottura netta della tenuta dei posti di lavoro che si era avuta da metà 2010 a quasi tutto il 2012. Il tasso di disoccupazione è balzato all’11,7% della forza lavoro, dall’11,3% in dicembre.

  Diminuisce il bacino di utilizzo della CIG. Il CSC stima

che a febbraio ne sia stata utilizzata l’equivalente di 315mila unità di lavoro, -10% rispetto a gennaio. Non si tratta di un miglioramento del quadro occupazionale, semmai di mancato reintegro dei cassintegrati.

  La situazione del mercato del lavoro non migliorerà nel prossimo futuro. Le tendenze negative sull’occupazione nei mesi a venire sono confermate

dalle attese rilevate presso le imprese: tra quelle manifat-turiere, il saldo delle risposte era a febbraio pari alla me-dia del 2012 (-11), mentre è stato di poco inferiore quello delle imprese di servizi (indagine ISTAT).

  Sono migliorati i conti pubblici italiani nonostante la recessione: il deficit, nel 2012, è sceso al 3,0% del PIL dal 3,8%, il saldo primario è salito al 2,5% dall’1,2%. So-no risultati molto positivi, ottenuti con 75,4 miliardi di ma-novre correttive adottate dai Governi Berlusconi e Monti per il 2012. La spesa corrente primaria è scesa per il secondo anno consecutivo (-0,4%), più di quanto stima-to dal Governo a ottobre scorso nel DEF; è continuata la contrazione di quella in conto capitale (-0,7%). La spesa complessiva è aumentata solo per effetto della maggiore spesa per interessi (+8,4 miliardi).

  Sono stati, però, mancati gli obiettivi perché l’aumento

delle entrate di bilancio è stato inferiore alle attese: +2,4% nel 2012 sul 2011 contro una stima DEF di +3,8%. L’ulteriore correzione di 23,9 miliardi, già appro-vata per quest’anno, consentirà all’Italia di avere il più alto avanzo primario tra i 27 paesi dell’UE: 3,2% del PIL secondo la Commissione europea. Tuttavia, i benefi-ci degli sforzi nazionali rischiano di essere ridotti da nuo-vi errori nella gestione della crisi (vedi il caso Cipro).

  Prosegue in Italia il calo dei consumi, dopo il -0,7% del

4° trimestre 2012. L’indicatore ICC è diminuito dello 0,9% mensile a gennaio (-1,0% beni e -0,7% servizi).

  Dall’inizio della crisi la spesa delle famiglie è calata meno del reddito disponibile, aprendo una forbice sti-mata dal CSC in 4,3 punti percentuali nel 4° trimestre 2012 (4,0% nel 3°). Il peggioramento dei giudizi sul bi-lancio famigliare (saldo a -30,5 nel primo bimestre 2013 da -26,0 a fine 2012) giustifica i timori di ulteriore caduta della spesa per chiudere il gap con il reddito.

  Per alcuni beni la flessione dei volumi di spesa è stata molto maggiore di quella del reddito: acquisti di carbu-ranti -9,6% annuo a gennaio, immatricolazioni di auto -13,3% annuo a febbraio. Dal 2007 -17,1% i carburanti e -49,6% le auto, rispetto al -9,9% reale del reddito. Sicu-ramente per tali beni hanno inciso l’alto prezzo del pe-trolio (Brent a 84,7 euro al barile a marzo, da 52,8 euro nel 2007) e la bassa fiducia dei consumatori (86,0 a febbraio; era a 104 nel 2007).

Effettivi DEF

Deficit 3,0 2,6

Saldo primario 2,5 2,9

Pressione fiscale 44,0 44,7

Debito pubblico 127,0 126,4

Per memoria:

Var. PIL nominale -0,8 -1,0

Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e MEF.

La recessione non mina i conti pubblici

(Italia, dati in % del PIL, 2012)

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23.000

23.200

23.400

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2008 2009 2010 2011 2012 2013

L'occupazione ricomincia a cadere(Italia, dati mensili destagionalizzati, migliaia)

Occupati

Disoccupati (scala destra)

Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

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2007 2008 2009 2010 2011 2012

Ancora ampio il gap tra reddito e spesa delle famiglie (Indici trimestrali, primo trimestre 2007=100, calcolati su dati a prezzi costanti)

Reddito lordo disponibile in termini reali

Spesa delle famiglie per consumi finali

La variazione del reddito lordo nel quarto trimestre 2012 è stata ipotizzata pari a quella del PIL.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

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3

Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Marzo 2013

  In Belgio l’ultimo trimestre del 2012 si è chiuso con una

contrazione del PIL dello 0,1% (la terza consecutiva), che porta la variazione complessiva nell’anno a -0,2%. Sul futuro, pesano le prospettive negative di Francia e Olan-da, e la debole crescita attesa in Germania, principali partner commerciali.

  L’Olanda è nuovamente in recessione, con una contra-zione del PIL nel 4° trimestre di -0,2% che segue quella del -1,0% del trimestre precedente. L’economia è scossa dagli effetti restrittivi delle politiche fiscali in atto e dal continuo aggiustamento al ribasso dei prezzi delle case (-9,7% a gennaio su base annua), che si sommano a un indebitamento molto alto delle famiglie. L’indice PMI ma-nifatturiero a febbraio è sceso a 49,0 da 50,2 di gennaio.

  In Svezia la produzione manifatturiera registra un -2,0% mensile a gennaio, con prospettive però di ripresa a feb-braio (indice PMI a quota 50,9). Pesa sull’export la debo-le domanda interna UE e l’apprezzamento della corona svedese (+2,3% sull’euro e +4,1% sul dollaro a febbraio, rispetto alla media 2012).

  Si acuisce la stretta nel credito: a gennaio -0,2% i pre-

stiti alle imprese italiane (-5,0% dal settembre 2011, pari a -46 miliardi). In Germania i prestiti sono cresciuti fino al luglio 2012, scendendo poi dell’1,5%. I tassi pagati dalle aziende rimangono troppo alti in Italia: per le PMI 4,4% a gennaio (con uno spread di 4,2 punti sull’Euribor) contro il 2,8% in Germania.

  Le imprese italiane soffrono per carenza di fondi. A feb-braio nel manifatturiero il 15,3% non ha ottenuto il credito richiesto (dal 6,9% nel 1° semestre 2011) e il 25,4% l’ha avuto con condizioni penalizzanti (dal 13,8%; Indagine ISTAT). Si assottiglia la liquidità disponibile nelle impre-se: il saldo dei giudizi è sceso a 5 in febbraio, da 20 nel febbraio 2011; era a 32 nel 2007.

  Per ridurre il costo del credito la BCE può tagliare ancora

il tasso ufficiale, fermo a 0,75%: ha uno spazio di mezzo punto. Nella riunione di marzo si è discusso di una ridu-zione, che potrebbe essere decisa in aprile.

  Accelera di nuovo la contrazione dell’attività nell’Area

euro, pur con forti differenze tra paesi. In discesa in mar-zo il PMI composito (46,5 da 47,9), che tocca il minimo da quattro anni in Francia (42,1 da 43,1) ma rimane in area espansiva in Germania (51,0 da 53,3). Giù i PMI dei servizi (46,5) e del manifatturiero (46,6), che torna in zo-na recessiva anche in Germania (48,9 da 50,3).

  È risalita a febbraio la fiducia di imprese (+2,6 punti su

gennaio) e famiglie (+0,3); in Germania l’indice IFO è au-mentato per il 5° mese consecutivo, sospinto dal miglio-ramento delle aspettative sia sui mercati interni sia, spe-cialmente, su quelli esteri. I progressi rischiano, però, di essere dissipati già in marzo dall’aumento dell’incertezza dovuto al quadro politico in Italia e al caso Cipro.

  In forte rialzo a gennaio le vendite al dettaglio in Germa-

nia: +3,1% su dicembre, incremento massimo in quasi cinque anni. Il potere d’acquisto delle famiglie è sostenu-to dalle dinamiche salariali; a marzo è stato siglato un aumento del 5,6% in due anni ai dipendenti dei länder.

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2008 2009 2010 2011 2012 2013Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea.

Area euro: la fiducia sta risalendo(Dati destagionalizzati)

Consumatori

Imprese manifatturiere (scala destra)

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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Italia

Germania

Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia, Bundesbank.

Credito alle PMI: Italia penalizzata, Germania favorita(Tassi di interesse, valori %, prestiti alle imprese,

fino a 1 milione di euro, nuove operazioni)

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2010 2011 2012 2013Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Olanda: più disoccupazione, fiducia ai minimi

Tasso % di disoccupazione

Fiducia dei consumatori (scala destra)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Marzo 2013

A cura di: G. Bargagli, A. Fontana, P. Capretta, A. Gambini, G. Labartino, M. Marianera, L. Paolazzi, C. Pensa, M. Pignatti, C. Rapacciuolo, M. Rodà e L. Romano.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 20 marzo 2013.

  In Giappone la crescita del PIL nel 4° trimestre 2012 (+0,2% annualizzato da -3,8% nel 3°) conferma che l’economia ha svoltato, mentre l’aumento delle esporta-zioni in valore (+1,3% mensile in febbraio, 4° aumento consecutivo) conferma la ripresa per il 2013.

  Lo provano molti indicatori: in gennaio secondo aumento consecutivo della produzione industriale (+0,3% da +2,4%) e PMI manifatturiero in febbraio ai massimi da giugno (48,5), seppure ancora sotto la soglia neutrale. Sono ripartiti i consumi reali delle famiglie (+1,9% mensile in gennaio, da -0,1%), con la fiducia dei consu-matori che in febbraio era ai massimi (44,3) da giugno 2007, grazie all’ottimismo diffuso dal nuovo corso di poli-tica economica (la Borsa è tornata ai livelli pre-Lehman).

  Il parlamento ha ratificato la nomina del nuovo governa-tore della banca centrale, che da aprile dovrebbe attuare le misure monetarie ultra-espansive volute dal premier Abe per sconfiggere la deflazione (-0,7% l’indice core in gennaio).

  Segnali contrastanti, ma nel complesso positivi, in Cina:

51,7 il PMI in marzo (stima flash), da 51,4; +9,9% annuo la produzione in gennaio-febbraio (+10,0% nel 2012); +12,3% le vendite al dettaglio (+14,3%); +23,5% l’export (+8,4%); 2,6% l’inflazione (2,7%). Le vendite sono frena-te dalle misure anti-corruzione varate dal governo in prossimità del capodanno, quando le spese per regali e ristoranti giungono al picco; l’andamento dell'export è gonfiato da problemi statistici sorti in dicembre. La ten-denza dei due sarà meglio valutata dai dati di marzo.

  Le vendite di immobili sono balzate dell’80% annuo in

gennaio-febbraio, in previsione di misure di contenimento del mercato. Infatti, in marzo il governo ha reso più effica-ce la tassazione del 20% degli utili sulle vendite e ha im-posto agli enti locali di contenere le transazioni, ove sia-no rilevati prezzi eccessivi.

  Segnali positivi dal budget 2013 dello stato: aumenta-no, rispetto al 2012, le spese per sanità (+27%) e pensio-ni (+14%). Ciò libererà potere di acquisto delle famiglie.

  È sempre più solida la ripresa USA. In febbraio è au-

mentata la produzione industriale (+0,7% su gennaio). I PMI segnalano espansione nel manifatturiero (54,2) e nei servizi (56,0), in particolare negli ordini totali ed esteri.

  La robusta crescita dell’occupazione (+236mila unità in

febbraio) sta abbassando il tasso di disoccupazione (al 7,7% della forza lavoro) e diffondendo fiducia nei consu-matori (+11,2 punti l’indice Conference Board). Il buon andamento dei mercati immobiliare e azionario incremen-ta la ricchezza delle famiglie favorendo gli acquisti (+1,1% le vendite al dettaglio), nonostante l’effetto nega-tivo sul reddito disponibile reale del rincaro della benzina (+15% da fine 2012) e dei rialzi di imposte a inizio anno.

  L’aumento di consumi e investimenti, residenziali e in

macchinari e attrezzature (+7,2% in gennaio gli ordini durevoli esclusi difesa e aeromobili), più che compenserà i tagli automatici di spesa pubblica per 85 miliardi di dol-lari scattati a marzo (sequestration).

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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Acquista slancio la creazione di occupazione USA(Migliaia di unità e % della forza lavoro)

Var. numero occupati, settore non agricoloTasso di disoccupazione (scala destra)

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2008 2009 2010 2011 2012 2013

In Giappone primi segnali di ripresa(PMI produzione, 50=soglia neutrale; fiducia

dei consumatori, dati mensili destagionalizzati)

PMI

Fiducia dei consumatori (scala destra)

Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit e Cabinet Office.

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2011 2012 2013

Cina: partenza positiva per il 2013(Var. % annue, dati mensili*)

Produzione (volumi)

Vendite al dettaglio

Export (scala destra, media mobile a 3 mesi)

* I dati di gennaio e febbraio di produzione e vendite sono le medie delle var. % annue di ciascun mese, come vengono pubblicati dall'Istituto nazionale di statistica (NBS). Fonte: elaborazioni CSC su dati NBS.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Aprile 2013

CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Aprile 2013

La guarigione dalla crisi globale continua, ma l’incertezza rimane endemica e si ripresenta ogni volta che un grappolo di dati tradisce le attese di miglioramento dello scenario. In Italia ci sono segnali di stabilizzazione dell’attività industriale, ma su livelli depressi e con una morsa del credito che soffoca ogni rimbalzo; l’assenza di guida nella politica economica impedisce di spezzare il circolo vizioso tra economia reale e stretta banca-ria. Nel quadro internazionale si sono alternate conferme di consolidamento a indicazioni di perdurante fragili-tà. Tra le conferme: l’attività produttiva si è espansa a ritmo invariato e l’anticipatore OCSE è salito in quasi tutte le principali aree (inclusa Eurolandia). Tra i dati preoccupanti: in USA il brusco rallentamento di manifat-turiero e creazione di lavoro e la caduta delle vendite aI dettaglio; in Cina il PIL e la produzione industriale in frenata; in India e Brasile prospettive poco brillanti. Sui mercati finanziari e soprattutto delle materie prime le cattive notizie hanno pesato più delle buone e ciò si ritorce negativamente sul clima di fiducia di famiglie e imprese. Nel complesso il trend rimane verso l’allentamento delle tensioni e la ripresa, grazie soprattutto all’interventismo delle banche centrali che continuano a inondare il mondo con nuova moneta senza che ci sia il minimo sintomo di inflazione; semmai, la caduta dei corsi dell’oro e del petrolio va in senso opposto. D’altronde, la deflazione dei debiti privati e pubblici non può che proseguire e spegnere sul nascere ogni fo-colaio dei prezzi al consumo. L’Euroarea rimane fonte di instabilità e prima delle elezioni tedesche di settem-bre non ci saranno decise svolte rassicuranti; permangono divari di crescita e si indebolisce la domanda in-terna in Germania. In Italia la redditività e gli ordini interni sono a minimi, il pessimismo delle imprese è ai massimi; sulle scelte delle famiglie grava la paura per il peggioramento del mercato del lavoro; il credit crunch non dà segni di allentamento, semmai l’opposto: sale la quota di aziende con pochi fondi per l’operatività corrente. Perciò è sempre più vitale il pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione.

  L’attività globale ha continuato ad avanzare in marzo: il

PMI composito è salito a 53,1 (da 52,9) grazie ai pro-gressi registrati nel manifatturiero (52,1 da 51,8) e nei servizi (53,4 da 53,2). Nella media del 1° trimestre il composito è aumentato di un decimo (a 53,0) sul 4° 2012.

  L’anticipatore OCSE, che comprende i paesi membri, i

BRIC, Indonesia e Sud Africa, è migliorato in febbraio dello 0,10% su gennaio ed è tornato sopra il trend di lun-go periodo, ai massimi da 17 mesi (100,1).

  L’anticipatore del Conference Board è salito in febbraio per USA (+0,5%, come in gennaio), Euroarea (+0,1% da +1,3%), Regno Unito (+0,4% da +0,2%), Giappone (+1,0% da +0,8%) e Cina (+1,3% per il 2° mese di fila).

  L’incertezza, però, è sempre diffusa, come dimostrano le

fibrillazioni dei mercati, soprattutto delle materie prime, di fronte a dati più deboli dell’atteso.

  Nell’Euroarea la produzione industriale ha dato segnali di stabilizzazione in avvio di 2013 (+0,4% in febbraio su gennaio); ma in marzo nel manifatturiero si è accentuato il calo di attività (PMI a 46,8 da 47,9) ed è scesa la fiducia delle imprese (-1,2 punti). La contrazione è forte in Fran-cia (PMI a 44,0) e si è intensificata nei Paesi Bassi (48,0). Non risparmia la Germania (49,0) dove però l’aumento degli ordini a febbraio (+2,3% mensile) anticipa espansione e allargamento del gap con gli altri paesi.

  Giù il volume delle vendite al dettaglio: -0,3% febbraio

su gennaio (-1,4% annuo). Il deterioramento del mercato del lavoro, l’erosione della ricchezza immobiliare (-1,8% annuo i prezzi delle case nel 4° trimestre 2012) e l’incertezza deprimono fiducia e consumi delle famiglie.

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2010 2011 2012 2013

Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit.

Continua ad avanzare l'attività globale (Indici, 50=nessuna variazione, dati mensili destagionalizzati)

Pmi composito globale

Pmi manifatturiero globale

Pmi servizi globale

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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat

Si amplia il gap tra Francia e Germania (Produzione industriale, indici, gennaio 2007 = 100)

Francia

Germania

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Aprile 2013

  A febbraio i disoccupati sono rimasti quasi 3 milioni: la diminuzione mensile (-0,9%) non ha compensato il balzo di gennaio (+3,8%). Con la forza lavoro ferma (+0,1%), ciò ha ridotto di un decimo di punto il tasso di disoccupa-zione (all’11,6%). Gli occupati hanno interrotto (+0,2%) il brusco calo dei tre mesi precedenti (-1,0% cumulato). Non si tratta, però, di un’inversione di tendenza: la disoc-cupazione non scenderà nel prossimo futuro e le attese delle imprese sull’occupazione sono ancora negative, anche se non sono peggiorate ulteriormente.

  Il CSC stima che le unità di lavoro equivalenti in CIG sia-

no state in marzo pari a 330mila, in aumento rispetto a febbraio (+4,2%). Nei prossimi mesi il ricorso alla CIG potrebbe diminuire, non per il miglioramento della situa-zione economica bensì per la maggiore espulsione di manodopera, date le attese occupazionali delle imprese.

  Mercato del lavoro debole nell’Eurozona: a febbraio il

tasso di disoccupazione è rimasto al 12,0%, massimo storico. È salito in Francia (10,8%, +0,1 punti sul mese precedente), fermo in Germania (5,4% da agosto 2012).

  In Italia prosegue in marzo il calo della produzione in-

dustriale: -0,2% stima il CSC, dopo il -0,8% di febbraio. Ma ci sono segni di stabilizzazione: il 1° trimestre regi-stra un -0,1%, contro il -2,2% del 4° 2012, e il 2° parte con un acquisito di -0,4%. Le attese di produzione e ordini, migliorate di 2 punti in febbraio e marzo, indica-no debole recupero dell’attività per i prossimi mesi. Nei servizi si attenua l’arretramento: il relativo PMI era in marzo a 45,5 (43,6 in febbraio), ma il 1° trimestre chiude a 44,3, da 45,4 del 4° 2012. Ciò coerente con una fles-sione del PIL molto inferiore al -0,9% del 4° 2012.

  Per le famiglie salgono le possibilità di risparmio (-81

da -91), ma scendono le attese sulla situazione econo-mica (-30 da -26). Per gli investimenti il clima è più sfa-vorevole: l’indagine Banca d’Italia-Il Sole-24 Ore rileva a marzo -47 da -37 di dicembre.

  L’anticipatore OCSE, su per il 6° mese di fila (+0,13%

in febbraio), rafforza i segnali di svolta dopo l’estate.

  A gennaio il commercio mondiale è cresciuto dell’1,9%

(dopo il -1,0% a dicembre); prospettive positive vengono dai giudizi sugli ordini esteri globali che a marzo sono tornati, dopo 12 mesi, in zona espansiva (51,2). Il WTO prevede una crescita del commercio mondiale del 3,3% nel 2013, dal +2,0% nel 2012.

  Le esportazioni italiane a febbraio sono diminuite

dell’1,0% (in volume destagionalizzate) rispetto a genna-io. Buone prospettive vengono dai giudizi sugli ordini esteri, da tre mesi sopra la soglia neutrale (50,5 in mar-zo), mentre in Francia (45,2 a marzo) e Germania (49,4) sono in area di contrazione. Le esportazioni di tali due paesi saranno frenate anche dal proseguire della debolezza della domanda interna europea. Viceversa, la minore esposizione verso i paesi UE degli esportatori italiani sosterrà la loro performance sui mercati esteri (l’extra-UE pesa il 46,3% per l’Italia, il 42,9% per la Ger-mania e il 41,1% per la Francia).

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2008 2009 2010 2011 2012 2013

Le attese sono spostate avanti di tre mesi. Produzione marzo 2013: stime CSC.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Indagine rapida.

Dalle attese debole recupero nell'industria...(Italia, saldi e indice, dati mensili destagionalizzati)

Attese di produzione a 3 mesi (saldi delle risposte)

Indice di produzione industriale (2010=100, scala destra)

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2011 2012 2013

Fonte: elaborazioni CSC su dati MARKIT.

Italia Germania Francia

...e dall'estero più ordini per l'Italia(Giudizio sugli ordini esteri, 50=nessuna variazione, dati mensili destagionalizzati)

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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Media Eurozona

Germania

Italia

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.

Eurozona: disoccupazione record(In % della forza lavoro; dati mensili destagionalizzati)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Aprile 2013

  Le pubbliche amministrazioni italiane sono le più inde-bitate verso le imprese: circa 91 miliardi nel 2011, quasi il 6% del PIL. Il pagamento dei debiti restituirebbe ossige-no finanziario al sistema produttivo facendo ripartire i pro-getti di investimento accantonati e risalire i rating azien-dali, favorendo l’erogazione di credito a tassi più bassi.

  Il CSC ha stimato che il saldo immediato di 48 miliardi di debiti commerciali farebbe aumentare il PIL dell’1,4% e gli occupati di 243mila unità nell’arco di 5 anni. L’impatto su deficit e debito pubblico è già scontato dai mercati e sarà comunque contenuto dagli effetti positivi sul PIL.

  Le misure varate dal Governo sono un passo importan-te ma contenute nell’ammontare (40 miliardi in due anni, comprensivi di altre partite finanziarie) e molto complesse nelle procedure attuative, rendendo incerti sia le somme che verranno effettivamente erogate sia i tempi, e quindi gli effetti.

  La liquidità è ai minimi per le imprese italiane rispetto alle esigenze operative (5 il saldo dei giudizi a marzo, da 20 a inizio 2011; indagine ISTAT). Il 27,2% delle aziende si attende disponibilità insufficienti nel 2° trimestre, in au-mento dal 24,8% rilevato a fine 2012; le maggiori difficol-tà si riscontrano tra le imprese meno grandi (50-199 ad-detti), tra le quali la liquidità è scarsa per il 29,0% (indagine Banca Italia-Il Sole-24 Ore).

  La carenza di fondi frena gli investimenti e rende difficile l’operatività corrente. Si è raddoppiata la quota di a-ziende manifatturiere in cui i vincoli finanziari ostacolano la produzione (5,4% nel 4° trimestre 2012, dal 2,2% a inizio 2010) e frenano l’export (4,2% nel 1° trimestre 2013, da 1,9%; dati ISTAT).

  Le esigenze di fondi sono elevate nonostante la reces-sione; le commodity hanno rincarato il costo del magazzi-no (+7,6% a marzo le quotazioni degli input industriali rispetto al 2007, anno pre-crisi; indice FMI). La carenza di fondi contribuisce ai fallimenti: 3.596 nell’intera eco-nomia nel 4° trimestre 2012 (circa 1.800 nel 4° 2007).

  Non si allenta il credit crunch in Italia: i prestiti alle im-

prese sono calati anche a febbraio (-0,1% mensile; -5,1% dal settembre 2011, pari a -47 miliardi di euro), con tassi di interesse al 3,5%. Le PMI pagano il 4,4%, con 4,2 pun-ti di spread sull’Euribor a 3 mesi.

  A marzo il 14,8% delle imprese manifatturiere che ha chiesto credito non lo ha ottenuto (6,9% nella prima metà del 2011; indagine ISTAT). Un altro 23,0% di tali imprese ha subito un peggioramento delle condizioni (era al 13,8%): aumento di tassi e altri costi, ma anche più richieste di garanzie e limiti sui volumi erogati.

  La BCE non ha ridotto il tasso ufficiale in aprile (0,75%), ma il dibattito nel Consiglio fa prevedere un taglio nelle prossime riunioni. La Banca sta inoltre studiando nuove misure non standard per riparare il meccanismo di tra-smissione delle decisioni di politica monetaria e per sbloccare il credito all’economia nei PIIGS.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

Livello della liquidità rispetto alle esigenze operative

Imprese a corto di liquidità(Italia, imprese manifatturiere, saldo delle risposte, dati mensili)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat e Banca d'Italia.

In Italia la PA che peggio paga(Stock di debiti commerciali delle PA, nel 2011, in % del PIL)

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* Imprese manifatturiere.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

Credito chiesto ma non ottenuto*Prestiti (stock, scala destra)

Credito sempre più razionato(Italia, imprese, quota % e indice gen.2011=100;

dati mensili destagionalizzati)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Aprile 2013

A cura di: G. Bargagli, A. Fontana, P. Capretta, A. Gambini, G. Labartino, F. Mazzolari, L. Paolazzi, C. Pensa, M. Pignatti, C. Rapacciuolo, M. Rodà.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 16 aprile 2013.

  Rallenta la crescita USA. In frenata l’espansione

dell’attività nel manifatturiero a marzo (PMI a 51,3 da 54,2), ancora solida nei servizi (56,5 da 56,9). In calo la fiducia dei consumatori (-8,3 punti; -11,5 le aspettative) e le vendite (-0,4% su febbraio) per l’aumento del prezzo della benzina e la stretta fiscale scattata con il sequester.

  Restano però positive le prospettive di crescita della do-manda: i consumi (+0,7% reale in media a gennaio e febbraio sul 4° trimestre 2012) sono sostenuti dall’aumento dell’occupazione (di sole 88mila unità a marzo ma +168mila in media nel 1° trimestre), gli inve-stimenti in macchinari dal balzo dei profitti (+39% annuo nel manifatturiero nel 4° trimestre 2012), quelli in costru-zioni dalla ripresa del mercato immobiliare. Inoltre le im-prese devono ricostituire lo stock di prodotti finiti ridotto nel 4° trimestre 2012 (-1,5% il contributo alla crescita).

  Si ricostituisce la ricchezza delle famiglie con il recupero

delle quotazioni azionarie (+10,4% da inizio anno) e im-mobiliari (+8,1% annuo l’indice Case-Shiller in gennaio).

  Dinamiche non uniformi nel ciclo dei BRIC: l’anticipatore

OCSE indica accelerazione della crescita in Cina e frena-ta in India; crescita vicino al trend in Brasile e Russia.

  I dati cinesi, però, non sono tutti coerenti e rassicuranti. Nel 1° trimestre 2013 il PIL cinese è salito del 7,7% an-nuo (7,9% nel 4° 2012) e in marzo ha frenato la produzio-ne industriale: 8,9% annuo dal 9,9% dei due mesi prece-denti; bene le vendite reali al dettaglio (11,7% da 10,4%).

  In India +0,6% annuo in febbraio la produzione (da

+2,4%) e in marzo PMI manifatturiero (52,0) e dei servizi (51,4) ai minimi dal 2011, seppure in territorio espansivo. A fine marzo la Banca centrale ha operato il 2° taglio del tasso ufficiale del 2013 (7,50%, -25 punti base).

  In Brasile dinamica negativa in febbraio per output indu-

striale (-3,2% annuo da +5,5%) e vendite al dettaglio (-0,4% da +0,6%) e PMI manifatturiero in calo (51,8 da 52,5). Come in Russia (50,8 da 52,0), dove si è accen-tuata la caduta della produzione (-2,1% annuo da -0,8%).

  La FED prosegue gli acquisti di titoli (292 miliardi di

dollari di Treasury e MBS da inizio anno) per abbassare tassi a lunga e disoccupazione, calata a 7,6% a marzo (9,9% nel 2010; 6,5% il target); continuerà a ritmo inva-riato almeno fin dopo l’estate. La BCE opera con approc-cio diverso perché ha a che fare con 17 paesi; in ciò è meno “indipendente” dalla politica, in senso lato.

  Su ordine politico, invece, in Giappone la Banca centrale

ha lanciato l’atteso piano espansivo: la base monetaria raddoppierà in due anni al ritmo annuo di 500 miliardi di euro attraverso l’acquisto di titoli con vita media doppia rispetto a quelli comperati finora. Lo stimolo verrà mante-nuto fino a raggiungere l’obiettivo di un’inflazione stabile al +2% (-0,9% annuo i prezzi core in febbraio).

  L’euro è fermo sul dollaro in aprile: 1,32, da 1,30 a mar-zo. Contro yen invece è ai massimi da 3 anni (+33% sul valore di luglio), dopo l’avvio della nuova politica moneta-ria nipponica.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.

BRIC: India in frenata(Indici anticipatori OCSE, dati mensili destagionalizzati,

trend di lungo periodo=100

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

USA: dalle case un sostegno alla ricchezza (Famiglie, miliardi di dollari)

Ricchezza finanziaria

Ricchezza immobiliare (scala destra)

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* Assi invertiti. Aprile 2013: ultimo dato giornaliero disponibile.Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters .

Yen / euro

Dollaro / euro (scala destra)

Yen in caduta libera sull'euro

(Unità di divisa estera per euro*, dati mensili)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Maggio 2013

CONGIUNTURA flashAnalisi mensile del Centro Studi Confindustria Maggio 2013

Tre punti fermi aiutano a orientarsi nella fitta incertezza della crisi e costituiscono altrettante dighe contro la marea della deflazione globale. Danno un supporto anche all’Italia, che versa in condizioni particolarmente difficili, all’interno di un contesto europeo molto sfavorevole. Il primo punto fermo è dato dall’espansione dei mercati emergenti; la loro crescita è diventata meno brillante, ma continua a fornire il contributo principale (oltre l’80%) all’aumento del PIL mondiale. Il secondo è la tenuta della ripresa USA, che resta la locomotiva numero uno; segnali rassicuranti vengono dal discreto andamento del mercato del lavoro e dal ritrovato slancio dell’edilizia; quel po’ di rallentamento in atto è fisiologico. Il terzo punto è l’azione super espansiva delle mag-giori Banche centrali, che proseguirà (e anzi verrà accentuata, perfino dalla FED) e allevia i costi dello sgon-fiamento delle bolle finanziarie e immobiliari e tiene alti i corsi azionari e obbligazionari, alzando la propensione al rischio, generando ricchezza per le famiglie e incentivando le imprese a investire. La politica monetaria è però meno efficace proprio là dove il suo aiuto è più urgente: l’Eurozona, che rimane in recessione, ormai non solo nei paesi più fragili, e con indicatori in peggioramento. Il barometro OCSE segna prospettive di svolta un po’ ovunque nella seconda metà dell’anno, ed è più di una speranza. Anche la discesa dei costi delle materieprime può dare una mano a concretizzarle. Ma i rischi rimangono elevati e le condizioni del credito sono di ostacolo, soprattutto in alcuni paesi europei, nei quali la dura realtà di redditi delle famiglie e occupazione ca-lanti e di redditività aziendale mortificata tende a diffondere sfiducia e a scoraggiare iniziative di spesa. I mar-gini di manovra per le politiche di bilancio sono risicati e l’impostazione restrittiva tenderà ad attenuarsi, se non verranno chieste nuove misure, dannose per gli stessi conti pubblici. In Italia rimane prioritario il pagamen-to degli arretrati della PA; occorre intervenire per innalzare la competitività, rilanciare gli investimenti e soste-nere le famiglie più deprivate, così da elevare sviluppo ed equità.

��La produzione industriale italiana è aumentata in aprile

dello 0,2%, dopo il -0,3% congiunturale di marzo (stime CSC). Il calo degli ordini (saldo dei giudizi a -46 da -43) anticipa una dinamica negativa dell’attività nei prossimi mesi. Secondo gli imprenditori, peggiora la domanda in-terna (-50 da -48) a fronte di un marginale miglioramento di quella estera (-33 da -34, ISTAT).

��La componente ordini esteri del PMI manifatturiero con-

ferma in aprile un incremento (50,4 da 50,5) per il 4° me-se di fila; la componenti ordini totali rimane in netta zona recessione (41,4 da 41,1) da 2 anni. Il PMI dei servizi indica ulteriori cali di produzione (47,0) e ordini (46,9).

��La fiducia complessiva delle imprese (ISTAT) è scesa a

74,6 (da 78,5), specie nei servizi (-5,4 punti). Tra le fami-glie migliorano giudizi e attese sulla situazione econo-mica personale e nazionale.

��Il PMI manifatturiero globale segnala in aprile espansio-

ne per il 4° mese consecutivo, ma a un ritmo fiacco (50,5 da 51,1). Frenano anche gli ordini globali (50,9 da 52,0). In accelerazione però Giappone, Corea del Sud, Indone-sia e Vietnam.

��L’anticipatore OCSE (paesi membri + BRIC, Indonesia e

Sud Africa), in aumento da settembre (+0,10% in febbra-io), preannuncia più forti incrementi di attività.

��Il Barometro Globale FT-Economist nel 1° trimestre

2013 è tornato positivo per la prima volta dal 2011 (saldo a +7 da -11 di dicembre 2012). Secondo l’indagine trime-strale Markit Business Outlook sono salite le attese de-gli imprenditori: il 38,7% di quelli manifatturieri (25,4% in ottobre) e il 38,8% di quelli del terziario (32,0%) si aspet-tano condizioni globali più favorevoli nel 2013.

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Anticipatore OCSE* (scala destra)

PMI manifatturiero globale

*Paesi OCSE + Cina, Brasile, India, Indonesia, Russia e Sud Africa. Il leading OCSE è spostato avanti di sei mesi.

Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE e Markit.

La crescita globale accelererà(Var. % e indice, 50=nessuna variazione, dati mensili destagionalizzati)

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Gli ordini anticipano nuovi cali di attività (Italia, indice in volume 2010=100 e saldi delle risposte,

dati mensili destagionalizzati)

Produzione industriale (scala destra)Ordini esteri (saldo)Ordini interni (saldo)Ordini totali (saldo)

Gli ordini sono spostati avanti di tre mesi. Produzione di marzo e aprile 2013: stime CSC.

Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Indagine rapida.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Maggio 2013

��Prosegue la stretta del credito alle imprese in vari paesi

di Eurolandia. In Italia e Spagna le banche hanno conti-nuato a ridurre l’offerta nel 1° trimestre 2013, co n aumen-ti dei tassi e richieste di maggiori garanzie. In Germania la stretta, già morbida, si è allentata (indagine BCE).

��Persiste il divario nei tassi di interesse pagati dalle im-

prese: in Italia 3,5% a febbraio e in Spagna 3,6%, oltre un punto più che in Francia (2,4%), un punto e mezzo più che in Germania (2,1%). Ciò continua a frenare investi-menti e normale attività nelle economie periferiche. Il ta-glio del tasso BCE in maggio a 0,50%, da 0,75%, soster-rà l’economia (la dinamica dei prezzi al consumo è scesa all’1,2% annuo in aprile). Ma servono misure per riparare la trasmissione della politica monetaria ai singoli paesi e per rilanciare il credito.

��I prestiti erogati alle imprese calano in molti paesi a mar-

zo, tengono in Germania. In Italia -0,3% in media al mese da settembre 2011 (-50 miliardi di euro complessivi), in Spagna -1,3% al mese (-184 miliardi), in Francia profilo piatto, in Germania invece +0,1% (+10 miliardi). La varia-zione annua dei prestiti a marzo è pari a -19,1% in Spa-gna, -3,3% in Italia, -0,3% Francia, +0,3% in Germania.

��Nell’Area euro la produzione nelle costruzioni è dimi-

nuita dello 0,8% in febbraio su gennaio (quando aveva registrato -2,1%). Nel manifatturiero in aprile l’attività è scesa al ritmo più alto da dicembre 2012 (PMI a 46,7 da 46,8), tirata giù da produzione e nuovi ordini. Nei servi-zi resta in caduta (PMI a 47,0 da 46,4).

��Tutti gli indici PMI manifatturieri nazionali sono risultati

in area recessiva in aprile. La contrazione ha accelerato in Germania (48,1 da 49,0; ma ordini industriali su del 2,2% per due mesi di fila a febbraio e marzo), Austria(47,8, minimo da 6 mesi) e Irlanda (48,0, minimo da 19 mesi). Il calo dell’attività è ancora forte in Francia (44,4 da 44,0). Nei Paesi Bassi PMI a 48,2 (da 48,0). Nel Sud dell’Eurozona il PMI: ha segnato in Grecia il massi-mo da 21 mesi (45,0 in aprile, da 42,1); in Spagna, il cui PIL si è contratto dello 0,5% nel 1° trimestre 2013 sul 4° 2012, il PMI è salito a 44,7 (da 44,2).

��Il Regno Unito ha evitato la caduta nella terza reces-

sione dal 2008: il PIL nel 1° trimestre 2013 è aume ntato dello 0,3% sul 4° 2012, trainato dai servizi (+0,6% ).

��Nel 2012 le esportazioni dei PIIGS sono cresciute del

3,6% sul 2011, più di quelle della Germania (+3,3%), pri-mo esportatore europeo e terzo mondiale. Ciò segnala un rafforzamento della posizione competitiva dei paesi dell’Euro area più colpiti dalla crisi.

��A febbraio si sono ridotte sia le esportazioni dei PIIGS

(-1,7% su gennaio) sia quelle della Germania (-1,5%), come riflesso anche della contrazione degli scambi mon-diali (-0,4%).

��Per i mesi futuri le prospettive del commercio per

l’Eurozona non sono rosee. I giudizi sugli ordini esteri segnalano un rallentamento in Italia (50,4 in aprile da 51,5 a febbraio). Sono in zona recessiva negli altri PIIGS e in Germania, con valori compresi tra il 45,4 della Gre-cia e il 48,1 della Germania.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit.

Area euro

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Area euro: manifatturiero in calo, anche in Germania(PMI manifatturiero; dati destagionalizzati; 50=nessuna variazione)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati EUROSTAT.

Esportazioni dei PIIGS su esportazioni tedesche

Export: dal 2012 PIIGS più veloci della Germania(Dati in valore mensili destagionalizzati, media mobile a tre mesi)

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Italia

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* Indicatori ricavati dai dati qualitativi della Bank lending survey; variazione dei credit standard con segno invertito.

Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia, Bundesbank, BCE.

Offerta di credito: sempre più giù in Italia, su in Germania(Imprese, indici cumulati 2006-IV=0, dati trimestrali

calcolati sulle % nette di risposte delle banche*)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Maggio 2013

��In Germania sono diminuite le immatricolazioni di auto in

aprile (-17,1% annuo) e le vendite al dettaglio in marzo (-0,5% reale su febbraio; +1,5% nella media del 1° trime-stre). Le prospettive per i consumi rimangono però po-sitive, grazie al solido mercato del lavoro. La crescita del monte salari proseguirà nei prossimi mesi, sorretta da una vivace dinamica delle retribuzioni, mentre l’occupazione sarà solo lievemente in aumento.

��Nel resto dell’Eurozona il deterioramento del mercato

del lavoro e le politiche di austerità fanno da zavorra alla spesa delle famiglie. In Francia la dinamica dei consu-mi rimane debole, al di là delle fluttuazioni mensili (+0,2% il volume delle vendite al dettaglio nel 1° trimest re 2013 sul 4° 2012).

��Consumi ancora in diminuzione in Italia. Ad aprile so-

no scese del 5,9% su marzo le immatricolazioni di auto (-2,4% nel 1° trimestre). Sono ulteriormente peggio rati i giudizi sugli ordini interni formulati dai produttori di beni di consumo (-4 punti il saldo in aprile, -3 punti in marzo).

��A marzo nuovo massimo per la disoccupazione

nell’Eurozona, al 12,1% della forza lavoro (+0,1 punti su febbraio, +1,1 su marzo 2012). Fanno peggio Spagna (26,7%, +0,2 mensile) e Grecia (27,2% in gennaio, +1,5 mensile), ma i senza lavoro sono in aumento in quasi tutti i paesi dell’area. Sono saliti al 6,4% nei Paesi Bassi (+1,4 punti in un anno) e all’11,0% in Francia (+1,0 pun-ti). Nessun miglioramento all’orizzonte, dato che le a-spettative delle imprese manifatturiere sull’occupazione restano negative: indice per l’intera Eurozona a -13 in aprile (da -11 medio nel 1° trimestre).

��In Germania il tasso di disoccupazione è al 5,4% da otto

mesi, minimo storico. Rimarrà fermo anche nel prossimo futuro, stando ai dati sulle aspettative delle imprese ma-nifatturiere tedesche, stabili in aprile.

��In Italia tornano a calare gli occupati in marzo (-0,2%,

dopo il +0,2% in febbraio), ma il tasso di disoccupazione rimane stabile all’11,5%. Scende, infatti, la forza lavoro (-0,3%), altro segnale di debolezza del mercato.

��I manager dell’industria manifatturiera dell’Area euro

(intervistati a marzo/aprile) prevedono nel 2013 un au-mento degli investimenti reali dello 0,9% su base an-nua. Un miglioramento di 1,9 punti rispetto alle previsioni di ottobre/novembre 2012 (sempre per il 2013), trainato dal dato di Paesi Bassi (+6,3 punti) e Germania (+1,0), ma frenato da quello della Francia (-0,7).

��Ad aprile restano stabili rispetto a gennaio i mesi di pro-

duzione assicurati da ordini già ricevuti dalle imprese manifatturiere dell’Eurozona (3,1). Tornano a peggiora-re, invece, la valutazione sui nuovi ordini (dopo il miglio-ramento del trimestre precedente) e l’opinione circa la posizione competitiva fuori dai mercati UE. Allo stesso tempo, rimane stabile al 77,5% la stima sull’utilizzo della capacità produttiva e aumenta per il secondo trimestre consecutivo l’aspettativa sugli ordini esteri nei tre mesi successivi.

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Previsione ott./nov. anno precedente (imprese manifatturiere)

Previsione mar/apr anno in corso (imprese manifatturiere)

Investimenti fissi lordi (totale economia)

Investimenti fissi lordi : per il 2013 previsione Commissione europea.Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat e Commissione Europea.

Euroarea: investimenti ancora deboli(Var. % attesa degli investimenti, imprese manifatturiere, dati a prezzi costanti)

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Eurozona: cresce ancora la disoccupazione(Attese delle imprese e disoccupati in % della forza

lavoro, dati mensili destagionalizzati)

Aspettative delle imprese*

Tasso di disoccupazione (scala destra)

* Aspettative delle imprese manifatturie sull'occupazione nei prossimi mesi.Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat e Commissione Europea.

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In Germania salari in aumento(Monte salari a prezzi costanti*, 1°trim. 2008=100 )

Germania**

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Eurozona - eccetto Germania e Italia

* Utilizzando l'indice dei prezzi al consumo. ** 1� trim. 2013 per Germania e Italia: stime CSC.

Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat, ISTAT.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Maggio 2013

A cura di: G. Bargagli, A. Gambini, G. Labartino, F. Mazzolari, L. Paolazzi, C. Pensa, C. Rapacciuolo, M. Rodà, M. Sylos Labini.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 7 maggio 2013.

��In discesa gli indici PMI manifatturieri dei BRIC in aprile,

seppure tutti in area di espansione. Fa eccezione tra gli emergenti l’Indonesia, con PMI ai massimi da 6 mesi (51,7 da 51,3). In India è sceso ai minimi da novembre 2011 (51,0); l’inflazione più bassa (6,0% annuo in marzo, da 6,8%) ha permesso il 3° taglio del tasso ufficia le da gennaio (al 7,25%, -25 punti base).

��La Banca centrale del Brasile va in direzione opposta: in

aprile ha aumentato il tasso di interesse (al 7,5%, +25 punti base) per contenere l’inflazione, che in marzo (6,6%) ha superato il tetto della banda obiettivo (6,5%). Il PMI è calato a 50,8 da 51,8, mentre l’output industriale in marzo è diminuito per il 2° mese consecutivo (-3,3% an-nuo, da -4,2%).

��In Russia PMI a 50,6 in aprile (da 50,8); in marzo è cre-

sciuta la produzione (+2,6% annuo, da -2,1% e -0,8%) e si è confermata robusta la dinamica delle vendite reali al dettaglio (+4,4%, da +3,0% e +7,8%). In Cina il PMI è sceso appena sopra la soglia neutrale (50,4 da 51,6), tirato giù dagli ordini dall’estero (48,4 da 50,5).

��Il petrolio Brent è sceso a 103 dollari al barile in media a

maggio (da 116 dollari a febbraio). La flessione è dovuta alla minore crescita prevista della domanda mondiale (+0,96 mbg nel 2013, da +1,47 previsto a inizio 2012) e alle attese di forte aumento dell’offerta. La riduzione dei prezzi è favorita dall’attenuarsi delle tensioni geopolitiche ed è accentuata dall’uscita di capitali finanziari che a feb-braio puntavano su rialzi delle quotazioni del greggio.

��Calano anche i corsi delle altre commodity. Il rame è

sceso del 15,8% a maggio dal picco di febbraio. Il maisha ceduto il 16,5% dal massimo di agosto 2012. Il coto-ne segna un -4,7% da marzo. Queste flessioni riflettono in generale un indebolimento dell’economia globale.

��La diminuzione dei prezzi delle materie prime, se duratu-

ra, può beneficiare i bilanci delle famiglie (specie alla voce energia) e allentare i costi delle imprese. Ciò so-sterrebbe consumi e investimenti e quindi la ripresa dell’economia.

��Rallentata ma continua la crescita USA. In aprile

l’espansione dell’attività rimane debole nel manifatturiero (PMI a 50,7 da 51,3), più sostenuta nei servizi (PMI a 53,1 da 54,4). Le componenti ordini (a 52,3 e 54,5) se-gnalano aumenti di produzione nei prossimi mesi.

��A marzo +0,3% reale la spesa delle famiglie. Giù quella

per beni (-0,3%), su quella per servizi (+0,6%), anche per l’impatto del freddo sui consumi energetici (+2,8%).

��Da inizio 2013 i rialzi delle tasse e i tagli di spesa pubbli-

ca incombono sulla crescita dei consumi. Dato che ulte-riori cali del tasso di risparmio (al 2,6% nel 1° t rimestre, sui livelli di fine 2007) non sono sostenibili, sarà cruciale il rafforzamento del mercato del lavoro (+165mila gli occupati non-agricoli in aprile, sotto il +169mila medio mensile nell’ultimo anno), del mercato delle case (+9,3% annuo l’indice dei prezzi Case-Shiller in febbraio) e della fiducia dei consumatori (l’indice Conference Board, in aprile a 68,1, sui livelli medi degli ultimi 5 trimestri).

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2010 2011 2012 2013

USA: consumi appesi al rafforzamento del mercato del lavoro

(Valori a prezzi costanti, indici gennaio 2010=100)

Consumi*

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* Spesa personale delle famiglie.Fonte: elaborazioni CSC su dati BEA.

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2010 2011 2012 2013

Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit.

Brasile Russia

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Gira più lento il motore dei BRIC(PMI manifatturiero; dati destagionalizzati; 50=nessuna variazione)

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2009 2010 2011 2012 2013

Maggio: prima settimana.Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Petrolio

Rame

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Commodity: quotazioni in calo ma ancora alte(Indici gennaio 2009=100 calcolati su prezzi in dollari, dati mensili)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Luglio 2013

CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Luglio 2013

Ordini ed esportazioni stanno confermando l’attenuazione della recessione nell’industria italiana: la produ-zione ha smesso di scendere, anche se rimane molto bassa e lontana dai livelli pre-crisi; è invece ancora in contrazione l’attività dei servizi e dell’edilizia. L’anticipatore OCSE indica una svolta dell’economia del Pae-se al più tardi nel prossimo autunno. Il cambiamento di rotta è favorito dal contesto internazionale più dinami-co, grazie alle conferme di ripresa negli USA, alla ripartenza del Giappone e al robusto apporto all’incremento della domanda mondiale da parte dei Paesi emergenti, nonostante il rallentamento dei BRIC. Aiutano il costo dell’energia un po’ meno elevato, l’allentamento nella restrizione della politica di bilancio (grazie al pareggio strutturale raggiunto) e il minor pessimismo delle famiglie. Tuttavia, la spesa in consumi verrà penalizzata dalla necessità di ricostituire il risparmio, dalla difficoltà a ottenere credito e dal calo dell’occupazione, che proseguirà ancora per molti mesi. Un altro fondamentale ostacolo al rilancio è la restrizione dei prestiti alle imprese, sia nei volumi (in forte calo anche in maggio) sia nei tassi; questa morsa può essere attenuata dalle recenti misure della BCE e dalla rapida esecuzione e dall’ampliamento dei pagamenti degli arretrati della pubblica amministrazione. La politica monetaria nell’Eurozona rimarrà espansiva per molto tempo, ma non opera efficacemente in tutti i paesi a causa dell’irrisolta crisi europea nell’affrontare il circolo vizioso tra debiti pubblici e bilanci delle banche, questi ultimi ora appesantiti dagli effetti della recessione; fatto che tende a protrarre il credit crunch. Gli indicatori nell’Euroarea migliorano, ma le tensioni politiche in molti paesi tengo-no alta l’incertezza e larghi i differenziali sui titoli sovrani che si riflettono sulla struttura del costo del denaro in ciascuna economia. All’orizzonte si avvicinano le elezioni tedesche, con esiti non scontati e dalle quali dipen-de gran parte delle prossime decisioni vitali per l’uscita dalle gravi difficoltà attuali.

  In Italia l’incremento della produzione a giugno (+0,4% su maggio, stime CSC) ha portato a -1,0% la contrazione nel 2° trimestre (+0,3% trasmesso al 3°); andamento coe-rente con un’ulteriore diminuzione del PIL, dopo il -0,6% nel 1° sul 4° 2012. L’anticipatore OCSE recupera da no-ve mesi (+0,27% in maggio) e segnala la fine della reces-sione e l’avvio di una fase di recupero già nel 2013.

  In giugno sono migliorati i giudizi sugli ordini (-39, da

-43), specie esteri (-20 da -28), e la componente produ-zione del PMI manifatturiero è tornata in espansione per la prima volta da settembre 2011 (50,3 da 46,8).

  Consumi incerti: -0,2% l’indicatore ICC in volume a mag-

gio e +2,7% mensile le vendite di auto in giugno. Il saldo dei giudizi delle imprese sulle condizioni per investire è salito a -32,0 in giugno da -47,3 di marzo; quello relativo alle previsioni sulle condizioni economiche generali è a

-19,7 da -44,8 (Banca d’Italia - Il Sole 24 Ore).

  Nel corso della recessione iniziata nel 3° trimestre 2011 la spesa delle famiglie è calata più del reddito dispo-nibile reale (-6,6% contro -5,7%). Così il tasso di ri-sparmio, dopo i minimi storici toccati nel 2° trimestre 2012 (7,7%), è risalito al 9,3% nel 1° 2013. Ma è ancora lontano dalla media pre-crisi (13,2% tra 1999 e 2007).

  Il rafforzamento della fiducia delle famiglie può sostene-re i consumi. Tuttavia, al progressivo miglioramento dei giudizi sul bilancio familiare (saldo a -16 in luglio, da -23,0 nel 2° trimestre 2013 e -28,0 nel precedente) si è accompagnato l’incremento di quelli sulle possibilità future di risparmio (saldo a -51, da -72,0 nel 2° quarto e -88,0 nel primo 2013). Ciò sembra suggerire un mag-giore desiderio di parsimonia, che frenerebbe la spesa.

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2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013* 2° trimestre 2013: media aprile -maggio. L'indicatore anticipatore OCSE è spostato avanti di due trimestri. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e OCSE.

Italia: in vista un recupero del PIL(Variazioni % congiunturali, dati trimestrali destagionalizzati)

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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013Le possibilità future di risparmio sono spostate avanti di 1 trimestre.Terzo trimestre 2013: dato di luglio.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

Migliori bilanci familiari alimentano il risparmio(Italia, saldi delle risposte, dati trimestrali destagionalizzati)

Giudizi sul bilancio familiare (scala destra)

Possibilità future di risparmio

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Luglio 2013

  Prosegue la riduzione dei prestiti alle imprese italiane: -0,8% a maggio (-6,2% da settembre 2011, pari a -57 miliardi di euro; dati destagionalizzati). Resta troppo ele-vato il tasso di interesse (3,5% a maggio), con uno spre-ad sull’Euribor di 3,3 punti (0,6 nel 2007).

  A molte imprese italiane, anche in buone condizioni fi-nanziarie, il credito viene negato: a giugno il 16,3% di quelle che lo hanno chiesto non l’ha ottenuto (6,9% nella prima metà del 2011; ISTAT). La liquidità è scarsa: il 25,6% delle aziende si attende risorse insufficienti nel 3° trimestre (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore).

  L’attesa di una frenata degli acquisti di titoli FED fa salire

i tassi a lunga USA: 3,6% a luglio il Treasury a 30 anni (2,9% in aprile), 2,6% il decennale (1,8%). Ciò rischia di contagiare i tassi europei: 1,8% a giugno il Bund a 10 anni (1,2% in aprile), poi 1,6% a luglio. Per sostenere il credito, la BCE ha ampliato la lista di prestiti cartolariz-zati accettabili come collaterale. Timori d’inflazione e ca-pitali in uscita hanno invece indotto rialzi dei tassi in Bra-sile (+50pb a 8,5%), Indonesia (+50pb a 6,5%), Turchia (+75pb l’overnight a 7,25%) e fermato i tagli in India.

  Nuovo record per la disoccupazione in Italia: a maggio

le persone in cerca di lavoro erano 3 milioni 140mila, il 12,2% della forza lavoro (+0,2 punti su aprile). Sono di-minuiti ancora gli occupati: -27mila sul mese precedente (-0,1%), -387mila su un anno prima (-1,7%). Il calo pro-seguirà: le attese delle imprese sull’occupazione nel trimestre in corso sono ancora negative, sui livelli di fine 2009 (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore).

  Il CSC stima che le unità di lavoro equivalenti in CIG sia-no state in giugno pari a 330mila (+1,1% sul trimestre precedente). Nei prossimi mesi il ricorso alla CIG rimarrà alto. Tuttavia, a fronte dei bassi livelli di attività, si avran-no anche ulteriori tagli di posizioni lavorative.

  Mercato del lavoro debole nell’Eurozona: a maggio il

tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,2%, massimo storico. È salito in Francia (10,9%, +0,1 punti su aprile), sceso in Germania (5,3%, -0,1 punti).

  Rimane molto fragile il quadro dell’edilizia in Italia. Le

aspettative delle imprese delle costruzioni indicano che il crollo dell’attività (-15,0% il valore aggiunto dal 1° trime-stre 2008 al 1° 2013) proseguirà nel prossimo futuro: i giudizi sugli ordini rimangono molto negativi, in giugno sui livelli di metà 2009. Gli investimenti residenziali e non continueranno a essere frenati, rispettivamente, dal per-sistere della crisi del mercato immobiliare e dall’elevata capacità produttiva inutilizzata.

  Il mercato delle case italiano è ancora in peggioramen-

to, come indicano il crollo delle compravendite registrate (-14,2% tendenziale nel 1° trimestre 2013), l’aumento della quota di agenzie immobiliari che segnalano varia-zione negativa dei prezzi (83,1% nel 2° trimestre) e lo sconto sulla richiesta iniziale (15,6%). Per i suoi effetti su ricchezza e fiducia delle famiglie, la debolezza del mer-cato immobiliare contribuirà a frenare anche i consumi.

  L’edilizia agirà da zavorra anche in Francia, Paesi Bas-

si e Spagna, mentre farà da spinta in Germania e USA.

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Stock di prestiti

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* Quota % delle imprese manifatturiere che hanno chiesto un prestito.Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia, Thomson Reuters.

Prestiti alle imprese in calo, razionamento in aumento(Italia, indice gennaio 2010=100 e quota % di aziende)

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Italia: non si arresta il crollo dell'edilizia(Variazione % trimestrale e saldi su ordini)

Valore aggiunto

Giudizi sugli ordini* (scala destra)

* Saldi delle risposte, medie trimestrali spostate avanti di un trimestre.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

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Variazione occupazione*

Attese delle imprese** (scala destra)

* Occupazione nel 2° trimestre 2013: media aprile-maggio.** Dif ferenze tra % risposte in rialzo/in ribasso, spostate avanti di tre mesi.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e Banca d'Italia-Sole24Ore.

Ancora giù l'occupazione in Italia(Migliaia di occupati, var. trimestrale; attese delle imprese a tre mesi)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Luglio 2013

  La quotazione del Brent tradotta in euro è a 82,7 euro

per barile a luglio, da 87,3 a febbraio (picco a 94,4 a mar-zo 2012). Secondo le previsioni del CSC, il prezzo del petrolio scenderà a 78 euro in media nel 2014, da 87 nel 2012 (pari al -10,3%). Un calo, pur su livelli ancora alti, giustificato dal sorpasso della produzione sulla domanda mondiale e dalla risalita della capacità inutilizzata OPEC.

  Il ribasso del petrolio si trasmette rapidamente al prezzo

al consumo dell’energia in Italia: -4,1% a giugno dal picco del settembre 2012. Come variazione annua i prez-zi energetici registrano un -0,5% a giugno, da +15,9% a settembre. Ciò ha determinato la riduzione della dinami-ca dell’indice generale (+1,2%, da +3,2%).

  I prezzi più bassi dell’energia sostengono i consumi, per-

ché liberano risorse per l’acquisto di altri beni e servizi. La voce energia assorbe il 9,5% della spesa delle fami-glie, in salita dal 7,9% nel 2011 a causa dell’aumento dei prezzi e nonostante il crollo dei volumi (-4,3% i carburanti nella prima metà del 2013, -16,3% nel 2008-2012). L’energia meno cara, inoltre, abbattendo i costi delle im-prese, ne sostiene operatività corrente e investimenti.

  In Europa si attenua quest’anno la restrizione di bilan-

cio e nel prossimo si tornerà a politiche lievemente e-spansive, dopo quattro anni di austerità. Nell’Eurozona la variazione del saldi strutturali cumulata supera il 3% del PIL e sarà quest’anno dello 0,8% del PIL, dopo l’1,4% nel 2012 e lo 0,9% nel 2011.

  La Grecia ha appena approvato l’ennesima manovra che

comporterà un taglio di 25mila dipendenti pubblici. In Portogallo la crisi politica testimonia la riduzione del consenso al programma negoziato con la troika europea. L’Italia è stata declassata da Standard&Poor’s per le scarne prospettive di crescita.

  Un segnale importante viene dal vertice europeo di fine giugno in cui si è deciso di destinare: 8 miliardi, da ero-gare nel 2014 e 2015, per contrastare la disoccupazione giovanile; 10 miliardi come leva finanziaria per accresce-re i prestiti a favore delle piccole e medie imprese. È un primo passo ma le risorse sono insufficienti.

  In maggio le esportazioni italiane sono aumentate dello

0,5% in volume su aprile, grazie all’incremento delle ven-dite nei paesi extra-UE (+3,1%) che ha più che controbi-lanciato la riduzione di quelle all’interno dell’UE (-1,8%). Hanno contribuito la crescita dell’export di beni strumen-tali (+3,5%) e il rimbalzo di quello dei prodotti energeti-ci (+15,2%), dopo la caduta nel 1° quadrimestre 2013 (-17,8% sull’ultimo 2012).

  Si consolidano le prospettive di miglioramento: il PMI su-

gli ordini esteri, in zona espansiva da inizio 2013, ha toccato in giugno i massimi da aprile 2011 (52,2); nel 3o trimestre sarà favorevole la dinamica della domanda e-stera secondo le imprese esportatrici, soprattutto di mag-giori dimensioni (Banca d’Italia-Il Sole 24Ore).

  Il rallentamento delle economie emergenti frena, tuttavia, il commercio mondiale. Peggiora, infatti, il PMI sugli ordini esteri globali, sceso in giugno sotto la soglia neu-trale di 50 (a 48,5); in calo, in particolare, quelli in Ger-mania (47,0) e in Francia (46,7).

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Per il Brent, media 2013 e 2014: previsioni CSC.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Thomson Reuters.

Prezzo al consumo dell'energia

Prezzo in euro del Brent (scala destra)

Prezzo dell'energia in discesa dai massimi(Italia, indice 2010=100 e euro per barile)

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PMI ordini spostato avanti di tre mesi.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e Markit.

Export italiano in ripartenza(Indice e PMI, dati mensili destagionalizzati in volume,

2010=100 e 50=nessuna variazione)

Esportazioni

PMI ordini esteri (scala destra)

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Grecia 3,5 4,4 3,0 0,0Francia 1,2 1,1 1,3 -0,1Spagna 0,2 1,8 1,1 -1,1Italia 0,1 2,2 0,9 -0,2Belgio -0,1 0,5 0,7 0,0Paesi Bassi 0,4 1,0 0,7 -0,3Portogallo 2,2 2,4 0,5 1,7Irlanda 1,5 0,2 0,5 2,2Finlandia 0,7 -0,7 0,1 0,1Germania 1,4 1,3 0,1 -0,1Austria 1,1 0,7 -0,1 -0,1Euroarea 0,9 1,4 0,8 -0,2Regno Unito 2,1 -0,2 1,2 0,3UE27 1,1 1,1 0,8 -0,1

Dati in ordine descrescente sul 2013.

Fonte : elaborazioni CSC su dati Commissione europea.

Si attenua la restrizione di bilancio in Europa

(Variazione dei saldi di bilancio pubblico strutturali; in % PIL)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Luglio 2013

  Prosegue la risalita della fiducia nell’Euroarea.

L’indicatore composito è migliorato in giugno di 1,8 pun-ti, a 91,3 (+0,9 punti in maggio). Tra i consumatori il sal-do è aumentato di 3,1 punti su maggio (+7,9 da novem-bre 2012; nelle stime flash è salito di 1,4 punti a luglio); nel manifatturiero di 1,8 (+6,6 da ottobre scorso).

  Il PMI composito dell’Euroarea registra un altro progres-

so in luglio (50,4 da 48,7, top da 18 mesi) e segnala un modesto incremento dell’attività. In particolare, il PMI ma-nifatturiero supera la soglia neutrale di 50 (50,1 da 48,8, massimo da 2 anni); aumenta la produzione (52,3), re-stano in lieve calo gli ordini; indica espansione in Ger-mania (50,3 da 48,6), stabilità in Francia (49,8 da 48,4).

  Il PMI dei servizi dell’Euroarea risale ai massimi da gen-

naio 2012 e riflette un marginale arretramento (49,6 da 48,3). Accelera la crescita del terziario in Germania (52,5 da 50,4), frena la contrazione in Francia (48,3 da 47,2).

A cura di: A. Fontana, A. Gambini, G. Labartino, F. Mazzolari, L. Paolazzi, M. Pignatti, C. Rapacciuolo, M. Rodà e M. Sylos Labini.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 25 luglio 2013.

  L’FMI ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per i mercati emergenti (+5,0% nel 2013, +5,4% nel 2014), per la debolezza della domanda estera e l’incertezza dei mercati dei capitali. L’indice PMI emergenti è sceso a 50,6 in giugno, in area espansiva ma al minimo dal 2009.

  Il PIL cinese ha segnato un +7,5% annuo nel 2° trime-stre (da +7,7%). Congiuntura in ulteriore rallentamento in giugno: +8,9% la produzione industriale (da +9,2%), +11,7% le vendite reali al dettaglio (+12,0%) e -3,1% le esportazioni (+1,0%); in luglio PMI manifatturiero a 47,7 (da 48,2). In India il PMI in giugno indica un marginale miglioramento dell’attività (50,3 da 50,1), dopo la contra-zione dell’output in maggio (-1,6% annuo, da +1,9%).

  In Brasile PMI di giugno invariato a 50,4. L’inflazione

elevata ha spinto in luglio la fiducia dei consumatori ai minimi da maggio 2009 (indice a 108,3 da 112,9). In Russia il PMI manifatturiero ha segnalato accelerazione dell’espansione (51,7 da 50,4), ma dopo 33 mesi si è in-terrotta la serie positiva dell’attività dei servizi (48,8).

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Rafforzamento della crescita in USA e Giappone (Indici anticipatori OCSE, trend di lungo periodo=100)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit.

Cina: manifatturiero in rallentamento (Indici PMI, manifatturiero; 50=nessuna variazione)

Brasile Cina

India Russia

  L’indice anticipatore OCSE segnala in maggio crescita

in rafforzamento in USA (+0,07%) e Giappone (+0,23%).

  Negli USA la ripresa continua per ora a ritmo moderato.

A giugno la produzione industriale è cresciuta più del pre-visto (+0,3% mensile; +18,2% dal minimo) e gli ordini PMI anticipano ulteriori progressi (+3,1 a 51,9). Sotto le attese le vendite al dettaglio (+0,4%, ma +11,8% dal pic-co pre-crisi). Il mercato immobiliare continua a trainare la ripresa: nella prima metà del 2013 +34% annuo i nuovi cantieri di case multifamiliari, +20% quelli di unifamiliari.

  In Giappone il PMI manifatturiero è salito in giugno ai massimi da 28 mesi (52,3). In maggio la produzione indu-striale ha segnato la variazione mensile più alta dal 2011 (+1,9%). Primi effetti della politica anti-deflazione: in maggio, dopo 6 cali consecutivi, piatto l’indice dei prezzi al netto degli alimentari. In giugno giù la fiducia dei con-sumatori (44,3 da 45,7), per i dubbi sull’efficacia di lungo periodo delle politiche del governo, che, conquistata pure la Camera Alta, ha ora i numeri per le riforme strutturali.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.

Euroarea: risale la fiducia(Saldi delle risposte, dati mensili destagionalizzati)

Consumatori

Imprese manifatturiere (scala destra)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Ottobre 2013

CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Ottobre 2013

La dinamica dell’economia, globale e italiana, rispetta la tabella di marcia prevista dal CSC. Gli indicatori con-giunturali continuano a segnalare progressi: riaccelerazione del passo là dove era rallentato (mercati emer-genti, Cina sopra tutti); ripresa dove invece c’era recessione (alcuni paesi dell’Eurozona, Italia in particolare). Sono stati scansati i rischi posti a varie latitudini dalla politica, scongiurando le peggiori conseguenze. Anzi-tutto, le politiche monetarie mantengono il piede pigiato a tavoletta sull’acceleratore, smentendo previsioni di osservatori e attese dei mercati di un minor impegno espansivo; i banchieri centrali si sono dimostrati savi nel resistere alle pressioni e alle tentazioni restrittive, mettendo in conto gli effetti negativi provenienti da altri deci-sori. Le elezioni tedesche hanno generato un Bundestag senza radicali pulsioni anti-europee che partorirà una grande coalizione meno deflazionista. L’allargamento del conflitto in Siria, con possibili escalation fuori dalla regione, è stato fermato. Come atteso, il braccio di ferro americano tra Governo e Congresso si è con-cluso evitando gli esiti più pericolosi, ma il “gioco” ha fatto danni immediati (riduzione temporanea della spesa) e di più lungo termine, lasciando un alone di incertezza su quel che verrà deciso per i conti pubblici alla nuo-va scadenza il prossimo febbraio; tutto ciò non fa però deragliare la locomotiva numero uno del convoglio mondiale. Il frazionato Parlamento italiano ha rinnovato la fiducia al Governo Letta, in una fase molto delicata per l’economia, ma la fibrillazione dei partiti rimane fonte di fragilità; la Legge di stabilità ha alcuni elementi po-sitivi ma manca della stazza necessaria a dar vigore al recupero della produzione e della domanda interna; queste hanno cominciato a salire, partendo da livelli bassissimi; l’occupazione inizia a stabilizzarsi mentre il credit crunch non si allenta. L’apprezzamento dell’euro non facilita l’aggancio dell’export alla velocizzazione degli scambi internazionali. I prezzi delle materie prime sono cedenti.

  In agosto le esportazioni italiane di beni in volume sono

aumentate dell’1,7% su luglio, sostenute dalle vendite intra-UE (+3,0%). Ma sono diminuite dello 0,3% nella media luglio-agosto sul 2° trimestre, quando le importa-zioni sono cresciute dell’1,8% in volume, offrendo un segnale di ripresa della domanda interna per la prima volta dal quarto trimestre 2010.

  Restano buone le prospettive di incremento dell’export: la componente ordini esteri del PMI (55,5 in settembre, da 55,8 in agosto, massimo da aprile 2011) e le aspettative sulla domanda estera delle imprese industriali (+2,8 punti nel 3° trimestre, indagine Banca d’Italia–Il Sole 24 Ore). Tuttavia, la performance debole nei primi otto mesi e il freno costituito dalla dinamica sfavorevole del CLUP e dall’apprezzamento dell’euro mettono in forse le stime di incremento nel 2013.

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PIL: l'indicatore OCSE anticipa la svolta(Italia, variazioni % congiunturali, dati trimestrali destagionalizzati)

PIL

Indicatore anticipatore OCSE

L'indice anticipatore OCSE è spostato avanti di due periodi. 3° trim. 2013: media luglio-agosto. Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.

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Export in stallo ma ripresa in vista(Italia, var. % di dati in volume destagionalizzati e saldi

delle risposte delle imprese industriali esportatrici)

Esportazioni di beni*

Giudizi sulla domanda estera rispetto al trim. precedente** (sc. destra)

* 3° trim. 2013: media luglio-agosto; ** 4° trim. 2013: stima in basealle aspettative a tre mesi sulla domanda estera.Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e Banca d'Italia.

  In Italia i dati qualitativi e quantitativi indicano che il calo

del PIL è finito nei mesi estivi (-0,3% nel 2° trimestre). L’anticipatore OCSE è salito anche in agosto (+0,23%, +2,0% dal minimo di agosto 2012) ed è coerente con la previsione CSC di avvio della ripresa nel semestre in corso e di accelerazione in autunno.

  In settembre la produzione industriale sale dello 0,4%

(stime CSC), dopo il -0,3% di agosto, cosicché il 4° tri-mestre parte con un abbrivio di +0,2% e migliorano an-che i giudizi sugli ordini interni (-43 da -46) oltre a quelli esteri (-16 da -20). In agosto: l’aumento dei volumi di fatturato (+0,8% su luglio) conferma il risveglio della domanda; l’attività edile è +7,9% sopra i minimi di marzo.

  Il PMI dei servizi in settembre ha segnalato, per la prima

volta da maggio 2011, un incremento di attività (52,7 da 48,8) e di ordini (52,9 da 48,1).

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Ottobre 2013

  Segnali positivi per gli investimenti italiani. Le condizio-

ni per investire secondo gli imprenditori (Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore) sono migliorate nel 3° trimestre: il saldo dei giudizi è salito a -13,7 in settembre da -32,0 in giu-gno. Sono più favorevoli le valutazioni delle imprese sulle condizioni economiche generali nei mesi autunnali (-12,3 da -17,0). Migliorano ordini dall’interno e attese dei pro-duttori di beni strumentali (ISTAT), segno che si rispolve-rano i piani di acquisto di macchinari e attrezzature.

  Per i consumi ci sono indicazioni contrastanti.

L’indicatore ICC in volume è rimasto invariato in agosto (+0,4% in luglio), ma le immatricolazioni di auto sono calate del 3,3% in settembre dopo il +2,7% in agosto. Il forte incremento della fiducia tra i consumatori anticipa maggiore spesa: in settembre l’indice è salito a 101,1 (da 98,4 di agosto); sono migliorati giudizi (-58 da -66) e atte-se (-11 da -15) sulla situazione economica personale e le valutazioni sulle opportunità attuali di acquisto di beni durevoli (-79; +37 punti da luglio).

  Frena il deterioramento del mercato del lavoro in Italia.

Il numero di occupati è rimasto stabile nei mesi estivi. In agosto l’aumento dei disoccupati (+1,4%, a 3 milioni 127mila unità, massimo storico) è spiegato dall’espansione della forza lavoro (+0,2%). Ciò riporta il tasso di disoccupazione al 12,2% (+0,1 punti su luglio).

  Seppur ancora negative, migliorano le attese delle im-

prese sull’occupazione nel trimestre in corso: saldo delle risposte a -14,3 da -16,3. Grazie alle imprese industriali (da -15 a -11, sui livelli di due anni fa), mentre è rimasto invariato in quelle dei servizi (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore).

  Decisi segnali di ripresa della domanda di lavoro proven-

gono dall’aumento del ricorso alla somministrazione: in crescita da maggio il numero di lavoratori interinali, che di solito anticipa l’andamento dell’occupazione totale.

  I prestiti alle imprese sono calati ancora in agosto:

-0,5%, -8,0% da settembre 2011 (-74 miliardi di euro). Il razionamento è elevato: a settembre l’11,4% delle impre-se manifatturiere che ha chiesto credito non lo ha ottenu-to (16,5% a luglio; 6,9% nella prima metà del 2011; ISTAT). I prestiti alle imprese calano più del PIL nomina-le: il rapporto è sceso a 54,3% nel 3° trimestre 2013, da 58,4% nel 3° 2011, tornando ai livelli del 2° 2008.

  Il costo del credito è elevato: 3,5% in agosto pagato sui nuovi prestiti (4,5% per le PMI), con uno spread di 3,3 punti rispetto all’Euribor a 3 mesi (4,3 punti per le PMI).

  Migliorano marginalmente le condizioni di liquidità: il

21,4% delle imprese si attende disponibilità insufficienti nel 4° trimestre 2013, contro il 28,6% nel 1°; nelle costru-zioni la quota è del 48,9%. Il pagamento dei debiti com-merciali arretrati della PA è salito a 12 miliardi a settem-bre; il 5,4% delle imprese industriali ha ricevuto paga-menti (25,0% nelle costruzioni); il 6,5% di tali risorse è impiegato per nuovi investimenti, il 71,5% per ridurre de-biti verso banche, Stato e fornitori (nelle costruzioni 0,5% e 91,6%; indagine Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore).

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Investimenti: imprenditori meno pessimisti(Var. % congiunturali e saldi delle risposte*

delle imprese di industria e servizi; dati trimestrali)

Investimenti fissi lordi (volumi)

Condizioni per gli investimenti rispetto a 3 mesi prima (sc. destra)

Condizioni in cui operano le imprese** (prossimi 3 mesi, sc. destra)

* Differenza tra % risposte <migliori> e % risposte <peggiori>.** Spostate avanti di un periodo.Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia-Il Sole 24 Ore.

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Lavoro: si riparte dall'interinale(Italia; migliaia di lavoratori, dati destagionalizzati)

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Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT ed Ebitemp.

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2013: stime CSC.Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia, ISTAT.

I prestiti cadono più del PIL(Italia, var. %, dati annuali, a prezzi correnti)

PIL

Prestiti alle imprese

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Ottobre 2013

  Il prezzo del Brent è sceso a 110 dollari al barile in otto-bre (112 a settembre), grazie all’attenuarsi delle tensioni in Siria. I consumi mondiali sono appena sopra la produ-zione (di 0,2 mbg nel 2013), per gli stop estrattivi in Libia e Iraq. Le scorte OCSE calano di poco (-0,6% a settem-bre da inizio anno). Le attese sono ribassiste: l’offerta è prevista in recupero nel 2014 (anche grazie allo shale oil USA) e la capacità inutilizzata OPEC è attesa in salita a 4,2 mbg a fine anno (1,7 a settembre).

  Andamenti eterogenei per le altre materie prime. Il prez-

zo del mais è crollato (-39,7% in ottobre da giugno) per il raccolto record atteso in USA e Ucraina e il previsto calo della domanda di etanolo negli USA. Il grano invece rin-cara (+9,7% da luglio), spinto dalla domanda cinese. Sta-bili rame (-0,7% da aprile) e cotone (+0,5% da marzo).

  In Eurolandia le commodity sono rese meno care

dall’euro più forte. Ciò frena i prezzi al consumo: +1,1% annuo a settembre (da +2,6% un anno prima) e +1,0% i prezzi core. In Italia +0,9% (da +3,2%) e +1,1%.

  Migliora il deficit pubblico dei paesi euro (al 2,9% del

PIL nel 2013 dal 3,7% nel 2012) e si attenua, rispetto agli anni scorsi, la consistenza delle manovre in corso di ap-provazione per l’anno successivo (il 2014).

  Fa eccezione il Portogallo dove la correzione di 3,9 mi-

liardi è tra le più severe degli ultimi due anni. L’obiettivo è portare il disavanzo 2014 al 4,0% del PIL (5,9% nel 2013) e prepararsi all’uscita dal programma di sostegno.

  In Francia la manovra da 18 miliardi consentirà di porta-re il deficit 2014 al 3,6% del PIL. In Spagna la correzione di 17 miliardi farà scendere il deficit al 5,8% del PIL l’anno prossimo. L’Irlanda sta mettendo a punto una ma-novra da 2,5 miliardi, la più blanda dal 2008, per ridurre il deficit 2014 al 4,8% del PIL e tornare a finanziarsi sul mercato. In Grecia la troika ha concluso che nel 2014 mancheranno 2 miliardi per raggiungere il target di deficit e 4 per coprire il fabbisogno finanziario, senza decidere se il Governo dovrà prendere nuove misure. In Italia la Legge di stabilità è addirittura leggermente espansiva.

  La FED terrà il tasso ufficiale allo 0,25% per tutto il 2014 e oltre e ha lasciato per ora invariato il ritmo di acquisto dei titoli (87 miliardi di dollari a settembre). Il calo del ren-dimento dei Treasury è durato poco: il decennale è sceso a 2,6% a inizio ottobre (3,0% a settembre), risalendo poi a 2,8%. La BCE ha lasciato il tasso di policy allo 0,5% in ottobre e lo terrà fermo, o più basso, a lungo. È pronta a varare altre misure espansive.

  Il dollaro da luglio a metà ottobre ha perso l’1,1% in ter-mini effettivi nominali. In particolare, si è indebolito nei confronti dell’euro (1,36 dollari in ottobre, da 1,31 a lu-glio, -3,9%) e del real brasiliano (-2,8% da luglio).

  La Banca centrale brasiliana, nonostante l’inflazione sotto il 6% in settembre, ha alzato ancora in ottobre il tasso ufficiale (a 9,5%, +225pb da aprile). Quella dell’India, dopo il parziale recupero della rupia, ha taglia-to ancora a ottobre il tasso overnight di 50pb (9%, 10,25% in agosto) per dare ossigeno alle banche; a set-tembre aveva alzato di 25pb (a 7,50%) il tasso di riferi-mento per contenere l’inflazione (ai massimi da 7 mesi).

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Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Commodity meno care(Quotazioni tradotte in euro a cambi correnti,

dati mensili, indici gennaio 2007=100)

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Asse invertito. Ottobre 2013: prime due settimane.Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Dollaro in caduta, anche contro le valute emergenti(Dollari per unità di valuta estera,

dati mensili, indici gennaio 2011=100)

Euro

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Grecia* 13,8 3,0 0,0 nd

Francia 2,5 1,8 0,7 0,4

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Paesi Bassi 1,4 1,1 -0,1 0,5

Italia 2,8 0,9 0,1 0,3

Irlanda 2,4 0,9 2,3 1,9

Portogallo 4,5 0,6 1,4 0,6

Dati ordinati in modo decrescente sul 2013.

* Stime Commissione europea.

Fonte : elaborazioni CSC su stime dei Programmi di stabilità nazionali.

Europa: si allenta il freno dei conti pubblici alla crescita

(Correzione strutturale programmata in % del PIL)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Ottobre 2013

  Continua lenta la ripresa nell’Eurozona. La produzione

industriale è rimbalzata in agosto: +1,0% mensile dopo il -1,0% di luglio. Ampie, però, le divergenze tra paesi: Ger-mania in forte crescita (+1,8%) e risultati inferiori alle at-tese in Italia (-0,3%), Spagna (+0,1%) e Francia (+0,2%).

  Prosegue la risalita della fiducia. In settembre quella dei

consumatori era ai massimi dall’estate 2011, sostenuta dalla minore inflazione (1,1%, dal 2,6% di un anno pri-ma); quella delle imprese manifatturiere era al top dalla primavera 2012. In Germania, in particolare, ancora in aumento l’indice IFO a settembre, per l’11° mese conse-cutivo, e in ottobre ulteriore miglioramento delle aspettati-ve degli investitori (indice ZEW da 49,6 a 52,8).

  Segnali positivi, inoltre, dall’indice dei direttori degli ac-quisti, che conferma espansione dell’attività (PMI com-posito a 52,2 in settembre, da 51,5) e indica anche un graduale riequilibrio della crescita tra i paesi dell’Area euro, con miglioramento di Italia, Spagna e Irlanda, men-tre rallentano Germania e Francia.

A cura di: P. Capretta, A. Fontana, A. Gambini, G. Labartino, F. Mazzolari, L. Paolazzi, C. Pensa, M. Pignatti, C. Rapacciuolo, M. Rodà e L. Scaperrotta.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 23 ottobre 2013.

  L’FMI ha abbassato le stime di crescita dei nuovi mercati:

+4,5% nel 2013 e +5,1% nel 2014, in linea con le previ-sioni CSC. Ciò a causa delle nuove condizioni finanziarie globali. Il PMI composito emergenti ha segnalato in set-tembre espansione moderata (50,8 da 50,7).

  In Cina il PIL ha accelerato nel 3° trimestre a +7,8% an-nuo (da +7,5%) grazie alle misure di stimolo del governo. A settembre lieve rallentamento per produzione industria-le (+10,2% annuo da +10,4%) e vendite al dettaglio (+11,2% da +11,6%); giù le esportazioni (-0,3% da +7,2%). In Russia modesto aumento dell’output (+0,3% da +0,1%) e frenata delle vendite (+3,0% da +4,0%).

  In Brasile PMI manifatturiero a 49,9 (da 49,4) in settem-

bre; la produzione si è contratta dell’1,2% in agosto (da +1,7%), mentre le vendite al dettaglio sono cresciute del 6,2% (da 6,0%). In India i PMI indicano in settembre il più forte calo di attività nei servizi dal 2009 (44,6) e una minima riduzione di quella manifatturiera.

  Tregua nella politica USA: all’ultimo minuto il Congresso ha alzato il limite del debito fino a febbraio 2014, rinvian-do il problema di qualche mese. Sono così ripartite le attività del Governo federale, con rientro al lavoro dei di-pendenti sospesi, riavvio delle procedure di certificazione e riapertura di tutti gli uffici. Il federal shutdown nella pri-ma metà di ottobre è costato tra gli 0,3 e gli 0,6 punti di PIL nel 4° trimestre. Ma gli effetti dell’indecisione della politica saranno più ampi e duraturi.

  L’incertezza frena l’economia, che stava crescendo a buon ritmo. La fiducia dei consumatori è crollata più che nell’estate 2011 e ciò ne rallenterà gli acquisti, in vista delle festività natalizie. Possibili ripercussioni anche su investimenti e assunzioni, dato che per le imprese è tem-po di predisposizione dei bilanci per il 2014.

  Anche la mancata revoca del sequester, a causa del pro-

trarsi dei tagli automatici alla spesa pubblica iniziati la scorsa primavera, frena PIL e occupazione.

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Area Euro: continua a salire la fiducia (Saldi delle risposte)

Consumatori

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Fonte: elaborazioni CSC su dati della Commissione europea.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati indagine Gallup.

Federalshutdown

USA: lo scontro politico genera incertezza(Fiducia delle famiglie, dati giornalieri; saldi delle risposte)

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Rallenta la produzione in Brasile (Produzione industriale, var. % annue su dati mensili,

medie mobile a 3 termini)

Fonte: elaborazioni CSC su dati Istituti nazionali di statistica.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Novembre 2013

CONGIUNTURA flash Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Novembre 2013

Il piccolo colpo di coda della recessione nel terzo trimestre lascia intatte le prospettive di ripartenza dell’economia italiana; l’inversione di marcia è in atto. Ma l’euro più forte dell’atteso, la minaccia di deflazio-ne e la restrizione del credito, appena attenuata dal parziale pagamento degli arretrati della PA, mettono a rischio le già modeste previsioni di crescita del 2014. La legge di stabilità presentata dal Governo fa molto poco per rimettere al centro l’industria e rilanciare lo sviluppo. Dal passaggio parlamentare può perfino uscire indebolita, come ha correttamente sottolineato anche la Commissione europea, in quello che dovrebbe es-sere uno dei capisaldi della politica economica per il Paese: taglio del cuneo fiscale a beneficio delle im-prese manifatturiere, oltre che dei lavoratori. Senza questa chiave di volta è vano attendersi rapidi progressi nel ritmo di marcia del PIL e, quindi, nella creazione di occupazione. La quale peggiora più in fretta di quel che era temuto e che le statistiche provvisorie lasciavano intravedere. Chi ha imboccato con più decisione la dura strada delle riforme (Irlanda, Portogallo, Spagna) sta raccogliendo i primi frutti. Ciò non toglie il fatto che le regole di governo che l’Euroarea sta seguendo nel complesso siano depressive, perché il riequilibrio dei conti tra paesi avviene ridimensionando l’import di chi è in deficit più che aumentando quello di chi è in surplus, cioè ha un eccesso di risparmio. La politica monetaria più aggressiva della BCE aiuta ma non può essere riso-lutiva, finché permane la frammentazione dei mercati bancari; tassi pagati dalle imprese così diversi dicono che la moneta unica non è di fatto tale. Per chiudere questo gap distruttivo è indispensabile procedere spedita-mente e compiutamente verso l’unione bancaria. Dal resto del Mondo provengono segnali di rafforzamento della domanda, sostenuta dal traino degli emergenti e della prima economia, gli USA, grazie a un costo del denaro che rimarrà basso.

  In agosto il volume dell’export mondiale ha consolidato, con un +0,1% mensile, il netto guadagno di luglio (+1,0%); è salito l’export dei paesi avanzati (+0,5%) e si è ridotto quello degli emergenti (-0,3%). A ottobre il PMI ordini esteri si è ulteriormente rafforzato (52,1 da 50,9 in settembre), raggiungendo il valore più elevato dal mar-zo 2011. I segnali di più forte crescita degli ordini esteri provengono dall’Area euro, dai paesi NAFTA e dall’Asia.

  A settembre il volume delle esportazioni italiane è cre-

sciuto dello 0,7% su agosto, determinando un piccolo incremento nel 3° trimestre (+0,1%), minore di quello mo-desto del 2° (+0,4% sul 1°). Da gennaio 2013 il PMI ordi-ni esteri per l’Italia si trova in territorio espansivo; a otto-bre si è mantenuto sul livello di settembre (55,5), il più elevato dall’aprile 2011.

  In Italia frena la contrazione del PIL nel 3° trimestre

(-0,1%, dal -0,3% nel 2°) e il livello si attesta a -9,1% dal picco di 6 anni prima. L’acquisito per il 2013 è di -1,9%.

  L’avvio del recupero si intravede nell’anticipatore O-

CSE, che precorre il ciclo di 6/9 mesi: migliorato in set-tembre per il 13° mese di fila (a 100,9, +0,22% su ago-sto), segnala l’inversione di marcia nel trimestre attuale.

  La produzione industriale sale dello 0,3% in ottobre (stime CSC), dopo il +0,2% di settembre. La variazione congiunturale acquisita nel 4° trimestre è +0,5%. L’ulteriore miglioramento dei giudizi sugli ordini (saldo a -27, +17 punti da maggio) è coerente con nuovi incre-menti nei prossimi mesi, sostenuti soprattutto dalla do-manda estera. Il PMI dei servizi in ottobre ha indicato il 2° aumento consecutivo di attività (50,5 da 52,7) e ordini (50,7 da 52,9), seppure inferiore a quello di settembre.

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Dai giudizi sugli ordini più produzione in vista(Italia, indici in volume e saldi delle risposte,

dati mensili destagionalizzati)

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Ordini e giudizi sugli ordini sono spostati avanti di due mesi.Produzione di ottobre 2013: stime CSC.Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.

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Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e MARKIT.

Export italiano

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PMI Italia ordini esteri (scala destra)

L'export italiano di beni rimane in stallo(Dati mensili destag. in volume, 2009=100 e 50=nessuna var.)

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Novembre 2013

  Il PIL dell’Area euro ha registrato un +0,1% congiuntu-rale nel 3° trimestre, in rallentamento rispetto al +0,3% del 2°. Decelera la Germania (+0,3%, da +0,7%); torna ad arretrare la Francia (-0,1% da +0,5%).

  In ottobre, gli indici PMI hanno segnalato un’ulteriore

moderata espansione dell’attività, sia nel manifatturiero, in leggera accelerazione (51,3 da 51,1), sia, ma in frena-ta, nei servizi (51,6 da 52,2). Migliora ancora (di 0,9 pun-ti) il sentimento economico. La bassa inflazione contri-buisce a compensare l’erosione di redditi, dovuta alla debolezza del mercato del lavoro.

  Sotto i riflettori il rischio che tornino ad ampliarsi gli squi-

libri all’interno dell’area. Parte della riduzione dei defi-cit esteri è stata ottenuta con la riduzione dell’import, il cui recupero beneficerebbe anche i prodotti tedeschi. La Germania vedrebbe così salire il già enorme attivo di conto corrente, che è stato di oltre il 6% del PIL dal 2007 e vicino al 7% nel 2013.

  Il calo degli occupati in Italia non si è ancora esaurito,

ma si sta attenuando. In settembre sono diminuiti di 80mila unità (-0,4% su agosto). Sulla base dei dati rivisti dall’ISTAT, ciò porta la riduzione nel 3° trimestre a quota 103mila (-0,2% sul 2°, da -0,7% e -0,5% nei primi due trimestri dell’anno).

  Stabile il ricorso alla CIG che, secondo le stime del CSC, ha assorbito in ottobre circa 300mila unità di lavoro equi-valenti, un livello simile a quello di fine 2011.

  I disoccupati in Italia sono saliti in settembre al 12,5%

della forza lavoro, nuovo massimo storico. Il tasso di di-soccupazione è cresciuto anche in Francia (11,1%, +0,1 punti sul mese precedente). Fermo in Spagna, ma su livelli elevatissimi (26,6%). In discesa solo in Germania (5,2%, -0,1 punti), dopo essere rimasto stabile per quat-tro mesi. Nella media dell’Eurozona è invariato al 12,2%.

  Migliorano i PIGS. Nel 3° trimestre 2013 la Spagna è

uscita dalla recessione (+0,1% il PIL) e il Portogallo ha confermato la ripresa iniziata nel 2° (+0,2%, dopo un +1,1%). Anche per l’Irlanda gli indicatori congiunturali segnalano una continuazione della crescita, dopo il +0,4% nel 2°. In Grecia prosegue la caduta dei livelli di attività, ma a ritmo più basso: nella media del 2013 il PIL è atteso scendere del 4,0%, comunque meglio del -5,6% annuo registrato nel 1° trimestre.

  Al di là di alcune fluttuazioni mensili, è in risalita il senti-

mento economico, sebbene rimanga ancora al di sotto della media di lungo periodo. In Irlanda è tornato positivo il saldo delle risposte sulla fiducia dei consumatori, per la prima volta da aprile 2006.

  Sostengono la ripresa il miglioramento dei conti pubblici e la bassa dinamica dei prezzi: appena sopra lo zero in Spagna e Portogallo, nulla in Irlanda e negativa in Gre-cia.

1.500

1.700

1.900

2.100

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2008 2009 2010 2011 2012 2013

Italia: ancora giù l'occupazione (Migliaia di unità, dati mensili destagionalizzati)

Occupati

Disoccupati (scala destra)

Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.

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2011 2012 2013

Grecia Spagna

Portogallo Irlanda* (scala destra)

...e i periferici ritrovano più fiducia

(Economic sentiment indicator, dati mensili destagionalizzati)

* Solo consumatori, saldi delle risposte.Fonte: elaborazioni CSC su dati Commissione europea.

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2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

PIL

PMI composito* (scala destra)

Continua lenta la ripresa nell'Area euro... (Var. % e medie trimestrali di dati mensili, 50=nessuna variazione)

* PMI nel 4° trimestre 2013 posto pari al valore di ottobre 2013.Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat e Markit .

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Novembre 2013

  I prestiti alle imprese italiane sono calati ancora a set-tembre: -0,8%, destagionalizzato. La contrazione dura da 2 anni: -8,8% dal settembre 2011 (-81 miliardi). In ottobre il 16,0% delle imprese manifatturiere non ha ottenuto il credito richiesto (6,9% nella prima metà 2011; indagine ISTAT). Il costo del denaro è alto: 3,6% a settembre con spread di 3,3 punti sull’Euribor a 3 mesi (0,6 nel 2007).

  Le condizioni di offerta sono state strette nel 3° trime-

stre alla stessa intensità del 2°. Il fabbisogno finanziario delle imprese cresce, nonostante il calo degli investimen-ti: nel 2° semestre 2013 il 25,6% delle aziende industriali lo indica in aumento, il 10,9% in calo (Banca d’Italia).

  Il pagamento dei debiti commerciali PA, partito in ago-sto, è arrivato a 13,8 miliardi in ottobre. Il 10% è utilizzato per accrescere la liquidità (indagine Banca d’Italia), risa-lita dai minimi ma scarsa: 16 il saldo in ottobre, 5 in aprile (32 nel 2007, indagine ISTAT). Il 19% per ridurre i prestiti bancari, spiegando parte (2,6 miliardi) del loro calo. Il 48% per pagare arretrati su stipendi, fornitori e tasse.

  Si è riacceso il dibattito sul rischio deflazione. La dinami-ca dei prezzi al consumo in Italia è in netta flessione: +0,8% annuo in ottobre, da +3,8% a marzo 2012 (indice IPCA). In Eurolandia (+0,7%, da +2,7%) è ben sotto la soglia BCE (+2,0%). Gli energetici (-3,5% in ottobre in Italia, da +15,4%) spiegano parte del calo, ma anche la core (tolti energia e alimentari) è all’1,3% (da +2,5%).

  Aspettative delle famiglie di ribassi dei prezzi possono indurre un rinvio di consumi durevoli, frenando la ripresa. Fino a settembre in Italia le attese erano di prezzi in calo. In ottobre sono salite per il rialzo dell’IVA al 22%, dal 21%, ma restano molto basse. In Germania e nell’Area euro le attese sono più lontane dal rischio di deflazione.

  L’euro forte rende meno costose in Eurolandia le com-modity quotate in dollari: il prezzo del petrolio Brent regi-stra un +3,7% in dollari a novembre dal minimo di aprile, in euro segna un +0,3%. Meno lento l’aumento dei prezzi in USA: +1,0% annuo a ottobre; pure la core viaggia a ritmi più elevati (+1,7%).

  Il cambio è stretto tra mosse BCE e FED: in ottobre la

mancata frenata nella creazione di liquidità USA ha in-debolito il dollaro; il taglio dei tassi BCE a novembre (0,25%, da 0,50%) va in senso opposto. L’euro è salito a 1,38 dollari in ottobre (1,28 a luglio, +7,8%), tornando a 1,35 a novembre, ma la tendenza è al rafforzamento.

  L’apprezzamento è anche verso altre valute: l’euro è ai

massimi da luglio 2011 in termini di cambio effettivo nominale. Ciò rischia di restringere la via maestra per il rilancio della crescita nei periferici, ossia l’export trainato dalla domanda mondiale. La forza dell’euro sta minando i faticosi guadagni di competitività degli ultimi anni e si scarica anche sui margini delle imprese, già ai minimi.

  Il livello di equilibrio del cambio differisce tra i paesi membri: 1,33 dollari in media, Italia 1,19 e Germania 1,53 (stime Morgan Stanley). L'effetto euro sulla crescita è forte: un +7,8% sullo US$ riduce il PIL italiano di 0,5% nel 1° anno, 0,8% nel 2° e 0,9% nel 3° (stime CSC). Nell'Euroarea l’apprezzamento del cambio effettivo del +8% equivale a un aumento di 2 punti dei tassi.

0,5

1,0

1,5

2,0

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3,0

3,5

4,0

2012 2013

Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.

Prezzi freddi in Eurolandia(Var. % a 12 mesi, dati mensili,

indici armonizzati dei prezzi al consumo IPCA)

Euro area

Germania

Italia

Soglia BCE

2

6

10

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18

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2011 2012 2013

Stock di prestiti

Liquidità * (scala destra)

Linea arancione = stock di prestiti al netto dell'utilizzo di parte dei pagamenti dalla PA (19%) per ridurre l'esposizione con le banche.* Livello della liquidità rispetto alle esigenze operative.Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia, ISTAT.

Prestiti in caduta da due anni, ma liquidità meno scarsa(Italia, imprese, dati mensili destagionalizzati,

indice gennaio 2011=100 e saldo delle risposte)

1,10

1,15

1,20

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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Euro troppo forte, non per la Germania(Dollari per euro, dati mensili)

Soglia "Italia"

Soglia "Germania"

Soglia"Media Area"

Le soglie indicano il livello sopra il quale il cambio frena in misurasignificativa l'attività economica (stime Morgan Stanley).Novembre = prima settimana.Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

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Congiuntura flash – Analisi mensile del Centro Studi Confindustria Novembre 2013

  Il PMI composito dei paesi emergenti ha segnato in otto-bre l'espansione dell’attività più forte da sette mesi (51,7), sotto la media di lungo periodo (54), ma ben al di sopra di quella del 3° trimestre (50,3).

  Tra i BRIC l'India resta in area di contrazione per il 4°

mese consecutivo (47,1 il PMI dei servizi in ottobre, 49,6 quello manifatturiero). In settembre la crescita della pro-duzione (+2,0% annuo, da +0,4%) è stata comunque in-feriore alle attese. Il PMI manifatturiero ha indicato, dopo tre contrazioni consecutive, espansione in Brasile (50,2) e in Russia (51,8).

  In Cina congiuntura rassicurante in ottobre: PMI manifat-turiero (50,9) e composito (51,8) ai massimi da 7 mesi; l’output industriale è salito del 10,3% annuo (da +10,2%); le vendite reali al dettaglio dell’11,2% (come in settem-bre) e l’export del 5,6% (da -0,3%). L’inflazione è salita al massimo da 8 mesi (+3,2%) e non si ferma la corsa dei prezzi delle case (+9,6%, da +9,1%).

A cura di: P. Capretta, A. Fontana, A. Gambini, G. Labartino, F. Mazzolari, L. Paolazzi, C. Pensa, M. Pignatti, C. Rapacciuolo, M. Rodà e L. Scaperrotta.

Centro Studi Confindustria - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Chiusa con le informazioni disponibili al 20 novembre 2013.

  Nel 3° trimestre 2013 il PIL USA è cresciuto più del previ-

sto (+2,8% annualizzato), grazie al contributo di scorte (+0,8%) ed esportazioni nette (+0,3%); frenano i consumi (+1,5%) per i quali, però, restano buone le prospettive. In aumento, infatti, la capacità di spesa delle famiglie, gra-zie in particolare al ridimensionamento del loro debito e al calo degli esborsi per interessi, anche per la ristruttura-zione di molti mutui a tassi più bassi.

  Nonostante incrementi salariali moderati e un peso fisca-le più elevato, il reddito disponibile è sostenuto dal calo dei prezzi della benzina (-11,3% da fine luglio) e dai bas-si tassi di interesse. In aumento sia la ricchezza finanzia-ria (+24,9% lo S&P 500 da inizio anno) sia quella immo-biliare (+12,8% annuo l’indice Case-Shiller in ottobre).

  L'indecisione della politica e la lentezza della ripresa dell'occupazione, anche se cresciuta più del previsto in ottobre (+204mila posti non agricoli), potrebbero far au-mentare il risparmio, già salito da 4,4% del reddito di-sponibile in giugno a 4,9% in settembre.

  L’indice anticipatore OCSE segnala in settembre un

consolidamento della crescita nel Regno Unito (+0,2%) e in Giappone (+0,1%).

  Dopo il +0,8% del PIL nel 3° trimestre, la ripresa nel Re-

gno Unito continua a ritmo sostenuto, trainata da servizi (in ottobre PMI a 62,5 da 60,3) e costruzioni (PMI a 59,4 da 58,9). Prosegue l’espansione anche nel manifatturiero (PMI a 56,0), mentre calano le vendite al dettaglio (-0,8%). Seppur sostenuti dalla ripresa dell’occupazione, i consumi rimangono frenati da una dinamica retributiva (+0,7% annuo nel 3° trimestre) ancora ben al di sotto dell’inflazione (+2,9%, +2,2% in ottobre).

  In Giappone la crescita sta accelerando. In ottobre il PMI

manifatturiero è salito a 54,2, massimo da 41 mesi. L’espansione è sostenuta dall’anticipo dei consumi in vista dell’aumento delle imposte indirette, da 5% a 8%, in aprile 2014. La contemporanea diminuzione della tassa-zione sui redditi di impresa sosterrà investimenti e lavoro.

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2008 2009 2010 2011 2012 2013

Regno Unito

Giappone

Fonte: elaborazioni CSC su dati OCSE.

Prosegue la crescita di Regno Unito e Giappone(Indici anticipatori OCSE, dati mensili, trend di lungo periodo=100)

9,8

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1990 1993 1996 1999 2002 2005 2008 2011

Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.

Debito

Spesa per interessi (scala destra)

USA: migliora la situazione finanziaria delle famiglie(In percentuale del reddito disponibile; dati trimestrali destag.)

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2011 2012 2013

Fonte: elaborazioni CSC su dati Markit.

BRIC: attività in espansione tranne in India(Indici PMI, manifatturiero, dati mensili;

50=nessuna variazione)

Brasile Cina

India Russia