Angoscia e fantasma Angoscia e fantasma 4 giugno 2010 Dott. Daniele Benini.
Comincia il libro chiamato «DECAMERON», cognominato prencipe … · 2014-09-19 · La peste:...
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Comincia il libro chiamatoComincia il libro chiamato ««DECAMERONDECAMERON»»
cognominatocognominato prencipeprencipe galeottogaleotto
nel quale si contengono cento novelle, in diece
dì
dette
da sette donne e da tre giovani uomini
La peste a Firenze osservata dal Boccaccio
nelle pagine del Decameron
•
Fine dell’età
dei comuni
Età
delle Signorie e degli
Stati regionali
•
Marginalità
dell’Impero
•
Il Papato ad Avignone
•
Crisi economica, commerciale e finanziaria
dalle Fiandre alla Germania
dalla Francia all’Italia
•
Malumori
Disordini sociali
Rivolte contadine
Sommosse operaie
•
1348 la peste in Europa
La crisi del Trecento: i segni
Carestie ricorrenti ed epidemie (dal secondo decennio del Trecento)
Calo demografico
Rallenta il ritmo del dissodamento del terreno e degli insediamenti
Abbandono di zone abitate delle campagne
Depressione dell’agricoltura: i prezzi calano
La crisi del Trecento: i segni
Le guerre interrompono alcune strade commerciali, soprattutto verso l’Oriente
Diminuisce la produzione manifatturiera
Ristagna la circolazione monetaria
Cresce la tensione sociale (insurrezioni urbane e contadine)
Instabilità
politica
In questa situazione nel 1348 scoppia la peste
La peste colpisce la popolazione denutrita: in certe città
ci vollero anche due, tre secoli per
recuperare il livello demografico di prima del 1348
Firenze, Bologna, Perugia non usciranno dalle mura trecentesche se non alla fine dell’Ottocento
Mancano braccia: i terreni coltivati arretrano
Abbandono dei villaggi rurali
dopo la peste…
Aumento della richiesta di generi di lusso da parte dei sopravvissuti (frenesia di vivere): improvvisa
ricchezza
Sensibile aumento dei salari. Ristrutturazione dell’artigianato, crisi del commercio
internazionale
Esasperazione del tema (religioso) della morte
Si insiste per una riforma evangelica della Chiesa e delle gerarchie ecclesiastiche
MA LA CRISI DEL TRECENTO NON LIBEROMA LA CRISI DEL TRECENTO NON LIBERO’’
IN IN ITALIA LE POTENZIALITAITALIA LE POTENZIALITA’’
RINNOVATRICIRINNOVATRICI
Presunto Presunto ritratto di ritratto di Giovanni Giovanni BoccaccioBoccaccio
La casa di La casa di Boccaccio a Boccaccio a CertaldoCertaldo
La strutturaLa struttura
Scritto tra il 1348 (1349) e il 1353
L’allegra brigata + un re quotidiano che fissa il
tema ai narratori (eccetto Dioneo)
Dieci giorni di racconti (esclusi il sabato e la
domenica)
Tuttavia I e IX giornata: tema libero
Ogni giornata ha precisi rituali raccontati nella Cornice
Tra le novelle: commenti degli uditori
Ogni giornata ha una conclusione in cui è
inserita
una ballataAnonimo del Trecento: «El
cor ai un’alegranza»
Il Il ««ProemioProemio»»1.
Boccaccio giustifica la propria opera.
2.
Finalità: giovare a chi è
afflitto da pene d’amore3.
È rivolto in particolare alle donne (che amano).
4.
Letteratura di intrattenimento per un pubblico raffinato ma non di letterati.
5.
Scritto per rimediare al peccato della Fortuna nei confronti delle donne.
6.
Importanza del motivo amoroso nell’opera.7.
«Introduzione alla IV giornata»
e «conclusione»
dell’opera: difesa dalle accuse di licenziosità.8.
Letteratura libera da moralismi.
9.
Concezione naturalistica dell’eros.10.
Letteratura del tutto laica.
la la ««CorniceCornice»»
1.
La peste: esperienza diretta dell’autore.
2.
Disgusto ed angoscia per il disgregarsi delle norme sociali.
3.
Nel palazzo fuori Firenze la «brigata»
ricompone la socialità
sconvolta dalla peste.
4.
Si celebra la forza dell’intelligenza dell’uomo che sa opporsi al flagello
5.
Contrapposizione tra l’armonia contemplativa della «Cornice»
(idealizzazione) e la realtà
dinamica delle novelle (concretezza) che Boccaccio guarda dall’alto.
L’argomento
Protagonista è la vita stessa nei suoi aspetti comici, tragici, grotteschi, eroici dovuti al caso ed alla natura degli uomini.
Dalla mescolanza di queste componenti si sviluppano l’avventura, l’intrigo, la beffa, gli equivoci in cui restano coinvolti personaggi indimenticabili.
Boccaccio sceglie dunque di rappresentare la realtà con tutto il suo carico di virtù, vizi ed egoismi.
I temi delle novelle
L’elogio dell’intelligenza
e l’esaltazione della parola.
La virtù
vista come mezzo capace di condurre l’uomo al successo ed alla vittoria sulle difficoltà
della vita.
L’esaltazione della furbizia e dell’astuzia, la consapevolezza che la fortuna
colpisce gli uomini in
modo cieco ed imprevedibile. È esaltata l’intraprendenza del nuovo ceto borghese, in una
visione laica del mondo.
L’amore visto sia come amor cortese, devozione cavalleresca verso la donna amata, tramite di
salvezza spirituale, sia come passione gioiosa
ed appagante.
La narrazione è
calata in un contesto storico‐ sociale
ben definito, la Firenze del Trecento,
quando il mondo cavalleresco stava ormai tramontando ed il nuovo ceto borghese,
intraprendente e vitale, andava acquisendo il monopolio delle attività
mercantili e finanziarie
Accanto a sovrani e signori , rappresentanti del vecchio ordine , vive il gruppo, ben più
folto, degli esponenti della società
urbana: banchieri, notai, artigiani, popolani e
contadini inurbati, che formavano la borghesia fiorentina.
I protagonisti
I protagonisti sono uomini e donne mossi dall’intelligenza e da un forte amore per la vita .
Essi obbediscono ad una nuova legge morale tipica della borghesia del Trecento che, con
l’industria
ha saputo costruirsi una grande fortuna e rendere bella la città
in cui vive.
Signori e sudditi, ricchi mercanti e popolani, arguti uomini di chiesa, mariti egoisti e mogli astute, fanciulle virtuose e donne volgari,
imbroglioni, sciocchi , ipocriti..
Le novelle forniscono informazioni precise sulla struttura dell’ambiente urbano e del contado
fiorentino.
Il genere della novella boccaccescaIl genere della novella boccaccesca
Origini: exemplum, romanzo cavalleresco, fabliaux…
Finalità: intrattenimento, evasione
Pubblico: non letterati alla ricerca di una occupazione dilettevole
Boccaccio usa la novella perché
si dimostra lo strumento espressivo più
duttile per riprodurre
l’esperienza della realtà
vasta e duttile
La novella boccaccesca: tipologie narrativeLa novella boccaccesca: tipologie narrative
Racconto: puro scorrere dei fatti
Romanzo: percorre l’intera storia di un personaggio
Novella: si concentra solo su un episodio della vita del personaggio
Contrasto: due individui, due mondi valoriali a confronto
Commedia: dialogo teatrale
Mimo: il personaggio è colto nella rapidità
dei suoi gesti.
La novella boccaccesca: il narratoreLa novella boccaccesca: il narratore
L’uso dei dieci giovani come narratori (che non dimostrano caratteristiche proprie, se non Dioneo), permette a Boccaccio di
staccarsi dalla storia.
Primi accenni alla focalizzazione interna.
Fabula
e intreccio normalmente coincidono
Vario è
invece il rapporto tra il tempo della storia
e il tempo del racconto.
La lingua e lo stileLa lingua e lo stile
Il discorso dell’autore e dei narratori è
caratterizzato da uno stile alto e sostenuto, con periodi molto lunghi,
con subordinate organicamente disposte attorno alla principale (modello della prosa latina).
Questo per mettere in evidenza nella principale ciò che è
essenziale, nelle subordinate ciò che accessorio,
gli antefatti, le circostanze concomitanti
Dal punto di vista lessicale è
ricca di componenti e di registri (dal fiorentino illustre ai motti popolareschi)
I discorsi dei personaggi hanno linguaggi multiformi.
Boccaccio è sempre attento alla parola dei personaggi riproducendola con fedeltà.
La struttura dell’opera
PROEMIO
dedicato alle donne, interlocutrici
privilegiate ;
INTRODUZIONE
GENERALE dove vengono descritte la
peste, l’incontro e la decisione del gruppo di ritirarsi in una villa alle porte della città;
INTERVENTI DELL’AUTORE
all’inizio della quarta giornata ed alla fine dell’opera in difesa del
Decameron e delle critiche che gli erano state mosse;
DIECI CORNICI PARTICOLARI
che descrivono le
ambientazioni di ogni giornata;
100 NOVELLE (dieci per ogni giornata) e dieci ballate,
una alla fine di ogni giornata.
CONCLUSIONE GENERALE.
Argomenti delle dieci giornateI giornata (Regina Pampinea) a tema libero;
II giornata (Filomena): le avventure a lieto fine;
III giornata (Neifile): avventure audaci e burlesche.
IV giornata (Filostrato) sugli amori a fine tragico;
V giornata (Fiammetta) sugli amori a lieto fine;
VI giornata (Elissa): motti di spirito e risposte argute;
VII giornata (Dioneo) le beffe delle donne contro i mariti;
VIII giornata (Lauretta) sulle burle reciproche.
IX giornata (Emilia) a tema libero.
X giornata (Panfilo) sulla cortesia.
MolteplicitMolteplicitàà
e tendenza alle tendenza all’’unitunitàà
Volontà
di Boccaccio di ordinare la realtà
secondo uno schema armonico.
Cornice
Simmetrie interne al Decameron
Nov I,1 Nov X,10
Ser CiappellettoIl peggior uomo mai vissuto
Le sovrumane virtùdi Griselda
X giornata: si parla di
virtù
I giornata: si parla di
vizi
Giornata VI
Centro dell’operacelebrazione dell’arte
della parola
GiornataV
GiornataVII
GiornataIV
GiornataVIII
Giornate dedicate all’amore
Giornate dedicate all’intelligenza
umana e alla beffa
Rapporti chiaroscurali spesso anche tra novelle contigue
Il proemio e la cornice
Proemio: dichiarazioni di poetica dell’autore
La peste
simbolo della disgregazione sociale
La cornice
come ricomposizione della socialità
–
Protagonisti: l’uomo e la sua intelligenza
La cornice:–
Equilibrio
–
Armonia contemplativa–
Rituali fissi
–
Ordine e norma
Le novelle:–
Realtà
dinamica
–
Energia
La cornice è il luogo per Boccaccio da dove guardare il
mondo e la realtà
umana con distaccata contemplazione → bisogno di dominare intellettualmente il molteplice
«Umana cosa è aver compassione degli afflitti …
nella qual noia tanto
refrigerio già
mi porsero i piacevoli ragionamenti d’alcun amico e le sue
laudevoli
consolazioni, che io porto fermissima opinione per quelle
essere avvenuto che io non sia morto».
Conclusioni sul «Decameron»
La realtLa realtàà
rappresentata:rappresentata: il mondo mercantile cittadino e la cortesiail mondo mercantile cittadino e la cortesia
Ambientazione storica riconoscibile
Spesso è la realtà
cittadina, borghese e mercantile contemporanea o di un recente passato
Talvolta mondo barbarico o feudale
Grande importanza alla descrizione della mercatura e delle sue dinamiche
Ma nei confronti del mercante da parte di Boccaccio non vi è
più
il disprezzo moralistico
tipico di DanteLandolfo Landolfo RufoloRufolo
e e Andreuccio da PerugiaAndreuccio da Perugia
il mondo mercantile cittadino e la cortesiail mondo mercantile cittadino e la cortesia
Tema dell’industria, l’umana iniziativa che sa superare le avversità
opposte dalla Fortuna e dagli
uomini.
Capacità
di saper dominare la realtà
oggettiva
piegandola ai propri fini.
Ma il mondo della mercatura
ha anche dei limiti, che
possono condurre a gesti di estrema crudeltà [Lisabetta
da Messina].
Celebrazione dei valori borghesi dell’industria integrati dalle virtù
della generosità, liberalità,
magnanimità
= nostalgia del mondo cavalleresco
La nuova realtà
del denaro può conservare il gusto
della cortesia e del vivere splendido [Federigo degli Alberighi], attraverso la virtù
borghese della
«masserizia».
Visione statica della struttura sociale in una concezione dinamica della realtà.
Virtù
magnanime possono stare in individui di ceti inferiori [Cisti fornaio], ma ciò non implica la
mescolanza dei ceti e la possibilità
di cambiamento di classe sociale.
La virtù
di saper stare al proprio posto
il mondo mercantile cittadino e la cortesiail mondo mercantile cittadino e la cortesia
Le forze che muovono il mondo del Le forze che muovono il mondo del Decameron: la FORTUNA e lDecameron: la FORTUNA e l’’AMOREAMORE
La realtà
è
dominata da una forza capricciosa ed imprevedibile: la Fortuna
Essa è un complesso accidentale di forze, non più regolato dalla Provvidenza (visione laica, che non esclude la presenza di Dio).
La fortuna si manifesta attraverso fenomeni naturali, oppure attraverso combinazioni
impreviste di azioni umane [Landolfo Rufolo
o Andreuccio da Perugia]
Può essere avversa o favorevole all’uomo ed è l’antagonista dell’industria
la FORTUNA e lla FORTUNA e l’’AMOREAMORE
Anche l’Amore è visto in una prospettiva laica e terrena: concezione naturalistica dell’amore
È
una forza sana e positiva che scaturisce dalla natura e che è
assurdo frenarla o reprimerla: soffocarla è
una
colpa [Lisabetta
e Nastagio
degli Onesti]
Raggiungere il fine amoroso è cosa positiva per
Boccaccio
Ma la forza dell’eros deve essere regolata dalla
ragione
Contrapposizione tra Medioevo mistico e ascetico e
Rinascimento laico e naturalistico
Amore come fonte di ingentilimento, come mezzo per
innalzare alla nobiltà
di sentire [Nastagio
degli Onesti], come occasione di beffa e di adulterio
Botticelli: Nastagio degli Onesti
Gli oggetti e lGli oggetti e l’’azione umanaazione umana
Gli oggetti hanno rilievo solo in quanto funzionali
all’azione umana.
Anche gli ambienti e i paesaggi sono richiamati
solo quel tanto che servono allo svolgimento dell’azione narrativa; il più
delle volte gli ambienti
di sfondo non sono descritti.
Al centro dell’azione secondo Boccaccio vi è l’agire
dell’uomo, la fiducia nella sua capacità
di dominare la realtà.
Anche i profili dei personaggi si delineano man mano che si svolge l’azione e il racconto.
È estraneo al Boccaccio il gusto della minuta analisi psicologica.
La molteplicitLa molteplicitàà
del reale nel Decamerondel reale nel Decameron
Totale aderenza al reale.
Tutte le azioni della vita sono compiute dai personaggi.
Tutti gli aspetti della natura e della società
sono descritti nelle novelle.
Volontà
di esplorare sistematicamente tutte le possibilità
del reale.
Tutti gli strati sociali sono rappresentati, ma in particolare i ceti della società
urbana del tempo.
Tutti i luoghi e i fenomeni naturali sono registrati, come ogni tempo ed ora del giorno.
Il realeIl reale
Particolare presenza del mare, il mondo dei mercanti, metafora della fortuna.
Predilezione per l’ambiente cittadino, lo spazio aperto e disponibile a tutte le esperienze, simbolo del
gioco mutevole della Fortuna.
Geografia precisa e concreta;
Tempo storico preciso e concreto, ma …
Il presente non è
passibile di alcuna idealizzazione e rappresenta gli aspetti più
«comici del reale»;
Il passato, anche recente, è
vagheggiato come il tempo della cortesia e della magnanimità.
Conclusioni sul Boccaccio
Che intellettuale è?
Come per Petrarca falliscono gli studi giuridici →
non sono fondamentali per l’attività
letteraria
Diversamente da Dante, ma come Petrarca, la
politica non è al centro degli interessi di Boccaccio
Viene meno definitivamente il forte
coinvolgimento personale dell’intellettuale con una città
Il letterato Boccaccio legge e scrive (più
che essere un dotto), ma non raggiunge i vertici di
Petrarca [Boccaccio è di origine mercantile, Petrarca è
figlio di un notaio]
Boccaccio esce da sé
e descrive il mondo
Petrarca è troppo chiuso nel suo io
inquieto
Che immagine vuole lasciare di sé?
Formazione poetica da autodidatta
Piena accettazione della vita terrena con le sue pulsioni naturali (no ascesi)
È un LAICO [non ha parametri religiosi] che racconta la REALTA’
(commedia) TERRENA
Non ha la fede di Dante, ma non ha nemmeno il dissidio interiore di Petrarca
È un uomo che vive sulla terra, soggetto alle leggi naturali ed è stupido opporsi ad esse
È un uomo riconciliato con la terra e l’umanità
→ concezione naturalistica dell’uomo
La lussuria non è
peccato terribile, ma naturale desiderio per tutti (preti compresi!)
Rinuncia all’ascetismo senza essere pornografico
Egli esalta la dignità
del piacere terreno e descrive
i mezzi astuti per arrivarci
Immorale
e libertino? No.
La sua religione più
che contemplare il Dio dell’Empireo, ammira le sue manifestazioni terrene
Esalta l’intelligenza umana che sa raggiungere il suo obiettivo (Dante metteva costoro all’inferno –
vedi Ulisse e non solo)
In Boccaccio certi vizi diventano ingegno
Senza dimenticare che Boccaccio fu il primo ammiratore di Dante
Quale pubblico?
Gli intellettuali accolsero con un certo distacco il
Decameron.
Ma in classi non propriamente intellettuali diventò una
lettura per divertimento di grande successo. Perché?–
Per le tematiche (la beffa, la dissacrazione, l’amore in tutti gli
aspetti)
Scrive per dilettare un piacevole pubblico femminile: un
novo modo di rapportarsi con la letteratura
È
un’opera narrativa che non descrive direttamente le
opinioni dell’autore ma–
Dà
una visione della società
–
Descrive i costumi sociali–
Tocca tematiche «forti»
(come i comportamenti sessuali e le
credenze religiose–
Fa circolare idee attraverso i personaggi
Ma non dobbiamo pensare che sia un’opera facile.
Dietro c’è
una ricca rielaborazione retorica e dottrinale (come in Dante e
Petrarca)
DANTEDANTE
L’unità
della Commedia è situata nella
dimensione trascendente.
Visione verticale.
Nella Commedia «divina»
domina un
procedimento simbolico.
BOCCACCIOBOCCACCIO
Nel Decameron è assente la dimensione
del sovrannaturale.
È un mondo interamente umano:
visione orizzontale.
La «commedia umana» è
attenta al reale preso
in sé.
La tomba di La tomba di Giovanni Giovanni BoccaccioBoccaccio
Ritratto di Ritratto di BoccaccioBoccaccio
di Andrea del di Andrea del CastagnoCastagno