Cioccolato e Depressione Valerio Giannattasio Psychopizza – XI Edizione 13 Febbraio 2007.

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Cioccolato e Depressione

Valerio Giannattasio

www.luoghidellamente.it

Psychopizza – XI Edizione

13 Febbraio 2007

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"Chiunque abbia troppo accostato alle labbra il calice della voluttà; chiunque abbia occupato nel lavoro gran parte del tempo destinato al sonno; chiunque, essendo uomo intelligente, si sente momentaneamente svanito; chiunque non possa sopportare l’aria umida, il tempo lungo, l’atmosfera pesante; chiunque sia tormentato da un’idea fissa che gli toglie la libertà di pensare: tutti costoro si prendano un buon mezzo litro di cioccolata ambrata..." ... è il consiglio di Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826), giurista e magistrato

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Tommaso LandolfiScrittore, traduttore e narratore. 1908-1979

Ho imparato a conoscere i due unici rimedi contro il dolore, la tristezza, le paturnie e piaghe simili del cuore umano: essi sono la cioccolata e il tempo…..

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L’azione del cacao è dolce. Non provoca insonnia nè palpitazioni, ma “sveglia le persone taciturne e gravi, trasformandole in grandissimi ciarlieri”, lamentava nel 1728 il conte Giovan Battista Felici.

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Le proprietà antidepressive del cioccolato, o meglio del cacao, sono dovute ad alcuni meccanismi specifici.

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Quale meccanismo? Le sensazioni di benessere che dona il

cioccolato non sono una novità: dal punto di vista psicologico è una dolcissima "coccola" oltre che un grande piacere per il palato.

Il cacao contiene diverse sostanze simili ai cannabinoidi, quindi euforizzanti, tanto che il cioccolato funziona come un “riequilibratore dell’umore”, dando un immediato effetto di benessere, ma le sostanze in esso contenute sono piuttosto blande, quindi non determinano effetti negativi come accade per le droghe o l’alcool. Ecco allora diffondersi quella che gli specialisti definiscono “self-therapy” a base di cioccolato, ossia ricorrere a questo prodotto quando ci si sente sotto stress o troppo ansiosi.

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La cioccolata agisce facilitando la produzione di endorfine, un gruppo di oppioidi prodotti naturalmente dal cervello, con un'azione simile a quella della morfina , stimolando le sensazioni di euforia e attenuando il dolore.

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Studi scientifici hanno dimostrato che il cioccolato contiene particolari sostanze stimolanti, come la caffeina e la teobromina, che hanno un effetto positivo sulla concentrazione mentale e sulla prontezza psicofisica. Agendo a livello cardiocircolatorio e muscolare la teobromina aiuta a produrre endorfine, sostanze che a loro volta incrementano l’attività della serotonina, il neurotrasmettitore della serenità e del buonumore. Non solo: il cioccolato fondente contiene preziose sostanze antiossidanti come i flavonoidi, protettori delle arterie coronarie, l’acido fenico e i polifenoli, importanti antiossidanti utili per contrastare l’invecchiamento cutaneo e le malattie degenerative. È, inoltre, molto ricco di ferro, magnesio, potassio e calcio.  Il cioccolato è anche  un amico per la  nostra memoria: infatti, il “cibo degli dei” contiene il doppio del fosforo rispetto al pesce, pari a 0,62 grammi ogni etto.

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Va aggiunto che la cioccolata contiene una certa quantità di feniletilamina ( PEA , 1 mg ogni etto ), che fa parte delle sostanze cosiddette simil - lisergiche, cioè simili all'LSD.

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Il tetraidrocannabinolo avrebbe un suo equivalente naturale nel nostro cervello, l'anandamide, , neurotrasmettitore collegato a forti sensazioni di benessere, picchi di euforia e alterazione della cognizione del tempo. Il nome di questa sostanza deriva dal sanscrito “ananda”  che significa felicità: infatti, l’anandamide è in grado di stimolare le percezioni sensoriali e indurre euforia. L'anandamide viene metabolizzata molto velocemente e con la sua scomparsa vengono meno anche euforia e benessere. Nella cioccolata sono stati individuati due componenti capaci di ritardare la dissoluzione del neurotrasmettitore, prolungando in tal modo le sensazioni piacevoli che derivano dalla sua produzione naturale nel nostro organismo.

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La cioccolata pertanto non soltanto è in grado di indurre piacere per la presenza dell'anandamide, ma riesce a protrarlo facendo perdurare lo stato di benessere e di soddisfazione.

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Anche in gravidanza la cioccolata è uno straordinario antidepressivo: migliora l’umore della mamma e, di conseguenza, fa bene al bambino. La conferma arriva da uno studio promosso dall’Università di Helsinki e pubblicato dal giornale scientifico britannico New Scientist. La ricerca ha coinvolto oltre 300 donne in gravidanza: durante la gravidanza le volontarie hanno descritto il loro livello di stress e la quantità di cioccolata che consumavano.

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Sei mesi dopo la nascita dei bambini queste stesse donne hanno poi descritto il comportamento dei loro bambini, soprattutto quanto il loro piccolo fosse pauroso, capace di calmarsi, o pronto a sorrisi e risate.

Lo studio ha rivelato che i bambini nati da donne che avevano mangiato cioccolata quotidianamente durante la gravidanza erano ''reagenti positivamente'' ossia sorridevano e ridevano di più rispetto a quelli nati da donne che non avevano ceduto alle tentazioni della gola. Bambini nati da donne stressate che consumavano cioccolata regolarmente avevano inoltre meno paura di situazioni nuove rispetto a quelli nati da madri stressate che si astenevano dalla cioccolata.

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Sebbene non possa essere esclusa la possibilità che il comportamento dei bambini sia collegato anche con altri fattori, si ipotizza tuttavia che gli effetti osservati possano essere prodotti dalle sostanze chimiche presenti nella cioccolata che migliorano l’umore nella madre con evidenti benefici per il nascituro.

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EVIDENZA DEI BENEFICI

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Possibile dipendenza?

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Molte ricerche hanno dimostrato che le quantità di anandamide presenti nel cacao non sono in grado di provocare nei mammiferi effetti cannabinoide - simili. Infatti le concentrazioni di questa sostanza nella cioccolata sono bassissime: per ottenere un effetto psicotropo sarebbe necessario ingerire l'anandamide in concentrazione 100 mila volte superiore rispetto a quella contenuta nella cioccolata.

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Impegnandosi, non è impossibile!!!

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Dipendenza Psicologica

Il consumo di cioccolato viene generalmente associato a occasioni di festa e riproduce la sensazione data da momenti positivi di emozionalità familiare. Il cioccolato rappresenta la conciliazione di opposti: può essere solido e liquido, chiaro e scuro, dolce e amaro. La sua capacità di riunire in sé le contrapposizioni dà l’idea di un piacere completo e quindi più gratificante; Abbraccia significati materni di protezione, ma al tempo stesso impulsi atavici come la necessità di mordere e trarne soddisfazione. Coinvolge sfere inconsce sensoriali molto forti: per questo quando si gusta un cioccolatino si ha l’impressione di staccarsi da ciò che ci sta intorno.

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Il Cioccotossico ne mangia grandi quantità senza controllo per migliorare l’umore, per vincere la depressione: l’aroma, il sapore e la consistenza certamente aiutano, ma spesso vivono un forte senso di colpa dopo averlo consumato. E’ inoltre oggetto di bramosia soprattutto da parte delle donne e i picchi corrispondenti al periodo premestruale suggeriscono un’implicazione ormonale.

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La Cioccoterapia

In tempi recenti sono sorti centri specializzati in Cioccoterapia

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La Cioccoterapia sfrutta le proprietà riducenti dei polifenoli del cacao. Si tratta di massaggi anticellulite con olio caldo al gianduia, seguiti da bendaggi di ambrosia e impacchi alla mousse fondente. I principi attivi di maggior interesse sono riconducibili sostanzialmente a: frazione lipidica del burro di cacao, Sali minerali, polifenoli, teobromina e caffeina.

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I molti sali minerali concentrati nel cacao consentono interessanti applicazioni con un ottimo rapporto Potassio/Sodio per trattamenti remineralizzanti e drenanti per problemi di squilibrio osmotico e salino.

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L'elevata concentrazione di magnesio, fosforo e calcio, sali che svolgono un ruolo di primo piano sia nella contrazione muscolare che in molti processi metabolici cellulari, suggerisce anche un proficuo impiego per il trattamento di atonia e rilassamenti tissutali, muscolari e circolatori.

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Cioccotossici di tutto il mondo, mandate a casa questo

signore!!!

Gordon Parker

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Secondo Gordon Parker del Black Dog Institute di Sydney, primo autore dello studio, non c’e’ nessuna prova scientifica dei pretesi effetti della cioccolata contro l’umore nero. ‘’Ogni effetto sull’umore della cioccolata è effimero, come tenere un cioccolatino in bocca’’, assicura Parker.

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“La cioccolata può fornire un piacere emotivo, soddisfacendo un desiderio, ma quando viene consumata per avere un conforto o per vincere il malumore, è più probabile che sia associata a un prolungamento dello stato d’animo negativo, piuttosto che alla sua fine’’, spiega Parker. Le ricerche esaminate dallo studioso parlano chiaro. Ad esempio, molti degli ingredienti del cioccolato che hanno un effetto sull’umore sono presenti anche - e a livelli più alti - in alimenti che non causano un desiderio simile a quello ‘da cioccolata’. Non solo, gli appassionati di cioccolato finiscono per preferire quello al latte, che contiene meno sostanze psicoattive rispetto al tipo fondente.

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E’ possibile contrapporre una risposta plausibile alla teoria di Parker?

Crediamo di si: ricordando che la condizione di massimo benessere per l’uomo è l’ESTASI.

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ESTASI: quale definizione?

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L’ESTASI è trovare un secondo strato di cioccolatini sotto il primo…..

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GRAZIE(soprattutto a chi vorrà donarmi dei cioccolatini!!!)