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1 CERIMONIA DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DI MILANO MEDAGLIE D’ORO PER I 50 ANNI DI PROFESSIONE (Venerdì 16 dicembre 2016) - - o0o - - DAL GIURAMENTO ALLA MEDAGLIA: IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE 1. Oggi è una giornata particolare. In questa stessa aula, questa mattina, 91 neo avvocati hanno prestato giuramento; oggi, 55 avvocati con 50 anni di attività ottengono la medaglia d’oro e 2 avvocati con 70 anni di esercizio professionale ricevono il sigillo di S. Gerolamo. I 91 neo avvocati che hanno giurato si aggiungono agli altri che lo hanno fatto nel corso del 2016, per arrivare in tutto a 860, cui si aggiungono altri che giureranno prima della fine dell’anno: un numero cospicuo, un migliaio di nuovi colleghi che - al netto di cancellazioni e trasferimenti - fa crescere il nostro Ordine di 547 unità, passando da 18.288 a 18.835, quasi 19.000 avvocati, a cui vanno aggiunti i praticanti che sono circa 5.000 di cui un migliaio sono abilitati (esattamente 4.745 praticanti, di cui 981 abilitati). Ai giovani di questa mattina (i millennials) ho raccontato del nostro tempo passato, della guerra nella quale e con la quale siamo cresciuti, degli anni ’60 in cui ci siamo laureati, e poi la ricostruzione del Paese, il miracolo economico e ancora la crescita, molto spesso più apparente che reale, essendo in declino i valori politici e etici. Negli anni ’60 - ho raccontato ai giovani di oggi - non avevamo mezzi tecnologici, mancavano perfino le fotocopiatrici, neppure avevamo un nastro adesivo per fissare le carte nei fascicoli, affidandoci alla cucitrice che tesseva il filo con le carte e provvedevamo alla riproduzione dei documenti attraverso ricostruzioni manoscritte e manuali, affidando il tutto agli uffici postali per sperare nell’arrivo a destinazione dopo attese di giorni! Non avevamo mezzi tecnici ma avevamo la volontà di fare, di correre sempre per sollecitare la giustizia lenta e sostituire gli adempimenti mancanti. Ai giovani ho raccontato tutto questo sottolineando anche i momenti giuridici che abbiamo attraversato: il passaggio epocale dall’età della decodificazione al diritto incalcolabile di oggi. Ho spiegato che i codici hanno perso nel tempo la loro centralità, e le leggi sono state collocate altrove, sempre più numerose e sempre più difficili da interpretare, molto spesso anche nella loro contraddittorietà; e oggi poi il diritto è divenuto incalcolabile, come è nella felice espressione di un giurista emerito, poiché è sottoposto costantemente a

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CERIMONIA DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DI MILANO MEDAGLIE D’ORO PER I 50 ANNI DI PROFESSIONE

(Venerdì 16 dicembre 2016) - - o0o - -

DAL GIURAMENTO ALLA MEDAGLIA: IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE

1. Oggi è una giornata particolare.

In questa stessa aula, questa mattina, 91 neo avvocati hanno prestato giuramento; oggi, 55 avvocati con 50 anni di attività ottengono la medaglia d’oro e 2 avvocati con 70 anni di esercizio professionale ricevono il sigillo di S. Gerolamo.

I 91 neo avvocati che hanno giurato si aggiungono agli altri che lo hanno fatto nel corso del 2016, per arrivare in tutto a 860, cui si aggiungono altri che giureranno prima della fine dell’anno: un numero cospicuo, un migliaio di nuovi colleghi che - al netto di cancellazioni e trasferimenti - fa crescere il nostro Ordine di 547 unità, passando da 18.288 a 18.835, quasi 19.000 avvocati, a cui vanno aggiunti i praticanti che sono circa 5.000 di cui un migliaio sono abilitati (esattamente 4.745 praticanti, di cui 981 abilitati).

Ai giovani di questa mattina (i millennials) ho raccontato del nostro tempo passato, della guerra nella quale e con la quale siamo cresciuti, degli anni ’60 in cui ci siamo laureati, e poi la ricostruzione del Paese, il miracolo economico e ancora la crescita, molto spesso più apparente che reale, essendo in declino i valori politici e etici.

Negli anni ’60 - ho raccontato ai giovani di oggi - non avevamo mezzi tecnologici, mancavano perfino le fotocopiatrici, neppure avevamo un nastro adesivo per fissare le carte nei fascicoli, affidandoci alla cucitrice che tesseva il filo con le carte e provvedevamo alla riproduzione dei documenti attraverso ricostruzioni manoscritte e manuali, affidando il tutto agli uffici postali per sperare nell’arrivo a destinazione dopo attese di giorni! Non avevamo mezzi tecnici ma avevamo la volontà di fare, di correre sempre per sollecitare la giustizia lenta e sostituire gli adempimenti mancanti.

Ai giovani ho raccontato tutto questo sottolineando anche i momenti giuridici che abbiamo attraversato: il passaggio epocale dall’età della decodificazione al diritto incalcolabile di oggi.

Ho spiegato che i codici hanno perso nel tempo la loro centralità, e le leggi sono state collocate altrove, sempre più numerose e sempre più difficili da interpretare, molto spesso anche nella loro contraddittorietà; e oggi poi il diritto è divenuto incalcolabile, come è nella felice espressione di un giurista emerito, poiché è sottoposto costantemente a

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decisioni variabili, e l’uniformità dell’interpretazione è messa costantemente in gioco: non vi è dunque una valutazione ragionevole, proporzionale, calcolabile, che possa permettere di fare affidamento sempre nell’esito uniforme delle questioni controverse.

2. Ai giovani ho raccontato tutto questo, mentre a voi devo dire quello che loro hanno, anche se inespresso formalmente, e noi abbiamo forse talvolta dimenticato. Devo dire dei sogni e delle speranze dei giovani che hanno giurato, dei sogni e delle speranze nell’idea di una professione unica perché rispettosa delle leggi e unica perché tende alla giustizia.

Possiamo farlo, lo avete fatto, lo dovete fare ancora con l’esempio e l’attenzione con cui avete sempre svolto l’esercizio della professione, nel passaggio dei tempi. E oggi ci viene data l’occasione di ripensare al corso della storia che abbiamo vissuto, a tutti gli eventi che hanno suscitato in noi la speranza di un paese, di una professione, di una vita encomiabili.

Così ripercorrendo ogni vostro curriculum, gli ambiti del diritto in cui ciascuno di voi ha operato e tuttora opera - e di cui tra qualche minuto avremo pur rapidi e stringati riferimenti, che certamente susciteranno in ciascuno di noi immagini vissute eppure vivissime - torneranno alla memoria gli anni dello sviluppo del paese, il passaggio di molti di voi, poco dopo la laurea, da un luogo all’altro, spinti dalla stessa fiducia nel futuro e nella crescita, non solo economica, dell’Italia. Possiamo ricordare il grande sviluppo immobiliare, ma anche gli abusi edilizi e i danni ambientali e ancora le battaglie per le grandi riforme, dal diritto di famiglia al diritto del lavoro. Saremo di nuovo scossi dalla rabbia per il terrorismo e gli anni di piombo, per le stragi impunite, soprattutto qui a Milano e in Lombardia, e in parte ispirate o deviate da chi, spesso protetto, ha armato lo scontento e le velleità di giovani che, oltre alla vita delle loro vittime, hanno rovinato e perfino perduto la propria, e solo talvolta l’hanno riscattata a duro prezzo. Possiamo anche ricordare gli anni delle crisi istituzionali e quelli del malaffare, lo sdegno per la corruzione e le tangenti, ma anche gli errori e l’approssimazione in alcuni casi dei giudizi, ai quali non si è saputo porre adeguato rimedio.

Ciascuno di voi è stato dunque partecipe, spettatore e a suo modo protagonista di questo mezzo secolo. I due colleghi in attività da 70 anni, che riceveranno il sigillo di San Gerolamo, ci restituiranno immagini anche più remote, quando la guerra finì e l’Italia ripartì con la Repubblica e la Costituzione. Ognuno di voi farà, e tante volte avrà già fatto, il proprio personale bilancio, scorgendovi errori e omissioni, mescolati alle soddisfazioni e ai successi. Dal punto di vista dell’Ordine, il bilancio è identico e positivo per tutti e per ciascuno. Ogni avvocato è stato, di volta in volta, lì dove aveva il dovere di stare, vicino all’imputato, al colpevole, alla vittima, alla parte civile, alle parti private in lite. Ovunque esisteva il bisogno di rappresentare ragioni, interessi, diritti, perfino per sollecitare nuovi indirizzi giurisprudenziali, decisive pronunce costituzionali, o per promuovere riforme processuali e sostanziali. E sappiamo in quale misura Milano e la sua Avvocatura abbiano contribuito ai risultati sperati.

Tutto questo dunque è stato fatto in ossequio al dovere di rispettare le leggi. Potremmo

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richiamarle le Leggi, che sembra di vedere personificate quando Socrate parla con loro e all’amico Critone che vorrebbe farlo fuggire dal carcere spiega che le leggi devono essere sempre osservate. Cosa direbbero le Leggi se noi non le rispettassimo? Direbbero, spiega ancora Socrate: «noi ti abbiamo allevato e cresciuto, noi ti abbiamo educato, e abbiamo riconosciuto e riconosciamo i diritti di tutti i cittadini e nel nostro nome tu hai esercitato le virtù e ora tu vorresti violare i patti e gli accordi»! Questo direbbero le Leggi, e noi dobbiamo rispettarle perché «non sono le leggi a recare offesa ma sono gli uomini», e in nessun caso la persona deve commettere ingiustizia «nemmeno in risposta a un’ingiustizia ricevuta»! Sono parole che hanno la forza e la distanza dei secoli, ma sono sempre attuali nella semplicità con cui dobbiamo interpretare i nostri doveri, senza tante formule e tanti regolamenti, combattendo le ingiustizie ovunque si trovino.

Questo è dunque quello che conserviamo nell’animo e l’esempio che noi e voi abbiamo potuto dare nello svolgimento della nostra attività e nel rispetto dei principi.

3. Abbiamo parlato dei giovani, abbiamo parlato di voi, della tanta gratitudine che l’Ordine ha verso ciascuno di voi, per quello che avete fatto.

Consentitemi quindi di parlare ora un poco dell’Ordine, e dei Consigli che hanno preceduto l’attuale, e di tutti gli avvocati che lo hanno composto e lo compongono. L’Ordine è al centro della legge professionale e all’Ordine è stata affidata dalla legge una particolare “funzione sociale” come obiettivo sistematico per dare visibilità, coerenza, forza e prestigio all’intera Avvocatura.

Così, in particolare, l’Ordine di Milano ha voluto potenziare e dare sistematicità alle molteplici attività di formazione, orientamento e assistenza alle fasce deboli della popolazione, e alle vittime di reati e comportamenti che violano e mortificano la dignità della persona, dalle violenze di genere all’usura, al cyberbullismo e alle ludopatie. In altre parole, la tenuta degli albi, la vigilanza sulla condotta dei colleghi, il controllo sull’effettività dello svolgimento della professione, sono i compiti essenziali del Consiglio, da svolgere con efficienza e trasparenza (oltre alla revisione prevista dalla legge, il bilancio dell’Ordine è sottoposto a certificazione volontaria dal 2015); ma sono un “atto dovuto”, il minimo e doveroso impegno per qualsiasi Consiglio e qualsiasi presidenza. Essi includono una proposta, una progettualità, obiettivi da perseguire non solo nel corso di una consiliatura, ma da trasmettere a chi verrà dopo di noi.

Questi obiettivi ce li siamo dati, e si articolano in tre filoni di impegno e di attività. Il primo è la Formazione dei nuovi colleghi e l’aggiornamento di tutti, non tanto per conseguire i crediti necessari per il mantenimento dell’iscrizione all’Albo (anche questo rientra tra gli atti dovuti e fra i doveri degli iscritti), ma soprattutto per favorire l’eccellenza dell’Avvocatura milanese, assecondare le specializzazioni professionali e la preparazione specifica per le numerose attività di assistenza e volontariato, anche nelle carceri.

Il secondo nucleo riguarda le molteplici iniziative di Educazione alla legalità, rese possibili dalla disponibilità e dal volontariato di molte colleghe e colleghi in attività che includono, tra l’altro, l’assistenza e la rete degli sportelli di orientamento legale diffusi sul

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territorio della Città metropolitana, dai municipi milanesi ai comuni limitrofi, anche in vista del gratuito patrocinio per i meno abbienti. E ancora, la presenza nelle scuole, per un ciclo di incontri in grado di suscitare attenzione e consapevolezza tra gli adolescenti, sui comportamenti, individuali e di gruppo, sui diritti civili e sul dovere di rispettare la dignità, l’integrità e le idee di ogni altra persona, dal vicino di banco allo sconosciuto che magari non è, o non è ancora cittadino italiano, ma al quale la Costituzione italiana e le carte internazionali riconoscono diritti fondamentali e intangibili.

Il terzo obiettivo è lo sviluppo di quella che ho definito la giurisdizione forense in ambito civile, alla quale ha rivolto la sua attenzione il recente Congresso nazionale forense di Rimini, intitolato alla “Giustizia senza processo”. Si persegue sensibilizzando tutti gli avvocati al più ampio utilizzo dei nuovi strumenti offerti dal legislatore, attraverso le strutture e i servizi dell’Ordine e della Fondazione forense per la definizione alternativa delle controversie, dalla Camera arbitrale agli organismi di conciliazione, mediazione e composizione delle crisi da sovraindebitamento, fino alle negoziazioni assistite, per le quali l’Ordine svolge una funzione di garanzia, ricevendo in copia atti depositati che hanno valore di giudicato e sono costitutivi finanche dello status personale in materia di famiglia.

La giurisdizione forense all’apparenza riguarda i singoli colleghi, ma l’Ordine offre supporti concreti per alcuni degli istituti citati (come l’Organismo di conciliazione e il nuovo Occ) e soprattutto intende favorire la crescita, tra i giovani colleghi, di una cultura della risoluzione anticipata dei conflitti, per consentire alla professione forense non più di essere (soltanto) ancella della giurisdizione in rappresentanza dei diritti delle parti, ma protagonista in grado di proporre e concordare soluzioni accettabili da entrambe le parti, capaci di compensare la parziale rinuncia alle proprie ragioni con la rapidità dei tempi e il venir meno delle impugnazioni nei successivi gradi di giudizio.

Questi impegni, rappresentativi della sensibilità dell’intera Avvocatura milanese, hanno appena ottenuto un riconoscimento importante dal Comune di Milano, con il conferimento all’Ordine dell’Attestato di civica benemerenza, ricevuto dal sindaco Giuseppe Sala il 7 dicembre nella tradizionale cerimonia degli “Ambrogini”, per avere - leggo la motivazione - «promosso negli ultimi dieci anni numerose iniziative civiche. Tra queste, lo Sportello per i cittadini nel 2007 con l’obiettivo di agevolare l’accesso ai servizi legali e la scelta di professionisti iscritti all’Albo: seimila, finora, coloro che hanno ricevuto assistenza. Nel 2010, con il Comune, si è dato vita al progetto Avvocati in zona, presìdi per l’orientamento legale nei nove Municipi e in alcuni comuni della Città Metropolitana. Molto attivo nell’educazione alla legalità, l’Ordine si è posto come collettore del sapere giuridico delle associazioni internazionali di avvocati ed esperti in diritto dell’alimentazione - e qui la motivazione ricorda il nostro contributo a Expo 2015 - elaborando un Manifesto per richiamare alla responsabilità di contribuire all’avanzamento sociale, al riequilibrio nell’accesso alle risorse e alla promozione dei diritti».

L’Ordine può essere orgoglioso di questo Attestato che premia la generosità di tutti e permette di coltivare la speranza di un miglioramento della nostra immagine e della nostra

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attività, così che ognuno possa celebrare la dignità e la ricchezza del suo passato guardando anche ai tempi che lo aspettano.

4. Il nostro futuro, dunque, quello personale e quello della professione, stanno in que-sta continuità, in questo passaggio di testimone fra voi 55 che ricevete le medaglie e i 91 giovani avvocati che stamane hanno prestato giuramento. Io sono, devo essere il garante di questo passaggio, e sono certo per questo di poter formulare anche a voi alcune richie-ste. Ve n’è una, alla quale tengo molto, sulla quale ho cominciato a sollecitare l’attenzione dalla scorsa primavera, in tempo di dichiarazione dei redditi. Se realizzata, avrebbe il gran-de vantaggio di manifestare la solidarietà tra anziani e giovani. E non costerebbe nulla: ba-sterebbe infatti destinare il 5 per mille dell’imposta comunque dovuta sui propri redditi, alla Fondazione forense - onlus - dell’Ordine di Milano. Quelle entrate potrebbero - per esempio - finanziare l’esonero dalla tassa di iscrizione per i primi anni e prestare garanzie per la concessione di prestiti di avvio dell’attività professionale. Potrebbero innescare un flusso di idee solidali per rispondere ai nuovi bisogni emersi in questi anni, in parte messi a fuoco dal Comitato pari opportunità, che nei giorni scorsi ha celebrato i primi 10 anni e dalla cui esperienza - non più focalizzata soltanto sull’equilibrio di genere - provengono alcune componenti dell’attuale Consiglio dell’Ordine.

In sintesi, e per concludere, credo sia maturo il tempo per aggiungere un quarto pilastro, più a beneficio dell’avvocatura rispetto alle iniziative che ho appena descritto, rivolte all’intera comunità e soprattutto alle sue fasce più deboli. Parlo di un “welfare forense”, da realizzare insieme con la nostra Fondazione, la Fondazione onlus, il Cpo e tutti i colleghi, per costruire un sistema di spazi e di servizi quotidiani, a misura delle necessità degli avvocati nelle diverse fasi della loro vita personale, familiare e professionale. Un sistema completo per configurare una “scuola forense” integrata. Un sistema pensato per gli avvocati, ma con evidenti benefici per tutti gli assistiti e per l’efficienza della giurisdizione, in modi probabilmente più efficaci e più utili ancora delle pur numerose e onerose forme di sostegno erogate fino ad oggi, che hanno caratterizzato l’impegno dell’Ordine negli ultimi dieci anni.

A tutto questo possiamo dare, e abbiamo dato il nome di “Casa dell’Avvocatura”, un’idea, un progetto, che richiede grande impegno e lungimiranza da parte di tutti. Potrebbe caratterizzare il prossimo decennio del Consiglio dell’Ordine, con un orizzonte che supera di molto l’attuale Consiglio e l’attuale presidenza. I beneficiari di questa “Casa” potranno essere soprattutto i giovani avvocati e le loro famiglie, ma io credo che prima o poi tutti ne saranno coinvolti, non soltanto per offrire servizi, ma anche per ricevere e dare contributi di saggezza.

Questo è dunque il significato della giornata di oggi: un esemplare passaggio di testimone tra generazioni che hanno tutte condiviso e condividono l’essenzialità della professione per affermare il primato del diritto e della giustizia.

Remo Danovi

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AGUZZI DE VILLENEUVE Gerolamo Laureatosi presso l’Università degli Studi di Milano, l’Avv. Gerolamo Aguzzi de Villeneu-ve ha collaborato per vent’anni con due prestigiosi studi milanesi: prima con lo studio del Prof. Gian Guido Scalfi e, in seguito, con quello del Prof. Vincenzo Casella, acquisendo una notevole preparazione nel campo del diritto civile e commerciale, che gli ha consenti-to di svolgere con successo la professione. Correttezza, serietà e impegno hanno da sempre contraddistinto la figura e l’attività foren-se di Gerolamo. ALPEGGIANI Giorgio Nato a Voghera e laureato a Pavia, in quell’ateneo opera nei primi anni dopo la laurea come assistente di Diritto commerciale, che più tardi inizia a insegnare anche nella conti-gua facoltà di Economia e commercio. Iscritto fin dall’inizio all’Albo di Milano, fondatore dello studio associato nel quale oggi operano, tra Milano e Roma, circa 15 colleghi, si oc-cupa di diritto societario e dei contratti, e in particolare di fusioni, acquisizioni e ristruttu-razioni societarie, procedure di insolvenza e accordi stragiudiziali. Componente, nell’arco di quasi 30 anni (anche come presidente), di consigli di ammini-strazione di importanti imprese, banche e finanziarie, anche quotate, ha presieduto per al-cuni anni, fino al 2000, l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Centro Cardiolo-gico Monzino ― una delle eccellenze private della sanità lombarda e del Servizio sanitario nazionale ― ed ha poi continuato a far parte del Consiglio della Fondazione. L’Avv. Alpeggiani è esempio di dedizione alla professione e alla vita forense; per questo motivo siamo lieti di premiarlo con la medaglia d’oro. AMODIO Ennio Nato a Milano e laureato con Gian Domenico Pisapia alla Statale, ha insegnato Diritto processuale penale comparato dal 1982 e Procedura penale dal 1990, disciplina della quale è oggi professore emerito. Studioso del modello accusatorio di common law, negli anni ’70 e ’80 ha fatto parte delle due commissioni ministeriali per la riforma del codice di procedura penale, contribuendo direttamente alle parti sulle prove penali e i riti alternativi. Fino al 2014 ha presieduto l’Associazione tra gli studiosi del processo penale intitolata a “Gian Domenico Pisapia”. Ha divulgato all’estero il nuovo processo italiano, con saggi su numerose riviste straniere; e ha divulgato in Italia, con saggi e monografie, i modelli processuali dei paesi anglosasso-ni e sostenuto l’inserimento in Costituzione del “giusto processo”. Avvocato penalista, negli anni ’60 ha rappresentato la parte civile in casi di contraffazione di opere d’arte; poi di falso nella moda. Difensore in processi per reati fallimentari, tributari, societari, contro la pubblica ammini-strazione, disastri colposi nei trasporti. Nel 2010 ha raccontato la sua esperienza profes-sionale in Mille e una toga; ed ha appena pubblicato Estetica della giustizia penale. Prassi, media e fiction.

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Consegniamo dunque la medaglia d’oro a un personaggio che stimiamo e ammiriamo non solo per le sue indiscusse doti nell’ambito forense e accademico, ma anche per la sua abili-tà di scrittore. BOSSOTTI Giovanna Dopo la maturità al liceo Berchet Giovanna Bossotti vorrebbe fare l’architetto, ma i geni-tori decidono diversamente. Per brevissimo tempo, perché le lezioni di Aurelio Candian fanno ben presto scattare in lei la passione per il diritto che poi, con Piero Ziccardi, diven-ta internazionale, con una tesi innovativa, sulla sorte dei beni degli italiani all’estero dopo la guerra, e il reclutamento fra gli assistenti. Un’altra vicenda familiare, la perdita del padre, la induce a lasciare l’università per la pro-fessione, nella quale incontra presto Giuliana Fuà ― che ricordiamo essere stata la prima donna nel Consiglio dell’Ordine di Milano – e il Centro per la riforma del diritto di fa-miglia, appassionandosi ai temi della famiglia e dei minori, e alle riforme legislative sul divorzio e i diritti della persona. Per 20 anni consulente legale e psicologica nei consul-tori del Comune dei Milano, e poi del ministero della Giustizia nel carcere di San Vitto-re. Non si è fatta mancare l’esperienza di giudice onorario nelle sezioni stralcio, e perfi-no di consigliera dell’Ordine. Ma questo è nulla di fronte alla passione per il volo a vela, coltivata per 14 anni: in cielo, e grazie al suo bravo istruttore, ha conseguito il brevetto e ha trovato il marito. Nel premiare Giovanna con la medaglia d’oro ricordiamo le belle parole con cui descrive questi 50 anni di carriera: «una splendida esperienza, con grandi soddisfazioni anche se alternate da ovvie preoccupazioni, ma sempre con l’impegno che ritengo costante e doveroso per un avvocato». CHIRICO Filadelfo Originario di Salerno, consegue la laurea presso l’Università Cattolica di Milano nel 1963. Svolge la pratica forense nello studio degli avvocati Tarzia di Milano e, dopo l’abilitazione a procuratore legale, preso per la nostalgia della sua terra, si trasferisce a Salerno. Dopo pochi mesi, però, torna nuovamente a Milano, dove esercita la professione di avvo-cato come civilista assistendo più che altro persone in difficoltà economica. Afferma di essere contento per il fatto che alla sua età trova ancora la voglia di combattere e si augura di continuare per qualche anno ancora. Oggi siamo lieti di condividere con l’Avv. Chirico i festeggiamenti per i suoi 50 anni di professione e di premiarlo con la medaglia d’oro, ringraziandolo per la sua considerazione nei nostri confronti, a cui ricambiamo con tanta stima. COLALEO Bruno Avvocato penalista, siciliano di Caltagirone, lì inizia la pratica forense nel 1967, ma sin da-gli anni ’70 si trasferisce a Milano, ad un passo dal Palazzo di giustizia. Con sobrietà e modestia minimizza quelle che definisce le “fasi salienti” della sua attività: il perseguimen-to di una sentenza “equa e proporzionata” per i propri assistiti; il rispetto della deontolo-

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gia professionale. A ben vedere, le due pietre miliari della professione, per ogni avvocato, penalista e non. Per la passione e la rettitudine dimostrate, diamo oggi all’Avv. Colaleo la medaglia per i suoi cinquant’anni di carriera. CORRADO Andrea Nato a Napoli e lì laureato, inizia la pratica nel 1963 a Milano, dove fonderà lo studio as-sociato attivo nel diritto civile e commerciale, consulente di importanti gruppi bancari. Con il diritto, pratica lo sport (golf, cavallo) e la giustizia, nel senso nobile della dedizione ai meno fortunati, i diversamente abili a favore dei quali ha diffuso l’ippoterapia, realizzato centri di riabilitazione, fondato e presieduto per 30 anni l’Associazione italiana di riabilita-zione equestre (Anire), la cui vicenda lo lega in modo ulteriore e singolare al “suo” e no-stro ordine: nel 1988 il Comune di Milano gli conferì l’Ambrogino, come una settimana fa all’Ordine degli avvocati di Milano. Per le sue doti professionali e umane, siamo orgogliosi di suggellare la carriera dell’Avv. Corrado con il nostro simbolo di gratitudine e stima. D’AMATO Mauro Nato nel salernitano, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, ha ben presto iniziato la professione a Milano occupandosi di immobili e locazioni nelle attività alberghiere, condi-videndo per un decennio lo studio con il collega che poi sarebbe stato per quasi vent’anni presidente dell’Ordine, il compianto Paolo Giuggioli. Ha assistito piccole e medie imprese in ambito civile, commerciale, penale fallimentare. Tuttora assiduo nella professione, impronta il comportamento al «rispetto privo di deferenza e ossequio verso i magistrati, di indipendenza dai propri clienti e di cordialità verso tutti»: tratti che esprimono ― per dirla con le sue parole ― «la consapevolezza della dignità e del ruolo sociale dell’avvocatura». Anche per questo merita la nostra speciale gratitudine che gli esprimiamo unanimemente consegnandoli la meritata medaglia d’oro. FAZIO Salvatore Nato e laureato a Palermo, ha presto esercitato in Lombardia, prima a Monza poi a Mila-no, occupandosi di diritto di famiglia, responsabilità civile, diritto fallimentare e dell’esecuzione; più tardi anche di diritto penale. Ma la professione non esaurisce i suoi molteplici interessi e le attività anche in ambito so-ciale: dai corsi in parrocchia per i fidanzati, alle iniziative rotariane di service (ispirate ai motti rotariani e in particolare a “Service, not self”; Servizio, non egoismo); allo sport amato-riale (corsa, «finché il menisco lo ha permesso») e alla lettura (dalla saggistica alla storia, senza escludere la narrativa). Lo premiamo, con grande rispetto e ammirazione, per i cinquant’anni della sua vita dedi-cati alla giustizia, alla professione e alle sue più grandi passioni.

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GARBAGNATI Luigi Maria Pur essendosi laureato nel 1964 in diritto commerciale all’Università Cattolica di Mila-no, nel corso della sua vita professionale si è occupato, quasi esclusivamente, di con-troversie agrarie. Si è interessato di diritto agrario anche fuori dall’ambito strettamente professionale e ha pubblicato alcuni lavori tra libri, relazioni congressuali nonché note redazionali sulla Rivista di diritto agrario. Desideriamo riassumere il riconoscimento e la stima che nutriamo nei suoi confronti con-segnandogli questa medaglia come suggello di una carriera degna di lodi. LA RUSSA Vincenzo Si laurea in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano con una tesi in diritto inter-nazionale. Avvocato civilista e amministrativista, patrocinante in Cassazione e Consiglio di Stato, è da lunghi anni libero professionista con studio a Milano e Roma. È stato iscritto all’albo dei giornalisti, quale pubblicista e a quello dei revisori contabili. È stato consigliere comunale e provinciale di Milano; senatore della Repubblica nell’ottava le-gislatura, eletto nel collegio di Rho (Milano) e deputato al Parlamento nella nona legislatura, eletto nel collegio di Milano-Pavia. Nel 1994 il Senato lo ha designato membro dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa di Strasburgo e dell’assemblea parlamentare dell’UEO (Unione Europea Occiden-tale) di Parigi. L’assemblea del Consiglio d’Europa lo ha eletto suo vice-presidente, la più al-ta carica, per un italiano, al Consiglio di Strasburgo. È stato inoltre consigliere d’amministrazione e membro del collegio sindacale di importanti società, e di alcune fondazioni. È stato altresì professore a contratto di storia delle istituzioni politiche alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Messina nel 2006. Fino al 2013 è stato membro del Comitato dei delegati della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense e dal 2007 al 2011 è stato anche membro del Consiglio di amministrazio-ne. Dal 2011 a gennaio 2014 è stato Vice-Presidente della Cassa di Previdenza. È un onore, oltre che un piacere, conferire questa medaglia che testimonia il nostro rico-noscimento al professionista e all’uomo impegnato nelle istituzioni e nella società. LACAVA Pietro Inizia la professione quale praticante nello studio dello zio, Avv. Francesco Tronca, noto e apprezzato civilista. Da circa 25 anni collabora con lo studio l'Avv. Ersilia Solimene e negli ultimi 10 anni la figlia Francesca. Pietro si è sempre considerato un artigiano della professione non gradendo gli studi “affo-lati”. Ci scrive inoltre che la sua attività professionale per lunghi anni si è svolta serenamente tra molti colleghi amici che, col tempo, ci hanno purtroppo lasciati e non nasconde di sentir-ne la mancanza. Ed è per questo motivo che desidera dedicare la medaglia d'oro per il ri-

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conoscimento e ricordo dei 50 anni di esercizio professionale «a tutti i colleghi che non hanno potuto ottenerla in quanto venuti a mancare». LEPORE Paolo Di origine torinese, ha fin dall’inizio esercitato a Milano, nello studio paterno specializzato in materia tributaria, da lui stesso coltivata. Iscritto anche all’albo dei Revisori, e con buo-na conoscenza delle lingue, ha assistito anche società e contribuenti stranieri, ha fatto e fa parte di numerosi collegi sindacali, come presidente o sindaco, di enti e società italiane ed estere, e di multinazionali. Nello studio oggi opera anche il figlio, circostanza che gli consente di continuare a svolge-re la professione «con molta tranquillità e, spero, ancora a lungo». Nel consegnargli la medaglia d’oro, glielo auguriamo di cuore, certi che la normativa tributaria italiana riserverà sempre nuovi stimoli e continui mutamenti. LOCURCIO Francesco Milanese, da oltre 60 anni si muove tra pochi isolati qui intorno: liceale al Berchet, poi in Statale, infine nello studio di via Andreani e in questo Palazzo, difensore nei processi penali: come il nonno (omonimo, iscritto all’Albo nel 1888), come il padre, come i figli. Per libera scelta, anche se voleva fare il chirurgo. Professione alla quale si è riavvicinato, prediligendo la responsabilità penale medica e in genere i reati colposi, dagli infortuni sul lavoro all’infortunistica stradale. Nei casi di dolo accetta la difesa raramente: solo quando sia con-vinto dell’innocenza dell’imputato. La sua testardaggine sul rapporto tra condotta omissiva e nesso di causalità, ha indotto le Sezioni unite penali della Cassazione, nel 2002, a riconoscere che il criterio corretto per ac-certare la colpa (poi applicato anche in ambito civile) è quello rigoroso della “probabilità lo-gica” applicata al caso concreto, non quello probabilistico statistico. In tutti questi anni coltiva numerose passioni: la pittura, il disegno, la grafica e la fotografia. Questi interessi non solo non lo hanno distolto dalla professione, ma l’hanno arricchita di spunti sempre nuovi e diversi. La grande preparazione e l’animo artistico lo rendono un professionista di indiscusso va-lore e versatile. Per questo ne onoriamo la carriera con questa medaglia. LOGUERCIO Nicola Il collega Loguercio scrive poche ma significative righe per riassumere la sua vita profes-sionale: i primi anni trascorsi presso il Servizio Contenzioso della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, dove conosce valorosi Colleghi dai quali apprende come l’Avvocato debba correttamente comportarsi nel rispetto delle leggi, dei clienti e dei colleghi. Nel 1967, superato l’esame di stato a Milano, apre il proprio studio a Rho, dove tuttora si trova, che annovera tra i suoi clienti compagnie di assicurazioni, banche, grandi aziende industriali e commerciali.

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Svolge anche attività politica in sede locale: è assessore di Rho dal 1970 al 1980 e vicesin-daco dal 1989 al 1993. Dal 1965 al 1971 è anche membro del consiglio di amministrazione dell’Ospedale Giuseppe Casati di Rho. Considera la medaglia d’oro un «grande onore» anche perché qui a Milano si è svolta gran parte della carriera di magistrato del padre Leonardo Loguercio. Per i suoi cinquant’anni di vita trascorsa tra noi, consegniamo all’Avv. Loguercio questo simbolo di riconoscenza, con grande rispetto per la sua spontaneità e sincerità. MARIANI Luigi Michele Torinese di origine, ha sempre esercitato a Milano, soprattutto in ambito penale e in processi di rilievo anche politico, negli anni delle stragi impunite e delle indagini “deviate”: per citare solo alcuni casi, difensore di Pietro Valpreda; parte civile nel processo al sedicente anarchico Gianfranco Bertoli; dei familiari di “Fausto e Iaio”, giovani frequentatori del Centro sociale Leoncavallo uccisi per strada; parte civile nel processo alle Brigate Rosse per l’omicidio di Marco Biagi; in processi di “femminicidio”, per reati ambientali, morti sul lavoro. Difensore di vittime di infortuni sul lavoro, malattie professionali, violenza sessuale. Volon-tario nel carcere di Bollate, per la consulenza in materia di famiglia ai detenuti. Ricordando anche l’impegno sociale dell’Avv. Mariani, gli conferiamo la medaglia che suggella la nostra riconoscenza nei suoi confronti. MENOTTI Giuseppe Camillo Milanese di nascita, di laurea e di professione, si occupa da 50 anni di immobili, locazioni e condomini. Nello studio lo ha raggiunto il figlio, mentre lui nel 2016 si è “concesso” un pe-riodo di convalescenza che intende concludere al più presto. E noi lo speriamo vivamente con lui: la crisi immobiliare è superata, e Milano ha di nuovo bisogno dell’avvocato Giuseppe Menotti in piena attività. Nell’attesa, desideriamo celebrare i suoi successi e l’abnegazione per la professione forense consegnandogli questa meritata medaglia per i 50 anni di carriera. MILONE Michele Altro collega nato nel Parco del Cilento e laureato a Napoli in diritto fallimentare, non appena abilitato ala professione si trasferisce a Milano, nello studio di Gianfranco Maris, allora senatore, scomparso un anno fa. Dal 1975 ha proseguito in proprio e poi nello stu-dio associato da lui fondato, occupandosi in particolare di diritto del lavoro, ma operando anche in materia civile e penale. Per l’impegno costante per svolgere nel miglior modo possibile il proprio compito in que-sti ultimi 50 anni, Michele si merita questa medaglia d’oro. MONTANARI Alberto Lungo tutto l’arco della sua carriera professionale, l’Avv. Montanari si è dedicato con pas-sione ed entusiasmo quasi esclusivamente al diritto commerciale, e specificamente al dirit-

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to societario in ambito stragiudiziale. Più limitato è stato l’impegno nel settore del conten-zioso, in cui ritiene «di aver perso qualche causa che forse avrebbe dovuto vincere, ma anche di aver vin-to qualche causa che forse avrebbe dovuto perdere». Ciò a cui tiene di più è tuttavia sottolineare la condotta leale tenuta con giudici e colleghi, con la speranza – ma noi diciamo, con la certezza – di aver perciò ottenuto a sua volta ri-spetto e stima. Ecco la medaglia d’oro con la quale siamo lieti di onorare la sua lunga carriera vissuta con costanza e assiduità, correttezza e rigore. MOSSALI Francesco L’Avv. Francesco Mossali considera un grande privilegio aver potuto svolgere sempre e solo la professione forense, alla quale ha dedicato con immutata passione tutte le energie, conseguendo particolare apprezzamento e stima da parte dei colleghi e soprattutto dei clienti, con alcuni dei quali mantiene integro il rapporto da oltre quarantacinque anni. Nella sua vita professionale, avviata e trascorsa tutta a Milano, è entrato a fare parte anche il figlio Manlio con il quale condivide il lavoro in studio da ormai vent’anni. Francesco rivolge un ringraziamento ai magistrati, ai colleghi e ai cancellieri per averlo «sopportato in tutti questi anni». Ora, però, siamo noi a volergli manifestare, con la consegna di questo riconoscimento, la nostra gratitudine per l’impegno e la professionalità sempre dimostrati! NASTASI Paolo Laureato all'Università di Roma, si trasferisce a Milano nell'anno 1965 e si iscrive all'Albo degli Avvocati di Milano nel 1967. Si ritiene fortunato di aver imparato la professione presso l'Avv. Antonio Mancuso, che gli ha trasmesso solidi e indimenticati insegnamenti di tipo deontologico nei confronti di tutti i soggetti (clienti, controparti, colleghi, giudici) coinvolti nei vari rapporti e, da un punto di vista strettamente professionale, il metodo di individuare le problematiche delle diverse vicende e di ricercare con scrupolo, le possibili soluzioni. Si ritiene ancora fortunato per avere goduto per moltissimi anni della vicinanza di due ca-rissimi e preparatissimi colleghi con cui si è associato e, per circa 45 anni, e ancora oggi, di una segretaria buona e brava. Attualmente, ultimo evento fortunato, svolge la sua attività a tempo pieno in associazione professionale con due giovanissime colleghe (figlia e sua amica) che lo aiutano a confrontar-si continuamente con i “nuovi” tempi e metodologie. È grato a Milano, città ospitale e viva e al nostro Consiglio dell'Ordine, fra i più dignitosi e propositivi: ricorda con affetto Paolo Giuggioli. Tutto ciò in una famiglia (moglie e tre fi-gli) che gli ha consentito di lavorare sempre con la massima serenità. È con particolare riconoscenza che gli consegniamo questa medaglia, a coronamento di una vita – non solo professionale – davvero straordinaria.

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NESE Carmelo Conseguita nel 1963 la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli – Federico II, Carmelo Nese dà seguito alla ferma intenzione di intraprendere la professione forense trasferendosi nello stesso anno a Milano, dove inizia il praticantato presso alcuni studi legali. Tra questi ricorda con maggiore soddisfazione quello dell’Avv. Giancarlo Al-berti. Le tappe successive della sua lunga e onorata carriera comprendono l’abilitazione al pa-trocinio dinanzi alle Magistrature Superiori, nel 1982, e un’intensa attività giudiziale nell’ambito del diritto di famiglia, del diritto commerciale e in materia di responsabilità ci-vile: settore quest’ultimo, in cui si distingue per aver ottenuto le prime pronunce sulla tra-smissibilità jure successionis del danno biologico. I princìpi deontologici sono stati la guida nel suo agire quotidiano, rispettoso del collega avversario e sempre attento a preservare la dignità della funzione svolta e quindi dell’intera categoria forense. Con orgoglio ricorda di aver potuto trasmettere al figlio Marco, anch’egli avvocato, questi valori e la ricchezza dell’esperienza maturata. Anche per questa ragione vogliamo consegnare all’Avv. Nese la meritata medaglia d’oro. ORRICO Francesco Originario del Cilento, Francesco Orrico si laurea a Napoli e svolge un primo periodo di pratica professionale a Salerno, per poi giungere a Milano nel 1964, dove diventa avvocato e inizia la sua carriera professionale, in principio collaborando nel medesimo studio in cui ha completato il periodo di pratica e successivamente avviando un proprio studio. Come lui, anche il figlio Pasquale intraprende la strada della professione. L’intensa attività legale dell’Avv. Orrico si concentra principalmente sulla materia societa-ria e sulle diverse problematiche – da quella contrattuale a quella assicurativa – connesse al settore dei trasporti di merci su strada. La profonda conoscenza acquisita in questi ambiti lo conducono ad assumere anche il ruolo di revisore contabile e a divenire componente della Commissione Trasporti di Confcommercio, oltre che consulente per l’Associazione Nazionale Spedizionieri Industriali. Da annoverare tra i suoi impegni anche il servizio reso per alcuni anni alla giurisdizione come Giudice onorario di tribunale presso la XIII sezione del Tribunale di Milano. Anche se un intervento chirurgico subìto nel 2015 lo ha costretto a limitare la propria at-tività professionale, Francesco continua a esercitare con la diligenza e la passione che lo contraddistinguono da cinquant’anni. Il riconoscimento che vogliamo conferirgli oggi sia d’augurio e incoraggiamento per una ancora lunga e appagante carriera! PAGANO Fortunato Arcangelo Avvocato amministrativista, che prevalentemente si occupa di questioni di diritto urbani-stico e di diritto dell’ambiente, è iscritto all’Albo di Milano dal 1967. È pubblicista iscritto

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all’Albo Nazionale dei giornalisti (elenco pubblicisti) dal 1985; è altresì iscritto all’Albo Nazionale degli esperti di pianificazione territoriale. Per molti anni è docente (a contratto) di Diritto urbanistico nel Politecnico di Milano, e ricopre anche prestigiose cariche: già presidente della Commissione “Federalismo e rifor-me”, è presidente onorario della sezione lombarda dell’INU – Istituto Nazionale di Urba-nistica. Numerosi gli incarichi professionali aventi ad oggetto la difesa di enti e privati avanti l’Autorità Giudiziaria Amministrativa, e quelli relativi a consulenze in materia “ur-banistica”. Ricordiamo anche le collaborazioni a riviste del settore urbanistico e le sue molte pubblicazioni, tra libri, monografie e articoli. Riconoscendo la grande professionalità dell’Avv. Pagano e la sua devozione alla profes-sione e allo studio del diritto, gli consegniamo la medaglia d’oro, quale simbolo di bene-merenza, stima e ammirazione nei suoi confronti. PECORELLA Gaetano Esercita la professione di avvocato dal 1967, iniziando l’attività professionale presso lo studio dell’Avv. Prof. Gian Domenico Pisapia. Alla brillante carriera di avvocato si aggiunge una felice carriera accademica (ricordiamo che nel maggio 1985 ha vinto il concorso di Professore Associato della Cattedra di Istitu-zioni di diritto e procedura penale presso la facoltà di Scienze politiche di Milano). Dal 1987 al 1990 è Vicepresidente dell’Unione Camere Penali, di cui nel 1994 viene eletto Pre-sidente, ma nel 1998 si dimette dalla carica per candidarsi al Parlamento italiano. In qualità di deputato, dal 1998 al 2013 è primo firmatario di moltissime proposte di leg-ge. È stato componente della Commissione speciale del Consiglio Regionale della Lombardia per la criminalità ed i problemi carcerari. È intervenuto in numerosi congressi, convegni e tavole rotonde in materie giuridiche o riguardanti la tutela dell’ambiente. È infine autore di tantissimi articoli e saggi pubblicati su riviste e quotidiani. Un professionista e un cultore del diritto, che ha saputo conciliare l’intensa attività lavora-tiva all’impegno politico, senza trascurare la profonda passione per i viaggi, la vela, l’arte e la poesia. Una figura di chiara fama non solo nel panorama giuridico, che desideriamo premiare per il suo grande impegno con questa medaglia d’oro. PENCO Felice Cinquant’anni di professione rappresentano un immenso patrimonio di esperienze. Alcu-ne lasciano un segno più profondo di altre. Per l’Avv. Penco vi è innanzitutto l’inizio dell’attività forense, avvenuto nel 1967 con l’ingresso nello studio dell’Avv. Mario Pogliani, e la possibilità di assistere alle conversa-zioni tra lo stesso Avv. Pogliani e alcuni autorevoli esponenti del Foro milanese (i profes-sori Casella, De Longhi, Crespi, o gli avvocati Majno, Bandini, Mazzola), i quali gli hanno

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fatto comprendere fin da subito quanto sia impegnativa e difficile la professione di avvo-cato. In seguito vi sono stati gli anni di fattiva e preziosa collaborazione con l’Ordine, dal quale ha ricevuto l’incarico di insegnare diritto civile presso il Circolo Giuridico di Via Cappuccio, nei primi anni di attività, e poi ― per circa un decennio ― ai praticanti, in preparazione all’esame di abilitazione alla professione. Infine, ad colorandum, non può essere trascurata la rubrica “L'Avvocato dei lettori” sul set-timanale Grand Hotel, curata per vent’anni: un’esperienza non solo giuridica ma soprattut-to di vita vissuta! A Felice Penco consegniamo la medaglia d’oro per aver affrontato questi cinquant’anni con l’entusiasmo e l’energia che lo accompagnano nel lavoro come nella vita. RAY Claudio L’Avv. Claudio Ray si è diplomato al Liceo classico dello storico Collegio San Francesco dei Padri Barnabiti di Lodi. Ha svolto la pratica professionale presso l’Avv. Pericle Felisa-ri. Durante la sua vita professionale ha assistito aziende di rilevante livello economico qua-li Torno s.p.a, CGE General Electrics, Internazionale SC. È esperto in materia commer-ciale e fallimentare. Ritira la medaglia conferita a Claudio, l’amico Avv. Adolfo Laviani. RIGHETTI Mario Si laurea nel 1964 all’Università Statale di Milano con il massimo di voti e lode in diritto ecclesiastico con il prof. Cesare Magni che descrive così: «un professore di diritto che non faceva l’avvocato, di vasti interessi, portatore di una visione laica e alta del diritto». In tutti questi anni di professione l’Avv. Righetti si è occupato, soprattutto in sede giudi-ziale, di vari rami del diritto civile: in particolare, diritto del lavoro, diritto societario e commerciale, con riguardo anche al diritto d’autore e al diritto industriale, nonché diritto di famiglia, delle locazioni e condominiale. Ci ha scritto che un tempo pensava di giungere alla sua età vedendo il lavoro con un certo distacco, ma non è stato così: andando avanti, si preoccupa maggiormente e si accorge che c’è sempre da studiare, approfondire e impa-rare. Con questo simbolica medaglia rendiamo merito alla dedizione con cui l’Avv. Righetti ha esercitato la professione di avvocato negli ultimi 50 anni. RIPOLI Vito Antonio Si laurea nel 1963 presso l’Università degli Studi di Bari con il prof. Gino Giugni, e inizia il praticantato presso lo studio di un collega di Milano al quale continua tutt’oggi ad essere grato per gli insegnamenti ricevuti. Da allora esercita in autonomia la professione forense, anche intrattenendo nel corso degli anni proficue e piacevoli collaborazioni con altri col-leghi. Il collega Ripoli si occupa, sia in ambito stragiudiziale sia in ambito giudiziale, di diritto del lavoro, di diritto societario e commerciale, con particolare riferimento ai contratti di im-

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presa, e di diritto della responsabilità civile, segnatamente di responsabilità professionale, medica e degli amministratori. Da sempre, presta una speciale attenzione alla formazione professionale e deontologica di giovani collaboratori che si sono succeduti nel Suo studio. Non ultima, anche la figlia Francesca, destinata a raccogliere l’eredità dello studio. La de-dizione alla professione, peraltro, non gli ha impedito – anzi, lo ha stimolato – ad impe-gnarsi attivamente nella vita politica e culturale di Milano. Con grande ammirazione, consegniamo all’Avv. Ripoli la medaglia d’oro per una carriera svolta con ossequio alla legge, all’onore e alla morale. ROMEO Giuseppe Bruno La laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli – Federico II nel 1963 e l’iscrizione all’Albo degli Avvocati di Milano tre anni più tardi aprono la strada del-la lunga e onorata carriera dell’Avv. Giuseppe Bruno Romeo, che in questi cinquant’anni mai si è risparmiato, dedicandosi con talento e professionalità a diverse aree giuridiche. La sua azione professionale spazia infatti dalla consulenza e assistenza giudiziaria in materia civilistica, amministrativa e di giurisdizione contabile, all’attività giudiziaria in materia di appalti, all’assistenza in procedimenti arbitrali, in alcuni dei quali ha assunto anche il ruolo di componente di collegio. Tanti dunque sono i motivi di orgoglio nella sua intensa carriera. Siamo certi che tra questi vi sarà anche la medaglia che oggi siamo felici di consegnargli. ROTA MASOTTI Raffaella Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano, Raffaella Rota Masotti svolge la pratica forense presso lo studio dell’Avv. Maurizio Ulrich-Bansa e dell’Avv. Giuliana Fuà, protagonista della storia del diritto di famiglia in Italia. Raffaella inizia a occuparsi proprio di diritto di famiglia, divenuta avvocato nel 1967 e poi per quindici anni, insieme con il marito Gianni Masotti. Con lui, a partire dagli anni ’80, inizia a dedicarsi anche al leasing finanziario e al franchising. Da allora l’assistenza a socie-tà e banche e il diritto commerciale in genere divengono la sua principale area di attività, e fonte di importanti soddisfazioni professionali: era il 1983 quando, in una causa di leasing in Cassazione, ottiene il riconoscimento della liceità di questo contratto atipico. Oggi continua a lavorare negli stessi ambiti professionali con i figli Luca, avvocato, e Francesca, dottore commercialista. Vogliamo onorare la professionalità e la determinazione di Raffaella consegnandoLe que-sto piccolo segno della nostra amicizia e stima. SALVADORI DEL PRATO Guido La brillante carriera forense, avviata dopo una laurea in Giurisprudenza con tesi in diritto amministrativo all’Università degli Studi di Milano nel 1964, non impedisce all’Avv. Gui-do Salvadori del Prato di dedicare tempo ed energie a diverse attività legate sempre alla giustizia e all’Avvocatura.

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Diviene perciò Vice conciliatore di Milano dal 1973 al 1982; più volte Commissario negli esami di abilitazione all’esercizio della professione in materia costituzionale, tributaria e amministrativa; componente del Direttivo del Sindacato Avvocati di Milano negli anni ’80 dirigendone, per qualche tempo, il periodico; Segretario prima, nel 1989, e Presidente in seguito di AssoAvvocati. Importante e duratura, inoltre, è stata la collaborazione con la Rivista del Consiglio dell’Ordine Avvocati di Milano, dal 1999 al 2014, della quale Guido Salvadori del Prato ha tenuto la rubrica “Spigolature dalla stampa forense”, regalandoci ― da attento osservatore ― curiosità, approfondimenti e riflessioni, cenni storici e notizie d’interesse per noi avvo-cati. Non ultimo, il servizio reso all’Avvocatura, dal 2009 al 2013, come componente del Co-mitato dei Delegati della Cassa Forense. Celebriamo dunque oggi la sua professionalità, ma anche la dedizione all’Avvocatura di-mostrata con le tante attività svolte, per le quali vogliamo ora ringraziarlo. SAVI Gian Paolo Gian Paolo Savi, avvocato e professore universitario, nasce a Parma nel 1941 e consegue la laurea in Giurisprudenza, con 110/110 e lode, presso l'Università della stessa città. Prosegue gli studi in diritto commerciale con il Prof. Remo Franceschelli, ordinario di diritto commerciale nell'Università Statale di Milano, e diventa assistente, prima volon-tario e poi ordinario, nella medesima cattedra fino al 1973. La sua carriera universitaria prosegue nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Uni-versità di Parma, come Professore incaricato prima di diritto bancario e poi di diritto commerciale, e in seguito come Professore associato di diritto commerciale, posizione conservata fino al 1990, anno in cui ha lasciato l'attività accademica per dedicarsi unica-mente alla professione. Numerose sono le sue pubblicazioni nell’ambito del diritto commerciale, industriale e fal-limentare. L’attività professionale ha riguardato, sia nell’ambito giudiziale sia in quello stragiudiziale, il settore civile e, in modo particolare, la materia societaria, i contratti di ac-quisizione o cessione di società, le partecipazioni societarie, i contratti d'affitto d'azienda o di rami d'azienda. Molteplice è stata, inoltre, l’attività di consulenza, sempre nel campo societario, e l’assistenza in procedimenti davanti alla CONSOB. Non mancano, infine, gli incarichi assunti, con riferimento ad arbitrati rituali e irrituali in materia societaria e con-trattuale, in qualità di arbitro di parte o di presidente del collegio arbitrale o, ancora, di di-fensore. Vogliamo, dunque, premiare Gian Paolo Savi per il grande impegno profuso e per il rilevante contributo offerto come professionista e come cultore del diritto. SCHEMBARI Salvatore L’Avv. Salvatore Schembari consegue la maturità presso il liceo classico Giosuè Carducci di Comiso e il diploma di laurea in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Catania.

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Con il trasferimento a Milano, svolge la pratica forense presso l'Avv. Bartolo Ferreri, av-vocato civilista anch’egli nativo di Comiso, attraverso il quale conosce l'Avv. Renato La-viani, presso il cui studio prosegue la pratica professionale e conosce il figlio Adolfo, con il quale continua tutt’oggi a intrattenere rapporti di amicizia e professionali. Nel corso della sua carriera di avvocato assiste diverse importanti imprese commercia-li, dedicandosi in modo precipuo al diritto commerciale, successorio e amministrativo, e improntando i rapporti professionali al più rigoroso comportamento di rispetto della legge e di lealtà nei confronti dei colleghi, dei clienti e di tutte le persone con le quali tratta gli affari affidati alle sue cure. Vorremmo che la medaglia d’oro consegnata oggi dall’Ordine possa essere il simbolo tan-gibile del rispetto e dell’apprezzamento che l’Avv. Salvatore Schembari ha saputo racco-gliere da parte di tutti. SCHIAVONI Mario Piero Si è iscritto all'Università di Legge per rispettare la lunga tradizione di famiglia, sebbene fosse attratto dallo studio della storia, della sociologia e dell'economia politica, a tal punto da puntare su una doppia laurea. Si laurea quindi discutendo una tesi in Diritto Civile. L'evoluzione del Diritto del Lavoro, con lo Statuto dei lavoratori, della disciplina sulle lo-cazioni, l'introduzione del divorzio, hanno costituito per l’Avv. Schiavoni delle occasioni di studio e di stesura di atti per altri avvocati pressati dalla quotidiana gestione professio-nale del loro studio. Quando un cliente gli esponeva il suo problema, si chiedeva solo se potevo essergli utile, e quando lavorava per lui si riproponeva di agire in modo tale che chiunque gli fosse suben-trato ed avesse visto il suo operato potesse concludere, indipendentemente dal risultato, dicendo che l’Avv. Schiavoni si era giocato bene le carte che aveva. Un paio di volte il Foro Italiano ha dato notizia di controversie nelle quali figurava come difensore di assunti di una certa rilevanza. Mario Piero ci ha scritto: «ho fatto l’avvocato come volevo, con gioia ed entusiasmo, in un tempo quando le persone mi sembravano migliori», così sintetiz-zando quelle doti che oggi gli valgono la medaglia d’oro per mezzo secolo di professione. SIDOTI Agrippino Nato nel 1938 a Mineo, Agrippino Sidoti si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Catania con tesi in diritto civile sull’istituto della datio in solutum. Con l’iscrizione all’Albo, nel 1967, fonda il proprio studio in Milano. Nel 1984 avvia lo studio a Limbiate e, infine, nel 1999, diviene socio fondatore dello studio Sidoti & part-ners che fornisce assistenza e consulenza legale, sia giudiziale che stragiudiziale, nell’ambito di svariati campi del diritto, in favore di privati, imprese e istituti bancari. Il riconoscimento che consegniamo all’Avv. Sidoti è il segno di riconoscimento verso un collega che da oltre cinquant’anni si dedica alla professione legale con costanza, impegno, correttezza e rigore.

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SINIRAMED Paola Laureata magna cum laude all’Università degli Studi di Milano, l’Avv. Paola Siniramed entra immediatamente a far parte dello Studio del Prof. Cesare Grassetti di cui è stata per molti anni non solo sostituta, ma anche assistente alla Cattedra di Diritto Civile. Successivamente entra a far parte dello Studio Trifirò & Partners di cui è Partners Fonda-trice e dove ancora oggi esercita la professione. Volentieri affidiamo alla collega Avv. Giovanna Vaglio la medaglia d’oro per Paola Sini-ramed. TANCREDI Giovanni Dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita presso l’Università di Napoli nel luglio 1964, l’Avv. Giovanni Tancredi svolge la pratica forense a Potenza, sua città natale, dove sostiene e supera l’esame di abilitazione nel 1966. Terminato nel dicembre 1968 il servizio militare, si trasferisce a Roma e poi a Milano. Nella nostra città ha il piacere di conoscere, nel 1976, l'Avv. Carlo Invernizzi, presso il cui studio collabora e, contestualmente, svolge la propria attività professionale sino all’ottobre scorso, quando richiede la cancellazione dall’Albo. Siamo certi che l’Avv. Tancredi sia fiero di aver speso cinquant’anni della propria vita per la difesa dei diritti, assolvendo così in modo irreprensibile la fondamentale funzione dell’avvocato nella società. TIZZONI Filippo Conclusi gli studi classici presso il Liceo Parini di Milano, Filippo Tizzoni indirizza la pro-pria scelta universitaria verso la facoltà di Giurisprudenza – sono le sue parole – «per la fi-gura carismatica che aveva assunto nel mio immaginario “l'Avvocato”». Durante gli anni passati all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha anche la-vorato: dapprima in un istituto di credito e poi in qualità di professore di italiano, presso una scuola media inferiore di Rho. Proprio l’esperienza dell’insegnamento rap-presenta un ricordo piacevole, così come lo sono i volti delle persone che ha potuto incontrare nei tanti anni di professione forense. Ad essa Filippo ha dedicato gran parte della sua vita, con la speranza – che per tutti noi è certezza – di aver esercitato al mas-simo delle sue capacità, in maniera eticamente e moralmente corretta, per la realizza-zione delle aspettative degli assistiti. Nel presentarsi quest’oggi, desidera esprimere dei ringraziamenti, che vogliamo di cuore condividere. In primo luogo, a due carissimi colleghi e amici che purtroppo non sono più con noi ma con i quali ha sempre intrattenuto rapporti di grande amicizia e stima: il Prof. Aldo Cenderelli, per l’aiuto ricevuto da praticante nel muovere i primi passi nel mondo forense, e l’Avv. Alberto Caccia Dominioni, suo maestro di professione e di vita, con il quale ha condiviso lo studio per numerosi anni. Infine, desidera ringraziare tutti i suoi col-laboratori, passati e presenti, senza dei quali ritiene che non avrebbe potuto compiere al meglio il suo lavoro.

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A questo punto, non possiamo che ringraziare noi l’Avv. Tizzoni per l’esemplare carriera e per non aver mai perso di vista i valori fondamentali della nostra professione! TOMASSINI Ermanno I ricordi dell’Avv. Ermanno Tomassini si soffermano innanzitutto sulla laurea, conseguita nel 1964 con una tesi sull’avviamento commerciale, discussa con il Prof. Mario Rotondi per il quale la sua stima è rimasta tutt’ora inalterata. Vi è poi la pratica forense, svolta nello studio Morvillo, dove ha potuto beneficiare dell’insegnamento di grandi maestri di vita e di professione. Si definisce “avvocato di aula”, perché nei cinquant’anni di attività ritiene di non aver esercitato solo davanti alla Corte Costituzionale e al Tribunale delle Acque Pubbliche. Manifesta una predilezione per il diritto penale, che ancora oggi rappresenta il settore in cui svolge in prevalenza la sua attività. Per Ermanno, cinquant’anni di professione a Milano vogliono dire molto. Sicuramente si-gnifica aver assistito a enormi mutamenti nei costumi, ma anche ai rivolgimenti sociali e politici che hanno segnato la storia del nostro Paese. Nel constatare con dispiacere i cambiamenti avvenuti anche nella professione, che negli ultimi anni gli «sembra diventata stretta e avvilente», rivendica con forza il diritto e dovere di libertà per l’Avvocatura: un principio che ha imparato in questi cinquant’anni dai maestri e dai colleghi che lo hanno aiutato e sorretto con l’esempio e la parola. Davanti a noi si presenta un uomo che ricorda con affetto le persone, professionisti e so-prattutto amici, che hanno contribuito a fare di lui un eccellente e indefesso avvocato. Anche per questo Ermanno Tomassini riceve con merito questo riconoscimento da tutti noi. TREVES Tullio Rodolfo Siamo dispiaciuti che il Professor Treves non possa oggi intervenire a questa Cerimonia. Ciò non ci impedisce, tuttavia, di percorrere per brevi cenni la sua encomiabile vita pro-fessionale. Nasce a Tucuman in Argentina nel 1942. Laureato in giurisprudenza alla Statale di Milano nel 1964 ha avuto una carriera che gli ha consentito di svolgere le più diverse funzioni del giurista: è Professore universitario ordina-rio di diritto internazionale in varie Università italiane e soprattutto a Milano Università Sta-tale dal 1982 al 2011; è docente e conferenziere in Università di tutti i continenti. Giurata-diplomatico consigliere giuridico della Rappresentanza italiana alle NU a New York e in vari negoziati internazionali, è giudice internazionale membro del Tribunale internazionale del diritto del mare dal 1996 al 2011; è arbitro in controversie tra Stati; avvocato davanti alla Corte internazionale di Giustizia e a Tribunali arbitrali internazionali. Dal 2012 svolge la funzione di consulente di diritto internazionale nella sede milanese di un grande studio, ove si occupa di arbitrati in tema di investimenti. E’ autore di numerose opere giuridiche in varie lingue tra cui il manuale “Diritto Internazionale, problemi fon-

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damentali”. È infine membro dell'Institut de droit international e del Curatorium dell’Accademia di diritto internazionale dell'Aja. Nel consegnare la medaglia d’oro alla moglie, la preghiamo di portare a Tullio i nostri più affettuosi saluti e gli auguri di una pronta guarigione! VEDANI FANTONI Costanza Conseguita la maturità classica al Liceo Cairoli di Varese, si laurea in Giurisprudenza nel 1962 presso l’Università degli Studi di Milano, discutendo una tesi in diritto amministrati-vo con il Prof. Amorth. Compiuta la pratica e superato l’esame di procuratore a Milano, si è inizialmente iscritta all’albo degli Avvocati e Procuratori di Varese. Nei primi anni di attività acquisisce competenze in consulenza e assistenza legale, sia sul piano contenzioso sia in ambito stragiudiziale, cimentandosi in azioni possessorie, denun-zie di nuova opera e di danno temuto, nonché controversie in materia di servitù. Trasferitasi a Milano, continua la propria attività professionale presso un importante Stu-dio, dove si occupa inizialmente di decreti ingiuntivi e di procedure esecutive, di cause di opposizione a decreto ingiuntivo e, in seguito, di vertenze contrattuali e di infortunistica stradale. Con il matrimonio decide di lavorare in proprio per poter far fronte agli impegni professionali e a quelli della famiglia. Negli anni ha ampliato la tipologia di attività, seguendo tra l’altro vertenze relative al risar-cimento dei danni alle persone, cause in materia di famiglia, in particolare dedicandosi con impegno a vertenze con protagonisti i minori. A nome di tutto il Consiglio, Le consegno la medaglia d’oro, con cui desideriamo premia-re tanto le Sue doti professionali quanto quelle umane. VERNA Maria Rosa Originaria dell’Aquila, consegue nella stessa città il diploma classico presso il Liceo Do-menico Cotugno. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza prima a Roma, presso l’Università La Sapienza, e poi a Milano, presso l’Università degli Studi, dove si laurea nel febbraio del 1964. Dopo un anno sabbatico, matura la decisione di intraprendere la pro-fessione forense, iniziando la pratica presso uno studio professionale con il quale collabo-ra anche successivamente all’iscrizione all’Albo, avvenuta nel 1967. Tre anni più tardi – sottolinea Maria Rosa, con «coraggio, per quei tempi per una donna» – avvia uno studio del tutto autonomo e, da allora, esercita la professione forense concentrandosi in particolare sulla materia previdenziale e successivamente sulla materia della riscossione coattiva. Di sé scrive: «Ho svolto la mia attività con professionalità, correttezza ed entusiasmo, principi che mi hanno sempre stimolato a proseguire anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile e che ancor oggi rappresentano gli elementi portanti dalla mia professione, sui cui valori credo fermamente come credo nel rispetto delle istituzioni. Ho avuto grandi soddisfazioni anche sul piano personale avendo avuto il consenso

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sia da parte delle mie controparti sia da parte dei magistrati che ho incontrato nel corso del mio lungo per-corso professionale». Siamo convinti che non vi possa essere motivazione più adeguata per consegnare questa medaglia d’oro all’Avv. Maria Rosa Verna! VILLATA Riccardo Avvocato da cinquant’anni e studioso del diritto amministrativo, Riccardo Villata è rap-presentante di grande lustro per il nostro Foro. Nasce a Parma nell'agosto 1941, si laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano nel 1964 magna cum laude, è iscritto all'Albo degli Avvocati di Milano dal 1966. Professore ordinario di diritto amministrativo dal 1975, è nominato anche Professore Emerito. Questi sono i tratti essenziali di Riccardo Villata. Sappiamo però che la sua carriera di avvocato e di studioso del diritto comprende nume-rosissimi prestigiosi incarichi, pubblicazioni e riconoscimenti. Si può quindi rammentare che è Presidente dell'Associazione tra gli studiosi del processo amministrativo e Direttore della Rivista “Diritto processuale amministrativo”. È stato Di-rettore scientifico del “Centro di studi sulla giustizia” istituito presso la Facoltà di Giuri-sprudenza dell'Università degli Studi di Milano. È autore di numerosi articoli, saggi e monografie che hanno contribuito alla costruzione della cultura giuridica di generazioni di avvocati, magistrati e docenti universitari. Non mancano nel suo curriculum la redazione di progetti di legge anche in tema di servizi pubblici locali e la partecipazione alla Commissione incaricata di predisporre il testo del de-creto delegato di riforma del processo amministrativo. Affianca all'ordinaria attività in sede giudiziaria, quella di presidente o membro di collegi arbitrali in controversie attinenti a questioni in materia pubblicistica, nonché di consulente e patrocinatore nei procedimenti di competenza delle Autorità indipendenti. Nel 2011 ha ricevuto il Premio Sorrentino quale “insigne cultore del diritto amministrativo” e figura ormai da tempo quale professionista di massimo livello nel nostro Paese nel campo del diritto amministrativo secondo “Chamber's Europa” e “Legal 500”. È per noi un onore e motivo di orgoglio celebrare la cultura giuridica e la professionalità dell’Avv. Prof. Riccardo Villata, al quale consegniamo questo segno della gratitudine di tutti noi. VOLTA Fabio L’Avv. Volta si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza solo dopo aver frequentato per due anni i corsi di architettura, nonostante – come ci racconta – «la conseguita maturità al liceo classico certo non lo consigliasse». Da studente del primo anno di legge, “prende servizio” presso lo studio dell’Avv. Pietro Parrinello. Del suo dominus Fabio Volta ricorda l’assolutamente gratificante esempio offerto: è a lui che deve, infatti, «il privilegio d’aver nell’animo, nella mente e nel cuore tutti profondamente radi-

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cati i sentimenti di serietà e signorilità dei gesti, l’incisivo spirito di Colleganza, l’aver appreso l’importanza della parola spesa, vuoi con i Colleghi vuoi con i Clienti». Seguono la laurea, conseguita nell’infausto giorno dell’omicidio del Presidente J.F. Kennedy, le nozze e l’avvio dello studio legale con l’amico fraterno Daniele Del Vicario, con il quale ha potuto lavorare in armonia e condividere «ogni aspetto di vita e senza mai alcuno screzio» fino agli anni 2006-2007, quando Daniele, colpito da una grave malattia, è costretto ad abbandonare la professione. L’Avv. Volta ricorda i «risultati buoni, utili ed anche proficui» ottenuti essenzialmente nel cam-po civilistico, con rare incursioni in quello penale, ma anche le frequenti occasioni in cui ha potuto bere il caffè o l’aperitivo con l’amico Peppino Prisco, nel periodo in cui aveva-no lo studio nel medesimo stabile. Cinquant’anni di professione forense e di amicizie intense. Il grande dolore per la scom-parsa, nel 2010, dell’amico di una vita e il conforto della vicinanza della figlia Claudia che con Fabio condivide anche la professione. Desideriamo onorare tutto ciò con la meritata medaglia d’oro che oggi gli consegniamo. ZANOCCOLI Giovanni Dal Leone XIII all’Università Cattolica e alla tesi di laurea in Diritto costituzionale con il professor Balladore Pallieri, quando la Costituzione era ancora bambina e molto c’era da fare per attuarla, prima di modificarla… Da mezzo secolo si occupa di Diritto civile, con particolare riferimento alle vicende societarie, aziendali e bancarie: dalla contrattualistica all’immobiliare, passando per concorrenza, inquinamento, lavoro, contraffazioni, proce-dure concorsuali ed esecutive. Ma anche diritto di famiglia e tributario. Ma da mezzo secolo è anche felicemente sposato, e non trascura l’interesse per l’arte e le letture, né per lo sport, dallo sci e la montagna, al tennis e alla vela. Oggi siamo onorati di festeggiare l’Avv. Zanaccoli per i suoi primi cinquant’anni di pro-fessione forense … e per le nozze d’oro!

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Non sono potuti essere presenti quest’oggi, ma è mio piacere ricordare in ogni caso, i col-leghi Francesco CIMMINO GIBELLINI, Damiano CORONNELLO, Gianfranco DI SIENA, Sergio EREDE, Orazio MIGLIORE, Franco SOTGIU, Paolo Maria TABELLINI, Renzo ZANNA, ai quali auguro un proficuo proseguimento di carriera, finanche al conseguimento della medaglia per il 70° anniversario di iscrizione all’Albo! Concludo la consegna delle medaglie d’oro, accumunando in un unico, sincero elogio fi-nale tutti gli illustri colleghi dei quali abbiamo celebrato il cinquantennio professionale. Vogliamo anche ricordare con un doveroso omaggio alla memoria il collega Giuseppe SANTORO, recentemente scomparso. Invito a ritirare la medaglia d’oro la moglie e col-lega Dina Galante.

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Mi accingo a consegnare il sigillo in argento di San Gerolamo, protettore dei giureconsulti, per i 70 anni di attività professionale. I due avvocati che hanno raggiunto questo incre-dibile traguardo, e che già hanno ricevuto 20 anni fa la medaglia d’oro, meritano un no-stro grande applauso! PIGLIASCO Renato Pochissime, ma assai significative le parole che il collega spende per raccontare la sua lun-ga e onorata carriera professionale. Afferma che il suo quasi coetaneo Giuseppe Prisco, vicepresidente dell’Inter, non lo avrebbe premiato. Ma, per sua fortuna, Renato, napoletano di nascita e laureato nel 1945 nella città partenopea, fresco reduce di guerra nell’Aeronautica, consigliere del Milan e poi vicepresiden-te dal 1980 al 1982, compie i 50 anni di iscrizione all’Albo milanese a Capodanno 1997, quan-do Prisco ha ormai lasciato da 15 anni la presidenza dell’Ordine. Oggi, al traguardo dei 70 anni di professione, l’Ordine premia la sua tenacia per la se-conda volta, distogliendolo per qualche ora dalla passione per i libri e dalla cura della sua biblioteca. VITALE Lorenzo Lorenzo Vitale si laurea giovanissimo in giurisprudenza, e subito assume a Catania le re-dini del rinomato studio del padre, prematuramente scomparso. Negli anni che seguono, acquisisce graduale specializzazione nel diritto societario e nell’ambito delle procedure concorsuali. Nel 1975 apre lo Studio di Milano, che ben presto accoglie anche i figli, Concetta e An-drea, entrambi avvocati, qui presenti per ritirare il riconoscimento dell’Ordine al posto del padre Lorenzo. Possiamo sottolineare che l’Avv. Vitale continua a esercitare secondo l’impegno solenne assunto nel lontano 1947, facendosi esempio di deontologia e del primato morale della professione forense, osservando con lealtà, onore e diligenza i propri doveri, per i fini del-la Giustizia e a tutela degli assistiti. Di lui ci piace citare un brano della rivista di Alberto Scabelloni, “Splendori, glorie ed armonie del Foro”: «ha una parola colorita ed elegante, una profonda preparazione tecnica e gira tutta la Sicilia, partecipando a gravissimi processi in Corte di assise ed in Tribunale. Non gli potrà mancare quella splen-dida carriera che merita per le eccezionali doti di mente e di cuore». Una splendida carriera coronata anche dal sigillo di San Gerolamo che oggi – attraverso i figli – gli viene consegnato.