Carderi Anna: Deficit erettile: il punto di vista della donna. Congresso sezione L.A.M.S. S.I.A....
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La disfunzione erettile inevitabilmente modifica
la qualità della vita del paziente e quella
della sua compagna.
La DE si traduce e viene
percepito dalla donna
come un attacco alla
propria identità e può
scatenare tutto un
corollario emozionale che
mina il suo benessere
psicosessuale
• facilità al pianto
• insonnia
• stile alimentare
inadeguato
•ansia e depressione
•sensi di colpa
•calo dell’autostima
•frustrazione
•rabbia e irritazione.
In una meta-analisi del 2001, Grazia Doreytrovò, in tutta la letteratura scientifica internazionale dal 1986, solo 26 articoli in cui si fa menzione della partner nella DE.
Fu solo nel 1999 che venne pubblicata una scala di valutazione che ne teneva conto (EDITS, S. Althof ).
È innegabile tutti noi misuriamo la nostra autostima,
femminilità/mascolinità e
desiderabilità in base a quanto
sessualmente risponde bene il
nostro partner.
Questo atteggiamento
quando si verifica un problema di disfunzione erettile
può innescare ingiustificati sentimenti di
abbandono e di rifiuto.
Ecco che la disfunzione, viene
assunta come l’incapacità di
procurare un’erezione valida al
proprio partner e genera nella
donna confusione,
disorientamento, paura del
tradimento, paura di non essere
più seduttiva ed attraente.
Paura di essere abbandonata
Frustrazione e stati d'animo
negativi
Rabbia e odio verso il partner
La voglia di evadere e cercare
altrove quello che lui non può
darle
Ciò porta la donna ad
evitare i contatti
corporei e i rapporti
sessuali al fine di
salvaguardare la stima
di sé
Da qui la diminuzione del desiderio e
del grado di soddisfacimento
sessuale nei confronti del partner.
Nelle donne, l’insorgenza di una DE, aumenta la
probabilità di sviluppare dei disturbi sessuali:
- disturbi del desiderio
- disturbi dell’eccitazione
- disturbi dell’orgasmo
- minore piacere nei rapporti sessuali
(Crowe, 2003; Fisher, 2005; Schindel , 2005)
26%
31% 31%
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24
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32
desiderio
eccitazione
orgasmo
…. si arriva ad un progressivo distacco e
disinteresse sia sul piano affettivo, fisico e
sessuale: permane la convivenza ma con
una reciproca sensazione di fallimento.
(N. Lalli; N. Liberti )
Tutto ciò innesca una catena di sensi di colpa e
di accuse reciproche che minano il rapporto
e la propria identità.
In tutti questi casi in cui
c'è una richiesta di
aiuto sul piano
psicologico o medico,
bisogna muoversi
con molta cautela.
Dal primo incontro con la
coppia, compito del
professionista è quello
di creare un’atmosfera
che nutra una relazione
di fiducia.(Asero et. al.)
Quest’atmosfera è basata sull’apertura ed il
reciproco rispetto.
Alle coppie deve essere data l’opportunità di
fare domande in qualsiasi momento.
Soprattutto, deve essere data loro
l’opportunità di esprimere le proprie idee su
diagnosi e terapia.(Asero et. al.)
Qualunque sia il trattamento, soprattutto nel
caso sia stata la donna ad aver richiesto
l’appuntamento, il suo coinvolgimento è
doveroso non solo per rispettare il suo ruolo
e la sua identità all’interno della coppia ma
anche per prevenire l’instaurarsi di
sentimenti di esclusione che possano minare
la terapia.
La partner, durante il periodo del Trattamento, potrebbe sentirsi:
emarginata e "passivizzata" se non sufficientemente informata e resa affettivamente partecipe delle cure a cui il suo partner è sottoposto.
affettivamente "trascurata" perché l'attenzione del medico e del suo compagno può essere rivolta più su se stesso, sul suo corpo e sulle terapie mediche, e non sulla presenza e i bisogni di lei.
(Asero et. al.)
Quando ciò accade il rischio che la donna boicottila terapia è alto.
È importante per il medico riconoscere ed evitareeventuali boicottamenti al trattamento.
Soprattutto se si opta per la farmacoterapia.
L’abbandono del trattamento su decisione della partner è tutt’altro che raro:
34% nello studio PISTES di Desvaux e Corman del 2004 , e 24 % per Colson, 1995.
37% di interruzione del trattamento per via orale a causa della decisione della partner per Mac Cullough in uno studio del 2002.
9% i casi di abbandono di un trattamento perfettamente efficace per la DE perché la partner non si sente soddisfatta. (Armstrong, 1994)
Colpo, evidenzia come la probabilità di utilizzo del farmaco prescritto è direttamente proporzionale al coinvolgimento della partner nella terapia.
Vi sono circostanze in cui la comparsa di una disfunzione erettile nel partner è accolta come una vera e propria liberazione.
Si tratta, in questi casi, di donne che non hanno mai sperimentato un rapporto sessuale gratificante: sono partner che possono, perciò, minare alla base il successo di ogni intervento medico o psicologico.
Talvolta preferiscono addirittura un partner che “non funziona” sessualmente, perché lo considerano più controllabile.
14%
64%
30%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
partner ostile
partner passivo
partner positivo
Il partner ricorrendo al farmaco per favorire l’erezione, dimostri di tenere molto al rapporto di coppia e dia importanza a una relazione sessuale soddisfacente per entrambi.
L’uso del farmaco può far sentire la donna defraudata del proprio ruolo erotico tanto da vivere la cosa come un attacco alla propria autostima.
Possono ritenere che l’erezione ottenuta con l’aiuto di un farmaco non abbia lo stesso valore rassicurante di quella spontanea
… “Voglio essere io ad eccitare il mio uomo”
… “Se non funziona con me, non deve poter
funzionare con una pillola”
… “La terapia è costosa e come coppia-famiglia
non possiamo permettercela”
… “La sessualità è una cosa naturale: quando è
finita, è finita”.
La comparsa di uno stimolatore esterno può
inoltre de-responsabilizare la donna,
inducendola magari a curarsi meno
dell’aspetto fisico, a tralasciare i gesti e la
pratica della seduzione o a curare meno il
legame di coppia, oppure ancora, a
impoverire la relazione anche in altri ambiti.
È importante per il medico essere
consapevole di questi
meccanismi, così da
comprendere meglio le reazioni
della coppia e richiedere
l’intervento psicosessuologico
Perché è evidente che in questi casi la
disfunzione erettile è un evento che fa
precipitare un equilibrio già precario
dei singoli componenti
della coppia. (N. Lalli; N. Liberti)
La terapia psicosessuologica
Il problema sessuale che nasce all’interno della
coppia è un problema di coppia
è necessario che la coppia, al fine di
affrontare e superare il problema,
consideri l’impotenza
del partner
come una condizione
della coppia.
La coppia che arriva in terapia è
una coppia che ha perso ogni
motore erotico o sensuale.
rende difficile o distruttiva la comunicazione
all’interno della coppia
riduce o annulla “la complicità” amorevole tra
partner, anche in altri ambiti e rispetto ad altri
obiettivi
il linguaggio del corpo diventa rigido e
distante.
modifica la vita sessuale e relazionale
cambia il rapporto con i propri genitali
Althof, S., Corty, E., Levine, S., Levine, F., Burnett, A., McVary, K., Stecher, V., Seftel, A.
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treatments for erectile dysfunction. Urology 1999, vol. 53, no4, pp. 793-79
Atiemo HO, Szostak MJ, Sklar GN. Salvage of sildenafil failures referred. from primary care
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Colson MH., Les femmes face à la dysfonction érectile : problème d’homme, regards de
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Desvaux P, Corman A Hamidi K, Pinton P Prise en charge de la dysfonction érectile en
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