Capitolo 6 La Teoria della Mente · 2019-11-19 · < di 2 anni: segnali precursori della teoria...
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Cos'è la teoria della mente?
1) Definizione
2) Quali sono i precursori
3) Individua gli effetti nella vita quotidiana
4) Individua l'età a partire dalla quale si manifesta
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Mentalizzazione & Competenza sociale
Definizione ToM / abilità di mentalizzazione:- Capacità di attribuire stati mentali a sé e agli
altri
- Comprendere che il comportamento deriva proprio da tali stati mentali
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Mentalizzazione & Competenza sociale
Livelli di competenza:
… continuum ...
Adeguatezza Compromissione
Dimensioni compromesse:Pensiero simbolico/rappresentativo
Abilità sociali
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Mentalizzazione & Competenza sociale
Dimensioni compromesse:- Pensiero simbolico/rappresentativo
- Abilità sociali
Perché:- Difficoltà di comprendere, rappresentare,
immaginare etc. la mente altrui;
- Difficoltà di cogliere le dimensioni cognitive della mente altrui:
Pensieri; desideri; emozioni; etc.
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Mentalizzazione & Competenza sociale
Funzione della ToM:
- Funzione sociale e comunicativa
- Funzione adattiva e protettiva
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Mentalizzazione & Competenza sociale
Funzione della ToM:Funzione sociale & comunicativa:
- Serve nelle interazioni sociali per comprendere gli altri
- Astington (2003); Baron-Cohen (1995): sostengono che la ToM consente di dare un significato alle interazioni
- di formulare ipotesi sugli altri
- di comunicare in modo competente ed adeguato
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Mentalizzazione & Competenza sociale
Funzione della ToM
Funzione adattiva & protettiva:- P. Fonagy (et al., 2001): ruolo della predittività
nello scambio interpersonale per:adattarsi all’ambiente
‘proteggersi’ dall’ambiente
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Precursori della ToM
Quali sono gli indicatori precoci della ToM?Joint attentionComunicazione intenzionale prelinguistica Giochi di imitazioneGiochi di finzione
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Precursori della ToM
Joint attentionDalla intersoggettività primaria (madre-
bambino) verso l'intersoggettività secondaria (interazioni triadiche con oggetto): dai 6 mesi
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Precursori della ToM
Comunicazione intenzionale prelinguistica
Con il gesto dell'indicare (il pointing):- Richiestivo (fino ai 6 mesi): il fine è l'oggetto
- Dichiarativo (dai 6 mesi): il fine è l'attenzione dell'adulto:
Questo è un precursore della ToM
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Precursori della ToM
Giochi di imitazionePresenti sin nei neonatiDiventano più complessi (comportamenti
imitativi): segnali di consapevolezza propriocettiva
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Precursori della ToM
Giochi di finzione- Emergono sin dai 15-16 mesi- Possono riguardare aspetti sempre più
complessi come nel gioco dei ruoli o l'immaginazione con oggetti inesistenti
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Dimensioni evolutive
Perner, Wimmer (1985)Falsa credenza di secondo ordineDai 5-7 anni
Wimmer, Perner (1983)Falsa credenza di primo ordineDai 4 anni
Wellman (1991); Wellman, Bartsch (1994)
Psicologia desiderio/credenza (lessico)Dai 3 anni
Wellman, Bartsch (1994)Psicologia del desiderio (lessico)Dai 2 anni
AutoriSequenza evolutivaEtà
< di 2 anni: segnali precursori della teoria della mente sono presenti nella comunicazione intenzionale
Attenzione: Le età non indicano che tutti i bambini di quella età superano le relative prove messe a punto per valutare la teoria della mente. C’è un’altissima variabilità individuale.
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Psicologia del desiderio
A 2 anni:Uso di termini linguistici per descrivere desideri
ed emozioni (sé-altro)
Comprensione della mente basata sui desideri
Comprensione del ruolo dei desideri sul comportamento
Esempio di lessico psicologico
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Psicologia del desiderio
Esempio di dialogo:
Giulia (2;6): “Mamma, voglio il gelato”
Mamma: “No, prima devi finire di mangiare quello che hai nel piatto”
Giulia: “Ma io lo voglio, adesso vado a prenderlo”
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Psicologia del desiderio/credenza
A 3 anni:- Comprensione delle vere credenze (riferite ad
un dato di realtà)
- Discorsi riferiti alle credenze
- Ruolo delle credenze nelle interazioni personali (confronti; conflitti; liti; etc.)
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Psicologia del desiderio/credenza
Esempio di dialogo:
Mamma: “Andrea, hai fatto male a Luca! Perché l’hai fatto?”
Andrea (3;5): “Perché Luca è cattivo, voleva rompere il mio trenino”
Mamma: “Pensi che Luca l’abbia fatto apposta?”
Andrea: “Sì, penso che Luca è cattivo”
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Falsa credenza
A 4 anni:
Si struttura il pensiero ricorsivo di I ordineCome si manifesta?:
Battistelli (1995): “Io penso che tu pensi X”
Comprensione che l’azione di una persona può derivare da una credenza la quale può anche non corrispondere con il dato di realtà (falsa credenza)
Esempi?
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Falsa credenza di I ordine
Il test che valuta tale competenza è il:COMPITO DI FALSA CREDENZA
Due compiti:Wimmer, Perner (1983): Spostamento inatteso
Perner, Leekman, Wimmer (1985): Scatola ingannevole
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Spostamento inattesoAl bambino viene raccontata una storia i cui protagonisti sono un bambino, di nome Maxi, e la sua mamma. Lo sperimentatore mette in scena una precisa sequenza di azioni:
Maxi, in presenza della madre, ripone un pezzo di cioccolata in un determinato armadio della cucina e in seguito si allontana per giocareDurante la sua assenza la mamma, per cucinare, prende il cioccolato dall’armadio dove era stato riposto e lascia la parte rimanente in un altro armadiettoPoi la madre si allontana dalla scenaA questo punto Maxi ritorna in cucinaNon ha assistito allo spostamento (inatteso) della cioccolata e quindi ignora la nuova collocazione
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Spostamento inatteso
Al bambino sottoposto al compito di falsa credenza si pone a questo punto la domanda: Maxi dove cercherà la cioccolata?
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Spostamento inatteso
Al bambino sottoposto al compito di falsa credenza si pone a questo punto la domanda: Maxi dove cercherà la cioccolata? oppure Sally dove cercherà la sua biglia?
Il compito è superato se il bambino indica il posto dove la cioccolata (biglia/palla) era originariamente stata riposta e non dove la mamma l’ha spostata.
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Falsa credenza di I ordine
l bambino possiede la capacità di attribuire ad un altro soggetto una falsa credenza rispetto alla realtà e di rappresentarsi il contenuto della mente dell’altro come diverso dal proprio
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Falsa credenza di I ordine
Perner, Leekman, Wimmer (1987):- Elaborano un nuovo compito di falsa credenza
allo scopo di far sperimentare al bambino direttamente le credenze erronee
- Compito della scatola ingannevole
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Scatola ingannevoleIl bambino, insieme ad un amico, viene condotto in una stanza con la promessa che il ricercatore mostrerà loro il contenuto di una scatolaAll’amico, però, viene anche detto di aspettare il suo turno fuori dalla portaAll’interno della stanza viene mostrata al bambino una scatola di Smarties Si chiede al bambino che cosa pensa che ci sia nella scatolaIl bambino risponde SmartiesA questo punto gli si mostra che in realtà si sbaglia e che la scatola contiene una matitaEntra il suo amico a cui verrà mostrata la scatola: il bambino deve dire cosa si aspetta che l’amico pensi ci sia nella scatola:“Secondo te cosa penserà (nome dell’amico) che ci sia qui dentro?”
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Scatola ingannevole
“Secondo te cosa penserà (nome dell’amico) che ci sia qui dentro?”
Nonostante l’esperienza diretta i bambini di 3-4 anni nel 50% dei casi non superano la prova di Falsa credenza di I ordine
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Scatola ingannevole
Prerequisiti al superamento del compito di falsa credenza (I ordine):
- Sapersi decentrare dalla propria conoscenza
- Saper rappresentare la credenza (falsa)
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Falsa credenza di II ordine
A 6-7 anni:- Il bambino accede ad un pensiero ricorsivo più complesso: meta-rappresentazione
“Io penso che tu pensi che X pensi Y”
- Perner, Wimmer (1985): costruiscono un compito che permette di valutare questo pensieroCOMPITO DI FALSA CREDENZA DI II ORDINE
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Compito di John e Mary
Al bambino si racconta la storia di J. e M. che giocano insieme nel parcoLì vedono un carretto dei gelatiMentre M. va a casa a prendere il denaro per comprare il gelato J. vede il carretto spostarsi verso la chiesaAnche M., però, viene a conoscenza, all’insaputa di J., che il gelataio si è spostato
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Compito di John e Mary
A questo punto si chiede al bambino:“Dove pensa John che Mary andrà a comprare il
gelato?”
Per rispondere in modo corretto il bambino deve...
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Compito di John e Mary
Per rispondere in modo corretto il bambino deve tenere in considerazione che John non sa che Mary è a conoscenza del fatto che il carrettino si è spostato (dal parco alla chiesa)
Deve avere a disposizione un pensiero ricorsivo di tipo triadico e di II ordine:
Ciò che pensa lui stesso (il bambino del test)
Ciò che pensa John
Ciò che pensa Mary
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Compito di John e Mary
Pensiero ricorsivo di tipo triadico:
- Secondo le ricerche di Perner e Wimmer (1985):
- La prova viene superata intorno ai 6/7 anni
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Esperimenti ToM
https://www.youtube.com/watch?v=YGSj2zY2OEM
http://www.youtube.com/watch?v=vNqr2iJ1vRQ&feature=endscreen&NR=1
https://www.youtube.com/watch?v=QjkTQtggLH4
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Dimensioni evolutive
Perner, Wimmer (1985)Falsa credenza di secondo ordineDai 5-7 anni
Wimmer, Perner (1983)Falsa credenza di primo ordineDai 4 anni
Wellman (1991); Wellman, Bartsch (1994)
Psicologia desiderio/credenza(lessico)Dai 3 anni
Wellman, Bartsch (1994)Psicologia del desiderio (lessico)Dai 2 anni
AutoriSequenza evolutivaEtà
< di 2 anni: segnali precursori della teoria della mente sono presenti nella comunicazione intenzionale
Attenzione: Le età non indicano che tutti i bambini di quella età superano le relative prove messe a punto per valutare la teoria della mente. C’è un’altissima variabilità individuale.
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False Belief Test
https://www.youtube.com/watch?v=41jSdOQQpv0
http://www.youtube.com/watch?v=8hLubgpY2_w
Candle or Crayonhttp://www.youtube.com/watch?v=vNqr2iJ1vRQ&feature=endscreen&NR=1
Coin or Doll?http://www.youtube.com/watch?v=wwMZmjsCQ9w
Metacognitive Dev.
https://www.youtube.com/watch?v=TJkB6nrk1CA
Path
https://www.youtube.com/watch?v=QjkTQtggLH4
Sintesi
http://www.youtube.com/watch?v=YGSj2zY2OEM&feature=related
Approfondimenti
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Questa è la storia di un bambino goloso, Mario, e della sua mamma.
La nonna ha portato a Mario un sacchetto di caramelle e Mario inizia a mangiarle.
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Quando la mamma si accorge che ne ha mangiate tante, prende il sacchetto, lo mette nella credenza e dice: “Hai mangiato già troppe caramelle, adesso basta! Quelle che avanzano le metto nella credenza”.
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Mario se ne va nella sua cameretta e la mamma sposta il sacchetto di caramelle dalla credenza al cassetto del tavolo e dice alla nonna: “È meglio toglierle dalla credenza e nasconderle nel cassetto del tavolo, così siamo sicure che non ne mangia più e non fa indigestione”.
Mario torna per salutare la nonna e vede la mamma che sposta il sacchetto di caramelle. La mamma e la nonna però non vedono Mario, che torna nella sua cameretta.
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Arriva la sorellina di Mario e gli dice: “La nonna mi ha detto che ha portato delle caramelle: dove sono?”.
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Domanda di memoria (controllo)
1. Mario ha visto la mamma spostare le caramelle?
Domanda di realtà (controllo)
2. Mario in che posto pensa sia il sacchetto di caramelle?
Domanda di falsa credenza di I ordine
1. La mamma pensa che Mario l’abbia vista mentre spostava le caramelle?
Domanda di falsa credenza di II ordine
1. La mamma in che posto pensa che Mario manderà la sorellina a cercare le caramelle?
Domanda di giustificazione (controllo)
5. Perché la mamma pensa che Mario manderà la sorellina lì?
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Questa è la storia di una sorella e di un fratello: Laura e Gino.
Laura e Gino giocano in cameretta. Tutti e due vogliono lo stesso pupazzo e quindi iniziano a bisticciare.
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Arriva la mamma e dice: “Basta litigare! È ora di fare i compiti! Datemi il pupazzo: lo metto nell’armadio e lo riprenderete dopo”.
Laura esce dalla cameretta e va a fare i compiti.
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Gino rimane in cameretta, prende il pupazzo dall’armadio e lo nasconde sotto il letto in modo che la sorella, quando torna, non lo trovi.
Ma Laura, che ha finito i compiti, arriva proprio in quel momento vicino alla camera e vede che Gino nasconde il pupazzo sotto il letto. Gino non si accorge che Laura lo vede.
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Domanda di memoria
1. Laura ha visto Gino spostare il pupazzo?
Domanda di realtà
2. Laura in che posto pensa sia il pupazzo?
Domanda di falsa credenza di I ordine
1. Gino pensa che Laura l’abbia visto mentre spostava il pupazzo?
Domanda di falsa credenza di II ordine
1. Gino in che posto pensa che Laura manderà la cuginetta a cercare il pupazzo?
Domanda di giustificazione
5. Perché Gino pensa che Laura manderà la cuginetta lì?
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (2003) è un romanzo di Mark Haddon che è stato tradotto in oltre venti paesi, rimanendo per lungo tempo in testa alle classifiche di libri più venduti.
La voce narrante è del protagonista, il quindicenne Christopher Boone affetto dalla sindrome di Asperger: una forma di autismo a causa della quale manifesta disturbi comportamentali (l'odio nell'essere toccato, la difficoltà a comprendere gli esseri umani, l'odio per il marrone e il giallo in contrapposizione al suo amore per il rosso). La sindrome gli ha donato straordinarie capacità logiche e matematiche: nel libro, sono infatti riportati dei famosi quesiti matematici. L'isolamento dalle emozioni e la sua naturale predisposizione rendono Christopher un grande appassionato della matematica.
La gente mi confonde. Per due ragioni, fondamentalmente. La prima è che la gente parla molto senza usare le parole. Siobhan dice che se si solleva un sopracciglio, questo gesto può significare molte cose differenti. Può voler dire: «Voglio fare sesso con te», ma può anche essere inteso come: «Hai appena detto una cosa veramente stupida». Siobhan dice anche che se chiudi la bocca e respiri forte col naso significa che sei rilassato, oppure che ti stai annoiando, o che sei arrabbiato, e che tutto dipende da quanta aria esce dalle narici e quanto respiri velocemente e quale forma assume la bocca quando lo fai e in che modo stai seduto e che cosa hai appena finito di dire e centinaia di altri piccoli indizi troppo complicati per poter essere elaborati in pochi secondi. La seconda ragione è che la gente spesso parla usando delle metafore. Ecco alcuni esempi di metafore
Ho riso a crepapelle. Avevano uno scheletro nell'armadio.
Toccare il cielo con un dito. Avere un diavolo per capello.
Gli è andata la luna di traverso.
Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Einaudi, 2003, p.21
"Il mio non sarà un libro divertente. Non sono capace di raccontare le barzellette o fare giochi di parole perché non li capisco. Eccone uno, per esempio. Uno di quelli che racconta mio padre.
Aveva la faccia un po' tirata, ma solo perché aveva chiuso le tende.So perché dovrebbe far ridere. Gliel'ho chiesto. È perché il verbo
tirare in questa frase ha due significati diversi: 1) essere tesi, esausti, 2) tirare le tende, e il significato 1 si riferisce solo all'espressione del viso, il 2 soltanto alle tende.
Se cerco di ri-raccontarmi questo gioco di parole mentalmente, cercando di pensare ai due diversi significati del verbo, per me è come ascoltare due differenti brani musicali allo stesso tempo; mi sento a disagio e fuori posto come quando mi arriva quel rumore indistinto di cui parlavo prima. È come se due persone diverse mi parlassero tutte insieme contemporaneamente di due argomenti diversi. Ed ecco perché in questo libro non ci saranno giochi di parole".
Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Einaudi, 2003.