CAPITOLATO DI CO-PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL … · come interventi di assistenza educativa di...

23
1 CAPITOLATO DI CO-PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI E FAMIGLIE LINEE GUIDA DEI PROGETTI PER LA CO-PROGETTAZIONE 1) CONTESTO PROGETTUALE La dimensione pubblica dei servizi visti nell’ottica della sussidiarietà E’ ormai ampiamente evidente e condiviso il fatto che il modello di welfare tradizionale, centrato sull’intervento dello Stato, non è più possibile ed adeguato per una pluralità di ragioni: socio- demografiche, economiche, organizzative e culturali. Ugualmente ampio e trasversale è il consenso sul fatto che la sussidiarietà possa rappresentare un valido criterio per affrontare la complessità delle problematiche sociali; è infatti inevitabile che entri in gioco la pluralità dei soggetti del terzo settore e che vengano riconosciute e sostenute le iniziative che sorgono dalle diverse forze sociali, pur nella consapevolezza che le risorse pubbliche continuano a rappresentare il principale e indispensabile canale di finanziamento del sistema dei servizi e degli interventi sociali. In questa visione l’ente pubblico ha la responsabilità di amministrare le risorse finanziarie pubbliche assicurando efficienza, responsabilità e scelta, quindi crescita ed equità. Esercita, con capacità di leadership, la funzione di regolatore attraverso regole che aiutino la capacità di sviluppo delle persone e coniughino libertà e responsabilità. L’organizzazione del privato sociale deve essere caratterizzata da efficienza, attenzione al risultato in termini di efficacia per il benessere e la soddisfazione dell’utente, equità intesa come capacità di intervento a favore di gruppi sociali svantaggiati. L’esperienza della co-progettazione si colloca nella direzione del welfare sussidiario, di natura promozionale, fondato sulla responsabilità sociale e sull’esercizio comune della “funzione pubblica”. I servizi per i minori e la famiglia dell’Ambito territoriale 1 Bergamo: tra passato, presente e futuro Nel 1995, a seguito della ridefinizione dell’assetto organizzativo del Settore Servizi Sociali del Comune di Bergamo, si è strutturata l’Unità Operativa Minori, nata come potenziamento del Servizio Affidi attivo dal 1984. L’U.O. Minori ha assunto compiti di programmazione, coordinamento e sviluppo di interventi e servizi finalizzati a rispondere alle nuove problematiche sociali emergenti, in un’ottica di sostegno al minore e alla famiglia. Nel 1996, nell’ambito dei programmi di intervento a sostegno della famiglia, è stato attivato il Servizio di Assistenza Educativa Domiciliare per minori (ADM), prevalentemente in età scolare. Il Servizio nel corso degli anni ha registrato un significativo sviluppo degli interventi di assistenza domiciliare, da correlare ad un incremento della domanda di supporti individuali per situazioni di disagio dovute a problematiche relazionali o familiari complesse che coinvolgevano minori. Inoltre, sono pervenute sempre più frequentemente al servizio sociale comunale richieste da parte del Tribunale per i Minorenni di Brescia inerenti la prescrizione di incontri protetti per i minori, evidenziando la necessità di avviare un nuovo servizio finalizzato a tutelare gli stessi nella relazione con i genitori in uno spazio idoneo appositamente attrezzato, garantendo nel contempo il diritto di visita del genitore.

Transcript of CAPITOLATO DI CO-PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL … · come interventi di assistenza educativa di...

1

CAPITOLATO DI CO-PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA EDUCATIVA DOMICILIARE PER MINORI E FAMIGLIE

LINEE GUIDA DEI PROGETTI PER LA CO-PROGETTAZIONE 1) CONTESTO PROGETTUALE

La dimensione pubblica dei servizi visti nell’ottica della sussidiarietà

E’ ormai ampiamente evidente e condiviso il fatto che il modello di welfare tradizionale, centrato sull’intervento dello Stato, non è più possibile ed adeguato per una pluralità di ragioni: socio-demografiche, economiche, organizzative e culturali. Ugualmente ampio e trasversale è il consenso sul fatto che la sussidiarietà possa rappresentare un valido criterio per affrontare la complessità delle problematiche sociali; è infatti inevitabile che entri in gioco la pluralità dei soggetti del terzo settore e che vengano riconosciute e sostenute le iniziative che sorgono dalle diverse forze sociali, pur nella consapevolezza che le risorse pubbliche continuano a rappresentare il principale e indispensabile canale di finanziamento del sistema dei servizi e degli interventi sociali. In questa visione l’ente pubblico ha la responsabilità di amministrare le risorse finanziarie pubbliche assicurando efficienza, responsabilità e scelta, quindi crescita ed equità. Esercita, con capacità di leadership, la funzione di regolatore attraverso regole che aiutino la capacità di sviluppo delle persone e coniughino libertà e responsabilità. L’organizzazione del privato sociale deve essere caratterizzata da efficienza, attenzione al risultato in termini di efficacia per il benessere e la soddisfazione dell’utente, equità intesa come capacità di intervento a favore di gruppi sociali svantaggiati. L’esperienza della co-progettazione si colloca nella direzione del welfare sussidiario, di natura promozionale, fondato sulla responsabilità sociale e sull’esercizio comune della “funzione pubblica”. I servizi per i minori e la famiglia dell’Ambito territoriale 1 – Bergamo: tra passato, presente e futuro

Nel 1995, a seguito della ridefinizione dell’assetto organizzativo del Settore Servizi Sociali del Comune di Bergamo, si è strutturata l’Unità Operativa Minori, nata come potenziamento del Servizio Affidi attivo dal 1984. L’U.O. Minori ha assunto compiti di programmazione, coordinamento e sviluppo di interventi e servizi finalizzati a rispondere alle nuove problematiche sociali emergenti, in un’ottica di sostegno al minore e alla famiglia. Nel 1996, nell’ambito dei programmi di intervento a sostegno della famiglia, è stato attivato il Servizio di Assistenza Educativa Domiciliare per minori (ADM), prevalentemente in età scolare. Il Servizio nel corso degli anni ha registrato un significativo sviluppo degli interventi di assistenza domiciliare, da correlare ad un incremento della domanda di supporti individuali per situazioni di disagio dovute a problematiche relazionali o familiari complesse che coinvolgevano minori. Inoltre, sono pervenute sempre più frequentemente al servizio sociale comunale richieste da parte del Tribunale per i Minorenni di Brescia inerenti la prescrizione di incontri protetti per i minori, evidenziando la necessità di avviare un nuovo servizio finalizzato a tutelare gli stessi nella relazione con i genitori in uno spazio idoneo appositamente attrezzato, garantendo nel contempo il diritto di visita del genitore.

2

Verso la fine degli anni ‘90 nell’ambito del Servizio di Assistenza Educativa Domiciliare Minori, dopo una fase sperimentale viene pertanto avviato in modo stabile il servizio per gli incontri protetti, individuando un luogo “terzo” e “neutro” appositamente dedicato presso la sede dell’U.O. Minori in V. S. Martino della Pigrizia, 21. Un’efficace azione di tutela dei minori si ottiene attraverso il concorso di tutte le componenti, istituzionali e non, presenti nel territorio e attraverso la valorizzazione delle diverse professionalità e competenze coinvolte, al fine dell’attivazione di una strategia mirata d’intervento. Da qui è emersa la necessità di promuovere azioni orientate ai contesti di vita al fine di sviluppare “un’educativa territoriale” disponendo il territorio a sostenere le situazioni dei minori coinvolti e nel contempo aiutandoli a cogliere le opportunità presenti nel proprio contesto di appartenenza. La conoscenza dell’ambiente di vita, inteso come agenzie educative, ricreative-aggregative, sportive e culturali, nonché delle risorse di volontariato presenti rappresenta quindi un elemento fondamentale nel processo di attivazione di azioni di tutela e sostegno al minore e al suo nucleo di appartenenza; di conseguenza i servizi sono chiamati a collaborare con tutti quei soggetti, istituzionali e non, che incrociano la vita del minore e della sua famiglia. Nel corso degli anni si è passati dunque da un’attenzione centrata sul singolo minore a progetti mirati sui gruppi, da un’attenzione centrata sul nucleo familiare di appartenenza a un coinvolgimento della rete territoriale. Nel contempo i servizi sociali territoriali hanno rilevato l’emergere di una nuova domanda di supporto ed accompagnamento nei confronti di minori preadolescenti ed adolescenti a rischio di disagio. Da questa premessa è partita all’interno del Servizio la riflessione che ha poi dato avvio ai progetti territoriali rivolti a gruppi di minori. Nel 2001 nascono, come evoluzione del Servizio ADM, i progetti territoriali che si configurano come interventi di assistenza educativa di gruppo attuati in collaborazione con gli attori presenti nei diversi quartieri.

Pertanto il servizio si è articolato nel tempo in tre tipologie d’intervento: l’assistenza domiciliare minori, i progetti territoriali e gli incontri protetti negli spazi neutri. A dicembre 2002 è stato sottoscritto l’Accordo di programma per l’attuazione del “Piano di zona del sistema integrato d’interventi e servizi sociali anno 2002-2004 dell’Ambito territoriale 1 – Bergamo” tra i Comuni dell’Ambito (Bergamo, Gorle, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole e Torre Boldone), l’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo, la Provincia di Bergamo e l’Ufficio Scolastico Regionale Centro Servizi Amministrativi di Bergamo. Tra le priorità d’intervento previste per l’Area Minori del Piano di Zona viene indicata anche la necessità di potenziamento del servizio di assistenza educativa domiciliare minori, in vista di una gestione associata dello stesso a livello di Ambito, attivata a partire dal 1.09.2005, con l’introduzione di criteri omogenei e l’ottimizzazione delle procedure e delle modalità per la gestione di situazioni di disagio minorile sull’intero territorio dell’Ambito 1, assicurando ai cittadini pari opportunità di accesso al servizio e la possibilità di fruire dei diversi interventi in cui è articolato.

Le innovazioni introdotte al servizio ADM gestito in forma associata

Il passaggio da un lavoro centrato sul minore ad un’attenzione maggiore alla famiglia

L’esperienza nell’area minori ha evidenziato che per tutelare e salvaguardare lo sviluppo della personalità del minore sia fondamentale porre attenzione all’intero nucleo familiare, sostenendo i genitori nel raggiungimento di un'adeguata autonomia nell'assolvimento dei compiti educativi verso i figli. Soggetto degli interventi non è più soltanto il minore, ma è l’intero nucleo familiare che viene supportato in relazione alla propria fragilità, valorizzandone le risorse e le potenzialità interne. La costruzione della rete di comunità La logica di rete presuppone il lavoro con il territorio inteso come contesto di vita, come domicilio allargato che integra e supporta alcune funzioni educative dei nuclei familiari.

3

In questo quadro si sono sviluppati i pensieri e le azioni che hanno caratterizzato il lavoro di costruzione di progettualità allargate, trasformando il servizio ADM in una realtà di “rete”. Di conseguenza l’attività a favore dei minori, così configurata, diviene espressione di una “funzione genitoriale” della comunità locale, che mette al centro il minore e la sua famiglia, e si esprime attraverso l’operato sinergico di una pluralità di attori sociali con funzioni socio-educative. Gli attori sociali sono chiamati in primo luogo ad avere sensibilità e attenzione non solo alle esigenze visibili, ma in particolare a quelle situazioni di disagio e sofferenza non sempre evidenti. Gli interventi territoriali hanno assunto nel corso del tempo un carattere promozionale e preventivo, oltre che riparativo e di cura delle situazioni di disagio. Il lavoro in équipe multidisciplinare La necessità di costruire un progetto globale sul nucleo familiare in difficoltà e di contenere gli elementi di complessità presenti nel servizio di ADM ha favorito il lavoro integrato fra professionalità diverse. Si è sperimentato e rafforzato il lavoro dell’équipe multidisciplinare, composta dal coordinatore, dall'educatore professionale per gli specifici interventi a domicilio e dagli operatori dei servizi del territorio coinvolti nella presa in carico complessiva. L’équipe multidisciplinare è preposta a riflettere non solo sull'intervento educativo di ADM, ma anche sull'intero progetto di vita del minore e della sua famiglia. A integrazione di questo gruppo di lavoro, si inseriscono le agenzie educative territoriali, quali scuola e oratorio, con la funzione di interagire con la rete dei servizi, partecipando in modo attivo alla raccolta di informazioni, concorrendo alla definizione di obiettivi condivisi e verificandone gli esiti. 2) NUOVI ORIENTAMENTI PROGETTUALI

In questi anni, nell’ambito del servizio ADM e di tutti gli interventi afferenti all’area minori, si è dunque cercato di sviluppare azioni volte a costruire una reale integrazione fra i servizi del pubblico e del terzo settore operanti nelle comunità locali. E’ importante, infatti, che le politiche di tutela per i minori non siano settoriali, ma siano inserite con la propria specificità nel quadro complessivo delle politiche sociali, in forte sinergia con le politiche educative a sostegno della famiglia. Il quadro delle politiche sociali è quindi il riferimento generale nel quale collocare gli interventi promossi nell’area minori: questa è la nuova prospettiva che orienta verso la promozione e la prevenzione, e non solo verso una mera dimensione di controllo sociale. In linea con il Piano di Zona 2009-2011, si è dato avvio ad un percorso per l’attuazione del progetto “Verso un servizio Minori e Famiglie associato dell’Ambito territoriale 1 – Bergamo”, predisposto in stretto raccordo con l’ASL della Provincia di Bergamo e il terzo settore, al fine di migliorare la qualità degli interventi volti a garantire la salute sociale e psicologica dei minori e delle loro famiglie e promuoverne le condizioni di benessere. In particolare il progetto ha delineato le linee guida, l’assetto organizzativo e procedure di lavoro omogenee, individuando buone prassi a livello di Ambito. Progetto Minori e Famiglie dell’Ambito territoriale 1 - Bergamo Dal mese di aprile 2011 è stato attivato il predetto progetto che prevede le seguenti azioni:

Passaggio dal paradigma del controllo sociale al paradigma della promozione al benessere

Il costrutto utilizzato in questi anni per rappresentare l’attività a favore della salute psicologica e sociale dei minori e delle loro famiglie è stato prevalentemente quello di derivazione giuridica (la “tutela” dei minori) e ha espresso, soprattutto, funzioni di “controllo sociale”. E’ importante sviluppare un’azione costantemente orientata all’empowerment familiare e sociale, cioè al potenziamento di processi, competenze e risorse che individuano quali protagonisti attivi i soggetti sociali appartenenti ai contesti territoriali di riferimento. E’ necessario, altresì, valorizzare la propensione all’agency (azione libera) e la capacità riflessiva e creativa dei destinatari degli interventi.

4

La centratura del lavoro con oggetto principale la prevenzione

La prevenzione si configura come l’insieme di azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio di disagio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati. Nello specifico:

la prevenzione primaria è tesa a promuovere il benessere nelle relazioni familiari e comunitarie

la prevenzione secondaria ha lo scopo di individuare precocemente i sintomi di disagio e i fattori di rischio

la prevenzione terziaria ha l’obiettivo di limitare il più possibile i danni di un disagio presente e di mettere in atto interventi riabilitativi.

L’implementazione di una nuova modalità operativa e organizzativa nella realizzazione del Progetto Minori e Famiglie di Ambito, in cui integrare le competenze tra professionalità diverse in stretta connessione con il territorio.

Partendo infatti dall’esistente e da una nuova articolazione territoriale, la finalità principale è di mettere in stretta connessione tutte le progettualità rivolte ai minori e alle famiglie dell’Ambito 1 di Bergamo e di costruire “prassi” e “strumenti” condivisi.

La dimensione familiare nelle politiche dell’area minori e famiglie L’Ambito 1 - Bergamo persegue l’obiettivo di incentivare la collaborazione con le famiglie affinché diventino soggetti attivi nelle progettualità che le coinvolgono. Esse, infatti, rappresentano una funzione-ponte indispensabile per attivare risorse, possibilità e protagonismi. Il nuovo approccio mira a valorizzare e connettere le competenze personali e il sapere esperienziale delle famiglie con quelle professionali, nella consapevolezza che la capacità di soluzione dei problemi non appartiene solo agli operatori, ma anche e soprattutto a chi è portatore di criticità.

Lo sviluppo di interventi che operino sempre più nel territorio, in rete con la comunità e nei luoghi della comunità

La L. 328/00 sostiene il welfare comunitario con l’obiettivo di riposizionare i servizi in un contesto di intervento rivolto all’insieme della cittadinanza e non si preoccupa soltanto di garantire condizioni minimali di vita nelle aree del disagio e della marginalità sociale. Tutto ciò identifica la comunità locale non come “luogo neutro”, ininfluente rispetto all’evolversi dei servizi ma, al contrario, come “soggetto attivo e partecipante” che con i suoi comportamenti concorre alla determinazione della quantità e della qualità dei servizi. Inoltre, una solida relazione con i diversi soggetti del territorio può arricchire di elementi che aiutano a leggere la realtà e i bisogni in modo integrato, limitando il rischio dell’autoreferenzialità conseguente all’utilizzo univoco delle sole competenze professionali.

L’avvio di gruppi di lavoro con professionalità diverse (assistenti sociali, psicologi, educatori) e con soggetti del territorio (famiglie risorsa, associazioni, istituti comprensivi, oratori, ecc.)

E’ importante costituire dei gruppi di lavoro con professionalità diverse che con regolarità si incontrino per confrontarsi e analizzare le situazioni che necessitano di interventi. In questa prospettiva appare strategico coinvolgere anche i soggetti del territorio che insieme agli operatori concorrono alla crescita della comunità.

5

Il mantenimento delle competenze dei servizi specialistici senza produrre settorializzazioni (tra cui Affidi, ADM, Adozioni)

Il servizio si propone di adottare una visione integrata degli interventi a favore dei minori e delle famiglie; pertanto è necessario procedere gradualmente nella direzione di una logica progettuale unica e di un’unica regia in grado di ottimizzare al meglio le competenze e le risorse in campo; ciò significa lavorare nell’ottica di una forte condivisione nel rispetto delle specifiche professionalità e ruoli degli attori coinvolti. Il nuovo servizio ADMF, oggetto della co-progettazione, condivide ed assume le finalità del progetto denominato “Verso un servizio Minori e Famiglie associato dell’Ambito territoriale 1 – Bergamo” che comprende tutti gli interventi e le attività dell’area minori e famiglie dell’Ambito territoriale 1.

Presupposti della collaborazione

La cura della professionalità delle figure coinvolte nella co-progettazione La professionalità del personale coinvolto è un fattore centrale per la qualità dei servizi alla persona; in particolare il personale che opera nei servizi oggetto della co-progettazione deve essere messo nelle condizioni organizzative tali da offrire il massimo del proprio contributo, evitando la frammentazione degli incarichi e l’eccessivo turnover degli operatori e garantendo il più possibile il mantenimento delle figure di riferimento. Inoltre deve essere prestata la massima cura alla predisposizione di percorsi formativi a favore degli operatori impiegati nei servizi oggetto della co-progettazione, valutando con l’amministrazione comunale la proposta di percorsi formativi che interessino il personale comunale coinvolto nei servizi e gli operatori della co-progettazione. In particolare deve essere curata la promozione e l’implementazione di percorsi formativi capaci di intensificare la professionalizzazione degli operatori e di rinnovare abilità e competenze in grado di favorire la reciproca integrazione. Economicità, efficienza ed efficacia nella gestione dei servizi I costi e la scarsa efficienza ed efficacia dei servizi sono indicati come causa e indicatori della crisi profonda del welfare tradizionale. La co-progettazione deve operare sia attraverso un rigoroso controllo di gestione e la proposta di adeguati strumenti di monitoraggio e verifica, sia attraverso il reperimento di risorse aggiuntive tese ad incrementare le progettualità a disposizione dei cittadini. Il ruolo del Comune nella co-progettazione Il Comune: - cura la programmazione generale dei servizi, con l’intento di realizzare la rispondenza tra le prestazioni offerte e i bisogni dei cittadini, tenuto conto delle risorse complessivamente messe a disposizione; - vigila sull’esecuzione degli interventi, verifica la qualità-quantità delle prestazioni fornite dal co-progettista ed attua il controllo finale dei risultati conseguiti; - regola l’accesso ai servizi sulla base della valutazione effettuata dai Servizi sociali comunali e secondo le indicazioni e le direttive dell’Amministrazione.

6

PARTE NORMATIVA

ART. 1 - OGGETTO DELLA CO-PROGETTAZIONE Oggetto del presente capitolato è la co-progettazione e gestione del servizio di assistenza educativa domiciliare per minori e famiglie, attuato in forma associata tra i Comuni di Bergamo, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole e Torre Boldone. Il servizio si articola nelle seguenti 4 tipologie di intervento: 1. Servizio Assistenza Educativa Domiciliare Minori e Famiglie – ADMF; 2. Servizio incontri protetti; 3. Servizio Progetti territoriali di comunità; 4. Intervento pedagogico. I servizi sono dettagliatamente descritti nelle relative schede analitiche, di cui alla Parte Tecnica del presente capitolato. L’appalto comprende prestazioni di cui alla categoria 25, CPC 93 dell’Allegato II B del D.Lgs. 163/2006, e pertanto il predetto D.Lgs., ai sensi dell’art. 20 dello stesso, trova applicazione solo per quanto concerne gli artt. 68, 65, 225 e quelli ulteriormente richiamati nel bando e nel presente capitolato speciale d’appalto. La co-progettazione non può prescindere da quanto prescritto e specificato all’art. 1 del presente avviso e, a partire da questo, i concorrenti alla selezione dovranno presentare una proposta progettuale di assetto organizzativo caratterizzata da elementi di innovatività, di sperimentalità e di qualità, indicante criteri e modalità di realizzazione del servizio nel territorio. ART. 2 - DURATA DELLA CO-PROGETTAZIONE La Convenzione relativa alla progettazione e gestione dei servizi di cui all’oggetto, stipulata fra l’Amministrazione ed il soggetto individuato, ha durata di 2 (due) anni e 6 (sei) mesi, con decorrenza dal 1 novembre 2012 o, se l’aggiudicazione avvenga dopo tale data, dal giorno di effettivo inizio del servizio, fino al 30 aprile 2015. L’amministrazione si riserva di prorogare la durata della convenzione per un periodo di 120 giorni, e comunque fino all’espletamento di una nuova procedura di selezione, ferme restando le condizioni stabilite in sede di aggiudicazione. ART. 3 - MODALITA’ DI SVILUPPO DELLA SELEZIONE La procedura selettiva si svolgerà in due fasi distinte: fase A: selezione del soggetto o dei soggetti con cui sviluppare le attività di co-progettazione e successiva gestione del servizio, che si produce in evidenza pubblica nel rispetto delle norme di legge e dei criteri di selezione successivamente esplicati; fase B: co-progettazione tra i responsabili tecnici del/dei soggetto/i selezionato/i, e i referenti dei competenti uffici dei comuni associati per la gestione del servizio. L’istruttoria prende a riferimento il progetto presentato dal soggetto selezionato e procede alla discussione critica, alla definizione di variazioni ed integrazioni coerenti con le linee indicate nel presente bando ed alla definizione degli aspetti esecutivi, in riferimento ai seguenti punti:

1) definizione analitica e di dettaglio degli obiettivi da conseguire; 2) definizione degli elementi e delle caratteristiche di innovatività, sperimentali e

migliorative della qualità dell’intervento e dei servizi co-progettati; 3) definizione del costo nel limite del tetto massimo presentato in offerta;

7

4) assetto organizzativo dettagliato dei diversi interventi oggetto del presente bando; 5) livelli di integrazione e coordinamento degli interventi oggetto del presente bando; 6) definizione dettagliata dell’assetto organizzativo tra il Comune di Bergamo e il/i partner

progettuale/i nella gestione degli interventi. La fase A della procedura si concluderà entro il 30/09/2012; La fase B della procedura sarà avviata successivamente alla conclusione della fase A e si concluderà entro il 11/10/2012. Il/i soggetto/i attiverà/attiveranno i servizi a far data dal 1 novembre 2012, o, se l’affidamento avvenga dopo tale data, dal giorno di effettivo inizio del servizio. Questa Amministrazione si riserva di chiedere al/ai soggetto/i gestore/i, in qualsiasi momento, la ripresa del tavolo di co-progettazione per procedere alla integrazione ed alla diversificazione delle tipologie di intervento e del ventaglio delle offerte alla luce di modifiche/integrazioni della programmazione degli interventi. ART. 4 - PROFILI ECONOMICI Al soggetto attuatore delle iniziative di co-progettazione e gestione del servizio di cui in oggetto è riconosciuto dall’Amministrazione un budget complessivo di Euro 837.850,96 (IVA esclusa se e in quanto dovuta), di cui Euro 174.627,88, oneri fiscali esclusi, finanziato con Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS) ed Euro 121.811,54, oneri fiscali esclusi, finanziato con Fondo Sociale Regionale (FSR). Nell’importo complessivo sono ricompresi gli elementi economici per la realizzazione delle attività e con esso vengono ad essere soddisfatti gli oneri delle attività di co-progettazione e di adeguamento. Si precisa che i finanziamenti FNPS e FSR possono subire variazioni annuali in diminuzione o in aumento in relazione alle effettive assegnazioni da parte degli enti preposti e che pertanto il budget può subire aumenti o riduzioni in proporzione. L’esecuzione delle attività di cui in oggetto non comporta rischi interferenziali o aggiuntivi, pertanto non si rende necessaria la compilazione del DUVRI di cui all’art. 26 c. 3 del D. Lgs. 9 aprile 2008 n. 81. ART. 5 - SOGGETTI AMMESSI ALLA CO-PROGETTAZIONE Sono ammessi alla co-progettazione tutti i soggetti del Terzo settore che, in forma singola o di raggruppamento temporaneo, siano interessati ad operare nelle aree dei servizi descritti all’art 1. Si intendono soggetti del terzo settore gli organismi con varia configurazione giuridica attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, quali le organizzazioni di volontariato, le associazioni e gli enti di promozione sociale, gli organismi della cooperazione, le cooperative sociali, le fondazioni, gli enti di patronato, gli altri soggetti privati non a scopo di lucro secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 5, della legge n. 328/2000 e dell’art. 2 del D.P.C.M. 30/3/2001. ART. 6 – PRESENTAZIONE DELLE PROPOSTE Le modalità di presentazione delle proposte e relative offerte saranno indicate nel bando di selezione. La documentazione da presentare per la partecipazione, dettagliata nel relativo bando, dovrà comprendere le dichiarazioni relative al possesso dei requisiti di ordine generale da parte dei soggetti partecipanti.

8

ART. 7 - REQUISITI DI PARTECIPAZIONE

I soggetti appartenenti al Terzo Settore che partecipano alla procedura di selezione di cui al presente capitolato, devono risultare iscritti negli appositi albi o registri prescritti da disposizioni di legge nazionale o regionale. Le associazioni di volontariato devono essere iscritte nell’apposito registro da almeno sei (6) mesi prima della scadenza del termine per la presentazione delle proposte. I soggetti sopra nominati appartenenti al terzo settore che partecipano alla procedura di selezione devono inoltre:

avere natura giuridica privata e l’operatività senza scopo di lucro e/o l’operatività con scopo mutualistico;

nell’atto costitutivo e nello Statuto deve risultare espressa previsione dello svolgimento di attività e servizi a favore di terzi analoghi a quelli oggetto del presente capitolato di co-progettazione.

dichiarare l’inesistenza di situazioni di esclusioni dalle partecipazione alle gare stabilite dall’art. 38 del D. Lgs 163/2006 e s.m.i., qui richiamato per analogia e di qualsivoglia causa di inadempimento a contrarre con la Pubblica Amministrazione.

Requisiti di capacità economica-finanziaria e tecnica: I soggetti sopra nominati appartenenti al terzo settore che partecipano alla procedura di selezione devono inoltre:

aver realizzato negli ultimi tre esercizi un fatturato complessivo nel triennio relativo allo svolgimento di servizi nell’area minori e famiglie di importo almeno pari o superiore ad € 550.000,00 (IVA, se e in quanto dovuta, esclusa);

aver effettuato continuativamente nell'ultimo triennio la gestione di servizi rivolti all’area minori e famiglie.

Si richiama quanto previsto all’art. 76 del D.P.R. 445/2000, per le ipotesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci ivi contenute. L’Amministrazione verificherà il possesso dei requisiti di capacità tecnica ed economico-finanziaria dichiarati dal soggetto attuatore selezionato e, a campione, potrà farlo per gli altri soggetti partecipanti. ART. 8 - MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA TECNICA La co-progettazione prevede la definizione progettuale di iniziative, interventi e attività complesse da realizzare in termini di partnership tra il Comune e i soggetti a questo scopo individuati, con la messa in comune di risorse per la gestione del servizio di cui sopra. In particolare la co-progettazione dovrà uniformarsi alle linee guida di cui sopra, tenendo in considerazione le attività in essere, descritte nelle schede allegate nella parte tecnica e, con riferimento a queste, presentare un documento tecnico unico che dettagli:

la proposta organizzativa comprendente gli obiettivi, le azioni, le risorse umane, l’organizzazione del lavoro, le modalità di intervento, i tempi e le modalità di coordinamento del servizio;

il collegamento della proposta progettuale in relazione alla storia e alla specificità dei servizi comunali;

la creazione di attività innovative, sperimentali, integrative e migliorative della qualità del servizio;

le modalità di intervento: capacità di lavoro per progetti educativi individualizzati e integrati tra le diverse progettualità nella rete, lavoro con le famiglie, documentazione del lavoro;

l'assetto organizzativo tra il Comune di Bergamo e il/i partner progettuale/i nella gestione degli interventi;

9

l'ipotesi del candidato partner di realizzare interazioni progettuali con soggetti attualmente esterni alla rete del candidato stesso, finalizzate ad un innalzamento qualitativo del servizio oggetto del presente bando;

i servizi e gli interventi innovativi gestiti sul territorio che dimostrino la concreta attitudine ad operare in rete con il volontariato, le realtà sociali, i servizi;

l’indicazione del numero degli addetti impiegati a tempo pieno o part-time, delle specifiche qualifiche, dei titoli scolastici e professionali posseduti, dell’anzianità di servizio nella mansione, specificando il personale assegnato ai diversi interventi oggetto della co-progettazione;

l’indicazione delle modalità da adottarsi per il contenimento del turn-over del personale e la descrizione dell’organizzazione ovvero: attività di progettazione, di valutazione, di pianificazione delle politiche aziendali e dell’aggiornamento con l’indicazione dei tecnici responsabili e delle loro specifiche caratteristiche esperienziali e formative.

La proposta tecnica dovrà essere redatta su massimo 30 (trenta) fogli formato A4, no fronte retro. L’elaborato deve essere sottoscritto dal legale rappresentante dell’organismo. Nel caso di raggruppamenti temporanei di più soggetti, l’elaborato dovrà essere sottoscritto dal legale rappresentante dell’ente capofila se già costituiti, da tutti i soggetti partecipanti al raggruppamento se non ancora costituiti e dovrà essere presentata un’ipotesi operativa in cui siano chiarite le modalità di collaborazione e di integrazione tra le diverse associate. ART. 9 - MODALITÀ DI ESPLETAMENTO DELLA SELEZIONE La selezione sarà espletata con valutazione specifica inerente sia la proposta tecnica sia la proposta economica relativa alla gestione del servizio, effettuata sulla base di criteri oggettivi e trasparenti. In particolare la proposta complessiva tecnica ed economica sarà valutata sulla base dei parametri e dei relativi punteggi di seguito indicati:

Proposta Tecnica max pt. 70 su 100, così ripartiti: A) Valutazione tecnico-professionale, sociale e di legame col territorio max 25 punti su 70 Il sopraindicato punteggio di 25 punti sarà attribuito come segue:

- Numero degli addetti impiegati a tempo pieno e a tempo parziale, numero di persone con contratto a tempo determinato, specifiche qualifiche, titoli scolastici e professionali posseduti, anzianità media di servizio nella mansione, con particolare riferimento al personale interessato nell’ambito specifico della co-progettazione max 8___

- Modalità di contenimento del turn-over del personale max 2___ - Procedure e metodi di progettazione e valutazione, pianificazione delle politiche di

intervento e aggiornamento max ___4__ - Interventi in materia di sicurezza, i tecnici responsabili e le loro specifiche

caratteristiche esperienziali e formative max ___2__ - Servizi ed esperienze innovative gestiti sul territorio nazionale che dimostrino la

concreta attitudine ad operare in rete e a realizzare una rete integrata e diversificata di servizi sociali max ___5__

- Enti ed organizzazioni con cui il soggetto collabora stabilmente, sia per quanto attiene agli interventi in ambito sociale, sia in ambiti diversi che possono rivestire un interesse per il servizio oggetto del presente bando max ___4__

10

B) Valutazione proposta progettuale max 35 punti su 70 Il sopraindicato punteggio di 35 punti sarà attribuito come segue:

- Riferimento alle linee guida del presente capitolato e collegamento della proposta progettuale con la storia e la specificità dei servizi sociali del Comune di Bergamo

- max ___6__ - Proposta di attività innovative, sperimentali, integrative e migliorative della qualità

del servizio oggetto della presente co-progettazione max __5_ _ - Modalità operative-gestionali degli interventi ed attività oggetto della co-

progettazione max __8___ - Strumenti di governo, di presidio, di controllo della co-progettazione e della gestione

dei servizi e proposta di assetto organizzativo tra i comuni associati ed il partner progettuale nella gestione del servizio max __8___

- Ipotesi del candidato partner di realizzare interazioni progettuali con altri soggetti finalizzate ad un innalzamento qualitativo del servizio oggetto del presente capitolato max __3___

- Attività di monitoraggio e valutazioni dei risultati e, per quanto possibile, degli esiti, nonché della possibilità di diffondere in termini di modello le soluzioni sperimentate

- max __5___

C) Valutazione risorse aggiuntive max 10 punti su 70 Il sopraindicato punteggio di 10 punti sarà attribuito come segue:

- Risorse Aggiuntive (quali attrezzature, strumentazioni, automezzi e altro) che il candidato mette a disposizione per la realizzazione della co-progettazione max __4__

- Capacità del soggetto candidato di reperire e raccogliere contributi e finanziamenti da parte di enti ed organizzazioni non pubbliche (fondazioni, donazioni, partnership con privati), progetti finanziati nel periodo (biennio precedente all’anno di emanazione del bando) e relativo contributo ricevuto; accreditamenti e certificazioni della Regione Lombardia o di altra natura in possesso del soggetto candidato e che possono costituire opportunità nell’ambito della co-progettazione per il reperimento di risorse aggiuntive per l’area di intervento prevista max __6__

La valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa è effettuata con la seguente formula:

C(a) = Ón [ Wi * V(a) i ] dove: C(a) = indice di valutazione dell’offerta (a); n = numero totale dei requisiti; Wi = peso o punteggio attribuito al requisito (i); V(a)i = coefficiente della prestazione dell’offerta (a) rispetto al requisito (i) variabile tra zero e uno; Ón = sommatoria.

Per la valutazione degli elementi di natura qualitativa e l’assegnazione del relativo punteggio si procederà a trasformare la media dei coefficienti attribuiti discrezionalmente dai singoli commissari ad ogni offerta in coefficienti definitivi, riportando ad uno la media più alta e proporzionando a tale media massima le medie provvisorie prima calcolate. Successivamente si moltiplicherà il peso previsto al punto in esame per il parametro di riferimento per i singoli coefficienti definitivi ottenuti.

11

Proposta economica max 30 punti su 100 Con specifico riferimento al punteggio di 30 punti attribuibile in relazione al prezzo offerto, si adotterà il sistema di calcolo di seguito specificato:

prezzo più basso offerto x punteggio massimo attribuibile (30 punti)

prezzo offerto dalla ditta in esame

Non verranno considerate proposte economiche in aumento rispetto al budget previsto dall’Amministrazione. Sarà selezionato il soggetto del terzo settore che avrà raggiunto un punteggio minimo di 40 punti relativamente alla proposta tecnica. I soggetti partecipanti sono vincolati alla propria proposta per 180 giorni. L’Amministrazione selezionerà il soggetto attuatore anche in presenza di una sola proposta presentata, purché la ritenga valida e pertinente rispetto agli ambiti di attività e di progettazione di cui al presente capitolato. ART. 10 – MODALITÀ DI FINANZIAMENTO L’Amministrazione erogherà il budget messo a disposizione attraverso la liquidazione di regolari fatture emesse mensilmente dal soggetto attuatore e vistate dal Responsabile del Servizio Interventi a favore di Persone e Famiglie della Direzione Servizi Sociali ed Educativi. La liquidazione avverrà entro 90 giorni dal ricevimento delle fatture, previa attestazione di regolarità delle prestazioni da parte del responsabile sopra citato. Eventuali ritardi nei pagamenti dovuti all’espletamento di formalità amministrative non daranno luogo ad alcuna maturazione di interessi. Le fatture devono essere intestate a Comune di Bergamo “Direzione Servizi Sociali ed Educativi – Servizio Interventi a favore di Persone e Famiglie” Piazza G. Matteotti, 27 – 24122- Bergamo e inviate via mail all’indirizzo PEC: [email protected] ART. 11 – ONERI ECONOMICI Il budget spettante al soggetto attuatore selezionato (comprensivo di IVA, se dovuta), sarà quello risultante dalla procedura selettiva e copre tutti i costi del servizio richiesto nel presente capitolato e delle attività collegate direttamente o indirettamente alla gestione del servizio. ART. 12 - REVISIONE PREZZI A partire dal secondo anno e cioè dal 1 novembre 2013 il prezzo potrà essere adeguato in analogia a quanto previsto dell’art. 115 del D. Lgs 163/2006. ART. 13 – VARIAZIONI DELL’IMPORTO COMPLESSIVO DELLA CO-PROGETTAZIONE. L’importo dell’appalto può essere ridotto o aumentato del 20% da parte dell’Amministrazione, ferme restando le condizioni risultanti dagli atti di gara, senza che il prestatore possa sollevare eccezioni e/o pretendere indennità.

Incrementi o riduzioni di entità superiore al 20% potranno essere concordate tra le parti, alle medesime condizioni risultanti dagli atti di gara.

12

ART. 14 - CAUZIONI Per partecipare alla selezione i concorrenti devono presentare a corredo della proposta una cauzione provvisoria pari al due per cento (2%) del budget previsto. Tale cauzione garantisce la mancata sottoscrizione della convenzione per fatto dell’aggiudicatario e sarà svincolata al momento della sottoscrizione della convenzione da parte dell’operatore aggiudicatario mentre è restituita, ad avvenuta aggiudicazione, agli altri operatori economici partecipanti. La cauzione definitiva è da costituirsi in analogia a quanto previsto dall’art. 113 del D. Lgs 163/2006, prima della sottoscrizione della convenzione. ART. 15 - ADEMPIMENTI DOPO LA SELEZIONE

La proposta è immediatamente impegnativa per il proponente selezionato mentre per l'Amministrazione diventa tale solo dopo la stipulazione della convenzione. L'Amministrazione si riserva la facoltà insindacabile di non dare luogo alla selezione e di modificare la data di inizio del servizio (previo avviso ai partecipanti) senza che gli stessi possano vantare alcuna pretesa al riguardo. Il proponente selezionato deve trasmettere all'Amministrazione, entro 20 giorni dalla relativa richiesta, i documenti necessari per la firma della relativa convenzione. ART. 16 - STIPULAZIONE DELLA CONVENZIONE Il proponente selezionato è obbligato alla stipulazione della relativa convenzione. Qualora, senza giustificati motivi, esso non adempia a tale obbligo nei termini che verranno prescritti, l'Amministrazione potrà dichiarare la decadenza dall'affidamento addebitando al soggetto decaduto spese e danni derivanti da tale evento. ART. 17 - SPESE CONTRATTUALI Il proponente selezionato è tenuto al pagamento di tutte le spese contrattuali dovute secondo le leggi in vigore (imposta di bollo, diritti fissi di scritturazione, diritti di segreteria ed eventuali imposte di registro). ART. 18 – TUTELA DELLA SICUREZZA All’atto della stipula della convenzione il prestatore di servizio deve inviare al Comune copia del documento di valutazione dei rischi per la sicurezza e per la salute dei dipendenti di cui al D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81. Il prestatore adotta, inoltre, tutti gli accorgimenti ed i dispositivi di protezione per la tutela della sicurezza dei lavoratori. Il prestatore deve comunicare al Comune tutti gli atti ed i comportamenti adottati in applicazione del D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81. ART. 19 - PENALITA' Il prestatore, nell'esecuzione del servizio previsto dal presente capitolato, ha l'obbligo di uniformarsi a tutte le disposizioni di legge e di regolamento concernenti i servizi medesimi. In caso di riscontrata irregolarità nell'esecuzione dei servizi o di violazione delle disposizioni del presente capitolato, il prestatore è tenuto al pagamento di una penalità calcolata in rapporto alla gravità dell'inadempienza e alla recidività. Nel caso in cui il servizio non venga eseguito con la massima cura, nel rispetto delle modalità operative indicate nel presente capitolato, verrà applicata una penale pari al 2% sull'ammontare della relativa fattura mensile. L'importo della penale aumenterà in proporzione aritmetica per le successive infrazioni. Le penalità verranno comminate mediante nota di addebito sul corrispettivo del mese nel quale è assunto il provvedimento, previa contestazione scritta da parte del Dirigente della Direzione Servizi

13

Sociali ed Educativi. Decorsi otto giorni dal ricevimento della contestazione senza che il prestatore di servizi abbia interposto opposizione, la penalità si intende accettata. L’amministrazione comunale si riserva la facoltà di risolvere la convenzione qualora, dopo l'applicazione di due penalità e successiva diffida ad adempiere per iscritto, anch'essa comportante penalità, i servizi non fossero eseguiti con la massima cura e puntualità. Per ottenere il rimborso dei maggiori oneri sostenuti per l'affidamento ad altri prestatori di servizi, per la rifusione dei danni ed il pagamento delle penalità, l'Amministrazione può rivalersi mediante trattenuta sui crediti dell’appaltatore. ART. 20 - RISOLUZIONE DELLA CONVENZIONE L'Amministrazione può procedere alla risoluzione della convenzione con preavviso di 30 gg. nei seguenti casi: - grave negligenza nell'adempimento degli obblighi contrattuali; - nel caso di cessione di convenzione; - in caso di abbandono dell'appalto, anche parzialmente, salvo che per cause di forza maggiore. ART. 21 - OBBLIGHI RELATIVI AL PERSONALE Il prestatore di servizi ha l'obbligo di disporre il personale in misura tale da garantire il regolare funzionamento del servizio, obbligandosi ad attuare, nei confronti dei lavoratori dipendenti, condizion i normative e retributive in conformità ai contratti collettivi di lavoro del ramo e ad ogni altra disposizione di legge vigente. Il prestatore di servizi provvede a proprie cure e spese alle assicurazioni di legge ed alla osservanza di tutte le previdenze stabilite a favore dei prestatori d'opera, tenendone del tutto indenne e sollevato il Comune. Egli è altresì direttamente responsabile dell’operato del personale. Il Comune rimane estraneo ai rapporti giuridici ed economici che intercorrono tra il prestatore ed i suoi dipendenti, sicché nessun diritto potrà essere fatto valere verso il Comune. ART. 22 – CONTROVERSIE Competente a conoscere di qualsiasi controversia inerente l’interpretazione e l’esecuzione della convenzione é il Foro di Bergamo. ART. 23 - ALTRE NORME E' vietato cedere l'esecuzione di tutte o parte delle prestazioni. Per quanto non previsto nel presente capitolato, si applicano le disposizioni di legge in materia e di regolamento vigenti, ed in particolare le disposizioni contenute nel codice civile e di procedura civile. ART. 24 - TRATTAMENTO DEI DATI Ai sensi del D. Lgs. 196/2003 i dati forniti dai partecipanti saranno trattati dal Comune di Bergamo esclusivamente per le finalità connesse alla presente procedura selettiva e per la successiva stipula e gestione della convenzione. Il titolare del trattamento dei dati in questione è il Comune di Bergamo. ART. 25- ASSICURAZIONE Il prestatore di servizio dovrà provvedere, a sua cura e spese, a stipulare una specifica polizza assicurativa di responsabilità civile adeguata al servizio oggetto della presente co-progettazione a copertura dei danni che potrebbero derivare al proprio personale dipendente, per infortuni sul lavoro, e che quest’ultimo potrebbe causare agli utenti o alle loro cose. Copia della polizza assicurativa di responsabilità civile dovrà essere presentata, prima della stipula della convenzione, alla Direzione Servizi Sociali ed Educativi.

14

ART. 26 - RESPONSABILITÀ PER DANNI Il prestatore è responsabile per danni di qualsiasi specie ed entità che comunque dovessero derivare a persone, comprese quelle alle dipendenze dell’appaltatore stesso, o a cose, causate nell’esercizio del servizio, restando a suo esclusivo carico qualsiasi risarcimento o indennizzo. La responsabilità è da intendersi senza riserve ed eccezioni, interamente a carico del prestatore il quale, nell’ipotesi di evento dannoso, è obbligato a darne immediata notizia al responsabile del Servizio Interventi a favore di persone e famiglie del Comune di Bergamo. ART. 27 RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Il responsabile del procedimento è: Dott.ssa Elena Lazzari– Tel. 035/399.870 e-mail [email protected]

15

PARTE TECNICA

ASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI

Premessa

La co-progettazione ha per oggetto la realizzazione di interventi e attività nell’area Minori e Famiglie finalizzati a:

- proporre interventi volti a rafforzare e valorizzare le capacità relazionali ed educative delle famiglie;

- sviluppare interventi di mediazione delle relazioni familiari; - favorire la permanenza dei figli nella propria famiglia d’origine e sostenere l’empowerment

familiare e comunitario; - agevolare il rientro nella propria famiglia in tutti i casi di allontanamento del minore.

Gli obiettivi che s’intendono perseguire attraverso l’attivazione degli interventi sono:

- avviare un servizio che lavori sempre più sul territorio in rete con la comunità e nei luoghi della comunità, considerando la comunità locale quale “soggetto attivo e partecipante” che con le sue risorse concorre all’attuazione del sistema integrato dei servizi;

- avviare gruppi di lavoro multiprofessionali (assistenti sociali, psicologi e educatori) che sviluppino relazioni con i soggetti del territorio (famiglie risorsa, istituti scolastici, associazioni, oratori, ecc.);

- adottare strumenti di lavoro condivisi e “buone prassi” che vedano il coinvolgimento attivo della famiglia;

- effettuare interventi a favore dei minori e delle famiglie con una visione globale e integrata evitando settorializzazioni;

- ridurre gli interventi sostitutivi del nucleo familiare ed in particolare gli inserimenti in comunità.

I servizi e i progetti nell’area minori e famiglie si inseriscono nel quadro generale del nuovo welfare familiare, che si configura come welfare di tipo relazionale e sussidiario. Per la realizzazione di un welfare che vede la famiglia come soggetto protagonista, al centro delle politiche locali, le Amministrazioni comunali nell’azione di governance si propongono di ottenere attraverso azioni concrete la promozione, la protezione e il sostegno alla famiglia, restituendo alla stessa il suo ruolo di centralità nell’educazione e nella dimensione comunitaria. Si intende promuovere l’attuazione di una governance centrata sulla sussidiarietà orizzontale che promuova e sostenga le realtà locali più significative, favorendo la messa in rete dei soggetti operanti nella comunità, le agenzie di servizi, il terzo settore, in modo che l’erogazione dei servizi sia il frutto di processi virtuosi che generino responsabilità individuale e collettiva per lo sviluppo del bene comune. Il servizio di assistenza educativa domiciliare per minori e famiglie, oggetto della presente co-progettazione, prevede quattro tipologie d’intervento a favore dei minori e delle famiglie: 1. assistenza educativa domiciliare minori e famiglie (ADMF); 2. incontri protetti; 3. progetti territoriali di comunità; 4. intervento pedagogico.

16

Funzioni di coordinamento del servizio

Le funzioni di coordinamento sono garantite:

- per il Comune di Bergamo, in qualità di ente capofila della gestione associata, dal responsabile del Servizio Interventi a favore di persone e famiglie e dal referente comunale del servizio ADMF, con funzioni di programmazione e verifica generale del servizio; - per il co-progettatore, dal referente tecnico del progetto con funzioni di coordinamento del personale educativo, di programmazione, gestione e verifica del servizio in collaborazione con i referenti comunali.In specifico, il referente tecnico del progetto:

- provvede al monitoraggio e alla verifica dell’andamento del servizio e alla predisposizione di report quali/quantitativi periodici da trasmettere all’Amministrazione, mediante idoneo applicativo informatico;

- partecipa agli incontri periodici del gruppo di co-progettazione costituito dai referenti comunali per la gestione e la verifica del progetto generale ADMF e dei singoli piani di intervento, nonché per apportare modifiche o integrazioni al progetto del servizio in relazione all’evolvere della domanda sociale.

Il referente tecnico del progetto deve essere in possesso della Laurea in Scienze dell’Educazione, della Laurea specialistica in Servizio Sociale o titoli equipollenti, con comprovata esperienza di coordinamento nel settore.

Sede operativa: Unità Operativa Minori del Comune di Bergamo, via San Martino della Pigrizia 52.

SCHEDE ANALITICHE DEGLI INTERVENTI

1. Assistenza Educativa Domiciliare Minori e Famiglie - ADMF

Descrizione del Servizio Il servizio si realizza mediante percorsi educativi di accompagnamento temporaneo a favore dei minori e dei loro nuclei familiari. L’affiancamento avviene nel contesto naturale di vita del nucleo familiare all’interno della casa e nel contesto territoriale di appartenenza e prevede, accanto ad un lavoro di sostegno educativo al minore nelle sue attività quotidiane, anche l’attivazione di azioni mirate di sostegno pedagogico ai genitori che necessitano di supporto nelle relazioni con i figli e nell’assolvimento dei loro compiti educativi. Le azioni di sostegno ai minori e alle loro famiglie si inseriscono in un approccio che favorisce la valorizzazione delle competenze e delle risorse personali e del sapere esperienziale. Le azioni professionali, unitamente a quelle esperienziali delle famiglie, devono essere strettamente connesse con quelle della comunità di riferimento, al fine di sviluppare e/o potenziare le capacità familiari di cogliere le opportunità territoriali o di essere parte attiva nella definizione delle stesse. Finalità Finalità del servizio è la salvaguardia dello sviluppo armonico e completo della personalità del minore, mirando all’evoluzione del nucleo familiare in difficoltà. L’intervento educativo domiciliare persegue finalità promozionali, preventive e riparative rivolte a nuclei familiari in situazioni di disagio. L’ADMF è un intervento di integrazione, sostegno e promozione della famiglia e delle sue competenze. La famiglia è risorsa attiva nella costruzione del progetto, partecipa alla definizione degli obiettivi e delle modalità per raggiungerli, nonché alla verifica degli interventi attuati. Il servizio è finalizzato a: individuare, congiuntamente con la famiglia, i possibili interventi socio-educativi mediante

l’osservazione delle cause e delle caratteristiche del malessere del minore e della famiglia stessa;

sostenere i minori che vivono all'interno del loro nucleo familiare esperienze di difficoltà che incidono nella costruzione dell’identità e nella integrazione sociale;

17

promuovere e sostenere le competenze genitoriali per quanto attiene le capacità di relazione, di accudimento e di sviluppo dell'affettività;

supportare ed integrare le competenze genitoriali al fine di prevenire il rischio di allontanamento del minore dal nucleo familiare di origine;

promuovere e valorizzare le risorse proprie della famiglia nella relazione educativa con i figli. Obiettivi Il servizio si pone i seguenti obiettivi: favorire nella famiglia le condizioni necessarie per il suo miglioramento, in ordine alle

difficoltà di tipo educativo, relazionale e gestionale che manifesta, aiutando i genitori a sviluppare le proprie potenzialità educative nei confronti dei figli;

sostenere i minori nel loro processo di crescita psico-fisica, aiutandoli a stabilire adeguati rapporti con il nucleo familiare e con l’ambiente di appartenenza;

evitare la cronicizzazione o il peggioramento della situazione di disagio del minore; fornire al minore degli stimoli che gli consentano di sperimentare le proprie capacità, spesso

non valorizzate nel nucleo di appartenenza, accompagnandolo ad una riscoperta e rivalutazione di sé;

prevenire gli allontanamenti dei minori da casa e dal proprio contesto di vita. Destinatari Il servizio è rivolto a nuclei familiari che presentano difficoltà relazionali e fragilità sul piano socio-educativo, residenti nei Comuni di Bergamo, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole e Torre Boldone. I servizi sociali comunali seguono situazioni segnalate da soggetti diversi quali: autorità giudiziaria, scuola, oratorio, volontariato, etc. Il servizio di ADMF è rivolto a minori da 0 a 18 anni. Attualmente sono in atto n. 17 interventi di ADMF per un totale di 25 minori.

Funzionamento del servizio Il servizio va garantito per dodici mesi all’anno per tutti i giorni feriali, da lunedì a sabato, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, oltre che in determinati giorni festivi, qualora l’Amministrazione comunale ne faccia richiesta a seguito di particolari situazioni di emergenza o motivate esigenze della famiglia, sulla base di progetti individualizzati, condivisi con la famiglia interessata. Figure professionali del co-progettatore

Referente tecnico del progetto

Educatori professionali in possesso della Laurea in Scienze dell’Educazione o titoli equipollenti. L’educatore professionale, nello svolgimento delle sue funzioni: programma e verifica il progetto educativo nell’ambito dell’équipe multidisciplinare, con il

coinvolgimento del nucleo familiare; attua l’intervento educativo con il minore e il nucleo familiare; osserva e analizza i comportamenti dei singoli componenti il nucleo familiare; facilita le relazioni intra ed extra familiari; promuove e valorizza le capacità relazionali e decisionali della famiglia; favorisce l’integrazione del minore e della sua famiglia nella comunità locale, curando i

rapporti con le agenzie presenti nel contesto di vita del minore (scuola, oratorio, centri giovanili, polisportive etc.);

partecipa al gruppo di lavoro multidisciplinare operante nei singoli poli territoriali per la lettura dei bisogni, nonché per la predisposizione e attuazione del progetto d’intervento integrato a favore del minore e della sua famiglia;

svolge il ruolo di mediatore e facilitatore nella costruzione di una rete di relazioni positive con le risorse offerte dal territorio.

Coordinatori in possesso della Laurea in Scienze dell’Educazione e Laurea Specialistica in Servizio Sociale o titoli equipollenti con comprovata esperienza nel settore.

18

Il coordinatore, nello svolgimento delle sue funzioni: coordina il personale educativo; programma e verifica il servizio in collaborazione con i referenti dei servizi sociali comunali.

Psicologo, in possesso della laurea in Psicologia, con funzioni di: affiancamento al coordinatore nell’analisi delle dinamiche familiari e nell’impostazione

dell’intervento; supervisione e sostegno agli educatori professionali nell’elaborazione del proprio vissuto

emotivo in relazione a specifiche situazioni, fornendo supporto e indicazioni operative. Figure professionali delle amministrazioni comunali:

Responsabile del Servizio Interventi a favore di persone e famiglie e referente comunale del servizio ADMF della Direzione Servizi Sociali ed Educativi del Comune di Bergamo, con funzioni di programmazione e verifica generale del servizio;

Assistenti sociali comunali quali titolari del progetto complessivo a favore della famiglia. L’assistente sociale, nello svolgimento delle sue funzioni: definisce in raccordo con la famiglia, previa rilevazione delle esigenze del minore e dei suoi

genitori, il progetto integrato e verifica l’andamento dello stesso; supporta il nucleo familiare nella realizzazione del progetto; partecipa al gruppo di lavoro multidisciplinare operante nei singoli poli territoriali per la lettura

dei bisogni, nonché per la predisposizione e attuazione del progetto d’intervento integrato a favore del minore e della sua famiglia;

mantiene raccordi periodici con i servizi esterni (scuole, servizi specialistici, ASL, azienda ospedaliera, oratori etc.);

predispone relazioni di aggiornamento e verifica del progetto di intervento condiviso con la famiglia.

La valutazione in merito all’idoneità delle proposte di intervento avanzate dai servizi sociali dei Comuni compete all’Assistente sociale referente comunale del servizio che, in raccordo con il referente tecnico del progetto e i coordinatori, determina l’ammissione al servizio stesso, compatibilmente con il monte ore a disposizione.

2. Incontri protetti Descrizione del Servizio Il servizio è volto a facilitare la ricostruzione, il mantenimento e lo sviluppo delle relazioni tra i minori che sono allontanati dal nucleo familiare di origine e i genitori non affidatari o altri adulti significativi. Lo spazio per gli incontri protetti è il luogo in cui il minore, alla presenza di un educatore professionale, può ricominciare a investire affettivamente sul genitore con cui non vive, ripristinando con lui rapporti e relazioni che possono essersi interrotti. La maggior parte degli interventi sono rivolti a nuclei familiari multiproblematici, talvolta con provvedimento limitativo della potestà genitoriale di uno o di entrambi i genitori, oppure in presenza di situazioni di separazione conflittuale tra i coniugi. Il servizio si attiva per quelle situazioni in cui l’incontro con il genitore o altre figure adulte significative può costituire pregiudizio per il minore e/o quando si rende necessario il sostegno e l’osservazione della relazione. Il servizio, anche a fronte di interventi prescritti dall’Autorità Giudiziaria, mira a ripristinare le naturali responsabilità dei protagonisti delle relazioni genitoriali. Finalità Favorire il superamento delle difficoltà relazionali ed educative della famiglia, attivando un

contesto qualificato di osservazione, accompagnamento e sviluppo di una relazione adeguata tra il minore e l’adulto significativo.

19

Aiutare l’adulto nel processo di costruzione, ricostruzione e sostegno della propria genitorialità verso il figlio, attivando capacità riflessive e di azione positiva.

Obiettivi facilitare la relazione tra il minore e l’adulto all’interno di un progetto di sostegno delle proprie

potenzialità di cura; sostenere i componenti del nucleo familiare nella capacità di fronteggiamento dei problemi; ridurre la durata dei tempi dell’intervento protetto verso una gestione più autonoma delle

relazioni tra il minore e il genitore o l’adulto significativo. Destinatari Il Servizio è rivolto a nuclei familiari che presentano difficoltà relazionali e fragilità sul piano socio-educativo residenti nei Comuni di Bergamo, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole e Torre Boldone. I servizi sociali comunali seguono situazioni segnalate da soggetti diversi quali: autorità giudiziaria, scuola, oratorio, volontariato, etc. Il servizio di incontri protetti è rivolto a minori da 0 a 18 anni. Attualmente sono in atto n. 11 interventi di incontri protetti per un totale di 13 minori.

Funzionamento del servizio Il servizio va garantito per dodici mesi all’anno per tutti i giorni feriali, da lunedì a sabato, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, oltre che in determinati giorni festivi, qualora l’Amministrazione comunale ne faccia richiesta a seguito di particolari situazioni di emergenza o in relazione alle esigenze del minore e della famiglia, definite nel progetto individualizzato a favore del nucleo. Sedi Lo svolgimento degli Incontri può avvenire presso:

l’Unità Operativa Minori del Comune di Bergamo in via San Martino della Pigrizia, in uno spazio ad hoc, attrezzato di libri, materiale didattico e giochi adatti alle diverse fasce di età e alle differenze di genere, che aiutano ad attenuare la tensione dovuta all’incontro e facilitano la comunicazione verbale, gestuale e fisica. L’Unità Operativa Minori è dotata di un giardino sottostante che può essere utilizzato come spazio esterno;

i domicili delle famiglie per garantire al minore gli incontri in un contesto familiare, offrendo la possibilità di agire in situazioni concrete, come cucinare, studiare, giocare e stare insieme;

i domicili “altri“ intesi come i luoghi del territorio in cui vive e si relaziona il minore: oratori, centri sportivi, parchi gioco, etc;

locali idonei messi a disposizione a titolo gratuito dal co-progettatore che riproducano un contesto abitativo familiare.

Figure professionali del co-progettatore

Referente tecnico del progetto.

Educatori professionali in possesso della Laurea in Scienze dell’Educazione o titoli equipollenti. L’educatore professionale, nello svolgimento delle sue funzioni: programma e verifica il progetto educativo nell’ambito dell’équipe multidisciplinare con il

coinvolgimento del nucleo familiare; facilita le relazioni intra ed extra familiari; promuove e valorizza le capacità relazionali e decisionali della famiglia.

Coordinatore in possesso della Laurea in Scienze dell’Educazione, Laurea specialistica in servizio sociale o titoli equipollenti, con comprovata esperienza nel settore. Il coordinatore, nello svolgimento delle sue funzioni: coordina il personale educativo; programma e verifica il servizio in collaborazione con i referenti dei servizi sociali comunali.

20

Psicologo, in possesso della laurea in Psicologia, con funzioni di: affiancamento al coordinatore nell’analisi delle dinamiche familiari e nell’impostazione

dell’intervento; supervisione e sostegno agli educatori professionali nell’elaborazione del proprio vissuto

emotivo in relazione a specifiche situazioni, fornendo supporto e indicazioni operative. Figure professionali delle amministrazioni comunali:

Responsabile del Servizio Interventi a favore di persone e famiglie e referente comunale del servizio ADMF della Direzione Servizi Sociali ed Educativi del Comune di Bergamo, con funzioni di programmazione e verifica generale del servizio.

Assistenti sociali comunali quali titolari del progetto complessivo a favore della famiglia. L’assistente sociale, nello svolgimento delle sue funzioni: definisce in raccordo con la famiglia, previa rilevazione delle esigenze del minore e dei suoi

genitori, il progetto integrato e verifica l’andamento dello stesso; supporta il nucleo familiare nella realizzazione del progetto; partecipa al gruppo di lavoro multidisciplinare operante nei singoli poli territoriali per la lettura

dei bisogni, nonché per la predisposizione e attuazione del progetto d’intervento integrato a favore del minore e della sua famiglia;

mantiene raccordi periodici con i servizi esterni (scuole, servizi specialistici, ASL, azienda ospedaliera, oratori etc.);

predispone relazioni di aggiornamento e verifica del progetto di intervento condiviso con la famiglia.

La valutazione in merito all’idoneità delle proposte di intervento avanzate dai servizi sociali dei Comuni compete all’Assistente sociale referente comunale del servizio che, in raccordo con il coordinatore, determina l’ammissione al servizio stesso, compatibilmente con il monte ore a disposizione.

3. Progetti territoriali di comunità

Descrizione del Servizio Il servizio si attua mediante interventi educativi per gruppi di minori, nei loro contesti di vita, per il sostegno scolastico, educativo e relazionale I progetti territoriali si attuano in collaborazione con le agenzie scolastiche, ricreative e culturali presenti nel territorio e prevedono interventi di assistenza educativa di gruppo, offrendo nel contempo momenti di aggregazione positiva e di socializzazione a favore di minori in situazione di rischio per prevenire manifestazioni di disagio sociale. L’azione può essere rivolta anche a gruppi di minori in situazione di agio al fine di rendere evidenti e modificare dinamiche comportamentali di esclusione e di isolamento, cui i ragazzi più problematici vanno incontro. I progetti di comunità vanno ad identificare altre forme di domicilio possibile, all’interno delle quali il destinatario non è solo il singolo ma un gruppo di minori, non è solo il nucleo familiare ma anche altri soggetti che hanno relazioni significative con il minore. In questa logica l’intervento non è riferito soltanto al minore e al suo nucleo familiare di appartenenza, ma si allarga alle altre realtà educative e sociali nelle quali il minore e la sua famiglia vivono. Questo servizio nasce sulla base delle richieste di aiuto espresse dai contesti di vita dei minori, partendo dalla lettura partecipata dei bisogni rilevati dagli operatori e dai soggetti significativi del territorio stesso.

21

Finalità Il progetto territoriale si propone di favorire condizioni e opportunità per la costruzione di un benessere sociale e relazionale diffuso e consolidato a favore dei minori, delle loro famiglie e delle comunità di appartenenza. Gli interventi perseguono finalità promozionali, preventive e riparative, mediante il potenziamento dei rapporti di partnership tra le agenzie educative del territorio per migliorare l’osservazione dei minori nei propri contesti di vita e la promozione di condizioni di agio per i minori stessi, segnalando ai servizi di competenza le situazioni di rischio e consegnando alla comunità strumenti in grado di accrescere la capacità di accompagnare e sostenere i percorsi di crescita dei minori. I progetti operano, altresì, per favorire lo sviluppo di competenze relazionali ed educative nelle figure adulte che si rapportano con i minori stessi: genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, curati, animatori di oratorio, allenatori sportivi etc.

Obiettivi

osservare le dinamiche relazionali, che vedono coinvolti i minori, all’interno dei contesti comunitari;

creare momenti di aggregazione che possano accogliere e promuovere possibili relazioni educative tra educando e educatore;

incentivare processi di partecipazione, integrazione, condivisione all’interno dei contesti di vita dei minori;

sviluppare azioni volte a stimolare e a sostenere i soggetti del territorio nell’accoglienza e nella cura dei minori;

facilitare la comunicazione e la relazione intergenerazionale, in particolare tra le figure adulte di riferimento e i minori;

favorire condizioni di benessere e di agio dei minori e delle famiglie; concorrere alla riduzione del numero di allontanamenti di minori dalle proprie famiglie. Destinatari Gli interventi sono rivolti a gruppi di minori, prioritariamente d’età compresa fra i 6 e i 13 anni, nei loro contesti di vita extrafamiliari (istituti comprensivi, oratori, associazioni sportive, realtà del volontariato locale, ludoteche, biblioteche, spazi gioco, centri giovanili). Attualmente i progetti di comunità sono rivolti a circa n. 450 minori. Funzionamento del servizio Il servizio va garantito per dieci mesi all’anno da settembre a giugno per tutti i giorni feriali della settimana, da lunedì a sabato, oltre che in determinati giorni festivi, qualora siano previste iniziative di aggregazione aventi carattere straordinario. Sedi Spazi aggregativi e di socializzazione presenti nel territorio in cui si relazionano i minori e le loro famiglie (oratori, centri sportivi, biblioteche, ludoteche, spazi gioco etc.).

Figure professionali del co-progettatore

Referente tecnico del progetto.

Educatori professionali in possesso della Laurea in Scienze dell’Educazione, o titoli equipollenti. L’educatore, nello svolgimento delle sue funzioni: programma e verifica il progetto educativo territoriale nell’ambito del gruppo di lavoro

multidisciplinare operante nei singoli poli, in collaborazione con i soggetti del territorio; sviluppa relazioni educative individuali e di gruppo sia con i minori che con gli adulti di

riferimento; valorizza il territorio ed il contesto sociale, favorendo la costruzione di una rete di legami tra il

minore, la sua famiglia e l’ambiente di appartenenza.

22

Figure professionali delle amministrazioni comunali

Responsabile del Servizio Interventi a favore di persone e famiglie e referente comunale del servizio ADMF della Direzione Servizi Sociali ed Educativi del Comune di Bergamo, con funzioni di programmazione e verifica generale del servizio;

Assistenti sociali comunali quali titolari del progetto complessivo. L’assistente sociale, nello svolgimento delle sue funzioni: programma e verifica il progetto educativo territoriale nell’ambito del gruppo di lavoro

multidisciplinare operante nei singoli poli, in collaborazione con i soggetti del territorio; favorisce la costruzione e il mantenimento della rete sociale coinvolgendo e valorizzando gli

attori del territorio. L’attivazione di nuovi progetti territoriali viene valutata dal referente comunale del servizio e dal referente tecnico del progetto unitamente agli operatori del polo di riferimento.

4. Intervento pedagogico Descrizione dell’intervento Si configura quale supporto pedagogico che si integra con gli interventi psico-sociali dei Comuni e dell’ASL provinciale, garantendo una lettura integrata e globale del bisogno/domanda, espressa dalle famiglie, per favorire la predisposizione, attuazione e verifica di un progetto d’intervento condiviso con la famiglia e partecipato con la comunità locale. L’integrazione psico-socio-pedagogica rappresenta uno strumento operativo fondamentale per l’efficace realizzazione delle diverse tipologie di intervento. In particolare, l’intervento prevede l’accompagnamento pedagogico ai genitori che necessitano di acquisire maggiori competenze nelle relazioni con i figli e nell’assolvimento dei loro compiti educativi. Finalità Favorire una lettura integrata dei bisogni, nonché l’attivazione di progetti di sostegno alle famiglie e la verifica degli stessi. Obiettivi rilevare, nell’ambito dell’équipe multidisciplinare, i bisogni espressi dalle famiglie e dal

territorio e attuare una prima valutazione; predisporre il progetto di intervento a favore della famiglia e del minore; favorire nella famiglia le condizioni necessarie per il suo miglioramento in ordine alle proprie

difficoltà di tipo educativo, relazionale e gestionale, aiutando i genitori a sviluppare le potenzialità educative nei confronti dei figli;

promuovere iniziative mirate al sostegno della famiglia, in raccordo con le progettualità attive nel territorio.

Destinatari L’intervento è rivolto a nuclei familiari con minori d’età compresa fra 0 e 18 anni residenti nei Comuni di Bergamo, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole e Torre Boldone. Ad oggi sono stati seguiti 50 nuclei familiari. Figure professionali del co-progettatore

Referente tecnico del progetto.

Educatori professionali in possesso della Laurea in Scienze dell’Educazione, o titoli equipollenti. L’educatore, nello svolgimento delle sue funzioni:

23

rileva il bisogno/domanda e valuta la situazione nell’ambito dell’équipe multidisciplinare; predispone il progetto d’intervento con particolare attenzione alle azioni di supporto

pedagogico da sviluppare; valorizza e raccorda le progettualità di territorio. Figure professionali delle amministrazioni comunali

Responsabile del Servizio Interventi a favore di persone e famiglie e referente comunale del servizio ADMF della Direzione Servizi Sociali ed Educativi del Comune di Bergamo, con funzioni di programmazione e verifica generale del servizio.

Assistenti sociali comunali quali titolari del progetto complessivo a favore della famiglia. L’assistente sociale, nello svolgimento delle sue funzioni: definisce in raccordo con la famiglia, previa rilevazione delle esigenze del minore e dei suoi

genitori, il progetto integrato e verifica l’andamento dello stesso; supporta il nucleo familiare nella realizzazione del progetto; partecipa al gruppo di lavoro multidisciplinare operante nei singoli poli territoriali per la lettura

dei bisogni, nonché per la predisposizione e attuazione del progetto d’intervento integrato a favore del minore e della sua famiglia;

mantiene raccordi periodici con i servizi esterni (scuole, servizi specialistici, ASL, azienda ospedaliera, oratori etc.);

predispone relazioni di aggiornamento e verifica del progetto di intervento condiviso con la famiglia.

L’intervento pedagogico integrato è attivato dagli operatori del polo di riferimento.