Boards Test 2011

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BOARDS TEST 2011 17 TAVOLE PROVATE

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Test delle tavole da windsurf del 2011

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BOARDS TEST

201117

TAVOLE

PROVATE

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WAVE BOARDS (70/90 l)

quad TE 79

1899 €

test and rider smink - brutal beach (francia) settembre ‘010 - photo © betta

FANATIC Quad TE 79range di utilizzo, confort, preciso nei bottom, surfata, carving, partenza in planatae buona velocità di punta per essere un quad

più pesante rispetto ad un single fin/prezzo

+

-lunghezza : 227 cm larghezza : 55,5 cm volume : 79 lpeso dich. : 6,5 kgtecnology : Carbon Kevlar Light Finish/TEscassa pinne : 2 US Box 8" - 2 Mini Tuttlepinna di serie : Choco Fins 2 * 9,0 - 2 * 14,5 gamma vele : 4,0/5,8

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nna Avevo veramente la curiosità di provare questo Fanatic Quad 79 tra le onde... lo avevo visto all’opera a Canos de la Meca,

sotto i piedi di un paio di surfisti, ben più pesanti di me (78 kg), che saltavano e surfavano, mentre io con il mio Thruster76, aravo e “seminavo” in attesa di raccogliere qualche frutto.Questo Quad 79 è, a detta di molti, me compreso, veramente bello con questo look e... come bene sapete, questa è unabuona “arma” perchè tanti surfisti decidono di comprarsi una tavola o una vela soprattutto per questo aspetto marginale,che fa però tanto figo! Sia lo shape (outline assai compatto con una larghezza massima di 55,5 cm per soli 227 cm di lun-ghezza, linea scoop rocker e rocker di poppa pronunciati e carena con concavo in biconcavo..) che la poppa square-squash tail, larga e arrotondata, mi lasciavano un po’ dubbioso. Ed invece... Fanatic non ha dotato di quattro pinne la lineaNewWave TE, lanciata lo scorso anno e tutt’ora disponibile, ma ha sviluppato quattro nuove tavole Quad (72, 79, 86 e 93)e lo shaper Wenzel, coadiuvato dal suo test team, ha optato per questa poppa in grado di fare rendere al meglio questi

shape. Ed in effetti in acqua il Quad 79 è una vera goduria, in surfata e nel carving... addirittura, se-condo me, un passo avanti in condizioni on shore. Dico, secondo me, perchè questa tavola ha su-scitato pareri contrastanti... un mio amico, molto forte in wave, mi diceva che, provato sulle ondeOmaniane, il Quad 79 non era tutto questo ben di Dio che vi sto per raccontare. Ma come vanno usatiquesti Quad?! Ognuno ha la sua teoria... per quel che mi riguarda continuo a pensare che sopra idue/tre metri di onda perfetta side shore, non ci sia niente di meglio che un bel single fin! É anchevero però che queste condizioni, le becco, per mia sfortuna, due, tre, quattro volte all’anno e non vo-glio avere due, tre tavole wave per ogni condizione. A Mauritius o in Oman ci vado, se va bene, unavolta all’anno... voglio una tavola che vada bene e mi faccia divertire nelle maggior parte delle uscitewave che faccio e cioè nelle merdosette condizioni nostrane e che si difenda quando vado a pren-dere le onde serie. Non so se questo Quad 79 è la vera soluzione, ma complice la sua facilità e lamia prima taka chiusa con mezzo metro d’onda, la scelta, dato che devo cambiare il mio wave, èproprio tra questa e il Ricci WC 75 che per ora ho provato solo in versione single fin... gran tavolaanch’essa! Ma torniamo a noi... in primis il Quad 79 mi ha impressionato in surfata: in front side neibottom non la sposta nulla dalla sua traiettoria cosa che consente di arrivare al cut back, belli ve-loci e se si è capaci questo permette di provare a sparare qualche aerials. I cut back si possono fare“cattivi” o dosando la pressione, meno radicali, ma più stilosi con la possibilità di attaccare qualchenuova manovra agli slashoni. In back side, in condizioni tipicamente on shore, il Quad si comportamolto meglio di quanto si possa pensare, è agile, diretta, reattiva, ma la dote che domina su tutte èche questa tavola sia veramente a suo agio in tutte le condizioni in cui l’ho provata... ad Andora conla 5,3, a Brutal con la 4,7 e a La Coudoù con la 4,2, sovrainvelata a bomba! Alla faccia dei suoi 79litri, non si fa fatica a controllarla, anche con la 4,2... cosa che mi fa pensare che i 79 litri siano qual-cuno in meno. A queste caratteristiche sommate che in condizioni di vento leggero, il Quad 79 si di-fende bene partendo in planata e risalendo il vento con facilità. Complice le straps e i pads, il confortè totale (la differenza si sente provando il pur ottimo Da Curve TE ), la dotazione di serie è al top conle Choco Fins (2x14,5 cm Us box e 2x9,0 cm mini tuttle), anche se le quattro scasse incidono un po’sul peso finale della tavola, nonostante la costruzione Carbon Kevlar Light Technology.

Wind News Sett./Ottobre 2010 pag. 53

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WAVE BOARDS (70/90 l)

Come aveva detto il vostro caporedattore preferito, bisognava andare in Francia per poter provare i quad in condi-zioni un po’ più rispettabili per delle tavole wave di razza come quelle in nostro temporaneo (sigh!) possesso.Le due giornate di maestrale ci hanno permesso di provare le tavole in condizioni limite (il primo giorno alla Cou-doù era da 3.5, un po’ troppo per dei 79 litri forse...) ed in condizioni tipiche per le nostre uscite mediterranee. Hoprovato a lungo questo Tabou Da Curve 79 TE Twinzer/Quad (anche perchè sono felice possessore di un Tabou DaCurve Single 79 di un paio d’anni fa): con la 5.2, la 4.2 e la 4.7, vento on shore, side shore, onda formata, chop...un mix di tutto quello che si può trovare dalle nostre parti.Prima considerazione: credo che questo tipo di tavola dia il meglio in condizioni di puro waveriding, dove si può apprezzare effettivamente il vantaggio di avere una tavola sempre attiva inogni sezione dell’onda, grazie a delle linee particolari e ad uno shape bello aggressivo chepermette turns radicali in assoluto controllo. In più questa tavola grazie all’adozione delle nuovescasse slot box rimane, a livello peso, come un single fin... leggero! Il punto però è sempre lo stesso e cioè capire se una tavola del genere abbia un senso per leuscite in condizioni un po’ più tranquille e se possa andare bene anche se non ci sono almenodue metri d’onda. Iniziamo per gradi: la tavola è fatta proprio bene, curata in tutti i minimi par-ticolari, con pads belli spessi come piacciono a me che permettono il massimo confort negliatterraggi dai salti ed in andatura con il chop bello formato. Il volume e la larghezza generosaverso prua non influenzano assolutamente il controllo generale in aria e con vento forte (ho ri-scontrato difficoltà di assetto solo nel momento in cui le condizioni erano da 3.7 in giù ed ioavevo la 4.2 deformata dalle raffiche!), e garantiscono un buon inizio di planata e buona gal-leggiabilità nei buchi di vento. Il resto della tavola è puro wave, no compromessi, linee d’ac-qua a poppa belle tirate... una goduria assoluta per i più esigenti. E le 4 pinne direte voi?! Nonme ne sono neanche accorto! Scherzi a parte, questo è il nocciolo della questione: mi sono tro-vato molto bene con questo assetto, la tavola è comunque abbastanza veloce, si riesce a bo-linare a sufficienza, ma soprattutto è divertentissima nelle onde. Ora so già che qualcunochiederà... ma senza onde ha senso avere le 4 pinne?! A mio parere nessuno, il confronto conun single fin è assurdo, il single fin vince in velocità, in andatura... ma questo Da Curve non èfatta per questo. È fatto per disegnare ogni tipo di onda, forzare ogni turn e aggredire il lip. Sesiete dei maniaci delle onde, da 20 cm a 4 metri, questo è il vostro mezzo giusto. Se pensateche Noli con la 4.5 sia già un po’ wave.. indirizzatevi verso altre tavole... o sport!Ultime note: mi spiace non aver provato la soluzione twinzer, sarei curioso di vedere le diffe-renze di comportamento, mi rendo disponibile per un ulteriore periodo di test di 2 o 3 mesi perpoter portare qualche dato significativo... ok mr. Tabou?!

da curve 79 te

1799 €

rider and test max - la coudouliere (francia) settembre 010 - photo © silvia

Tabou Da Curve 79 TE leggero, reattivo e preciso nel surf con onde medio/piccole, carvingbuona partenza in planata

straps un po’ troppo rigide/prezzo

+

-lunghezza : 224 cm larghezza : 56 cm volume : 79 lpeso dich. : 6,4 kgtecnology : Flexlight CK (Carbon/Kevlar deck)scassa pinna : slot boxpinne di serie : 2 Zinger 15 - 2 Zinger 9gamma vele : 3,7/5,7

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WAVE BOARDS (70/90 l)

Compito non facile quello di decidere quale scegliere tra il Wave Cult 75 Single o Quad. Entrambe le tavole confer-mano tutto quello di buono, in fatto di facilità, duttilità e prestazioni che la linea Wave Cult si è meritata in questianni, entrambe vantano una dotazione di serie al top: ottimi e confortevoli i pads, superbe le tradizionali straps DaKine, al solito di alto livello le pinne Maui Fin Company sia quad che single. Se la scelta andasse fatta solamentecon il... portafoglio, il single fin avrebbe sicuramente la meglio, perchè va così bene con questo assetto che diffi-cilmente riuscireste a convincermi a spendere trecento euro in più per la versione super “pinnata”. Stesso discorsovarrebbe se il calcolo lo facessimo in base alla bilancia: la scelta di dotare il Quad con quattro scasse US box, chesono sicuramente più funzionali sia in fatto di possibilità di regolazione che di eventuale reperimento di pinne di-verse, paga ben otto etti di peso alla versione dotata di una sola pinna. In base queste considerazione il mono pinnapartirebbe nettamente avvantaggiato, se non si tenesse conto del fattore divertimento, che adesempio nel mio caso... beh ha un grosso valore! Per questo test abbiamo così deciso di espri-mere i nostri giudizi... ormai è un po’ che abbiamo sotto i piedi la versione ad una pinna e al-meno tre settimane quella a quattro... di uscite ne abbiamo fatte parecchie, anche in condizioniche di wave avevano ben poco e un’idea ce la siamo fatta. Forse ci manca soltanto, per un giu-dizio più completo, una mareggiata bella massella, con onde sopra i due metri, ma quella viassicuro che non la posso ordinare e che la pagherei ben cara pur di averla. I nostri giudizi,avrete capito, si basano quindi quasi totalmente su uscite wave molto "nostrane"... solo inFrancia, tra La Coudou e Brutal, siamo riusciti a beccare qualcosa di un po' più sostanzioso infatto di onde. Ed ecco i nostri giudizi: come si suol dire... prima i vecchi (smink) ed i bambini!

“Il primo approccio l’ho avuto con Wave Cult 75 mono pinna a BrutalBeach con la 4,7 e mi sono ritrovato con una tavola sotto i piedi, cheplanava in pratica sempre, anche nei buchi, molto prima del Thruster76 che ho avuto fino a settembre. Il WC 75 single si è rivelato comeuna tavola super duttile, efficace in tutte le condizioni e secondo me

adattissima alla stragrande maggioranza dei surfisti che vogliono fare wave. Dotata di un ot-timo spunto per saltare con facilità e una buona attitudine alla surfata è a suo agio sia nelvento medio che in quello veramente forte, anche se forse la doterei di una pinna leggermentepiù piccola per esaltarne ancora di più la radicalità in manovra. L’avrei promossa a pieni voti...se non avessi provato la versione a quattro pinne! Eh si, il quad paga certo qualcosa in par-tenza in planata, dovuto al numero di appendici sommerse e al maggiore peso, ma tra i quadprovati è quello che “sbanda” meno in andatura e dispone di un’attitudine alla surfata che ilWC single fin non ha. Mi spiego... il monopinna va come un missile rispetto al multi pinne, main surfata in quelle condizioni dove l'onda bisogna un po’ inventarsela... il quad offre una sen-sibilità estrema, anche in condizioni strettamente on shore. Nel bottom sta su un binario ed ac-

WC 75 single

1599 €

rider max - test by the team - brutal beach (francia) settembre ‘010 - photo © betta

RRD Wave Cult 75 LTD Single V4 polivalenza side on off, partenza in planata,accelerazione, attitudine ai salti, controllo,realtiva accessibilità, carving, surfata

meno divertente del quad in surfata

+

-lunghezza : 230 cm larghezza : 56 cm volume : 75 lpeso dich. : t.b.dtecnology : Custom full sandwich/Biaxial Glassscassa pinne : US boxpinne di serie : MFC CK-One G10 CNC 22 cm gamma vele : 3,7/5,2

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WAVE BOARDS (70/90 l)

WC 75 quad

1899 €

rider max - test by the team- bordighera (im) - ottobre ‘010 - photo © smink

RRD Wave Cult 75 LTD Quad V4range di utilizzo, confort, preciso nei bottom,surfata al top in condizioni medio/piccole, carving discreta velocità di punta per essere un quad

più pesante rispetto ad un single fin/prezzo

+

-lunghezza : 230 cm larghezza : 56 cm volume : 75 lpeso dich. : t.b.dtecnology : Custom full sandwich/Biaxial Glassscassa pinne : US boxpinne di serie : MFC QUAD SET QS 300 CNC G10gamma vele : 3,7/5,2

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nna celera permettendo di impattare il lip sensibilmente più veloci, il che vuol dire avere la possibilità di provare a chiu-

dere aerial o taka, vista l’attitudine alla slashata controllata. A parità di prezzo andrei sicuro di Quad per quanto misono divertito di più in condizioni di onda marginale... a prezzi “confermati” mi rimane il dubbio!”La parola va ora al “bambino”... Panda, che pesa 65 chili con la muta e che surfa solitamente con un WaveCult 68:

“Che dire di queste due sorelle?! La “mono pinna” l’ho provata a Brutal Beach con la 4.2 eun’onda di circa un metro e mezzo. La sensazione è stata molto positiva soprattutto in anda-tura: veloce e precisa, mi ha permesso di saltare con grande facilità. Non male è anche il con-fort tra i mille sobbalzi ed il ciop sul bordo anche per un peso leggero come me. In manovrasulle onde l’ho trovata diretta e facile da gestire e la inserirei tranquillamente tra le tavolewave meglio riuscite, per quanto riguarda i mono pinna, tra quelle provate negli ultimi dueanni. La sorella “multi pinnata” l’ho provata ad Andora sempre con la 4.2, ma con mezzo metrod’onda: direi subito che la sensazione di velocità e nettamente inferiore della precedente.Sulle onde, o meglio sulle schiume è però veramente divertente: i raggi di curva sono moltopiù stretti senza perdere comunque velocità e la manovrabilità è eccezionale, sembra di averenei piedi una tavola da onda. Meglio il single fin o il quad per me? Difficile dirlo: ad oggi sin-ceramente non ho ben chiaro cosa preferirei avere... vanno bene entrambe, ma non sono tantosicuro che i quad siano così duttili come i wave tradizionali ad una pinna”.Sull’uno pari, palla la centro e ... last but not least, (anzi forse quello che di wave ci “chiappa”di più tra di noi...) arriva il giudizio di Max che sembra vecchissimo, ma vecchissimo non è...

“La sensazione che i monopinna siano più veloci è confermata anche nelcaso del WaveCult 75: più leggero, più veloce e leggermente più rapido inpartenza di planata nella versione single. Se non andassi tra le onde nonavrei proprio dubbi a riguardo. Il punto è che se si è malati di condizioniwave, l'obiettivo è surfare il meglio possibile cercando il divertimento con

tutti i vari tipi di onda. Con il quad si ha la sensazione di controllo assoluto e ci si sente più sicurinell'affrontare sia il bottom che il cut back, i cambi di direzione veloci non sono più un problema esi passa facilmente dalla surfata in back a quella in front in maniera veramente fluida.Queste tavole sono quindi l'ideale in condizioni di onda formata non particolarmente grande (con-cetto relativo... one mast è grande per voi? O con due metri e mezzo ve la fate già sotto?!) dove cisi può sbizzarrire in fantasia tra i vari tipi di surfata e tutte le nuove manovre freestylewave di nuovagenerazione. Se si passa invece a condizioni più serie, con onde grandi, per puro waveriding downthe line, magari in condizioni side-off, dove l'obiettivo è spararsi bottoms velocissimi, sono convintoche sia più importante lo shape del numero di pinne a disposizione, per cui magari presterei più at-tenzione alle misure a poppa (on foot off), alla larghezza, allo scoop...”

Wind News NOVEMBRE 2010 pag. 33

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FREEWAVE BOARDS (85/110 l)

Naish presenta per la stagione 2011 un bel po’ di novità, abbinate ad un ridimensionamento delle linee, cheagevola alquanto la scelta del surfista. Sono infatti solo tre le linee per i “manovratori” da onda e non... Wave,Koncept, Freestyle/FreestyleWave. La linea per i surfisti che non vogliono compromessi tra le onde è la Wavecon le sue nuove cinque tavole (55, 64, 74, 80, 87), dotate di assetto thruster, mentre la Koncept viene iden-tificata come una linea universal wave, all terrain o, per dirla all’italiana, “tre in uno: onda, acqua piatta ebump and jump”! La linea Koncept rimpiazza la Global Wave del 2010 di cui mantiene icinque shape (70, 80, 90, 100, 110), realizzati con una nuova tecnologia costruttiva San-dwich Wood che rende le tavole molto più leggere e rigide.Il Koncept 90 ad esempio pesa “vestito di pinna e straps” tre etti in meno del Global Wave90, è dotato come anche gli altri due modelli più grandi 100 e 110 di due pinne, in que-sto caso una wave 25 ed una freewave 28 cm, più leggere e performanti delle pinne delloscorso anno, ha un look che piace con la nuova livrea in wood in coperta e... udite, uditecosta 1290 euro compresa della utilissima Eco Bag Naish, quasi 200 euro in meno del Glo-bal 2010. Il bello della faccenda è che la riduzione del peso e del prezzo coincide con unmiglioramento delle prestazioni generali, cosa che permette a questa tavola di offrire unsuper rapporto qualità/prezzo. In effetti il Koncept 90 risulta sin dalla prima planata piùvivace e reattivo del già duttile Global. La nuova tavola è nettamente più rigida e permettedi partire prima in planata e schizzare via veloci, anche quando il vento non collabora apieno. Questo permette di saltare, in condizioni on shore anche particolarmente rognose,con una facilità disarmante perchè si riesce ad arrivare sempre con una buona velocitàsulle rampe. In più il Koncept raggiunge con facilità una velocità di punta veramente ele-vata per un wave/freewave di questo genere, tanto che tutti e tre i tester che si sono al-ternati alla guida sono tornati a riva, dicendo “belin che proiettile questa tavola!”.Il Koncept 90 rimane comunque intuitivo e relativamente accessibile se si ha un mininodi capacità, anche in manovra, ma se si vuol trovare un neo in tutto questo ben di Dio, varicercato in un confort in navigazione, leggermente inferiore forse proprio a causa dellamaggiore rigidità e della necessità di una maggiore pressione dei piedi per farla carvaree/o surfare bene come faceva il “vecchio” Global. Tutto sommato però siamo al cospettodi un freewave tutto fare che può dare moltissime soddisfazioni ai surfisti che fanno wavein condizioni nostrane e vogliono una tavola che sia a proprio agio in tutte le condizioni eche permetta di saltare con facilità... tranquilli, con il Kocept siete già in orbita!

Koncept 90

1290€

rider and test smink - andora (SV) ottobre 010 - photo © panda

Naish Koncept 90super rapporto qualità/prezzo, duttile in ogni condizione, peso, rigidità,spunto, velocità finale, eco bag di serie

meno accessibile in manovra

+

-lunghezza : 236 cm larghezza : 61 cm volume : 90 lpeso dich. : t.b.dtecnology : sandwich wood constructionscassa pinna : power boxpinne di serie : wave 25 cm e freewave 28 cmgamma vele : 4,0/6,0

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FREEWAVE BOARDS (85/110 l)

FW 95

1599 €

test and rider smink - noli (sv) ottobre ‘010 - photo © panda

FANATIC FreeWave 95freewave di razza, spunto inpartenza, accelerazione, range diutilizzo, manovrabilità, controllo

meno confort che in passato

+

-lunghezza : 240 cm larghezza : 61 cm volume : 95 lpeso dich. : 7,1 kgtecnology : CWS Custom wood sandwich lightscassa pinna : power boxpinne di serie : FreeWave 27 cm G 10gamma vele : 4,2/6,5

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nna Quest’anno Fanatic presenta una gamma Freewave ancora più completa rispetto al recente passato, te-

nuto conto che a fianco della sensibilmente alleggerita linea base (Custom Wood Sandwich Light) e dellalinea “ricca” TE (Carbon Kevlar Light Finish TE) è arrivata sul mercato anche la “ricchissima” editionTextreme (Carbon Kevlar Textreme Light) disponibile solo però nella misura più gettonata delle gamma,e cioè il 95 litri. Non oso immaginare (non è vero, dico una balla, perchè ho soppesato con invidia il FW95 Textreme di un amico “gioielliere” che se l’è comprato...) quanto posso essere leggero questa “limi-ted” edition, dato che già il modello base “sospinto” al momento del test dall’importatore White Reef...“quest’anno provate la versione base, è bella leggera anch’essa, quasi come un TE dello scorsoanno!”... pesa con straps e pinna meno di 7,6 kg. Questo ed anche il peso del Naish Koncept 90, testatoqui a fianco, lasciano intuire che devono aver cambiato qualcosa in Cobra in fatto di costruzioni base.

In effetti entrambe le tavole, che si avvalgono di una costruzione a base di wood,oltre ad essere più leggere degli anni scorsi, sono anche decisamente più rigide eforse un pelo meno confortevoli in condizioni di ciop pronunciato. Questo a dire ilvero si avverte di più sul Naish, mentre il Fanatic FW 95 rimane facilissimo da spin-gere al massimo e si riconferma il “campione” di duttilità a cui ci abituato gli scorsianni. La partenza in planata, rimane anche in questa versione base, una delle miglioridella sua categoria, paragonabile a quella del mio “vecchio” FW 95 TE 2010, che halo stesso identico shape. In realtà le differenze a parte ancora qualche etto di pesoin favore del TE, sono meno sensibili di un tempo, visto che la dotazione di serie è pra-ticamente uguale: stesse confortevoli straps, stessa ottima pinna power box free-wave in G10 da 27 cm, anche se al proposito, volendo sfruttare al meglio la tavolaanche tra le onde con il vento forte, vi consigliamo di munirvi di una wave 24 cm. Giàche ci siamo un cenno al comportamento di questa tavola tra le onde... quando quasitre anni fa ho rimpiazzato il mio vecchio WaveCult 85 con il Freewave 95 TE, quellocon la poppa a cosa di rondine del 2009, non mi sono quasi accorto di differenze insurfata con vele da 4,7 a salire. Quando lo scorso anno l’ho cambiato per l’attuale FW95, visto che gli shape rimangono invariati anche per il 2011, l’avevo trovato un pelopiù “pagnottoso”, ma alla fine dei conti una grande tavola in grado di destreggiarsiin pratica in quasi tutte le condizioni. La stessa cosa si può dire, a parte un minor con-fort in andatura, del FW 95, oggetto di questo test. Come detto parte bene e questoconsente di saltare con facilità e con meno apprensioni della versione TE negli atter-raggi “piatti”. In surfata e manovra rimane sempre istintivo ed in grado, in virtù dellasua precisione nelle curve, di perdonare anche qualche errore del pilota. Detto delwave un cenno alle doti da “ciop” ed acqua piatta di questa tavola, riassumibili in unasola parola: duttilità. Plana bene, raggiunge un’ottima velocità di punta e risale ilvento con un buon angolo senza difficoltà, stramba e carva... da solo! Insomma lostesso “best seller” a cui siamo abituati... quest’anno anche nella versione base.

Wind News NOVEMBRE 2010 pag. 35

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FREEWAVE BOARDS (85/110 l)

freestyle wave 96 ltd

1684 €

rider and test smink - andora (SV) novembre 010 - photo © panda

RRD Freestyle Wave 96 ltdduttilità ed accessibilità, range di ultilizzo, controllo sul ciop con ventoforte, attitudine alla surfata, carving

meno nervoso di altri FW

+

-lunghezza : 239 cm larghezza : 60 cm volume : 96 lpeso dich. : 6,8 kgtecnology : Custom full sandwich/Biaxial Glassscassa pinna : power boxpinne di serie : MFC freewave 28 cm G10 CNCgamma vele : 4,7/6,7

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nnaC’era un discreto interesse in redazione intorno a questa tavola... in primis perchè ormai, a parte il “leg-

gero” Panda, tutti gli altri usano il 95 litri freewave come tavola grande da abbinare ad un wave sui 75/80litri, in seconda battuta perche l’Rrd Freestyle Wave 96, nel 2010 ha raccolto un sacco di consensi nei testdei vari magazine, soprattutto in quelli... tedeschi ed inglesi. Visto che lo shape 2011 di questa tavola èrimasto invariato, volevamo vedere se anche noi saremmo riusciti a farci a farci... entusiasmare!Disponibile sia nella versione X-Tech che Ltd, divise oltre che dalla diversa costruzione da circa mezzo chilodi peso a favore della LTD, il Freestyle Wave 96 interpreta secondo noi alla perfezione, insieme all’86 peri surfisti più leggeri, il concetto di tavola multifunzionale, wave, freestyle, bump & jump in grado di coprireuno spettro molto ampio di stili e condizioni. In redazione ci è arrivata la più leggera e costosa versioneLTD, accessoriata di tutto punto con gli ampi e confortevoli pads, le solite, ma sempre le migliori strapsDa Kine e una pinna freewave Maui Fin Company 28 G10 che si rivelato un ottimo ab-binamento... dal punto di vista accessori, non ci si può proprio lamentare!Abbiamo “trimmato” il Freestyle Wave 96 con una sola straps posteriore perchè se-condo noi non ha bisogno delle due straps posteriori per essere condotto al massimoin tutte le circostanze per cui è stato concepito e siamo andati in acqua.Come termine di paragone, nella nostra mente avevamo il Fanatic FW 95 di cui sia ioche Max siamo “armati” da tempo. E se vi devo dire la verità il giorno che l’ho provato,con l’onda grossa abbinata alla Konda 5,3, mi ero già portato anche il mio freewave,giù in spiaggia, pronto a cambiare tavola, non appena mi fossi fatto fatto un’idea di que-sto Freestyle Wave 96... ed invece, me la sono usata, per tre orette senza mai sentirel’esigenza di cambiarla! A secco mi era sembrata più voluminosa e meno “tirata” dellamia solita tavola, cosa che mi aveva fatto storcere il naso, ma in acqua mi è sembrataforse più duttile, più facile e a suo agio tra le onde, scommessa che non avrei mai fatto.Proprio tra le onde mi ha impressionato per la sua velocità e la sua precisione nel bot-tom... certe volte, pur senza l’aiuto del vento, molto rafficato, scendendo giù dall’ondae cominciando la curva, mi sono ritrovata a pensare... ma ‘sta tavola accellera! Sinceramente non so dirvi se erano le onde per una volta ben messe, ma sta di fattoche, anche senza cambiare pinna con una più piccola, me al sono “goduta” e mi sonotirato dei cut back... da tavoletta! Probabilmente è un po’ meno aggressivo del Fana-tic Freewave 95, ma ripaga alla grande con una maggiore range di utilizzo e unaestrema facilità: ci si può giocare con le onde con un po’ più di volume sotto i piedi,si può usare come freeride/bump and jump nel ciop ed i freestylers probabilmente tro-veranno il giusto supporto per ogni tipo di manovra.A proposito di ciop, l‘abbiamo usata con la 5,7 e ci sta che vada bene, ma anche conil vento più forte, da 4.7 per intenderci, se la cava alla grande: si fa lanciare facilmentein piena velocità, rimane sempre facile da condurre e in strambata, addirittura sembraaiutarvi, anche se siete fuori con la 4.7 ed il vento fortissimo... veramente un bel mezzo!

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FREEWAVE BOARDS (85/110 l)

3 S 106

1299 €

test smink/max - rider max - andora (sv) novembre ‘010 - photo © smink

Tabou 3S 106tre in uno, duttilità, accessibilità, range di utilizzo, controllo, manovrabilità anchenel surf, partenza in planata, prezzo

straps durette e ci vorrebbe una pinnada 25 cm per il surf con vele piccole

+

-lunghezza : 242 cm larghezza : 64 cm volume : 106 lpeso dich. : 7,0 kgtecnology : PVC Full Sandwichscassa pinna : power boxpinne di serie : Freeride 32 cmgamma vele : 4,5/7,0

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nna Questo mese abbiamo testato una delle migliori tavole “tutto fare” disponibili sul mercato. A conferma della fetta di esti-

matori che questa tavola “tre in uno” si è ritagliata nel tempo, ricordo ancora il commento di un amico “pesantuccio”(over 90) che, qualche anno fa, si era comprato un Tabou 3S 107... “va bene per saltare, strambare, surfare tanto che lauso per fare wave quando il vento è è moscio, ma anche per spararsi bordi a manetta, visto che plana subito anche sottoil mio peso... sapessi fare freestyle, probabilmente andrebbe bene anche lì.... è la vera tavola del mago!”. A distanza diqualche anno abbiamo pensato bene, di vedere se le cose stavano ancora così... tanto per cominciare il 3S 106 è statoconfermato dallo scorso anno, mentre due sono le novità della linea: l'86 litri completamente ridisegnato e il 116, dotatodi una nuova rocker line maneggevole che facilità l'entrata in planata, destinata ai più pesanti e a chi esce in condizionicon vento leggero e onde. Due le costruzioni disponibili base realizzata in PVC full sandwich e la più leggera LTD FlexlightCK (Carbon/Kevlar deck). Praticamente identica la dotazione di serie, con le straps dedicate (durette), gli ottimi pads e la

pinna power box FR 32 cm. Dato che quest’anno le palanche che girano mi sembrano veramentepochine, abbiamo provato la versione base che costa meno e l’abbiamo messa sotto i piedi di Maxe Panda, rispettivamente il pesante ed il leggero del test team di Wind News.“Ho provato la 3S ad Andora con vento da sud/ovest stranamente rafficato e sono rimasto vera-mente sorpreso della facilità di inizio planata e velocità di punta. Grazie all’abbinamento di una 5.3,bella potente come la Naish Force, il 3S 106 schizza via subito raggiungendo velocemente la pla-nata piena in poco spazio. Normalmente uso un freewave da 95 litri con la 5.3 e forse 10 litri in piùfanno molto, ma la differenza di accelerazione era notevole e probabilmente con il 95 litri non mi sareidivertito così tanto sotto riva a giocare con le poche ondine disponibili nei rari momenti di vento. Lafigata è che una volta al largo, con il vento più sostenuto e la 5.3 bella piena, non ho avuto alcunproblema di assetto e non mi sono accorto dei litri in più! E si, perchè il confort in navigazione è ec-cellente, e grazie ai soliti pads imbottiti che come ho già detto nel test del Da Curve Quad apprezzomolto, si ha un controllo assoluto e si raggiungono facilmente velocità ragguardevoli. Unico detta-glio che posso segnalare è che non mi sono sentito di utilizzare la pinna in dotazione un po’ troppolunga (a mio parere) per vele dalla 5.3 in giù se si vuole un minimo di manovrabilità da tavola ‘wave’.In effetti credo che per tavole di questo genere che hanno un ampio range di vento e di utilizzo, siaimportante abbinare la pinna giusta per le diverse situazioni. Con le caratteristiche di questa tavola,ed una pinna sui 25 cm, un surfer pesante (90 kg) può tranquillamente utilizzare questa tavola incondizioni di onda fino alla 5.0 bella cazzata senza problemi e con il massimo del divertimento.D’altra parte con 106 litri e la pinna di serie, lo stesso surfer si può buttare tranquillamente in acquaa Noli con la 6.0/6,5 per lanciarsi al lasco pieno ed utilizzare la tavola quasi come un freeride...Ed ora le due parole del leggero... “generalmente quando provo tavole sopra i 100 litri mi trovo inleggera difficoltà visto il volume ed il mio peso. Con il 3S devo essere sincero non ho avuto questasensazione. L'inizio della planata è praticamente immediata ed automatica e sul bordo si comportacome una tavola con molti litri in meno. Confortevole la posizione dei piedi nelle straps nei bordi lun-ghi e nelle sollecitazioni provocati dai "cioppi". Anche in strambata la tavola è bella intuitiva e dire-zionale e non fa sentire i suoi 100 e passa litri... me l'acquisterei come tavola grande!”

Wind News DIC/GENNAIO 2011 pag. 37

Page 10: Boards Test 2011

FREEWAVE BOARDS (70/90 l)

Pocket 85

1690 €

rider panda - test smink - diano marina (im) gennaio 011 - photo © smink

Tabou Pocket 85 Tri Fins Duttile, relativamente accessibile,buona partenza in planata, controllo,manovrabilità, attitudine al surf

meno precisa con il ventone e onda grossa, prezzo

+

-lunghezza : 233 cm larghezza : 58 cm volume : 85 lpeso dich. : 6,6tecnology : Flexlight CK (carbon/kevlar deck)scassa pinne : US + slot boxpinne di serie : Zinger 17 + 2 da 11 G10gamma vele : 4,2/6,1

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nna Sembra ieri, ma sono già quattro anni giusti, giusti che abbiamo provato per l’ultima volta un Tabou Pocket

85. Eravamo nel marzo del 2007 e allora ricordo che il test era stato “ispirato” da una mia trasferta in Olandaper acquistare un’auto d’epoca ed in quella occasione, a Scheveningen, avevo avuto l’occasione di provareil Tabou Pocket 84, rimanendone impressionato: andava esattamente come il mio, amato allora, Wave Cult 85.Ero poi riuscito a farmi mandare il Pocket 85 in redazione dal distributore italiano e la tavola del test era pia-ciuta a tutti, tanto che da lì a poco Panda, dopo aver a lungo “girovagato” alla ricerca di uno scafo da abbi-nare al suo wave piccolo, si era proprio comprato quel modello lì. Detto ciò... qualche tempo fa mi è capitatodi rimettere piede sul Pocket del Panda, anche per sincerarmi di come mai il mio piccolo amico, bravino trale onde, sia così lento in andatura... beh dopo aver utilizzato e testato tavole modernissime, mi sono reso conto,che il Panda è lento di suo, ma questo Pocket 85 del 2007 comincia ad accusare il peso degli anni rispetto a

tavole più recenti. Nello specifico rispetto al modello 2011, dotato di tre pinne e quindi sullacarta più pesante, oltra al peso dell’età, il vecchio modello accusa anche quasi un chiloin più. Merito probabilmente della nuove costruzione Flexlight CK (Carbon/Kevlar deck) edell’adozione delle nuove scasse slot box che permettono alle tavole Tabou multifin dipesare come un single fin... leggero!A prima vista i due modelli sembrano simili, ma se li guardi bene, a parità di larghezza, ilnuovo modello sembra più “cattivo” e slanciato, cosa non giustificabile solamente dai 4cm di lunghezza in più e, cosa ben più importante, vanta una “poppina” più fina in gradodi esaltare l’assetto thruster. Ed infatti in acqua, rispetto al vecchio Pocket... la sensazioneimmediata è quella di avere sotto i piedi, una tavola estremamente più reattiva, a comin-ciare dalla partenza in planata, forse agevolata dal peso leggero, ma decisamente fulmi-nea rispetto alla vecchia tavola. Se poi la provate tra le onde, vi renderete conto che i duemezzi, non sono paragonabili: il Pocket 85 2011 gira in maniera superba e ha un com-portamento in surfata, soprattutto nelle condizioni rognose, degno di una tavola wave piùpiccola. Con le onde grosse probabilmente non surferà come un wave cattivo, ma tuttosommato mi è sembrato un ottimo compromesso, stra-utilizzabile nelle nostre condizioni.Nei bottom la tavola, tiene velocità e direzione e non si pianta mai, cosa che permette,anche con 50 cm di schiuma, di provate surfate un po’ più radicali. L’assetto thurster contre pinne Zinger (17 + due da 11) lavora bene, non rallenta la tavola e si dimostra effica-cissimo nelle condizioni medie e con le onde molle, tanto che i cut back, anche in que-ste condizioni, diventano belli verticali. La reattività in più, non si paga in fatto diaccessibilità: l’approccio è sempre relativamente facile cossicome il controllo anche incondizioni ben ventilate e cioppose.In sintesi... una tavola ben riuscita, polivalente, stra-utilizzabile in quasi tutte le condi-zioni nostrane, che vanta una dotazione di serie di tutto rispetto (pads belli spessi, strapsbuone, ma un po’ rigide, pinne all’altezza della situazione) ed un prezzo abbastanza sa-lato, ma in linea con la concorrenza.

Wind News FEB/MARZO ‘011 pag. 47

Page 11: Boards Test 2011

FREEWAVE BOARDS (85/110 l)

Dopo le vele Naish (Force 5,3), mi cimento anche nella prova delle tavole dello zio Robby! Avrei preferito pro-vare una tavola da onda Naish, magari proprio il nuovo Wave 80 tri fin, ma amen, mi “accontenterò” di testarela tavola freestyle, che il King forse non ha mai usato e mai userà, visto che, proprio lui, ha sempre detto cheil freestyle è una cosa da ragazzini. Ed infatti... largo ai giovani perchè con queste tavole Freestyle Naish il gio-vane Gabriele Varrucciu si è laureato Campione italiano Freestyle 2010. Tra l’altro il Freestyle 100 (come le altretre della linea, 75, 90 e 115) è in pratica identica alla tavola del 2010 perchè a parte le nuove “rientranze” a formadi trapezio in coperta, lo shape è esattamente lo stesso. Anche se sul catalogo Naish vienepresentata con il nome “Freestyle/Freestyle Wave”, a vederla fuori dall’acqua, direi che illato freestyle è un po’ più dominante rispetto a quello wave... ma si sa che i ragazzini di oggisulle onde fanno ormai di tutto per cui credo che, alla fine, in condizioni di vento non troppoforte, la tavola sia un buon compromesso tra le due discipline. Già perché le dimensioninon sono certo da condizioni estreme, anche per i più pesanti come me, ma sicuramenteideali per le uscite con la 5.3/5.7 per divertirsi a provare le manovre con o senza onde.La tavola è molto ben costruita, leggera come tutte le Naish che ci sono passate sotto ipiedi quest’anno (vedi Koncept 90 testato un paio di numeri fa) e sufficientemente rigida dapermettere partenze in planata fulminee! E già, tutte le tavole Naish che ho avuto la fortunadi provare in questi anni, parlo di wave o al massimo freewave, per quanto riguarda glispunti in accelerazione e le prestazioni globali... sono sempre state al top ! La tavola è ottimamente rifinita, non manca nulla perchè lo zio Robby ha pensato proprio atutto: pads e straps eccellenti, la pinna in dotazione, una freestyle 22 cm, bella cattiva, inG 10 è valida, la eco bag è compresa nel prezzo (assai salato rispetto a quanto ci ha abi-tuati il Koncept 90 2011 che costa 1290 euro con la sacca).Le nostre prove in acqua, a Noli con il ciop e la 5,8, ma soprattutto a Diano con la 5.2, convento rafficato e ondina di 40 cm, hanno messo in risalto proprio le caratteristiche princi-pali della tavola, rendendo le uscite comunque piacevoli grazie al fatto di avere sotto i piediuna tavola reattiva che mi ha permesso di planare e giocare tra le schiume anche con ilvento molto ballerino e rafficato. Tutto sommato mi sto convincendo che questo tipo di ta-vola alla fine sia comunque un ottimo compromesso per potersi divertire in tante condizioninon estreme, dove conta buttarsi in acqua e provare qualsiasi tipo di manovra.Questo Freestyle 100 è veloce, confortevole e va bene per saltare, fare tricks e persino sur-fare... a parte il prezzo, non ha particolari controindicazione come tavola freestylewave.

freestyle 100

1620 €

rider and test max - diano marina (im) gennaio 011 - photo © smink

Naish Freestyle/Freestyle Wave 100Partenza in planata, velocità, controlloaccessibilità, manovrabilità

più freestyle che wave, prezzo

+

-lunghezza : 232 cm larghezza : 63 cm volume : 100 lpeso dich. : 6,5 kgtecnology : Sandwich Carbon 3Dscassa pinna : power boxpinne di serie : Freestyle 22 G10gamma vele : 4,2/6,5

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FREEWAVE BOARDS (85/110 l)

freestylewave 111

1599 €

rider panda - test smink - diano marina (im) gennaio 011 - photo © smink

RRD Freestyle Wave 111 LtdPolivalente, tollerante ed accessibile,controllo, manovrabilità in strambata,surfata su piccole onde

non molto radicale, prezzo

+

-lunghezza : 244 cm larghezza : 65 cm volume : 111 lpeso dich. : 7,1 kgtecnology : Custom full sandwich/Biaxial Glassscassa pinna : power boxpinne di serie : MFC freewave 28 cm G10 CNCgamma vele : 5,2/7,5

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nna RRD, come già accaduto la scorsa stagione, mantiene per il 2011, sette tavole nella linea Freestyle

Wave, offerte nelle due costruzioni X-Tech e Ltd, divise oltre che dalla diversa costruzione da circamezzo chilo di peso a favore della LTD. Dopo aver provato lo scorso mese il “superbo” FSW 96, que-sto meso ci sono “toccati”, quasi in contemporanea, questo FSW 111 e il Twin Tip Ltd 100 Twinzer...ad essere sinceri, il test di quest’ultimo ci mette molto in imbarazzo, viste le nostre capacità. E così cisiamo “tolti” subito la prova della tavola sulla carta più versatile... ed infatti versatile è la parola che rias-sume bene le capacità di questo FSW 111. Lo abbiamo provato, nella più leggera e costosa versioneLTD, che dal punto di vista costruzione ed accessori non ha nulla da invidiare a nessuno: ottime strapsDa Kine, una pinna freewave Maui Fin Company 31 G10 che tutto sommato si adatta a quasi tutte levele medie (5,5/6,5), ampi e confortevoli pads. Questa tavola è destinato a surfisti non proprio leggeri

o per chi vuole avere ancora un po’ di sicurezza sotto i piedi e, secondo noi, puòanche essere una valida risposta per quei freeriders che vogliono puntare a uscitein condizioni un po’ più “ondose”, grazie alle suo ottime doti in manovrabilità.Il range è, sulla carta da 5,2 a 7.5, ed infatti la tavola è sfruttabilissima anche convele da 5.3, mentre la 6.0/6.5 sono forse le metrature in cui si destreggia meglio invirtù dello suo shape e della leggerezza della costruzione LTD, che garantiscono unabuona accelerazione ed una buona velocità.A surfisti, come noi, abituati ad usare come tavola di mezzo 85/95 litri, il 111 dà lasensazione di essere discretamente “grande” sotto i piedi, ma se pur stabile, non èun “pagnottone”, rivelandosi pronta a rispondere alle pressioni dei piedi.Quello che stupisce, se pensiamo al volume tutto sommato generoso per un free-wave, che non è una tavola da venticelli e da veloni: per quello c’è il 120 nella gammaFSW RRD. Con il vento leggero la partenza in planata del 111 non è così immediataed in queste condizioni la tavola non esalta per le prestazioni. Se il vento però au-menta e si torna al discorso di vele da 6,0/6,5, la tavola diventa divertente da con-durre, persino veloce, ma sempre controllabile con una vivacità che si evidenzia inmanovra. Duttilità e versatilità, considerando che questa tavola sulla carta è un “al-lround” per chi vuole provare un po’ di tutto, premiano il 111, soprattutto se usiamocome termine di paragone una vera tavola freestyle, poco adatta alle nostre capa-cità e alla nostra maniera di surfare. Meglio questo freestylewave che offre un com-portamento in manovra degna di un grosso wave, cosa che permette di “giocare” suonde di piccole dimensioni e di strambare, con raggi anche molto stretti su qualun-que piano d’acqua.Alla fine della favola... se siete alla ricerca di un “tuttofare” da vento medio da ab-binare a vele da 6,5 a 5,5, questo FSW 111 potrebbe fare al caso vostro.

Wind News FEB/MARZO ‘011 pag. 49

Page 13: Boards Test 2011

FREESTYLE BOARDS (85/110 l)

twintip twinzer 100

1884€

rider and test smink - noli (sv) marzo 011 - photo © panda

RRD TwinTip LTD Twinzer 100Accessibilità, confort, tolleranza neitricks, stabilità, manovrabilità,facilità negli stacchi, qualità dell’equipaggiamentocosta e pesa più della versione single fin

+

-lunghezza : 233 cm larghezza : 64 cm volume : 100 lpeso dich. : T.B.D.tecnology : Custom full sandwich carbon/kevlar deckscassa pinne : US boxpinne di serie : 2 x Twin Pro-FS 15 MFCgamma vele : 4.5/6.3

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nna Test veramente difficile questo... viste le nostre “capacità” al cospettto di una tavola 100% freestyle!

Ed in effetti la prima volta che l’abbiamo messa in acqua in condizioni di vento leggero ed onda intorno al me-trozzo, siamo rimasti disorientati... pensavo infatti che l’assetto twinzer potesse essere usato con qualche chancesin più tra le onde rispetto ad un freestyle tradizionale, ma nada... la doppia pinna non può essere d’aiuto per un uti-lizzo freestyle/wave, perché il bordo cicciotto della poppa non permette presa di spigolo, ma serve soprattutto a fareschizzare la tavola durante le rotazioni e slashate. Proprio la tavola che NON fa per me... ho pensato e per fugareogni dubbio mi sono “interfacciato” con il buon Ovidio, nostro “insider” molto speciale all’interno della factory gros-setana. Visto che RRD propone in catalogo le tre tavole TwinTip ltd (88, 100 e 109) sia nella versione single fin chetwinzer, non riuscivo a capire quale delle due fosse più adatta ad un uso più “freestylewaveggiante”.La risposta mi ha “inchiodato” ad un test 100% freestyle perche il TwinTip in entrambe le versioni, è un freestyle

senza compromessi da utilizzare soprattutto in acqua piatta o chop. La doppia pinna ha infattia funzione di dare maggiore appoggio al piede posteriore senza perdere la maneggevolezzaofferta dalla pinna extra corta. E allora ci siamo adeguati alla situazione, provando il TwinTipLTD 100 Twinzer a Noli, dove il limite tra ciop... cubico ed acqua piatta è veramente molto la-bile. Ci siamo subito accorti che questa tavola con assetto twinzer, abbinata a vele da 5,7/6,1,perde qualcosa in anticipo di planata, rispetto alla versione single fin di un freestyle, tipo il100 di Naish che abbiamo provato lo scorso mese, per poi però riguadagnarlo in velocità dipunta e angolo con cui risale il vento... caratteristica che in una gara freestyle sono fondamen-tali per restare sempre nel campo di regata senza scarrocciare sottovento.Bordo dopo bordo ho cominciato ad apprezzare queste caratteristiche che rendono la tavolaottima anche per l'utilizzo “normale” in acqua piatta... come detto non è fulmine di guerra inpartenza, ma poi raggiunge con facilità una discreta velocità e tutto sommato in queste con-dizioni si rivela facile e confortevole da portare e molto manovrabile anche in strambata ed inquelle quattro manovre in croce che sappiamo fare... molto distanti da quello di un freestylerche si rispetti! Max l’ha trovata molto facile da far staccare nelle vulcan e nei suoi rudimentalitentativi di flaka e persino io, nelleaerial jibe, primi anni ‘90 style, non ho più avuto bisogno diciop troppo alti per far staccare e girare la tavola... un minimo input dei piedi e la tavola quasiscivola sull’altro lato, permettendo con facilità di non perderla con i piedi.Un freestyle al 100%, divertente e confortevole, che oltre ai freestyler di buon livello può es-sere una scelta interessante per chi si vuole avvicinarsi al mondo dei “manovratori” in virtù delsuo confort, della sua manovrabilità e della relativa facilità,.Costruzione (Custom Made Herex 100 sandwich top and bottom with Carbon Kevlar) e dota-zione di serie, sono come al solito al top, con le due pinne MFC Pro-FS 15 e le ormai collau-date straps DaKine Primo, che vantano anche l’insertino in plastica, adottato su tutta la lineaRRD 2011, per non farle ruotare durante l’uso.

Wind News APRILE ‘011 pag. 43

Page 14: Boards Test 2011

SLALOM BOARDS (85/145 l)

Credo che i Falcon siano le tavole slalom che più si sono evolute negli ultimi due anni (effettivamente c'eraqualcosa da recuperare in termini di accessibilità, almeno a detta di molti).Dopo la rivoluzione del 2010, che avevamo già avuto modo di apprezzare lo scorso anno nel test del 122,Wenzel ha ulteriormente modificato la linea Fanatic Slalom 2011, andando a ritoccare alcuni importantidettagli sul suo shape. Tra le mani, il Falcon conferma la sua nomea di tavola rigida e leggera, dotata dellesolite ottime strap. Anche il nuovo look scuro con carbonio in vista guadagna qualche punto anche senzail ricorso ai colori sgargianti dei wave/freewave/freestyle. La scassa è una pura Tuttle. Le pinne usate perquesti test sono l'ottima Select S11 41 con la vela 7.8 ed una Select S07 37 con la 6.5.La tavola si presenza con misure larghezza/lunghezza/volume molto simili a quelledello scorso anno, ma cambiano notevolmente le linee d'acqua. Le modifiche fonda-mentali sono riassumibili in: poppa più larga, bordi più paralleli e zona piede d'alberoscavata. La poppa più larga permette di avere una tavola che plana facilmente e sup-porta vele più grandi senza perdere in maneggevolezza. In pratica chi utilizzava (comeme) un Falcon 122 del 2010 può pensare di passare al 111 2011 senza dover cam-biare le vele e le pinne abbinate. Il Fin Selector pubblicato sul sito Select, frutto dellacollaborazione con Fanatic, vi consiglia infatti, a parità di vela, le stesse pinne che loscorso anno consigliava per la misura più grande. I bordi più paralleli tra piede d'al-bero e poppa permettono di tenere una postura più simmetrica e confortevole facendoguadagnare in controllo. Un particolare che è stato evidenziato prepotentemente anchedalle tracce del gps usato durante questi test: la mia traiettoria sembrava essere di-segnata con un righello. La tavola insomma non si scompone di un millimetro, se-guendo dei binari immaginari. Il tutto si traduce in controllo maggiore e quindi velocità(nel solo utilizzo per il test ho già superato di gran lunga la velocità massima ottenutain un anno intero col mio Falcon 122 2010). L'ultimo punto riguarda la coperta sca-vata in zona piede d'albero; soluzione già adottata da Starboard. La conseguenza è unbaricentro più basso (maggiore stabilità) ed una migliore chiusura della vela sulla ta-vola, anche con vele freeride/freerace.Una tavola che mi sento di consigliare come soluzione slalom unica per chi è leggerocome me (<70kg) o in accoppiata ad un 130 per i pesanti. Per i pesi medi (70-80 kg)credo che sia preferibile, come tavola unica, optare per il 122. Last but not least, ilprezzo è in linea o a volte anche più basso di quello di tanti altri slalom concorrenti.

Falcon sl 111

1699 €

rider and test Cassik - como lake - aprile 011 - photo © piero

Fanatic Falcon SL?111Prestazioni velocistiche, range diutilizzo, rigidità, leggerezza, controllo

privo di pinna di serie

+

-lunghezza : 235 cm larghezza : 69 cm volume : 111 lpeso dich. : 6,4 kgtecnology : Biax Carbon sandwich lightscassa pinna : tuttle boxpinne di serie : no fingamma vele : 6,0/8,5

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FREERACE BOARDS (100/145 l)

FireRace 112

1449€

rider and test smink - fornaci (sv) - aprile 011 - photo © max

RRD Fire Race W-Tech V2 112Duttilità, performance generali,planata, facilità di controllo, velocità

pinna un po’ grossa con il ventone

+

-lunghezza : 235 cm larghezza : 69,5 cm volume : 112 lpeso dich. : T.B.D.tecnology : EPS/ HD Glass/ Wood sandwichscassa pinne : tuttle boxpinne di serie : MFC 44 RC 2 CNC G-10gamma vele : 6,0/8,0

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Il buon Dylan, responsabile RRD ha preferito non mandarci da testare il nuovo slalom X-Fire 112 LTD V3 dicendo...“che cosa vuoi che capiscano i tester di una redazione “tendenzialmente” wave, di slalom...” e a parte gli scherzitutti i torti non ce li ha, anche se negli ultimi due anni, per cause di forza maggiore, ci siamo dovuti “evolvere”anche in questo campo. In ogni modo sempre di slalom si parla con questo Fire Race 112 W-Tech V2, inseritonella linea Freerace 2011, ma derivato direttamente dall’X-Fire 112, dello scorso anno che aveva raccolto una-nimi consensi nei test dei vari magazine europei. Rispetto agli slalom veri e propri, il “nostro” Fire Race 112 W-Tech V2 paga qualcosa in fatto di peso, ma fa risparmiare a chi se lo compra ben 500 euro rispetto al fratello X-Fire(a dire il vero quest’anno molto caro...) e dispone anche della bella pinna MFC 44 RC 2 CNC in G-10, che lo sla-lom non ha. E questa è una cosa assolutamente non trascurabile per chi decide di acquistare la sua nuova ta-vola. Derivando dall’X-Fire 112 LTD, sviluppato a suo tempo da Finian Maynard per poterlo utilizzare in gara come

modello intermedio con il regolamento PWA, questo FireRace ha poco da invidiare agli sla-lom... è curato nei minimi particolari: costruzione EPS/ HD Glass/ Wood più robusta, ma ne-anche troppo pesante, pads confortevoli ed in grado di garantire il miglior controllo possibile,le “solite” belle straps DaKine ed una pinna tutto sommato azzeccata in pieno per le vele piùgrandi garantite dal range di utilizzo (6,0/8,0).In acqua nonostante sia relativamente piccolo, il Fire Race 112 si comporta benissimo convele camberate da 7,5 a 8,0. Anzi a dire il vero delle tavole provate è quella che pur mante-nendo una velocità da slalom, garantisce anche una partenza in planata, degna di tavoleleggermente più grandi e mantiene la capacità di planare a razzo anche nel vento leggero enei buchi di vento più insidiosi. Aggiungeteci un ottimo angolo di bolina ed un comporta-mento veramente “freerace” che lo farà apprezzare a tutti gli slalomari amatoriali alla ri-cerca di una tavola un pelino più duttile.... ecco avete il quadro di uno scafo ben riuscito! La duttilità è infatti un cavallo di battaglia del Fire Race 112 ed anche se non siete degli sla-lomari sopraffini non fatevi spaventare dall’assetto esterno delle straps, questa tavola ri-sulta semplice da gestire e sfruttabile a fondo anche dal surfista medio in condizioni di ventopiù “scabrose”. Abbinato ad una 6,7, si rivela infatti a suo agio anche con il ventone... un paiodi bordi di “assestamento” ed imparerete a portare anche nel ciop e sotto le raffiche più in-sidiose, un “mezzo” che si fa condurre molto sulla pinna, che stramba con discreta facilitàe che garantisce una velocità di punta elevata.Unico appunto che posso muovere a questo quadro positivo riguarda la pinna da 44 cm, cheè perfetta con le vele più grandi del range, ma nel caso si voglia utilizzare questo FireRace112 per tirarsi bordi slalom in piena velocità con il ventone, risulta un pelo troppogrande... ci vorrebbe una pinnetta 37/38 cm da slalom, ma è chiaro che non si può averetutto.Conclusione?! Una tavola “freeslalom” veramente alla portata del surfista di medio/alto li-vello al quale regalerà prestazione entusiasmanti.

Wind News MAGGIO 2011 pag. 45

Page 16: Boards Test 2011

FREERACE BOARDS (100/145 l)

Freerace/performance... così il catalogo Fanatic identifica quest’anno la linea Ray, offerta in quattro misure 100, 115,130, 15 ed in due tecnologie costruttive: Wood e LTD. Tenendo conto dei notevoli progressi fatti in Cobra in fatto dipeso e rigidità delle linee base o Wood (vedi i nostri test del Naish Koncept 90 e del Fanatic FW 95, usciti sull scorsonumero di novembre 2010) ci siamo “accontentati” di provare il Ray 115 nella versione più economica Wood.Meno di 8 etti di peso “dichiarato” separano le due versioni, pesi che diminuiscono sulla nostra bilancia a con-ferma che le tavole “wood” di quest’anno hanno poco da invidiare in fatto di leggerezza e rigidità alle versioni piùsofisticate e costose. Ed infatti a livello di costo con il Wood (1399 euro) si risparmiamo ben 400 euro rispetto allaversione LTD (1799). Con uno shape derivato da quello dei Falcon, con un outline corto e compatto abbinato ad undoppio concavo “rivisitato” per migliorare confort e duttilità, grazie anche ai bordi meno marcati e più smussati ri-spetto il fratello da slalom, il Ray 115 Wood sembrerebbe ben interpretare il ruolo di freerace.Se non fosse che ad ingarbugliare un po’ le cose, c’è una pinna in dotazione, la Choco Fin 38in G10, inadeguata per le vele più grandi del range di utilizzo (6,2/8,8).Abbiamo provato il Ray 115 Wood, abbinandolo a rotazione alla 6,7 e alla 8,0 e con la vela “pic-cola” questa tavola ha sorpreso un po’ tutti per le sue prestazioni... con il vento bello steso, lospunto velocistico è veramente notevole e azzarderei quasi a dire che delle tavole provatequesto mese (a parte il Falcon 111 di cui si è occupato Cassik...) risulta la più veloce, forseanche in virtù del super controllo con cui si lascia guidare anche nel ciop pronunciato. Intui-tivo e reattivo al punto giusto, il Ray 115 Wood rimane basso sull'acqua e così semplice da ge-stire da permettere di raggiunge subito velocità “importanti”.Con il vento medio/leggero, da un lato esprime una buona capacità, che non ti aspetti da unatavola relativamente così piccola, di entrare in planata velocemente e mantenerla anche neibuchi di vento, probabilmente in virtu dello shape azzeccato e di una costruzione molto ri-gida... che però alla lunga affatica a un po’ le gambe. D’altra parte però se abbinata ad una8,0 camberata, la portanza della vela e la pinna troppo piccola, vanificano un quadro quasi idil-liaco, quando si schiaccia un po’ di più con i piedi... in questo frangente il Ray 115 Wood ina-nella un numero di spin-out decisamente troppo alto. Questo mese, grazie alla disponibilità diEolo in fatto di vento medio/leggero, il tempo da dedicare ai test è stato maggiore ed abbiamocosì potuto provare il Ray 115 Wood, anche con una pinna da 41 cm dalla forma più “slalom”,migliorando sensibilmente il comportamento con la 8,0 ed eliminando quasi del tutto il pro-blema spin out. Per quanto riguarda la strambata... gira quasi come un freewave: se parago-nata ad esempio al mio Manta 79, curva che è un piacere, stabile e veloce in tutto il raggio,che risulta decisamente molto, ma molto più stretto.Un'ottima tavola, più a suo agio con il vento medio/forte, con una semplicità di guida alla por-tata di qualsiasi freerider, che offre prestazioni generali ottime, anche in velocità pura.Dotazione di serie buona, pads e straps confortevoli e di buon livello e pinna (che è l’uniconeo di questo tavola) non all’altezza del notevole range di utilizzo.

ray wood 115

1399 €

rider and test smink - fornaci (sv) - aprile 011 - photo © max

Fanatic Ray 115 WoodReattività, velocità, controllo sul ciop,manovrabilità, divertimento

pinna piccola per le vele sopra la 7,5

+

-lunghezza : 240 cm larghezza : 67 cm volume : 115 lpeso dich. : 7,4 kgtecnology : Wood Sandwich Lightscassa pinna : tuttle boxpinne di serie : Choco Fin 38 G10gamma vele : 6,2/8,8

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FREESPORT BOARDS (100/140 l)

firestorm 120

1498 €

rider maurizio - test smink - fornaci (sv) - aprile 011 - photo © max

RRD Fire Storm W-Tech 120Performances generali, duttilità,controllo, accessibilità, strambata

pinna power box

+

-lunghezza : 238 cm larghezza : 72 cm volume : 120 lpeso dich. : T.B.D.tecnology : EPS/ HD Glass/ Wood sandwichscassa pinna : power boxpinne di serie : MFC 44 RC 2 CNC G-10gamma vele : 7,0/8,5

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nna Una linea slalom race pro rappresentata dagli X-Fire, una linea freerace con i Fire Race, una linea freeride

con i Fire Ride, disponibili nelle due costruzioni E-Tech e W-Tech... insomma il 2011 si apriva sulla carta perRRD con un’ampia gamma di tavole in grado di soddisfare dal freerider in cerca di nuove emozioni al rega-tante affermato. Sennonche nell’ultimo periodo sono entrate nel catalogo, altre due nuove linee ad ampliareulteriormente la scelta: stiamo parlando dei nuovissimi Fire Move X-Tech 100, 110, 120, categoria freemove,disponibili anche nella costruzione LTD e degli altrettanto recentissimi Fire Storm W-Tech disponibili in tre mi-sure 111, 120 e 138, catalogati nella categoria Freeride Sport/Gran Turismo.Tanto per capirci... se pensate che abbandonare la tranquilla “sicurezza” del vostro freeride per passare allacorsaiola velocità di uno slalom sia un passo troppo lungo per la vostra gamba, potete volgere la vostra at-

tenzione proprio su questi Fire Storm W-Tech, tavole Gran Turismo, derivate dalla lineascoop rocker dei velocissimi X-Fire ed in grado di offrire prestazione simili allo slalom,abbinate ad un’accessibilità ed un confort degno di un freeride! Questo sulla carta, ma anche quello che è emerso nella prova in acqua di questo FireStorm 120 W-Tech, una tavola con cui è molto facile raggiungere il massimo spunto ve-locistico. Lo abbiamo provato abbinandolo a due vele, una 6,7 freeride senza camber ela “solita” 8,0 camberata: tutto sommato la tavola ha dimostrato un’uniformità di ottimeprestazioni facendosi apprezzare soprattutto quando viene utilizzato su un piano di acquaincasinato, dove riesce a destreggiarsi alla grande. Nonostante il peso non sia tra i piùleggeri delle tavole provate, il Fire Storm 120 parte con facilità e raggiunge, senza incer-tezze, velocità importanti. Anche nelle condizioni di vento veramente scarso, se lo spuntonon è da record, si riesce però a mantenere una velocità costante elevata passando in-denni nei buchi di vento. La tavola dà infatti l’impressione di planare libera sull’acqua, of-frendo al traverso ed al lasco il suo ottimo potenziale velocistico, sempre “aiutato” da unanotevole semplicità di conduzione. Accellerazione e velocità quasi paragonabili a quelledi uno slalom sono agevolate da un assetto intuitivo e da un controllo easy che rende latavola sfruttabile dai freeriders di livello medio anche sul mare formato, dove altre tavolecominciano a “patire” un po’ il ciop laterale.In queste condizioni, scendendo dal ciop in piena velocità, il Fire Storm 120 qualche voltamagari spiattella, ma non si perde mai la sensazione di super controllo.Risale il vento con buon angolo anche se in bolina le prestazione non sono come quellead esempio del X-Fire 112... tutto sommato però il Fire Storm si difende egregiamente.Aggiungete a tutto ciò, una strambata veramente facile per questo tipo di scafi ed avrete...una tavola “sportiva” o per capirci un freeride/slalom di buon livello (dotazione al topanche se sei meriterebbe una pinna con attacco tuttle), veloce e allo stesso tempo vera-mente facile da portare.

Wind News MAGGIO 2011 pag. 47

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FREERIDE BOARDS (100/145 l)

nitrix 135

1499€

rider and test smink - Andora (sv) - giugno 2011 - photo © panda

Naish Nitrix 135Versatilità, accessibilità, approccio allastrambata, facilità di controllo, feelinge confort, eco board bag inclusa

pinna, top performances

+

-lunghezza : 255 cm larghezza : 70 cm volume : 135 lpeso dich. : tbdtecnology : Wood Sandwichscassa pinne : power boxpinne di serie : 42 cm freeridegamma vele : 5,5/7,5

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La linea Naish Freeride 2011 è rappresentata dalla Nitrix disponibile sia nella costruzione Wood Sandwichche AST, leggermente più pesante e robusta. In questa occasione abbiamo provato il Nitrix 135 WoodSandwich, riconoscibile per la livrea con il legno a vista in coperta, mentre le grafiche sono quelle adot-tate su quasi tutto il range di Naish boards per quest’anno ed in particolare dalla linea Wave, Koncept,Freestyle e Grand Prix. A proposito... possiamo dire che la Nitrix sia affianchi, in un ottica puramente free-ride, alla linea Koncept, che conta di cinque tavole, in pratica tutto fare, wave, freewave, bump and jumpda 70 a 110 litri. La Nitrix line dalla sua, vanta sei tavole, 105, 115, 125, 135, 145, 155 e fa della ac-cessibilità, della facilità di planata, dello spirito freeride in fatto di velocità e carving, i suoi cavalli di bat-taglia. Nonostante ci siamo più di 100 euro di differenza tra il Nitrix 135 Wood Sandwich e la stessa tavolaAST, per una volta vi consigliamo di spendere qualcosina in più... avrete la board bag di serie e quel mi-

nino di spunto e nervosità in più dovuta al peso più contenuto e alla costruzione piùrigida che non guasta su una tavola di queste dimensioni. Anche perchè mentre avevo“sofferto” in po’ l’estrema rigidità del Koncept 90 provato nel novembre scorso e rea-lizzato con la stessa tecnica costruttiva Sandwich Wood, sul Nitrix non ho riscontratola stessa sensazione, anzi se devo dire questo freeridone mi è sembrato persinotroppo “calmo”. Non è infatti una tavola corsaiola, ma il giusto mezzo chi vuole pla-nare subito senza aver troppo problemi o perdere troppo tempo per trovare il giustoassetto per poter spremerne il meglio. Versatile è la parola che ben riassume il com-portamento di questa tavola, che dà il meglio di sè in condizioni di vento medio sul-l’acqua piatta. Con le vele piccole (5,3) la prima impressione è di grande stabilità, malascia un po’ interdetti in termini di velocità, sensazione che scompare utilizzandovele più gradi da 6,5/7,5 più consone al suo volume e con le quali ci si trova subitoalla perfezione. In queste condizioni il Nitrix si rivela une delle tavole più facile daportare tra quelle che abbiamo provato nell’ultimo periodo: sul bordo è veramenteeasy, sia che si voglia lanciarla al traverso sia che si decida di risalire il vento... tuttomolto intuitivo. E quindi una carta vincente per chi vuol progredire rapidamente gra-zie anche al comportamento in strambata sempre facile, anche se con il dovuto (algeneroso volume) raggio d’azione.È una tavola che mi sentirei di consigliare ai surfisti di peso medio leggero che si av-vicinano al freeride: una tavola tutto fare con vele no cam da 6,0 e 7,5/8,0 a patto dicambiare la pinna con una più piccola 36/38 cm in condizioni di vento sostenuto.La pinna di serie da 42 cm realizzata in fibra di vetro (costruzione pesante e delica-tina) è un po’ il punto debole di uno scafo, altresì facile da portare al massimo e di-vertente in strambata: nonostante svolga dignitosamente il suo lavoro con vele da 6,5a 8,0, incide di ben sei etti sul peso finale della tavola, che si attesterebbe a 8,9 kgcon le sole straps, non proprio malvagio per un 135 litri!