bibbia profumi e balsami.pdf

download bibbia profumi e balsami.pdf

of 45

Transcript of bibbia profumi e balsami.pdf

  • Profumi e balsami della Bibbia

    di Luigi Cristiano e Gianni De Martino www.giannidemartino.it

    Una rilettura in chiaveerboristica e profumiera delleSacre Scritture. Proviamo arintracciare i principaliprofumi della Bibbia e le loropiante di origine, a partire dailibri pi antichi, attraverso unviaggio testuale che pur nonavendo, naturalmente, lapretesa di essere esaustivo,inaugura nondimeno lanascita di una specie diarcheologia olfattiva e diantropologia sensoriale. Conparticolare riferimento alsacrificio aromatico e al poteredegli incensi tradizionalmenteusati nel culto ebraico e poi inquello cristiano per

    modificare, in maniera variamente consapevole, gli stati di coscienza.

    Gocce dincenso ( Boswellia sacra)

    Della Bibbia conosciamo soprattutto le parole, i colori e le immagini.Non i profumi: mirra, incenso, balsamo di Giudea, cassia, nardo, galbano,bdellio, cinnamomo, aloe dal legno odorosissimo, per non citare che lesostanze aromatiche che maggiormente ricorrono in un Libro, o piuttostoin una serie di libri in cui gli aromi e i profumi spirano e inebriano,tuttavia, da ogni pagina.

    Il libro pi citato, quando si parla dei profumi della Bibbia, il Canticodei cantici, in cui due innamorati si cercano e si attraggono sopra i montidegli aromi, esalando profumo di alberi di cipro con nardo, nardo e

    1

  • zafferano, cannella e cinnammo con ogni specie dalberi da incenso;mirra e aloe con i tutti migliori aromi. Le travi della loro casa sono icedri, loro soffitti sono i cipressi, e anche il loro letto verdeggiante.

    Lvati, aquilone, e tu, austro, vieni,soffia nel mio giardinosi effondano i suoi aromi.Venga il mio diletto nel suo giardinoE ne mangi i frutti squisiti ( 4:16)

    Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa,e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;mangio il mio favo e il mio miele,bevo il mio vino e il mio latte.Mangiate, amici, bevete;inebriatevi, o cari ( 5:1). In tutti i paesi biblici il profumo utilizzato sotto forma di preparatiunguentarii ( detti puk) , di oli profumati, di polveri a base di henna, maanche di sacchetti di erbe aromatiche portati addosso o messi fra i vestiti.Anche gli uomini amano portare vestiti profumati. Nella scena dellabenedizione rubata, il vecchio patriarca Isacco viene letteralmente presoper il naso. Cieco, ingannato da suo figlio Giacobbe, crede di riconoscerelodore degli abiti di Esa. E quando, dopo aver mangiato, Giacobbe gli siavvicin, Isacco lo baci, aspir lodore degli abiti di lui e lo benedissescambiandolo per il figlio maggiore Esa:

    Ecco lodore del mio figlio, come lodore di un campo che ilSignore ha benedetto ! ( Genesi 27: 24).

    Isacco cade in una vera e propria trappola olfattiva, architettata daGiacobbe e dalle donne di casa.

    In Israele, insieme allulivo, alla vite, al fico, al melo, al melograno, alterebinto, alle rose, agli anemoni , ai gigli e alle palme, crescevano erbearomatiche come henna, issopo, zafferano, e i preziosi alberi di balsamo

    2

  • che abbondavano nei frutteti del Mar Morto e nei giardini di Galaad tantodecantati da tutti gli autori antichi. Dal Mediterraneo veniva importato lolio al mirto, allaneto o al basilico.Dal Libano giungeva il cedro, dallIndia il calamo aromatico e , ai tempidella costruzione del Tempio di Salomone, il legno di sandalo. DallAsiaminore proveniva il galbano. Da Ceylon simportava la cannella, edallHimalaya il nardo prezioso.

    Cannella o cinnamomo

    3

  • Foglie e fiori di Styrax benzoin

    L incenso (il lebonah ebraico, corrispondente al luban arabo, allo sntr degliegiziani, al tus latino) era prodotto sotto forma di essudati semiliquidi da variespecie del genere Boswellia ( Burseracee). Lincenso proveniva dai terrenimontagnosi calcarei ubicati lungo le coste del mar Rosso e della Somalia, ilmisterioso paese africano di Punt, ed anche dalle coste meridionali dellArabia.Insieme alla mirra delle pi diverse qualit, di cui alcune provenivano puredallEtiopia, alcune qualit dincenso venivano anche dallo Hadramut, intornoa Cana e Dhofar.

    4

  • La variet degliaromi era notevolee liniziale impiegodi balsami eunguenti a scopoliturgico si trasfer alcampo cosmetico.Nonostante laseverit della legge

    mosaica e le invettive di Geremia e di Ezechiele, le belle della Bibbiaseducono sempre dopo una toeletta profumata: Ruth per piacere a Booz,Giuditta per sedurre Oloferne, Jezabel per placare Iehu. Limportanzaattribuita ai profumi e alla cosmesi, inizialmente appresa dagli Egiziani, eratale che Giobbe ( Giobbe 42:14) a una figlia mise nome Colomba, allaseconda Cassia e alla terza Fiala di stibio, letteralmente Keren hapuch e cioVaso di belletto.

    Un apporto ingente di aromi e di pratiche cosmetiche si ebbe verso il 1000a.C., con la famosa visita della regina di Saba al re Salomone.

    5

  • Fritz Conrad, 1545. La regina di Saba. Museo di Berlino.

    Nel servizio del Tempio di Gerusalemme lofferta dei profumi aveva unruolo predominante. Allo Yom Kippr, il Sommo Sacerdote entrava nelSanto dei Santi con il turibolo dellincenso, o meglio dei profumi da bruciaredetti timiati, una mistura a base dincenso. Laltare sul quale si bruciava lamistura dei profumi prescritti si trovava proprio nel mezzo dellhekhl, tra iltavolo dei pani della proposizione e la menor. Sostanze profumate venivanomescolate anche nei sacrifici animali e delle primizie, e tutto ci contribuiva afar s che da ci si alzasse il rach nichach (un soffio che ispira serenit).

    Lo stesso monte del Tempio chiamato har ha-Mori, e questo termine vienefatto risalire alla parola mirra, il nome di uno dei profumi che, come vedremoin seguito, componevano lincenso da bruciare ( timiati ) . Ma questa radicesignifica anche mar, cio amaro; il potere dellincenso (e quindi delle offertecompiute nel Tempio) dunque quello di addolcire le amarezze, ditrasformare pene e dolori in gioia e felicit.

    LA CREAZIONE DEI VEGETALI

    6

  • Michelangelo. Separazione delle terre e delle acque. Cappella Sistina ( part.)

    La Bibbia ebraica ( la Thora o Antico Testamento) si apre con il mito dellacreazione. Il primo libro comincia con laleggiare dello spirito di Dio sullasuperficie delle acque e lodore salino, marino, della prima aurora. Sono leparole vertiginose di Dio che risuonano sullabisso informe, deserto,tenebroso. E in un soffio fanno apparire la luce, lampia distesa dei cieli, ilprimo giorno e la prima notte. Al terzo giorno, Dio crea la terra e i mari,insieme alla vegetazione, alle erbe con i loro semi e agli alberi fruttiferi.Pochi paragrafi ( Genesi 1: 1, 25) sono sufficienti per riassumere i fattipreistorici, lopera di un Dio che agisce con la suprema felicit del Verboche imprime allabisso le sue forme, i suoi colori, il suo fiato. Affiora cos un mondo fresco, aurorale , aromatico che raddoppia leparole di un Dio che parla. Mentre luomo, parlando o scrivendo,distrugge il mondo fisico riducendolo a cose o ad astrazioni, Dio crea ilmondo fisico dandogli un nome. E ancora parlando che il sesto giorno Dio fa luomo a sua immagine, loplasma dalla polvere della terra e gli soffia nelle narici un alito vitale perfarlo diventare una creatura vivente, letteralmente un soffio vivente.

    7

  • Michelangelo. Creazione di Adamo. Part., Cappella Sistina

    8

  • Michelangelo. Cappella Sistina ( part.). Creazione di Eva dal primario Adamo androgino, creato a immagine dellUno.

    Secondo la Kabbal, Il soffio della vita, della parola, ha lodore dei meli. Ilmelo ( tapouah, in ebraico) lo si ritrova sei volte nella Bibbia. Ad esempio,nel Cantico dei cantici:

    Il profumo del tuo fiato come quello delle mele, e la tua boccacome un vino generoso (7: 9)

    .

    Il libro della Genesi, composto presumibilmente fra il IX e lVIII secoloa.C., continua con il racconto di quando lAdamo formato di terra e soffiofu posto in un giardino piantato in Eden, un luogo di delizie da coltivare ecustodire:

    Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli avedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali lalbero della vita in mezzo al giardinoe lalbero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden perirrigare il giardino, e di l si divideva in quattro bracci. Il nome del primo Pison ( lIndo?), ed quello che circonda tutto il paese di Avila, dove cloro; e loro di quel paese puro; qui si trovano pure il bdellio e lnice. Ilsecondo fiume si chiama Ghicon (forse il Nilo) : esso scorre tuttintorno alpaese dEtiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente diAssur. Il quarto fiume lEufrate( Genesi 2: 14).

    9

  • Molto presto appare il serpente ( lapi astuta di tutte le bestieselvatiche) e ci che caratterizzaluomo, la caduta, che il tema delLibro.

    I

    10

  • Il peccato, la prima azione umana , consister nel mangiare il fruttoproibito, quello dellalbero della conoscenza del bene e del male. Sapere proibito. Il Libro non dice che impossibile, dice solo che proibito. Dionon ha creato luomo per sapere, ma per dominare sui pesci, sugli uccelli,sul bestiame e su tutta la terra( Genesi 1: 26,29). E quando si vuol sapereche ci si sbaglia. Il sapere fa aprire gli occhi e conduce allerranza, portafuori dal placido e oceanico senso dintimit con Dio nel profumatogiardino primordiale. .

    .Secondo il Talmud (Berakht 43b) lolfatto lunico senso da cui lanima trae piacere, mentretutti gli altri sensi danno piacere al corpo. Inoltre, secondo i midrashim, lolfatto fu lunicosenso a non essere stato coinvolto direttamente nel peccato dellalbero della conoscenza. Nellibro della Genesi si dice infatti che Eva "vide che il frutto era buono", e che Adamo "ascoltla voce della moglie", e ovviamente, entrambi lo toccarono e se ne cibarono. Ma lolfatto nonebbe un ruolo diretto in tutto ci, e grazie a questo fatto il senso dellodorato il pi spiritualedi tutti i sensi. Esso permette di scoprire e di distinguere realt molto sottili, del tutto nascosteagli altri sensi.

    .

    E con il mito di una colpa umana legata al saporedi un frutto proibito che si apre la storia eincomincia il tempo umano della creativit edellindustriosit, dei tentativi e delle erranze.

    11

  • La kabbal spiega che per poter creare i mondi Dio ha operato una restrizione(zimzm), cio ha velato e nascosto la sua presenza allinterno dello spazio-tempo che avrebbe poi ospitato gli universi. Se cos non fosse stato le creaturefinite non avrebbero potuto resistere neppure per un istante allintensit dellagloria del suo splendore. Tuttavia la presenza della restrizione apre la porta aduna serie di fenomeni, quali il senso di mancanza e di bisogno, o lincapacitdi percepire lesistenza del divino splendore. Ma ci vero solo in parte, datoche la restrizione non ha nascosto completamente il Divino. Nello spaziovuoto rimasta unimpressione (reshim) della sua presenza, un qualcosa che,metaforicamente e non solo, pu essere paragonato al profumo.

    Ci che gli occhi non vedono e le orecchie non sentono viene invecericonosciuto dallolfatto. Lolfatto spirituale scopre la traccia di Dio, scopre nellassenza - il profumo della Presenza.

    Possiamo cos comprendere anche il significato del versetto conclusivo delCantico dei Cantici: "Fuggi amico mio, e renditi simile alla gazzella, o al cerbiatto soprai monti degli aromi." Lassenza di Dio quindi un vuoto che risuona nellaparola, ed anche un vuoto come fresca traccia, simile allodore del cacciatore,della preda o dellamante.

    Pur se lamico (cio Dio stesso, il culmine del desiderio umano di assoluto) siallontana velocemente, superando in continuazione le evidenze razionali,evadendo gli schemi nei quali la mente vorrebbe rinchiudere lAltro, la sposa(che lanima di Israele) pu seguire la traccia del suo profumo. Infatti, comedice il Cantico: "Un olio profumato il Tuo nome...".

    Conoscere il profumato nome di Dio significa conoscere la sua invisibilenatura profonda, priva di forma, di colore o di tangibilit.

    Forse proprio in virt di questa sua caratteristica di cogliere molecole invisibili, lodorato associato a doti di sottigliezza e di penetrazione. Le apparenze ingannano, e la vista il senso delladistanza, delle forme e infine dellastrazione. Lolfatto invece un senso intimo, in grado discorgere ci che si cela al di l delle apparenze e di sentire il lezzo dei sepolcri imbiancati. Non acaso, il senso dellolfatto chiamato il senso del Messia, unaffermazione che va rintracciata nelversetto di Isaia (11, 3): "E avr il profumo del timore di Dio, non giudicher secondo ci cheappare agli occhi, e non prender decisioni per sentito dire...".

    12

  • Besamm. Aspersori di profumi per la cerimonia di chiusura del sabato (Havdala').

    LODORE DEL GIARDINO

    Fra i primi nomi di alberi citatatidalla Bibbia , appare il fico.Messi alla prova ed avendoscelto la propria libert, Adamocon la moglie Eva intrecciaronofoglie di fico e se ne fecerocintura, perch si erano accorti diessere nudi. In chiaveevoluzionistica, si potrebbe direche hanno perso la placida einnocente orizzontalit deglianimali. Il naso non pi alivello del suolo, dove siconcentrano gli odori; edessendosi sollevati su due gambei genitali risultano visibili. Laposizione eretta comporta una

    13

  • diminuzione del senso dellolfatto. E una situazione che secondo Freud,in Il disagio della civilt, ha conseguenze fondamentali. La civilt nasce conla diminuzione dellolfatto, l isolamento delle donne durante il periododella mestruazione e la comparsa del senso del pudore. Sentendo i passi del Signore, Adamo ed Eva si nascosero in mezzo aglialberi del giardino. Ma il Signore Dio li chiam, li interrog e li caccifuori dal giardino, condannandoli a trarre cibo dal suolo e a mangiare ilpane con il sudore del volto. Il Paradiso terrestre come un orto persempre chiuso, un giardino sbarrato dal Cherubino con spadafiammeggiante. La fine del Paradiso terrestre, la fine dellet delloro,inaugura la scissione del Soggetto e lavvento delle religioni del Padre.

    Da allora, ogni spazio verde recintato evocher il Paradiso perduto e, inqualche modo, ritrovato nel mormorio delle belle fontane e nel colore e ilprofumo dei fiori. Una leggenda ebraica racconta che quando il Signorevolle cacciare luomo dal giardino, questi prese allora come ricordo unramoscello di mirto e lo port sulla terra.

    Lodore di tutti i giardini dIsraele racchiuso nella fragranza di un verderamoscello di mirto.

    14

  • Lesaltazione del giardino presso i Giudei, cos come presso i Musulmani, molto significativa in relazione alla loro storia. Tutti e due, originariamentepopoli nomadi, hanno vissuto in paesi aridi e desertici. La loro ammirazioneper la natura in erba e il giardino fiorito acquista una dimensione moltoparticolare. Il giardino sulla terra lantitesi del deserto. E il riflesso dellEdenceleste. Il giardino costituisce ununit chiusa indipendente, separata dal restodel mondo. Se il deserto il luogo dei cattivi spiriti e anche delle apparizioni edelle voci angeliche, il giardino il rifugio degli innamorati, dei filosofi, dellepersone felici che apprezzano la bellezza, il profumo e lamore. Questogiardino terrestre conserva un riflesso dellEden celeste. LE RESINE DEL PARADISO

    Dove era situato lEden, quel parco delizioso, il paradiso terrestre?Forse inutile cercare altrove. Il Paradiso terrestre situatonellimmaginario delle religioni nate nel deserto. Ed anche piantato innoi, da prima che cominciasse la storia, certamente. Volendo seguire lepoche e geograficamente incerte indicazioni della Scrittura, finiremmo conlo smarrirci. Bisogna accontentarsi di sapere solo che il giardino si trovavain Eden ( che letteralmente significa paese di delizie), ad Oriente. Forseai piedi delle montagne della Mesopotamia, come suggerisce per la primavolta Walter Releigh, autore di History of the world , in una mappa del 1614.

    15

  • Nel paese di Avila,circondato da Pison, uno deifiumi del Paradiso terrestre,oltre alloro si trovanopure il bdellio e lnice.Levocazione del bdelliodella misteriosa terra diAvila ( Arabia? India?) , ilprimo riferimento a unaresina odorosa che troviamonel Vecchio Testamento.Viene poi citato l nice,termine che fa pensare allapietra dnice, mentre

    invece potrebbe trattarsi dell onichia, una misteriosa materia aromaticache come vedremo in seguito - compare anche fra gli ingredienti deiprofumi da bruciare ( timiati) prescritti a Mos per il culto. Lo bdelliocorrisponde invece a numerose specie di Commiphora, delle burseracee,alberi o arbusti spinosi, indigeni delle regioni che si stendevano dallIndiaoccidentale allAfrica orientale. La loro gommoresina si presentava inlagrime sferoidali, rossastre o rosso-brune, dallodore aromatico chericordava la mirra. Troveremo altri riferimenti allo bdellio, anchenellepisodio di Giuseppe venduto agli Ismaeliti e in Numeri : La mannaaveva lapparenza del bdellio ( Numeri 2: 7 ). La parola del testo ebraico bdolah, mentre la manna era unaltra gomma commestibile. Lepisodio di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai suoi fratelli agliIsmaeliti, ci mette sulla traccia dei commerci di materie aromatiche che sisvolgevano nella regione della Mezzaluna Fertile:

    Poi si sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi,videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad, coni cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavanoa portare in Egitto ( Genesi 37: 25).

    I mercanti ismaeliani che facevano commercio di spezie e di profumi,oltre che di schiavi, provenivano dalla Transgiordania. La resina forseil bdellio. Il laudano potrebbe essere identificato con un labdano delcisto cretico. Anche il labdano del cisto entrava nella composizione dei

    16

  • timiati, ovvero dei profumi da bruciare ( gr. thumiamata) durante il cultoreligioso. Il balsamo che nel mondo classico proveniva soprattutto dallaGiudea, portatovi dalla leggendaria regina di Saba invece unagommoresina fragrante prodotta da arbusti di varie specie, tipobalsamodendron gileadense.

    LODORE DEL SANTUARIO

    La storia degli Ebrei dal X secolo a.C., fino al II secolo a.C., vale a diredal periodo dellasservimento agli Egiziani fino al ritorno a Canaanguidato da Mos, si trova nellEsodo. La svolta determinante dellimpiegodei profumi in Israele si svilupp con il ritorno del popolo ebraico nel loropaese verso linizio del I millennio a.C. dopo la schiavit in Egitto.Durante il lungo cammino nel deserto, Mos riceve da Dio le prescrizionisulla costruzione del santuario e sui suoi ministri, insieme alle formule perla preparazione dei timiati, ovvero dei profumi da bruciare.

    Ed il Signore disse a Mos : Procurati balsami: storce, nice,galbno come balsami e incenso puro: il tutto in parti uguali. Faraicon essi un profumo da bruciare, una composizione aromaticasecondo larte del profumiere, salata, pura e santa. Ne pesterai unpoco riducendola in polvere minuta e ne metterai davanti allarcadella Testimonianza, nella tenda del convegno, dove io ti darconvegno ( Esodo 30, 34-36).

    Inoltre gli fu insegnato a preparare lolio per lunzione:

    Procurati balsami pregiati: mirra vergine per il peso diconquecento sicli, cinnammo odorifero, la met, cioduecentocinquanta sicli, canna odorifera, duecentocinquanta,cassia cinquecento sicli, secondo il siclo del santuario ( 16,4 gcirca) , e un hin ( 5, 83 litri circa) dolio doliva. Ne farai lolio perlunzione sacra, un unguento composto secondo larte delprofumiere ( Esodo 30, 22-25).

    17

  • La traduzione dei termini biblici che si riferiscono alle sostanzearomatiche citate nell Esodo, pone qualche problema didentificazione. Iltermine ebraico per aromi ( gr. armata) saamn. Con tale terminesintendeva ogni sorta di sostanze, perlopi di origine vegetale, dallodorepenetrante e gradevole. Il vocabolo ebraico bsaamin ( al singolare besm obsem) designa le spezie, i profumi e i balsami in genere. Il balsamo vero eproprio corrisponde invece allebraico seer ( o soor), termine che indica laresina aromatica di un arbusto presente a Galaad ( balsamodendrongileadense). Secondo lo storico romano Giuseppe Flavio, il balsamo vero eproprio, ormai scomparso, cresceva soltanto nei dintorni di Gerico. Oggiil balsamo adoperato in Oriente detto balsamo della Mecca, derivante dabalsamodendron opobalsamum dellArabia. Procurati balsami pregiati, significa quindi: Procurati speziearomatiche pregiate. Gli ingredienti per la preparazione dellolio santosono: mirra, cinnamomo, canna odorifera, cassia. Il cinnamomo e la cassiasono le cortecce fragranti di diverse variet di cannella, riconducibili aalberi correlati allalloro del genere Cinnamomum. La cannella cresceva inSomalia in tempi biblici, mentre la cassia nellestremo oriente. La canna odorifera ( qaanh o qenh besm), corrisponde invece alcalamo aromatico ( Acorus calamus L.), pianta acquatico-palustre,rizomatosa, da non confondere con il giunco odoroso ( Cymbopogonschoenanthus L., graminacea che cresce nel medesimo habitat dellacoro). Ilrizoma del calamo aromatico rientrava come ingrediente anche in diversiprofumi egiziani, fra i quali il kyphi, utilizzato in contesti religiosicerimoniali. Secondo uno studio di Hoffer e Osmond ( 1967) e, pirecentemente, di Giorgio Samorini ( 1995), Acorus calamus sarebbe unapianta allucinogena minore i cui effetti psicoattivi sarebbero dovutiallasarone, un estratto alcolico libero rintracciato nellolio dei rizomi.

    LODORE DEL DESERTO

    Per quanto riguarda invece la composizione del profumo da bruciare,notiamo subito, accanto a storce, galbno e incenso il riferimento a unmisterioso agente aromatico. Si tratta dello shechleth, lonichia ( che LaBibbia di Gerusalemme traduce con nice, da non confondere con lapietra semipreziosa pure citata come nice, e che serviva per ornare ilpettorale dei sacerdoti). Tradizionalmente si riteneva che l onichia fosselopercolo di una o pi specie di molluschi gasteropodi che vivevano nel

    18

  • Mar Rosso. Un opercolo gelatinoso simile a quello dello Strombus, eraeffettivamente esportato fino a tempi recenti in India, dove veniva usatocome addensante per la preparazione degli incensi indiani. In uno studiosulle origini dellonichia, Abrahams (1980) conclude che impensabileche in una preparazione aromatica da offrire a Dio potesse entrare unmateriale considerato impuro, dal momento che erano accettate solocreature marine provviste di pinne e squame. Daltra parte, uno studiosoebreo, Saadya, traducendo lAntico Testamento in arabo nel I secolo d.C.,traduce il termine ebraico shechleth con il termine ladana. L onichia dovrebbe quindi corrispondendere al ladana. Lo studio diAbrahms sullorigine dell onichia ci mette sulla buona strada, ma, anostro parere, lautore incorre tuttavia in un errore quando afferma che illadana o ladanum una secrezione resinosa prodotta da una o pi speciedi rose rocciose ben note agli ebrei. Le rocce, cos come i minerali ingenere, non emanano odori, a meno che non siano ricoperte da muschivegetali. Al limite, una qualche produzione di tipo resinoso potrebbeessere presente nei muschi secchi di consistenza quasi pietrosa. Edeffettivamente ancora oggi qualcuno favoleggia di un muschio vegetalearomatico del deserto, chiamato impropriamente rosa di Gerico. Insomma, a parte le leggende sullesistenza di un muschio aromatico delgenere, un fatto che nelle diverse traduzioni in italiano della Bibbia, lonichia compare come labdano, laudano, conchiglia odorosa oanche come nice. La confusione circondante l onichia forse puessere chiarita se si considera che con il termine ladana gli antichiintendevano una secrezione resinosa di arbusti che potrebbero essereidentificati con quelli delle diverse specie di cisti ( Cistus creticus, c.labdaniferus) che crescevano nella regione desertica. La resina del cisti, diconsistenza appiccicosa e dallodore ambrato, ben si presta a fungere daaddensante in una composizione di storce, galbno e incenso ridotto inpolvere minuta, come quella prescritta a Mos per i profumi da bruciare.A proposito della resina del cisti, materiale aromatico appiccicoso che icaprai ciprioti prelevavano dalla pelliccia delle loro pecore e le ispideginocchia e barbe delle loro capre , Plinio scrive che quando genuinodovrebbe avere lodore del deserto e quando viene acceso produce unafiammata con un odore molto gradevole ( Plinio, N.H., Libro I, 17).

    Il galbano ( ebr. helbenah) , altro ingrediente del profumo da bruciare,potrebbe corrispondere alla resina di diverse piante ombrellifere del

    19

  • genere Ferula galbanifula. Va notato che numerosi autori antichi riferisconodellesistenza in Cirenaica ( a partire dal 631 a.C. divenuta colonia spartanadellAfrica del Nord) di una specie di ombrellifera nota ai latini comeSilphium, utilizzata nel loro incenso dagli antichi Greci, ritenutaafrodisiaca e correlata a F. galbanifula. La scarsa tutela ambientale condussea un eccesso di sfruttamento delle colture di sylphion nelle colonie grechenordafricane, tanto che gi nellanno 1 d.C. il suo commercio cessavadefinitivamente.

    Della pianta, di impossibileidentificazione, resta qualche traccianella raffigurazione del sylphion in unamoneta cirenaica, pi precisamente inuna tetradracma attica, del 370 a.C.,appartenente a una collezione privatadi Basilea.

    In un altro documento, un piattodecorato dal pittore Arcecilas e datatofra il 565 e il 560 a.C., conservato allaBibliothque Nationale di Parigi, raffigurata la pesata del sylphiondestinato allesportazione. Dal Isec.d.C. Roma pot importare solo unprodotto chiamato laser partico,ricavato da una ferulacea (Ferula asafoetida), che ancor oggi cresce in Persiae nel Belucistan. Sembra fosse un

    prodotto assai inferiore a quello cirenaico. Il laser non viene pi impiegatoper scopi culinari in Occidente, per tuttora usato nel mondo orientale.

    Oggi il laser (quello ricavato da ferula asa foetida persiana) si trova solo in alcuneerboristerie e in negozi specializzati in prodotti esotici, chiedendo l'assafetidadella cucina indiana.

    20

  • Nel libro di Apicio De coquinaria,compare una spezia ormai scomparsachiamata silphion, silphium laserpitiumanche laserpitium); le fu sostituitalassafetida, considerata un sostitutoinferiore.

    Nella composizione del profumo da bruciare nel Tempio compare anche ilnaataap, tradotto con storace. Per quanto riguarda lo storce ( la parolastyrax in greco significa goccia), va chiarito che lo storace degli antichicorrisponde anche alla parte pi sottile della mirra, a quella cio chegocciolava naturalmente a primavera dai buchi della corteccia di Commiphora.

    21

  • A differenza delle resine pispesse che venivano grattatedalla corteccia con uncoltello, lo storace di mirracadeva a gocce liberamentesul terreno roccioso, oppureveniva raccolto da stuoieposizionate sotto lalbero. Oggi, con il termine distorace sintende sia lostorace vero dellAsia minoree della Siria, una resina solidaquasi scomparsa che si ricavadal fusto di styrax officinalis L.,sia pi comunemente lostorace liquido ancora oggi incommercio, ricavato dallabollitura delle cortecce diLiquidambar orientalis Mill.

    Incenso. Albero di Boswellia.

    22

  • A proposito della composizione sia dellolio per lunzione sia per i timiati oprofumi da bruciare nel Tempio, nelle due tavole A) e B) riportiamo unriepilogo schematico di quanto finora discusso :

    A) TAVOLA DEGLI INGRENDIENTI DELLOLIO PER LUNZIONE

    NOME ALTERNATIVA TIPO DISOSTANZA

    PIANTA

    1. Mirra vergine mirra resina Commiphora

    2. Cinnamomo cannella corteccia Cinnamomumzeylanicum

    3.Cannaodorifera

    calamo rizoma Acorus calamus

    4. Cassia cannella cinese corteccia Cinnamomum cassia

    B) TAVOLA DEGLI INGREDIENTI PER I TIMIATI ( PROFUMIDA BRUCIARE)

    NOME ALTERNATIVA TIPO DI

    SOSTANZA PIANTA

    1. Storace ( o gocce di mirra ? ) resina Styrax officinalis

    2.Onice (dato a Moscome onichia)

    Laudano,labdano, ladano

    resina Cistus labdaniferus,C. creticus

    3. Galbano ( silphium?) resina Ferula galbanifula4. Incenso olibano gommoresina Boswellia sacra (Arabia),

    B. Carterii ( Africa)

    Per ottenere lolio santo o anche diversi oli di bellezza per unzioniprofane, i profumieri facevano macerare a caldo piante e resinearomatiche nellolio. A volte, alla maniera degli Egiziani, estraevano il

    23

  • succo di piante particolarmente aromatiche, strizzandole in un panno efacendone stillare il succo in un vaso sottostante. Gli scavi hannoriportato alla luce mortai per frantumare radici, rizomi o resinearomatiche, fornelli per macerare a caldo e quelle anfore per acqueprofumate, vasetti e fiale in terracotta, in vetro o in alabastro visibiliancora oggi nei musei archeologici israeliani di Haifa e di Gerusalemme.

    Balsamari. Museo Di Gerusalemme.

    Di due artigiani eprofumieri - espertinel preparare loliodellunzione sacra eil profumoaromatico dabruciare mattina esera sullappositoaltare sonotramandati anche inomi: Bezaleel e Ooliab ( Esodo 36: 1 e passim.). Un altro profumiere di cui sitramanda il nome un certo Anania, vissuto diversi secoli dopo i primi due,citato dal cronista nel libro di Neemia ( 3: 8) fra i volontari della ricostruzionedel muro del Tempio e il rinforzo di Gerusalemme.

    24

  • TREMILA ANNI DI OLFAZIONE

    I balsami e i profumi della Bibbia coprono unesperienza di pi di tremilaanni di olfazione, comune a tutte le civilt del Medio-Oriente. Se il poteredegli aromi nella profumeria, nella cosmesi, nella cucina e nella medicina noto da molto tempo, lolfatto anche al centro della relazione delluomocon il divino. I profumi, sul piano orizzontale, attraggono sensualmente lecreature, mentre sul piano verticale mettono in comunicazione aromaticacon il sacro. Essi sono, a un tempo, potenti agenti di attrazione passionalee allegoria dello spirito del Dio. In un libro che fa parte della Bibbia greca,ma non del canone ebraico, il Siracide , redatto nel 132 a.C. da Ben Sira, unpio rappresentante del giudaismo, lo Spirito di Dio si diffonde come unprofumo. Cos parla, in termini arborei ed aromatici, la sapienza uscitadalla bocca dellAltissimo:

    Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, /nella porzionedel Signore, sua eredit./ Sono cresciuta come un cedro sulLibano,/ come un cipresso sui monti dellErmon./ Sono cresciutacome una palma in Engaddi,/ come le piante di rose in Gerico,come un ulivo maestoso nella pianura;/ sono cresciuta come un

    25

  • platano./ Come cinnamomo e balsamo ho diffuso profumo;/ comemirra scelta ho sparso buon odore;/ come glbano, nice e storce,come nuvola dincenso nella tenda./ Come un terebinto ho esteso imiei rami/ e i miei rami sono rami di maest e di bellezza ( Siracide24: 1, 23)

    Nelle religioni monoteiste, cos come nellinduismo, nel buddhismo e neirituali descritti dagli antropologi, soprattutto il fumo fragrantedellincenso ( resina di varie specie di piante del tipo Boswellia sacra, B.papyrifera e B. carterii) a costituire a un tempo uno strumento universale diliturgia, di purificazione e di meditazione. Di guarigione anche:laromaterapia risale alla notte dei tempi. Gli antichi egiziani credevanoche gli di trasudavano un odore dolce e nei loro templi si respirava lalitodelle pastiglie dincenso offerto in vari modi. A volte esso veniva bruciatosu altari cuboidali, pi comunemente su incensieri di rame dal lungomanico o in coppe sostenute a mano. Come i suoi vicini dellEgitto, dellaMesopotamia e di Canaan, Israele ha usato lincenso nel culto reso al suoDio unico fin dal 1200 a.C., ai tempi di Ramses II e dellesodo. Per iGiudei, la nube aromatica degli incensi manifestava la presenza e la gloriadellEterno.

    Per lantichit e la permanenza del suo uso nella liturgia , oltreallincenso va menzionato lolio, ricco e luminoso prodotto del fruttodellulivo, naturalmente un simbolo di prosperit che lantica mentalitebraica associa allo Spirito di Dio ( 1Samuele 16:13) e alla benedizionedivina ( Deuteronomio 33: 24), tanto da impiegarlo in composizioneprofumata ( crisma) per lunzione dei sacerdoti e dei re dIsraele, ai qualilolio conferiva autorit, potenza e gloria da parte di Dio. Il pi anticoriferimento alluso sacrale dellolio doliva nella Bibbia si ha nellepisodiodi Giacobbe, quando questi fugge in Mesopotamia ed insieme al sognodella scala per la quale salivano e scendevano gli angeli di Dio, riceve dalVivente la promessa che quella terra in cui va peregrinando destinata alui e alla sua discendenza. Al risveglio, sopraffatto dallemozione religiosa,Giacobbe consacra quel luogo ponendovi una pietra commemorativa eversandovi sopra dellolio (Genesi 28: 18).

    Presso gli ebrei il senso della sacralit, sperimentata soprattutto nellasolitudine del deserto, antichissima. Il nome ebreo di sacro (sacer ) kodesh. La sacralit dellolio doliva era comune ai vari popoli e culture del

    26

  • Mediterraneo e del vicino Oriente, partendo dallunzione di pietre pressoArabi e Canaaniti, di statue degli di in Egitto e di altari e di olocaustipresso gli Ebrei. Alla base della pratica dellunzione, c lidea che il sacro unapparizione eccezionale, fugace, tremenda, e che occorre fissarne etramandarne la memoria in un simbolo, la cui unzione periodica con olioluminoso, penetrante e fragrante ha lo scopo di rinnovarne la vividezza eil vigore. Il primitivo culto delle pietre sacre fu per rigettato quando siafferm il culto yahvista, che a differenza dei culti delle popolazioni vicineproib anche luso dimmagini e di statue di divinit.

    In seguito parleremo ancora della mirra, tra i principali profumi dellaBibbia: La mirra ( Commiphora myrrha, C. erythreaea e altre specie diCommiphora, famiglia Burseraceae) dallacre odore caldo e balsamico, cheassicurava limputrescibilt dei corpi, come dellanima.

    Grani di mirra

    Mescolato con l aloe ( prodotto dallaloe succotrina, pianta della famigliadelle gigliacee ) la mirra veniva usata per la mummificazione dei reegiziani. Dopo essergli stata offerta alla sua nascita dai Magi, la mirra serv

    27

  • anche per limbalsamazione, o meglio lentephiasms, cio lunzione delcorpo di Ges dopo la morte.

    II PARTE

    I PROFUMI DEI VANGELI

    c. di Luigi Cristiano e Gianni De Martino

    I magi recano in dono oro, incenso e mirra.Mosaico ( part.), IV sec. , Chiesa SantApolinnare,Ravenna.

    Nel Nuovo Testamento sinarra che compiendo glioracoli messianici cheannunciavano lomaggio al

    Dio dIsraele tramite lofferta di ricchezze e profumi, i Magi portano indono al bambin Ges oro, incenso e mirra. Doni nei quali i Padri dellaChiesa hanno visto simboleggiata la regalit ( oro), la divinit ( incenso),lamarezza della passione ( mirra) di Cristo.

    In seguito, saranno soprattutto le donne a onorare Ges con i profumi.Accade pi volte. Nella celebre scena della peccatrice che unge di profumii piedi di Ges, questi fa osservare a Simone che lui non ha avuto quelgesto di gentilezza nei suoi confronti. Quei profumi erano rari e costosi,versarli sulla testa dellospite o ungergli i piedi come fa la donna con Gesera un gesto di munificenza e di ospitalit. In unepoca in cui le donneandavano velate e non partecipavano alla vita pubblica, Ges si fa seguiredalle donne, verso le quali dimostra un grande amore e un rispettoimpensabile per quellepoca. Nellepisodio citato, la donna che cosparge diolio profumato i piedi di Ges una peccatrice di quella citt ( forsedesignata come tale perch adultera, prostituta notoria o forsesemplicemente una donna non conformista) ottiene dal Salvatore ilperdono dei suoi peccati perch come dice Ges rivolgendosi alfariseo - ha molto amato.

    28

  • Uno dei farisei invit Ges a mangiare da lui. Egli entr nellacasa e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quellacitt, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con unvasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchipiangendo ai piedi di lui e cominci a bagnarli di lacrime, poi liasciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olioprofumato () Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato,ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sonoperdonati i suoi peccati, perch ha molto amato ( Luca 7, 36-50).

    Il vangelo di Giovanni riporta unaltra scena dunzione. Questa volta sitratta di Maria di Betania, che versa il profumo sulla testa di Ges. Seigiorni prima della Pasqua, Maria di Betania, sorella di Marta, anticipa conquesto gesto lunzione aromataria da fare al corpo di Ges, morto sullacroce. Giuda, al quale non importava niente dei poveri, ma teneva la cassa,osserva che quel profumo lo si sarebbe potuto vendere e ricavarne danaroda dare ai poveri, invece di sprecarlo cos. Il suo costo sottolineato daGiuda ( 300 denari, un anno di salario di un operaio agricolo!) fa pensareche quel nardo, detto pistik, genuino, fosse proprio il costosissimoneerd, estratto dalla radice di un arbusto che cresce sulle montagnedellIndia ( nardostachy jatamansi). Il nardo era molto apprezzato dagli Ebrei,cos come dai Greci e dai Romani.

    Sei giorni prima della Pasqua, Ges and a Betania, dove sitrovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui glifecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.Maria, allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assaiprezioso, cosparse i piedi di Ges e li asciug con i suoi capelli, etutta la casa si riemp del profumo dellunguento () Lasciala fare,perch lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti liavrete sempre con voi, ma non sempre avete me ( Giovanni, 12: 1-7).

    Nel successivo episodio della sepoltura, Giuseppe di Arimatea eNicodmo si recano a prelevare il corpo di Ges dal luogo dellacrocifissione. Nicodmo porta una mistura di mirra e di aloe di circa 100libbre per avvolgerlo in fasce con gli aromi e deporlo in un sepolcronuovo, reperito in un giardino vicino al luogo dovegli era stato crocifisso.

    29

  • Egli (Giuseppe di Arimatea) dunque venne e prese il corpo diGes. Nicodemo () venne anchegli, portando una mistura dimirra e aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo diGes, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, comusanza seppellire per i Giudei ( Giovanni 19: 39-40).

    Andrea Mantegna ( 1430 c. 1506). Cristo morto. Pinacoteca di Brera, Milano.

    Cosa sono questi aromi? La mirra corrisponde alla resina di arbustidellArabia e dellAbissinia ( balsamodendron myrra o commiphora abessinica). Eserviva, come abbiamo visto, anche a preparare lolio santo. Laloe, invece, pi difficilmente riconoscibile, perch il suo nomeabbraccia cose troppo diverse. Certamente non la falsa aloe, o agave, cheproviene dallAmerica e non poteva essere menzionata dalla Bibbia. Ma

    30

  • non neanche il legno di aloe, il cui vero nome agalloche. Lagalloche,ovvero aloe legno, un estratto di Aquilaria agallocha, albero della famigliadelle timeleacee. Il suo nome greco e quello ebraico halm ohalt provengono dal sanscrito aguru o agaru, dialettalmente aghilda cui il nome latino Aquilaria. Questo legno di aloe menzionato nellaBibbia, l aloe del Cantico dei Cantici e anche dei Salmi ( Le tue vestisanno di mirra, daloe e di cassia Salmi 45:8). Assomiglia alla tuia. Il suoodore, alla bruciatura, sta tra quello della mirra e quello dello zafferano:per questo veniva usato al posto dell'incenso. Era considerato merce digrande valore, proveniente dall'Estremo Oriente. Anche Ibn al-Bajtar citaquesto legno di aloe, ma sotto il nome `ud, che in arabo letteralmentesignifica legno, il legno odorifero per eccellenza, talvolta confuso anche oggi nelle erboristerie dei paesi del Maghreb con il legno disandalo. In ogni caso, non pu essere questo legno l aloe dellasepoltura utilizzato insieme alla mirra.

    Aloe succotrina.

    Laloe della sepoltura di Ges,alla quale viene mescolata lamirra, doveva essere costituitadal succo prodotto dallaloesuccotrina, una pianta grassadella famiglia delle Gigliaceae,diffusa prevalentementenellAfrica australe, nellArabiae nellIndia.

    Il suo nome greco e quello latino aloae deriva dal siriaco alvay.Lantichit conobbe bene questo aloe medicinale dal quale si ricava un succo

    31

  • dal sapore amaro, inizialmente di consistenza gelatinosa e facilmentecristallizzabile. Dioscoro, nel I secolo d.C. assicura che esso asciuga le ferite ecicatrizza le ulcere; e Celso accenna alle propriet lassative di quella parte delsucco ricavata da incisioni pi superficiali. Nel secolo successivo, Galeno(131-201) lo usa per curare le ulcere infettate. Pi tardi il cristiano medicoarabo Abu Zakarija Yahja ibn Masujah, conosciuto in Occidente con il nomedi Giovanni Mesue (776-855), cita questo aloe col nome di sahr, e afferma cheesso "protegge anche i cadaveri dalla putrefazione, specialmente se esso vienemescolato con mirra". Nel XIII secolo, anche Ibn al-Bajtar, arabo di Spagna,cita l'uso di questo aloe nel suo Trattato delle Piante Semplici ( v. Aromi eprofumi della Spagna islamica, in E.D. n.9/Setembre 2001). Oggi, nelladenominazione erboristica attualmente utilizzata, si distinguono due prodottiricavati da Aloe barbadensis: una soluzione densa di polisaccaridi ottenuta dalleincisioni profonde, commercializzata con il nome di Aloe vera; e un succoottenuto da incisioni pi superficiali, che viene concentrato e poi solidificato,ad azione lassativa, la cui migliore qualit viene chiamata Aloe di Socotra,dallisola di provenienza nellOceano Indiano.

    Sebbene si confonda spesso il succo dellaloe medicinale usato nellasepoltura con il profumato legno di aloe, lantichit conosceva bene ladifferenza fra ( legno prodotto da Aquilaria aghalloca) e ( succo prodotto da aloe succotrina). Tuttavia, quando si legge nei Vangelidi una mistura di mirra e aloe per la sepoltura di Ges, si pensa chefosse un estratto del profumato legno di aloe.Il primo responsabile dellerrore fu San Gerolamo, che nellanno 400 circad.C. fece confusione tra le due piante e tradusse due delle citazionidellaghalloca nella Bibbia ( Proverbi e Cantico dei cantici) con aloe.Alla fine del V secolo, anche Aezio, medico greco di Alessandria, usaaloe per fare intendere il legno aghalloche. Nel 1600, leruditoprotestante Claude Saumaise (1588-1653), afferma che laloe di SanGiovanni, laloe della sepoltura, non corrisponde allaloe medicinale, allassativo, alla sostanza amara che gli antichi tuttavia pure usavano per lasepoltura, bens allo xiloaloe, o profumato legno di aloe. Fu seguitociecamente dai moderni, perch ritenuto un principe dei commentatoribiblici. In realt, laloe della sepoltura di Ges non ha niente a che fare conlagalloche: si tratta invece propriamente dellaloe succotrina, usata in tuttele epoche antiche per la conservazione dei cadaveri.

    32

  • Succo rappreso di Aloe succotrina, usatoinsieme allamirra per lunzione di Ges morto.

    Quanto alle quantit impiegatenella mistura portata daNicodemo, se la libbra romanacorrisponde a circa 327 grammi,le cento libbre di unguentocomposto da mirra e aloe portateda Nicodemo per la sepoltura diGes dovrebbero corrisponderea circa 32 chilogrammi. Le bende,o piuttosto i teli che avvolgevanoil corpo dovevano essereimpregnate di una sostanzaaromatica e oleosa contenentemirra e abbondante succo di aloe.

    Il profumo e le donne hanno un ruolo decisivo nel racconto dellaResurrezione. Poich sono andate di buon mattino alla tomba per ungereil corpo di Ges morto, le donne ricevono il messaggio della Pasqua datrasmettere ai discepoli. Passato il sabato, Maria di Mgdala, Maria di Giacomo e Salomcomprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Ges. Di buonmattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levardel sole( Marco 16: 1-2).

    Alzati gli occhi, videro che la grande pietra che chiudeva il sepolcro erarotolata. Entrarono e cera un giovane vestito di bianco, che disse loro: Non vi spaventate. Voi cercate Ges il Nazareno che stato crocifisso;Egli risuscitato; non qui. Quelle parole, ripetute dalle donne cheandarono a raccontarle in giro, sembrarono a tutti un vaneggiare ; epersino gli apostoli non vi prestarono fede. In quei tempi e in quel mondo( come ancora oggi nei paesi islamici) la testimonianza delle donne, anchedal punto di vista giuridico, vale la met, se non un terzo, di quella degliuomini. Ma per la nuova fede che si andava formando la tomba eradavvero vuota; e chi, come fece Pietro, si fosse chinato sulla fossa a

    33

  • guardare avrebbe visto solo le fasce della sepoltura e sentito un balsamicoodore di mirra. Linvisibile profumo resinoso e balsamico della mirra che aleggia nellariasuggerisce qualcosa dinfinito, uno spazio imputrescibile, uno spazio dinon-morte Fu allora, forse, che luomo che era stato crocifisso dai Romanirisorse, splendido nellimmaginazione delle donne. Insieme alla terradesolata, a tutti i suoi giardini e ai cari morti, Ges risuscit nel cuoredelle madri, delle spose e delle persone semplici. E gli apostoli e gli autoridei Vangeli organizzarono il nuovo mito, che avrebbe consolato efortificato gli animi, cambiando la figura di quel mondo e giungendo sinoa noi.

    . ( Grunewald. Resurrezione diCristo. Part.delle tavole dell Altaredi Isenheim, dipinte tra il 1512 e il1515).

    Fu nel sentire quelprofumo di mirra nellatomba, che nelle donnee negli apostoli si formla figura di un Salvatoreindistruttibile. Si trattavadi accogliere quellanuova figura con uncuore : un cuore chenon esamina, sceglie odubita, ma si faimprovvisamente apertoe capace di accoglierelinnumerevole esistere,

    oltre che le tante storie possibili, o anche impossibili. Come, in quel caso,la storia della tomba vuota e della Resurrezione. Dallamara vertigine dellatomba vuota impregnata di mirra, la Scrittura ci trasporta alla vertigine diun cielo infinitamente aperto. Nuvole aromatiche dincenso si levano dalle

    34

  • pagine dellApocalisse, il libro dello svelamento estatico, lultimomessaggio della Bibbia. Luomo che sinnalza su una croce e viene deposto nel sepolcro degliaromi, ora una figura che trascende il terrore e il delirio di morte; ecelebra gioia e trionfo uno spazio di non-morte, rappresentato da un cielodoro puro, simile a cristallo. Alleluia! Il suo profumo sale per i secoli deisecoli ( Apoc. 19: 3). Il cuore sogna sempre odori indistruttibili.

    Naturalmente la resurrezione della carne impossibile, ma i Vangeli nonprovano che vera: ci propongono una fede e ci raccontano una dellestorie pi belle che esistano. La storia di un profumo di resurrezione. Unastoria inventata dalle donne, fra i lamenti, lassurda freddezza della mortee le grida daiuto. Forse non mai troppo tardi per una buonaresurrezione. Perch non lasciarsi allora prendere per il naso? E quandolaria diventa come unimmenso fiore e ci capita lemozione disperimentare tale aria come un profumo a un tempo balsamico eparadisiaco. Gli odori sono raccordi sensibili, legati alle emozioni e airicordi che rimandano al passato. La funzione degli odori quella dimettere lorganismo in stato di attivazione, seducendo ed illudendo

    35

  • immediatamente, senza passare attraverso il filtro dei centri superiori dellinguaggio. Al contrario di quellaria buona, pura, secca e vuotaauspicata da Nietzsche per liberarsi dal passatismo ed aprirsi a un vuotonuovo, a una tonica frescura e una libert nuova, laria dei Vangeli caldae seducente come un polline resinoso, un balsamo caldo, oleoso ezuccherino. Nella misura in cui ci si distacca dal passato e si disertano gliodori, sfuggendo al loro potere di seduzione, si smette di sognarelindistruttibile e ci si apre oltre il passatismo, alle illusioni e ai dogmi auna visione pi lucida e disincantata della caducit. E tuttavia, a unasvolta, basta sentire improvvisamente un profumo di rose e le corde delcuore saltano, ci si sente in paradiso, in uno spazio di non-morte. Ilprofumo della rosa proviene dalla pi antica nobilt terrestre e porta cons la traccia invisibile conosciuta solo dal naso della Gloria delVivente. Che si ritir per creare gli universi lasciandovi la traccia invisibiledel suo profumo. Il Dio Vivente, il Nascosto che ora ci prende per il naso,vuole essere inseguito ed amato come un Amico sui monti degliaromi

    NellAntico Testamento, il fumo aromatico, caldo e ambrato dellincensobruciato nel Tempio, forse dava limpressione o piuttosto la concretasensazione che tutti gli alberi del Paradiso perduto ardessero dolcemente,eternamente, senza bruciare . Nel Nuovo Testamento, invece, lodoredellincenso nei cieli, cos come quello della mirra nella tomba vuota,sembra dire che tempo e spazio non sono una risposta definitiva. In ogni caso, nel degrado nostro e della natura, nellannientamento delvivente, quando tutto stato detto, il profumo della mirra e dell incensocopre lodore del sangue versato nei sacrifici e il lezzo della putrefazione, esembra dirci che non tutto finisce nella tomba.

    Lo spirito che soffia dove vuole ha lodore dellingresso della vita equello intenso e feroce del punto in cui la vita va al di l. Lo spirito halalito delle mele, dei giardini fioriti e di quelle nuvole dincenso che neiTempli antichi rivelavano e nascondevano lodore dei sacrifici e latremenda presenza del soffio del divino. Il profumo - percepibile tramite ilnostro senso pi arcaico, lolfatto, radicato al fondo della corporeit sinserisce cos in una logica di copertura e di negazione della morte, maanche in un ethos del trascendimento. E simboleggia, a causa della suo

    36

  • grato e invisibile potere di seduzione, lattrazione variamente consapevoleche gli esseri umani provano fra di loro e, nello stesso tempo, lattrazioneper un Invisibile e misterioso Vivente capace di accogliere tutti comevuole il cuore, e immaginato tutto amore, bont e bellezza.

    Riquadro n.1:

    I MISTERI DELLINCENSO

    Perch il fumo vibrante dellincenso, dallinconfondibile timbroresinoso, balsamico, legnoso, caldo e ambrato e un po acre colpiscegradevolmente i sensi? Cosa lo rende cos speciale? Per cercare lodoreparticolare dellincenso, un punto di partenza lesame della strutturachimica. I componenti dellincenso sono numerosissimi, variano aseconda della provenienza, e sono spesso di complessa struttura. La basedella struttura composta da acidi, reseni, e alcoli resinosi. Grosso modo,le gommoresine di incenso contengono 56-70% di residuo solubile inalcol di cui il 4-7% di olio essenziale, 20-31% di gomma idrosolubile

    37

  • ( costituita da polisaccaridi, contenenti arabinosio, galattosio, acidogalatturonico, acido metilglucuronico, e sostanze azotate) insieme aquantit variabile di materiale terroso (1,3%) e vegetale ( 3-6%). La struttura chimica si complica straordinariamente durante la termolisi.Nella determinazione dellodore dei pirolisati sembra giochino un ruoloimportante i componenti a funzione carbonilica ( furfurale, metilfurfurale,2,4 pentandione, acetilfurano derivanti dalla termolisi degli zuccheri e deglieterosidi); i componenti fenolici ( fenolo, orto e paracresolo, guaiacolo,eugenolo, etc.). Solo nei pirolisati sono stati ritrovati acidi carbossilici,alcooli, chetoni, eterocicli, fenoli. Come i componenti fenolici, anche lepirazine con tutta probabilit derivanti da reazioni di tipo Maillard tra glizuccheri e i componenti amminici presenti nelle lacrime dincenso risultano olfattivamente determinanti. Una certa importanza rivestonoaltres gli acidi volatili formatisi per pirolisi delle gomme e dei residuivegetali nonch della frazione politerpenica. ( cfr. Marco Mariani, Profumo,composizione e misteri dellincenso, in Quintessenza n.3/dicembre 1985).

    Lattenzione dei ricercatori oggi particolarmente rivolta agli alcoliresinosi. La loro struttura consiste in una serie di anelli di carbonio fusiluno con laltro, strutturalmente simili agli steroli delle piante.Comunemente si pensa che gli alcoli resinosi derivino dai fitosteroli e chela loro produzione sia stimolata dai danni subiti dalla pianta, sebbene sipossano isolare da tutte le parti della pianta, dalla radice ai semi. Glisteroidi vengono prodotti anche dalle ghiandole ascellari, vengonorilasciate in grosse quantit nelle urine delluomo e della donna, e nelrespiro umano. Molecole di struttura di base simile a quella degli steroidiveri e propri si trovano anche nellincenso, nella mirra, nellambra, nelmuschio animale e nel legno sandalo. Fra gli alcoli resinosi dellincenso visono alcuni triterpeni della classe dellamirina. La struttura fondamentaledellamirina uguale a quella dei fitosteroli e a quella degli steroidi animaliche, com noto, sono formati da ormoni che regolano lattivit sessualedegli animali. Con la loro somiglianza strutturale con gli steroidi, itriterpeni della classe dellamirina presenti nellincenso possono essere ingrado dinnescare sensazioni di norma associate agli steroidi. Ammesso,naturalmente, che una certa disposizione dei recettori sulla mucosaolfattiva conferisca un tipo di risposta allodore di steroide se stimolati damolecole con forme simili a quella dello steroide vero e proprio, anche sequesta molecola non ha unattivit biochimica steroidale.

    38

  • La Figura 1 mostra la struttura chimica di (a) uno steroide vero eproprio, il testosterone; e (b) la struttura dellamirina, un alcool resinosodel tipo che si trova nellincenso; e (c ) steroidi che si trovano nella mirra.

    ( Fig. 1 - Tratta, con qualche modifica, da D. Michael Stoddart, La scimmia profumata,

    Cic edizioni internazionali, Roma 2000, p. 221).

    39

  • Riquadro n. 2 :

    DALLA NUBE AROMATICAALLODORE DI SANTITA

    La Bibbia affonda le sue radici nella storia antica che si sviluppa in un arcotemporale dal secondo millennio circa a.C., sino allera cristiana. I libri pi antichinarrano la storia di un popolo nomade della Mezzaluna fertile: il popolo ebraicoche dalla Mesopotamia si muove verso il paese di Canaan abitato dai Filistei, la terrapromessa da Dio ad Abramo e alla sua discendenza: a Isacco, a Giacobbe che lottcon lAngelo e fu chiamato Israele. E la storia della carestia che obbliga le trib apartire per la ricca e potente terra dellEgitto dei Faraoni, dove salvate dalla famevengono asservite finch Mos decide, alla testa del suo popolo, di ritornare aCanaan. La traversata del deserto, durata quarantanni e narrata nel libro dellEsodo , caratterizzata dallistituzione della Pasqua, da diverse manifestazioni della presenzadivina ( nel roveto ardente, nella colonna di nube che segue il popolo , lacolonna di fuoco che ne rischiara il cammino nel deserto) e dal leggendariopassaggio del mar Rosso. Vediamo in azione la terribile spada di Israele eassistiamo alla nascita di un regno quando le trib decidono di unirsi, di nominareun re, Saul, per imporsi ai Filistei e ai Cananei. Allinizio del primo millennio a. C., dei re come Davide o Salomone fanno di Israeleun reame potente e prospero come testimonia il tempio di Salomone, il cuitabernacolo era costantemente illuminato dalle fiamme dei candelabri e avvolto dalfumo aromatico degli incensi. Le fazioni si disputano il potere e Israele sindebolisceaccerchiato dai vicini che finiscono con linvaderlo. A partire dallVIII secolo, gliAssiri, poi i Babilonesi, i Persiani, i Greci e soprattutto i Romani che nel 70 d.C.,mentre si va diffondendo la predicazione cristiana, distruggono il tempio diSalomone. I Romani chiameranno Palestina, ovvero dei Filistei, la terra degli Ebrei,affinch persino la memoria della terra dIsraele fosse cancellata. Il popolo ebraicodeve disperdersi attorno al Mediterraneo. ( Nel primo secolo D.C. i Romaniannientarono lo stato indipendente della Giudea. Dopo la rivolta fallita di BarKokhba nel Secondo Secolo D.C., l'Imperatore Romano Adriano determin dispazzare via l'identit di Israele-Giuda-Giudea. Perci egli prese il nome Palestina elo impose alla Terra di Israele. Nello stesso tempo egli cambi il nome diGerusalemme in Aelia Capitolina. I Romani uccisero molti giudei e ne vendetteroancor di pi come schiavi. Coloro i quali sopravvissero ancora liberi lasciarono ilpaese devastato, ma non ci fu mai un completo abbandono della terra dIsraele.Non c' mai stato un periodo in cui non siano esistiti giudei e comunit giudee,sebbene le loro dimensioni e condizioni fluttuarono grandemente ) . Inizia il lungo periodo della diaspora, mentre dalla Palestina scompaiono igiardini dei re e il verde strappato al deserto, in un territorio che diventer terra dicrociate e di interminabili contese, ridotto fino ad anni recenti, prima della nascitadello Stato dIsraele, a una situazione di beduinizzazione generalizzata. A tale

    40

  • proposito va ricordato che quando Chaim Weizman, il primo presidente dIsraele,organizz il primo ricevimento per festeggiare il nuovo Stato, dovette far venirefiori fin dallOlanda, mentre oggi i fiori rappresentano una parte non trascurabiledellagricoltura e delle esportazioni israeliane.

    Gli scritti dellAntico Testamento costituiscono un vastissimo complessodinformazioni sulla terra dIsraele, posta al centro di unarea che fu determinanteper la cultura occidentale. La culla della nostra civilt comprendeva lEgitto, la costaorientale del Mediterraneo, la Palestina, la Siria, il golfo di Alessandria e laMesopotamia. Fu qui che si formarono le religioni monoteiste come il cristianesimoe lislm, a cominciare dal giudaismo. La prima religione monoteista risale adAbramo, un personaggio in parte mitico e in parte storico, con il quale il DioYHVE avrebbe stabilito unAlleanza. In seguito, durante la traversata del desertodescritta nel libro dellEsodo, Mos riceve dal Dio i dieci comandamenti, le regolefondamentali del giudaismo, insieme alle prescrizioni per la preparazione delloliosanto e dei profumi destinati al nuovo culto. Nel complesso, se aggiungiamo i Vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento,ci troviamo con una biblioteca di testi composti nel corso di tredici o quindici secolicirca, redatti da una quarantina dautori, molto diversi tra loro e tuttavia ispiratidallo stesso Dio di Abramo. Gli scritti del Nuovo Testamento narrano loperasalvifica dello stesso Dio dei Giudei incarnatosi e fattosi uomo in Cristo. Mentre nelVecchio Testamento lolio dellunzione composto di vari profumi e prescritto dallaLegge era un atto di consacrazione al servizio divino riguardante i profeti, i re e isacerdoti di Israele, nel Nuovo Testamento lunzione appartiene unicamente a Gesil Cristo, unto dalla novit dello Spirito. ( Unaltra novit sorger nel VII secolodopo Cristo in Arabia dalla predicazione del profeta Muhammad, per il quale lostesso Dio dei giudei e dei cristiani, che per ne avrebbero tradito e travisato ilmessaggio, rivelerebbe il suo vero comando nel Corano, il libro di un Dioincartato Nei Vangeli, pi precisamente negli Atti degli apostoli, viene detto: come Dioabbia unto di Spirito Santo e di potenza Ges di Nazaret ( Atti 10,38). NelTabernacolo e nel Tempio ogni cosa doveva essere unta con lolio santo. Per icristiani la vera unzione invece il profumo di Cristo che si manifesta attraverso lavita dello spirito, ogni buona azione e la santificazione della propria vita. In altreparole, con il cristianesimo il profumo diventa il simbolo delle virt e delleffusionedella vita di Cristo nel credente: "or sia ringraziato Dio il quale ci fa sempretrionfare in Cristo e attraverso noi manifesta in ogni luogo il profumo della suaconoscenza (2 Corinzi 2,14). Insomma, dalle aromatiche fumigazioni dellAnticoTestamento si giunge al profumo spirituale dei santi in Cristo. Come il vaporedellincenso invadeva il Tempio antico, un profumo pi sottile ora invade gli animi:quello dellannuncio della Resurrezione, che al limite impossibile, e tuttavia sidiffonde come un profumo di resurrezione in tutto il mondo antico e giunge sino anoi con il suo messaggio di speranza e di fede nello Spirito. Naturalmente i profumisono preziosi e fanno piacere a chi li d e a chi li riceve. A condizione che siano dibuona qualit e vengano impiegati a piccole dosi. Vale lo stesso per la fede.

    41

  • La Bibbia - il libro ritenuto sacro dagli ebrei, i cristiani e i musulmani che neriprendono in modo frammentario numerosi passaggi nel Corano , in ogni caso,non solo il campo della fede, dellesegesi e della teologia ma anche uno dei piantichi libri storici. ( A differenza del Corano, che i musulmani in genere nonritengono un libro storico o ispirato, ma le parole stesse di Allah dettate in linguaaraba al suo inviato Muhammad tramite larcangelo Gabriele). Gli scritti della Bibbia abbondano di riferimenti olfattivi e di dati riguardanti luso eil commercio dei pi diversi aromi. E quindi possibile soffermarsi sulla storia delleesperienze olfattive di 3000 anni in base ai recenti sviluppi dellantropologiasensoriale. Il clima di un rinnovato interesse per lolfatto, luso delle piante odorosee le complesse funzioni dei profumi, giustifica ampiamente, ci pare, linteresse cheportiamo a una archeologia dellolfazione in chiave erboristica e profumiera. Se ilnostro precedente articolo sui Profumi e unguenti in Pompei antica ( E.D. n.10/2001) documentava il lavoro di riscoperta delle materie prime degli aromiromani compiuto sul campo, negli ultimi anni, da botanici e archeologi coordinatidalla Sovrintendenza degli Scavi di Pompei, il presente articolo sui Profumi dellaBibbia prende invece spunto dalla grande esposizione sull Archeologie des fardset parfums di Parigi , organizzata nel Settembre del 2000 nelle sale egiziane delMuseo del Louvre. Comprendente una sezione dedicata allarcheologia della mirra edei profumi della Bibbia, l esposizione ha visto la partecipazione di importanti caseprofumiere internazionali come Shisheido e Oreal, dei chimici del CNRS ( il centrofrancese delle ricerche) e di numerosi specialisti dincensi e creatori di oli profumati. Lattuale tendenza a cambiare direzione temporale, dare uno sguardo, se nonannusare il passato, pu essere il desiderio di un mondo comprensibile e armonioso,di cui anche il nostro corpo sia parte, insieme alla ricerca di una sorta di saggezzaperduta nel tempo, con la speranza di dare significato alla propria vita o, addirittura,di cambiarla. Una tale tendenza ha ripercussioni in campo sociologico ed estetico.Non a caso sono sempre pi numerose le aziende che cercano di coniugare fantasiae tradizione, ponendo al centro dellattenzione creazioni o prodotti ispirati a simbolie ornamenti che ricordano le antiche tradizioni. Non si tratta solo dellinteresse perla mitologia sciamanica indo-americana e per la medicina e le religioni orientali. Duericercatori belgi, Etienne Ficherouille, botanico, e Jean-Louis Zeibauer,psicoterapeuta, lanciano infatti sul mercato un cofanetto di profumi della Bibbia,comprendente alcuni flaconi di estratti di piante citate nella Scrittura ( mirra, nardo,olibano o frankincense, galbanum, ladanum, cinnamomo, storace) e un libretto,molto ben documentato, sullorigine geografica di questi aromi, le loro piantedorigine e i loro metodi di fabbricazione. Forse il voler conferire anche allodore delle merci un antico odore di santit, nonsi spiega solo con la moda, ma con un bisogno pi profondo di radici in un mondotecnologico in pieno mutamento. Fra attenzione al passato ( che talvolta, in unrifiorire di sette integraliste cristiane, musulmane ed ebree, pu trasformarsi in unafuga dalla realt presente), il degrado planetario dellambiente e lavanzata delprogresso razionale e tecnologico, il mondo diventa anche sempre pi deodorato.Tanto che oggi in Israele, grande esportatore di fiori e di erbe aromatiche, i

    42

  • ricercatori delle facolt di agricoltura e di ecologia dellUniversit ebraica a Rehovot,utilizzano tecniche di avanguardia messe a punto nel quadro del Progetto GenomaUmano per creare rose e garofani non solo pi colorati ma soprattutto piprofumati, tramite il trasferimento di proteine e geni prelevati da fiori di una piantacaliforniana molto profumata. Anche le rose dIsraele spesso citate, insieme ai gigli,dalla Bibbia, oggi non sembrano particolarmente profumate se coltivate con letecniche tradizionali, e si avviano a esalare lo stesso aroma delle loro sorellecaliforniane.---------------------------------------------------------------------------------------------------

    RINGRAZIAMENTI

    Gli autori ringraziano inoltre per la collaborazione la biblista dott.ssa Rosanna Cerrutti eMons. Giuseppe Maggioni per gli utili suggerimenti.

    ----------------------------------

    Milano, 8 febbraio 2002

    .

    43

  • BIBLIOGRAFIA

    AA.VV, Comparaison des extraits odorants dencens, in Riv. it. Eppos, maggio1981.ABRAHAMS, H.G. (1980), Onycha, ingredient of the ancient Jewish incense, inEconomic Botany, n. 33.CRISTIANO, LUIGI ( 2001), La nota gradevole. Storia naturale del profumo, StudioEdizioni, Milano.DAYAGAY-MENDELS ( 1989) , Perfume and cosmetics in the ancient world, The Israelmuseum, Jerusalem.DE MARTINO, GIANNI ( 2002), Odori, Apogeo-Urra, Milano.HOFFER-OSMOND (1967), The Hallucinogenes, Academic Press, New York &London.ROVESTI, P. ( 1980), Alla ricerca dei profumi perduti, Marsilio, Venezia. SAMORINI, GIORGIO ( 1995), Scheda psicoattiva/ Acorus calamus L. ( calamoaromatico), in Eleusis. n.1/maggio 1995.VILLAVECCHIA- EINGENMANN ( 1931 e 1977), Dizionario di merceologia e dichimica applicata, Hoepli, Milano.

    - Dizionario biblico ( 1984), Claudiana, Torino.- Dizionario di Botanica ( 1984), Rizzoli, Milano.- La Bibbia di Gerusalemme (1974), Testo biblico di La Sacra Bibbia della CEI, Centro

    editoriale Dehoniano, Bologna.- La Sacra Bibbia (1994), a cura della Societ Biblica di Ginevra.

    Avviso di copyright

    c. Testo di Luigi Cristiano e Gianni De Martino, pubblicato, con qualche modifica, inERBORISTERIA DOMANI N. 3/marzo 2002 ( Sacre, profumate scritture) e N. 4/aprile 2002(Le delizie del paradiso).

    44

  • Luigi Cristiano in una foto di Italo Bertolasi

    Copertina di Odori di Gianni DeMartino.

    45