BASILICATA AVVELENATA Ambiente, Pannella suona la carica · de» e «l’accesso agli atti della...

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Mercoledì 25 agosto 2010 IV I DOSSIER RADICALE BASILICATA AVVELENATA LE DENUNCE Inquinamento delle falde, tumori in aumento, dati nascosti e omissioni di chi indaga I Radicali denunciano ciò che accade in regione L’ANNUNCIO Bolognetti e Zamparutti saranno ascoltati dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti Ambiente, Pannella suona la carica Lo storico leader dei Radicali a Potenza per le emergenze ambientali FABIO AMENDOLARA l Un po’ nella piccola sala col- ma di persone, un po’ fuori. Ma sempre con il cellulare Iphone poggiato all’orecchio. «Ascolto Radioradicale», dice a chi lo guarda incuriosito. Perché tra- smette in diretta il convegno che ha come slogan: «Rivolta demo- cratica». «È di questo che la Ba- silicata ha bisogno», dice Marco Pannella, 80 anni, ieri a Potenza con il suo pupillo Mario Star- derini, attuale segretario dei ra- dicali, ed Elisabetta Zamparutti, parlamentare radicale eletta in Basilicata. In prima fila c’è Sergio D’Elia, l’ex terrorista di Prima linea che ha scontato la sua pena e ha fatto anche il deputato. E Poi c’è lui, Maurizio Bolognetti, il leader dei radicali lucani indagato e perquisito per aver «svelato» che le dighe erano inquinate. È da allora che Bolo- gnetti si è inca- ponito sull’am- biente. Ha mes- so assieme un bel po’ di mate- riale e ha dato vita a un dos- sier: «Veleni in- dustriali e poli- tici della Basilicata». Sarà pub- blicato a ottobre. «Per il momen- to - dice al microfono - l’ho con- segnato al presidente della Com- missione bicamerale sul ciclo dei rifiuti». E un piccolo risul- tato l’ha già ottenuto. Lo annun- cia Elisabetta Zamparutti: «Sia- mo stati convocati da Gaetano Pecorella, presidente della Com- missione, e andremo a Roma su- bito dopo la pausa estiva». Andranno lì e sputeranno in faccia ai membri della commis- sione quello che denunciano da tempo. Discariche al collasso, abusive, che inquinano. Il più grande inceneritore d’Europa (Fenice) che continua a inqui- nare la falda acquifera del fiume Ofanto. Siti di bonifica di inte- resse nazionale non bonificati. Fogne che scaricano a cielo aper- to e veleni che finiscono nelle dighe con i tassi di malattie tu- morali in costante e preoccupan- te crescita. È questa la Basilicata vista dall’osservatorio radicale. Uno dopo l’altro tutti i relatori hanno fotografato uno spaccato di quelle emergenze. Carlo Gau- diano, medico, ha confermato che l’incidenza dei tumori è in aumento. Antonio Bavusi, espo- nente dell’associazione Ola, ha elencato gli incidenti legati alle estrazioni petrolifere. Mario Lettieri, ex sottosegretario, ha ricordato ciò che aveva fatto il governo guidato da Carlo Aze- glio Ciampi per fermare l’in- gresso in Italia di ferro radioat- tivo. Un tema che è tornato d’at- tualità con l’inchiesta della Pro- cura di Salerno sul carico della nave Frelon finito alla Siderpo- tenza. E ancora: Vincenzo Monte- murro, magistrato antimafia, ha analizzato le debolezze della ex Basilicata felix. Esponenti di associazioni e comitati. Ognuno ha messo un tassello. Dalla discarica sulla di- ga di Senise al taglio degli alberi a Castronuovo di Sant’Andrea. «Sul tema dell’ambiente in Ba- silicata c’è la negazione della le- galità e della trasparenza», ha detto Bolognetti. «Perché la Ba- silicata è avvelenata dalla ma- lapolitica». Nelle conclusioni del dossier si chiede di «sottrar- re la nomina dei direttori delle agenzie regionali per l’ambiente alla partitocrazia», la realizza- zione «di un’anagrafe pubblica dei rifiuti prodotti dalle azien- de» e «l’accesso agli atti della pubblica amministrazione per i monitoraggi ambientali». Elisabetta Zamparutti, ha chiesto che i magistrati aprano quei cassetti in cui sono nascosti gli esposti e le denunce». E alla fine lo show di Pannella. I radicali calabresi e campani sono venuti a Potenza solo per lui. Ascoltano quasi in estasi. Pannella è il loro Vasco Rossi. Il vecchio leader cita se stesso più volte. «Pasolini diceva di me». «Ricordo quando in quell’occa- sione dissi di Berlusconi». Poi, finalmente, parla di politica. Di- ce: «La crisi vera, non è quella del cen- trodestra ma è la crisi di un Paese che non è più democra- zia e che non è più nell’ambi- to della Costi- tuzione in termini tecnici, non in termini morali». E ancora: «La partitocrazia, con le istitu- zioni che occupa non è altro che una volgare e pericolosissima associazione a delinquere con- tro la Costituzione e contro i di- ritti umani e civili delle donne e degli uomini di questo Paese». Va giù duro, come sempre: «Oggi c’è chi racconta che si stanno sconfiggendo le mafie. Ma è la mafia vincente che, avendo oc- cupato lo Stato, riesce a scon- figgere le altre mafie colleghe». Parola di Marco. LE EMERGENZE INQUINAMENTO I radicali puntano l’attenzione sull’area dell’ex Liquichimica di Tito, sui depuratori che non funzionano, sulle acque inquinate, sulle discariche e su ciò che è accaduto alla Fenice Assemblea partecipata In tanti per dire «basta» ai veleni L’hanno chiamata «peste italiana». «Un malessere che di- vora ormai da 60 anni il Paese e che ha la sua origine nella ge- stione non democratica da par- te dei partiti di quanto definia- mo “beni comuni”». E per con- frontarsi su questo tema sono arrivati in tanti, da tutta la regio- ne. C’erano l’ex sottosegretario Mario Lettieri, l’avvocato Vincenzo Montagna dell’As- sociazione autonomia forense, Pio Abiusi dell’Associazione città plurale, il pm Vincenzo Montemurro, Enrico Maz- zeo Cicchetti, consigliere re- gionale Idv, la giovane Silvia Dammacco del Comitato Pro-ambiente Senise, l’avvoca- to Leonardo Pinto della Gran- de Lucania, l’ambientalista An- tonio Nicastro, Pino Di Sario del Comitato per l’emergenza democratica, il tenente della Polizia provinciale Peppe Di Bello, Pino Passarelli di Sos Costa jonica, Anna Maria Du- bla dell’associazione Ambiente e legalità, Pietro Di Sario dei Pinguini lucani. E tanti altri. Molti di loro hanno preso la pa- rola. Ognuno ha aggiunto un tassello al mosaico dell’inqui- namento e dei veleni in Basili- cata. La Fenice è il caso emblema di un sistema che nega i diritti Bolognetti: «I lucani attendono risposte dalla Procura» l L’inquinamento dell’Ofanto ad opera del termodistruttore Fenice è un episodio che diventa «l’emblema di un sistema in cui si nega ai cittadini il diritto a poter conoscere i dati dei monitoraggi ambientali», ricorda Bolognetti durante l’assem- blea. La notizia dei veleni nella falda acquifera è venuta fuori quasi per caso il 7 aprile 2009. Si scoprì che non era un fatto recente, ma da due anni e mezzo Fenice inquinava l’Ofanto con mercurio e alifati clo- rurati cancerogeni. Della serie: qual- cuno sapeva e non ha detto nulla. «Da mesi - dice Bolognetti - i lucani attendono risposte dalla Procura di Melfi. A settembre del 2009 ho pre- sentato un esposto indirizzato alla Procura di Potenza, ipotizzando l’omissione di atti d’ufficio a carico di alcuni dirigenti dell’Arpab. Ad oggi non ho ricevuto alcuna ri- sposta». L’unico a parlare è stato il direttore dell’Arpab, Vincenzo Si- gillito, che a ridosso della denuncia sul caso Fenice ha tagliato corto con una dichiarazione che è stata de- finita «sorprendente»: «L’Arpab non era tenuta a informare le istituzioni entro tempi determinati, rispetto all’inquinamento provocato da Fe- nice. Se l’avessimo detto prima a cosa sarebbe servito? A creare allarmi- smo?». Secondo un’indagine dei ra- dicali lucani l’Arpab era a cono- scenza fin da gennaio del 2008 di un inquinamento in atto nella falda acquifera, con presenza anche 140 volte superiore ai limiti previsti dalla legge, ma ha avvisato il Co- mune di Melfi solo a marzo del 2009. LO SLOGAN «Rivolta democratica» era lo slogan dell’incontro dei Radicali POTENZA CITTÀ LEADER Marco Pannella, leader storico dei Radicali, durante l’incontro di ieri al Park hotel di Potenza [foto Tony Vece]

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Mercoledì 25 agosto 2010IV I

DOSSIER RADICALEBASILICATA AVVELENATA

LE DENUNCEInquinamento delle falde, tumori in aumento,dati nascosti e omissioni di chi indagaI Radicali denunciano ciò che accade in regione

L’ANNUNCIOBolognetti e Zamparutti saranno ascoltatidalla Commissione bicameraled’inchiesta sul ciclo dei rifiuti

Ambiente, Pannella suona la caricaLo storico leader dei Radicali a Potenza per le emergenze ambientali

FABIO AMENDOLARA

l Un po’ nella piccola sala col-ma di persone, un po’ fuori. Masempre con il cellulare Iphonepoggiato all’orecchio. «AscoltoRadioradicale», dice a chi loguarda incuriosito. Perché tra-smette in diretta il convegno cheha come slogan: «Rivolta demo-cratica». «È di questo che la Ba-silicata ha bisogno», dice MarcoPannella, 80 anni, ieri a Potenzacon il suo pupillo Mario Star-derini, attuale segretario dei ra-dicali, ed Elisabetta Zamparutti,parlamentare radicale eletta inB a s i l i c at a .

In prima fila c’è Sergio D’Elia,l’ex terrorista di Prima linea cheha scontato la sua pena e ha fattoanche il deputato. E Poi c’è lui,Maurizio Bolognetti, il leaderdei radicali lucani indagato eperquisito per aver «svelato» chele dighe erano inquinate. È daallora che Bolo-gnetti si è inca-ponito sull’am -biente. Ha mes-so assieme unbel po’ di mate-riale e ha datovita a un dos-sier: «Veleni in-dustriali e poli-tici della Basilicata». Sarà pub-blicato a ottobre. «Per il momen-to - dice al microfono - l’ho con-segnato al presidente della Com-missione bicamerale sul ciclodei rifiuti». E un piccolo risul-tato l’ha già ottenuto. Lo annun-cia Elisabetta Zamparutti: «Sia-mo stati convocati da GaetanoPecorella, presidente della Com-missione, e andremo a Roma su-bito dopo la pausa estiva».

Andranno lì e sputeranno infaccia ai membri della commis-sione quello che denunciano datempo. Discariche al collasso,abusive, che inquinano. Il piùgrande inceneritore d’E u ro p a(Fenice) che continua a inqui-nare la falda acquifera del fiumeOfanto. Siti di bonifica di inte-resse nazionale non bonificati.Fogne che scaricano a cielo aper-to e veleni che finiscono nelledighe con i tassi di malattie tu-morali in costante e preoccupan-te crescita. È questa la Basilicatavista dall’osservatorio radicale.

Uno dopo l’altro tutti i relatorihanno fotografato uno spaccatodi quelle emergenze. Carlo Gau-diano, medico, ha confermatoche l’incidenza dei tumori è inaumento. Antonio Bavusi, espo-nente dell’associazione Ola, haelencato gli incidenti legati alleestrazioni petrolifere. MarioLettieri, ex sottosegretario, haricordato ciò che aveva fatto ilgoverno guidato da Carlo Aze-glio Ciampi per fermare l’in -gresso in Italia di ferro radioat-tivo. Un tema che è tornato d’at -tualità con l’inchiesta della Pro-cura di Salerno sul carico dellanave Frelon finito alla Siderpo-tenza.

E ancora: Vincenzo Monte-murro, magistrato antimafia,ha analizzato le debolezze dellaex Basilicata felix.

Esponenti di associazioni ecomitati. Ognuno ha messo untassello. Dalla discarica sulla di-ga di Senise al taglio degli alberia Castronuovo di Sant’A n d re a .«Sul tema dell’ambiente in Ba-silicata c’è la negazione della le-galità e della trasparenza», ha

detto Bolognetti. «Perché la Ba-silicata è avvelenata dalla ma-lapolitica». Nelle conclusionidel dossier si chiede di «sottrar-re la nomina dei direttori delleagenzie regionali per l’ambientealla partitocrazia», la realizza-zione «di un’anagrafe pubblicadei rifiuti prodotti dalle azien-de» e «l’accesso agli atti dellapubblica amministrazione per imonitoraggi ambientali».

Elisabetta Zamparutti, hachiesto che i magistrati apranoquei cassetti in cui sono nascostigli esposti e le denunce».

E alla fine lo show di Pannella.I radicali calabresi e campanisono venuti a Potenza solo perlui. Ascoltano quasi in estasi.Pannella è il loro Vasco Rossi. Ilvecchio leader cita se stesso piùvolte. «Pasolini diceva di me».«Ricordo quando in quell’occa -sione dissi di Berlusconi». Poi,finalmente, parla di politica. Di-

ce: «La crisivera, non èquella del cen-trodestra ma èla crisi di unPaese che nonè più democra-zia e che non èpiù nell’ambi -to della Costi-

tuzione in termini tecnici, nonin termini morali». E ancora:«La partitocrazia, con le istitu-zioni che occupa non è altro cheuna volgare e pericolosissimaassociazione a delinquere con-tro la Costituzione e contro i di-ritti umani e civili delle donne edegli uomini di questo Paese».Va giù duro, come sempre: «Oggic’è chi racconta che si stannosconfiggendo le mafie. Ma è lamafia vincente che, avendo oc-cupato lo Stato, riesce a scon-figgere le altre mafie colleghe».Parola di Marco.

LE EMERGENZE

I N Q U I N A M E N TO I radicalipuntano l’attenzione sull’areadell’ex Liquichimica di Tito, suidepuratori che non funzionano,sulle acque inquinate, sullediscariche e su ciò che èaccaduto alla Fenice

Assemblea partecipataIn tanti per dire

«basta» ai veleniL’hanno chiamata «peste

italiana». «Un malessere che di-vora ormai da 60 anni il Paese eche ha la sua origine nella ge-stione non democratica da par-te dei partiti di quanto definia-mo “beni comuni”». E per con-frontarsi su questo tema sonoarrivati in tanti, da tutta la regio-ne.C’erano l’ex sottosegretarioMario Lettieri, l’avvocatoVincenzo Montagna dell’As -sociazione autonomia forense,Pio Abiusi dell’Associazionecittà plurale, il pm VincenzoMontemurro, Enrico Maz-zeo Cicchetti, consigliere re-gionale Idv, la giovane SilviaDammacco del ComitatoPro-ambiente Senise, l’avvoca -to Leonardo Pinto della Gran-de Lucania, l’ambientalista An -tonio Nicastro, Pino Di Sariodel Comitato per l’emergenzademocratica, il tenente dellaPolizia provinciale Peppe DiBello, Pino Passarelli di SosCosta jonica, Anna Maria Du-bla dell’associazione Ambientee legalità, Pietro Di Sario deiPinguini lucani. E tanti altri.Molti di loro hanno preso la pa-rola. Ognuno ha aggiunto untassello al mosaico dell’inqui -namento e dei veleni in Basili-cata.

La Fenice è il caso emblemadi un sistema che nega i dirittiBolognetti: «I lucani attendono risposte dalla Procura»

l L’inquinamento dell’Ofanto adopera del termodistruttore Fenice èun episodio che diventa «l’e m bl e m adi un sistema in cui si nega aicittadini il diritto a poter conoscere idati dei monitoraggi ambientali»,ricorda Bolognetti durante l’assem -blea. La notizia dei veleni nella faldaacquifera è venuta fuori quasi percaso il 7 aprile 2009. Si scoprì chenon era un fatto recente, ma da dueanni e mezzo Fenice inquinaval’Ofanto con mercurio e alifati clo-rurati cancerogeni. Della serie: qual-cuno sapeva e non ha detto nulla.«Da mesi - dice Bolognetti - i lucaniattendono risposte dalla Procura diMelfi. A settembre del 2009 ho pre-sentato un esposto indirizzato allaProcura di Potenza, ipotizzandol’omissione di atti d’ufficio a caricodi alcuni dirigenti dell’Arpab. Adoggi non ho ricevuto alcuna ri-sposta». L’unico a parlare è stato ildirettore dell’Arpab, Vincenzo Si-gillito, che a ridosso della denuncia

sul caso Fenice ha tagliato corto conuna dichiarazione che è stata de-finita «sorprendente»: «L’Arpab nonera tenuta a informare le istituzionientro tempi determinati, rispettoall’inquinamento provocato da Fe-n i c e.

Se l’avessimo detto prima a cosasarebbe servito? A creare allarmi-

smo?». Secondo un’indagine dei ra-dicali lucani l’Arpab era a cono-scenza fin da gennaio del 2008 di uninquinamento in atto nella faldaacquifera, con presenza anche 140volte superiore ai limiti previstidalla legge, ma ha avvisato il Co-mune di Melfi solo a marzo del2009.

LO SLOGAN«Rivolta democratica»

era lo slogandell’incontro dei Radicali

POTENZA CITTÀ

LEADERMarcoPa n n e l l a ,leaderstorico deiRadicali,durantel’incontro diieri al Parkhotel diPo t e n z a[foto TonyVe c e ]

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