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“IDDIOCI HA TANTOBENEDETTI

non Lo ringrazieremomai abbastanza!”

1a Edizione - agosto 19711a Ristampa - novembre 19832a Ristampa riveduta - Aprile 20063a Ristampa ampliata - Maggio 2010

Domenica

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PRESENTAZIONE DELLA NUOVA EDIZIONEDEL VOLUMETTO

Quando Don Elvio Bonacorsi, allora Parroco di Verica ed oranella pace del Signore, curò la prima edizione di questo volumettonel 1971, non si sarebbe certamente aspettato che, nel 2010, lasua opera sarebbe stata rivisitata per una nuova edizione dopoben due ristampe.Le vie del Signore sono sempre imprevedibili e, soprattutto inquesto caso, belle.Il pregio di queste testimonianze sui coniugi Bernardini, raccoltecon cura ed amore dal vecchio parroco subito dopo la morte diMamma Domenica, risiede specialmente nella assoluta estraneitàdi altri fini se non quelli dell’edificazione del popolo di Dio.Sono state rilasciate, infatti, quando ancora non si sarebbe potutoprevedere il cammino che la Chiesa di Dio che è in Modena-Nonantola sta tracciando verso l’onore degli altari per questi duesposi esemplari.La freschezza e la spontaneità di questi scritti hanno, quindi, unavalidità che supera le quattro decadi di vita della piccola operache un parroco di montagna compilò per dare “...una testimonianzadi fede, di bontà, di vita cristiana vissuta nella semplicità enormalità di una famiglia benedetta da Dio”.E solo Lui sa quanta necessità abbiamo in questa terribile crisidella famiglia di esempi vissuti! L’Arcivescovo-Abate emeritodi Modena-Nonantola affermava, infatti, nella sua lettera decretodel 27 marzo 2008: “...La causa di beatificazione di questi dueconiugi che hanno dato prova di sapersi amare e stimare perlunghi anni, nonostante le prove e le difficoltà che hannocementato la loro unione con la preghiera e il sacrificio, facendodella loro famiglia una vera chiesa domestica, è di grandeattualità nella presente società. Il loro esempio di gente semplice,ma ancorata a valori veri e profondi, di fede genuina, diaccettazione del dono della vita, di amore per la Chiesa e le

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missioni, di disponibilità ad accettare l’azione di Dio nella lorovita quotidiana, può e deve essere proposto alle famigliedi oggi...”E la Chiesa di Modena il 20 maggio 2006, nella ChiesaParrocchiale di Verica, apre il Processo Informativo Diocesanoper la Causa di Beatificazione dei due coniugi sotto la presidenzadell’Arcivescovo-Abate di Modena-Nonantola S.E. Mons.Benito Cocchi.In soli due anni il Tribunale Ecclesiastico ritiene di avere glielementi necessari per chiudere la fase diocesana.Domenica 18 maggio 2008, a Pavullo, nella Chiesa Parrocchiale,l’Arcivescovo di Modena presiede la chiusura del processoDiocesano sulla vita, le virtù e la fama di Santità del Servi diDio Sergio e Domenica Bernardini.Don Elvio Bonacorsi non avrebbe mai pensato che i suoi dueparrocchiani, Sergio e Domenica, in così breve tempo, sarebberopassati alla Congregazione dei Santi a Roma, in attesa delriconoscimento della eroicità delle loro virtù e di essere dichiarativenerabili nell’iter verso gli onori degli altari.Ritornare alle testimonianze di allora fa bene e stimolerà allapreghiera per ottenere dai due Servi di Dio l’intercessione pressoil Signore per le grazie di cui abbiamo bisogno e perchè la lorosantità possa essere riconosciuta dalla Chiesa Universale.

Pavullo nel Frignano, Maggio 2010

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BREVE BIOGRAFIA DEI SERVI DI DIOSERGIO BERNARDINI E DOMENICA BEDONNI

Sergio nasce il 20 maggio 1882 a Falanello, nella parrocchia diSassoguidano, località del comune di Pavullo nel Frignano(Modena). Qui, suo papà Giulio possiede un piccolo mulino incui i suoi due figli imparano a conoscere che il pane costa sudoree fatica.Il lavoro e la scuola primaria presso il parroco scandiscono,unitamente ad una buona formazione religiosa, la sua giovinezza.A 25 anni, sposa Emilia Romani che gli darà tre figli: Mario,Medardo e Igina.La felicità per il giovane Segio è al culmine, ma i suoi progettoper il futuro della famiglia sono improvvisamente stroncati: inquattro anni dal 1908 al 1912, il dolore bussa alla sua porta e lamorte gli toglie papà, mamma, fratello, sposa e i tre figli.Sergio è completamente solo; ha trenta anni. Le sua fede robustae profonda lo salva dalla ribellione; come Giobbe, china la testae accetta che Colui che ha dato, abbia anche tolto. Le spesesostenute per le malattie e le esequie lo costringono ad emigrarein America per riuscire a far fronte ai debiti. Quando gli si apredavanti una vita abbastanza agiata, ma che pone in pericolo lasua fede, egli preferisce ritornare alla povertà della sua vita dimontagna.La Provvidenza, in cui egli pone la sua fiducia, tramite lo zio,gli fa incontrare una ragazza venticinquenne: Domenica Bedonni.Era nata a Verica (Modena) il 12 aprile 1889, in una famigliaprofondamente cristiana. In quel piccolo paese, aveva trascorsola sua giovinezza serenamente fino al giorno in cui avevaconosciuto il dolore per la morte prematura del suo fidanzato.Ora, le si prospetta un nuovo progetto di vita famigliare colgiovane vedovo, mugnaio a Falanello. In piena sintonia spiritualee certi che la loro famiglia deve essere una pagina del Vangelovissuta, Sergio e Domenica, il 20 maggio 1914, si sposano.

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Si stabiliscono in un piccolo podere di montagna a Barberino:un pugno di case a due passi da Verica. Una vita dura, ma serena;il loro programma è: fare la volontà del Signore, non dubitandodel Suo aiuto, e avere molti figli. Dalla loro unione, nasconodieci figli, otto dei quali si consacreranno alla vita religiosa emissionaria: Sr. Igina, Sr. Agata, Sr. Amalia, Sr. Raffaella, Sr.Augusta, Sr. Teresa, e i Padri Cappuccini Sebastiano e Mons.Giuseppe Germano Bernardini che diventerà Arcivescovo diSmirne. Le due figlie Maria e Paola seguiranno la vocazionesponsale e saranno le colonne dell’età matura dei due genitori.Sergio e Domenica, terziari francescani, dicono al Signore tresì: alla vita, alla vocazione e alla missionarietà. Alcuni figli,infatti, si spargono per il mondo a portare l’annuncio dellasalvezza; solo un continente rimane scoperto: l’Africa. PapàSergio e Mamma Domenica, con i loro risparmi, adottano unseminarista africano che studia a Roma: ora, in quel continente,Padre Felix Ade Job è l’arcivescovo di Ibadan e primate dellaConferenza Episcopale Nigeriana.La loro casa è il punto di ritrovo della famiglia che solo due volteriuscirà ad essere unita al completo: le lettere dei genitori ai figlisparsi per il mondo rimangono il collegamento costante con labase d’amore da cui sono partiti.Nello spirito delle beatitudini e nell’umile semplicità francescana,vivono uniti nell’amore per 52 anni.La mattina del 12 ottobre 1966, Sergio pronuncia le sue ultimeparole: “Fateci santi!” e per lui si spalancano le porte della vita.Domenica è chiamata a raggiungere in cielo il suo sposo ai vespridel sabato 27 febbraio 1971 mentre, vicino all’ospedale, lecampane della Parrocchia della Sacra Famiglia suonano a festa:è quello che lei desiderava.

a cura del Comitato Promotore

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PREFAZIONE

Verica, 31 agosto 1971. Ho recitato Lodi e Sesta: rispondeva ilpiccolo coro di tre Religiose, figlie dei coniugi Bernardini Sergioe Domenica.Penso: ecco una piccola comunità. Fare “comunità” è cosamolto semplice; vuol dire partire dalla stessa fede e dagli stessiideali e condividere, mettere insieme gli stessi pensieri, le stessegioie e pene, le esperienze come sono, e sentirsi fratelli in Gesù,invocando il Suo Nome, sposando la stessa causa.Queste tre suore sono sorelle; anche altre tre loro sorelle sonoreligiose: una nel Messico e due sono a Roma. Cinque di questeReligiose sono della Congregazione delle Figlie di San Paoloe una della Congregazione delle Suore Francescane Ancelle delBuon Pastore.Altri loro due fratelli sono religiosi Francescani Cappuccini:uno svolge il suo apostolato in un grosso centro industriale frala gioventù; l'altro è missionario in Turchia. Ora il mio pensierocorre alla loro casa paterna nella località “Barberino”, nellamia bella Parrocchia di Verica, agli estremi confini. Tante volteci vado in un anno; un tempo ancora più di adesso.Là ho notato una piccola comunità e tanta felicità, tanto fervoree tanta fede.In quella casa è morto Sergio Bernardini il 12 ottobre 1966,uomo robusto nel fisico e nel carattere, molto buono e mite,molto silenzioso.Vi dimorava insieme alla moglie Bedonni Domenica, morta aModena il 27 febbraio 1971, più espansiva, più sorridente.Essa godeva intimamente ancor più di quella gioia che esprimevaesteriormente; era felice in mezzo a dieci figli, dei quali ottoreligiosi, perché “erano del Signore”; davano occasionecontinuamente a lei di pensare al Signore; glielo facevano“sentire vicino”. Sono sue espressioni.La sua serenità e la sua felicità come quella del marito Sergio

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non era “dì tenere gelosamente per sé, ma di comunicare conaltri, il più che poteva trovare, la sua gioia e la sua riconoscenzaa Dio per i tanti figli ricevuti; essa li aveva restituiti a Dio”.Al Parroco che scrive queste note, faceva vedere le stanze cheoccupavano i figli nella casa di “Barberino”, quando ritornavanoalcuni da molto lontano: questa è quella dei “Patriarchi”, questaè dedicata a S. Francesco, quella alla S. Famiglia, quella a S.Paolo, quella all'Immacolata. Indicava, non parlava; sorridevasoltanto, facendo capire che anche per Lei quelle camere eranotanti fili ideali che la univano spiritualmente ai figli.Una bella comunità, i cui soci dai confini della Parrocchia eranosparsi un po' in tutto il mondo. I due Coniugi Bernardini rimastia “Barberino” condividevano con tutti la loro gioia; nella vitahanno amato, rinunciato; la loro felicità nasceva da una vitaofferta e sofferta; erano felici, perchè avevano fatto felici tantialtri; avevano vissuto con tanta semplicità, senza alcuna pretesa,senza la superbia della ricchezza, dell'istruzione, senza riposo,senza odio, ma con tanta fede e carità. Nelle disgrazie umane,nelle tribolazioni, nelle pene, nelle difficoltà, nelle privazioni enella separazione dai figli hanno trovato il segreto di esserecristianamente forti e felici. A loro è bastata quella speranzacristiana che promette e dona l'unione con Dio su questa terrae la felicità eterna alla fine della vita.Non vale la pena ricordare chi ha testimoniato tanto bene lafede, chi ha dato tanto alla Chiesa?Non vale la pena citare ad esempio chi ha collaborato così beneal piano di salvezza proposto da Dio?Non vale la pena lodare chi ha svolto egregiamente il compitodella propria missione?Non vale la pena che l'ultimo loro Parroco dica: anche laprofessione tanto umile dei Coniugi Bernardini ha avuta il valoredi una missione?Dire di “sì” a Dio in una vita intera e lunga, non è certo compieremiracoli, ma è un coinvolgere in bene tutte le azioni, ed essere

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sempre disponibili alla grazia del Signore che compie miracolidi bontà.Ecco perchè il Parroco ha voluto non solo segnarne i nomi fragli scomparsi come sempre, ma ha pensato di ricordare i suoiParrocchiani di un tempo e ora cittadini del Cielo anche conqueste note. Il Parroco D. EIvio Bonacorsi

TESTIMONIANZE

Queste memorie si aprono con le lettere che mamma Domenicarimasta sulla terra si scambia coi figli in tante direzioni econtengono le testimonianze di tanti che formano un coro di vociintorno alla memoria dei Genitori Bernardini.Le prime voci sono naturalmente quelle dei figli, compreso ilSacerdote Nigeriano, D. Felix Alaba Ade Job, ora Vescovo; sonovoci traboccanti di gioia e riconoscenza.C'è il coro di tanti Sacerdoti, di Francescani, essendo Terziarie genitori di due Sacerdoti Francescani Cappuccini.Sono le lettere di Mamma Domenica che si tiene legata ai figlilontani e accenna sempre al suo sacrificio e alla Volontà di Dio.Da tutte le voci erompe verso il Cielo un inno pieno di fede, disperanza, di amore. Tutte le notizie di ordine cronologico sonosempre brevi, il loro cuore appare sempre con Dio e i figli;erano felici perché lavoravano per unire gli uomini a Dio; doveè il tuo tesoro, là è il tuo cuore …L'ultima aspirazione di Mamma Domenica fu quella mal celatadi avere un figlio santo da altare. Santa semplicità ai nostriocchi, ma bellezza di un'anima che, mentre si sentiva spegnere,desiderava rivivere con più intimità e freschezza nella fede deifigli “per ravvivare la fede”.

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Papà Sergio si spense purificato soprattutto dalle pene dellospirito: gli faceva paura la sua indegnità, come diceva. Eragiunto a questa ansia per tante considerazioni sulla santità diDio, sulla consacrazione a Lui dei figli, “alla vicinanza di Dioalla mia casa”, come ripeteva e soggiungeva: “Non sono degno… che cosa ho fatto io? …”, “Io dico delle parole, anche dellepreghiere, ma i miei figli hanno compiuto dei fatti per il Signore… Lei e loro m'incoraggiano, perchè sono buoni… ”. Quantevolte ha ripetuto questi discorsi nell'ultima malattia e scuotevala testa pensieroso.Il Padre venerava i figli, questi lo amavano, lo ricordano e lopregano; noi diciamo: Papà Sergio, Mamma Domenica, lasemplicità, la spontaneità, la naturalezza, il silenzio e il sacrificiodella vostra vita quotidiana si sono cambiati nel possesso di quelDio che vi fu sempre presente.Sì, la vocazione dei figli ha senz'altro riscaldato il vostro cuore,il pensiero di Dio e dei figli che avete sempre avuto, ora èripagato da lui e da loro col più cordiale ricordo. Essi e tuttivedono in voi un caro esempio. Voi siete cittadini del Cielo, noiancora della terra; noi vi ricordiamo, voi assisteteci.

CONGEDOIn occasione delle nozze d'oro dei coniugi Bernardini, L'11maggio 1963, Papà Sergio confessava ai suoi figli radunatisiattorno ai genitori:“Voi non sapete, quante notti vostra madreabbia passato in pianto per la vostra lontananza!”. Ogni voltache si ripeteva il distacco per la partenza dei figli missionari,il dolore era sempre uguale, come se fosse sempre la prima voltache si salutavano, come se fosse sempre l'ultima volta che sivedevano. Allora Mamma Domenica non trovava altro maggiorconforto che alzare le mani al cielo e ripetere la frase diventataleabituale: “Sia fatta la tua volontà, Signore …”. Nello sforzo dicomprimere il pianto soggiungeva: “Bisogna pur farla questa

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volontà di Dio…” e guardava lungamente, immobile, la direzionedalla quale i figli s'erano allontanati.Quanto amore, quanto dolore, quanti desideri e quante preghiere!Di Dio aveva bisogno, per trovare forza, aiuto e conforto; avevala soddisfazione di sapere che in Dio si riunivano tutti.Ormai i vecchi genitori vivevano di ricordi, erano nella terracome sentinelle: ora salutavano chi arrivava, ora salutavanochi partiva: un continuo congedo. Pensavano alle case abitate,costruite, al mulino, ai campi che furono la loro palestra di virtù.La loro professione li tenne in rapporto speciale coi poveri delmondo rurale, ai loro tempi molto numerosi, legati alla loromontagna; la loro povertà fu sempre difesa da un grandeottimismo evangelico; praticarono la benevolenza verso tutti,l'amore incondizionato alla Chiesa e ai Sacerdoti.Le difficoltà non hanno mai avvilito Papà Sergio: uomo dai millemestieri, trovava sempre il modo di portare fiducia e tranquillitàin famiglia, soccorso fuori. Parlando della scarsità di Sacerdoti,soleva dire: “ne siamo responsabili anche noi …”, lui che ognianno vedeva un figlio partire per il convento, per ben 8 anni!Poi concludeva: “bisogna pregare e aiutarli”.Tutti gli anni si prestava, a Natale, per il presepio, a Pasqua perle celebrazioni della Settimana Santa, alle Quarant'ore, allequali stava presente ininterrottamente, pregando, facendo ilsagrestano; lavorando nella casa canonica conversando coiSacerdoti.Soleva dire che era proprio indegno delle grazie ricevute, troppolontano dalla perfezione dei figli, che era meglio stesse zitto,perché quasi quasi si vergognava.Anche Mamma Domenica quante volte m'ha detto che pregavacontinuamente per tutti i Sacerdoti!Essa dimostrava una grande stima e una grande cordialità perloro, anche se non parlava tanto.Mamma Domenica, ricordati del vincolo contratto con me, iltuo Parroco: “lavori pure per la Chiesa, spenda pure per la

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Chiesa, sia pure buono … non ci rimetterà … io non possoaiutarla come vorrei … pregherò, perché lei non ci perda …”.Papà Sergio e Mamma Domenica, ottenetemi che non perdanulla della bellezza del mio sacerdozio insieme ai vostri figli;nessuna delle anime che mi avvicinano.

NOTA

Tutti coloro che possono avere qualche interesse o desiderio, ascopo di bene, di interessarsi dei coniugi Bernardini o dei figlisparsi in tanti campi di lavoro e tanto lontani, sono pregati dirivolgersi al Parroco di Verica.Egli se ne occupa unicamente per una testimonianza di fede, dibontà, di vita cristiana vissuta nella semplicità e normalità diuna famiglia benedetta da Dio.Faranno del bene le testimonianze raccolte?Saranno uno stimolo e una voce continui per i figli che lavoranoin tanti lidi?Sarà l’adempimento di un dovere del Parroco di Verica?E' quanto ci si augura e si spera.

Responsabile: Don Elvio Bonacorsi Parroco di VERICA 41020 (Modena)

Verica, 31 agosto 1971

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Sergio Bernardini e Domenica Bedonni

“ IDDIO CI HA TANTO BENEDETTI:non Lo ringrazieremo mai abbastanza!”

(mamma Domenica)

- Terziari francescani -

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DAL RICORDINO DI SERGIO BERNARDINI

“Non mi è mai venuta meno la fiducia nella Provvidenza, anchequando i figli e le difficoltà aumentavano”.“Signore vi ringrazio dei doni che riceviamo tutti i giorni, ed anchedelle tribolazioni e dell'aiuto per vincerle tutte con pazienza”.“In pace col prossimo e con la coscienza: mi sento il più signoredella montagna -Non ho ricchezze, ma ho la fede”.“La croce è “medicina” per moderare la nostra superbia: guai senon ci fosse”.“Usate molta carità e fate del bene ai poveri, ai bisognosi di spirito,ai giovani, ai piccoli: questo è il ricordo del vostro papà”.(da sue lettere ai figli neo sacerdoti).

“Per me la preghiera più bella è la carità”.“Non ricordo di aver nominato invano il nome di Dio e della BeataVergine: questo per una ispirazione santa”.“… Io non li spingo, ma se vogliono andare non lo impedisco perchéè una via buona. A noi penserà il Signore”.(dei figli che s'incamminavano per la vita religiosa).

“Se voi andate volentieri, noi diremo al Signore: “Sia fatta la vostravolontà” così come lo dicemmo quando vi demmo il consenso diconsacrarvi a Lui”.“Se il Signore vorrà ci rivedremo ancora. Se poi Lui ci chiama aCASA ci incontreremo lassù”.Sono contento che andiate a fare del bene. Se potessi verrei anch'io.Il Signore vi benedica sempre. (ai figli partenti per le Missioni).

“Se il Signore vorrà, ci rivedremo amcora. Se poi Lui mi chiama aCASA ci incontreremo lassù...”

“Ancora giovane il Signore mi chiese tutta la famiglia: le 7 personepiù care! Però mi aiutò a rispettare la Sua volontà con coraggio emi restituì tanto di più: 10 figli e tutti a Lui consacrati. Quanto è statobuono il Signore con me: come con Giobbe!”

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PAPA’ SERGIO

Erano le ore tre del 12 ottobre 1966.“… Quell'insolito Magnificat, recitato così, d'impulso, con gioianel lutto, dai figli con la mamma, accompagnò il grande Genitorenel suo incontro con Dio”.

“Gloria a Dio nel più alto dei cieli: Sia fatta la tua volontà”.

Mia diletta e cara figlia,come sai già dal telegramma, il tuo caro e tanto buono papà èandato in Paradiso. Come sai pure che è stato ammalato dueanni, ma ha sopportato con tanta pazienza e non si lamentavamai. Ha fatto una morte santa.Avevo tanto pregato che la Madonna venisse a prenderlo Lei …e quando ha riaperto gli occhi, rivolti in alto, d'improvviso, conun gioioso “Oh! …” di grande sorpresa poco prima di spirare,mi sono sentita esaudita. Così pure avevo desiderato che ilfunerale di Sergio fosse occasione di tanto bene in parrocchia,e così è stato, come disse 1'arciprete ch’è è stato più che unaMissione. Il Signore mi ha dato tanta forza.… Con tutte queste belle grazie, facciamoci coraggio e preghiamoassieme, anche se pensiamo che davvero non ne abbia bisogno;che ci assista dal Cielo, come ha detto che ci aiuterà tanto(a Sr. Agata, in Australia).

…Basta ti manifesti la mia gioia, il mio orgoglio personaled'essere stato io, suo ultimo figlio a impartigli 1'ultima assoluzionegenerale, a recitare le preghiere per gli agonizzanti, a raccogliernel'ultimo respiro, a chiudergli gli occhi e in fine, celebrare subitola prima Messa di suffragio qui nella nostra cappellina, durantela quale ho avuto la viva sensazione che il babbo, con quella, eraentrato nella gloria.

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… Lo sentiamo tanto presente che nessuno di noi ha l'aspettotriste. Non ci sentiamo orfani del babbo, ma dei protetti dal suospirito. Tornerò presto in Turchia, ma più sereno, perché il papàè in cielo. Dio sia proprio benedetto.(Padre Germano a Sr. Agata, in Australia)

… la glorificazione avuta in questi giorni e il suo passaggiopresso Dio è un mistero arcano svelato ai nostri occhi, direisensibilmente. Tutto è chiaro, visibile, sensibile, realmente ebeatamente vissuto per noi in questi giorni: abbiamo il Cielovicino, lo viviamo con papà nella gloria.… non dico altro: guasterei l'incanto di queste ore sacre; Godiamoinsieme il nostro Dio con papà che ci chiama nella gloria. Amen.A11eluia. (Sr. T.M. a Sr. Agata)

… Sì, anche a me, come a tutti, compresa la mamma, è successodi provare una profonda pace interiore, dopo la morte di papà… tanto che suggerii di recitare il Magnificat appena spirato”(Sr. Raffaella a Sr. Agata)

… Papà ci ha uniti particolarmente e già ci sorride compiaciutoe beato. Possiamo dubitare che sia in paradiso? La sua vita, lasua purificazione, la sua fine, sono un capolavoro che solo Diopuò premiare. Fosse anche nostra la grazia di viaggiare e dipartire così!I suoi funerali? Il trionfo e l'esaltazione dell'uomo umile e giusto;il passaggio di un santo. (P. Sebastiano a Sr. Agata)

Il nostro cuore esulta di gioia e di santa predilezione per esserefigli e membri della nostra benedetta famiglia … non ti soesprimere la gratitudine che ognuno serba in cuore per tanti doni.Papà è un santo … Chiediamo la grazia di essere degni di lui”.(Sr. Augusta a Sr. M. Amalia)

Ha lasciato in noi tanta serenità e pace, quasi gioia interiore …con invidia di non essere noi al suo posto. Era bellissimo!

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Siamo sereni. Abbiamo in Cielo papà che spesso ripeteva: “Dilassù! Per tutti! Per tutti!”. (Sr. Augusta a Sr. Agata)

… “Il dolore è grande, ma ancora maggiore il conforto pensandoalla sua santa vita”. (Maria a Sr. Agata).

“Abbiamo pensato tanto a voi due lontane. Una vostra foto èrimasta sempre e anche nella tomba, sul cuore di papà. Un trionfonon un funerale. Siamo davvero orgogliosi di tanto papà. Tuttici invidiano. C'è solo da non farlo sfigurare, ma imitarlo”.(Paola a Sr. M. Amalia)

E' passato sulla terra come un'ombra di Dio. Umile e ignorato,ha portato seco un tesoro nascosto di grazia e di bontà, facendoil bene senza strepito, quasi senza accorgersene, nonostante lasua marcata personalità. Per questo molti gli hanno voluto benee lo ricordano in benedizione”. (Sr. Igina a Sr. M. Amalia)

(Di ritorno dal funerale, raccolti nella cappellina di famiglia,come nel Cenacolo, Mamma Domenica così ai figli):… “Sapete, noi dobbiamo proprio essere più buoni. Io per primadevo convertirmi perché sono quella che ne ha più bisogno.Temo che la gente ci stimi più di quel che meritiamo, e questomi fa paura. Non dobbiamo offendere con la nostra condotta lasanta memoria del babbo. Lui sì, dobbiamo dirlo, era veramentebuono! Io lo conosco e l'ho conosciuto: era santo! Per esserecome lui cercheremo di migliorare, e così in Paradiso saràcontento”.

… “Devo dirvi che me lo sento così vicino e mi viene da invocarlocon tale fiducia, da sembrarmi divenuto il mio santo protettoreparticolare. Gli affido tutto, e mai invano. Più che mai ringrazioil Signore d'avermi dato un babbo santo.Questo senso di pace profonda, non è forse perché siamo adessopiù da vicino cittadini del cielo? Senza dubbio. E sapete? Nonmi stupirei di saperlo incorrotto”. (Sr. Agata da Sydney)

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… “Da quel momento ho sentito e sento tanta pace, quasi gioia.Mi sento felice, sollevata; provo gli stessi sentimenti e quelbenessere spirituale che si sente dopo un corso di esercizi benfatti. Il solo pensarlo mi rende felice. E mamma? Che anima diDio pure lei!”. (Sr. M. Amalia da Messico)

“Accettate la mia profonda condoglianza per la scomparsa delnostro carissimo babbo; però sento di potermi piuttostocongratulare con voi. Non è una grazia essere figli di un padrecosì santo? E che privilegio per me! Sono certo che già intercedeper noi, come ce ne ha già dato prove. Diceva stasera una signorache il funerale sembrava una festa. Di fatto doveva essere così.Perché l'unica ambizione dei santi non è quella di andare con illoro Signore? Voi ne siete la testimonianza vivente. Uniamocidunque nella preghiera che Dio ci conceda di rivederlo in Cielo”.(D. Felix Ade Job - Nigeria)

E fu un accorrere di sacerdoti, molti Cappuccini, e tanto popolo.“Andiamo al funerale di un santo!”.“Le lettere e i telegrammi - numerosissimi - giunti alla famiglia,scrive P. Gherardo, parlano tutti lo stesso linguaggio di lode edi ammirazione: “incomparabile padre; esempio perfetto; cristianoesemplare; terziario autentico, veramente buono, un santo padredi famiglia”: queste e altre le espressioni più frequenti.“Molti parlano già di SERGIO BERNARDINI come di un'animasingolare e santa, da invocare quale intercessore presso Dio.Stralciamo qualche frase, fra le tante: “Ne conservo il ricordo egli esempi edificantissimi e mi viene spontaneo raccomandarmialla sua intercessione”. “Pensando a un tanto padre viene più daglorificare Dio che da addolorarsi. Sinceramente sono tentata direcitare il Magnificat!”. “Permettetemi di inginocchiarmi vicinoal vostro papà per pregarlo di intercedere grazie e favori dalSignore”. “Ora dal cielo vi guarda e voi con animo grato poteteinvocarlo con le belle parole: Padre nostro che sei nei cieli!”.

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“Mi sono presto rallegrato sentendo, con certezza, che abbiamoun protettore in cielo”.

Queste ultime parole sono di un noto Cappuccino, che scrive daRoma; e così continua: “Vita di cristiano e di terziario autenticoe non comune era la sua. Giustamente di lui si dovrà parlare escrivere molto da chi l'ha conosciuto e ammirato profondamente,perché è giusto che si tolga di sotto al moggio la lucerna che fusì colma dell'olio della divina Grazia.

Sergio Bernardini è certamente un'autentica testimonianza cristiananel mondo dei lavoratori e degli umili, che non può ne deverimanere nascosta, soprattutto nel clima postconciliare in cuiviviamo, e che giustamente invita a mettere in luce la virtùesemplare dei laici”. (P. Bonaventura Romani, da Pavullo)

“Noi della famiglia e provincia Francescana sia studenti chesacerdoti, abbiamo ognuno ricevuto dal sig. Sergio: gli siamodebitori. Ognuno accanto a lui, a casa sua, si sentiva da lui amatosollevato compreso, e ci sentivamo piccoli di fronte alla suavitalità interiore … ci sembrava che la superiorità della sua virtùe la integrità della sua vita cristiana gli desse un titolo di paternitàuniversale, per il quale ci sentivamo tutti un po' figli … quasidei protetti dalla sua giustizia, quasi dei benedetti dalla suaintegrità, quasi dei sicuri per la sua fedeltà a Dio …”(Dalla commemorazione del P. Guglielmo, Prov.)

In un articolo intitolato: “Un nuovo Martin” si legge:“Personalmente, la figura di Sergio Bernardini mi ricorda quelladi Luigi Martin, il padre di S. Teresa del B.G.: una vita eroicamentecristiana; una numerosa famiglia, gran parte dei figli offerti aDio … L'ultimo viaggio di chi ha modellato tutta la sua vita sule evangeliche verità, non può non essere stato un trionfo. E noi,come tale, lo abbiamo vissuto”.

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“Ricordo con venerazione Sergio Bernardini, terziario francescano,per la sua umiltà e amore a Dio e agli uomini tutti. Umile: neicolloqui avuti con lui non ho mai sentito una parola che ridondassein sua lode. Tutto quello che faceva era niente; eppure, chi puòelencare i sacrifici compiuti per la sua numerosa e degna famiglia?Sempre contento e fiducioso nella divina Provvidenza. Le sueparole erano sempre di lode e ringraziamento al buon Dio perquello che riceveva.

“Amore a Dio: amava Dio non solo nell'accettazione serena diquanto accadeva a lui e intorno a lui ma anche, e vorrei direspecialmente, nell'osservanza filiale della sua Legge. Ho dettofiliale osservanza, perché in Bernardini Sergio non c'eratradizionalismo o formalismo nel compiere i suoi doveri cristiani,ma una profonda convinzione. Se non perdeva mai la S. Messa,se si accostava frequentemente alla Confessione e alla Comunionelo faceva perché era convinto che l'uomo deve vivere unito aDio per essere all'altezza della sua vocazione di creaturaintelligente e libera.

“Amore agli uomini: … mi ha sempre colpito in Sergio la suapremura per chi aveva bisogno, e precisamente con l'aiutomateriale; era povero, aveva una famiglia numerosa, ma nessunoche si presentasse a lui era rimandato a mani vuote, che anziquando conosceva casi bisognosi non aspettava di essere richiesto,ma subito mandava il suo aiuto; pane, indumenti, quello cheaveva. Nel suo amore agli uomini praticava anche (in molti modi)le opere di misericordia spirituale … ma era talmente umile chenon vedeva negli altri che persone migliori e quindi li ascoltavavolentieri, consigliava se richiesto e specialmente pregava pertutti.“Quanto ci sarebbe da dire di Bernardini Sergio! Sarò felice dipoter contribuire a illuminare sempre più la preziosa perla dipapà Sergio”. (P. Ugolino da Neviano)

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“Oh, il nostro grande Mosè” esclamò l'arcivescovo mons. Amici,muovendogli incontro e abbracciandolo, (in occasione dellenozze d’oro). A molti la sua personalità sia nel contegno esternopieno di saggezza e di bontà, come il riflesso del suo spirito difede, di preghiera, di culto alla volontà di Dio … richiamavaspontaneamente la figura tipica dei grandi Patriarchi.

“Per il buon Mosé - scrive di lui il parroco di S. Lazzaro (Modena)che tanto amò - Dio era sempre al primo posto. Tutto rimettevanelle sue mani e la preghiera era un colloquio semplice col Padreceleste. Non ha invidiato la ricchezza ( “io sono il più signoredella montagna!” diceva scherzosamente, alludendo appunto alsuo pieno distacco su questo punto e alla libertà di spirito chegodeva). Non si è considerato superiore a nessuno: la famigliaper lui era una risposta al volere santo di Dio.Amava i suoi monti; spaziava sereno con la sua bontà su tuttoil globo dove erano i suoi figli e figlie missionari. Accettava unpo' riluttante ma senza scomporsi gli attestati di stima eammirazione dei conoscenti e dei figli che veramente l'hannocircondato di premura profondamente filiale e di venerazionericonoscente. lo l'ho avvicinato a Verica, a Modena, in mezzoagli uomini di A.C., in chiesa, nella celebrazione del 50° dimatrimonio: l'ho sentito parlare della sua vita di sacrifici e dilavoro, dei ricordi di persone e avvenimenti, della vocazione deifigli ecc. e ho sempre concluso: Così è il vero uomo di Dio!Papà Mosè è stato per me ed anche per altri superiori a me unmaestro. Sarà una gioia rivederlo in Cielo!”. (D. Eligio Silvestri)

“Eccolo Sergio Bernardini come lo conservo inciso a caratteriindelebili nella mia memoria: l’uomo giusto, plasmato da unaricca e vissuta esperienza di fede. L’abbandono fiducioso e sicuronelle mani misericordiose e nelle vie misteriose della Provvidenzane segnavano di sicurezza e di serenità il bel volto dai lineamentiforti e scultorei. Una pietà semplice e profonda, una integrità di

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vita sostenuta da coerenza adamantina alle esigenze di unacoscienza cristallina; un atteggiamento ieratico che ne faceva unmaestro inconsapevole, ma sentenzioso ed in possesso della verasapienza cristiana.

… Dobbiamo davvero riconoscere che lo Spirito di Dio spiradove vuole, e soprattutto, dove trova disponibilità e prontezzad'animo: tutti i Cappuccini che ebbero la grazia di conoscere ilsignor Sergio, lo hanno sempre stimato e venerato come unesempio, come un Maestro, come un Padre. Qualcosa Dio gliaveva davvero donato della Sua soprannaturale paternità versotutti! Ecco perché anche ai suoi funerali i Cappuccini dell'Emilia,nonostante gli assillanti impegni del momento, parteciparononumerosi: ci sentivamo un po' tutti suoi figli, e ci pareva che conlui scomparisse la persona più cara e più sacra ai nostri affetti”.(Padre Guglielmo da Corlo, Provinciale)

“Il suo funerale - attesta l'arciprete di Verica - fu efficace quantouna missione: la gente era commossa alla vista del trapassato,circondato dalla sua famiglia di religiosi; i numerosi sacerdotinon terminarono di udire tutte le confessioni; mancarono le ostieper le molte Comunioni … Fu tutta una preghiera serena e devota,una liturgia palpitante di vita e di speranza”. (D. Elvio Bonacorsi)

In camposanto riposa accanto all'arciprete D. Michele Montanariche lo conobbe e stimò per trent'anni. “Quello era il suo posto,”commentava un noto padre Cappuccino, “lì, pare ancora aservizio della Chiesa, da lui tanto amata e venerata”.

“Per me è stato una vera luce di verità. Non so esprimere quantoabbia lasciato di ricordi buoni nella nostra famiglia; ricorderòsempre i suoi buoni esempi e io confido in Lui. Vado spesso alcimitero e mi sembra di parlare veramente con lui, gli chiedoforza e coraggio come aveva lui, e sono persuasa che egli si trovanella gloria dei santi del Cielo”. (Mina Bedonni)

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“Papà Sergio, … Non mi sento di dire le solite parole dicondoglianze, perché è solo … andato a casa. Ebbi la gioia e lagrazia di essere accolta in quel meraviglioso CENACOLO; nonlo dimenticherò mai. Il funerale fu un vero trionfo, una festa.Anche lacrime sì, ma di quelle che fanno bene … che lavanopiano piano l'anima e fanno vedere sotto sotto come siamo edanno desiderio di buoni propositi”. (Ines Morsiani)

“Gli siamo obbligati; solo il vederlo in chiesa a pregare, davaserenità e pace all'anima”. (Sig.ra Monticelli)

F.C., noto personaggio verichese non credente e non praticanteera presente al funerale. “Come mai?... proprio lei...” Risposta:“...Quando muoiono i giusti non si può mancare. Era un uomo,che quando lo incontravo o solo lo vedevo, mi faceva pensareche forse ero io a sbagliare. Nessuno più di lui, che non predicavama praticava, ha turbato le mie certezze”.

Moltissime altre testimonianze corredate da episodi dimostranocome la vita di Sergio Bernardini è cosparsa di una copiosafioritura di autentici “fioretti” che ci auguriamo di poter leggereun giorno.

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LA GRANDE PROVA

Chi non lo conobbe da vicino, a questo punto potrà domandarsi:che ci fu dunque di speciale nella vita di quest'uomo? Perchétanta ammirazione generale e profonda?

-Ciò che più convince riguardo le virtù di quest'anima umile edeccezionale è la sua condotta profondamente cristiana in tutta lavita e specialmente nelle grandi prove.

Una fede incrollabile che giunge a lodare Dio nella sventura,non ha dell'eroico? Il suo pieno abbandono in Dio, il suo rarospirito di distacco dalle cose terrene e da qualsiasi ombra divanità, è una prova eloquente dell'alto grado di speranza cristianache si rifletteva anche sul volto sereno, illuminato da un abitualetenue sorriso e rivelava la pace dell'uomo giusto.

E come tradurre a parole quel suo schietto amor di Dio, praticoe contemplativo insieme, che si andò affinando nonostante tutto,sino all'unione abituale con Dio? Magnanimo nel perdono, difronte a numerose ingiustizie e ingratitudini persistenti: “Damolti anni non ho più pensieri contrari alla carità: mi vienespontaneo scusare: non sappiamo come la pensano dentro diloro gli altri”.”Per me la preghiera più bella è la carità!”. Sì,questa espressione tutta sua, può darci un'idea della statura moralee spirituale di questo gigante nella virtù vissuta. Ma la provaculminante e suprema con cui Dio volle purificarlo come l'oronel crogiolo, fu quella penosissima degli scrupoli. Due lunghianni di autentica tortura dello spirito.

Lui, l'uomo di Dio, fedelissimo, ora teme di esserGli nemico;teme di aver sbagliato tutto; è convinto di essere lui a provocarei castighi di Dio; è convinto che Dio lo dovrà punire con l'inferno

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e, in una suprema adesione alla misteriosa volontà divina, vi sisottomette con rassegnazione: “Lui è il Padrone e sa quel che sifa,è giusto così!”.

Non si lamenta, e dice: “servirà a voi”. Sa che Dio è buono; sache Dio lo ama … ma lui, l'innamorato dell'Eucarestia; lui, ilfiducioso orante della Vergine; lui, l'uomo di fede, che ha creduto,che ha sperato sempre, nonostante tutto; lui, Sergio Bernardini,non spera, non ama, non vede, è nel buio e teme!-Papà, il Signore è buono; il Signore vi vuol bene: Voi non glivolete più bene? –“Lo so, lo so che Dio è buono! Ma io! …Magari potessi volerGli bene!”.E' la notte dello spirito.Iddio lo prova con lungo, indicibile martirio. Moglie e figli conamore, cercano di tranquillizzarlo; ma, quella, per lui, è la vocedel sangue; non lo convince. Soltanto la parola del sacerdote gliriesce ancora di conforto. Finche l'agonia dello spirito raggiungel'estremo apice dell'olocausto.“Ma sì, ma sì: mi dicono così perché loro sono buoni. Ma loronon sanno!”.E resta solo, solo sul calvario; solo con il suo tormento; senzaconforto!“Il grande Mosè” è annientato! “Il novello Martin” è offuscato.“La quercia” annosa che non teme la bufera, è sradicata. Egli èpurificato! Pronto all'incontro con Dio!Mamma Domenica scriverà alle figlie “io pregavo il Signoreperché riacquistasse la tranquillità dello spirito e fosse pienamentecosciente, perché meritorio fosse il suo soffrire. E così è stato.Quanto è buono il Signore!Negli ultimi tempi gli erano passati quegli scrupoli e ricevevala S. Comunione. Pregavamo assieme e tanto volentieri ripeteval'invocazione: “Vergine Maria, Madre di Dio, fateci santi”. Eproprio con questa invocazione, in questo anelito, ha reso lospirito. “Ha fatto una buona morte, direi da santo. Alla fine ha

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fatto tre o quattro respiri più forte e ha rivolto lo sguardo in alto,sorridendo felice, con un “Oh …” di meraviglia, ed è spirato. Ioavevo desiderato e pregato che potesse essere consolato dallapresenza della Madonna, e questo mi è sembrato un segno chemi ha molto rassicurata”.Ora comprendiamo perché il Parroco ripeteva convinto ai figlipresso il cimitero: “Ma voi non potete piangere! Vostro padreè volato dritto in Cielo, ne sono certissimo; è un santo: Dio loha purificato con prove riservate a pochi santi …”.“Tutti noi sentimmo immediatamente la sua assistenza eprotezione. La stessa cosa abbiamo letto nelle vostre lettere cheè anche di voi, quindi benediciamo il Signore, riflettendo cheLui è grande nelle anime che gli sono state fedeli”. (Sr. Augusta)“Continuerà a fare da angelo custode a tutti i suoi familiari -scrisse in quei giorni l'Arciv. di Modena - ma noi sappiamo chela sua famiglia adesso, oltreché alle nazioni dove sono missionarii suoi figli, si estende a tutti con tanta efficacia. Sappiamo diavere un protettore in Cielo, infatti prossimo al suo incontro conDio, a chi si raccomandava alle sue preghiere rispondeva:“DI LASSU'! PER TUTTI! PER TUTTI!”.E' voce comune che quanti l'hanno invocato con fiducia, hannosperimentato una intercessione sempre sollecita, corroborante lospirito e accompagnata da pace interiore. Per cui il fedele servodi Dio Sergio Bernardini - l'”uomo delle sorprese”, come l'avevadefinito il medico curante - può anche diventare per noi il santodelle sorprese nel regno di Dio.

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NEL NOME DEL SIGNORE

Quando si conobbero, nel 1914, Sergio Bernardini e DomenicaBedonni erano ambedue maturati in profondità, da vicende assaidiverse.

LUI: bella figura: prestante e vigoroso, nei suoi 32 anni splendidinonostante ogni genere di fatiche e di prove, compresol'annientamento della sua propria giovane famiglia. In meno diquattro anni, infatti, genitori, fratello, moglie e tre bambini, eranoscomparsi!Sergio, per uscire da quel turbine, emigrò negli Stati Uniti.Rimpatriò l'anno seguente a causa di un grave incidente sullavoro. Vedendolo sempre più ancorato sulla fede e del pareredi restare solo, il parroco gli prospettò l'invito al sacerdozio.Sergio non se ne sentiva degno. Finì con l'accettare il consigliod'uno zio di incontrarsi con una brava giovane.

LEI: vivace ed esuberante, a 18 anni, dopo una missioneparrocchiale, aveva deciso di dedicarsi a Dio, ma non trovò chil'aiutasse nell'intento. Domenica, dopo qualche anno si fidanzòcon un giovane che morì un mese prima della moglie di Sergio.“Molte volte ho ripensato queste cose e mi sono convinta che ilSignore ci aveva così preparati l'una per l'altro per i religiosi chevoleva dalla nostra unione”. Raccontava, molti anni dopo, chequando le parlarono del giovane Sergio “così buono e tantosfortunato”, le sembrò che fosse il Signore a ispirare di accettare,e disse in cuor suo: “Ebbene, Signore, se è tua volontà … dammitanti figli e, se ti piace, che siano consacrati a Te”.Nemmeno Lei, avrebbe preveduto per la Famiglia che stava performarsi, un piano divino così ricco di grazia. Ma indubbiamentela loro vita integerrima ne ha favorito l'atmosfera.

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Due vite in una

20 maggio 1914

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“Questi due genitori, - affermava il Padre Ugolino -, hanno saputovedere e vivere anche il lato divino della famiglia, come si puòconstatare dai frutti eccezionali e dalla loro ascesi personale”.I coniugi Bernardini ebbero dieci figli, accolti fiduciosamentecome “i più bei doni di Dio”. “Tutti i figli che Dio mi ha dato,io li ho presi e sono ben contenta – Siete i nostri tesori - Siamosempre più felici di avervi!”.Per i loro figli essi sognarono una buona formazione e una culturadifficilmente possibile, allora, in paese. Fu così che papà Sergioe mamma Domenica si sobbarcarono ai sacrifici delle spese edella lontananza, mettendo le prime due bambine in collegio(1926) - nell'allora recente congregazione Paolina di Alba -Altresorelline vollero seguirle via via; poi sbocciarono le vocazioniche, nel loro spirito di fede, non vollero ostacolare. E i due figli,ultimi venuti, vollero farsi sacerdoti Cappuccini.Il sacrificio della lontananza dai loro figli è stato sempre grandeper essi, ma il pensiero del bene che vanno compiendo comereligiosi, sacerdoti e missionari era il loro grande conforto. E visi associavano profondamente con abbondante preghieraquotidiana piena di fede e di gratitudine al Signore. “DavveroIddio è stato così largo di grazie con noi, nella nostra famiglia,che non possiamo proprio negargli niente! Ci ha sempre datotanta forza. E poi, voi siete tutti più Suoi che nostri!”. “Il Signoreci ha benedetti, ci ha dato lunga vita; ci ha circondato di unaparentela che è grande come il mondo, perché in ogni continenteci sentiamo ricordati e amati. Anche noi genitori siamo impegnaticon la preghiera e i sacrifici per aiutarvi nella conquista delleanime che avvicinate, e così ci sentiamo assieme a voi e con voi”- diceva mamma Domenica Bedonni - “Il Signore vi benedicae vi faccia santi”. “Come vorrei dire a tutti che grazia grande èquella di poter offrire i propri figli al servizio di Dio”.

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MAMMA DOMENICA

Nella modestia di una vita semplice come la sua, è stata oltremodosorprendente per alcune caratteristiche costanti: Dio, la Suamaggior gloria, i figli, il bene della umanità.Sorprendente, dicevamo, perché fu creatura attivissima, assorbitadalle cure di una famiglia numerosa, in tempi ben lontanidall'attuale benessere e priva di particolari aiuti spirituali.E tuttavia così impregnata di sentire soprannaturale, di fede, diamore di Dio vivissimo, sempre, da sgorgare ad ogni momento,come fosse il suo vero respiro.Sì, quel suo gran cuore, pulsò sempre più stupendamente sulpiano umano e divino.I figli possono attestare come ella sapeva comunicare loro ilgusto delle cose di Dio, l'amore al prossimo, lo spirito di preghiera,le intenzioni per le necessità della Chiesa universale, per iSacerdoti, per i Missionari, per i “Reggitori dei Popoli”.La sua spiritualità nulla toglieva all'alto grado di finissimaumanità.Ciò la rendeva comunicativa, simpatica.Era persona allegra, ma distinta. Piaceva la sua arguzia, era notala sua sveltezza.Il suo aspetto sereno era una accoglienza piacevole per chiunque.Riportiamo qui alcuni dei suoi scritti salienti che meglio possonodare un'idea, un riflesso del sentire umile e grande di questamamma benedetta.

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Al figlio Sebastiano, sacerdote novello (1951)

“Ecco sei giunto alla meta sospirata, giorno in cui hai celebratola tua Prima santa Messa. Il cammino è stato lungo e non ti sonomancati i sacrifici, le difficoltà, ma finalmente sei arrivato e vivioggi il giorno più bello della tua vita.Mio caro figlio, con l'amore e la sincerità di una mamma tiassicuro che ti ho sempre seguito spiritualmente con la preghieracontinua, affinché tu potessi salire coraggiosamente. Ora i mieidesideri e i tuoi sono stati esauditi.Con quali parole esprimerò i miei auguri a te, carissimo padreSebastiano? Come esprimerti la purissima gioia, l'intimaconsolazione che oggi provo vedendoti salire l'altare del Signore?Lascio comprendere a te i miei profondi sentimenti di affetto edi commozione.Oh quale gioia avere un figlio sacerdote! Se penso che le tuelabbra cui insegnai a recitare le prime preghiere, oggi hanno fattoscendere il Signore sull'altare!

E che le tue mani che un giorno ho fatto giungere per le primedevozioni, tutte le mattine, ormai stringeranno il Signore!Benediranno, assolveranno, sollevando tante miserie!Mi sento col cuore pieno di riconoscenza verso il Signore e versodi te, caro figlio mio. Non cesserò di domandare ancora per tele più belle grazie, perché da oggi comincia per te la tua bellama difficile missione.Che il Signore e la Mamma celeste ti diano sempre coraggio. Epossa tu essere fedele fino all'ultimo giorno della tua vita. E perfare tanto bene al mondo. Continuerò a pregare perché possaessere soprattutto un sacerdote veramente esemplare, in modoche ciò che insegni agli altri lo viva tu stesso. Questo è il miopiù vivo desiderio. Ricordalo nei giorni meno belli, quandoincontrerai degli ostacoli. Pensa che la tua mamma offrecontinuamente le sue preghiere, i suoi sacrifici per la santificazionedei suoi figli, ma semplicemente perché tu sia un sacerdote

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buono, vorrei dire santo!Mi sento la mamma più felice del mondo, perché sono sicurache mi ricorderai tutti i giorni nella santa Messa, così che possafarmi più buona, più degna di tante grazie che ho ricevute,specialmente quella di tante vocazioni nella nostra famiglia.Mio carissimo figlio, i miei più santi auguri ti accompagninotutti i giorni assieme alle mie preghiere. E mentre con il cuoree l'animo pieno di santa letizia, profondamente commossa, conaffetto ti benedico, anche la tua mano consacrata benedica me,la tua affezionatissima mamma” (Bedonni Domenica)

Verica, 7 ottobre 1965 Festa della Madonna del Rosario

“Miei cari figli, consacrati al Signore e missionari in cinque partidel mondo (incluso D. Felix Ade Job, Nigeriano, da lei “adottato”)Mi avete chiesto il favore di farvi sentire la mia voce e di parlarvi.Lo faccio tanto volentieri e con tanta nostalgia di poter anch'iosentire la vostra voce.La vostra mamma è sempre vicina a ognuno di voi, cominciandodai più lontani, proprio come scrivete sempre anche voi che visentite vicino a me. E infatti vi posso assicurare che vi sentovicino e mi sembra di parlare ora con uno, ora con l'altro, e vivocol pensiero accanto a ognuno.Debbo dirvi che non sono degna dell'onore che il Signore mi hafatto nell'avere voi figli consacrati al Signore e al bene dell'umanità.Ed anche mi preme dirvi che sono troppe le lodi e l'onore chemi manifestano le persone per la vostra Vocazione: è il Signoreche ha fatto questo. Non è per merito mio. Voi siete per me ilregalo grande del Signore, e io lo ringrazio ogni giorno.Non potrò mai dimenticare la gioia che provammo nel nostroprimo incontro (al completo) nel 1955, quando potemmoabbracciarvi tutti dieci figli, divenuti suore e sacerdoti, e diritorno da varie parti del mondo.Mi sembravate tante rondinelle che tornano al nido, e noi genitori

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Quel CALICEuniva idealmente anche ifigli sparsi in lontane terredi missione (Giappone,Brasile, Formosa,Turchia).

Esso fu ed è più che unsimbolo: molti genitori efigli, in svariate nazioni,vi hanno trovato stimoloalla generosità con Dio everso il prossimo.

Per questo fu tanto caroai due eletti Genitori.

non potevamo esprimervi a parole la nostra consolazione. Comeera felice la vostra mamma di vedervi riuniti nella nostra caraCappellina di casa e assistere alla Messa dei nostri cari figli cheuniti celebravano e pregavano, e il vostro papà serviva questeMesse!Mi vedevate piangere e mi domandavate il perché. Mi sembravadi vedere in voi non i miei figli ma degli angeli di cui non erodegna. Poi vi salutai, convinta che non vi avrei più visti riuniti,perché ripartivate per lontane nazioni, ed invece il Signore cifece vedere il vostro ritorno per venire a festeggiare le nostrenozze d'oro. Mi parvero giorni di Paradiso!

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Per noi siete stati sempre nostri, non vi abbiamo perduti anchese consacrati a Dio e abbiamo visto e sentito che anche voi sieterimasti affezionatissimi ai vostri genitori e al vostro nido paterno.Anche noi genitori siamo occupati e impegnati con tutti voi, conla preghiera e i sacrifici per aiutarvi nella conquista delle animeche incontrate, e così non ci sentiamo lontani da voi, ma assiemea voi e con voi.Oh, come vorrei esprimere la mia consolazione e il conforto cheprovo, a tutte quelle mamme che hanno paura di avere dei figlie hanno dispiacere se qualche figlio chiede di consacrarsi alSignore! Anch'io ho provato il sacrificio e la rinuncia del cuoreogni volta che ognuno di voi se ne andava da casa e poi cidomandava il permesso di indossare l' Abito santo. Ma ogni voltache rispondevo per darvi il nostro consenso, mi sosteneva ilpensiero che ero sicura che era una buona scelta, sicura perl'anima.Il Signore ha promesso il cento per uno per chi si consacra a Lui.Ma io dico sempre che non l'ha dato solo a voi, ma anche a noigenitori. Anzi posso dire che ci ha già dato il “mille per uno”anche su questa terra. Ho anche pianto per il dolore delle vostrepartenze, prima per il convento, poi ancora per le partenze inlontane terre di Missione. Ma spesso ho pianto di consolazionee di gioia, nel sentire le vostre opere di bene, nel leggere quelloche sempre mi avete scritto. Tanti parenti e vicini ci scoraggiavanodicendo che nella nostra vecchiaia saremmo stati soli eabbandonati, senza discendenti e nipoti. Più tardi quelle stessepersone nel vedere quello che il Signore ha fatto per noi e permezzo vostro, hanno manifestato la loro santa invidia e la loromeraviglia. Quanti nipoti spirituali ci ha dato il Signore attraversovoi che lavorate per tutte le anime! Da tutte le parti del mondoriceviamo lettere e conforti. I vostri genitori non si sentonomeritevoli di tanto ricordo e di tanta stima.Noi abbiamo fatto solo il nostro dovere nell'educarvi nella leggedel Signore e lasciarvi liberi di seguire la voce di Dio che vichiamava.

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Quando eravamo più giovani e ci sentivamo in forze non abbiamopotuto vedervi e godervi accanto a noi. Ma giunti alla vecchiaiail Signore ci ha dato di vedervi tutti riuniti intorno a noi ed essereda voi confortati.Non vi abbiamo perduti nel darvi al Signore, ma anzi siete rimastii nostri gioielli, la nostra grande consolazione. Per merito vostro,della vostra vocazione, abbiamo avuto la gioia di accogliere nellanostra casa: Giapponesine, Africani, Americani, persone dallaTurchia … che ci amano e ci chiamano nonni, perché voi sieteper loro come mamme. Noi ci sentiamo vostri e delle vostreanime che salvate. Vi dobbiamo ringraziare dell'onore che ci fateovunque siete.Oh, se potessi spiegare e farmi sentire a tutte le mamme, chedono, che grazia grande è l'avere dei figli e avere delle vocazioninella propria famiglia! Il Signore ci ha benedetti, ci ha dato lungavita. Ci ha circondato di una parentela che è grande come ilmondo, perché in cinque continenti noi ci sentiamo ricordati eamati, e vedo ogni giorno che il Signore ci tiene per mano eprovvede alle nostre necessità materiali e spirituali in modocommovente e quasi miracoloso.Cari figli, voi siete veramente la nostra gloria, la nostra grandeconsolazione, la nostra bella corona. La vostra mamma e il vostrobabbo sono sempre accanto a voi ovunque siete, come voi losiete per noi.La vostra mamma vi benedice e vi desidera santi, con la fiduciadi poterci godere la vostra compagnia in Paradiso, e per questovi offro ogni giorno al Signore. Abbiatevi ora il mio abbraccioe un grosso bacio della vostra aff.ma mamma che tutti tantovi ama.”

Bedonni Domenica in Bernardini.

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Carissimi figli tutti,

oggi, giorno del Cuore Immacolato di Maria, vi leggo il miotestamento spirituale. Dopo tante grazie che abbiamo ricevutodal Signore nella nostra cara famiglia, faccio un proposito, e misento il dovere di dire ai miei cari figli, desiderosi di andaremissionari, come ve ne sono già quattro. Dirò a tutti: Andatepure dove vi chiama il Signore, che farete tanto bene. Io ho tantafiducia che Dio ci aiuti, come sempre ha fatto. Anzi dico che citiene per mano. E per questo nulla Gli si può negare.Spero di rivedervi prima di morire, se Dio vorrà, anche se andretelontani. Mi rivolgo specialmente a te, padre Sebastiano, chesaresti andato in Africa, e noi genitori forse ti ostacolammo unpoco mostrando il nostro dispiacere perché ormai anziani. Tidomandiamo scusa. Però se vorrai restare finche c'è tuo papàvecchio e ammalato, ci farai piacere. Potrei morire prima io. Mase vivrò un poco più a lungo non pretendo che tu resti con me,perché prima siete del Signore che vi ha creati per Lui, e poinostri.Vedo proprio che siete destinati a fare del bene al mondo, salvaretante anime, e io ringrazio molto il Signore e ne godo moltaconsolazione. Offro anch'io le mie fatiche e i miei sacrifici, chevi aiutino nelle vostre difficoltà, che non mancheranno, e amaggior gloria di Dio.So che pregate tutti per noi: vi ricambiamo di cuore. Siete lanostra grande consolazione. lo non ero degna di tanto! Ma ilSignore ha fatto questo! Non Lo ringrazierò mai abbastanza.Il Signore vi benedica! Vi faccia tutti santi! Ho sempre desideratodi avere almeno un figlio sacerdote, ma che fosse vero sacerdote,santo, e ne ho avuti due, oltre alle figlie suore. Desideravo unsacerdote distaccato dalle cose della terra, e interessi materiali.Per questo sono stata molto contenta che siano due FrancescaniCappuccini, anche se prima avevo desiderato un sacerdote parrocozelante, specie per la gioventù, come fa lo stesso da religioso

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cappuccino (P. Sebastiano).Anche tu, padre Germano, il mio più piccolo, mi sei tanto diconsolazione, saperti missionario, anche se è un sacrificio perte e per me per il clima duro della Turchia. Io ti offro al Signoretutti i giorni, assieme alle tue sorelle suore missionarie. Immaginocome sareste tutti volentieri vicini al vostro papà, in questoperiodo così ammalato. Sono sicura che il vostro sacrificio e ilsuo, mi ottengono tanta forza per assisterlo ogni giorno.Cari figli tutti! Vi ho sempre desiderati buoni e lo siete stati.Debbo dirvi che mi rimane ancora un desiderio, che ho sempreavuto: che tra i miei figli ci fosse almeno un santo da altare. Nonper vanità, ma soltanto per la gloria di Dio e per ravvivare laFede in questi tempi, in cui la gente si dimentica sempre più delSignore. Anche per questo prego.Ringrazio tanto anche le figlie rimaste a casa, che hanno tutte lepremure per noi! …Noi genitori siamo contentissimi di voi tutti. Siete la nostra piùgrande consolazione, perchè avete sempre corrisposto a noi e alSignore quando vi ha chiamato al suo servizio. E ci consolasentire che i vostri superiori vi vogliono bene perchè fate il vostrodovere; così pure ci consola avere quattro missionari!Siamo davvero contenti di voi tutti. Siete come vi avremmovoluti e non ne siamo neppure degni. Ringraziamo insieme ilSignore e facciamoci più degni di tante grazie ricevute dal buonGesù. E quando moriremo, non piangete. Pregate per noi ericambieremo. Vi dico che sopra la mia bara desidero unaghirlanda di fiori e nel suo centro il quadro grande di tutta lanostra famiglia. Così se non potrete esserci personalmente, miaccompagnerete tutti almeno in fotografia, poi lo riporterete acasa. E con le vostre preghiere spero di andare presto in Paradiso.Vi bacio tutti. Arrivederci, speriamo lassù. La vostra mammache tutti vi porta nel cuore e vi ama tanto.

Bedonni Domenica.

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Il primo a destra di chi guarda è l'allora seminarista nigerianoFelix Ade Job, il suo “terzo figlio sacerdote”.L'll maggio 1953, giorno della Prima Messa a Verica di P.Germano Bernardini, ultimo dei figli, dopo la solenne celebrazione,mamma Domenica, alle amiche che le dicevano: “Adesso saretecontenta, li avete tutti a posto i vostri figli, che bella famiglia,siete proprio fortunata …” abbassando la testa in raccoglimentoe rialzandola, con le braccia aperte e lo sguardo luminoso, rispose:“Sì, sono contenta, ma ho ancora un desiderio: vorrei avere altrifigli per avere altri sacerdoti e missionari”.Quel nobile desiderio venne colto dai figli che l'aiutarono a realiz-zare una Borsa di studio per il suddetto studente a PropagandaFide (Roma). E, guarda la coincidenza, Felix sarà ordinatoSacerdote nel 1966, anno della morte di papà Sergio e nominatoVescovo di Ibadan (Nigeria) il 12 aprile 1971, anno della mortee giorno del compleanno di Mamma Domenica. E il giovanissimopresule sa di avere due validi protettori in cielo.

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TRANSITO SERENO

“Quando il Signore mi chiamerà nel suo Regno, dite a tutti lamia felicità con il suono di campane a festa”… E quel sabato,proprio in quegli istanti, suonavano a festa le campane, quasicome dono all'anima eletta di Mamma Domenica, che ritornavaa Dio, con un sorriso di cielo.Erano le ore 19 del 27 febbraio 1971. Verica 1 marzo 1971: Campane a festa! e non è una sagra. Unaffollarsi di sacerdoti, religiosi, parroci; e non è una Prima Messa.Fiori, canti sereni, fanciulli, chiesa luminosa … e non è la festadel Corpus Domini.Animazione riverente tra la moltitudine in attesa!In quell'atmosfera che è un autentico inno alla vita immortale,sono accolte le venerate spoglie di Domenica Bedonni, mammaeccezionale.Nella chiesa gremita, circondavano la cara salma ben nove deisuoi figli. Durante la concelebrazione di 25 degli oltre 50 sacerdotiaccorsi, dal coro dei Cappuccini esplosero canti meravigliosamentesignificativi, con una affettuosa potenza d'anima irripetibile.Il “passaggio” di questa creatura singolare tutti ci inondò diarcane certezze. Nessuno trovò strano quell'insieme di serenitàfestosa che trasformò un rito funebre in un'insolita celebrazionedella speranza cristiana. “Non si è mai visto nulla di simile!” -si sentì ripetere – “Anch'io lo vorrei così!”. “Così dovrebbeessere!”. Qualcosa di unico, benefico, indimenticabile.Cuore grande, anima aperta e generosa, dai desideri immensi perla glorificazione di Dio e il bene della Chiesa in tutto il mondo.La gratitudine verso il Signore è stata il suo respiro, la bontàdiffusiva, apostolica e serena, la sua consolazione profonda.Innamorata dell'Eucarestia e della SS.ma, Vergine, non sapevapregare senza includere le necessità di tutto il mondo.Mamma Domenica concluse la sua preziosa esistenza nelPoliclinico di Modena, circondata dalla sua amata corona di figli,

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in una pace e serenità invidiabile.27-2-1971: “anche la Mamma è volata al premio”.

La nostra Mamma è stata veramente grande in vita e anche inmorte. Quei cinque giorni al Policlinico di Modena sono stati unospettacolo di serenità e di santo abbandono. Mai un attimo diapprensione. Pareva una persona che sta compiendo con dignitàun rito solenne: il suo olocausto, vicina all'incontro con il suo Dio.Assentiva con trasporto alle giaculatorie e intenzioni che lesuggerivano. Oh, i suoi ripetuti “sì”, con voce fievole, ma cosìpieni d'anima! E si faceva premura di non lasciarci mai in penaper lei: ogni volta che le domandavamo come stava, se avevatanto male, rispondeva: “Ho molto caldo”, oppure: “Mi sentosfinita”, e poi immancabilmente aggiungeva: “Ma non soffromolto … non mi fa male la testa”. Provava arsura, ma nonchiedeva nulla. Si mostrava molto compresa e pronta alle breviinvocazioni e intenzioni di offerta, di accettazione e desideri delvicino incontro col Signore. Anche quando il respiro diventòdifficile, non emetteva gemiti.“Come in vita, anche nei suoi ultimi giorni non volle disturbarenessuno; si mostrava riconoscente di tutto. Intorno erano moltoammirati. Pareva proprio diventato un luogo sacro. Non potevamostaccarci da quel letto. Non perse mai la conoscenza; verso iltermine riconosceva ognuno dalla voce. -Mamma, c'è padreGermano dalla Turchia, siete contenta? E' arrivata anche Sr.Augusta dal Giappone … “Sono contenta di tutti!” Rispose.Quando le dicemmo: Mamma, il Paradiso è vicino, il Signore viviene incontro con un grande abbraccio, gli angeli vi aspettano,si illuminò in volto, esclamando: “Oh, bello, bello!”.

Tutta la notte del venerdì fino al sabato sera il respiro fu faticoso;si andò spegnendo senza angoscia, serena, come aveva detto ate, Sr. M. Amalia nel 1969: “io chiedo al Signore che ci dia lagrazia di andare contenti quando sarà l'ora di morire”. Ce lo

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sentivamo nel cuore da anni e glielo dicevamo: “Il Signore virisparmierà l'agonia: l'avete già passata e ben lunga accanto apapà.” Non diceva espressioni, ma si capiva che stava come sulsuo altare, tutta abbandonata in Dio e in un tempo sacro di attesaconfidente, offrendo per le sue care, grandi intenzioni; con amoree dimentica di sè, lo spirito teso al grande momento dell'incontrocol suo Signore tanto amato.Erano le 19 quando quel cuore formidabile cessò di pulsare eamare quaggiù; e una MAMMA grande, invidiabile - la nostramite e ardentissima mamma -si trovò faccia a faccia con Dio,nel gaudio eterno! Difficile dirti com'è rimasta bella, col voltodisteso, sorridente, come quando uno ha una grande gioia dentro.Mi ha colpito moltissimo anche il giorno dopo, nella cameraardente, perché non ho mai visto e non credevo possibile unaespressione simile in un corpo inanimato. Era proprio una “serenitàdi fondo”, come mi disse una suora osservandola. Pensavo: chipuò dubitare che non sia in una felicità eterna e infinita? … Per te abbiamo registrato il memorabile rito di addio a Verica;più ancora abbiamo la convinzione che, come già il Babbo, anchela Mamma si faccia sentire vicina in modo speciale a te, che noneri presente. Quanto dobbiamo ringraziare d'aver avuto Genitoricosì santi! Ci aiutino sempre tutti a essere degni di Loro!(I fratelli a Suor M. Amalia, in Messico)

TESTIMONIANZE

… “Mi unisco a loro nel ringraziare Iddio di aver loro concessicosì singolari e venerandi genitori, e per l'esempio ed il soavericordo che Essi hanno di così delicate e preziose virtù. Babboe Mamma non hanno ancora terminato la loro nobile Missionea favore di figli e figlie così singolarmente favoriti da Dio:continueranno certamente a vegliare dal cielo le loro creature.Partecipo vivamente a questa fiducia e a questa certezza e rimangonel soave ricordo di Mamma Domenica: animo così delicato e

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gentile, esempio di tanta saggezza cristiana”.(P. Guglielmo ad Corlo, Vic. Gener.).

“ … Vi sia di consolazione l'attestazione universale di ammirazionee di lode per la cara estinta che senza alcun dubbio già è stataaccolta nel luogo di beatitudine e di luce destinato a premiare lesofferenze e le attese dei redenti tutti. Chiediamo a Dio che gliesempi lasciativi da tanta degnissima madre e che l'estremocommovente messaggio lanciatovi dal venerato testamentodiventino, per i futuri impegni apostolici in Patria e nel Mondo,guida e luce indefettibile e caparra di infinite nuove Graziedivine”. (P. Davide Sergio Groppi, Prov.le).

“Sento di non sbagliare, assicurando che la “Mamma” è con“Papà”, in Cielo. Non è la solita frase: ma certezza, basata su lavita che essa ha condotto e sulla generosissima donazione cheessa ha fatto allo Sposo celeste di figli e figlie dilettissimi … Lospirito di Mamma è ben più vicino ad ognuno di voi, di noi, chepure l'amavamo, con impareggiabile e illimitata donazionecontinua di luce, di amore e di gioia indicibili! …”(P. Bonaventura da Pavullo).

“E' morta una mamma forse unica nella sua corona di figli (ottosu dieci consacrati a Dio); una mamma che ha praticato e vissutointensamente una religione cattolica tanto profonda quantosemplice. Ringraziamo il Signore per l'esempio che ci lascia”.(Nostro Tempo, 13 marzo 1971).

“Domenica Bedonni è stata sempre apprezzata e quasi invidiataper la delicatezza e la dolcezza del suo animo”.(P. Ugolino da Neviano).

“Fu una madre speciale, una santa donna, conosciuta per bontàfino a questo Estremo Oriente, Lei che voleva essere missionaria

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insieme alle sue figlie … Ricordo molto bene una di quellemeravigliose lettere in cui manifestava questi suoi desideri. Sonocerta che con i suoi sacrifici, con le sue ferventi preghiere, siastata di grande aiuto per i missionari. Ed ora dal Cielo ancora dipiù”. (E. D'Et torre, Korea).

“ … cuore grande, che ha tanto amato il prossimo, cuore semprepronto alla dolcezza, al sorriso, alla segreta implorazione a Dio.Il Signore ti ha chiesto otto figli per la predicazione e il Suoapostolato. Tu li hai dati, felice, con quella gioiosa generositàche ha contraddistinto il tuo lungo cammino terreno. Mamma,di fronte alla tua fede e alla tua santità io mi sento piccolo piccoloe non posso fare a meno di piegare il ginocchio, chinando la testaper aspettare la tua benedizione, per ascoltare ancora la tua vocepreoccupata sempre per gli altri, per te mai. Voglia Iddio chel'esempio della tua vita insegni al mondo intero il vero amore,quello evangelico. Arrivederci, mamma Domenica: il tuo amoresconfinato non ci abbandoni mai”. (A. Poppi).

“Donna di fede e di grande amore … Non ho che da ringraziareil Signore con voi per la sorte che avete avuto di una madrecristiana fino alle ultime conseguenze”. (G. Pilar, Madrid).

… Com'era bella! sono rimasto senza parola. Una cosameravigliosa; non si può esprimere. Pareva un angelo … chedorme. (Don Angelo).

… Ringrazio il Signore per il dono che mi ha fatto di avere unricordo tanto grande nel cuore di sua Mamma e nelle sue preghiere.(Don ltalo).

L 'esempio della sua fede così sentita e così coerentementevissuta, non potrà facilmente essere dimenticato. La loro mammarappresenta veramente la donna forte alla quale ogni mamma

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cristiana dovrebbe ispirarsi. (Gina Pacchioni).

Mi viene spontanea l'esclamazione: “Beata lei!” così carica dimeriti. E' proprio come il vincitore che rientra in patria! “Lanostra Patria è il cielo”: adesso questa verità è divenuta una realtàancora più concreta per voi, che avete i genitori aspettanti ilvostro arrivo trionfante … (T. Otaki, Tokyo).

Ho pregato per la sua mamma che è veramente anche la mianonna che mi generò alla vita apostolica. Penso che lei sia statala più felice mamma del mondo. (Sr. M. Nazarena Y).

Tua mamma è una vera santa e dal Paradiso vi protegge tutti. Sivede dal suo viso angelico … Più la guardo e più la sento vicinaa me e a voi come una santa. I suoi pensieri mi serviranno permeditazione. (E. Brunetti).

Verica 1963. La famiglia al completo per la celebrazionedelle Nozze d'oro dei genitori. Fu il 2° e ultimo incontro

dell’intera famiglia.

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Ora avete una protettrice di più in cielo. Il suo esempio vi saràcertamente di sprone e aiuto nei momenti difficili. Per quelloche l'ho conosciuta io, era una santa mamma di famiglia, degnadi stare accanto a Mamma Rosa, Mamma Margherita, ecc.(C. Biolchini).

… una vita vissuta come l'ha vissuta la sua carissima mamma èsolo una vita invidiabile. Sono certa che in ognuno di voi halasciato la pace e la certezza assoluta che ella già gode la gioiadei santi. (L. Miolato).

Mamma che può essere certamente annoverata tra le madrieroiche e sante. (A. Audisio).

Sergio e Domenica con alcuni dei loro figli.

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GRAZIE, MAMMA!Ancor non sapevamo che la morte potesse strappare dal cuorecanti di gioia, fino a quando tu, mamma Domenica, quasi non celo hai imposto: l'ultima delle lezioni profondamente cristiane checi hai impartito, cose che nessuno ti aveva insegnato, ma che eranosgorgate spontanee da una scelta di modi di vita diversi dai nostriproprio perché più originalmente cristiani.Quanto avevi amato il suono delle campane a festa! Un desideriopuro, semplice come quello di una pioggia di rose o di un candidomanto di neve il giorno della propria consacrazione. Certo le avraiudite anche tu quelle campane che suonavano senza perché, oforse per renderti meno triste il separarti da coloro che amavi, cheami e che ti amano, per renderti più dolce e desiderato “il passaggiodalla distrutta casa terrena alla abitazione eterna nei cieli”.E con suono festoso di campane e canti di gioia abbiamo volutosalutarti l'ultima volta. Abbiamo prestato al tuo corpo inerte, nellachiesa che è stata muta testimone dei lunghi amorosi colloqui conl'Invisibile Gesù presente in ogni gesto della tua vita, le nostrevoci perché potessi ancora “magnificare il Signore che ha guardatoall'umiltà della sua serva ed ha operato in te grandi cose”.Abbiamo gridato con tutta la potenza della nostra convinzione edella nostra fede, consapevoli di dire veramente con le parole (cfr.pag. 39) ciò che tu avevi operato nel lungo cammino della vita,che “il Cristo è stato glorificato nel tuo corpo sia durante la vitache nella morte”. Quel tuo corpo diafano, sereno, bianco come unvelo d'altare, su cui aleggiava un perenne sorriso di bontà più cheterrena, santificato da un amore umano e divino ad un tempo, cheper ben dieci volte ha acceso la vita trasmettendo la capacitàd'amore e di fare del bene!Tu hai reso glorioso il Cristo con il tuo corpo: tu non lo potevipiù dire e lo abbiamo urlato noi con un entusiasmo irripetibile.Nella chiesa gremita molti non l'avranno capito, ma tutti hannoavvertito con meravigliato stupore che era un canto nuovo, diversoda quelli usuali che accompagnano i morti. Era scritto apposta per

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te, che non sei morta e continui a effondere il bene in tutte le partidel mondo attraverso i tuoi figli dei quali ti dicevi custode per ilSignore.Quella stessa fede, radicata nel tuo cuore in maniera semplice eprofonda, che ti scopriva Dio in ogni cosa, che ti faceva baciarela bellezza di Dio in una rosa, che ti ha resa un'anima di paradisocon il corpo sulla terra, dice a noi che “non dobbiamo temere piùla morte perché sul nostro sonno Egli ha acceso una stella in più”.Quei lunghi ceri accesi, durante la concelebrazione di uno stuolodi sacerdoti che ti chiamavano “Mamma” perché fratelli dei tuoifigli, portati da coloro che fin dalla tua infanzia avevano imparatoad apprezzare la tua dolcezza ed umiltà, erano il simbolo di unafiamma ardente in te di fede: non un corteo funebre, ma una magicafiaccolata di luce ti ha accompagnata al luogo di un fiduciosoriposo, vicina al tuo Sergio, per riprendere con lui, la mano nellamano, il cammino verso quel meraviglioso luogo, unico degno divoi a gioire dell'Amore eterno, di cui avete reso preludiol'integerrima vostra vita, che Dio tiene in serbo per i suoi prediletti.Oh! Mamma Domenica, ci hai fatto desiderare che anche per noiquel giorno, le campane suonino pur così, siano vere anche pernoi le parole di quei canti. Continua ad additarci la strada, la tua,quella della bontà, del dono di sè, della visione soprannaturaleanche nei gesti più usuali, dell'amore a Dio e agli altri. Così nonè morire, non è dirsi addio, non è rimanere soli.Le parole di quel canto come sono vere! “Per me vivere è Cristo,e morire è un guadagno!”

Grazie, Mamma, per averci dato un'ultima sorella: sorella morte.

Antonio Zanni un fratello dei tuoi figli

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Dal Ricordino di Domenica Bedonni

“Tutte le cose mi parlano del Signore e mi portano a Lui” …Baciando una rosa: “Bacio la bellezza di Dio”.“I miei figli sono la mia corona e i miei tesori”.“Oh se potessi spiegare e farmi sentire da tutte le mamme delmondo, quale dono, quale grazia grande è l’avere dei figli edelle Vocazioni nella propria famiglia”.“Ho sempre desiderato che i miei figli facessero del bene almondo, per la gloria di Dio”.“Ora chiedo che siate santi”.“Sono contenta di avere tanti figli, ma ne vorrei altri per averealtri sacerdoti e altri missionari”.Nella sofferenza: “Coraggio! Il Signore ha poi tutta l'eternitàper farci godere”.Ai figli missionari: “Non dubitate, sono più che felice benedettifigli che andate a fare del bene. Noi siamo con voi e vi aiutiamotutti i giorni con la preghiera”.“Quando il Signore mi chiamerà nel suo Regno, dite a tutti lamia felicità con il suono di campane a festa”.“Debbo tanto ringraziare il Signore delle molte grazie che ci hafatto … Vivo volentieri per i miei cari figli; prego spesso cheGesù li assista in ogni momento”.“Me li avete dati, Signore: io ve li ho allevati, ma sono vostri.Benediteli”. “Gesù, la Mamma celeste e la mamma terrena Vibenediciamo. Arrivederci in Cielo”.“Ho sempre desiderato che i miei figli facessero del bene almondo, per la gloria di Dio. Ora chiedo che siate santi... e,almeno uno, santo da altare!“Sono contenta di avere tanti figli, ma vorrei averne altri peravere altri sacerdoti e altri missionari”

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Sr. Agata (1916 - 1983), morta in concetto di santità, èla risposta del Signore alle audacie di questa mamma!

Mons. Felix Ade Job, arcivescovo di Jbadan (Nigeria). “Adottato”,seminarista, da Domenica, “nasce” nella famiglia Bernardini

dal suo cuore ecumenico e ardente di missionarietà.

“I Terziari francescani si allietino di avere nei confratelli Sergioe Domenica un tersissimo specchio e una valida protezione”.

(Padre Bonaventura)

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Non è che un flash sulla vita terrena dei generosi coniugiBernardini ferventi terziari francescani; un'occhiata alla lororicchezza interiore, che lascia intravedere una eccezionale fedeltàal lavorio della grazia.C'è in tutta la feconda esistenza di queste due “testimonianze diDio” un messaggio di cristianesimo integrale, vissuto in dimensioninon comuni; pur con tanta semplicità.Esempio sereno e luminoso per tutti noi: è possibile una santitàautentica anche nel mondo contemporaneo, e in ogni stato divita.Genitori come questi arricchiscono veramente il mondo, la Chiesa,il Cielo. La loro missione sulla terra ha avuto aneliti sconfinatidi bene che trascendono il tempo.In un articolo commemorativo ( “Dallo Scoglio di S. Rita”, aprile1971), L. Di Giannicola riporta il seguente brano del testamentospirituale di mamma Domenica:

“Mi resta ancora un desiderio che ho sempre avuto: che fra imiei figli ci sia almeno un santo da altare! Non per vanità, No!ma soltanto per la gloria del Signore e per ravvivare la fede inquesti tempi in cui la gente si dimentica sempre più di Dio”.

E così lo commenta: “Ma di questi tempi, più che di religiosi ereligiose (santificate), la Chiesa ha bisogno di papà e di mammesante. Chi sa che un giorno “santi da altare” Dio non voglia perla sua Chiesa - ce lo auguriamo di cuore - mamma Domenica epapà Sergio Bernardini!”.

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“Non temete di avere molti figli”

Un giorno Domenica decide di scrivere al P.Mariano, ascoltatissimoconferenziere religioso della televisione.Cosa avrà mai da dirgli questa umile donna illetterata, questa montanara!I suoi sogni, la sua esperienza? Una parola risolutiva dei problemiche strangolano la società dell’opulenza? Ascoltiamola:“Rev.mo P.Mariano – sono la mamma di dieci figli… - mi è venutal’ispirazione di dirle che io sono una mamma delle più felici delmondo … di questi cari figli, cinque sono suore di S.Paolo e due padriCappuccini, quattro sono missionari – una in Giappone da diciottoanni, un’altra è stata nelle isole Filippine e in Cina ed ora è inAustralia e un Cappuccino è in Turchia da sette anni – un Padre èa Sassuolo in mezzo ai giovani del Ricreatorio San Francesco, unaè Suora Orsolina, una è infermiera ed una impiegata.Noi non potremo mai ringraziare il Signore abbastanza di averci datotanti figli; abbiamo fatto dei sacrifici per allevarli ed i educarli, maabbiamo avuto tante consolazioni… e possiamo dire che già abbiamoavuto la ricompensa. Il Signore dà il cento per uno anche su questaterra. Non solo ai figli religiosi, ma anche a noi genitori.Dico queste cose per fare un po’ di bene e per incoraggiare tantemamme a non temere di avere molti figli, perché il Signore saricompensare anche su questa Terra.Prego spesso per le mamme, che il Signore le aiuti, dia tanta forzae le faccia Sante. Sarei tanto contenta che, se crede faccia del bene,ne parlasse alla televisione e mi rispondesse. Sono una mamma felice.Ho un solo desiderio: che i nostri figli si facciano Santi e, se è volontàdel Signore, desidererei almeno uno Santo da altare, per ravvivarela fede, che ce n’è tanto bisogno.Sono una sua ascoltatrice devotissima, con mio marito Sergio, uomomolto giusto.Sua dev.ma mamma Domenica Bedonni in BernardiniModena, 6.1.1965”

Da: Una vocazione a tutti i carismi - Il matrimonio di Sergio e Domenica BedonniR.Panciroli - edizione Rogate - Roma 1989

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Queste testimonianze documentano la fama di santità dei coniugiBernardini, autorevolmete confermata dal Pastore della Diocesidi Modena Mons. Benito Cocchi che ne volle e promosse la

CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE

Ecco le “tappe” del loro cammino verso gli onori degli altari:

24 marzo 2006 Editto dell’Arcivescovo MetropolitaMons Benito Cocchi;

20 maggio 2006 Apertura del processo in Verica (Modena)

18 maggio 2008 Chiusura del processo Diocesano,in Pavullo (Modena)

9 dicembre 2008 Aperture degli Atti del processo, pressola Cancelleria della Congregazione delleCause dei Santi in Vaticano.

20 novembre 2009 Firma del Decreto di Validità degli Attidel processo Diocesano sul Servo diDio Sergio Bernardini dallaCongregazione delle Cause dei Santiin Vaticano.

20 febbraio 2010 Firma del Decreto di validità degli Attidel processo Diocesano sulla serva diDio Domenica Bedonni Bernardini.

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“Spett.le Comitato

Ho il piacere di comunicare che la Congregazione delle Causedei santi mi ha notificato che gli atti dell’inchiesta Diocesanasui Servi di Dio Sergio e Domenica Bedonni bernardini hannoottenuto il DECRETO DI VALIDITA’.”Tale decreto è il primo fondamentale passo delle cause in sederomana; significa che gli esperti in materia giuridica dellaCongregazione delle Cause dei Santi hanno esaminato i dueprocessi condotti dal tribunale ecclesiastico di Modena e li hannotrovati rispondenti alle Norme della S. Sede che regolano taliprocedure. Arrivare a questo primo risultato è una tappaimportante perchè permette il proseguo delle Cause nell’iterromano. Ora, come Postulatrice, dovrò praparare un un dossiersui Servi di Dio e chiedere al Prefetto della Congregazione delleCause dei Santi che le Cause vengano affidate al relatore, unmenbro interno della Congregazione sotto la cui guida laPostulatrice, compilerà quella che viene chiamata “Positio ServiDei (Servae Dei) super vita, virtibus et fama sanctitatis”, ossiaun volume che presenta la vita, le virtù e la fama di santità deidue Servi di Dio. Come è stato per la fase diocesana, anche inquesto caso, ciascuno dei due Servi di Dio avrà la sua Positio,anche se, ovviamente, in alcuna oarti coincideranno.Ringraziamo il Signore per questo traguardo perchè e statoraggiunto in tempi rapidi (si tengano presenti i tempi “romani”...).Un grazie anche a quanti hanno lavorato per arrivare a questo:il Tribunale ecclesiatico, particolarmente Mons. Camillo Pezzuolie Don Gaetano Frigeri, sempre pronto ed attento ad ognirichiesta, e due periti storici, Roberto ed Anna Cercato, sullacui competenza e disponibilità si può sempre contare.”

Dott.ssa Francesca Consolini - Postulatrice

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“ Felici per questa comunicazione siamo noi, ComitatoPromotore e Fratelli Bernardini, a esprimere gratitudineprofonda a Lei, Dott,ssa Francesca Consolini, per aver accettatonel cuore forse più ancora che nell’azione illuminata diPostulatrice esperta e convinta la Causa dei Servi di Dio. E’suo merito se oggi guardiamo... avanti, fino alla conclusioneprevista nel progetto di Dio. Grazie D.ssa Francesca.Ma soprattutto grazie a Lei, Eccellenza Mons. Benito Cocchi:il solo che poteva deciderla con l’autorità del pastore,conferendole canonicità e diritto di essere studiata e provata.Dunque: dono del suo cuore e della sua stima per i genitoriSergio e Domenica, che ha voluto nell’elenco dei migliori perglorificarli promuovendone con efficacia la Causa diBeatificazione e Canonizzazione. Anche l’Ordine del Cappuccini,cui appartengono come Terziari Francescani e genitori di 5 figlidello stesso Ordine, Le deve immensa gratitudine.”

Il Comitato Promotore e Fratelli Bernardini

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2006 - 2010: solo 4 anni!

In tempi di tanta lentezza in merito, stupisce la rapiditàdel Processo che li riguarda: sembra abbiano fretta!Chiaramente il Signore dà voce all’umiltà dei suoi Servie li fa uscire dal “tugurio” che li nasconde perchè...“luceat lux vestra!” Sorprende che questi due Sposi, umiliTerziari Francescani della Fraternità di Pavullo suscitinotanta attenzione, curosità, devozione, invocazioni e richiestadi notizie sulla loro vita e spiritualità in tutta Italia e nelmondo.“Urleranno le pietre e saranno “presenza” negli spaziuniversali della Chiesa di Dio”, predisse Sr. T.M. Giàvero? Sembra, ed è bello pensarlo! Su richiesta di tantiil Comitato Promotore della Causa ha promosso iniziativevarie: la Mostra illustrativa “Biografia per Immagini”;un DVD; il sito www.camminandopermano.it/bernardinie www.coniugibernardini.it e curato la ristampa dellabibliografia dei Servi di Dio (v. ultima pagina delvolumetto).Il tutto subito utilizzato da Associazioni e Parrocchie perincontri e catechesi sulla famiglia come: S. Cataldo diModena; Panzano di Carpi; S. Famiglia; S. Eufemia;Finale Emilia; e il 7 marzo a Cermignano di Teramo.Ma la sorpresa che ci permette di... pensare alto, è che inNigeria, in Messico, nel Libano, negli Stati Uniti, a Natalin Brasile, emittenti televisive hanno dato notizia concommenti. Come già RAI 1, RAI 2, RAI 3, altre emittentilocali e tutta la stampa nazionale.Qualcuno ha chiesto: è tutto sorprendente e magnificoma, a quale prezzo? E le spese?... Mons. Flavio Roberto

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Carraro, vescovo emerito di Verona ma prima MinistroGenerale dei Cappuccini, a un frate che per le previsteingenti spese del processo, esitava a promuovere la Causadi un Servo di Dio, diceva: “Non temere... i santi si paganoda soli!”. Eccellenza: è vero! Anzi, sembra scontato... Delresto, se è volontà di Dio che siano glorificati non saprannochi sollecitare e far intervenire? Ma dài! I devoti che lipregano e ottengono sempre “ringraziano” con gioia egenerosità. A questi tanti il Comitato Promotore dellaCausa di Beatificazione dei Bernardini dice: GRAZIE!Ma anche li prega:perchè il loro contributo sia più preziosoe determinante, è importante che per ogni grazia ottenutane diano notizia SCRITTA. Per il proseguimento dellaCausa non basta ottenere grazie... E’ “conditio sine quanon” che il Tribunale ne abbia la documentazione relativa:quindi, preghiamoli... otteniamo e COMUNICHIAMO diaver ottenuto, all’indirizzo:Associazione Camminando per Mano - Via S. Francesco,6 - 41026 Pavullo nel Frignano (MO) - Tel. 0536.324878

- e.mail: [email protected] siti: www.camminandopermano.it/bernardini

www.coniugibernardini.it

Il Comitato Promotore

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Sergio Bernardini. E’ la sua fotografia più antica, scattata durante ilservizio militare. Sergio nasce il 20 maggio 1882.

Pubblichiamoalcune fotografie

dalla“BIOGRAFIA

PER IMMAGINI”della

MOSTRAILLUSTRATIVA

sulla vita dei Servi di Dio:

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Nel giro di quattro anni, 1908 - 1912, muoiono il papà, la mamma, ilfratello, la moglie e i tre figli di Sergio. Sono tutti sepolti in questatomba, nel cimitero di Sassoguidano. Come Giobbe esclamava: “Il

Signore ha dato, il Signore ha tolto. Sia fatta la sua volontà!”

Sergio ha 32 anni e Domenica, 25. 1914: sposi! E’ la seconda famigliadi Sergio. Vera storia d’amore e di fedeltà che durerà 52 anni e, ogni

giorno, sarà un “sì” alla loro vocazione.

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Ora, davvero, il cuore di Sergio e Domenica pulsa nel mondo:in ogni continente c’è un figlio che lavora per il Regno di Dio.

Il Comitato per la Beatificazione e Canonizzazione dei coniugi Bernardinie i figli Mons.Germano, P.Sebastiano, Paola e Maria da S.E. Mons.

Benito Cocchi per ringraziarlo della Causa da lui voluta e promossa.

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Un momento della cerimonia di apertura del Processo nella chiesaparrocchiale di Verica il 20 maggio 2006.

Dopo la cerimonia ufficiale, l’Arcivescovo di modena si intrattiene coni figli di Sergio e Domenica presenti a questo evento.

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La Postulatrice, dott.ssa Francesca Consolini, appone la sua firma perl’invio della documentazione alla Congregazione dei Santi a Roma.

Il 18 maggio 2008, dopo solo 2 anni, l’Arcivescovo di Modena chiudesolennemente il processo diocesano, nella chiesa parrocchiale

di Pavullo (Modena).

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Ci si augura che questa “Biografia per Immagini” che hagià ricevuto vari apprezzamenti in Diocesi, riceva semprepiù consensi. L’Arcivescovo Emerito Benito Cocchi l’haincoraggiata: “Partecipo con gioia alla diffusione diquesta esposizione e la raccomando a tutti i fedeli. Possal’esempio di Sergio e Domenica suscitare nella Chiesalocale e universale sempre più amore e devozione per ilmatrimonio e la famiglia, dono di Dio all’Umanità”.

OGNI COMUNITA’ PARROCCHIALE E RELIGIOSANE POTRA’ USUFRUIRE A TITOLO GRATUITO,rivolgendosi p. es. ai coniugi Bertolani, del Comitato perla beatificazione dei Bernardini (tel. 0536.940883 - cell.349.3567736). Il messaggio di queste fotografiepazientemente archiviate e commentate, è la vita di dueSposi cristiani: una pagina del Vangelo per il nostrotempo. Specialmente quando si contesta il valore dellavita e della famiglia, diviene necessario rivelare latestimonianza di coloro che hanno creduto nell’Amoredi Dio.

Fr. Lorenzo M. Ago o.f.m. teologo Censore Coniugi Bernardini-Bedonni

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BIBLIOGRAFIA

Don Elvio BonacorsiIDDIO CI HA TANTO BENEDETTINon lo ringrazieremo mai abbastanzaEd. Baldini - Pavullo (Mo) - 3a Ristampa¤ 3,00 per chi desidera contribuire alla causa.

P. Arcangelo PanciroliUNA COPPIA ESEMPLARESergio e Domenica BernardiniEd. Paoline - 4a Ristampa - tradotta in 4 lingue¤ 12,50 per chi desidera contribuire alla causa.

Don Angelo SandriL’ALBERO DAI MOLTI FRUTTIProfilo spirituale dei Servi di DioDomenica e Sergio BernardiniEd. TEM - Modena¤ 3,00 per chi desidera contribuire alla causa.

Paolo e Laura BertolaniUNA FAMIGLIA PER IL CIELOEd. Grafiche Zanichelli - Sassuolo (Mo)¤ 3,00 per chi desidera contribuire alla causa.

Chi ottenesse grazie e favori per intercessione dei Servi di Dio,Sergio e Domenica, è pregato di darne relazione scritta allaPostulatrice: D.ssa Francesca Consolini - tel. 338.2035849

e-mail: [email protected]

Per informazioni: P. Sebastiano - cell.348.3544498e-mail: [email protected]

http://www.camminandopermano.it/bernardinihttp://www.coniugibernardini.it

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ALTRO DONO!

Filippo e Marika di Modena, sposi da un anno e genitoridi Francesco, il giorno precedente la loro celebrazionenuziale (2008), salgono a Verica per far visita alla tombadei Servi di Dio, Sergio e Domenica Bernardini.Chiedono la loro protezione sulla famiglia nascente!Bravi musicisti, oggi dicono la loro felicità e gratitudineal Signore con un MUSICAL dal titolo:

“SICURA SPERANZA”

E’ un omaggio all’unione esemplare dei Coniugi Sergioe Domenica Bernardini e un invito ad imitarli.

Questo musical sarà prezioso contributo per le parrocchiequando celebreranno la Giornata per la Famiglia.

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Papà Sergio e Mamma Domenica dal cielosorridono ai figli, ricevuti dal Santo Padre in occasione

della elezione di P. Germano ad Arcivescovo di Smirne (Turchia)

(TERZA DI COPERTINA)